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dal sito di divulgazione scientifica dell’Associazione Italiana del Libro raccolta del 28 febbraio 2014 scienza

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dal sito di divulgazione scientificadell’Associazione Italiana del Libro

raccolta del28 febbraio 2014

scienza

I nanocompositi diventano bio-ispi-ratiVincenzo Villani pag. 3

L’Allium Sativum nella patogenesidell’aterosclerosiSalvatore Sutti pag. 5

Dall’universo al multiverso: i quattroscenari di Max TegmarkPaolo Di Sia pag. 7

Stili alimentari e conseguenze per laSalute: le bevande alcolicheNadia Di Carluccio pag. 9

La conoscenza tacita verso la cono-scenza condivisaGuido Zaccarelli pag. 11

Grandi frane che generano terremotiAndrea Billi pag. 13

Dalla complessità alla fratellanzadelle conoscenzeVincenzo Villani pag. 14

L'eclissi del sacro? Per una riflessio-ne bioetica sullamodernitàFrancesco Manfredi eMichele Saviano pag. 16

L'utilità della Neuropsicomorfologianel rapporto di coppiaBartolomeo Valentino pag. 18

Per il compleanno di EmmaCastelnuovo Domenico Russo pag. 20

Libri / The Perfect Theorydi Paolo Di Sia pag. 23

Libri / Il diritto di famiglia nelle fami-glie immigratedi Valerio Eletti pag. 24

Dall’universo al multiverso: i novescenari di Brian Greenedi Paolo Di Sia pag. 26

Un convegno a Napoli sugli alimentifunzionalidi Nadia Di Carluccio pag. 28

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Sommario

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1 – Scienze matematiche e informatiche2 – Scienze fisiche3 – Scienze chimiche4 – Scienze della terra5 – Scienze biologiche6 – Scienze mediche7 – Scienze agrarie e veterinarie8 – Ingegneria civile e architettura9 – Ingegneria industriale e dell’informazione10 – Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche11 – Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche12 – Scienze giuridiche13 – Scienze economiche e statistiche14 – Scienze politiche e sociali

E’ possibile tendere un cavo dallaTerra allo spazio per portare uomini ecose in orbita? Quale è il segreto dellaprodigiosa tenacità del filo della teladel ragno? Quale quello dell’adesionedel geco ad ogni tipo di superficie? Edella capacità autopulente dellefoglie del Fior di loto? Fenomeniapparentemente tanto diversi traloro sono accomunati da una stessasoluzione, i materiali nanostruttura-ti.

I nanocompositi sono basati sunanoparticelle con dimensioni del-l’ordine del miliardesimo di metro,nanometri per l’appunto. Le nano-particelle disperse in una matricecomplessa, generalmente polimerica,possono avere una morfologia punti-forme (come i fullereni), filiforme(come i nanotubi di carbonio), astrato (come per il grafene) o diaggregati. Dal punto di vista tecnolo-gico, rappresentano l’evoluzione deicompositi polimerici a base, ad esem-pio, di fibre di carbonio. In Naturagrazie all’evoluzione biologica lungacentinaia di milioni di anni, hannoraggiunto performance strutturalialle quali oggi la scienza dei materia-li cerca di attingere a piene mani rea-lizzando nanocompositi bio-ispirati.

Non è facile avere un materiale allostesso tempo resistente e tenace. Laresistenza è misurata dal moduloelastico ed esprime la rigidità di unmateriale per piccole deformazioni.La tenacità misura la capacità di unmateriale di assorbire e dissipareenergia resistendo in questo modoalla frattura. Il vetro è rigido ma fragi-le. La gomma cedevole ma tenace. Ledue proprietà sono competitive, è dif-ficile averle assieme. Tuttavia, neimateriali biologici coesistono connaturalezza. Il fusto del bambù è resi-stente e tenace, si piega ma non sispezza. Anche le ossa sono resistentie tenaci, così le arterie, la madreperladelle conchiglie, la pelle, i capelli…

Quale è il meccanismo di tenacitàalla base di materiali così diversi? Intutti i casi sono nanocompositi dallastruttura ingegneristica molto elabo-rata. Presentano un’organizzazionefrattale della materia biologica, maiomogenea o eterogenea in modocasuale, finemente strutturata inmolteplici livelli di gerarchia che nel-l’osso arrivano fino a sette. Si osservaun’architettura hardening-softening,in cui fibre hard e matrice soft si rin-corrono a tutti gli ingrandimenti.Infatti, le fibre sono costituite a lorovolta da fibrille hard in matrice soft,quindi le micro fibrille e giù giù fino

alle nanofibrille. Il risultato di questoschema ricorsivo esteso dalla scalamacroscopica a quella nanoscopica èun materiale dall’architettura elabo-rata che impedisce la formazione difratture a tutti i livelli e assicura ladissipazione ottimale dell’energia equindi la tenacità.

Con questa visione in mente, lascienza dei materiali bio-ispirata rea-lizza materiali complessi dalle pre-stazioni high-tech innovative. Edecco che l’elevatore spaziale potrebbenon essere più un sogno fantascienti-fico ma un dispositivo futuribile. Inpratica si tratterebbe di un lunghissi-

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I nanocompositi diventano bio-ispiratidi Vincenzo Villani

mo cavo ancorato a terra con un pesoall’altra estremità…in orbita geosta-zionaria! Una sorta di fionda spazialeche la forza centrifuga tiene ben tesa,adatta a portare astronauti e mate-riali nello spazio. Oppure un filo tesotra satelliti. Tuttavia, la sfida da supe-rare è quella di disporre di un filo leg-gero, resistente e tenace che non sispezzi! In questa ricerca ci viene insoccorso il guru della nanotecnolo-gia, cioè il…ragno!

Questa mirabile creaturina, come ilpiù nobile bombyx mori, sa estrudereun filo di seta dalla struttura nano-composita complessa di filamentiproteici immersi in matrice continua.Alla seta del ragno spetta il record dimassima tenacità e resistenza, dissi-pa fino a 350 Joule/g contro i 100 del-l’acciaio, e sa arrestare il volo diinsetti grossi come libellule senzaspezzarsi. Il segreto? Una strutturafrattale, altamente gerarchizzata difibre rigide in matrice soft estesa a

tutti gli ingrandimenti(http://web.mit.edu/mbuehler/www/papers/Nature_2012_wc.pdf).

Il geco, campione di peripezie alpi-nistiche lungo le pareti ed il soffittodelle nostre abitazioni, deve le suecapacità alle zampe finementelamellate, che si ramificano fino asetole di dimensioni nanometriche.In questo modo, è resa enorme l’areasuperficiale della zampa e massimiz-zate le interazioni di van der Waalsall’interfaccia con la parete. Si tratta

di forze molecolari attrattive dovutealla distribuzione elettronica degliatomi interagenti. Inoltre, un ruoloimportante è giocato dalla tensionesuperficiale del velo nanometrico diumidità confinata tra la pelle e lasuperficie calpestata. L’adesione èassociata ad un angolo di contattoche l’animale sapientemente varianella presa e nel distacco rendendoagevole anche una corsa veloce.Ovviamente, la struttura gerarchizza-ta fino alla scala nanometrica dellazampa del geco è diventata unmodello ineguagliato nello sviluppodi adesivi intelligenti.

Infine il fiore di loto. Questo vive inambiente acquitrinoso e fangoso,eppure le sue grandi foglie sono sem-pre perfettamente pulite! A cosa èdovuto quest’invidiabile effetto loto?Naturalmente, alla morfologia super-ficiale nanometrica della foglia! Lafoglia ha una rugosità altamenteorganizzata che termina con pelettinanoscopici. In questo modo la goc-cia d’acqua rimane sospesa sullepunte, come un fachiro sui chiodi, lasuperficie interfacciale è ridotta alminimo e con essa le forze di adesio-ne. In queste condizioni, le goccerotolano piuttosto che scivolare, tra-sportando via le impurità raccoltelungo il percorso. Realizzare superficisiffatte non è più un sogno ed è pos-sibile applicando vernici o realizzan-do tessuti con analoga morfologia.

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Vincenzo Villani, laureato in Chimica all’Università Federico II diNapoli, è ricercatore e docente di Scienze dei Materiali Polimerici alDipartimento di Scienze dell’Università della Basilicata. E’ autore dicirca settanta pubblicazioni scientifiche e altrettante comunicazioni aconvegni. Nell’ambito delle Scienze Chimiche si occupa di modellisticamolecolare delle reazioni di catalisi e polimerizzazione, proprietà fisi-che dei polimeri, sintesi di emulsioni polimeriche nanostrutturate. E’impegnato in filosofia e comunicazione della Scienza (Storie diChimica e oltre, Aracne Editrice).

L’Organizzazione Mondiale dellaSanità (OMS) ha dichiarato come lepatologie cardiovascolari costituisca-no la prima causa di morte nel conti-nente Europeo. Inoltre, è noto chel’aterosclerosi e le sue complicanzetrombotiche (atero-trombosi) rappre-sentano i principali responsabili dellepatologie cardiovascolari. Malgrado, inotevoli progressi raggiunti nellacomprensione dell’eziopatogenesi edel trattamento dell’atero-trombosi,l’impatto socio-economico di questapatologia continuerà a crescere nelprossimo futuro, tant’è che nel 2020la malattia coronarica diverrà, a livel-lo globale, la principale causa dimorte.

Oltre l’80% delle malattie coronari-che ed il 70% degli ictus potrebberoessere evitati associando al consumodi cibo “salutare” (dieta mediterra-nea) una regolare attività fisica el’astinenza dal vizio del fumo. Taliosservazioni hanno stimolato unenorme interesse volto ad identifica-re quali siano i “principi attivi” pre-senti nei cibi ed i meccanismi mole-colari coinvolti nella protezione dal-l’insorgenza delle patologie cardiova-scolari.

Analisi sperimentali, epidemiologi-che e cliniche hanno dimostratocome la dieta mediterranea abbiaeffetti benefici a livello cardiaco,attraverso la modulazione dei mec-canismi patologici responsabili del-l’aterosclerosi, determinando dun-que, un miglioramento del profilolipidico e della funzione vascolarecosì come la diminuzione dello stressossidavo e dello stato infiammatorio.

L’aterosclerosi è una patologiainfiammatoria a carico della paretearteriosa, caratterizzata da un pro-gressivo accumulo di “grassi” e cellu-le infiammatorie all’interno delletonaca intima (strato più internodella parete arteriosa) delle arteriepiù grandi. Nello sviluppo della plac-

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L’Allium Sativum nella patogenesi dell’ate-rosclerosidi Salvatore Sutti

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ca ateromatosa, la prima fase è rap-presentata dall’ingresso dei lipidi(lipoproteine a bassa densità o LDL)nella tonaca intima e la concomitan-te attivazione dell’endotelio.L’endotelio vascolare è una barrierasemi-permeabile che controlla la dif-fusione delle molecole del plasma,regola il tono vascolare così come lerisposte infiammatorie e previene laformazione di trombi. L’endotelio“attivato” perde le proprietà suddet-te, consentendo quindi alle LDL diinfiltrarsi ed accumularsi nellamatrice extracellulare. A seguito di

tale evento i monociti circolanti ven-gono reclutati, aderiscono all’endote-lio e successivamente trans-migranonello spazio sub-endoteliale dove sitrasformano in macrofagi.L’alterazione delle proprietà anti-trombotiche dell’endotelio facilital’adesione e l’attivazione di altri cor-puscoli, conosciuti con il nome dipiastrine. A seguito dell’attivazione,le piastrine e le cellule endotelialisecernono fattori di crescita e che-miotattici che, a loro volta, stimolanola migrazione, l’accumulo e la proli-ferazione delle cellule del muscololiscio vascolari (VSMC) e dei leucociti,promuovendo la progressione dellaplacca ateromatosa.

Le piastrine attivate cambianoforma, al loro interno si assiste allatraslocazione del calcio Ca2+ ed allaliberazione di granuli (de-granulazio-ne delle piastrine). La secrezione deigranuli piastrinici determina il rila-scio in loco di ADP ATP, serotonina,Ca2+, proteine di adesione, fattori dicoagulazione i quali contribuisconoad amplificare e perpetuare la rispo-sta trombotica.

Le piastrine non fungono esclusi-vamente da deposito di molecole bio-attive, ma sono anche capaci di gene-rare mediatori di natura lipidicacome il Trombossano A2 (TXA2) cheha una spiccata attività pro-aggre-gante e vaso-costrittiva.

Le piante del genere Allium tra lequali, la cipolla (Allium Cepa) e l’aglio(Allium Sativum) mostrano moltepli-ci effetti benefici a livello cardiova-scolare riducendo la pressione san-guigna, i livelli di colesterolo e trigli-ceridi ed aumentando la fibrinolisi el’attività anti-piastrinica. L’aglio e lacipolla crudi inibiscono l’aggregazio-

ne piastrinica, mentre una volta cottimostrano un effetto anti-piastrinicoscarso o addirittura assente. I compo-nenti dell’aglio e della cipolla eserci-tano una azione inibitoria sulla pro-duzione del Trombossano A2, proba-bilmente attraverso un effetto direttonon-competitivo sulla Cicloossigena-si 1 (COX-1, enzima coinvolto nellaproduzione del TXA2).

Ali e colleghi hanno analizzato l’ef-fetto del consumo giornaliero di unodi spicchio di aglio fresco sulla pro-duzione piastrinica di Trombossano,osservando, dopo 26 settimane diassunzione continuativa, una ridu-zione significativa dei livelli siericidel TXA2. Sebbene anche le cipolleriducano la sintesi di TXA2, la lorol’attività anti-piastrinica risulta esse-re 13 volte più bassa rispetto a quelladell’aglio.

Molteplici componenti isolati dallespecie del genere Allium tra cui allici-na, solfuri paraffinici, adenosinasono considerati inibitori dell’aggre-gazione piastrinica. La maggior partedi queste molecole hanno in comuneun elevato contenuto di zolfo, infattila loro attività anti-piastrinica è zolfodipendente (vale a dire che a bassicontenuti di zolfo corrisponde unaattività anti-piastrinica minore).

L’ajoene, un prodotto di auto-con-densazione dell’allicina, è considera-to il principale responsabile dell’ef-fetto inibitorio sull’aggregazione pia-strinica.

BibliografiaAntiplatelet properties of natural

products. Vilahur G, Badimon L.Vascul Pharmacol. 2013 Sep-Oct; 59(3-4):67-75.

Garlic and onions: their effect oneicosanoid metabolism and its clinicalrelevance. Ali M, Thomson M, Afzal M.Prostaglandins Leukot Essent FattyAcids. 2000 Feb; 62(2):55-73.

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Salvatore Sutti, Laurea Magistrale in Scienze Biologiche Applicate,Dottorato di Ricerca in Medicina Molecolare

Il multiverso, o meta-universo, è unipotetico insieme di universi, dinumero finito o infinito, a cui appar-terrebbe anche il nostro, compren-dendo assieme tutto ciò che esiste epuò esistere: la totalità dello spazio, iltempo, la materia, l’ener-gia. I vari universi all’inter-no del multiverso sonoanche chiamati universiparalleli.

Degli universi multipli eproblematiche analoghe sisono occupate da semprediscipline non solo scienti-fico-razionali, come lacosmologia, la fisica,l’astronomia, la matemati-ca, ma anche la filosofia, lapsicologia, la religione, laletteratura e la fantascien-za.

Max Erik Tegmark è uncosmologo svedese-ameri-cano, professore al“Massachusetts Institute ofTechnology” (MIT) e diret-tore scientifico del“Foundational Questions Institute”[1]. Egli ha creato una classificazionedi universi al di là del nostro univer-so osservabile; i primi livelli vengonocompresi ed estesi dai successivi [2].

I quattro scenari da lui propostisono i seguenti:

1) Oltre il nostro orizzonte cosmo-logico: un universo ergodico infinito[3] (che assume cioè, nella sua evolu-zione, tutti gli stati dinamici micro-scopici compatibili con il suo statomacroscopico) che contiene tutti ivolumi di Hubble. Il nostro volume diHubble è il nostro “orizzonte cosmi-co”, cioè una sfera con centro nellaterra di raggio pari a circa 3,974 *10^26 metri. Tale universo infinitoconterrebbe un numero infinito divolumi di Hubble, tutti con le stesseleggi e costanti fisiche. Per quantoriguarda invece le configurazioni,

come la distribuzione della materia,alcune sarebbero diverse dal nostrovolume di Hubble, altre simili, altreaddirittura identiche. Tegmark ha sti-mato che un volume identico alnostro dovrebbe essere a circa

(2^10)^118 metri di distanza da noi.2) Universi con differenti costanti

fisiche: nella teoria dell’inflazionecaotica, una delle varianti della teoriadell’inflazione cosmica, il multiversonel suo complesso risulterebbe inespansione e continuerebbe adespandersi; alcune regioni di spazio,però, smetterebbero di farlo e forme-rebbero bolle distinte, che sonoembrionali multiversi del primo livel-lo. Linde e Vanchurin hanno calcolatoche il numero di questi universidovrebbe essere dell’ordine di(10^10)^10000000. In ogni bolla la rot-tura spontanea della simmetria puòessere diversa, causando così diverseproprietà e diverse costanti fisiche[4].

3) Interpretazione “a molti mondi”della meccanica quantistica: l’inter-pretazione “a molti mondi” di Hugh

Everett [5] (MWI - Many-WorldsInterpretation) è una delle più tradi-zionali interpretazioni della mecca-nica quantistica. Si basa su un impor-tante aspetto della meccanica quan-tistica: le osservazioni non possono

essere previste assoluta-mente, piuttosto vi è unaserie di possibili osserva-zioni, ciascuna con unadiversa probabilità.Secondo tale interpretazio-ne, ognuna di queste possi-bili osservazioni corrispon-de ad un diverso universo.Per fare un esempio, selanciamo un dado, il risul-tato numerico del tiro cor-risponde ad un’osservabilequanto-meccanica; avendoil dado sei facce, i sei modipossibili di caduta corri-spondono a sei diversi uni-versi. Più correttamente, intale interpretazione c’è ununico universo, ma dopo la“scissione” in “moltimondi”, questi non posso-

no in generale interagire tra loro [6].4) Insieme finale: l’insieme finale, o

“ipotesi matematica di universo”, èopera dello stesso Tegmark. Questolivello considera reali tutti gli univer-si che possono essere descritti dadiverse strutture matematiche. PerTegmark la matematica astratta ècosì generale che qualsiasi teoria deltutto (TOE - Theory Of Everything),definibile in termini puramente for-mali, è anche una struttura matema-tica. Egli sostiene che ciò implica cheogni teoria immaginabile di universoparallelo può essere descritta a que-sto 4° livello, che pertanto completala gerarchia dei multiversi, non abbi-sognando di un 5° livello [7].

I fenomenologi, gli sperimentali egli scettici asseriscono che, attraversotali studi, il multiverso sembra averesolide basi scientifiche, ma di fatto

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Dall’universo al multiverso: i quattro sce-nari di Max Tegmarkdi Paolo Di Sia

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non vi sono prove dirette a supporto.Vengono portate solo prove indirette,come gli studi sui particolari valoridei parametri fisici che consentono lavita nel nostro universo e il particola-re valore della costante cosmologica(ragionamenti di tipo “antropico” [8]);possono essere fornite prove di coe-renza probabilistica, ipotesi di plausi-bilità, che però non sono osservativa-

mente o sperimentalmente verifica-bili, e forse mai lo saranno.

Storicamente, tuttavia, grandissimiprogressi a livello scientifico e logicosono nati proprio attraverso idee emodelli come questi, pertanto tali tipidi speculazione sono interessanti, affa-scinanti e sicuramente produttivi.

Riferimenti bibliografici:

1. http://web.mit.edu/physics/peo-ple/faculty/tegmark_max.html

2. M. Tegmark, J. D. Barrow, P. C. W.Davies, C. L. Harper Eds., CambridgeUniversity Press, 2003

3. http://www.treccani.it/vocabola-rio/ergodico/

4. M. Tegmark, Sci. Am., 288(5), pp.40-51, 2003

5 .http://www.scientificamerican.com/article/hugh-everett-biography/

6. J. J. Halliwell, Le Scienze quader-ni, 97, 2000

7. Max Tegmark, arXiv.org > quant-ph > arXiv:quant-ph/9709032

8. J. D. Barrow, F. J. Tipler, TheAnthropic Cosmological Principle,Oxford University Press, ISBN-10:0192821474, ISBN-13: 978-0192821478, 1988

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Paolo Di Sia. Bachelor in metafisica, laurea in fisica teorica, dottoratodi ricerca in modellistica matematica applicata alle nanobiotecnologie.Principali interessi scientifici: nanofisica classica e quantorelativistica,fisica teorica, fisica alla scala di Planck, filosofia della mente, econofi-sica, filosofia della scienza. Autore di 81 articoli su riviste nazionali einternazionali (pubblicati e "under revision" al 20 Ottobre 2013), di 2capitoli di libri scientifici internazionali, di 3 libri di matematica (quar-to in preparazione), revisore di 2 libri di matematica per l'universita';in preparazione un capitolo per un'enciclopedia scientifica internazio-nale.

Presso la Sala Conferenze dellaFacoltà di Medicina della SecondaUniversità di Napoli si è svolto mar-tedì 21 gennaio un interessanteConvegno dal titolo “Le BevandeAlcoliche tra Stili Alimentari eConseguenze per la Salute”.

Ad aprire i lavori è stato il Prof.Francesco Rossi Magnifico RettoreSeconda Università di Napoli e aseguire il Prof. Enrico Tempesta e ilDott. Michele Contei che hanno pre-sentato l’Osservatorio PermanenteGiovani e Alcol nato nel 1991conl’obiettivo di creare un centro di com-petenza e di elaborazione culturalesui fenomeni alcol correlati.

La giornata di studio ha toccatosvariate tematiche: dagli effetti pro-tettivi misconosciuti del consumomoderato di alcol nella popolazioneanziana ai rischi di cancro qualora ilconsumo risultasse eccessivo. Si èdiscusso inoltre anche delle offerte eformative e assistenziali in campoalgologico e alimentare. In quest’ulti-mi anni l’ Italia è stata protagonistadi un continuo e rapido cambiamen-to degli stili di vita dei giovani conse-guente alla progressiva globalizzazio-ne dei modelli culturali risultandoessere il Paese dove il consumo dialcol è sceso drasticamente. Sarà perla vita frenetica o per la maggiorparte del tempo trascorso fuori casache oggi si tende a bere solo duranteun pasto al giorno ha ricordato il Prof.Carlo La Vecchia aggiungendo cheper chi supera i quattro-cinque bic-chieri al giorno risulta essere eviden-te e l’aumento di tumore al fegato eal pancreas e l’aumento di rischio delben 5% per un bicchiere al giorno ditumore alla mammella per la donna.Il Prof. Claudio Pelucchi ha sottoli-neato che da recenti studi scientificinon sono emerse associazioni signifi-cative con nessun tumore per consu-mi di alcol da lievi a moderati ovveromeno di tre bicchiere al giorno diver-

samente sono i risultati per consumida moderati a forti ovvero da tre acinque bicchieri che mostrano unaumento di rischio (statisticamentenon significativo) di tumori all’esofa-go mentre rischi di tumore di cavoorale e faringe, esofago, pancreas elaringe sono fortemente aumentatiper consumi molto elevati di alcolossia dai cinque bicchieri al giorno.Interessante è stato l’intervento delProf. Andrea Poli che ha fatto presen-te che nelle donne bere moderata-mente significa avere una riduzionedel BMI in quanto si facilita la rispo-sta all’insulina ed inoltre afferma chebere con coscienza possa contribuiread una diminuzione delle patologie

neurodegenerative e in particolarenell’artrite reumatoide si vedrebberoeffetti positivi solo con un consumoeccessivo di alcol.

Sull’ effetto protettivo del vino chese bevuto con moderazione riducedel 30% i rischi cardiovascolari tra i35-40 anni è d’accordo anche il Prof.Giovanni De Gaetano Direttore deiLaboratori di Ricerca Centro diRicerche e Formazione ad AltaTecnologia nelle Scienze Biomediche“Giovanni Paolo II” UniversitàCattolica del Sacro Cuore diCampobasso. Insomma l’alcol fabene o fa male? I potenziali effettibenefici dell’alcol in particolare delvino sono diversi: potrebbe ritardare

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Stili alimentari e conseguenze per laSalute: le bevande alcolichedi Nadia Di Carluccio

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la demenza senile e l'Alzheimer,ritardare la comparsa dell'osteoporo-si, impedire la formazione dei calcolialla cistifellea e svolgere un ruoloprotettivo contro la sindrome meta-bolica e l'obesità. Addirittura ridurreil rischio di sviluppare alcune formedi cancro tutti effetti questi avvoltipurtroppo ancora da un velo di incer-tezza su cui si sta ancora lavorando.La seconda parte del Convegno havisto l’intervento del Dott.Alessandro Federico che ha racconta-to le numerose esperienze del Centroper Ricerche su Alimenti, Nutrizionee Apparato Digerente (CIRANAD)avente come Direttore la Prof.ssaCarmela Loguercio che ha fortemen-te voluto l’evento altamente forma-tivo e per gli studenti e per gli stessiprofessori. Inoltre Vito AmendolaraPresidente dell’Osservatorio Regio-nale per la Dieta Mediterranea hasottolineato l’importanza dello stiledi vita e dell’ambiente ecosostenibilericordando che la Regione Campaniaha grandi potenzialità essendo la piùgiovane d’Italia e la più ricca di par-chi verdi del ben 34% rispetto al 22%del territorio nazionale e al 17% diquello europeo come afferma ilMinistro dell’Ambiente. Presenti alSimposio anche il Prof. GianfrancoPaolisso che si è soffermato sullanuova associazione “farmaco = ali-mento”.

“Anticamente, afferma il Prof.Paolisso, il farmaco era inteso solocome molecola in grado di provocare,una volta introdotta nell’organismo,una seconda modifica tale da apporta-re un certo beneficio ma oggi il signifi-

cato è del tutto cambiato. Alimento edesercizio fisico entrambi responsabilidelle modifiche dello stile di vita risul-tano avere la più forte capacità di pre-venzione per due malattie: cancro epatologie cardiovascolari. In seguito ilProf. Paolisso ha nominato il progettoHorizon 2020 occasione perl’Università di generare stavolta nonpiù ricerca ma favorire sviluppo sul ter-ritorio tramite la ricerca entrandovicon le industrie, motivo per cui alpiano formativo del corso di laureadovrebbero essere apportate diversemodifiche. L’intento è quello di soffer-marsi sin dai primi anni sull’importan-za degli effetti degli alimenti su ogniorgano del corpo umano offrendo aglistudenti un piano di studio sperimen-tato già presso l’Università di Utrechtdove si sono avuti eccellenti risultati”.

Il Prof. Paolo Pedone ha ribadito l’im-portanza dell’alimentazione e dellanuova scienza Nutraceutica spiegandocome è nata l’idea di far nascere unnuovo Corso di Laurea alla SUN inScienze degli Alimenti e dellaNutrizione Umana iniziato in questonuovo anno accademico. Il Convegnoha rappresentato uno scrigno di sor-prese e modifiche per i piani universi-tari formativi in una società sempre ein continua evoluzione e un monitoper i giovani per quanto concerne ilconsumo delle bevande alcoliche.Moderatamente e con coscienza èsempre piacevole bere in fondo il vinoè nella nostra cultura mediterranea damillenni sin dai tempi di Ulisse, la dif-ferenza tra Ulisse e Polifemo? Proprio ilsaper bere!

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Nadia Di Carluccio laureata da poco in Farmacia presso la FacoltàFederico II di Napoli, interessata a tutto ciò che esiste intorno almondo farmaceutico e alimentare in quanto prossima nel conseguireuna seconda laurea presso la Facoltà di Scienze della NutrizioneUmana Tor Vergata di Roma.

L’innovazione e la creatività sono leleve strategiche fondamentali sullequali le aziende del futuro poggeran-no le azioni per definire e sostenerele loro strategie di business. In questomomento del tempo, dove l'individuovive il presente al futuro e le aziendesono costantemente concentrate arealizzare prodotti e servizi innovati-vi da immettere sul mercato perattrarre un crescente numero diclienti e consumatori finali, la cono-scenza condivisa è un tema che deveentrare a pieno titolo nella coscienzadelle imprese.

L’intento principale è stimolare leaziende a creare un modello organiz-zativo declinato sull’ascolto dellepersone, al di là dei singoli ruoli,viverle ogni giorno accanto, ascoltar-le, per conoscere i loro vissuti, le loroesperienze personali e professionalidalle quali cogliere quelle opportuni-tà anche nascoste, per iniziare a trac-ciare un sentiero condiviso che con-duca a recuperare la conoscenza taci-ta attraverso il valore della persona.

Per essere e diventare nel breve emedio periodo una ulteriore eccel-lenza nel settore di appartenenza, leaziende dovranno prevedere la com-presenza di persone in possesso dielevate preparazioni multidisciplina-ri, capaci di condividere in formaparitetica la conoscenza, adottandocomportamenti quotidiani che siispirano al principio della reciproci-tà: è un dare senza perdere e un rice-vere senza togliere.

La conoscenza condivisa diventaquindi un progetto che trova la suaforza ispiratrice nella condivisionedelle esperienze e affonda le sueradici sul principio del bene comune.

Questo consentirà di dare la luce aduna nuova identità aziendale, percultura e senso di appartenenza eagevolerà le persone ad adottarecomportamenti partecipativi consa-pevoli, mettendole nelle condizioni

di sentirsi parte attiva del cambia-mento.

La condivisione delle esperienzetra le persone dell’azienda, postulamomenti strutturati di analisi e diconfronto delle differenti prospettiveche contribuiscono a creare il capita-le degli eventi condivisi rispetto agliobiettivi de?finiti. Nel delicato giocodi scambio, rinforzano il senso diappartenenza, migliorano le abilitàrelazionali, premiano le capacità disupporto reciproco, indipendente-mente dal ruolo occupato e dalla fun-zione svolta.

Le aziende devono motivare le per-

sone al fare come bene comune, per ilbene comune, agendo sulla disponi-bilità degli individui a mettereli?beramente le proprie idee e le pro-prie conoscenze al servizio dell’orga-niz?zazione per raggiungere un finecomune e evitare il comporta?mentodi coloro che vivono sulle spallealtrui.

In questo modo l’azienda limita nelpresente, e argina nel futuro, gli sfor-zi da destinare alla ricerca di cono-scenza esterna all’organizzazione, inpossesso di requisiti in grado effetti-vamente di aiutare e sostenere lacapacità di crescita e di sviluppo del-

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La conoscenza tacita verso la conoscenzacondivisadi Guido Zaccarelli

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l’impresa. L’adozione mirata di questicomportanti incrementa, nel breve emedio periodo, la disponibilità dirisorse finanziarie liquide, riducendonel tempo la possibilità di dissipareinutili energie preziose, a completovantaggio dell’intero apparatoimprenditoriale.

L’obiettivo quindi, è costruire unmodello di riferimento di equità rela-zionale e professionale che motivi lepersone al fare per costruire un’iden-tità aziendale nella quale ogni indivi-duo possa identi?ficarsi e ritrovarsiper cultura e senso di appartenenza.In questo modo le persone sarannomotivate a donare la propria cono-scenza all’organizzazione.

L’azienda deve quindi dotarsi alproprio interno di strutture organiz-zative dinamiche che sostenganol’evoluzione concettuale, sostenendole persone nella delicata fase di crea-zione del cammino circolare dellaconoscenza condivisa, che nascedopo un’attenta verifica delle espe-rienze e delle competenze, proseguenella delicata fase di socializzazionedelle conoscenze, per raggiungere,attraverso l’interiorizzazione perso-

nale, all’adozione concreta delmodello del modello teorico, per

diventare, nel tempo, pratica comu-ne.

I questo modo la conoscenza tacitaprende gradualmente la via verso laconoscenza esplicita, quella persona-le che le persone rendono disponibiliagli altri attraverso la produzioni didocumenti e processi e ogni altramanifestazione visibile.

La conoscenza esplicita, personale,se condivisa, diventa sociale. Entraappieno nel mondo delle organizza-zioni aziendali contribuendo amigliorare il clima e la cultura orga-nizzativa, a diffondere un senso diritrovato bene-essere e a valorizzarel’azienda nel suo difficile compito difare impresa.

Riferimenti bibliografici: Zaccarelli G.(2012), La conoscenza condivisa,Franco Angeli editore

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Guido Zaccarelli è Referente del Servizio Informativo dell’AziendaSanitaria di Modena, presso il Distretto di Mirandola.Laureato inComunicazione e Marketing presso l’Università di Modena e Reggio Emiliacon una tesi dal titolo “La Wireless nella sanità”. Docente di Informatica acontratto presso l’Università di Modena e Reggio Emilia. Consulenteaziendale e informatico. Master in Managemet per le Funzioni diCoordinamento delle Professioni Sanitarie, con una tesi dal titolo: FundRaising, “Accrescere il Valore dell’Azienda Sanitaria Locale di Modena conun progetto che permetta di migliorare il benessere psicofisico e relazio-nale all’interno e all’esterno del Nuovo Ospedale S.Agostino-Estense diModena”. Scuola di Alta Specializzazione per Consulenza d’Azienda, conuna tesi dal titolo: la Conoscenza Condivisa”, presso Confcommercio,Accademia e Promo.Ter di Roma. Pubblicazioni: Nel 2010 ha pubblicato illibro: Informatica, insieme verso la conoscenza, Athena Editore. Nel 2012,la conoscenza condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione azien-da.- Franco Angeli , Editore. Nel 2013, Finestre di casa nostra - ItacaEdizioni

È noto che grandi terremoti (maanche piccoli in alcuni casi) generanonumerose frane a causa del passag-gio delle onde sismiche e dell’instabi-lità gravitativa di alcuni settori dellasuperficie terrestre. Quando tali franeavvengono in aree sottomarine ocostiere, allora le stesse frane posso-no generare grandi onde di maremo-to (tsunami). Esempi noti in tempistorici in Italia sono i grandi tsunamida frana innescati da forti terremotiin Calabria meridionale ed in Siciliaorientale negli anni 1908, 1783 e 1693.

L’esatto opposto è accaduto la seradel 10 aprile 2013 nello Utah, USA.All’interno della grande miniera dirame di Bingham Canyon, vicino lacittà di Salt Lake City, in due episodisuccessivi separati da circa 90 minu-ti, circa 65 milioni di metri cubi diroccia sono collassati violentementedalla parete nordorientale dellaminiera alta quasi 1000 m. Si trattadella più grande frana non-vulcanicaconosciuta in tempi moderni perl’America settentrionale. Grazie ainumerosi sensori installati nellaminiera e nelle sue vicinanze, il peri-colo era stato previsto e la minieraevacuata in tempo così che la frananon ha provocato morti.

La particolarità scientifica è che isismometri nelle vicinanze dellaminiera hanno registrato le ondesismiche indotte dai due eventi fra-nosi e la magnitudo sismica degli

stessi eventi è stata valutata tra unminimo di 2,4 ed un massimo supe-riore a 3,5. Non solo; nei giorniseguenti, le stesse stazioni sismichehanno registrato almeno altri 16 pic-coli terremoti al di sotto della minie-ra. Questa volta si è trattato non difrane ma di veri e propri piccoli terre-moti tettonici lungo piccole fagliesismogenetiche. In altre parole, per la

prima volta si è potuto registrare emisurare il caso di terremoti innesca-ti da una grande frana e non vicever-sa.

Articolo di riferimento:Pankow, K.L., et alii, 2013. Massive

landslide at Utah copper mine gene-rates wealth of geophysical data. GSAToday, 24, 4-9, doi:10.1130/GSATG191A.1.

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Grandi frane che generano terremotidi Andrea Billi

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Andrea Billi, geologo, dal 2008 è ricercatore a Roma presso il ConsiglioNazionale delle Ricerche (CNR). Si è laureato in Scienze Geologichepresso la Sapienza Università di Roma (1994) ed ha poi conseguito undottorato in Geodinamica presso l’Università Roma Tre (2001). È autoredi più di cinquanta articoli scientifici (www.andreabilli.com) a caratte-re sia nazionale sia internazionale ed ha collaborato con numeroseistituzioni di ricerca italiane e straniere. Prima di lavorare presso ilCNR, ha lavorato a lungo presso l’Università Roma Tre. È un ricercatoreversatile che si occupa di numerose tematiche di ricerca tra cui terre-moti, vulcani, tsunami, frane e fluidi idrotermali. Il suo maestro èstato Renato Funiciello, indimenticato professore di geologia a Roma.

La grande frana avvenuta il 10 Aprile 2013 nella miniera di Bingham Canyon,Utah, USA

Verrà il giorno in cui la conoscenzadel mondo sarà esaustiva? In cui losforzo collettivo della scienza e dellaconoscenza tutta avrà raggiunto lacomprensione completa della Realtà?O al contrario, la conoscenza delmondo è necessariamente destinataa rimanere incompleta per quantisforzi compiamo? E in modo appa-rentemente paradossale, dato che adogni nuova risposta corrispondonomolteplici nuovi interrogativi, il rap-porto tra l’ignoto e il noto non faràche aumentare in modo esponenzia-le?

Non è dato sapere! Un atteggia-mento ragionevole è sicuramentequello di andare avanti, inseguire iproblemi ovunque essi si annidinoe…ai posteri l’ardua sentenza!

Eppure, se ‘tutto ciò che è reale èrazionale’ in senso hegeliano, se vigeun Logos universale, dovrebbe esseresolo questione di tempo che la ricer-ca conoscitiva completi il suo cam-mino. Fisici autorevoli comeFeynman e Weinberg hanno ipotizza-to la fine della ricercascientifica…Forse un giorno tuttodiverrà evidente e le stesse teoriediventeranno di fatto superflue!

In Scienze, la visione di una Naturasemplice e deterministica è tramon-tata alla fine dell’800. Al metodo gno-seologico Cartesiano era stata dataimpropriamente una valenza ontolo-gica. Si era finito col ritenere che laRealtà fosse davvero costituita diparti semplici giustapposte, comeingranaggi in un immenso orologio,la conoscenza delle quali potevaessere conseguita.

Una volta raggiunta la conoscenzadelle parti, ne sarebbe naturalmentediscesa la conoscenza completa delsistema e del tutto: il presente, il pas-sato e il futuro del Mondo sarebberorisultati completamente chiari, esau-rendo ogni frontiera e spazio allalibertà in genere e al libero arbitrio in

particolare.Alla visione riduzionista e determi-

nista oggi si dà una valenza ben cir-coscritta, consapevoli dei suoi limiti.Un approccio riduzionistico ci assicu-ra una comprensione necessaria-mente approssimata della Realtà,ristretta a quella del sistema fisicomodello. Analogamente, la visionedeterministica, mediante leggi edequazioni, permette unicamente pre-visioni, correlazioni approssimate edi breve durata.

Nessuno in Scienze crede vera-mente che le diverse discipline sianorigorosamente ben separate l’unadall’altra, pensiamo alla Fisica,Chimica, Biologia,…. Neanche neidiversi ambiti la separazione puòessere completa, pensiamo allaMeccanica, Termodinamica, Elettro-magnetismo,…. Il sogno di ridurretutta la Fisica alla Meccanica è mise-

ramente fallito nell’800 ed una visio-ne multi-fisica si è oggi affermata.Meccanica e termodinamica sonointimamente legate dalla conversio-ne di lavoro in calore e viceversa. Ilsecondo principio della termodina-mica, con il carattere dissipativo edirreversibile dei fenomeni fisici, èestraneo agli assunti della Meccanicaclassica che appare riferita ad uncaso particolare ed ideale, quello deisistemi conservativi e reversibili.Termodinamica edElettromagnetismo appaiono accop-piati: già un fenomeno semplicecome l’effetto Joule è incomprensibi-le nel quadro assiomatico delle equa-zioni di Maxwell.

Il carattere intimamente probabili-stico posto dalla MeccanicaQuantistica a livello fondamentale edalla teoria dei sistemi caotici a livel-lo macroscopico invalida la visione

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Dalla complessità alla fratellanza delleconoscenzedi Vincenzo Villani

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deterministica. Il principio d’incer-tezza e la ‘dipendenza sensibile dallecondizioni iniziali’ ovvero l’instabili-tà dei sistemi complessi, invalida diprincipio la possibilità di fare previ-sioni di lunghezza qualsiasi!

Ha la Realtà un carattere logico insenso assoluto? Il carattere impreve-dibile della Natura, il libero arbitrio,tutta la sfera dei sentimenti, amore,odio, etica, estetica,… l’esistenzastessa dell’inconscio alla base del-l’umano comportamento, pongonoseveri limiti al carattere logico com-pleto dell’esistenza.

Ma se il metodo deduttivo fallisce,rimane sempre l’approccio induttivo,largamente utilizzato in chimica ebiologia: la raccolta appassionata einesauribile di fatti sperimentali,‘francobolli’ ebbe a dire il fisico-chi-mico Rutherford. Questa indefinitaricerca di fatti particolari, possonoessere inquadrati in teorie esplicati-ve, come quella molecolare inChimica o evolutiva in Biologia, pro-gressivamente generali ma, giammaicomplete! La scienza e la conoscenzatutta, vivono anche di approccioinduttivo.

Se fosse vera la visione kantianadella ‘Realtà Fenomenica’ giustappo-sta a quella ‘Noumenica’ esisterebbenecessariamente un ‘orizzonte cono-scitivo’ giammai superabile, verso ilquale possono convergere i nostrisforzi. In questo senso, la finitezzadell’umana conoscenza non esauri-rebbe mai la Realtà tutta. La storiadell’ Umanità sembra deporre in que-sta direzione: nessuna verità acquisi-ta, sia essa di carattere scientifico ofilosofico, ha mai avuto un caratteredefinitivo e completo. Tutto il nostroSapere ha un carattere evolutivo eapprossimato, nuove conquiste loperfezionano ed altre ancora nemutano il senso, fino ad invalidarecompletamente ciò che ieri e oggi siriteneva vero.

La consapevolezza dei limiti dellaconoscenza sono del tipo socratico‘non mi illudo di sapere ciò che nonso!’ e di ‘dotta ignoranza’ secondoAgostino e Cusano.

Quale può essere il ruolo gnoseolo-gico delle arti? Musica, lettere, artifigurative…? E del sentimento reli-gioso?

La conoscenza scientifica costruitaper via deduttiva ed induttiva all’in-terno del metodo sperimentale, deveintegrarsi con tutte le altre formeconoscitive di cui l’Uomo è capace.Questa razionalità estesa, permettedi esplorare il mondo dei sentimenti,della bellezza, dell’inconscio,…rista-bilendo l’intimo rapporto tra l’Uomoe la Natura. E mi riferisco a tuttequelle attività umane che fannoricorso alla logica rigorosa e all’intui-zione, all’esperienza, alla maestrianon formalizzabile.

E che dire del sentimento religioso,di quell’anelito metafisico che haattraversato tutta la storia dellesocietà e del pensiero? Lo ‘streben’ diFichte e dei romantici, la ricercadell’Io di Plotino e dei mistici, o più ingenerale la ricerca di Dio come realtàassoluta, obiettiva, necessaria, per-fetta e immutabile sottesa a quellarelativa, empirica, contingente pro-pria della sfera fenomenica?

Questo sforzo non è mai statoestraneo al pensiero scientifico, pen-siamo ad Einstein. Una ricerca meta-fisica razionale e appassionata, può

permettere una conoscenza ‘borderline’ tra quella fenomenica conosci-bile e quella noumenica concepibile,dilatando al massimo la conoscenzadell’Uomo.

Gli esiti di questa ‘fratellanza diconoscenze’ non mi sono noti ma,non mi è difficile immaginare chepotrebbero essere grandiosi ed èl’unico approccio possibile peraffrontare la sfida posta dalla com-plessità e vastità della Realtà.

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Vincenzo Villani, laureato in Chimica all’Università Federico II diNapoli, è ricercatore e docente di Scienze dei Materiali Polimerici alDipartimento di Scienze dell’Università della Basilicata. E’ autore dicirca settanta pubblicazioni scientifiche e altrettante comunicazioni aconvegni. Nell’ambito delle Scienze Chimiche si occupa di modellisticamolecolare delle reazioni di catalisi e polimerizzazione, proprietà fisi-che dei polimeri, sintesi di emulsioni polimeriche nanostrutturate. E’impegnato in filosofia e comunicazione della Scienza (Storie diChimica e oltre, Aracne Editrice).

La riflessione sulla modernitàmuove dall’assunto che la modernitàstessa sia sostanzialmente inassimi-labile a modelli metafisicamente fon-dati che, nel tracciare percorsi di«vita buona», hanno offerto unapprodo certo lungo la parabola del-l'esistenza umana. Se le dinamichedella modernità si definiscono,appunto, nell’abbandono di un oriz-zonte cosiddetto «metafisico», labioetica, che nella sua dimensionepratica e speculativa si configuracome un sapere strutturalmentemoderno, si dispiega all’interno dicontesti laici e pluralistici nei quali,paradossalmente, al culmine del pro-cesso di de-sacralizzazione si sonoinnescate spinte opposte in direzionedi una ri-sacralizzazione, spessonella forma specifica del «religioso».

Gli ultimi decenni del secolo scorsohanno conosciuto, contrariamentealla vaticinata eclissi del sacro nellesue forme più o meno tradizionali,una crescita forse inaspettata delfenomeno religioso, nelle sue diversesfumature e forme, sullo sfondo disocietà estremamente secolarizzate.In realtà, se evidenti ragioni pratichenon consentono in questa breve ana-lisi di indagare a fondo le complessedinamiche socio-culturali sottese atali processi, un’efficace strategiainterpretativa muove dalla conside-razione che la rinascita del fenomenoreligioso, almeno nella sua dimensio-ne meramente quantitativa, apparecome un epifenomeno del processodi globalizzazione che, disintegrandoconfini e barriere spazio-temporali,ha rimesso in movimento interepopolazioni verso quei paesi che pos-sono offrire migliori condizioni divita (Cfr. Belardinelli 2006).

Il quadro si problematizza ulterior-mente quando si considerano le ten-sioni che una società etnicamenteplurale produce sugli ordinamentigiuridici positivi. Se si assume come

premessa che il carattere positivodell’ordinamento giuridico non sisostanzia in una presunta neutralitàassiologica (Dalla Torre 2006), apparedel tutto evidente come il pluralismoetnico-religioso produca da un latouna messa in discussione del sistemadi valori tradizionali, su cui poggial’ordinamento giuridico positivo inquanto tale, dall’altro l’oggettiva dif-ficoltà di cercare una faticosa media-zione tra valori, non di rado in con-flitto, nell’elaborazione di nuoveregole.

La bioetica, attraversata da incer-tezze e da un arcobaleno di posizioniche ne hanno messo in discussionelo stesso statuto epistemologico,cerca di rintracciare modelli e orien-

tamenti valoriali all’interno di questopanorama frastagliato e alla ricercadi nuovi orizzonti di senso; in unatemperie nella quale la religionesembra rivendicare con forza unarinnovata e rinascente funzione poli-tica, la bioetica è chiamata ad inter-pretarne le tensioni ed i molteplicisignificati.

Lungo le direttrici di questo oriz-zonte ermeneutico l’approccio com-parativo tra le diverse prospettiveconfessionali ed extra-confessionali,che la bioetica può adottare, ha fattoemergere livelli di elaborazione teori-ca ed applicativa trasversali ed inter-connessi che lascia ben sperare per leprospettive di confronto presenti efuture. Esemplificativa, in tal senso, è

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L'eclissi del sacro? Per una riflessione bioe-tica sulla modernitàdi Francesco Manfredi e Michele Saviano

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la comprensione dei legami tra bioe-tica e teologia, nelle sue diversedeclinazioni confessionali: nessi chesi colgono, ad esempio, nei tentatividi chiarimento e ridefinizione dicategorie propriamente teologico-filosofiche come quella di personaumana. Gli sforzi descrittivi compiutiin questa direzione ben rappresenta-no il senso e l'intima valenza di que-sto legame.

Proprio il tema della persona rap-presenta il focus dell’antropologiareligiosa e della bioetica contempora-nea. Ma, mentre nell’impianto magi-steriale cattolico la persona si defini-sce nel perimetro esistenziale dellaunitotalità di corporeità e spirituali-tà, per cui risultano strumentali edagli esiti aberranti i tentativi diseparazione tra «persona umana» ed«essere umano», altre impostazioniteoretiche di carattere «laico» subor-dinano l’attribuzione dello statuto dipersona allo sviluppo di particolaricapacità ed abilità cognitive.

La complessità dell'analisi dellacategoria di persona e l'intrinsecavariabilità delle conclusioni cuiapprodano prospettive etiche diver-se, chiariscono ulteriormente il diffi-cile compito a cui è chiamata arispondere la riflessione bioetica inun'epoca di risacralizzazione plurali-stica, nella quale «visioni del mondo»affini, alternative o conflittuali siinterfacciano all'interno di orizzonticontestuali comuni.

Nel discorso pubblico le problema-tiche bioetiche inerenti l’inizio e lafine della vita umana, la salute e lamalattia, le opportunità di autodeter-minazione nelle scelte riguardanti ilproprio corpo, si impongono conforza sullo sfondo di società com-plesse nelle quali il nodo problemati-co dei rapporti tra religione, politica esfera pubblica, diviene sempre piùstringente. In particolare, nel nostropaese, la complessità di tali nessi si

«restringe» e semplifica nella dialet-tica, per altro fuorviante, tra unabioetica laica e la bioetica cattolica.Un confronto muscolare che nullificae, ancora più gravemente, si privadell’apporto di altre realtà etico-reli-giose e culturali e delle loro propo-ste di interazione con la modernitàavanzata, finendo per impoverirecomplessivamente la riflessionebioetica. Nelle moderne società plu-ralistiche non è immaginabile esclu-dere opinioni, opzioni, benchéespressione di gruppi minoritari: alcontrario, proprio su questioni essen-ziali, che chiamano in causa il temadella convivenza civile e della dignitàumana, è imprescindibile uno sforzo

dialogico ad ampio spettro che assu-ma la diversità delle posizioni comeunica variabile capace di fornire glistimoli necessari alla comprensionee all'arricchimento reciproco.Un'analisi delle diverse prospettiveteoriche e culturali che formano lavarietà degli approcci etici alle que-stioni relative alla vita umana e nonumana, nell'orizzonte concettualedelle «esperienze religiose» ricondu-cibili alla comune radice monoteisti-ca, può rappresentare senza dubbio ilriferimento fondativo per una rifles-sione bioetica che voglia configurar-si all'interno dei nuovi contesti socia-li e geopolitici planetari.

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Francesco Manfredi, nato a Napoli il 16/2/77, ha conseguito la laurea inFilosofia, cattedra di Filosofia Morale, presso l'Università degli studi diNapoli Federico II. Nel 2012 ha conseguito il Dottorato di ricerca in Bioeticapresso l'Università degli studi di Napoli Federico II. Tra il 2003 e il 2006 haconseguito il diploma di Perfezionamento in Scienze storico-antropologi-che delle religioni presso l’Istituto “I. Mancini” di Urbino, l’abilitazioneall’insegnamento di Storia e Filosofia per le scuole superiori presso laScuola di Specializzazione (S.S.I.S.) dell’ Università “Alma mater studio-rum” di Bologna e il diploma di Perfezionamento postlauream inFondamenti operativi della didattica presso l’Università di Urbino. Dal2005 collabora con la cattedra di Filosofia morale del Dipartimento diScienze Sociali dell'Università degli studi di Napoli Federico II e tienelezioni come docente a contratto nei corsi di laurea di Scienze biotecnolo-giche. Dal 2005 si occupa di questioni bioetiche con particolare attenzio-ne al dibattito statunitense. È inoltre vicepresidente e cofondatoredell'Associazione Culturale DiSciMuS, Divulgazione ScientificaMultidisciplinare per la Sostenibilità.

Michele Saviano, nato a Ottaviano (Na) il 12/01/70, ha conseguito la laureain Sociologia presso l'Università degli studi di Napoli Federico II. Nel 2010ha conseguito il Dottorato di ricerca in Bioetica presso l'Università deglistudi di Napoli Federico II. Da diversi anni si occupa di questioni bioetichecon particolare attenzione al confronto tra bioetica e confessioni religiose.Dal 2005 collabora con la cattedra di Filosofia morale del Dipartimento diScienze Sociali dell'Università degli studi di Napoli Federico II e tienelezioni come docente a contratto nei corsi di laurea di Scienze biotecnolo-giche. È inoltre socio onorario dell'Associazione Culturale DiSciMuS,Divulgazione Scientifica Multidisciplinare per la Sostenibilità.

Bisogna premettere che l’uomo (ola donna),in generale, è un soggettobisessuale. Infatti va distinta unasessualità biologica ed una psicologi-ca. Per la prima dobbiamo ricordarciche gli ormoni sessuali maschili efemminili sono prodotti dalle ghian-dole corticosurrenaliche e da quellesessuali. Normalmente l’uomo pos-siede un sesto degli ormoni dell’altrosesso,mentre la donna possiede unterzo degli ormoni maschili. In altreparole l’uomo è meno femminile chenon la donna maschile. Un altroaspetto biologico della sessualità è dafar risalire agli studi embriologicidello Sheldon. Infatti è stato dimo-strato che nel feto femminile si svi-luppa molto più rapidamente ilfoglietto embrionale interno(da cuiderivano gli apparati respiratorio edigerente) e quello esterno da cuideriva il sistema nervoso e la pelle.Nel feto maschile,invece, si sviluppadi più il foglietto embrionale medio o

mesoderma,da cui deriva il sangue el’apparato locomotore. Pertanto ,giànello sviluppo embrionale si delinea-no quelli che saranno gli aspetti mor-fologici del maschio rispetto allafemmina.

Per spiegarci la sessualità psicolo-gica dobbiamo risalire a Jung che haintrodotto il concetto di Anima edAnimus. Si tratta di due archetipilegati all’inconscio collettivo(Jungparla anche di un incoscio persona-le).L’inconscio collettivo non riguardail singolo ma tutta la specie umanaed è qualcosa di innato. Esso si avvi-cina molto alle spinteistintuali(Modello di comportamentoistintuale).Ogni storiapersonale,dunque, si poggia su unastoria collettiva in grado di lasciaredei segni. Questi sono appunto gliarchetipi

L’Anima,componente femminilenel maschio si forma da tre istanze:

a-rapporto madre-figlio

b-rapporto figlio-immagine dellamadre

c-rapporto figlio-donna (ovvero lamadre)

L’Animus,componente maschilenella donna, si formerà:

a-rapporto padre-figliab-rapporto figlia-immagine del

padrec-rapporto figlia-uomo,che è il

padre.Inoltre un altro archetipo,

l’Ombra,che rappresenta ciò cheignoriamo di noi,anch’essa incon-scia, è quella che nella donna ostaco-la la comunicazione con l’Animus.Nell’uomo,invece ,sarà l’altro arche-tipo ,Persona,che corrisponde allamaschera sociale ad ostacolare lacomunicazione con l’Anima.

Tanto premesso attualmente siammette che gli archetipi Anima edAnimus si possono “vedere” attraver-so dei dati morfologici ben precisi alivello della muscolatura del volto,delquadro osseo e della forma dei ricet-tori occhio,naso bocca,orecchio. Daciò il ruolo specifico,oggi,dellaNeuropsicomorfologia. Questa,infat-ti, ci consentirà di individuare degliaspetti morfologici di mascolinitànella donna e di femminilità nell’uo-mo e,quindi di stabilire in una coppiaquale è il ruolo di ogni partner(sotto-messo,dominante ecc).Infatti, la pre-dominanza di aspetti di mascolinitànella donna le può consentire il ruoloDominante ;come la presenza di ele-menti femminili nel maschio gli con-feriscono un ruolo di Sottomesso. Siparla di Rapporto Complementare inuna coppia allorquando nei due par-tner uno svolge un ruolo e l’altro ilruolo opposto. Il rapporto è definitodi tipo Simmetrico allorquando i par-tner sono dello stesso morfotipo. LaNeuropsicomorfologia ci deve aiutarea orientarci verso i morfotipi specifi-ci nei partner

.Solo così si può sperare in un rap-

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L'utilità della Neuropsicomorfologia nelrapporto di coppiadi Bartolomeo Valentino

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porto positivo ed armonico nella cop-pia. Supponiamo che la coppia sia ditipo simmetrico,essendo dello stessomorfotipo,quindi ottimale presenzadi elementi di mascolinità nelladonna e di femminilità nelmaschio;ciò porterà ad esigenze psi-cologiche dello stesso tipo,anche sulpiano delle decisioni,scelte ecc. E ciòpuò far sorgere qualche conflitto

Ancora ,se la coppia è di tipo com-plementare saremo di fronte a mor-fotipi diversi .Se per esempio, un par-tner è eccessivamente dominantepotrebbe portare a schiacciare la per-sonalità dell’altro con le relative con-seguenze.

Ma quali sono i principali elementiAnimus nella donna e quali quelliAnima nel maschio?

A-Elementi Animus nella donna:1-tonicità del quadro (parte ossea

del viso) e del modellato(partemuscolare del viso)

2-ricettori chiusi etonici(occhi,naso,bocca,orecchio)

3-viso di forma quadrata o rettan-golare con angolo della mandibolatendente al retto

4-mandibola stenica,segno dideterminazione

5-tipologia concentrata(ricettoripiuttosto chiusi e quadro relativa-

mente grande).Sta a significare ten-denza al controllo dell’altro

6-zigomi sporgenti e bassi7-occhi piuttosto infossati8-naso aquilino (alla Dante)9-bocca serrata10-sopracciglia folte11-epidermide più rugosa e spessa

,ovvero diminuzione della sensibilità12-sguardo chiuso e tonico.B-Elementi Anima presenti nel

maschio:1-tratti infantili. Comprendono il

labbro superiore sporgente,partebassa delle guance arrotondata,qua-drante postero-superiore della crocedi Polti e Gary come nelbambino,ossia molto sviluppato

2-atonia del quadro e del modella-to

3-recettori più aperti4-viso di forma rotondeggiante5-tipologia reagente(quadro piccolo

e ricettori grandi)curve del viso arro-tondate

6-consistenza morbida delle formedel viso

7-occhi grandi con sopraccigliarade,palpebre superiori morbide,lar-ghe,carnose ed inferioririgonfie(borse)

8-orecchie piccole ed inclinate9-bocca carnosa,tenera,delicata

10-narici aperte e carnose11-epidermide morbida e lisciaVa aggiunto che nella donna la

mascolinità è più evidente al pianoinferiore,mentre nell’uomo a quellosuperiore.

Per quanto riguarda gli aspetti dellaPersonalità della componenteAnimus nella donna,ricordiamo:decisionalità,propensio-ne all’attività,indipendenza delcarattere,passione che si sovrapponeal sentimento,intelligenza logica,riflessività, espressione del viso piùdistaccata e fredda,minore senso del-l’accoglienza.

Gli spetti della personalità dellacomponente Anima nel maschiosono:

grande ricettività,ricerca di contattiaffettivi,tenerezza,amabilità,acco-glienza,dipendenza,vulnerabilitàaffettiva,intelligenza intuitiva edimmaginativa,maggiore predisposi-zione per l’arte,espressioneaperta,più sentime“

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Bartolomeo Valentino. Laurea in Medicina e Chirurgia eSpecializzazione in Geriatria e Gerontologia presso l’UniversitàFederico II di Napoli. Dal 1973 Assistente Ordinario presso la Cattedradi Anatomia Umana Normale. Dal 1985 Professore Universitario diRuolo di Anatomia Umana Normale nella Facoltà di Medicina eChirurgia nel Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria dellaSeconda Università di Napoli. Incaricato dell’Insegnamento diAnatomia del Massiccio Maxillo- facciale nella Specializzazione inChirurgia Maxillo Facciale. Ha diretto Corsi Triennali di Psicomotricitàe Biennali per Insegnanti di Sostegno svolgendo l’insegnamento diPsicomotricità dell’età evolutiva. Autore di oltre 160 pubblicazioni suRiviste italiane ed estere aventi per oggetto di studio la Postura colle-gata all’Apparato Stomatognatico. Autore, inoltre, di testi specificisulla Morfopsicologia e cultore dei linguaggi extraverbali.

John L. Heilbron, ‘Galileo’, a cura diStefano Gattei, Einaudi, Torino, 2013, pp.544, 32,00.Paul A. M. Dirac, ‘La bellezza come meto-do’, prefazione e cura di Vincenzo Barone,Indiana, Milano, pp. 181, 14,50Redazioni Garzanti, ‘Matematica’, a curadi Walter Maraschini e Mauro Palma,Garzanti, Milano, pp. 1536, 46,00.Fondazione Palazzo Blu, ‘Balle di scienza.Storie di errori prima e dopo Galileo’,Pisa, marzo-giugno, 2014.

Nata a Roma nel 1913, EmmaCastelnuovo ha compiuto lo scorso12 dicembre il suo centesimo anno.Grazie a lei l’insegnamento dellamatematica in Italia ha fatto talibalzi in avanti che se gli economistisapessero monetizzarli risulterebbe-ro pari se non superiori ai vantaggidell’elettrificazione del territorionazionale. In omaggio alle sue fanta-stiche lezioni e per fare gli auguri alei e alla matematica che rappresen-ta, segnaliamo qui alcuni lavori che ciparlano di idee del pensiero matema-tico e fisico che ben si sposano con ilsuo lavoro e su cui un po’ tuttidovremmo riflettere.

Al primo posto non può non stareGalileo Galilei, il padre di tutti noipotremmo dire citando GiovanniNencioni. Rinnova infatti il dibattitosul grande pisano la traduzione e lacura che il filosofo e storico dellascienza Stefano Gattei ha realizzatoper Einaudi (Torino, 2013, pp. 544,32,00) del ‘Galileo’ di John L. Heilbron,edito dalla Oxford University Press,New York, nel 2010. La biografia diHeilbron è certamente importanteper gli aspetti legati alla personalitàcomplessa e perciò discussa diGalileo. Ma lo è ancor di più per altridue motivi. Il primo è perché graziealla grande quantità di fatti e docu-menti che contiene è in grado di farricostruire alla mente del lettore i

luoghi e i tempi tardo rinascimentalidi Galileo e l’atmosfera umana escientifica in cui ci si muovevaall’epoca. Il secondo è perché dimo-stra in maniera inoppugnabile l’im-portanza che nella formazione e nel-l’attività scientifica galileiana hannoavuto le sue altre competenze: ‘uomodi mondo’ di alto livello, critico lette-rario e prosatore ancora oggi difficil-mente eguagliabile, musicista a tuttotondo, ‘meccanico’ di rara eccellenza(cosa farebbe oggi di una Ferrari odell’hardware elettronico?). E tuttoquesto piacerà certamente allaPontecorvo (non era forse lei cheusava dita e spago per spiegare i casi

limite o i ragionamenti per assurdo?)perché è nella connessione profondache si crea nelle grandi menti tratutte le semiotiche di cui disponiamola base di ogni acquisizione scientifi-ca duratura.

Dopo Galileo un altro scienziato dipari vaglia: il britannico, ma di fami-glia svizzero-francese, Paul A. M.Dirac (Bristol 1902, Tallahassee 1984).Dello scopritore dell’antimateria edel, tra l’altro, coautore della ‘statisti-ca di Fermi-Dirac’ ci fa occupare oraVincenzo Barone che ha avuto l’otti-ma idea di realizzare quella che è laprima raccolta in assoluto di saggi di

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Per il compleanno di Emma Castelnuovodi Domenico Russo

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Dirac sulla natura e sul ruolo dellamatematica. Il titolo che Barone hadato alla raccolta è molto sintomati-co: ‘La bellezza come metodo’ (per itipi di Indiana, Milano, pp. 181,14,50) perché con Dirac proprio diquesto si tratta. Non c’è infatti fisicoo matematico che più convintamentee efficacemente di Dirac abbia con-fermato le affermazioni di FrancisHutcheson o di Immanuel Kant della‘Critica del giudizio’ sulla bellezzadegli enunciati matematici.Appassionato di musica (Chopin inparticolare) nonché di fumetti(Topolino tra i preferiti) il 3 ottobre1956 scrisse a chiare lettere su unalavagna a Mosca: “Le leggi della fisicadevono essere dotate di bellezzamatematica”, né ebbe remore a met-tere nero su bianco, come riferisconoR. Corby Hovis e Helge Kragh in unarticolo sul n. 299 di ‘Scienze’ (luglio1993, pp. 76-82), che una legge fisicabella “ha più probabilità di essere giu-sta e corretta di una brutta che vengaconfermata dai dati sperimentali”.Non è un caso dunque che una delle

equazioni più belle della storia dellamatematica sia proprio la sua, splen-dido esempio del ‘libero gioco diintelletto e immaginazione’ che staalla base di ogni bellezza in generalee dunque anche della matematica,come sanno e testimoniano in tutto ilmondo gli allievi della Castelnuovo.

Altre idee, anzi, una vera enciclope-dia di ottime idee matematiche e fisi-che che piaceranno a EmmaCastelnuovo le troviamo da qualchesettimana nell’ultima nata tra le ‘gar-zantine’, questa volta tutta dedicataal lessico matematico, fisico e logico.‘Matematica’ delle RedazioniGarzanti è curata da WalterMaraschini e Mauro Palma, dueimportanti collaboratori dellaTreccani e noti autori di testi scolasti-ci e divulgativi. Nelle sue 1536 pagine‘Matematica’ allinea 7.800 voci equattro appendici (‘Storia della mate-matica’ a firma di Luigi Borzacchini, ‘Igiochi matematici’ curati da EnnioPeres, le ‘Tavole e formulari’ e i ‘Premimatematici’). Al costo di 46,00 euro fameno di sei millesimi a voce: un rap-porto prezzo/qualità imbattibile.Ovviamente ‘Matematica’ serve anzi-tutto per capire cosa significano i ter-mini tecnici; ma si faccia attenzione:questa garzantina permette di averemolto di più. Le voci infatti sono tutte‘linkate’ tra loro e la rete dei rinvii èfittissima perché oltre ai rinvii tranozioni interne alla matematica tro-viamo anche rinvii a ogni possibilecampo conoscitivo esterno come l'ar-te, l'architettura, il cinema, la lettera-tura, la musica, la politica, le scienzesperimentali e così via (un’edizioneelettronica ben congegnata e conbuoni software di scrittura simbolicaormai largamente disponibili dareb-be a ‘Matematica’ una veste assoluta-mente affascinante). Perché questo èin realtà la matematica: un particola-re e formidabilmente utile punto divista (Galileo, Dirac...) con cui guarda-

re, capire e manipolare il mondointorno a noi. E non va trascurato unaltro dettaglio. Finora nella nostraenciclopedia di base avevamo alcunescienze canoniche (chimica, diritto,geografia, medicina) accanto a saperimeno formalizzati (prodotti tipicid’Italia, cucina, vino, fiori e giardino,televisione, sport). Se oggi un editorecome Garzanti estende l’enciclopediadi base alla matematica vuol dire chequalcosa di buono sta succedendonel profondo del nostro assetto cul-turale e se questo è vero come nega-re che sotto ci sia anche lo ‘zampino’della Castelnuovo?

Palazzo bluMa magari, soprattutto alle medie o

alle superiori, cominciare con unlibro stampato può non essere l’at-tacco giusto. Si può allora partire conqualcosa di molto concreto: un belviaggio, per esempio, magari a Pisa,per restare in argomento. A Pisa, traun monumento e l’altro si può visita-re anche Palazzo Blu e se lo facciamotra marzo e giugno prossimi ci trove-

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remo nel bel mezzo di una grandemostra intitolata ‘Balle di scienza.Storie di errori prima e dopo Galileo’.La mostra è curata da Franco Cervelli,fisico molto noto in campo interna-zionale come uno dei massimi esper-ti di macchine acceleratrici di parti-celle e sostenuta da istituzioni dieccellenza come la FondazionePalazzo Blu, l’Università di Pisa el’Istituto Nazionale di FisicaNucleare.

Tra le molte idee e i molti fatti emanufatti della mostra, di certo glistrumenti e i quaderni dei ‘ragazzi divia Panisperna’, il ‘Quaderno diAmaldi’, il quadernetto che porta iltitolo di ‘Thesaurus ElementorumRadioactivorum’ e altri appunti, gio-cano il ruolo di centravanti.

E’ così anzitutto perché sono i qua-derni delle misure del rallentamentodei neutroni attraverso la paraffina,vale a dire la condizione indispensa-

bile per poter solo pensare a una rea-zione a catena controllata. In queigiorni, e uno molto importante fu il20 ottobre del ’34, in via Panisperna aRoma l’umanità si trovava nella stes-sa situazione cognitiva delle comuni-tà preistoriche che si arrovellavanosu come fare per non far spegnere unfuoco faticosissimamente acceso(situazione cognitiva che peraltroancora condividiamo con i nostriantenati, sia in termini di controllodel ‘fuoco’ nucleare, sia in termini di

capacità di ‘accenderlo’ nel modomigliore per noi). Con la loro concre-tezza documentale i quaderni di viaPanisperna ci riportano a quellasituazione e a quella grande sfida edomanda: si può ‘rallentare’ niente dimeno che l’energia atomica? Ma queimateriali sono il pivot della mostraanche perché ne esprimono in modolampante il significato generale. Oltrealle tante misure giuste, infatti, i qua-derni contengono anche quelle sba-gliate e una in particolare, quella sulnichel fatta da Bruno Pontecorvo,porta un sonoro “!Balle!” di EnricoFermi. Col che ritroviamo ancora unavolta non solo il momento tecnico,applicativo, calcolistico e mental-mente impegnativo dell’uso dellamatematica, tipico di qualsiasi altrolavoro ben fatto, ma anche il legamea tutto campo dell’attività cosiddetta‘astratta’ della scienza con la vitaquotidiana, nei suoi aspetti anchemeno ‘eleganti’ (i ragazzi tradurran-no con grande esattezza in italiano dioggi l’espressione di Fermi aPontecorvo) e, ancora di nuovo, ilvalore del procedere per ipotesi, perassurdo, per tentavi, il valore cioè disaper cogliere proprio nell’errore nonla causa del due in matematica, maun momento importante del lavoroche si sta facendo. Di certo da Pisa iragazzi torneranno a casa consci delfatto che ‘sbagliare’ fa parte del giocoanche in matematica e in fisica e cheinsomma anche in matematica:scialla! (cum grano salis...)

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Domenico Russo è romano, laureato in Filosofia del linguaggio alla«Sapienza» di Roma e addottorato in Linguistica formale a Paris 7 DenisDiderot, è professore aggregato presso l’Università di Chieti-Pescara «G.D’Annunzio». Ha pubblicato lavori di semantica, lessicologia, statistica lin-guistica (di recente: Modi di dire. Lessico italiano delle collocazioni; ilSillabario del lessico italiano; l’Accentuario del lessico italiano), nonchévari lavori sulle strategie del trattamento educativo dei fenomeni linguisti-ci.

Libro: The Perfect Theory: A Centuryof Geniuses and the Battle overGeneral Relativity [Kindle Edition]Autore: Pedro G. FerreiraFile Size: 918 KBPrint Length: 304 pagesPublisher: Houghton Mifflin Harcourt(February 4, 2014)Sold by: Amazon Digital Services, Inc.Language: EnglishASIN: B00B0SCF7M

Ad un anno di distanza dal cente-nario della nascita della teoria dellarelatività di Albert Einstein, si guardaalla sua crescita e alle sue conquiste;questo è ciò che fa l’astrofisico PedroFerreira nel suo libro, una biografiadel lavoro einsteiniano.

Si racconta come Einstein nel 1907,seduto nell’ufficio svizzero dei bre-vetti di Berna, si rese conto del cru-ciale fatto che “se una persona cadeliberamente, non sentirà il propriopeso”. Utilizzando tale intuizione,che il premio Nobel per la fisica(1954) Max Born definì “la più sor-prendente combinazione di penetra-zione filosofica, intuizione fisica eabilità matematica”, Einstein svilup-pò la sua teoria della relatività gene-rale, una nuova teoria della gravità, ela pubblicò otto anni dopo. Come ilfisico teorico Steven Weinberg ha sot-tolineato, la bellezza matematicadella teoria convinse i colleghi aprendere sul serio la relatività.

Al suo cinquantesimo compleanno,la teoria è entrata di diritto nella fisi-ca tradizionale. Ferreira descrive inmodo chiaro anche i diversi tentatividi generalizzazione della teoria diEinstein, tra cui la teoria delle strin-ghe, che descrive la gravità fornendouna spiegazione del perché esiste.Nonostante sia enormemente pro-mettente e matematicamente assairicca, la teoria delle stringhe è perònon molto popolare tra i fisici, inparte anche a causa della estrema

difficoltà (o impossibilità diretta) ditestarla sperimentalmente, almenonel prossimo futuro. Nel frattempo larelatività generale è divenuta un ele-mento fondamentale per la pianifica-zione e l’interpretazione di moltiesperimenti astronomici.

Pedro G. Ferreira è professore diAstrofisica presso la “University ofOxford” e “tutorial Fellow” pressol’”Oriel College” [1].

1. http://www-astro.physics.ox.ac.uk/~pgf/Pedro_Ferreira/About.html

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Libri / The Perfect Theorydi Paolo Di Sia

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Paolo Di Sia. Bachelor in metafisica, laurea in fisica teorica, dottoratodi ricerca in modellistica matematica applicata alle nanobiotecnologie.Principali interessi scientifici: nanofisica classica e quantorelativistica,fisica teorica, fisica alla scala di Planck, filosofia della mente, econofi-sica, filosofia della scienza. Autore di 81 articoli su riviste nazionali einternazionali (pubblicati e "under revision" al 20 Ottobre 2013), di 2capitoli di libri scientifici internazionali, di 3 libri di matematica (quar-to in preparazione), revisore di 2 libri di matematica per l'universita';in preparazione un capitolo per un'enciclopedia scientifica internazio-nale.

Un libro di Sandro Valletta, docentedi diritto delle migrazioni pressol'Università telematica GuglielmoMarconi di Roma, "Il diritto di fami-glia nelle famiglie immigrate" pubbli-cato dalla casa editrice Aracne nellacollana sul diritto dell'immigrazione,affronta la problematica situazionegiuridica delle famiglie immigrateche risiedono nel nostro Paese siadal punto di vista generale della nor-mativa nazionale ed europea, siamuovendo dall’analisi di un casogiudiziario esemplare.

La Collana intende coniugare laricerca e l’interpretazione dellaNormativa del Dirittodell’Immigrazione – apparentementedisciplinata in modo unitario solo perspecifici aspetti ma sostanzialmenteancora frammentaria e variamenteinclusa in diversi accorpamenti didisposizioni – con l’individuazionedella natura e della tipologia dei piu’ricorrenti “conflitti”che l’immigrazio-ne ha alimentato e alimenta. IlDiritto dell’Immigrazione non si con-fonde e non si risolve nel trattamen-to giuridico dello “Straniero” perche’la nozione di “Immigrato” implica un“inserimento” nella Societa’ del Paesedi accoglienza che puo’ non esserenecessario per tutta una serie di rap-porti che possono riguardarlo.Sussiste, peraltro, ed assume valenzagiuridica, il collegamentodell’Immigrato col Paese d’origine,non unicamente espresso dal rappor-to con un diverso OrdinamentoGiuridico, che puo’ assumere rilievonei casi in cui sia prevista la recipro-cita’ ma che si manifesta sotto il pro-filo culturale e dei connessi DirittiFondamentali. In questa monografiasi cerca di affrontare il problemadella situazione giuridica delleFamiglie immigrate che risiedono nelnostro Paese. Questa prima analisi cipermetterà di affrontare poi il proble-ma principale, cioè come il fenomeno

dell’immigrazione e della sempre piùmassiccia presenza di Stranieri nelnostro Paese possa far sorgere deicasi giudiziari complessi in ambitodel Diritto di Famiglia che fino a que-sto momento non venivano presi inconsiderazione.

Il Comitato Scientifico è compostodai Prof Raffaele CHIARELLI, Direttoredella Collana, Eugenio DE MARCO,Giuseppe GUARINO, Claudio ROSSA-NO, Dante COSI. In questa monogra-fia si cerca di affrontare il problemadella situazione giuridica delle fami-glie immigrate che risiedono nelnostro Paese. I criteri di riferimentoutilizzati sono il pluralismo giuridicoe, l’esame delle questioni che riguar-dano la coesistenza di ordinamentigiuridici diversi anche all’interno diuno stesso Stato.

Si inizierà prendendo in considera-zione l’analisi dell’evoluzione storicadel concetto di pluralismo giuridico,dei fattori concomitanti che sonovenuti a sorgere e dei problemi che

vengono a nascere oggi giorno con lapresenza della globalizzazione cheha messo in crisi lo Stato sovrano.

Stato sovrano che non è più l’unicoin grado di avere il potere di elabora-re le norme giuridiche, in quantoormai sono presenti tutta una seriadi ordinamenti sovra-nazionali chemolto spesso tendono a scontrarsicon la normativa nazionale.

Proprio per questo motivo è utileaffrontare l’approccio del pluralismogiuridico che mette in evidenza comeall’interno di una nazione possonovenirsi a scontrare varie concezionidi norme, soprattutto nelle nostresocietà ormai così complesse.

Per via dell’evoluzione della societàcontemporanea, determinata dallaglobalizzazione e dai fenomenimigratori, si è venuta a modificare siala concezione di pluralismo giuridico(adesso molto più incentrata sul sog-getto) e sia la fisionomia della fami-glia italiana. Questa prima analisi cipermetterà di affrontare poi il proble-ma principale, cioè come il fenomenodell’immigrazione e della sempre piùmassiccia presenza di stranieri nelnostro Paese possa far sorgere deicasi giudiziari complessi in ambito didiritto di famiglia che fino a questomomento non venivano presi in con-siderazione.

Abituati a considerare l’immigra-zione come un fenomeno emergen-ziale, ci dimentichiamo facilmenteche, una volta varcate le frontiere, gliimmigrati lavorano e abitano con noi,producono beni e servizi indispensa-bili per il funzionamento della nostrasocietà, nascono, muoiono, si sposa-no e/o intrecciano relazioni affettivecon italiani o con altri stranieri chepossono anche in seguito concluder-si e con una separazione In conclu-sione si passerà ad esaminare il casodi una donna algerina residente inItalia che ha divorziato dal marito e cisi chiederà quale sia l’ordinamento

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Libri / Il diritto di famiglia nelle famiglieimmigratedi Valerio Eletti

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giuridico da prendere in considera-zione dopo che con la Legge 31 mag-gio 1995 n. 218, l’Italia ha ratificatouna norma del diritto internazionaleprivato che permetteva ad uno stra-niero residente sul territorio di unaltro Paese di far valere il suo ordina-mento in ambito di diritto di fami-glia. Ciò ha fatto sorgere necessaria-mente una domanda dettata dal fattoche se questo ordinamento si scon-trasse con il nostro per via d’ideolo-gie molto differenti, come si risolve-rebbe il conflitto? Si è cercato, infine,

di definire dei possibili criteri di solu-zione da poter attuare per tutelare almeglio le persone immigrate: siosserverà come Stati quali la Francia,che vivono il fenomeno d’immigra-zione da molto più tempo rispetto anoi, hanno attuato delle politiche diintegrazione molto utili. Non si puòpiù fingere di non vivere sempre piùa stretto contatto con gli immigrati e

proprio per questo bisogna cercare diriconoscere anche le loro esigenze etutelare i loro diritti: non si deveavere paura del pluralismo né cultu-rale né giuridico, ma si deve cono-scerlo e affrontarlo in maniera chia-ra, senza nessuna forma di razzismoe superiorità.

(ha collaborato il Prof. RaffaeleChiarelli Direttore della Collana).

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Valerio Eletti è direttore scientifico del Complexity Education Project,Laboratorio LABeL Cattid, Università Sapienza di Roma.

In un precedente intervento abbia-mo parlato di multiverso, ipoteticoinsieme di universi che comprende ilnostro e tutto ciò che esiste e può esi-stere, e di come il cosmologo svede-se-americano Max Erik Tegmarkabbia creato una classificazione diuniversi al di là del nostro, dove iprimi livelli vengono compresi edestesi dai successivi.

Anche Brian Greene [1], fisico ame-ricano, tra i più famosi sostenitoridella teoria delle stringhe, ha realiz-zato uno schema di classificazionedei vari tipi di multiverso; egli ha pro-posto nove diversi scenari, definendocon attenzione il ragionamento chesta dietro ogni proposta e i motivi percui essa potrebbe essere vera. Gli sce-nari sono i seguenti:

1) The quilted multiverse: nel mul-tiverso “imbottito” lo spazio si esten-de all’infinito; un infinito numero diuniversi simili al nostro potrebbe tro-varsi al di là della parte di universoche possiamo vedere. La velocità fini-ta della luce ci impedisce di essereconsapevoli di questi altri universisimili o identici al nostro.

2) The inflationary multiverse: ilmultiverso “inflazionario” è compo-sto da varie “tasche” in cui i campi diinflazione collassano e formanonuovi universi, con caratteristichediverse dal nostro.

3) The brane multiverse: il multi-verso “brana” deriva dalla teoria M [2](“teoria madre”, la teoria del tutto checombina matematicamente tutte leteorie unificate esistenti e tutte leinterazioni fondamentali) e affermache ogni universo sarebbe una brana[3] tridimensionale esistente assiemea molte altre (le brane, nella teoriadelle stringhe e teorie connesse, sonooggetti fisici che generalizzano lanozione di particella puntiforme adimensioni superiori rispetto a quel-le ordinarie). Come semplice esem-pio, se le brane (3-brane, cioè brane

tridimensionali) fossero fette di pane,il multiverso è il filone di pane com-prendente tutte le fette assieme.Secondo tale modello, la materia pre-sente in un universo non può “uscire”da esso per entrare nell’iperspazio.Così come esiste il nostro universo,possono esistere un’infinità di altriuniversi paralleli immersi nell’iper-spazio, costituiti da brane n-dimen-sionali.

4) The cyclic multiverse: il multi-verso “ciclico” è un multiverso dibrane in collisione, che provocanocontinui Big-Bang. Gli universi rim-balzano, si allontanano e “vivono” nel

tempo, per poi avvicinarsi di nuovo escontrarsi, distruggendo i vecchi con-tenuti e creandone di nuovi.

5) The landscape multiverse: que-sto multiverso è come un “paesaggio”dall’aspetto degli spazi di Calabi-Yau[4] relativi alle teorie di stringa. Glispazi di Calabi-Yau sono particolaritipi di spazio associati ad ogni puntodello spazio-tempo ordinario, dovesarebbero “arrotolate” le extra-dimensioni predette dalle teorie distringa. Le fluttuazioni quantistichecambiano i livelli energetici relativi atali spazi, creando nuovi spazi conleggi diverse rispetto allo spazio cir-

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Dall’universo al multiverso: i nove scenaridi Brian Greenedi Paolo Di Sia

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costante.6) The quantum multiverse: il mul-

tiverso “quantistico” crea un nuovouniverso quando si verifica un even-to diversificante, come nell’“interpre-tazione a molti mondi” della mecca-nica quantistica, dove molti mondiesistono simultaneamente comerami della funzione d’onda dell’uni-verso.

7) The holographic multiverse: ilmultiverso “olografico” deriva dalprincipio olografico [5], principiosecondo cui l’informazione globale

contenuta in un volume di spaziopuò essere rappresentata da una teo-ria situata sulla superficie del volu-me considerato.

8) The simulated multiverse: il mul-tiverso “simulato” esiste in sistemiinformatici complessi che simulano ivari universi. Noi vivremmo pertantoin uno di una serie di universi artifi-ciali creati come simulazioni su com-puter super-avanzati.

9) The ultimate multiverse: il multi-verso “finale” contiene ogni universomatematicamente possibile con

diverse leggi della fisica; sarebbe “ilpiù grande” di tutti i multiversi“matematicamente possibili”.

Greene ha prodotto anche proveindirette per sostenere l’idea delmultiverso, relative ai valori dei para-metri fisici che sembrano essere“finemente accordati” per consentirela vita. Se, ad esempio, la forza dellacostante cosmologica, che causal’espansione accelerata dell’universo,fosse diversa da ciò che è, le galassienon esisterebbero e l’uomo nonsarebbe sulla terra. Analogamente,l’intensità della forza nucleare fortepermette agli atomi, e quindi agliesseri umani, di esistere.

Il problema dell’impossibilità diverificare sperimentalmente questimodelli li pone, secondo i fenomeno-logi in particolare, nella sfera dellafilosofia e in generale della realtà nonconosciuta. Oltre alla bellezza mate-matica e logica che tali modelli con-tengono (la cosiddetta “estetica dellascienza” [6]), la storia ci insegnacomunque che molte importanti sco-perte scientifiche sono nate proprioda particolari e bizzarri modelliscientifico-matematici.

Riferimenti bibliografici:1. http://www.briangreene.org/2 .

http://www.damtp.cam.ac.uk/rese-arch/gr/public/qg_ss.html

3. http://en.wikipedia.org/wiki/D-brane

4 .http://mathworld.wolfram.com/Calabi-YauSpace.html

5. L. Susskind, The World as aHologram, J. Math. Phys. 36, 6377-6396, 1995

6. S. Chandrasekhar, Verità e bellez-za. Le ragioni dell'estetica nellascienza, Garzanti Libri, ISBN-10:8811651603, ISBN-13: 978-8811651604, 1990

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Paolo Di Sia. Bachelor in metafisica, laurea in fisica teorica, dottoratodi ricerca in modellistica matematica applicata alle nanobiotecnologie.Principali interessi scientifici: nanofisica classica e quantorelativistica,fisica teorica, fisica alla scala di Planck, filosofia della mente, econofi-sica, filosofia della scienza. Autore di 81 articoli su riviste nazionali einternazionali (pubblicati e "under revision" al 20 Ottobre 2013), di 2capitoli di libri scientifici internazionali, di 3 libri di matematica (quar-to in preparazione), revisore di 2 libri di matematica per l'universita';in preparazione un capitolo per un'enciclopedia scientifica internazio-nale.

Il Dipartimento della Facoltà diFarmacia Federico II di Napoli il 27 e28 febbraio presso l’Aula Magna delCentro Congresso Federico II in viaPartenope sarà protagonista di unimportante convegno dal titolo:“Mycotoxin in Nutraceuticals andFunctional Foods: an emerging riskfor consumers”rappresentante laconclusione del progetto EuropeoFOODSEG. Ad aprire l’evento il Prof.Ettore Novellino Direttore delDipartimento di Farmacia Federico IIdi Napoli che presenterà una propo-sta scientifica di elevato profilo perproseguire le ricerche nel campodella sicurezza alimentare applicatoad un settore in grande fase di svi-luppo e crescita quale appunto i“novel foods” creando un -core net-work- formato da strutture di ricerca

da sottomettere nel prossimo pro-gramma di finanziamenti Europei“Horizon 2020”. Tale workshop coor-dinato dal Prof. Alberto Ritieni docen-te di Chimica degli Alimenti è focaliz-zato soprattutto sulla qualità e sicu-rezza degli alimenti aspetti conside-rati cruciali nel mantenimento dellecondizioni di salute e benessere deiconsumatori infatti agli alimenti“non sicuri” talvolta sono ascrivibiligravi patologie croniche. Si discuteràriguardo il ruolo dei nutraceutici ealimenti funzionali per la prevenzio-ne di alcune patologie dismetaboli-che e per l’integrazione di terapie far-macologiche convenzionali tenendoconto dei livelli di sicurezza e sorve-glianza per la presenza o accumulo dimicotossine prodotte dalle muffe nei“novel foods”. Inoltre saranno pre-

senti numerosi studiosi di livellointernazionale tra cui A. Moser, G.Vinderola e J. Manes che si sofferme-ranno sugli aspetti biosinteticiriguardanti la produzione di micotos-sine con le loro possibili interazionicon molecole nutraceutiche e le sva-riate metodologie di detossificazione.

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Un convegno a Napoli sugli alimenti funzionalidi Nadia Di Carluccio

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Nadia Di Carluccio laureata dapoco in Farmacia presso laFacoltà Federico II di Napoli,interessata a tutto ciò che esi-ste intorno al mondo farma-ceutico e alimentare in quantoprossima nel conseguire unaseconda laurea presso laFacoltà di Scienze dellaNutrizione Umana Tor Vergatadi Roma.