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Un’estate dai mille gustiQuesta settimana nella Locride

Con l’estate entrata nelvivo la Locride offre

finalmente un piatto dieventi ricchissimo, in

grado di soddisfare ognitipo di palato: da quellodi chi apprezza solo il

buon cibo made inLocride a quello di chi

preferisce una serata distampo maggiormenteculturale, dal convegno“tecnico” alla presen-

tazione di un libro dallefortissime tinte rosa.

Con l’estate ormai entrata nel vivo, comedi consueto la Locride diventa teatro diimportanti eventi culturali, chearricchiscono le già splendide giornatedel nostro meraviglioso comprensorio.Gli eventi cui facciamo riferimento sonoi più disparati: dai convegni socio-politiciagli incontri riservati ai professionisti,dalle sagre di paese ai concerti, dallerappresentazioni teatrali allepresentazioni dei libri non c’è palato chenon venga stimolato e turista (oresidente) che non abbia l’imbarazzodella scelta su come trascorrere la propriagiornata indipendentemente dal tempoche vorrà dedicare alle nostre assolatespiagge. Questa settimana,naturalmente, non fa eccezione, e parteproprio con la presentazione di un libroche farà ingolosire non solo agli amantidella lettura, ma anche i cinefili. Lunedì22 luglio, infatti, alle ore 21, presso laPiazza Vittorio Veneto di Gioiosa Ionica,Angela Carmela Punturi dialogherà con

Chiara Francini (1), attrice e conduttricetelevisiva che sarà nel nostrocomprensorio nelle vesti di scrittrice perla presentazione del suo romanzo “Unanno felice”, edito da Rizzoli, del qualesaranno letti degli estratti dall’attriceAnnalisa Giannotta. Ricchissimo dieventi sarà poi giovedì 25 luglio, unagiornata che potrà cominciare alle ore 18,a Mammola, con il convegno dal titolo“La cultura dello Stocco” (2), che si terràpresso la sede della Pro-Loco Porta delParco Nazionale d’Aspromonte, cuiseguirà un’invitante degustazione deiprodotti tipici della cucina mammolese.Alle ore 21, dunque, sarà obbligatoriospostarsi a Locri per assistere, a secondadei gusti, a “La notte delle Muse”,durante la quale, presso il Casino Macrì,sarà inaugurata l’esposizione delSarcofago delle Muse (3) proveniente daCivita Castellana, che resterà al ParcoArcheologico di Locri Epizephiridurante tutta l’estate, o per assistere alla

messa in scena de “L’Elisr d’Amore” (4)di Gaetano Donizetti, opera lirica chesarà messa in scena nell’ambito delCalabriae Opera Music Festival presso lacoorte del Palazzo di Città di Locri.Venerdì 26 luglio, invece, presso ilCastello Feudale di Ardore (5), alle ore18, si terrà il convegno “Giusto Processo:Quale futuro?” organizzato dallaCamera Penale e dall’Ordine degliAvvocati di Locri, che permetterà aiprofessionisti di approfondire unatematica giuridica di grande importanza.Se non siete avvocati, o avetemaggiormente a cuore altre tematiche, ilposto in cui dovrete recarvi, sempre alleore 18, sarà invece Gioiosa Ionica, pressola quale si svolgerà un altro eventoorganizzato dal movimento per la tuteladell’ambiente “Movìmundi” (6),nell’ambito del quale si parlerà dicambiamenti climatici, ma si avrà anchel’occasione di degustare prodotti a km 0 eassistere a una rappresentazione teatrale

realizzata dall’attore Enzo de Liguoro.Alle ore 21:30, poi, presso la PiazzaMunicipio di Siderno, la caporedattricedi AGI Rosa Polito e il giornalista FilippoTodaro condurranno una serata dedicataa Oreste Sorace (7), nel ricordo deiquarant’anni della scomparsa del politicoe sindaco che tanto manca alla comunitàSidernese. Sabato 27 luglio, infine, mentea Gioiosa Ionica continuerà fin dalmattino l’esposizione dei prodotti a km 0avviata nel pomeriggio di venerdì (8),presso la Villa Caristo di Contrada Scinà,a Stignano, alle ore 17, si terrà unconvegno sulla questione meridionale,cui parteciperanno il giornalista escrittore Pino Aprile (9) e importantiesponenti del Parlamento Europeo.Chiude la settimana un nuovoappuntamento con la lirica del CalabriaeOpera Music Festival, che vi aspetta alleore 21, sempre presso la coorte delPalazzo di Città (10).

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Venerdì sera, presso la club-house delPorto delle Grazie, il sindaco diRoccella Jonica Vittorio Zito el’Amministratore Unico del PortoGiorgio Sotira hanno presentato allastampa e ai cittadini gli indicatori dioperatività della società che ammini-stra lo scalo turistico della Locride. Èstato con non poco orgoglio che i dueamministratori hanno annunciatouna forte crescita del fatturato e delnumero delle imbarcazioni in transi-to, oltre che un aumento molto signi-

ficativo della presenza di navi dadiporto (ovvero dei mega yacht) e deicontratti invernali. In particolare que-sti ultimi due elementi, è stato sottoli-neato, sono molto importanti, perchéil primo dato dimostra l’aumento delprestigio del porto (e di conseguenzadel territorio) agli occhi dei diportisti,mentre il secondo dimostra quale siala considerazione complessiva che sidà alla struttura in tutta Europa, datoancora più evidente considerato chela maggior parte dei diportisti che

svernano a Roccella sono proprioprovenienti dall’estero. L’occasione èstata inoltre utile ad annunciare laconclusione dell’incarico di Sotira,che in questo triennio ha amministra-to con grande professionalità e impe-gno il porto, e l’avvio delle pratiche diselezione, da parte dell’amministra-zione Comunale di Roccella, di unnuovo amministratore unico che rac-coglierà il testimone di Giorgio.

Jacopo Giuca

Il prossimo 10 agosto, come annunciato datempo, si terrà a Roccella Ionica l'attesissi-mo Jova Beach Party, il nuovo format diconcerto inaugurato da Jovanotti che preve-de una sorta di villaggio in spiaggia. In que-sti giorni è sorto, però, un problema per noigiornalisti: ancora non sappiamo se avremoaccesso al concerto attraverso gli accreditistampa. Abbiamo fatto richiesta all'ufficiostampa ma non abbiamo ricevuto alcunarisposta. Spulciando in rete abbiamo sco-perto che tantissimi sono i giornalisti in giroper l'Italia, dove il Jova Beach Party si è giàsvolto, a cui non è stato riconosciuto l'accre-dito. Si tratta soprattutto di giornalisti divolta in volta locali mentre quelli nazionali

pare che siano stati accolti calorosamente.Questa preferenza ci è sembrata alquantoirrispettosa nei confronti di chi, nonostantenon possa contare su stipendi "profumati"come quelli dei giornalisti Rai o Mediaset,svolge quotidianamente il proprio lavorocon professionalità e correttezza. Crediamofermamente che il diritto di cronaca sia fon-damentale e una di discriminazione comequesta la riteniamo inaccettabile. Tra l'altroRiviera, sin da subito ha accolto il JovaBeachParty con grande entusiamo dedican-dogli una copertina che ha riscosso un note-vole successo e che sicuramente ha contri-buito gratuitamente a pubblicizzare l'even-to. Se questo è il modo di ringraziare...

Jova Beach Party, saràil grande evento cheNON vi racconteremo?

Venerdì pomeriggio sono statipresentati gli indicatori di operativitàdella società che amministra il Portodelle Grazie, a Roccella Jonica. I dati,

particolarmente lusinghieri,dimostrano come una buona

gestione dello scalo abbia fattoaumentare l’importanza e il prestigio

della struttura agli occhi deidiportisti, soprattutto stranieri.

PILLOLE scelte da effemme

Voi tutti conoscete la selvaggia tri-stezza che suscita il rammemorareil tempo felice: esso è irrevocabil-mente trascorso, e ne siamo divisiin modo spietato più che da qualesi sia lontananza di luoghi. Leimmagini risorgono, più ancoraallentanti nell’alone del ricordo, evi ripensiamo come al corpo di unadonna amata, che morta riposanella profonda terra e che simile aun miraggio riappare, circonfusa dispirituale splendore, suscitando innoi un brivido di sgomento.Sempre di nuovo ritroviamo negliaffannosi sogni il passato, in ognisuo aspetto, come ciechi brancolia-mo verso di esso. La coppa dellavita e dell’amore ci sembra nonessere stata colma sino all’orlo, pernoi, e nessun rimpianto vale a rido-narci tutto ciò che non abbiamoavuto. Oh, fosse questa tristezzaalmeno d’insegnamento per ogninuovo attimo di felicità!

Ernst Jünger – Sulle scogliere dimarmo

Un paese ci vuole, non fosse cheper il gusto di andarsene via, unpaese vuol dire non essere soli,sapere che nella gente, nelle pian-te, nella terra c’è qualcosa di tuo,che anche quando non ci sei restaad aspettarti.

Cesare Pavese – La luna e i falò

QUISQUILIECAMILLERI ADDIO

ORA RACCONTERÀ PER CHI SE LOERA PERSO.

NUOVA RUSSIAQUATTRO AMICI AL BAR (DEL

METROPOL): COMPAGNI DIMERANDA

I PARTITI E LE PROVE INVALSIMALISSIMO IN GEOGRAFIA: TRE SU

QUATTRO NON SANNO DOV’È IL SUD

CINEFILI CHE NON TI ASPETTINEI CINEMA DELLA BERGAMASCA

SPOPOLA LA CORAZZATA POTEMKIN

VINCENZO AMIDEI

Porto delle Grazie: una crescita esponenzialeche proietta la Locride in Europa

Naike Rivelli sta trascorrendo le vacanze nella LocrideNaike Rivelli, attrice, modella e cantante figlia di Ornella Muti,nota sui social per i suoi contenuti sfacciati, si trova in questigiorni nella Locride. A testimoniarlo, le foto pubblicate sullasua pagina Instagram (nella foto, Naike sulle Bombarde aGerace), che ci tengono aggiornati di un soggiorno speso traGerace, Locri e alcuni noti locali di Siderno, in cui Naike staseguendo una cura fatta di aria, sole e bellezze tutte calabre-si.

Strisce blu aMarina di Gioiosa,"l'arma del delitto"abbandonata neltorrente Con un post su facebook corredatoda testimonianze fotografiche, l'ex sin-daco di Marina di Gioiosa Ionica,Domenico Vestito, denuncia l'abban-dono in un torrente delle latte di ver-nice utilizzata per realizzare le strisceblu sul lungomare cittadino. "Possibile- si chiede Vestito- che con tutto quel-lo che si è speso e si sta spendendoper ste strisce blu, non c’era qualcheeuro per smaltire adeguatamente lelatte di vernice?".

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MARIA GIOVANNA COGLIANDRO

Dopo la recente pubblicazione del reportdell’ANAC (Autorità NazionaleAnticorruzione) che ha messo in luce l’altapercentuale di imprese calabresi colpite dainterdittive antimafia, il Presidente di AnceCalabria, Francesco Berna, così come ilPresidente di Ance Reggio Calabria,Francesco Siclari, hanno espresso “forti per-plessità”. “I dati riportati dall’Autorità nazio-nale anticorruzione - hanno dichiarato - sem-brano condannare definitivamente l’econo-mia del nostro territorio e, di riflesso, l’interasocietà calabrese a un marchio d’infamia.Non possiamo accettarlo”. Per approfondirela questione abbiamo intervistato FrancescoBerna.Secondo alcuni dati diffusi dall’AutoritàNazionale Anticorruzione negli ultimi 5 annisi è registrata in tutta Italia una notevole cre-scita delle interdittive, passando dalle 122 del2014 alle 573 del 2018, un incremento pari al370%. La fetta più grossa della torta se l’èaccaparrata la Calabria con 549 interdittive,il 26,9 % del totale. Come commenta questidati?Purtroppo i dati si commentano da soli, lostrumento dell’interdittiva antimafia oggi stadiventando da problema circoscritto alleregioni “criminali” a problema nazionale:

forsequesto porterà il legislatore a interrogarsi seun provvedimento amministrativo che produ-ce effetti così nefasti sulla vita dell’impresache lo subisce, senza che ci sia un controllogiurisprudenziale a monte, sia lo strumentopiù efficace per combattere la criminalità.La maglia nera per numero di imprese desti-

nata-rie di interdittive va alla provincia di ReggioCalabria con 222. Come può una sola provin-cia totalizzare quasi quanto tutto il nord-est epiù del nord-ovest, che vantano la più altapercentuale di imprese?Purtroppo in una provincia come quella diReggio Calabria questo è il risultato di unostrumento basato su informative di polizia incui rivestono un ruolo importante parentele,amicizie e incontri anche occasionali al bar,tutti fatti che non hanno rilevanza penale eche non possono in assoluto ‘certificare’ l’in-filtrazione mafiosa dell’azienda.L’interdittiva, per come configurata dal legi-slatore dell’epoca, avrebbe dovuto essereadottata “cum grano salis”. Oggi si è trasfor-mata invece in una spada di Damocle chepende sulla testa degli imprenditori, “colpe-voli’ di avere il fornitore sbagliato o di bereun caffè con qualcuno di cui non sono tenu-ti a conoscere né le parentele, né il casellariogiudiziale. In qualità di presidente di Ance Calabria hapiù volte sollecitato una riforma dello stru-mento dell’interdittiva, ritenendolo ineffica-ce e sproporzionato nei suoi “effetti collate-rali”. Quali sono le modifiche da apportare?Noi riteniamo che lo strumento debba conti-nuare a esistere ma debba essere sottopostoa monte, prima dell’emissione, a un vagliogiurisprudenziale, e che debba in ogni casoessere salvaguardata la continuità aziendaleal fine di tutelare l’occupazione ed evitaredanni sociali. Abbiamo più volte chiesto alla

politica una riforma normativa che attribuiscaa tale procedimento natura giurisdizionale enon amministrativa, rilevate le conseguenzeestremamente gravi che possono arrivare finoalla morte dell’azienda. E abbiamo sollecitatola massima cura nella gestione delle impresesottoposte a interdittiva per salvaguardare ilivelli occupazionali e, in secondo luogo, l’av-viamento delle stesse.Di recente Stefano Musolino, magistrato inforza alla Dda reggina, ha dichiarato in meri-to all’istituto delle interdittive che “se si sce-glie solo la repressione si opta per indurrenella città una sorta di sopore rassegnato:nessuno si espone più”. Pensa che il desertoimprenditoriale in cui rischia di sprofondarela Calabria e l’emigrazione dei nostri giovanisiano dovuti anche alla facilità con cui siemettono questi provvedimenti sulla base dimeri sospetti?Il dottore Musolino è senza dubbio uno deimagistrati più attivi nella lotta alla ‘ndranghe-ta ed è assolutamente da apprezzare la suapresa di posizione. Purtroppo, a mio avviso, lacriminalità nel nostro territorio non si potràmai sconfiggere se accanto alla pur dura enecessaria repressione non verranno messe incampo misure vere di rilancio dell’economiaper eliminare la piaga della disoccupazioneche fornisce la manovalanza alla ‘ndrangheta.Il lavoro è sicuramente il più potente antido-to contro il veleno della ‘ndrangheta.A fare eco a Musolino il Procuratore dellaRepubblica di Reggio Calabria, GiovanniBombardieri che ha contestato la logica delleinterdittive antimafia alle imprese, oltre aquella degli scioglimenti dei comuni, “perchécostringono a vivere in una realtà in perenneemergenza e senza dare alcuna prospettivaper il futuro”. Queste voci che finalmente sistanno levando sono indice che il vento stacambiando? C’è speranza che la questione“interdittive” venga presa sul serio?L’auspicio è che il legislatore abbia finalmen-te il coraggio di pensare a una riforma dellostrumento dell’interdittiva, perché, comesostiene il procuratore Bombardieri, non sipuò vivere in perenne emergenza. Occorreintervenire con urgenza. Altrimenti rischia-mo di dire all’Italia che tutta l’economia cala-brese è inquinata, con ripercussioni devastan-ti sull’attività delle imprese, sulla reputazionedella regione e soprattutto sui livelli occupa-zionali. Lasciare le maestranze senza lavoro,ripeto, significa fare un grande favore alla‘ndrangheta.

INTERVISTA AL PRESIDENTE ANCE CALABRIA FRANCESCO BERNA

"Il lavoro è il più potente antidotocontro il veleno della 'ndrangheta"

Dal report di recente pubblicato dall'AutoritàNazionale Anticorruzione emerge che le

industrie calabresi soffrono la più altapercentuale di interdittive antimafia. "Un

marchio d'infamia che non possiamoaccettare" - ha dichiarato Francesco Berna,

Presidente di Ance Calabria.

"La criminalità nelnostro territorionon si potrà mai

sconfiggere seaccanto alla

necessariarepressione non

verranno messe incampo misure vere

di rilanciodell’economia pereliminare la piaga

delladisoccupazioneche fornisce la

manovalanza alla'ndrangheta".

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Locri si prepara a una svolta storica. È in questi ter-mini che, giovedì mattina, l’AmministrazioneComunale guidata da Giovanni Calabrese ha presen-tato l’introduzione della raccolta differenziata. Unrisultato al quale la città di Nosside arriva purtroppocon grande ritardo a causa di quelli che il sindaco hadefinito diversi intoppi burocratici, ma che la giunta ela ditta risultata vincitrice dell’appalto (che per attiva-re il servizio darà lavoro a 25 operai del Comune diLocri) promettono di recuperare. L’obiettivo, entro il2021, è arrivare almeno al 64% di differenziata, risul-tato al quale è vincolato anche il rinnovo contrattualecon l’azienda che gestirà la raccolta dei rifiuti, e chesarà raggiunto, ha sottolineato il vicesindaco e asses-sore all’ambiente Raffaele Sainato grazie all’impegnodei cittadini ma anche a un’attenta supervisione delterritorio. In concomitanza con la partenza del servi-

zio di raccolta dei rifiuti porta a porta, infatti, sarannoinstallate delle “fototrappole” in corrispondenza dellearee dove potrebbe potenzialmente essere più facileabbandonare i rifiuti illecitamente, che permetteran-no fin da subito di elevare sanzioni ai cittadini incivili.Anche chi effettuerà la differenziata in maniera un po’“distratta” avrà un margine minimo di tolleranza:sono previsti infatti solo due richiami prima che scattila sanzione. La distribuzione dei mastelli avverrà pres-so i locali del Liceo Scientifico di Locri, il comune e ilcircolo degli anziani di Piazza Nasiriya a partire dal 30luglio, con la raccolta che sarà ufficialmente avviata,nelle previsioni dell’Amministrazione, entro la metàdi agosto. Le utenze non ancora registrate, ha assicu-rato Sainato, potranno ritirare i mastelli senza subirealcuna contravvenzione, ma attenzione a non perderetempo: le sanzioni scatteranno, infatti, per tutti coloro

che, entro la scadenza dei termini, non si sarannorecati presso i punti di distribuzione del materialenecessario a effettuare la raccolta in maniera corretta.Anche a Locri, come già avvenuto a Siderno, i mastel-li saranno collegati con un codice a barre al codicefiscale del proprietario dell’utenza domestica e allapartita iva dell’attività commerciale, accorgimentoche, anche se nel primo periodo non permetterà diaccedere alla tariffazione agevolata per gli utenti vir-tuosi a causa della situazione economica dell’Ente,garantirà l’introduzione di questo gradito provvedi-mento in futuro. Per i proprietari dei giardini di unacerta estensione è prevista poi, previa richiesta, la con-segna delle compostiere che permetteranno di tra-sformare in concime la frazione organica. Ma l’intro-duzione della differenziata non comporterà solo uncambiamento di abitudini nel conferimento della

Locri è pronta a fare la Giovedì mattina è stata presentata

la raccolta differenziata di Locri,che dovrebbe partire entro il

prossimo mese di agosto. Tanti iprovvedimenti legati

all’introduzione del nuovo sistemadi raccolta dei rifiuti e altrettante le

novità presentate dall’assessoreall’ambiente Raffaele Sainato, chechiede la massima collaborazione

da parte dei cittadini permigliorare la vivibilità del paese.

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L’operazione“Canadian

‘ndranghetaconnection” ha

messo in luce che leriunioni importanti

del crimine diSiderno si svolgono aToronto. Da decenni

ormai la ‘ndranghetavive fuori dalla

Calabria perché,come il resto della

popolazionecalabrese, non

sopporta di vivere lestorture di questa

terra e cerca per sé eper i propri figli un

luogo migliore dovepassare la vita e

“lavorare”.

spazzatura da parte dei cittadini locresi. L’obiettivodell’Amministrazione è infatti quello di migliorare l’a-spetto complessivo della città, ragion per cui, accantoalla raccolta dei rifiuti, grazie alla collaborazione conuna cooperativa locale, sarà garantita una maggiorpulizia delle strade della città e un’attenzione partico-lare alla cura del verde e delle aiuole sul lungomare.Parallelamente, nei pressi delle farmacie di Locrisaranno installati punti di raccolta dei medicinali sca-duti (nei quali dovranno essere gettati solo i blister ole pillole e non anche i cartoni) e delle pile esauste e,per anticipare l’obiettivo zero plastica pretesodall’Unione Europea entro il gennaio del 2021, nellescuole di competenza del comune saranno installatigià entro l’inizio del nuovo anno scolastico dei distri-butori d’acqua che renderanno superfluo l’utilizzodelle classiche bottigliette alle quali siamo abituati. I

cestini pubblici posti sui marciapiedi della città saran-no punti di raccolta indifferenziata ma, ha sottolinea-to Sainato, in prossimità delle aree giochi dedicate aibambini, tutte già videosorvegliate o recintate comenel caso di quella antistante Piazza dei Martiri, saran-no installati bidoncini di indifferenziata “perché - hasottolineato l’assessore - i nostri bambini sono moltosensibili alle tematiche ambientali e in grado di inse-gnarci come differenziare”. La raccolta degli ingom-branti potrà essere effettuata attraverso il conferi-mento spontaneo presso la nuova isola ecologica dicontrada Basilea, che eliminerà il punto di conferi-mento che si trova nei pressi del cimitero, o diretta-mente a casa attraverso la prenotazione tramite unnumero di telefono che sarà presto comunicato.Sempre meno tolleranza, poi, sarà riservata ai pro-prietari di cani che non ne raccolgono gli escrementi.

Il Comune si impegnerà infatti nei prossimi mesi ainstallare punti di distribuzione gratuita di sacchettiper la raccolta delle feci, che non dovranno essere get-tate nell’indifferenziato ma in appositi contenitori, machi non rispetterà tali norme sarà raggiunto da sanzio-ni amministrative severe. Da ultimo, il sindacoGiovanni Calabrese ha chiesto la massima collabora-zione alla cittadinanza per evitare il ripetersi compor-

tamenti incresciosi fatti registrare nei paesi limitrofi incui la differenziata è già stata introdotta, sottolinean-do che il miglioramento della qualità della vita dellacittà passerà dalle buone abitudini dei suoi cittadini eche tutti insieme si riuscirà a far crescere Locri.

Jacopo Giuca

a differenza

La fame della Locride ha costrettoa emigrare pure la ‘ndragheta?Molte delle ultime operazioni ci mostrano la criminalità nostrana sempre in paesi più lontani

ROSARIO VLADIMIR CONDARCURI

La ndrangheta è un fenomeno complesso a cui sono statidedicati anche importanti studi e ricerche, oggi noi nonvogliamo elevarci a studiosi di questo fenomeno ma cerca-re di capire le dinamiche della sua crescita e strutturazio-ne nel territorio e anche al di fuori. A novembre del 2018pubblicammo questa notizia: “Oltre 180 mila giovani cala-bresi sono emigrati negli ultimi 15 anni”. Lo studio raccon-tava che uno su due ha scelto il nord Italia e il 15,8% l'e-stero. Il dato emerge dal Rapporto annuale sull'economialocale realizzato dall'Istituto Demoskopika. "L'analisi deidati rileva un progressivo spostamento dell'incidenza delfenomeno dell'emigrazione verso fasce della popolazionea maggiore istruzione. (…) Lo studio evidenzia la ripresadi un preoccupante flusso migratorio alla ricerca di mag-giori certezze sul versante occupazionale. Una 'mobilitàforzata' che coinvolge soprattutto i nostri giovani che, nonriuscendo a trovare un impiego adeguato alle proprieaspettative, capacità e titolo di studio, sono costretti a emi-grare. Una grave perdita economica e di capitale umanosubiti dalla Calabria". Ora vorrei chiedere se questo datoabbia coinvolto anche la parte meno sana della popolazio-ne calabrese, cioè la ‘ndrangheta. Mi spiego meglio.Considerata la forte crisi economica che hanno determi-nato i dati riportati, vorrei sapere se anche la ndranghetasia emigrata e abbia cercato altrove le fonti di guadagnoche qui non venivano più garantite, e anche una maggioresicurezza, perché all’estero, soprattutto in Canada e nelsud America, le leggi sono meno aggressive che in Italia ein Europa. Un nuovo mondo antico riaffiora, perché inmolte realtà la presenza delle cosche è segnalata già daglianni 50 dello scorso secolo. Mi spingo su questo ragiona-mento per capire meglio cosa possano dirci le ultime ope-razioni relative a questa organizzazione criminale, com-prendere quale sia la trasformazione in atto e quali i pos-

sibili scenari futuri. Abbiamo detto tante volte che laCalabria vive un periodo particolarmente grave, staaffrontando la sua peggior crisi economica che sta distrug-gendo tutte le attività sane che operano nella regione, sof-fre una mancanza di lavoro da record del mondo. Allostesso tempo affermiamo anche con convinzione che ilmale più grave sia proprio la ‘ndrangheta, ma per sconfig-gerla oltre la repressione serve anche una cura, una strate-gia che riporti una speranza di cambiamento, e un cambiodi rappresentazione di questa regione che passa sempre esolo attraverso notizie negative, al limite del pregiudizio.Detto questo, conosciamo la storia di questo fenomenocriminale, che nasce già ai tempi dell’Unità d’Italia, poi sievolve in Italia e all’estero. Certo, la parte della storia checonosciamo meglio va da Montalto in poi (1968), quindi lamalavita di Ntoni Macrì, non a caso detto il boss dei duemondi, che veniva considerata ancora una criminalitàromantica, sbagliando, perché non trafficava droga e vive-va sul loro per così dire “rispetto”. L’evoluzione continuacon un forte radicamento delle famiglie, che è l’elementoin più rispetto alle altre organizzazioni perché nella ndran-gheta non ci sono pentiti, perché è difficile tradire un fra-tello, un padre o un figlio. Oggi, dopo la stagione deisequestri di persona, le faide degli anni novanta, la restau-razione dei De Stefano a Polsi, l’omicidio Fortugno e lastrage di Duisburg, e infine l’operazione Crimine del 2010,come si colloca la geografia delle cosche? Prima di giungere a conclusioni, va considerato un altroelemento per comprendere il fenomeno: la forte pressio-ne delle forze dell’ordine e della magistratura che, attra-verso una serie di operazioni, ha portato all’arresto diquasi tutti i boss e al sequestro di ingenti beni, creandogrossi problemi alla criminalità. In un certo senso, entran-do anche in un meccanismo determinante per questo ter-ritorio, ritengo, dalle carte che ho letto e da quello chevedo, che ci sia stato un periodo di grossi investimenti nel-l’economia di questo territorio verso gli anni 90, diciamodopo il periodo delle faide, che sono coincise un po’ in tuttii grossi centri, intervento che ha drogato in qualche modo

l’economia. Dal 2010 questa tendenza, grazie alla pressio-ne delle forze dell’ordine e della magistratura è venutameno, e attualmente la nostra economia è realmentepovera. Oggi, dopo l’operazione “Canadian ‘ndranghetaconnection” si scopre che il centro e le riunioni importan-ti del crimine di Siderno si svolgono a Toronto, anche perprendere decisioni che riguardano Siderno. Si scopre chela ‘ndrangheta ormai, menomale, vive fuori dalla Calabria,ma i grossi cronisti questo dato evidente lo riportano maancora non lo comprendono. Il crimine da decenni vivefuori dalla Calabria, negli ultimi tempi i grandi boss, daMorabito a Trimboli, sono stati arrestati all’estero, delresto Bebè Pannunzi è vissuto sempre in Colombia. Comesi fa a non vedere, che anche la ‘ndrangheta come tutta lapopolazione calabrese, tende a emigrare, tende ad amarela Calabria, ma non sopporta di vivere le sue storture ecerca per sé e per i propri figli un luogo migliore dove pas-sare la vita e lavorare (si fa per dire)?Oggi c’è solo la fame, sia per la ‘ndrangheta sia per chiun-que vive nella Locride. Non ci sono prospettive immedia-te, non ci sono speranze. Concludo questa riflessione dopo aver letto questa matti-na una lettera del procuratore Giuseppe Lombardo pub-blicata da Repubblica con il titolo simbolico "La lotta allamafia non è una priorità dello Stato italiano". In questa let-tera, che scrive per ricordare la figura di Paolo Borsellinonel giorno dell’anniversario della morte, afferma con rea-lismo che purtroppo ancora non si è riusciti a convinceregli organi centrali a fare scelte politiche nette per la lottaalla criminalità. Questo mi sembra uno dei punti priorita-ri per avviare una seria analisi del fenomeno e della suaauspicata fine. La fine della criminalità viene ipotizzata inpiù parti nella narrativa italiana, io sono rimasto colpitodalla scelta fatta da Gioacchino Criaco nel suo libro“Anime nere”, in cui la fine della ‘ndrangheta veniva pro-vocata da un’implosione interna, nel film poi trasformatain implosione familiare. A questo punto penso che la miaanalisi di oggi possa portare a una diversa ipotesi: la mortedella ‘ndrangheta per emigrazione.

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Lo stato di abbandono di gran parte dellevie sidernesi è sotto gli occhi di tutti e urgeun intervento significativo che restituiscaalla città il decoro che merita. La paginaFacebook “Sei di Siderno se…” in questesettimane è passata all’attacco sullo statodi precarietà del manto stradale che oltre apresentare numerose buche, in alcuni casivoragini, pericolosissime per automobilisti,motociclisti e ciclisti che lo percorrono, ètotalmente abbandonato a se stesso traerbacce, immondizia ed esalazioni fogna-rie. “Da quando la politica s'interessa solodelle grosse cifre, sembra che l'ordinarietànon sia più gestibile. La manutenzionedelle aiuole (se non della contrada Salvi,perlomeno del marciapiede del lungoma-re!) dovrebbe rientrare nell'ordinario...tagliare le felci e metterci quattro fiori ècosa fattibile senza finanziamenti miliarda-ri” – scrive Francesco Pellegrino (foto 1)Ci sono buche che da tempo attendono diessere riparate. Succede, ad esempio, inVia Mazzini. “Dopo aver aspettato invanoalmeno una risposta dal comune – scriveAntonella Avellis – si provvede da privati.Grazie a nome di tutta la via a chi si è presola briga di riparare”. (foto 2)La situazione precaria delle strade interes-sa anche le vie centrali. “Via PeppinoBrugnano è in queste condizioni, direi,alquanto indecenti, da mesi ormai – com-menta Vincenzo Emanuela Malerba.Nessuno se ne occupa, nonostante si parlidi una via vicina al centro e adiacente all’i-stituto tecnico commerciale, nonché via incui si trova l’ex cooperativa Cossea e

numerose abitazioni”. (foto 3-4)Ci sono, poi, quelle vie invase quotidiana-mente da miasmi ed esalazioni poco gra-devoli che costituiscono un grave rischioper la salute. “Queste sono le condizionidisumane – scrive Salvatore Paradisi – incui versa il centro storico di Siderno pressogli uffici Enel e il mercato coperto, nono-stante i continui reclami agli uffici compe-tenti, fogne a cielo aperto!” (foto 5-6-7)

Oltre alle esalazioni fognarie, anche perdi-te d’acqua che da tempo attendono diessere riparate. “È una vergogna! – tuonaMaria Teresa Salvatore postando alcunefoto della circonvallazione Nord diSiderno. – Tre mesi di acqua sprecata, tremesi di Pec certificata agli organi compe-tenti, tre mesi di acqua stagnante e prolifi-cante di zanzare. Tre mesi che nessuno

trova una soluzione. Questa è Siderno!Questo è il risultato che ci meritiamo? Lebollette arrivano con solerzia e con sca-denza precisa. Ma la manutenzione deiservizi pagati fa acqua dappertutto”. (foto8)Nonostante le numerose proteste e segna-lazioni dei cittadini, la manutenzione dellenostre strade sembra essere soggetta acontentini piuttosto che rappresentare unacostante. Una situazione diventata inac-cettabile e disarmante. C’è da dire, però,che qualcosa sembra muoversi. Il 9 luglioscorso sul sito del Comune di Siderno èstata pubblicata una delibera riguardanteun progetto per la sistemazione della viabi-lità comunale periferica che ha l’obiettivodi riqualificare la rete stradale, miglioran-do le condizioni di sicurezza e la qualitàambientale e paesaggistica. Gli interventi,per cui sono stati stanziati 250 mila euro,interesseranno Via Telesio, Via Pellegrino,Via dei Cacciatori, Via Lamia, Via Jean-Jaques Rousseau, Via Vaughan, Via delleIndustrie, e consistono nella scarifica deitratti compromessi, riempimento dellabuca fino a una certa profondità con mate-riale risultante dalla scarifica e ripristinofinale dei tratti con tappetino bituminoso.Ci auguriamo, quindi, che si proceda, mi sipassi il gioco di parole, su questa strada,con un serio e più incisivo piano di inter-venti per porre fine a questo stato diimmeritato degrado che costituisce enor-me disagio per i residenti, oltre a sfregiareinevitabilmente l’immagine della città agliocchi dei turisti.

Maria Giovanna Cogliandro

Le stradedi Siderno, una vergognasenza fine

L’altro giorno sono tornato aSiderno dopo il mio solito viaggioCalabria-Lazio, e con mio grandestupore ho visto che le condizioniurbane della nostra città eranosprofondate nel nero pece delcatrame. Avevo lasciato questoluogo con qualche buca qua e là,magari anche con qualche tracciadi olio nei suoi pressi ma ora misono ritrovato davanti lo spettacoloal quale puoi assistere in seguito aun bombardamento. Guardare unservizio al telegiornale su quelloche accade in territorio di guerra e

farsi un giro a piedi tra lenostre strade è praticamen-te la stessa identica cosa.Un dedalo di voraginiprofonde e tetre, un viaggioin macchina che si trasfor-ma in un’esperienza da lunapark, una buca da evitareper non finire in Cina, sonotutte esperienze che i citta-dini di Siderno vivono quo-tidianamente.Parlando con loro, ho sco-perto che la maggior parteha maturato una certa abi-lità nel parkour a piedi enello slalom con i mezzi,che nonostante il problemafosse noto da tempo nulla si

è fatto se non qualche ritocco allabuona, e che le lamentele generatesui social e nei bar stanno esaspe-rando la popolazione. Visto chesiamo ormai nel pieno della stagio-ne estiva problematiche del generedovevano essere risolte già datempo favorendo un tranquillo ecomodo soggiorno nei nostri luo-ghi. I turisti che di anno in annocontinuano a preferire la Calabriaalla Liguria dovrebbero trovarsidavanti posti incantevoli e serviziadeguati; invece, con il passare deltempo, assistiamo inesorabilmentea un declino totale.Meglio non se la passano i residen-ti, sicuramente i più colpiti da que-ste mancanze. C’è chi si è adopera-to da solo nel coprire le buchecome meglio poteva, chi ha chia-mato i vigili urbani e si è ritrovatocon la strada transennata, chi si èrivolto, imprecando, al comune, echi, amareggiato e sconsolato, haingoiato l’ennesimo rospo. Inoltre,altro aspetto che sicuramente creanon pochi disagi sul lungomare, è latotale assenza dei parcheggi per imotorini. Questo provoca inevita-bilmente un accumulo sul marcia-piede dei ciclomotori, che ostacola-no il transito dei pedoni e causanodiverse difficoltà.C’è da dire, però, che possiamoanche consolarci e forse riderci su.Se pensiamo che le condizioni dellenostre strade rasentino la fanta-scienza, vi esorto a farvi un gironella capitale. Pensare che la cittàsimbolo d’Italia versi in una situa-zione tale da poterla paragonare auna groviera, dovrebbe far riflette-re coloro che continuano ad attac-care le problematiche di noi cala-bresi.Qualunque siano le cause imputa-bili a questi disagi non è importan-te, quello che occorre ai sidernesi èvedere rinascere la propria città.

Gaetano Marando

SidernocomeDamasco

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Le vie diSiderno che da

anni nonricevono visiteda parte deidipendenticomunali

Vorrei segnalare alle autorità pre-poste che via Rousseau, via Gonia,

via Fossecalì a Siderno sono comple-tamente distrutte e abbandonate daqualche anno ormai. Non ricevonovisite da parte dei dipendenti comu-nali da tempo, nonostante siano zonead altissima densità abitativa e gli abi-tanti paghino le tasse puntualmente.Capisco che si trovino in periferia male suddette vie sono particolarmente

trafficate e ricche di residenti. Antonio Commisso (detto “Biona”)

La pagina Facebook “Sei di Siderno se…” in queste settimane è passata all’attacco sullo stato di precarietà delmanto stradale. Abbiamo raccolto alcune segnalazioni per esortare chi di competenza ad attivarsi al più presto.

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Questo spazio è riservato a te. 1200 battute per lamentarti ocomplimentarti con noi, faresegnalazioni, raccontarci le tueesperienze, potrai inviarci fotodegli scorci del tuo paese o

video se hai un talento nascos-to. Saremo lieti di rispondertipubblicamente, daremo voce altuo pensiero e ti daremo visibil-

ità sui nostri social.Sii parte integrante di questa

realtà

[email protected]

Siderno: Poste rassicura i cittadini

Vandali in azione nelcentro storico di Placanica

Gentile direttore,in riferimento alla lettera dal titolo“Attenzione ai dipendenti pubblici” dilunedì scorso (15/7/19), Poste italianedesidera rassicurare i cittadini di Sidernosull’attenzione e la professionalità del per-sonale dell’Ufficio Postale di via Matteottia Siderno e si scusa per l’episodio segnala-to, dovuto presumibilmente a un’incom-prensione della cliente con l’operatore allosportello.

L’Azienda ricorda che negli oltre 12milaUffici Postali del territorio nazionale ven-gono mediamente serviti ogni giorno 1,4milioni di clienti, ed in ogni operazione ese-guita, l’attenzione al cliente è perseguitacon competenza, cortesia e trasparenza,nella consapevolezza della necessità digarantire la soddisfazione delle aspettativee consolidare la fiducia verso PosteItaliane.Poste Italiane – Media Relations

Tutta la redazione di Rivierasi stringe attorno agli amiciPino e Antonio Strangio perla perdita della caramamma. “Sol chi non lasciaeredità d’affetti poca gioiaha dell’urna”, scriveva UgoFoscolo, ma siamo certi chela vostra cara mamma abbiasaputo suscitare un affettoimmenso in voi, che oggipotrete consolare il vostrodolore al pensiero dei grandiinsegnamenti e degliimmensi valori che è stata ingrado di trasmettervi.

RVC

A qualcuno, probabil-mente non piace il verdee allora pensa di girarearmato di sega e gambiz-zare gli alberi. A scuolaelementare ci hannoinsegnato che gli alberisono vita e danno vita.Ma alcuni “esseriumani”, purtroppo, nonhanno avuto la fortuna difrequentare scuole. Inativi americani dicono:“Gli alberi sono lecolonne del mondo,quando gli ultimi alberisaranno stati tagliati, ilcielo cadrà sopra dinoi”.Pasquale Aiello

La “JONICA CALCIO” comunicadi aver perfezionato l’ingaggio per laprossima stagione, sportiva deiseguenti calciatori:ANDREA COLUCCIO difensoredi indubbie qualità tecniche eumane, di grande esperienza e colvizio del gol. Ex di Roccella e Locricon le quali ha vinto con entrambe ilcampionato d’eccellenza;ROCCO MINICI classe 1987,mediano esperto dotato di grandetecnica individuale. Anch’esso vantauna lunga carriera con militanza insquadre blasonate tra cui le giovanilidella Juventus.MATTEO CARBONE classe 1989,attaccante esplosivo, dotato digrande rapidità e ottimo dribbling,più volte in doppia cifra negli ultimicampionati disputati tra eccellenza eserie D.ANDREA MESITI attaccante dalfisico possente e dotato di grandeforza e spirito di sacrificio. Veteranodi questi campionati che conoscebenissimo.Giungono alla corte di misterVallelonga anche i fuoriquotaFazzolari portiere classe 01 e il col-paccio Idriss Mandiang centro-campista offensivo classe 00 prove-nienti dal Roccella.Calciatori che si aggiungono airiconfermati:SIDERNO: Mario Fuda classe1988, giocatore duttile dotato digrande tecnica individuale, grinta eun sinistro magico. AndreaPasqualino classe 1998, fluidificantedi sinistra. Cosimo Figliomeni puntacentrale molto forte fisicamente eottimo nel gioco aereo. Infine, ifuoriquota: Domenico Fuda 01,Samuele Riccio 00, CosteraFrancesco 00, Scruci Carlo 02,Mario Alvaro 00 e Agostino Futia.VALLATA DEL TORBIDO:Spadola, Monteverde, Siciliano,Denaro, Coulibaly, Catalano,Fazzari.Grande soddisfazione espressa datutta la società per queste importan-ti trattative che il DS Spadaro e ilDG Vumbaca hanno condotto inporto.Mercato che comunque resta aper-tissimo e nei prossimi giorni potreb-bero essere annunciati ulteriori rin-forzi di notevole spessore per con-segnare nelle mani di MisterVallelonga una squadra che possacompetere per i piani alti della clas-sifica.Si registra un grande entusiasmoanche tra gli imprenditori che oper-ano nei tre comuni con sponsoriz-zazioni che fioccano.Ben presto sarà operativa anche lanuova sede sociale che avrà sede aMarina Di Gioiosa Jonica.

JonicaCalcio:definite leprimemosse dimercato

PosteItaliane rispondeall’articolo “Attenzione ai dipendenti pubblici”,

pubblicato la scorsa settimanasul nostro giornale.

LA SCOMPARSA

A Pino e Antonio: siamovicini al vostro dolore Maggio 1955 Calabria, Grotteria, in un’afosa

giornata la natura si scatena regalando al neona-to Bruzzese Isidoro le sue qualità migliori.5 maggio 2019 ore 10:00 Lombardia, Corno,lungolago, sotto un cielo piceo la natura si scate-na sciorinando raffiche di vento da 100 km orarirendendo il canale non navigabile e obbligandogli organizzatori del 40° campionato italianoASPMI di corsa su strada a ridurre il percorsodella competizione da 10 km a 8 km.È in questo ameno contesto che l'atleta cal-abrese stabilisce il record personale classifican-dosi settimo nella graduatoria generale e1°nella propria categoria con una media di 3,54m/s.Fungo da semplice accompagnatore poichéinfortunato ma sono felice di poterlo osservaretrepidante come un cavallo da corsa avvicinarsial nastro di partenza mimetizzato tra 120 atletiprofessionisti.Guarda a terra Isidoro, fiuta l'aria, muove le ditastudiando sconosciuti avversari in sconosciutipercorsi.A 25 metri da lui lateralmente al tragitto misembra di potergli leggere i pensieri, rivederechiaramente le fiumare, le campagne, le salite,le discese, le cadute, gli animali e gli alberi cheper 15 anni gli sono stati compagni fedeli quan-do, grondante di sudore e incurante del freddo,del caldo, del sole più abbacinante o del buio piùfitto, in solitaria macinava passo dopo passo dis-tanze chilometriche assaporando come solo luisa fare il piacere di sentirsi vivo, semplicemente,senza edulcoranti.Mentre mi perdo nei suoi genuini pensieri con-tagiosi faccio appena in tempo a vederlo tagliaresilenzioso con umiltà ed eleganza, il traguardo.Questo risultato, figlio innegabile di continuafatica, prezioso intarsio del suo nobile animo miavvicina ancora di più a lui, rinnova l'incon-dizionata stima e costituisce occasione diringraziamento per le emozioni che da anni miregala, quando, confessandomi i segreti dellasua esperienza mi accompagna allo stremo delleforze lungo il traguardo della vita.

Un amico

IsidoroBruzzese,un cavalloda corsa

UNA TANTUMAlla Sinistra la cura Salvini comincia a far bene.È tornata in Piazza, a piedi, e, dopo averli persi divista per anni, ha scambiato qualche parola con iSindacati; è pure entrata in qualche fabbrica, inmaniche di camicia. È salita, sì, su una barca, masolo per vedere come stavano alcune decine dimigranti appena salvati. Ha perfino dato timidisegni di un nuovo, appena abbozzato,Garantismo. L’altra sera, in TV, l’onesto Bersaniha avuto un sobbalzo: parlando di Ordine eGiustizia, ha sostenuto che il Diritto deve essereaffermato dai Giudici e non dai Prefetti.Certo, qualcuno insiste nel tatticismo d’antan,ipotizzando intese, hic et nunc, con i declinantiCinqueStelle.

PABLO

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Quando si parla della vostra band, soprattuttoalle nostre latitudini, è difficile trovare qualcunoche non sappia anche solo vagamente chi siate.Ma quali sono le origini segrete di Mr. Muscolo ei suoi estrogeni?Quando mi è venuta l’idea di fondare un gruppoche facesse musica anni ’70 e ’80 sono riuscito aconvincere della validità della mia idea personeche erano da sempre nel settore musicale. Unavolta costituito il gruppo, l’idea del nome è venu-ta al batterista che, da buon conoscitore delleband anni ’70, aveva notato che molti di questigruppi avevano un nome composto dal nome delfrontman seguito da “e i suoi…”. Il nome dellaband che tutti conoscete è nato proprio così, edalla convinzione che il mio cognome fosse trop-po caratteristico per non essere sfruttato. Con iltrascorrere degli anni e l’avvicendarsi dei casidella vita, tuttavia, alcuni membri del gruppo cihanno dovuto lasciare e al nucleo centrale com-posto da me, dal bassista Roberto Chiricosta e daltastierista Francesco Pappaletto, altri membri sisono aggiunti, portando sempre con sé il generemusicale nel quale erano maggiormente ferratiche, con il tempo, ha finito con l’influenzare lostile del gruppo. Tranne che nel neomelodico enella musica etnico/dialettale, infatti, tocchiamoquasi tutti i generi musicali.A partire da quel momento vi siete fatti conosce-re per le vostre serate travolgenti, che hannodecretato un successo che oggi possiamo definirenazionale.Sì. Nel 2014 avevamo cominciato con l’autopro-duzione di un disco di inediti, “Tierra del Sol”, dalquale abbiamo tratto alcuni videoclip che hannoavuto un notevole riscontro. Questo ci ha per-messo di vincere nel 2015 il “Sanremo MusicAwards” e di partire poco dopo per un tour inCanada che non dimenticheremo facilmente.Una volta rientrati in Italia abbiamo ripreso ilnostro lavoro di cover band fino ad arrivare allagenesi di “Latinodentro”, un brano che il tastieri-sta ha scritto pensando a me e con il quale voglia-mo festeggiare i nostri primi venti anni di attività.In una settimana avete fatto più di 5mila visua-lizzazioni su YouTube, grazie a questo brano e alsuo videoclip completamente made in Locride…

Se vogliamo essere più precisi, made in Ardore,perché è stato girato completamente tra il lungo-mare nuovo e il centro storico, con la piazza cen-trale inquadrata dall’alto per mostrare la caratte-ristica rosa dei venti che si trova tracciata al suointerno. È una celebrazione delle nostre origini,un brano che, grazie ai ritmi impressi da GigiTalotta, Peppe Zuccalà, Gabriele Pappaletto eAntonio Zappavigna, con la sua solarità, descriveun modo di essere tipicamente calabrese, con lalatinità che ci contraddistingue che, tuttavia, spes-so non ci permette di essere meno soli una voltarientrati tra le mura domestiche.I ritmi e le parole del vostro brano dimostranoquanto siate diversi da ogni altro prodotto musi-cale realizzato nella Locride, un comprensorionel quale, comunque, il panorama musicale restapiuttosto florido. Vi sentite più pecore nere o vocefuori dal coro?Ci piace pensare di riuscire a dire qualcosa didiverso e di essere di ispirazione per chi vuole faremusica nel nostro comprensorio, obiettivo cheritengo abbiamo finalmente raggiunto perchécominciamo a essere imitati. Il florilegio di grup-pi etnico/dialettali cui assistiamo nella Locride,dimostra infatti che pecchiamo un po’ di fantasia.Si tende in tutti i settori a fare copie carbone di ciòche funziona senza rendersi conto che, spesso, lecose hanno successo per la loro originalità o percaratteristiche difficilmente riproducibili. Prendinoi, ad esempio: negli anni abbiamo sviluppatoun’intesa tale da permetterci, durante le nostreserate, di suonare senza scaletta e senza fermarcimai, come fossimo a una consolle per DJ e nonuna band che suona dal vivo. Ritengo che questanostra caratteristica contribuisce a renderci unicied è una delle ragioni per cui le nostre serate sonosempre tanto coinvolgenti.A proposito di serate, mi dicevi prima di un tourin Canada. Ne avete fatti altri e che riscontro vihanno dato?All’estero siamo stati solo in Canada, ma abbia-mo girato un po’ tutta Italia: Piemonte, Umbria,Lazio, Puglia, Sicilia e, ultimamente, siamo stati aMarina di Carrara. Misurarci con un pubblicosempre diverso ci ha aiutato a crescere molto e adavere un riscontro di quanto il nostro lavoro sia

apprezzato anche fuori dalla nostra regione.Ci sono altri tour all’orizzonte?Ne stiamo progettando uno per il prossimo anno,ma per un gruppo autoprodotto è sempre diffi-coltoso riuscire a realizzare questo genere di pro-getti. Anche il videoclip è stato fatto completa-mente in economia e anzi dobbiamo ringraziareil finanziamento delle aziende che hanno accetta-to di appoggiare il nostro progetto senza nemme-no sapere esattamente di cosa si trattasse. Ilmondo della musica, soprattutto in questo perio-do storico, è molto particolare e se non hai qual-cuno alle spalle non riesci ad andare avanti.Prendi internet, ad esempio: aiuta tantissimo afar conoscere il tuo lavoro permettendoti di rac-cogliere like da ogni parte del mondo, eppurecaricarci sopra il tuo lavoro significa “regalarlo” espingere le persone che apprezzano la tua musi-ca ad avvicinarsi a te alla fine del concerto perchiederti dove si può ascoltare il tuo album e nondove potrà comprarlo. Una mancanza di culturamusicale e del lavoro di produzione che abbiamosperimentato sulla nostra pelle soprattutto inItalia, mentre all’estero in una sola serata abbia-mo venduto tante copie del nostro disco quantene abbiamo vendute qui in sei mesi.Ma voi riuscite a vivere di sola musica?Attualmente sì. Io ho lasciato la mia professionedi avvocato da circa un anno. Dopo aver fattotanti sacrifici per ottenere l’abilitazione, infatti, misono reso conto che il gioco non valeva la cande-la e il richiamo dell’arte era troppo forte per esse-re ignorato.E Mr. Muscolo e i suoi estrogeni che progettihanno per il futuro?Intanto ci occupiamo di affrontare l’estate, chefortunatamente è sempre ricca di appuntamentie opportunità. Dopodiché cercheremo di conti-nuare a produrre canzoni nostre, perché, dopoanni spesi a fare cover, sentiamo il bisogno di scri-vere qualcosa di nostro. Per quanto dicevo pocofa, tuttavia, non so ancora se ci imbarcheremonell’avventura di produrre un album, impegnoche, a mio modesto parere, attualmente costitui-sce una scommessa a perdere. Vedremo che cosaci riserva la vita…

Jacopo Giuca

La calabresitàsecondo

Mr. Muscolo ei suoi estrogeni

La scorsa settimana èstato pubblicato“Latinodentro”il nuovo singolo

di Mr. Muscoloe i suoiestrogeni, band diArdore dallo stile

musicaleinconfondibile che sta

riscuotendo unsuccesso crescentenelle piazze di tutta

Italia. In pochi giorni, ilvideoclip, girato da

Vincenzo Caricari, haracimolato oltre 5mila

visualizzazioni suYouTube, decretandoun successo del quale

abbiamo volutoparlare con il frontman

Mario Muscolo.

Il professore ordinariodell’Università di Messina

Antonio del Pozzo haelogiato il nuovo video diMr. Muscolo scrivendo il

seguente post suFacebook:

“A volte mi chiedono cos’èla resilienza. Allora tento

di descriverla. Laresilienza è la capacitàdelle persone di stareinsieme, fare rete, perprendersi cura di un

territorio, giàcompromesso, per cercare

di dargli nuova vita,creando così la possibilitàdi sopravvivenza anche

per se stessi. Se questa è laresilienza, diamo una

mano a Mr. Muscolo e atutti i partecipanti a questo

video della ionicacalabrese. Un tempo culla

di civiltà e chissà infuturo…”

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C’è uno stile diverso di domenica, laggiù a Le Club, che si distacca da quello acca-demico, una sintesi tra liberty, bohémienne, art nouveau, come se la Belle Épo-que della Locride fosse stata architettata, pensata, intuita all’inizio del secoloscorso.Basta osservare foto e video per capire che siamo di fronte a qualcosa di rottura,

a un respiro diverso rispetto allo stile di vita noioso a cui siamo abituati. E ilfatto che artisti del calibro di Klingande, che vanta su Youtube un video con183 milioni di visualizzazioni, approdi nel nostro territorio il 18 agosto, cidà - mettendo da parte la stopposa retorica degli illuministi della MagnaGrecia e il falso moralismo di quattro odiatori diversamente colti e conla puzza sotto il naso – pronta conferma di una rivoluzione partoritada un’idea brillante, fresca e saporita come lo Jonio.Numeri impressionanti. Divertimento vero, con tutto il rispetto pertarante e “jazz session”, sparse a macchie di leopardo sul nostro ter-ritorio grazie e gettoni pubblici. Sunset Festival non è sovvenziona-to, chi vuole entrare paga il biglietto e nonostante questo fa piùnumeri delle solite cose confezionate da comitati feste, associa-zioni e pro loco. C’è competenza e impegno dove si paga ilbiglietto. Si ruba ai migliori, ad altre piazze e poi si faticasotto il sole per essere all’altezza.

Si parte oggi, Le club, il nostro Crazy Horse, è bell’epronto per accogliervi, stimolarvi e farvi divertire.

Vinz Sbarra

Sunset Festivalla Belle Epoque della Locride

Inizia oggi il ricco programma dei Sunset Festivalde Le Club, che ogni domenica promette diregalarvi divertimento vero all’insegna di uno stileche dimostra come la Belle Époque della Locridesia appena cominciata!

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CALABRESE PER CASO

Ci sono tanti modi per risolvere i problemi annosi e dif-ficili: il più agevole è quello di non parlarne più dopoavere constatato che le cure praticate sono state presso-ché inadeguate. È quello ch’è avvenuto sulla questioneMeridionale, ormai fuori dai programmi politici e dalleagende parlamentari. Ma la forbice Nord-Sud si è allar-gata ed è visibile a chi percorre, anche fugacemente laPenisola. L’Unità d’Italia s’è realizzata per opera di pochiintellettuali e patrioti nell’assenza e indifferenza dellemasse contadine e artigiane, ma caso ancor più strano,non previsto dalle cancellerie europee; insomma l’im-presa di Garibaldi ha sorpreso tutti. Quando nel 1861nasce in Europa un nuovo regno il mondo politico deltempo resta sorpreso, come i vari Stati che si trovanoannessi al regno del Piemonte con i cosiddetti plebisciti.Maggiore sorpresa suscita la decisione del Parlamento diTorino di dare al nuovo Stato un ordinamento centraliz-zato e non federale come teorizzato dal movimento neoguelfo, guidato dal Gioberti e da quello laico, il cui mag-giore teorico è Carlo Cattaneo. Sulla ipotesi di uno statounitario federale c’erano gli studi degli intellettuali riuni-ti intorno al Politecnico che dimostravano come l’Italiaunificata dovesse essere federale. I vari Stati che vanno aformare il nuovo Regno sono infatti diversi per cultura,mentalità, sviluppo economico e sociale, tradizioni, usi ecostumi. Tutto questo andava recuperato e mantenuto inuna cornice unitaria. Il Parlamento di Torino, invece, sce-glie il modello centralistico forse per paura che l’unitàmiracolosamente raggiunta potesse dissolversi. Ai nuoviStati viene estesa la legislazione del regno Sabaudo e siparla subito di un Paese occupato dal Piemonte.Vincenzo Cuoco aveva detto che le leggi sono come ivestiti, quindi Stati diversi non possono avere le stesseleggi, ma la sua lezione non è stata ascoltata. Si parlasubito di mala unità, anche perché nel Mezzogiornoesplode il fenomeno del brigantaggio nella cui repressio-ne il nuovo Stato deve ricorrere all’uso massiccio dell’e-sercito e all’approvazione della legge Pica che prevedefucilazioni e impiccagioni, senza processo. Alla fine dellarepressione si contano più di trecentomila morti, tra fuci-lati e impiccati. In questo contesto anche antichi patrioti

che avevano provato le prigioni borboniche, comel’Abate Antonio Martino, Vincenzo Ammirà, mastroBruno Pelagio, Vincenzo Padula si schierano contro lamala unità. I meridionali hanno visto solo tasse su ognianimale posseduto, sulla filatura, e infine il servizio mili-tare obbligatorio in un Paese che ha bisogno di braccia. IPiemontesi occupano i punti nevralgici dello Stato e l’ap-parato industriale viene demolito o trasferito al Nord. Laquestione Meridionale viene però alla luce soltantodopo le inchieste sul Meridione condotte con coraggio ecompetenza da Leopoldo Franchetti, Sidney Sonnino eGiustino Fortunato. Ma la gravità della situazione delMezzogiorno era già stata avvertita dal Cavour, che negli

ultimi giorni di vita, parlando con i suoi familiari, si espri-meva più o meno in questi termini: non dobbiamodimenticare quei nostri poveri napoletani, così intelli-genti ma così corrotti da lungo malgoverno che bisogna-va far lavorare, reggere con leggi inflessibili e governarecon liberalità. Ma lo Statista piemontese non ha avuto iltempo d’affrontare i problemi del Sud in un’ottica unita-ria. I governi della destra storica, assillati dai problemieconomici del nuovo Stato trascurano il Mezzogiorno.Già nei primi dell’Ottocento un intellettuale scozzese,Mac Farlane, aveva scritto che il Mezzogiorno non habisogno di generali ma di strade e ferrovie. La ferrovia alSud arriva coi governi della Destra storica, ed è rimasta

tale, ma per avere i ponti sulle fiumare calabresi bisognaaspettare l’intervento di Michele Bianchi. Il Sud, dopoche esplode la Questione meridionale, migliora masenza uscire mai dal sottosviluppo in cui è stato relegato,anche per colpa della sua classe dirigente. Ma solo dopola seconda guerra mondiale il Sud respira aria nuova: siavvale della legislazione sul welfare, sfrutta i canali del-l’immigrazione e l’economia migliora e con essa lo statodella gente. La Cassa del Mezzogiorno, di cui spesso si èparlato tanto, ha realizzato tante opere di civiltà cherestano; una per tutte la trasversale Jonio-Tirreno che hacollegato la Jonica all’Italia. Ma le due Italie restano e ilproblema meridionale è grave come prima, solo che nonse ne parla più. Nell’agenda della classe politica oggi tro-viamo la questione Settentrionale. Le Regioni del Nordsi lamentano perché ricevono dallo Stato meno di quel-lo che danno. Ed è vero. Ma quanto valgono le infra-strutture del Nord: rete stradale, ferroviaria, ospedaliera,aeroportuale, sportiva costruita con i soldi di tutti?Facciamo il confronto con quello che si è speso nel Suded emerge che lo Stato al Nord spende molto di più. Gliultimi meridionalisti, come Nicola Zitara e PasquinoCrupi, avevano fatto i conti ma sono scesi nella tomba enon hanno voce. Col cambio del Titolo V dellaCostituzione, lo Stato s’è lavato le mani e delle moltecose che al Sud vanno male viene data la colpa alleRegioni. Ma l’Italia non è una somma di Regioni. Restano leopere civili e le strutture interregionali come strade e fer-rovie che sono di competenza statale. Ancora oggi nel-l’agenda politica c’è la TAV, che deve consentire allemerci di arrivare a destinazione con poche ore di antici-po, ed è giusto finanziarla, ma quanti si sono accorti chel’alta velocità da tanti anni è ferma a Salerno? La classepolitica meridionale dov’è? E il mondo dei media, dellacarta stampata e della cultura? Qualcuno che almeno cispieghi i criteri con cui vengono spesi i nostri soldi. AlSud mancano le infrastrutture, innanzitutto l’alta velo-cità fino a Palermo. Se c’è una classe politica che condi-vide, si faccia sentire.

Bruno Chinè

Se piccoli Trumpcrescono… al Sud

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Tutti noi guardiamo agli Stati Uniticome a un laboratorio nel quale sisperimentano molte cose. Dallenovità culturali e di tendenza, quasi

spesso sintesi di esperienze maturate nell’altroveglobalizzato, risultato di una nuova interpre-tazione dei rapporti sociali e di costume chesuperano anche le tradizioni per accreditarenuovi valori o nuove prospettive. Ma non solo. Lacomunità a stelle e strisce è anche uno dei piùvivaci esempi di costruzione di un’identità mul-tietnica e multiculturale, anche se ogni diversitàva poi ricondotta a una visione unitaria delleragioni di uno Stato. Ora, senza impegnarci inanalisi dei massimi sistemi, vediamo cosa ci puòaccomunare a questa grande avventura storicache sono gli Stati Uniti. Direi, tra tante altre gen-uinità, l’ormai spasmodica ricerca di un leader.Democrazia o meno, infatti, avere un leader sem-bra rappresentare una necessità esistenziale. Essa

sembra esprimere un bisogno di veder soddisfat-ta un’idea di governance attraverso una sintesidelle intenzioni che affida ad un capo le sorti diuna comunità che, comodamente e attraverso ilvoto, ritiene di dover retrocedere dal suo impeg-no diretto. Si potrebbe dire che si tratti di un otti-mo esempio di democrazia indiretta. Ma in unavisione moderna, favorita da processi diconoscenza e di partecipazione diffusa, probabil-mente ad essa si dovrebbe associare una sorta didemocrazia orizzontale, equipartecipativa e nonpiù esclusivamente verticale, ovvero gerarchico-funzionale alle ambizioni altrui. Ora, in unmondo che si manifesta secondo strumenti diprogressiva contaminazione delle anime e degliesseri, diventa difficile non tentare di emulareleader e capipopolo di vario genere.Probabilmente ciò soddisfa una sorta di pauradell’incerto e fa si che si deleghi il nostro futuro achi è sicuro di se stesso, delle sue capacità e delle

sue ambizioni soprattutto. Una realtà che non èpoi così lontana dalle nostre percezioni. Seguardassimo con occhi più attenti al nostro quo-tidiano probabilmente potremmo riconoscere,nel limite delle nostre esperienze, alcuni compor-tamenti che esprimono in modo efficace questavolontà di nuovi politici di essere copia, in erba,di leader maximi. Piccoli leader che dichiarano diassumere su di se valori etico-morali superioriquasi si trattasse di uomini voluti, se non inviati,da una Divina Provvidenza che dovrebbe fararrossire ogni fedele. Una missione per contonon si sa di chi e per che cosa che viene sistemati-camente promossa o… meglio, autopromossa cel-ebrando se stessi attraverso l’universo social ren-dendo mistico ogni selfie, quasi si trattasse di unostrumento più sbrigativo per immortalare nuoveicone della politica non solo nazionale ma, disar-mantemente, locale. Ciò rende forse più vicinicoloro che si esercitano al grande gioco dell’im-

magine ai grandi della storia, o del teatro, maga-ri utilizzando palcoscenici più modesti. Tuttavial’imitazione non sempre può dare buoni frutti.D’altra parte, la persistenza di un senso di con-vincimento che va oltre la regola, di un ego che sidistacca del senso comune del buon senso, ricol-loca l’individualismo al di sopra di ogni inten-zione di servizio. L’umiltà dei limiti e la mitezzadei termini, oltre la concretezza dei fatti, sembra-no non essere più l’unica vera strada che dis-tingue le comparse dai veri protagonisti della sto-ria, grande o piccola che sia; degli Stati Uniticome di qualche, lontano lontano, comune delnostro Sud. E ciò è più che sufficiente e ci perme-tte di comprendere l’ostentazione quotidiana diuna politica personale che non va oltre la santifi-cazione rituale, e giornaliera, di un post collocatoin ogni angolo dell’universo.

Giuseppe Romeo

C’era una volta… la questione Meridionale

Page 15: R  · di AGI Rosa Polito e il giornalista Filippo Todaro condurranno una serata dedicata a Oreste Sorace (7), nel ricordo dei quarant’anni della scomparsa del politico e sindaco

GIUDIZIARIA

Nel reato di estorsione la minacciapuò anche essere implicita, ricava-bile cioè dall'ingiustizia dellarichiesta, dalla personalità dell'a-

gente e dalla posizione del soggetto passivo.Sul punto è interessante la ricostruzione effettua-ta dal gip di Reggio Calabria all’interno di unarecente ordinanza di custodia cautelare emessa acarico di soggetti indagati per estorsione aggrava-ta dal metodo mafioso che non sono stati collega-ti ad alcuna delle consorterie operanti nel territo-rio di riferimento ma che, nonostante ciò, sonoaccusati dalla DDA Reggina di aver utilizzato unametodologia che è riconducibile a quella mafiosa.La persona offesa era certa che la richiesta didenaro rappresentasse una vera e propria richie-sta estorsiva e che avrebbe dovuto pagare noncerto per spirito di liberalità ma al fine di tutelarela propria incolumità e l'attività imprenditoriale. Va osservato, poi, che la minaccia non deve con-cretarsi necessariamente nella prospettazione diun male irreparabile alle persone e alle cose, taleda non lasciare al soggetto passivo alcuna libertàdi scelta, ben potendo ritenersi conseguita lacoartazione della volontà tutte le volte che il maleminacciato in relazione alle circostanze che loaccompagnano, sia tale da far sorgere nella vitti-ma il timore di un concreto pregiudizio; di talchéè del tutto palese l'idoneità di minacce che pro-spettino pericoli idonei normalmente ad impres-sionare e turbare il soggetto passivo.Del resto, sempre in linea generale, va rimarcatoche la Cassazione è sempre stata costante nell'af-fermare che nel delitto in questione la minacciapuò essere diretta o indiretta, esplicita o larvata,ed è da ritenersi sussistente tutte le volte in cui,avuto riguardo alla personalità sopraffattrice del-l'agente, il soggetto passivo venga a trovarsi nellacondizione di doverne subire la volontà per evita-re in caso di mancata adesione il paventato verifi-carsi di un più grave pregiudizio.Le condotte accertate costituiscono atti che com-portano una violenza privata caratterizzata dal-l'ulteriore evento del conseguimento di un ingiu-sto profitto con altrui danno, caratterizzata dallaprivazione della libertà di autodeterminazionenelle disposizioni patrimoniali del soggetto passi-vo, beni giuridici tutelati dall'art. 629 del c.p..Qualche precisazione appare opportuna in ordineall'aggravante prevista dall'art. 7 del d.l. 152/1991,contestata in parecchi capi d'imputazione agliimputati tratti in giudizio in questo processo. Occorre osservare che la ratio della disposizionedi cui all'art. 7 del d.l. 152/91 non è soltanto quel-la di punire con pena più grave coloro che com-mettono reati utilizzando "metodi mafiosi" o conil fine di agevolare le associazioni mafiose, maessenzialmente quella di contrastare in manierapiù decisa – stante la loro maggiore pericolosità edeterminazione criminosa – l'atteggiamento dicoloro che, siano essi partecipi o meno in reatiassociativi, si comportino "da mafiosi", oppureostentino in maniera evidente e provocatoria unacondotta idonea ad esercitare sui soggetti passivi,quella particolare coartazione o quella conse-guente intimidazione, propria delle organizzazio-ni della specie considerata (v. Cass. sez. VI, sent.582 del 9/4/98). L'aver commesso il delitto avvalendosi delle con-dizioni previste dall'art. 416 bis del codice penaleovvero al fine di agevolare l'attività delle associa-zioni previste dallo stesso articolo comporta, inbase alla norma in oggetto, un aumento di penada un terzo alla metà. La funzione dell'aggravan-te in parola è di reprimere il metodo delinquen-ziale mafioso, utilizzato anche dal delinquenteindividuale sul presupposto dell'esistenza in unadata zona, quale quella gelese, dell' associazionemafiosa. Ne consegue che la condotta posta inessere deve essere ricollegabile alla natura delmetodo utilizzato ossia alla forza inti-midatrice del vincolo associativo (v.Cass. VI, sent. 30246 del 5-9-2002).

Anche per il 10 agosto 2019, notte di San Lorenzo,notte di stelle cadenti, l’Associazione NazionaleCittà del Vino e il Movimento del Turismo delVino promuovono Calici di Stelle, l’evento estivopiù atteso dagli enoturisti, in programma in tuttaItalia nelle piazze e nei luoghi più belli di oltreduecento Città del Vino e in centinaia di Cantineaderenti al Movimento, per tanti appuntamentiche potranno essere organizzati durante il periodoche va dal 2 all’11 agosto.Quest’anno l’evento è dedicato al cinquantesimoanniversario del primo sbarco dell’uomo sullaluna avvenuto il 20 luglio 1969 a opera degli astro-nauti americani della navicella spaziale Apollo 11.La luna e le stelle cadenti, cielo sereno permetten-do, potranno essere ammirate non solo volgendolo sguardo verso il cielo ma anche approfittandodella collaborazione con l’UAI, l’Unione AstrofiliItaliani che anche per questa edizione sarà inprima linea per garantire la riuscita dell’evento.«Il messaggio che vogliamo rinnovare con Calicidi Stelle, quest’anno dedicata ai 50 anni dal primoallunaggio, è che il vino è sopratutto cultura e pia-cere. Quindi bere bene, in modo consapevole esempre con moderazione. Le piazze e le stradedelle nostre Città del Vino accoglieranno turisti edappassionati per una grande festa che si ripete e sirinnova ogni anno» afferma il presidente di Cittàdel Vino, Floriano Zambon.«Il vino, le stelle, i viaggi hanno in comune la capa-cità di far sognare le persone – ribadisce NicolaD’Auria, presidente di Movimento Turismo del

Vino Italia – e la nostraassociazione ha l’o-biettivo di far vivereagli enoturistimomenti che vada-no oltre la semplicedegustazione. ConCalici di Stelleportiamo in piaz-za la nostravoglia di raccon-tare l’esperienzadi visita in canti-na, per coinvol-gere tutti i parteci-panti in una serie di

serate magiche, allascoperta di questa

magnifica bevanda che è ilvino».In Calabria Città del Vino si dàappuntamento, tra gli altri, sullavetta del Monte Stella, dominantela Vallata dello Stilaro e la costadello Ionio, per gustare i vini delterritorio e parlare di stelle, oppu-re a Longobardi, dove gli enoap-passionati potranno passeggiare,assaggiare i prodotti tipici locali e

assistere a un’interessanteiniziativa convegni-stica sul brigan-taggio.

FRUTTI DIMENTICATI

Brigantessa Serena Iannopollo

Quando penso alla libertà imma-gino un gatto. Da qualche parte ho letto che ilgatto è un essere meraviglioso perché non sbattela testa come un umano a causa di accadimentispiacevoli, non si danna per cose passate o future.Il gatto, semplicemente, è! E nemmeno sa diesserlo. Dorme, va a caccia, si accoppia, fa le fusase vuole qualcosa, corre quando gli va, esce, scom-pare per un po’ e poi torna. Esiste, questo è quan-to. È essenza e basta. È nel presente. Vive qui e

ora, così come cercano di indottrinarci nell’ultimoperiodo le teorie “mindfulness”. Il gatto non sa direspirare, non se ne preoccupa affatto poiché nes-suno gli ha menzionato nulla in proposito. Gliumani invece si sentono esseri superiori semplice-mente perché pensano. O almeno ci credono. Maun essere che sa di utilizzare il cervello non mette-rebbe a rischio la propria esistenza vivendo trapericoli creati sempre e solo da umani, oppurenon sprecherebbe tempo a rimuginare su cosepassate o future. Un essere intelligente dovrebbeaccorgersi che il tempo che trascorre vivendo è

qualcosa che va assaporato nell’esatto momen-to in cui ci sta pensando, eppure perde questaopportunità. Per recuperare il tempo presentebasterebbe prestare attenzione al proprio respi-ro, perché ci renderemmo conto che in realtàabbiamo persino dimenticato come si fa a respi-rare, infatti ogni tanto abbiamo bisogno diespandere i nostri polmoni con dei respiri lun-ghi e profondi. Ci vantiamo di essere quelli evo-

luti, eppure per vivere siamo legati a pezzi di carta,oppure ci divertiamo tenendo le bestie “menoevolute” in gabbie per essere ammirate dai pagan-ti, senza accorgerci neppure del male che causia-mo, non solo alle bestie ma a quei piccoli esseriniin fase di crescita che sono i nostri amati figli, aiquali insegniamo che la tortura può essere perpe-trata ai danni dei più deboli. E poi, dall’alto dellanostra onniscienza, ci scandalizziamo se una tigre,in gabbia da sempre, azzanna il suo aguzzino.Nella nostra immensa benevolenza salviamo i

cani prossimi all’uccisione e non ci curiamo diquale sia stata la sorte di quel pezzo di bistecca nelnostro piatto, insaporito e profumato, per cui lepovere bestie vengono ammassate, spintonate,agganciate per le gambe, svuotate del loro sangue,costrette a guardare l’uccisione della bestia prece-dente, con la consapevolezza che verrà presto illoro turno. Questo è l’essere evoluto: un essereche nemmeno si ricorda di respirare, che vive incittà avvelenate, che si affanna per avere un pezzodi carta a fine mese, che non si ferma mai a pen-sare. L’essere evoluto chiude i porti, erige muri,costruisce confini. L’essere evoluto sembra moltoimpaurito dalla sua stesa specie. Allora viva i gattiche sono puro istinto, non recano danno all’am-biente, non hanno secondi fini. Se ti odiano tistanno lontano, se ti amano ti fanno le fusa. Vivai gatti, liberi, ovviamente.

L’estorsioneaggravata

CONVERSANDO

Di Gisella NaimFamiglia rosacee

Mi ricordo che la famiglia di Gisella Naim avevapiantato accanto al pozzo di contrada Rosario,com’era consuetudine a Ferruzzano, un rosaioparticolare, che comunemente veniva denomina-to Rosa dalle Cento Foglie, che indicava peròdiverse varietà di rosai antichi, dalle rose moltoprofumate, rosse o fucsia che non venivano maicolte, tranne che per la processione del CorpusDomini, quando i fedeli, specie i fanciulli, dai loropanierini che portavano a tracolla, buttavano perla strada, durante tutto il tragitto, petali di rose efiori in genere.A distanza ravvicinata dal pozzo c’erano alberi dafrutto, alcuni aranci, di cui uno di Malta (il dolce),un mandarino e un limone, mentre a cento metric’era il pozzo di Giovanni Marra che, scavandolo,aveva trovato una pietra con iscrizioni in latino,che naturalmente non conosceva, che murò nelpozzo stesso e forse era appartenuta alla chiesadel Rosario, che era stata eretta in ricordo dellavittoria cristiana a Lepanto contro i turchi nel XVIsecolo ( 1571); essa sorgeva su un pianoro nonmolto distante dal paese, con una vista magnificasul mare scintillante e ogni tanto vi veniva celebra-ta messa, ma alla fine dell’800 era stata distrutta dauna frana, trasportando i ruderi a più di cinqueseicento metri di distanza, disseminati in due o treposti. Secondo la testimonianza del defunto FrancescoPulitanò accanto alla chiesa c’era il cimitero degliAngioletti, i bambini morti in tenera età, dovenella nuda terra venivano deposti singolarmente enon venivano sepolti assieme agli adulti, peccato-ri, che invece venivano trasportati su un catafalcoin chiesa nudi, avvolti solo da un sudario e scara-ventati nella fossa comune che esisteva sotto ilsacrato della chiesa.Inoltre nell’orto che era appartenuto aMargherita Romeo, la cui madre era imparentatacon i baroni De Blasio, con tanti terreni nel comu-ne di Cardeto, esistevano alcune varietà di rosaiantichi; ella ogni tanto si recava a Cardeto nei ter-reni della madre a meditare sulla sua vita sfortu-nata; morì di parto infatti all’età di 34 anni.Il marito, Ninì Polimeni di Cardeto, dissipò velo-cemente tutti i beni che la moglie, figlia unica, cheaveva a Ferruzzano, a Cardeto e persino a Reggiocittà.Un altro rosaio antico era stato collocato accantoal pozzo, da parte della famiglia di Gisella, nel

podere di contrada Santa Maria, che prendevanome dalla chiesetta di Santa Maria degli Armeni,dalla forma di pagoda con vista sulla Rocca degliArmeni o Rocca Armenia, sconvolto da una franagigantesca nel 1996, che finì inghiottito assieme adun palmento monumentale.Ovunque pertanto nei campi a Ferruzzano,appartenenti alla famiglia della madre di Gisella,la famiglia Brancatisano, i rosai antichi eranoritualmente piantati accanto ad un pozzo, senzache si capisse il significato rituale del gesto.Quando si trattò di scegliere un rosaio tra i tantida mettere a dimora nel giardino di casa aFerruzzano Marina, ben due piante di rosa dalleCento foglie, furono riprodotte e fanno bella vistadi sé, emanando un intenso profumo; essi eranostati voluti da Gisella, figlia di Antonietta, che siricordava quelli dell’orto a Ferruzzano Superioreora completamente infestato da piante e rovi cheformano un groviglio inestricabile, che impedisco-no il transito persino nell’orto stesso, dove esiste-vano anche alcune piante di rosa Tea.Quando mi misi alla ricerca di rosai antichi, lamadre di Gisella, Antonietta mi condusse nel suogiardino e mi esibì con orgoglio le rose dalle centofoglie, le più belle di tutte le piante, ricche di peta-li dal rosa sfumato che abbellivano il suo giardinoe mi indicò il periodo adatto per la riproduzione atalea, che corrisponde al mese di ottobre, quandosenza fallire si può tentare la riproduzione, senzaneppure l’espediente moderno ed ormai di usocomune dei radicanti, che non sempre funziona-no adeguatamente.Per migliorare la possibilità di radicamento di unatalea di qualsiasi pianta, bisogna praticare allabase un piccolo spacco e mettergli dentro un semedi orzo che germoglierà e favorirà lo sviluppodelle radici della talea stessa.In alcune aree, specie per le talee di fichi, dentrolo spacco viene inserito un sassolino, mentre altriancora preferiscono pestare con una pietra laparte della talea che va sotto terra e così facendoessa emette rapidamente delle radici.Altri ancora usano, specie per le viti, seppellire inorizzontale sotto uno strato di sabbia di fiume letalee da radicare, badando a bagnarle periodica-mente con acqua.Pertanto a ottobre bisogna creare delle nuovepiante della Rosa dalle Cento Foglie e la signoraAntonietta Brancatisano ha promesso che ellas’impegnerà nella diffusione dellavarietà che rischia l’estinzione.

Orlando Sculli

Rosa dalle cento foglie

La notte di SanLorenzo tornaCalici di Stelle

BRIGANTI

Della libertà

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www.larivieraonline.com R21 LUGLIO-12 cultura “

Per accedere alla Cattolica, mirabile esempio di arte bizantina,proprietà dello Stato, e quindi un bene di tutti i cittadiniItaliani, bisogna sborsare ogni volta che si oltrepassa il

cancello ben 4 euro. Nella vallata della fiumara Stilaro vi sonoaltri due beni culturali di pari valore della Cattolica: il

Katholicon di San Giovanni Theristis, a Bivongi, e la splendidaGrotta di Montestella, a Pazzano. A entrambi si accede

gratuitamente e vi si possono osservare affreschi che nullahanno da invidiare a quelli presenti nella Cattolica di Stilo.

Lo Stato, vista lacarenza dipersonale

proprio, chelimita l’aperturadel monumento,ceda la Cattolica,

nelle formepreviste dalla

legge, ai monaciortodossi che aStilo hanno unmonastero. LaCattolica saràsempre aperta,

fruibile econtrollata.

“Alt!... Chi siete?... Cosa portate?... Sì, ma quanti siete?...Un fiorino!”Così la gag del doganiere in “Non ci resta che piangere”,film con Massimo Troisi e Roberto Benigni.Parodia, del consumismo, del tutto si paga, del tutto haun costo. Quella era ambientata nel medioevo, ma esimile alla realtà che oggi si vive accedendo a un monu-mento medioevale di Stilo e a tutti gli altri beni monu-mentali e archeologici d’Italia.Per accedere alla Cattolica, mirabile esempio di artebizantina, proprietà dello Stato, e quindi un bene di tuttii cittadini Italiani, bisogna sborsare ogni volta che si oltre-passa il cancello ben 4 euro.Inoltre, a differenza dei turisti auto muniti, che possonoaccedere direttamente nel piazzale antistante il monu-mento, gli altri e sono i più che giungono a Stilo in auto-bus, sono costretti, vista l’ordinanza comunale, che vietaai Bus di accedere a detto piazzale, di percorrere cica unchilometro in salita, sotto il sole o sotto la pioggia, oppu-re a richiesta, utilizzare un mini bus spoletta (9 posti?),che con appena due euro pro capite li condurrà dai par-cheggi di piazza Nassiria sino alla Cattolica.Giunto nel piazzale, il visitatore, viene “intercettato”dagli addetti alla biglietteria (una cooperativa privata),che stazionano dentro un alquanto brutta e assolutamen-te decontestualizzata “baracca-chiosco”, degna di unostabilimento balneare, che funge da bancomat in solaentrata, a danno dei turisti che visitano la Cattolica.Stesso trattamento è riservato anche ai cittadini stilesiche, ogni qualvolta portano amici e parenti a visitare ilpiù interessante monumento di Stilo, devono anch’essipiù e più volte pagare l’obolo.Se si è giornalisti, insegnanti, alunni, studenti di determi-nate facoltà, carabinieri, minorenni, ecc.., non si devenulla. Gli altri pagano.Un cittadino italiano, in quanto costituente dello Stato acui appartiene il bene culturale, non dovrebbe pagare perpoter ammirare quanto in esso contenuto o anche il solo

esterno, perché il bene culturale è suo, è eredità di altriitaliani come lui. Un cittadino italiano paga già versandole tasse dovute allo Stato, parte delle quali vengono aessere investite dallo Stato per la tutela dei propri beniculturali. Quindi pagando all’ingresso di musei e altro, indefinitiva si paga due volte.Nel contempo se un cittadino si reca in un qualsiasi archi-vio di Stato o biblioteca Nazionale, non paga affatto perconsultare e arricchirsi di quella cultura propria dellaNazione. Anche lì ci sono costi per restauri, conservazio-ne idonea dei libri e degli atti conservati, e vi è anche per-sonale altamente qualificato che supporta lo studioso.Eppure, l’ingresso, la consultazione e la ricerca sono gra-tuiti. Certo, se si fanno fotocopie o fotografie è giusto chesi contribuisca.Ma, se proprio si deve pagare per visitare un monumen-to o un’area archeologica, si paghi non per la sempliceentrata, ma per i servizi che lo Stato e/o la cooperativache gestisce la biglietteria forniscono a richiesta (guida,dépliant, testi, audioguide, ecc..).Si potrebbe pensare a un biglietto ridotto per tutti e chetutti devono pagare. A Troisi e a Benigni veniva chiestoun solo fiorino, bene anche da noi si potrebbe chiederesemplicemente un euro, che tutti saremmo ben contentidi pagare per accedere nei musei italiani e nell’areaarcheologica-monumentale della Cattolica.Allora potremmo visitare la bellissima Cattolica, estasiar-ci con la sua storia e della sua struttura architettonica.Mentre all’esterno, purtroppo, nel cosiddetto parcoarcheologico della Cattolica, vedremo delle rampe inlegno in via di deterioramento, con delle pendenze assur-de, che “invitano”, chi si vuole avventurare a suo rischioe pericolo ad ammirare il “nulla”.Certo il centro storico di Stilo lo si osserva, ma null’altroche giustifichi la passeggiata che si effettua all’interno diun vecchio convento di cui rimangono solo dei muri.Nessun pannello esplicativo che spieghi qualcosa né dellaCattolica né del convento. Nulla!

Nella vallata della fiumara Stilaro, definita la vallatabizantina, vi sono altri due beni culturali di pari valoredella Cattolica. Mi riferisco al Katholicon di SanGiovanni Theristis a Bivongi e alla splendida Grotta diMontestella, a Pazzano.Sia al S. Giovanni, sia alla sacra Grotta, si accede libera-mente senza pagare nulla e si possono osservare affreschie dipinti murari di elevato interesse storico-artistico, chenulla hanno da invidiare a quelli presenti nella Cattolica.Dove sta il problema?La Cattolica è dello Stato, quindi di tutti. Il San Giovanniè del comune, che lo ha dato in gestione alla chiesa orto-dossa. La Grotta della Stella è della Curia vescovile chela gestisce direttamente. In questi luoghi, gestiti da “pri-vati” non si paga. Nella Cattolica che è dello Stato sipaga, e si paga molto. Solo per accedervi bisogna sborsa-re ben 4 euro, per una permanenza media di appena 15minuti.Se stai visitando la Cattolica ed esci per prendere il caffèe ci fai ritorno, forse ti sentirai dire “Dove vai, cosa fai,quanti siete? 4 euro”!Soluzione? Forse sì!Lo Stato, vista la carenza di personale proprio, che limi-ta l’apertura del monumento, ceda la Cattolica, nelleforme previste dalla legge, ai monaci ortodossi che a Stilohanno un monastero.La Cattolica sarà sempre aperta, fruibile e controllata.Inoltre si arricchirebbe enormemente di un valoreaggiunto dato dal cospetto dei monaci che, essendo sem-pre presenti e officiando, la farebbero ritornare a essereun luogo di culto, il che la storicizzerebbe e la riempireb-be di magiche atmosfere legate alle celebrazioni ortodos-se.La Cattolica, ritornata così alle “origini”, attirerebbe aStilo e nella vallata un flusso turistico e religioso piùcospicuo. Di sicuro ne guadagnerebbe la cultura e l’eco-nomia generale di Stilo.

Danilo Franco

Cattolica di Stilo: lasciate 4 euro, o voi ch’entrate!

Un Fiorino

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www.larivieraonline.com R “cultura

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UG

LIO

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Quando e in che modo avete iniziato a muovere isuoi primi passi nel mondo della lirica?L’amore per la musica e per la lirica li ho sentiti sinda piccolo - racconta Silvestri - , essendo la mia fami-glia composta da musicisti da tre generazioni. Aseguito dei miei studi il mio debutto fu nel 2007 alFestival della Valle d’Itria, nella “Salome” di Straussal quale ebbi l’onore di prendere parte assieme a ungrande del mondo della Lirica: Sergio Segalini,scomparso da poco. L’emozione fu grandissima: laprima volta su un palcoscenico e di dimensioniimmense è indimenticabile. A quella seguironotante altre produzioni liriche. Ciascuna ha lasciato inme una traccia facendomi crescere.Dopo aver lavorato al Teatro della mia città nataleSmirne come cantante solista stabile - ci dice inveceUnsal, - nel 2004 sono venuto a fare il Biennio alConservatorio di Venezia. Poco dopo il mio arrivosono entrato nella lista d’artista di un agente liricoed è iniziato il mio percorso artistico in Italia, in altripaesi d’Europa e Asia. Mi sono stabilito nel paesedei miei sogni, l’Italia, dove ho messo su famiglia evivo da quindici anni.La Calabria e l’Opera… pare un binomio non sem-pre funzionante. Silvestri, qual è il suo punto divista a riguardo?Partiamo dal presupposto che la Calabria è unaterra bellissima e che se ben organizzata può offrireanche più di altre regioni d’Italia. Calabria e Operaè un binomio che può funzionare, ma tutto dipendeda noi, dagli addetti ai lavori, da come sappiamoessere determinati a portare avanti i progetti. Nonabbiamo nulla di meno in termini artistici. È veroche in città di altre regioni ci sono Teatri con una sto-ria più antica, ma se prestiamo attenzione inCalabria ci sono location all’aperto straordinariecome l’area archeologica di Locri Epizephiri, quella

di Cirella, oltre a bellissimi teatri di tradizione checomunque hanno una loro storia e che si prestereb-bero perfettamente a produzioni operistiche. L’ideadi poca funzionalità è un po’ colpa del passato, forse.Il presente che scorgo appare molto più bello e dif-ferente.Unsal, ci ha raccontato del suo trasferimento dallaTurchia all’Italia. Si è trattato di un viaggio obbliga-to per affermarsi come artista?A mio parere, l’artista non deve appartenere a nes-

sun luogo né deve avere una nazionalità specifica. Iomi sento un artista del mondo. Ma sicuramentel’Italia e l’Opera Italiana sono molto importanti perun cantante lirico. Questo Paese meraviglioso mi hadato tanto. Ho imparato molto e continuo ancoraimparare. Per cui, insieme a mia moglie, la SopranoAngela Matteini, abbiamo fondato un’accademialirica di alto perfezionamento in Turchia, OperaItaliana Academy, che ci permette di portare gli arti-sti italiani di fama internazionale nel mio Paese

natale e insegnare ai neo-artisti turchi come cantareveramente all’italiana: cantare sul fiato, curare l’in-terpretazione e sapere usare la lingua italiana, che èfondamentale per un cantante. L’italiano è la linguadel Teatro. In tutto il mondo, in Teatro si parla italia-no.Cosa ci potete dire della vostra partecipazione alLocri Opera Festival e come valutate il progetto nelsuo insieme?Sono molto onorato di partecipare al Locri OperaFestival - risponde Silvestri. - Finalmente, per laprima volta, dopo tanti anni, ho il piacere di cantareuno dei ruoli principali del mio repertorio nella miaCalabria. Ritengo che questo progetto sia una gran-de opportunità per la nostra Regione affinché diven-ti una meta per coloro che amano ascoltare ilBelcanto. Il Festival è ben strutturato e proponediverse specialità del repertorio lirico, dal barocco,al Belcanto fino all’opera del XIX secolo. Ce n’è pertutti gli amanti di opera lirica. È un’eccellente realtà!Domenico Gatto ha l’entusiasmo e le capacità perfare grandi cose.Trovo tutto il progetto molto professionale - affermaUnsal. - Allo staff vanno i miei più sinceri compli-menti. A mio avviso, negli ultimi anni, la qualità arti-stica in Italia si è un po’ persa e quindi prendereparte a un Festival così ben fatto e di livello profes-sionale molto altro come il Calabriae Opera MusicaFestival per me è un grande piacere. In Calabria è laterza volta che canto. La prima volta fu nel 2010,quando interpretai Marcello ne “La bohème” alTeatro Cilea insieme al mio caro amico Direttoredel nostro allestimento de “L’elisir” AlessandroTirotta, che cantava Colline. L’anno scorso sonostato Germont ne “La traviata” a Polistena e que-st’anno ritorno con il Belcore, un ruolo frizzante chemostrerà un altro lato di me.

Il 25 e il 27 luglio, presso la coorte del Comune di Locri,andrà in scena “L’elisir d’amore” di Gaetano Donizetti, che

apre il Locri Opera Festival, frutto della sinergia conl’Associazione Traiectoriae, l’Orchestra e il Coro del Teatro

Cilea di Reggio Calabria. Tra i solisti ci sarannoMassimiliano Silvestri, tenore di Diamante, che vestirà ipanni di Nemorino e Cuneyt Unsal in quelli di Belcore. Li

abbiamo intervistati e questo è ciò che ci hanno raccontato.

Domenica 14 luglio, presso il Santuario di S.Nicodemo in Mammola, al termine del campoestivo, tre giovani scout del gruppo AGESCISiderno 1, Reparto Orsa Maggiore, hannoricevuto una particolare benedizione da partedi padre Ernesto Monteleone. Martina, Ugo eGiulio, saranno infatti tra i partecipanti al 24°Jamboree (raduno mondiale degli scout che sitiene ogni 4 anni) in America. Già da tempo ilgruppo si sta preparando all'evento affinché i

tre ragazzi possano essere veri "ambasciatori"dello scautismo locale. Il Jamboree è forse l'e-sperienza più importante per gli scout e chiun-que ambisce a partecipare almeno una voltanella vita. Lo staff dei capi del Reparto OrsaMaggiore con tutti gli esploratori e le guide,augurano a Martina, Ugo e Giulio di vivereun'avventura così stupenda da riuscire a condi-viderla con tutti noi al rientro. Buona caccia!

Si è svolto, sabato 29 giugno, nella splendidacornice della chiesa di San Francesco diGerace, il primo Salotto della finanza a cura diCaterina Racco, una consulente finanziaria

che da anni lavora nel settore. Questi eventi hanno come obiettivoquello di diffondere la cultura finanzia-ria, infatti non va dimenticato chesecondo dati recenti gli italiani si trova-no nei posti più bassi nella classifica perquanto riguarda il livello di conoscen-za della materia finanziaria.

La serata è iniziata con i saluti dell'ammini-strazione comunale,

nella persona del vicesindaco SalvatoreGalluzzo, che per primo ha capito e fortemen-te abbracciato il progetto, mettendo a disposi-zione la location e l'organizzazione tecnica, insinergia con la fondazione città di Gerace nellapersona del presidente AnselmoScaramuzzino. È poi toccato a FrancescoMacrí, Presidente del Gal terre locridee, e perfinire a Ettore Lacopo, Presidente dell'ordinedei commercialisti di Locri. Il tema del salottoFinanziario è stato "Emozioni e Finanza".La dottoressa Sandra Polimeni psicologa haevidenziato quanto le emozioni guidino lanostra vita già dal momento in cui nasciamo,come ogni nostra scelta sia dettata dal latoemotivo più che dalla razionalità.La dottoressa Racco vuole essere una figurainnovativa, ponendosi come uno strumentoausiliario nell'individuare assieme ai suoi clien-ti le migliori soluzioni fra tutte quelle che ilmercato offre. Questo primo evento rappre-senta il capofila di una lunga serie che si ter-ranno in tutta la Calabria, volendo così diffon-dere la cultura finanziaria per educare allafinanza in maniera semplice e piacevole.

Tre ragazzi diSiderno al radunomondiale degli scout

A Gerace il primo appuntamentoper educare alla finanza

Dopo San Giovanni di Gerace e Martone è in uscita Ilcatasto onciario di Gioiosa in terra di Calabria Ultra(1745), il terzo volume sui catasti onciari della Vallatadel Torbido. Il libro su Gioiosa Jonica scritto daDavide Codespoti, laureato in Scienze Storiche pressol’Università della Calabria, fa parte della collana Pertabulas proposta dalla Casa Editrice PromoculturaEdizioni. Il progetto editoriale ha avuto inizio nel 2017

allorquando la Casa Editrice, nel solco degli studiavviati in tutta la Calabria da qualche decennio, hamesso il focus su un’area dalle caratteristiche morfo-logiche, pedologiche e della produzione agraria moltosimili. Lo studio è orientato pure alla conoscenza degliaspetti demografici, dello stile di vita quotidiano e l’or-ganizzazione amministrativa degli abitanti gioiosani.I dati seriali ottenuti dal catasto onciario permettonodi conoscere la società settecentesca in una visione

multiforme, non dall’alto verso il basso, ma in manieraorizzontate, ammettendo all’indagine la società nellasua completezza.Lo studio del catasto onciario di Gioiosa Jonica, ponepoi all’attenzione dei lettori alcune problematiche digrande attualità e aiuta a ricostruire e comprendere lastoria passata del territorio, che ancora incide sul pre-sente.

Giovanni Pittari

In uscita un volume sul catasto onciario di Gioiosa

Locri Opera Festival: una grande opportunitàper la Calabria che ama la lirica

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COLLABORATORI: Jacopo Giuca, Lidia Zitara, Giuseppe Romeo, Orlando

Sculli, Sonia Cogliandro, Serena Iannopollo,Gaetano Marando, Rosalba Topini, Arturo Rocca,Franco Martino, Franco Crinò, Antonio Scordino,

Giovanni Pittari.

STAMPA: Se.Sta srl: 73100 Lecce

INFO-MAIL REDAZIONE: 0964342198

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A TAVOLA CON BLUETTE “

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QUESTASETTIMANACONLOCHEFANTONIOCAMPANELLAMARACUJA RESTAURANTCAULONIA (RC)

MELANZANEM’BUTTUNATICON GAMBERETTIE CALAMARI DOSE PER 4 PERSONE DIFFICOLTÀ: FACILE PREPARAZIONE: UNORACIRCA COSTOMEDIOINGREDIENTI: 4 MELANZANEMEDIE, 300GR. GAMBERETTI, 300 GR. CALAMARI, 2SCALOGNI, OLIOEXTRAVERGINED’OLIVA,PANEGRATTUGIATO200 GR. UNBICCHIE-REDI RUMXSFUMARE, PREZZEMOLOSALEEPEPEQ.B.; FINOCCHIETTOSELVATICOXDECORARE.PROCEDIMENTO: 1)LESSARE LEMELANZANE INABBONDATEACQUAACIDULATA EAROMATIZZATAAPIA-CERE.2)FATERAFFREDDARELEMELANZANEEFATEGLI4 TAGLIETTI SUI LATI.3)PREPARATE IL RIPIENO: INUNAPADELLAVERSARE L’OLIOE LOSCALOGNOTRITATO,AGGIUNGENDO IGAMBERETTI E I CALAMA-RITAGLIATI ACUBETTI CIRCA1 CM, UNAVOLTAROSOLATI AGGIUNGETE IL PREZZE-MOLO, IL RUMEFATELOSFUMARE,AGGIUNGETE IL PANEGRATTUGIATOECON-TINUATE LACOTTURAPERUNPAIODIMINUTI.4)METTETE IL COMPOSTODENTROLEMELANZANE (NEITAGLIETTI FATTI INPRECE-DENZA).5)INUNAPADELLAVERSATEABBONDANTEOLIO, FATELOSCALDAREE FATESOFFRIGGE-RE LEMELANZANEGIÀRIPIENE. UNAVOLTABENROSOLATE LEMELANZANESONOPRONTE.6)NELFRATTEMPOPREPARATEUNAVELLU-TATADI PATATEEDELLEZUCCHINE FILONJÈ.7) INUNPIATTODI PORTATAFACCIAMOUNABASECONLAVELLUTATADI PATATE,ADAGIAMOSOPRAUNAMELANZANARIPIE-NA, DECORATECON IL FINOCCHIETTOSEL-VATICOE LE ZUCCHINE. IL PIATTOÈPRON-TO ! ANTONIOCAMPANELLA EBLUETTE

CATTANEOVIAUGURANOBUONAPPETITO!!!--- ALLAPROSSIMARICETTA ---

SEGUITEMIANCHEOGNI SABATOALLEORE13:00 SUTELEMIACANALE85 DELDDTODIRETTASTREAMING INTUTTO ILMONDOWWW.TELEMIA.IT E SUFB.:BLUETTECATTANEO - TV BLUETTE-INSTAGRAM:CATTANEOBLUETTE

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“Proseguiamo con la quarta puntata de “Lefalene della montagna”, ovvero le Brigantesse ele Donne Brigante vissute in Calabria. Questasettimana parleremo di Filomena Pennacchio,donna intrepida e temeraria che insieme a

Giuseppe Schiavone fu il terrore degli allevatoridi bestiame dal Pollino alle montagne

dell’Irpinia.

Figlia di un macellaio dell’Irpinia, Filomena, per aiutare lafamiglia, ancora giovanissima andò a servizio come sguatte-ra presso le famiglie dei notabili del luogo. Il lavoro era umile e la paga assai misera, ma Filomena, purlavorando intensamente senza lamentarsi, tra una stovigliada lavare e una da asciugare, sognava ben altra vita per il suofuturo.Un tardo pomeriggio d’estate, sulla strada del ritorno incon-trò un giovane di bell’aspetto che le sorrise e le fece qualchecomplimento. Filomena si schermì arrossendo, ma la cosale fece piacere e il giovane diventò più audace.“Dai, monta a cavallo e vieni via con me” – le disse l’uomo.“Con voi? Ma siete pazzo? Chi siete?”“Chi sono io? Tu non mi conosci, ma tuo padre mi conoscebene. Sono Giuseppe Schiavone e tu sei Filomena, non èvero?”“Sì, sono Filomena!”“Dai, monta a cavallo, e non aver paura. A tuo padre cipenso io!”Filomena montò a cavallo e da quel giorno condivise la lati-tanza con Schiavone, il brigante più famoso e più spietato diquelli che imperversavano dalla catena del Pollino alle mon-tagne dell’Irpinia.La nuova vita da brigantessa rese Filomena intrepida etemeraria e insieme a Giuseppe Schiavone divenne presto ilterrore degli allevatori di bestiame di tutto il territorio.Durante le loro scorrerie era sempre in prima fila negliassalti alle masserie per il furto del bestiame e per i seque-stri di persona e presto la gente imparò a temere più lei cheil resto della banda.In breve tempo l’ex sguattera riuscì a conquistare la stima eil rispetto di tutti i componenti della banda, non solo perpaura, ma anche per una sorta di ammirazione per i suoisorprendenti slanci di generosità verso i familiari delle vitti-me della banda Schiavone e per aver voluto, in diverse occa-sioni, risparmiare la vita a persone disarmate ed indifese.Di Filomena si disse che era stata l’amante non solo diSchiavone, ma anche di Carmine Crocco, il capo dellebande lucane, e dei suoi due luogotenenti, Donato Tortorae Ninco Nanco.A proposito di Ninco Nanco, mi va di riferire una piccolacuriosità. Qualche domenica fa gironzolavo, in compagnia di miamoglie, nelle stradine attorno al Pantheon. La sera primaavevo terminato la ricerca per il servizio che state leggendoe un nome su tutti mi aveva colpito perché sembrava il verso

di una filastrocca o di uno scioglilingua: Ninco Nanco,appunto.Proseguendo nella passeggiata, stavo giusto raccontandoalla Peppa dello strano nome, ma all’improvviso per poconon mi venne un colpo, perché sulla porta di un ristoranti-no che affaccia su uno slargo si materializzò incredibilmen-te una bella insegna coloratissima: “Ristorante NincoNanco”. Se passate da quelle parti, ne avrete la conferma.Riprendiamo il discorso.Di donne nella banda Schiavone ve n’erano diverse e le dia-tribe tra loro erano frequenti, ma fu la gelosia di RosaGiuliani a provocare i guai maggiori all’interno del gruppo.Cosa era successo?Era successo l’inevitabile. Filomena Pennacchio era diven-tata, ovviamente, la nuova compagna di Schiavone, maRosa Giuliani, da tempo membro importante della banda easpirante al ruolo, come dire? di first lady, livida di invidia epazza di gelosia, decise di vendicarsi denunciando la bandaalla polizia che la stava braccando dappertutto.Una mattina brumosa e fredda di un autunno uggioso, i

gendarmi sorpresero nel sonno Schiavone e alcuni dei suoiuomini che non poterono opporre alcuna resistenza.Nel giro di qualche settimana furono processati e condan-nati a morte.Prima di morire Schiavone volle vedere ancora una voltaFilomena, in attesa di un suo figlio, e l’incontro fu tenerissi-mo e straziante. Il feroce bandito si gettò ai piedi della san-guinaria brigantessa e baciandole mani, piedi e ventre, lechiese perdono.Filomena forse perdonò il suo uomo, o forse no, ma certa-mente non visse nel ricordo del compagno fedifrago. Allettata dalla promessa di uno sconto di pena, continuò avuotare il sacco e con le sue rivelazioni fece catturare unaltro luogotenente di Crocco, Agostino Sarchitiello, e le bri-gantesse Giuseppina Vitale e Maria Giovanna Tito.Filomena Pennacchio fu condannata a venti anni di carcere,ma dopo appena sette anni tornò a casa e presto fu dimen-ticata da tutti.

Enzo Movilia

Occorre rendere onore al mite ferroviere, oggi pensiona-to, Francesco Canzonieri che con saggezza e sognantedeterminazione ha passato molto del suo tempo libero acompilare un volume dedicato a Siderno e alla sua storia.Il libro ha un bel titolo “Per non dimenticare” e non ha lacopertura tipografica di un editore. È un volume artigia-nale che Canzonieri ha confezionato da solo e in pochecopie con l’aiuto di una tipografia, che ammette ,gli hafatto prezzi di favore. Per gli amici più cari ha compilatoun breve riassunto nel quale in una silloge appassionata estoricamente precisa unisce aspirazioni e testimonianze dipersonaggi di Siderno che hanno fatto grande la demo-crazia del nostro tormentato paese.“Un tempo Siderno divenne grande a seguito di un’inva-sione di gente venuta da altre regioni che si insediò inmodo stabile in questa marina con lo scopo di sfruttare almeglio le nostre risorse. I cittadini non hanno avuto pauradi quella invasione, né gli amministratori locali all’epocaimpaurirono gli abitanti considerandoli gente pericolosa ebarbara. Portarono idee innovative, aprirono attività com-merciali, comprarono appezzamenti di terre e avviaronoun’agricoltura avanzata. Hanno creato lavoro e occupa-zione per i nostri cittadini, hanno portato denaro e lohanno investito in attività produttive”.

Questo l’incipit suggestivo della sinossi che ha il respirodella buona politica. PoiCanzonieri si inoltra nel diffi-cile cammino del presente econ l’abilità di concreto nar-ratore evoca un sogno da luiaccarezzato. Nella tempestadi un mare agitato imbarca-zioni di naufraghi, nell’im-potenza degli abitanti diSiderno, furono salvatidalla Madonna diPortosalvo. Canzoniericon la semplicità ingenuadi credente elabora unabella interpretazione psi-canalitica del suo sognoche anche SigmundFreud avrebbe apprez-zato. Il buio è lo stato diabbandono della città,il mare in tempesta le pauredella popolazione, il pianto dei bambini simbolo dellafamiglia in pericolo, il miracolo perché i migranti sono

una ricchezza “accoglieteli e amateli”. Pare di capire cosìcome fece a Riace il sindaco Mimmo Lucano e come sug-

gerisce il papa Francesco. Ma il presente non puòessere interpretato se non si raccoglie l’eredità dichi per la libertà, la solidarietà ha impegnato lavita.Ed ecco la galleria degli uomini illustri e gli avveni-menti che dopo la Resistenza diedero spazio acambiamenti e lotte di grande significato. I fatti diReggio Calabria, i parlamentari di Siderno:Albanese, Colautti, Condarcuri,Fragomeni, Fuda,Reale, Errigo. E poi i politici di maggiore fama: ilministro “dei contadini” Fausto Gullo di Catanzaroe il segretario della Federazione comunista diCosenza Paolo Cinanni , amico di Cesare Pavese,uomo di spessore culturale ineguagliato. Infine unarassegna dettagliata di avvenimenti d’importanza epo-cale per Siderno e la Calabria. Che aggiungere? Senon un grazie accorato al ferroviere FrancescoCanzonieri per questo dono che offre a tutti coloro checredono all’emancipazione dei lavoratori e all’impegnoper rafforzare la democrazia. “Riviera” sarà capace direndergli il migliore degli omaggi.

Matteo Lo Presti

“Per non dimenticare” un volumededicato alla storia di Siderno

Filomena Pennacchio, la brigantessacalabrese più temuta dagli allevatori

DIDASCALIE FOTO 1: Filomena PennacchioFOTO 2: Filomena Pennacchio,Giuseppina Vitale e MariaGiovanna Tito

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AttoriLele Nucera posaassieme all’attoreNinni Bruschetta amargine delle ripre-se della fiction Rai“Angela”, svoltesiquesta settimana aMonasterace.

Ammaliati dal gusto locrideoUn giovane cameriere de “La Cascina” posa assie-me agli attori Ninni Bruschetta e Giuseppe Zeno,

che hanno scelto il locale di Roccella per scoprire igusti unici della Locride durante gli intervalli delle

riprese della fiction Rai “Angela”.

Effetto mimeticoL’onorevole FrancescoCannizzaro si reca a fare unsopralluogo in un cantieresfoggiando con grande clas-se una tenuta da operaio.L’effetto che ne viene fuori,tuttavia, è quello di un pocofelice tentativo di mimesi…

Pause saporiteVanessa Incontrada fa tappa alGambero Rosso di Francesco Sculliper prendersi una gustosa pausadalle riprese di “Angela”, la fictionRai che l’ha portata questa setti-mana a Monasterace.

Una coppa tanto ambitaMartina Galluzzo, assieme a

Massimo Cataldo, dopo aver vintol’ennesima partita di Tennis ricevela meritata coppa del Tennis Club

di Siderno.

Un grande traguardoRoberto De Angelis festeggia la

laurea di Anna, dicendosi onoratodi essere stato in qualche modopresente nel raggiungimento di

questo suo primo grande traguar-do professionale.

Tour promozionaleIl nostro direttore editoriale,Ilario Ammendolia, ha trascor-so un’intera settimana in giroper l’Italia per presentare, assie-me a Mimmo Gangemi, le pro-prie ultime fatiche letterarie.

Versione notturnaMimmo Fiorenza, trasformato il suocompleto da lavoro in un perfettoabito da sera, è stato il protagonistaassoluto del cooking show Barbechiùorganizzato a Locri da Le Club la scor-sa settimana.

Tratti antichiIl mitico Bellini si confronta

con il professore EnzoD’Agostino in attesa del

proprio turno dal barbiere.In questa foto si scorgono

ancora i tratti di unaSiderno antica, fatta di per-

sonaggi unici.

Sensi UniciIl simpatico AndreaLeonardo, dopo averfatto sganasciare tuttaSiderno, si è messo inviaggio alla ricerca dinuove sfide della risa-ta, approdando inremoti lidi dai nomidal gusto davverodubbio.

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