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Regione Autonomadella Sardegna

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Comune di Pula SoprintendenzaArchivistica

per la Sardegna

~e

Episodi dellastoria di Pulaattraverso i documenti

dell'Archivio Comunale.

Materiali della mostra "Piccoli Ciceroni"

4-5 giugno 2003.

IstitutoComprensivo

Statale"Benedetto Croce"

Pula

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MOSTRA E CATALOGO

Ricerca documentaria, t esti e grafici:

Maria Assunta Congera, Francesco Cadau, Paola Bellisai, Mariangela Filigheddu,

Gabriella Lazzaro, Mariella Mulas, Alessandra Murgia, Natalina Piga,

Annalisa Uccheddu, Maria TèresaVilla.

Allestimento mostra:

Franca Biccai, Palma Birtolo, Nicoletta Bovati, Stifania Campus,

Maria Assunta Congera, Antonietta Fois, Gabriella Lazzaro, Mariella Mulas,

Alessandra Murgia, Fernando Orrù, Natalina Piga, Augusto Porceddu,Maria TèresaVilla.

Materiale fotografico:

Soprintendenza Archivistica per la Sardegna (Antonio Venturoli) tavv.1- 6, 9-11,

16,19-24,32,33,39,40,42,45 - 51,55,56,58,62,63,65,66;

Maria Dessì tav.75, Marisa Dessì tav.25, Angioletta Loi tavv. 17, 18, 3O, 38, 43,

61,69-75,77-81, Remigio Zucca tav. 81,Annalisa Uccheddu tav.7,

Francesco Cossu (stemma comune).

Le Joto delle tavv. 12-15 sono state gentilmente concessedal dottoPaoloAmat di San

Filippo; si ringrazia la casa editrice llisso per le tavv. 42, 44.

Coordinamento "Piccoli Ciceroni":

Maria Assunta Congera, Maria Tèresa Villa.

Grafica e illustrazione di copertina:Alessandra Murgia.

Impaginazione:

CreartAWS - Cagliari.

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Indice

Presentazioni

"Frammenti della nostra storia"

La Mostra dei Piccoli Ciceroni

I documenti:

L'asilo infantile-fL~1~ La scuola dementare

Gli abitati scomparsi

Le miniere dimenticate

r~')f~'~ Fesre, cdebraziorn e giochi pubblici

La sanità pubblica

L'acquedotto

Le curiosità

Pula antica

I Piccoli Archivisti

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Istituto Comprensivo Statale "Benedetto Croce" - Pula

JV'el corso della mia esperienza maturata in diverse scuole in cui ho

prestato servizio, sia come docente che come dirigente scolastico, mai

mi era capitato di notare quale passione e attaccamento i ragazzi

delle medie siano capaci di profondere nel!' apprezzare la storia e le tradizioni del

propno paese.

In una società ''globalizzata'' come la nostra, in cui tutto sembra ruotare attorno ai

ritmi dettati dal consumismo, dalle mode, dove sempre più spesso le regole comportamentali

e sociali vengono appiattite in atteggiamenti qualunquistici e impersonali, condizionate

come sono dall'imperante modello televisivo, evidenziare passione e attaccamento alle

proprie radici negli adolescenti sembra un fatto assolutamente straordinario.

Di fatto lo è.

È altamente signifìcativo (e per questo, per l'appunto, straordinario) l'esempio che

scaturisce dalla partecipazione dei ragazzi di Pula, in modo attivo e convinto ed in

gran numero, alla plurisecolare festa di "Sant' Efis"; essi si rendono protagonisti nelle

processioni in costume, negli addobbi del paese, nel contribuire fattivamente ad aaogliere

in casa parenti e amici provenienti da altri paesi della Sardegna, dal continente o

dall' estero, per condividere con questi ultimi e le famiglie di appartenenza la gioia

della festa. Partecipazione attiva e convinta unita a protagonismo "contagioso", che

coinvolge anche chi ha le proprie origini altrove, oppure abita a Pula solo temporaneamente.

È in circostanze come questa che si evidenzia concretamente la passione per la propria

storia, per le tradizioni del proprio paese; qui entra in gioco una variegata rappresentazione

di molteplici aspetti culturali differenti: storia, leggenda, fede, celebrazione del rito

religioso in ricordo e commemorazione di eventi drammatici, tradizione,jolclore, senso

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di appartenenza. Ognuno di questi aspetti si tramanda da secoli, immutato; ognuno

di questi aspetti èpresente nei racconti dei Nonni, spessoospiti delle classiper narrare

ciò che Pula era...

Il Progetto "Piccoli Ciceroni", non a caso,è stato ideato per consolidare questo "senso

di appartenenza", già ampiamente diffuso, probabilmente, per il fatto stessoche Pula

vanta una storia secolare,che la lega indissolubilmente a Nora, insediamento sorto

su un preesistente sito nuragico,poi città Jenicia, punica e romana.

Il lavoro sviluppatosi attorno "Piccoli Ciceroni" ha ciffrontato diverse tematiche,ognuna

delle quali ha avuto un'impronta metodologica con la ricerca "sul campoJ)e con il

successivoapprofondimento su variefonti, oltre che su vari fronti. Il percorso didattico

è stato impostato, in generale, sullo studio della storia della Sardegna, ha privilegiato

la conoscenzadel sito archeologicodi Nora e dei documenti custoditi presso l'Archivio

Storico Comunale di Pula.

Gli alunni hanno iffettuato un ottimo lavoro, conseguendo risultati veramente

incoraggianti,jrutto di un impegno costante,all'insegna della "curiosità" e della voglia

di 'Jare storia" in maniera innovativa rispetto ai modelli ed ai canoni della classica

"lezione frontale", instradati verso la completa acquisizione degli obiettivi da docenti,

interni ed esterni, capaci e motivati.

Un plauso e un ringraziamento vadano alla costante efattiva collaborazione del

Comune di Pula, che, oltre alla disponibilità degli Amministratori e del Personale,

si è sempreadoperatoper agevolareil lavoro degli alunni, rimuovendo con tempestività

gli intoppi di ordine logistico ed organizzativo che talvolta, inevitabilmente, si sono

presentati.

Grazie, in modo particolare, alla Soprintendenza Archivistica della Sardegna, che ha

diretto con competenza il lavoro d'Archivio, e al contributo della Regione Sardegna,

senza il quale "Piccoli Ciceroni" non avrebbepotuto decollare.

AdeleDamiano

Dirigente Scolastico Istituto Comprensivo"Benedetto Croce" di Pula

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-Comune di Pula

uV'on è usuale che gli alunni delle scuole medie si rechino nel palazzo

municipale, se non per compiere le consuete visite finalizzate alla

scoperta e alla conoscenza del!' Istituzione che regola la vita del

proprio paese. Il tutto, abitualmente, si svolge sotto forma di una veloce carrellata fra

aula consiliare, sala giunta, gabinetto del Sindaco, tra una domanda e l'altra su come

funziona l'anagrafe o su quali siano lefunzioni degli Assessori. .. e così via.

Stavolta è stato diverso. Per ben tre anni scolastici consecutivi le porte del Municipio

si sono aperte per ospitare dei ragazzi in gamba, motivati, curiosi, disciplinati.

Essi, puntualmente, si sono recati nella Casa Comunale per "rovistare" nello scrigno

in cui è racchiusa la storia di Pula, animati da una buona dose di curiosità e da un

tocco di ambizione quasi "professionale".

Per quanto ci riguarda, si è trattato di consentire un qualcosa di straordinario, giacché

permettere l'accesso ai documenti custoditi nell'Archivio Storico del Comune di Pula

non è cosa di poco conto, dato il valore storico di numerose testimonianze epistolari e

documentaristiche e lafragilità oggettiva del materiale che vi è custodito.

Ma la fiducia che ha determinato di riporre nella serietà dei giovani studenti un

patrimonio tanto prezioso e delicato, è stata ampiamente ripagata dai risultati ottenuti,

che sono stati davvero eccellenti; si constata, infatti, già dalle prime pagine che

compongono questo catalogo, in cui traspare l'impostazione di un lavoro ineccepibile

sia sotto il profilo organizzativo, sia per quanto concerne la meticolosità della ricerca

€ffèttuata.

In conclusione, sentito anche l'autorevole parere della pro] ssa Damiano, Dirigente

Scolastico dell'Istituto Comprensivo, e dei docenti che hanno coordinato il lavoro, non

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si può che condividere la soddisfazione per il pieno conseguimento degli obiettivi

culturali e didattici raggiunti con il progetto "Piccoli Ciceroni JJ.

Speriamo e ci auguriamo che questa esperienza si ripeta, magari approfondendo lo

studio d'archivio, oppure sotto qualsiasi altraforma chesia utile per ampliare e rafforzare

la collaborazione fra la Scuola dell' obbligo e il Comune di Pula.

Pietro PintoriCommissario Straordinario

del Comune di Pu/a

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Soprintendenza Archivistica per la Sardegna

{5on sincerasoddiifazione, direi quasi congioia, vediamo fermati sulla carta

di questa pubblicazione i risultati dell'ormai biennale collaborazione tra

la Soprintendenza archivistica per la Sardegna, nelle persone dello scrivente

e della dottoressa Luisa Piras, e le docenti e gli alunni dell' Istituto comprensivo

"Benedetto Croce" di Pula. Una collaborazione sul piano didattico che ha visto la

piena valorizzazione delpatrimonio documentario del comune di Pula, evidenziandone

le potenzialità nell' ambito della ricercastorica e soprattutto contribuendo alla crescita

intellettuale e culturale dei suoi più giovani cittadini. Injàtti l'archivio storico comunale

di Pula si presenta, nell'ambito del panorama regionale del settore, come un complesso

di tutto rispetto per antichità (vi sono conservati documenti risalenti alla nascita del

consiglio di Comunità, alla fine del Settecento) eper completezza, grazie alla vivacità

che, sul piano amministrativo, ha sempre caratterizzato questo Comune, considerati

la vicinanza alla capitale dell'isola e il suo ruolo in passato di capoluogodi mandamento.

Non è stato difficile quindi indicare diversi percorsi di ricerca che le docenti hanno poi

sviluppato in modo intelligente e appassionato con i loro alunni. Non saremmo sinceri

però se, accanto a questi motivi di soddiifazione non manifestassimo anche la nostra

inquietudine per la situazione attuale dell'archivio storico comunale di Pula,

insoddiifacente sul piano delle strutture: essomerita inveceper le sue caratteristiche,

esaltate da questa pubblicazione, la cura più attenta da parte dell'amministrazione

comunale, sia dei vertici amministrativi che del personale.

Ci auguriamo sinceramente che questa iniziativa editoriale dia un contributo

fondamentale in questo senso.

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Roberto Porrà

Soprintendente Archivistico Reg<?ente

per la Sardegna

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Soprintendenza Archivistica per la Sardegna

ff l mio primo incontro con alcune classidell'Istituto comprensivo"Benedetto

Croce" di Pula avvenne nella primavera del 2002.

Assieme al collegaRoberto Porrà, dopo una prima indagine conoscitiva

del materiale documentario presente nell'archivio comunale, si avviò un progetto di

ricerca storica che coinvolse direttamente docenti ed alunni, attraverso un percorso

didatticojormativo finalizzato all'uso dellefonti archivistiche.

Le classi, accompagnate dai rispettivi insegnanti, mi sembrarono a prima vista più

interessate a una giornata vacanziera che alla ricerca storica attraverso quelle vecchie

carte polverose e per nulla attraenti, sulla lettura delle quali, comunque, nutrivo la

speranza trovasseropian piano un certo interesse,attratti dalla scopertadi avvenimenti

- passati e a loro sconosciuti.

Il primo documento sottoposto all' attenzione dei ragazzi fu un' antica carta, trovata

all'interno di unfascicolo sopravvissuto inaspettatamente all'incuria dovuta alle alterne

vicissitudini cui è stato sottoposto l'archivio. Il documento riguardava la ripartizione

di un contributo e sembrò adatto a stimolare la fantasia dei giovanissimi ricercatori,

perché conteneva l'elenco dei capijamiglia del paese all'inizio dell' Ottocento.

Vi comparivano nomi e cognomi ancora in lingua spagnola, tra i quali speravo che i

ragazzi, cimentandosi nella dif.ficile lettura, trovassero qualche omonimia con quelli

attuali o addirittura riconoscesseroqualche loro antenato per coinvolgerli nella discussione.

Cosìfu, e questoprimo approccioservì a vincere la dif.fidenza e il timore di cimentarsi

con una realtà del tutto sconosciuta alla loro esperienza di studenti e diede inizio ad

un curioso e stimolante confronto con il mondo degli archivi chesi è ripetuto nel tempo.

Ovviamente tutto ciò èstatofavorito dal proficuo rapporto instaurato congli insegnanti,

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che hanno preparato e sostenuto i ragazzi durante il percorso della ricerca storica

iffettuata a diretto contatto con lefonti d'archivio, da cui sono emersi piccoli e grandi

avvenimenti, comunque sempre inediti, della comunità pulese.

Gli ottimi risultati di questa esperienza, conclusasi a fine anno scolastico con una

mostra espositiva, rappresentano una conquista per noi archivisti che cerchiamo di

rendere il più possibile fruibili i documenti degli archivi considerati per lungo tempo

luoghi oscuri e dijJìcilmente accessibili all'utenza comune.Luisa Piras

Soprintendentza Archivistica

per la Sardegna

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Istituto Comprensivo Statale "Benedetto Croce" - Pula

4 'anno scorso ci è stato proposto il lavoro in archivio per ricercare, tra i

vecchi documenti, le iriformazioni e le curiosità della Pula antica.

La prima impressione,nel vedereil piccolo ambiente ricolmo di documenti,

disordinato epolveroso, è stata un po' opprimente. Poi, iniziato il lavoro,

ci è stata messa a disposizione l'aula consiliare che ha resopiù gradevole il nostro

compito. Nello sfogliare i documenti logorati si facevano spazio, nella nostra mente,

idee curiose al pensiero che quelle pagine ingiallite, scritte con il pennino, fossero

appartenute a persone vissute più di cento anni prima.

La ricerca diventava affascinante e a tratti sconvolgente,per le minuziose descrizioni

e i fatti che a noi apparivano quasi assurdi. La grcifìa inizialmente era incomprensibile

e i fogli rovinati rendevano difficoltosa la lettura.

Con il passare del tempo, anche il nostro occhio,con un po' di sforzi, si è abituato e

abbiamo proceduto più spediti e interessati.

In conclusione, questa attività è stata decisamenteproduttiva e si è sviluppato in noi

il rispetto versogli oggetti e le testimonianze del nostro passato: speriamo che altri

ragazzi, in futuro, possano rivivere questa esperienza.

Gli Alunni

dell'Istituto Comprensivo Statale"Benedetto Croce"- Pula

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~ on la mostra tenutasi a Casa Frau il 4-5 giugno 2003 l'Istituto

Comprensivo "Benedetto Croce" di Pula, con le classi dei corsi

B e D, ha presentato al territorio i risultati di due anni di lavoro.

Con l'anno scolastico 2003-2004 si conclude il percorso iniziato nel 2002

quando prese il via il progetto "Piccoli Ciceroni crescono" finanziato dalla

Regione Sardegna ai sensi della L. R. 26 1997 che promuove lo studio e la

diffusione del patrimonio culturale e delle tradizioni della Sardegna.

Nel corso del triennio gli alunni delle prime, delle seconde e delle terze T.P.

si sono cimentati nel ruolo di ciceroni nel sito archeologico di Nora; hanno

attivamente partecipato ai seguenti laboratori:

. Storia della Sardegna.

. Realizzazione in polistirolo di modellini di nuraghe, domus de janas,

una pinnetta, una tomba di giganti.Ricostruzione di arco, balestra e frecce di epoca medievale.

Riproduzione delle ceramiche del Fondo Pula e del mosaico di Anfitrite.

Produzione di una Storia di Nora a fumt:tti, di una guida di Pula e diun libro "Da Nora a Pula".

. Creazionedi dépliantal computer.. Ricerca d'Archivio.

. Realizzazione di una videocassettacon i Ciceroni" al lavoro".

. Realizzazione di un CD che riassumel'attività del triennio.

A conclusione di tutto, questo catalogo con le scoperte più significative che

l'Archivio comunale ci ha svelato. Riscoprire nelle vecchie foto scorci del

.

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proprio paese, sepolti nel passato, è come rinvenire un ritratto ingiallito della

nonna. Ritrovare nel polveroso archivio comunale uno scambio epistolare,

una richiesta di sussidio, una qualunque comunicazione, lieta o meno lieta,

è un pezzetto della nostra storia di cui vogliamo fare partecipi coloro che

non hanno la fortuna di poter curiosare tra quelle fragili carte macchiate dal

tempo ma tanto preziose. Questo è ciò che abbiamo fatto con i nostri alunni.

E' una ricerca frammentaria e parziale, ma svolta con curiosità, interesse eamore.

Casualmente abbiamo scoperto fatti che, per diversi motivi, hanno attratto

la nostra attenzione. Guidati dalla mano esperta di Roberto Porrà e di Luisa

Piras della Soprintendenza Archivistica per la Sardegna abbiamo seguito

alcune linee-guida di ricerca, successivamente arricchite con vecchie fotoe interviste.

Questo è stato possibile grazie alla disponibilità e alla collaborazione dei

dipendenti comunali, il signor Mauro Melis e la signora Maria Fara;

del dotto Paolo Amat di San Filippo; della signora Angioletta Loi per l'ampia

raccolta di documenti fotografici d'epoca messa a nostra disposizione;

dei signori Giampietro Maxia, Marisa DessÌ, Maria DessÌ, Remigio Zucca,Salvatore DessÌ.

Ringraziamo le autorità comunali per averci consentito la consultazione deidocumenti.

Un ringraziamento speciale a Andrea Piras e Andrea Angioni, alunni della

3" B, che con la loro competenza hanno salvato più volte il lavoro dalle"insidie informatiche".

Maria Assunta Congera e Maria Teresa Villa

Le Coordinatrici del Progetto

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4 - 5 Giugno 2004Casa Frau - Pula

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Veduta dellaCasa Frau di Pula dove si tenne la mostra dei "Piccoli Ciceroni",

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tav.1 - vedutaparzialedellamostraa C~a Frau.

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tav. 2 - Particolare di un cartellone in mostra a Casa Frau.

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tav. 3 - Cartelloni in mostra con copie dei docnmenti dell'Archivio di Pula.

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tav. 4 - Cartellone con piante e gr<ifìd.

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tav.5 - Piaoli Ciceroniin attesadi visitatori.

tav.6 - vedutadellamostra.

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I Villaggi della Curatoria di Nora*.

-f!e incursioni vandaliche e la successiva occupazione della Sardegna,

avvenuta tra il 456 e il 466, furono tra le cause del declino di

N ora, perché determinarono la fine dei traffici marittimi,

principale risorsa economica. (1) Sicuramente fu allora che iniziò

l'abbandono della città; l'Anonimo Ravennate cita N ora definendola

"praesidium)). Ciò sta a significare la mutata condizione da centro urbano a

fortezza. La situazione ebbe un brusco peggioramento con le incursioni

arabe, che nel IX sec., in età bizantina, provocarono lo spopolamento delle

città costiere, i cui abitanti si rifugiarono nei villaggi dell' entro terra. (2)

È risaputo che per poter meglio controllare tali scorrerie, non appena queste

si verificarono (703-704), il giudice provinciale diede disposizione di innalzare

castelli fortificati alle spalle degli abitati costieri, più con funzione di

contenimento che di protezione.

Il castello di Pula, localizzato a E dell' omonimo abitato, sicuramente fu tra

quelli edificati a tal funzione. In un documento antico, una pergamena

pubblicata dal Lamarmora, vi sono notizie relative alla sua occupazione da

parte degli arabi nel IX sec. e a una successiva liberazione. (3)

N elI' altra facciata si leggono le testimonianze di una seconda incursioneavvenuta tra il X e l'XI sec..

In età giudicale (a partire dal 900) la regione era compresa nella curatoria

di N ora che si estendeva da Capoterra (divenuta poi capoluogo) a Domus

de Maria e contava diversi villaggi la cui individuazione e localizzazione

risulta tuttora problematica. (4)

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tal'. 7 - Pula. "Su casteddu" visto dalla statale per Pula.

Il Fara nella Chorografia Sardiniae fornÌ questo elenco: Chia, Salioni, Orto

Giacob, Torralba,Vestari,Villanova, Petrasale, Cuchi, Petrasterrita, Carabione,

Pauli de castelli di Pula e di Santisconata (quest'ultimo è stato localizzato dal

Casula nel territorio di Domus de Maria). Pare che i borghi e i due castelli

negli anni intorno al 1584 fossero disabitati, dal momento che nell' opera

suddetta, il Fara riferendosi ad essi utilizzò 1'espressione "andarono in rovina".

Nel "De rebussardois"fa menzione dei villaggi della curatoria di Nora,posseduti da alcuni feudatari. (5)

Sempre a proposito della circoscrizione curatoriale di Nora, l'Angius (6)

enumera una serie nutrita di centri abitati. Oltre agli abitati già noti al Fara,

riproposti talora in varianti grafiche egli cita N ora, che inizialmente rivestiva

la funzione di capoluogo, Giunguinis (Maremma di Pula), Masau, Pula Villa

(e Castello), Salis, San Filippo, San Giacomo, Santa Maria, Santa Ostia, San

Vincenzo, Sesano e Seliu. Egli riporta anche una "Nota de' Feudi" che

secondo il Fara fu redatta nel 1358, nella quale oltre ad alcuni villaggi sopra

nominati, vengono menzionati Terralba,Vestari eVillanova i quali si trovavano

vicini a quello di Pula già di proprietà dell'Enteça.Si può osservare la doppia

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menzione di Pula nella versione attuale (con la specificazione Villa e Castello)

e in quella originaria di Palude di Nora. Riferisce, inoltre, che ai piedi del

castello precedentemente menzionato era ubicato il borgo più volte ricostruito

dopo gli abbandoni dovuti alle incursioni degli arabi. È probabile che esso

sia stato fondato dagli sfollati provenienti da Nora. Nominato nel 1089

nell' elenco dei Beni du Prieure Saint Saturnin, risulta abitato nel 1349-51

e abbandonato tra il 1415 e il 1472. Ripopolatosi intorno al 1630, fu distrutto

dalla peste e dai pirati nella seconda metà del XVII sec.. La ricostruzione

avvenne nel 1728 circa, vicino alla precedente collocazione. (7)

La curatoria di Nora ebbe a capoluogo l'antica città che in epoca giudicale

è menzionata come S. Evisi de Mira o de Nura, prima che questa venisse

abbandonata a causa delle invasioni saracene. La Località Ecclesia Santi Evisi

de Nora come viene citata dal Tola e nelle carte dell'abbazia di San Victor,

prende il nome dalla chiesa di Sant'Efisio, edificata nel luogo in cui sorgeva

un oratorio paleocristiano; il culto di tale santo appare attestato a partire

dall'XI sec.. Nel 1089 il giudice cagliaritano Costantino, cedeva la chiesa ai

Vittorini di Marsiglia che la ricostruirono nelle forme attuali. (8)

Lo stanziamento di Santa Ostia citato dall'Angius potrebbe in realtà riferirsi

alla località Cala d'Ostia (I.G.M.I.E 573 sez. I Domus De Maria), nel territorio

pulese (9) così come Salis o Salioni o Casteddu de Montesali (I.G.M.I.E 573

sez.I) i cui resti si trovano nelle alture della località pulese di Piscina Manna.

Diversamente il sito di San Filippo, sempre menzionato dall' Angius, è stato

individuato nel territorio di Villa San Pietro (I. G.M.I. E 565 Sez. II).

Il toponimo, di probabile origine medioevale, appartiene ad un' area localizzata

nel territorio comunale suddetto in cui è stata segnalata la presenza di

un'antica chiesa, dedicata proprio a San Filippo, e di un centro abitato a

questa facente capo.

Il tutto sembrerebbe in parte confermato dalle tracce archeologiche individuate

in quel luogo costituite da numerosi reperti ceramici, appartenenti a varie

epoche storiche, e dai resti di mura rettilinee relative ad un edificio.

Queste residuano per un massimo di quattro filari di pietre di media e piccola

pezzatura e per un minimo di due e in alcuni punti si rilevano le tracce della

malta di calce dell'intonaco. Non lontano dal sito precedente, in un terreno

pianeggiante e parzialmente occupato da piante di ulivo, si trovano i resti di

una abitazione ascrivibile ad una non ben identificata epoca storica.

27

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Forse faceva parte di un villaggio (magari quello citato dall'Angius) come

attestano i numerosi fiammenti di argilla cotta e i reperti lapidei sparsi intorno

o utilizzati per cingere gli alberi di ulivo. La struttura, oramai svettata, presenta

pianta pseudo rettangolare con spigoli arrotondati e paramenti murari ad

andamento curvilineo di cui residuano una decina di filari di pietre di media

pezzatura, tenute insieme da malta di fango, ed estesi tratti di intonaco sia

nelle pareti interne che in quelle esterne.

A testimoniare eventuali pratiche domestiche legate all' agricoltura, i resti di

una macina nascosta tra la vegetazione.

Per gli altri villaggi scomparsi non c'è stata alcuna possibilità di localizzazione;

quattro sorgevano nei pressi di Pula: Orto Giacobbe (Orto Giacob o Jacobo)

abitato nel 1322-58 e spopolato tra il 1415 e il 1584 (10);Torralba (Terralba)

abitato nel 1335 e disabitato tra il 1415 e il 1504 (ll);Vestaris (Levestar o

Albastar) abitato nel 1322 e abbandonato a partire dal 1415 (12);Villanova,

abitato nel 1322, fu abbandonato nel 1584. (13)

Infine va osservato che per sei borghi menzionati dall' Angius non è stato

possibile effettuare alcun tipo di localizzazione: Giunguinis che pare si trovasse

nella "Maremma di Pula", San Giacomo, Santa Maria (Podere Santa Maria?

- I.G.M. F. 566 Sez. III Pula), Sesano, Seliu e Mesau. (14)

* Tratto dalla tesi di Laurea "Le emergenzePreistoriche della fascia costiera e

pedemontanadei territori di Sarroch,Villa S. Pietro e Pula)) di Annalisa Uccheddu

- Università di Cagliari -A.A. 1994-94.

Note:

(1)

(2)

(3)

(4)

(5)

(6)

TRONCHETTI, 1984, cit.p. 10

CASULA,1992,cit.p.160ep.151

CUCIA, 1982,p. 166-167 esg.

CASULA, 1992,cit.p. 188

PARA, 1992,p. 140

CASALIS ANCIUS, 1853,p. 37. Segueil restodell'elencodellelocalità:Capoterra,La Maddalena,Carbione,Cucoo Cusco,Orto Ciacobbe,Paludoo Paludedi Nora,Pietrasale(Maremmadi Pula),PetraSterrita,Quia,Villa Petrasale.

(7)

(8)

DA't, 1973, cit.p. 42;TERROSUASOLE, 1971,p. 100

TERROSUASOLE, 1974,p. 28

28

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(9) CASALISANGIUS, 1853,p. 37

(10) ibidem

(11) PARA, 1584; DAY, 1973,p. 42;TERROSUASOLE, 1971,p. 100 - 1974,p. 28

(12) PARA, 1584,p. 47; CASALISANGIUS, 1853,p. 37; DAY, 1973,p. 42;TERROSUASOLE, 1971,p. 100- 1974,p. 28

(13) PARA, 1584,p. 147; DAY, 1973,p. 42;TERROSUASOLE, 1974,p. 28

(14) CASALISANGIUS, 1853,p. 37

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qj ula entrò nel circuito della ricerca mineraria già nel XVIII

secolo, come attesta la ricerca di scavo nelle antiche miniere

di Monte Santo da parte di Don Agostino Grondona, am-

ministratore del feudo di Quirra nel 1782.

L'interesse per il territorio di Pula lo dimostra anche il Lamarmora nel suo

Itinerario dell'isola di Sardegna:

"H Ha Sa Stiddiosa a NE di Pula [H'] filone di quarzite incassato nel granito.

Nel fondo della vallata gli schisti compariscono sino a basso, incastrati nella

roccia grani tic a." [...] "Monte Santo di Pula [...] lasciato il terreno grani tic o

che forma la base del monte, succede a questo il calcare nerastro associato

ad una quarzite schistosa molto alterata.

In qualche punto questa roccia [...] contiene della grafite: altronde si presenta

come un calcare granulo so subcristallino, alternandosi con piccoli strati

d'una roccia siliciosa che sovente passa alla lidiana.

Sopra questa roccia si trovano le rovine della chiesa di San Michele (877 m.)

[...] a 629 m. fu principiata una escavazione di galena nella roccia calcarea

che fu poi abbandonata." (1)

Nel 1804 in Sardegna erano note 54 miniere: 5 d'argento, 8 di rame, 13 di

ferro, 20 di piombo, 4 di piombo argentifero, 9 di altri minerali.

" . .. Le miniere, che spettavano per diritto al Regio Patrimonio, potevano

essere concesse ai privati, escluse quelle particolarmente ricche in argento.

Per tutte si stabilì che i lavori dovessero eseguirsi a regola d'arte, seguiti da

un Capo minatore controllato da un perito del Regno.

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Solamente i concessionari delle mi-

niere più lontane furono autorizzati

sia a dotarsi di fonderia propria sia

ad esportare direttamente; essi po-

tevano anche, previo il dovuto in-

dennizzo, tagliare legna, aprire nuove

strade o deviare corsi d'acqua; allascadenza dei diritti tutto sarebbe

ritornato al Regio Patrimonio." (2)

Dopo il 1850 ci fu un notevole svi-

luppo delle attività industriali, con

la diffusione di nuove invenzioni, la

necessità di materie prime e la ricerca

da parte degli imprenditori di nuove

aree sulle quali investire.

"Col passaggio dall'industria leggera,

produttrice di beni di consumo, a

quella pesante, fornitrice di beni strumentali, l'esigenza pressante di reperire

ingenti quantità di materie prime a basso costo ridiede una rilevanza notevole

ai ricchi giacimenti metalliferi sardi. [. . .]

Contestualmente si scatenava una vera e propria corsa al piombo e allo zinco

sardi, favorita dalla legislazione in vigore dal 1859, che riconfermava

sostanzialmente quella sabauda del 1840, e già promotrice del decollo

dell' attività estrattiva grazie alla distinzione da essa stabilita tra proprietà del

suolo e del sottosuolo riservata in modo esclusivo allo Stato, l'unico deputato

a concedere i permessi di ricerca ed estrazione.

A testimonianza concreta di tale situazione vi sono i numerosi (complessi-

vamente 151) e voluminosi pacchi di domande di esplorazione mineraria e

di decreti di permissione (conservati nell'Archivio di Stato - ndr.).

L'importanza di questa legge è fondamentale perché, mentre da una partelo Stato si riservava con essa la facoltà di concedere il diritto allo sfi-uttamento

del sottosuolo a qualsiasi cittadino che, solo o associato con altri, offrisse

garanzie di poter lavorare con profitto; per altra parte, chi riceveva la

concessione poteva procedere nei suoi lavori indipendentemente dai frazio-

tate 8 - Miniera di Monte Barone oggi.

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namenti della proprietà del suolo soprastante, e solo vincolato dall'obbligo

di risarcire i danni eventuali." (3)

E'infatti nel XIX secolo che le richieste di permissione, come risulta dai

documenti rinvenuti nell'Archivio Comunale di Pula, diventano più frequenti

e riguardano le seguenti località:

Perdu Carta

Monti Baroni

Sa Pala de su Spinosu1s Fraizzus

S'Eremitanu

Fraizzeddu

Mesau

Sa Galanza

Monte Santo

Su monti de Sa Guardia

Punta Sebera

Padenteddu

1s Tenebras

1s Ghiarus de Orbai

Sa Castangia

Il contributo di Pula alla storia mineraria sarda si esaurisce nel sondaggio e

nella ricerca; in effetti non ci fu un'attività estrattiva vera e propria.

Più rilevante fu invece il contributo del territorio alla produzione di carbone,come ci ha raccontato un anziano carbonaio di Pula.

Negli anni intorno al 1943 il signor Salvatore Dessì (oggi 86enne), nativo

di Sarroch ma residente a Pula, ebbe la prima esperienza di carbonaio alle

dipendenze di tale Marracini.

Venuto dal continente, Marracini aveva al suo servizio circa 150 operai.

Gli operai erano addetti al taglio della legna mentre i toscani facevano ilcarbone.

La carbonaia si realizzava nel seguente modo: si spianava una piazzola nel

terreno; si disponevano i tronchi (lunghi circa 50 -70 cm.) su di una base

circolare inclinandoli verso un vertice centrale; sul primo strato se ne

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tav. 9 - Questionario sulle miniere (ACP)

sovrapponeva un secondo allo stesso modo, rastremandone l'estremità così

che si chiudeva perfettamente il cono sulla cima.

Si lasciava solamente uno spazio interno per consentire la combustione senzamettere in contatto la catasta con 1'aria esterna.

Per questo motivo, la carbonaia veniva ricoperta completamente con la terra

risultante dallo scavo della piazzola.

Il carbone quindi si formava dopo circa 10 giorni di combustione interna,

in assenza di aria, la quale, se fosse penetrata, avrebbe vanificato 1'operazione

incendiando il legname e producendo cenere e non carbone.

Per questo motivo la vigilanza del carbonaio era costante giorno e notte.

Il carbone così ottenuto veniva trasportato dai monti con i carri sino a Monte

Agumu e qui con le ceste le donne lo portavano su piccole imbarcazioni

che provvedevano all' imbarco sulle navi per il trasporto a Cagliari.

Il signor Dessì, poiché non veniva pagato, lasciò il Marracini e si mise "in

proprio" .

La sua attività si svolse nelle seguenti località: S'acqua' e ferru, Andria Pastori,

Is Apixeddas, Is Puxeddus.

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tal'.10- Cagliari,6 aprile 1899. Richiestadi permissione dell'ing. Carlo Floris e sociper la miniera Sa Galanza (Pula). (ACP)

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tav. 11 - Cagliari, 6 aprile 1899. Richiesta di permissione.

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tav.12 - Comunedi Pula (CA), Cala Bernardini,1934.Arrivo alponti/e.

Stando per giorni e notti lontano da casa, da solo, provvedeva al taglio della

legna e alla carbonaia.

Con anche due sacchi di carbone in spalla scendeva dalla montagna e

raggiungeva il centro abitato. Il carbone veniva venduto o diventava merce

di scambio.Valeva molto, anche 30 lire al Kg.

In tre giorni e mezzo riusciva a tagliare tanta legna da ottenere 26 quintali

di carbone (un mese complessivo di lavoro: circa 8 carri).

Questa sua attività non propriamente autorizzata era "tollerata" dal Corpo

Forestale. Comunque la carbonaia veniva fatta dietro la montagna perché ilfumo fosse nascosto alla vista.

Buona era la qualità del carbone quando "brillava" e "suonava".

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tav.13 - Comune di Pula (CA), Cala Bernardini, 1934. Arrivo al pontile.

tav.14 - Comune di Pula (CA), Cala Bernardini, 1934.Arrivo al ponti/e.

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tav. 15 - Comune di Pula (CA), Cala Bernardini, 1934. Arrivo al ponti/e.

Note:

(2)

GIOVANNI SPANO, ((Emendamentied aggiunteall'itinerariodell'isoladi Sardegna"delconteAlberto Della Marmora. Cagliari - Tip. di A. Alagna, 1874

SANDRO MAZZOLANI, ANDREA SIMONCINI, "Sardegna da salvare" - Storia-

paesaggi - architettura delle miniere. Il parco geominerario della Sardegna.

Ed. Archivio fotografico sardo. Nuoro, 2001.

ROBERTO poRRA, Infortuni sul lavoro nelle miniere sarde (1861-66), in ((L'uomo e le

miniere in Sardegna", a cura di1àtiana K. Kirova, Ed. Della Tòrre, 1993.

(1)

(3)

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39

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Storia degli asili monumento.Ovvero "Dall'asilo monumento al Museo Archeologico"...

Q1jal 1919 sorsero iniziative per erigere monumenti ai gloriosi caduti

della Grande guerra.

A tale scopo si costituirono larghi comitati di promotori che

raccolsero mezzi spesso rilevanti ma non sempre adeguati e li accantonarono

in attesa di poter completare il fabbisogno.

Con circolare pubblicata nel foglio d'ordine n. 21 Filippo Turati, Segretario

del P.N.F., d'intesa con il Ministro dell'Istruzione Pubblica, raccomandò che,

in luogo di monumenti che erano spesso in contrasto con l'arte si costruissero

Asili infantili dedicati ai caduti che portassero col nome il ricordo di essi.

Tale sollecitazione, ispirata ad "elevati intendimenti di tutela della salute ed

integrità della razza" (1), doveva trovare profonda rispondenza nel sentimentodi tutti i cittadini.

In tutti i comuni della Provincia, qualora fossero mancati gli asili, si sarebbero

dovute costruire case per l'infanzia da dedicarsi ai Caduti, destinando a questa

nuova istituzione le disponibilità eventualmente raccolte dai comitati e

sospendendo ogni iniziativa per la costruzione di monumenti.

Nessun monumento migliore avrebbe potuto "ricordare la gloria dei nostri

morti". (2)

A seguito di tali indicazioni, verso la fine del 1927, per iniziativa del Comune

e con la collaborazione di alcuni volenterosi, tra i quali primeggiava il

reverendo parroco, si costituì un Comitato di numerose persone per gettarela base di un asilo infantile.

Le sottoscrizioni ottenute con il contributo del Comune, con i fondi raccolti

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tal'. 16 - Pu/a, settembre 1930, Richiesta di suore per l'asilo. (ACP)

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tav.1?- FotodellaSignorina Brundu.

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per il monumento ai Caduti, con le rette spontanee dei bambini abbienti,

con l'offerta della Signorina Cristina Frau che per tre anni si impegnava a

cedere gratuitamente i locali, fecero pensare che l'Asilo potesse cominciare

a funzionare.(3)

Con il nome di Asilo Monumento nel febbraio 1929, sotto la direzione della

Sig.na Ghitta Brundu, maestra giardiniera (4) patentata alla Scuola di metodo,l'Asilo cominciò a funzionare.

Si iscrissero 60 bambini ma solo 35 frequentarono assiduamente.

Ad agosto però le attività furono sospese.Tra i problemi da risolvere c'era

la mancanza dell' alloggio delle suore senza le quali il funzionamento dell' asilo

non era possibile. Per il reclutamento delle suore, quindi, furono inoltrate

istanze presso l'Istituto delle Suore Francescane e presso altri ordini dimonache.

N onostante la "mancanza di fiducia del popolo di Pula verso le signorine

patentate alla Regia scuola di metodo", la signorina Bruna Brundu vennecaldamente raccomandata.

eIl problema dell'infanzia, per il governo fascista, era considerato uno dei più

importanti della vita nazionale non solo "per il valore etico e sentimentale

ma anche per il miglioramento fisico e spirituale della razza".

Oltre alla custodia gli asili provvedevano alla educazione fisica, morale,

intellettuale, estetica e igienica con la divulgazione e la pratica dei principi

e rudimenti per la prevenzione dei morbi; tra questi particolare attenzione

era riservata alla lotta contro il tracoma che colpiva assai di frequente ibambini.

Nei Comuni in cui il numero dei tracomatosi superava le trenta unità veniva

presa in considerazione la possibilità di impiantare speciali asili o sezioni damettere sotto il controllo del medico comunale.

Nel 1929 fu inviata ai 116 Comuni della Provincia di Cagliari la richiesta

della costruzione di asili infantili a seconda del numero degli abitanti. (5)

Comincia qui la tormentata vicenda dell'acquisto dello stabile da "essere in

perpetuo adibito ad uso Asilo infantile" (6), curiosamente narrata dal cav.

Pasquale Azara in una relazione "a chiarimento del ritardo interposto per la

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tav 18 - Fula. Bambini ali' asilo.

stipulazione dell' atto di compravendita" (7), redatta nell' anno 1950.

Tutto cominciò a Natale del 1926 quando il cavaliere Azara, segretario del

Comune di Pula, "terminata una Seduta dei maggiorenti del paese per affari

generali, ebbe l'inspirazione di lanciare la proposta dell'istituzione dell' Asiloinfantile."

Si associarono il Podestà, il parroco don Giuseppe Podda e si creò un Comitato

esecutivo. Don Podda concesse gratuitamente l'uso del Magazzino della sua

abitazione (Casa Manca); "signorine volonterose" offrirono prestazione

volontaria e gratuita e così l'asilo cominciò a funzionare.

Ben presto però l'attività cessò.Ci si rese conto che era necessario formare una vera amministrazione.

N ell' anno scolastico 1927-28 (podestà dottor Calcedonio Tropea) diedero

la loro adesione 90 soci. Fu eletto presidente il cav.Carlo Frau, fu nominata

"maestra giardiniera" la Signorina Ghita Brundu, il Ministero dell'Educazione

Nazionale offrì un sussidio di lire 5.000 e fu chiesto l'appoggio dell'o.M.N.I..E fu un altro fallimento.

Nel 1930 il podestà Agostino Ivaldi e il cavaliere Azara "gettarono le basi per

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4) Q.aanto 80no lo soz1C1nl ?

B. ~88to 81 vodr~ 'alla riapurtura doll' AS110, 11 cu1 1"unzlonlllllOnto 11l7IomontkllO""

J:IfInto eosposo COIllOal lidotto al n.I dal prosonto quostionari. :5) ~""t' aano 1 fanclu1l1 sanl o traco_to..l cho rnsquontano lo vario 8Oz10n1?

B. ~anda aara' riAperto si calcola elle potranr.o lnt.orvonlro un COIIUn"!o dI b=b1nl

6) Vlona dlnr1bulta 1... roi"ozlono ?

B. 81 calcola ella qWU1do l'Milo eara'riapart.o la rora7.1ono al pot.ra'dlstribulro

al _tUno od a mezzo g1orno ao.lmeno nol duo 111081plu' rl81dl doll'lnverno , o

per 11 rootu iloil'anno s~'diotribu1ta Wla 110101volta IÙ.giorno.

7) ~lIIIto razionl sOno g1ornaloonto d1otriJ,lllto '1

B. Ora noseuna .

8) V1 8Ono-otre g1ard1n~ore o llUoro ?

Pino allo 1IC0rH anno 11 aervlz10 ora d181mpet91ato da una 1JIII.0atrag1an.l1nlora .Ora si stano. tacondo lo trattativo por tal' wn1.ro tre auoro a lo patlche 8Ono

sia'a buen puntao molto probabllmonto arrivoranno alla conolualone con l'Iot1=

tute 4o1i'1I:8acolata di Livorno;

9) QuAnto lllUatre o auoro IIOno IIdII."te ? -B.SIspera 41 avonl tre Suoro ;

IO)I,looall sono In IU'fltto o dI proPT1ut..:doll'Bnte , da ohi ° quandoacqu1a=tatl ?

B. ftno al InG 1 looal1 orano dolla 81gnDr1nr. edotlna RIW1 la qual. 11 oodo~t40

por tre anni gratui~nto 1'&tr&80oro1qua.ti . ololl dal I9S1 no avrebbe p .te.. l'attitt40. .hll 0.8OJII1ipo~'p.'albllo l'Aol1o,onzalo 1I!J8" o non 0880ndo ib1~, aver

..

tav. 19 - Cagliari 7 marzo 1931 - Risposta del comune di Pula al questionario della Provincia sulla situazione degli asiliinfantili (ACP).

46

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lav. 20 -Cagliari 31 dicembre 1950 - Relazione del cav.Azara (ACP).

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tav.21 - Pianta del/' asilo infantile. (ACP)

l'acquisto di un' area per conto del Comune onde costruirvi 1'edificio da

adibirsi in perpetuo ad uso di Asilo infantile".

Don Podda offrì in vendita la casa Manca. Seguirono le trattative. Il podestà

affidò all'ing. Francesco Nissardi la perizia e il progetto, cav.Frau e don Podda

fornirono tutti i dati; valutazione dello stabile: lire 25.000.

N elle lire 25.000 era compreso il viottolo che dava 1'accesso all' orto

dell'ingegner Floris Thorel, da 30 anni in possesso dei Frau.

Le sorelleThorel però rivendicarono 1'area e inibirono al Comune il possesso.

A questo punto il Parroco si ritirò e restituì lo stabile a Cristina Frau con

la quale il Comune avrebbe dovuto continuare le trattative.

Il 2 settembre 1930 il Comune deliberò 1'acquisto.

. Ma si arrivò al 31 dicembre 1950 senza che l'atto venisse stipulato, e il cav.

Azara sentì 1'esigenza di far partire la relazione dal 1919, anno in cui la

Parrocchia, e per essa pro tempore il parroco, ricevette in "Donazione" ilcaseggiato e l'orticello denominato "Casa Manca".

Il caseggiatoavrebbedovuto ospitarela casacanonica (valorelire 3.000) con

facoltà di permuta, ma vincolata a parecchi legati per funerali, cerimonie

religiose, messe da requiem.

La Regia Procura di Cagliari diede tempo un anno per presentare all' Ufficio

dei Posti vacanti di Torino i documenti legali comprovanti la proprietà.

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tav. 22 - Progetto per l'asilo infantile. Pianta del piano elevato (ACP).

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tav.23 - Progettoper l'Asilo Infantile, Prospetto, (ACP)

50

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tav.24 - Progettoper l'Asilo Infantile.Sezioni.(ACP)

Solo il benestare dell'Ufficio Economato avrebbe dato efficacia giuridica.

I documenti non furono presentati. Data l'invalidità dell'atto di Donazione,

il rev.Podda richiese dalla signorina Cristina Frau lire 25.000 (la casa canonica

intanto era stata costruita nell'area ceduta da Sanna Salvatore per lire 9.000;

lire 16.000 vennero spedite a Roma come capitale per i legati).

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tav. 25 - Una scolaresca della scuola media ospite della struttura dell'asilo negli anni '60.

La Frau ratificò col Comune gli accordi intervenuti col parroco Podda, che

si rese garante. Tali accordi assunsero carattere di compromesso.

Anche il Dottor Giuseppe Frau si allineò con le decisioni della sorella.

Il 27 dicembre 1932 la Frau scrisse al Podestà per avere un acconto di lire10.000. I lavori iniziarono.

Dal notaio, per l'atto, emersero però, riguardo alla proprietà dello stabile,

divergenze nei mappali. Le correzioni catastali da parte degli eredi non furonofatte.

Quindi una serie di vicende, tra cui alcuni decessi che lasciarono numerosi

eredi (con dei minori), impedì la regolarizzazione.

Le parti in causa aumentarono e così si giunse al 1941 ( in piena Guerra

mondiale) .

Nel frattempo il comune saldò per lire 25.000 Cristina Frau (compresa l'area

rivendicata dalle sorelle Thorel).

Nel 1948 la pratica si riaprì. Il sindaco Floris diede incarico al cav.Azara di

controllare le carte, di rinnovare i documenti mancanti, di procurare le

autorizzazioni per i minorenni, di riordinare mappali, procure, ecc. . ..

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Al 31 dicembre 1950 con la sua relazione dettagliata il cavaliereAzara concluse

dicendo:" Il mio compenso e la mia soddisfazione sarà quello di riavere tutte

le parti riconciliate, e quando con volontaria accondiscendenza di tutti si

sarà finalmente stipulato questo benedetto atto di compravendita".

Lo stabile, con gli anni, ospitò alcune classidella scuola elementare e in tempi

più recenti anche alcune classi della scuola media.

Oggi è sede del Museo archeologico Patroni.

Note:

(1) ACp, CAT X Cart. 12. Circolaredelprifetto D'Arienzo al podestà di Pula.

Cagliari 13 marzo192 7.

ibid.

ibid.

(2)

(3)

(4)

(5)

(6)

dal tedesco "Kindergarten", giardino dei bambini.

ACP Dal Prifetto Detura ai Podestà e Commissari prifettizi. Circolare del 22 novembre 1929

ACP. Relazione del caVoPasquale Azara al sindaco di Pula a chiarimento del ritardo interposto

per la stipulazione dell'atto di compravendita dello stabile destinato all' asilo infantile.

Cagliari, 31 dicembre 1950.

(7) ibid.

53

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-J}r/scaola elenre~

Condizioni della scuola elementare... e del povero maestro.

Cfreare una unità nazionale fu uno degli obiettivi prioritari dopo

l'Unità d'Italia: questo compito venne affidato alla scuola.

. Purtroppo, da tutte le inchieste ufficiali risulta che gli investimenti

per migliorare le condizioni di arretratezza in cui versava la scuola furono

irrisori, soprattutto nel Meridione. La Legge Casati, del 1859, era addiritturainferiore all'ordinamento scolastico austriaco del Lombardo- Veneto: l'orga-

nizzazione scolastica non superava il secondo anno di studio, a volte esisteva

solo sulla carta, era affidata alla sola responsabilità dei comuni, spesso dissestati,

e si limitava "a raccogliere per poche ore al giorno, branchi numerosi di

fanciulli privi di tutto". (1) Le statistiche del 1871, dieci anni dopo l'Unità,ci informano che mentre in Piemonte si avevano 6.763 scuole, in Sardegna

se ne avevano 678. (2) I provvedimenti presi di volta in volta erano marginalie non cambiarono la situazione, tant' è vero che nel 1909 il Prefetto di Cagliari

invitavai Sindaci della Provincia a notificare agli abitanti l'obbligo di provvedere

all'istruzione dei fanciulli nati tra il 1898 e il 1903, chiedendo "in qual modo

intendano adempiere a tale obbligo, se cioè per mezzo delle scuole pubbliche,

di Istituti privati o coll'insegnamento in famiglia" (notare il maiuscolo di

Istituti privati - n.d.r.) (3). Nel 1891 la maestra della scuola femminile di

Pula, lamentando le conseguenze igieniche e didattiche per il sovraffollamento

dell'aula, chiese al Consiglio Comunale lo sdoppiamento delle lezioni. (4)

Dai documenti si evince la totale incuria degli amministratori comunali nei

confronti della scuola, tant' è che impiegarono un anno per approvare la

richiesta dell'insegnante. (5)

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DELLA

..

- PREFETTURA

PROVUICIA DI CAGLIARI~-

Div. 6.& . Selli. Uff. Sco!.

N. di Prot. Gm. 4980 - Posi:;;.33

Oggetto

eontro ranalfabetismo.

A tenore dell'art. 6 del Regolamento 6 Febbraio )908 N. 150 laS. -V. è vivamente pregata di notificare agli a,bitanti di cotes~ Comuneche, i genitori, i tntori, i direttori degli Istituti di aen6t1cenr.a e tutticoloro cbe banno in cnstodia o sotto la loro dipendenza fanciulli natinegli anni ]898-]899-]900-190l~]902 e 1903, hanno l'obbligo di provve-dere perèbè essi ricevano nell'anno scolastico 1909-1910 la istruzioneprescritta dalla legge. .

I genitori o coloro che ne tengano le veci. dovranno, entro il mesedi luglio corrente, dichiarare al Municipio.in qual modo intendano adem-

piere tale .obbligo, se cioè ~J: mezzo delle scnole pubblicbe, di Istitutiprivati o cOll'insegnamènto in famiglia.

Coloro che non siano in grado di ottemperare a tale .prescrizioneo per malattia dei fanciulli o per altra causa, dovranno pure tarne di-chiarazione al Municipio, presentando i documenÙ che giustifichino j...motivi addotti.

I contravventori incorreranno nelfe penalità stabilite dalla legge.~

Il PrefettoGERMONIO

Sigg. Sindaci della pJ'ovincia

..u;..T",.'~';''-Oi~r

tav. 26 - Cagliari, 17 luglio 1909 - Circolare della Prefettura ci Cagliari contro l'analfabetismo (ACP).

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tav. 27 - Pula 24 gennaio 1911 . Lettera di una maestra sulla neccessità dello sdoppiamento delle classi (ACP).

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Anche alla vigilia della guerra del '15/'18, le condizioni della scuola del

popolo (a livello nazionale) erano pessime con 11 milioni di analfabeti: nelsettembre del 1914, il Ministero autorizzò l'apertura di una scuola serale a

Pula. (6) Le scuole venivano installate in locali di fortuna, ricavati dalla

trasformazione di stalle, legnaie, fienili; spesso con il disprezzo di ogni cura

igienica e di ogni innovazione pedagogica; i maestri venivano pagati male

o non pagati affatto, abbandonati all'arbitrio del sindaco o dell' assessore:

questo era il quadro generale che si aveva nella scuola primaria delle regionimeridionali. (7)

Nel 1931, il Podestà di Pula affermava che l'asilo infantile era stato istituito

nel 1927 ma che funzionava dal 1929 in locali di un privato che ne pretendeva

l'affitto. (8) L'asilo venne costruito in quei primi anni '30 ma non fu mai

utilizzato sotto tale aspetto né dato in uso alla scuola elementare dotata di

spazi insufficienti, come richiesto dal Provveditore: fu invece assegnato ad

un plotone di militari. (9)

L'anomala situazione, segnalata dal Provveditore agli Studi al Prefetto, venne

spudoratamente negata dal Podestà che si difese evidenziando il patriottismoche aveva determinato la sua scelta. (10) Però, davanti all'evidenza dei fatti

e (forse) in seguito a successivi controlli prefettizi, il Podestà ritrattò tutto

ammettendo quanto segnalato dal Regio Ispettore Scolastico e biasimò

l'operato dell~Amministrazione Comunale di cui lui era a capo! (11)

Sino al 1935, la refezione degli alunni della Scuola Rurale di San Pietro di

Pula (l'attuale Villa San Pietro) aveva luogo "senza nessun incidente nella

veranda dove abitava l'insegnante signora Manca". (12)

Dalla disamina dei documenti emerge la sollecitudine del Podestà verso tale

scuola, dettata probabilmente dall'intervento autorevole di organizzazioni di

regime e non dal senso di dovere per l'istruzione della popolazione di cui

aveva la responsabilità!

Nell'anno scolastico 1938/39, la popolazione di Pula era costituita da 2.963abitanti. Esisteva un asilo infantile, con 6 classi e 92 bambini, e una scuola

elementare costituita da 6 classi e 280 alunni: facile immaginare il sovraffol-

lamento! Sempre nel 1938, il Prefetto invitò i sindaci a dotare le scuole di

inchiostro per evitare che gli alunni quotidianamente dovessero portarselo

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tav.28 - Cagliari 15 agosto 1914 -Autorizzazione per scuole destinate ad adulti analfabeti (ACP) ,

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.. .c~-o tll U N E f)). p U L.~<j.\.. . PROVINCIA DI CAGLIARI, ",,"., ~~ -"' =r.-'-'~ =--- --or- ... " .. ~.-

COi'N '.JI~!, :rot. Add!t'U)i.ccIlbre 19i! -ADDoXIVE.F.Ca",g. ClaSS$.: Fase..""RiS4>'os ta a o o

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~~::~~stichC. ...'00 QM!11ii.Rlo..o...~t£ .." Riferendoj~i lilla nota di cotesta H.Prefettura 11°27519Dh

del 26.Cl.~.riceYUta ieri mi onorodarea V.E.le seguenti inforcazioni.. .' Alla prima nota del Sig.Prov.veditore agli studi comunica-tami da cotesto Ufficio il 29 s.Ottobre,credo aver dato risposta.abba~t,za esaurie~te il 6 Novembre scorso.&ol N°27~7

Al riguardo delle aule scolastiche di qùesto Comune mi frmeragigliacome il SiG. Provveditore insista sull'argomento dando ascolti.alle poco esa~te infoEmazioni ricevute da persona interessata.

Posso nuovamente assicurare V.E.che per un piccolo paeseCome Pula sprovvistm di casamento scolastico tutte le sei aule in uso

sono abbàstanza in ordine e. pulite, corredate pure da necessario materir.' I. ..didattico compreso quello per esperinenti di fisica e chimica,materlale i

'che oggi rippsa tranquil~amente in un armad~o delle scuole dopo che il IC8muneha ~ostenutouna spesa non tanto indifferente per l'acquisto~é 'stato p~re distribuito un°apparecchio radio;' :

. ,., Il suddetto Sig. Provvedi tor:e o .cwUa.seconda nota traSlies-!sa a V.&.fà-.conoscHe ..ç!).equesto Comune ha' cOl1cesso pàrte del suddètto. jasilo come~ulloggio ad un plotone di artiglieria il quale avrebbe potut~itrovare miglior ~edein un vasto caseggiato di proprietà del Comunedi ~.C~liari esistentenella localitàS.h~isio. .Posso assicurare che tali infor~azioni non sono accettab'

li . .

.. 4" Prima di tutto mi sento orgogliodso di aver alloggiato i:ques4> o asilo completamentevuoto un plotone di jJil"~tari che non potev':!lL '

alloggiare in inverno in un campo scoperto ~~();:una semplice tenda.. Avrei IJaIlcato al più Dinimo s~nti:nento di piltriotis",o se

mi fosse regolato diversat!lente e taleDio~/encolJiabi1escnti!:lcnto di vftalianità éostato pureapprovato anzf~~irato da tutta la popolazione.

Tàle alloggio nell'abitato é con giusta ragione mi é sta~ ,

inposto dal" Sif;.Colonnello CODandante il 420 Regg/to Artiglieria che Ib (Icredutonecessario mantenere il plotone per quanto più possible nelle \1

vi~inanze del posto di h~ardia distantiappena dne Km. da questo abitateper essere pronto;ad ogni evento.

Il vasto caseggiato ricordato dal Sig. Provveditore a~listudi di proprietà della città di Cagliari non éra fatto cOllsiogliabile '

perché non corrispondeva al desiderio del Sig. Colonnello essendo moltolontmlo dnlla batteriadel R.Zsùrcitodlslante oUre sei KJ:I.,ed ancheporché il plotone dovendosi reCBre dall'alloggio alla Batteria dovreb~e!attrvcrsare il torrente di Pula cosa~~anem~nte iùpossibile. J

Q/Sgi che la sdute dei nostri solàali é necessaria £)01<

\la àiffesa dcll(?o Patria ho d:,to ascolto ad un sentiJ;lento di i'atriotismoche dovrebbe esistere nella mmtc c nel cllore di tutti di It:'IÌ'.'ni.

Al Sic.Provvedi toro ;;.i perBct to rispondere cb: pu: l:; "l .

tav.29 - Pula, 6 dicembre 1935 - Lettera del Podestà al Prefetto (ACP).

60

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tav. 3 O - Alunni e alunne nel periodo fascista.

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da casa, "avendo così occasione di insudiciare gli edifici scolastici" che

comunque "non avrebbero bisogno di essere insudiciati, tanto generalmente

son sudici!". (13)

Ancora nell' anno 1947/48 la scuola elementare di Barrancu Mannu, iÌazione

di Santadi (CA), aveva sede in una ex stalla tuttora visibile (anno 2004).

eUna ricchissima documentazione sul calvario della scuola elementare e del

maestro comunale è costituita dalle pagine di tutte le riviste, dei quotidiani

politici, dei resoconti dei congressi e dei convegni.

N el contesto locale si pose in evidenza la diatriba creatasi tra l'amministrazione

comunale di Pula ed alcuni insegnanti.

Il maestro nominato per l'anno 1864/65 diede subito le dimissioni perché

lo stipendio di lire 600 (annue) più alloggio gratuito non era sufficiente per

vivere decorosamente. Le dimissioni vennero accettate imputando al maestro

scarsosensodel dovere.(14)

61

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,tro, quale disigio sla, quale noia ,'è 'qttÌil:~"'ocòasi~~ .dI, ~.:,\. ',\ ,\,v.'<.r:,Uoiare edifioi soolastici,abiti,quaderni eoo. <:: ~ ",' ',', \ ". '00,0" ", '~" '~~,"." '''''',\. .;;. ...'"" ";- > '..', '"

j E' vero ohe - a quanto mi si ;i~e~soe :- gli e~ifièl'; , ," -s~lastici non avrebbero bisogno di ~s~'éit~::;insudi'~ia'ì'1~''':: ",,-.. ':'~"",o" .;v/ , . ~, , , ':' '..""':' ",",,~, ,':=', "" \ . .

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anto generalmente Bon sudJ.oJ. !,.". -. ~ . """''''''', ... ,'" ' .

Ora io Vi prego di ooouparVi personaJ.mente, 'd~, ~~~~~e~~~ \ :,:

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e che sembrano piccole e trasoura1]iJ.i,ma non lo "Sono af-, ., .. '-~ '~~.."""', ',,': ,~ " .. , ~ \" '.:- ,

fatto. , . . ~ """'0:'"..,... "",,, '~:':""{'-\.

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tav. 31, Cagliari 22 ottobre 1938, Lettera della Prefettura al Podestà di Pula (ACP),

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tav. 32 .. Pula 24 novembre 1864 - Delibera del Consiglio comunale sulle dimissione del precettore elementare (ACP),

Il sindaco propose al suo posto un giovane intellettuale locale, però privo

di titolo, che si sarebbe "accontentato" dello stipendio di lire 400 senza

alloggio, essendo del luogo" (15) Contemporaneamente l'insegnante con

titolo, già nominata, venne cacciata "avendo dimostrato spirito turbolento

coll'inoltrato ricorso, in cui ha esposto cose non vere ed intaccanti l'onoratezza

d'un antico impiegato"; costei aveva presentato nota di protesta al Prefetto

per inadempienza del comune in quanto, sebbene assunta da tempo, il

segretario comunale le avrebbe fatto decorrere lo stipendio solo dallo

gennaio successivo.(16)Al Comitato Nazionale per l'Unione degli Insegnanti

Elementari, sotto la direzione del parlamentare Luigi Credaro, venne

sottolineato l'isolamento dei maestri dovuto in gran parte all'indifferenza

dell' opinione pubblica nei loro confronti. (17) Ancora ai primi del secolovi erano maestri che dovevano adattarsi a "fare i donzelli in Tribunale, a

dirigere processioni, a seppellire i morti, a insegnare il catechismo domenicale,

ete." ..(18) Il Credaro stesso, nel 1901, dovette presentare una interpellanza

sul fatto che "una maestra di 74 anni, a cui era stata negata la pensione, era

stata arrestata per il reato di accattonaggio".. (19)

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tav.33. Pula 24 novembre 1864. Delibera del Consiglio comunale sul ricorso della maestra Carboni (ACP).

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A queste condizioni egli suggerì di reagire non con tumulti ma con la

compattezza e 1'unione creando il motto" néserviné ribelli".Cercò di concretare il programma politico-culturale di quel vago "Partito

della Scuola" dandogli vigore con due movimenti: il Comitato Parlamentare

Pro-Schola, formato da deputati che dovevano sostenere in Parlamento le

rivendicazioni della classe magistrale, e i Comizi Pro-Schola, che dovevano

suscitare una coscienza scolastica nel popolo. (20) Nel 1903 ci fu la riforma

del Monte Pensioni e la conquista dello stato giuridico con cui le maestre

ottenevano la parità di stipendio con i maestri. Nonostante ciò, nel 1909 il

Provveditore di Cagliari elevò lo stipendio dei maestri a lire 1000 e quello

delle maestre a lire 850. (21)

eNel 1910, una giovane di buona cultura di Pula, però priva del titolo non

ottenuto per cause economiche, presentò domanda di supplenza per il posto

di maestra comunale quale "umile sottoscritta" ... che... "vuole spezzare il

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tav, 34 - Particolare della delibera del 26 novembre 1864 riguardante i provvedimenti disciplinari

nei confronti della maestra Carboni (ACP).

pane del sapere per i figlioli delle SS.LL.", firmando si "l'umile serva. ..". (22)

Alla proclamazione della guerra del '15/'18,la Commissione esecutiva invitava

in un appello rivolto ai maestri: "Siano i 70 mila maestri italiani gli organizzatori

della coscienza nazionale, sia ogni scuola il centro di attività che ritempri il

coraggio e le speranze, sia ogni educatore esempio di abnegazione, sentinella

della mobilitazione civile cui è affidato l'importantissimo compito di tener

ben salda la volontà del paese nell' ora del cimento supremo. . .".

Alla tanto decantata parità di diritti tra maestri e maestre, stabilita con la

riforma del 1903, nel 1935 si legge lo scritto del Podestà di Pula indirizzato

al Provveditore agli Studi di Cagliari: "Anche nell'interesse della pubblica

istruzione... sarebbe necessario.,. destinare a queste scuole elementari almeno

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" detta lo stàto;dmboÌ'Ser&ai oomuiìi-1a""re' sPesa éhe c1ov~11O'soste-

nere per l'a~;;ri~'degU stipè~di,:~(W. ,,':lli~~~r c~ntriltut~(~l,moute"pen~ol1i:degÙilÌ~àuti éleme.n~;r'{a~:V :ooni'~~,1.'0 della' 1~ 5 luglio1908N.S'i':t~ ,o ,,"';-- ""O,' "o. " .

LI\ à V. ouri iLpieno adempimèntodegli obblighi imposti dalla leggQ&l Comune per quanto si riferisce agli stanziamonU che fossero deficientinel bilancio comunale ed &l reg61aré pagamento della quota di,' aumento 1\maestri alla soadenaa mensile. "

Atteudo colla massima urgenza daÌla S. V. formale assionrazio.ne cbele sovrÌkiudit'.&te,dispO$iziouidi leggo han~ò avuto piena eseoullione in codesto

comune; in caso negativo, la prego di iu~oarmi, particolarmen~ le oa,useohe 'hanno ,ritardato il papmento ed i provvedimenti adottati.

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della PN)(Jincia.~

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lav. 35.. Cagliari 12 luglio 1909 - Circolare del Prefetto ai Sindaci della Provincia (ACP).

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lav.36 - Pula, 28 dicembre1910. Lettera de "l'umile serva" al Sindaco di Pula (ACP).

un Insegnante maschio mentre attualmente vi sono sei Insegnanti tutte

donne", HTale Insegnante H' "rimarrebbe pure più a contatto con le Autorità

locali in caso di riunioni o manifestazioni patriottiche, ciò che finora si è

reso alquanto difficile. Non solo... a tale Insegnante si potrebbe pure affidare...

altre incombenze fasciste." La richiesta venne ripresentata nel 1936. (23)

Quanta strada ancora si dovrà fare! .

Note:

(1)

(2)

(3)

(4)

D.B.Jovine,La scuolaitaliana dal 1870 ai giorni nostri,Ed. Riuniti, 1967, p. 14.

ibidem,p.15.

ACp, CircolaredellaPrifetturadi Cagliari,17 luglio1909.

ACP. Pula, 14/01/1912. Deliberadella Giunta comunalesull'orarioper lo sdoppiamentoin due sezioni.

ACp, Cagliari, 12/02/1912. Deliberadella Deputazione scolasticadi Cagliarisullo

sdoppiamentodellaprima classedi Pula.

ACp, Cagliari, 15/09/1914. Autorizzazione ministerialeall'aperturadellascuolaserale.

(5)

(6)

67

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tav. 37. Pula 08 luglio 1936. Richiesta di un insegnante maschio da parte del Podestà (ACP).

(7) D.B.Jovine, La scuola italiana dal 1870 ai giorni nostri, Ed. Riuniti, 1967.

(8) ACP Pula, 08/12/1931. Lettera del Podestàal Prefetto.

(9) ACP Cagliari, 02/11/1935. Lettera del Prefetto al Podestàdi Pula.

(10) ACP Pula, 06/12/1935. Lettera del Podestàal Prefetto di Cagliari.

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tav. 38 - Saggio ginnico del 1946.

(11) ACP. Lettera di rispostadel Podestà.

(12) ACP. Pula, 09/09/1935. Lettera del Podestàal Presidentedel Comitato Provinciale

Opera Balilla.

(13) ACP. Cagliari,20/10/1938. Lettera della Prifetturaal Podestà.

(14) ACP. Pula, 24/11/1864. Deliberadel Consigliocomunalesulle dimissionedelprecettoreelementare.

(15) ACP. Pula, 26/11/1864. Deliberadel Consigliocomunalesulla nomina di un maestro

elementareprovvisorio.

(16) ACP. Pula 24/11/1864. Deliberadel Consigliocomunalesul ricorsodellamaestraelementare.

(17) D.B.]ovine, ibidem.

(18) ib.p.129

(19) ib.p.130

(20) ib.,p. 131 - 132.

(21) ACP. Cagliari 12/08/1909. Circolaredel Prifetto ai Sindaci della Provinciasull'aumento

dellostipendio dei maestrielementari.

(22) ACP. Pula, 28/12/1910. Lettera di ConsolataZucca al Sindaco di Pula.

(23) ACP. Pula, 29/05/1935. Richiesta del Podestàal Provveditoreagli Studi di Cagliari;

ACP. Pula, 08/07/1936. Podestàal Provveditore.

69

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[JftesLe,cddn<azioni~giodWl'u661ki. 'tI:d' .

-f/o scrittore ingleseWilliam Henry Smith nella sua "Relazione

sull'isola di Sardegna" (1828) afferma che "i Sardidi tutti i cetisono molto festaioli. Le loro feste possono essere divise in due categorie:

quelle universali e quelle locali". Tra le feste locali più caratteristiche Smith

descrive accuratamente la Sagra di S. Efisio, "un guerriero greco che divenne

cristiano per intervento divino e chefu poi decapitato a Nora il 15 gennaio 303".

La festa dal 1656 segue tempi e ritmi sempre uguali, inizia il primo maggio

a Cagliari con grande partecipazione della popolazione. Il carro col santo,

splendidamente addobbato, attraversa le vie principali della città e giunge al

ponte della Scaffa che, dice lo Smith, "i creduloni pensano sia stato creato dal

santo per la celebrazione di questa cerimonia".

Il santo che, secondo la tradizione, avrebbe salvato Cagliari non solo da una

terribile pestilenza ma anche dalla siccità e dal progetto di invasione francese

del 1793, prosegue il suo viaggio, "dorme" a Sarroch per poi proseguire a

Pula "dove molte persone credono che se non venisse portato andrebbe comunque da

solo". Continua e sosta poi nella chiesetta di Nora e quindi rientra il 4 a

Cagliari.

A Pula, appunto, l'arrivo e il rientro del santo costituiscono ancora oggi la

festa più importante del paese, più importante anche di quella del santo

patrono. La partecipazione è corale, strade, case, balconi vengono addobbati

di fiori, piante e luci seguendo un cerimoniale immutato da secoli. Nel 1916

però, probabilmente caso unico in tutta la storia secolare di S.Efisio, la festa

fu spostata al 7 maggio con rientro a Cagliari il 10 maggio, come risulta da

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del Regì,stro

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Ill..1nO 3ign.or Sindaco.

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che, per ord:.in~d.ell'Autorltà. .polt:t1cI1<,1a S!l8r!l,

d1 Sant ':&r18io inveoe di aver principio, comot:ll

oonsueto, n01111<data odlorna,è stata d11'for1t.1

ad altro 8~~l'I'tO.

Por del~~o~ziono dellaGiuntaplonar1a d! q~ò-"8.ta ADmlnilÌ.!:.razione, .&stato fislIl.I.to per la paftel1"..;i

zadol: 31mùlacro del Santo da Cagl,1::i}"lU gIorno.

? .oorr~l1te moeo; la festa rol1g1QSIt nel Sant~~

.rl.o..d.1~ln 61 farà U 9 ed 11 r1torl1o a Cagl1ar!.

~8.ta t'le.llato por la mattina dellO, partondod4

J?U,lll.(~!lo) aUjl.ou.1 Parrooohia vorr'll. tr&.!l~

la 80n de19 dopo 10 tunzlonlròl.1-

S.lo80 noJ; Santuarlo dol!a.. e~~la.

Tanj:.()~oroÌ'lè ne prenda notii e per quelloi1~.l'Il*~reputor! dòl oaso.

ç.i.l fpri~h1en. d1eradl}"e, 1.ntanto, .i 1111.01088t'1~

10;'iespros81ol;l! de:lla .plÙ d1et1nta.~()nl!ldera.".

tav. 39 - Lettera del Guardiano dell'Arciconfraternita avv. Colomo al Sindaco di Pula (ACP).

72

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un documento dell'epoca. (1)Il Guardiano dell' Arciconfraternita

del Gonfalone di S. Efisio, avvocato

Colomo, aveva chiesto al questore

che la festa si svolgesse regolarmente

il primo maggio con un carattere

assolutamente religioso "quale voto

di propiziazione per la vittoria d'Italia

checombattela suapiù grandeguerraper

la salvezza dei nostrifigli)). (2)Era consuetudine, allora, fare 1'ele-

mosina pubblica alle famiglie povere

dei richiamati alle armi sulla spiaggia

di N ora durante la festa alla presenzadel Guardiano dell' Arciconfraternita.

Come già detto, S. Efisio restava in-

sieme alla festa del patrono quella

principale del paese di Pula.

Pula non aveva allora (e non ha) teatri,

sale cinematografiche, posti di ag-

gregazione e socializzazione, come

si direbbe oggi, se non la piazza

principale. Era un piccolo paese

agricolo con una vita sociale semplice

e povera. Gli stessi giocattoli deibambini erano fatti con materiali

poveri come "sa pippia' e zappulu" (

la bambola di stracci), "sa bardunfula"

(la trottola in legno) e altri oggetti

in canna. Occasioni di divertimento e di svago pubblici venivano offerti

dall'arrivo di "giochi leciti sulla pubblica piazza, nonché pubblici divertimenti,

spettacoli di acrobazie, salti mortali e scherzi comici". (3)

Così risulta da parecchie domande al podestà, durante il periodo fascista, per

poter eseguire tali giochi. (4)

Alcuni giochi proposti sono ancora in voga, come il tiro al bersaglio con la

tav. 40 - Lista degli offerenti dell'uva (ACP).

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carabina ad aria compressa, ma altri

sono oggi sconosciuti e non ne ri-mane traccia neanche tra i ricordi dei

vecchi del paese.

Tra questi ultimi c'erano il "tiro allacioccolata a &eccia e le sei facciate",

il "cassettino con pallini numerati",

"rotella a premio fisso a sei facciate".

Molti di questi giochi si svolgevanodurante la festa di S.Efisio.

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Doveva senz'altro suscitareentusiasmo

e curiosità l'arrivo del circo ZanITetta

per una rappresentazione per quindici

giorni, come risulta da una richiesta

del 1938. (5)

Grande rilievo durante il periodo

fascista avevano poi le cerimonie tav.41 - Pu/a, 1 maggio 1938 - Domanda di autorizzazioneper il drco Zanfretta (ACP).

pubbliche; si sa come tali cerimonie

erano particolarmente gradite al regime. Rientravano in questa politica tutti

i saggi ginnici dei ragazzi delle scuole di cui rimane ricordo nelle vecchie

foto del paese. Si inserisce quindi in questo ambito anche la "Festa Nazionale

dell'Uva" che a partire dal 1930 veniva celebrata in tutta Italia ed era volutadallo stesso Mussolini.

Un documento del 1932 invitava tutti i proprietari di vigneti a "concorrere

alla Festadell'Uva, voluta da S. E. il Capo del Governoe cheavrà luogo il corrente

(domenica)mediante l'cifferta di quelle quantità di uva checiascunodi essicrederà

opportuno.Le ciffertesarannocontenutein appositi cestiai quali sarà applicato un

biglietto col nomee cognomedell'offerentee delpesodell'uva". (6)

Un altro documento informava che "anchein questoComune si è celebratala

Festadell'Uva. Hanno partecipatotutte le autorità locali,anchemolte distintesignore

esignorine.Sulla piazza Dante si è erettoun bellissimocasottoornatoconbandierine

nazionali e lunghi tralci di vite congrappoli d'uva".(7)

Sempre nell'ambito della politica autocelebrativa del regime voluta da

Mussolini, rientrava la commemorazione in onore di Arnaldo Mussolini,

fratello più piccolo del duce ed a cui era particolarmente legato.

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tav.42 - Giochipoveri di una volta.

Un documento del 26/01/1932 del Comandante dell'Ufficio staccato di

Cagliari del Ministro dell' Agricoltura e Foreste, indirizzato al Podestà di

Pula, dichiarava che "il comando centrale della Milizia Nazionale vuole dedicare

un albero alla memoria di Arnaldo Mussolini".

Si richiedeva una cerimonia seria e composta ma con la partecipazione delle

scuole e del popolo. Si davano anche precise indicazioni sul tipo di albero

da piantare: un cipresso, o un pino o un lauro, una quercia o un olmo.

La cerimonia fu poi celebrata in piazza Dante dal parroco Podda e fu

pronunciato dal Podestà un discorso commemorativo sulla vita dell' estinto.

Ma anche 1'arrivo di un semplice sottosegretario era occasione nel periodo

fascista per una celebrazione nazionalpopolare.

Un documento del 1932 invitava tutti gli agricoltori della provincia di

Cagliari ad organizzare addirittura "... un corteograndioso.Dovrannofilare:

1) motoaratrici, ciascuna con un cartello indicante il nome del proprietario;

2) seminatrici,comesopra;

3) mietitricie spandiconcime,idem;

4) carriagricolia buoi,parati afesta, portanti uomini e donne in costume."(8)

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lav. 43 - Saggio ginnico nel periodo fascista,

Non veniva trascurata neanche la celebrazione della casa regnante dei Savoia.

Una circolare del 18.8.1934 indirizzata a tutti i comuni della Sardegna dava

notizia che "è sorto un comitatodi personalitàsardeperfare omaggiodi una culla

d'arte sardaper il principe di Piemonte.Sarannoscolpitelefigure di un miliziano e

di unfante della Brigata Sassari".(9)

Certo a noi oggi una simile culla può apparire troppo marziale per un

neonato ma il fatto lascia trasparire la grande aspettativa che si aveva per

1'arrivo di un erede maschio, unico possibile successore sul trono dei Savoia.

In realtà nascerà una bambina, l'attuale Maria Pia di Savoia, primogenita

dell'ultimo re d'Italia, Umberto II. L'omaggio della culla prevedeva una

sottoscrizione popolare a quota fissa di 10 centesimi (10).

Non esistono altre testimonianze nell'Archivio comunale di Pula su giochi

pubblici e celebrazioni. Forse le delibere del comune possono dare altri spunti

in tal senso. Il fatto che quasi tutti i documenti riguardino il periodo fascista

conferma ancora una volta quanto il regime fosse attento ad una politica

che, almeno formalmente, coinvolgesse la popolazione. Pula, d'altra parte,

come si è già detto, non offriva altre occasioni se ancora nel 1961 una lettera

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tav. 44 - "Su bratzolu" - culla sarda.

del Sindaco comunicava all'Ufficio provinciale statistico presso la Camera

del Commercio che esisteva soltanto "un campo sportivo iniifficientemente

attrezzato". (11)

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por 418poa1a10no 4i S.E. 11 Oapo dol Oovorno 11 18 o~tto~"bro '.1'. Qolobrata la 111 Poota NQolonal0 dell'Uva.

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I Dop.~voro oono ohi~1 ad oranni.Raro lo ~hnltO"'A.io..ni tolk1or101liohOl 0lrr1 vondo~iAll oonvllndlCAdi uv., oOl'tuij.n 001111\1110 000.

Oonto 11\11111torv14a oporooità d01 41r18onU 100Q1:1 1101'l"mi8110rr1uaolta dolla roatoutoaua.

QUoato Da»alavoro provlnaialo 1et1tu1rhtro l'romi (modug\1avormoil10, aod08\1D d'argonto, ~odft8l10 di bron~o, aran~1) ohoaG008nerA . quoi Dopolavaro oho invioranno una ~tB\io1' dOo\~on.'oalooo tot~ot10a dolla Joota.

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tav. 45 - Cagliari, 30 agosto 1932 - Lettera dell'Opera nazionale dopolavore sulla Festa dell'Uva (ACP).

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tav. 46 - Fu/a 19 settembre 1932 - Festa dell'Uva, elem:o di offerenti (ACP).

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tav. 47 - Nota informativa sull'avvenuta commemorazione di A. Mussolini (ACP).

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"ione, apprtl>eche 1'lm1o Sardi>. hlll\,CCom-

l'ritlcipi :11,numenlo delle Loro. f:!Usle }\,me.<1:11(1),ile:mmel!lt\ d.completa IIdesiOl1e.popo"

~i pa'~lic(pi tultO il popi)lo dell' !sola.~, sta~ Il comnndllmento dei Principi stessi,

ill~l\a beneficenza.

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c. popolare a qU(ltJl I!ssn di (8((/8-

" .n~q.ui~t(:rJ!O d~~artll,Con!unedi '.lP',(iinai'f(ine pcrebèi fascicol.i possano

u\1 ,unico volume diviso in tre p:.rti

premes50 'il i'aseicolo del Capoluogo

<;:Oìnunl, In slrello' ordine, alf.1belico.

'efe delle oblazloni fl$,~. si vlltmnno

tav. 48 -Alghero 18 agosto 1936 - Lettera ai Podestà per la culla da donare ai Savoia (ACP) ,

81

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tav. 49 - Cagliari 26 gennaio 1932 - Lettera del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste al Podestà di Pula per la

commemorazione di Amaldo MU550lini. (ACP)

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/J'~~,.r IMPORTAlI'r!..~SI;M.

Prot. .n.146O

A TinTI GLI AOJICOvrORI DELLA PROVIIICI.\ DI

CAGLIARI

igzeSIt' S1snore,

!

un'a\"VOn1montodi notevole 1mportanza, per gli agricoltori, dovràtra"breve veri fio arsi qui in Sardegna.- ~a perohè possa dare tuttiquei Oono£1oi tangibili, ~ho da oaao ci rirrom6tticmo,è QoooeBo~10seuotere quell'apatia, ehe ~ stata sempre le oausa principale dellanon ou;.~~za, per non dire del disprezzo, verso la nostra Clasae.-t:pootAchè abb13:1o fortunatamente un Governo OO/:'lpostodi uomini choeonteno pro!ondaento i nociri bisosni, ricon03cono lanecessità diso.llov~!)1 seapro piv. da quoeto 8tato d'interiorità, vonendo incontt"tXo a noi por meslioo8servare da vicino lo n08tre e9ndlzion1 edadottaro adesuati provvedieonti, è d' assoluta nccessl tà dare la sOllo./)l:1ono di 1:1.\tto 11. nostro gradiCloM:O, di tutta lo nostro volontà,o"nello stesso teepo, di rioordare 011s .cittadinanza Cagliaritana,spoÒialmento a que1l1 che hanno deUe rcspon!labl1ità c non eono p2,chi, cho ~ è una 'prov~cia asrioola che soffrQ o lavora con disci-plina o oon fede, a cui Cnsl1ari devo la sua Rgiatezza e di COl'oSO!;guezu:a 001::0oill c!.esna di ollsere tenuta 1."1spociale considoraziQnD.-

Oiò premosso, portia:o Il di Lei conc:!ocr.za oomo S.E. MhRESCALCHI,SOttoGozretario d1 Stato al M1n1at~r~ dell'Agricoltura, ver~, perun broveperiodo di tOQPO, a villite.re la Sardegna o, tu le altre=ani:foeta::1oni,'prooenz1orà a Car,liori ad una riunione di Asricolt:2,ri, ~aqualc riuscuA tanto 11'i\1gradita a S. B., quanto più sorà n~morosa CIordinato.-

All'uopo .la nostra Pedoraziono ha disposto por l'organizzazione diun çortoo grancUoso, 1n oui, in bOll'ordine, dovra.~o ot1laro, sa.!ve moditioazion1 cho si r1puteranno opportune:

l) Hotoaratr1.ci, ciasouna con un cartollo indicante 11 no::e delproprietario j

2) seminatr1ci, como sopra;~) U1~tltr1oi e spandiconQ1mi, 1dom j4) Oarri 081'1001.1,a bu01, parati atoeta, portanti uomini e do~

ne in oo&tw::e;,> Carri "'51:'10011Il buoi anoho6) OQvì::ll:L.:W!oroeti.da uOIll1."117). 4 .. .

senza uomini e donno in oostume;in costume;. con donno in oost~e;

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tav.50 - Cagliari30 marzo 1933 - Primofoglio - LetteradellaFederazioneAgricoltoria tutti gli agricoltoridellaprovincia(ACP).

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:1.:k"s:'i!"Jf~:,,:::;...:~J~~~.".'."""

2)

8) Cavalli1nforcaU da uomin1. in abi1:o COIll1U'.ej9) Agn~ltori in bicicle"tta, po%'tant1 ~UI!lche arnese da lavoro;10) !rut1:e le rappresen1:anze delle organizza:::ior.i agrariej11) !rut'te le sezioni Co:Dunal1 della :18. Federazione, col gegl1a.!:

~et1:oj aventialla 'testa11 Caposezione o altro da lui dele-gato epossib:1lmen1:e seguito daUe !a=iglio dei Federat1.-

Per rendere le caD1festaz1one degna della Personalità e::liJ1ente chevogli8QO o:u)'t'are ed in pari 1:eClpoessere di soddisfazione delle Au~ri'tà~cal1, occorre che 'tt11:ti gl'1;n'telligen1:1, che ne sentono l'~por1:8I1Za, abb~.ano ad esplicare opera di propaganda, seria ed ef:fic.!ce, o~e 1:1d=e i co::psgni agrico1to:ri ad. in1:ervenire co:p81:1:i, ~-gliose con le proprie famigl1e.-

Tut1;i quelli che si Occuperanno, seoondo le proprie possib1l1~, co::.acore e co;!.v1r.zione per la buona riusci1:a, sar= dallans. l'edera-ziom> ter..u;1 1:1 speciale oeJ:.Sid9razione e segnala't1a Chi di dovere,co!:e, dall'al1:ra parte, non si I:Ia::1cherà di annotare quelli, se eve~'tt1a1menteve ne :fossero, che con la lorodannosa indifferenza sarr.n-no a 1:r.adire la nostra opera te:1dente al bene cocune.-

COn:ridia=o pertanto che BUa, renc1endosi con1:o del1'1l:Iportanza diquesta =1festaz1one e dell'utilità della sua buona riusci1:a, vonàesplioare 'tutta la sua influenza per raggiunge:'e, oltre ilgoè1l:10n1:01:rans1torio proveniente daU.' ass1atere ad uno spettacolo cosi belloe 1I:1ponente, anche Quan1:o e stab1JJl:ente la nos1:ra Federazione, cononestà 4'1:11:en1:1 e larghezza di vedute, si propone di o1:1:ene%'ee difare.-E' bene pure si 88ppia che questa1!I3n1fes-;azioneverrà riprodottaa1. oOClpleto in Cine::UirCt;re:r1s; che per essa le Ferrovie dello Sta'tOsaranno a concedere ai partecipan1;1 la riduzione del 7()tJ,sul prezzode1 b1g11.et1:i norcal1 o a cos1:i~e 1:reni speciali, ed inol1:re chea1 spera di o1:1:enere pure. :lensib111 :riduzioni.dalle !'errov1e Secon-darie e dalla Satas.-

1ies~ qu1nd1 deve l:18Dcare.-

Cagliari 20 marzo 19:5:5 (XI)

D'ord1ne del Presidente della Federazione Agr1col1:ori!lobo Avv. ANGElO PR1JJiAS

I V1ce P:res1dent1:Generale Conte GHBRARDOlOSTIACav. -PlWiCESCO GESSA.

Il segre1:ar1o SUfOr1oreDottor PRIJfO 3QCOLA

tav. 51 - Cagliari 3 O marzo 1933 - Secondo foglio - Lettera della Federazione Agricoltoria tutti gli agricoltori della pTOvinda (ACP).

84

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Note:

(1) ACP. Pula, 01/05/1916. Lettera dell'avv. Colomo dell'Ardconfraternita del Gonfalone

di S. E.fisio al Sindaco di Pula.

Ibidem

ACP. Pula, 02/05/1940. Richiesta di autorizzazione indirizzata al Podestà.

(2)

(3)

(4)

(5)

ACP. Cat. VII.

ACP. Pula, 01/05/1938. Domanda di autorizzazione per le rappresentazioni del drco

Zanfretta.

ACP. Pula 18/11/1932.(6)

(7 )

(8)

(9)

ACP. Pula, 20/09/1932. Lettera del Podestà al Prifetto di Cagliari.

ACP. Cagliari,20/03/1933. Circolaredel PresidentedellaFederazioneAgricoltori.

ACP.Alghero, 18/08/1934. Circolare del Comitato di personalitàSardeai Podestàdella Sardegna.

(10) ibidem

(11) ACP. Pula,27/03/1961. Lettera delSindacodi Pulaall'Uffido provindaledi Statistica.

85

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~ sanD:àpa66bcm.

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n Vaiolo.

JK alattia infettiva causata da un virus della famiglia dei Poxvirus.

Dichiarata eradicata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità

del 1980 grazie a una diffusa e capillare campagna vaccinale.

Attualmente anche la vaccinazione, che era obbligatoria nella maggior parte

degli Stati, è stata abolita, e inoltre sono stati distrutti anche tutti i virus che

venivano impiegati in laboratorio per allestire i vaccini.

La malattia, caratterizzata da un' eruzione vescicolo-pustolosa, era diffusa per

contagio diretto o per via aerea, e ha costituito una grave piaga sociale nei

secoli passati,a causa dell' alta contagiosità e del decorso rapidamente mortale,

non modificabile da alcuna terapia.

Oggi la vaccinazione non è più indicata poiché, essendo la malattia eradicata,

il rischio di complicanze derivanti dalla vaccinazione è molto più elevato

rispetto a quello di contrarre la malattia, anche nei paesi in via di sviluppo.

~

Tra le gravi epidemie che hanno interessato la Sardegna il vaiolo incominciò

a fare la sua comparsa nel 1700. Si ipotizza, ma non c'è riscontro storico, che

il primo caso risalga alla metà dell'XI secolo.

Aveva colpito "il Giudice Torchitorio di Cagliari, guarito dall'intervento di

S. Giorgio, Vescovo della Barbagia". Dopo questo caso non si hanno più

notizie della malattia fino al 1700 quando, scomparsa la peste, il vaiolo

incominciò a propagarsi in Europa e anche in Sardegna.

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tav. 52 - Aghi e strumenti di conservazione del vaccino (1).

88

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tavv. 53/54 - Braccio con pustole di vaiolo nelle sue varie mutazioni (2). - Tavola di cassifìcazione del decorsoclinico delle

pustole (3).

La malattia si presentò in forma epidemica nella seconda metà del XVIII

secolo e più intensamente nel XIX.

Il primo vero caso si verificò nel 1829, quando ad ammalarsi fu un marinaio

toscano che si trovava ad AIghero; contagiò la famiglia che lo aveva ospitato,

il vicinato e altre zone della città.

Nel 1721, tale malattia veniva curata con la pratica della "Variolizzazione":

innesto del vaiolo attraverso aspirazione nasale di polvere secca di pus vaioloso

proveniente da forme lievi o tramite incisioni della cute con lancetta intinta

in pustole attive. In seguito Jenner utilizzò la vaccinazione antivaiolosa,

praticata nel 1801 in via sperimentale, nel 1806 solo per alcune categorie

di persone, per esempio "gli spuri", e nel 1828 per tutti.

Un Regio Editto del 26 febbraio 1828 istituiva le condotte medico-chirurgiche

e vacciniche con lo scopo di garantire alle popolazioni rurali un' assistenza

costante e più sicura. A fianco del medico condotto si trovava la figura del

flebotomo, chiamato per eseguire salassi e operazioni chirurgiche di scarso

impegno, spesso era un ex studente di chirurgia che aveva fatto brevi pratiche

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lav. 55 - Pu/a 24 maggio 1867 - Delibera n. 250 (ACP).

90

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tav.56 - Registrodellevaccinazionidel 1922 di Pula. Il registrovenivafirmato dal medicoprovincialee dal Podestà(ACP).

ospedali ere O presso privati come i barbieri; tale figura riusciva a riscuotere

la fiducia della popolazione, tanto che veniva retribuito maggiormente rispetto

al chirurgo.

eDa una delibera Consiliare del 1863 si sa che anche Pula aveva il suo

vaccinatore, un certo signor Battista Porcu, pagato dalla Amministrazione

Comunale con un compenso di 150 - 250 lire sarde. In seguito, per il carico

di lavoro e 1'aumento del numero degli assistiti, i suoi successori, il medico

Efisio Congiu e il flebotomo Michele Bizzarria chiesero all'Amministrazioneche il loro salario venisse aumentato a lire cinquecento, come da delibera

n0250 del 24 maggio 1867. (4)

La Prefettura di Cagliari inviò in tutti i paesi della Provincia, circolari per

ricordare 1'obbligatorietà delle vaccinazioni (da praticarsi nel primo semestre

di vita) e delle rivaccinazioni (dopo l'ottavo anno).

Sollecitazioni in tal senso vennero fatte fino agli anni' 50 ai Podestà, Sindaci,

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Commissari Prefettizi, pena la denuncia all'Autorità Giudiziaria.

La malattia venne dichiarata eradicata dall'OMS nel 1980 grazie alla campagna

vaccinale. Anche il comune di Pula ha seguito le direttive Prefettizie praticando

le vaccinazioni obbligatorie, documentate in appositi registri custoditi pressol'Archivio Comunale.

Gli allievi della Scuola Media hanno esaminato i registri relativi agli anni dal

1922 al 1926 e del 1934 per le rivaccinazioni; hanno rilevato i dati riguardanti

il numero dei vaccinati, dei morti, degli esiti positivi, negativi e incerti e li

hanno evidenziati nei grafici e nella tabella riportati in queste pagine.

Vaccinazioni anti vaiolo se praticate a Pula da11922 a11934.

92

I-I-I-[-I I-I. . .. Esito Esito . ... .

nN lttlnaC:::I: :vortl entllse::tJ1922 2066 41 31 6 2

1923 2066 35 26 2 1 4 1

1924 2066 52 40 3 6 3

1925 2066 54 47 2 2 2 1

1926 2066 24 21 3

1927 2066 27/1 17 4 7/28

1934 2615 149 116 24 4 4 1

TOT 382 298 41 20 15 6

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O1922 1923 1924 1925 1926 1627 1928

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6

5

4

3

2

1

O1922 1924 1926 1928

tav. 57 - Grafici elaborati sulla base dei dati raccolti nell'Archivio comunale di Pula.

93

!! Vaccinazioni

praticate dal1922 al 1928

I£D Mortalità perVaiolo dal 1922al 1928

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tav.58 - Ex votodella Chiesadi Nostra Signoradi Bonariaa Cagliari.

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Note:

(1) M. BUNIVA} "Istruzione intorno alla vaccinazione preceduta da un discorso storico

sulla sua utilità." - Tòrino} 1804} Biblioteca Universitaria di Cagliari.

ibid.(2)

(3)

(4)

ibid.

ACP.

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4~II

ai..i'.."

Un fiume di ricordi.

Jt nessuno sfugge la grande importanza che riveste la presenza

dell' acqua in un determinato ambiente, requisito indispensabile

per la vita e lo sviluppo socio-economico dello stesso.

Nelle realtà gravemente carenti di questo elemento resistono solo forme di

vita elementari, come avviene nei deserti, oppure, se gli insediamenti umani

sono presenti, trattasi di popolazioni tribali rimaste allo stato primordiale,

impegnate per lo più in attività che consentono la semplice sopravvivenza.

Le antiche civiltà, di regola, si formarono in territori che vedevano la presenza

di fiumi, mezzi di comunicazione e dispensatori di acqua e di humus.

Dunque, l'acqua come necessità di vita e presupposto di progresso, sia nei

luoghi ove essa è presente naturalmente, sia in quelli dove viene trattenuta,

oppure trasferita e incanalata in acquedotti e tubazioni.

Quanto sopra lo si può rilevare anche guardando alle vicende storiche della

Sardegna; i periodi punico, romano e pisano, durante i quali si realizzarono

varie opere idrauliche (ad esempio l'acquedotto romano di Nora), segnarono

una crescita delle attività socio-economiche. Nella nostra isola, ove l'alternarsi

di periodi di pioggia ad altri di siccità è una costante climatica, mediamente

soltanto il 25% delle precipitazioni viene invasato, mentre il restante 75% si

perde per evaporazione, azione dei venti, infiltrazioni in falde profonde

difficilmente raggiungibili, scarico a mare. A prescindere dalle quantità che

si perdono per processi naturali, è stato calcolato che potrebbe essere raccolta

una quantità d'acqua doppia rispetto a quella attualmente invasabile nei bacini

esistenti, con la costruzione di nuovi sbarramenti.

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tali. 59 - Illustrazione di Bianca Grazzini e Alessandra Spada - III D.

I bacini artificiali presenti in Sardegna furono realizzati tra la seconda metà

dell' ottocento (citiamo soltanto il primo sul Rio Corongiu, ultimato nel

1866) e 1'epoca attuale, con particolare riferimento al ventennio fascista ed

al successivo dopoguerra con la creazione dell' E.A.E (Ente Autonomo del

Flumendosa). Premesso quanto sopra, attraverso la ricerca di documenti

storici, cercheremo di descrivere alcuni aspetti della vita di Pula legati a quel

bene primario che è 1'acqua; e ci piace raccontarli così:

"... Un mercoledì mattina del mese di dicembre dell'anno 2002, noi compagni della

2a D cominciamo il lavoro di ricercanell'Archivio Comunale di Pula per ricostruire

in breve la storia dell'approvvigionamento idrico del nostro paese.

La curiosità di poter scoprire,attraverso i documenti esaminati, le condizioni di vita

della popolazione fin dal 1860 e la possibilità di veder citati personaggi coi cognomi

uguali ai nostri, probabilmente parenti dell'epoca, ci hanno incuriosito un po' tutti,

ma in particolare Matteo, un nostro compagno curiosissimo e amante della storia.

Un pomeriggio Matteo decide di proseguire la ricerca,e mentre sfoglia un documento,

si vede comeproiettato nel lontano 1891, anno in cui venne sistemata unafontana. (1)(2)

Lui si immerge in una sorta di sogno e, affacciandosi sul bordo della fonte, vede il

proprio riflesso ed al suofianco scorgelafigura del sig. Remigio Zucca, noto in paese

per essere una sorta di memoria storica di Pula, sia per esperienze personali che per

quelle raccontateglidagli avi.

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tav. 60 - Il trasporto della frutta via mare. Illustrazione di Bianca Grazzini - III D.

Il sig.Zucca cominciail suo racconto:

"Pulaèstataunaflorida cittadina in virtù delsuofiume, il suoterritorio eracostellato

difertili orti efrutteti e la sua ricchezzaeradeterminatadalfiorente commerciocon

la città di Cagliari, soprattuttoper quanto riguarda lafrutta.

I prodotti di questicommercivenivanodi regolatrasportati a Cagliari via marecon

una barcaa velacheattraccavanell'isola di San Macario; questotipo di trasportoera

priferito a quello terrestreconcarri in quantogli inevitabili sobbalzidovuti al pessimo

stato dellestradeavrebberorovinato i prodotti.

Il frutto cheandavaper la maggiore,del quale si vendevanograndi quantità, era il

fico, tanto chei cagliaritani chiamavano"pappafigu" gli abitanti di Pula. "

Interviene Matteo il qualefa notareche,comeriportano i documenti,il fiume erasì

una fonte di ricchezza, ma procurava anchegrossi problemi ad una parte della

popolazione chesi ritrovava i terreni inondati in quanto il fiume eraprivo di argini

ed in occasionedellepienestraripavafacilmente;eranodunquenecessarifrequenti lavori

di sistemazione.Il sig.Remigioconferma,raccontandochevenivanoposti dei ''pennelli''

(isgabbionis)a difesadellespondee dei terreni.(3)

In quell'epoca,comedetto,ci si servivadi pozzi efontane.

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tav. 61 - Foto di signorina seduta alla fontana.

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La fontana di "Su crucculeddu" si trovava nell' attuale via Segni, un'altra si trova

ancora al di qua del ponte in località "Su riu".(4)

Il benessere indotto dal fiorente commercio spinse gli amministratori a concepire l'idea

della costruzione di un acquedotto(5) che servisse a soddiifare al meglio le sempre

maggiori esigenze della popolazione.

Dice Matteo che i documenti parlano di un avviso d'asta(6) sulla base di lire

268.522,71 per la costruzione dell'acquedotto.

Il progetto vincente(7) è dell' Ing. B. Ravenna, ma prima che l'opera sia compiuta, e

a seguito della morte di questi, viene rivisto prima dall'ing. Azara e poi dall'ing.

Sanna (8).

L'acquedotto deriva da un pozzo ordinario, scavato nell' alveo del Rio Pula nei pressi

dell' abitato, al quale viene applicata una pompa a stantuffo azionata da un motore

a petrolio.

L'acqua viene sollevata fino ad un vicino serbatoio, incassato nella montagna e

sovrastante l'abitato, dal quale parte una conduttura che alimenta un abbeveratoio e

una pubblica fontanella.

Qui le donne si recavano con le brocche per prendere l'acqua che serviva agli usi

domestici ed è chiaro che poter usufruire di un bene così importante nel proprio abitato

rappresentava all'epoca un grande vantaggio, visto che gli abitanti dei paesi vicini,

Sarroch e San Pietro, afferma il sig. Remigio, erano costretti a servirsi di pozzi pubblici

e privati distanti dall' abitato.

~

Continua Matteo che per realizzare detto acquedotto, trattandosi di opera di pubblica

utilità, i documenti raccontano di espropriazioni in località "S' Isca su zippiri" e

"S'Isca is abis" al prezzo di 50 lire ad ettaro; spesso alle espropriazioni non seguono

i relativi pagamenti, mentre i proprietari sono ancora tenuti al pagamento delle

imposte. (9)

Il sig. Remigio continua a raccontare e parla del secondo acquedotto, Matteo conferma

di aver letto documenti che evidenziano la ricerca di sorgenti in località "Sa matta

sola", come quelle di" Su scioppadroxiu" a 750 m.s.l.m., "Su pampinargiu" a 483

m.s.l.m., (( Su perdaxiu" ed altre per verifìcarne la vera portata d'acqua. (10)

Detto acquedotto,frutto di un consorzio tra i paesi di Pula, Sarroch e S.Pietro,

convoglia le acque delle sorgenti citate in tre serbatoi, quello di S. Giorgio per Sarroch

101

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tal'. 62 - Milano, 5 dicembre1909. Preventivo per un acquedotto (ACP).

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103

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tav.64 - Mappa della località "Sa Matta Sola "(ACP).

sulle falde del monte Cuccuru S. Marco, uno per S. Pietro ed uno posto a 45 m.s.l.m.

sotto il Castello a Pula. (11) Matteo precisa che, prima di dare il via ai lavori, il

Presidente del Consorzio Carlo Frau, l'ing. progettista G. Carboni e i sindaci dei

tre comuni inoltrano una richiesta alla Prifettura e quindi all'Ufficio d'Igiene perché

venga iffettuato l'esame chimico e batteriologicodelle acque delle sorgenti. (12)

Col secondo acquedotto dopo alcuni anni l'acqua viene portata anche in periferia,fino

alla località "Le aie", ove si realizzano degli abbeveratoi per gli animali, nella zona

dell'odierno Consorzio agrario, uno alto per buoi e cavalli e uno più basso per le pecore

e un pozzo per gli abitanti che in questo periodo (1925) erano 2.032.

I[ sig. Remigio termina la sua storia ricordando che l'acquedotto de "Su casteddu"

approvvigiona il paese fino agli anni' 60, rivelandosi sempre più insufficiente per la

popolazione che, crescendo, richiede maggiori utilizzi.

A partire da quegli anni Pula verrà approvvigionata dal Flumendosa e lefontanelle

scompariranno quasi del tutto, rimanendone soltanto una o due. Matteo sta ancora

"vivendo" la Pula descritta in queste pagine quando sente le voci dei compagni di

classe che lo chiamano riportandolo alla realtà.

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tav. 66 - Cagliari 28 luglio 1911 - Mutuo per la costruzione dell'acquedotto (ACP).

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Note:

(1)

(2)

(3)

ACp, CAT X, n.2 anno 1891.

A.CP, CAT X, n. 2, anno 1892.

nei seguenti documenti del!'A. C P:Le notizie relativea "isgabbionis"sono contenute- CATX, anno 1860;- CAT X, anno 1863;- CAT X, anno 1874;- CAT X, anno 1881;- CAT X, anno 1885.

A. CP, Registro n. 9, anni 1910-1911 (deliberaper la ristrutturazionedellafontana);Registro n. 11,pag. 167, n. 122; CAT X, anno 1891 (progettazionedi unafontana);CAT X (progettofontana); CAT X (avvisod'asta)

(4)

(5) A.CP, CAT X.

(6) A.CP, CAT X.

(7) A.CP, CAT X.

(8) A.CP, CAT X.

(9) A.CP, CAT X.

(10) A. C P, CAT X; documenticontengonodiversenotizie sulle sorgentie la messa in operadel!'acquedottoconsorziale;Registro deliberazioniPodestà,n.3. Anno 1935.

(11) A.CP, CAT X; cartatopograficadellazona "Sa Matta Sola".

(12) A.CP, CAT X.

Bibliografia:

FRANCESCO MASALA, "Storia dell'acquain Sardegna", 1991, Quartu S. Elena.

jOAN ARMANGUÉ I HERRERO, "L'acquanella tradizionepopolaresarda", 2002,Cagliari.

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Provvedimenti a favore dell'olivicoltura. (1)Lo storico Francesco Floris ci informa del fatto che Vittorio Emanuele I

emanò nell' anno 1806 un provvedimento a sostegno dell' olivicoltura con

il quale intendeva rilanciare sia l'impianto di nuovi oliveti che l'innesto degli

olivastri, stabilendo sanzioni contro i proprietari dei terreni che non avessero

entro cinque anni provveduto a ciò e un titolo nobiliare a coloro che si

fossero distinti in tale attività piantando almeno quattromila olivi.Uno dei beneficiati fu nel 1833 don Pietro Nieddu che ebbe il titolo di

conte dopo averne piantati a Pula oltre 4000.

Abitanti di Pula "popolatori" ma non "vassalli". (2)

In un documento del 1807 presente nell' Archivio di Stato di Cagliari

(Segreteria di Stato - Feudi - vol.1647) vi è la notizia di una contrapposizione

tra il Sindaco e i consiglieri di Pula da una parte e l'amministratore del

Marchesato di Quirra dall' altra. I primi sostenevano che gli abitanti di Pula

non erano Vassallidel Marchese di Quirra, ma popolatori di quel territorio,

e Pula "s'appella popolazione e non villaggio" affermando in questo modo

la loro indipendenza da qualsiasi sudditanza nei con:fi:ontidel detto Marchese.

Da un altro documento apprendiamo che sin dal 1807 il Sindaco di Pula eraMichele Mameli mentre nel 1817 era un tal Antonio Pisu.

L'ammiraglio Nelson sbarca nella baia di Pula. (3)

Nella biografia dell'ammiraglio Nelson scritta da Robert Southey e pubblicata

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a Londra nel 1814 si dice che la sua flotta gettò l'ancora nella baia di Pula

per due settimane, a causa del maltempo, e che egli ritenesse che il governo

inglese avrebbe dovuto comprare la Sardegna.

Ricorso della vedova donna Speranza Cugia. (4)In un documento dell'Intendenza Generale custodito nell'Archivio di Stato

di Cagliari è presente il ricorso della vedova Cugia:

" . .. la quale implora che dalla comunità si provveda a restituire a suo antico

letto il fiume che formandone altro nuovo reca danni alle possessioni di

questa signora nel villaggio di Pula."

Contesa tra il Consiglio Comunitativo di Pula e i Padri Mercedmti. (5)In un documento del 1839 inviato al Giudice del Mandamento di Pula vi

è notizia di una contesa tra il Consiglio Comunitativo di Pula e i PadriMercedari.

Si evince che venne richiesta ai Mercedari da parte del Consiglio Comunitativo

la cessione di un chiuso di sei starelli di estensione nel luogo denominato

Sa Cruxi Santa, limitrofo al villaggio e adatto alla costruzione di case

d'abitazione per le persone del paese mediante un canone annuo da fissarsia seconda del valore del terreno.

Si chiedeva all' autorità mandamentale se veramente sussistesse la necessità

di erigere nuovi fabbricati per l'incremento della popolazione e se non vi

fosse un luogo più adatto a ciò nei dintorni di Pula.

Invasione delle cavallette. (6)

Durante una seduta del Consiglio Comunale del 18 aprile 1868 si prese atto

del problema rappresentato dalle invasioni delle cavallette e si cercò di

risolverlo battendo gli insetti con le scope. Ma poiché tale soluzione si era

mostrata inefficace, si dimostrò, invece, di maggiore utilità l'uso di bianchelenzuola.

Acquisto di un orologio. (7)

Il Consiglio Comunale deliberò, nel maggio 1875, di acquistare un orologio

da Giovanni Campazzi, orologiere meccanico di N ovara, per la cifra di lire

1.900, compreso il collocamento in loco.

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Si stabilì che la cifra sarebbe stata pagata "per una metà dopo collocato

l'orologio e l'altrametà dopo un anno per il qual termine garantisce l'orologio

che è delle più moderne macchine, che dopo ogni quarto ripete l'ora."

Servizio telegrafico. (8)

Una data importante è il 20 luglio 1886 in cui ci fu l'inaugurazione del

Servizio Telegrafico di Pula.

Naufragio Rodinis. (9)

1128 ottobre 1886 un'imbarcazione di tipo "Skooner" denominata "Formica"

naufragava allargo della spiaggia di S.Efisio, scontrandosi contro uno scoglioa circa 200 metri dalla costa. A bordo dell'imbarcazione, l'armatore Rodinis

morì nel tentativo di salvare la figlia, in soccorso della quale accorse MelisPuddu Salvatore che, sfidando la furia delle onde, riuscì a metterla in salvo.

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tav. 67 - La nave "la Formica" (10).

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tav. 68 - I protagonisti del naufragio (11) - Ernesto Rodinis, Giuseppina Rodinis, Salvatore Melis.

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Note:

(1) Tratto da F/oris F., 1999) Storia della Sardegna,Ed. Newton ed Comton in collaborazionecon Ed. La Torre - Roma.

(2)

(3)

(4)

(5)

(6)

In ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI) Segreteriadi Stato-Feudi vol. 1647.

Tratto da DALLAS P., 1989) La Storia di Pula, Ed. E. LI. TE. 17 Sarroch.

In ARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI.

Tratto daARCHIVIO DI STATO DI CAGLIARI.

Delibera n° 8 -18 aprile - 1868 Registro delle deliberazioni di Giunta n° 1 dal 711211867al 3011211879.

(7) Delibera n° 185 -14 maggio -1875 Registro delle risoluzioni presedal Consiglio Comunaledel Comune di Pula n° 2 dal 21/11/1867 al 1911211875.

Delibera n° 23 - 20 luglio -1886 Registrodelledeliberazioni di Giunta n°3 dal 17111/1883al 0911011889

(8)

(9) Delibera di Giunta n° 41 del 15 novembre1886 Registro delle deliberazioni di Giunta n°3dal 17111/1883al 0911011889

(10) Immagine tratta da "La storia dellafamiglia Radossich)))a cura di Renato Amoroso e RenateRix Amoroso.

(11) Ibidem.

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3a D

anno scolastico3a D

anno scolastico2002-2003 2003-2004

Abis Alice

Atzeni Alice

Campanale Gabriele

Cotza GianluigiCurreli Walter

Fa Michele

Fanunza Vàlentina

Ledda Floriana

Mascia Federica

Mudu Vàlentina

Novara Alessandra

Pala Silvia Giorgia

Podda Marco

Porceddu Maurizio

Porru Daniele

Salis Rita Maria

Seu Serena

Spiga Alessandro

Stassi Girolamo

Steri Nicolò

Utzeri Luca

Cadeddu Andrea

Campus RobertaCuccu Claudia

Deidda Alessandra

Ferrari Giulia

Giussani Vàlerio

Grazzini Bianca

Incani Fabio

Melis Anastasia

Melis Sofia

Moras Fabio

Morisco Federico

Murgia Davide

Murgia Laura

Onali GiorgiaOnali Matteo

Piddiu Silvia

Pitzalis Marta

Scanu Giulia

Spada Alessandra

124

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3a B

anno scolastico

2a D

anno scolastico"Il 2003-2004 2003-2004 .

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Aiana Lara

Angioni AndreaBanditelli Giulia

Casula Romina

Erriu Marco

Fa Marianna

Faa Sara

Mura Silvia

Naitza Roberta

Piddiu Eleonora

Pili Mauro

PirasAndrea

Porcu Francesca

Putzolu DiegoSaiu Debora

Cabras Michele

Collu GiorgiaCossu Elisabetta

Deidda Giulia

Deriu Carlotta

Deriu Cristina

Ferrari valeria

Grazzini Sara

Kajic' AdnanLobina Sara

Mangano FrancescaMeloni Daniele

Mura Fabio

Piddiu Nicola

Pili Manuela

Piras Elena

Puddu StifanoSarais Simone

Seu Chiara

Spada Sabrina

Spiga StifanoStara Daniela

Syrbe Marc

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2a B

anno scolastico

2003-2004

Congiu Giorgio

Farei Tony

Fassio jessiea

Gaias Elma S<jìaGolino Rieeardo

Lai Alessandra

Matta Manuela

Mei Alberto

Montis Aldo

Pennello Assunta Anna

Pili Luca

Piras Andrea

Sirigu Fabrizio

1a D

anno scolastico2003-2004

Buffa Martina

Campanale DavideCois Alessandra

Contu Andrea

De Ruvo Giulia

Dessì Irene

Dessì Sara

Frigeri Tiéroniea

Loddo VirginiaMantovani Alessandro

Melas Elena S<jìaMelis Emanuela

Novara Elisabetta

PallaAliee

PapaleoAntonio B.Pintus Irene

Piredda Martina

Pisu Alessandro

Pisu Alessio

Pisu Matteo

Puddu Alessandro

Putzu Daniele

Ruggeri Silvia

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