Quotidiano Atenei. stop ai corsi con pochi...

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11 MAR 2013 Il Sole 24 Ore Cronaca pagina 2 Apertura Ritaglio stampa ad uso esclusivo del destinatario, non riproducibile. Atenei. stop ai corsi con pochi docenti Riduzioni per 40 sedi su 90: fuori chi non rispetta il parametro del numero di professori di ruolo Gianni Trovati _ I primi a dover rimettere mano all'organizzazione, in gran fretta, sono gli atenei te- lematici, fioriti negli ultimi anni per intercettare una do- manda di formazione spesso "alternativa" a quella tradizio- nale. Progressivamente, pe- rò, il salire della marea inve- stirà anche le università fisi- che, e nel giro di quattro anni imporrà a 40 atenei su 90 di alleggerire la propria offerta di corsi di laurea rispetto a quella attuale. La marea è quella dei nuovi requisiti di accreditamento contenuti in uno degli ultimi decreti attuativi della riforma Gelmini, firmato il 30 gennaio scorso dal ministro dellVni- versità Francesco Profumo: dal 2013/2014, ogni corso di laurea dovrà rispettare una se- rie di parametri per ottenere l'accreditamento ministeria- le,senza ilquale dovrà chiude- re bottega. Tra i criteri per il "patenti no" ministeriale spic- ca quello relativo alla docen- za, che imporrà a ogni corso di laurea un numero minimo di professori di ruolo. Iparametri TIlivello,come accennato,sali- rà progressivamente, in quat- tro anni. Ai corsi chevorran- no nascere o ripartire a set- tembre servirà almeno un do- cente di ruolo per anno (dun- que il minimo è tre per le lau- ree di primo livello e due per le magistrali), poi la richiesta salirà fino ad arrivare a regi- me, dal 2016/2017, a quattro docenti all'anno. Per le università non stata- li e per quelle nate solo onli- ne sono previsti sconti, ma molto ridotti, (tre docenti all'anno a regime invece di quattro), mentre un regime diverso riguarderà icorsi del- le professioni sanitarie e di scienze motorie. Già da que- sta sintesi, però, emergono chiare due caratteristiche del nuovo sistema: progressi- vi quanto si vuole, i parame- tri sottopongono tutti a un trattamento analogo, e non offrono vie d'uscita. L'impatto sulle telematiche Proprio per questa ragione i primi effetti drastici si con- centreranno sulle università telematiche, che spesso fino a oggi hanno potuto moltiplica- re la propria offerta di corsi purviaggiando su unastruttu- ra iper-Ieggeradalpunto divi- sta della docenza di ruolo. Al- Ia Guglielmo Marconi, per esempio, la banca dati mini- steriale dell'offerta formativa registrava, nel 2011/2012, 30 corsi di laurea, da ingegneria a giurisprudenza, da econo- mia a lettere e lingue, ma il censimento dei docenti (sem- pre targato ministero dellVniversità) non andava oltre i 22 professori di ruolo. Per mantenere lo stesso nu- mero di corsi, ilprossimo au- tunno servirebbero 75docen- ti,pi ùdel triplo di quelli attua- li,e una volta a regime, i nuovi parametri ne chiederanno 225, cioè dieci volte tanto. Si- mile il quadro offerto dall'E- Campus, con nove corsi all'at- tivo e due soli docenti di ruo- lo,mentre alla telematica leo- nardo potrebbe bastare una piccola revisione, e San Raffa- elee La Sapienza (sempre tele- matiche, da non confondere con gli atenei "fisici") dovreb- bero superare indenni il pri- moscoglio. Diversa la situazione a Link Campus, la filiazione italiana dellVniversità di Malta pre- sieduta dall'ex ministro Vin- cenzo Scotti,per laquale ilda- tabase ministeriale non regi- stra docenti di ruolo. Gliatenei tradizionali L'entrata in gioco dei nuovi parametri non ècomunque so- lo questione da accademia "virtuale". La tabella qui a lato confronta corsi e docenti at- tuali conle richieste dei requi- siti a regime, emostra l'esigen- za di interventi profondi an- che in grandi atenei tradizio- nali. I numeri sono indicativi, perché non possono tenere conto dell'articolazione di of- ferta e docenza per area disci- plinare e settori didattici, ma mostrano distanze rilevanti fra ilpanorama attuale e quel- lo chiesto dall'accreditamen- to a regime in università co- me L'Aquila, Genova e Cam- pobasso, e fra le non statali al- la Maria SS.Assunta di Roma e all'università di Enna. La situazione nei poli più grandi, dalla Sapienza di Ro- ma alle Statali di Milano eTo- rino, è decisamente più tran- quilla, ma questo è un dato ovvio. I requisiti di docenza, insieme a quelli sulla platea studentesca di riferimento, puntano a "pulire" il panora- ma didattico dai corsi che rac- colgono non più di una man- ciata di iscritti. I tagli già effettuati Da questo punto di vista, l'università non è all'anno ze- ro: già i «requisiti minimi>} elaborati anni fa dal Comita- to nazionale di valutazione, dei quali il nuovo sistema di accreditamento è l'erede, se- guivano la stessa filosofia, in- sieme al «pacchetto serietà» dell'allora ministro Fabio Mussi, e le difficoltà nei con- ti degli atenei hanno fatto il resto: tra 2009 e 2011, per esempio,i corsi attivi con me- no di 20 iscritti sono diminui- ti del 28,60/0, e quelli con me- no di 5 studenti si sono più che dimezzati. L'accreditamento, almeno nelle intenzioni, vuole rende- re sistematico questo princi- pio, dando aiparametri la for- za di legge per impedire che qua e là si torni indietro. "@g;ann;trovat; giann i, trovati@;lsole24ore.com @RIPRODUZIONERISERVATA Quotidiano 1/4

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11 MAR 2013 Il Sole 24 Ore Cronaca pagina 2

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Atenei. stopai corsi con pochi docentiRiduzioni per 40 sedi su 90: fuori chi non rispettailparametro del numerodi professori di ruolo

Gianni Trovati

_ I primi a dover rimetteremano all'organizzazione, ingran fretta, sono gli atenei te-lematici, fioriti negli ultimianni per intercettare una do-manda di formazione spesso"alternativa" a quella tradizio-nale. Progressivamente, pe-rò, il salire della marea inve-stirà anche le università fisi-che, e nel giro di quattro anniimporrà a40 atenei su90 dialleggerire la propria offertadi corsi di laurea rispetto aquella attuale.Lamarea è quella dei nuovi

requisiti di accreditamentocontenuti in uno degli ultimidecreti attuativi della riformaGelmini, firmato il30 gennaioscorso dal ministro dellVni-versità Francesco Profumo:dal 2013/2014, ogni corso dilaurea dovrà rispettare una se-rie di parametri per ottenerel'accreditamento ministeria-le,senza ilquale dovrà chiude-re bottega. Tra i criteri peril"patenti no" ministeriale spic-ca quello relativo alla docen-za, che imporrà a ogni corsodi laurea un numero minimodi professori di ruolo.

IparametriTIlivello, come accennato,sali-rà progressivamente, in quat-tro anni. Ai corsi chevorran-no nascere o ripartire a set-tembre servirà almeno un do-cente di ruolo per anno (dun-que il minimo è tre per le lau-ree di primo livello e due perle magistrali), poi la richiestasalirà fino ad arrivare a regi-me, dal 2016/2017, a quattrodocenti all'anno.

Per le università non stata-li e per quelle nate solo onli-ne sono previsti sconti, mamolto ridotti, (tre docentiall'anno a regime invece diquattro), mentre un regimediverso riguarderà i corsi del-le professioni sanitarie e discienze motorie. Già da que-sta sintesi, però, emergonochiare due caratteristichedel nuovo sistema: progressi-vi quanto si vuole, i parame-tri sottopongono tutti a untrattamento analogo, e nonoffrono vie d'uscita.

L'impatto sulle telematicheProprio per questa ragione iprimi effetti drastici si con-centreranno sulle universitàtelematiche, che spesso fino aoggi hanno potuto moltiplica-re la propria offerta di corsipurviaggiando su unastruttu-ra iper-Ieggeradalpunto di vi-sta della docenza di ruolo. Al-Ia Guglielmo Marconi, peresempio, la banca dati mini-steriale dell'offerta formativaregistrava, nel2011/2012, 30

corsi di laurea, da ingegneriaa giurisprudenza, da econo-mia a lettere e lingue, mailcensimento dei docenti (sem-pre targato ministerodellVniversità) non andavaoltre i 22professori di ruolo.Per mantenere lo stesso nu-mero di corsi, il prossimo au-

tunno servirebbero 75docen-ti,pi ùdel triplo di quelli attua-li,e una volta a regime, i nuoviparametri ne chiederanno225, cioè dieci volte tanto. Si-mile il quadro offerto dall'E-Campus, con nove corsi all'at-tivo e due soli docenti di ruo-lo,mentre alla telematica leo-nardo potrebbe bastare unapiccola revisione, eSan Raffa-ele eLa Sapienza (sempre tele-matiche, da non confonderecon gli atenei "fisici") dovreb-bero superare indenniil pri-moscoglio.

Diversa la situazione a LinkCampus, la filiazione italianadellVniversità di Malta pre-sieduta dall'ex ministro Vin-cenzo Scotti,per laquale ilda-tabase ministeriale non regi-stra docenti di ruolo.

Gliatenei tradizionaliL'entrata in gioco dei nuoviparametri non ècomunque so-lo questione da accademia"virtuale". La tabella qui a latoconfronta corsi e docenti at-tuali conle richieste dei requi-siti a regime, emostra l'esigen-za di interventi profondi an-che in grandi atenei tradizio-nali. I numeri sono indicativi,perché non possono tenereconto dell'articolazione di of-ferta e docenza per area disci-plinare e settori didattici, mamostrano distanze rilevantifra ilpanorama attuale e quel-lo chiesto dall'accreditamen-to a regime in università co-me L'Aquila, Genova e Cam-pobasso, e fra le non statali al-la Maria SS.Assunta di Romaeall'università di Enna.

La situazione nei poli piùgrandi, dalla Sapienza di Ro-ma alle Statali di Milano eTo-rino, è decisamente più tran-quilla, ma questo è un datoovvio. I requisiti di docenza,insieme a quelli sulla plateastudentesca di riferimento,puntano a "pulire" ilpanora-ma didattico dai corsi che rac-colgono non più di una man-ciata di iscritti.

I tagli già effettuati

Da questo punto di vista,l'università non è all'anno ze-ro: già i «requisiti minimi>}elaborati anni fa dal Comita-to nazionale di valutazione,dei quali il nuovo sistema diaccreditamento è l'erede, se-guivano la stessa filosofia, in-sieme al «pacchetto serietà»dell'allora ministro FabioMussi, e le difficoltà nei con-ti degli atenei hanno fattoilresto: tra 2009 e 2011, peresempio,i corsi attivi con me-no di20 iscritti sono diminui-ti del 28,60/0, e quelli con me-no di 5 studenti si sono piùche dimezzati.

L'accreditamento, almenonelle intenzioni, vuole rende-re sistematico questo princi-pio, dando aiparametri la for-za di legge per impedire chequa e là si torni indietro.

"@g;ann;trovat;giann i, trovati@;lsole24ore.com

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Lamappa dei corsi in eccesso

L'EVOLUZIONE DELL'OFFERTANumero dei corsi attivi* ne12011/12 per class i di numerosità di immatricolati, a confronto con i 12009/2010

* Sono con sid erati corsi attivi q u eli i eh e h an no almen o un immatri colato, Non son o cons id erati a ttivi i cor si ad esa ur imen to

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_ Differenza % rispetto a 2009/201016-20 21-30 31-50 51-75.,1~5

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ED2Q9

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I n umeri in rosso indica no i corsi6-10 11-15

ITAGLI RICHIESTIL'offerta formativa degli atenei a confronto con quella possibile in base ai requisiti di organico previsti dalla riforma a regime dal2016 - In rosso chi non rispetta i parametri

Docenti di ruolo Docenti di ruoloNecessari Corsi in Necessari Corsi in

Ateneo Totale corsi In organico a regime eccesso Ateneo Totale corsi In organico a regime eccessoRoma Telematica Marconi 1m) 22 225 Ancona - Politecnica lE 523 520 '\'81L'Aquila m 568 712 Bari Jean Monnet 6 37 33 W1Genova mJ 1338 1472 Napoli Parthenope m 328 320 W1Roma Lumsa f1i) 70 159 Calabria - Arcavacata CE 837 828 911Telematica E-Campus g) 2 81 I Roma Foro Italico B3 59 44 911Link Campus Il O 78 I Milano Iulm ~ 85 69 'ti!Campobasso ~ 281 356 Telematica Giustino B 42 18 ~FortunatoPiemonte Orientale C 382 456

Roma Campus Biomedico (3 88 63 \'11Enna lE 65 135

Catanzaro D3 234 204 \'IlCamerino 1m 272 332 I

Bergamo mi) 331 300 W1Uninettuno rn 15 72

Sassari Ci} 650 604 W1Napol i Suor Orsola lE 85 138

Teramo 1m 247 192 '911Benevento Sl 163 212 Pavia ~ 981 924 911Modena - Reggio Emilia l;E 808 856 Lecce CS 669 612 'ti!Brescia €m 564 608 Verona 00 749 672 'ti!Trieste m 690 732 Venezia Iuav (3 159 80 \'IlFerrara caJ 611 652 Reggio Calabria D3 275 184 \'41Bolzano 1m 108 144 Milano Bocconi m 216 123 W1Telematica Leonardo (5 9 36 Ven ezia Ca' Foscari al 507 404 W1Viterbo ~ 285 316 Bari Politecnico SD 315 200 911Telematica San Raffaele 13 27 Parma cm 932 812 \'4!Telematica Sapienza 17 39 Siena lE 860 736 \'tUrbino m 366 388 Cagliari cm 1.006 880 \'tRoma Europea fJ 33 54 Milano Bicocca fAi 903 776 \'4!Reggi o Cala bri a Str an ieri fa 2 20 Chieti 1m 700 564 \'4!Telematica pegaso fa 4 18 Messina mn 1.225 1.088 \'tNapol i Orientale f1a 194 208 Napoli II Uni vers ità sm 1.010 848 \'tPotenza m 327 340 Padova lP1l 2.201 2.036 \'4!Milan o San Raffael e lE 87 99 Roma Tre fit 891 724 \'4!Telematica Niccolò tij 32 42

Pisa 1m 1.594 1.420 \'tCusano Perugia ~ 1.104 912 ..Varese - Insubria m 380 388 I Salerno W 991 788 \'4!Udine 'il 706 712 I Roma Tor Vergata 1m) 1.445 1.220 \'tBra - Se. gastronomiche lO 15 I Bari mi) 1.597 1.340 \'tAosta 55 60 I Torino Politecnico m 839 508 ..Castellanza 35 39 I Firenze Imt 1.820 1.468 \'tTrento m 540 544 I Milan o Cattol ica 1m 1.365 957 \'tTelematica Mercatorum Il 6 9 I Palermo 1m 1.698 1.284 \'tRoma Luiss 1m 71 72 I Catania mI!) 1.441 1.000 ..Roma San Pio V i! 29 30 I Torino Statale miJ 2.047 1.580 \'tMacerata ~ 308 308 " Milan o PoI itecn ico m 1.320 820 \'tPeru gi a Str an ieri 64 64 ~ Milano Statale m9 2.170 1.540 \'tCassino ~ 317 316 \'41 Bologna f!f} 2.850 2.168 .",Foggia m 373 372 \'41 Napoli Federico II mi! 2.545 1.480 W1Sie na Str ani eri l)j 41 40 \'ti Roma La Sapienza tJW 3.999 2.684

~I Fonte: ela bo razio ne del So le 2 4 Ore su dati Miu r - Ufficio sta usuca e Miu r - ba nca dati offerta fo rma uva

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Gli obiettivi di Europa 2020. Italia sotto la media Ue per i laureati

Più chance alle matricole «mancate»di Loigi Berlingoer'e Nicola Vittorio"

L'università merita un'atالtenzione politica e finanالziariaassolutamenteprioال

ritaria da parte del nuovo Parlaالmento e del prossimo Governo.Anche in unmomentocosl diffiالcile, occorre trovare le risorse,con il contenimento della spesainaltri settoriPriorità quindi praالticata e non più solo declamataIn questa priorità c'è però

una "questione studentesca".L'Italia infatti èun Paese sottoالrappresentato nel n umerocomالplessivo degli universitari. Ogالgiè alll)% sulla leva cl 'età al conالfronto con il 26% in Europa.Mentre l'obiettivo di Europa2020 è di avere un numero di

laureati parial 40%, l'Italia è anالcora molto lontana da questotraguardo. Eppure, raggiungeالre gli obiettivi di Europa 2020 èun bisogno della società dellaconoscenza edèuna delle conالdizioni per la crescita. Senza unsuccesso in questo campo, nonci saranno né competitività, nésviluppo.I recenti dati sulleimmatricoال

lazionidescrivono una situazioالne contraddittoria che sottoli-

(LNODO RISORSEIl prossimo Governodovrà investire nel settoreperché da questodipendono lo sviluppoe la competitività del Paese

nea ancor più l'urgenza di interالventi capaci di incentivare masالsicciamentel'accessodeigiovaالniall'università.. Maqueidati reالgistranoanche alcuni fenomenipositivi nelle scelte degli stuالdenti. Lo si deve al Processo diBologna, in particolare alla lauالrea triennale, ma anche adun'iniziativa assai provvidaall'interno dell'università., il«progetto lauree scientifiche».Dalla scomposizione su base

anagrafica degli immatricolatidi dieci anni faemerge che alloالra si era registrato un fenomeالno importante: il ritorno aglistudi. Su 330 mila iscritti, oltre32mila persone avevano un'età.com presa fra i23 ei30 anni, quaالsizomila fra i31e i 40, bennmilatornarono nelle facoltà avendo

più di40 anni. Che cosa era sucالcesso? Con la riorganizzazioneuniversitaria su tre livelli di lauالrea si era iniziato quel processodiallineamen todel nostrosisteالma a quelli europei e la costruالzione di uno Spazio europeodella formazione superiore.Quella riforma, con l'introduالzione di corsi di laurea triennaالILprodusse unafortesensibilizالzazione dell'opinione pubblicaverso l'importanza di miglioraالre il proprio grado d'istruzione,fino a portare, spesso per la priالma volta, un titolo di studio uniالversitario in famiglie che nonne avevano mai avuto. Non soالlo, molte persone già inseritenel mondo del lavoro pensaroالno di cogliere l'opportunità. diuna valorizzazione culturale e

professionale della loro espeالrienzalavorativa.I neoiscritti con più di 23 anni

si sono andati assottigliandoconsiderevolmente negli annisuccessivL sia perinterventiamالministrativi, sia perché si esauالlÌ, fisiologicamente, l'entusia~smo di quanti avevano volutotornare agli studi universitari.Oggi, come10anni fa, solo un

1genne su trescegliedi iscri verالsi a un corso di laurea. Ma nelguardare chi lo fa, ci si accorgecome studenti e famiglie, neglianni, abbiano premiato i percorالsi scientifici e tecnologici, indiالviduandoinquesti studi un forالte drive occupazionale. Le lauالree del gruppo ingegneristico equelle del gruppo scientificomantengono sostanzialmente i

loro immatricolati del decenالnio, oltretutto, per le laureescientifiche, partendo da livellidi fortissima disaffezione in cuierano piombate alla fine deglianni '90. Un fenomeno in partefiglio dell'oggettiva difficoltàdelle Scienze dure, in parte doالvuto al consolidarsL nell'immaالginario giovanile, di un'erratadissociazione fra studi scientifiالci e mondo del lavoro.Esaminando i dati dello scorال

so anno accademico, sirilevafaالcilmen teche Ì23""3oennisono diالventati poco più di Smila, i3Q--4oenni 5.700 egli over 40 suالperano di poco quota4mila. Intotale, le tre voci di matricole"anziane", per così dire, sonocirca 19mila. In un decennio sisono cioè perduti oltre 42milanuovi iscritti agés, che sono cirالca i3/4 delle matricole definite«in fuga». La riprova arriva inالcrociando i dati Istat con quellidel Ministero: lematricole1gen-

nL se rapportate alla stessa faالscia di popolazione residente,hanno registrato un calo con teالnuto: dal 31% di dieci anni fa al29,5% dello scorso anno. Un alالtro motivo su cui riflettere perintervenireeinsisteresullepoliالtiche diUfelong learning.Percondudere: nonsi può esال

sere fieri se solo un 1genne sutre sceglie l'universi tà. Bisognaquindi intervenire, non sullematricole in fuga ma, pi uttosto,su quelle mancate. Bisognacioè pensare a una grande, sisteالmatica, strutturale azione diraccordo tra istruzione, formaالzione e lavoro che, qualificanالdo gli studi, e portando più gioالvani convinti dell'importanzadell'alta formazione negli ateالneL possa consentire all'Italiadi cogliere gli obiettivi contiالnentali delZ020.

~O;.ordi(f()toredelgruppoMfur Rtercascientifiçaetet;no!ogiça

""'11niversitàdi Ibma TorVergata

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Qualità

La valutazioneinternanon sempreè sufficiente.. Contin ua da pagina 1

È in questo contesto cheassum e un rilievo particolarela messa a punto di criteri eprincì pi condi visi in ma teriadi accredi tamento, affidati, alivello transnazionale,all'European associationforquali ty aqssurance in highered uca tion. Spetta all'Enq a,infatti, accredi tare le agenzienazionali di accredi tamento eprom uovere linee guida eprocedure comuni.

Anche se i nuclei divalutazione interni all'ateneosono stati previsti dallenorme sull'autonomiafinanziaria del 1993erafforzati nel 1999, l'Italiasconta ancora un certori tardo su questo fronte.

L'Anvur è nata solo nel20n,e in attesa di com pletarealmeno un biennio di attivitàcom e agenzia diaccredi tamento è per ilmomento mem bro candid atodell'Enqa. L'introduzione delsistema Ava - il trinomioau toval utazione,accredi tamento, val utazione-si propone quindi di allineareil nostro sistema alla prassiprevalente in mol ti Paesidell'Unione. Essenziale è ilprimo dei tre term ini:nessuna val utazione puòprescindere dal m oni toraggioe, appun to, la val utazione checiascun ateneo effettua al suointerno. Il rischio di unapp roccio diverso è infattiche le proced ure diaccreditamento finiscano peressere considerate unavessazione esterna, o, quasipeggio, un inu tileadem pimento formale .Certamente alcuneesperienze estere in vitanoalla ca utela, sp ecie sul prim ofronte: in Gran Bretagna,

dopo qualche eccesso lega toal Teachingqualityassesment (Tqa) l'agenziaHefce ha alleggeri to leproced ure, e in Francia si stavalutando se sostituireall'Aeres strumenti menocom plessi di val utazione.

Nonc'è dubbio, però, cheuna maggioreconsa pevolezza dei processie dei fini di un'analisi dellaquali tà sia un obietti vofondamentale, sopra ttutto sediviene lo strum ento perun'autonoma riflessione sullesp eci ficità dei singoli corsi dilaurea, i suoi obietti vi,l'incastro con gli orizzontidella ricerca e il mondo dellavoro (non si tratta diorizzonti incom pati bili).

La via italianaall'accreditamento scontaanche alcune peculiari tà delsistema. Nonostante fossesta ta concepi ta come misuratransi toria, resta in vigore unaclassificazione rigida delleclassi di laurea, che com portaobblighi specifici inmateriadi program ma di studio eresta soggetta al vagliopreventi vo del Cun.Al trettanto prescri tti vi, erafforzati daAva, sono ireq uisi ti lega ti al num erominim o di docenti necessariper atti vare un corso distudio, al trove dem anda ti albuon sensoau toregolam entato delleisti tuzioni, e particolarerilievo ri vestirà da noil'accreditamento delle sediuni versi tarie, soprattu ttoquelle decentra te, d i cuiandranno soppesa te lestrutture e l'effettivofunzionamento. Negli ul tim ianni ne sono state disa tti va tecirca un terzo, così com e sonostati chiusi quasi 200 corsi dilaurea che attraevano ognianno meno di 15matricole.

Molta "autovalutazione",evidentemente, è già stataeffettuata, anche se saràimportante per docenti,studenti e fam iglie potercontare su da ti trasparenti ecom para bili su basenazionale e internazionale.

Atessa ndro Schiesaro0RIPFDDU1IDNE RISERVATA

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