questi non escludo possa esserci anche mia moglie,non per ... · Forlì sabato 15 maggio Posizione...

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Premessa alla lettura della relazione “VIAGGIO IN SPAGNA dell’anno 2010” Ho scritto questa lunga e articolata relazione che a molti potrà apparire prolissa e noiosa; fra questi non escludo possa esserci anche mia moglie,non per dare sfoggio di una cultura geografica e storica che sfortunatamente non possiedo. E’ evidentemente del tutto palese che ho tratto i dati e le notizie storiche che menziono nella relazione dai depliant che gentilmente mi hanno fornito i vari uffici del turismo e dalle pubblicazioni del Touring Club Italiano. Se chi mi legge,bontà sua, vorrà riconoscermi il merito di aver operato un paziente assemblaggio di tutte le notizie trattate , mi sentirò già largamente appagato. Ma il vero motivo per cui ho tanto scritto, è che sento questo viaggio come una mia creatura, l’ho progettato con cura preparando una” scaletta di viaggio “ che abbiamo seguito esattamente ,non incontrando mai alcuna difficoltà sia nella logistica (aree di sosta e campeggi) che nei viaggi di trasferimento da una località all’altra. E’, per me, ulteriore motivo di soddisfazione il sapere che il consuntivo di spesa relativo ai costi fissi del viaggio(cioè escluso le spese personali, pranzi e cene, alimentari e regalie) è stato inferiore al mio preventivo del 8,75%. Ho scritto ,perche leggendo quelle righe io possa ritrovare il piacere ,domani come oggi, del ricordo di quei giorni di quel turismo “fai da te” che accomuna noi camperisti. Tanto dovevo ai miei eventuali e simpatici detrattori………..non me ne vogliano!!!!! Con affetto Giorgio Ruffilli P.S. Mentre progettavo questo viaggio in camper, mi sono posto, come abitualmente faccio , il solito interrogativo, quali difficoltà incontrerò? come saranno le strade? Dove potrò sostare ? come sarà la rete dei trasporti pubblici? A tutte queste domande ho cercato di dare risposta cercando notizie in diari di viaggi di altri e consultando quanto la rete internet mette a disposizione, questa è la verifica. Pertanto dedico le prossime pagine a quel tipo di camperista nel cui D.N.A. non esiste la filosofia del “ci penseremo dopo”, ma solo quella del “lo voglio sapere prima”. In poche righe darò SOLO INFORMAZIONI INERENTI AGLI INTERROGATIVI di cui sopra , senza doversi sorbire la parte storica - culturale del viaggio. Da Forlì a San Remo Km. 500 su strade “a pedaggio Area di sosta adiacente alla S.S. Aurelia (facile a trovarsi) Costo Euro/notte 7 Da San Remo a Arles (Fr) Bouches du Rhone Km.350 su strade a pedaggio(30%),strade non a pedaggio(70%) Viabilità:buona Traffico:intenso Area di sosta in Place Lamartine (facile a trovarsi ma di difficile accesso) In centro e gratuita g.p s N 43,68194 W 4,63241 Da Arles a Le Boulou (Fr) Langue doc Russilion Km.300 su strade non a pedaggio Viabilità:buona Traffico: intenso Area di sosta :rue Chemin du Moulin Nou (facile a trovarsi vicino al cimitero) In centro e gratuita g.p.s. N 42°,5271 W 2°,83704 Da Le Boulou a Saragoza (Sp) Aragona Km.460 su strade non a pedaggio Viabilità: ottima Traffico:intenso, molti Tir. Camping: Ciudad de Saragoza rue Maurice Ravel 1°categoria ottimo (non esiste segnaletica, media difficoltà a trovarsi) g.p.s. N 41°38,271 W 0°56,574 Costo Euro/notte 21,20

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Premessa alla lettura della relazione “VIAGGIO IN SPAGNA dell’anno 2010”

Ho scritto questa lunga e articolata relazione che a molti potrà apparire prolissa e noiosa; fra

questi non escludo possa esserci anche mia moglie,non per dare sfoggio di una cultura

geografica e storica che sfortunatamente non possiedo. E’ evidentemente del tutto palese che

ho tratto i dati e le notizie storiche che menziono nella relazione dai depliant che gentilmente

mi hanno fornito i vari uffici del turismo e dalle pubblicazioni del Touring Club Italiano.

Se chi mi legge,bontà sua, vorrà riconoscermi il merito di aver operato un paziente

assemblaggio di tutte le notizie trattate , mi sentirò già largamente appagato.

Ma il vero motivo per cui ho tanto scritto, è che sento questo viaggio come una mia creatura,

l’ho progettato con cura preparando una” scaletta di viaggio “ che abbiamo seguito

esattamente ,non incontrando mai alcuna difficoltà sia nella logistica (aree di sosta e

campeggi) che nei viaggi di trasferimento da una località all’altra. E’, per me, ulteriore

motivo di soddisfazione il sapere che il consuntivo di spesa relativo ai costi fissi del

viaggio(cioè escluso le spese personali, pranzi e cene, alimentari e regalie) è stato inferiore al

mio preventivo del 8,75%.

Ho scritto ,perche leggendo quelle righe io possa ritrovare il piacere ,domani come oggi, del

ricordo di quei giorni di quel turismo “fai da te” che accomuna noi camperisti.

Tanto dovevo ai miei eventuali e simpatici detrattori………..non me ne vogliano!!!!!

Con affetto Giorgio Ruffilli

P.S.

Mentre progettavo questo viaggio in camper, mi sono posto, come abitualmente faccio , il

solito interrogativo, quali difficoltà incontrerò? come saranno le strade? Dove potrò sostare ?

come sarà la rete dei trasporti pubblici? A tutte queste domande ho cercato di dare risposta

cercando notizie in diari di viaggi di altri e consultando quanto la rete internet mette a

disposizione, questa è la verifica.

Pertanto dedico le prossime pagine a quel tipo di camperista nel cui D.N.A. non esiste la

filosofia del “ci penseremo dopo”, ma solo quella del “lo voglio sapere prima”.

In poche righe darò SOLO INFORMAZIONI INERENTI AGLI INTERROGATIVI di cui

sopra , senza doversi sorbire la parte storica - culturale del viaggio.

Da Forlì a San Remo Km. 500 su strade “a pedaggio

Area di sosta adiacente alla S.S. Aurelia (facile a trovarsi) Costo Euro/notte 7

Da San Remo a Arles (Fr) Bouches du Rhone Km.350 su strade a pedaggio(30%),strade non

a pedaggio(70%)

Viabilità:buona Traffico:intenso

Area di sosta in Place Lamartine (facile a trovarsi ma di difficile accesso) In centro e gratuita

g.p s N 43,68194 W 4,63241

Da Arles a Le Boulou (Fr) Langue doc Russilion Km.300 su strade non a pedaggio

Viabilità:buona Traffico: intenso

Area di sosta :rue Chemin du Moulin Nou (facile a trovarsi vicino al cimitero) In centro e

gratuita g.p.s. N 42°,5271 W 2°,83704

Da Le Boulou a Saragoza (Sp) Aragona Km.460 su strade non a pedaggio

Viabilità: ottima Traffico:intenso, molti Tir.

Camping: Ciudad de Saragoza rue Maurice Ravel 1°categoria ottimo (non esiste

segnaletica, media difficoltà a trovarsi) g.p.s. N 41°38,271 W 0°56,574 Costo Euro/notte 21,20

Collegamento al centro città:buona, fermata bus a 10 minuti

Da Saragoza a Toledo (Sp) Castilla- La Manca Km.380 su strade non a pedaggio

Viabilità: ottima Traffico :medio

Camping: El Greco C.tra C.M.4000 Km.0,7 1° categoria ottimo (facile a trovarsi) g.p.s. N°

39° 51’ 54’’ W 4° 2’ 50’’ Costo Euro/notte 24,50

Collegamento al centro città :ottima,fermata bus a 5 minuti

Da Toledo a Aranjuez (Sp) Comunidad de Madrid Km.48 su strade non a pedaggio

Viabilità:ottima Traffico : modesto

Camping Internacional Aranjuez 1° Categoria ottimo (media difficoltà a trovarsi)

g.p.s. N 40,039838 W 3,604374 Costo Euro/notte 21,94

Collegamento al centro città : con trenino del camping, a piedi circa 30 minuti

Da Aranjuez a Cordoba (Sp) Andalucia Km. 350 su strade non a pedaggio

Viabilità: ottima Traffico: modesto

Camping El Brillante A,vda del Brillante n50 1° categoria mediocre (facili a trovarsi)

g.p.s. non trovato Costo Euro/notte 21

Collegamento al centro città: medio,fermata bus a circa 15 minuti

Da Cordoba a Sivigila (Sp) Andalucia km. 140 su strade non a pedaggio

Viabilità: ottima Traffico: modesto

Camping Villsom Autovia Sevilla-Cadiz Km.555 (Dos Hermanas) 1° categoria ottimo

(attenzione a segnaletica) g.p.s. N 37°16’ 39’4’’ W 5° 56’ 11,7’’ Costo Euro/notte 22,40

Collegamento al centro città: medio, fermata bus a circa 15 minuti

Da Siviglia a Salamanca (Sp) Castilla e Leon Km.470 su strade non a pedaggio

Viabilità:ottima Traffico: modesto

Camping Regio Carrettera Avila-Madrid N-501 Uscita :Santa Marta de Tormes 1° categoria

sufficiente (attenzione a segnaletica ,g.p,s. non trovato) Costo Euro/notte 21,30

Collegamento al centro città: ottimo, il bus fa fermata all’ingresso del camping

Da Salamanca a Segovia (Sp) Castlla e Leon Km. 170 su strade non a pedaggio

Viabilità:ottima Traffico: modesto

Camping El Acueducto C.tra de la Granja Km. 112 1° Categoria modesto (non difficile a

trovarsi) g.p.s. non trovato Costo Euro/notte 20

Collegamento al centro citta :medio, fermata autobus a 15 minuti

Da Segovia a Madrid (Sp) Madrid Km.100 su strade non a pedaggio

Viabilità : ottima Traffico:intenso, in particolare in prossimità di Madrid

CampingAlpha C.tra de Andalucia Km 12,4 Madrid 2° Categoria sufficiente (non facile a

trovarsi, mancano cartelli indicatori) g.p.s. Lat.40,317199 Lon.-3,688861 C.Euro/notte 23,40

Collegamento al centro citta:difficile e dispendioso in tempo e denaro

Da Madrid a Burgos (Sp) Castilla e Leon Km.250 su strade non a pedaggio

Viabilità: ottima Traffico: regolare

Camping Fuente Blancas C.tra Cartuia de Miraflores Km.3,5 1° categoria ottimo (facile a

trovarsi,) g.p.s. non trovate Costo Euro/notte 18,60

Collegamento al centro della città: facilissimo, il bus ha la fermata a fronte campeggio

Da Burgos a Saint-Jean-Pied-de-Port (Fr) Aqùitaine Km.300 su strade non a pedaggio

Viabilità:buona Traffico: regolare

Area di sosta Parking du Lai Alai adiacente al centro storico ottima (facile a trovarsi)

g.p.s. N 43,16540 W -1,23323 Costo Euro/notte 5

Collegamento al centro: è in centro

Da St. Jean-Pied-de-Port a Lourdes (Fr) Midì Pirenei Km.160 su strade non a pedaggio

Viabilità: discreta Traffico:regolare

Camping Du Loup route de la Foret 2° categoria buono (facile a trovarsi)

g.p.s. N 43° 5’ 52’’ W 0°4’ 11’’ Costo Euro/notte 14,40

Collegamento alla Basilica :vicinissimo con bella passeggiata lungo il fiume

Lourdes a Pèzenas (Fr) Langue doc Russilion Km. 380 su strade non a pedaggio

Viabilità: discreta Traffico: regolare

Area di sosta in Avenue du Marèchal Leclerc ottima (abbastanza semplice a trovarsi)

g.p.s. N 43,46054 W 3,42622 Costo notte: gratuita

Collegamento al centro: a 200 metri dal centro

Da Pèzenas a Diano Maria (I) Liguria Km.540 su strade non a pedaggio e a pedaggio.

Viabilità:discreta Traffico:intenso

Area di sosta Oasi Park via Sori 5 non facile a trovarsi,mancano coordinate.C.Euro/notte 10

Collegamenti sia al mare che alla statale PESSIMI condizione della struttura: PESSIMI

Il costo di sosta/notte di cui sopra è riferito a un camper con equipaggio di due adulti,non

comprende normalmente la fornitura di energia elettrica, mentre sono comprese doccie calde

e accesso in piscina.

Ciao e buona strada a tutti!!!

Cronaca giornaliera del viaggio in Spagna effettuato nel periodo 15.05.10 al 18 06 10

Equipaggi:

Ruffilli Giorgio/Persiani Carla su semintegrale CHAUSSON “flash 04” il centro

Fadda Ignazio/Talotti Lea su mansardato HYMER

Relatore: Giorgio Documentazione fotografica: Ignazio Forlì sabato 15 maggio Posizione contakilometri camper CHAUSSON: 23.147 Ore 8.45, partiamo sotto una pioggia battente e imbocchiamo l'autostrada A1 prediligendola alla statale per “evitare” il nodo di Bologna; l'intento è di uscire dall'autostrada nei pressi di Modena e proseguire il viaggio su strade non a pedaggio che oltre a gli ovvi vantaggi economici rendono il viaggio meno monotono. L'intensificarsi della pioggia ci fa desistere da questo proposito per cui continuiamo velocemente il nostro

viaggio in autostrada dove il traffico è di modesta entità, nella tarda mattinata un pallido sole fa capolino fra le nubi presagio di un radicale cambiamento delle condizioni atmosferiche. In questa alternanza delle condizioni meteorologiche verso le ore 16 raggiungiamo la meta del giorno:l'area di sosta camper di San Remo, qui trascorreremo la notte. Sistemati i mezzi a piedi raggiungiamo il centro della città che dista circa due chilometri dall'area di parcheggio e ci immergiamo nel vociferante bagno di folla di turisti del fine settimana. San Remo domenica 16 maggio Ci alziamo di buon ora e verso le 8 pagato il posteggio,euro 7 a camper ,entriamo in autostrada A10 diretti al confine francese, il traffico è quasi inesistente,anche le nuvole sono sparite e la frizzante aria del mattino ci dà una tonificante carica di energia. Dopo circa 30 km entriamo in territorio francese ; proseguiamo il viaggio sulla autoroute A8/E80 , i pedaggi su questa tratta autostradale sono particolarmente esosi, c'è un casello ogni 20/30 km ed ad ognuno va versato un obolo particolarmente caro in rapporto al chilometraggio effettuato, ma il solo pensiero di attraversare la costa azzurra francese su strade statali,esperienza già vissuta, mi mette in tensione e di malumore..... Nei pressi di Salon de Provence usciamo dall'autostrada e proseguiamo il nostro viaggio su strade statali, la nostra destinazione è il confine spagnolo ,che contiamo di raggiungere in tarda serata ,per sostare in territorio francese a Le Boulou; nel primo pomeriggio decidiamo di operare una variante al programma ;rinviamo a domani sera l'arrivo a Le Boulou e allungando il percorso di circa 50 km ci dirigiamo a Saintes-Maries-de-la-Mer cuore della Camargue gitana,qui il delta del Rodano crea un paesaggio affascinante e selvaggio fatto di stagni, lagune, meta prediletta di aironi, cormorani, fenicotteri rosa, mandrie di tori neri e cavalli completano il quadro ambientale;per Ignazio e Lea che non l'hanno mai vista è una occasione da non perdere!! Raggiungiamo Saintes-Maries-de-la-Mer alle ore 16,il paese è completamente intasato di caravan ,autocaravan , aree di sosta e campeggi sono al tutto esaurito, siamo capitati nella annuale festa dei gitani che richiama questi pittoreschi personaggi da tutta Europa a venerare la statua di Sara, loro santa protettrice posta nella cripta della chiesa/fortezza del paese. L'imprevedibile evento ci costringe a cercare un'altra soluzione per la sosta notturna, ci dirigiamo a Arles che raggiungiamo dopo un breve percorso di circa 40 km. L'area di sosta sita in Place Lamartine è adiacente al centro storico,una breve passeggiata ci consente di raggiungere i punti più salienti della città qui tutto parla di Roma ,ne sono esempio il Teatre Antique costruito sotto Augusto(sec1a.c.),lo splendido anfiteatro Les Arenes (1sec.d.c.),ancora oggi scenario delle sfide fra tori e toreri della Camargue,completano i monumenti della città la Cathedrale de St-Trophime del sec.XI-XII dove fu incoronato Federico I Barbarossa. Si è fatta ora di cena, rientriamo ai camper niente affatto stanchi. Arles Lunedì 17 Maggio Sono le ore 8, la notte è trascorsa tranquillamente, la città comincia ad animarsi, nostra meta del giorno è,come precedentemente accennato,,Le Boulou, che dista circa 200km,non avendo conseguentemente alcuna fretta dedicheremo parte della giornata a fare spese nei supermercati,in primo luogo cerchiamo in centro una farmacia ; facciamo scorta di quei prodotti da banco che in Francia costano meno della metà che in Italia!!! Ripreso il viaggio verso le ore 16 arriviamo a Le Boulou piccola ma graziosa cittadina posta ai piedi dei Pirenei orientali. L „area di sosta camper corredata di carico e scarico

acque reflue è completamente gratuita, noi ,occupiamo gli ultimi due posti sui trenta a disposizione. Montati gli oscuranti per la notte e scambiate “quattro” chiacchiere con un equipaggio francese ,andiamo a fare una passeggiata in centro, come abbiamo avuto modo di costatare in tante occasioni lo spirito nazionale dei francesi è proverbiale. Anche qui nel sua piccola dimensione in ogni edificio pubblico sventola la bandiera nazionale e un elegante ed efficiente ufficio turistico ci accoglie per fornirci di carte documentazioni dettagliate della zona e delle feste in calendario,apprendiamo che la città ha anche una stazione termale di discreta fama;quanto sono bravi questi francesi nel proporre al turista le loro bellezze e noi che ne possediamo tante e di primo ordine quando impareremo a “valorizzarle”???? Siamo al tramonto, un vento freddo accompagnato da una leggera pioggia ci induce a tornare alla base che raggiungiamo in pochi minuti. Il contachilometri del mio Ford marca Km.24.313,abbiamo già percorso dalla partenza 1.265 km. e siamo ancora in territorio francese, anche se il confine spagnolo dista poche decine di chilometri. Le Boulou Martedì 18 maggio Partenza alle ore 8 ,la giornata è limpida e serena,la nostra meta odierna è Saragozza capoluogo della Aragona,tappa di circa 450 km. La rete delle strade spagnole più importanti è divisa in autostrade (autopistas,AP) e strade rapide(autovias,A).Le prime sono generalmente in concessione con pedaggio,mentre le seconde sono gratuite e gestite dallo Stato o dalle Comunità autonome. Abbiamo programmato di percorrere solo strade senza pedaggio,all'uopo passato il confine percorriamo la A-2 autostrada del nord -est “Madrid-Saragoza-Barcellona. La strada in una alternanza di rilievi che in rare occasioni superano quota 1000 ha carreggiate larghe con segnalazioni ben marcate e indicazioni sia di destinazione che di velocità e pericolo chiarissime,all'uscita dei tunnel il cartello stradale che mostra un fanale con sotto un punto interrogativo ci fa sorridere ricordandoci la “stupidità” delle nostre leggi che ci obbligano, in giornate di sole come le odierne , a mantenere i fari anabbaglianti!!! Le perfette condizioni del fondo stradale ci consentono nonostante un pesante ma ordinatissimo traffico di mezzi pesanti di mantenere una velocità elevata nel rispetto dei limiti imposti che in certe tratte è di 110 km/ora. Una caratteristica comune a tutte le strade extraurbane spagnole che abbiamo percorso è quella di non avere distributori di carburanti in adiacenza alla sede stradale ; le aree di servizio sono collocate al di fuori della carreggiata stradale e sono raggiungibili con una breve deviazione ben segnalata sia in uscita che in rientro,tutto ciò a vantaggio della viabilità. Alle ore 15 ,nonostante la sosta pranzo e successivo riposino siano di già alla periferia di Saragozza Non abbiamo ancora visto nessun cartello segnaletico del camping Ciudat de Saragoza dove siamo diretti,fortunatamente abbiamo le coordinate:Lat. N.41° 38.271 Long.W.0°56.574 ,i nostri navigatori fanno egregiamente il loro lavoro tant'è che in una decina di minuti siamo all'ingresso del camping. La struttura occupa una vasta area ed è di recentissima costruzione come il quartiere Rosales del canal su cui insiste, nei pressi del campeggio ,come avremo modo di appurare,con una breve passeggiata di 5minuti, sono raggiungibili le fermate dei bus per il centro, esattamente gli autobus delle linee urbane 41 e 141. Ci vengono assegnate le piazzole,naturalmente in adiacenza,il fondo è di terra battuta, i giovani alberi offrono un cono d'ombra insignificante per cui apriamo i tendalini che cerchiamo di fermare con cura per contrastare un vento teso e freddo che spazza l'assolata area.

Ispezioniamo i servizi che sono di primo ordine ,efficienti e pulitissimi; una tonificante doccia ci ritempra e ci tonifica dalle fatiche del viaggio,domani inizieremo la visita a Saragozza. Saragozza Mercoledì 19 Maggio Alle ore 8,30 zaini in spalla e giubbotti per il vento ,che già di prima mattina disturba ,ci dirigiamo alla fermata del bus, la raggiungiamo in pochi minuti, in verità c'è più di una fermata nel quartiere dove siamo. .Alti e nuovissimi palazzi ci circondano; pur realizzati con discreti materiali e buona cura ,tradiscono nella loro uniformità e tipologia la loro origine di edilizia economica-popolare. L'arredo urbano per ciò che concerne spazi verdi e parcheggi è stato realizzato con encomiabile abbondanza di spazi,altrettanto dicasi per la viabilità,purtroppo notiamo molti alloggi vuoti e in tanti altri il cartello “vendesi” anche qui sono palesi i deleteri effetti della crisi economica-monetaria che da mesi attanaglia tutto il mondo. Il bus è puntualissimo, il conduttore ci fa direttamente il biglietto,costo un euro , la validità si esaurisce a quando il passeggero esce dal mezzo, nel nostro specifico caso andiamo al capolinea, sito in centro all'inizio dell'isola pedonale,questa prassi di pagamento del ticket la riscontreremo comune a tutte le città che visiteremo. In una decina di minuti dopo 6/7 fermate intermedie arriviamo al capolinea e iniziamo a percorrere il largo corso Don Alfonso che ci immetterà direttamente in Piazza de nostra Senora del Pilar cuore storico della città. Zaragoza per gli spagnoli, Caesarea-Augusta per i romani, Sarakusta per gli arabi divenne colonia romana nel 25a.c., nel 713 fu occupata dagl'arabi, nel 1118 fu riconquistata dai cristiani e proclamata capitale del regno di Aragona e a tutt'oggi è capoluogo della importante provincia di Aragona. L'importante corso che stiamo percorrendo ha lussuosi negozi su ambo i lati; ancora chiusi ,qualche accenno di apertura è nei molti bar,qui la vita inizia dalle ore 10 in poi, le uniche attività a pieno ritmo sono le operazioni di pulizia dei volenterosi operatori ecologici che con i più disparati ed efficienti mezzi rendono veritiera la pubblicità dei manifesti stradali che recitano la frase “Zaragoza Linda”. Siamo finalmente arrivati in Plaza de Pilar, la vista che si presenta ai nostri occhi è superiore alle aspettative, il vasto rettangolo della piazza,centro monumentale della città, è delimitato a est dalla Seo imponente cattedrale fondata nel XI secolo e ricostruita in forme gotiche a partire dal 1316 e conclusa nel 1550 , a ovest al di là del monumento ai caduti della guerra civile il confine è sbarrato dalle imponenti rovine delle mura romane. Nel lungo lato della piazza a nord,dietro al quale scorre il fiume Ebro,insistono tre importanti edifici:la Lonja,elegante Borsa gotica - plateresca (1541-57) coronata da una loggia ad arcate ,voluta da Don Hemando de Aragon che volle dotare la città di uno spazio di contrattazione commerciale e borsa,l'interno attualmente utilizzato come spazio espositivo consiste in una vasta sala a tre navate su colonne ioniche con stupende volte gotiche stellate. Il secondo edificio è l'Ayuntamiento (1954) fronteggiato dal monumento a Goya,infine il terzo corpo di fabbrica è costituito dalla mole di Nuestra Senora del Pilar, seconda cattedrale di Saragozza, considerata uno dei più famosi e venerati santuari di Spagna;l'immensa basilica(cupolone centrale,quattro campanili e dieci cupole minori) deve il suo nome al fatto che in questo luogo la Vergine sarebbe apparsa all'apostolo Giacomo sopra a un pilastro”pilar”. Nel frattempo la piazza si è animata, sono le ore 10 quando entriamo nel moderno Ufficio del turismo dove una cortese e preparata impiegata (che fra l'altro parla italiano) ci fornisce le documentazioni per una organica visita della città. Iniziamo la visita recandoci allAljaferia sita in Avenida de Madrid a circa 1,5 km.da plaza del Pilar,il palazzo dell'Aljaferia grande testimonianza dell'architettura mussulmana fu

costruita durante il regno di Al-Muqtadir sec.XI, della fase moresca conserva parte del cortile ,l'elegante moschea, la torre del Trovador e parte delle mura. Al periodo medioevale ,invece risalgono la Chiesa di San Martino,la Cappella di San Giorgio e alcune sale decorate in stile mudejar; il regno dei Re Cattolici vede la costruzione di un altro piano su una ala del palazzo e l'aggiunta di una maestosa scalinata per accedere al corpo centrale dell'edificio. Si deve a Filippo II,alla fine del '500 la trasformazione dell'edificio in fortezza, con la costruzione di quattro baluardi,e un fossato di protezione. Attualmente è sede del Parlamento Aragonese e assieme alla bandiera nazionale sventola il bel vessillo simbolo dell'Aragona. Sono ormai le ore 13,riprendiamo il percorso di ritorno a Plaza del Pilar e facciamo sosta pranzo in una “tavola calda” affollata ,ma da cui si emanano stimolanti profumi di cucina. Le attese sono ampiamente rispettate sia nella qualità che nella quantità e fondamentalmente nel prezzo, basti dire che primo, secondo,dolce, frutta,costano 12 euro e volendo si può fare per la stessa cifra il bis o tris di tutto per la stessa cifra ,anche noi siamo fra quelli che fanno piu' di un bis!!!!! Alle 14,30 seduti su una delle banchine che arredano la grande piazza facciamo il programma del pomeriggio, fa caldo se pur mitigato dal solito vento teso che disturba particolarmente Carla e Lea. Decidiamo per il Museo del Foro di Caesareaugusta,. ubicato sotto il pavimento dell'attuale piazza della Seo , , ospita nella sede originale i resti archeologici trovati negli scavi realizzati negli anni 1988/1991 in questa zona della città. Le strutture architettoniche conosciute corrispondono a due fasi successive della costruzione del foro della colonia. Della fase più antica sono conservati i resti di un mercato,tubature di portata dell‟ acqua potabile, una cloaca con i relativi canalini e qualche muro di negozi. Della fase posteriore progettata e iniziata a fine I sec.a.c. in epoca di Augusto ,e conclusa in epoca di Tiberio, nei primi decenni del secolo I d.c. e frutto di un marcato ampliamento,sono conservati i resti di un foro piu' spazioso,una grande cloaca , canali e fondazioni di un settore del portico e dei suoi locali adiacenti,ubicati al di fuori dell'ambiente forense. La visita inizia con la proiezione d'un audiovisivo in cui il protagonista il fiume EBRO,narra i fatti storici accaduti in questo luogo,di cui lui è stato spettatore e testimone ,successivamente un abitante di CAESARAUGUSTA riprenderà vita per richiamare alla memoria il proprio vissuto dalla sua infanzia e gioventù nel foro della città. Pregevole il plastico con informazione sonora che ricostruisce in modo ideale l'area dell'antico mercato in epoca augustea. Nove vetrine ,espongono resti ceramici,mentre una grande vetrina espone diversi frammenti di tubature di piombo,appartenenti a un tratto di 26 metri di conduttura che erogava acqua potabile a una fonte termale. (Viene mostrato anche il sistema e gli strumenti impiegati per formare il tubo da una lastra di piombo e relative giunzioni.) Per ultimo possiamo ammirare l'interno della grande CLOACA dell'epoca di Tiberio che evacuava le acque reflue di questa parte delle città in direzione del fiume Ebro. Il materiale utilizzato è una miscela di calce ,sabbia , pietrame e cocciame di laterizio;sulle pareti e sulla volta sono ancora visibili i segni lasciati dalle tavole in legno della carpenteria che mostrano chiaramente il sistema costruttivo utilizzato ,simile alle nostre attuali casseforme ;non abbiamo inventato nulla di nuovo!!!!!!!!! . Usciti dal museo,percorriamo la grande piazza in direzione ovest;prima delle rovine delle mura romane una modernissima fontana crea pregevoli giochi d'acqua,e il vento nebulizza l'acqua rendendo meno torrida l'aria, sul lato settentrionale della fontana fa bella mostra il Torreon de la Zuda,torre mudejer del sec XIV,e la chiesa di San Juan de los Panetes sec. XVII,proseguiamo la passeggiata percorrendo i ruderi delle mura romane .Ad intervalli regolari sono posizionate torri di avvistamento,l'opera realizzata con ciclopici conci di tufo e pietra perfettamente squadrati per uno spessore delle murature che alla base

raggiungono otto metri si presenta ,nonostante l'offesa del tempo e degli uomini ,ancora maestosa ed imponente. L'importanza della colonia fu tale che resta l'unica città che ebbe il privilegio di detenere il nome completo dell'imperatore Cesare Augusto (CAESARAUGUSTA). Completiamo il nostro girovagare entrando in un grande mercato coperto dove esclusivamente si vendono prodotti alimentari, carni e pesci di ogni tipo, formaggi, verdure, frutta ,ecc; rimaniamo sorpresi dai prezzi praticati in riferimento alla ottima qualità dei prodotti, impensabile per l'Italia,facciamo spesa un poco di tutto, dalla carne al pesce, alla frutta e verdura. Alle 18 carichi come bestie da soma , ma soddisfatti sia di quanto abbiamo ammirato nel percorso turistico odierno che per gli acquisti fatti entriamo al camping già pregustando l'ottima grigliata di pesce che le nostre signore ci serviranno per cena. Saragozza Giovedi' 20 Maggio Sono le 10,15 quando scendiamo al capolinea del bus, abbiamo iniziato la giornata in tutta tranquillità, tanto ormai sappiamo che ogni attività riprende dalla 10 in poi,siamo diretti a Plaza del Pilar(che ormai conosciamo bene),nelle cui vicinanze sono ubicati i monumenti più importanti. Notiamo in Corso Ignacio de Lojola la pubblicità di una mostra in PALACIO DE MONTEMUZO il palazzo stesso costituisce un interessante di rinascimento aragonese,entriamo, la mostra è ubicata in una ala del fabbricato che presenta una graziosa loggia ,un bel patio su colonne e amplio scalone coperto da una cupola mudejar(stile derivato dall'influenza araba) è il Patio della Infanta. Alle pareti arazzi di grandi dimensioni con scene bibliche , busti di regnanti , stemmi di casate nobiliari danno un tocco suggestivo all'ambiente,francamente nessuno di noi ha capito l'oggetto della mostra una porta ci immette in un vasto ambiente tutto vetrato , una decina di scrivanie con relativi addetti e una serie di uscieri in livrea ci fa capire che siamo nella sala di rappresentanza di una banca , ora si spiegano il numero eccessivo di addetti alla sicurezza incontrati in tutto il percorso!!!Tutto il mondo è paese ,anche qui i fabbricati piu' belli sono proprietà di banche!!!!!! In Plaza de los Sitios è ubicato museo di Archeologia e Belle Arti di Saragozza,il palazzo è stato sede dell'esposizione Universale Ispano-Francese del 1908,allegorie dell'industria ,dell'arte e del commercio spiccano sulla facciata. Il museo è diviso in due sezioni, archeologica e belle arti che ricostruiscono la storia dell'area Aragonese. Il settore della archeologia raccoglie resti che coprono un arco temporale che va dalla preistoria all'epoca musulmana. Di particolare interesse sono alcune “placche” in bronzo con iscrizioni iberiche e latine, resti architettonici del Palazzo dell'Aljaferia ,un busto di Augusto del I sec.d.c., mosaici romani e paleocristiani. La sezione delle Belle Arti invece raccoglie opere dal XII secolo fino all'epoca contemporanea,pregevoli il complesso di dipinti gotici,e le numerose tele del GOJA a cui è dedicata una intera sala. Nel proseguo del nostro itinerario di visita alla città ,”scarpinando di buona lena (fortunatamente siamo tutti eccellenti camminatori) ci portiamo in Plaza San Pedro Nolasco dove nella chiesa Sagrado Corazòn de Jesùs è allestita una mostra permanente del Rosario de Cristal. All'interno della chiesa ,che visto l'attuale destinazione d'uso ritengo sconsacrata , fanno bella mostra una moltitudine di “macchinari “ da processione, trattasi di icone sacre raffiguranti chiese , basiliche, santuari,santi e madonne, città, navi, soggetti di fantasia tutti realizzati in cristallo, completi di basamenti dove venivano e vengono tuttora agganciate le stanghe per i portantini durante le parate.

Man mano che il visitatore passa a fronte di un”macchinario” all'interno dello stesso si accendono una miriade di luci che riflettendosi sulle strutture del manufatto ,rigorosamente realizzato in vetro/cristallo di vari colori crea stupefacenti suggestioni. A termine della visita all'unisono tutti i “macchinari “vengono accesi, in un tripudio fantasmagorico di luci e effetti sonori, se lo scopo era quello di stupire il visitatore ,a buona ragione affermo che ci sono riusciti!! Si è fatta ora di pranzo, e camminando velocemente in una mezzora ci riportiamo in Plaza del Pilar dove ben sappiamo dove pranzare. Alle ore 15 riprendiamo il nostro girovagare,i mi accorgo di non avere più a tracolla la macchina fotografica ;mentre Ignazio parte di carriera per vedere se l'ho dimenticata al ristorante , io perlustro la piazza con poche speranze di successo; in una panchina dove ci siamo seduti in attesa che Carla fumi la sua sigaretta del dopo pranzo fa bella mostra la mia macchina fotografica !!! è andata bene visto il transito delle tante persone che passeggiano nell'area pedonale . Attraversata la piazza ci dirigiamo verso il fiume Ebro e precisamente in Plaza de San Bruno dove è ubicato il museo del Porto Fluviale di Caesaraugusta . Il fiume era navigabile fin dall'Antichità e sulle rive si ergevano imbarcaderi e porti. Il complesso monumentale che stiamo visitando ,datato tra la fine del secolo I a.c e il secolo I d.c è costituito da diversi vani appartenenti a una facciata porticata attraverso i quali si accedeva a un vestibolo dove una scalinata metteva in comunicazione i moli del porto e il foro della città. In alcuni dei conci sono conservati i segni dei tagliapietre realizzati dai soldati delle legioni VI Victrix e X Gemina, fondatrici insieme alla IV Macedonica ,di Caesaraugusta . Purtroppo non è possibile assistere alla proiezione del video tematico ,che ci avrebbe permesso di vedere la ricostruzione virtuale del porto ,perché il proiettore è rotto. Intendiamo completare l'itinerario visitando il museo delle Terme Pubbliche, qui in San Juan y San Pedro vicino all'antico foro sono state ritrovate a tre/quattro metri di profondità le terme ,la cui attività spaziò dal I secolo ac fino agli inizi del IV sec d.c. La proiezione di un video virtuale di ricostruzione delle attività delle terme completa la visita; per noi italiani che abbiamo come parametro di confronto Pompei e Ercolano valutiamo la ricostruzione “volenterosa ma patetica” .Cominciamo ad avvertire una certa stanchezza,questo però non ci impedisce di visitare ,nel percorso di ritorno la SEO (la Cattedrale di San Salvador);mescolati ad un gruppo di turisti facenti parte di un gruppo organizzato entriamo senza pagare il ticket dovuto. La cattedrale fondata nel XI secolo, nel punto in cui erano già sorti l'antico foro romano e la Moschea Maggiore Mussulmana. Fu quasi completamente ricostruita in stile gotico a partire dal 1316 e completata nel 1550,sul fianco sinistro l'alto campanile barocco è del 1685. Il vasto interno è a cinque navate di eguale altezza con volte a nervatura. Al centro della navata mediana è il coro delimitato da un ricco recinto plateresco :la decorazione del trascoro è un capolavoro della scultura rinascimentale spagnola. La SEO racchiude in se una mescolanza di stili ,dal gotico al mudejer al barocco ,il presbiterio ospita la Parroquieta, cappella gotica sovrastata da una cupola mudejer,il muro della Parroqieta è un vera e propria opera d'arte alla quale hanno lavorato artisti aragonesi, e sivigliani. Sono le 18.30 è ora di rientrare al campeggio,domani partiremo per una nuova destinazione Toledo,e mentre il bus ci porta verso il campeggio mentalmente saluto con una punta di nostalgia Saragozza,di cui abbiamo ammirato i monumenti più salienti e apprezzato la meticolosa pulizia delle sue strade e piazze, il traffico stradale disciplinatissimo , la disponibilità e cortesia degli Aragonesi unita alla chiarezza dei prezzi praticati che abbiamo sempre trovato equi e contenuti. Saragozza-Venerdì 21-Maggio

Alle ore 10 partiamo da Saragozza per la nostra nuova destinazione Toledo,percorriamo i 380 Km. che separano le due città senza fare alcuna sosta intermedia e approfittando della scorrevolezza della strada alle 14,30 entriamo al camping “el GRECO. Sistemati i camper in due piazzole adiacenti eseguiamo una rapida ispezione alla struttura, che in particolare nei servizi ,ci conferma di meritare pienamente la 1° categoria. Dopo aver fatta una tonificante doccia che ci allevia dalla calura della assolata giornata dedichiamo le restanti ore del pomeriggio al relax ,al bricolage e a organizzare la visita di domani. Toledo-Sabato 22 Maggio. La giornata è splendida, la fermata dell'autobus è a pochi passi dal camping, partiamo puntualissimi alle ore 9,10 e alle 9,25 scendiamo al capolinea in piazza Zocodover in centro a TOLEDO. Capoluogo della Regione CASTIGLIA-La MANCIA è sita a 70 km da Madrid;,il fiume Tago la attraversa mitigando la calura estiva, dal 1987 l'UNESCO ha concesso a Toledo il titolo di Patrimonio Culturale dell'Umanità,in segno di riconoscimento alla sua eccezionalità ,visto che come avremo modo di verificare di persona ,la città è un museo a cielo aperto; passeggiando per le suoi stretti vicoli ci si imbatte di continuo o in una chiesa mudejar, o gotica, in una moschea o in un edificio di stampo visigoto o romano o in una sinagoga o in uno dei tanti palazzi rinascimentali. Conosciuta come la Città delle tre culture: cristiana,mussulmana, ed ebrea che convissero per molti secoli lasciando ognuna l'impronta delle rispettive identità; Toledo da bella mostra di questa fratellanza nella sua architettura in cui i vari stili si mescolano scambiandosi influssi che hanno dato luogo a una propria personalità. Fondata da Roma nel 190 a.c con il nome di TOLETUM divenne una fiorente cittadina, dove il Cristianesimo getto le sue radici nel I secolo, nel 569 dopo la caduta dell'Impero Romano il re dei Visigoti Leovigildo vi stabilì la propria corte, i mussulmani conquistarono la città nel 712 e la occuparono per 373 anni,un periodo relativamente corto,ma la loro influenza culturale fu enorme. Quando nel 1085 Alfonso VI la conquistò senza versare una sola goccia di sangue,molti degli abitanti di fede mussulmana decisero di rimanere ,insieme a cristiani ed ebrei,la concordia fra le tre culture dette frutti così importanti come la Scuola di Traduttori di Toledo celebre per aver recuperato parte della cultura classica partendo da diversi scritti arabi. Sul promontorio più alto della città si eleva la mole dell‟ALCAZAR fortezza che fu residenza imperiale e nelle cui dipendenze sono installati un museo militare e la biblioteca regionale, peccato non sia visitabile in quanto da anni sotto restauro. Ci dirigiamo in piazza del Municipio nella quale si erge la CATTEDRALE tempio primate di Spagna ,iniziata nel 1226 fu portata a termine alla fine del XV secolo. La cattedrale essenzialmente gotica ha pianta di basilica con cinque navate,all'esterno risaltano tutte le porte e sopratutto nel frontespizio principale la porta dell'Inferno del Perdono e del Giudizio,sulle quali appoggia un insieme scultoreo che rappresenta l'ultima cena,rifiniscono la facciata due torri campanarie ,una culminante in una guglia appartenente al gotico fiammeggiante e l'altra in una cupola gotico-rinascimentale. All'interno di rilievo il coro ,situato al centro della navata principale mostra pregevoli stalli intarsiati ,la ricchissima capilla Mayor nota per due opere, la splendida cancellata del 1548 di Francisco Villalpando e il colossale retablo del 1502/1504 dell'altare ,opera gotico-fiammeggiante in legno dorato e policromato ,formata da una predella e quattro piani di pannelli con scene del Nuovo Testamento opera di artisti borgognoni ,fiamminghi e spagnoli. La sagrestia nel museo della cattedrale ospita varie opere di Raffaello, Rubens, Velàzquez, Goia, e di El Greco.

Usciti dalla Cattedrale ,sulla sua destra ci imbattiamo nella Posada dela Hermandad, al centro del portale garrisce al vento la bandiera di Castiglia ,attratti dai sgargianti colori e dalla gigantesca aquila bicefala con il blasone imperiale della bandiera entriamo ,l'edificio databile verso la fine del XV secolo servì da carcere ,visitiamo le tetre prigioni retaggio dei bui secoli del Medioevo, al piano primo sono in mostra bandiere, armature, e strumenti di tortura e manichini di guerrieri medievali cristiani e saraceni ,fanno bella mostra altre sì manichini di templari equipaggiati con la inconfondibile armatura ,cotta, scudo crociato lancia e spada. L'edificio fu sede della Santa Hermandad de Toledo,organizzazione di origine medievale creata per la protezione dei viandanti dai briganti che infestavano la zona;di qui il nome Posada(locanda) de la Hermandad. Nel primo pomeriggio,dopo la sosta pranzo,visitiamo la chiesa di Santo Tomè, gotico del XIII secolo e ci soffermiamo ad ammirare il celebre capolavoro di El Greco l'Entierro del Conde de Orgaz, dipinto nel 1586. Il dipinto narra la leggenda della morte di Don Gonzalo Ruiz de Toledo,signore di Orgaz. Scendendo lungo la calle Taller del Moro arriviamo al Paseo del Trànsito,uno dei pochi viali alberati della città, giriamo a destra fino alla calle Samuel Levì dove è ubicata la Casa-museo di El Greco,ci soffermiamo un attimo a guardarla e proseguendo sempre sulla stessa via dopo poche decine di metri arriviamo alla sinagoga del Trànsito. Fu la più grande sinagoga di Spagna, eretta da Samuel ha-Levi Abulafìa,tesoriere del re Pietro il Crudele ,nel 1357,ad un esterno anonimo fa da contrappunto un interno splendido, come abbiamo modo di verificare appena entrati . Il locale interno ha le pareti rivestite di stoffa e in alto,una magnifica decorazione a stucco che insieme formano un esempio impeccabile di stile mudèjar,disegnano fogliami intrecciati con le armi di Castiglia e in alto una fascia di archetti polilobati sostenuti da colonnine binate di marmo rosa e bianco fanno da cornice alle finestrelle. E' compreso nella visita il museo Sefardita, che custodisce iscrizioni, testi sacri,oggetti di culto,rotoli delle Legge,lastre tombali e paramenti sacri. Sono le ore 16 quando decidiamo di fare l'ultima visita della giornata: L'Hospital de Tavera uno dei più importanti edifici della città,fu costruito in forme classicheggianti da Bustamante nel 1541-99,a spese del cardinale Juan Pardo Tavera. Attraversiamo il patio circondato da un doppio ordine di arcate accediamo alla chiesa che racchiude la tomba del cardinale Tavera,sull'altare un retablo di El Greco. Dopo aver visitato l'antica farmacia,ricostruita nelle forme originali,entriamo nei vani che compongono ilMuseo de la Fundacìon “Dunque de Lerma”. Le grandi sale sono decorate con arazzi fiamminghi e mobili del XVII secolo,sono presenti altre si quadri di El Greco, Tintoretto, Tiziano, Caravaggio, Tiziano,Giodano ,e fra i pittori minori colpisce la nostra attenzione “La donna barbuta”di J.de Ribera .. Stanchi, “cotti “ dal sole e dal vento,ma soddisfatti per le meraviglie viste, a cui qualsivoglia descrizione non rende giustizia ,rientriamo al camping già pregustando una tonificante e rilassante doccia. Toledo-Domenica-23 Maggio Alle 9.45 usciamo dal camping e saliamo sul puntualissimo autobus che alle ore 10 ci lascia al capolinea “piazza Zocodover”,l'assolata giornata si preannuncia caldissima, la temperatura già raggiunge i 30°,seppure mitigata dalla solita brezza che nel passare delle ore si rinforza per diventare un fastidioso vento . Passeggiamo per le strette vie del centro storico, i negozi stanno aprendo i battenti, sono tante le vetrine che espongono in bella mostra scintillanti “lame” di ogni foggia e dimensione ,ce ne sono per tutti i gusti e prezzi;entriamo in un negozio che esibisce sconti sino al 50%,Ignazio ed io acquistiamo due coltellini identici per i nostri rispettivi figli, Lea e

Carla sono attratte da bigiotteria dell'artigianato locale,che realizza monili,braccialetti,cammei,e oggettistica di varia foggia e dimensione in argento intarsiato con fili d'oro creando originali e unici motivi arabescati o stilizzate figure geometriche, Lea e Carla ,dopo una accurata scelta,acquistano anche loro alcuni luccicanti braccialetti e orecchini. Proseguendo la passeggiata arriviamo a Santa Isabel trecentesca chiesa mudèjar con adiacente convento di clausura,possiamo visitare la sola chiesa, di seguito arriviamo al Taller del Moro,palazzo mudèjar del XIV secolo di cui possiamo ammirare la sola facciata ,in quanto oggi è chiuso al pubblico,a questo punto ci dirigiamo alla sinagoga di Santa Maria la Blanca,che si trova sulla calle de los Reyes Catòlicos a una decina di minuti di cammino. Preceduta da un giardino fu costruita come sinagoga nel 1180 e rifatta nel sec.XIII,rimase il più importante tempio ebraico della città fino al 1405 quando fu trasformata in chiesa dai cavalieri di Calatrava. Entriamo, l'interno è a cinque navate,poggianti su pilastri ottagonali che reggono grandi arcate a ferro di cavallo. Una sottile decorazione geometrica in stucco di gusto moresco riveste i magnifici capitelli e le pareti delle prime due navate laterali e di quella centrale;sotto il soffitto ligneo corre un motivo di archetti poli-lobati su colonnine. Dopo la “necessaria” pausa pranzo completiamo il nostro itinerario visitando uno dei monumenti più prestigiosi,la chiesa con annesso monastero di San Juan de los Reyes, fatti erigere dai re Cattolici ,come segno di ringraziamento dopo la vittoria sui portoghesi nella battaglia di Toro. In seguito divenne tomba dell'infante Don Juan: La chiesa costruita da J.Guas, è universalmente conosciuta per essere uno dei migliori esempi di sintesi tra lo stile isabellino,il gotico,e il mudèjar. All'esterno sulla parte absidale ,tra le esili arcature ,pendono le catene degli schiavi cristiani liberati dal re Ferdinando. La visita prosegue nel magnifico Chiostro,splendido esempio di tardo-gotico elegantemente integrato dallo stile plateresco delle gallerie superiori. Il portico,con eleganti bifore tra un pilastro e l'altro,si distende lungo le arcate ribassate e con un ricco soffitto artesonado. Dal chiostro passiamo all'interno ,a una navata con transetto e cappelle laterali:ammiriamo il ricchissimo fregio nel transetto,con statue a baldacchini e stemmi di Castiglia,d'Aragona,di Navarra,di Napoli e della Sicilia. Ci avviamo verso le mura che ancora oggi perimetrano la città, la nostra ultima meta è Cristo de la Luz,vi si giunge percorrendo la gradinata di fronte alla puerta del Sol: Il piccolo edificio è sotto restauro, il custode ci fa egualmente cortesemente entrare,è una moschea risalente al 980,a sua volta costruita su una precedente chiesa visigotica;nel secolo XII fu trasformata in chiesa ,con l'aggiunta del corpo absidale mudèjar. Il corpo anteriore è aperto da arcate ;presenta in alto e sui fianchi vari motivi di archi moreschi. L'interno poggia su tre piccole navate con capitelli visigotici,ricoperte da nove cupolette di diversa composizione. Sono ormai le ore 18 quando riprendiamo il cammino verso piazza Zocodover dove prenderemo l'autobus per rientrare al camping. Prediligiamo un percorso lungo i camminamenti delle mura e dei bastioni della città ,nelle varie porte di accesso alla città sono ancora visibili i ponti levatoi. Bandiere e stendardi dai vivaci colori, simboli dei vari quartieri garriscono al vento ad evocare battaglie di altri tempi,con un poco di fantasia sembra di udire le grida degli armati , il sordo cozzare delle spade,l'acre odore della povere da sparo delle bombarde e degli archibugi........ questa è Toledo,mitica città in grado farti rivivere i sogni e le fantasie delle fanciullezza!!!! Toledo-Lunedì 24 Maggio

Sono le ore 11,quando lasciamo il camping El Greco,la nostra prossima tappa è la città di Aranjuez,che dista circa 50 chilometri. Percorriamo la N-400 per circa 40 Km, dopo di che imbocchiamo la M-305 che ci immette in centro ,proseguiamo ancora per pochi Km.e alle ore 12,30 facciamo in nostro ingresso al “CAMPING INTERNACIONAL ARANJUEZ”. Sistemati i camper in due piazzole adiacenti , dopo aver pranzato ,mentre le nostre donne si dedicano ai loro lavori domestici,Ignazio ed io ispezioniamo la struttura , apprendiamo che un trenino navetta giornalmente fa la spola ,gratuitamente,dal camping al centro della città,, al servizio dei campeggiatori,inoltre fra gli altri servizi che la struttura offre “nel pacchetto tutto compreso “ c'è una grande piscina per gli adulti e una più piccola per i bambini. Essendo il lunedì ,giornata di chiusura di tutte le strutture turistiche ,dedichiamo la giornata al relax. Dopo il riposino pomeridiano andiamo in Piscina e alternando ad una nuotata il crogiolarci al caldo sole del pomeriggio ,mettiamo a punto il programma per le visite che faremo domani a questa città che è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1984. Concludiamo la giornata pranzando all'aperto tutti assieme con una saporita grigliata di carni . Aranjuez-Martedì 25 Maggio Alle ore 9,30 il trenino del camping ci porta in centro, esattamente ci lascia a fronte dei giardini reali che si affacciano sulle rive del fiume TAGO. Disegnati secondo un ordine razionale di netto gusto francese,quindi con ampli viali e preziose fontane si spingono fino a entrare nel Tago seguendo un'ansa del fiume stesso,separata dalla terraferma da un canale artificiale . All'ingresso del Palacio Real ci informano che il Mercoledì l'entrata ai musei e ai siti archeologici è gratuita per i cittadini della Comunità Europea,decidiamo quindi di usufruire di questa convenzione e di rinviare le visite a pagamento a domani . Di conseguenza dedichiamo la mattinata e visitare la Partèrre grazioso giardino alla francese facente parte del complesso reale,il giardino offre una notevole ricchezza e varietà di fiori e piante,vicino all'ingresso principale sulla plaza de San Antonio si trova la grande fontana di Ercole,un po' più oltre la fontana di Cerere,un trenino permette di fare comodamente il giro dei giardini,non ne approfittiamo in quanto abbiamo disponibilità di tempo per passeggiare tranquillamente lungo i vialetti fioriti. La giornata è assolata per cui decidiamo ,dopo aver fatto la spesa di alimentari,di rientrare al camping per pranzare all'aperto all'ombra dei grandi alberi che insistono nelle piazzole in cui siamo parcheggiati. Dopo la “siesta “del pomeriggio ci rechiamo in piscina ,niente di meglio di una bella nuotata per combattere il caldo afoso del pomeriggio. Aranjuez-Mercoledì 26 Maggio Il trenino del campeggio ci porta in prossimità dell'ingresso del Palacio Real,entriamo ed iniziamo la visita,:costruito da Filippo II a partire dal 1561,su progetto di J.Bautista de Toledo e J.de Herrera,benché rimaneggiato ed ingrandito nel sec.XVIII ,ha mantenuto la medesima unità stilistica e architettonica del progetto iniziale tale da essere considerato la Versailles spagnola. La facciata è classicheggiante e le due ali laterali del fabbricato circondano i lati della piazza prospiciente. All'interno un monumentale scalone conduce al piano primo dove si trovano le sale di rappresentanza e gli appartamenti privati reali, arredati negli stili in voga fra il Settecento e Ottocento:Le stanze sono ornate da dipinti del XVII e XVIII secolo,altri ambienti sono il regno delle cineserie e del rococò. Alcune sale ospitano il Museo de Trajes,che raccoglie costumi reali del tempo dei re Cattolici.

Nell'insieme il complesso ha una certa maestosità , ma da questo a paragonarlo a “Versailles “ce ne corre....!!!! Nel pomeriggio visitiamo i Jarden del Principe,vi accediamo dall'ingresso in avenida de la Reina ,il giardino si estende per un lungo tratto della riva sinistra del Tago,seguendone il corso. I bei viali adorni di fontane furono disegnati da G:Boutelou per ordine del futuro Carlo IV nel 1763.Proseguendo notiamo l'imbarcadero ,dal quale un traghetto porta alla Casa de los Marinos della seconda metà del Settecento,in essa sono custodite le barche reali degli ultimi tre secoli, purtroppo non possiamo visitare la mostra in quanto aperta di sola mattina. Al centro di un rigoglioso parco un piccolo fabbricato dall'altisonante nome: Real Casa del Labrador custodisce un importante museo contenente porcellane,mobili,tappezzerie,orologi d'epoca,appartenuti ai reali ,purtroppo anche in questa occasione non riusciamo a visitarlo in quanto si entra a gruppi di venti visitatori e l'ultimo gruppo del pomeriggio ha già iniziato l'ultima visita della giornata. Irritati per l'imprevisto contrattempo rientriamo al camping per prepararci al trasferimento di domani :che ci porterà a Cordoba. Aranjuez-Giovedì 27 Maggio Sono le ore 9,00, quando usciamo dal Camping Internacional Aranjuez,la giornata è splendida,la temperatura è al momento “ottimale”,la fresca brezza mattutina si trasformerà purtroppo con il sole allo zenit in un opprimente vento caldo . . Ci stiamo spingendo sempre più a sud e sicuramente la temperatura sarà destinata ad aumentare specialmente nelle ore centrali della giornata,rendendo disagevole il vivere al di fuori dei locali non dotati di aria condizionata, ma è uno “scotto” che siamo disposti a pagare volentieri visto quanto ci sta dimostrando piacevolmente interessante questo viaggio. Usciti dal centro città, imbocchiamo la M-305, per prendere dopo pochi chilometri la N-400 che ci porta sulla A-4 (E-5),percorriamo questa importante strada a doppia corsia di marcia in ambo i sensi per circa 300 chilometri ,fondo stradale perfetto, segnalazioni chiarissime ,traffico pressoché inesistente mi fanno provare un senso di invidia in paragone alle strade di casa nostra ,eppure tutte queste super-strade spagnole (senza pedaggio) sono state realizzate con i contributi europei, ma i nostri super pagati politici (sia di governo che di opposizione) dove erano in questi anni??? forse a vaneggiare su un fantasmagorico ponte sullo stretto di Messina che al di la di dare lustro alle manie di grandezza dell'attuale “primo ministro” e arricchire più o meno indebitamente i soliti “furbetti del villaggio”,non servirebbe a nulla in quanto la grande mole del traffico che sarebbe in grado di smaltire si andrebbe poi a imbottigliare su strade di una rete viaria rimasta immutata dall'epoca borbonica adatta al traffico di carretti trainati da asinelli. Ma neppure la “opulenta Emilia-Romagna ,vanto da decenni di “illuminate “ amministrazioni della sinistra ,può vantarsi della sua rete stradale ,ne è l'esempio più palese il vergognoso stato dell'importante arteria “tosco-romagnola” E45 (unica strada a doppia corsia per senso di marcia non a pagamento che collega Toscana e Romagna) . Percorrerla è un rischio, realizzata ,circa 40 anni fa, senza nessuna intuizione per il prevedibile aumento del volume del traffico e senza corsia di emergenza ,è a tutt'oggi, nonostante il palliativo delle continue manutenzioni , ridotta in certi tratti ad una “carraia”: Enormi buche ne costellano il fondo mettendo a serio rischio di rottura gomme e semiassi , l'onere di sostenere i costi per un serio e risolutivo intervento viene rimpallato fra Anas,regione Emilia_Romagna ,Toscana ,ma nessuno fa nulla …..!!!bravi questi nostri amministratori !!! Meglio tornare al nostro viaggio,queste considerazioni non fanno altro che procurarmi amarezza e un impotente senso di delusione sull'operato dei nostri governanti e amministratori.

Sono le ore 13,30, quando dopo aver percorso circa 350 chilometri e esserci fermati a fare spese a un centro commerciale, entriamo al Camping “El -Brillante” sito in Avda del Brillante 50,in prossimità del centro di Cordoba. Dopo aver pranzato e esserci concessi una meritata pennichella, mentre le donne si dedicano a mansioni domestiche ,Ignazio ed io facciamo una veloce ricognizione in centro per appurare orari degli autobus, e dei siti che l'indomani inizieremo a visitare. Cordoba-Venerdì 28 Maggio Di buon mattino saliamo su l'autobus ,che ha una fermata a fronte il campeggio ,e raggiungiamo in pochi minuti il centro. La città sorta sul fiume Guadalquivir,di chiara origine fenicia,fu conquistata dai romani nel 152a.C.,ma fu solamente sotto la pax augustea(1 sec a.C.)che la città,riedificata dopo le distruzioni delle guerre civili divenne la Corduba capitale della Spagna romana. Dopo il declino e le violenze delle invasioni vandaliche e gotiche raggiunse il culmine del suo splendore con Abd-er-Rahman 1°,califfo omayyade che la elesse capitale del califfato. L'impronta moresca della città dovuta a secoli di un califfato illuminato è sopravvissuta alla riconquistata cristiana avvenuta nel 1236 e successivamente dall'accentramento burocratico madrileno. Iniziamo la visita dalla Mezquita-Catedral;la moschea ,ora cattedrale si presentava ,alle origini ,come una imponente fortezza quadrilatera a contrafforti e merli per una superfice di complessivi mq.23400. Costruita dal primo califfo omayyde Abd-er-Rahman1° su una precedente cattedrale visigota dedicata a San Vincenzo,arricchita e ampliata per tutto il X secolo insidiò il primato di monumento islamico al ben più celebre Caabah della Mecca. Dopo la conquista cristiana (1236) la moschea fu trasformata in chiesa consacrata all'Assunta,ogni lato della cattedrale ha conservato le antiche belle porte moresche. L'interno offre uno spettacolo di non comune bellezza e grandiosità,suddiviso in 19 navate per la lunghezza e in 37 per la larghezza,rette da 850 colonne di granito verde o violetto,impreziosite da marmi e ornamenti provenienti da ogni parte del Mediterraneo ,in stile prevalentemente bizantino riletto alla luce dell'esperienza estetica islamica. La moschea è il risultato di ben quattro distinti progetti,il primo quello di Abd-er Rahaman(780) e consiste in 11 navate;il secondo è quello di Abd-er-Rahaman II (821-852) che allungò la moschea con altre 11 navate;il terzo è quello di El-HakemII(961-967) e comprende l'ampliamento orientale con 8 navate;infine il quarto è quello di Al-Mansur(987-900) che costruendo sempre a oriente portò fuori centro il mihrab.(nicchia sacra) Nella parte ampliata da El-Hakem II si trovano la capilla Real con stucchi mudèjar (sec.XIII) e la capilla de San Pablo. In fondo alla navata,priva di immagini secondo il ben noto divieto islamico,si allarga la Quibla,muro devozionale della mosche volto in direzione della Mecca. . E' sovrastata da una cupola ottagonale,arricchita da arabeschi e da mosaici bizantini ed è chiusa da archi marmorei dentellati. Gli stessi disegni e lo stesso stile li ammiriamo in quella parte della Quibla sulla facciata del mihrab,nicchia sacra a pianta ottagonale ,dove veniva esposto il Corano. Merita menzione il grande cortile con diverse fontane ,di cui alcune risalenti al periodo costruttivo della moschea; ,visto l'ora (sono le 13,30) ci riposiamo e rifocilliamo con alcuni “bocca dilli” che gustiamo seduti all'ombra di grandi palmeti . Placati i morsi della fame ,mentre Carla fuma la sua prima sigaretta della giornata e Lea ed Ignazio sembrano abbozzare una “pennichella”,leggo,sulla mia guida,con crescente sorpresa le notizie sui fasti del remoto passato di questa aristocratica città sorta sulle rive del Guadalquivir. Apprendo così che Cordoba nel X secolo conquistò uno splendore fiabesco pari a quello delle coeve Mille e una Notte”,e che per tre secoli fu la più grande città di occidente:22.000 case per i suoi 800.000 abitanti,600 moschee,900 bagni pubblici,

100 scuole, tre lingue ufficiali per lo scambio di merci provenienti da ogni angolo del mondo Caduta nel 1031 la dinastia ommayyade,che l‟aveva resa famosa ,la città cadde sotto il dominio degli invasori africani almoravidi e almoadi,che la portarono ad una lenta decadenza,definitivamente sancita dalla riconquista cristiana del 1236e successivamente ,dall‟accentramento madrileno che incautamente fece scomparire ogni testimonianza culturale della Cordoba dei Califfi,compresa la enorme biblioteca di Al-Hakam,che con i suoi 400.000 volumi era nel X secolo ,la più ricca d‟Europa,scomparve anche l‟anima della sua università, da dove si irradiò il primo rinascimento delle scienze e della cultura europea. Oggi Cordoba è ormai una città di provincia di 400.000 abitanti,lontana anni luce dai fasti del passato,abbandonata dal suo grande padre il Guadalquivir,che non è più il grande fiume navigabile,un tempo solcato persino dai galeoni dei re Cattolici. Nel frattempo è giunta l‟ora di muoversi e affrontando con la stoica determinazione del turista “fai date”,la calura del primo pomeriggio,arriviamo dopo una breve passeggiata al Puente Romano. Definito una delle maggiori attrazioni della città,l‟imponente manufatto,lascito dell‟igegneria romana,si mostra ai nostri occhi in tutta la sua maestosa grandezza. La possente opera di ingegneria civile,lunga 240 metri e larga 6,50 metri posta a cavallo del Guadalquivir è composta da sedici arcate. Sopravvissuta alla storia anche per i numerosi restauri,a cominciare da quelli sapienti degli Arabi,raggruppa attorno a sé altri monumenti archeologici della città:sulla riva destra la puerta del ponte eretta nel 1571, in mezzo al fiume vecchi mulini arabi e sulla riva sinistra la Torre de Calahorra,una piccola fortezza araba di fondazione romana, ricostruita dai cristiani nel 1369,oggi sede del Museo Historico. Camminiamo su venti secoli di storia provando un senso di orgoglio per questi lontani nostri progenitori artefici di simili capolavori; sul ponte c‟è un adare-vieni di persone in maggioranza turisti fra i quali non mancano le solite frotte di orientali ben riconoscibili non solo per le caratteristiche somatiche del viso ma anche per le gambe ad archetto!!! Arrivati sulla riva sinistra per visitare la Torre di Calahorra,la ragazza della biglietteria ci informa che le visite odierne al museo sono terminate in anticipo perché è Feria(festa),aggiunge che si tratta della “Feria di Nuestra Senora de la Salud” che si svolge ogni anno a fine maggio con grandi spettacoli di musica e di balli,a nostra richiesta ci indica la strada per raggiungere il luogo dove si svolge la festa raggiungibile a piedi in 15/20 minuti. Rinviata a domani la visita alla Torre di Calahorra ci incamminiamo per la nuova destinazione,gruppi di persone procedono nella nostra direzione,molti di loro sono vestiti con i tradizionali e variopinti costumi andalusi ,compreso i bambini. Man mano che ci avviciniamo alla meta il flusso delle persone aumenta,mentre il clamore della folla unito alla musiche si fa sempre più assordante. L‟area dove si svolge la festa è grandissima, centinaia e centinaia di padiglioni si fronteggiano su larghe strade creando veri e propri isolati,è una città nella città,più oltre intravediamo un grande luna-park. Una fitta rete aerea di tubazioni nebulizza l‟acqua smorzando l‟opprimente calura; passeggiando ci inoltriamo in una delle tante strade interne all‟area, i padiglioni sono arredati con fantasia in tanti diversi stili,dall‟interno di ognuno giungono le più disparate musiche,mentre intensi profumi di cucina sollecitano i nostri appetiti ,qui si mangia si balla e soprattutto si beve “cerveza” (birra) Nel frattempo l‟area si va affollando sempre di più,uomini di tutte le età in eleganti abiti scuri e larghe fasce di seta alla cintura ,stivaletti con tacco, e cappello tondo a tesa piana tengono a braccetto donne vestite con splendidi e vaporosi costumi gitani dai sgargianti

colori. Si ha la netta sensazione di assistere ad una competizione nel dare sfoggio agli abiti più belli,l‟incedere impettito degli uomini e i maliziosi sguardi delle donne e gli intesi profumi che lasciano al loro passaggio creano una sensuale atmosfera. Cavalieri e amazzoni addobbati nei loro magnifici abiti cavalcano splendidi cavalli arabi che consapevoli dell‟ammirazione che suscitano sembrano danzare al ritmo del flamenco. L‟atmosfera festosa si fa sempre più partecipativa:si formano crocicchi di persone che ballano,per strada, al ritmo del flamenco,mentre gli spettatori scandiscono il ritmo battendo le mani. Alle ore17 a malincuore lasciamo l‟area della Festa per andare a visitare la Juderia. Passeggiamo nelle strette strade del vecchio quartiere ebraico ,che ancora oggi propone il tipico impianto medievale con le bianche case abbellite da bei patios addobbati da fiori dai vari colori. A conclusione dell‟intensa giornata ci rechiamo al Museo Arqueologico Provincial,nelle cui sale sono raccolti i ricchi materiali provenienti dagli scavi archeologici della provincia. Della millenaria storia dell‟Andalusia sono esposti reperti che vanno dalla civiltà celto.iberica fino al tardo periodo arabo(sec.X);acuni sono capolavori artistici ,come il tesoro celto di Pozoblanco e quello visigoto di Torredonjimeno(VII sec) e come i gioielli d‟oreficeria ispano-araba provenienti da Medina Az.Zahara.Non mancano neppure importanti testimonianze romane:bassorilievi,sarcofagi, mosaici. Accaldati,stanchi e affamati,ma pienamente soddisfatti per quanto Cordoba ci ha mostrato in questa giornata ,rientriamo al camping:sono le ore 19,30. Cordoba Sabato 29 Maggio Come avevamo programmato iniziamo il nostro “giro” quotidiano dalla visita alla Torre de la Calahorra, piccola fortezza araba di fondazione romana, ricostruita dai cristiani nel 1369: è sede del Museo Històrico che ripercorre in otto sale le tappe fondamentali della storia culturale e artistica della città. All‟ingresso del museo ci informano che didascalie e ascolti in cuffia sono come al solito in tutte le lingue salvo che in italiano, a questo punto gentilmente gli addetti alla biglietteria ci procurano un fascicoletto nella nostra lingua, così almeno ci potremo capire qualcosa!!! Il museo,definito “vivo”, utilizzando tecnologie d‟avanguardia ricostruisce i fasti della Cordoba tra il nono e il tredicesimo secolo ,per trasmettere un messaggio eterno nella sua essenza:il mondo non è assurdo e la vita ha un senso. Le più rigorose scienze non erano separate né dalla sapienza né dalla fede, così come non lo erano neppure l‟oriente e l‟occidente,l‟ebreo ed il cristiano. Qui nacque il vero Rinascimento che avrebbe conosciuto in seguito una grande espansione Nelle diverse sale abbiamo modo di osservare il senso della vita in al-Andalus:la scienza,la medicina,la tecnica e la sapienza,l‟evocazione dei secoli d‟oro,l‟illusione dell‟Alhambra ed un‟immagine della Moschea originale. In muti visione vediamo le successive tappe per le quali “l‟uomo diventa umano”e come continua ad esserlo. La visita è durata circa due ore ed è stata estremamente interessante e ben articolata. Dopo aver pranzato nel pomeriggio concludiamo la visita di Cordoba con l’Alcàzar de los Cristianos. Vicino alla Mezquira, sullo stesso lato del fiume, sorge il palazzo,eretto da AlfonsoXI di Castiglia nel 1328 in piena campagna contro i mussulmani di Granada; dal 1482 fu sede dell‟Inquisizione e del Santo Uffizio . Oggi è uno spazio museale,ci soffermiamo nei bei patios, attraversiamo sale e corridoi ove ammiriamo sarcofagi, mosaici romani, mobili antichi e collezioni di armi ed armature.

Più tardi ci riposiamo e rinfreschiamo nei bei giardini a terrazze e accanto alle grandi vasche e alle zampillanti fontane,ma si è fatta ora di rientrare e preparare “le valigie” domani si parte per Siviglia. Cordoba Domenica 30 maggio Alle ore 9.30, ci lasciamo alle spalle Cordoba, e ci dirigiamo a Sud ,percorriamo 8/10 chilometri delle grandi strade della circonvallazione della città (avenida del Brillante,avenida dela Repubblica Argentina e avenida de Granada) che ci consentono di imboccare molto rapidamente la Autovia E-5/A-4 che ci porterà a Siviglia che di qui dista circa 140 chilometri. A doppia corsia, per senso di marcia,in questa strada europea,come tutte quelle su cui in questo paese abbiamo viaggiato,il transito è gratuito; il modesto traffico e la vicinanza della meta ci consentono di fare un viaggio di tutto relax. Alle 11,30 ,grazie alle coordinate impostate nel navigatore(N.37° 16‟ 39,4‟‟ W.5° 56‟ 11,70‟‟) arriviamo al camping Villsom di 1°categoria, ben ombreggiato e dotato di una magnifica piscina. La struttura è ubicata sulla C.tra Sevilla-Cadiz, in località Dos Hemanas ;la direzione del camping ci informa che il centro dista 8 chilometri,mentre la fermata del bus è a circa 300 metri per l‟andata,mentre per il ritorno il bus ferma a 20 metri dall‟ingresso del camping. Dopo aver pranzato,comodamente sdraiato in poltrona, all‟ombra di grandi palmeti, mi documento circa le origini di Siviglia: la città fu fondata dai fenici che la chiamarono “Spalis”,ma il suo primitivo sviluppo fu dovuto ai Greci alla cui dominazione si sostituirono prima i cartaginesi poi i Romani, che con Giulio Cesare la fortificarono e le diedero il nome di “Hispalis “. Nel turbolento periodo delle invasioni barbariche, fu occupata da Vandali, Svevi e Visigoti. Questi ultimi la elessero capitale del loro regno nel 481; tale restò fino al 712, quando cadde sotto la dominazione araba . I nuovi conquistatori,in particolare la dinastia degli Almoadi (sec. XI-XIII) promossero un intenso sviluppo economico culturale della città che chiamarono “Isbiliya. Nel 1248, al termine di un lungo assedio, la città si arrese al re FerdinandoIII il Santo, che ne fece una delle capitali predilette della dinastia Castigliana . Con la scoperta dell‟America , il 31 Marzo 1493, di ritorno dal primo viaggio, Cristoforo Colombo approdò proprio a Siviglia, iniziò allora il punto più elevato della fortuna economica della città, che per circa due secoli fece proprio il trionfo sfarzoso del “Siglo de Oro”. Oggi Siviglia conta 800.000 abitanti, e oltre a un buon retroterra agricolo e una attiva industria locale, la città può contare su un forte afflusso turistico che ha diversificato l‟attività dei sivigliani. Sono ormai le ore 15, quando decidiamo di andare in centro per documentarci, in un Ufficio Turistico su come organizzare le nostre visite al patrimonio architettonico della città. Raggiungiamo la nostra meta in 15/20 minuti e in Plaza del Trionfo entriamo in una “Officina de Informaciòn Turistica”: Siamo fortunati,una delle ragazze parla un discreto italiano e gentilmente ci consegna planimetrie ,dépliant completi di orari e prezzi dei monumenti della città,e sono tanti, per i pochi giorni che abbiamo a disposizione,occorrerà fare delle scelte!!! Di conseguenza,iniziamo immediatamente dalla “Catedral” sita in avenida de la Constitucion, vicinissima al punto in cui siamo. Eretta sulle fondazioni della grande Moschea fu costruita in un centinaio di anni, dal 1402 al 1509, risulta essere la più vasta chiesa gotica del mondo e prescindendo dallo stile è per dimensione la quarta al mondo. La sua sobria massa compatta,movimentata dallo scandire regolare dei contrafforti,archi rampanti e pinnacoli,concede parecchio al gusto rinascimentale nella parte inferiore.

Delle numerose porte per accedere all‟interno le più interessanti sono la puerta del Bautismo, quella de la Natavidad, una particolare menzione meritano,per i rilievi delle lunette, le porte absidali “de los Palos (sotto la Giralda ) e de las Campanillas. Tutto nel vertiginoso interno è studiato per sbalordire,dall‟altezza delle navate(la centrale varia dai 40 ai 56.metri sotto la crociera), alla dimensioni (metri 116 di lunghezza per 76 metri di larghezza), ai rameggi delle volte,agli effetti della luce che penetra dalle splendide vetrate quattro - cinquecentesche. Cinque navate, oltre 40 cappelle e vari ambienti costituiscono un complesso la cui decorazione è un vero labirinto di storia dell‟arte. Nella navata centrale s‟impone il coro, chiuso da una grandiosa cancellata,del 1523, all‟interno 117 stalli gotico-fioriti(sec.XVI) e un monumentale leggio, trascoro manierista in diaspro e bronzo custodisce una Madonna senese dei primi del Quattrocento. Giunti alla capilla Mayor ci sentiamo dei lillipuziani :chiusa da una impressionante cancellata,del 1533, contiene un retablo che oltre a essere il più grande del mondo,è una delle vette della scultura tardo-gotica. Nei 36 scomparti sono narrate scene dell‟Antico Testamento,della vita di Cristo e dei santi, il tutto per uno sviluppo di metri 20x18. Nella navata centrale l‟abside è interamente occupata dalla plateresca “capilla Real”,coronata da una elegante cupola,la cappella reale accoglie le tombe di Alfonso X il saggio e di sua madre Beatrice di Svevia- Concludiamo la visita con una veloce “ricognizione “delle cappelle che si aprono sul lato destro, di cui la capilla de Santa Ana , la capilla de San Ermenegildo. Non possiamo non ricordare che alla testata del transetto centrale riposano i supposti resti mortali di un grande italiano(o spagnolo secondo il perenne gioco delle approvazioni post-mortem) Cristoforo Colombo, composti nel feretro di bronzo portato da quattro araldi che rappresentano le quattro corone di Spagna :LEON-CASTIGLIA-NAVARRA e ARAGONA. Fuori dalla Cattedrale ammiriamo la Giralda ,simbolo di Siviglia, voluta dal califfo almoade Abu-Yaqub Yusuf nel 1184 per lanciare più alto nel cielo il santo nome di Allah,la Giralda è l‟antico minareto,quanto resta della Grande Moschea insieme al patio di los Naranjos. Solo il primo corpo,con la consueta decorazione geometrica in mattoni è arabo; nel cinquecento vennero aggiunti la torre campanaria , il corpo “delle stelle”,la cupola e la cupoletta che sorregge la grande statua della fede chiamata Giraldillo, in quanto girevole (da qui il nome della torre) il tutto si sviluppa per 70 metri di altezza. Sono le ore 20 quando entriamo nei nostri camper. Siviglia lunedì 31 Maggio Visto che il lunedì ,ogni sito archeologico e tutti i musei e monumenti sono chiusi, per riposo settimanale,dedichiamo l‟odierna mattinata a fare spesa nel grande ipermercato Carrefur, vicino al campeggio,mentre nel pomeriggio dopo una gradita “siesta” ci ritempriamo in piscina,alternando al crogiolarci al caldo sole dell‟afosa giornata, lunghe nuotate nella grande vasca . Siviglia-Martedì 01 Giugno E‟ una magnifica e tersa giornata di sole,e noi siamo di già in Paseo DE Cristòbal Colon,larghissima strada del centro che corre parallela al corso del rio Guadalquivir;in questa area insistono numerosi monumenti, iniziamo le nostre visite da la “Torre del Oro. Su questo lato del fiume svetta la torre così chiamata per l‟effetto ottico creato dal suo scomparso rivestimento in “azulejos”. Eretta dagli arabi nel 1220 all‟interno del sistema difensivo dell‟Alcàzar e del fiume (una lunga catena tesa tra questa torre e una seconda sull‟altro lato del Quadilquivir lo sbarrava) divenne poi il presidio della Casa della Moneda importantissimo edificio dove i vascelli spagnoli provenienti dalle Americhe vi scaricavano oro e argento che

alimentavano la Fundiciòn Real (zecca che batteva moneta)difesa dalla Torre del Oro da una parte e dalla Torre della Plata dall‟altra parte. Siamo i primi turisti della mattina ad entrare nel fabbricato(oggi la visita è gratuita)che ha pianta dodecagonale,con un bel coronamento di archetti ciechi e merli,qui ha sede un piccolo Museo Maritimo Permanente. Visitiamo la mostra che si sviluppa su cinque piani,con planimetrie, modellini, incisioni,e documenti che ripercorrono la vita della marineria e in particolare la storia dell‟impero d‟oltreoceano, con esposizione di curati modelli in scala delle caravelle di Colombo, dei vari galeoni e vascelli ,fanno bella mostra pezzi appartenuti ai navigli originali. Usciti all‟aperto,camminando per una decina di minuti sul larghi marciapiedi del lungofiume di ,Paseo DE Cristòbal Colon ,sul tracciato dei bastioni occidentali, superato il recente Teatro de la Maestranza con la grande cupola circolare, ci appare la plaza de toros più grande di Spagna,in grado di contenere 14000 spettatori. Voluta dalla Real Maestranza de Caballerìa de Sevilla ,circolo nobiliare sorto nel 1670,fu costruita tra il 1761 e il 1880,con un trionfale palco del Prìncipe, ornato da stemma reale: Accompagnati dalla guida, insieme al gruppo di cui facciamo parte, visitiamo prima l‟arena e le gradinate e di seguito il museo taurino:qui in mostra ci sono assieme alle teste dei tori più famosi per la loro aggressività ,le immagini dei toreri che li hanno uccisi. Lascia perplessi la vista dei costumi dei toreri di cui molti, sono ancora macchiati del loro sangue per le ferite a volte mortali , subite nel corso delle corride. Non voglio dilungarmi su questo argomento, macabro retaggio di oscuri tempi,la corrida a mio avviso non è l‟esaltazione del coraggio,ma solo più semplicemente l‟apoteosi della crudeltà ,speriamo venga abolita in tempi brevi in tutta la Spagna. Si è fatto ora di pranzo, che c‟è di meglio di un gustoso panino e di una birra gelata che gustiamo in uno dei tanti chioschi che costellano il lungofiume, mentre mangiamo guardiamo il lento andare-vieni delle chiatte che percorrono il Guadalquivir che qui ha l‟imponenza di un braccio di mare. Sono le 15 quando riprendiamo il nostro percorso,ci dirigiamo in Plaza del Trionfo, per nostra buona sorte è molto vicina,siamo diretti al Real Alcazar il cui ingresso è a fronte di Plaza del Trionfo. E‟ questo il più antico palazzo reale europeo tuttora in funzione; è la residenza sivigliana dei sovrani spagnoli. Costruito su un precedente complesso arabo, a sua volta edificato sui resti di una fortezza romana,è uno splendido esempio di arte mudèjar. Il complesso riedificato nel 1362/66 ,per volere di re Pietro il crudele, le aggiunte risalgono all‟epoca dei re Cattolici e di Carlo V. Nelle massicce mura a merli e a torri del periodo almoade si aprono due porte:dalla puerte del Lèon,si entra nel patio del Lèon e nel patio de la Monterìa,dove si riunivano i monteros,battitori delle cacce reali. Dal lato destro del patio della Monteria si accede al cuarto del Almirante,dal 1503 casa de la Contractatiòn, dove venivano pianificate le spedizioni nel Nuovo Mondo e trattati gli affari più importanti; nella sala delle udienze c‟è il bel retablo della Vergine dei Navigatori Attraversati saloni e gallerie decorati da azulejos e soffitti mudèjar,arriviamo nel grande patio de las Doncellas del 1368/78, splendido esempio di arte arabo–andalusa non turbata dall‟aggiunta cinquecentesca dell‟ordine superiore:le arcate,su colonne binate,sono decorate con una fitta trama di rilievi. Ai tre maggiori archi corrispondono altrettante porte a stucchi e in ferro battuto:a sinistra si entra nel Salon del Techo de CarlosV, dal magnifico soffitto a cassettoni, e di qui nelle tre sale dell‟appartamento di Maria de Padilla, una favorita di re Pietro. Dal centro si entra invece nel celebre Salon de Embajadores, di epoca araba,è una sala di forma quadrata, aperta da tre archi moreschi,decorata in alto da un fregio con i ritratti dei re e delle regine di Castiglia.

Attraverso la sala di Filippo II si giunge al patio delas Munecas, cioè il patio delle bambole, per le minuscole testine femminili che ornano i capitelli. Piccolo gioello di decorazione mudèjar ad azulejos e arabeschi in stucco ,risale ai califfi di Cordova. Di qui in successione visitiamo il dormitorio de Isabel la Catòlica,il salòn de los principe e il dormitorio di los Reyes Moros, tutti del secoloXVI. Non dimentichiamo di passeggiare per i Jardinesdel Alcàzar, magnifiche terrazze ad aranci e palme sono una anticipazione del Paradiso Mussulmano,viali piastrellati in cotto accedono a diverse strutture architettoniche; le più note la galleria dei grotteschi e al centro superati i giardini moreschi e quelli rinascimentali il pabellòn de Carlos e non lontano i banos de la Sultana . Dal vasto atrio a colonne ,noto come l’Apeadero , si esce nel grande patio de las Banderas,la visita è terminata. Concludiamo la giornata con la visita all‟Archivio General de Indias,collocato in Casa Lonja,palazzo tardo-rinascimentale edificato nel 1583/98 su progetto di uno dei massimi architetti dell‟epoca J.de Herrera, su incarico della corporazione dei mercanti ,che doveva far fronte all‟afflusso massiccio di mercanti che da ogni parte d‟Europa arrivavano a Siviglia a comprare le pietre preziose del Nuovo Mondo. Dopo il collasso economico dovuto al crollo delle importazioni dalle Americhe,nel 1784 il palazzo divenne sede dell‟Archivio General de Indias,un organismo sorto per raccogliere quanto più materiale possibile sulle colonie spagnole in previsione di un progetto, peraltro mai attuato, di replica alle accuse inglesi di crudele amministrazione. Gli oltre 30000 documenti vanno dal 1492 al 1898, anno di perdita di Cuba, di Puerto Rico e delle Filippine. L‟esposizione si articola in molteplici sale e con mappe, modelli in scala delle fortezze spagnole nel Nuovo Mondo,ricostruzioni in scala dei vascelli che sfidando l‟oceano e la pirateria facevano la spola con la madre patria,in particolare vengono affrontati con dovizia di ricostruzioni ,anche virtuali, i seguenti temi. La pirateria nel nuovo Mondo- La guerra franco-spagnola e la pirateria- Il corsarismo inglese.- La organizzazione difensiva contro la pirateria,il sistema delle flotte e delle fortificazioni- Il corsarismo olandese.- Attivita dei più importanti bucanieri e filibustieri.-Jamaica inglese rifugio di contrabbandieri e filibustieri.- L’apogeo del filibusterismo di Tortuga,Jamaica e Santo Domingo Occorrerebbe una intera giornata per conoscere nei particolari quanto esposto, noi,pur impiegando due ore circa , ci limitiamo a una superficiale visione che in tutti i modi resterà nella nostra memoria così come lo splendido palazzo che la ospita. Anche oggi rientriamo al campeggio alle ore 20,stanchi ma appagati!!! Siviglia Mercoledì 02 Giugno La giornata odierna sarà più “leggera” dal punto di vista degli impegni turistici, alle ore 10 siamo già in centro, da Avenida de Maria Luisa, accediamo all‟omonimo parco(Parque de Maria Luisa),lascito di Maria Luisa Fernanda, sorella della regina Isabella II, il parco, disegnato da Forestier, possiede l‟ordine razionale e sobrio dei giardini francesi,adeguato al gusto spagnolo con piante di cedri,magnolie,platani,aranci e mandarini rinfrescate da molte fontane. Nel centro disegna il semicerchio della plaza de Espana la serrata cortina di edifici preceduti da una lunga galleria. Tutto il complesso, costruito in occasione della Esposizione ibero-americana del 1929, presenta una ricca decorazione in marmo e pannelli di azulejos, che danno un tocco rinascimentale e barocco alle sue torri. La piazza è a forma semicircolare(200 metri di diametro), e rappresenta l‟‟abbraccio della Spagna e delle sue antiche colonie; guarda verso il fiume Guadilquivir e simboleggia la strada da seguire per l‟America .

Il canale che attraversa la piazza è attraversato da quattro ponti che rappresentano i quattro antichi regni di Spagna. Appoggiata alle pareti si trova una serie di panche e di ornamenti in ceramica che formano degli spazi che alludono alle quarantotto province spagnole,collocate in ordine alfabetico; su di esse sono rappresentate delle mappe, dei mosaici raffiguranti eventi storici e gli stemmi di ogni capoluogo di provincia. Purtroppo parte della piazza è transennata perché sono in corso i lavori di rifacimento della pavimentazione , il canale è quindi a secco e i ponti non sono transitabili, è un vero peccato, non ci resta che consolarci con delle cartoline che mostrano immagini di repertorio!!! Sulla porta di ingresso di uno dei fabbricati che insistono sulla piazza,spicca,la scritta “TODO PER LA PATRIA”, ci troviamo di fronte al Museo Storico Militare di Siviglia ,visto che l‟ingresso è gratuito, decidiamo di entrare. Suddiviso in dieci sale,ripartite su tre piani,il museo espone al piano primo le armi realizzate nell‟antica Fabbrica di Artiglieria di Siviglia: armi bianche e antichi archibugi del XV e del XVII secolo. Le sale dedicate alla così detta “infanteria, valorizzano l‟ardore delle fanterie,vengono esposte armi “leggere” di tutte le epoche e di tutte le nazioni, per l‟Italia riconosco i vari modelli del moschetto 91/38 e le eleganti pistole “Berretta”. Reggimenti di soldatini di piombo, bellissimi nelle loro uniformi differenziate per corpi di appartenenza sono in bella mostra in formazioni di parata e in simulazioni di celebri battaglie attirano l‟interesse dei visitatori che d‟incanto ritornano bambini!!! Al secondo piano si visitano la “Sala de Banderas” che conserva reperti originali degli armamenti caricati sulle caravelle al tempo delle spedizioni nelle Americhe, la Sala de Santa Bàrbara, dove è custodita una raffigurazione della Santa databile al XVIII secolo, mentre nell‟atrio troneggiano le varie bandiere di combattimento dei vari reggimenti, al centro la bandiera di Spagna con un ritratto de re. Al terzo piano si ammirano documenti, cartografie inerenti alla storia di Spagna. Nel pomeriggio visitiamo il Barrio Santa Cruz, chiamato anche Juderia o quartiere ebraico,perche sviluppato sull‟area che un tempo era abitata dagli Ebrei, è caratteristico per la suggestiva eleganze delle sue stradine,la calma delle sue piazzette raffinate e fiorite di palme. Alla base della singolare urbanistica del quartiere la necessità di difendersi dai raggi del sole e principalmente il labirinto di stradine serviva per sfuggire ai soldati dei re cattolici. Identico nello spirito a tutti i ghetti d‟Europa, è nella pratica uno dei quartieri più sorprendenti,su un impianto evidentemente arabo, molte le affinità con la medina,il bianco calce delle case si apre all‟improvviso in patios trionfanti di fiori, ornati da colonne, fontane e ferri battuti. Oggi è un continuo incrociarsi di turisti, attratti dai molteplici e caratteristici negozi,e le sue piazze si animano soprattutto la sera quando caffè e ristoranti accolgono turisti e “sevillanos”. Prima di “lasciare” Siviglia per altre destinazioni, non possiamo non visitare Casa de Pilatos, sita in via “Caballerizas”,in adiacenza al Convento de San Leandro, è definito il miglior esempio di architettura privata di tutta l‟Andalucia. La visita a gruppi di 20 persone con guida, che purtroppo non parla italiano (vedremo di capirci qualcosa quando commenta in francese), inizia con il nome. Il marchese di Tarifa ,don Fadrique Enriquez, dopo un viaggio in Terrasanta nel 1519,decise di unire idealmente il nuovo palazzo, che il padre aveva iniziato a costruire, alla chiesa della Cruz del Campo,il nome casa Pilatos venne attribuito popolarmente per devozione ad una delle stazioni della via Crucis. Entriamo nel patio,dopo aver superato”l’apeadero”, il patio è una vera e propria dimostrazione di forza, ogni lato misura 25 metri per lato,il doppio ordine di arcate è rinascimentale nel ritmo, ma fonde tradizione araba a elementi tardo-gotici e a ricca decorazione mudèjer.

Le colonne , la fontana nel centro sono in stile italiano,realizzate dai fratelli Aprile, che nel XVI secolo crearono a Siviglia la migliore bottega d‟arte italiana in Andalusia. Completano il quadro la presenza di pezzi antichi o imitazioni i busti dei Cesari e le statue romane negli angoli, che rivelano il desiderio di creare un giardino su modello della Roma tardo-rinascimentale. L‟aspirazione degli Enrìquez,che divennero duchi di Alcalà e dalla metà del secolo furono vicerè di Napoli, fu quella di diventare per Siviglia ,quello che furono i Medici per Firenze e i Farnese per Roma, per quello che stiamo vedendo l‟operazione riuscì. Una ulteriore conferma è data dagli interni,in alcuni punti degni di un palazzo reale, non ci sorprende il profluvio di azulejos che li rivestono,ma la qualità che è davvero eccezionale : in particolare quelli del salòn dorado a “cuenca”,cioè a incavo,con fondo verde e irridato,molto belli anche quelli dello scalone, dalla stupenda cupola mudèjar. Dallo scalone accediamo al piano nobile dove la famiglia celebra una propria apoteosi tutt‟altro che simbolica:gli affreschi eseguiti nel 1539 nella galleria e della sala dei vetri ribadiscono il legame con la classicità attraverso il tema pagano della natura e con i ritratti di grandi uomini dell‟antichità,escludendo, primo caso per la Spagna, la presenza di santi,madonne e sovrani spagnoli. Si conclude con questa giornata la nostra permanenza a Siviglia,mentre il bus ci riporta al campeggio, con una punta di nostalgia la salutiamo con un a rivederci a presto!!!! Siviglia Giovedì 03 Giugno Alle ore 9,30 lasciamo Siviglia, la nostra prossima destinazione è la città di Salamanca ,capitale della regione del Leon ,la giornata odierna sarà dedicata al viaggio, dobbiamo percorrere 470 chilometri per raggiungere la nostra meta e prevediamo di arrivare verso le ore 16. Come previsto, grazie all‟ottima viabilità e l‟esiguo traffico, verso le 16 siamo alla periferia di Salamanca; in verità la nostra destinazione è il camping Regio sito in località Santa Marta de Tormes sulla Carretera Avila-Madrid, Nazionale 501 a 4 chilometri dal centro di Salamanca, alle 16,30 facciamo il nostro ingresso nella grande struttura. Campeggio di 1°categoria, il Regio è situato in un complesso alberghiero di oltre 70.000 metri quadrati di strutture,posto a soli cinque minuti dal centro città, ha il grande vantaggio di avere la fermata dell‟autobus di fronte all‟entrata del campeggio. Dedichiamo le restanti ore del pomeriggio per fare “bricolage” e a fare spesa nei negozi del piccolo sobborgo. Salamanca (santa Marta de Tormes) Venerdì 04 Giugno Alle ore 9.00 puntualmente l‟autobus in 7/8 minuti ci lascia al capolinea ,proprio in adiacenza a Plaza Mayor ,cuore della città. Gioiello nel semideserto della Meseta, Salamanca 800 metri sul livello del mare ,conta 180.000 abitanti, oltre che bellissima ha anche una vivace vita culturale,lo dimostrano i tanti studenti, di tutte le nazionalità, che frequentano le sue molteplici e antiche università. La giornata di sole evidenzia il colore ocra della sua morbida arenaria con cui sono costruiti i suoi magnifici palazzi, a giusta ragione è chiamata la città de oro. Le origini celtiche ,forse anche iberiche confermano l‟antichità della città,nota in epoca romana con il nome di “Helmatica”. Durante il periodo delle invasioni barbariche subì ingenti danni per opera dei Vandali e dei Visigoti e dovette attendere il XII secolo per ritrovare l‟antica importanza, grazie soprattutto ad una intensa campagna di ripopolamento, con immigrati castigliani, portoghesi, ebrei, voluta dai sovrani di Leòn, e da Alfonso IX che vi fondò l’Estudi General, in seguito gloriosa università. Siamo in Plaza Mayor, fatta costruire da Filippo V tra il 1729 e il1755 in segno di gratitudine per l‟appoggio della città durante la guerra di Succesione.

E‟ una delle più belle e raffinate piazze di Spagna, a forma trapezoidale fu disegnata dai fratelli Churriguera,grandi interpreti del barocco spagnolo, seguendo un progetto unitario: gli edifici posseggono infatti una struttura uniforme, disposta su tre piani e su arcate adorne di una serie di medaglioni che ritraggono i re di Spagna, da Alfonso XI a Ferdinando VI, e celebrità della storia spagnola come Cervantes, Colombo e Cortez. Sotto i portici, che insistono su tutto il perimetro della piazza, numerosi ristoranti ed eleganti bar, tutti gremiti di persone ,anche noi ci prendiamo un “loro caffè corto”; proprio non lo sanno fare, molto meglio i distributori automatici!!!! Da Plaza Mayor ci incamminiamo in Rùa Mayor ,per visitare i principali monumenti della città che sono tutti in un raggio di qualche centinaio di metri. In pochi minuti arriviamo di fronte a laCasa de Las Conchs,si tratta di uno degli edifici più famosi di Salamanca,ed una delle migliori mostre dell‟architettura gotica civile spagnola. Lo fece costruire negli ultimi anni del XV secolo e primi del XVI, Don Rodrigo Arias Maldonaldo,affine ai re cattolici e Cavaliere dell‟Ordine di Santiago. Le 365 conchiglie in pietra sono il principale ornamento della facciata, che ricordano il pellegrinaggio a Santiago de Compostela. Di seguito arriviamo a la Catedral,formata da due edifici distinti, ma comunicanti fra loro: laCatedral Nueva e la Catedral Vieja: La catedral Nueva fu una delle ultime grandi costruzioni gotiche spagnole,ma la lunga gestazione iniziata nel 1513 e terminata nel 1733 permise l‟inserimento di elementi rinascimentali e barocchi nel progetto iniziale. Dalla navata destra si passa alla Catedral Vieja,iniziata nel 1152, è in stile romanico, ma anticipa in alcuni tratti il gotico. Poco più avanti la Universidad, la celebre università fu fondata nel XII secolo, ma fu costruita ufficialmente dal re Alfonso IX di Leon nel 1215;in virtù dei privilegi reali crebbe rapidamente e nel Cinquecento poteva essere considerata, con i suoi 6700 studenti, la maggiore di Europa. La perla dell‟edificio è la facciata plateresca realizzata con la pietra di Villamayor, all‟interno possiede veri e propri tesori dall‟ atmosfera genuina come le antiche sale di studio dai soffitti artesonado,quale la sala Fray Luis de Leòn dove entriamo e tocchiamo con mano l‟antica “cathedra” e il pulpito per il professore,e i banchi per gli studenti, autentica rarità in quanto nelle altre università ci si sedeva per terra. Rimaniamo affascinati da luoghi unici quali la spettacolare scalinata e la preziosissima biblioteca. Si è fatta ora di pranzo, mescolati ad una marea di universitari, ci fermiamo in una graziosa “trattoria” e pranziamo all‟aperto in “terassa”, cioè i tavoli sono in strada, preciso che tutta l‟area del centro è rigorosamente pedonale e qui il divieto viene rispettato. Nel pomeriggio iniziamo le nostre visite dal Puente Romano, lungo 400 metri e largo 3,5 metri, fu costruito dai romani per attraversare il fiume Tormes. La costruzione è del I°secolo ed è attribuita all‟imperatore Traiano, ha 26 archi,anche se della originaria struttura ne restano solo 15, le restanti arcate sulla riva destra furono rifatte nel Cinquecento-Seicento. Dal ponte si può ammirare una stupenda vista della città. Più avanti visitiamo il Convento de San Esteban Los Dominicos, di architettura rinascimentale, all‟interno troviamo opere barocche come le sculture e i dipinti murali. La maggiore parte di questo grandioso edificio fu fondata, nel XVI secolo, dal Cardinale Fernando Alvares di Toledo, figlio del secondo Duca d‟Alba. Qui andò Cristoforo Colombo in cerca di aiuto per il suo viaggio, che si sarebbe realizzato in seguito al colloquio con i Re Cattolici, che ebbe luogo in questo stesso luogo. Proseguendo siamo attratti da un museo che raccoglie documentazioni sulla guerra civile, ci aspettavamo qualcosa di più articolato, in realtà si tratta di una mostra fotografica sugli orrori della guerra, in alcune foto ci sono anche le nostre forze armate che combatterono a fianco del Generalissimo Franco. La guerra civile che insanguinò la Spagna dal Luglio

1936 all‟Aprile del “39,definita anche la prova generale della seconda guerra mondiale, fece circa un milione di morti fra i combattenti di ambo gli schieramenti e popolazione civile, auguriamoci che simili orrori non si abbiano più a ripetere E‟ pomeriggio inoltrato,mentre Carla e Lea decidono di fare un giro per negozi, Ignazio ed io andiamo a vedere un importante museo di auto d‟epoca che ha sede permanente in Salamanca. Nelle tre sale della mostra, inaugurata nell‟anno 2002 dai Reali di Spagna, vi sono esposte centinaia e centinaia di auto di tutte le marche e di tutte le nazioni del mondo, dai primi modelli di fine 800 alle vetture più prestigiose dei nostri giorni, compreso le sportive Ferrari, Lamborghini, e tante altre ancora, una vera “chicca” per gli amatori di questo genere di collezionismo,naturalmente lo stile italiano, con nostra grande soddisfazione, primeggia anche in questo campo!!! Salamanca meriterebbe come minimo un‟altra giornata di permanenza, ma abbiamo ancora tante altre città da visitare……ritorneremo!!! Salamanca – Sabato 05 Giugno Lasciamo Salamanca verso le 9,30 diretti a Avila,che dista circa 105 chilometri, imbocchiamo la A-50/N-501,che ci porta direttamente senza alcuna deviazione direttamente alla meta. In prossimità dell‟arrivo rimaniamo affascinati dalla visione della famosissima Muraglia, cioè delle mura della città vecchia che emanano un fascino che ci riporta in epoca medioevale. Sita a ovest di Madrid, nel cuore della regione di Castilla y Leon a 1131 metri sul livello del mare, perennemente battuta dal vento ,Avila guarda dall‟alto delle sue mura la brulla e arida pianura dell‟altopiano. Le sue origini sono attribuite ad una colonizzazione fenicia o a una fondazione celto-iberica,divenne colonia romana con il nome di “Avela”, dopo la caduta di Roma subì l‟invasione prima degli Alani, poi dei Visigoti,già cristianizzati,nel VIII secolo fu occupata dagli Arabi. L‟ occupazione araba durò sino al 1088 quando Alfonso VI di Castiglia la conquistò,affidando a suo genero don Raimondo di Borgogna, l‟incarico di ripopolare la città e di dotarla di una possente cinta muraria. La cinta muraria circonda tutta la città disegnando un quadrato di forma irregolare lungo circa 2400 metri, dalle cortine alte 12 metri e spesse 3 metri. Fu costruita in brevissimo tempo dal 1090 al 1099 utilizzando in parte materiale di recupero romano,fu ristrutturata più volta; in essa si aprono 8 porte e si alzano 88 torrioni,che la rendono veramente imponente. La città fu anche teatro di uno dei momenti più bui della storia spagnola, allorchè il frate domenicano Torquemada allestì,per conto della Santa Inquisizione, brutali e sommari processi a circa 2000 persone accusate di stregoneria e di eresia nei confronti della Chiesa Cattolica. Avevamo previsto una sosta notturna al camping “Sonsoles” di Avila; purtroppo apprendiamo, con disappunto che la struttura ha cessato l‟attività nel 2009. Appurato. che non esistono aree di sosta camper che consentono il pernottamento,decidiamo di fare una breve sosta nei parcheggi sotto le mura per consentire a Carla e a Lea di fare due passi nel centro storico ,mentre Ignazio ed io ci facciamo una birra,dopo di che ci dirigeremo a Segovia,che dista circa 70/80 chilometri dalla nostra attuale posizione. Alle ore 18 ,come programmato, entriamo nel campeggio Acueducto sito nella Ctra. De la Granja al Km.112 di Segovia. Il campeggio ostenta classe di 1°categoria che a mio avviso è eccessiva, ha comunque il grande pregio di avere la fermata del bus per il centro a 300 metri e personale molto disponibile . Ci stiamo chiedendo che senso ha il nome Acueducto(acquedotto), lo apprenderemo domani!!!!

Segovia-Domenica 06 Giugno Alle ore 10 il bus, la cui fermata è raggiungibile veramente in una decina di minuti, ci porta in centro a Segovia,il capolinea è in plaza del Azoguejo all‟ingresso della città vecchia, qui si spiega l‟arcano sul nome del campeggio. .Ai nostri occhi si presentano le maestose arcate del Acueducto romano,costruito in blocchi di granito in epoca traianea (sec I); nel tratto cittadino del suo percorso per 728 metri, dispone in 118 arcate sovrapposte,raggiungendo una altezza massima di 28,50 metri. L‟opera è veramente imponente e straordinaria, non riesco a trattenere quella che definirei “deformazione professionale” e da buon geometra traguardo con l‟occhio la fila dei possenti pilastri, sono perfettamente allineati…..ma quanto erano bravi, non mi stancherò mai di ripeterlo!! Dedichiamo la mattina per la visita all‟Alcazar di Segovia; gran parte della sua spettacolarità è dovuta, oltre alla sua posizione su uno sperone roccioso con strapiombo di circa 80 metri,alla ricostruzione, fantasiosa ma di effetto, dopo il disastroso incendio del 1862. La sua storia è molto antica, anche se non si è certi delle sue origini romane: fu costruito nel secolo XI da Alfonso X, rifatto nel 1352 da Enrico II e ingrandito da Giovanni II nella prima metà del secoloXV. Il possente maschio rettangolare del secolo XV è una festa di torrette a sporto, torri merlate e torrette cilindriche. All‟ingresso ci viene dato un breve opuscolo che ci indica oltre il percorso della visita, una succinta spiegazione delle varie sale che andremo a visitare. Iniziamo dalla Sala del Palazzo Vecchio, risale al regno di Alfonso VIII, vi si conservano le bifore che davano luce al Palazzo primitivo, le finestre sono decorate con affreschi “mudèjar” (moreschi),con delle figure del secolo XIII: Completa la sala una collezione di armature. Di seguito passiamo alla Sala del Camino, risale alla ristrutturazione in epoca di Filippo II. L‟arredamento è del secolo XVI ,sulle pareti una serie di quadri, e sul camino un arazzo del secolo XVI , con il tema dello sposalizio della vergine, la decorazione si completa con degli specchi del seicento. Proseguiamo per la Sala del Trono,che conserva fregi particolarmente belli e un magnifico soffitto mudèjer; sopra i troni a baldacchino con lo stemma dei re cattolici campeggia il motto “tanto monta, monta tanto”;tale motto attribuiva la medesima potestà ai due sovrani Isabella e Ferdinando. Sulle pareti si trovano i ritratti degli stessi re, la vetrata della gran finestra raffigura Enrico IV,ed è opera di un artista segoviano contemporaneo Carlos Munoz de Pablos, autore delle vetrate che si possono ammirare nelle altre sale. Passiamo alla Sala della Galera, che deve tale nome al soffitto a carena, la sala fu fatta costruire dalla regina Caterina di Lancaster nel 1412. Le due vetrate raffigurano rispettivamente Enrico III e la sua Famiglia e Enrico II: Il muro di ponente è decorato con un dipinto raffigurante la Proclamazione di Isabella la Cattolica come Regina di Castiglia nella Piazza Maggiore di Segovia. Entriamo nella Sala delle Pighe, deve il suo nome alla decorazione del soffitto a cassettoni con 392 motivi simili a pigne,le pareti sono decorate con damaschi e due arazzi fiamminghi del secolo XVI, tra i mobili spicca una scrivania del seicento. La vetrata della finestra rappresenta Alfonso VIII,con la sua figlia Berenguela. Ora siamo nella Camera regia,le pareti sono decorate con scene della vita cortigiana , notiamo il bel letto gotico in noce con baldacchino di broccato d‟oro. Fa seguito la Sala dei Re, all‟epoca la sala più importante dell‟Alcazar, i re di Asturias, di Castiglia e Leon sono rappresentati nel grande fregio, la presente sistemazione corrisponde a un progetto voluto da Filippo II: Le pareti sono abbellite con un dipinto di “La conquista di Cadiz” di Vejrano e dai ritratti di Enrico III,Juan II e Filippo II. Dalle sue

finestre si contempla un bel paesaggio dove si possono scorgere : il Santuario della Madonna di Fuencisla patrona di Segovia, il Convento dei Carmelitani dove è sepolto San Giovanni della Croce, il quartiere di San Marco, la chiesa della Vera Croce, il borgo di Zamarramala ed il Monastero del Parral. Siamo ora nella Sala del Cordone,così chiamata per il cordone francescano che impreziosisce le sue pareti,secondo la leggenda segoviana messo lì da Alfonso X il Saggio,in segno di penitenza per il suo smisurato orgoglio. Arriviamo infine alla Cappella Real dall‟elegante soffitto artesonado,qui si celebrò la messa dello sposalizio di Filippo II con Anna d’Austria. Ultima la Sala d’Armi, che si trova alla base del maschio e ospita una collezione di armi di diverse epoche, tra cui merita particolare attenzione una balestra da caccia con intarsi del XVI secolo,pezzi di artiglieria dello stesso periodo, spade di Toledo e un archibugio appartenuto a Carlo V: La visita si conclude con il “Museo della Reale Accademia di Artiglieria .In fasi successive viene illustrato con documentazioni ,illustrazioni modellini in scala e con molti pezzi di artiglieria dagli albori di questa specialità ai giorni nostri,ciò che significò l‟artiglieria nella così detta arte della guerra. Sono le 13,visto la vicinanza del camping decidiamo di rientrare per pranzare nelle nostre “case viaggianti”. Nel pomeriggio ripartiamo alle 14,30 e dopo aver preso due autobus arriviamo a San Ildefonso /La Granja, piccola cittadina a 1192 metri sul livello del mare, conosciuta come la “Versailles di Spagna”. Qui, Filippo V,nipote del re di Francia Luigi XIV, volle costruire in Spagna un pezzetto della propria fanciullezza e della propria patria perduta ; nacque così il palazzo reale a imitazione di quello francese. Iniziamo la visita del grandioso complesso che fu costruito tra il 1721 e il 1739, accanto a un complesso monastico del secolo XV: La facciata lunga 155 metri segnata da giganteschi pilastri e con corpo centrale, fu disegnata da F. Juvarra ed eseguita da G:B: Sacchetti. Nel palazzo,dalle sale affrescate ed arredate da artisti di scuola italiana e spagnola, ha sede l‟importante Museo de Tapices, il cui nucleo iniziale è costituito dagli arazzi fiamminghi portati in Spagna da Carlo V. le serie più interessanti sono quelle con le storie dell‟imperatore Ciro, le allegorie di Onore e Virtù, i cicli di Ercole, delle matrone illustri e dei Trionfi Petrarcheschi. Nel ticket pagato è compresa la visita agli splendidi giardini,che si estendono per 145 ettari lungo le pendici della Sierra. Sono disegnati secondo il razionale ordine francese settecentesco: viali rettilinei a disegni geometrici, per più di 34 chilometri, delimitati da siepi sempreverdi, boschi di olmi e castagni d‟India. Tra le 26 fontane, tutte a turno funzionanti,spiccano la fuente della Fama , a destra del palazzo, con un getto d‟acqua di 47 metri, più avanti fa bella mostra la fontana i Banos de Diana impreziosita da una ventina di statue,e le notevoli fontane de las Ranas e quella delle Tres Gracias e le otto de las Ocho Calles. Siamo fortunati, oggi è domenica e ben cinque fontane a tempi differenziati saranno fatte funzionare, noi ci uniamo ai gruppi di persone che si spostano da una fontana all‟altra per ammirare i grandiosi giochi d‟acqua, che gli addetti ai lavori , con l‟apertura o chiusura di apposite valvole creano. Bellissimo l‟effetto che l‟acqua crea; nel cielo si disegnano magnifici arcobaleni, di contro siamo tutti un poco bagnati dalla polverizzazione dell‟acqua ma vista la calura è piacevole!!! Usciti dai giardini ci imbattiamo nel Mercato Barroco,sagra paesana in costume con spettacoli di musica e padiglioni espositivi che vendono specialità paesane,su tutto sovrasta il profumo delle carni alla brace , salcicce, pietanze medievali e specialità dolciarie di ogni tipo; è tutto molto invitante ma si è fatta l‟ora del rientro, pur con una certa amarezza bisogna andare.

Segovia Lunedì 07 Giugno E‟ il primo giorno, che in terra di Spagna, il tempo è incerto, una leggera pioggia si alterna a sprazzi di sereno;essendo anche la giornata di chiusura per la maggioranza dei siti aperti al turismo, ci dedichiamo a riordinare i camper e a rimpinguare la nostra dispensa e principalmente a ritemprare le forze con un meritato riposo. Domani partiremo per recarci a Madrid, avevo previsto la sosta al Camping Osuma sito in Avenida de Logrono in centro a Madrid per cui i nostri spostamenti prevedevo di farli con la metropolitana, di contro non erano lusinghieri i commenti e le recensioni di chi vi aveva sostato, lamentavano la :scarsa qualità dei servizi e un generale stato di disservizio. Un camperista svizzero, conosciuto proprio qui a Segovia, ci ha consigliato un altro campeggio il Camping Alpha sito a 12 chilometri da Madrid con ingresso dalla Ctra.A4 al km.14‟‟,400,con autobus per Madrid a circa 300 metri dall‟ingresso della struttura. A questo punto ,visto che entrambi sono qualificati di 2° categoria e con costi pressoché identici e considerato che nel raggio di 30 km non esiste nessuna altra struttura , di comune accordo abbiamo optato per questa ultima struttura. Segovia –Martedì 08 Giugno Lasciamo Segovia sulle 10 del mattino, da Avenida del Padre alla rotonda prendiamo la prima uscita per Avenida de Juan Carlos I, infine adiamo a prendere la N-603, poi imbocchiamo la A-6 che ci porterà a Madrid. Tutto attorno alte montagne ci circondano, solo il cupo rombo dei motori e lo scalare delle marce ci fanno capire che stiamo facendo valichi di tutto rispetto, leggiamo quota 1880 metri s.l.m., le lunghe rettilinee salite vengono evidenziate dal brusco rallentamento dei mezzi pesanti che impegnano correttamente la corsia di destra , dandoci la possibilità di sorpassarli in tutta tranquillità. Dopo circa 100 km siamo alla periferia di Madrid ,capitale politica e culturale della Spagna , oltre che capoluogo della regione-provincia della Comunidad de Madrid. Quasi al centro geografico della penisola iberica ,sull‟arido altopiano della Meseta centrale a 655 metri s.l.m.,lambita dal fiume Manzanares è una metropoli di circa quattro milioni di abitanti. La storia di Madrid, per molti, comincia con la sua designazione a capitale del regno da parte di Filippo II nel 1561,le sue origini risalgono alla fortificazione ordinata dall‟emiro di Còrdoba,Muhammad I di una piazzaforte chiamata “Magerit”,destinata a catalizzare la popolazione rurale della Meseta centrale. La regione era una sorta di terra di nessuno tra i domini arabo-andalusi e i regni cristiani arroccati più a nord. Si spiegano così i numerosi attacchi di cui fu oggetto,fino alla definitiva conquista cristiana nel 1083 per opera del re di Castiglia Alfonso VI ,El Bravo. La consueta opera di cancellazione della cultura mussulmana si compì in qualche decennio:ora in città non restano che alcuni toponimi quali la cinta muraria. Alla fine del Quattrocento, Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia ,dettero un nuovo impulso alla città promuovendo la costruzione di edifici pubblici, religiosi e “hospitales”. Fu suo figlio Filippo II, a trasferirvi la corte e a proclamarla capitale del regno nel 1561. Sul perché di questa scelta gli storici discettano ancora ;resta il fatto che questa scelta piacque a pochissimi,sotto il regno di Filippo IV Madrid cominciò a somigliare a una capitale europea grazie alla mania di grandezza del primo ministro plenipotenziario conte-duca di Olivares, ma il vero decollo avvenne con il cambio di dinastia :i Borboni. Soprattutto con Carlo III che importò dalla Francia gli stili nell‟organizzazione urbana ,nella politica culturale, Madrid crebbe considerevolmente realizzando una grande espansione urbanistica con nuovi palazzi, parchi e viali , chiese e accademie. Da una decina di chilometri il traffico si è fatto molto pesante, abbiamo dato al navigatore le coordinate del campeggio N.40,31930 W.3,68981,lasciamo la grande arteria N-IV alla sadida (uscita ) 13B, non c‟è nessuna indicazione del campeggio, ci inoltriamo in una

confusa periferia dove prevalgono fabbriche e capannoni industriali, ci sorprende il pessimo stato delle strade e carta e cartoni ,lattine vuote sparse per i poco curati marciapiedi,siamo ancora in Spagna??? Finalmente siamo a fronte del camping ALPHA ,la struttura è enorme, entrano anche pullman carichi di turistici di varie nazionalità sicuramente destinati a soggiornare nei tanti bungalows del campeggio, ci fermiamo alla ricezione ,l‟impiegata ,che parla un poco di italiano, ci assegna le piazze di sosta confermandoci che la fermata per l‟autobus per Madrid (qui siamo in località Getafe a 12 km ) si trova sulla strada N-IV , raggiungibile percorrendo una problematica scorciatoia in 10 minuti, per il ritorno l‟autobus ha la fermata un poco più lontano,a circa più di un chilometro, speriamo bene!!!! Sistemati i mezzi ci viene confermata la prima impressione di trascuratezza, i servizi pur dotati di acqua calda, sono in disordine,tutta la struttura è in cattivo stato di manutenzione e schiamazzi e vociferare danno la sensazione di poco controllo , ad esempio la piscina è affollata da scalmanati ragazzini ,la cui presenza rende poco invitante,a un pubblico adulto, la frequentazione dell‟impianto. Ora mentre scrivo, mi consola il fatto che in tutti i modi non avremmo potuto utilizzare la piscina, perché per tutti i giorni del nostro soggiorno a Madrid abbiamo avuto tempo pessimo. Come è nostra abitudine, nel pomeriggio facciamo una breve visita di ricognizione alla città,passeggiamo per Piazza Maggiore, considerata il punto di arrivo e di partenza di qualsiasi percorso cittadino; nei secoli scorsi qui si teneva il mercato,si leggevano bandi si svolgevano le feste , gli atti di fede e le corride. Sono ben nove le porte attraverso le quali si accede a questa piazza circondata da portici ove fanno bella mostra negozi e luoghi di ritrovo, al centro della piazza la bella statua equestre di Filippo III ,ci intratteniamo a vedere all‟opera i pittori ambulanti che mantengono viva l‟immagine della Madrid dei bohemiens: Sferzati da un vento freddo e da una fastidiosa pioggia decidiamo di rientrare; nessun problema per prendere il bus 447 che purtroppo, come già anticipato, ci lascia a circa a più di un chilometro dal campeggio, ma questo è forse il male minore;è il percorso che siamo costretti a fare, in parte attraverso una pineta, dove il mollo terreno ci inzacchera le scarpe per poi di seguito proseguire sulla carreggiata della superstrada, priva di marciapiede, non è proprio piacevole!!! Con il senno del poi, visto che anche il campeggio non è proprio il massimo, forse era più opportuno per la logistica soggiornare al camping Osuma , a quattro passi dalla metropolitana,bene sarà per un’altra volta!!! Madrid – Mercoledì 09 Giugno Iniziamo la visita da “Palacio Real “, come tutte le residenze commissionate dai sovrani della dinastia borbonica, anche questo commissionato da Filippo V,risente in maniera evidente dell‟influenza del gusto francese, se per la Grania il modello era stato Versailles, il palazzo madrileno presenta molte affinità con la facciata del Louvre. Il primo palazzo era andato distrutto nell‟incendio del 1734, Filippo V ne affidò la ricostruzione a F. Juvarra, e dopo la sua morte ,a G.B.Sacchetti e a Ventura Rodriguez, i quali” corressero” il progetto in chiave neoclassica, secondo il gusto del nuovo sovrano Carlo III; fu lui ad inaugurarlo nel 1764. La facciata principale, volta a sud,è preceduta dall‟amplio cortile de la Armeria, e attorniata ai lati da lunghi portici. Entriamo in un ampio ingresso con pilastri e colonne,di qui passiamo in un portico da dove parte la escalera principal,;di fronte una imponente statua di Carlo III, al primo pianerottolo, con leoni di marmo e candelabri in bronzo, la scala si sdoppia per salire al piano primo. Al piano primo ha inizio la visita delle sale principali, circa una quarantina,sono di particolare effetto,il salon de Alabarderos, il cui soffitto fu affrescato dal Tiepolo e le pareti ornate da arazzi del 1760, entriamo nel salòn de Columnas soffitto affrescato da

C. Giaquinto,alle pareti cinque arazzi con gli atti degli Apostoli tessuti a Bruxelles nella prima metà del seicento su cartoni di Raffaello; tra le sculture busti seicenteschi di imperatori romani e una statua di Carlo V di P leoni. Il salon del Trono,tuttora in uso per le cerimonie ufficiali,conserva la decorazione dell‟epoca di Carlo III :mobili e specchi rococò ,sculture,orologi inglesi e svizzeri,due grandi lampadari, quattro leoni in bronzo dorato, nella volta G.B. Tiepolo affrescò l’Allegoria della grandezza della monarchia spagnola. Entriamo ora negl‟appartamenti di Carlo III,che prendono nome da Mattia Gasparini , l‟artista napoletano che li decorò, di tutte le sale meritano particolare menzione il salon de Gasparini , che oltre a essere uno dei più lussuosi, è il più integro nell‟impianto decorativo rococò: vanta stucchi, marmi, un lampadario monumentale ,un orologio con automi e busti di Lucio e Caio. Infine il salòn de Carlos III, la sua camera da letto, con il ritratto del re eseguito da M.Maella, il soffitto fu dipinto da V:Lòpez. Mi piace per fissarli nella mia memoria,elencare sommariamente alcuni altri ambienti che conservano pregevoli collezioni, la sala de Porcelana con pareti e soffitti decorati di piastrelle in maiolica,la sala Amarilla decorata con arazzi della Real Fàbrica e mobili settecenteschi, il salon del Comedor de Gala utilizzato dai reali di Spagna per i pranzi di gala, la sala de Reolojes in cui è esposta solo una piccola parte della grande collezione di orologi raccolti dai reali dal secolo XVIII ai giorni nostri, la sala de Piezas de Plata che contiene una collezione di pezzi d‟argenteria d‟uso quotidiano, la sala de Piezas de Porcelana che espone vasellame dall‟epoca di Filippo V a quella di Alfonso XII. Per ultimo visitiamo la Real Capilla, le cui pareti sono decorate da colonne di marmo nero, sull‟altare maggiore ,l’Arcangelo Michele ,tela di F Bayeu da un originale perduto di L. Giordano,gli affreschi sono di C:Giaquinto. La visita al Palacio Real ci ha impegnato per più di due ore, siccome nel prezzo del biglietto(che paga solo Carla , perche ha la sfortuna di avere meno di 65 anni !!!),è compresa la visita a la Real Armeria ,che non intendiamo perdere, posticiperemo l‟ora di pranzo. Ne vale veramente la pena, la Real Armeria è una delle più ricche collezioni del genere e contende il primato a Vienna. Iniziata da Carlo V, contiene preziose armature, soprattutto dei secoli XVI e XVII di fabbricazione italiana e tedesca appartenute all‟imperatore e a altri sovrani,curiose le armature realizzate per gli “infanti”. Numerosi i cimeli di guerra, la tenda di Francesco I a Pavia, le armi e gli abiti dell‟ammiraglio turco Alì Pacha, ucciso nella battaglia di Lepanto. Ci sono armi per tutti i gusti e per tutti i servizi, per i collezionisti c‟è da perdere la testa nell‟ammirare le armi “bianche”cesellate e impreziosite in intarsi in oro e pietre preziose, tutto molto , molto bello!!! Dopo aver pranzato ,abbiamo ancora tempo per andare al Real Monasterio de la Encarnaciòn, monastero di fondazione reale, voluto nel 1611 da Margherita d’Austria, moglie di Filippo IIi,e sostenuto dalle donazioni dei sovrani che si succedettero: La chiesa su progetto di J, Gòmez de Mora,presenta una sobria facciata che costituisce il modello del barocco madrileno:tre archi d‟ingresso, finestre e insegne araldiche nel registro superiore e nel frontone; l‟interno ad una navata, rifatto a metà del settecento da Ventura Rodrìguez, è decorato da affreschi di F.Bayeu, Antonio e Luis Gonzàles Velàsquez. Nel convento ammiriamo la ricca pinacoteca : tra i reliquiari provenienti dalla collezione di Filippo II, l‟ampolla contenente il sangue di San Pantaleo che, come quello di San Gennaro a Napoli, si liquefa nella festività del santo ,il 27 luglio. Rientriamo al campeggio facendo il lungo e scomodo percorso di ieri,dopo che si è camminato una intera giornata è un vero e proprio calvario, Carla è sicura che esistano

altri mezzi pubblici che possono fare al caso nostro. Verificheremo in ufficio al nostro rientro. Carla, aveva visto giusto, in ufficio ci confermano che l‟autobus,che ha la fermata a 10 metri dall‟uscita del campeggio e un mezzo di una ditta privata che fa il tragitto di andata e ritorno fino alla frazione di Gedafe, che dista 4/5km, essendo un mezzo di trasporto per i pendolari che lavorano in questa zona industriale, non fa servizio il sabato e la domenica. A Gedafe c‟è la stazione della metropolitana per ogni direzione di viaggio,l‟impiegata ci dice che non ci aveva detto nulla perché molti turisti per questa via si sono trovati in difficoltà, non credo che sarà il nostro caso. Madrid- Giovedì 10 Giugno Pioviggina,quando prendiamo l‟autobus per Gedafe, il gentilissimo autista ci da tutte le informazioni sugli orari e in 15 minuti di viaggio ci lascia all‟entrata della metropolitana . La metrò di Madrid è semplicemente meravigliosa, pulita, facile e intuitiva, con rapidità ci porta alla stazione di Okana(teatro purtroppo dell‟attentato islamico di alcuni anni fa) dove scendiamo per recarci al Museo del Prado,nostra prima meta. Il Prado è il più importante museo spagnolo e, per quello che riguarda la pittura fino all‟Ottocento , il più ricco del mondo, se insomma dovessimo innalzare un tempio a ognuno dei cinque sensi , al Prado spetterebbe di rappresentare la vista. Il museo, inaugurato nel 1819, nel monumentale edificio che J:de Villanueva progettò come sede di un mai nato museo di scienze naturali, trae origine dalle collezioni dei re, da Isabella di Castiglia a Filippo IV. Alcuni numeri: dei 7500 quadri di proprietà del museo, una buona metà è sparsa per tutto il paese, solo circa 1300 trovano spazio nell‟ottantina di sale a disposizione;inevitabile quindi la rotazione delle opere. Molto ricca anche la collezione dei disegni, circa 4000, spesso esposte in mostre temporanee,mentre le sculture sono 900. Servirebbe una settimana di tempo per vedere tutti i dipinti, e principalmente occorrerebbe un esperto estimatore per sapere apprezzare quanto ci circonda , noi ci limitiamo a sfuggevoli occhiate a questo o a quel dipinto . Ammiriamo opere di Goya, Velàzquez, Murillo, Ribera, Zurbaràn, El Greco, e altri pittori spagnoli del secolo d‟oro. La pittura italiana va dal primo Rinascimento , con pitture del Beato Angelico, Mantegna , Botticelli, al XVIII secolo con dipinti del Tiepolo. Formano uno dei gruppi più compatti del museo le opere di Raffaello, e in particolare quelle della scuola veneziana del Tintoretto, Veronese, Bassano. In un‟altra sala, al piano primo, sono in bella mostra opere del Tiziano, Caravaggio, Gentileschi, Parmigianino, Mantegna ; Antonello da Messina, e tanti altri che evito di elencare. Ridotta di numero,ma di grande qualità la collezione di pittura tedesca, comprendente opere del XVI e XVII secolo. La pittura britannica ha una squisita rappresentanza di ritratti del secolo XVIII. Ricchissima in numero e qualità la pittura fiamminga , che va dal 1430 al 1700, la pittura francese è presente con quadri del periodo 1600/1800. Fra i 4000 disegni, spicca la collezione di cinquecento disegni e stampe di Goya, la più importante del mondo . Per quanto riguarda la scultura ,le duecentoventi sculture classiche del museo ,portate dall‟Italia tra il XVI e il XIX secolo, vanno dall‟arte arcaica greca al periodo ellenistico e romano. Dopo aver pranzato al “ristò “ del museo abbiamo ripreso la visita alla mostra, siamo talmente “saturi “di pittura che ormai vediamo quadri anche dove non sono. Sarà per la mia scarsa conoscenza di pittura, che stanco di quadri,esco fuori in cortile seguito da Ignazio; le nostre donne che hanno più costanza di noi, escono mezzora dopo, sono ormai le 15,30 e purtroppo continua a piovere e fa freddo.

Il viaggio di ritorno al camping , metropolitana e autobus si svolge senza alcun inconveniente, tantè che essendo rallentata la pioggia ci concediamo lo sfizio di fare una passeggiata per il centro di Gedafe, la così chiamata frazione di Madrid conta la bellezza di più di 150000 abitanti, è grande quanto la nostra Forlì!!! Madrid Venerdì 11 Giugno Grigia e uggiosa anche l‟odierna giornata, fortunatamente questo nuovo itinerario ci consente di raggiungere il centro senza dovere fare una lunga camminata sotto la pioggia, pur prendendo due mezzi , autobus e metropolitana, arriviamo prima e “dulcis in fondo” il costo del viaggio è identico. Le comode stazioni della metropolitana ci permettono,senza dover fare lunghe “scarpinate”,di arrivare velocemente nei punti che più ci interessano, quale Plaza Mayor,a cui si accede da ben nove porte,: circondata da portici, ove fanno bella mostra negozi ,bar, ristoranti. Gli austeri i palazzi che determinano il perimetro della piazza ,per la loro sobrietà sono il simbolo di quella parte della città definita “la Madrid degli Asburgo”, al centro della piazza la statua equestre di Filippo III: Purtroppo le condizioni del tempo non accennano a migliorare, cercando luoghi di visita al coperto ci dirigiamo in plaza de Toros de las ventas, ove è sito il Museo Taurino. Arriviamo rapidamente alla meta, il Museo Taurino di Madrid, che ci mostra attraverso stampe,dipinti, sculture e costumi la storia della corrida spagnola fino ai giorni nostri. Ritengo molto più interessante il “museo taurino di Siviglia”, a questo di Madrid bisogna riconoscere di vantare, però, una notevole serie di stampe di Goya sulla tauromachia. Continua a piovigginare, per cui decidiamo di visitare il El Escorial grandioso monastero fatto costruire da Filippo II per celebrare la vittoria contro i francesi nella battaglia di San Quintino, il 10 Agosto 1557 e per dare degna sepoltura al suo padre Carlo V. Ubicato sulla sierra di Guadarrama , a una quarantina di chilometri da Madrid ,il Villaggio di San lorenzo de el Escorial,che prende nome dalla omonima struttura, è posto a 1040 metri sul livello del mare, il monumento è considerato (solo dagli spagnoli) l‟ottava meraviglia del mondo. Arriviamo alla stazione di San Lorenzo de el Escorial , con un treno delle Ferrovie Spagnole che si inerpica nella sierra di Guadarrama in un brullo e desolato paesaggio che per chilometri non da segnali di presenza umana. Sono ormai le ore 13,il viaggio è durato più del previsto per la mancata coincidenza fra metrò e treno; pranziamo in un simpatico ristorante vicino alla stazione. Nel primo pomeriggio un autobus ci porta all‟Escorial: l‟imponente massa di granito grigio e ardesia blù del complesso è a pianta rettangolare, misura 207 metri per 161,con quattro torrioni ai vertici, al centro sta una chiesa e croce greca che è unita alla cappella reale,a sua volta comunicante con l‟insieme dei padiglioni che costituiscono un tutto separato dall‟edificio. Appena entrati nel complesso ci rendiamo conto che le poche ore che abbiamo a disposizione ci possono consentire solo “un assaggio “ di quanto c‟è da vedere:basti considerare alcuni numeri: 2000 stanze, 86 scaloni , 16 cortili, 15 chiostri, 88 fontane , sono la fredda e analitica elencazione della maestosità della struttura. Delle parti in cui si compone l‟edificio, visitiamo il Palacio de los Austrias, con l‟appartamento dell‟infanta Isabella Clara Eugenia di Spagna , con mobili e arredi d‟epoca, diamo una veloce occhiata ai Nuevos Museos, ricchi di dipinti di grandi artisti spagnoli, italiani, fiamminghi, di cui ammiriamo opere del El Greco, Velàzquez,Tiziano, Tintoretto, Veronese, Bosch. Passiamo alla Basilica, una delle maggiori opere dell‟architettura spagnola a pianta quadrata, tre navate e una grandiosa cupola, le volte affrescate da Cambiaso e Giordano, pale di altare di grandi artisti barocchi e un Crocifisso in marmo bianco di Benvenuto

Cellini, di grande effetto la Capilla Mayor, complesso cinquecentesco di grande ricchezza in marmo e bronzo: Di seguito la Salas Capitulares, aule per le sedute del Capitolo, con soffitti decorati con “grottesche” di artisti genovesi del secolo XVI. Nelle diverse sale vengono esposti quadri di grandi artisti. Ormai sono le ore 17, abbiamo ancora alcune decine di minuti per visitare il Panteòn sotterraneo, che comprende il Panteon de los Reyes che contiene i sepolcri dei re di Spagna e delle Regine che sono state madri di re, voluto da Filippo II iniziato soltanto nel 1617 e terminato nel 1654 sotto Filippo IV . Più avanti il Panteon de los Infantes, cioè dei principi reali e delle altre regine. Presi dalla visita, il tempo ci è volato;usciamo in ritardo dal palazzo e perdiamo l‟autobus per la stazione, non c‟è più tempo per aspettare il prossimo che passa fra un‟ora, fortunosamente un gentile signora ci indica una scorciatoia per raggiungere la stazione, anzi per un buon tratto ci accompagna. Riusciamo a prendere “a brucio” il treno per Madrid, a dieci minuti alle ore 20 siamo al Camping, è stata una giornata “movimentata” ma sicuramente di grande interesse. Madrid Sabato 12 Giugno Il tempo perturbato non ci da tregua, per cui decidiamo di lasciare prima del previsto Madrid, per la nuova destinazione Burgos; una pioggia incessante ci accompagna fino alla nuova destinazione che dista circa 250 chilometri . Alle ore 13 arriviamo al camping Fuentes Blancas, di 1° categoria è sito a tre chilometri dal centro della città, nel Parque Natural de Fuentes Blancas , dal quale prende il nome. Dopo aver pranzato e concessaci la meritata “siesta ”alle 16,30 prendiamo l‟autobus per il centro ; la fermata è proprio davanti l‟ingresso del camping Burgos, si annuncia di lontano, dalle guglie della sua splendida cattedrale ed è considerata una delle capitali del gotico castigliano, posta a 860 metri sul livello del mare, ha una popolazione di circa 170000 abitanti. Situata vicino al fiume Arlalanzòn è una piccola città dal grande passato, crocevia di percorsi dell‟Itinerario di Santiago e città ospitale per eccellenza,raggiunse il suo massimo splendore durante il regno dei Re Cattolici,quando fu capitale del regno di Castiglia e Leon dall‟anno 1037 al 1492, quando cedette lo scettro a Valladolid. Come avevamo letto, la città è a misura d,uomo, perfetta per essere percorsa a piedi e senza fretta; tutti i monumenti che documentano il suo passato storico e artistico sono raccolti in un raggio di alcune centinaia di metri,come ci illustrano le mappe fornitici dall‟ufficio del turismo, che abbiamo casualmente trovato in Piaza Rey S.Fernando,su cui troneggia l‟ imponente Catedral. Si tratta di una delle più belle e maestose cattedrali spagnole, autentico capolavoro del gotico maturo, fu iniziata nel 1221, è l‟esempio maggiore della trasposizione in terra di Castiglia dei canoni architettonici propri delle grandi cattedrali gotiche francesi. Fu consacrata nel 1230, anche se occorsero altri tre secoli per terminarla. All‟esterno ammiriamo la bellissima facciata, con contrafforti a pinnacoli,divisa in tre parti: quella inferiore occupata da tre sobri portoni, quella centrale, in cui si apre, sotto un‟ampia arcata,lo splendido rosone; quella superiore con due immense polifore fiorite che formano una galleria aerea popolata da statue. Ai lati della cattedrale si ergono due possenti Torri della metà del secolo XV,alte 84 metri , ricche di bifore e coronate da cuspidi ottogonali. L‟interno, luminoso e suggestivo è a tre navate con transetto e deambulatorio. Sulla crociera si slancia il tiburio a doppio ordine di finestre e con fitta decorazione di statue e stemmi platereschi. Sul pavimento si trova la tomba del Cid Campeador e della moglie Ximena. Il Coro, chiuso da tribune rinascimentali e da una massiccia cancellata contiene la tomba del fondatore della chiesa , il Vescovo Mauricio. Si è fatta ora di rientrare,domani completeremo la visita alla città.

Burgos Domenica 13 Giugno. La pioggia è cessata, un vento teso e freddo ci sferza il viso, alle 9,30 siamo in centro, a fronte la Cattedrale saliamo sul trenino turistico che propone il tour della città ,il percosso durerà un‟ora circa . Naturalmente non esiste una spiegazione in lingua italiana di quello che stiamo vedendo, cerchiamo di arrangiarci ascoltando i messaggi nelle altre lingue. Il trenino percorre le strette viuzze del centro, ci fronteggiano edifici d‟epoca perfettamente ristrutturati con i materiali d‟epoca, pietra, mattone, legno, siamo in pieno medioevo. Lasciato il centro costeggiando le antiche mura difensive , arriviamo a un belvedere dal quale è possibile ammirare dall‟alto l‟intero agglomerato della città vecchia; telescopi , che naturalmente funzionano con un euro, permettono la visione ravvicinata dei monumenti, su cui campeggia la possente mole della Cattedrale. Alle 11 scendiamo dal trenino per girovagare per il centro, percorrendo le vie del centro notiamo le originali statue in bronzo raffiguranti le figure più disparate, dal bimbo che gioca con un cucciolo alla anziana donna intenta a filare la lana, ce ne sono per tutti i gusti!!! Rientriamo al campeggio per il pranzo, nel pomeriggio,senza alcuna fretta, ritorniamo a passeggiare per il centro, in Avenue del Cid Campeador, fa bella mostra l‟imponente statua equestre del famosissimo Cid. Completiamo il pomeriggio facendo spese e comprando souvenir nei tanti negozi aperti nonostante oggi sia domenica. Con la città di Burgos, si conclude il‟itinerario in terra di Spagna, domani entreremo in Francia per recarci a Lourdes, facendo una tappa intermedia a Jean –Pied –de Port , dove sappiamo c‟è un‟area di sosta camper. Burgos Lunedì 14 Giugno Lasciamo Burgos in una grigia giornata, dobbiamo percorrere 290 Km per raggiungere la città francese di Jean –Pied- de –Port collocata a circa 10 km dal confine spagnolo. La strada si snoda regolare lungo gli altopiani dei Pirenei Orientati non superando mai quota 1000, ai bordi strada e lungo i sentieri disegnati nel verde dei prati che ci circondano c‟è un andare e vieni di pellegrini , alcuni in bici, la maggioranza a piedi in viaggio per raggiungere Santiago di Compostela. Nel tardo pomeriggio raggiungiamo la nostra meta , l‟area di sosta camper a Jean Pied de Port ,sita al parking du Lai Alai,vicino allo stadio. La cittadina , antica capitale della Bassa Navarra,con vecchie case che si specchiano nelle gelide acque della Nive, è ancora in parte circondata da mura quattrocentesche, e resta una importante tappa sulla rotta di Santiago di Compostela permettendo ai pellegrini di riposare negli appositi ostelli prima di affrontare i Pirenei. Jean Pied de Port Martedì 15 Giugno La notte trascorre tranquilla, e di buon mattino ci mettiamo in movimento per raggiungere la nuova meta:Lourdes. Celebre luogo di pellegrinaggio del mondo cattolico, sita nei Midi-Pyrènèes, allo sbocco della valle formata dal fiume Gave, dista dalla nostra attuale posizione circa 150 Km. In tarda mattinata raggiungiamo il campeggio Du Loup, coordinate N 43° 5‟ 52‟‟ W 0° 4‟ 11‟‟, a un tiro di “schioppo” dal santuario. Il campeggio è piccolo ma molto ordinato , dopo aver pranzato, con una breve passeggiata raggiungiamo il Santuario. Colonne di malati in apposite lettighe, con l‟ausilio degli accompagnatori si mettono in fila per raggiungere la Grotta miracolosa. Dagli stemmi e bandiere che sventolano al vento i vari gruppi, si intuiscono le varie nazionalità. Anche noi ci mettiamo in fila per vedere la grotta dove Bernadette ebbe la prima visione,sulla destra rivolgiamo una preghiera alla celebre statua in marmo bianco della

Madonna, a destra della grotta si trova l‟ingresso delle piscine dove vengono immersi i malati. Di seguito visitiamo la Basilica ,l‟imponente complesso progettato da Durant, in un ibrido stile gotico-bizzantino. Al livello più basso la chiesa del Rosario, al piano intermedio si apre la cripta rivestita da ex voto e più in alto la vera e propria basilica costruita da Durant , nel 1876-1908. Sulla sinistra della spianata c‟è l‟accesso alla chiesa sotterraneadi St.Pie X, consacrata nel 1958 dal cardinal Roncalli,il futuro papa Giovanni XXIII, che è in grado di contenere fino a 20000 persone. L‟aria di misticità che si respira , intrisa di dolore per le sofferenze dei malati, che qui cercano conforto e speranza, è dissacrata dal “bazar “ di cianfrusaglie e icone sacre che vengono vendute ai turisti nel paese adiacente al santuario, non dovrebbe essere permesso un simile mercato!!! Rientriamo al campeggio meditando sul patrimonio più grande che abbiamo:la salute!!! Lourdes Mercoledì 16 Giugno Lasciamo Lourdes sotto la pioggia, ci separano dall‟Italia ancora circa 900 Km , cominciamo ad avere un poco di nostalgia di casa, ma occorre fare un‟altra tappa in territorio francese , la scelta cade sulla cittadina di Pèzenas, dove c‟è una area di sosta camper. Percorriamo i 380 Km su tutte strade non a pedaggio , incontriamo qualche difficoltà con i navigatori, questa parte di Francia non è ben mappata, in tutti i modi nel pomeriggio arriviamo alla nostra meta. Questa cittadina ,come buona parte del sud della Francia non è al massimo per ordine e sicurezza. Fermi in sosta in una piazzetta per fare il punto della situazione, siamo affiancati da una pattuglia in macchina della polizia municipale, ci stanno solo osservando: Prendo l‟iniziativa e cortesemente chiedo loro se la zona è tranquilla per sostare di notte, i poliziotti confabulano fra loro, poi ci invitano a seguirli, ci scortano all‟area di sosta camper in Avenue du Marèchal Leclerc ,assicurandoci che possiamo dormire sonni tranquilli, l‟area è sotto la loro sorveglianza; li ringraziamo per la loro disponibilità. Pèzenas Giovedì 17 Giugno La notte è trascorsa tranquillamente,nulla e nessuno ci hanno arrecato disturbo, oggi è una giornata importante “Carla compie gli anni, sono un gentiluomo, non dico quanti!!! In ogni modo,tanti e tanti auguri a cui si uniscono con affetto Lea e Ignazio. Ci aspetta una giornata impegnativa, per raggiungere San Remo dobbiamo percorrere ben 520 Km, partiamo verso le ore 8,30 , percorriamo strade non a pagamento fino alla Costa Azzurra francese; ai nostri increduli occhi si presenta il disastro che le violente piogge hanno creato nella zona Cannes –Nizza. Macchine accatastate l‟una sull‟altra, case sventrate, allagamenti ovunque, pompieri e mezzi di soccorso sono ancora all‟opera , nel tentativo di creare alloggi di fortuna per i senza tetto, fortunatamente, grazie all‟opera della polizia che coordina il traffico riusciamo senza troppi intoppi a entrare in autostrada , non la lasceremo più sino all‟uscita di San Remo. Sono le 18 quando entriamo nell‟area di sosta camper della città, purtroppo ci aspetta un imprevista sorpresa, l‟area non è accessibile, c‟è il circo Orfei. Stanchi per i Km fatti e irritati per l‟imprevisto, attraversiamo la città dirigendoci a Diano Marina dove nel Portolano è segnalata un‟altra grande areadi sosta. L‟attraversamento di San Remo è un tormento, a quell‟ora sembra che tutte le macchine siano in strada, impieghiamo circa un‟ora per fare a passo d‟uomo pochi chilometri. Usciti dalla città il traffico si è fatto più scorrevole, una omonimia di strade, impostate nel

navigatore ci porta fuori strada, verso i monti,ma noi dobbiamo andare verso il mare,per cui non resta che tornare verso la costa. Finalmente arriviamo al Oasi Park di Diano Marina, il posto è solo grande, ma di uno squallore unico, per questa notte ci va bene , ma se dovessi fermarmi qui per più tempo mi dovrebbero pagare loro, ha l‟aspetto di un campo nomadi, mai visto una cosa del genere, eppure è quasi al completo!!!! Nonostante l‟ora tarda , facciamo una bella grigliata e per festeggiare al meglio Carla pranziamo tutti assieme nel camper di Ignazio. Diano Marina Venerdì 18 Giugno Abbandoniamo (uso questo termine in senso dispregiativo) senza alcun rimpianto l‟Oasi Park ; prima di arrivare a Forlì accompagniamo Lea e Ignazio a Parma, dove la loro figlia Sabrina gestisce un bar. Alle 15 siamo di già al centro di Parma, un rapido saluto a Sabrina che ci prepara un buon caffè all‟italiana , ne sentivamo la necessità dopo le brodaglie propinatici all‟estero. Riprendiamo il viaggio, parte in autostrada e parte su strade statali, alle ore 18,06 parcheggiamo il camper nel cortile di casa. Il viaggio è terminato, tutto O:K, il contachilometri marca 28474, abbiamo percorso 5327 Km. Per gli amanti delle statistiche fornisco alcuni dati: Gasolio consumato Litri 546,51 Spesa totale in gasolio Euro 611 Costo medio al litro Euro 1,118 Chilometri totali percorsi Km 5327 Percorrenza media per litro di gasolio K/lt 9,75 Spese per pedaggi autostradali Euro 84, 50 Spesa per aree di sosta Euro 22,50 Spese per sosta in campeggi Euro 566,75 Spese per trasporti urbani Euro 134,10 Spese per ticket per musei Euro 148,70 Naturalmente queste spese sono riferite all’equipaggio Ruffilli Giorgio e Persiani Carla, che hanno una maggiore spesa nei ticket per l’entrata nei musei in quanto Carla paga il prezzo intero .