quelli di via copernico news n 9

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UN SALUTO FINALE Guardo lo schermo del pc e mi domando come poter iniziare. La barra di Word mette alquanto ansia, lampeggia ripetutamente, mi sembra di sentire un “tic toc, tic toc” di un cronometro! Mi sono offerta io di scri- vere questo articolo e al- lora perché mi viene tanto difficile? Questo è il mio ultimo an- no qui a scuola, “senior year”… fa molto High School Musical… Sono passati velocemente questi anni e sono stati i più belli della mia vita. Ho cono- sciuto persone fantastiche, ricorderò sicuramente questo periodo come il migliore! Non regge molto, lo so. La verità è che gli anni delle superiori sono gli anni della crescita. Niente è pa- ragonabile alle esperienze che si fanno in questi anni. Il mio primo giorno in primo superiore è stato SCIOCCANTE, mi guar- davo intorno e vedevo gente sconosciuta che, si- cura di sé, faceva amici- zia. A me, invece, timidez- za e paura di espormi non mancavano. Non starò qui a rivivere tutti e cinque gli anni, an- che perché se mi boccia- no, l’anno prossimo sarò continua a pag. 2 ARIANNA Arianna Savioli è una studentessa del 4D, sezione com- merciale del nostro Istituto, e ha parte- cipato ad un proget- to proposto dal pro- fessor Miozza! Ci spiega un po’ com’è partito il tutto: “Il prof Miozza un giorno ha chiesto al- la mia classe, così come ad altre, di aderire ad un progetto propostogli da Milena Pellegat- ta, collaboratrice in Junior Achievement. Ci ha spiegato che c’era una startup: la Hack4School…”. Il professor Miozza si è tenuto in contat- to con i collaborato- ri di Junior Achie- vement, che si oc- cupano di far co- noscere e mettere in pratica espe- rienze in econo- mia continua a pag. 3 Un Robot per stu- diare… e diver- tirsi! La sfida che que- st'anno il professor Maccar- rone ha voluto lanciare alle classi quinte del corso di Elettronica e Telecomunicazioni è stata la realizzazione di un robot line follower. All'apparenza una sem- plice macchinina che segue una linea nera su una superficie bianca, è in realtà un vero e pro- prio robot, dotato di ca- pacità autonome, che si muove, accelera e ster- za senza alcun teleco- mando. Esso, come noi, interagisce con l'am- biente circostante, ana- lizzandolo e compiendo i propri movimenti a seconda degli ostacoli che percepirà. Una sfida non da poco! Ma come fa un robot di metallo e componenti elettronici a fare tutto questo? continua a pag. 3 Numero 3. Giugno 2013 In questo nume- ro: Guarire dall’aids Matrimoni gay Papa Francesco La città della scienza Lo spazio creativo Beach volley:vittoria! Inserto speciale:prof Sigur Rós La nostra gita! Pietro Mennea Le strip di Angelo e Manuele e molto altro La città della scienza La città della scienza è nata nel 1996 da un progetto ideato nel 1987 da Vittorio Sil- vestrini, fisico ed in- segnante universita- rio; la prima iniziativa fu chiamata "Futuro Remoto" e si svolse alla Mostra D'Oltre- mare, un grande com- plesso fieristico del Mezzogiorno. Nel 1996 fu aperto al pubblico il primo pa- diglione embrionale della Città della Scienza, che si ampliò fino a raggiungere nel 2010 l'estensione di circa 14.000 metri quadrati tra cortili e padiglioni, con possi- bilità di altri continua a pag. 4

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Da oggi on line il terzo numero del giornalino a.s. 2012-13

Transcript of quelli di via copernico news n 9

  • UN SALUTO FINALE

    Guardo lo schermo del pc e mi domando come poter iniziare. La barra di Word mette alquanto ansia, lampeggia ripetutamente, mi sembra di sentire un tic toc, tic toc di un cronometro! Mi sono offerta io di scri-vere questo articolo e al-lora perch mi viene tanto difficile? Questo il mio ultimo an-no qui a scuola, senior year fa molto High School Musical Sono passati velocemente questi anni e sono stati i pi belli della mia vita. Ho cono-sciuto persone fantastiche, ricorder sicuramente questo periodo come il migliore! Non regge molto, lo so. La verit che gli anni delle superiori sono gli anni della crescita. Niente pa-ragonabile alle esperienze che si fanno in questi anni. Il mio primo giorno in primo superiore stato SCIOCCANTE, mi guar-davo intorno e vedevo gente sconosciuta che, si-cura di s, faceva amici-zia. A me, invece, timidez-za e paura di espormi non mancavano. Non star qui a rivivere tutti e cinque gli anni, an-che perch se mi boccia-no, lanno prossimo sar continua a pag. 2

    ARIANNA

    Arianna Savioli una studentessa del 4D, sezione com-merciale del nostro Istituto, e ha parte-cipato ad un proget-to proposto dal pro-fessor Miozza! Ci spiega un po com partito il tutto: Il prof Miozza un giorno ha chiesto al-la mia classe, cos come ad altre, di aderire ad un progetto propostogli da Milena Pellegat-ta, collaboratrice in Junior Achievement. Ci ha spiegato che cera una startup: la Hack4School. Il professor Miozza si tenuto in contat-to con i collaborato-ri di Junior Achie-vement, che si oc-cupano di far co-noscere e mettere in pratica espe-rienze in econo-

    mia continua a pag. 3

    Un Robot per stu-

    diare e diver-

    tirsi! La sfida che que-st'anno il professor Maccar-rone ha voluto lanciare

    alle classi quinte del corso di Elettronica e Telecomunicazioni stata la realizzazione di un robot line follower. All'apparenza una sem-plice macchinina che segue una linea nera su una superficie bianca, in realt un vero e pro-prio robot, dotato di ca-pacit autonome, che si muove, accelera e ster-za senza alcun teleco-mando. Esso, come noi, interagisce con l'am-biente circostante, ana-lizzandolo e compiendo i propri movimenti a seconda degli ostacoli che percepir. Una sfida non da poco! Ma come fa un robot di metallo e componenti elettronici a fare tutto questo? continua a pag. 3

    Numero 3. Giugno 2013 In questo nume-ro:

    Guarire dallaids Matrimoni gay Papa Francesco La citt della scienza Lo spazio creativo Beach volley:vittoria! Inserto speciale:prof Sigur Rs La nostra gita! Pietro Mennea Le strip di Angelo e

    Manuele e molto altro

    La citt della

    scienza La citt della scienza nata nel 1996 da un progetto ideato nel 1987 da Vittorio Sil-vestrini, fisico ed in-segnante universita-rio; la prima iniziativa fu chiamata "Futuro Remoto" e si svolse alla Mostra D'Oltre-mare, un grande com-plesso fieristico del Mezzogiorno. Nel 1996 fu aperto al pubblico il primo pa-diglione embrionale della Citt della Scienza, che si ampli fino a raggiungere nel 2010 l'estensione di circa 14.000 metri quadrati tra cortili e padiglioni, con possi-bilit di altri continua a pag. 4

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    UN SALUTO FINALE

    (segue da pag. 1) di nuovo qui a raccontare le stesse identiche cose. Quando le cose si sono fatte pi diffi-cili, ho fortemente creduto di non farcela, volevo ritirarmi da scuola e non aprire pi li-bri, ma, testarda come sono, mi sono rimboccata le mani-che e non ho mollato. La scuola niente in confron-to al mondo fuori, e con tutta onest questa cosa mi fa un po paura. Possiamo dire quello che vogliamo sulla scuola, anche insultarla, ma la verit che la scuola una si-curezza. Ti alzi la mattina sa-pendo quello che dovrai fare, hai i tuoi compiti e sai che devi farli per ottenere risultati. Non ci sono forse, tutto quello che devi fare ti viene offerto come su un piatto dargento. Fuori invece? La situazione quella che , non c niente di certo. Potrei andare allUniversit, conti-nuare quindi a studiare per al-tri tre o cinque anni, prender-mi la Laurea e.... e cosa? Tro-ver il lavoro? Serve davvero la Laurea? Il quinto anno anche questo: tante domande. Non voglio essere la persona che sta qui ad annoiare un povero letto-remagari un lettore studente a cui sto attaccando tutta la mia ansia. La scuola studio, impegno ma anche amici, sto-rie damore e chi pi ne ha, pi ne metta! Ho completa-mente rimosso alcuni aneddo-ti della mia vita scolastica, ma ci che difficilmente potr dimenticare saranno le amici-zie che ho fortificato e quelle che sono nate.Vorrei dedicare

    questo articolo a loro. Non sto qui a fare tutti i nomi, ri-schiando di fare la pessima figura di dimenticarne qual-cuno, ma se stanno leggendo, come li obbligher a fare, allora s, cara persona questo articolo te lo sto dedi-cando. Una dedica, per cos dire, non se la meritano so-lo gli amici, ma anche i nemici che hanno fatto s che io con il tempo sia diventata pi forte. A voi vorrei dire che sono davvero felice di non dovervi pi vedere! La maggior parte delle perso-ne che conosco probabilmente non legger neanche (brutta cosa!) ma ormai ho iniziato a scrivere, quindi continuo. Rullo di tamburi! Chi sar il prossimo della lista? Chi avr lonore di comparire sul mio ultimo pezzo? In cinque anni ho cambiato parecchi professori, alcuni pensano ad-dirittura che io sia una specie di genio che potrebbe puntare davvero in alto, la cosa mi lusinga, ma per adesso mi preoccupo della tesina desame non ancora iniziata! il momento dei nomi! Ci tengo a precisare che quelli che nominer non sono miei professori attuali ai quali sto scrivendo tante belle parole per risultare chiss chi o otte-nere chiss cosa! Caro prof Miozza, si rende conto che quasi tutti i miei articoli pub-blicati riguardano lei? Ho ini-ziato a lavorare per il giorna-lino grazie alla mia collabora-zione con il progetto in cui lei ha inserito me e la classe, quindi grazie. Questa stata la mia prima esperienza da giornalista, forse sar l ultima, ma almeno posso dire

    di averci provato. Grazie alle prof che si occupano del gior-nalino, prof DAndrea e Tirdi, che, come dire mi hanno scoperto! stato bello col-laborare con la redazione, ho dedicato dei pomeriggi a do-cumentarmi per stendere un buon articolo, mi sono impe-gnata e la cosa mi ha reso molto soddisfatta di me. In questo anno sono cresciuta, migliorata in alcune cose, ne sono convinta e modestamen-te tutto merito mio e delle persone a me vicine, che con pazienza mi hanno spiegato dove e come correggermi. Se un giorno diventer famo-sa, quest articolo potrebbe risultare una specie di confessione adolescenziale e forse cos, ma sono a po-chi mesi dallesame di maturit e posso permettermi di avere sbalzi di umore, risa-te o pianti isterici! Come si ben capito questo il mio ul-timissimo articolo per il gior-nalino e dopo aver messo il punto finale salir un po' di amarezzama, passato lu-glio, cambier tutto e sta a me decidere come e cosa cambia-re. Detto questo, in bocca al lupo a tutti, maturandi e non! Giulia Brunetti Straordinaria Giulia,

    la redazione ti ringrazia per questi anni di lavoro insieme e ti augura si realizzi tutto quello che vorrai!

    In bocca al lupo per lesame e

    non dimenticarci!! Noi

    non lo faremo

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    ARIANNA ( segue da pag. 1)

    e quindi sviluppare intelligen-za, creativit e innovazione! Hack4School un workshop del MIUR che ha avuto luogo il 9 ottobre 2012, rivolto so-prattutto a studenti delle supe-riori, per sviluppare soluzioni innovative per la scuola ita-liana. Spiegando le regole del-la competizione, uno degli organizzatori ha detto partire individuando un pro-blema VERO, concreto, che effettivamente voi avete a scuola ci illustra Arianna. La ragazza si data da fare, ha trovato un compagno, Francesco, e insieme hanno lavorato ad unidea che pian piano diventata progetto: Francesco e io, lavorando sul laptop, abbiamo messo insie-me da soli la proposta (n.d.r. che poi arrivata tra quelle finaliste) chiamata Mi gioco il mio futuro. Ma com nata lidea?: Volevamo sviluppa-re una app rivolta agli studenti che devono effettuare il pas-saggio dalle medie alle supe-riori e che quindi devono sce-gliere il percorso di studi da frequentare, attraverso giochi di logica, quiz matematici, test attitudinali, grado di rag-giungibilit attraverso feed-back da parte degli studenti gi nelle scuole medie. Il tutto potenziato da un sistema di gamification ed engagement. Non male! Bel progetto! chiaro che i due ragazzi hanno trovato un giusto modo di ri-solvere uno dei tanti problemi che affligge la maggior parte dei ragazzi con dubbi sulla scelta della scuola da frequen-tare. Dopo di che dovevamo met-tere le nostre idee su una pre-

    sentazione a slide, che poi, dato che siamo stati scelti come finalisti, abbiamo dovu-to presentare in meno di 3 minuti il giorno dopo davanti ad una giuria, al Ministro dellIstruzione e a tutta la pla-tea del Palalottomatica, con-tinua Arianna. Qualche mese dopo, verso gennaio, ci con-tattano Junior Achievement e Top-Ix per dirci che il MIUR voleva rendere realizzabile il progetto, quindi ci hanno messo a disposizione dei tec-nici che, attraverso incontri settimanali via web, hanno re-so tangibile il nostro progetto. Poi una volta messo online il progetto, abbiamo avuto un incontro insieme agli altri tre gruppi per presentare il pro-dotto finale al MIUR, davanti al Ministro Profumo. Un progetto eccezionale come quello della nostra intervistata si merita un altrettanto rico-noscimento e presentare il progetto davanti al Ministro dellIstruzione non cosa da niente! Anche l grande emozione, ma ce l'abbiamo fatta! dice soddisfatta Arian-na. Lapplicazione tuttora online, anche se in versione di prova. Insomma, cara Arianna, sia-mo tutti fieri di te!!! Giulia Brunetti

    Un Robot per studiare e di-vertirsi!

    (segue da pag. 1) Siamo partiti dalla sua fun-zione fondamentale, ovvero seguire la linea nera, dotando-lo prima di tutto di una serie di 8 sensori ad infrarossi in grado di distinguere il colore nero dal bianco. Essi trasmet-tono le informazioni ad un microcontrollore, che le ela-

    bora e a sua volta aziona i motori delle ruote. esattamente ci che succe-derebbe ad un essere umano: immaginiamo che per qualche curioso motivo si debba se-guire una linea; i nostri oc-chi individuano il percorso, inviano l'informazione al cer-vello che aziona i muscoli che ci permettono di muoverci nella direzione giusta. E ci proprio la base della robotica: ricreare con dei componenti elettronici i sensi che ci per-mettono di interagire con il mondo. Ma immaginiamo ancora che al nostro posto, nel nostro cu-rioso esperimento, ci sia un neonato: perch poi dovrebbe seguire la linea? Ha la nostra stessa percezione, ma non sa quel che deve fare, ed proprio il nostro caso. sta-to necessario dover istruire il robot in modo che "capisse" qual era il suo compito: attra-verso un linguaggio di pro-grammazione abbiamo elabo-rato un codice che il micro-processore interpretasse come un'istruzione. Il professore ha diviso le clas-si in 5 team, invitandoci al la-voro di squadra e creando uno spirito di competizione allo stesso tempo. Abbiamo co-struito l'intero robot partendo da dei fogli di alluminio, lo abbiamo scelto in base alle nostre conoscenze e gusti, ab-biamo deciso come e dove posizionare i vari componenti e progettato e realizzato il de-sign estetico. Abbiamo ideato una competi-zione esclusiva, dal no-me Go&Back, creando un ve-ro e proprio regolamento, un sito e presentando il tutto continua a pag. 4

  • Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013

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    Un Robot per studiare e di-vertirsi!

    ( segue da pag. 3) alla fiera di robotica della ca-pitale RomeCup 2013, con la grande speranza che la roboti-ca faccia ancora da protagoni-sta negli anni successivi del nostro corso: essa ci inse-gna la pro-grammazione, l'elettronica, la meccanica, la sistemisti-ca, l'automa-zione, ci spie-ga come tutte queste disci-pline possono essere collegate tra loro e, soprattutto, ci spin-ge ad impara-redivertendoci! Simone Carluccio

    La citt della scienza ( segue da pag. 1)

    ampliamenti. Purtroppo per questo meraviglioso polo scientifico, decretato addi-rittura "Mi-glior Museo scientifico eu-ropeo" nel 2005, stato quasi comple-tamente di-strutto in un incendio divampato nella not-te di luned 4 marzo 2013. Ancora incerte le cause, ma da nuovi sviluppi nelle inda-gini, soprattutto grazie al ri-trovamento di tracce di benzi-na in molti punti del museo, la questura di Napoli propende per l'ipotesi dolosa. Gi si parla di un coinvolgimento della camorra, ma, prima di esprimere il verdetto finale, il questore di Napoli, Luigi Me-rolla, ha ribadito "Di certo noi

    abbiamo unidea, ma dovendo affidarci alla ricerca delle cause aiutando la magistratura inquirente con i nostri inve-stigatori, mettiamo da parte le idee e tentiamo di mettere in campo i fatti. Indaghiamo senza alcuna idea precostituita

    ma elaborando quello che via via troviamo. Dobbiamo - sottolinea il questore - mettere sempre in evidenza l'aspetto delle orga-nizzazioni criminali come significativa-mente incisive sulla vita della nostra citt, ma allo stesso tempo

    non pos-siamo farne un paravento per qualun-que cosa accada, o spiegare tutto solo ed esclusiva-

    mente in questa chiave, per-ch l'illegalit non consiste solo nella loro attivit ma an-che in tante altre manifesta-zioni, che possono caratteriz-zare larghe fasce della nostra societ. Vanno quindi prese tutte attentamente in esame ogni qualvolta ci sono acca-dimenti che possono essere letti in pi modi". L'incendio ha interessato un area di 10.000-12.000 metri

    quadrati, pi o meno tutto il complesso. Per fortuna gi da subito si parlato di ricostrui-re Citt Della Scienza, grazie ai fondi pubblici, ad un possi-bile cofinanziamento da parte dellUnione Europea e anche grazie alle donazioni che

    ognuno di noi pu fare (tramite conto corrente, intestato a Fondazione IDIS Citt della Scienza - IBAN IT41X0101003497100000003256 - causale Rico-struire Citt della Scien-za). Si spera che in un fu-turo molto prossimo que-st'importante polo scienti-

    fico, vanto di Napoli e dell'I-talia tutta, possa essere rico-

    struito, imitando e, si spera, superando i fasti splendori raggiunti dal precedente mu-seo ormai perduto nelle fiamme di un incendio che ha sconvolto e reso triste il mon-do e ovviamente noi italiani in primis. Christian Sandrini

    Guarire dallAids:

    possibili cure future Uno dei pi grandi mali che assilla la nostra societ una terribile malattia: lAids, pro-vocata dal virus dellimmunodeficienza umana detto anche HIV (Human Immunodeficiency Virus); es-sa colpisce il sistema immuni-tario continua a pag.5

  • Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013

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    Guarire dallaids: possibili cure future ( segue da pag. 4)

    rendendolo pi debole e facile preda di infezioni, tumori e altre malattie. Il motivo della pericolosit della malattia sta anche nel fatto che, per ora, non curabile. Hanno fatto scalpore, per, due casi di riu-scita guarigione. Il primo caso quello di Timothy Brown, detto il paziente di Berlino. Gli avevano detto due volte che sarebbe morto: una nel 1995 per la sua sieropositivit allAIDS, mentre nel 2006 per la leucemia. Timothy si fece operare per la leucemia con un trapianto di midollo osseo e segu una terapia con cellule staminali, sapendo anche che il donatore aveva una rara mutazione genetica che impe-diva al virus di penetrare; alla fine riuscito a guarire dallHIV e dalla leucemia. Ora Timothy Brown, insieme alla World AIDS Organiza-tion, cerca fondi per finanzia-re la ricerca per la cura contro il virus, per aiutare altri a gua-rire. Il secondo caso quello di una bambina nel Mississip-pi che, dopo 30 ore circa dalla nascita, stata trattata con una terapia aggressiva antire-trovirale. La bambina stata seguita dalla pediatra Hannah Gay che, sapendo della siero-positivit della madre della piccola, non ha aspettato lesito dei test e immediata-mente lha messa in cura. Il virus non stato eliminato, ma reso solo inerme e abba-stanza debole da permettere al sistema immunitario di tener-lo sotto controllo. Non poco, non poco per niente per una malattia cos insidiosa e terri-bile. La notizia stata data il

    3 marzo 2013 negli Stati Uniti e ora si pensa a nuove terapie per i neonati, per sopprimere il virus prima che si diffonda. Lo stesso metodo, purtroppo, non vale per gli adulti perch possono essersi gi formati dei serbatoi virali dove il vi-rus si nasconde per uscire quando non si somministrano pi i farmaci. Naturalmente necessario che i governi tro-vino i fondi necessari affinch la ricerca continui Francesco Gambino

    NO AI MATRIMONI GAY

    Da qualche tempo si comin-ciato a parlare di matrimoni tra coppie dello stesso sesso e di possibilit di adozioni. In Europa i paesi che approvano ladozione gay sono diversi: Regno Unito, Norve-gia, Spagna, Svezia, Dani-marca, Belgio, Paesi Bassi, Islanda, Israele e Francia. In Italia abbiamo la legge 4 maggio 1983 che in proposito prevede che: la dichiarazione di disponibilit all'adozione debba essere effettuata da una coppia coniugata da almeno tre anni. Wikipedia, lenciclopedia online, recita inoltre: L'art. 44 prevede, tuttavia, deroghe per alcuni casi specifici: quando gli adottandi sono uniti al minore -orfano di padre e di madre - da vincolo di parentela fino al sesto grado o da rapporto stabile e duraturo preesistente alla perdita dei genitori, -quando un coniuge adotta il figlio, anche adottivo, dell'altro coniuge; - quando il minore portatore di handicap e orfano di en-trambi i genitori; -quando non

    sia possibile l'affidamento preadottivo. Il matrimonio, dunque lunione tra due co-niugi, implica, in diverse cul-ture e religioni, la presenza di un uomo e una donna che da-vanti a Dio, in caso di religio-ne cristiana, giurano fedelt e amore... Il concetto di ma-trimonio legato a quello di famiglia: i due coniugi for-mano un nucleo familiare che spesso in seguito si espande con i figli. Dunque in materia di coppie omosessua-li, non c scampo. continua a pag.6

    S AI MATRIMONI GAY

    Amore, la parola pi adatta per iniziare poich cuore di questo articolo. Amore, quel sentimento fortissimo che le-ga due persone spingendo l'u-na a volere il meglio per l'al-tra per vederla sorridere, gioi-re, sperando di poter far parte di quella felicit. L'atto che per eccellenza sancisce ormai da sempre questo nobile sen-timento il matrimonio. Il 10 dicembre 1948 l'Assemblea Generale delle Nazioni Uni-te ha adottato la Dichiarazio-ne Universale dei diritti dell'uomo con lauspicio che gli stati membri garantiscano sotto il proprio territorio una cosa che pu apparire sconta-ta e banale, ma che non lo affatto, la libert. L'artico 16 tratta proprio dei matrimoni: 1. Uomini e donne in et adatta hanno il diritto di spo-sarsi e di fondare una fami-glia, senza alcuna limitazione di razza, cittadinanza o reli-gione. Essi hanno eguali dirit-ti riguardo continua a pag.6

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    NO AI MATRIMONI GAY ( segue da pag. 5)

    Il giusto, seppur non ricono-sciuto da tutti, palese. Il ma-trimonio ununione tra per-sone di sesso differente che assieme nel loro percorso di vita hanno il permesso di adottare bambini. Molti psico-logi rispondono, dando come unico punto di arrivo la felicit del bambino. Un ado-lescente, cos come un bimbo in fasce, ha bisogno di una figura femminile e una maschile. Non possibile in-vertire i ruoli, non giusto confondere o tanto me-no provocare problemi a livel-lo emotivo al bambino. Due persone dello stesso ses-so non possono sposarsi, n tanto meno adottare un bambino. Non in natura, non si sta discutendo dellamore che due omosessuali possono dare ad un bambino, n si vuole essere bigotti di fronte a tale situazione. Nessuno nega a nessuno la fe-licit, ma si deve pur sempre pensare alla felicit degli altri. Alla felicit di un bambino che trovandosi in casa due mamme o due pap, potrebbe sentirsi in difficolt, messo in cattiva luce anche dai suoi compagni di classe per esem-pio. La societ ci impone dei canoni e la trasgressione di infrangerli non sempre posi-tiva e porta lontano. Restare entro certi limiti pu essere la giusta misura. Giulia Brunetti

    S AI

    MATRIMONI GAY ( segue da pag. 5)

    al matrimonio, durante il ma-trimonio e all'atto del suo scioglimento. [...]. Bellissi-

    me utopiche parole. In realt questo diritto non viene rico-nosciuto a tutti, e alcuni si ri-trovano in societ in cui non viene concesso loro perch ci che provano considerato un amore non convenziona-le, quando il sentimento lega due persone dello stesso ses-so. Fortunatamente sempre pi Paesi, come recentemente avvenuto con la Francia, hanno invertito la propria rot-ta, riconoscendo quello che appunto un diritto, nellambito del concetto di li-bert civile, agli omosessuali; molti altri, invece, come la sempre pi arretrata Italia, si ostinano a non riconoscerlo questo diritto, perch sembra che il diverso debba per forza essere sbagliato. L'igno-ranza generale in materia spaventosa e sono davvero fantascientifiche le false in-formazioni che si diffondono a riguardo. Uno dei pi assur-di miti da sfatare quello di considerare l'omosessualit una malattia, non lo affatto e non si trasmette frequentando omosessuali, infatti NON esi-stono cure o metodi che facciano tornare normale l'individuo, essendo l'indivi-duo gi perfettamente norma-le. Inoltre due genitori che adottano un figlio NON fa-ranno diventare quest'ultimo omosessuale a sua volta. La specie umana non ha nulla da temere, anche se si diffonde la malsana idea che i gay pos-sano sposarsi e adottareci non metterebbe in pericolo la specie umana limitando la procreazione. La Chiesa cat-tolica sostiene: sono liberi di fare ci che vogliono nella lo-ro vita privata, ma non devo-no toccare la sacralit del ma-

    trimonio. E l'unione civile? Anche quella sacra? Oppure Dio ha creato Adamo ed Eva, non due Adamo n due Eva. Il fatto che abbia creato una figura maschile e una femminile perch il mondo composto da queste due fi-gure, ma non ha imposto loro di amarsi, lo hanno fatto forse perch erano da soli? Pensan-doci bene agli occhi di Dio non dovremmo essere tutti uguali? Il matrimonio cristia-no, come in altre religioni, finalizzato alla procreazione, ma l'unione civile no, eppure anche quella non concessa in molti Paesi e in alcuni ad-dirittura c' la pena di morte perch amarsi considerato reato. Queste sono le strava-ganti paure che circolano, le terrificanti accuse che si fan-no. Proibire l'unione civile, questo che non ha alcun tipo di fondamento logico, la legge non dovrebbe essere uguali per tutti? La risposta la so-ciet non ancora pronta. La societ non mai pronta e mai lo sar se continua a im-porre limitazioni alla libert altrui, per mano dei singoli che si sentono oppressi dai governi, ma che a loro volta opprimono. Libert tuttavia anche questo. Libert di se-guire i propri desideri ed opi-nioni, inseguire un obiettivo anche per tutta la vita. Libe-rarsi dai pregiudizi e dalle su-perstizioni, agire secondo la propria morale e secondo ci che ognuno ritiene pi giusto. Ottenere la libert di amare in un mondo come quello di og-gi, dove l'egemonia di governi che soffocano la libera espressione ancora molto presente, un obiettivo forse continua a pag. 7

  • Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013

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    S AI MATRIMONI GAY ( segue da pag. 6)

    utopistico, ma grazie ad una maggiore sensibilizzazione sull'argomento, forse tutti gli uomini e le donne potranno amare senza vincoli il proprio compagno di vita. Le persone, i popoli dovrebbero comincia-re a provare, cambiare, speri-mentare e assimilare il fatto che l'apertura mentale non una frattura del cranio. Alessia Viglietti

    BEACH VOLLEY

    Il 9 maggio 2013 allo stabilimento "Dopolavo-ro Cotral" si svolta la seconda giornata dedicata al Beach Vol-ley Scuola 2013- Tro-feo Acea. Le categorie juniores hanno disputato le gare all'insegna del bel tempo. Nella categoria femminile la finale stata disputata dal Li-ceo Scientifi-co Cannizzaro, rappre-sentato da Flaminia Annibalini e Giulia Sforazzini, e dal Via Coper-nico che ha portato a casa la vittoria per 15-6, con la squa-

    dra formata da Giulia Bian-chini, Alessia Viglietti e Fede-

    rica Altomon-te. Nella ca-tegoria ma-schile il Paci-notti ha avuto la meglio sul Liceo Classi-co Plauto con un parziale di 15-5.

    ALEX PAZIENZA

    Come ultimo articolo

    dellanno vi pre-sentiamo un no-stro compagno e amico di scuola: Alex Pazien-za. Alex, pratica culturismo e, visto che un atleta della no-stra scuola, gli abbiamo fatto un paio di domande per de-scriverci meglio questo sport. D: Ciao Alex! R: Ciao ragazzi

    D: Raccontaci la tua sto-ria... Come hai iniziato? Che cosa ti ha spinto a iniziare la pratica di que-sto sport? R: Mio padre mi ha trasmesso questa passione dato che ha pra-

    ticato questo sport, anche con discreti risultati. D: Cio, quali? R: Campione italiano (ride) D: Beh molto discreti... (ride) Bando alle ciance, tu quando hai iniziato? R: Ago-nisticamente parlando, ho ini-ziato un anno fa, anche se da tempo che mi alleno. D: Sappiamo che sono gi arriva-

    ti dei risultati R: S, ho avuto qualche mese fa un ricono-scimento regionale. D: Hai qualche altra gara in programma?

    R: Certo il 16 giugno ad Ostia ci saranno i campionati italia-ni!! D: Ultime domande, vor-

    resti continuare? Qualche consiglio per i nostri let-tori? R: Certo continuer ad allenarmi e a tenermi in forma. Di consigli ce ne sono pochi, visto che non uno sport "per tut-ti", l'unica cosa che pos-

    so dirvi che bisogna impe-gnarsi sempre con il giusto al-lenamento. D: Grazie Alex, in bocca al lupo per il 16 giu-gno! R: Grazie a voi, crepi il lupo naturalmente! Simone Frisicaro & Sa-muele Carducci

    JUDO: LA VIA DEL GIUSTO

    Il judo (via della cedevolezza) non solo uno sport, ma an-che un metodo di difesa per-sonale e, soprattutto, una vera e propria filosofia di vita. Questarte marziale stata in-ventata da Jigoro Kano nel 1882 e consiste nellusare la forza dellavversario contro di lui, sfruttare il suo peso per sconfiggerlo. Jigoro Kano, da ragazzo, era molto gracile e debole. Per potenziarsi prov molti sport, ma lunico che lo aiut fu il ju jitsu. Il ju jitsu lantenato del judo e alcune tecniche sono riprese da questarte. Jigoro Kano, os-servando la neve sugli alberi, not che i rami, piegandosi per il peso, la facevano cadere e tornavano dritti. Cos, unen-do questo principio con il ju jitsu, cre il judo. Il judo non insegna solo a difendersi, ma anche una dottrina di vita. Insegna dei giusti principi come la responsabilit e lautocontrollo, infatti non in-segna che si deve attaccare per primi, ma insegna il con-trollo della propria forza nel continua a pag 9

  • Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013

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    Cara Enrica, da qualche tempo mi sembra di avere dei problemi di co-municazione un po con tutti: con i miei amici, con i prof. e con i miei genitori. Non rie-sco a capire il motivo, mi di-cono che il mio tono di voce risulta arrogante e che le mie parole non sono in sintonia con il modo in cui parlo. Mi aiuti a capire meglio cosa in-tendono? F. Cara F. , intanto parliamo un po del significato della parola comu-nicare, dal latino cum: con e munire: legare, costruire e an-cora dal latino communico: metter in comune, far parteci-pe; dunque il concetto della comunicazione comporta la presenza di uninterazione tra soggetti (wikipedia). Si co-munica perch siamo esseri sociali e, in quanto tali, im-possibile per noi non comuni-care, si comunica per scam-biare le informazioni con lambiente e garantirsi cos la sopravvivenza, per avere co-scienza di s, per mantenere un equilibrio emotivo (espe-rimenti relativi allisolamento hanno provato che soggetti isolati a lungo sviluppavano dispercezioni, inoltre cito il famoso esperimento di Fede-rico II Hohenstaufen del 1200 mirato a scoprire quale fosse la lingua originaria delluomo. Tale esperimento consisteva nel dare tutte le cu-re necessarie a dei neonati, ma le balie non dovevano mai proferire parola: be questi bambini morirono tutti). Ma

    come si pu comunicare in modo efficace? Quotidiana-mente comunichiamo con persone diverse luna dallaltra, anche molto diverse da noi sia caratterialmente sia nel ruolo sociale (ad esempio: i genitori, i professori, lautista dellautobus, il vigile urbano) ed stato ampiamen-te dimostrato che, anche se non sempre ce ne rendiamo conto, cambiamo modalit comunicativa in maniera istin-tiva. Ma questo istinto va co-munque educato per poter comunicare davvero in modo efficace e arrivare a possedere una competenza comunicati-va. Per competenza comuni-cativa si intende: quel genere di abilit che permette anche di decodificare i significati in base al contesto in cui vengo-no espressi. Vengono classifi-cati come comportamenti so-cialmente competenti quei comportamenti basati su stan-dard, norme, valori tipici di un contesto sociale. Quando si comunica inoltre bisogna as-solutamente tener presente che ci si sta mettendo in una relazione con una persona o un gruppo specifico e dunque opportuno ascoltare, capire e confrontarsi per poter esprimere al meglio la nostra efficacia nella comunicazione e dunque giungere ad una re-lazione costruttiva. Il concetto del feedback nella comunica-zione ha reso evidente che gli scambi interpersonali sono circuiti di retroazione in cui il comportamento di ogni inter-locutore influenza e viene a sua volta influenzato dal comportamento dellaltro (dimensione relazionale: pro-cesso circolare in cui ciascuno riveste simultaneamente i ruo-

    li di emittente e ricevente). In aggiunta a questo negli anni 60 un gruppo di studiosi sta-tunitensi (Scuola di Palo Alto) ha ampliato con le proprie teorie il concetto di comuni-cazione. Studiando le relazio-ni interpersonali, infatti, han-no notato che nellinterazione tra due persone vi una parte rilevante di informazioni che, pur non essendo verbale n intenzionale, produce comun-que degli effetti. Non solo le parole, ma anche il volto, lo sguardo, il corpo trasmettono messaggi non sempre voluti, ma non per questo meno densi di significato (Pragmatica del-la Comunicazione). La Prag-matica della Comunicazione viene cos spiegata dalla Scuola di Palo Alto: linformazione fornita dai no-stri comportamenti diviene automaticamente comunica-zione nel momento in cui vi qualcuno che la riceve e che le d significato. Qualunque cosa facciamo o non facciamo rappresenta un comportamen-to e dunque una comunica-zione. Il linguaggio non ver-bale un flusso continuo di segnali, per lo pi involonta-rio ed inconsapevole, che si manifesta con la semplice presenza di una persona e che d informazioni sul suo conto. Nello specifico quando par-liamo di linguaggio non ver-bale stiamo attivando la no-stra attenzione sullo sguardo, sulle espressioni del volto, sulla postura, sul timbro della voce, sulla gestualit, sulla mimica facciale, sulla postura e sulla prossemica. Detto tutto questo cara F, io rifletterei su quello che attraverso il lin-guaggio non continua a pag 9

  • Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013

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    Cara Enrica (segue da pag. 8) verbale, meno controllabile e pi istintivo, stai comunican-do ad esempio ai tuoi amici o ai tuoi genitori, in sostanza noi possiamo usare parole gentili ma il modo in cui le esprimiamo pu comunicare tuttaltro che gentilezza e questo viene ascoltato e compreso dai nostri interlo-cutori ancor prima del signifi-cato delle parole dette. Dott.ssa Enrica Biagi Psicologa, psicoterapeuta, psicodiagnosta Un ringraziamento molto speciale alla nostra preziosa psi-cologa, che ha of-ferto la sua consu-lenza, in questa ru-brica, gratuitamen-te. La redazione, al completo labbraccia in segno di stima e grande grande affet-

    to!! JUDO: LA VIA DEL GIUSTO

    (segue da pag. 8) modo giusto. Questo sport po-tenzia il corpo e la mente per usarli nel combattimento. Il combattimento si basa sul corpo a corpo ravvicinato senza pugni, ma con le prese. Larbitraggio nelle gare molto importante e di questi tempi le gare sono numerose. Il combattimento si svolge in un riquadro di tatami di mas-simo 15x15 metri e, durante lo svolgimento, vi sono alme-no tre arbitri. Due arbitri si posizionano nei due angoli opposti, mentre laltro si spo-sta per osservare meglio. Per dare punti e sanzioni si usano dei segni delle braccia e delle

    mani e vengono memorizzati dal tavolo centrale, su un car-tello. Le sanzioni sono giudi-cate per ammonire il judoka passivo, come per esempio lassenza di combattivit e delluso delle tecniche. I punti sono assegnati secondo le tre fasi della tecnica: lo squilibrio dellavversario, il contatto del corpo e la proiezione del ne-mico. Se ci sono tutte e tre queste fasi si ottiene il mas-simo dei punti, cio luppon (pronunciato ippon) e si pu vincere lincontro. Francesco Gambino

    KROKODIL: LULTIMA MORTE-Non mi interessa, non mi inte-ressa se mi filmate, tanto tra una settimana sar morto. Queste sono le agghiaccianti parole che un ragazzo, buttato nel degrado di un piccolo ap-partamento della citt di Za-vodskoy in Russia, ha detto ad una giornalista inglese che voleva intervistarlo. Perch un poco pi che ventenne do-vrebbe dire una frase del ge-nere? La storia ha radici nella caduta dell'Unione Sovietica, che ha portato un grande di-sagio sociale in Russia e l'ha resa lo Stato con il maggior numero di tossicodipendenti e spacciatori. Molte citt, come la sopracitata, si sono spopo-late e sono state abbandonate dai pi, lasciate in balia di ve-ri e propri zombie, persone senza alcun tipo di prospettiva che, convinte dell'inutilit e consapevoli della mediocrit della propria vita, si bombar-dano delle pi impensabili so-stanze per velocizzare il pas-saggio all'altro mondo. In questi ultimi anni si diffusa una droga spaventosa: la Kro-

    kodil, essa prende il nome da-gli effetti spaventosi che comporta, infat-ti krokodil significa coccodril-lo e chi ne fa uso sembra pro-prio essere stato sbranato da un coccodrillo. La repentina diffusione di massa di questa droga dovuta al costo ridotto e alla semplicit nel trovare gli ingredienti, tra cui, pensate un po, figura anche la benzi-na(!). Gli effetti sono davvero raccapriccianti, se iniettata per sbaglio in un muscolo, o comunque non in vena, la krokodil brucia la carne che va in cancrena e si stacca dal corpo, rendendo visibile l'osso e costringendo spesso all'am-putazione dell'arto. La spe-ranza di vita per i sei milioni di tossicodipendenti di kro-kodil nettamente inferiore a quella di qualsiasi altra droga, tre anni nel migliore dei casi, ed dovuta anche al fatto che gli effetti di una sola dose non durano nemmeno due ore e la dipendenza assicurata gi dalla seconda. In Russia non esistono centri di recupero per i tossicodipendenti, che ven-gono abbandonati a se stessi perch considerati feccia della societ e criminali. Esistono per delle associazioni di pri-vati e comunit religione so-stentate da donazioni che, nel loro piccolo, cercano di aiuta-re e compensare le mancanze dello Stato con attivit di re-cupero e preghiere. Nonostan-te l'impegno e il duro lavoro di questi volontari, solo l'1 % dei tossici riesce a disintossi-carsi. L'abbandono, la desola-zione e il putridume delle vite e delle condizioni di questi tossicodipendenti terrifican-te, inimmaginabile anche continua a pag 10

  • Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013

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    KROKODIL: LULTIMA MORTE

    (segue da pag. 9) per la mente pi macabra. Questo tristissimo scenario mostra come si riducono le persone che non sanno pi cosa fare della vita, per loro buttarsi da una fine-stra corri-sponde all'a-spettativa migliore, ma nonostante ci non hanno il coraggio di farlo, cos scaricano la responsabili-t sulle droghe, concedendo loro il permesso di ucciderli, mangiandoli da dentro. Terri-bile! Alessia Viglietti

    Il via ai colori estivi Il freddo, la pioggia, lo stress sono in questa meravigliosa stagione or-mai vecchi conoscenti. Effettiva-mente anche quest'anno il sole, assieme alle belle gior-nate, non si fatto attendere troppo, inondando il nostro animo di calore e mutando inevitabilmente il contenuto dei nostri armadi. L'estate 2013 preannuncia, infatti, un armadio invaso di colori acce-si, utile ad abbinamenti mol-teplici con accostamenti an-che e soprattutto contrastanti tra loro. Il colore in voga di questa stagione sar il "le-mon", uno dei colori pi fre-schi dell'estate, simile ad un bicchiere di limonata. Il verde acqua e smeraldo, l'arancione, l'azzurro pastello accompa-

    gneranno gli "outfit" dei mesi a venire. Le fantasie geome-triche e le righe orizzontali o verticali, onnipresenti gi da qualche mese, persisteranno

    anche in questa sta-gione, im-mortalati sui panta-collant, jeans e ma-gliette. Il look milita-re, cono-sciuto gi

    durante linverno, verr riuti-lizzato per abiti leggeri e an-che, perch no, per i costumi. Non mancheranno, come di consueto, i richiami agli anni '60 e 70' con il ritorno delle fantasie floreali che costitui-ranno un look raffinato e tra-dizionale. Insomma questanno non potremo pro-prio dire non so cosa met-termi

    Tamara Rosca

    COLPA NOSTRA Due terremoti hanno sconvolto lAbruzzo

    Il giorno 5 aprile 2013 nella scuola Via Copernico le classi quinte ITC e ITI hanno assistito alla proiezione del docufilm COLPA NOSTRA. Levento ha inizio con un video sulla catastrofe del terre-moto dellAquila del 6 Apri-le 2009, a cura del professore

    dellITI Macaluso. Il video trattava, tra le altre cose, dei motivi che portarono alla morte di otto studenti univer-sitari residenti nella casa dello studente ( Marco Alviani, Lu-ciana Capuana, Hussein Ha-made, Davide Centofanti, Angela Cruciano, Francesco Esposito, Luca Lunari e Ales-sio Di Simone). E emerso che il crollo da ricollegarsi al fenomeno della corruzione. Sei giorni prima del terremoto larchitetto Pietro Sebastiani, condannato poi a due anni e sei mesi, in risposta alla preoccupazione degli studenti per le condizioni della casa, li rassicur sulla sicurezza dello stabile. Il secondo vi-deo tratta dei primi soccorsi e della nascita delle tendopoli dopo il disastro. Nel video si assiste ad una intercettazione tra il prefetto Giovanna Iurato e Nicola Izzo riguardo com-portamenti non idonei alla si-

    tuazione, a cui due studenti del quinto B ITI hanno da-to voce. Que-sta prima par-

    te dellincontro sottolineata dalla canzone Domani de-dicata appunto al terremoto, che ha coinvolto la partecipa-zione della maggior parte de-

    gli studenti. Quindi inizia la spiegazione di Walter Nanni, regi-sta del docufilm Colpa nostra. Egli racconta lesperienza dei suoi amici coin-volti nel terremoto, come Giustino Brisse, un famoso giornalista che perse il padre e i

    due figli adolescenti nella continua a pag. 11

  • Quelli di ViA Copernico Numero 3. Giugno 2013

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    COLPA NOSTRA (segue da pag. 10)

    scossa delle 3:32. Il primo giornalista ad arrivare allAquila fu Giuseppe Capo-rale che volle indagare sul motivo per cui un terremoto di 5,8 gradi scala Richter por-t alla morte di 309 persone. Inizia la visione del film Colpa Nostra. Le riprese partono dal Gran Sasso, per avere una panoramica com-pleta del disastro. Frase chia-ve del film DUE TERRE-MOTI HANNO SCONVOL-TO ABRUZZO: LA COR-RUZIONE E IL SISMA DELLAQUILA; da qui una serie di interviste ai politici locali, che portano alla con-clusione che la causa dei disa-stri causati dal terremoto SIAMO NOI, in quanto, no-nostante lAquila fosse un ter-ritorio ad alto rischio sismico, sono stati costruiti cinquecen-tomila edifici. Un anno dopo i cittadini sulle rovine della cit-t fantasma iniziano le loro rivolte, oltre seimila riaprono la citt con violenza, a causa dei lavori tuttora non ancora ultimati. Al termine della proiezione inizia il dibattito tra il regista e gli studenti per evidenziare quanto legalit e sicurezza siano strettamente collegate. Frase importante che chiude la giornata La corruzione inizia da piccole cose, anche da un semplice copiare a scuola. Clara Converso Michela Perulli

    Evadere

    da cosa e perch ? Evadere, il significato lettera-le del verbo fuggire, scappa-re, da un carcere oppure si possono evadere le tasse, cio

    si fugge dal pagarle. Normalmente si ha voglia di fuggire dalla quotidianit quando questa sembra essere una prigione, un macigno che diventa giorno dopo giorno sempre pi difficile da sopportare, anche se fuggendo probabilmente portiamo con noi i nostri problemi. Si ha voglia di allontanarsi dal lavoro, dalla scuola, dalla fa-miglia che non ci capisce. Ma si pu anche avere semplicemente voglia di stare un po da soli, per ritrovarsi, per apprezzare il silenzio, per ascoltare i pro-pri pensieri pi intimi, per realizzare che cosa importante nella vita e che cosa no. A volte c l evasione dalla realt per mez-zo di droghe ed alcool, anche questo un modo per raggiungere il medesimo sco-po: la fuga, da s stessi e dalla propria angoscia; alla base di tutto c un malessere interio-re e lunica soluzione sembra quella di andare lontano. Altre volte invece si avverte la necessit di vivere esperienze e di speri-mentare, cercando di riafferrare una vita che negli anni sfug-gita dalle mani. Si pu, per, anche fug-gire nella speranza di salvezza, basti pensa-re ai tanti profughi che giungono a bordo delle carrette del mare sulle nostre coste. Altre volte anco-ra si pensa che un bel viaggio dia sollievo alle preoccupa-zioni e risolva tutto, questo accade perch si crede che le insoddisfazioni provengano dal luogo in cui si vive o dal-le persone che si frequentano,

    ma non cos, succede che le insoddisfazioni ti se-guano anche durante il viag-gio, perch sono dentro di noi. Quindi ragazzi, la cosa fondamentale stare bene con se stessi, accettarsi e forse un po accontentarsi, apprezza-re cio quello che si ha, forse solo cos non si sentir il bisogno di fuggire o meglio fuggire s dalla quotidianit, ma facendo un bel viaggio, che deve inten-dersi unicamente come spo-stamento fisico, conoscenza di altre realt e un modo per arricchire la propria vita. Giada Conti

    Acque termali:

    ricchezza naturale Le acque termali nascono da sorgenti naturali e sono note fin dall'antichit, hanno un effetto terapeutico su tutti gli apparati del nostro organismo, aiutandolo nella cura e nella regressione di moltissime ma-lattie. Aiutano corpo e mente a ritrovare il loro naturale equilibrio psicofisico donando

    un senso di benessere to-tale e possono anche essere utili nella pre-venzione. Questo tipo di trattamenti pu portare anche ad una

    graduale riduzione dell'uso dei medicinali prescritti dal medico. Quasi tutti gli organi del corpo possono essere rin-vigoriti, ma anche curati, gra-zie ai trattamenti presso i cen-tri termali.Comunque ragazzi, diffidate del fai date o dei consigli del vicino: continua a pag. 12

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    Acque termali:

    ricchezza naturale (segue da pag. 11)

    prima di sottoporvi a un trat-tamento termale bene chie-dere il parere del medico, perch anche le ac-que, i fanghi o le inalazioni hanno le loro controindicazioni. In tutti i casi possiamo dire che un soggiorno alle terme non pu che fare bene, se non altro perch permette di staccare la spina. Ci sono tre tipi di trattamento termale: acque termali, fanghi termali, acqua di mare. ACQUE TERMALI Con l'acqua termale si possono trovare rimedi per quasi ogni tipo di patologia: le malattie delle vie respiratorie, le malattie der-matologiche, i reumatismi, le infiammazioni delle articola-zioni, le malattie vascolari, i disturbi dell'apparato urinario ecc. ma anche fratture e strappi mu-scolari, e nel-la riabilita-zione. L'ac-qua termale pu essere assunta come bevanda, per inalazione, o praticando bagni, docce, sau-ne e massaggi subacquei. FANGHI TERMALI I trattamenti a base di fanghi termali sono considerati un vero toccasana per ogni tipo di pelle, per curare l'acne e levigare la pelle del viso e del corpo.

    Inoltre sono utilissimi per combattere il ristagno dei li-quidi . I fanghi termali ven-gono anche utilizzati nella cu-ra di reumatismi e dell'osteo-porosi. ACQUA DI MARE Talas-soterapia La talassoterapia basata sull'azione curativa del clima marino (acqua marina, sab-bia, alghe, aria). La talassoterapia indicata per osteoartrosi, esiti e po-stumi di forme traumatiche, reumatismi extraarticolari, stati di carenze immunologi-che, eczemi, eritemi, processi

    infiammatori cronici dell'ap-parato respirato-rio, psoriasi cu-tanea, dermatite e rachitismo in-

    fantile. Comunque le proprie-t curative delle acque termali sono risapute, ma ci si pu re-galare anche una bella vacan-za in un centro benessere semplicemente perch si ha voglia di coccolarsi un po. In

    Italia abbiamo diversi centri termali e SPA che offrono pacchetti davvero imperdibili. Una localit molto nota Sirmione, sul Lago Garda che diventata una delle principa-li mete turistiche. L'acqua del-le Terme di Sirmione, se ina-lata, un toccasana per la cu-ra delle vie respiratorie. Giada Conti

    Com cambiata la mia vita

    questo il titolo del primo li-bro pubblicato da Sara Saietti, una simpatica tredicenne che vive in provincia di Roma. la storia di Cathy, una tredi-cenne che abita nel quartiere di Kensington a Londra, tra vizi e stravizi, e che allimprovviso verr spedita in Africa dai suoi genitori, troppo indaffarati e assenti. Ecco solo per voi unintervista esclusiva: Sara, quando hai iniziato a scriverlo? Ho iniziato a marzo del 2012 e ho impiegato quasi tre mesi. La prima stesura stata a ma-no o al computer? No, no, di scrivere non se ne parla. Subito al computer. Nel libro ci sono molti termini ricercati che il lettore non si aspetta da una ragazza di tre-dici anni, ti ha aiutato qualcu-no? No, anche se in parte sono stati aggiunti da chi ha cor-retto il tutto. Comunque, avendo letto Il palazzo della

    mezzanotte di Carlos Ruiz Zafn, ho scoperto (anche senza consultare troppo il dizionario) dei termini che ho utilizzato per rendere il libro pi colto e pi libro! Come mai hai scelto lAfrica?

    Perch il distacco con Londra molto forte. A Londra stan-no bene e in Africa ci sono molti problemi economici, anche se qualcuno li ha anche a Londrama l, bene o male, c sempre da mangiare men-tre in Africa possibile che resti senza mangiare o senza bere. continua a pag. 13

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    Com cambiata la mia vita

    (segue da pag. 12) Nella dedica scrivi Dedico questo libro a chiunque ha un sogno e non ha paura di inse-guirlo. Il tuo sogno stato pubblicare questo libro? Chi ti ha incoraggiata? O partito tutto da te? I miei genitori mi hanno mes-so davanti a una scelta molto difficile: comprarmi un com-puter nuovo e molto costoso oppure pubblicare il mio libro per un costo di 900 per 70 copie. Io ci tenevo, perch questo il mio sogno e non ho avuto paura di inseguirlo. Il modo in cui enunci il pro-blema di Cathy pu essere unautodenuncia e quindi ti ritrovi nella protagonista? Ognuno un po Cathy a mo-do suo. C chi vorrebbe una cosa e chi unaltra. Non tutti risolvono i problemi parlan-do, ad esempio ci sono ragaz-zi che si sentono trascurati perch i genitori lavorano e non risolvono con il dialogo, si lamentano oppure riman-gono in silenzio, come Cathy. Nessuno dovrebbe tacere, ma dire subito ci che non va. E poi unaltra cosa: non biso-gna essere viziati perch dallaltra parte del mondo c chi non ha nulla. I ragazzi di oggi non sono co-s sensibili sul tema della po-vert, come tu stessa scrivi. Che cosa pensi a riguardo, da-to che per i ragazzi non pro-priamente un pensiero quoti-diano? Mi sono chiesta Ma vero che io sono tutta fantasia e niente realt?, allora ho ini-ziato a scrivere su questo te-ma attuale e serio, non solo per sottolinearlo ma anche

    per dimostrare a me stessa che potevo farcela a scrivere testi di questo tipo essendo realista. Nel capitolo 7, Katia si ri-sponde da sola dicendo: Io non mi considero antipatica, sono io che devo pensare a invitarle e se non ho tempo oppure sono triste non mi de-vo considerare antipatica. Qual il tuo pensiero sullamicizia? una cosa molto importante per cui bisogna dimostrare chi si veramente. Lamicizia non si inventa, non si usa per far vedere che si amici di qualcuno. Se tu ti consideri amico e gli altri non lo sono poi con te, forse c qualcosa di sbagliato, che sia un com-portamento o qualcosa che si detto. Ad esempio molta gente famosa come Fabri Fi-bra oltre agli amici della casa discografica non fre-quenta altri. In fondo la fama solo una parte della vita, non tutta la vita, solo un abbellimento. Si pu essere felici anche senza essere fa-mosi, anzi, anche di pi! Sen-za tanti soldi e vivendo in modo semplice Qual stato il passaggio, la situazione pi difficile da scrivere? Arrivata a trenta pagine mi sono bloccata perch non sa-pevo pi che scrivere. Allora ho deciso di cancellare tutto e ho aspettato qualche giorno. Tra quello che sentivo a scuo-la e in giro ad un certo punto mi venuta unidea, ho im-maginato un film nella mia testa, ho riordinato tutto e so-no riuscita a finire. Hai concluso il libro con Ca-thy che a Londra e riceve il messaggio di Katia. Quindi

    fai notare come luna si in-serita nel mondo dellaltra In un viaggio se si conosce una persona nuova, con punti di vista diversi, si possono accumulare e farti diventare un po come quella persona che hai conosciuto. sempre uno scambio il viaggio. Unanticipazione del prossi-mo libro? Sar o il sequel di "Com' cambiata la mia vita" oppure un thriller horror Grazie mille e in bocca al lu-po per il tuo futuro! Federica Leo

    A proposito di Galileo Galileo Galilei, grande filoso-fo e scienziato vissuto a ca-vallo fra il Cinquecento ed il Seicento, il tema scelto per lo spettacolo di Marco Paoli-ni, scritto con l'aiuto di Fran-cesco Niccolini, trasmesso su La7 il 25 aprile 2012 dalla sa-la B dei Laboratori di Fisica Nucleare (situati in una galle-ria a 1400 m di profondit nel Gran Sasso). La trama sem-plice, scorrevole, e la giusta dose di umorismo alternata a momenti di (quasi) tragica se-riet fanno dello spettacolo teatrale uno spettacolo mon-diale. La vita di Galileo, tra una lacrima ed una risata, scorre veloce sul palco: dall'infanzia in cui dimostrava gi curiosit per le scienze e la matematica, allo studio del-le volte celesti, alle cattedre di insegnamento pi importanti del periodo, all'abiura del 22/06/1633. Pi che semplici note biografiche, Paolini offre al suo pubblico il carattere, la genialit, la mente di Galilei, aperta e funzionante fino alla sua morte. continua a pag. 14

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    A proposito di Galileo (segue da pag. 13)

    Gi, perch anche dopo l'abiu-ra, prezzo della pubblicazione del "Dialogo sopra i due Mas-simi Sistemi del Mondo", es-sendo vissuta comunque come una violenza inaudita, non riusc a frenare i suoi studi di scienziato. Verso la fine del viaggio storico che Paolini of-fre, si crea un parallelismo in-teressante e forse inaspettato: la forza della ragione a quei tempi ed ai nostri giorni. Quella ragione che lui voleva contrapporre alle superstizioni ed ai dogmi, e che il filosofo moderno contrappone alla su-perficialit e, perch no, ai dogmi antichi, quasi fossiliz-zati, che nessuno decide di cestinare. Spettacolo lineare, coinvolgente, e da rivedere periodicamente, cos da evita-re l'assopimento della co-scienza. Beatrice Savoia Avere un dubbio e cercare la verit oggigiorno sembra as-solutamente normale, ma in passato era difficile mettere in discussione qualcosa che era dato per certo da secoli e se-coli. Grazie allo spettacolo di Marco Paolini ITIS Galileo comprendiamo come le osser-vazioni dellastronomo, ma-tematico e filosofo pisano ab-biano segnato per sempre il modo di pensare. Uno spetta-colo centrato sulla figura di Galileo Galilei potrebbe risul-tare noioso, ma a Paolini va il merito di rendere Galileo di-vertente e contemporaneo, trasformando la fisica in qual-cosa di leggero che veramente tutti possono contemplare. Ed cos che scopriamo come Galileo abbia sofferto perch dubitava che la Terra fosse al

    centro dellUniverso e che fosse il Sole a ruotarle intor-no, sostenendo invece lesatto opposto. Se oggi ognuno ha il diritto di pensare le ipotesi che vuole, all'epoca di Galileo ci non era possibile perch chi deteneva il potere, ossia il papato, era fermo e immobile sulle sue tesi, che dovevano concordare con quanto la Bibbia riportava per iscritto, e condannava chiunque predi-casse il contrario. Galileo fu costretto ad abiurare ed a qua-si ottant'anni, nonostante gli arresti domiciliari e la cecit, pubblic il suo ultimo libro, nel quale dimostrava lesistenza di un procedimen-to per cui partendo dai dubbi si arrivava a conoscere le ve-rit. Queste ultime non sono valide per sempre, dato che arriva il momento in cui de-vono essere rivoluzionate e poste in dibattito. Galileo con il suo metodo scientifico fu il padre di tutte quelle innova-zioni che contraddistinsero lera successiva, anche della teoria della relativit di Ein-stein, attraverso un procedi-mento che ha portato alla sco-perta di nuove verit, il tutto non perch quelle vecchie non fossero pi valide, o per-ch in esse si riscontrassero incongruenze, ma perch ci si posti nuove domande che prima di Galileo non erano neanche pensabili. Mirko Bonanni

    Colui che ha ridato dignit al dubbio

    con ironia e simpatia che Marco Paolini ha presentato il suo spettacolo teatrale intito-lato ITIS GALILEO, andato in scena per la prima volta nei laboratori di ricerca del Gran Sasso. Tutto ha inizio con

    unintroduzione e confronto tra Platone e Aristotele e sin da subito egli riesce a incon-trare e a coinvolgere il pub-blico. Il primo pi vicino alla teoria eliocentrica e il secon-do pi orientato sicuramente a quella geocentrica dove la Terra ad essere al centro dellUniverso ed il sole a ruotarle attorno. Come nellillustrazione iniziale del Dialogo sopra i massimi si-stemi del mondo, il discorso di Paolini si incentra su Gali-leo Galilei messo in relazione con ci che gli era attorno, al di l del suo cannocchiale. Un percorso che si dimostra ap-passionante: in 130 minuti questo interprete ripercorre le scoperte, i viaggi, gli esperi-menti del grande scienziato fino alla sua dolorosa abiura. Come Colombo varc le co-lonne dErcole nel suo pas-saggio per il Mar Mediterra-neo, Galilei nel suo viaggio varc le colonne del pensiero, andando contro la pi grande istituzione di sempre: la Chie-sa. E ci avvenne come per Copernico, che nel suo libro dichiara di aver aspettato ben 3 volte 9 anni per pubblicare. Galileo fece valere le sue tesi con notevole coraggio anche dopo che fu costretto ad abiu-rare (altrimenti e probabil-mente sarebbe stato processa-to e ucciso) quando agli arre-sti domiciliari prosegu i suoi studi, pur se ipovedente, e pubblic il suo ultimo libro, lanno della sua morte, a 78 anni (a quel tempo esser cos vecchi era un lusso!). Un messaggio profondo quello di Marco Paolini che riesce in pieno nel suo lavoro non solo di attore ma anche di inse-gnante. Federica Leo

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    LA NOSTRA GITAA!! Ogni giorno per sei ore con-secutive la scuola ci permette di crescere insieme ai nostri compagni, di creare numerose ferree amicizie e altre un po pi labili, che con il primo vento del mondo esterno cessano di esi-stere. Tra que-ste quattro mu-ra, dunque, so-no racchiusi i pi bei mo-menti della no-stra adolescenza, con aneddoti divertenti e indimenticabili. Altrettanti momenti piacevoli ci sono regalati dai prof ac-compagnatori durante le usci-te didattiche. Quest'anno, de-siderosi di una gita che non si svolgesse in prossimit delle nostre abi-tazioni, siamo stati accontenta-ti dalla no-stra profes-soressa che ci ha porta-to ad assa-porare il mondo, varcando i confini del nostro paese, e udite udi-tesiamo andati a visitare la Citt del Vaticano, a ben 70 km di distanza dalla nostra scuola! Ma, ilarit a parte, stata una giornata di una bel-lezza inaspettata! I magnifici e vastissimi Musei Vaticani rappresentano uno dei com-plessi museali pi grandi e in-teressanti del mondo. Abbia-mo cominciato la nostra av-ventura alla scoperta dei teso-ri papali con la visita del Mu-seo Pio Clementino, caratte-rizzato da diverse stanze che presentano statue e altri capo-

    lavori collezionati da Papa Clemente XIV. Il museo sfo-cia nelle gallerie Vaticane, la prima, la Galleria dei Cande-labri, cos chiamata in onore dei candelabri di epoca impe-riale romana, espone lungo la

    sua distesa sta-tue romane e copie di origi-nali greci. Im-mediatamente dopo abbiamo ammirato la galleria degli Arazzi conten-

    te la famosa collezione degli arazzi di Raffaello. L'ultima galleria quella delle carte geografiche, che presenta nel-la sua grandiosit cinquecen-tesca carte geografiche delle regioni italiane che dimostrano le cognizioni geografiche dell'epoca. Le quattro stanze di Raffaello sono la tappa successiva, cos chiamata dal grande pittore di Urbino e da-gli allievi della sua bottega. Questi, al contrario di Miche-

    langelo, aveva un carattere esuberante, desideroso di es-sere costantemente al centro dell'attenzione. Infine siamo arrivati alla celebre Cappella Sistina, decorata da Miche-langelo, con il Giudizio Uni-versale ed altri affreschi. E' proprio l che si svolto re-

    centemente il conclave per lelezione di papa Francesco e dove avvengono tutte le ceri-monie ufficiali. Infine dopo esserci persi, com' consuetu-dine durante le gite, abbiamo ripreso la via del ritorno, an-noverando tra i nostri ricordi questa piccola parte di mondo che contiene le pi grandi e meravigliose opere d'arte. Tamara Rosca

    MARK KNOPFLER Ci sono uomini che lasciano un segno profondo nella storia della musica: chi per tecnica, chi per virtuosismo, bellezza o stravaganza. Eric Clapton, Jimi Hendrix, Carlos Santana, per citarne alcuni... Ma uno che entrato a far parte dell'o-limpo musicale sicuramente Mark Knopfler. Mark nasce il 12 agosto del 1949 a Glasgow in Scozia, trascorre la sua in-fanzia a Blyth. Quando si tra-sferisce a Londra, dapprima inizia a lavorare come inse-gnante di chitarra, successi-vamente fonder un gruppo, i Caff Racers, che ben presto cambi il proprio nome in Di-re Straits, "terribili tristezze", nome che con ironia sottoli-neava la precariet in cui si trovavano Mark Knopfler, suo fratello David, Jhon Illsly e Pick Whiters. La band, all'ini-zio, con la sua musica rock and roll anni Sessanta impre-ziosita di jazz, folk e blues, ha difficolt ad affermarsi nel panorama musicale del tem-po, dominato dalla disco mu-sic, dalla new wave e soprat-tutto dal punk rock dei Sex pi-stols. Tuttavia nel 1978 i quattro musicisti riescono a trovare un produttore che pubblica il loro primo album, continua a pag. 16

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    MARK KNOPFLER (segue da pag. 15)

    intitolato laconicamente: "Di-re Straits", album, registrato in soli dodici giorni, che li ca-tapulta nell'olimpo del rock, soprattutto grazie al formida-bile "Sultans of Swing" che sar in questo periodo l'eti-chetta riconoscibile della band. L'album non riscuote molto successo in Inghilterra, ma vende immediatamente migliaia di copie in America, Germania, Olanda ed addirit-tura in Australia. Nel 1979 esce "Communiqu", che pro-segue sullo stesso filo sonori-stico del precedente ma che non ne replica il successo, af-fermando comunque sempre di pi la fama del frontman della band. Il 1980 l'anno di "Making Moves", LP che consolider la loro fama in paesi fino ad allora solo sfio-rati dal fenomeno "Dire Straits", come l'Italia, dove risulta l'album pi venduto del 1981, con magistrali capola-vori co-me "Tunnel of Love" e "Ro-meo and Juliet". Nel 1982, trasferi-tosi a New York, Knopfler as-sume il ruolo di produttore della band per eliminare le continue pressioni della casa discografica che voleva dare loro un'impostazione pi commerciale. Il 1982 anche l'anno di "Love over Gold" a cui partecipano due new en-try: Hal Lindes, subentrato al fratello di Mark, David, che aveva abbandonato il gruppo

    l'anno precedente, e Alan Clark (tastiera). Nel 1983 i Dire Straits inizieranno un tour che si concluder nel 1984 con la pubblicazione di "Alchemy: Dire Straits Live". Nel 1986 il gruppo si scioglie per poi riunirsi nel 1988 ac-compagnati dal grande Eric "Slowhand" Clapton. Nel 1992 si sciolgono nuovamen-te. Mark inizia allora la sua carriera da solista. Nel 1996 viene pubblicato "Golden Hearts", album che, come so-norit ricorda ancora molto quella dei Dire Straits, impre-ziosito di note celtiche. Nel 2000 esce "Sailing to Phila-delfia", arricchito dalla pre-senza di guest star come Ja-mes Taylor e Van Morrison. Nel 2002 Mark inizia un'atti-vit di beneficenza con il no-me di "Mark and Firiends" e fa uscire il suo terzo album da solista "Ragpicker's Dream". Nel 2004 viene pubbblicato "Shangri-La" e nel 2006 "All

    the Roadrun-ning", un al-bum di duetti con Emmylou Harris, una nota cantante folk america-na. Nel 2007 la volta di "Kill to Get Crimson" e

    nel 2009 di "Get Lucky". Il suo ultimo album uscito nel settembre 2012 con il titolo di: "Privateering". Recente-mente Mark ha annunciato un Tour europeo per il 2013, che lo vedr esibirsi in sette date italiane, tra cui quella del 13 giugno a Roma all'ippodromo delle Capannelle. Ci si vede l ragazzi! Christian Sandrini

    OH CAPITANO, MIO CAPITANO!

    La storia della serie A, la sto-ria della Roma, la storia dello sport. Tutto in una sera, in un campione, Francesco Tot-ti.16 minuto di Roma - Ge-noa, posticipo della 27^ gior-nata di serie A: De Rossi si guadagna un calcio di rigore

    e Francesco Totti va sul di-schetto battendo Frey. E' l'1-0 per la Roma ma soprattutto la rete numero 225 per il capita-no giallorosso che raggiunge Gunnar Nordahl nella classi-fica dei cannonieri pi prolifi-ci nella storia della serie A. Subito dopo il goal su tutti i cartelloni pubblicitari dell'O-limpico comparsa la frase: "Sei forte pap!" con accanto l'immagine dei suoi fi-gli Christian e Chanel che a fine partita sono scesi in cam-po abbracciando il padre in una scena che ha commosso lo stadio intero. "Non mi sono mai commosso cos, non pen-savo che i miei figli venissero perch erano stati male tutta la settimana. E' stata la sor-presa pi bella di tutta la sera-ta. Per un pap l'abbraccio e la sorpresa dei figli vengono da-vanti a tutto, per me questa rimarr una serata indimenti-cabile". Quota 225, davanti al numero 10 ora c' solo Silvio Piola a quota 274, quello con il Genoa stato anche il 10 gol in questo campionato, una rete che certifica la 13^ sta-gione in carriera con goal in doppia cifra. continua a pag. 17

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    OH CAPITANO, MIO CAPITANO! (segue da pag. 16)

    Non esistono aggettivi per de-scrivere l'attaccante di Porta Metronia che il 28 marzo ha celebrato i 20 anni dal suo esordio assoluto con la maglia della Roma (festeggiato con i compagni e la dirigenza della squadra): stagione 1992-1993, Vujadin Boskov lo fece entra-re nei minuti finali di Brescia - Roma. La societ giallorossa ha reso omaggio alla carriera del suo simbolo anche crean-do l'hashtag su Twit-ter#225voltegrazie seguito dal messaggio: "Totti raggiunge Nordahl al secondo posto nel-la classifica cannonieri di tutti i tempi della Serie A! Grazie, Capitano!" Ora il capitano della Roma a quota 228 e non si ferma qui! Simone Frisicaro e Samuele Carducci Fonti: Panorama.it PARIGI: LA NOSTRA

    FESTA MOBILE Qualche tempo fa lessi navi-gando in Internet che gli attori di uno dei miei film preferiti avrebbe tenuto un tour mon-diale per sponsorizzarlo. Il film in questione era Iron Man 3. Mi informai sulle tap-pe e purtroppo non vi era neanche una citt italiana, la citt pi vicina in cui si sa-rebbe tenuta la premire era Parigi. Per pura curiosit cer-cai i prezzi di un volo per Pa-rigi in quelle date, e scoprii che costavano sorprendente-mente poco, cos ne parlai con un mio amico e decidemmo di chiedere ai nostri rispettivi genitori se ci avrebbero la-sciati partire. Con mia sorpre-

    sa dissero tutti di s (anche abbastanza facilmentemah! A volte i genitori ci sorpren-dono) e quindi ci affrettammo ad acquistare i biglietti aerei e prenotammo un hotel. Arriv il giorno e non ci sembrava vero che stessimo davvero per partire per 3 giorni di sog-giorno a Parigi, da soli, a ve-dere gli attori del nostro film preferito: Robert Downey Jr. e Gwineth Paltrow! Ci eravamo ben attrezzati con navigatori e mappe interattive della metro, quindi arrivam-mo facilmente in hotel, che si rivel essere semplicemente disgustoso, non so neanche se si poteva definire hotel, ma era pur sempre un riparo dalle intemperie, anche abbastanza vicino al centro. La decisione di restare tre giorni quando la premire si sarebbe svolta so-lo nel secondo era puramente economica, poich stare una notte in pi in "hotel" costava meno che anticipare la data di ritorno in aereo, e comunque era una scusa in pi per visita-re Parigi, fare qualcosa di di-verso e rompere la routine quotidiana. Il primo giorno quindi visitammo gli Champs Elises e andammo al cinema dove si sarebbe svolta la pre-mire, per essere preparati. L vicino inoltre c'era l'Hard rock caf e naturalmente approfit-tammo per visitarlo. Il giorno dopo ci recammo al cinema con ben quattro ore di antici-po, ma era gi pieno di gen-tecomunque siamo riusciti a intrufolarci nella seconda fila dietro le transenne che di-videvano la gente e i media dal tappeto rosso. Quattro ore nella stessa posizione! Imma-ginate lansia e il desiderio che crescevano di pari pas-

    soed ecco che allimprovviso si presenta uno spettacolare Robert Downey Jr. che comincia a firmare au-tografi. Mentre noi poveri plebei aspettavamo l da quat-tro ore, una sfilza di persone ci attraversano sotto gli occhi il famoso tappeto rosso! Rab-bia allo stato puro, ma eviden-temente avevano sborsato una cifra considerevole per assi-stere alla premire e assicu-rarsi foto e autografi degli at-tori. Comunque sia, arrivato l'attore vicino a noi, cominciai a scattare foto a raffica con una mano, e a tendere la de-stra con in mano un foto della locandina del film da autogra-fare. Quando arriv a venti cm da me mi sembr strano vedere Tony Stark (il perso-naggio che sta dentro l'arma-tura di Iron Man) dal vivo. Mi autograf la foto ma purtrop-po non riuscii a farne una con lui causa scorbutiche francesi davanti a me che non mi la-sciavano passare. Nel frat-tempo il mio amico stava fil-mando tutto da una posizione pi elevata. Poi giunta tra noi poveri mortali la notevole Gwineth Paltrow, della quale sono riuscito a scattare solo qualche foto. Finita la passe-rella gli addetti del cinema hanno regalato pure qualche gadget ai fan e io sono riusci-to a portarmi via un poster. La sera, dopo aver posato il bot-tino (autografi e poster) in quella specie di hotel abbiamo fatto un bel giro in notturna: Torre Eifell che di notte fa davvero molto effetto e vie del centro. Il giorno dopo di nuovo un po di vagabondag-gio per il centro e salita sulla torre, non fino in cima poich continua a pag. 18

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    PARIGI: LA NOSTRA FESTA MOBILE

    (segue da pag. 17) il mio amico aveva paura dell'altezza, poi tappa al Lou-vre, ma solo allesterno per mancanza di tempo e denaro. Abbiamo visitato per i giar-dini di fronte al celebre mu-seo, pieni di gente ma calmi e rilassanti, dove ci siamo sedu-ti per riposarci un poe inau-dito ma vero, dove abbiamo studiato per l'interrogazione di fisica del giorno successi-vo! La sera purtroppo aereo per il ritorno, consumati dalla fatica, ma entusiasti della no-stra gitarella parigina. Angelo Zylyftari

    Gwyneth Paltrow

    Robert Downey jr

    MA CHI E'

    VERAMENTE IL NOSTRO PAPA?

    Il 13 aprile 2013 stato eletto il successore di Pietro e ha scelto il nome di Francesco, come il santo dei poveri. Ma chi Papa Francesco? Il suo vero nome Jorge Ma-rio Bergoglio. Ha 76anni. E nato a Buenos Aires, in Argentina. E figlio di un operaio delle ferrovie di Portocomaro (Asti) e di Regina Maria Sivori, nata in Argentina da genitori ita-liani. Ha studiato da perito chimico. Ha avuto una fidan-zata. Ama il tango e il calcio. E un cuoco abilissimo, ama la buona cucina e non disde-

    gna un buon bicchiere di gri-gnolino. E stato ordinato sa-cerdote a 33 anni ed diven-tato arcivescovo di Buenos Aires nel 1998 e cardinale nel 2001. E il primo gesuita e primo latinoamericano ad es-sere eletto e il primo ha scegliere per s il nome del santo con le stimmate. Papa Francesco ha rifiutato lauto ufficiale per i suoi spo-stamenti, ha voluto pagare lalloggio e quando era a Buenos Aires andava in giro nelle favelas e per i suoi spo-stamenti usava la metropoli-tana. Ha dismesso i simboli del potere e non ha neppure cambiato le scarpe nere da battaglia con la suola orto-pedica. Pensa ad una residen-za diversa da quella del palaz-zo apostolico. Insomma d l idea di essere un Papa innova-tore, che auspica il ritorno ad una Chiesa pi povera, fran-cescana, che non confida in atteggiamenti appariscenti e di trionfo, ma nella misericor-dia di Dio. Una Chiesa che costruisce ponti nella societ, rispetta gli atei, i divorziati ed esalta la tenerezza. Sar la Chiesa del dialogo con le altre religioni. Il vescovo di Roma, come ama definirsi, una persona spontanea, sem-pre sorridente, i suoi gesti, come quello di alzare il pollice per indicare che tutto ok, sono autentici. Insomma questo Papa ci pia-ce! Giada Conti

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    MISTAKEN Buio. Sembrava che loscurit che abitava il suo cuore fosse uscita ad impregnare le pareti della stanza. Poi una luce si stagli dallo spiraglio di una porta semi aperta. Corse fino a raggiungere la maniglia. La afferr e tir a s il legno. Il battente si apr, lasciando la luce libera di investire la figu-ra incappucciata. Socchiuse gli occhi e si port una mano al viso. Quando la vista si fu abituata, riusc a scorgere che cosa la luce celava: una stanza al cui centro fluttuava una sfe-ra incolore. Tutta la luce sem-brava provenire proprio da quelloggetto. Avanz qualche passo verso il globo allungando la mano con lintenzione di toccarlo. Im-mediatamente la luce cambi, e divent di un rosso sangui-gno. Stranamente calmo, lui continu ad avanzare deciso a toccare la sfera. Pos il palmo sul globo. Era freddo, ma una sensazione di calore si insinu in lui seguito da un sentimento di felicit. Dur poco. Improvvisamente la luce ces-s di essere e tutto sprofond nel buio pi totale. Di nuovo. Questa volta, per, nell oscu-rit comparvero delle ombre di luce che sembravano defi-nire qualcosa. Si mosse verso una di quelle sagome tenden-do le braccia innanzi a s. Qualcosa lo tocc ad una spalla. Fulmineo, port una mano al fianco, l dove teneva

    il pugnale. Le dita si strinsero sul vuoto. Imprec mental-mente e si gir di scatto. Nul-la. Ancora lo toccarono e an-cora lui si gir, abbracciando quella tenebra con lo sguardo. Una paura sottile cominci a scorrergli sottopelle, a ser-peggiare nella sua mente. Si sentiva toccare dappertutto e non riusciva a vedere nulla, se non quelle sagome in lonta-nanza. Riprese ad avanzare verso una di quelle figure, cercando di ignorare i tocchi che riceveva. Lo stridio del ferro che scor-reva sul ferro si riprodusse nello spazio. Quel suono ave-va qualcosa di sinistro che gli gelava il sangue nelle vene. Continu ad avanzare accom-pagnato dal rumore. Le sago-me sembravano non avvici-narsi mai, ma rimanevano ad una distanza costante da lui.

    LO SPAZIO CREATIVO

    Prese a correre, e lo stridio aument di volume mentre le mani invisibili lo tormentava-no. Corse finch il respiro non gli manc. Si pieg sulle gi-nocchia per riprendere fiato. Si accorse di non avvertire pi i tocchi sul suo corpo. Si tir su di scatto. Non vedeva pi le ombre, n sentiva lo stridio. Gir la testa a destra e a sini-stra ma non scorse nulla, se non il buio che lo circondava. Stava per tirare un sospiro di sollievo quando un brivido gli

    percorse la colonna vertebra-le. Lo sent salire dal fondo della schiena fino al collo, lentamente, gelandolo sul po-sto. Butt fuori laria a sin-ghiozzi e inspir. I polmoni si riempirono a scatti. Prese a fare respiri brevi e frenetici. Si gir. Il gesto gli richiese una volont e una forza incre-dibili. Ogni singola fibra del suo corpo rifiutava di muo-versi, anche la mente rifiutava di essere lucida. Un unico pensiero rimbalzava nel suo cranio: scappa. Il suono del suo respiro risuo-n per tutta la stanza. Laria si rifiut di tornare nel suo pet-to. Il cuore si ferm. Li rico-nobbe, uno ad uno. Tutti quel-li che aveva incontrato ed uc-ciso, torturato o perseguitato. Erano l, davanti a lui, i volti stravolti dalle ferite. Davanti a lui cera lultimo, proprio co-me laveva lasciato ora gli si ripresentava davanti. Dai bordi delle labbra partivano due tagli che percorrevano le guance fino in fondo, taglian-dole a met. La mascella, rot-ta, pendeva sul collo lascian-do visibili la lingua penzoloni nel vuoto e il fondo della go-la. Un altro taglio gli percor-reva il viso dalla tempia de-stra fino allo zigomo sinistro passando per gli occhi, ormai a brandelli. Di nuovo un brivido gli per-corse la schiena. Lo sent par-tire alla base del collo e scen-dere lentamente, lasciando continua a pag. 20

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    MISTAKEN (segue da pag. 19)

    dietro di s una scia di fuoco. Arrivato in fondo alla schiena si diram per tutti i nervi, fino alle punta delle dita. Il tonfo del corpo che cadeva a terra rimbomb nelloscurit, se-guito dallo stridio metallico. Il dolore aveva invaso il suo corpo. Chiuse gli occhi. Non emise un lamento, n mosse un muscolo. Lasci le palpe-bre chiudersi, calare sugli oc-chi ad oscurare quei visi. Ud lo stridio trasformarsi in una risata. I morti ridevano di lui. Davide Trifelli

    2Cellos Due violoncellisti giovanis-simi: Luka uli e Stjepan Hauser. Il loro duo nasce nel 2011 quando spopolarono sul web arrangiando in chiave moderna Smooth Criminal di Michael Jackson e ne posta-rono il video su Youtube. Og-gi hanno superato 8 milioni di visualizzazioni! Il 14 giugno dello stesso anno esce il loro primo album 2Cellos con cover di brani di artisti internazionali. Tra queste: Viva La Vida dei Coldplay, Resistance dei Muse e With or Without You degli U2. Inoltre ebbero grande popola-rit nel momento in cui si esi-birono, apparendo su milioni di TV, nella serie televisiva statunitense Glee. Luka nasce a Maribor il 25 agosto 1987. Proviene da una famiglia di musicisti di Ragu-sa (Croazia) e gi da bambino si avvicina alla musica classi-ca: un piccolo violoncellista. Ha frequentato lAccademia

    musicale di Zagabria, ha stu-diato a Vienna e alla Royal Academy of Music di Londra. Dopo aver vinto diversi con-corsi inizia a viaggiare per il mondo scoprendo il lato mo-derno di uno strumento che da sempre riporta alla musica classica. Si forma cos in mo-do brillante, abbracciando an-che il ruolo di solista accom-pagnato dallOrchestra Filar-monica di Varsavia. Stjepan invece nasce a Pola il 15 giugno 1986. Anche lui proviene da una famiglia di musicisti e sceglier la loro stessa vita. Inizier gli studi nella stessa Pola per poi spo-starsi e continuare a Fiume, Londra, Manchester e negli Stati Uniti. Anche lui una vol-ta acccresciuta la fama, si fa spazio nei pi grandi teatri dEuropa ricevendo meriti ed onori ovunque. Il 9 marzo 2012 Il circolo degli artisti di Roma, ha ospitato con grande apprez-zamento ed entusiasmo i 2Cellos, ed il tutto esauri-to! (22:50 circa) I due giovanotti si sono fatti desiderare per benino e, dopo una lunga atte-sa, eccoli qui sorridenti ed emozionati! Latmosfera magica, e quando dai due vio-loncelli elettrici si diffondono le prime note, la gioia del pubblico in primissima fila alle stelle. Si passa dai Muse a Michael Jackson, da Rihanna agli U2, dai Green Day ai Guns N Roses per terminare con gli AC/DC. State sicuri che due come loro sanno trascinare e far divertire spensieratamente, dimenti-candosi per una sera di tutti i turbamenti. Federica Leo

    PIETRO MENNEA: IL PI GRANDE

    Lo scorso 21 marzo 2013 ci ha lasciato Pietro Mennea, grande campione di atletica nonch saggista e avvocato. Ci sembra doveroso ricordar-lo. Unico duecentista della storia che abbia conseguito la qualifica per quattro fina li olimpiche consecutive. Insi-gnito da ordine olimpico e membro di hall of Fame della FIDAL. Detentore del prima-to mondiale dei 200 metri piani dal 1979 al 1996 con il tempo di 19"72 che resta at-tuale primato europeo post mortem. Nacque in una mo-desta famiglia di Barletta. Il padre era sarto e la mamma casalinga. Dopo le medie si iscrisse a ragioneria. Un cu-rioso aneddoto racconta che all'et di 15 anni, su uno stra-done di Barletta, sfid in ve-locit una Porsche e un'Alfa Romeo 1750 a piedi, sui 50 metri, battendole entrambe e guadagnando le 500 lire per pagarsi un biglietto d'ingresso al cinema e un pani-no. Successivamente prosegu gli studi all'I.S.E.F. Si laure a Bari una prima volta in Scienze Politiche, consegu poi anche le lauree in Giurisprudenza, Scienze motorie e sportive e Lettere. continua a pag. 21

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    PIETRO MENNEA: IL PI GRANDE

    (segue da pag. 20) Mennea stato docente a con-tratto di Legislazione europea delle attivit motorie e sporti-ve presso la Facolt di Scien-ze dell'Educazione Motoria dell'Universit "Gabriele d'Annunzio" di Chieti-Pescara. Nel 2006 ha dato vi-ta, insieme con la moglie, alla "Fondazione Pietro Men-nea", onlus di carattere filan-tropico, che effettua donazio-ni e assistenza sociale ad enti caritatevoli o di ricerca medi-co- scientifica, associazioni culturali e sportive, attraverso progetti specifici. Lo scopo secondario di carattere cul-turale e consiste nel diffonde-re lo sport e i suoi valori, nonch promuovere la lotta al doping. Muore il 21 mar-zo 2013, all'et di 60 anni, in una clinica di Roma, a causa di un tumore al pancreas. Questo articolo non dedica-to solamente ad un grande at-leta ma anche ad un grande uomo, modesto, una vita co-stellata di sacrifici, che a no-stro parere, lunica via per essere dei grandi; per con-cludere citiamo una sua famo-sa frase: "Quando incontrai Cassius Clay lui mi guard sorpreso e disse: "Ma tu sei bianco!?", io gli risposi: "S, ma sono nero den-tro". Samuele Carducci & Simone Frisicaro Fonti e fo-to: wikipedia

    A proposito dello spettacolo E bravo, ma non

    si applica! Dallintroduzione sembrava essere il solito argomento noioso su quanto siamo intel-ligenti nonostante le apparen-ze. E Walter Nanni sembrava essere il solito comico che si siede su una sedia a riciclare le solite battute. Questo lo pensavamo prima di entrare in Aula Magna il 1 marzo 2013. Il suo spettacolo si rivelato essere sorprendentemente di-verso da quello che gli stu-denti presenti si aspettavano. Per prima cosa ha cercato di stabilire un contatto con il suo pubblico, anche se la presenza del microfono ha reso tutti nervosi e timidi. Non ha pas-sato tre ore a ripetere a pap-pagallo un testo di Wikipedia sullintelligenza, ma ha fatto lesatto contrario. Facendo uso della comicit e del raro talento di intrattenere le per-sone, con cui riuscito ad at-tirare la completa attenzione di tutti, ha esaminato non altri che i soggetti meno discussi nelle scuole: i cosiddetti im-becilli. Comunemente questa parola viene usata per offen-dere gli altri e appartiene al registro basso, tuttavia sono stati questi individui ad aver scritto la storia della civilt. A partire dallhomo erectus luomo si evoluto in modo sorprendente fino a sviluppare una materia grigia pari al con-tenuto di cinque lattine di co-ca cola. E come sempre par-lando di intelligenza, stato messo in evidenza quanto le donne siano ad un livello su-periore rispetto agli uomini. Senza queste creature, che vi-vono su 10 cm di tacco, con diete, chili di trucchi e vestiti

    da togliere il fiato, gli uomini non sarebbero nulla. Tuttavia gli uomini non si sentono of-fesi. Hanno altri problemi a cui pensare, come smettere di tirare fuori le sigarette per non venire pi cacciati a fumare al freddo. Su questo argomento Walter Nanni ci ha dato un bel po da riflettere. Dai mes-saggi supplementari sui pac-chetti di sigarette, alle pubbli-cit ci ha fatto notare che niente quello che sembra e bisogna stare attenti alle false verit per non rischiare di di-ventare delle marionette della societ. Dorina Miron Ci troviamo nel periodo di fi-ne marzo...fine del secondo trimestre, consegna del pagel-lino e gli studenti trascrivono sui loro libretti delle comuni-cazioni la circolare relativa ai temuti colloqui con i profes-sori! C' chi ottiene una mo-desta pagella, chi non tiene in modo particolare al rendimen-to scolastico e infine troviamo le cosiddette "vie di mezzo", che a ogni conversazione tra professori e genitori sentono ripetere, ormai da diversi an-ni, la fatidica frase : "Signo-re...suo figlio bravo ...ma non si applica!". Questa frase, composta da cos poche paro-le, in grado di scatenare l'in-credulit di molti ragazzi. Walter Nanni, comico e regi-sta di diversi video, realizzati anche con allievi delle scuole superiori, ci ha proposto uno spettacolo, per una durata di 2 ore e mezza circa e si im-medesimato perfettamente nei panni dello studente. Egli, da-ta la sua esperienza scolastica, ci ha fatto capire che questa affermazione, pur fastidiosa, continua a pag. 22

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    A proposito dello spettacolo E bravo, ma non

    si applica! (segue da pag. 21)

    verr sempre ripetuta per spingerci a dare il meglio di noi stessi. Oltre a ci ha af-frontato l'argomento "copiare" in modo scherzoso e allo stes-so tempo serioso.... Sar stata la sua simpatia, il suo abbigliamento casual con jeans e camicia bianca, i suoi capelli folti, oppure la sua vo-glia di avvicinarsi al nostro mondo con un'ironia cos pia-cevole a farci ridere fino alle lacrime, ma grazie a lui, forse, abbiamo imparato a sorridere su quella frase e a prendere con pi serenit e pi filosofia la scuola .Di spettacoli cos? ...Beh se ne organizzassero di pi, probabilmente il piacere di alzarsi la mattina per recar-si nelle aule aumenterebbe di sicuro. Creare il benessere a scuola molto semplice e spettacoli come questi ne so-no la dimostrazione. Erica Tolve Walter Nanni, comico-regista abruzzese, stato protagoni-sta di uno spettacolo teatrale all'Istituto Via Copernico: il tema principale stato l'intel-ligenza. Giorni prima dello spettacolo secondo ricerche e testi svolti dalle classi parte-cipanti stato rilevato che l'intelligenza si sviluppata fin dall'homo sapiens e che l'intelligenza femminile su-

    periore rispetto a quella ma-schile: a riguardo Walter Nanni, con una semplice ma efficace battuta, ammette che la donna superiore all'uomo poich riesce a stare tutto il giorno su tacchi a spillo alti 13 centimetri! Il comico riu-scito ad intrattenere per circa due ore e mezza pi di 100 studenti scherzando e allo stesso tempo insegnando l'im-portanza dell'intelligenza e il modo di sfruttarla. Appena arrivato in Aula Ma-gna ha affermato che la nostra materia grigia equivale a cin-que lattine di coca cola e ha ammesso che senza l'esistenza degli "imbecilli", persone che hanno meno "coca cola" nel cervello di noi, il mondo sa-rebbe rovinato. Inoltre l'intel-ligenza di una persona deve essere sfruttata e gli "imbecil-li" sono tutti coloro che non la sfruttano ma copiano dagli in-telligenti i compiti o non li fanno; essi si troveranno male nella vita e nel lavoro, cosa che accaduta pure al regista. Quindi dobbiamo essere grati agli imbecilli per la loro stu-pidit altrimenti gli intelligen-ti non potrebbero mai pri-meggiare Irene Lo Gelfo Lo spettacolo E bravo, ma non si applica, che vede co-me interprete Walter Nanni, invita a riflettere sulla capaci-t di intendere bene e pronta-mente, che noi comunemente chiamiamo intelligenza. Tut-tavia, non tutte le persone che incontriamo nella nostra vita sono intelligenti. Per dimo-strare la veridicit di questo pensiero, Walter invita tutte le persone che almeno una volta nella vita hanno avuto a che fare con un imbecille: tutti

    quanti hanno le mani alzate! Nanni passa da un argomento allaltro, facendo per atten-zione a non perdere di vista ci che egli vuole venga tra-smesso ai ragazzi, il fulcro dello spettacolo, ovvero quanto sia di fondamentale importanza possedere lintelligenza. Il comico si sofferma su un episodio molto ricorrente a scuola: quante volte, ad ogni santo colloquio con i genitori, alcuni profes-sori ripetono sempre la stessa frase Signora, suo figlio bravo, ma non si applica! Questa frase, non vuol dire assolutamente niente! I geni-tori vorrebbero sapere se il fi-glio un cretino o no, se ha una chance oppure no; perch se sei intelligente a quattordi-ci - quindici anni, lo sarai per tutta la vita, ma se sei un cre-tino a quattordici quindici anni non hai chance; fai qual-cosaltro nella vita, come but-tarti in politica! Ci sono sem-pre delle alternative. Termina-to lo spettacolo, per intratte-nere gli spettatori, Walter dia-loga con i ragazzi e pone al-cune domande, come di cosa si ha paura. Ebbene c chi ha paura degli insetti, chi delle grate, chi dei lampadari, chi dello stesso Walter, ma nes-suno nomina la morte. Un fi-losofo dice: Non si pu avere paura di ci che non si cono-sce. Ci si potrebbe attenere a tale ragionamento, ma la veri-t che la gente non ha paura di morire, ma solo