Quartetto Mucha · Voces intimae è il titolo che Sibelius sceglie per il suo quartetto del 1909, e...

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Quartetto Mucha STAGIONE 2017 | 18 martedì 10 aprile 2018 | ore 20,30 SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

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QuartettoMuchaSTAGIONE 2017 | 18 martedì 10 aprile 2018 | ore 20,30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

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Franz Joseph Haydn (Rohrau 1732 - Vienna 1809)

Quartetto in re maggiore op. 76 n. 5 Hob.III.79 (ca. 20’)I. Allegretto. Allegro II. Largo cantabile e mesto III. Menuetto e Trio IV. Finale. Presto

Leoš Janáček(Hukvaldy 1854 - Ostrava 1928)

Quartetto n. 1 “Sonata a Kreutzer” (ca. 19’)I. Adagio. Con moto II. Con moto III. Con moto. Vivo. Andante IV. Con moto (Adagio). Più mosso

Intervallo

Antonín Dvořák (Nelahozeves 1841 - Praga 1904)

Quartetto n. 13 in sol maggiore op. 106 (ca. 37’)I. Allegro moderato II. Adagio ma non troppo III. Scherzo. Molto vivace IV. Finale

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Salvatore Carrubba Andrea Kerbaker

Direttore artistico

Paolo Arcà

È vietato, senza il consenso dell’artista, fare fotografie e registrazioni, audio o video, anche con il cellulare.

Iniziato il concerto, si può entrare in sala solo alla fine di ogni composizione. Si raccomanda di:

• disattivare le suonerie dei telefoni e ogni altro apparecchio con dispositivi acustici

• evitare colpi di tosse e fruscii del programma

• non lasciare la sala fino al congedo dell’artista

Il programma è pubblicato sul nostro sito web il venerdi precedente il concerto.

Consiglio direttivo

Antonio Magnocavallo presidente, Francesca Moncada di Paternò vice presidente, Marco Bisceglia consigliere delegato, Filippo Annunziata, Ilaria Borletti Buitoni, Anna Calabro, Maria Majno, Mario Bassani, Lodovico Barassi, Salvatore Carrubba, Andrea Kerbaker, Marco Magnifico Fracaro consiglieri

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Haydn, Dvořák, Janáček. Tre compositori legati, ciascuno a suo tempo e a suo modo, a Vienna capitale imperiale: vissuta nella sua centralità, forgiatrice di mode e modelli culturali, oppure subita dalla distanza di una provincia che aspira alla propria identità. I quartetti in

programma, appartenenti alla maturità dei rispettivi autori, narrano di una relazione sempre più intima che si instaura fra il compositore e l’organico impiegato, ove a prevalere sull’approccio scolastico e formale è, in maniera crescente, un’istanza introspettiva.

L’etichetta di riformatore è stata più volte apposta alla figura di Franz Joseph Haydn: “padre” della sinfonia e del quartetto, classicamente intesi; precursore del Romanticismo, lui vissuto in piena epoca galante. Giudizio inevitabile per un compositore che dedicò la sua vita all’elaborazione di uno stile personale. A Griesinger, suo primo biografo, Haydn parlò delle proprie peculiarità stilistiche come di una scelta obbligata: legato al suo principe da un rapporto di esclusivo servizio, disponeva di un’orchestra con la quale sperimentare a suo piacimento, lontano da sollecitazioni esterne in quelle sterminate residenze della dinastia ungherese degli Esterházy, seconda solo agli Asburgo, dove Haydn trascorse buona parte della sua lunga vita.

Una finestra sull’interioritàL’op. 76, raccolta di sei quartetti dedicati al conte ungherese Jozsef Erdödy, fu scritta nel 1797. Haydn era tornato al servizio degli Esterházy, dopo i due trionfali soggiorni a Londra nei primi anni Novanta. Questa nuova fatica del compositore ultrasessantenne che tanto impressionò Charles Burney, famoso autore di cronache musicali coeve, è considerata un ulteriore snodo stilistico per la forma classica del quartetto, che Haydn a più riprese aveva consolidato, fissandone i quattro canonici movimenti e conferendo pari dignità alle quattro parti strumentali.Il quartetto in re maggiore n. 5 consta di un Allegretto. Allegro, un Largo cantabile e mesto seguito da un Menuetto con Trio e dal Finale. Presto. L’intera composizione sembra essere stata pensata attorno al secondo movimento, un largo di straordinaria ampiezza e peso, intriso di una espressività malinconica che si riscontra soprattutto negli ultimi lavori del musicista. Giorgio Pestelli evoca, per questa matura stagione creativa di Haydn, una “gravità di timbro massonico” frutto di una meditazione del compositore sull’opera dell’“amico” Mozart, scomparso nel 1791. L’immissione nella mestizia del secondo movimento è preparata da un cambio di tonalità non così comune: dal brillante re maggiore si sale di terza a un Fa diesis maggiore, lontano dalla tonalità d’impianto. Il lento trascorrere del secondo movimento è compensato dal ritmo di danza del Menuetto e Trio e dall’irruente Presto conclusivo, nel quale il compositore sembra voler trascinare gli ascoltatori - e gli stessi interpreti, coinvolti in vorticosi giochi di agilità - in un un moto di gioia che assicura l’equilibrio dell’insieme, il lieto fine tanto caro al XVIII secolo. Come in altre pagine haydniane, anche qui, come pare evidente nel primo movimento, il linguaggio sonatistico è costruito sullo sfruttamento intensivo di un singolo tema piuttosto che sull’alternanza di due motivi contrastanti.Dell’op. 76 è celebre il Kaiserquartett, il Quartetto n. 3 il cui Poco Adagio consiste in variazioni sul tema della cantata Gott erhalte Franz den Kaiser che lo stesso Haydn aveva composto, sempre nel 1797, in onore dell’Imperatore: un motivo divenuto, in seguito, inno nazionale. Con tutte le distinzioni del caso, come non farsi affascinare dal raffronto fra un Haydn che, al culmine della sua parabola creativa, scrive variazioni sopra un soggetto “regale” e il vecchio Bach che, cinquant’anni prima, dedicava la propria Offerta musicale a Federico il Grande? Haydn testimone indiretto dei crudi tempi

Nei quartetti in programma, appartenenti alla maturità dei rispettivi autori, prevale sull’approccio scolastico e formale un’istanza introspettiva…

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della Rivoluzione francese: nella profonda malinconia di quest’altro Adagio, la profetica visione del declino che segnerà l’impero?

Paladino della melodia popolare, ma pur sempre gravitante nell’orbita del tardoromanticismo viennese, Antonín Dvořák diede un contributo fondamentale allo sviluppo di una tradizione quartettistica céca. Compositore versatile di cui si ama evidenziare la spontaneità dell’ispirazione, attraversò diverse fasi stilistiche, in un processo di allontanamento, talora radicale, e di riavvicinamento alla forma classica. In lui fu però sempre vivo l’ideale romantico di una musica aperta agli influssi del folclore slavo. Amico di Brahms,

la cui impronta è percepibile in molte sue pagine, Dvořák scrisse 14 quartetti per archi fra il 1862 e il 1895. È del 1893 l’Americano, composto, come la celebre Sinfonia Dal nuovo mondo, durante il soggiorno negli Stati Uniti che gli permise di scoprire le musiche degli indiani nativi e degli afroamericani.Il Quartetto per archi n. 13 in sol maggiore op. 106, composto contestualmente all’op. 105, è del 1895, periodo successivo al rientro in terra boema: sono le ultime due composizioni quartettistiche del musicista cinquantaquattrenne, che da questo momento avrebbe dedicato molte delle sue energie all’opera. Si tratta di una pagina elaborata, sul piano formale, nel solco della tradizione. Nell’Allegro moderato iniziale si può ravvisare la forma-sonata il cui fulcro sono due temi a confronto. Segue un Adagio ma non troppo di notevole intensità, accentuata da figurazioni ritmico-melodiche ostinate. Dopo lo scherzo (Molto vivace), un Finale. Andante sostenuto nello spirito del rondò, con il ritorno ciclico del materiale tematico, incluso quello del primo movimento. Si osserva in questo Finale una tecnica di frammentazione e libera combinazione motivica che sarà ulteriormente sviluppata da Janáček, grande ammiratore del collega boemo.Notevole la cura che l’autore riserva al trattamento del mezzo sonoro, con dettagliate prescrizioni relative alla meccanica degli strumenti - tremoli, pizzicato -, alla ricerca di effetti timbrici in

funzione espressivo-narrativa. Fittamente disseminati i segni di espressione, estrinsecazioni di un percorso emotivo trasferito in partitura: “pesante”; “feroce”; “grandioso”. “Con sentimento e molto”, indica un episodio del secondo movimento: il compositore, romanticamente, “si guarda dentro” e trova un mondo di ispirazioni che l’interprete dovrà esaltare.

Il quartetto d’archi, nel corso dell’Ottocento, si arricchisce di complessità tecniche e semantiche, favorite senz’altro dalle peculiarità di un ensemble che moltiplica per quattro le potenzialità tecniche ed espressive dello strumento solista. La forma, idealmente destinata al piccolo auditorio, si presta all’utilizzo in chiave intimistica, se non francamente autobiografica, da parte del compositore. Voces intimae è il titolo che Sibelius sceglie per il suo quartetto del 1909, e Lettere intime sarà il titolo dell’ultimo quartetto composto da Leoš Janáček nel 1928, anno della morte, composto tre anni dopo la Suite Lirica di Berg, opera che allude alle segrete vicende amorose del suo autore. Il legame fra musica e passione amorosa è il tema cui si ispira Janáček per il lavoro in programma questa sera, il Primo quartetto per archi da La Sonata a Kreutzer di Tolstoj, completato in meno di un mese nel 1923 ed eseguito l’anno seguente a Praga. La vicenda

tolstojana di una relazione adulterina nata all’ombra della musica, della gelosia coniugale e dell’uxoricidio che ne conseguono, era già stata il soggetto di un trio per pianoforte composto da Janáček fra il 1908 e il 1909, la cui musica è andata perduta. La scelta è eloquente da parte di un compositore che tanto si occupò della sofferenza amorosa al femminile, di donne vittime di matrimoni infelici, come Kát’a Kabanová protagonista dell’omonima opera, o della società ostile, come Jenůfa. Al tempo stesso, la citazione tolstojana rivela la russofilia del musicista moravo, che prima di morire poté

In Dvořák fu però sempre vivo l’ideale romantico di una musica aperta agli influssi del folclore slavo

La struttura del Quartetto di Janáček è condizionata dal metodo compositivo dell’autore, il cui presupposto è la convinzione che la musica nasca dalle intonazioni spontanee del ‘parlato’

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essere testimone della conquistata indipendenza della sua terra dall’occupazione austriaca.La struttura del Quartetto, in quattro movimenti (Adagio/Con moto; Con moto; Con moto/Vivo/Andante; Con moto/Adagio), è condizionata dal metodo compositivo di Janáček, il cui presupposto è la convinzione che la musica nasca dalle intonazioni spontanee del ‘parlato’. Le idee musicali sono, nella sua concezione, rappresentazioni di “melodie parlate”; lo studio del folclore moravo fu per lui un mezzo per sondare le origini profonde della musica. Il linguaggio strumentale della maturità, che il Primo Quartetto esemplifica, si esprime, tipicamente, attraverso brevi incisi ripetuti e variati, variamente combinati fra loro: sorta di costruzione a mosaico basata sul principio della giustapposizione, piuttosto che dello sviluppo. Vi si ravvisa tuttavia un senso di ciclicità: qui, come in altre pagine, l’ultimo movimento ripropone il materiale tematico del primo. Malgrado la frammentazione tematica e le agogiche sempre cangianti, a imitazione della natura cangiante del tempo vissuto, questo lavoro si distingue per la compattezza e la convincente forza narrativa. Frequente l’uso delle sonorità stridenti ottenute col tremolo sul ponticello, suggestione musicale della passione a fior di pelle che rimanda ai protagonisti del racconto di Tolstoj.

Paola Rossetti Conservatorio “G. Verdi” di Milano Studentessa di Discipline storiche, critiche ed analitiche della musica

Quartetto Mucha

Fondato nel 2003 al Conservatorio di Bratislava, il Quartetto Mucha è oggi considerato uno dei più promettenti gruppi da camera della Slovacchia.Il primo insegnante del Quartetto è stato Stanislav Mucha, padre del violoncellista e primo violino del Quartetto Moyzes. Si è poi perfezionato all’Accademia delle Belle Arti di Bratislava con Ján Slávik, all’Università della Musica e delle Arti di Vienna con Johannes Meissl e alla Escuela Superior de Música Reina Sofía di Madrid con Günter Pichler. Nel 2012 e 2013 ha frequentato l’Accademia Internazionale di Reichenau sotto la guida, fra gli altri, di Peter Schuhmayer, Johannes Meissl, Othmar Müller, Hatto Beyerle, András Keller. Ha inoltre preso parte a master class con Günter Pichler (Schwarzenberg), Miguel da Silva e Alfred Brendel (Accademia Musicale di Villecroze), Gerhard Schulz, Michael Tree e Atar Arad (Accademia Internazionale di Musica da Camera McGill di Montreal). Il Quartetto Mucha è stato premiato in concorsi internazionali

Juraj Tomka violinoJozef Ostrolucký violinoVeronika Prokešová violaPavol Mucha violoncello

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quali Bohuslav Martinů di Praga nel 2010 (secondo premio), Josef Windisch Prize di Vienna nel 2013 (primo premio), Premio Paolo Borciani di Reggio Emilia (2° Premio e premio del pubblico) e Antonín Dvořák di Praga nel 2014 (primo premio), Leoš Janáček di Brno nel 2015 (primo premio).È ospite regolare di festival e società concertistiche in ambito internazionale quali Festival di Bratislava, Musikverein di Vienna, Schubertiade di Schwarzenberg, Luxembourg Philharmony, Music Summer Reichenau. Nella scorsa stagione è stato in tournée in Sud Corea e in Cina ed è stato ensemble in residence alla Devin Radio. A Bratislava partecipa con regolarità al progetto Musica Litera, una serie di iniziative che coniugano musica classica e letteratura. Nel 2008 si è esibito in occasione della visita ufficiale della Regina Elisabetta II d’Inghilterra in Slovacchia. Nel 2013 il sindaco della città di Pieštany gli ha conferito un premio speciale per il contributo dato alla diffusione della musica slovacca nel mondo e nel 2016 ha ricevuto un importante sostegno dalla Tatra Banka Foundation per meriti artistici.Ha recentemente registrato un CD dedicato a Béla Bartók, in collaborazione con la cantante ceca Iva Bittová (Pavian Records).È per la prima volta ospite della nostra Società.

I GIOVANI VINCITORI DEL PREMIO DEL CONSERVATORIO DI MILANO 2017 La giuria del concorso è formata dai musicisti Ospiti di Casa Verdi piazza Buonarroti 29, Milanoil giovedi dalle ore 17 alle ore 18

Premio Sergio DragoniA CASA VERDI... QUASI UN TALENT SHOW MUSICALE

INFORMAZIONI [email protected]à del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 MilanoTel 02 795 393 www.quartettomilano.it

BIGLIETTI

IN VENDITA PRESSO

Ingresso € 2

Società del Quartetto via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13,30 - 17,30

Casa Verdi piazza Buonarroti 29, Milano, a partire dalle 16,15 nei giornidi concerto

DATE

gennaio 11, 18febbraio 1, 8, 22marzo 1, 8, 15, 22aprile 5, 12, 19maggio 3, 10, 17, 24, 31giugno 15 (venerdì)

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4 febbraio, ore 17

Riccardo Zangirolami pianoforte

VINCITORE DEL PREMIO DRAGONI 2017

18 febbraio, ore 17

TRIO QUODLIBET

Mariechristine Lopez violino Virginia Luca viola Fabio Fausone violoncello

4 marzo, ore 17

Lorenzo Albanese fisarmonica

15 aprile, ore 17

DUO MITTE

Ilaria Ronchi flauto Damiano Afrifa pianoforte

29 aprile, ore 17

Sara Celardo chitarra

13 maggio, ore 17

Luca Colardo violoncello Sandra Conte pianoforte

27 maggio, ore 17

Paolo Andreoli violino Cesare Pezzi pianoforte

3 giugno, ore 17

DUO ALCHIMIA

Alessandra Ziveri arpa Alice Caradente arpa

17 giugno, ore 17

QUARTETTO EOS

2 settembre, ore 17

Edoardo Mancini pianoforte

9 settembre, ore 17

Caterina Piva mezzosoprano Maxine Gloria Rizzotto pianoforte

16 settembre, ore 17

Francesco Granata pianoforte

23 settembre, ore 17

TRIO HEGEL

David Scaroni violino Davide Bravo viola Andrea Marcolini violoncello

30 settembre, ore 17

Eugenio Della Chiara chitarra

GUITARRA CLÁSICA

14 ottobre, ore 17

Umberto Ruboni pianoforte

28 ottobre, ore 17

Alberto Vernarelli fisarmonica

11 novembre, ore 17

Josèf Edoardo Mossali pianoforte

25 novembre, ore 17

VAGUES SAXOPHONE QUARTET

Andrea Mocci sax soprano Francesco Ronzio sax alto Mattia Quirico sax tenore Salvatore Castellano sax baritono

Domenica a Casa VerdiDAL 4.2 AL 25.11 2018

CASA VERDI piazza Buonarroti 29 Milano

Biglietti: 2 €

In vendita presso

Società del Quartetto via Durini 24, Milano da lunedì a venerdì ore 13.30 – 17.30

Casa Verdi, a partire dalle 16.15 nei giorni di concerto

Informazioni Tel 02.76005500 [email protected] www.quartettomilano.it

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9.3 Ingresso intero € 10 € 20Socio FAI € 5 € 10Socio Società del Quartetto € 5 € 10Under 26 € 5 € 5

Società del Quartetto, via Durini 24, Milano, da lunedì a venerdì ore 13.30 - 17.30Call Center 89.22.34 (servizio a pagamento)Punti vendita VivaticketOnline su www.quartettomilano.it e www.vivaticket.itda un’ora prima del concerto a Villa Necchi Campiglio, secondo disponibilità

Quartetto DàidalosBeethoven Dodaro Verdi

Quartetto Echos Haydn Vacchi Schumann

Quartetto EposHaydn Dall’Ongaro Schubert

Quartetto IndacoMozart Boccherini Schubert Puccini Stravinskij Sollima

Quartetto FauvesMozart Galante Borodin

20.1

27.1

28.4

24.3

10.29.3

Quartetto MauriceBach Fedele Šostakovič

3.2

Quartetto di Cremona

Webern Beethoven

Società del Quartetto di Milano via Durini 24 - 20122 MilanoTel 02 795 393 www.quartettomilano.it [email protected]

INFORMAZIONI

in collaborazione con

Tutti i concerti ore 17,30 eccetto il 9 Marzo ore 18,30

in collaborazione con

MUSICA NEL TENNIS dedicata a Etta Rusconi A VILLA NECCHI CAMPIGLIO Via Mozart 14 Milano

Quartetti d’Italia

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Tel 02 795 393 | [email protected]

via Durini 24 - 20122 Milano |

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Per la stagione 2017/18 la Società del Quartetto ha attivato i seguenti progetti in collaborazione con: CONSERVATORIO “G. VERDI” Biennio di Discipline storiche, critiche e analitiche della musica

PROGETTO NOTE DI SALA

Maria Grazia Campisi, Giulia Ferraro, Lorenzo Paparazzo, Paola Rossetti, Creusa Suardi, Maurizio Tassoni

Supervisori: Pinuccia Carrer docente di Discipline musicologiche e Antonio Schilirò ex docente di Storia della musica

FONDAZIONE ARNOLDO E ALBERTO MONDADORI

PROGETTO EDITORIALE SOCIAL NETWORK

Alice Gualandris, Marta Mazzucchelli, Irene Milazzo, Valerio Talevi

Docente: Marco Cadioli

IED, ISTITUTO EUROPEO DI DESIGN

PROGETTO GRAFICO PROGRAMMA DI SALA

Camilla Agazzone, Alessia Arrighetti, Antonija Bubalo, Edoardo Campagner, Arianna Cassani, Tommaso De Bonis, Federico A. Fava, Sofia Fonda, Alice Porcella, Federico Sartori, Giulia Sigismondi

Staff: Dario Accanti coordinatore del corso triennale in Graphic Design, Sara Canavesi assistente triennale

Docente: Silvia Lanza, Studio 150up

PROGETTO FOTOGRAFICO Cristiana Cappucci, Valentina Colombo, Ilaria Cutuli, Eleonora Dottorini, Angela Guastaferro, Alessio Keilty, Marta Lunardi, Andrea Puxeddu, Luca Taddeo

Staff: Silvia Lelli coordinatrice del corso di formazione avanzata, Sabrina Radice assistente Master

Docente: Silvia Lelli

Grazie ai musicisti che hanno dato prestigio al Quartetto e ai Soci che l’hanno sostenuto e lo sostengono!

Vogliamo esprimere gratitudine ai Soci d’Onore, e prima di tutto ai grandi musicisti che hanno contribuito al successo del Quartetto nei suoi 153 anni di attività (da Richard Strauss e Anton Rubinstein nei lontani anni dell’800 a Rudolf Serkin, Mieczyslav Horszowski e Ton Koopman in tempi più vicini), ai Soci Vitalizi, ai Soci Benemeriti, fra i quali i “fedelissimi” con oltre 50 anni di associazione, ai Sostenitori, che col loro contributo annuale esprimono il loro apprezzamento per il Quartetto, e vorremmo crescessero sempre più.

Soci d’Onore

Johann Becker (1888), Franco Faccio (1888), Charles Gounod (1888), Joseph Joachim (1888), Joachim Raff (1888), Anton Rubinstein (1888), Pablo de Sarasate (1888), Richard Strauss (1888), August Wilhelmj (1888), Antonio Bazzini (1892), Felix Mottl (1892), Mieczyslav Horszowski (1985), Rudolf Serkin (1985), Ton Koopman (2003), Francesco Cesarini (2006), Harry Richter (2006), Giancarlo Rusconi (2017)

Soci Vitalizi

Gerardo Broggini, Paolo Dardanelli, Tomaso Davico di Quittengo, Carla Giambelli, Antonio Magnocavallo, Maria Majno, Francesca Moncada di Paternò,Carlo Vittore Navone, Gian Battista Origoni della Croce, Franca Sacchi, Luca Sega, Società del Giardino, Beatrice Svetlich, Pietro Svetlich, Paolo Terranova

Soci Benemeriti

Domenico Arena, Sandro Boccardi, Salvatore Carrubba, Francesco Cesarini, Philippe Daverio, Francesca del Torre Astaldi, Fondazione Sergio Dragoni, Anna Maria Holland, Carlo Musu, Quirino Principe, Sua Eminenza Gianfranco Ravasi, Harry Richter, Carlo Sini

I fedelissimi (soci da oltre 50 anni)

Francesco Adami, Ladislao Aloisi in memoriam, Ester Ascarelli, Margherita Balossi Barbiano di Belgiojoso, Maria Piera Barassi Livini, Carlo Barassi,Cecilia Bicchi,Maria Luisa Bonicalzi, Alessandra Carbone, Paolo Carbone, Paolo Carniti, Claudio Citrini, Mathias Deichmann, Giuseppe Deiure, Maria Cristina Delitala, Antonio Delitala, Roberto Fedi, Renzo Ferrante, Anna Ferrante, Salvatore Fiorenza, Maria Teresa Fontana, Anna Genoviè, Emma Guagnellini, Riccardo Luzzatto, Federico Magnifico, Antonio Magnocavallo, Giovanna Marziani Longo, Giovanni Miserocchi, Jacqueline Molho, Davy Molho, Giuseppe Mottola, Anna Mottola, Luciano Patetta, Luisella Patetta Deiana, Maria Carla Peduzzi, Alberto Piergrossi, Giancarlo Rusconi, Pietro Saibene, Giuliana Saibene, Maria Vittoria Saibene, Giovanni Scalori, Luigi Scalori in memoriam, Luciano Scavia, Angelo Mario Sozzani, Ilaria Stendardi Antonini, Luca Trevisan, Giovanni Weisz

Soci Sostenitori

Marco Bisceglia, Ilaria Borletti Buitoni, Alberto Conti, Nora del Torre, Liliana Konigsman Sacerdoti, Marco Magnifico Fracaro

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PROSSIMO CONCERTO martedì 8 maggio 2018 | ore 20.30

SALA VERDI DEL CONSERVATORIO

CLASSICA HDMUSICA PERI TUOI OCCHI

“La musica esprime ciò che non può essere dettoe su cui è impossibile rimanere in silenzio”

Victor-Marie Hugo

Divertimento EnsembleSandro Gorli direttoreBarbara Massaro sopranoMaurizio Leoni baritonoDivertimento Ensemble esordì al Quartetto giusto 40 anni fa, appena fondato da Sandro Gorli, allievo del Conservatorio di Milano. Presentò un programma con autori classici alternati a contemporanei. Oggi torna forte di consolidata esperienza, stagione autonoma a Milano, stabile attività nazionale, sicura conduzione e animazione sempre di Gorli. Non è cambiato lo stile di programmazione. Perciò il Debussy del primo Novecento è ormai classico. Come sono quasi-classiche, perché composte prima del secolo corrente, le musiche dell’ungherese Kurtág (vivente) e dell’inglese Maxwell Davies (scomparso nel 2016). Il contemporaneo è così affidato alla novità dell’italiano Zeno Baldi (classe 1988).