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TEST Quanto è a rischio la tua pelle? Fonte: adatt. da Men’s Health, ottobre 2006. Verifica con il seguente test quanto rischia la tua pelle: dopo aver risposto alle domande, conteggia quanti «sí» hai totalizzato e scopri quanto devi stare all’erta. 1 HAI MAI USATO UN LETTINO UV? £ no £ Anche una sola seduta di abbronzatura artificiale aumenta di due volte e mezzo le probabilità di svi- luppare un carcinoma. 2 HAI LA PELLE BIANCA? £ no £ I carnati chiari sono piú sensibili: se hai la pelle lattiginosa, corri un rischio 10 volte superiore. È per questo che in Sicilia, nonostante l’abbondante presenza di sole, il melanoma è meno diffuso che al Nord. 3 HAI I CAPELLI ROSSI? £ no £ In questo caso i rischi di cancro della pelle risultano quadruplicati. I tuoi pigmenti ti proteggono poco dai raggi UV, e ti scotti piú facilmente. 4 TI SEI SCOTTATO DA BAMBINO? £ no £ Basta una sola ustione per raddoppiare i rischi. Tanto piú precocemente avviene il danno, tanto mag- giori sono le probabilità che si sviluppi un tumore con il passare degli anni. 5 HAI PARENTI CHE HANNO SOFFERTO DI UN TUOMRE DELLA PELLE? £ no £ Secondo i ricercatori del Karolinska Institute, in Svezia, potrebbe esserci un gene difettoso alla base di molti melanomi. 6 SEI MASCHIO? £ no £ Rispetto alle donne, gli uomini hanno un’incidenza di cancro della pelle piú elevata. 7 FUMI O SEI UN EX FUMATORE? £ no £ Peccato per i tuoi polmoni, ma anche per la tua pelle! Fumare piú di 10 sigarette al giorno triplica i ri- schi di carcinoma. Fumarne meno li raddoppia. 8 VIVI IN MONTAGNA? £ no £ Le persone che risiedono a quote elevate hanno un 34% in piú di probabilità di scottarsi con il sole. L’aria, infatti, è piú rarefatta e, di conseguenza, le radiazioni ultraviolette sono piú intense. 9 HAI LE LENTIGGINI O MOLTI NEI? £ no £ Certo, le lentiggini non diventano cancerose, ma segnalano che sei sensibile ai danni solari. I nei, inve- ce, possono nascondere un melanoma. Cosa vuol dire «molti nei»? Piú di 50. PROFILI Tutti no: il tuo rischio è basso. 1 o 2 sí: sono pochi, è vero. Ma il tuo rischio è già da non sottovalutare. Vai dal dermatologo una volta l’anno. 3 o piú sí: sei ad alto rischio: controlla nei e pelle ogni mese e vai dal dermatologo almeno una volta l’anno Ecco i punti da tenere d’occhio. Vedi macchie stra- ne? Adesso disegna una mappa dei tuoi nei. Poi, di tanto in tanto, controllali. Se sono cambiati, o se ce ne sono di nuovi, fatti vedere dal medico. L’apparato scheletrico svolge funzioni di: protezione dei piú importanti organi interni; sostegno (dare stabilità agli organi, posizionare il corpo nello spazio); movimento, mediante i muscoli inseriti sulle ossa. È formato dalle ossa, che funzionano come leve su cui i muscoli possono esercitare la loro trazione, e dalle articolazioni. La colonna vertebrale è la struttura portante del corpo umano del qua- le costituisce l’asse longitudinale. Svolge funzioni di sostegno e di pro- tezione per il midollo spinale. Consiste in 33 vertebre unite tra loro: 7 cervicali – 12 toraciche – 5 lombari – 5 sacrali – 4 coccigee. in sintesi I paramorfismi: conoscerli e prevenirli A carico della colonna vertebrale, delle ginocchia e dei piedi possono verificarsi modificazioni dovute a rapide fasi di accrescimento che favoriscono l’assunzione di posizioni non corrette: se tali modifi- cazioni non presuppongono un’alterazione della parte scheletrica si parla di paramorfismi, se invece si riscontra un interessamen- to della struttura ossea con atteggiamenti posturali errati non re- versibili, si parla di dismorfismi. I piú comuni paramorfismi Paramorfismi sul piano frontale (visibili sul soggetto posto di fronte rispetto all’esaminatore, con busto flesso in avanti) Paramorfismi sul piano sagittale (visibili sul soggetto posto di fianco rispetto all’esaminatore) Scoliosi deviazione in senso laterale e rotatorio della colonna. Lordosi aumento della curva lombare fisiologica della colonna. Cifosi aumento della curvatura dorsale fisiologica della colonna. Dorso piatto diminuzione delle curve lordotica e cifotica fisiologiche. Scapole alate eccessiva sporgenza del margine vertebrale delle scapole. Ginocchio valgo deviazione verso l’esterno dell’asse verticale della gamba. Ginocchio varo deviazione verso l’interno dell’asse verticale della gamba. Ginocchio ricurvato iperestensione del ginocchio oltre i 180 °. Piede piatto appiattimento dell’arco plantare del piede. conoscere per stare bene Le componenti passive dell’apparato locomotore > > L’apparato scheletrico

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test Quanto è a rischio la tua pelle?

Fonte: adatt. da Men’s Health, ottobre 2006.

Verifica con il seguente test quanto rischia la tua pelle: dopo aver risposto alle domande, conteggia quanti «sí» hai totalizzato e scopri quanto devi stare all’erta.

1 HAI MAI uSATo uN lETTINo uV? sí £ no £ Anche una sola seduta di abbronzatura artificiale aumenta di due volte e mezzo le probabilità di svi-

luppare un carcinoma.

2 HAI lA PEllE bIANCA? sí £ no £ I carnati chiari sono piú sensibili: se hai la pelle lattiginosa, corri un rischio 10 volte superiore. È per

questo che in Sicilia, nonostante l’abbondante presenza di sole, il melanoma è meno diffuso che al Nord.

3 HAI I CAPEllI RoSSI? sí £ no £ In questo caso i rischi di cancro della pelle risultano quadruplicati. I tuoi pigmenti ti proteggono poco

dai raggi uV, e ti scotti piú facilmente.

4 TI SEI SCoTTATo DA bAMbINo? sí £ no £ basta una sola ustione per raddoppiare i rischi. Tanto piú precocemente avviene il danno, tanto mag-

giori sono le probabilità che si sviluppi un tumore con il passare degli anni.

5 HAI PARENTI CHE HANNo SoFFERTo DI uN TuoMRE DEllA PEllE? sí £ no £ Secondo i ricercatori del Karolinska Institute, in Svezia, potrebbe esserci un gene difettoso alla base di

molti melanomi.

6 SEI MASCHIo? sí £ no £ Rispetto alle donne, gli uomini hanno un’incidenza di cancro della pelle piú elevata.

7 FuMI o SEI uN EX FuMAToRE? sí £ no £ Peccato per i tuoi polmoni, ma anche per la tua pelle! Fumare piú di 10 sigarette al giorno triplica i ri-

schi di carcinoma. Fumarne meno li raddoppia.

8 VIVI IN MoNTAGNA? sí £ no £ le persone che risiedono a quote elevate hanno un 34% in piú di probabilità di scottarsi con il sole.

l’aria, infatti, è piú rarefatta e, di conseguenza, le radiazioni ultraviolette sono piú intense.

9 HAI lE lENTIGGINI o MolTI NEI? sí £ no £ Certo, le lentiggini non diventano cancerose, ma segnalano che sei sensibile ai danni solari. I nei, inve-

ce, possono nascondere un melanoma. Cosa vuol dire «molti nei»? Piú di 50.

PRoFIlI

Tutti no: il tuo rischio è basso.

1 o 2 sí: sono pochi, è vero. Ma il tuo rischio è già da non sottovalutare. Vai dal dermatologo una volta l’anno.

3 o piú sí: sei ad alto rischio: controlla nei e pelle ogni mese e vai dal dermatologo almeno una volta l’anno

Ecco i punti da tenere d’occhio. Vedi macchie stra-ne? Adesso disegna una mappa dei tuoi nei. Poi, di tanto in tanto, controllali. Se sono cambiati, o se ce ne sono di nuovi, fatti vedere dal medico.

L’apparato scheletrico svolge funzioni di:• protezione dei piú importanti organi interni;• sostegno (dare stabilità agli organi, posizionare il corpo nello spazio);• movimento, mediante i muscoli inseriti sulle ossa.È formato dalle ossa, che funzionano come leve su cui i muscoli possono esercitare la loro trazione, e dalle articolazioni.La colonna vertebrale è la struttura portante del corpo umano del qua-le costituisce l’asse longitudinale. Svolge funzioni di sostegno e di pro-tezione per il midollo spinale.Consiste in 33 vertebre unite tra loro:7 cervicali – 12 toraciche – 5 lombari – 5 sacrali – 4 coccigee.

in sintesi

I paramorfismi: conoscerli e prevenirliA carico della colonna vertebrale, delle ginocchia e dei piedi possono verificarsi modificazioni dovute a rapide fasi di accrescimento che favoriscono l’assunzione di posizioni non corrette: se tali modifi-cazioni non presuppongono un’alterazione della parte scheletrica si parla di paramorfismi, se invece si riscontra un interessamen-to della struttura ossea con atteggiamenti posturali errati non re-versibili, si parla di dismorfismi.

I piú comuni paramorfismi

Paramorfismi sul piano frontale(visibili sul soggetto posto di fronte rispetto all’esaminatore, con busto flesso in avanti)

Paramorfismi sul piano sagittale(visibili sul soggetto posto di fianco rispetto

all’esaminatore)

• scoliosi deviazione in senso laterale e rotatorio della colonna.

• lordosi aumento della curva lombare fisiologica della colonna.

• cifosi aumento della curvatura dorsale fisiologica della colonna.

• dorso piatto diminuzione delle curve lordotica e cifotica fisiologiche.

• scapole alate eccessiva sporgenza del margine vertebrale delle scapole.

• ginocchio valgo deviazione verso l’esterno dell’asse verticale della gamba.

• ginocchio varo deviazione verso l’interno dell’asse verticale della gamba.

• ginocchio ricurvato iperestensione del ginocchio oltre i 180 °.

• piede piatto appiattimento dell’arco plantare del piede.

conoscere per stare bene

Le componenti passive dell’apparato locomotore

> > l’apparato scheletrico

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Attenzione ai paramorfismi!

Sottoponiti adesso alle prove che ti proponiamo per verificare l’eventuale presenza di paramorfismi: ricorda, però, che i dati di queste prove sono solo indicativi e che per una valutazione seria e appro-fondita occorre effettuare controlli presso specialisti o strutture adeguate.

Prove per accertare la presenza di paramorfismi

Paramorfismo Esercizio Prova Risultato

Cifosi

Dalla posizione di seduto con gambe incrociate, con appoggio alla parete di nuca, spalle e bacino sollevare le braccia in alto.

Riesci a eseguire l’esercizio senza inarcare il rachide, chinare il capo, flettere le braccia?

Sí No

Se sí: tutto oK Se no: effettuare un controllo medico

Lordosi

Dalla posizione di decubito supino (ventre in alto) con gambe piegate, verifica se la tua schiena aderisce completamente al suolo.

Riesci a eseguire l’esercizio senza arcuare la colonna vertebrale nel tratto lombare?

Sí No

Se sí: tutto oKSe no: effettuare un controllo medico

Atteggiamento scoliotico

1

3

2

Di fronte allo specchio, in posizione in piedi con braccia lungo i fianchi, leggermente aperte.

Rilevi eventuali dislivelli fra spalle (1) e anche (3) e il triangolo determinato dal margine interno del braccio destro e dall’angolo formato dal busto e dalla vita è diverso da quello sinistro (2)?

Sí No

Se sí: effettuare un controllo medicoSe no: tutto oK

Alterazioni arti inferiori

Normali Varismo Valgismo

Dalla posizione in piedi, gambe unite.

le tue ginocchia si toccano (valgismo) o divergono eccessivamente (varismo)?

Sí No

Se sí: effettuare un controllo medicoSe no: tutto oK

Esercizi correttivi per i paramorfismi

per la scoliosi

Esercizi di tonificazione.

Esercizi da evitare assolutamente se si

soffre di scoliosi.

Esercizi di mobilizzazione.

per le scapole alate

per il piede piatto

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ALteRAzIONI e tRAuMI DeLL’APPARAtO scheLetRIcOFrattura Si verifica nel momento in cui l’elasticità e la resistenza dell’osso cedono a causa dell’azione di una forza diretta o indiretta con una rottura in uno o piú punti.

Periostite È l’infiammazione o la lacerazione della membrana di rivestimento delle ossa (periostio). I muscoli a causa di sollecitazioni eccessive possono parzialmente disinserirsi dalla loro inserzione.

Pubalgia È l’infiammazione o degenerazione a carico della sinfisi pubica, tipica dei calciatori. Provoca dolore nella regione pubica, alla radice della coscia, durante e dopo lo sforzo.

Talalgia La talalgia provoca dolore alla parte inferiore del calcagno, dolore che si acuisce una volta sospesa l’attività sportiva. Si riscontra di frequente nei giovani calciatori e deriva da microtraumi del tessuto osseo in crescita.

per il ginocchio valgo

Effetti del movimento sull’apparato scheletrico

l’apparato scheletrico presenta nel periodo giovanile una caratteristica di grande importanza, la pla-sticità. Infatti, piú l’individuo è giovane, piú facilmente le ossa si modellano in conseguenza degli sti-moli ricevuti. Ciò è possibile perché il processo di ossificazione non è terminato e l’accrescimento è ancora in corso. Il movimento, se ben eseguito, può indurre le sollecitazioni necessarie a guidare l’ac-crescimento.Il movimento però può essere anche pericoloso; infatti tale malleabilità dello scheletro rende pos-sibile il crearsi di deformazioni, che una volta acquisite sono permanenti. Questi danni si verificano soltanto se si esagera con gli esercizi di forza (pesi, sovraccarichi ecc.). Le ossa infatti seguono la legge generale dei tessuti, secondo la quale nei tessuti eccitazioni deboli danno origine all’attività vitale, eccitazioni medie la stimolano, quelle forti la danneggiano, quelle violente la arrestano.L’esercizio fisico in primo luogo stimola la crescita delle ossa in lunghezza e in larghezza: le pres-sioni esercitate dal peso e dalla trazione delle masse muscolari favoriscono la moltiplicazione del-le cellule ossee. La pratica motoria, poi, attiva e migliora la circolazione sanguigna nella membrana che avvolge le ossa (periostio): ciò permette una migliore nutrizione del tessuto osseo, che può di-ventare piú forte e resistente. Se si confrontano le ossa di una persona abituata all’attività fisica con quelle di una persona sedentaria, si osserverà che le prime presentano una superficie ricca di creste e curvature molto marcate e che, se sollecitate, si dimostreranno assai resistenti; nel secon-do caso invece la superficie sarà liscia e nell’insieme le ossa risulteranno molto piú fragili e quindi maggiormente soggette a fratture.Svolgere attività fisica durante l’adolescenza permette in definitiva di accrescere in modo signifi-cativo la densità ossea e di prevenire in questo modo le fratture e le malattie degenerative che col-piscono le ossa in età avanzata, come l’osteoporosi. Le ossa infatti possono perdere sali minerali, soprattutto calcio, diventando fragili.

L’apparato articolare

Le articolazioni sono formazioni anatomiche localizzate nei punti in cui le parti ossee si avvicinano, e hanno il compito di collegare le singole ossa per consentire i movimenti delle varie parti del corpo.Ogni articolazione è avvolta da una capsula molto resistente, nel cui spessore si osservano dei fasci di tessuto fibroso, chiamati legamenti articolari che quindi uniscono due ossa vicine e fungono da controllori del movimento.Le articolazioni si dividono in:• fisse; • semimobili;• mobili.

in sintesi

Mal di schiena? No, grazie!Il mal di schiena è una condizione fastidiosa che riguarda quattro persone su cinque nel corso della vita. Le cause sono diverse e molteplici: si può trattare di un semplice fastidio che riguarda la muscolatura che circonda la colonna vertebrale, provocato da una posizione o da un movimento scorretti, o da un colpo d’aria, oppure può essere il sintomo di un problema piú serio, come un’ernia del disco. Il mal di schiena della prima tipologia è un disturbo molto diffuso, anche fra i giovani. Le cause princi-pali sono: stress, tensioni psicologiche, stare seduti troppo a lungo e muscolatura del tronco indebolita. Anche carichi di lavoro eccessivi o sbagliati su singoli comparti vertebrali o infortuni possono causare dolori muscolari e articolari.Nel corso della giornata molti atteggiamenti e movimenti possono causare alterazioni alla colonna ver-tebrale che degenerano in fastidiosi dolori, soprattutto se mantenuti per lungo tempo o eseguiti ripetu-tamente in maniera scorretta.

Cosa fare e cosa non fareEcco una serie di indicazioni utili per evitare il mal di schiena che nasce da posizioni viziate o da movimenti eseguiti in maniera scorretta.Quando dobbiamo raccogliere un oggetto caduto a terra o solleva-

re un peso l’azione piú istintiva è quella di flettere il busto in avanti, tenendo gli arti inferiori rigidi. In questo modo graviamo la schiena di carichi e pressioni elevati. Per eseguire il movimento correttamen-te bisogna invece abituarsi a piegare le gambe.

La posizione seduta, se errata, ha effetti negativi non solo sulla co-lonna vertebrale ma anche sull’apparato circolatorio, su quello re-spiratorio e sugli organi interni. Stando seduti il carico che grava sulla colonna vertebrale (vertebre cervicali e lombari in particolare) è notevolmente maggiore che stando in piedi. Stare a lungo seduti, magari sempre nella stessa posizione, fa male all’apparato locomotore umano. Perciò, è importante cambiare continuamente posizione sulla se-dia. Ogni tanto è opportuno allungarsi e muoversi un po’. A scuola o sul posto di lavoro non si deve tra-scorrere seduti i momenti di pausa. Di tanto in tanto bisogna alleviare il carico sulla schiena piegando la-teralmente il tronco o allungandosi.

conoscere per stare bene

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Come stare seduti

1. Sedersi in posizione eretta: tenere testa e collo dritti e raddrizzare la schiena in una postura eretta.

2. Rilassare le spalle: lasciar cadere le spalle in posizione rilassata e portarle leggermente all’indietro.

3. Angolo delle ginocchia: le ginocchia dovrebbero formare un angolo di 90°-100°, pertanto occorre adattare l’altezza della sedia di conseguenza.

4. Piedi a terra: l’intera pianta deve poggiare al suolo.5. Sfruttare lo schienale: anche la parte lombare deve poggiare sullo schienale.

Esercizi antalgici per il mal di schiena

questi esercizi antalgici, per essere utili al mal di schiena, devono essere eseguiti con regolarità, ripeten-doli anche se non se ne sente il «bisogno». Sono da evitare nei periodi di riacutizzazione del dolore; in ogni caso è bene sottolineare che la ginnastica antalgica non può sostituire la terapia medica.

1 Piante dei piedi a terra, gambe piegate, busto eretto, braccia in alto, mani in presa a una sbarra posta a un’altezza idonea per poter effettuare una completa distensione delle braccia e della schiena, mantenere la posizione per 30”. In caso di una forzata ed eccessiva estensione a livello delle vertebre lombari è conve-niente svolgere esercizi e posture di compenso in flessione.

2 Dalla posizione di partenza distesi a terra ventre in alto (decubito supino), le braccia lungo i fianchi, gambe piegate leggermente divaricate, flettere le gambe al petto e afferrare le ginocchia. Tenere la posizione per 30”. Ritornare alla posizione di partenza. In caso di eccessiva flessione della spina dorsale è opportuno compiere esercizi e posture che reintegrino la curvatura della lordosi nel tratto lombare.

3 Posizione «a quattro zampe», con le ginocchia aperte. Espirando sedersi sui talloni mentre il capo tocca il terreno. Tenere la posizione per 5” e ritornare alla posizione di partenza. Eseguire con movimento blando.

ALteRAzIONI e tRAuMI DeLL’APPARAtO ARtIcOLAReArtrite È una malattia infettivo-infiammatoria che colpisce le articolazioni e si manifesta con dolore, gonfiore, arrossamento dell’articolazione interessata.Gli agenti infiammatori possono penetrare nel corpo attraverso una ferita oppure possono raggiungere l’articolazione da un altro punto di infezione attraverso il circolo sanguigno o linfatico.

Distorsione Lesione dei legamenti o delle capsule che circondano l’articolazione. Allontanamento momentaneo dei capi articolari con stiramento dei legamenti. Aumento della tumefazione e del dolore con limitazione del movimento. Ci può essere versamento di liquido nella capsula.

Lussazione Perdita di contatto fra le superfici ossee dell’articolazione con spostamento permanente dei due capi articolari. Molto dolorosa, l’articolazione risulta deformata e gonfia, determina impossibilità di movimento.

Lesione meniscale del ginocchio Una delle parti piú soggette a traumi, specie in sport rapidi come il calcio o di carico articolare come lo sci, sono i menischi. Se sollecitate in modo inopportuno o eccessivo, in particolare con movimenti veloci di estensione o con rotazioni esagerate dovute a improvviso blocco del piede, tali delicate strutture possono disinserirsi oppure rompersi bloccando l’articolazione.

Lesioni ai dischi intervertebrali Quando si sottopone la colonna vertebrale a carichi di lavoro eccessivi ci possiamo procurare dolori alla schiena o alterazioni alle articolazioni e, nei casi piú gravi, la rottura dell’anello fibroso che separa le vertebre con la fuoriuscita del nucleo polposo (ernia del disco).La parte gelatinosa del nucleo si espande nell’anello fibroso, per passare nella sua parte posteriore andando a comprimere i legamenti longitudinali. Ciò provoca lombalgie o esercita pressione sui nervi che fuoriescono dal canale vertebrale, come accade al nervo sciatico con sintomatologie molto dolorose quali le sciatalgie.

Epicondilite Detta anche «gomito del tennista» per la frequenza con cui si manifesta in chi pratica il tennis, l’epicondilite è comune anche nei giocatori di baseball, golf ecc.È un’infiammazione dell’articolazione del gomito dovuta a carico eccessivo o movimenti errati.

4 Sdraiati sul dorso, gambe piegate a 90° con i piedi appoggiati alla parete. Espirando, spingere i piedi contro il muro appiattendo la colonna contro il pavimento, senza sollevare il sedere. Mantenere la posizione per 5” e rilassare. Ripetere 5 volte.

5 Assumere la posizione di rilassamento e mantenerla per qualche minuto: il capo è appoggiato sul pavimento, le ginocchia un po’ aperte, il sedere a contatto dei talloni.

6 Sdraiati sul dorso piegare le ginocchia verso destra e girare il viso nella direzione opposta. Il braccio sinistro si apre in fuori all’altezza delle spalle per bilanciare la torsione.

7 Posizione del gatto che fa la gobba: espirando, fare forza con le mani a terra e spingere le spalle in alto facendo la gobba. Abbassare il piú pos-sibile la testa e chiudere il mento contro lo sterno allungando la schiena e la parte posteriore del collo.

8 Piegare lentamente il busto in avanti fino a toccare con la fronte il pavimento, oppure appoggiare la fronte sulle mani, senza sollevare il bacino da terra. Se non si arriva con la testa a terra, appoggiare la fronte su un cuscino, perché è importante abbandonare il peso in avanti per allungare la schiena.

Effetti del movimento sull’apparato articolare

L’attività fisica è fondamentale per il rendimento ottimale delle articolazioni. Infatti l’articolazione se non viene esercitata perde gran parte della sua motilità e va incontro a malattie come l’artrosi. In particolare l’esercizio fisico stimola la secrezione del liquido sinoviale che lubrifica costantemen-te le giunture articolari, rendendo flessibile e resistente la membrana fibrosa che riveste il manicot-to articolare; permette ai legamenti di mantenere la massima efficienza, salvaguardando l’artico-lazione da traumi come distorsioni, lussazioni e rottura dei menischi. L’apparato articolare può con-servare un ottimo grado di mobilità se sollecitato con esercizi mirati, soprattutto con lo stretching.

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Soluzioni

Confronta il punteggio che hai ottenuto a quale livello corrisponde

Punteggio Livello

10/10 eccellente

9-8/10 ottimo

7-6/10 adeguato

1-5/10 da migliorare

Calcola un punto per ogni risposta esatta e riporta il punteggio nella

casella del Totale

1A6C

2C7b

3A8b

4b9A

5C10C

Totale .............../10

1) L’apparato locomotore è costituito da: A apparato scheletrico-articolare, sistema mu-

scolare e sistema nervoso B apparato scheletrico-articolare e tendini C sistema muscolare e sistema nervoso centra-

le

2) Dal punto di vista della forma le ossa si dividono in:

A ossa lunghe e corte B ossa lisce e ruvide C ossa lunghe, corte e piatte

3) All’interno della colonna vertebrale si trova: A il midollo spinale B la vertebra principale C un fascio di fibre muscolari

4) I legamenti articolari: A uniscono i muscoli alle ossa B rinforzano la capsula delle articolazioni C legano le cellule nervose

5) Le articolazioni possono essere: A rigide o morbide B lisce o ruvide C fisse, semimobili o mobili

6) Lo scheletro assiale ha la funzione di: A far muovere il corpo B di sostenere la testa C di sostenere il corpo e proteggere gli organi

interni

7) Da quante vertebre è costituita la colonna ver-tebrale?

A 25 B 33 C 36 D 30

8) Il liquido sinoviale si trova: A nella cellula B nelle articolazioni C nell’intestino crasso

9) Con quale altro nome è definita la colonna ver-tebrale?

A rachide B tronco C vertebra

10) Vista lateralmente la colonna vertebrale ha: A nessuna curvatura B 1 curvatura C 4 curvatura

Mettiti alla prova su. . .Mettiti alla prova su. . . L’apparato scheletrico e articolare

Le componenti funzionali di approvvigionamento e smaltimento dell’apparato locomotore

componenti funzionali di approvvigionamento e smaltimento dell’apparato locomotore (cap. 5 del manuale)

1 apparato cardiocircolatorio

2 apparato respiratorio

3 organi di pulizia

4 stazioni di stoccaggio, preparazione e trasformazione

5 fonti delle sostanze energetiche

> > l’apparato cardiocircolatorio

L’apparato cardiocircolatorio è costituito da un complesso si-stema di vasi sanguigni, entro i quali scorre il sangue, e da un organo propulsore, il cuore.Il sangue è un tessuto connettivo liquido che scorre nelle arterie, nelle vene e nei capillari apportando ossigeno e nu-trimento a tutte le cellule del corpo.È costituito da una parte liquida (plasma) e da una parte corpuscolata formata da:• globuli rossi: si formano nel midollo osseo,

vengono distrutti dal fegato e dalla milza; con-tengono l’emoglobina che in presenza di ferro fissa e trasporta l’ossigeno ai tessuti;

• globuli bianchi: sono prodotti dal midollo osseo e dal timo; essi difendono l’organismo dai batteri e da altri agen-ti patogeni;

• piastrine: sono responsabili della coagulazione del san-gue.

Il cuore è un muscolo involontario dotato di fibre striate. Un setto longitudinale lo divide in parte destra e parte si-nistra. In ciascuna parte si distinguono due cavità, un atrio e un ventricolo. Dai ventricoli partono le arterie, negli atri sboccano le vene.La parte destra raccoglie il sangue carico di anidride carbonica che proviene (attraverso le vene) da tutto il corpo e lo spinge nei polmoni (piccola circolazione). La parte sinistra riceve dai pol-moni sangue ossigenato e lo spinge in tutto il corpo attraverso le arterie (grande circolazione).Il cuore nel suo movimento alterna ritmicamente fasi di espansione (o di aspirazione e riempimento, o diastole) a fasi di contrazione (o di svuotamento, o sisto-le).

in sintesi

Pressione sanguigna e ipertensionePrevenire l’ipertensione a tavolaLa pressione sanguigna o pressione arteriosa è la pressione esercitata dal sangue sulle pareti delle arte-rie, generata dal cuore nel momento in cui spinge il sangue nei vasi; quindi per ogni battito cardiaco si ha un innalzamento della pressione. Quando ci rechiamo dal medico per farci misurare la pressione ci vengono forniti due dati: • la pressione sistolica, che stima la forza con cui il cuore pompa il sangue e corrisponde alla pressione

massima esercitata dal sangue sulle pareti delle arterie al termine della contrazione cardiaca (sistole);

conoscere per stare bene

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• la pressione diastolica, che stima la pressione nelle arterie fra battito e battito con il cuore a riposo, e coincide con la pressione minima perché il cuore è rilassato (diastole).

I valori ottimali della pressione si assestano fra 120 e 80 mm/Hg. Quando i valori della pressione arte-riosa sono costantemente superiori ai livelli medi, si parla di ipertensione. L’ipertensione è pericolo-sa perché provoca un precoce deterioramento delle arterie e può portare gravi complicazioni al cuore, ictus e infarti.

Cosa fare e cosa non farePer prevenire e curare l’ipertensione occorre seguire alcune indicazioni.Limitare il consumo di grassi saturi, come il burro, lo strutto o la margarina e privilegiare, invece, il consu-

mo di olio extra vergine di oliva. Mentre i grassi saturi favoriscono l’insorgenza dell’ipertensione, i grassi insaturi esercitano un’azione protettiva sul cuore e sui vasi sanguigni.

Consumare molta frutta e verdura fresche.Svolgere regolare attività fisica.Non abusare del sale che favorisce il rialzo della pressione: usare aromi naturali, tipo menta, origano, salvia,

aglio ecc. per insaporire le pietanze.Non abusare nel consumo di alcolici.

ALteRAzIONI e tRAuMI DeLL’APPARAtO cARDIOcIRcOLAtORIOAttacco cardiaco Quando una parte del muscolo cardiaco non riceve un adeguato flusso di sangue per un periodo prolungato (circa 20-30 minuti) si manifesta un attacco cardiaco. Esso può portare alla morte di un certo numero di cellule cardiache (infarto).Nel corso di un attacco cardiaco è possibile che si verifichi la cessazione improvvisa dell’attività del cuore (arresto cardiaco) dovuta in molti casi a fibrillazione ventricolare; in tal caso i presenti, se sono in grado di farlo, devono tempestivamente mettere in atto le procedure di emergenza e richiedere l’intervento di un’ambulanza, telefonando al 118 (emergenza sanitaria) o al 112 (carabinieri) o al 113 (soccorso pubblico di emergenza).

Emorragia Per emorragia si intende la fuoriuscita del sangue dai canali o vasi entro i quali esso circola (arterie, vene, capillari). Può essere esterna o interna: è esterna quando si ha fuoriuscita del sangue direttamente all’esterno dell’organismo; interna quando il sangue si raccoglie nelle cavità interne. L’emorragia può anche essere arteriosa o venosa. La prima è contraddistinta dal colore rosso vivo del sangue e dall’uscita a getto vivace e intermittente; la seconda dal colore del sangue rosso scuro e dall’uscita a getto costante.

Effetti del movimento sull’apparato cardiocircolatorio

Chi pratica attività fisica con una certa sistematicità ha un cuore che è in grado di contenere una quantità di sangue maggiore rispetto a chi è poco allenato (circa 140-150 ml a fronte di 75 ml); ne deriva che il cuore della persona allenata è di volume leggermente superiore in relazione alle mag-giori richieste funzionali.L’allenamento fa aumentare la «capillarizzazione» della muscolatura: ciò significa che nel muscolo si aprono nuovi capillari che permettono un maggiore afflusso di sangue e di ossigeno e danno la possibilità di eliminare i prodotti tossici (acido lattico, tossine ecc.).Inoltre è stato provato che l’attività fisica aumenta la formazione dei globuli bianchi, dell’emoglo-bina e dei globuli rossi, e perciò di ossigeno, immessi in circolo dalla milza e dal fegato.

test Quanto è allenato il tuo sistema cardiovascolare?

Con il termine «polso» s’inten-de il numero di battiti cardia-ci al minuto. la misurazione della frequenza dei battiti del miocardio, percettibili nell’ar-ticolazione del polso e del col-lo, può essere effettuata con un cronometro. Seduto o sdra-iato, conta il numero di pulsa-zioni al minuto e annota il ri-sultato nell’apposita tabella (a fianco). In seguito pratica per una decina di minuti uno sport di resistenza (corsa, calcio o ci-clismo). Subito dopo l’attività sportiva, misura nuovamente il polso e ripeti la stessa ope-razione dopo uno, tre e cinque minuti.quindi consulta la Tabella del-la valutazione e potrai stabilire quanto sei allenato: piú velo-cemente diminuisce la tua fre-quenza cardiaca maggiormen-te risulterai allenato.

Prima dell’attività sportiva (polso a riposo) ……… battiti al minuto

Subito dopo l’attività sportiva ……… battiti al minuto

un minuto dopo la fine dell’attività sportiva ……… battiti al minuto

Tre minuti dopo la fine dell’attività sportiva ……… battiti al minuto

Cinque minuti dopo la fine dell’attività sportiva ……… battiti al minuto

Tabella della valutazione

Dopo l’attività sportiva le pulsazioni scendono di:

Valutazione dell’allenamento del sistema cardiovascolare:

meno di 20 battiti al minuto da migliorare

20-30 battiti al minuto sufficiente

30-40 battiti al minuto buono

piú di 40 battiti al minuto molto buono

> > l’apparato respiratorio

L’apparato respiratorio è costituito dai diversi organi della respirazione: naso, bocca, laringe, trachea, bronchi e polmoni. I principali sono i polmoni. All’interno dei polmoni vi sono i bronchi che si sud-dividono in numerosi rami, sempre piú piccoli, i bronchioli, che fanno giungere l’aria agli alveoli. Qui avvengono gli scambi gassosi: l’ossigeno passa nel sangue tramite l’emoglobina e l’anidride carbonica viene eliminata tramite l’espirazione.I movimenti respiratori, inspirazione (fase attiva) ed espirazione (fase passiva), sono dovuti a movi-menti della gabbia toracica e del diaframma.

in sintesi

Durante l’esercizio fisico il fabbisogno di ossigeno aumenta e gli apparati respira-torio e circolatorio accrescono la loro attività. Quando l’ossigeno non è piú sufficiente, i muscoli inviano ai cen-tri regolatori del ritmo del respiro un’ulteriore richiesta. Un aumento del ritmo respiratorio è la risposta immediata dell’organismo, anche se è piú vantaggioso au-mentare il volume della quantità d’aria assun-ta in ogni inspirazio-ne, anziché aumenta-re la frequenza dell’atto respiratorio.

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Le reazioni utili dell’apparato respiratorio

La tosse è un mezzo difensivo che il nostro organismo usa per mantenere pulito l’apparato respira-torio eliminando i corpi estranei e irritanti presenti nelle vie respiratorie, in particolare nella laringe, nella trachea e nei bronchi.In pratica la tosse è un’espirazione, spesso involontaria, che avviene bruscamente e rumorosamente, in seguito a un incremento notevole della pressione all’interno dei polmoni e della gabbia toracica.Quando si tossisce, l’aria fuoriesce dalla bocca con una velocità straordinaria, valutata intorno ai 100 km/h.

Lo starnuto, che consiste, come la tosse, in un’espirazione brusca e rumorosa, è un atto riflesso in-controllato attraverso il quale vengono espulsi i corpi estranei presenti nella mucosa nasale.La velocità dell’aria estromessa durante lo starnuto è stata valutata intorno ai 167 km/h.

Lo sbadiglio, che consiste in un’inspirazione molto ampia con la bocca, è un sistema automatico che il nostro organismo mette in azione per rinnovare completamente l’aria che si trova negli alveoli e asportare il sangue che vi ristagna.Lo sbadiglio è provocato da un atto riflesso che si innesca quando nel sangue arterioso è presente una scarsa quantità di ossigeno.

Il singhiozzo è un insieme di contrazioni involontarie e ripetute del diaframma, cui segue la chiu-sura repentina della glottide, che blocca il passaggio dell’aria, provocando il tipico rumore del sin-ghiozzo.Il singhiozzo può essere provocato dall’ingestione di bevande troppo calde o troppo fredde o dall’in-gestione rapida di cibo, oppure può cominciare dopo che si è pianto o riso a lungo.

I metodi per interrompere il singhiozzo sono diversi. Per esempio:• respirare profondamente e poi trattenere il respiro il piú a lungo possibile;• bere rapidamente acqua;• provocare uno starnuto;• ai bambini, somministrare un cucchiaino di succo di limone.Questi sistemi agiscono sul diaframma e lo aiutano a contrarsi di nuovo in modo normale.Un altro accorgimento, da utilizzarsi in caso di stomaco pieno che spinge sul diaframma, consiste nel mettersi in posizione distesa.Se il singhiozzo persiste, si può ricorrere a farmaci (sotto controllo del medico): poche gocce di tran-quillanti e di antispastici, gli stessi che si prendono contro i dolori addominali.

conoscere per stare bene

ALteRAzIONI e tRAuMI DeLL’APPARAtO ResPIRAtORIOArresto respiratorio

Possono provocare l’arresto respiratorio:• l’ostruzione delle vie aeree;• le folgorazioni;• l’annegamento;• sovradosaggio di farmaci;• traumi con l’interessamento celebrovascolare.

Quando un soggetto si trova in stato di arresto cardiorespiratorio si avvia la cosiddetta «catena di soprav-vivenza»:• allertare il 118;• iniziare la rianimazione cardiorespiratoria, il cui scopo è: – liberare le vie aeree – ripristinare, anche solo meccanicamente, la funzione respiratoria; – ripristinare, anche solo meccanicamente, il circolo sanguigno.

Effetti del movimento sull’apparato respiratorio

Il movimento aumenta in modo significativo l’elasticità della gabbia toracica, la quale potenzia no-tevolmente la capacità di ventilazione polmonare. Anche i muscoli respiratori (intercostali interni, esterni, diaframma, addominali) possono, con una respirazione controllata lenta e rilassata, con-trarsi con minor frequenza e quindi si affaticano di meno, si tonificano maggiormente e sono mol-to piú efficaci nella loro funzione respiratoria.L’individuo allenato presenta sotto sforzo il «fiatone» in modo molto contenuto. L’attività fisica au-menta la capacità polmonare (volume d’aria contenuto nei polmoni), permette di migliorare dopo lo sforzo il tempo di recupero e quindi ne ha beneficio l’intero apparato respiratorio.L’esercizio fisico migliora, inoltre, sia la velocità di assunzione dell’ossigeno, sia l’efficacia del suo trasporto, e questo permette una piú efficiente interazione con l’apparato cardiocircolatorio.

quali esperienze pratiche fai o dovresti fare per migliorare il tuo apparato respiratorio? Puoi chiedere consiglio anche al tuo insegnante di scienze motorie.

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Annotazioni e considerazioniAnnotazioni e considerazioni

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