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Diagnosi e trattamento dell’insufficienza venosa. Percorso condiviso tra Specialista e Medico di Medicina Generale. AETAS Centro Formazione - via Beccaria 16 - 12084 Mondovì (CN) 29/03/2014 RAZIONALE L’elevata incidenza della malattia venosa cronica e delle sue complicanze, dovute anche all’aumento dell’età media della popolazione, impone un’attenzione sempre maggiore su questa patologia. Per tale motivo una opportuna gestione è indispensabile nell’ottica della riduzione di incidenza delle gravi complicanze e del controllo nel tempo della sua evoluzione. Il Medico di Medicina Generale (MMG) deve confrontarsi sempre più con le problematiche connesse a tale malattia e governarla. Il primo livello d'intervento si svolge presso l'ambulatorio del MMG ed è pertanto importante delineare le modalità del percorso diagnostico, clinico e terapeutico da seguire. Lo specialista rappresenta per il MMG il riferimento naturale per il completamento dell'iter diagnostico in ambito di extra ospedalità. Creare e affinare un rapporto tra il MMG e Specialista rappresenta, pertanto, un obiettivo primario da perseguire al fine di migliorare lo stato di salute del cittadino utente. Un corso di aggiornamento teorico-pratico che migliori la conoscenza del MMG sull’appropriatezza dei percorsi diagnostici e terapeutici nella malattia venosa cronica è pertanto essenziale per migliorare lo stato di salute dei pazienti e conseguire l’ottimizzazione dei costi a carico della società e del sistema sanitario. In considerazione della notevole frequenza con cui negli studi medici si presentano pazienti che presentano una patologia venosa cronica si è scelto d’approfondire tale aspetto nell’ottica di migliorare la capacità diagnostica, clinica e terapeutica del MMG. In tal modo si intende ridurre, nel contempo, sia le consulenze specialistiche sia la prescrizione di esami inutili e/o poco appropriati. Ci si propone pertanto di mettere in grado il MMG di identificare correttamente i pazienti che presentino sintomi compatibili con una malattia venosa cronica e di avviare un primo approccio diagnostico per la conferma di tale diagnosi e per l’individuazione delle cause più frequenti oltre che indirizzare il MMG verso il più idoneo percorso clinico-terapeutico. Il corso avrà un approccio molto pratico che non partirà dal solito inquadramento sistematico presente nei trattati ma dai sintomi del paziente. Verranno quindi discussi in prima istanza i sintomi che devono sollevare nel medico il sospetto di una malattia venosa cronica e la modalità e circostanze della loro insorgenza. Verranno poi discussi i principali esami da richiedere per accertare l’origine della malattia venosa cronica e valutare il grado di gravità e le conseguenti principali opzioni terapeutiche mediche e chirurgiche. Alla fine di questo inquadramento teorico, verranno visitati alcuni pazienti emblematici, precedentemente selezionati con i quali verrà effettuato il tipico percorso diagnostico-clinico dalla anamnesi all’esame obiettivo. La parte pratica consta nell’esame obiettivo tramite utilizzo di manovre semeiologiche e un test non invasivo con un Pletismografo a luce riflessa, per il controllo del Tempo di Riempimento Venoso, atti a evidenziare e valutare la MVC e il suo stadio di avanzamento nei pazienti selezionati con patologia venosa. Tale test viene eseguito e spiegato prima dal tutor e poi, eventualmente, fatto eseguire direttamente dai discenti. In questa fase, i MMG, oltre ad assistere alle visite specialistiche e prenderne attivamente parte eseguendo, eventualmente, le più elementari manovre semeiologiche atte a valutare il grado di malattia venosa cronica (Perthes, Trendelemburg e Swartz, ecc), hanno modo di condividere con il tutor il percorso diagnostico-terapeutico per la patologia MVC riscontrata nei pazienti. L’evento formativo coinvolge Specialisti e MMG. Studio A&S

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Diagnosi e trattamento dell’insufficienza venosa. Percorso condiviso tra Specialista e Medico di Medicina Generale.

AETAS Centro Formazione - via Beccaria 16 - 12084 Mondovì (CN)

29/03/2014

RAZIONALE L’elevata incidenza della malattia venosa cronica e delle sue complicanze, dovute anche all’aumento dell’età media della popolazione, impone un’attenzione sempre maggiore su questa patologia. Per tale motivo una opportuna gestione è indispensabile nell’ottica della riduzione di incidenza delle gravi complicanze e del controllo nel tempo della sua evoluzione. Il Medico di Medicina Generale (MMG) deve confrontarsi sempre più con le problematiche connesse a tale malattia e governarla. Il primo livello d'intervento si svolge presso l'ambulatorio del MMG ed è pertanto importante delineare le modalità del percorso diagnostico, clinico e terapeutico da seguire. Lo specialista rappresenta per il MMG il riferimento naturale per il completamento dell'iter diagnostico in ambito di extra ospedalità. Creare e affinare un rapporto tra il MMG e Specialista rappresenta, pertanto, un obiettivo primario da perseguire al fine di migliorare lo stato di salute del cittadino utente. Un corso di aggiornamento teorico-pratico che migliori la conoscenza del MMG sull’appropriatezza dei percorsi diagnostici e terapeutici nella malattia venosa cronica è pertanto essenziale per migliorare lo stato di salute dei pazienti e conseguire l’ottimizzazione dei costi a carico della società e del sistema sanitario. In considerazione della notevole frequenza con cui negli studi medici si presentano pazienti che presentano una patologia venosa cronica si è scelto d’approfondire tale aspetto nell’ottica di migliorare la capacità diagnostica, clinica e terapeutica del MMG. In tal modo si intende ridurre, nel contempo, sia le consulenze specialistiche sia la prescrizione di esami inutili e/o poco appropriati. Ci si propone pertanto di mettere in grado il MMG di identificare correttamente i pazienti che presentino sintomi compatibili con una malattia venosa cronica e di avviare un primo approccio diagnostico per la conferma di tale diagnosi e per l’individuazione delle cause più frequenti oltre che indirizzare il MMG verso il più idoneo percorso clinico-terapeutico. Il corso avrà un approccio molto pratico che non partirà dal solito inquadramento sistematico presente nei trattati ma dai sintomi del paziente. Verranno quindi discussi in prima istanza i sintomi che devono sollevare nel medico il sospetto di una malattia venosa cronica e la modalità e circostanze della loro insorgenza. Verranno poi discussi i principali esami da richiedere per accertare l’origine della malattia venosa cronica e valutare il grado di gravità e le conseguenti principali opzioni terapeutiche mediche e chirurgiche. Alla fine di questo inquadramento teorico, verranno visitati alcuni pazienti emblematici, precedentemente selezionati con i quali verrà effettuato il tipico percorso diagnostico-clinico dalla anamnesi all’esame obiettivo. La parte pratica consta nell’esame obiettivo tramite utilizzo di manovre semeiologiche e un test non invasivo con un Pletismografo a luce riflessa, per il controllo del Tempo di Riempimento Venoso, atti a evidenziare e valutare la MVC e il suo stadio di avanzamento nei pazienti selezionati con patologia venosa. Tale test viene eseguito e spiegato prima dal tutor e poi, eventualmente, fatto eseguire direttamente dai discenti. In questa fase, i MMG, oltre ad assistere alle visite specialistiche e prenderne attivamente parte eseguendo, eventualmente, le più elementari manovre semeiologiche atte a valutare il grado di malattia venosa cronica (Perthes, Trendelemburg e Swartz, ecc), hanno modo di condividere con il tutor il percorso diagnostico-terapeutico per la patologia MVC riscontrata nei pazienti. L’evento formativo coinvolge Specialisti e MMG.

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Lo specialista svolgerà prima la parte teorica, introduttiva, in cui viene inquadrata la fisiopatologia e la clinica della Malattia Venosa Cronica, il tema della diagnosi differenziale e del trattamento Evidence Based della MVC. La successiva tavola rotonda sarà un momento di confronto fra Specialista e MMG al fine di costruire un approccio condiviso al paziente con MVC definendo esattamente i compiti delle parti. Lo Specialista presenterà, poi, dei casi clinici paradigmatici, coinvolgendo attivamente i partecipanti attraverso domande e la produzione di un rapporto finale. Nell’ultima parte dell’evento, infine, lo specialista è a disposizione per la fase eminentemente pratica che si traduce nella visita specialistica di 5-6 di pazienti, afferenti all’ambulatorio, precedentemente selezionati dai MMG tramite apposito questionario. Casi clinici presentati e discussi durante la sessione CASO CLINICO n° 1 Donna 58 anni. Diabete mellito tipo II NID. Ipertensione arteriosa. Obesità. Varici reticolari di coscia sinistra. Abitudine posturale lavorativa sedentaria. Fenomeno di Raynaud A.A.S.S. Si presenta alla nostra osservazione per insorgenza da alcune settimane di cute tesa arrossata a livello del terzo inferiore di gamba con sintomi soggettivi di tipo “puntorio” nella zona interessata. Refrattaria alla terapia antibiotica. Non febbre. OBIETTIVITA’ CLINICA Segni di infiammazione sub acuta e presenza di varici. Dopo aver sottoposto la paziente a un Eco Color Doppler si decide di sottoporre la paziente a una terapia combinata: scleromousse della perforante + compressione + terapia medica con flebotropi CASO CLINICO n° 2 Uomo di 67 anni. Ipertensione arteriosa. Obesità. Recente ictus cerebri (6 mesi fa). Trombosi venosa profonda arto inferiore sx 20 anni fa. Si presenta alla nostra osservazione per ulcera malleolare interna sx insorta da alcuni mesi. Non migliorata con trattamenti topici (fitostimoline, connettivina, creme antibiotiche e collageno). OBIETTIVITA’ CLINICA Ulcera a margini rilevati e facilmente sanguinanti, fondo fibrinoso, estesa lipodermatosclerosi a “manicotto” del terzo inferiore della gamba, edema consensuale. Dopo aver fatto la diagnosi si opta per un approccio combinato in cui è fondamentale la sinergia tra terapia medica con flebotropi, compressione elastica con un gambaletto di 2° classe e la detersione dell’ulcera con l’uso di medicazioni avanzate CASO CLINICO n° 3 R,.T,. donna di 58 anni, commerciante, 66 Kg., alta1,64 m., fumatrice, 3 gravidanze a termine. ANAMNESI FAMILIARE: Padre deceduto a 77 aa. per tumore del polmone. Madre deceduta a 87 aa. per complicanze polmonari in corso di Ictus Cerebri. ANAMNESI REMOTA: Comuni esantemi infantili, appendicectomia 21 aa. ANAMNESI PATOLOGICA PROSSIMA: da circa 3 anni soffre di gambe pesanti che peggiorano con la stazione eretta e nella stagione calda. ESAME OBIETTIVO LOCALE: Ispezione. Varici dell’arto inferiore sx con localizzazione al polpaccio e al 1/3 inferiore e medio di gamba, microvarici in regione perimalleolare . non ipercheratosi, modesto incremento della pigmentazione cutanea; Palpazione: Non Edema improntabile, nessun aumento di consistenza del derma e ipoderma. Esame Ecocolor doppler: Reflusso safeno-femorale sx con segno di Valsalva positivo, il reflusso si estende alla safena di coscia (diametri safenici : a 2 cm dalla cross:11 mm, al terzo medio: 8,4 mm e al terzo inferiore: 8,7 mm), con varici di gamba al suo terzo medio e terzo inferiore. Diagnosi Clinica: Varici essenziali nel territorio della Safena interna sx. Indicazione terapeutica: dopo aver fatto la diagnosi si decide che la paziente è di sicuro interesse chirurgico e/o endovascolare (CEAP:2).

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CASO CLINICO n° 4 G.N. uomo di 57 anni, commerciante, 86 Kg., alto1,74 m., fumatore. ANAMNESI FAMILIARE: Padre deceduto a 67 aa. per malattia cardiovascolare non ben definita. Madre deceduta a 77 aa. per complicanze polmonari in corso di Ictus Cerebri. ANAMNESI REMOTA: Comuni esantemi infantili, appendicetomia 17 aa., tonsillectomia a 18 aa. Incidente stradale 10 anni fa con grave trauma di bacino. ANAMNESI PATOLOGICA PROSSIMA: da circa 3 anni soffre di gambe gonfie e pesanti che peggiorano nella stagione calda. ESAME OBIETTIVO LOCALE: Ispezione: edemi degli arti particolarmente evidenti in regione malleolare bilaterale e al 1/3 inferiore e medio di gamba. Microvarici in regione perimalleolare bilateralmente. Varici nel territorio safenico bilateralmente Ipercheratosi con modesto incremento della pigmentazione cutanea; Palpazione: edema improntabile fino al 1/3 medio di gamba, maggiormente accentuato nel comparto interno di gamba e perimalleolare. Aumento di consistenza del derma e ipoderma. RIASSUNTO CLINICO:

• Trauma maggiore • Edema degli arti inferiori • (Bilaterale) • Modesti disturbi trofici • Iperpigmentazione

Il ‘paziente è stato sottoposto a ecocolor doppler che ha evidenziato: A DX: Incontinenza della cross safeno femorale e safeno poplitea: presenza di perforante incontinente del gruppo di Cockett, reflusso femorale profondo che di estende fino al distretto popliteo –tibiale. A SX: Incontinenza safeno popliteo , reflusso breve da incontinenza del perforante di Cockett, di perforante perimalleolare, reflusso venoso profondo. Dopo aver fatto un eco color doppler si opta per un programma terapeutico combinato:

• Terapia con bioflavonoidi • Compressivo (anche attraverso bendaggio) • Trattamento dei reflussi superficiali e delle varici (scleroterapia o chirurgia ablativa

superficiale o tecniche endovascolari) CASO CLINICO n° 5 Donna di 28 anni, 60 Kg., 1,68 di altezza, imprenditrice, fumatrice ( 8-10 sigarette al giorno), 1 gravidanza a termine, 2 aborti spontanei. In terapia con anticoncezionali orali da 6 anni, svolge attività fisica in modo discontinuo, stitica. Padre e madre viventi, quest’ultima affetta da MVC con varici. ANAMNESI: da circa 3 anni, durante il periodo primaverile e estivo soffre di senso di pesantezza agli arti inferiori, parestesie e sensazione di gambe gonfie. ESAME OBIETTIVO LOCALE: Ispezione: microvarici localizzate alla faccia esterna di coscia e gamba, bilateralmente con varici reticolari, nodularità diffuse alla coscia. Palpazione: Non edemi improntabili, nessun aumento della consistenza del derma e del sottocute degli arti inferiori, cute a “buccia d’arancia” localizzata alla regione trocanterica e sottoglutea. Esame Ecodoppler: Non reflussi patologici a carico degli assi safenici o del circolo venoso profondo.

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DIAGNOSI CLINICA: Microvarici in corso di malattia venosa cronica (CEAP: 1) con cellulite consensuale ( PEF allo stadio 2) che necessita di trattamento scleroterapico associato al trattamento della cellulite. Una volta presentata la storia clinica del paziente, il caso clinico si sviluppa con una serie di domande (quali approfondimenti clinici, quale ipotesi diagnostica, quale trattamento adottare etc) le cui risposte sono caratterizzate da elevati livelli di complessità e criticità decisionale. L’obiettivo didattico è quello di suscitare consapevolezza nei discenti di un percorso di analisi e diagnosi più in linea possibile con il quadro clinico del singolo paziente, facendo loro acquisire strumenti valutativi efficaci e performanti. In particolare in tutti i casi clinici si arriverà alla conclusione che il trattamento più idoneo non è mai uno solo ma una combinazione di più trattamenti diversi.

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PROGRAMMA SCIENTIFICO

09.00-09.45 Fisiopatologia, diagnosi clinica e strumentale della MVC ANDREA GIORGIO SCIOLLA

Relazione su tema preordinato

09.45-10.30 Trattamento Evidence Based della MVC ANDREA GIORGIO SCIOLLA

Relazione su tema preordinato

10.30-11.00 Presa in carico del paziente con MVC: chi fa cosa? ANDREA GIORGIO SCIOLLA

Tavola rotonda con dibattito tra esperti

11.00-12.00 Analisi e discussione di casi clinici ANDREA GIORGIO SCIOLLA

Lavoro a piccoli gruppi su problemi e casi clinici con produzione di rapporto finale

13.00-16.00 La visita flebologica: approccio clinico e strumentale ANDREA GIORGIO SCIOLLA

Esecuzione diretta di tutti i partecipanti di attività pratiche o teoriche. Spazio dedicato alla visita specialistica dei pazienti selezionati tramite apposito questionario e analisi dei risultati.

16.00-16.30 Test di verifica dell’apprendimento ANDREA GIORGIO SCIOLLA

Verifica con questionario

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C.V. RESPONSABILI SCIENTIFICI E RELATORI

VINCENZO GASBARRO Professore associato. Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale – U.O. di Chirurgia Vascolare. Università degli Studi di Ferrara

F O R M A T O E U R O P E O P E R I L C U R R I C U L U M

V I T A E

INFORMAZIONI PERSONALI

Nome VINCENZO GASBARRO Indirizzo VIA DEL GORGO 85 – 44124 FERRARA Telefono 0532258696

Fax 0532237582 E-mail [email protected]

Nazionalità italiana

Data e luogo di nascita 21 AGOSTO 1956 CASTEL DI SANGRO (AQ)

ESPERIENZA LAVORATIVA

• Date (da – a) Da gennaio 1983 al 31 dicembre 1988 assistente chirurgo presso la Casa di Cura Dailti di Ferrara. Dal 2 gennaio 1989 al 1 luglio 1989 e successivamente ha ricoperto il ruolo di Funzionario tecnico (VIII° livello) dal 2 luglio 1989 al 31 gennaio 1996. Ricercatore universitario per il gruppo delle discipline F08 presso il Dipartimento di Scienze Biomediche e Terapie Avanzate, dal 1 febbraio 1996. Professore Associato in Chirurgia Generale presso l’Università degli Studi di Ferrara dal gennaio 2007 con presa di servizio 1.2.07 presso il Dipartimento di Scienze Chirurgiche, Anestesiologiche e Radiologiche dell’Università degli Studi di Ferrara. Dal 1 novembre 2012 si è trasferito nel settore disciplinare Med 22 – Chirurgia Vascolare

• Nome e indirizzo del datore di lavoro Università degli Studi di Ferrara - via Savonarola 9 44100 Ferrara • Tipo di azienda o settore Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale

• Tipo di impiego Professore Associato confermato Med 22 • Principali mansioni e responsabilità Docente di Chirurgia Vascolare e Vice Direttore dell’U.O. di

Studio

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Chirurgia Vascolare ed Endovascolare dell’Azienda Ospedaliera Universitaria S. Anna di Ferrara Modulo di Alta Specializzazione in Terapie Endovascolari Periferiche

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

• Date (da – a) Dall’ottobre 1975 al Novembre 1881 Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia

• Nome e tipo di istituto di istruzione o formazione

Laurea in Medicina e Chirurgia presso L’Università degli Studi di Ferrara

• Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio

Chirirgia Generale Chirurgia Vascolare

• Qualifica conseguita Specializzazione in Chirurgia Generale presso L’Università degli Studi di Ferrara Specializzazione in Chirurgia Vascolare presso L’Università degli Studi di Ferrara

• Livello nella classificazione nazionale (se pertinente)

CAPACITÀ E COMPETENZE

PERSONALI Acquisite nel corso della vita e della

carriera ma non necessariamente riconosciute da certificati e diplomi

ufficiali.

PRIMA LINGUA Italiano

ALTRE LINGUE

Francese - Inglese • Capacità di lettura Buono

• Capacità di scrittura discreto • Capacità di espressione orale sufficiente

CAPACITÀ E COMPETENZE

RELAZIONALI Vivere e lavorare con altre persone, in

ambiente multiculturale, occupando posti in cui la comunicazione è importante e in situazioni in cui è essenziale lavorare in

squadra (ad es. cultura e sport), ecc.

Coordinatore Nazionale della Campagna Educazionale : “ Più Salute alle Gambe” per la prevenzione e la cura delle malattie venose e linfatiche per gli anni 2008 – 2009 e 2010. Past President del Collegio Italiano di Flebologia. Dal 1 gennaio 2009 al 14 febbraio 2011 ha ricoperto il ruolo di Presidente della Società Italiana di Flebolinfologia.

CAPACITÀ E COMPETENZE

ORGANIZZATIVE Ad es. coordinamento e amministrazione di persone, progetti, bilanci; sul posto di lavoro, in attività di volontariato (ad es.

cultura e sport), a casa, ecc.

Dall’agosto 2009 ricopre l’incarico di Direttore del Dipartimento di Studi Biomedici presso l’Università degli Studi di San Marino con ruolo di coordinatore del Dipartimento.

CAPACITÀ E COMPETENZE

TECNICHE Con computer, attrezzature specifiche,

macchinari, ecc.

Collaboratore permanente del Centro di Ricerca Universitario MATHEMATICS FOR TECHNOLOGY e successivamente del Centro di Ricerca MAT TECH MED dell’Università degli Studi di Ferrara. Fondatore del Centro Interuniversitario di Flebolinfologia ( CIFL), centro di ricerca e alta formazione in ambito flebolinfologico tra varie università italiane.

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PATENTE O PATENTI B FE2277323A

ALLEGATI

Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti

falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali,

secondo quanto previsto dalla Legge 196/03.

Ferrara , 24 gennaio 2014 NOME E COGNOME (FIRMA)

_______________________________________ Vincenzo Gasbarro

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GIORGIO CARLO MONTI

Medico di Medicina Generale. Area Cardiovascolare SIMG, Fondazione per la ricerca SIMG. Animatore di formazione

F O R M A T O E U R O P E O P E R I L C U R R I C U L U M

V I T A E

INFORMAZIONI PERSONALI

Nome MONTI GIORGIO CARLO Indirizzo Via Lamarmora 3 Telefono 0383 367307

Fax 0383 214460 Cell 335 244724

E-mail [email protected]

Nazionalità Italiana

Data di nascita 24 settembre 1954

ESPERIENZA LAVORATIVA

• Date (da – a) Dal 1980 al 1985 • Nome e indirizzo del datore di lavoro Policlinico S.Matteo di Pavia

• Tipo di azienda o settore Patologia Chirurgica II

• Tipo di impiego Attività di internato e tirocinio ospedaliero • Principali mansioni e responsabilità

• Date (da – a) Dal 1982

• Nome e indirizzo del datore di lavoro • Tipo di azienda o settore

• Tipo di impiego Medico di Medicina Generale convenzionato con il SSN • Principali mansioni e responsabilità

• Date (da – a) Dal 1990

• Nome e indirizzo del datore di lavoro • Tipo di azienda o settore

• Tipo di impiego Docente ai Corsi di Formazione Permanente per la Medicina Generale,

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Docente ai Seminari di Formazione Specifica per la Medicina Generale, Tutor di Medicina Generale

• Principali mansioni e responsabilità

• Date (da – a) Dal 1990 al 1993 • Nome e indirizzo del datore di lavoro

• Tipo di azienda o settore Scuola Lombarda per Animatori di Formazione e Ricercatori in Medicina Generale

• Tipo di impiego Attività di docenza presso la Scuola Lombarda per Animatori di Formazione e Ricercatori in Medicina Generale.

• Principali mansioni e responsabilità

• Date (da – a) Dal 2000 al 2002 • Nome e indirizzo del datore di lavoro DAMS, Scuola di pubblica amministrazione con sede a Lucca.

• Tipo di azienda o settore • Tipo di impiego Docente corsi formativi per amministratori pubblici

• Principali mansioni e responsabilità

• Date (da – a) Dal 2001 ad oggi • Nome e indirizzo del datore di lavoro IReF-SDS

• Tipo di azienda o settore • Tipo di impiego Attività di docenza in Farmacoeconomia al Corso di Formazione

Manageriale per Dirigenti di Struttura Complessa dell’area di Sanità Pubblica organizzato dall’IREF e dall’Università di Brescia.

• Principali mansioni e responsabilità

• Date (da – a) Anni accademici 2002/2003, 2003/2004, 2004-2005 e 2005-2006 e 2006-2007

• Nome e indirizzo del datore di lavoro Università degli Studi di Pavia • Tipo di azienda o settore

• Tipo di impiego Professore a contratto nel Corso Professionalizzante in Medicina Generale presso Università degli Studi Pavia

• Principali mansioni e responsabilità

• Date (da – a) Dal 2004 • Nome e indirizzo del datore di lavoro SDA Bocconi di Milano

• Tipo di azienda o settore • Tipo di impiego Attività di docenza al Master di Management Sanitario della

• Date (da – a) Dal 2003 al 2005

• Nome e indirizzo del datore di lavoro Agenzia dei Servizi Sanitari Regionali di Roma • Tipo di azienda o settore

• Tipo di impiego Membro gruppo di lavoro per la definizione di linee guida

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• Date (da – a) Dal 1998 al 2006 • Nome e indirizzo del datore di lavoro Health Search, Istituto di ricerca della Società Italiana di Medicina

Generale • Tipo di impiego Presidente

• Date (da – a) Dal 2009

• Nome e indirizzo del datore di lavoro Fondazione del ricerca in Medicina Generale Simg • Tipo di azienda o settore

• Tipo di impiego Vicepresidente

ISTRUZIONE E FORMAZIONE

• Date (da – a) • Nome e tipo di istituto di istruzione

o formazione 1973 Maturità Scientifica

1980 Laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Pavia 1986 Specializzazione in Chirurgia Generale presso l’Università di Pavia

• Principali materie / abilità professionali oggetto dello studio

• Qualifica conseguita Medico Chirurgo – Specialista in Chirurgia Generale • Livello nella classificazione

nazionale (se pertinente)

CAPACITÀ E COMPETENZE

PERSONALI Acquisite nel corso della vita e della

carriera ma non necessariamente riconosciute da certificati e diplomi

ufficiali.

PRIMA LINGUA Inglese

• Capacità di lettura Buona

• Capacità di scrittura Buona • Capacità di espressione orale Buona

ALTRE LINGUE Francese

CAPACITÀ E COMPETENZE

RELAZIONALI Vivere e lavorare con altre persone, in

ambiente multiculturale, occupando posti in cui la comunicazione è importante e in situazioni in cui è essenziale lavorare in

squadra (ad es. cultura e sport), ecc.

CAPACITÀ E COMPETENZE

ORGANIZZATIVE Ad es. coordinamento e amministrazione di persone, progetti, bilanci; sul posto di lavoro, in attività di volontariato (ad es.

cultura e sport), a casa, ecc.

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CAPACITÀ E COMPETENZE

TECNICHE Con computer, attrezzature specifiche,

macchinari, ecc.

CAPACITÀ E COMPETENZE

ARTISTICHE Musica, scrittura, disegno ecc.

ALTRE CAPACITÀ E COMPETENZE

Competenze non precedentemente indicate.

PATENTE O PATENTI

ULTERIORI INFORMAZIONI

ALLEGATI

Il sottoscritto è a conoscenza che, ai sensi dell’art. 26 della legge 15/68, le dichiarazioni mendaci, la falsità negli atti e l’uso di atti

falsi sono puniti ai sensi del codice penale e delle leggi speciali. Inoltre, il sottoscritto autorizza al trattamento dei dati personali,

secondo quanto previsto dalla Legge 675/96 del 31 dicembre 1996.

Voghera, 24 gennaio 2014 NOME E COGNOME (FIRMA)

Giorgio Carlo Monti

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ANDREA GIORGIO SCIOLLA

CURRICULUM VITAE Andrea Giorgio Sciolla Tel. 335 / 6076410 e.mail: [email protected] Res. Bastia M.vì - Loc. Ferreri 1 - 12060 DATI ANAGRAFICI Nato a Mondovì (Cuneo) il 1° Giugno 1960 Stato civile: celibe Servizio Militare: assolto (vedi esperienze professionali) TITOLI DI STUDIO 1978: Diploma di Maturità Classica presso il Liceo Ginnasio Statale "G. Parini" di Milano. 1985: Laurea in Medicina e Chirurgia con votazione 110/110 e lode presso l'Università degli Studi di Milano. 1991: Diploma di Specializzazione in Chirurgia Vascolare II° (Dir. prof. U. Ruberti) con votazione 70/70 e lode.

ESPERIENZE PROFESSIONALI 1985: abilitazione all'esercizio professionale ed iscrizione all'Ordine dei Medici di Milano quindi di Cuneo. 1985/86: Ufficiale di Complemento I° Nomina Corpo Sanitario Aeronautico c/o Comando I° Regione Aerea. 1986/97: in organico presso la Divisione di Chirurgia Vascolare (Dir. prof. D.G. Tealdi) dell'Ospedale Clinicizzato S. Donato - Centro E. Malan (Dir. prof. U. Ruberti) - Università degli Studi di Milano. 1991/97: titolare di Specialistica di Angiologia e Chirurgia Vascolare presso la Mutua Volontaria Artigiani di Milano. 1991/97: supplente ed incaricato di Angiologia presso l'Azienda USL 38 (già USSL 75/III) di Milano. Dal 14/5/1997 al 31/5/2000: Dirigente I° livello di ruolo C/O Divisione di Chirurgia Vascolare - Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle di Cuneo con, dal Marzo 1998, incarico dirigenziale di Gestione delle Sale Operatorie e dal Marzo 1999 Componente del Comitato Direttivo del Dipartimento di Malattie Cardiovascolari.

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Dal 1° Giugno 2000 Titolare a tempo indeterminato di Specialistica Ambulatoriale - Branca Angiologia presso l'ASL CN1 (già 17- ASL 15 - ASL 16) - Regione Piemonte. Da tale periodo l'attività di chirurgo vascolare viene svolta in regime libero-professionale presso Strutture Accreditate piemontesi e lombarde e presso gli Ospedali Pubblici S. Bernardino di Ceva e l'Ospedale di Fossano. ATTIVITA' DIDATTICA E CHIRURGICA Partecipazione, anche come docente, ad oltre 70 Congressi, Convegni e Corsi di aggiornamento nazionali ed internazionali con circa 50 lavori pubblicati su Riviste scientifiche accreditate. Presente in équipe chirurgica in circa 4.500 interventi ha eseguito, in qualità di I° operatore, circa 1800 interventi (aorta, vasi arteriosi iliaci, femorali e distali, TSA, sistema venoso, FAV per emodialisi

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ABSTRACT

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FISIOPATOLOGIA, DIAGNOSI CLINICA E STRUMENTALE DELLA MVC

Prof. Vincenzo Gasbarro Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale

Università degli Studi di Ferrara La Malattia Venosa Cronica (MVC) è conseguente ad uno scompenso cronico del funzionamento del sistema venoso periferico degli arti inferiori. La MVC tuttavia non riguarda unicamente le vene (pervietà, modificazioni parietali e valvolari), ma anche ogni causa che alteri il ritorno venoso (pompa muscolare del piede, polpaccio e coscia, alterazioni della motilità articolare e del tessuto connettivo). Si possono distinguere un’insufficienza del sistema venoso superficiale, del sistema venoso profondo, o di entrambi. La chiave di volta delle manifestazioni soggettive e obbiettive della MVC è rappresentata dall’ipertensione venosa localizzata o diffusa con ripercussioni emodinamiche sulla macro e microcircolazione; l’edema ne costituisce una della manifestazione caratteristiche, sia sul piano fisiopatologico che clinico. II processo patologico all’’origine della MVC, acquisita o congenita (angiodisplasie; insufficienza valvolare o agenesia), può comportare quadri funzionali o organici; questi ultimi di gran lunga più frequenti oltre che severi. La MVC appare una condizione clinica assai rilevante sia dal punto di vista epidemiologico sia per le importanti ripercussioni socio-economiche che ne derivano. La prevalenza attuale dell’IVC a carico degli arti inferiori è del 10-50% nella popolazione adulta maschile e 50-55% in quella femminile. La malattia varicosa è presente, clinicamente manifesta, nel 10- 33% elle donne e nel 10-20% dei maschi adulti.

La MVC colpisce prevalentemente il sesso femminile fino alla 5’ – 6’ decade, successivamente non si notano significative differenze fra i sessi. Globalmente gli studi epidemiologici evidenziano un rapporto uomo/donna di 1: 2-3.

È ampiamente riconosciuto che alcune occupazione, particolarmente quelle che obbligano ad un prolungato ortostatismo, si associano con maggiore prevalenza di varici anche se una tale correlazione è estremamente difficile da dimostrare sul piano statistico. Si è esaminata l’incidenza di varici in soggetti occupati in varie professione, particolarmente in lavoratori dell’industria

Da 1 a 5 gravidanze comportano un’incidenza di malattia varicosa del 11-42% con progressione lineare con l’aumento dei parti. La correlazione è ancora più evidente se la donna è già affetta da disturbi venosi. Persone in sovrappeso, specie se di sesso femminile e abitanti in aree civilizzate soffrono maggiormente di IVC e di malattia varicosa rispetto a soggetti di peso normale, dal 25 ad oltre 70% (in entrambi i sessi) contro il 16-45%.

Nel Febbraio 1994 una commissione internazionale dell’American Venous Forum ha messo a punto un Consensus Document per la classificazione e la stadiazione della IVC chiamata classificazione CEAP basata sulle manifestazioni cliniche (C), sui fattori eziologici (E), la distribuzione anatomica (A), le condizioni fisiopatologiche (P). Lo scopo fu quello di fornire una classificazione obiettiva ed esauriente che potesse essere utilizzata in tutto il mondo fornendo una descrizione della patologia venosa riproducibile in tutte le istituzioni.(dando inoltre in questo modo la possibilità di studi futuri inter-istituzionali). Successivamente per gli sviluppi nel campo della flebologia sono state pubblicate modifiche di questa classificazione. È stata presa in considerazione la severità e ridefiniti i termini delle manifestazioni cliniche, "C", essenziali per un corretto e uniforme linguaggio “flebologico”. Gli elementi della classificazione sono la condizione clinica, l’eziologia della disfunzione venosa, la distribuzione anatomica e i meccanismi patofisiologici del reflusso, dell’ostruzione o di entrambi. Questa classificazione considera la causa della patologia venosa, il suo meccanismo patogenetico per lo sviluppo del reflusso, dell’ostruzione o di entrambi e la distribuzione della patologia in segmenti universalmente accordati delle vene.

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TRATTAMENTO EVIDENCE BASED DELLA MVC Prof. Vincenzo Gasbarro

Dipartimento di Morfologia, Chirurgia e Medicina Sperimentale Università degli Studi di Ferrara

Negli ultimi 10-15 anni è stato completamente rivisto il ruolo dell’emodinamica del sistema venoso superficiale e profondo e l’incontinenza della cross safeno-femorale rappresenta un punto centrale nella discussione che oggi si fa nel mondo scientifico. La spinta data dagli studi di Franceschi hanno “costretto” a riflettere sui meccanismi di sviluppo della malattia varicosa e l’aver stabilito dei modelli emodinamici diversi ci hanno permesso di classificare classi di pazienti omogenei con valutazioni cliniche decisamente più vicine alla realtà. Su questa scorta sono nati interventi definiti emodinamici , come la CHIVA 1 e 2 e approcci meno aggressivi come i trattamenti endovascolari e le crossectomie selettive in corso di stripping . Sia l’uso delle radiofrequenze che dei laser si sono dimostrati efficaci, tant’è che nelle casistiche internazionali viene riportato un 7% di recidive strumentale con un 93% di obliterazioni a 2 anni della vena grande safena, che rappresenta un risultato di notevole importanza clinica se paragonato a quelle di altre metodiche, quale ad esempio la scleroterapia ecoguidata. Tuttavia la preservazione delle vene tributarie alla crosse safeno femorale risulta tuttora controverso. Pittalunga e coll. osservarono risultati prognostici incoraggianti con basse percentuali di recidive a 5 anni dall’intervento chirurgico, preservando queste vene durante la crossectomia selettiva. Si è visto infatti che la preservazione della confluenza safeno femorale durante l’ablazione chirurgica della vena grande safena fornisce alcuni benefici poiché il drenaggio fisiologico della regione inguinale viene preservato riducendo inoltre la possibilità di neovascolarizzazione della stessa crosse . Oggi quindi vi è un grande interesse nell’affrontare l’argomento controverso della preservazione di questi vasi collaterali dal punto di vista emodinamico creando dei modelli che possano avvicinarsi quanto più possibile alle situazioni cliniche e anatomiche più frequenti. Recenti progressi tecnologici forniscono grandi quantità di informazioni relative alla geometria vascolare che insieme alle disponibili metodiche sofisticate di simulazioni tridimensionali possono essere utilizzati per costruire modelli personalizzati da paziente a paziente, idonei a prevedere l’evoluzione della malattia e l’esito dell’eventuale correzione emodinamica. La ricostruzione in maniera deterministica e quantitativa le condizioni di flusso fisiologiche e patologiche per ogni paziente e ci permetterà di realizzare quindi modelli emodinamici paziente-specifici per prevedere, attraverso tali simulazioni numeriche, l’effetto di diverse soluzioni terapeutiche chirurgiche o endovascolari. Stud

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Letto e approvato.

Il Legale Rappresentante dell'Organizzatore.

Dott. Ing. Massimo Cazzaniga

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