QUADERNO DI CAMPO N. 1 IL CINGHIALE · mondo agricolo, quello rappresentato dall'animale...

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® IL CINGHIALE status, distribuzione e gestione QUADERNO DI CAMPO N. 1

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IL CINGHIALEstatus, distribuzione e gestione

QUADERNO DI CAMPO N. 1

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Coordinamento e testi

Collaborazioni relative alla raccolta dati edelaborazione cartografica

Foto

Revisione

Progetto grafico

Anna Grazia Frassanito°

Luciana Zollo°Rocco Sorino*Serena Scorrano*Lorenzo Gaudiano*Giuseppe Corriero*

Anna Grazia Frassanito°Luciana Zollo°

Enrico Di Tommaso°Marco Cannone°Luciana Zollo°

Altamedia - www.altamedianet.net

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*

Parco Nazionale dell’Alta Murgia,Servizio Tecnico Ufficio Conservazione

Università degli Studi di Bari,Dipartimento di Biologia Animale ed Ambientale

© Copyright - Parco Nazionale dell’Alta MurgiaÈ vietata la riproduzione anche parziale di testi eimmaginiInformazioniParco Nazionale dell’Alta MurgiaVia Firenze n. 10 – 70024 - Gravina in Puglia (BA)tel.: +39 080 3262268 fax: +39 080 [email protected] www.parcoaltamurgia.it-

A cura del

Parco Nazionale dell’Alta MurgiaServizio Tecnico Ufficio Conservazione

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IL CINGHIALEstatus, distribuzione e gestione

nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia

INDICE

Premessa - pag. 3

Generalità - 3

Obiettivi - 3

Azioni - 4

Discussione dei risultati - 16

Linee di intervento e strumenti di gestione - 16

Bibliografia - 18

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Seminari di formazione - 4

Stima dell’abbondanza di popolazione - 6

Stima della densità e della popolazione mediante il metodo della battuta - 8

Valutazione dell’impatto del cinghiale sul territorio - 9

Distribuzione reale e potenziale del cinghiale ed individuazione delle criticità - 14

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QUADERNO DI CAMPO N. 1

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PREMESSA

GENERALITÀ

L'si colloca all'interno

delle iniziative intraprese dall'Ente finalizzate aduna gestione sostenibile della fauna in relazioneall'economia del territorio.Focalizzando l'attenzione sulla specie ,con questa pubblicazione si vuole creare unmomento divulgativo ed informativo rivolto a tuttigli operatori del settore affinché questa specie sitrasformi da centro di conflittualità in un primo veropunto di incontro.Lo scopo che ci proponiamo in queste pagine èesclusivamente quello di analizzare, nella manierapiù schematica possibile, la situazione attuale inriferimento al problema più sentito da parte delmondo agricolo, quello rappresentato dall'animale“nocivo” per eccellenza, il cinghiale, econseguentemente di proporre una svoltametodologica nell'intervento umano diconservazione della fauna selvatica.Una gestione oculata del cinghiale si basa sullaconoscenza delle popolazioni, che non può esseresolo quantitativa ma deve considerare anche il tipodi cinghiale presente e la struttura dellapopolazione (classi di età, sesso, etc). e ladinamica in termini sia spaziali che temporali.

Per le sorprendenti caratteristiche biologiche chelo rendono ecologicamente adattabile a qualsiasitipo di ambiente, il cinghiale è sicuramente ilmammifero che ha colonizzato diversi habitat conconseguente aumento del proprio areale didistribuzione. Come in gran parte della Penisolaanche nel Parco Nazionale dell'Alta Murgia si èregistrato, nel corso degli ultimi anni, un proliferaredi questa specie che ha raggiunto densità dipopolazione tali da entrare in conflitto con leattività agricole tradizionali. Le interazioni dellaspecie con le attività economiche, le fitocenosi e lezoocenosi naturali sono estremamente variabili

indagine conoscitiva sul Cinghiale nel ParcoNazionale dell'Alta Murgia

Sus scrofa

soprattutto in relazione al grado di complessitàdell'ecosistema: in generale maggiore è lacomplessità dell'ecosistema, meglio esso reagiscealle perturbazioni (Toso, Pedrotti L., 2001).Il forte incremento demografico del cinghiale èstato causato non solo dalle sue naturalipotenzialità di diffusione e adattamento, ma anchedall'interesse venatorio che, negli anni passati, haincoraggiato alcune amministrazioni aprogrammare ed effettuare introduzioni in moltearee del territorio italiano. Il fenomeno èdecisamente più ampio se si considerano leimmissioni realizzate in violazione delle vigentileggi. L'impatto che il cinghiale esercita sullecoltivazioni e sulle comunità naturali può esserenotevole e lo è in modo particolare quando la suadensità supera determinati valori soglia, qualiquella e quella .biologica agro-forestale

BOX 1Densità biologica

Densità agro-forestale

= soglia oltre la quale nellapopolazione appaiono segni di decadimentofisico dovuto all'elevata competizione spazialee/o alimentare intra e interspecifica.

=la densità oltre la qualesi verificano danni eccessivi e, non più tollerabili,alle coltivazioni ed alla selvicoltura.Questi due valori limite sono estremamentevariabili in funzione di una serie di parametriambientali (botanici, faunistici, geologici, ecc.) esocio-economici (rilevanza del comparto agricolo,tipologie colturali, zootecnia, turismo, ecc.).

acquisire un quadro preliminaredella consistenza reale e delladistribuzione della popolazione

Il monitoraggio del cinghiale ha riguardato ed haavuto come obiettivo principale la caratterizzazionedella popolazione in termini quantitativi attraversola realizzazione di censimenti. Inoltre, mediante le

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OBIETTIVI

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analisi delle denunce dei danni causati dallaspecie alle diverse produzioni agricole, è statopossibile individuare i fattori reali e potenziali cheinfluiscono sulla distribuzione e sull’utilizzo dellospazio, al fine di redigere uno strumento utile allapianificazione e alla gestione delle attività diprevenzione e conservazione.La realizzazione dei censimenti su transetti linearie su aree campione rappresentative delle unitàboschive ha permesso inoltre la standardizzazionedel campionamento per monitoraggi futuri.

AZIONI

L'Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia ha siglatoa settembre 2009 una convenzione di intesa con ilDipartimento di Biologia Animale ed Ambientaledell' Università di Bari per la realizzazione del pro-getto di ricerca finalizzato soprattutto al raggiun-gimento delle conoscenze sulla popolazione delcinghiale in termini demografici. In funzione delraggiungimento degli obiettivi, si è deciso diorganizzare un gruppo di lavoro costituito dalpersonale afferente al Corpo Forestale dello Stato(CTA), alla Polizia Provinciale, all'OsservatorioFaunistico Regionale, agli Ambiti Territoriali diCaccia ATC e alle Associazioni ambientaliste.Il progetto è stato sviluppato per una durata diquattro mesi, da settembre 2009 a gennaio 2010,attraverso la realizzazione delle seguenti azioni:

1. Realizzazione di seminari di formazione rivoltiai gruppi di lavoro;

2. Stima dell'abbondanza di popolazione sutransetto lineare faunistico;

3. Stima della densità di popolazione mediante ilmetodo della battuta su aree campione;

4. Valutazione dell'impatto del cinghiale sulterritorio;

5. Distribuzione reale e potenziale del cinghiale edindividuazione delle criticità;

6. Piano e azioni future indispensabili alla gestionedel cinghiale (Linee di intervento).

SEMINARI DI FORMAZIONE

Tecniche di studio applicate al monitoraggiofaunistico:

Seguendo il processo logico-decisionale indicatodalle Linee Guida per la gestione del cinghialenelle aree protette del Ministero (Toso & Pedrotti,2001), si è posta l'esigenza di scegliere ilpersonale che ha successivamente svolto leoperazioni di campo mirate alla definizione dellastima di abbondanza e densità.Dal punto di vista tecnico, più che la personalitàgiuridica di coloro che operano, è stato importanteconsiderare la loro preparazione specifica ed il lorolivello di professionalità, fermo restando che laprogrammazione ed il controllo della correttaesecuzione dello studio in campo è stato compitoesclusivo dell'Ente Parco.E' risultato indispensabile coinvolgere CorpoForestale dello Stato che opera nel territorio delParco Nazionale dell'Alta Murgia, gli AmbitiTerritoriali di Caccia, l'Osservatorio FaunisticoRegionale, la Polizia Provinciale di Bari e Barlettae le Associazioni Ambientaliste in tre seminariinformativi riguardo l'adozione e applicazione delprotocollo di ricerca e la scelta delle aree diindagine.Gli incontri si sono articolati attorno al seguenteprogramma:

criteri di scelta delle aree campione,tecniche di campionamento delle specie, metodidi censimento, metodi di studio per analisi di usoe selezione dell'habitat.

il

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Foto 1. Seminari di formazione

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Foto 2. Pascolo arborato in prossimità del Pulo di Altamura

Biologia e gestione del cinghiale: cenni dibiologia ed ecologia della specie, metodi dimonitoraggio e censimento, sistemi e metodi diprevenzione dei danni alle colture agro-forestali.

Protocollo di ricerca: analisi del protocollo diricerca per il monitoraggio del cinghiale,organizzazione delle attività e suddivisione tra icollaboratori delle aree campione di studio.

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Figura 1. Distribuzione dei fogli catastali in cui si è registrata la presenza del cinghiale attraverso le denunce a seguito di dannicausati alle colture

BOX 2

Transetto lineare

Indice Chilometrico di abbondanza (IKA)

metodo di stima numerica applicato sia per l'osservazione diretta di animali sia per i lorosegni di presenza che consiste in percorsi più o meno rettilinei lungo i quali vengono contati gli animali.

: rapporto tra il numero degli animali osservati e la distanzain chilometri percorsa. Tale indice, se ottenuto con la stessa metodologia, nelle stesse condizionimeteorologiche ma in periodi diversi, permette di ricostruire in termini spaziali e temporali unandamento della popolazione animale oggetto di studio.

STIMA DELL'ABBONDANZA DI POPOLAZIONE

La stima dell'abbondanza della popolazione dicinghiale è stata effettuata mediante l'utilizzo di

faunistici. I transetti lineari sonostati individuati in base alla presenza di tracceindirette e all'analisi delle denunce dei danni alle

transetti lineari

colture attribuiti al cinghiale nel periodo 2006-2009(Fig. 1). Nell'area Parco quindi, sono stati definiti escelti 16 transetti per una lunghezza totale di 82Km (Fig.2), dai quali è stato ricavato l'indicechilometrico di abbondanza (IKA).

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Figura 2: Distribuzione dei transetti effettuati per i campionamenti faunistici

Sui 16 transetti percorsi sono stati contattati intotale 27 individui di cinghiale di cui 1 sul transetton°5 (15.12.09), 2 sul transetto n°10 (27.11.09), 2sul transetto n°11 (11.12.09) e un branco di 22individui contattato nel settore di Senarico(transetto n°3) il giorno 04.12.2009 (Tabella 5).L'IKA più elevato è stato registrato sul transetto n°3(IKA=2,75) e sul transetto n°11 (IKA=2) in localitàMasseria De Angelis (Tabella 1). Nei rimanenti 10transetti non è stato ottenuto alcun contatto visivo.Rapportando il numero di contatti (N=27) sui chilo-metri totali percorsi si è ottenuto un IKA, riferito atutto il territorio del Parco quindi, pari a 0,33.

Tabella 1.Transetti, numero di individui, lunghezza dei transetti e IKA

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STIMA DELLA DENSITÀ E DELLA POPOLAZIONEMEDIANTE IL METODO DELLA BATTUTA

Per la stima della densità del cinghiale si sonoscelte 4 aree boschive campione, rappresentativedelle classi vegetazionali presenti nel Parco e in 2aree campione di approfondimento (Tabella 2; Fig.3), individuate sulla base del rinvenimento di segnidi presenza (impronte, insogli, ecc.).

Figura 3. Distribuzione delle aree di battuta utilizzate per la stima di densità di popolazione

Foto 3. Striati di cinghiale

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Il metodo della battuta ha permesso, a differenzadegli indici di abbondanza, di ottenere stime didensità e di popolazione. I dati ottenuti sono statiestrapolati per l'intera area di studio in quanto iconteggi sono stati completi, all'interno di superficicampione note e rappresentative.

In termini di densità e di popolazione quindi, ilcinghiale raggiunge nell'area Parco una densitàpari a 2,2 capi/100 ha con una popolazione di 242capi (Tab. 2).

VALUTAZIONE DELL’IMPATTO DEL CINGHIALESUL TERRITORIO

Le aree protette svolgono, soprattutto durante iperiodi di caccia un ruolo di rifugio per il cinghiale,causando forti squilibri, per poi ridistribuirsi sulterritorio nel rimanente periodo dell'anno: effetto“serbatoio”. Tale effetto viene anche definito “effettospugna” e può verificarsi durante l'arco di ventiquat-tro ore. Infatti, i cinghiali passano le ore di luce alriposo e soprattutto al sicuro nelle aree “spugna” efuoriescono durante la notte recandosi alla ricerca dicibo nelle aree limitrofe. La forte pressione venato-ria, ad oggi non quantificabile considerata la bassaattendibilità dei dati posseduti, si traduce in unfattore di disturbo, mantenendo e concentrando leattività degli animali all'interno dell'Area Protetta conconseguente “superutilizzo” del territorio. La valuta-zione del danno all'agricoltura è strettamente legataa numerosi fattori, tra cui la naturale alternanza traanni in cui il bosco produce forti quantità di alimentie anni in cui le risorse trofiche spontanee sonoscarse. La vicinanza delle zone di rifugio rispetto allecolture, lo sviluppo del limite del bosco e la disposi-zione dei campi rispetto ai boschi, sono ulteriorifattori di rischio.

Tabella 2. Conteggio 2010: estensione delle aree di battuta,data e numero di capi avvistati, densità di popolazione perarea di battuta, percentuale di bosco censito su un totale di11.000 ha, stima di densità e di popolazione

Foto 4. Operatori durante la conta in battuta

BOX 3Conta in battuta: metodo di conta degliindividui di una specie in un’area di indagine.Gli osservatori (“poste”) si dispongono lungo ilperimetro dell’area da battere, mentre glioperatori (i “battitori”) avanzano nell’areaformando un fronte compatto e spingendo icinghiali verso le poste. Se gli animalisfondano la linea di battuta, per convenzione,

il “battitore” conta edetermina l'animale chepassa alla sua destra. Laforma dell'area campionedeve essere il più possibilerettangolare in modo taleche, la linea di battuta che simuove sul lato minore,riesca ad essere sempreallineata, riuscendo a tenerea vista gli animali.

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I dati relativi ai danni da cinghiale nel ParcoNazionale dell'Alta Murgia sono stati suddivisi inbase all'anno solare in cui il danno è statoeffettuato. Nel presente studio sono stati presi inesame i danni alle attività agro-zootecniche risarcitidall' Ente Parco. Per ogni indennizzo sono statirilevati la località, periodo, importo, superficieinvestita dai danni, coltura danneggiata.Durante l'intero periodo analizzato sono statieffettuati, da parte del cinghiale, un totale di 78eventi di danneggiamento alle colture, inparticolare, la figura 4 mostrano come il maggiornumero di danni (eventi) siano stati effettuati suimandorleti (22,8%) e sui vigneti (20,3%).

Gli eventi di danneggiamento non risultanocostanti per tutto il ciclo annuale: i picchi massimivengono raggiunti nei mesi di luglio e agosto (Fig.5) con una prevalenza di danni per i mandorleti e ivigneti, mentre per le altre tipologie sono statiriscontrati valori di eventi di danneggiamento moltobassi (Fig. 6).

Figura 4. Ripartizione percentuale degli eventidi danneggiamento per le diverse coltivazioni nel PNAMdurante il periodo 2006-‘09

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Foto 5. Danni da cinghiale a sottobosco di conifere

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Figura 5. Variazioni mensili degli eventi di danneggiamento nel PNAM per il periodo 2006-‘09

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uliveto

altro

Figura 6. Variazioni mensili degli eventi di danneggiamento per ciascuna coltura nel PNAM per il periodo 2006-‘09

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Se si considerano le denunce dei danni alle coltureregistrate per il 2009 e si raggruppano in base alletipologie boschive (latifoglie e rimboschimenti diconifere) prossime alle coltivazioni, si ottengono unnumero di eventi pari a 24 nelle aree con boschi dilatifoglie rispetto al numero di eventi registrati nelle

aree in prossimità dei rimboschimenti che sonostati pari a 4. La maggiore entità degli eventidannosi alle colture in prossimità dei boschi dilatifoglie è da attribuire alla più elevata densitàdella specie in questo habitat rispetto ai boschi diconifere (rimboschimento) (Fig. 7).

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Latifoglie Rimboschimento

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Den

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(cap

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ha)

n° eventi

densità

Figura 7. Numero di eventi di danneggiamento alle colture nel 2009 in prossimità dei boschi e densità del cinghiale stimataa gennaio 2010 nelle tipologie boschive del PNAM

Foto 6. Continuità ecologica tra seminativi e pascolo

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Figura 8. Distribuzione del numero di eventi di danneggiamento colturali per comune del PNAM

La figura 8 mostra come le aree agricole di 7comuni, i cui territori sono compresi nellaperimetrazione del Parco, risultino influenzate dallapresenza del cinghiale. Il maggior numero dicategorie coinvolte negli eventi di danneggiamentosono risultate comprese nei territori di Ruvo di

Puglia e Spinazzola (Fig. 13). Nel comune di Ruvodi Puglia i danni maggiori sono stati registrati alleproduzioni di mandorle e uva seguite dallaproduzione di olive, viceversa a Spinazzola siregistrano danni più consistenti alle coltivazionicerealicole e di leguminose.

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Foto 7. Esempio di continuità ecologica tra seminativi e boschi di conifere

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Tabella 3.Risultati dell’Analisi di FunzioneDiscriminante tra fogli catastalidi presenza e di assenza delcinghiale nel PNAM

DISTRIBUZIONE REALE E POTENZIALE DELCINGHIALE ED INDIVIDUAZIONE DELLECRITICITÀ

La descrizione della distribuzione reale epotenziale della specie e i fattori ambientali che lainfluenzano è stata effettuata mediante laformulazione di un modello predittivo ottenutotramite la Analisi di Funzione Discriminante (AFD),confrontando le variabili di uso del suolo

individuate tra i fogli catastali dove è stataaccertata la presenza della specie (30 fogli) equelli totali di assenza dell'area di studio (379fogli). Le variabili che entrano nel modello inmaniera positiva e con un peso maggiore neldiscriminare la presenza del cinghiale, sulla basedei coefficienti standardizzati della AFD, sono statein ordine di importanza: boschi di latifoglie, oliveti eseminativi (Tabella 3).

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Foto 8. Bosco di latifoglie. Habitat trofico d’elezione del cinghiale

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Figura 9. Modello di vocazionalità per il cinghiale secondo la AFD

Il modello discriminante ha classificato l'intera areadi studio secondo un valore predittivo suddiviso in4 classi di probabilità di riscontare in ciascun fogliole variabili di uso del suolo che condizionanopositivamente la presenza del cinghiale e diconseguenza la probabilità che si verifichino eventidi danneggiamento di diversa entità. La classe di

probabilità 75-100, dove è massima la probabilitàche la specie occupi l'area; la classe di probabilità50–75, dove la probabilità che la specie occupil'area è superiore al 50%. Le altre due classi (25-50 e 0-25) descrivono secondo il modello unaminore vocazionalità ambientale per il cinghiale(Fig. 9).

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DISCUSSIONE DEI RISULTATI

La ricognizione a livello qualitativo sul “fenomenocinghiale” ricavata dai contatti con i portatori diinteresse nel territorio del Parco, nonché i datiquali-quantitativi sui danni alle coltivazioni e lerelative elaborazioni trovano in questa sezione unasintesi dalla quale trarre indicazioni perl'elaborazione di una strategia gestionale.Le premesse circa la complessità territoriale delParco e i suggerimenti ricavati dalle fontibibliografiche e la validazione attraverso l'analisidelle istanze di risarcimento del periodo 2006-2009, confermano come la specieinteragisca in maniera notevole con gli ecosisteminaturali e le attività antropiche. In virtù di talecomplessità si rende necessario intraprendere unprocesso gestionale innovativo che non vada asovrapporsi alle procedure vigenti, ma si integricon esse, faccia emergere e affronti le prioritàlegate alla presenza del suide.La presenza del cinghiale nel Parco Nazionaledell'Alta Murgia è da attribuire, con moltaprobabilità, sia a fenomeni legati all'immigrazionedi individui dalla vicina Basilicata che ad opera diazioni di ripopolamento per scopi venatori effettuatidall'ATC della Provincia di Bari negli anni 2000,2001 e 2002, riconducibili a circa 180 capi totali.La situazione attuale della popolazione di cinghialenel Parco Nazionale dell'Alta Murgia, in termini didensità, ottenuta grazie all'espletamento dicensimenti completi per aree campione effettuatinel gennaio 2010, è stata pari a 2,2 capi/100 ha,con una popolazione stimata di 242 individui.Inoltre, considerando la densità media ottenuta daivalori di densità stimati per ciascuna delle 4 areecampione, risultata pari a 3,6 capi/100 ha (e.s. =1,7; intervalli di confidenza IC 95% = 0,25-6,85)con una popolazione media di 391 capi (e.s. = 373;IC 95% = 25-756), in riferimento agli intervalli diconfidenza IC 95%, la popolazione complessivanel territorio forestale del PNAM potrebbe esserecostituita al massimo da 756 individui. Tuttavia vaconsiderato che le stime di densità media ottenute,

Sus scrofa

presentando degli IC 95% molto ampi e quindi unvalore dell'errore standard (e.s.) elevato,andrebbero rivisti e migliorati in futuro attraversoun aumento delle unità di campionamento.Inoltre, il suide ha una distribuzione puntiformeall'interno del comprensorio del Parco, limitata apochi settori, occupando una superficie pari al13,3% dell'intera area protetta. L'occupazione eutilizzo dello spazio, così come i parametri didensità di popolazione, sembrano essereinfluenzati dalla presenza di determinati fattorilegati all'uso del suolo, quali i boschi di latifoglie,gli oliveti e i seminativi.I boschi di latifoglie sembrano rappresentarehabitat idonei per la specie, come siti di rifugio(covi) e di alimentazione per la presenza dighiande, tuberi, funghi e invertebrati; gli ulivetisono utilizzati come habitat arborei se in continuitàcon i boschi naturali di latifoglie e offrono alimentoin assenza di cibo spontaneo.I seminativi sono utilizzati dalla specie per glispostamenti tra le aree di rifugio e quelle dialimentazione, oltre ad essere utilizzati per laricerca di arvicole o per alimentarsi di sementi.In conclusione, dai risultati ottenuti dall'analisi delladensità di popolazione e dall'entità dei danni allecolture agricole, possiamo ritenere molto lontanal'idea di intraprendere azioni legateall'abbattimento o alla cattura/traslocazione degliindividui (adozione di piani di abbattimento).

LINEE DI INTERVENTO E STRUMENTI DIGESTIONE

Sulla base di quanto evidenziato in questa prima epreliminare attività di ricerca, si rende necessarioperseguire una strategia di gestione a medio elungo termine della popolazione di cinghiali, basatasu interventi diretti alla conservazione della specie,là dove essa trova una sua collocazionenell'ecosistema, ed alla riduzione dell'impattonegativo, della stessa specie, sul sistema naturalee produttivo.

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Si propone una strategia gestionale articolata nelleseguenti misure:

zonizzazione del territorio, individuando le areecritiche di diffusione del cinghiale, dove permotivi socio-economici, ecologici, la speciepotrebbe essere contenuta se superadeterminati valori soglia;

acquisizione periodica (annuale) dei parametridescrittivi lo status della specie (consistenza,densità, distribuzione) al fine di stabilire letendenze evolutive della popolazione dicinghiali, attraverso i metodi già applicati inquesta prima fase di studio;

conoscenza dell'ecologia del cinghiale nell'areadel Parco Nazionale dell'Alta Murgia, inparticolare attività di ricerca sull'uso e sullaselezione degli habitat in termini stagionali, suipattern di attività giornalieri, sull'entità dei gruppifamiliari e rispettivi home-range e sulle aree dialimentazione e rifugio attraverso la catturadegli esemplari di suide;

azioni di prevenzione dei danni all'agricolturacon la predisposizione di mezzi meccanici, reti o

Foto 9. Trullo di Mezzo. Invaso artificialeContrada

recinzioni elettriche, di indubbia efficacia seattuata nei modi e nei tempi corretti. Nel caso dicoltivazioni ad alto reddito, orticole, o poliennalia medio-alto reddito, vigneti, mandorleti èfondamentale impiantare delle recinzioniutilizzando degli accorgimenti tecnici tali darenderle invalicabili ai cinghiali. Risultaessenziale il monitoraggio dell'efficacia deisistemi di prevenzione adottati;

monitoraggio dell'evoluzione dei danni(quantificazione, prevenzione, rifusione)attraverso una raccolta sistematica con analisiquantitativa e geografica dei dati. Si ritienecruciale intervenire per migliorare le schede dirilevamento di campo in modo tale da registrareinformazioni su parametri di carattereambientale, quali l'altitudine, la distanza dalbosco, le condizioni d' irrigazione della coltura,e il punto georeferenziato del danno;

azioni di prevenzione di incidenti stradali concampagne di sensibilizzazione, miglioramentodella segnaletica stradale anche concartellonistica.

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Sus scrofa

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Un ringraziamento speciale a:

CTA del Parco del Corpo Forestale dello StatoPolizia Provinciale di Bari e di Barletta-Andria-Trani

Osservatorio Faunistico della Regione PugliaAmbito Territoriale di Caccia Provincia di Bari

Associazione LIPU di Gravina di PugliaAmici volontari e studenti dell'Università degli Studi di Bari,

Dipartimento di Biologia Animale e Ambientale

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Finito di stampare nel mese di luglio 2010da Lithos - Bari

su carta FSC Ecologica Fedrigoni 250 gr. (copertina) e 120 gr. (interno)

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a cura delParco Nazionale dell’Alta Murgia

Servizio Tecnico Ufficio Conservazione

www.parcoaltamurgia.it