Pubblicazione CTM

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2000 - 2010: CTM celebra 10 anni di attività in Libano; 10 anni di progetti che hanno convogliato risorse, fornito mezzi, coinvolto gli attori locali nella costruzione del proprio futuro; 10 anni di impegno, sforzi e soddisfazioni che abbiamo voluto rappresentare sinteticamente nel presente volume so prattutto per mezzo di fotografie, testi moni spesso più autentici di tante parole.

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work Programma di sviluppo agricolo di Kfar Matta e nel distretto di Aley

opportunityVerso l’integrazione sociale ed economica dei disabili ed il riconoscimento di pari opportunità

supportAiuto alla popolazione disabile e ai minori colpiti dagli eventi bellici nel sud del Libano

integrationSviluppo comunitario e socio-sanitario nella West Bekka attraverso la costruzione diun centro sociale a Masghara

wellnessRiabilitazione e azioni di sostegno per l’ospedale psichiatrico Al Fanar Hospital di Zahrani

childhoodRafforzamento dell’offerta di servizi sociali ed educativi a favore dei minori palestinesidei Campi profughi di Nahr el Bared e Beddawi

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2000 - 2010: CTM celebra 10 annidi attività in Libano; 10 anni di progettiche hanno convogliato risorse, fornitomezzi, coinvolto gli attori locali nellacostruzione del proprio futuro; 10 annidi impegno, sforzi e soddisfazioni cheabbiamo voluto rappresentare sinteti-camente nel presente volume so prat-tutto per mezzo di fotografie,testi moni spesso più autentici di tanteparole.Dal Centro per l’Infanzia di Nahr elBawed a quello sociale di Masghara,dall’Ospedale psichiatrico Al Fanar diZahrani alla Struttura di riabilitazionedi Nabatiyeh, le immagini rappresen-tano realtà sociali diverse accomunateperò dallo stesso elemento: la difficoltà,

in questi luoghi, nel favorire lo sviluppodelle potenzialità delle persone che viabitano e nell’attuare i loro diritti so-ciali e di cittadinanza con i quali si con-figura la vera dignità dell’uomo.Quando poi si tratta degli esseri piùfragili e vulnerabili come minori in dif-ficoltà, feriti di guerra, disabili mentalie fisici, rifugiati, il problema diventa piùgrave. Soprattutto a queste personeCTM rivolge la propria attenzione, ri-costruendo le condizioni materiali epsicologiche in grado di donare spe-ranza e voglia di vivere a chi si trovabloccato – ingiustamente – in una do-lorosa impotenza. A tale scopo CTM si muove a diversilivelli di intervento:

costruisce: ospedali, centri sociali pervari utilizzi, locali per l’assistenza agli an-ziani e per attività di fisioterapia, con-sultori per visite e cure ginecologichee supporto psicologico, centri per l’ap-prendimento ed il gioco dei bambini,come pure moderni frantoi per il ri-lancio ed il sostegno del settore olivi-colo… forma: trasferisce tecniche ecompetenze tramite corsi di forma-zione e sensibilizza l’opinione pubblicacon la promozione di una cultura deidiritti umani; tutela e accompagna:anche a progetto concluso, continua aseguire l’esito delle iniziative verifican-done la riuscita e garantendo così l’esis tenza di progetti realmente sostenibili.

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E’ la strategia in cui è racchiuso ilsenso dell’impegno CTM, mai mera-mente emergenziale, ma sempreorientato alla definizione di percorsiche possano liberare le potenzialitàdei luoghi e delle persone che vi abi-tano; un obiettivo per il quale CTMcoinvolge nella sua opera Associazionied Enti Locali, favorendo un circuitoattivo di collaborazione che vede ibeneficiari soggetti responsabili e par-tecipi nell’avviamento di processi ditrasformazione e miglioramento con-tinuo.Processi “di vita” che abbiamo potutoattuare grazie al contributo delle per-sone che hanno creduto nella nostraOrganizzazione, impiegando energia,

tempo o risorse per la realizzazionedei progetti promossi e realizzati daCTM in questi 10 anni di impegno inLibano. A tutti loro va il nostro ringrazia-mento: compresi coloro che con la fi-ducia e il sostegno economico hannofatto sì che CTM confermasse e raf-forzasse in questi anni la sua vocazionedi associazione di volontariato e coo-perazione internazionale, responsabil-mente impegnata nella tutela e nellapromozione dei diritti umani.

Enrico AzzonePresidente CTM

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“Ogni anno dovevamo spostarci negli altri paesi per lalavorazione delle olive, fino a quando nel 2002 è statocostruito il frantoio moderno realizzato con CTM”

Mohammad Khaddaj tecnico di frantoio

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Programma di sviluppo agricolodi Kfar Matta e neldistretto di Aley

Il settore olivicolo, tipico dell’economia agricola libanese, deve affrontare grandi difficoltà nelle fasidella trasformazione delle olive in olio e della commer cializzazione del prodotto finito.CTM ha ritenuto strategico rilanciare e sostenere ilsettore, colmando le carenze strutturali attraverso lacostruzione di un impianto di trasformazione delleolive e trasferendo conoscenze e buone praticheagricole agli olivicoltori.

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Risultati• La costruzione, nel villaggio di Kfar Matta, di un moderno frantoio dotato di un impianto a

ciclo continuo (a tre fasi) per la produzione di olio di oliva.• La formazione del personale locale alla gestione tecnica e alla manutenzione dell’impianto.• La conduzione di indagini di mercato per facilitare la vendita dell’olio prodotto.• La realizzazione di corsi di formazione ed aggiornamento sulle tecniche di coltivazione e cura

dell’oliveto, sui metodi di raccolta e stoccaggio delle olive, sul riutilizzo dei sottoprodotti, in particolare sanza e residui di potature per la produzione di compost.

Durata3 anni e 6 mesi [Agosto 2000 - Febbraio 2004]

CofinanziamentoCooperazione Italiana allo Sviluppo - AID 2379/CTM/LBN

Area di interventoKafar Matta e provincia di Aley

Settore di interventoAgricoltura

Controparte• Municipalità di Kafar Matta• Kafar Matta Charity Development Association

BeneficiariGli agricoltori della zona per un totale di circa 3.000 piccoli proprietari terrieri ed olivicoltori.

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Olivicoltori: tra vecchie difficolta’ e nuove sfide

Nonostante la pianta dell’ulivo sia una delle più adattabili, nella zona di Kafar Matta l’erosionedei terreni, la scarsità d’acqua e l’imprevedibilità del clima stagionale ne rendono la coltivazioneparticolarmente difficile.

Dal 1982 la chiusura dei frantoi presenti nel villaggio e i danni provocati al paese dal conflittobellico, costrinsero gli olivicoltori locali a spostarsi nelle zone limitrofe per la lavorazione delleproprie olive.

L’olivicoltura diventava così un’attività sempre meno conveniente per la popolazione locale che,a fronte dell’impegno e del tempo speso nel settore, ne ricavava ben poco per vivere.D’altra parte, la scarsa sicurezza del raccolto e la mancanza di un sostegno a lungo terminedel Ministero dell’Agricoltura, spingeva gli abitanti a cercare durante l’anno anche altri impieghiper raggiungere un reddito sufficiente per il proprio mantenimento.

Rendere i luoghi di lavorazione delle olive più accessibili è stato il primo impegno assunto daCTM che, tramite il progetto, ha realizzato un frantoio moderno. I contadini hanno seguito corsidi formazione tramite i quali sono stati aggiornati non solo sulle tecniche di produzione e lavorazione delle materie prime, ma anche sul recupero e sul riciclo sostenibile dei sottoprodotti, fino ad allora non utilizzati. Apposite indagini di mercato condotte con l’aiuto diCTM hanno facilitato gli agricoltori nella vendita dell’olio prodotto, grazie all’individuazione dei potenziali clienti.

Alcuni tecnici locali sono stati infine formati alla manutenzione del nuovo impianto, così da divenire completamente autonomi nella gestione della struttura: tra loro anche Hatem Khaddaj,Mohammad Khaddaj e Majid El Gharib, che ci raccontano come oggi, la presenza di aiuti strutturati e più in generale la riqualificazione del lavoro legato alla filiera olivicola, abbia permesso il rilancio di un’attività che si rivela più efficiente e redditizia rispetto al passato.

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“Per poter partecipare al processo decisionale bisogna esserci. Bisogna difendere i diritti dei disabilie dar loro voce, affinchè la società impari a svilupparequell’inclusione necessaria a dar loro piena dignita”

Sylvana Lakkispresidente LPHU

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Verso l’integrazione sociale ed economicadei disabili edil riconoscimento dipari opportunità

Antichi pregiudizi ostacolano l’integrazione dei disabili, o diversamente abili, nella società libanese, ene aggravano la già complessa condizione psicologicae sociale. In questa difficile situazione CTM ha ritenuto necessario muoversi su due fronti: da unparte, preparare il terreno culturale per l’inclusionedelle persone con handicap nella comunità libanese; dall’altra, sviluppare le competenze lavorative dei disabili, così da accrescere la possibilità per loro ditrovare un impiego che ne favorisca la partecipazionealla vita del Paese.

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Risultati• La ristrutturazione e l’equipaggiamento dei Centri di formazione professionale, gestiti dalla

controparte locale Lebanese Physical Handicapped Union (LPHU), nelle città di Beirut, Saida, Nabatiye, Bar Elias, Masghara e Arsal/Baalbeck.

• La creazione di una biblioteca di testi specializzati presso il Centro di formazione professionale di Beirut.

• La realizzazione di corsi di informatica e di produzione di plastici a scopi edilizi.• La conduzione di attività di sensibilizzazione sulle problematiche delle disabilità motorie e

sull’importanza dell’integrazione economica e sociale dei disabili motori.

Durata2 anni [Ottobre 2005 – Settembre 2007]

CofinanziamentoCooperazione Italiana allo Sviluppo – AID 7632/CTM/LBN

Area di interventoBeirut, Saida, Bar Elias, Nabatiye, Masghara e Arsal/Baalbeck

Settore di interventoSocio-economico

ControparteLebanese Physical Handicapped Union (LPHU)

BeneficiariI disabili motori delle zone interessate dal progetto: 200 persone, delle quali oltre il 50% donne,e le loro famiglie, circa 1000 persone (l’80% delle quali costituito da donne).

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Formazione professionale dei disabili motoriin Libano

Dall’osservazione della società libanese emerge chela mancanza di un riconoscimento pubblico delle persone disabili è dovuta anche alla carenza di opportunità che esse hanno di contribuire, economicamente, allo sviluppo della società. Inquest’ottica CTM, in sinergia con il precedente progetto, ha offerto alle persone disabili la possibilitàdi seguire dei corsi di formazione che coniugasserole doti e le predisposizioni dei singoli partecipanticon le richieste del mercato del lavoro, e che fosseroattentamente mirati ad un inserimento lavorativostabile e gratificante.

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Risultati• La ristrutturazione e l’equipaggiamento di 2 sale computer.• La realizzazione di corsi di informatica e di disegno grafico.• La conduzione di una campagna informativa per sensibilizzare l'opinione pubblica libanese

ed i principali attori politici sui benefici che l'integrazione economica e sociale dei disabili riveste per la società nel suo insieme.

Durata1 anno [Ottobre 2006 – Ottobre 2007]

CofinanziamentoRegione Puglia - nell’ambito della Legge n. 20 del 25/08/2003 “Partenariato per la cooperazione”

Area di interventoBeirut, Saida, Bar Elias, Nabatiye, Masghara e Arsal/Baalbeck

Settore di interventoSocio-economico

Controparte• Lebanese Physical Handicapped Union (LPHU)• Ufficio nazionale del collocamento libanese (sede di Beirut)

BeneficiariI disabili motori delle zone interessate dal progetto: 200 persone, delle quali oltre il 50% donne,e le loro famiglie, circa 1000 persone (l’80% delle quali costituito da donne).

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Lavoro ed autonomia: passi fondamentali per l’integrazione

In Libano la lotta per il riconoscimento e l’inclusione dei disabili è molto dura: la società libanesedeve scontare ancora forti retaggi culturali che portano all’esclusione e all’emarginazione dipersone con varie forme di disabilità. Solo nel 2000 è stata approvata una legge sulla tuteladei diritti dei disabili, che è necessario applicare in maniera adeguata.

In questo difficile contesto CTM ha deciso di collaborare con la Lebanese Physical Handi capped Union (LPHU), che rappresenta e difende i diritti dei disabili e favorisce il loroinserimento lavorativo.Ne è nato un progetto, dislocato su sei aree geografiche, che ha permesso a molti disabili motori, anche gravi, di poter frequentare corsi di formazione specifici e di poter acquisire competenze che ne hanno favorito successivamente l’ingresso nel mondo lavorativo.

I beneficiari coinvolti hanno così avuto l’opportunità di raggiungere la propria autonomia socialeed economica e di integrarsi pienamente nella società libanese: come è stato per Safira, affettada poliomelite che, dopo aver frequentato i corsi per la costruzione di modelli plastici, lavoraora per un famoso studio di architetti, o come è avvenuto per Hussein, che ha riconquistatola propria indipendenza trovando lavoro nel settore prestiti di una banca.

La presenza dei disabili nelle aziende e l’opera di sensibilizzazione svolta con LPHU ha permesso inoltre di incidere sull’opinione pubblica libanese modificando l’atteggiamento ed ilcomportamento dei cittadini nei confronti delle persone con handicap.

Il progetto, che è stato il primo che la controparte locale LPHU ha realizzato a livello nazionale,continua a fornire opportunità concrete per il futuro dei beneficiari, anche grazie all’idea di svolgere ricerche di marketing per individuare i settori con la maggiore esigenza di lavoratori,ai quali poter indirizzare gli utenti dei Centri di formazione professionale, ristrutturati ed equipaggiati grazie al progetto.

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“L'iniziativa è caratterizzata da un genuino approccio solidaristico nei confronti delle popolazioni colpite dalla guerra in Libano: in particolare, le attività si rivolgono a quelle fascedella popolazione - disabili e minori - che per loronatura spesso vengono dimenticate ed abbandonate a se stesse e quindi soffrono in maniera più intensa le tragiche conseguenze dellaguerra. La valenza del progetto viene ulteriormenterafforzata dalla tangibilità e concretezza dei risultati raggiunti: la ristrutturazione di 2 centri di fisioterapia, l'assistenza e la riabilitazione di disabilie soggetti colpiti da amputazioni e lesioni daguerra”

Motivazione Premio Ellisse 2008conferito a CTM

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Aiuto alla popolazione disabile e ai minori colpiti daglieventi bellici nel sud del Libano

A seguito del conflitto israelo-libanese dell’estate del2006, è aumentato il numero delle persone sofferentiper motivi psico-fisici nel Sud del Libano, dove piùampio è stato il trauma dei bombardamenti e delledistruzioni. In tale situazione CTM ha ritenuto indispensabile ampliare la capacità di accoglienza deicentri di fisioterapia delle città di Nabatiye e BentJbeil; le due strutture sono state inoltre equipaggiatecon nuove e più moderne attrezzature, così da migliorare le condizioni socio-sanitarie dei pazientiin cura.

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Risultati• La costruzione di un nuovo piano e completamente rinnovato ed equipaggiato il Centro di

riabilitazione e fisioterapia già esistente a Nabatiyeh.• La creazione di un nuovo Centro di riabilitazione e fisioterapia a Bent Jbeil (oggi il Centro è

stato trasferito a Tebnine).• L’acquisto di 2 pulmini per il trasporto dei beneficiari da e verso i Centri.• La presa in carico di 46 beneficiari, cui sono state impiantate 50 protesi (arti superiori ed

inferiori).• L’assistenza a 130 beneficiari disabili motori con cicli di fisioterapia, di cui 50 minori e 80 adulti

e 96 minori con sedute di ortofonesi, psicoterapia e di terapia occupazionale; è stato fornitosupporto psicologico ai disabili ed alle loro famiglie.

• La realizzazione di 9 workshop sui diritti dei disabili presso le Municipalità di Nabatiyeh e diBent Jbeil e poste in essere numerose attività di sensibilizzazione sui diritti dei disabili tra cui200 riunioni informative presso i comuni, le scuole e gli enti della Province di Nabatiyeh e BentJbeil, la pubblicazione e distribuzione delle Linee guida sui diritti dei disabili ed una comunicazione radio-televisiva sui diritti dei disabili, andata in onda nei mesi di gennaio e febbraio 2008 sulle principali radio e televisioni nazionali libanesi.

Durata12 mesi [Marzo 2007 – Aprile 2008]

CofinanziamentoCooperazione Italiana allo Sviluppo - Programma di Emergenza ROSS Fase I – AID L06-B2721

Area di interventoNabatyeh e Bent Jbeil

Settore di interventoSocio-sanitario

Controparte• Philanthropic Association for the Disabled Care (PADC) • Lebanese Physical Handicapped Union (LPHU)

BeneficiariSono stati 46 soggetti con lesioni da guerra, in particolare con amputazioni di parti anatomiche,beneficiari degli interventi di protesi, riabilitazione e psicoterapia; 130 disabili motori beneficiaridei servizi di fisioterapia e riabilitazione e 96 minori con problemi di fonazione e psicomotoribeneficiari degli interventi di ortofonesi, psicomotricità e riabilitazione.

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Da Associazione di beneficienza a Centro polivalente di servizi: nascitae sviluppo di un’iniziativa di cittadinanza attiva

Negli anni 80 nel Sud del Libano nacque un gruppo spontaneo di sostegno alle persone affetteda disabilità che offriva servizi a domicilio.Questo gruppo, prima appoggiato dalla croce Rossa e poi dal Ministero della Sanità, ha datovita alla Philantropic Association for Disable Care (PADC) che, a seguito del progetto realizzatocon CTM, ha deciso di cambiare la propria denominazione in Empowerment Association ofIndipendent Living (EAIL), con l’obiettivo primario di aiutare i disabili ad ottenere la massimaindipendenza ed integrazione nella società.

L’associazione, tuttavia, era priva di una struttura organica, svolgeva le attività sanitarie in luoghisparsi della città e solo dove riusciva ad ottenere la disponibilità di un locale e di alcune delleattrezzature necessarie.

In più, le persone che avevano bisogno di terapie e riabilitazione aumentarono con il conflittobellico del 2006, che lasciò dietro di sé molti invalidi di guerra in una situazione in cui le costosecure e l’assistenza medica non erano alla portata economica della maggior parte delle famiglie.

Il progetto di CTM ha dato vita ad un unico grande Centro, attrezzato e ben organizzato, nelquale i disabili possano avere le migliori cure ed opportunità riabilitative.Un vero e proprio punto di riferimento per quelle famiglie, alcune con più persone invalide alproprio interno che, come testimonia una madre di quattro figli portatori di handicap, eranocostrette a girare molti luoghi e numerose città per i trattamenti necessari.

Ora invece a Nabatyeh, nel Centro dell’Empowerment Association of Indipendent Living concentra in se tutti i principali servizi cui possono accedere le persone con diversi gradi dihandicap: dall’installazione di protesi artificiali alla fisioterapia, dall’educazione alla quotidianitàallo speech terapy, fino all’attività di inserimento lavorativo, rendendo meno difficoltosa la vitaper tanti pazienti e per le loro famiglie.

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“Prima che aprissero il centro di Masghara, dovevoportare mio figlio Jad ogni giorno a fare terapia aZahle, ma gli spostamenti erano troppo costosi perla nostra famiglia e non so quanto avrei potuto continuare”

Fatimamamma di Jad, 6 anni, beneficiario

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Sviluppo comunitario esocio-sanitario nellaWest Bekka attraversola costruzione di uncentro sociale a Masghara

Prima che scoppiasse la guerra civile del 1975, la cittàdi Masghara era considerata un modello di convivenza civile tra musulmani e cristiani. Per ripristinare quel forte senso di comunità e una favorevole disposizione d’animo tra persone professanti diverse religioni, CTM ha pensato alla costruzione di un Centro sociale che rivestisse unadoppia funzione: la prima, basilare, di offrire sostegnoalle fasce di popolazione più deboli come i disabili egli anziani, la seconda, non meno importante, di promuovere manifestazioni culturali e ricreative destinate all’intera popolazione, indipendentementedall’appartenenza religiosa, per il mantenimento dellapace nella comunità.

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Risultati• La costruzione e l’equipaggiamento di un Centro sociale con sale dedicate all’assistenza degli

anziani e alla riabilitazione dei disabili, con un consultorio per le donne per cure ginecologichee psicologiche.

• Il Centro dispone di sale per le manifestazioni ed eventi culturali.

Durata 8 mesi [Giugno 2008 – Aprile 2009]

CofinanziamentoCooperazione italiana allo Sviluppo - Programma di Emergenza ROSS Fase II – AID L08-B0016

Area di interventoMasghara - West Bekaa

Settore di interventoSocio-sanitario

ControparteMunicipalità di Masghara

BeneficiariLa popolazione di Mashghara e della West Bekaa; in particolare per le attività socio-sanitarie100 donne hanno beneficiato delle visite mediche e del supporto psicologico, 50 disabili motoridei servizi di fisioterapia e riabilitazione e 30 persone con amputazioni hanno ricevuto protesie relativa attività di riabilitazione.

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Il Centro sociale di Masghara: quando l’integrazione è un’arte quotidiana

Nel Centro sociale e comunitario di Masghara l’integrazione non è studiata a tavolino, è unapratica di vita quotidiana che nasce dal lavoro degli operatori e dall’entusiasmo di chi frequentala struttura.

Le storie di Masghara sono tante, raccontano di persone di diverse convinzioni religiose, chelavorano insieme spinte dal desiderio di un benessere comune; narrano anche di donne e diuomini che nel Centro hanno ritrovato il modo per uscire dall’isolamento in cui disabilità e convinzioni sociali li avevano relegati: come è successo ad Abeer Aidy, ragazza non vedente chesi occupa del coordinamento dei volontari e dell’organizzazione degli eventi e delle attività; ocome è stato per John Chalabi, un uomo che presenta grosse difficoltà nel parlare e nel muoversi il quale - ci racconta - quando non esisteva il Centro, viveva in isolamento e pensavacostantemente al modo in cui morire: oggi John frequenta le attività ricreative e pratica gliesercizi di fisioterapia, è tornato a sorridere, considera i volontari e gli altri ospiti suoi amici.

Il futuro a Masghara lo costruiscono persone che arrivano da diverse realtà ognuna con ilproprio passato.C’è chi, come Ola Ismail, vittima di un incidente d’auto, ha frequentato il Centro per la fisioterapia e poi è rimasta come volontaria, colma di gratitudine per le cure e il sostegno ricevuto; c’è Zara, infermiera claudicante, che colpisce per l’espressione luminosa e il suo sorriso coinvolgente; ci sono Mona Mohaydli, una ragazza di 17 anni ed Hassan Ammar, di 21,che donano il proprio tempo libero, la propria forza e il proprio entusiasmo per aiutare ad organizzare le numerose iniziative del Centro sociale.

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La storia di Ahmad Baz, reagire al dolore per promuovere il cambiamento

Ahmad Baz è il fondatore del gruppo di volontari di Masghara per il supporto ai disabili.La sua vita serena mutò improvvisamente nel 1993, quando un grave incidente sul lavoro lo lasciò quasi totalmente paralizzato. Fu allora costretto a trasferirsi nella capitale Beirut per le curee la fisioterapia necessarie e lì rimase due anni, lontano dalla sua famiglia.Quella difficile esperienza, e i racconti di tanti infermieri, fisioterapisti e di altri disabili, gli fecerocomprendere quanto fosse necessaria un’assistenza diffusa in maniera più capillare sul territorio. E’ così che nel 1995, insieme a Sylvana Lakkis della Lebanese Physical Handicapped Union(LPHU), Ahmad Baz riunì il primo gruppo di volontari per offrire servizi riabilitativi ed assistenzialialle persone con handicap. Solo nel 2000, con l’affitto di una piccola sala, il gruppo, prima itinerante, poté avvalersi di una sede fissa, che oggi si è trasferita negli spazi più ampii e meglioequipaggiati del nuovo Centro costruito da CTM.

A beneficiare di un così forte impegno sociale sono oggi persone come il piccolo Jad Serhal,sei anni appena, costretto a viaggiare frequentemente con la mamma Fatima per raggiungereluoghi lontani dalla sua città per la riabilitazione motoria; spostamenti che comportavano unafatica enorme per il bambino e una spesa troppo ingente per la sua famiglia. Da quando esiste il Centro sociale, Jad non solo può accedere alle terapie in maniera piùagevole e meno onerosa, ma attraverso le numerose attività ricreative può vivere un’infanziaserena e gioiosa come dovrebbe avvenire per ogni bambino della sua età.

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“Dopo i lavori di ristrutturazione tutto è diventatobello. Ci hanno ridato la vita. Prima volevamo andarcene dall’ospedale, adesso quando siamo acasa non vediamo l’ora di tornare!”

Mahabeneficiaria, da 9 anni nell’ospedale di Al Fanar

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Riabilitazione e azioni di sostegno perl’ospedale psichiatricoAl Fanar Hospital diZahrani

Il disagio mentale in Libano conduce il più delle volteall’emarginazione e ad un’esistenza priva di speranzaper il futuro. Per contrastare la perdita di visione deldomani e lo sconforto in cui cadono molti disabilimentali, CTM ritiene che sia necessario assicurareloro non solo adeguate terapie mediche, ma anchecondizioni di vita e di socializzazione dignitose: nell’ottica di CTM e della Direzione dell’Ospedalepsichiatrico Al Fanar di Zahrani, la struttura ospedaliera deve diventare “un giardino per i sogni”,tramite la cura degli spazi destinati ai pazienti e attraverso attività sociali in grado di migliorarne lostato psico-fisico e di riaccenderne la voglia di vivere.

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Risultati• La ristrutturazione dell’intero edificio, compresi impianto elettrico, idraulico e rifacimento dei

bagni.• La costruzione e l’equipaggiamento ex novo un locale dedicato alla cucina ed un locale

dedicato alla lavanderia.• L’installazione di un sistema di riscaldamento, alimentato grazie a pannelli solari.• La costruzione di due nuove serre per la produzione di ortaggi.• La promozione e la realizzazione di terapie di supporto, come l’arte terapia, per migliorare

lo stato psico-fisico e sociale dei pazienti.

Durata7 mesi [Ottobre 2009 – Aprile 2010]

CofinanziamentoCooperazione italiana allo Sviluppo - Programma di Emergenza ROSS Fase III – AID L09-C0500

Area di interventoMarwaniyeh, Zaharani

Settore di interventoServizi sanitari di base

ControparteOspedale psichiatrico Al Fanar

BeneficiariI pazienti con disabilità mentale assistiti presso la struttura ospedaliera (251 persone di cui 210uomini e 41 donne) ed i 34 componenti dello staff medico dell’ospedale.

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Cura dei luoghi e attenzione per le persone nell’Ospedale psichiatrico diAl Fanar

In Libano non è prevista una assistenza sociale adeguata per le persone affette da disabilitàmentale, le famiglie sono lasciate sole a se stesse e le cure costose rischiano di escludere unnumero elevatissimo di persone dal necessario supporto medico.

Il progetto di CTM ha voluto potenziare il sostegno ai disabili mentali con beneficio sia dei pazienti che delle loro famiglie, che oggi possono condurre i propri cari in un Centro attrezzatoe qualificato capace di restituire loro la dignità e la speranza di una vita migliore.

Tramite il risanamento delle condizioni igieniche della struttura, sono stati restituiti agli ospitispazi rimodernati e confortevoli: un elemento importante non solo per i pazienti, ma ancheper gli operatori e gli infermieri che lavorano nell’ospedale, che possono prestare il loro servizioin una struttura pulita e funzionante.

Attività psico-sociali, come l’arte terapia o la cura dell’orto, hanno poi contribuito a riaccenderel’entusiasmo dei disabili mentali, che oggi vivono l’Ospedale non solo come un posto dove ricevere cure sanitarie, ma anche come un luogo di socializzazione e svago. Lo si capisce dalleloro parole: oggi l’Ospedale - sostiene Any, una paziente - è anche un posto gradevole dovepoter vivere e un luogo dove stare bene e, quando si sta bene, viene voglia di cantare.

Un posto dove ora è bello rimanere, sostiene Maha, una donna ospitata da nove anni nelCentro, che descrive con semplicità i cambiamenti avvenuti, affermando che adesso che lastruttura è rinnovata, oggi che può partecipare a diverse attività e sentirsi impegnata… in quelgiardino sono tornati i fiori.

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“Quando dopo la fine della guerra siamo tornati aNahr el Bared, abbiamo trovato la nostra casa competamente distrutta. Rafah è voluta subito andare al Centro per l’infanzia per cercare i suoi disegni. Tutto era stato bruciato e mia figlia michiese: “perche’ ci hanno fatto questo?”

Sawsan Wahibe mamma di Rafah 8 anni - beneficiaria del Centro

per l’Infanzia della GKCF di Nahr el Bared

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Rafforzamento dell’offerta di servizi sociali ed educativi a favore deiminori palestinesi deiCampi profughi di Nahr el Bared e Beddawi

Durante il conflitto bellico dell’estate del 2007, fuseriamente danneggiata la struttura del Centro perl’infanzia di Nahr el Bared: i bambini rimasero prividi luoghi per le attività ludiche e sociali, così essenziali per la crescita di adulti equilibrati e sereni. Per riconsegnare il futuro ai più piccoli, è necessarioin primo luogo restituire loro l’infanzia: per questoCTM ha ricostruito, insieme con la Ghassan KanafaniCultural Foundation (GKCF), la struttura del Centroper l’infanzia, rendendo nuovamente possibile losvolgimento di attività didattiche e ricreative per iminori palestinesi, dai 3 ai 12 anni, abitanti nei Campiprofughi di Nahr el Bared e Beddawi.

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Risultati• La ristrutturazione e l’equipaggiamento del Centro per l’infanzia di Nahr el Bared e la

ricostruzione dell’area giochi del Centro per l’infanzia di Beddawi.• L’ideazione e la conduzione di corsi di formazione ed aggiornamento per educatori e per il

personale del Centro, con un’attenzione mirata agli aspetti psicologici del trauma subito daibambini durante la guerra.

• L’elaborazione e la realizzazione di attività formative e ludiche per i bambini, in particolarecorsi di informatica, fotografia, educazione tecnica e musicale e l’organizzazione di diverse attività teatrali.

Durata3 anni [Dicembre 2009-Dicembre 2012]

CofinanziamentoCooperazione Italiana allo Sviluppo – AID 9176/CTM/LBN

Area di interventoCampi profughi palestinesi di Nahr el Bared e Beddawi, provincia di Tripoli

Settore di interventoPsico-sociale

ControparteGhassan Kanafani Cultural Foundation

BeneficiariI 567 minori, ospiti dei 2 Centri per l’infanzia di Nahr el Bared e Beddawi, le 18 educatrici edi 6 psicologi e assitenti sociali che operano nei Centri.

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Oltre le macerie: bambine e bambini in un’oasi di serenità

Chi si recasse nei campi profughi di Nahr el Bared e Baddawi, e si fermasse a parlare con lepersone che vi abitano, ascolterebbe racconti molto simili tra loro: storie di persone che hannofaticato per costruire un ambiente sano in cui i propri figli potessero crescere e sviluppare armoniosamente la propria personalità.

Whalid e Sawsan Auad, ad esempio, ci rivelano di aver atteso cinque anni prima di sposarsiproprio perché ci fossero tutte le condizioni necessarie - una casa, un lavoro - per la crescitafelice dei loro figli: le due bambine Seba e Rafah, oggi di 9 anni e 8 anni, e il piccolo Ayhelm, di4 anni.

Ma la guerra del 2007 sconvolse la loro vita come quella di tante altre famiglie, che furono costrette ad abbandonare la casa di Nahr el Bared. Beddawi, Haikonie, poi ancora Beddawi: Whalid, Sawsan e i loro figli dovettero fuggire e cercarerifugio in diverse città. Quando, terminato il conflitto, poterono finalmente tornare a Nahr el Bared, trovarono la propria abitazione completamente distrutta. Anche l’asilo, la scuola e il centro giochi non esistevano più. Tutti gli sforzi e i sacrifici che Whalid e Sawsan avevano compiuto per realizzareil proprio sogno erano stati totalmente vanificati dalla guerra.

I bambini, ricordano i coniugi Auad, erano i più colpiti, indifesi davanti a tanta violenza, inermidi fronte alla perdita dei loro punti di riferimento - gli amici, la scuola o l’asilo. Domandavanodi continuo dove fossero i giocattoli che possedevano prima della fuga; i genitori raccontanodi aver cercato anche tra le macerie pur di ritrovare qualche oggetto familiare che potesse donare loro un po’ di serenità, ma senza risultati.

Oggi, ci dicono Whalid e Sawsan, nel campo profughi palestinese di Nahr el Bared esiste almeno un luogo dove i loro figli possono dimenticare tanta sofferenza: è il Centro per l’infanziadella GKCF, che colma le mancanze lasciate dalla guerra e dona ai più piccoli un posto per essere sereni e felici.

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Foto: Dario Gambino

Progetto grafico: Boris Contreras

Editing: Francesca Bellini / Riccardo Camilleri

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