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PROVERBI SULL’OSPITALITÀ Dall’Italia: A chi ha lardo e pane, non mancano ospiti. Casa che ospita, divorata o denigrata. Casa ospitale, caccia fuori il suo padrone. Cattivo quell’ospite che caccia di casa il padrone. Chi ama l’ospite, invita anche il suo cane. Chi dà spesa, non dia disagio. Chi va ospite in casa di poverelli, porti con sé cibo o quattrinelli. Come tratterai l’ospite in casa tua, sarai trattato in casa altrui. Cucina piena non teme ospiti improvvisi. Intrattieni l’ospite, ma senza trattenerlo. L’ospite e il pesce in tre giorni puzza (proverbio toscano). Ospite raro, ospite caro. Dalla Germania: Seltner Gast ist stets wilkommen. (L’ospite raro è sempre benvenuto). Marco MITI E LEGGENDE SULL’OSPITALITÀ FAVOLA AFRICANA L’AMICIZIA RICHIEDE RECIPROCITÀ: LA TARTARUGA E L’AQUILA La tartaruga e l’aquila non possono incontrarsi spesso: una passa il suo tempo tra le nuvole e l’altra sulla terra. Ma quando l’aquila capì che cara compagna poteva essere la tartaruga, venne a cercarla nella sua tana. La famiglia della tartaruga fu molto contenta della sua compagnia e l’aquila mangiò così bene che tornò varie volte: ogni volta che andava via rideva. - Ah, ah! Posso godermi l’ospitalità della tartaruga sulla terra, ma lei non potrà mai raggiungere il mio nido in cima agli alberi! Ben presto le frequenti visite dell’aquila, il suo egoismo e la sua ingratitudine furono sulla bocca di tutti gli animali della foresta. L’aquila e il rospo non andavano d’accordo, perché spesso l’aquila mangiava rospi. Il rospo chiamò la tartaruga. - Amica tartaruga, offrimi da mangiare e io ti aprirò gli occhi. Dopo aver mangiato, il rospo disse: - Amica mia, l’aquila si sta approfittando della tua gentilezza, dopo ogni visita vola via ridendo e dicendo: - Ah, ah! Posso godermi l’ospitalità della tartaruga sulla terra ma lei non potrà mai godersi la mia, perché il mio nido è in cima all’albero. La prossima volta che l’aquila ti visiterà, dille: -Dammi una zucca, e manderò del cibo anche a tua moglie e ai tuoi piccoli. L’aquila portò una zucca, si divertì e mentre partiva disse: -Tornerò dopo per il regalo per mia moglie. L’aquila volava ridendo tra sé e sé come al solito. - Ah, ah! Ho gustato il cibo della tartaruga, ma lei non verrà mai a gustar il mio!

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PROVERBI SULL’OSPITALITÀ

Dall’Italia:

• A chi ha lardo e pane, non mancano ospiti. • Casa che ospita, divorata o denigrata. • Casa ospitale, caccia fuori il suo padrone. • Cattivo quell’ospite che caccia di casa il padrone. • Chi ama l’ospite, invita anche il suo cane. • Chi dà spesa, non dia disagio. • Chi va ospite in casa di poverelli, porti con sé cibo o quattrinelli. • Come tratterai l’ospite in casa tua, sarai trattato in casa altrui. • Cucina piena non teme ospiti improvvisi. • Intrattieni l’ospite, ma senza trattenerlo. • L’ospite e il pesce in tre giorni puzza (proverbio toscano). • Ospite raro, ospite caro.

Dalla Germania:

• Seltner Gast ist stets wilkommen. (L’ospite raro è sempre benvenuto).

Marco

MITI E LEGGENDE SULL’OSPITALITÀ

FAVOLA AFRICANA

L’AMICIZIA RICHIEDE RECIPROCITÀ: LA TARTARUGA E L’AQUILA La tartaruga e l’aquila non possono incontrarsi spesso: una passa il suo tempo tra le nuvole e l’altra sulla terra. Ma quando l’aquila capì che cara compagna poteva essere la tartaruga, venne a cercarla nella sua tana. La famiglia della tartaruga fu molto contenta della sua compagnia e l’aquila mangiò così bene che tornò varie volte: ogni volta che andava via rideva. - Ah, ah! Posso godermi l’ospitalità della tartaruga sulla terra, ma lei non potrà mai

raggiungere il mio nido in cima agli alberi! Ben presto le frequenti visite dell’aquila, il suo egoismo e la sua ingratitudine furono sulla bocca di tutti gli animali della foresta. L’aquila e il rospo non andavano d’accordo, perché spesso l’aquila mangiava rospi. Il rospo chiamò la tartaruga. - Amica tartaruga, offrimi da mangiare e io ti aprirò gli occhi. Dopo aver mangiato, il rospo disse: - Amica mia, l’aquila si sta approfittando della tua gentilezza, dopo ogni visita vola via ridendo e dicendo: - Ah, ah! Posso godermi l’ospitalità della tartaruga sulla terra ma lei non potrà mai godersi la mia, perché il mio nido è in cima all’albero. La prossima volta che l’aquila ti visiterà, dille: -Dammi una zucca, e manderò del cibo anche a tua moglie e ai tuoi piccoli. L’aquila portò una zucca, si divertì e mentre partiva disse: -Tornerò dopo per il regalo per mia moglie. L’aquila volava ridendo tra sé e sé come al solito. - Ah, ah! Ho gustato il cibo della tartaruga, ma lei non verrà mai a gustar il mio!

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Il rospo arrivò e disse: -Ora, tartaruga, mettiti dentro la zucca. Tua moglie ti coprirà con del cibo e l’aquila ti porterà a casa sua sopra gli alberi. Poco dopo l’aquila tornò. La moglie della tartaruga le disse: - Mio marito non c’è, ma ha lasciato questa zucca piena di cibo per la tua famiglia. L’aquila volò via con la zucca, senza sospettare che la tartaruga era lì dentro. La tartaruga poteva sentire tutto quello che diceva: - Ah, ah! Ho gustato il cibo della tartaruga, ma lei non potrà mai visitare il mio nido per gustare il mio. Quando la zucca fu svuotata nel nido dell’aquila, la tartaruga uscì fuori e disse: - Amica aquila, hai visitato la mia casa così tante volte che ho pensato sarebbe stato

carino godere della tua ospitalità. L’aquila era furiosa: - Ti spacco la faccia! Ma riuscì soltanto ad urtare il suo becco contro il guscio della tartaruga. - Ho visto che tipo di amicizia mi offri- disse la tartaruga,-e visto questo, portami a

casa, perché la nostra amicizia è finita. - Tornatene tu a casa, gridò l’aquila, ti butterò a terra! La tartaruga morse una delle

zampe dell’aquila. - Lascia andare la mia gamba – protestò l’aquila. - Sarò contenta di farlo a casa –disse la tartaruga- e strinse ancora di più la zampa

dell’aquila. L’aquila volava alta tra le nuvole con la velocità di una freccia. Piegò la zampa, la girò ed avvitò, ma non c’era verso. Non poteva liberarsi dalla tartaruga. L’aquila portò la tartaruga a casa e mentre volava via la tartaruga disse: - L’amicizia richiede parità. Io ti accolgo e tu mi accogli. Dato che hai deciso di non

fare così, ridendo di me per la mia ospitalità, non sono più tua amica.

Matteo e Giovanni

CULTURA CLASSICA IL MITO DI FILEMONE E BAUCI: LA METAMORFOSI DEGLI OSPITI CARI A ZEUS

(in Ovidio, Metamorfosi, VIII)

La storia narra di come Zeus, accompagnato da Ermes, decise di scendere sulla Terra per vedere in che modo si comportavano gli uomini. Dopo essersi travestiti da pellegrini, gli dei si recarono in Frigia, passando di porta in porta a chiedere ospitalità: ovunque vennero scacciati, fuorché in un caso. Infatti, sopraggiunti di fronte a una misera capanna coperta di canne, abitata da due anziani coniugi - Filemone e Bauci – fin dalla loro giovinezza, gli dei ottennero un diverso trattamento, rispettoso delle leggi dell’ospitalità. In quell’umile dimora furono accolti; vennero loro offerti cibo e un letto semplice e comodo; venne riattizzato il fuoco, offerto del vino. A un tratto accadde un fatto strano: la brocca di vino sembrava riempirsi magicamente. Filemone e Bauci rimasero molto turbati e, timorosi, chiesero perdono agli dei per non essere stati dei buoni ospiti. Erano così afflitti, da essere pronti a sacrificare per i pellegrini l’unica ricchezza rimasta: un’oca. A quel punto Zeus ed Ermes svelarono la loro vera natura e premiarono i due anziani per la loro calda ospitalità, mentre punirono tutti gli altri abitanti della Frigia con un’inondazione senza precedenti. Mentre il villaggio veniva sommerso dall’acqua, la vecchia capanna si trasformò in un tempio. Gli dei chiesero se i due anziani avessero qualche desiderio ed essi scelsero di diventare sacerdoti di quel tempio e di morire insieme, nello stesso istante.

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Così avvenne. Quando Filemone e Bauci furono colti dalla morte, furono trasformati in due frondosi alberi (la quercia e il tiglio), che, con i loro rami contorti e intrecciati, ornano i gradini del tempio.

Giorgia

LICAONE L’ANTROPOFAGO: LA METAMORFOSI DI UN OSPITE SACRILEGO. Accadde un tempo che Licaone, re dell’Arcadia, avesse compiuto atti vergognosi, tra cui quello di uccidere i viandanti e di mangiarli. Zeus, travestito da pellegrino, si recò in Arcadia, dove venne riconosciuto dalla popolazione. Licaone, allora, pensando che fosse un impostore, lo invitò nella sua casa e gli fece servire carne umana. Zeus si infuriò e, per punizione, trasformò Licaone in un lupo e uccise i suoi cinquanta figli con un fulmine.

Giorgia IN CASA DEL NEMICO: PRIAMO NELLA TENDA DI ACHILLE (Iliade, XXIV) La xenìa è un atteggiamento che, per i Greci, rientra nella sfera religiosa: l’ospite è infatti protetto da Zeus, come i poveri e i mendicanti. Episodi di ospitalità sono frequenti nei poemi omerici e seguono una ritualità: l’ospite attende sulla soglia, finché viene invitato a entrare e a sedere a tavola. La sua identità non è rilevante. Alla fine viene congedato con doni di vario genere: manufatti di bronzo e d’oro e indumenti. I diritti di ospitalità sono ereditari. Paride, con il rapimento di Elena, offende il suo ospite Menelao di Sparta due volte: perché seduce la donna di un altro e perché viola il vincolo di ospitalità, tradendo la fiducia del padrone di casa. Nel libro XXIV, nella conclusione del poema, Priamo giunge, senza farsi vedere, alla tenda di Achille, nel campo nemico, per chiedere la restituzione del cadavere del figlio Ettore. Priamo viene accolto e invitato a sedere. Ha con sé dei doni per Achille e dei teli per avvolgere il corpo di Ettore. I nemici siedono insieme al banchetto. Questo l’invito di Achille al vecchio re: “Ma via, ora siedi sul seggio e i dolori lasciamoli dentro nell’animo, per quanto afflitti: nessun guadagno si trova nel gelido pianto”. Anche in guerra, dunque, tra nemici, va rispettato il codice d’onore.

Lavoro collettivo I DOVERI DI OSPITALITÀ RISPETTATI: ULISSE NELL’ISOLA DEI FEACI-L’INCONTRO CON NAUSICAA (Odissea, VI) Sulla spiaggia Nausicaa gioca a palla con le ancelle. A un certo punto la palla devia la direzione in un gorgo profondo. Le fanciulle gridano e Odisseo, naufrago, si sveglia. Alzandosi pensa: “Presso quali uomini sono capitato? Sono violenti, privi di legge, selvaggi, oppure sono ospitali e temono gli dei?” Di fronte a Nausicaa è indeciso se pregare la vergine abbracciandole le ginocchia o piuttosto da lontano, con parole pacate e astute, chiedendole di indicargli il paese e di dargli una veste per coprirsi.

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Alla fine decide di pregarla con dolci parole da lontano, per non turbarla. Nausicaa onorerà i suoi doveri di ospite, accogliendo lo straniero in pace nel suo regno.

Matteo

I DOVERI DI OSPITALITÀ VIOLATI: NELLA DIMORA DEL CICLOPE (Odissea, IX) Durante il viaggio di ritorno da Troia, Ulisse e i suoi uomini avvistarono un'isola all'orizzonte. Dato che aveva tanto verde, pensarono di poter trovare acqua e capre per le provviste, così decisero di scendere a terra: "Voglio vedere se le genti che abitano questo luogo sono ospitali, onorano gli dei e rispettano le leggi" disse Ulisse. Decise anche di prendere un dono da offrire: del buon vino donato da Marone, il sacerdote di Apollo. Poi Ulisse e i compagni scorsero una grotta e decisero di entrarci per vedere se ci abitava qualcuno. La grotta era deserta e i soldati poterono guardarsi intorno con tutta calma: c'erano agnelli e capretti chiusi Nei recinti, formaggi sistemati in ordine ad asciugare e vasi colmi di latte e siero. Un compagno propose: "Prendiamoci del formaggio, qualche agnello e scappiamo". Ulisse però non volle ascoltarlo: "No, voglio conoscere il proprietario di questa strana dimora!" E così restarono ad aspettare. Poco dopo sentirono dei passi: "Sta arrivando il nostro ospite!" mormorò Ulisse. Però i passi incominciarono a diventare sempre più forti fino a trasformarsi in un tonfo sordo. Allora lui propose di nascondersi e si ammassarono tutti sul fondo della grotta. Un essere enorme entrò, reggendo tra le mani un enorme fascina di legno. La scaraventò a terra, provocando un terribile boato, poi sospinse dentro gli animali che tornavano dal pascolo. Infine si chinò, afferrò un enorme masso e lo sistemò all'ingresso, sbarrando l'entrata. Quando riuscì a vederlo, Ulisse trasalì: il mostro aveva un unico grande occhio al centro della fronte ed era gigantesco: "Un ciclope! Uno dei terribili figli di Poseidone!" disse un compagno spaventato. Quando si chinò per accendere il fuoco, il mostro li notò: "Chi siete stranieri? Da dove venite?" “Siamo Achei e stiamo tornando da Troia; chiediamo umilmente la tua ospitalità come si conviene a chi onora Zeus e le sue leggi.” "Il ciclope scoppiò a ridere sguaiatamente: "Sei uno sciocco, straniero, se credi che io, Polifemo, figlio di Poseidone, onori Zeus! Ma dimmi piuttosto, come ti chiami?" :"Nessuno! Il mio nome è Nessuno!” rispose Ulisse: "Bene, Nessuno," disse il ciclope "Ti farò un dono! Ti mangerò per ultimo!". "Anch'io voglio farti un dono" rispose Ulisse :"E’ un vino squisito che ho portato apposta con me da molto lontano!" Polifemo accettò e bevve tutta la coppa che Ulisse gli aveva offerto: "E’ buonissimo! Dammene ancora!" Dopo tre coppe il mostro incominciò a sentirsi confuso, poi si addormentò, crollando con un tonfo fragoroso. Allora Ulisse prese un albero d'olivo, lo bruciò sulla punta e, con l'aiuto dei suoi uomini, lo cacciò dritto nell'occhio del ciclope. Il ciclope si rizzò e urlò dal dolore. Gli Achei fuggirono terrorizzati, nascondendosi dove potevano. A un certo punto Ulisse bisbigliò: "Nascondetevi sotto ai montoni, così domani mattina, quando li porterà al pascolo saremo liberi." Infatti la mattina dopo Polifemo aprì l'ingresso e fece uscire i montoni per il pascolo. Gli Achei, appena fuori dalla grotta fuggirono veloci, tornarono alle navi, sganciando gli ormeggi e abbandonando quell'isola.

Marco  

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CULTURA NORDICA ODINO E IL GIGANTE Il gigante Hrungir si trovava ad Asgard dopo una corsa contro Odino e, pur essendo nemico giurato degli Asgardiani, venne invitato a partecipare al ricco banchetto. Avendo bevuto troppo vino, cominciò però a vantarsi di come avrebbe catturato e distrutto Asgard con l’aiuto dei suoi fratelli giganti. Gli Asgardiani lo lasciarono dire e fare, perché sapevano che le sue parole erano il frutto delle libagioni. Però, proprio in quel momento, ritornò Thor che, ascoltando le parole del gigante, si infuriò e lo prese per il mantello per colpirlo. Gli altri dei non potevano permettere che Thor colpisse il gigante, perché avrebbe violato i sacri vincoli dell’ospitalità. Così Thor non potè aggredirlo, ma lo sfidò e lo uccise in un duello tre giorni dopo.

Giorgia DALLA BIBBIA SARA, ABRAMO E I VIANDANTI (Genesi) In seguito, un giorno, Abramo vide davanti alla sua tenda tre uomini e li invitò a riposarsi. Diede loro dell’acqua per lavarsi i piedi e Sara preparò delle focacce e del vitello da mangiare. Essi si riposarono e mangiarono. Al momento di andare via, assicurarono che Sara, l’anno successivo, avrebbe avuto un figlio. Sara, all’udire queste parole si mise a ridere, perché era troppo vecchia per avere un bambino. Allora i viandanti risposero dicendo che niente è impossibile a Dio.

Giovanni TRADIZIONE POPOLARE ITALIANA LA LEGGENDA DELL’ACQUA COTTA C’era una volta un viandante che non aveva molto con sé. Viveva di espedienti e, per continuare il suo viaggio, spesso si affidava alla Provvidenza. Un giorno si fermò vicino a una casupola, in cui dimorava un’anziana signora. Vedendolo stanco e affamato, la donna gli offrì ospitalità, malgrado il fuoco fosse spento e la dispensa vuota. Lui, che aveva notato le condizioni di estrema povertà della padrona di casa, grato per quel gesto, ebbe un’ispirazione. Si recò presso un fiume lì vicino e prese un sasso, lo lisciò con cura e lo portò dentro quella misera casa. Il fuoco tutto a un tratto si accese. L’acqua cominciò a bollire e, a ogni sua richiesta, il sasso lucente procurava gli ingredienti necessari per preparare una minestra calda e nutriente.

Antonio

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CARO AMICO, TI INVITO ...

BIGLIETTI MULTILINGUI PER ACCOGLIERE ED ESSERE ACCOLTI

CON ... PIACERE!

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TUTTI A CASA DI ALESSIA ... A OPICINA (TRIESTE)

Cara Virgi, Son Alessia. Volevo chiederte se gavevi voia de venirme a trovar. A casa non ce se stanca mai de divertirse e de zogar e xe sempre qualcosa de far. Inoltre de inverno, dato che ho el ping-pong, podemo tirarlo fora e far qualche partida. Poi, se te ga voia, podemo guardar un film o accendemo la stufa... Te pol venir a trovarme quando te vol e qui te sarà sempre la benvenuda.

Alessia

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INVITO DALLA CAPITALE

Caro Matteo, te vorrei invità a dormì a casa mia sabato! Nun mancà! E porta ovviamente nu sacco a pelo e na torcia. Nun saremo soli e vedremo nu film!

Francesco

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A PERUGIA ... IN PIGIAMA! Cara la mi cocca Lucrezia, tra ‘mpo’ de’ giorni farò ‘na grande festa e me piacerebbe avette a casa mia. Abito ‘nvia Pascoli 46 al secondo piano. T’aspetto alle 18, nun mancà. P.S. Ho ‘mmente ‘n pigiama party. Giorgia

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Cia ALE! Cumm stai ? Ben sper !! Tu nun si mai venut a casa mia, a chest rimediamm subbt Allor! Viernarì e roie e magg t'invit a casa mia t va e vnì? Sper ca tu risc e sì. Ci divrtimm chest t l'assicur. I penzav che putem yiucà a justdance anch pcchè t vulev vrè e ballà, anch se t' agg già vist ma nun fa nient, t vulev sfidà a na gar e ball. Chi venc? Chissà! Se vien o scoprimm. Po’ putemm iucà tip a tennis; ciagg già pruvat e nun sé scassat nient e spramm che nun succer nient. Po’ che putimm fa? Mmm ... famm pensà. I pens che doie e nui c putimm vntà chiù cos. Allor c'inventamm coccos o mument. T'aspett e roie e magg in Via Antonio Caccia n.11: vien ndà me subbt ropp a scol. NUN mancà!

Sara

APPUNTAMENTO A NOCERA

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UNA PROPOSTA DALLA ... SICILIA!

Caru Andrea, ti scrivu pi ‘nvitarti a stari stu fini simana a ma casa. Ni divirtemmu u’ munnu. Iucammu ca ps-tri, taliammu un firm di scandari e u iornu dopu ninnemmu o cinima a viriri “The Amazing Spiderman 2”. Stai sicuru cun ti siddrii. P.S. Riorditi di purtari u iocu novu da ps-tri. Matteo

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DALL’UCRAINA CON NOSTALGIA

Шановний Павло Я Андрій, ваша стара школа, ви хочете прийти в мій будинок як у старі часи? НЕ І протягом довгого часу не бачилися, то я сказав, "але давайте зустрінемося, чи не так?" Ти пам'ятаєш, де я живу, чи не так? О ні, ти не пам'ятаєш вас, тому що я тільки що переїхав! Тепер у мене є гарний сад, де можна пограти в м'яч, однак, адреса 13 відпали. Будете Пам'ятайте останній раз ви прийшли до мене і aabbiamo грали весь день з Wii? Не чекайте, що ви виграєте цей раз. Не пропустіть наступну суботу в 3:30

АНДРЕА СКОРО

Caro Paolo, sono Andrea, il tuo ex compagno di classe. Ti va di venire a casa mia come ai vecchi tempi? È da tantissimo tempo che non ci incontriamo, allora mi sono detto: “Ma vediamoci, no?” Ti ricordi dove abito, vero? Oh, no, non te lo puoi ricordare, perché ho appena traslocato! Adesso ho anche un giardino bellissimo dove giocare a palla, comunque l’indirizzo è: Via Cedassamare, 13. Ricordi l’ultima volta che sei venuto da me e abbiamo giocato tutto il giorno con la WII? Non sperare di battermi anche stavolta. Non mancare il prossimo sabato alle 15.30.

See you soon, Andrea

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DUE FESTE PER GINEVRA ... ITALIANO & CROATO

Cao, Ginevra, kako si? Hoces doci kod mene kuci da se malo zabavljamo. Hoces il doci 14.07.2014. Kod mene kuci, u Borgo San Sergio. U Ulicu Donaggio broi 9. Nadam se da ces doci! Ako ces doci moras donieti: Cetkicu i pastu za prati zube. Spavacicu jer cemo napraviti Spavacu-Zabavu. Poslie cemo igrati se sa play-station, i sa loptom, i poslie cemo se voziti s biciklom. Sveusvemu ... Napraviti cemo malo svega! Nemoj kasniti! Cekam te U sati 10.00 ujutro. Cao! I ubrozo! Puno pozdrava.

Valentina

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A CASA DI FERIAL E PIETRO

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A TRIESTE DA VIRGINIA

Te son invitada in casa mia ... Xe un PIGIAMA PARTY!

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TANTE CASE, TANTE FAMIGLIE! Hello friend! If you do not have commitments (and I know that you haven' t them), come to my house at about seven p.m. for a sleepover! Cup holder, food and little desire to sleep. PS. I hope you remember where I live … Anyway, here there is my address: Galilei 24 Street, third floor (seven flights of stairs or count eighty-one steps). PPS. The sleepover is Sunday, April 27th! See you soon,

Simon

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CARO AMICO, SEE YOU SOON ...

L’ORDINE E L’EDUCAZIONE A CASA MIA VALGONO UN MILIONE!

Liliya

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UNA CASA ... DI CLASSE!

OSPITE nella lingua italiana designa tanto chi riceve ospitalità quanto chi la dona. È una parola enantiosemica, cioè con due significati opposti.

L’accoglienza è fondamento di una relazione civile. Ma come fare per accogliere qualcuno o essere accolti nel migliore dei modi?

Venite a “casa” della I D ...

QUANDO SI ACCOGLIE QUALCUNO, E’

IMPORTANTE ...

QUANDO SI E’ ACCOLTI, OCCORRE ...

GLI OSPITI DOUBLE FACE NON

DIMENTICANO DI ...

mettere in ordine la

casa; offrire cibo e bibite; essere generosi;

mettere a proprio agio l’ospite;

intrattenere l’ospite; se possibile,

accogliere anche gli

animali domestici dell’ospite.

aiutare;

mostrarsi degni della generosità altrui;

adeguarsi agli usi della casa;

mostrare apprezzamento e riconoscenza per

l’accoglienza; essere discreti;

rimanere al di fuori delle discussioni familiari;

trattenersi solo il tempo dovuto;

essere puntuali; rispettare gli orari

della casa.

ringraziare;

salutare; offrire un piccolo

dono;

informarsi delle necessità, delle

abitudini e dei gusti altrui;

indossare abiti

adeguati; essere tolleranti;

essere disponibili, aperti e flessibili;

condividere;

attendere prima di sedersi e alzarsi da

tavola; rispettare il silenzio

e la quiete;

usare in modo discreto il bagno e il

telefono; controllare la pulizia

personale;

assicurarsi di essere in forma e in salute;

avvisare di eventuali contrattempi.

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PROGETTO L.S.C.P.I.

I.C. “DIVISIONE JULIA” – SCUOLA MEDIA “DIVISIONE JULIA” - CLASSE 1 D

TEMA DEL MODULO : LA CASA (HOME IS WHERE THE HEART IS) “Questa è la vera natura della casa: il luogo della pace; il rifugio non soltanto da ogni torto ma anche da ogni paura, dubbio e discordia”

J. Ruskin

U.D. INTERDISCIPLINARE “INVITO IN UNA CASA ... DI CLASSE!”SCHEDA LESSICALE: IL CAMPO ... DELL’OSPITE.

LEMMA CAPOSTIPITE/PAROLA GUIDA: OSPITE CATEGORIA GRAMMATICALE: NOME, AGGETTIVO.SIGNIFICATO: il termine nella lingua italiana designa tanto chi riceve ospitalità quanto chi la dona. È una parola enantiosemica, cioè con due significati opposti. ETIMOLOGIA: dal latino hospes, antico composto di due nozioni distinte: hosti-potis. Hostis ha due significati: 1. Nemico; 2. Originariamente “colui che compensa il dono con un contro-dono”. Per spiegare il rapporto tra ospite e nemico, si ammette di solito che l’uno e l’altro derivino dal senso di “straniero”: il nemico è lo straniero ostile; l’ospite è lo straniero favorevole.

PARENTELA LINGUISTICA: oste, osteria, ostile, ostilità, osteggiare, ostia, ospedale, ospizio, ostaggio, ostello, hotel. Scrivi il significato di questi termini.Oste: gestore di osteria; osteria: trattoria; ostile: avverso, nemico; ostilità: inimicizia; osteggiare: avversare; ostia: particola; ospedale: luogo di cura; ospizio: casa di riposo; ostaggio: cittadino di uno stato nemico che un belligerante tiene in proprio potere come mezzo di ricatto, o comunque per servirsene a propria difesa; ostello: alloggio, anche temporaneo; hotel: albergo. “OSPITE” NELLE ALTRE LINGUE: guest, host, hostess (inglese), gast (tedesco), invité, hote (francese), anfitrion, huésped (spagnolo).

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OSPITE: CAMPO SEMANTICO

SINONIMI

Padrone (di casa), anfitrione, proprietario, gestore, cliente, oste, invitato, ospitato, turista, visitatore.

IPONIMI

Viandante, pellegrino, albergatore.

ANTONIMI/INVERSI

Avversario, nemico.

AGGETTIVI O LOCUZIONI AGGETTIVALI RIFERIBILI ALLA PAROLA GUIDA

Simpatico, educato, riconoscente, grato, gradito, sgradito, antipatico, maleducato.

AGENTI: PERSONE CHE INTERAGISCONO CON LA PAROLA GUIDA E IL SUO AMBITO

Cameriere/a, compagno, ancella,

VERBI CHE AMMETTONO LA PAROLA GUIDA COME SOGGETTO

Arrivare, accomodarsi, accogliere, rispettare, partire, ringraziare, salutare.

VERBI CHE AMMETTONO LA PAROLA GUIDA COME C.OGGETTO

Salutare, accogliere, ringraziare, rispettare, invitare, aspettare, attendere, trattenere, congedare.

VERBI CHE REGGONO LA PAROLA GUIDA ATTRAVERSO UNA PREPOSIZIONE

Comportarsi da, chiacchierare con, mangiare con, dormire con.

NOTA: la parte in rosso è stata completata dall'allievo.