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Q uello che conta, diceva mio nonno, non è lo studio, ma l’esperien- za. Ed io potrei aggiun- gere che quelle negati- ve contano molto, ma molto di più. Noi lavoratori ex Olivetti-Getroni- cs-Bull-Eutelia-Agile-Omega siamo stati regalati, svenduti, spolpati, de- rubati, immiseriti, tritati da un mec- canismo che ci ha tolto tfr, immobili aziendali, commesse e, da tre mesi, anche lo stipendio. Siamo scesi nel baratro nero delle bollette non paga- te, dei mutui ricontrattati, delle spe- se per i figli posticipate, dei soldi chie- sti in prestito sapendo di non poterli restituire. Durante la discesa, però, abbiamo urlato, protestato, manife- stato, scioperato, ci siamo incatena- ti, abbiamo scritto ai politici, ai gior- nali, alle televisioni, ai blog, alle asso- ciazioni dei consumatori, al Gabib- bo, ma nessuno si è accorto di noi. Niente. Fortunatamente, il nostro ex amministratore delegato, in perfetto abbigliamento da commando, arma- to di piede di porco e alla guida di un gruppetto di svogliati vigilantes, ha fatto irruzione nella sede occupata di Agile, per liberarla dalla presenza di quei morti di fame di lavoratori di- sperati. Finalmente una notizia che interessa e un minimo di ribalta me- diatica. Così è rinata in noi la speran- za. Solo i gesti estremi interessano, solo il fatto curioso o stravagante su- pera il muro dell’indifferenza giorna- listica. In un momento di crisi internazio- nale, di aumento della disoccupazio- ne, di diminuzione del Pil e di con- giuntura economica negativa è me- glio concentrare l’attenzione su auto e furgoni (Escort e Trans) che entra- no ed escono dalle case dei politici. È meglio parlare dell’influenza suina come se fosse la Peste del Boccaccio o del Manzoni. È meglio parlare di riforme istituzionali, costituzionali, giudiziarie, come se interessassero la maggioranza dei cittadini. In questo quadro desolante, anzi sconfortante, entriamo noi lavora- tori licenziati, cassaintegrati, “mobilitati” (come si chiama chi sta in mobilità?) senza voce e senza soldi. Sarebbe giusto ricevere atten- zione dai media e dai politici, inve- ce siamo oramai fantasmi, simula- cri di uomini senza più diritti. A che serve che la Costituzione garantisca a tutti il «diritto di mani- festare liberamente il proprio pen- siero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione» se poi ci manca il supporto su cui esercitare questo diritto? A che serve avere «pari dignità sociale» ed essere «eguali davanti alla legge» se poi non possiamo accedere in egual mi- sura all’informazione? E a che ser- ve l’informazione se non è libera di mostrare i reali problemi del Pae- se? Per adesso l’unico libero acces- so all’informazione che abbiamo avuto è stato quello di “informare”, fra vergogna e umiliazione, i nostri cari che non potevamo più provve- dere al loro sostentamento. Tecnico della Eutelia-Agile-Omega MARCO DI MICO Stiamo male da molto Ma solo i gesti estremi hanno rotto il silenzio Quasi dobbiamo ringraziare l’irruzione del nostro ex ad Ignorati dai giornali per mesi: l’unica libera informazione l’abbiamo potuta dare ai parenti: non vi possiamo mantenere La lettera P PARLANDO DI... Susanna Camusso «Per le aspettative dei lavoratori e per il tempo che stringe siamo di fronte ad una risposta insufficiente. Abbiamo chiesto l'immediata convocazione di un tavolo con Omega e che nel frattempo non si perdano le commesse pubbliche. Il governo si è impegnato a procedere ma senza fissare una data». 7 MERCOLEDÌ 18 NOVEMBRE 2009

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Quello checonta, dicevamio nonno, non è lostudio, ma l’esperien-za.Ed iopotrei aggiun-gere che quelle negati-

ve contano molto, ma molto di più.Noi lavoratori exOlivetti-Getroni-

cs-Bull-Eutelia-Agile-Omega siamostati regalati, svenduti, spolpati, de-rubati, immiseriti, tritati da un mec-canismo che ci ha tolto tfr, immobiliaziendali, commesse e, da tre mesi,anche lo stipendio. Siamo scesi nelbaratro nero delle bollette non paga-te, dei mutui ricontrattati, delle spe-seper i figli posticipate,dei soldi chie-sti in prestito sapendo di non poterlirestituire. Durante la discesa, però,abbiamo urlato, protestato, manife-stato, scioperato, ci siamo incatena-

ti, abbiamo scritto ai politici, ai gior-nali, alle televisioni, ai blog,alle asso-ciazioni dei consumatori, al Gabib-bo, ma nessuno si è accorto di noi.Niente. Fortunatamente, il nostro examministratore delegato, in perfettoabbigliamentoda commando, arma-to di piede di porco e alla guida di ungruppetto di svogliati vigilantes, hafatto irruzione nella sede occupatadi Agile, per liberarla dalla presenzadi queimorti di famedi lavoratori di-sperati. Finalmente una notizia cheinteressa e un minimo di ribalta me-diatica.Così è rinata in noi la speran-za. Solo i gesti estremi interessano,solo il fatto curioso o stravagante su-pera ilmurodell’indifferenzagiorna-listica.In unmomento di crisi internazio-

nale, di aumentodelladisoccupazio-ne, di diminuzione del Pil e di con-giuntura economica negativa è me-glio concentrare l’attenzione su autoe furgoni (Escort e Trans) che entra-no ed esconodalle case dei politici. Èmeglio parlare dell’influenza suinacome se fosse la Peste del Boccaccioo del Manzoni. È meglio parlare diriforme istituzionali, costituzionali,

giudiziarie, come se interessasserola maggioranza dei cittadini.In questo quadrodesolante, anzi

sconfortante, entriamo noi lavora-tori licenziati, cassaintegrati,“mobilitati” (come si chiama chista inmobilità?) senzavocee senzasoldi.Sarebbegiustoricevereatten-zione daimedia e dai politici, inve-ce siamo oramai fantasmi, simula-cri di uomini senza più diritti.A che serve che la Costituzione

garantisca a tutti il «diritto dimani-festare liberamente il proprio pen-siero con la parola, lo scritto e ognialtro mezzo di diffusione» se poi cimanca il supporto su cui esercitarequesto diritto? A che serve avere«pari dignità sociale» ed essere«eguali davanti alla legge» se poinonpossiamoaccedere inegualmi-sura all’informazione? E a che ser-ve l’informazione se non è libera dimostrare i reali problemi del Pae-se? Per adesso l’unico libero acces-so all’informazione che abbiamoavuto è stato quello di “informare”,fra vergogna e umiliazione, i nostricari che non potevamo più provve-dere al loro sostentamento. ❖

Tecnico della Eutelia-Agile-Omega

MARCO DI MICO

Stiamomale damoltoMa solo i gesti estremihanno rotto il silenzioQuasi dobbiamo ringraziare l’irruzione del nostro ex adIgnorati dai giornali per mesi: l’unica libera informazionel’abbiamo potuta dare ai parenti: non vi possiamo mantenere

La lettera

PPARLANDODI...SusannaCamusso

«Per le aspettative dei lavoratori e per il tempo che stringe siamo di fronte ad unarisposta insufficiente.Abbiamo chiesto l'immediata convocazionedi un tavolocon Omegae che nel frattempo non si perdano le commesse pubbliche. Il governo si è impegnatoa procedere ma senza fissare una data».

7MERCOLEDÌ

18 NOVEMBRE2009

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Cara Unità

Fini e il monarca

Luigi Cancrini

«Fini s' è tradito, decida da quale parte stare!». Più o meno così titolanoalcuni giornali scandalizzati. A me dispiace non si voglia capire che Finisi rende semplicemente portavoce della coscienza ferita degli italianidemocratici che pensano con «la capo propria»: arrabbiati perché ilCapo vuole costruirsi indistruttibili scudi legislativi su misura.

Dialoghi

RISPOSTA I due partiti che si incontrarono fondendosi nel Pdleranoassai diversi fra loro. Centrato tutto suBerlusconi, Forza Italia eraun partito del leader, privo di dialettica interna. Punto di arrivo di unarevisione ideologicanondi poco conto,AlleanzaNazionale eraunparti-to «normale», dotatodi organismiedi contrappesi, guidatopro temporeda un uomo (Fini) adatto a garantirne gli equilibri. Dopo aver portatodalla suapartealcunidei leadersdiAn,Berlusconiha tentatodimuover-si, tuttavia, da «monarcaassoluto» anchenel Pdl: scordandosi subito (loaveva già fatto con D'Alema al tempo della Bicamerale e con Veltroni altempo del bipartitismo) dei patti che non gli servivano più. Quello a cuisi ribella Fini, dunque, parlando di cittadinanza degli emigrati e di de-mocrazia internaalpartito, di lotta allamafia edi rispettodelle istituzio-ni è l'imbroglio di cui è stato vittima. Che lo si percepisca, oggi, come ilvero avversario di Berlusconi, poi, dipende solo dai numeri: di lui ilpremierha paurapiù chedelle opposizioni perché le opposizioni da solenon ce la fanno a farlo cadere. Fini, invece, potrebbe riuscirci.

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RENATO BRUNETTA

Impar condicio

Satira per satira. Lo stadio ultimo del(falso) femminismo alla Lidia Rave-ra consiste nel fare il verso ai lati piùbeceri del maschilismo. Sicché, perla prosa demenziale che leggo su lUnità, sarei piccolo, grasso e flacci-do, con i vezzi da signora di una cer-ta età e le bizze di una vecchia zitel-la. Lascio all’autrice tanta degrada-zione satirica, come le lascio la predi-lezione per la chirurgia estetica e ledieteda pseudo intellettuale frustra-ta. C’è chi passa una vita a tentare di

destare scandalo, dovendo - solo allafine - arrendersi alla propria medio-crissima banalità.

VIVIANA VIVARELLI

Non è uno che improvvisa

Chi scrive, come fa Repubblica, che Bnon poteva gestire le stragi del 93 per-ché non scese in campo solo nel 94non fa onore alla verità, queste sonoappunto le bugie di B, che non è unoche improvvisa ma per ogni cosa siprende una accurata preparazione.Per quello che se ne sa oggi i suoi rap-porti con la mafia sarebbero partiti da

quando aveva 26 anni, difficile sareb-be spiegare altrimenti come mai divie-ne di colpo un palazzinaro che gesti-sce grossi capitali. Inoltre la sua prepa-razione al nuovo partito appoggiatodalla P2 e dalla mafia partì molto pri-ma, tanto che in Sicilia si parlava giàda tempo dell'arrivo di un grande im-prenditore «molto potente», amicodelle persone giuste che avrebbemesso le cose a posto. La mafia si sa-rebbe premurata di preparargli il baci-no elettorale tant'è che i voti ci furonoin obbedienza da subito e non sonocose queste che si fanno su due piedi.Le stragi e l'arrivo di B in politica sareb-bero stati preparati per contrastarel'avanzata della sx, che avrebbe dan-neggiato gli affari della mafia, e B era,per alcuni, l'uomo giusto, in quantoera già un suo uomo di fiducia comericiclatore di capitali mafiosi e uomodi rispetto di Cosa nostra, in caso con-trario la mafia non gli avrebbe datoun tale gigantesco appoggio da farneil suo massimo referente politico. Nel92 il progetto era pronto e nel 94 par-tì.

MARCO DI MICO

Caro Minzolini, veniteci atrovare!

Il lavoro è un tema degno di essereraccontato? Mi viene questo dubbioperché noto che evitateaccuratamen-te di parlarne. Giudicando dal vostrotg sembrerebbe che la crisi sia solouna successione di fredde percentua-li, senza ripercussioni nella vita reale.Invece,anzi purtroppo,dietro quei nu-merini con il segno meno davanti cisono delle famiglie che vivono situa-zioni di, gravissima, difficoltà. Compi-to del primo telegiornale italiano sa-rebbe anche quello di mostrare que-sta realtà, così da spingere la politicaa cercare le possibili soluzioni. Il no-

stro paese è fuori dal mondo, gover-nato a colpi di spot pubblicitari e laresponsabilità, mi spiace dirlo, è an-che vostra. Io sono un dipendente Eu-telia - Agile - Omega. Dopo una seriedi compravendite ci siamo ritrovatisenza t.f.r., senza immobili aziendali,senza stipendio da tre mesi, con i for-nitori non pagati, commesse perse el'avvio di 1200 procedure di mobilitàsu 1900 dipendenti. Insomma un di-sastro. Abbiamo intrapreso una seriedi iniziative che hanno portato la no-stra vertenza davanti alla Presidenzadel Consiglio, ma la strada è ancoralunga. Sarebbe bello poter contaresu un vostro contributo. Veniteci atrovare in via Bona 67 a Roma. Siamobuoni, anche se non ancora addome-sticati

GIULIANA ROMANI

Il Parco delle Cave

L'associazione Italia nostra, costrettadalle condizioni capestro dell'Asses-sore Cadeo a dimettersi dal ruolo ditutore del Parco delle Cave, ha strara-gione a criticare la decisione comuna-le di affidare la cura del sopraddettopolmone verde alla società Globalservice. È come se si consegnassero isette nani alla cura della strega-matri-gna, o le donne nelle mani di Barba-blu o i tre porcellini al lupo Ezechiele.Non molto tempo fa la Global Serverè stata ripresa e criticata, proprio dalComune, per la non soddisfacente cu-ra del verde pubblico, per cui si è pen-sato bene di restituire tale mandatoall'AMSA. Ma quando Cadeo si atteg-gia ad ecologista e difensore del ver-de pensa forse che tutti i cittadini sia-no disinformati dei fatti? Se tra il direed il fare c'è di mezzo il mare, parlan-do del dire ed il fare del nostro asses-sore, a smentirlo, c'è di mezzo il Parcodelle Cave.

GIUSEPPE MARANO

VIA BENAGLIA, 25 - 00153 - [email protected]

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GIOVEDÌ3 DICEMBRE2009

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Cara Unità

L’eredità

Luigi Cancrini

Gianfranco Fini si è recato in una scuola e ha incontrato i bambiniimmigrati. I leghisti non hanno perso l’occasione per insultarlo, rispol-verando i vecchi arnesi della retorica contro gli immigrati. Ma Gianfran-co Fini non illude gli immigrati, egli propone semplicemente un’idea diItalia per il futuro diversa dalla loro.

Dialoghi

risposta La retorica dei leghisti contro gli immigrati si basa su unavisione del mondo che è molto diversa da quella che ispira le sceltepolitiche e culturali degli altri paesi europei. L’incontro di Fini con ibambini immigrati e la proposta (firmata da lui e daVeltroni) sul dirittodi cittadinanza si muovono in direzioni del tutto opposte sottolineandola nostra appartenenza all’Europa sognatadaAltiero Spinelli a Ventote-ne. Quella che ne risulta, vistosamente, è l’eterogeneità contraddittoriadi una maggioranza, tenuta insieme finora dal carisma, dai soldi e dalpoteremediaticodi Berlusconi, che lentamente inizia a sfaldarsimentreluidà i primi segni di cedimento. La lotta in corso, oggi, è una lottaper lasuccessione perché la rockstar dell’anno, inmolti ormai sembrano pen-sarlo, potrebbe davvero nondurare. E poco importa davvero che questoavvengaper ragionidi ordine fisico (l’età e lamalattia)opolitico egiudi-ziario (il processoMills e i pizzini di Provenzano) la gente che sta intor-no a lui si guarda intorno e si riposiziona. Ragionando (il Fini di oggi) osragionando (la Lega) sul futuro del Paese.

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PAOLO DE ZORZI

Ricercatori sul tetto

Il 30 giugno 200 lavoratori precaridello Ispra, l'istituto di ricerca am-bientale con sede a Roma e dove la-voro, hanno smesso di essere preca-ri, nel senso che sono stati licenziati.Oggi, altri ricercatori Ispra hanno de-ciso che non vogliono più essere pre-cari e che, affinché con loro non fos-sero licenziati ulteriori 200 entro di-cembre, bisognava fare come glioperai di tante aziende in crisi in Ita-lia. Cosa fanno gli operai? Salgonosui tetti dei capannoni industriali. I ri-

cercatori (chimici, biologi, fisici, inge-gneri), oggi sono saliti sui tetti dei labo-ratori. Tutti vogliono la stessa cosa: di-fendere il loro lavoro per prima cosa, econ esso la loro dignità, le loro fami-glie, il loro futuro. La disperazione spin-ge a questi gesti estremi, ma che testi-moniano l'assenza di risposte credibiliai loro problemi; problemi di noi tutti.Loro (precari) e i loro colleghi (non piùo mai stati precari) lavorano perchél'Italia protegga il suo ambiente e ricer-chi come farlo al meglio. Cosa c'è dipiù trasversale come il problema dinon poter essere sicuri della qualitàdell'ambiente dove viviamo? Verso diloro la mia totale solidarietà di cittadi-

no e di iscritto al circolo PD di Ispra.

MARCO DI MICO

Attese (processi) brevi

Le attese al pronto soccorso sono,obiettivamente, troppo lunghe. Ci vor-rebbe una legge, che potremmo chia-mare “durata breve”, che stabilisse unlimite massimo di permanenza: chinon sia stato visitato entro due ore sene deve tornare a casa con il suo ma-lanno. Una soluzione a prima vista ridi-cola. E invece questo farebbe dell’Ita-lia un paese moderno ed efficiente.

RENATO PIERRI

Pace

La maggior parte dei vocabolari diacome prima definizione del lemma"pace": «La situazione contraria allostato di guerra…» ma intelligentemen-te, invece, Alessandro Niccoli nel suodizionario, riporta solo come terza de-finizione: «Relazioni cordiali tra unoStato e un altro; periodo in cui non cisono guerre»; mentre dà come primadefinizione: «Condizione di tranquilli-tà di chi non è turbato da passioni opreoccupazioni», e come seconda:«Stato di concordia e armonia tra per-sone». Riguardo al singolo individuoin Italia non sono in pace, pur non es-sendo in guerra, le persone che si tro-vano o sono venute a trovarsi senzalavoro; gli stranieri cui si dà la cacciacome se fossero malfattori; non sonoin pace le donne vessate dagli uomini.Ed ovviamente neppure i malfattorisono in pace. Riguardo alla nostra so-cietà, essa non potrà dirsi in pace finoa che sarà in mano alla mafia, fino ache esisteranno leggi inique, fino ache coloro che governano penseran-no al proprio interesse anziché a quel-lo dei cittadini. C'è pace là dove c'è

"concordia e armonia tra le persone".

ROBERTO F.

Grazie Presidente Ciampi

Finalmente qualcuno che dimostra diavere ancora un cervello in grado diragionare e la dignità di parlare chia-ro, a differenza di quelli che sono or-mai incapaci, o assenti o proni al "pa-drone", come purtroppo dimostra lamaggior parte dei nostri (s)governan-ti.

LARA

Ronde

Le ronde stradali leghiste sono stateun flop, ma ora gli stessi propongonole "Ronde di caseggiato". per denun-ciare eventuali clandestini. Chi ha lamia età è in grado di ricordare i "Capicaseggiato" istituiti dal partito fasci-sta, un progresso formidabile tornareal 1930.

ELVIRA DE VINCENZO

Angela Napoli

Stamattina ho avuto l’impressione diaver capito male il partito di apparte-nenza dell’onorevole Angela Napoli,invece, miracolo, era proprio del Po-polo della libertà. Non credevo allemie orecchie: una persona calma, se-rena, razionale, attenta alle domandeche rispondeva senza gridare, dialo-gava come si dovrebbe in democra-zia. Una persona con esperienza, cul-tura, educazione. Mi congratulo conCorradino Mineo per aver trovatouna tale persona, membro anche del-laCommissione Antimafia. Mi sondet-ta, non tutto è perduto per la nostrabistrattata democrazia, c’è ancorasperanza di salvarla.

CRISTIANO MARTORELLA

VIA BENAGLIA, 25 - 00153 - [email protected]

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GIOVEDÌ26 NOVEMBRE2009

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Regina, reginella quanti passi devo fare...Repubblica — 23 giugno 2009 pagina 30 sezione: COMMENTI

Marco Di Mico [email protected] MENTRE rincaso, sento alle mie spalle una voce che pronuncia le parole di un gioco che, francamente, pensavo fosse ormai sconosciuto ai bambini: «Regina, reginella, quanti passi devo fare ... ». Mi giro e vedo che a pronunciare quelle vecchie parole è una bambina araba di 9-10 anni che sta giocando con una bambina indiana di qualche anno più piccola. Accanto le due mamme, una con il chador e l' altra con un tipico vestito indiano coloratissimo. Due mondi lontani si sono incontrati nel nostro paese e ne assorbono le tradizioni. Penso che, magari, i loro fratelli già tifano per la Roma o per la Lazio e che parlano in dialetto. Fra qualche anno questi bambini saranno in tutto uguale ai nostri. L' unica diversità sarà nel colore della pelle, ma non credo che per noi possa essere importante.

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Due anni fa la Thyssen. Intanto la mattanza continua…

Sicurezza, un Paesedistratto

Cara “Liberazione”, il 6 dicembre2007 il Gr2 delle 8,30 aprì con questanotizia: “Torino incendio nella nottein acciaieria, 1 morto e 8 feriti”.All’inizio sembrava un “normale”incidente come tanti altri, quegli altrimille che tutti gli anni lasciano solinel dolore i familiari delle vittime eche a fatica trovano un posto nellepagine di cronaca nera, poil’episodio assunse progressivamente itoni di una tragedia collettiva ed imorti diventarono in undrammatico stillicidio 2, poi 3, poi 4,poi ancora e sono 5, poi 6, infinel’ultimo a chiudere la lista di 7persone innocenti partite da casa conle proprie gambe per andare allavoro e tornate all’affetto ed aldolore dei propri familiari ed amicidentro ad una bara. Così due anni fail Paese scoprì drammaticamente lamattanza quotidiana che avviene neinostri luoghi di lavoro e per alcunesettimane tutti sperammo che sistesse definitivamente rompendo ilmuro di indifferenza, silenzio e“omertà” che chiude da tempo in unrecinto da “riserva indiana” i temi dellavoro, della salute e della sicurezza;così purtroppo non è stato e dopo ilfunerale dell’ultima vittima dellastrage di Torino i riflettori si sono dinuovo spenti per riaccendersi adintermittenza senza che nulla siacambiato nella sostanza. Nel nostroPaese ogni giorno 4 personecontinuano a morire di lavoro e

questo sembra essere diventato“normale”, un costo da preventivare,un obolo da pagare allo sviluppoeconomico, lacrime e sangue incambio di salario. Dobbiamo unirele forze, impegnamoci tutti perridare dignità alla parola lavoro eperché la nostra diventi, finalmente,anche nei fatti «una Repubblicafondata sul lavoro», nonrassegnamoci ad essere un Paesedistratto in attesa della prossima“Thyssen”.

Claudio Gandolfi Bologna

Piazza Fontana,non dimentichiamo

Cara “Liberazione”, il 12 dicembre di40 anni fa è stata scritta una dellapagine più nere della nostra storia.Oggi, dopo tutto questo tempo,dopo i despistaggi, i processi ancoranon si sa la verità. Quello che èchiaro è il tentativo di incolpare glianarchici: la morte dell’anarchicoPinelli “volato” dal quarto pianodella Questura milanese, l’arresto diValpreda colpevole perché anarchico,ballerino e omosessuale. Questierano gli argomenti dei quotidiani edei partiti di destra chesoddisfacevano i pregiudizi, ipreconcetti della solita “maggioranzasilenziosa”, oggi molto rumorosa,anche troppo. Poi, lentamente, si fastrada un’altra verità che vedecoinvolti servizi deviati, servitoridello Stato disonesti, fascisti edesponenti della destra più retriva e

nostalgica… Poi, con ilberlusconismo, si sono riaffacciateipotesi strane con il “DossierMitrokin” che si è poi rivelato unaenorme bufala… Speriamo che siriesca a raggiungere finalmente ladoverosa verità su questa e su tutte lealtre stragi vissute da questotormentato Paese, parte del quale hauna buona memoria, non demordeed è deciso a lottare.

Amando Mancini Viareggio (Lu)

I mediae i lavoratori

Caro direttore, in Italia il problemadel lavoro non esiste. Non perchésiamo alla piena occupazione, maperché, più semplicemente, lamaggioranza delle televisioni non neparla. In una realtà dove conta solociò che compare in tv, dove le idee siaffermano non perché buone eragionevoli ma perché ripetute intelevisione; in un Paese dove ancheCartesio avrebbe ricercato la provadella sua esistenza in una comparsatatelevisiva - «Sto in televisione, ergosum» - è indispensabile che ci sia unasorta di par condicio che permetta ailavoratori di far sentire i loroproblemi. Se in televisione puòandare chi delocalizza per il bene delPaese e poi chiede gli incentivi; chivuole riformare le pensioni perrilanciare lo sviluppo e intantolicenzia; chi sostiene che ineconomia c’è una mano invisibileche trasforma l’egoismo sfrenato in

benessere per la collettività; amaggior ragione deve andarci chirimane senza lavoro, chi non vienepagato, chi è truffato, chi èdisoccupato. L’informazione deverendere un servizio non farepubblicità. Normalmente, nei Tg,quando si parla di un delitto efferato,ripugnante, si fa sempre sentire l’altracampana, si dà voce all’avvocatodifensore del presunto mostro.Invece, se un’azienda chiude emigliaia di famiglie rischiano la fame,i lavoratori non hanno il diritto difarsi sentire…

Marco Di Mico via e-mail

La piovrasi è fatta Stato

Cara “Liberazione”, la piovra muta almutare della società: oggi i tentacoliveri sono al comando dello Stato cheerroneamente viene identificato epercepito come governo… E’ bastatala cattura sincronizzata ad arte con leaccuse di un pentito di mafia, per farcrollare i dubbi al 90% dei cittadiniche ormai si saranno arresiall’evidenza che questo governo-stato è il governo che nei fatticombatte la piovra come mainessuno nella storia d’Italia… Credocon forza che da diversi anni la c.d.piovra si sia ormai fatta Stato (centro)e coloro i quali sono rimasti al difuori di esso (periferia) possanoessere catturati non avendo piùl’appoggio di chi sta nel ponte dicomando (palese ed occulto!), dando

l’impressione che si stia lottandoefficacemente contro la criminalitàorganizzata. C’è una frase che mi èrimasta impressa nel film tratto dallibro “Gomorra” di Saviano:«abbiamo fatto entrare l’Italia inEuropa…», dice l’attore cheimpersonifica il riciclatore di rifiuti efactotum legato all’imprenditoriamasso-mafiosa e collegato ai collettibianchi al potere, cioè che la mafia èriuscita, abbassando i costi del lavoroe quindi dei prodotti, a renderecompetitivo il nostro capitalismo sulmercato. Non c’è al mondo unaclasse politica al governo di unoStato che sia così sporca, collusa eimbarazzante come la nostra; nonesiste un primo ministro con le“caratteristiche” del nostro, unaclasse politica come questa che,secondo me, è riuscita a diventare leistessa più potente di chi, fino ad ora,era stato percepito come il cancro diquesta corrotta e macabra Italia…Rimarrà a vita il sospetto di queicittadini coscienti, informati edintuitivi mentre stampa e tv colluse ecollaborazioniste ci proporranno isorrisi, la strafottenza e le menzognedi questi nuovi barbari.

Alessandro Gigli Jesi (An)

Errata corrige

Nell’articolo uscito domenica daltitolo “Nicola La Torre: «Troppospettacolo sulle dichiarazioni diSpatuzza»”, l’esponente del Pd vieneerroneamente indicato come figlio diPio La Torre, che invece si chiamaFranco ed è un esponentedell’associazione “Libera”.Chiediamo scusa ai lettori e agliinteressati.

2010. Le Arti e Mestieri di via deiBanchi Vecchi e dintorni offrono ilnuovo e prezioso calendario 2010. So-no 22 gli artigiani e le artigiane chehanno posato per il calendario 2010riproducendo ironicamente e in posascene di vita reale nel centro storicoche lavora. Le foto sono a cura dellafotografa Claudia Bena. Il progetto“Sittin’ on the sofa” è a cura delle li-brerie indipendenti a impatto sosteni-bile Odradek e Altroquando. La distri-buzione del calendario, fino ad esau-rimento delle copie, è del tutto gratui-ta e inizierà oggi. «Lo troverete in 22negozi di via dei Banchi Vecchi e din-torni. Il calendario è dedicato alla me-moria di Alfredo Mariscoli, instanca-bile lavoratore e uomo d’allegria dellostorico bar di via Giulia». Dalle 22(con birra e vino) presentazione delcalendario e inaugurazione della mo-stra “Sittin’ on the sofa” nei locali del-la libreria Altroquando, in via del Go-verno Vecchio 82.

> FirenzeFeste, madonne e danze. Musica eballi nelle tradizioni religiose dellaCampania. L’Associazione Tarantadedica una serata alle feste primave-rili dedicate a varie madonne nei din-torni di Napoli, nelle quali si intrec-ciano numerosi atti devozionali diuna religiosità popolare ancora tena-ce e ricca, voti e preghiere cantate,canti a ballo e danze sul tamburo.L’accorrere di suonatori, cantatori e“ballatori” permettono, pur nelle tra-sformazioni degli ultimi anni, di ri-petere ogni anno la liturgia di danzecerimoniali davanti al santuario.L’evento sarà realizzato con conver-sazioni antropologiche di Pino Galaed Enzo Carro, con proiezioni di do-cumentari di ricerca, immagini etno-grafiche, brani musicali, canti e ballidal vivo. Alla Libreria Cafè La Cité,Borgo San Frediano 20r.

> TriesteLa rassegna cinematografica “Vivere,

amare, odiare in Palestina” proponealle 20 il film Private di Saverio Co-stanzo. In via Ponziana 14, all’Associa-zione “Tina Modotti”. Un microco-smo, la rappresentazione di un con-flitto nello spazio di un’abitazione.

> TrentoMercatino di Natale del volontaria-to e della solidarietà: l’emporio bene-fico in cui numerose associazioni,cooperative, organizzazioni senza fi-ne di lucro offrono prodotti di variotipo per autofinanziare le proprie atti-vità o per sostenere progetti solidali. Ilmercatino sarà aperto tutti i giorni fi-no al 31 dicembre in piazza CesareBattisti. Info: 0461884169, [email protected].

> Cernusco s/NFino al 24 dicembre in piazza PadreGiuliani mercatino solidale: artigia-nato dal mondo, libri a 1 euro, auto-produzioni e tanto altro ancora. Labo-ratori, banchetti informativi, musica,ping pong e biliardino. Da lunedì avenerdì dalle 17 alle 19.30, sabato edomenica, domani e il 21, 22, 23 e 24dalle 9 alle 19.30. Sarà presente Spaziocooperazione internazionale.

> GenovaJeunes Filles e un apparecchio foto-grafico a Dakoro, Niger: fino al 3gennaio nella sala Sivori, salita SantaCaterina 12, tutti i giorni dalle 16 alle20. L’Associazione culturale Ghazalaha organizzato questa mostra fotogra-fica realizzata con le foto scattate dal-le ragazze dell’Association des JeunesFilles di Dakoro, una piccola cittadinadel Sahel, nella Repubblica del Niger,che per la prima volta hanno preso inmano un apparecchio fotografico. 30scatti che testimoniano la forza di vo-lontà e i sogni di ragazzine che nonhanno voce nel contesto in cui vivo-no e che con questo primo atto pub-blico vogliono mostrare di cosa sonocapaci. Ingresso libero, informazioni:www.ghazala.it.

Avrà mai fine la lunga sofferenza diquesta grande fabbrica dei Balcani,bombardata dieci anni fa dalla Nato?Decine di migliaia di lavoratori,rimasti senza un lavoro,sopravvivono in uno stato moltoprecario. In tutta la Serbia, exJugoslavia, in questo angolodimenticato di Europa, lacondizione dei ceti popolari è moltograve. La solidarietà internazionaleha fatto il possibile per cercare didare almeno ai giovani gli strumentiper un futuro migliore. Ma rimaneirrisolto il nodo del lavoro!L’ingresso della Fiat comeproprietaria di maggioranza diquesta azienda, che aveva suscitatotante speranze, non ha, fino ad oggi,portato a risultati concreti.L’Associazione Zastava-Brescia per

la solidarietà internazionale invita apartecipare all’incontro “Zastava,domani?”. Se ne parla con irappresentanti del sindacato Zastavadi Kragujevac, in Italia per un giro diconferenze per riportare l’attenzionesulla condizione di migliaia dilavoratori e loro famiglie; DelicRadoslav e Blagojevic Rajko,rispettivamente presidente e vicepresidente della JedinstvenaSindikalna Organizacija Zastava;Mihajlovic Zoran, segretariosindacale Zastava Auto; MileticGoran, segretario sindacale ZastavaCamion; Veljovic Rajka, interprete ecoordinatrice dell’Ufficiointernazionale adozioni. Oggi alle16.30 nella sala Pia Marta, in via SanFaustino (alle spalle della tenda dellasolidarietà), a BRESCIA.

> Roma«Le nostre vite valgono più dei loroprofitti. Vogliono fare pagare i costidella crisi di nuovo ai lavoratori e allelavoratrici, ai/alle disoccupati/e, ai/al-le precari/e, ai giovani e alle donne.Ma noi la crisi non la paghiamo! Lapaghino i padroni, i banchieri e glispeculatori». In via dei Latini (tra viadei Marsi e via degli Aurunci) dalle 10alle 24 mercatino autogestito controla crisi (artigianato, usato, libri, polen-ta e castagne) e microfono aperto del-le realtà in lotta con momenti di in-formazione e comunicazione e proie-zioni di video sulle vertenze in corsocon la partecipazione dei lavoratori diEutelia, Ibm e altre aziende, precaridella scuola, studenti, movimenti an-tirazzisti, associazioni, gruppo di ac-quisto solidale, e tanti altri ancora.

L’Associazione nazionale Italia-Cuba,circolo di Roma, organizza domenica13 dicembre alle 20 (puntuali!) Saborcubano! alla Casa della Pace, via diMonte Testaccio 22. Cena a buffet (di-sponibile anche menù vegetariano suprenotazione), costo a 20 euro. e tan-ta musica cubana 100% con il djAdrian La Bomba. Per informazioni eprenotazioni (entro il 10 dicembre):Patrizia 3474540977; Marco3313774048; [email protected].

Tutti i giorni dalle 8 alle 20, fino al 20dicembre, nell’area parcheggio dellachiesa San Tommaso d’Aquino del-l’Università Tor Vergata, via Salaman-ca, il mercatino multietnico Condivi-diamo le spese: antichità, collezioni-smo, libri, artigianato, presepi, ogget-tistica e tanto altro.

Natale tra i Banchi Vecchi è arrivatocon Sittin’ on the sofa calendar

Che fine ha fatto la Zastava?

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9 APRILE 1999, LA ZASTAVA DOPO IL BOMBARDAMENTO NATO FOTO REUTERS

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11martedì 8 | dicembre 2009 |

Page 15: prova articoli parziali

Peppino, oggi

L’utopia e la storia

Io, lavoratore Eutelia, e il Tg1

Perché non parlanodel lavoro?

Cara “Liberazione”, ho scritto unalettera al Tg1. Eccola: «GentilissimoTg1, il lavoro è un tema degno diessere raccontato? Mi viene questodubbio perché noto che evitateaccuratamente di parlarne.Giudicando dal vostro tgsembrerebbe che la crisi sia solo unasuccessione di fredde percentuali,senza ripercussioni nella vita reale.Invece, anzi purtroppo, dietro queinumerini con il segno meno davantici sono delle famiglie che vivonosituazioni di gravissima difficoltà.Forse, compito del primotelegiornale italiano sarebbe anchequello di mostrare questa realtà, cosìda spingere la politica a cercare lepossibili soluzioni. Il nostro paese èfuori dal mondo, governato a colpidi spot pubblicitari, e laresponsabilità, mi spiace dirlo, èanche vostra. Io sono un dipendenteEutelia-Agile–Omega. Dopo unaserie di compravendite ci siamoritrovati senza tfr, senza immobiliaziendali, senza stipendio da tremesi, con i fornitori non pagati,commesse perse e l’avvio di 1.200procedure di mobilità su 1.900dipendenti. Insomma un disastro.Abbiamo intrapreso una serie diiniziative che hanno portato lanostra vertenza davanti allaPresidenza del Consiglio, ma lastrada è ancora lunga. Sarebbe bellopoter contare su un vostrocontributo. Veniteci a trovare in via

Bona 67 a Roma. Siamo buoni,anche se non ancora addomesticati».

Marco Di Mico via e-mail

Razzismo in Italia:oggi come ieri

Caro direttore, è caduta la mascheradel Benito Mussolini “bonario”,diffidente verso i nazisti, generosocon gli ebrei e dubbioso sulle leggirazziali che avrebbe subito pervolontà di Hitler nel 1938, nonconvinto fino in fondo di questascelta. Il Mussolini “bonario” e“diverso” da Hitler emerge nelricordo di seguaci e parenti nei diariche non hanno validità scientifica eobiettiva, acquistati e sbandierati, asuo tempo, dal signor MarcelloDell’Utri; invece reali sono questi,di cui “Il Corriere della Sera” hapubblicato giorni fa stralci,dell’amante di Mussolini, ClarettaPetacci, che era una donna, senzadubbio, intelligente e legatissima alDuce. Ebbene, da questi stralciemerge che Mussolini era unconvinto antisemita e razzista.Odiava moltissimo gli ebrei:«Questi schifosi ebrei, bisogna che lidistrugga tutti», dice a Claretta l’11ottobre 1938, mentre è in vacanza almare con la sua amante. «Sonocarogne, nemici e vigliacci»,confessa sempre a Claretta; e il 10novembre 1938, quando il governofascista approva il decreto legge sullarazza, che entrerà in vigore unasettimana dopo, il Duce non rivela,

nelle sue parole, alcun dubbio; anziè quanto mai convinto delprovvedimento, sebbene ha qualcheosservazione per verificare quanto lacosa piaccia a sua Santità Pio XI«che solleverà delle proteste».Mussolini poi ricorda alla suainterlocutrice di essere stato dasempre razzista convinto. «Io erorazzista dal ’21. Non so comepossano pensare che imito Hitlerche non era ancora nato… Bisognadare il senso della razza agli italianiche non creino dei meticci, che nonguastino ciò che c’è di bello in noi»(4 agosto 1938). Anche l’opinionepubblica italiana del tempo accetta,a parte piccole minoranze, le leggirazziali. Ieri, come oggi, l’Italia ingran parte, è fondamentalmenterazzista. Il “lavoro” sporco percreare terrore, paure, odio contro il“diverso” è stato fatto, ad arte, inquesti anni dalla Lega Nord, checontinua a guadagnare consensi peruna politica che la cui essenzafondamentale (checché si dica) è ilrazzismo e la xenofobia. Ognigiorno la Lega e i suoi dirigenti siinventano le cose più assurde eincredibili per tenere “sveglio” ilrazzismo più becero, piùsconcertante, più crudele.

Francesco Lusciano Chioggia (Ve)

Come confiscare i beni mafiosi

Cara “Liberazione”, nella suarelazione annuale al Consiglio dei

ministri il magistrato AntonioMaruccia, commissariostraordinario dei beni confiscati allemafie, ha evidenziato i drammaticiritardi nell’entrare in possesso egestire i beni sequestrati. Suggeriscel’istituzione dell’Anbc (Associazionenazionale dei beni confiscati),proposta ripresa in Parlamento dalcapogruppo Pd all’antimafia LauraGaravini. Tale associazione, con ilnecessario supporto dellasemplificazione burocratica e deglieventuali adeguamenti legislativi,potrebbe entrare rapidamente inpossesso dei beni sequestrati, farneiniziare senza indugio la gestionesalvaguardando l’occupazione delleaziende sequestrate. L’Anbc a taluopo dovrebbe essere dotata dipersonale esperto in gestioniaziendali. Il patrimoniocomplessivo gestito dall’Anbcpermetterebbe di sostenere i costidelle opposizioni e dei processiintentati dai mafiosi o dai loroprestanome per evitare la confisca.Tali opposizioni e processi nondovrebbero ritardare la presa dipossesso dei beni da partedell’associazione che merita ilsostegno fattivo di tutti coloro,senza distinzione tra maggioranzaed opposizione, che voglionoaiutare l’antimafia a diventaresempre più efficiente ed efficace .

Ascanio De Sanctis Roma

Che mondoè questo?

Cara “Liberazione”, l’ultimorapporto Unicef ci spiazza. Cifreincivili. Un miliardo di bambini

vivono senza i servizi essenziali e250 milioni crescono tra pallottoledi sangue e mine strazianti. Sono 22milioni i neonati che sfidano lemalattie curabili con semplicivaccini. Più di cento milioni dibambini non possono frequentare lascuola. La Convenzione del 1989sui diritti per i bambini scricchiola,per non dire peggio. Intanto, a causadi interventi a basso costo nonerogati per egoismo, muoiono ognigiorno 25.000 bambini sotto icinque anni.

Fabio Sìcari Bergamo

Una riflessioneantropologica

Cortese direttore, molto chiaro edesplicativo l’editoriale di GianniFerrara su “Liberazione” del 28novembre. E però spesso le buoneintenzioni oppure i favorevoliauspici fondati sul presupposto delrispetto delle regole si scontrano conla dura realtà. Non basta sostenere,con i sondaggi di Pagnoncelli, che lamaggioranza degli italiani ècontraria all’immunità per ilPresidente del Consiglio, se poiquesta stessa maggioranza, neisondaggi e nella realtà, ne è ancoraammaliata e innamorata. Non bastarammentare che esistono regole egaranzie costituzionali contro leleggi che non rispettino appunto laCostituzione, se abbiamo unPresidente della Repubblica chepromulga le leggi, tanto sennò leripresentano… Forse è opportunoavviare una riflessione antropologicasugli italiani?

Massimo De Siena Napoli

70 anni fa l’ingresso delle truppe di Franco aMadrid metteva fine a un’aspra guerra civilee alla “breve estate dell’anarchia”, iniziata aBarcellona il 19 luglio 1936. Alle 18.30Rinascita di Roma via P. Alpino 48, MauroGarofalo e Pietro Masiello presentano ilfilmato “Spagna 1936 - L’utopia e la storia”e il cofanetto di Elèuthera.

To Gaza, with loveA fine anno, centinaia di attivisti e migliaiadi palestinesi, partecipano alla GazaFreedom March con uno “striscionemosaico” con foto, messaggi e disegni. Faianche tu un tassello e spediscilo all’[email protected]: sarà raccoltodurante l’incontro con Luisa Morgantini il5 dicembre a Roma.

“Attualità del pensiero di PeppinoImpastato”: alle 18 sala deiProvveditori del municipio di Salò(Bs) con Giovanni Impastato,fratello di Peppino, e Enrico Favadocente del liceo Fermi. Il valore e ilsignificato della vita di Peppino... ela verità sulla sua morte.

Mondi al limiteDalla Repubblica Democratica delCongo alla Cambogia, dalla Somalia allaThailandia, dal Brasile alla Colombia, dalPakistan all’Italia. David Riondino leggele crisi dimenticate e presenta il libro diMedici senza Frontiere “Mondi al limite”domani alle 20.30 Piccolo Teatro delComunale corso Italia 16 a Firenze. ConEttore Mazzanti operatore umanitarioMsf e Leonardo Sturiano de La Nazione.

> On the radioProsegue il racconto di Radio Po-polare da I tetti della crisi. Oggialle 10.30 è sui tetti della stazioneTermini a Roma, dove i lavoratoridelle Ferrovie dello Stato e le dittein appalto che si occupano dellepulizie, ci parlano di contratti nonrinnovati, di mancanza di misuredi sicurezza, dei morti sul lavoro.

> NapoliRock, noise, aperitivo e non soloper il concerto di autofinanzia-mento per lo spazio anarchico alle18 in via Ventaglieri 76a.

> RomaA cura della rivista Gulliver Lo sta-to per il cinema, lo stato del cine-ma il convegno alle 9.30 Casa delCinema in largo Mastroianni. ConFrancesco Maselli, Stefano Rodotà,Roberto Barzanti, Benedetta Buc-cellato, Luciana Castellina, SilvanoConti, Giorgio Gosetti, EmidioGreco, Marco Mele, Stefano Rulli,Nino Russo, Riccardo Tozzi, Vin-cenzo Vita.

Quello che nessuno vuole raccon-tare sulla strage che ha cambiatol’Italia: Paolo Cucchiarelli ci parladel suo libro Il segreto di piazzaFontana (Ponte alle Grazie) alle15.30 sala Aldo Moro della Came-ra dei Deputati; con il docenteuniversitario Massimo Brutti, Giu-seppe de Lutiis storico dei servizisegreti, il magistrato Antonio Ma-rini, il giornalista Sandro Provvi-sionato direttore del sito misteridi-talia.it. Incontriamo AntonelloSacchetti, autore di Iran. La resadei conti (Infinito) alle 20 Flexivia Celementina 9; e poi Viaggioin Iran racconto fotografico diDaniela Re e Fabrizio Mastroleo.A partire dal libro di Gian Anto-nio Stella Negri, froci, giudei &co. L’eterna guerra contro l’altro,domani alle 11.30 al Centro con-

gressi della Facoltà di Scienze del-la Comunicazione in via Salaria113 si parla di Tutti i razzisti si so-migliano con Moni Ovadia, Ma-ria de Lourdes Jesus, Mario Mor-cellini, Giulia Rodano, NicolaTranfaglia, Jean Leonard Touadì,Gian Antonio Stella.

Presentazione del corso base di svi-luppo e stampa in bianco e nerotutto rigorosamente analogico Ana-logico mon amour: alle 20.30 Tor-retta del Forte Prenestino.

> Capannori (Lu)Un vademecum per un consumoresponsabile di giornali, radio e tv: Informazione, istruzioni per l’usopresentato alle 21 EffeCorta vialeEuropa 224. Con Luca Martinellidi Altreconomia e il giornalista escrittore Lorenzo Guadagnucci.

> BolognaBello... Wall-E il film alle 21 Xm24via Fioravanti 24.

> Taneto (Re)Cena incontro con Erik Gandini eproiezione del suo film Videocracy- Basta apparire alle 20.30 ArciFuori Orario. Il menu della cena èdedicato a Libera in occasione delpassaggio della Carovana antimafiada Reggio Emilia e... piatti appositiper i vegetariani. Prenotarsi allo0522671970 - www.arcifuori.it.

> PadovaMatteo Righetto discute del suo li-bro Savana Padana (Zona) conMarco Busatta alle 18 Melbooksto-re via Martiri della Libertà 1.

> BresciaSiamo sulla stessa barca: ora di si-lenzio per solidarietà con chi fug-ge dalla guerra, dalla fame e dallamiseria - in opposizione al decretosicurezza - alle 18 piazza Rovetta. E’tutta un’altra storia: La Comune diParigi. Nascita e diffusione in Eu-ropa delle organizzazioni politi-che e sindacali operaie, la seconda

Ricordando Piero Bruno, domani alle 16.30 all’ex sede di Lotta continua diROMA in via Passino 20, presentazione del murale e della Scuola popolarePiero Bruno e proiezione del documentario di Fabio Grimaldi “Non tacereScuola 725”. Con Remo Marcone, don Sardelli e il CdQ Garbatella.

rivoluzione industriale e i nuovi as-setti statuali: alle 20 via Bevilacqua9 con Umberto Gobbi.

> MilanoC’è bisogno di misure umanitarie,convivenza pacifica, dialogo e soli-darietà: Fiaccolata contro la politi-ca degli sgomberi dei campi Romalle 18 piazza San Babila. Per lamassa critica del 6, in solidarietàcon chi va a Copenaghen, per la sal-datrice di Coma Cicloaperitivo al-le 19 ex Stecca in vicolo de Castilla.Nono incontro del seminario“Tempo di classici: il secondo 900”: Rawls, la giustizia come equità al-le 18 Casa della Cultura in via Bor-gogna 3 con Salvatore Veca. Riaprelo Sportello stranieri in via Foppet-te, per supportare su regolarizzazio-ni, sanatorie, decreti flussi, ricon-giungimenti familiari, permessi disoggiorno, contratti di affitto; info:3936731883 - 3475213205.

> San Giuliano M. (Mi)Uno spettacolo della FondazioneEmergency, testo e regia di PatriziaPasqui, con Mario Spallino: Far-mageddon alle 21 cinema Ariston.

> TorinoA cura di Rsa Cgil e Flc Cgil Situa-zione Csea - Conseguenze di unaprivatizzazione: domani alle 14.30Camera del Lavoro via Pedrotti conRudi Aschiero di Flc Cgil. Riunio-ne Indymedia Piemonte alle 21 Ra-dio Black Out via Cecchi 21.

> Collegno (To)Infopoint sui Cie: Senza miseri-cordia dalle 10 alle 13 mercato dicorso Francia.

> Genova“Cibo per la mente”: L’Italia eco-solidale. Guida all’alternativa in10 città è il libro presentato da Al-treconomia alle 17 Fiera di Macon-do in piazza Matteotti.

Te lo ricordi Piero? Sì, dico a te...

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10 mercoledì 2 | dicembre 2009 |

Page 16: prova articoli parziali

Umbria Olii, primo passo verso la giustiziaSu Facebook un video del Cav. Censurato!8 per mille, non favoriamo la chiesa cattolicaUmbria Olii,rinviato a giudiziol’amministratore

Cara “Liberazione”, esprimo la piùviva soddisfazione per il rinvio agiudizio per omicidio plurimodell’amministratore delegato dellaUmbria Olii Giorgio Del Papa.Finalmente, dopo due anni emezzo d’attesa il processo penalepuò avere inizio: adesso Del Papanon è più un semplice indagato, maun imputato. Ironia della sorte,inizierà il 24 novembre 2009, cioèun giorno prima del terzoanniversario della strage dellaUmbria Olii. Ancora c’è da farepiena luce sul grave infortuniooccorso ad un operaio della UmbriaOlii il 5 gennaio 2009, rimasto alungo sotto silenzio. L’operaio (dicui non si sa ancora il nome) èvenuto a contatto con la sodacaustica e a quanto pare ha persoun occhio, e rischia di perderne unaltro. A quanto pare non sono statefatte le opportune comunicazionidi legge. Invito l’Inail nazionale,l’Asl di competenza, a fare leopportune indagini su questo graveinfortunio. Che i familiari diGiuseppe Coletti, Tullio Mottini,Vladimir Todhe e Maurizio Manilipossano finalmente averegiustizia...

Marco Bazzoni rappresentante dei lavoratori

per la sicurezza, via e-mail

Ci chiudonola boccaanche su Facebook

Cara “Liberazione”, sono unaragazza di vent’anni, e come tutti imiei coetanei, anche io utilizzo unodei più rinomati e all’avanguardiamezzi di comunicazione e discambio di informazioni:Facebook. Utile, pratico edeconomico, Facebook permette diincontrare persone conosciute omeno sulla rete, giocare on line,iscriversi a “gruppi” che trattanodelle più disparate tematiche,chattare con gli amici, inviaremessaggi privati, pubblicare noteriguardanti le proprie idee,evidenziare link di video giàpresenti sul web, ecc...Apparentemente sembrerebbe ilmetodo più adatto, vista l’enormequantità di iscritti (se ne sonocontati, il 25 giugno 2008, 100milioni), per la diffusione libera diinformazioni che le nostretelevisioni o giornali nontrasmettono. Ma ci si sbaglia! Pocotempo fa, sul mio personale profilodi Facebook, ho pubblicato duelink di video caricati da Youtube.Uno era un video scherzoso sulpresidente del Consiglio SilvioBerlusconi e l’altro era riferito aEmilio Fede, noto giornalista diRete 4. Felice della miapubblicazione, ricevuti inoltrenumerosi commenti diapprovazione, dopo qualche giornomi sono resa conto che i miei videoerano spariti dal mio personaleprofilo con la seguentemotivazione: «Questo messaggioconteneva contenuti di Facebookche sono stati rimossi o resiinvisibili in base alle impostazioni

sulla privacy». Fatte alcunedomande ad amici che avevanopubblicato anch’essi quei video, hopotuto facilmente constatare che ivideo su Berlusconi e Fede sonostati censurati in massa (quandoperò video o pubblicazionisostenenti fascismo, razzismo sugliimmigrati o omosessuali, bullismoecc. sono ancora liberamentediffusi!). Sono alquanto indignatada ciò che è successo, il mio gestodi pubblicazione di video era perme una semplice manifestazione diopinione, garantito dallaCostituzione. Ho solo vent’anni,ma non faccio fatica a capire chefinché al potere ci saranno personetanto potenti da riuscire a“chiuderci la bocca”, oltre che sullereti televisive anche su mezzi comeFacebook, questa Italia non saràmai veramente libera...

Eleonora Coppola via e-mail

8 per mille,diamoloai valdesi

Cara “Liberazione”, quando nel2006 diedi il mio 8 per mille allachiesa valdese, pensavo difinanziare semplicemente unacampagna per l’uso del preservativoin Africa. Mi sbagliavo, perché leparole irresponsabili del papa sulpreservativo mostrano, incontrapposizione, come quella

scelta della chiesa valdese era nonsolo giusta, ma profetica, perchéfavoriva un modo concreto dipraticare l’amore per il prossimo.Tra poche settimane si dovrannoeffettuare le nuove dichiarazioni deiredditi, per cui le compagne e icompagni è bene ricordino che l’8per mille alla chiesa cattolica hafinanziato il family day, che nonindicare niente permette alla chiesacattolica di avere con il 35% diindicazioni il 75% dei soldidisponibili, che i soldi indicati alloStato per la maggior parte vanno afinanziare il restauro di chiesecattoliche o in cassa generale.L’altro anno, “Micromega” proposedi indicare la chiesa valdese perl’attribuzione dell’8 per mille ed iorilancio anche per quest’annoquesta proposta tra noi comunisti:fosse mai che il Papa si convertasulla strada per l’8 per mille? Nonsarà la rivoluzione, ma almeno soche i miei soldi andranno solo inopere di solidarietà e attivitàculturali.

Paolo De Prai via e-mail

Preservativia 1 euro.Perché no?

Cara “Liberazione”, ho provatosentimenti contrastanti quando hosaputo dell’iniziativa di un chilo dipane venduto a un euro; mi è

sembrata, forse, una forma a metàtra l’assistenzialismo e la caritàcristiana. Poi, pensando che il paneè comunque la trasformazione delgrano e dell’acqua in qualcosa cheprima non c’era, proprio comesuccede alla nascita dell’essereumano, me la sono fatta piacere.Però, come ho già avuto modo didire a Paolo Ferrero in unimportante incontro organizzato daElena Canali nella sede della rivistaTransform, è un’iniziativa che vaappunto... trasformata. E allargata:perché non pensare, per esempio, avendere i preservativi a prezzo dicosto, o a pubblicare sul giornaleun elenco nazionale dei farmacisti“non obiettori” dove si possaandare a ritirare “la pillola delgiorno dopo” senza incappare inviolenze e ottusità clerico-fasciste, opersino a mettere a disposizione unmedico “non obiettore” in tutte lecircoscrizioni? L’idea, visto anchel’ultimo anatema delle gerarchieratzingeriane in fatto dicontraccezione, non è poi tantoperegrina. Vogliamo una sinistrache sappia occuparsi dei nostribisogni ma anche delle nostreesigenze, cara “Liberazione”.Vogliamo pane e amore. La fantasiaarriverà di conseguenza!

Paolo Izzo via e-mail

Quel sorridentesignorecattolico

Cara “Liberazione”, la sera del 17marzo Bruno Vespa dedica la sualunga trasmissione al temadell’omosessualità. E a parlaredell’argomento invita, tra gli altri,un esperto in materia: l’autore dellacanzoncina “Luca era gay”, Povia, ilquale ogni tanto si permette pure diperdere le staffe. E poi c’è un altrosignore, esperto di morale. Unsignore cattolico, la cui nomina perla Commissione Giustizia, Libertà eSicurezza fu respinta dalParlamento europeo, poiché avevadefinito l’omosessualità «indice didisordine morale». E il signore nonha perso il vizio, ed ha ancoradetto, nel salotto vespino, colsorrisetto di chi la sa lunga chel’omosessualità è immorale. Ma ilcristiano signore esperto di moralesu che cosa baserà la suaconvinzione? Sul Vangelo delCristo? Impossibile, poiché ilSignore parla di ogni atto immoralema non fa il minimo cennoall’omosessualità. Allora sullelettere paoline? Impossibile, poichél’ebreo di Tarso non è credibile inmateria di sessualità. Fu lui, infatti,a scrivere: «E’ cosa buona perl’uomo non avere contatti condonna» (1 Co 7,1). Forse allorasull’Antico Testamento? Neppure,giacché anche questo in fatto disessualità non può essere preso sulserio. Basti il seguente versetto: «Seun uomo è giaciuto con una donnadurante le sue regole, e ne hascoperto la nudità, ha messo a nudola fonte del suo sangue ed essa hascoperto la fonte del suo sangue:siano eliminati ambedue in mezzoal loro popolo» (Lv 20,18). E allorasu che cosa il sorridente signorecattolico esperto di morale baserà lasua affermazione? Vuoi vedere chesarà persuaso che l’omosessualitàvada contro natura? E vuoi vedere

che sarà anche persuaso che questobasti a definirla immorale? Ma avràletto il passo del Vangelo dove Gesùparla degli eunuchi?

Renato Pierri docente di religione(in pensione), via e-mail

Quando il governofa crederedi far qualcosa

Cara “Liberazione”, la politicaitaliana è ormai priva di ognisostanza. Quello che veramenteconta non è il fare qualcosa, ma farcredere di averlo fatto. Il Pdl hasbandierato il suo “pacchetto” inaiuto dei precari ma poi, incommissione, non è passato.Quello che veramente conta è averpubblicizzato l’idea. La gente a casasi sente tranquilla: sa che il governonon l’abbandona. E invece il nostroamato ed efficientissimo presidentedel Consiglio, da bravo venditore-abbindolatore, fa credere una cosa ene realizza un’altra: lascia ico.co.pro al loro destino, ma tutelagli stipendi dei super manager diStato. Perché la cosa grottesca è chementre i precari vengonoabbandonati a se stessi i supermanager di Stato possonocontinuare a guadagnare più di350mila euro l’anno. Infatti, anchel’emendamento che stabiliva untetto per questi stipendi favolosi, espesso immeritati, è stato bocciato.

Marco Di Mico via e-mail

Le lettere vanno inviate a: Libera-zione “rubrica lettere”, viale del Po-liclinico 131 - 00161 Roma. E-mail:lettere@liberazione. it; fax:0644183254.

la lettera

Perché dobbiamoragionare sull’impresa.Da sinistra

Cara “Liberazione”, in una situazione drammatica dove migliaia dilavoratrici e lavoratori stanno perdendo il posto di lavoro, vorreianalizzare due tematiche che il governo Berlusconi rilancerà in sensonegativo per noi lavoratori. La prima è quella dei lavori pubblici, l’altraquella dell’impresa. C’è in Italia una voglia di cementificazione e didegrado ambientale connessa a logiche perverse di rilancio di sviluppoche rende ormai il nostro territorio a rischio. Il sistema delle grandiopere pubbliche è attraversato strutturalmente dalle “ragioni” degliinteressi di potere, di arricchimento privato, tanto da perdere di vista lafinalità sociale, ribaltando sovente l’utilità in devastazione. Credoquindi che dobbiamo rilanciare una strategia per i trasporti, facendocapire quello che necessita a questo paese (potenziare il trasportoferroviario, marittimo e urbano ben diverso dall’alta velocità o dalponte sullo stretto). Dobbiamo rilanciare sulle politiche energetiche,puntando su quelle alternative e formando comitati di lotta contro lecentrali nucleari proposte da Berlusconi. Dobbiamo ragionare su“cantieri verdi”, per il riassetto idrogeologico, per il risanamentoambientale, cantieri che costano assai meno e danno più lavoro. Inquesto momento di crisi che è non solo economica ma anche diristrutturazione della società, una riflessione di sinistra sul temadell’impresa mi sembra particolare opportuna. Una prima definizionepotrebbe essere la seguente: l’impresa è il luogo dove si organizza e siconsuma lo sfruttamento capitalistico del lavoro umano e la fabbrica èil luogo fisico dove questo processo si attiva. Ma non è l’unica e nondescrive tutta la realtà. Infatti l’impresa è il luogo di una grandemistificazione: essa fa passare per nuova ricchezza anche ciò che talenon è, poiché omette di contabilizzare una parte non trascurabile delvalore delle risorse che utilizza per produrre. E’ ciò che avvienequando si appropria gratis di risorse naturali non rinnovabilidepredando l’ambiente,o acquisisce a prezzo vile materie prime eprodotti agricoli depredando i paesi produttori. Credo che su questiproblemi la sinistra comunista e anticapitalista debba aprire una seriadiscussione.

Antonello Tiddia Rsu Carbosulcis, Rete 28 aprile Cgil, via e-mail

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Liberazione fruisce dei contributi statalidiretti di cui allaLegge 7 agosto 1990n. 250

119venerdì 20 | marzo 2009 | Lettere

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Bombe e segreti

L’acqua (e non solo) in mano ai privati

Impediamoquesto scempio

Gentile direttore, laprivatizzazione dell’acqua previstacon il decreto legge 135 è un fattodi assoluta gravità che mette indiscussione il diritto di tutti icittadini ad usufruire liberamentedi un bene di tutti ed è il regalofatto da questo governo allemultinazionali delle acqueminerali. E’ importante mobilitarsicontro questo provvedimento,tenendo insieme in questabattaglia movimenti, cittadini,forze sindacali e politiche al fine diimpedire questo scempio. Altempo stesso, però, non si puòdimenticare che nel famigerato art.15 del suddetto decreto si parlanon solo di privatizzazionedell’acqua ma dellaprivatizzazione dei servizi pubblicilocali a partire dai trasporti e dairifiuti. Questo comporterà nonsolo un peggioramento dei servizi(tagli alle linee di trasporto nonredditizie, eliminazione dellaraccolta porta a porta dei rifiutiperchè considerata troppocostosa), un peggioramento dellecondizioni dei lavoratori (è chiaroche per vincere le gare si punteràsulla diminuzione dei salari, taglialla sicurezza e ai diritti), unaumento delle tariffe e unintervento di imprese legate allamalavita (in particolar modo nelsettore rifiuti). Per questo ènecessario costruire una battaglia

di fondo contro tutto l’impiantodell’articolo 15, rivendicando ilcarattere pubblico dei servizi edella loro gestione, di politicheambientali che tutelino il territorioe salvaguardino la vita di cittadinie lavoratori, di politiche chesalvaguardino e amplinol’occupazione e i diritti deilavoratori. Per questo è urgenteuna mobilitazione popolare suquesti temi capace di rimettere indiscussione anche le politicheportate avanti negli anni passati daamministrazioni locali sia dicentrodestra che di centrosinistrache hanno privatizzato pezzi diservizi pubblici e trasformato leaziende pubbliche in società dicapitali quotate in borsa. Suqueste questioni sarebbe bello chesu “Liberazione” si aprisse undibattito.

Paolo Tani SdL coordinamento provinciale Roma

Eutelia, Alemannoha altro da fare

Caro direttore, mi piacerebbe che“Liberazione” pubblicasse questamia lettera al sindaco di Roma.«Signor Sindaco di Roma, sono undipendente Eutelia-Agile-Omega.Come Lei certamente saprà lanostra azienda assisteva tutto ilparco informatico del Comune diRoma. Al termine di una serie dicompravendite, sono spariti tfr eimmobili aziendali. L’attuale

proprietà non ci dà lo stipendio datre mesi, e ci stiamo avviando alquarto. Inoltre, non ha pagato ifornitori, non si è interessata deiclienti, non ha partecipato a nuovegare e ha annunciato 1.200 esuberisu 2.000 dipendenti. Di fatto hachiuso. Quando abbiamo iniziatoa protestare pensavamo di averla alnostro fianco, invece non solo ciha tolto il contratto di assistenza,ma non ha mai speso una parolain nostro favore. Anzi, si èlamentato perché i nostri cortei diprotesta causavano dei problemialla mobilità cittadina. E così,mentre la Regione e la Provincia siattivavano per sostenerci, siamoralmente sia istituzionalmente,il comune ci ha osteggiati ecriticati. Evidentemente, le sortidei lavoratori vessati, maltrattati,truffati, ingannati, imbrogliati espolpati non interessano né lei néil suo partito. Forse ritiene ingiustala nostra protesta, o, forse, ètroppo occupato a stringere manipiù importanti delle nostre.Augurandomi un suoripensamento la saluto senzanessuna stima né cordialità».

Marco Di Mico via e-mail

Il governo e le autonomie locali

Cara “Liberazione”, nei prossimigiorni il Consiglio dei ministridovrebbe approvare la bozzapresentata dal ministro Calderoli

che prevede la riduzione diassessori e consiglieri degli EntiLocali, la soppressione delleProvince, più poteri ai sindaci, ecc.Già ora il ruolo dei consiglieri èpressoché nullo grazie alla LeggeBassanini. Il potere è concentratosui sindaci e i presidenti delleRegioni e delle Province ed èpraticamente esclusa lapartecipazione e il controllo deicittadini; questa assenza didemocrazia si evince anche dalpotere assoluto concesso aidirettori generali dell’Asl. Alleproposte di Calderoli dobbiamoaggiungere un attacco senzaprecedenti alla Magistratura, leproposte che si discutono inParlamento che cancellanoprocessi eccellenti e investono inprima persona il presidente delConsiglio e, senza vergogna, sivogliono riproporre norme cheprevedono l’immunità per le altecariche dello Stato. Il libro biancoin tema di welfare presentato daSacconi prevede praticamente ladistruzione dello Stato sociale e laprivatizzazione dei servizipubblici; nel contempo si va versouna scuola pubblica sempre piùprivatizzata e con una selezione diclasse. Siamo di fronte adun’emergenza sociale edemocratica che ha bisogno di unamobilitazione di tutte le forzedisponibili. Le istituzioni,espressione della Costituzionenata dalla Resistenza, non possonorimanere inermi di fronte ad unattacco alle autonomie locali; sitratta di mantenere e di ripristinareun ruolo rappresentativo di tuttele forze democratiche a partiredalla necessità di cancellare la

forma del bipolarismoparlamentare, rendendo valore allaCostituzione.

Renato Nuccio Biella

E’ tutta questionedi sfiga?

Gentile redazione, che Berlusconiporti sfiga è certamente unadiceria di dubbio gusto messa ingiro dai soliti comunisti che nonesitano a mettergli sul gropponeterremoti, inondazioni,smottamenti, nonché presuntefigure di guano che avrebberofortemente compromesso ilprestigio del nostro Paese. Menoazzardata, invece, l’ipotesi che ilsuo “appoggio” alle persone siadeleterio. Certo anche in questaipotesi c’è un fumus persecutionis,devo riconoscere però che certe“cosucce” lasciano perplessi. Tuttiricordano, infatti, l’esito che ebbel’appoggio di Berlusconi a MarioMauro battuto dal polacco JerzyBuzek nella corsa alla presidenzadel Parlamento europeo. Tuttiricordano gli anni di galeracomminati ai suoi coccolatissimiPreviti e dell’Utri. Ora è la volta diD’Alema fatto fuori – assicurano lemale lingue – proprio per il“sostegno” di Berlusconi. Nonvoglio immischiarmi in affari cosìcomplicati, ma mi par doverososuggerire al buon NicolaCosentino di valutareattentamente la solidarietàoffertagli dal Presidente e ditoccare, ad ogni buon conto,qualche oggetto metallico.

Gino Spadon via e-mail

Luciano Lanza, Roberto Gargamelli eRoberto Mander dibattono su Pinelli ePiazza Fontana e presentano il libro di L.Lanza “Bombe e segreti. Una strage senzacolpevoli” (Eleuthera) alle 18.30 libreriaRinascita di Roma via P. Alpino 48.

Sangue dal nasoUno spettacolo teatrale di e con AndreaMaurizi e un viaggio dettagliato nei fattidi Genova del luglio 2001: “Sangue dalnaso (scuola Diaz Genova 2001)” alle 19teatro del Complesso San Bernardino diToffia (Ri) in piazza Lauretana 3.

Firenze e la mafiaNella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993via dei Georgofili è devastata da unFiorino imbottito di esplosivo. 5 i morti.Fu solo mafia? Silvia Resta ne parla nelsuo libro “La bomba di Firenze” (Infinito)alle 17 Teatro Le Salette a Firenze.

Per le lotte operaiePer una cassa di resistenza territoriale,un’autorganizzazione sociale e unasolidarietà sociale, aderisci alla societàpopolare di Mutuo soccorso “GiuseppeGaribaldi” che nasce domani alle 10 alPodere Operaio di Montecarlo (Lu).

Tangest? No, grazieA chi serve la tangenziale est di Torino?Quali gli impatti si territorio e salute?Parliamone alle 9 alla Cascina Marchesicon i docenti Paola Villani e GuidoMontanari, il geologo Paolo Quagliolo,Andrea Mottura del coordinamentoNoTangest e Juri Bossuti del Prc.

> Conversano (Ba)Quanto mai attuale... MargheritaCiervo e la sua Geopolitica dell’ac-qua (Carocci) alle 19 al Castello.

> Molfetta (Ba)Reading di poesie in omaggio a Al-da Merini alle 19 Il Ghigno.

> Venafro (Is)Ottimo cibo e il chitarrista flamen-co Josè Alberto Rodrigo per la Ce-na per Emergency alle 19 Dimoradel Prete di Belmonte.

> FrosinoneGrunge e stoner con Passover liveCantina Mediterraneo via Fabi 341.

> RomaLa testimonianza del medico psi-chiatra Antonella Bertolotti nel suolibro Il profumo del frangupane –storie vere dalla guerra del Congoalle 18 Griot via S. Cecilia 1. Le fo-reste indonesiane e le radici del ri-scaldamento globale: Nel “groundzero” del clima alle 11 Bibli via deiFienaroli 28 con Greenpeace. Im-pronte, graffi, linee... C’arte la mo-stra di Sabrina Carletti alle 18 Odra-dek via dei Banchi Vecchi 57.

Di tutto e di più al Mercato agrico-lo biologico alle 9 al centro di Cul-tura ecologica in via F. Corni. Chic’è nel piatto? Dopo il Forum dellaFao: dalla sicurezza alimentare allasovranità alimentare, la tavola ro-tonda alle 15 alla Città dell’Utopiain via Valeriano 3 con AntonioOnorati presidente di Crocevia e icontadini critici di terra/TERRA. Siapre alle 17 alla Casa dell’Altra Eco-nomia (ex Mattatoio) Fraterna-mente la mostra fotografica di Fer-nando Pensosi. Cinema al CasalePodere Rosa con Antichrist di VonTrier alle 21.30. Hard Teckno Nightal Villaggio globale + photo expo.Passione per il lento viaggio: Fram-menti di cicloviaggi il libro alle

17.30 libreria Torre Maura via deiTordi 12. Sono meravigliosi: BlackCat’s Party, festa del gatto nero alle15.30 Azalea via Jenner 42. Blues enon solo con Iguana AcousticBlues Trio al Bar Celestino via de-gli Ausoni 62.

> Bracciano (Rm)A 50 anni dalla rivoluzione, il regi-sta Giuliano Montaldo presenta inanteprima L’oro di Cuba alle 16 alliceo Vian via Guardati 2.

> SienaPer difendere la nostra terra no al-l’aeroporto di Lampugnano. Mani-festazione alle 15 La Lizza.

> LivornoPer il 15° compleanno A cena conEmergency alle 20 Arci di via Cam-pania. Prenotarsi al 3462318650.

> FirenzeLa comunità di Sant’Egidio orga-nizza Rigiocattolo, una raccolta di

giocattoli nuovi e vecchi in buonostato, oggi e domani dalle 16 alle 18in piazza della Signoria. Secondoincontro di e con Medici senzaFrontiere alle 21 La Citè borgo SanFrediano 20 con video e immaginie le parole di Kostas Moschochori-tis, direttore generale di Msf Italia.

> Bagno a Ripoli (Fi)Aperitivo, cena, sangria e musicaper la Festa dei Diritti alla Casa delpopolo di Osteria Nuova. Trattodal romanzo di Itab La tana dellaiena. Storia di un ragazzo palesti-nese con Carlo Orlando alle 22“Camilo Cienfuegos” via Chiella 4.

> PisaUn continuo stimolo alla criticadell’esistente: presentazione del li-bro di Domenico Moro Nuovocompendio del Capitale alle 16 Re-beldìa via Battisti 51.

> Calcinaia (Pi)Un cedro del Libano per Teresa

Nel 40°anniversario della strage di Piazza Fontana (nella foto), l’Anpi propone undibattito alle 16 a Villa G. Silva di CINISELLO B. (Mi). Con l’assessore Luciano Fasano,lo storico Aldo Giannuli, Federico Sinicato avvocato di parte civile dei familiari dellevittime della strage, l’attore Dario Dossena e Felice Riccardi presidente Anpi cittadino.

Strada presidente di Emergency.Alle 10 giardini Palazzo comunale.

> PistoiaTailor Made live for Rubestic Partyalle 21 Cral Breda via Ciliegiole.

> Massa CarraraStorie di bambini negli ospedali diEmergency nel film Domani tornoa casa alle 21 centro Icaro.

> Taneto (Re)Daniele Luttazzi nel monologo co-mico aggiornato Và dove ti porta ilclito alle 21 Arci Fuori Orario.

> TriesteI tempi cambiano... Equilibrio.L’amore ai tempi della precarietàlo spettacolo teatrale per la regia diLuca Tripeni Zanforlin alle 21 ArciLa Locomotiva.

> MilanoUna piccola orkestra balcanica: Muzikanti live La Scighera. Jazz enon solo con Open Mouth BluesOrchestra alle 22 Arci Metromon-do via E. Ponti 40. One Dropperslive Ska per la Palestina csa Vitto-ria. Dj Calabro al Leoncavallo e poiGolden Bass + Irie Crew. Tamburi,canti, danze e melodie d’Africa conDaouda Diabate & Djembappel: Suoni solidali ale 21 Siraba via S.Arnaldo 7 a Cassina Anna. Seratareggae @ Olinda ex o.p. Pini conPeaceisla + Pignataro Massive.

> Cesate (Mi)A cura di Que Tal? - e con Emer-gency - Cessate il fuoco la mostraalle 17 alla Biblioteca civica.

> GenovaVittorio Arrigoni presenta il suo li-bro reportage Gaza - Restiamoumani alle 17.30 Books in the Ca-sba via Pre 137; alle 19 aperitivo be-nefit all’Aut Aut via delle Fontane3. A cura di Zaatar.

Stragi e strategia della tensione

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11sabato 21 | novembre 2009 |

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bandiere, i soliti inni e i soliti sorrisi di chi ha fatto della

comunicazione e della pubblicità una forza politica.

Saper vendere è sicuramente una virtù.

E il partito del Cav è stato, nel tempo, venduto benissimo. Il messaggio televisivo con cui

annunciava, nel 1994, la sua discesa in campo, i martellanti spot pubblicitari, i cambi di nome delle

coalizioni, le gaffe, il vittimismo, i processi, il predellino e il congresso del PdL lo hanno reso un

amico, un familiare imbattibile. Però ora c'è la crisi, e dalla forma si deve passare alla sostanza.

Governare il Paese richiederà coraggio, lucidità, intuizione, lungimiranza e prudenza. Presto

vedremo se è lo statista che si è speso per il bene dell'Italia, o un semplice imbonitore. Marco Di

Mico

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FAMIGLIE Dove è finito il quoziente?

Il “quoziente familiare” di cui si è tanto discusso in campagna elettorale è sparito dal dibattito politico.

In Francia, introdotto nel 1945 e perfezionato nel corso dei decenni, comporta una riduzione della pressione fiscale all'aumentare del numero dei figli.

A sostegno della famiglia, la Germania, invece, utilizza un assegno di 164 euro mensili per figlio, che diventano 174 per il terzo e 195 dal quarto figlio in poi. Per la famiglia l'Italia spendel'1,1% del Pil contro il 3,8% della Danimarca, il 3,2% della Germania, il 3% di Olanda e Finlandia, il 2,8% della Norvegia, il 2,5% della Francia e dell'Irlanda. Sembra evidente che un dibattito debba avviarsi, almeno per riportarci nella media europea che si attesta al 2,1%. Per essere il paese dei mammoni, dei bamboccioni e dove la Repubblica riconosce i diritti della famiglia (art. 29 della Costituzione) facciamo troppo poco. Marco Di Mico (e-mail)

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bandiere, i soliti inni e i soliti sorrisi di chi ha fatto della comunicazione e della pubblicità una forza politica.

Saper vendere è sicuramente una virtù.E il partito del Cav è stato, nel tempo, venduto benissimo. Il messaggio televisivo con cui annunciava, nel 1994, la sua discesa in campo, i martellanti spot pubblicitari, i cambi di nome delle coalizioni, le gaffe, il vittimismo, i processi, il predellino e il congresso del PdL lo hanno reso un amico, un familiare imbattibile. Però ora c'è la crisi, e dalla forma si deve passare alla sostanza. Governare il Paese richiederà coraggio, lucidità, intuizione, lungimiranza e prudenza. Presto vedremo se è lo statista che si è speso per il bene dell'Italia, o un semplice imbonitore. Marco Di Mico

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• LETTERE (E FILOSOFIA)02/05/2009

• Pensioni, ritorna lo scalone? da Marco Di MicoIl presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, ritornando su un’idea già espressa nel dicembre 2008, vuole riformare le pensioni ripristinando lo scalone (abolito da Prodi), così da liberare risorse per concedere gli ammortizzatori sociali anche ai precari. A parte il fatto che le aziende, in questo momento di crisi, licenziano o spingono i dipendenti a andare in pensione, che, di fatto, diviene un ammortizzatore sociale: “meglio la pensione che la cassa integrazione”. I soldi per sostenere i precari disoccupati non vanno ricercati all’interno dello stesso ceto, sia perché sarebbe ingiusto, sia perché non darebbe nessun apporto al superamento della crisi. Altrimenti applicando lo stesso ragionamento agli industriali potremmo trovare le risorse per avviare le opere pubbliche e per la restituzione dei debiti dell’amministrazione nei confronti delle aziende prendendoli, ad esempio, dagli incentivi alla rottamazione.

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Aiuti alle famiglie. Grazie agli esperti di crisi.Con la crisi economica sono tornati i consigli degli «esperti» che spiegano a chi ha perso il lavoro come fare per ritrovarlo. Le parole d'ordine sono tre: flessibilità, mobilità, specializzazione. Perché, dicono, il lavoro c'è, solo che bisogna trasformarsi in personal shopper (chi ti compra i vestiti), in risk manager (esperto in previsioni finanziarie), in wedding planner (chi ti organizza il matrimonio), in travel designer (organizzatore di viaggi) e, magari, bisogna trasferirsi a Londra, oppure a Pechino. Poi ci informano che il posto fisso non è da ricercare, perché non gratifica e non stimola, meglio la sfida, il miglioramento continuo, l'eccellenza. Chissà quanto sono utili questi suggerimenti al cinquantenne padre di famiglia che ha fatto sempre l'impiegato, ha due figli, una madre malata, il mutuo e, ora, si trova senza lavoro? A tutti questi esperti e ai molti politici che a queste cretinate hanno creduto (o hanno fatto finta di credere) vorrei dire ... grazie.Marco Di Micoil manifesto del 08 aprile 2009 pagina 12 [email protected]

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LETTERE (E FILOSOFIA)22/06/2009

• Regina, reginella quanti passi devo fare... da Marco Di MicoMentre rincaso, sento alle mie spalle una voce che pronuncia le parole di un gioco che, francamente, pensavo fosse ormai sconosciuto ai bambini: "Regina, reginella, quanti passi devo fare …". Mi giro e il mio stupore iniziale si trasforma in meraviglia. A pronunciare quelle vecchie parole è una bambina araba di 9-10 anni che sta giocando con una bambina indiana di qualche anno più piccola. Le due mamme, una con il chador e l’altra con un tipico vestito indiano coloratissimo, guardano le due piccole con soddisfazione. Due mondi lontani si sono incontrati nel nostro paese non per modificarlo, ma per salvarne le tradizioni. Non ci vogliono imporre nulla, anzi. Stanno assorbendo da noi e dal nostro passato. Stanno diventando italiani. Penso fra me che, magari, i loro fratelli maschi già tifano per la Roma o per la Lazio e che parlano con la nostra stessa inflessione dialettale. Fra qualche anno questi bambini saranno in tutto uguale ai nostri. L’unica diversità, se proprio volessimo cercarne una, sarà nel colore della pelle, ma non credo che per noi possa essere importante.

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42 LA PAROLA AI LETTORI il Giornale Domenica 19 aprile 2009

✒ SOPRUSI

La Tim fa e disfasenza avvisare nessunoCaro direttore, il problema nelqualemi trovocoinvolta èadirpo-co sconcertante. Nonostante ioabiti a Monza, città vicinissima aMilano, non posso disporre delservizio adsl, perché la centralinaa cui è collegato il mio numero te-lefonico è vecchia e, a detta dellaTelecom,a lorononconvienecam-biarla.Anzi,unsimpaticooperato-re mi ha consigliato di cambiarecasa.Per motivi di lavorooltre chedi diletto sono stata costretta adavvalermi della chiavetta Tim Ali-ce mobile, con un contratto ma-xxialice100. Il contratto stipulatonel mese di agosto 2008 prevede-va per un pagamento mensile di20 euro l’acquisto di 100 ore di na-vigazioneadaltavelocità e, senonsi consumavano le 100 ore in toto,la rimanenza sarebbe stata cumu-lata con il mese successivo. Nel gi-rodi qualchemeseavevoaccumu-lato ben 350 ore, ma la cosa nonmi preoccupava poiché sapevoche durante l’estate mio figlioavrebbe azzerato il credito. Peròdeveaverepreoccupato laTim. In-fatti il 12 aprile al rinnovo del me-se, invece di trovarmi 100 ore piùil residuo di 350 mi sono trovata100 ore e residuo zero. Non ci cre-devo. Dopo svariate telefonateagli operatori Tim vengo a scopri-re che in forza di una «circolare»emessa il 6 aprile dalla Tim, il resi-duo delle ore non consumate mapagate veniva annullato. Ovvia-mente la novità non è stata comu-nicata agli interessati. Io mi chie-do: con che diritto la Tim modificauncontratto senzaavvisare la con-troparte, epoiguardacasoasfavo-re dell’indifeso cliente? La rabbiadi non poter fare o dire nulla difronte a soprusi così grandi è tan-ta, spero che lei con la sua espe-rienza riesca a dar voce alle gridadei più deboli.

Emanuela PirolaMonza

Davvero simpatico l’operatore chelehaconsigliatodi cambiarecasa.Scherzi a parte, quello dei contrat-ti modificati unilateralmente è unproblemareale,appenamaschera-todal fattocheformalmentesi trat-ta di «proposte di modifica» allequali il cliente può non aderire edisdire il contratto. Certo che se le«proposte di modifica» non vengo-no nemmeno comunicate...

✒ PUBBLICAZIONI DECISIVE

Imposte rimborsategrazie al «Giornale»Vorrei segnalare che, dopo la pub-blicazione della mia lettera da par-te vostra, sono stato contattato daldott. Rossi dell’Ufficio imposte diRomacheasuavoltasollecitavaMi-lano nella persona del dott. Stefa-nizzi il quale mi telefonava imme-diatamente. Giovedì 9 aprile mi èstato accreditato il rimborso delleimposte dovute, con i relativi inte-ressi. Devo ringraziarvi per l’atten-zione,manonpossononsottoline-are la solerzia e la cortesia dei duefunzionari degli Uffici tributari. Atutti un plauso.

Marco Viganottie-mail

È bello sentirsi utili.

✒ AGRICOLTURA

Contributi in ritardodi ben quattro mesiPosseggounapiccolaaziendaagri-cola di circa 10 ettari e per la primavolta dall’istituzione della Pac,quindidamoltissimianni, aquasi4mesi dall’erogazione del contribu-to annuale per la scorsa campagnaagricola non mi è stato ancora ero-gato il contributo. Rispetto allascorsa campagna agricola la miaazienda non ha avuto nessun cam-biamentoe, l’AssociazioneAgricol-tori di Cremona che ha seguito lamia domanda e che ne è responsa-bile, ritiene che i piccoli aggiusta-menti burocratici non giustificanouncosìgrave ritardo.Penso che siauno scandalo, in una situazione

economica così difficile, che i si-gnori burocrati che incassano i lo-ro lauti stipendi tutti i mesi, se nesbattonodeglialtri chedevonotira-re la cinghia.

Dario PeriCremona

E a proposito di utilità, vediamo seriusciamo ad aiutare anche que-sto lettore. Da chi dipende l’eroga-zione?

✒ INFORMAZIONE

Internet dà fastidioa chi non vuole la libertàLa commissaria europea per la so-cietà dell’informazione, VivianeReding, ha lanciato l’allarme Inter-net: vorrebbe correre ai ripari perevitarechequestomondosi trasfor-mi in una giungla. Dietro questapropostaviè l’intenzionedi regola-re tecnologie che sono totalmentefuoridaogni controllo,maregolar-le è molto pericolosoperché tra re-golamentazione e censura il passoè molto breve. Internet sta diven-tandoscomodaperchéforseèl’uni-co canale non controllabile daigrandi poteri che grazie a parteci-pazioni azionarie infilate nei setto-ri strategici riesce a decidere qualisiano le informazioni che possonoequellechenonpossonoesseredi-vulgate. Non si può parlare in tele-visione di argomenti che danno fa-stidioperchétoccanoveritàscomo-de. Vogliamo mettere il bavaglio aInternet?Sequestoè ilcompitodel-l’Unione europea si può affermaresenza vergogna che questa Euro-pa, che ci rappresenta sempre me-no, non ci serve.

Riccardo Asciie-mail

Neldubbio,anchesenzasposarete-orie complottiste, quando si trattadi informazione è meglio «regola-mentare» un po’ meno e lasciareun po’ di libertà in più.

✒ TRENITALIA

Passeggeri Intercityin ostaggio di facinorosiDenuncio un gravissimo fatto alqualehoassistito inqualità di testi-mone. Il 5 aprile ero abordodiunoscompartimento di seconda clas-se, del treno Intercity Plus 597 «Ta-cito» partito dalla stazione di Mila-nocentralealleore17.45.Pocopri-ma della partenza è salito un grup-po di una quindicina di facinorosichehannoiniziatoa inveire, fuman-do e urlando contro i presenti, glo-riandosidinonesser inpossessodiregolare biglietto. Nel corso di tut-ta la durata del viaggio, due di queisoggetti hanno molestato due ra-gazze, gridandoe battendo violen-temente sulla porta del loro scom-partimento, terrorizzandole.Nono-stantesiastatorichiestoimmediata-mente l’intervento delle forze del-l’ordinenessunoèmai intervenutonel tragitto da Milano a Modena,tantomeno si è maipalesato il con-trollore a tutelare noi inermi clien-ti.

Gianmarco RostriModena

Vediamo se Trenitalia ritiene op-portuno dare qualche spiegazioneal fatto che lei ha raccontato.

✒ REFERENDUM/1

Servirebbe una cauzionepari alla metà del costoSi parla troppo del referendum co-me se fosse un inevitabile castigodiDio.Maipromotori trovanosem-pre le firme tra i loro sostenitori dipartito. Non si potrebbe stabilireche i promotori debbano versareuna grossa cauzione da incamera-re se non si raggiunge il quorum,una cauzionepari almenoal 50percento del costo? Chi vuole scarica-re su tutti i cittadini il costo dellademocrazia diretta dovrebbe assu-mersene almeno la metà. Mi sem-bra una proposta abbastanza de-mocratica.

Giovanni Romeoe-mail

Wiston Churchill diceva che la de-mocrazia è la peggior forma di go-verno eccezion fatta per le formesperimentate in precedenza. Perquanto cinico potesse essere, ilgrande conservatore inglese nonsarebbestatod’accordoconunaso-luzionedefinitadallostessopropo-nente «abbastanza democratica».

✒ REFERENDUM/3

Si voti di sabatocon spoglio immediatoSulledate indiscussioneper il refe-rendum e le elezioni europee, fac-ciounaproposta: referendumalsa-bato dalle 7.00 alle 16.00, le euro-pee alla domenica dalle 7.00 alle18.00.Oraricosìarticolaticonsenti-rebbero lo spoglio immediato del-le schede votate. È vero che questasoluzione aumentaun po’ i costi ri-spetto alla proposta del dottor Cer-vi, che propone tutto in un sologiorno, ma dimezza quelli che siavrebberonelcasodidueconsulta-zioni distinte. E sarebbe il banco diprova di chi, in buona o in mala fe-de, propone l’accorpamento delledue votazioni in una sola tornata edicolorochetemonoche«l’ammuc-chiata» falserebbe il quorum che,per il referendum, è determinante.

Angelo Paolie-mail

Certo che sul tema la fantasia sisbizzarrisce.

✒ EUROPA

Uniformiamo i prezzi,poi parliamo di unitàSi parla tanto di unità europea. Amio modesto parere potremo par-lare seriamente di unificazione tragliStatieuropeiquandosi realizze-rà l’uniformità reale di salari e sti-pendi da una parte, e di costi dibeni e servizi dall’altra, ovveroquando un operaio di Siracusaguadagnerà lo stesso importo diun collega di Salisburgo o di Sivi-glia, un insegnante sarà retribuitoin egual misura tanto a Rovigoquanto a Rovaniemi o a Rotter-dam, un chilo di pane avrà lo stes-so prezzo a Macerata, a Maribor oMonaco,perun’otturazione ilden-tistadi Livornopraticherà la stessatariffa che praticherebbe se lavo-rasse a Lisbona o a Lione. Tra l’al-tro oggi il raffronto è semplicissi-

moinseguitoall’introduzionedel-la moneta unica europea.

M. L.e-mail

Ma non sarebbe un’assurdità seun chilo di arance (o una bisteccadi renna) costasse lo stesso prezzoin Sicilia e al circolo polare?

✒ ISTIGAZIONE A DELINQUERE

Ferrero ha commessoun reato penaleC’è un certo Paolo Ferrero che si ècandidato alle europee e che aper-tamente affermato che il sequestrodiundatoredi lavoroodiunmana-ger è una cosa che farebbe anchelui stesso ben volentieri. Spero checoloro che avevano una mezzaideadivotarequestapersonasi ren-dano conto della gravità di questedichiarazioni. Legittimare il seque-stro di persona in nome della lottadi classe e dell’odio nei confrontidegli imprenditori, che sono colo-ro che permettono ai lavoratori diavere un posto, significa dare vialiberaaviolenzegravissime.Passa-re dal sequestro di persona alla pu-liziaetnica ilpassononèmolto lun-goesiaccorcianotevolmentequan-do si agisce avendo come paraven-to una certa ideologia. Una cosa ècerta: il sequestro di persona è unreato e anche l’istigazione a com-metterlo è un reato.

Vanna Mazzati Piccolie-mail

D’accordissimo su tutto tranneche sulla brevità del passo fra il se-questro di persona (in nome diqualunque cosa) e la pulizia etni-ca.

✒ CRISI ECONOMICA

Le nuove professionie i disoccupati «normali»Con lacrisi economicasono tornatii consiglidegli «esperti» chespiega-no a chi ha perso il lavoro come fa-re per ritrovarlo. Le parole d’ordi-ne sono tre: flessibilità, mobilità,specializzazione. Perché, dicono,il lavoro c’è, solo che bisogna tra-sformarsi in personal shopper (chiti compra i vestiti), in risk manager(esperto in previsioni finanziarie),inwedding planner (chi ti organiz-za il matrimonio), in travel desi-gner (organizzatore di viaggi) e,magari, bisogna trasferirsi a Lon-dra, oppure aPechino. Poi ci infor-mano che il posto fisso non è daricercare, perché non gratifica enon stimola, meglio la sfida, il mi-glioramento continuo, l’eccellen-za. Chissà quanto sono utili questisuggerimential50ennepadredi fa-miglia che ha fatto sempre l’impie-gato, ha due figli, una madre mala-ta, il mutuo e, ora, si trova senzalavoro. A tutti questi esperti e aimolti politici che ai loro «consigli»hanno creduto (o hanno fatto fintadi credere) vorrei dire grazie.

Marco Di Micoe-mail

C’eraunmioamicochediceva:per-ché chiedere aiuto agli esperti,quandosappiamosbagliarebenis-simo da soli? Però, in questo caso,non li demonizzerei: sentire ognitanto una voce diversa non fa ma-le. Forse non risolve il problema.Mamagaripuòfarvenireun’idea.

Ecco perché Indropreferì glissaresui fratelli Rosselli

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Stimolato da unprogramma-do-cumentario tra-smesso da Rai-treun paiodi an-ni fa, mi sono in-teressato alla vi-cendadell’omici-dio dei fratelliRosselli e dei re-

lativimandanti.Holettoanchelepubbli-cazioni sull’argomento apparse abba-stanza di recente. Mi domando, e a leichiedo, se Indro Montanelli abbia maiparlato e scritto diffusamente di questoargomento (nella Storia d’Italia ne ac-cenna brevemente) che gli doveva esse-re famigliare, essendo lasignoraColetteRosselli cugina dei noti antifascisti. Lesarà grato se potrà fornirmi qualche lu-me in proposito.

Claudio Trazzi - Mirandola (Mo)

di Granzotto

Una violenza da stroncare con fermezza

IL GIORNALEReg. Trib. Milano N. 215 del 29-5-1982

IL GIORNALE DEL LUNEDÌReg. Trib. Milano N. 500 DEL 24-12-1982

CERTIFICATOADS N. 6402DEL 4-12-2008

LA TIRATURA DI SABATO 18-4-2009È STATA DI 264.095 COPIE

L’angolo

Il Giornale

(...) violazione della legge. Violenza? No, «radicalità».Cosa ancor più significativa, in Francia i capi della

sinistramoderata(i socialisti)e in Italia iverticidialcu-ni sindacati sono ambigui: 1) certo non approvano,ma 2) comprendono, 3) spiegano le violazioni dellaleggecon laviolenzapadronale e conquella originatadalle ineguaglianze. 4) Come non divenire «radicale»,perdendo il lavoro e scoprendo che quella «canagliadel padrone» ha avuto una super-liquidazione?

Le sinistre di governo sono in realtà sottoposte allapressione ideologica e politica dell’estrema sinistra ecedono,perconservareoriguadagnarel’elettoratopo-polare.

In realtà l’atteggiamento della sinistra e dell’estre-ma sinistra ne rivela la lettura «relativista» della demo-crazia. Quest’ultima però si basa su principi semplici:

elezioni a suffragiouniversale - organizzate rispettan-doleggie trasparenza -cheassicurinounamaggioran-za e una minoranza. E il principio si applica all’interasferasociale.Perchénonsidicemaichenelleuniversi-tàminoranzediuncentinaio-spessodimezzocentina-io - di studenti impediscono a migliaia di compagni diandare a lezione?

Sì, i governi devono essere prudenti nel gestire unacrisi economica e sociale. Nel 1963, davanti al duroscioperodeiminatori,DeGaulleprimaliavevaprecet-tati, poi aveva dovuto cedere, ma questa strategia hadei rischi: la violenza può diffondersi. Facciamo dun-que concessioni, ma facciamo anche rispettare la leg-ge. Infatti nulla è più fragile di una democrazia.

Max Gallo(Traduzione di Maurizio Cabona)

No,caroTrazzi,Montanelli era restio,di-rei quasi recalcitrante, a parlare dei fra-telli Rosselli. Lo faceva - e dimalavoglia -solo se qualcuno gli chiedeva se fosseroparentidiColette, lamoglie.Masi limita-va a un «sì, c’è un rapporto di parente-la...» e tutto finiva lì. Di fronte a questostrano atteggiamento, alla fine mi sonoconvinto che pur rispettandone la me-moria ritenesse ingombrante la presen-za, nella sua cerchia familiare, di Carlo eNelloRosselli.Devesapere, segiànonlosa,cheMontanelli fusempremoltopole-mico col «fuoriuscitismo» e, di conse-guenza.coi fuoriusciti (e i fratelliRossel-li lo erano). Una avversione potremmodire caratteriale, epidermica, per quantisi opposero al fascismo «dal di fuori» enon «dal di dentro», come tentò di fare,meritandosi la galera e la condanna amorte, dopo gli anni mai rinnegati (noneradella razzadeiGianfrancoFini,Mon-tanelli) di impetuosa adesione al regi-me.Ilprimoincontrocoi fuoriuscitiMon-tanelli loebbenell’autunnodel1937.Ra-diato dall’Albo dei giornalisti e rimossodall’incaricodicorrispondentediguerradallaSpagnaperaverminimizzatolapre-sa di Santander («Una lunga passeggiatae un solo nemico: il caldo. Un caldo apicco, insistente,brutale.Un’avanzata ti-rata avanti, invece che a furia di fuoco, afuriadiacqua»,sullaviadicasaMontanel-lisostòaParigi.Lìebbeanch’egli la tenta-zionedi «farsi» fuoruscito inattesadi tem-pi migliori, ma a fargliene passare la vo-glia furono proprio gli esuli parigini neiquali s’era imbattuto. Dirà tempo dopocheper le ideeprofessateeper il bizanti-nismo con il quale le manifestavano, «laprospettiva di un loro rientro in Italia miparveassaipiùpericolosadiquelladellasopravvivenza del fascismo». La secon-da(brutta)esperienzacoi fuoriusciti l’eb-be sette anni più tardi, a Bellinzona, do-v’era riparato dopo la fuga dal carcere diSan Vittore. Nella città svizzera, lui, con-dannato a morte dai tedeschi, dovettesottoporsi al giudizio del tribunale deifuoriusciti italiani - in maggioranza fra inostri connazionali presenti nel campoprofughi - che sebbene non avessero af-frontato particolari traversie durante ilregime se ne dicevano martiri attribuen-dosi il diritto di stabilire tasso e tenoredell’antifascismo di ogni nuovo venuto.Quello di Montanelli fu giudicato inesi-stente avendogli il sinedrio ascritto unaseriedigravissimi «crimini fascisti» comel’averpresoparte all’avventura etiopica,non esser passato, quand’era in Spagna,nelle formazioni delle Brigate interna-zionali, l’avere diffamato l’Armata rossaal tempo della guerra di Finlandia, mes-so in dubbio la fermezza delle democra-ziefranceseeingleseal tempodellaguer-ra di Norvegia e, cosa più deplorevole,l’esser cresciuto professionalmente nelVentennio. Quando, diversi mesi dopo,Montanelli gli raccontò quella spiacevo-le esperienza, Leo Longanesi se ne uscìcon una considerazione ancor oggi ade-guata: «È così, esistono due fascismi. Ilfascismo propriamente detto e l’antifa-scismo».

Paolo Granzotto

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