PROTOV NON DIMENTICA - LaGinestra NON DIMENTICA COPIONE.pdf · Caterina comincia a cantare e poi...

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PROTOV NON DIMENTICA Si apre il sipario : il palcoscenico è in penombra.. Un fondale nero copre la scena della scuola (banchi, cattedra, lavagna…) A destra e a sinistra del fondale sono posti due pannelli neri che, una volta girati, costituiranno le scene della camera dei fratelli Giovanni e Giacomo e del salotto di Caterina e Ubaldo. Si accende la luce e con un balletto iniziale si appronta la scena del negozio: i ballerini e gli attori portano in scena arredi e suppellettili. Scena del negozio (dialogo) Con la stessa musica il palcoscenico viene liberato da arredi e suppellettili, portati via da attori e ballerini. Si accende la luce sul pannello (girato) del salotto di Caterina. Ubaldo, il padre, informa la figlia dei problemi sul lavoro e la ragazzina decide di farsi aiutare dal suo amico Giovanni. Spegnere la luce. Si accende la luce sul pannello (girato) della camera dei ragazzi . Dialogo e lite tra Giovanni e Giacomo. Giacomo esce. Giovanni canta la canzone d’amore per Caterina. Contemporaneamente si accende la luce sul pannello del salotto di Caterina e si vede la ragazzina che prepara lo zaino per la scuola. Anche Giovanni, mentre canta, prepara il suo zaino. I due si avviano verso il centro del palcoscenico. Si alza il fondale nero ed è già pronta la scena della scuola. Dialoghi.

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PROTOV NON DIMENTICA

Si apre il sipario : il palcoscenico è in penombra.. Un fondale nero copre la scena della scuola (banchi, cattedra, lavagna…) A destra e a sinistra del fondale sono posti due pannelli neri che, una volta girati, costituiranno le scene della camera dei fratelli Giovanni e Giacomo e del salotto di Caterina e Ubaldo. Si accende la luce e con un balletto iniziale si appronta la scena del negozio: i ballerini e gli attori portano in scena arredi e suppellettili. Scena del negozio (dialogo) Con la stessa musica il palcoscenico viene liberato da arredi e suppellettili, portati via da attori e ballerini. Si accende la luce sul pannello (girato) del salotto di Caterina. Ubaldo, il padre, informa la figlia dei problemi sul lavoro e la ragazzina decide di farsi aiutare dal suo amico Giovanni. Spegnere la luce. Si accende la luce sul pannello (girato) della camera dei ragazzi . Dialogo e lite tra Giovanni e Giacomo. Giacomo esce. Giovanni canta la canzone d’amore per Caterina. Contemporaneamente si accende la luce sul pannello del salotto di Caterina e si vede la ragazzina che prepara lo zaino per la scuola. Anche Giovanni, mentre canta, prepara il suo zaino. I due si avviano verso il centro del palcoscenico. Si alza il fondale nero ed è già pronta la scena della scuola. Dialoghi.

Il palcoscenico è al buio. (fondale della Publieffe) Si vede arrivare la luce della torcia di Annibale. La scena si illumina gradatamente. Entra Annibale che si presenta, canta e poi esce. Da un lato del palcoscenico entra Gioele che cerca di rubare qualcosa. Dall’altro lato entrano Caterina e Giovanni che si scontrano con Gioele. Subito i tre si nascondono perché vedono arrivare Annibale. Si sente un tintinnio, una musica “magica”; Annibale , che sente suonare le due, si siede ed assiste all’apparizione di Protov. Anche i ragazzi si avvicinano stupefatti. Entra Protov, accompagnato da una musica dolce e c’è l’animazione di matite, cancelline, colori (balletto). Protov parla e spiega quali lettere e quindi quali libri saranno restaurati e quindi salvati dall’inceneritore.( Peter Pan, Pippi Calzelunghe, Pantera rosa, La maestra Tiramisù, La sirenetta…) Balletto dei libri. Protov lascia un biglietto ed esce. Restano in scena i quattro personaggi che si spiegano ciò che è avvenuto. Caterina racconta ad Annibale la verità riguardo alla loro presenza notturna nell’agenzia, coinvolgendo anche Gioele. Caterina, Giovanni ed Annibale escono. Gioele, che sta uscendo per ultimo, raccoglie il biglietto lasciato da Protov e comincia a parlare di sé (o canta). Gioele prende alcuni libri e comincia a leggerne uno. Buio al centro del palco dove Gioele rimane a leggere. Si illumina la camera di Giovanni. Dialogo tra Giovanni e Giacomo. Giovanni prende i libri e legge. Penombra. Luce piena sulla scena di Caterina che decide di tornare ancora alla Publieffe per attuare il suo piano. Anche Caterina comincia a leggere un libro. La luce diventa soffusa sui tre che leggono.

Caterina comincia a cantare e poi anche Gioele e Giovanni ripetono una parte della canzone facendo capire che si ritroveranno alla Publieffe la notte seguente. Buio Luce. Rientra Annibale che sveglia Gioele. Balletto degli operai e dell’inceneritore. Dialogo tra Gioele e Annibale che parlano del passato del ragazzo e ribadiscono che torneranno di notte. Buio. Penombra. Entrano Caterina, Gioele e Giovanni (Annibale sta facendo il giro dell’agenzia), vanno nella stanza del computer e compiono la missione. Rientra Annibale dal suo giro e insieme a Gioele spiega quello che sta succedendo riguardo a Protov. Gioele dice di aver trovato il libro del padre di Caterina e suggerisce alla ragazzina lo slogan “Protov non dimentica”. Caterina esce per portare lo slogan al padre. Gli altri restano in scena a cominciano a costruire la macchina progettata da Ubaldo, Gioele si rende conto che manca un ingrediente. Si sentono suonare le due ed entra Protov. Breve Balletto. Altri libri ripuliti. Protov parla con Gioele dei libri ma non l’ingrediente mancante. Protov esce rientrando nel libro. I quattro rileggono alcuni parti del libro e capiscono che la meraviglia è l’ingrediente che manca. Entra il padre di Caterina che cerca i libro di Protov, lo bacia, lo prende ed esce euforico. SIPARIO Si alza il sipario: sono pronte la scena delle scuola e quelle della camera di Giovanni e del salotto di Caterina. Scena della scuola; Giovanni riceve la pagella. Suona la campanella, tutti escono. Giovanni e Caterina vanno ognuno verso la propria scena ed escono. Gioele e Annibale escono insieme e fanno capire che andranno a vivere insieme. Giovanni e Caterina rientrano con la mamma di Giovanni che legge la pagella. SIPARIO Si alza il sipario sul fondale della Publieffe. Saluto del direttore a Ubaldo . Ballo e canto finali.

FONDALE NERO NEGOZIO DEI SIGNORI GRILLI Rino ( sorridendo) – Buongiorno, signora Franca! Oggi lo stracchino è freschissimo: arrivato proprio ora! Sembra fatto apposta per lei ! Assaggi! Assaggi! Franca – No, grazie, signor Rino! Ho appena preso il caffè. Lei è sempre gentilissimo con le sue clienti. Sì, è proprio fresco, questo stracchino! Me ne dia mezz’etto! Rino incarta lo stracchino e lo porge alla signora Franca che va alla cassa dove Vittoria sta parlando con un’altra cliente. Vittoria –Brava, signora! Ha scelto proprio bene, la migliore qualità di riso. Anch’io lo uso, sa? E mi vengono certi risottini … specialmente con i gamberetti..da leccarsi i baffi! Vero Rino? Rino- Sì, Vittoria! Ma penso che la signora abbia fretta. (Rivolto al cliente al bancone) –Mi scusi, signor Antonio, Ha detto prosciutto? Antonio –Sì , prosciutto! Rino – Mi scusi ancora: crudo o cotto? Antonio – Bisteccotto! Rino –Bisteccotto! Ah, certo, Bisteccotto !! Fresco, freschissimo!! L’hanno appena portato. Guardi qua: sembra fatto apposta per lei! Assaggi! Assaggi!! (Glielo porge e poi incarta) Nel frattempo alla cassa si è formata una fila di clienti e la signora Vittoria sta ancora parlando con la signora Franca. Vittoria – Signora mia! L’ha vista l’ultima puntata del “Medico in famiglia” ? Lo dicevo io, lo dicevo io che Alice e Lele sarebbero finiti insieme!! Cliente 1 – Che storia d’amore! Cliente 2 – Anche nonno Libero è un uomo in gamba ! Come diceva il povero Carmine? Una parola è troppo e due sono poche! Rino – E come dice Cettina ? Veloce, veloce!! Eh, Vittoria? Vittoria –Veloce, veloce, Rino! Veloce, veloce!! ( comincia a battere velocemente gli scontrini) Entra Giovanni Entra la signora Eleonora (anziana) Rino – Ecco il mio ragazzo! Finiti i compiti? Giovanni (indugiando) –Ciao, papà, ti posso aiutare? Rino –Certo, come no!! Purchè tu abbia finito i compiti: la scuola deve essere il tuo primo pensiero! Dico bene signora Eleonora? Giovanni è visibilmente sulle spine.

Eleonora - Dice bene: la suola deve essere a posto, altrimenti la scarpa si rovina e il piede non cammina bene. E..senta, signor Rino, la mortadella è tenera? Rino (meravigliato) – Tenera? La mortadella? E la suola? Ma che centra la suola? Giovanni – Papà, non ci sente, devi urlare con lei!! (urlando) Signora Eleonora, è stata al parco stamattina? Ha portato le briciole agli uccelli? Eleonora – Sì, Giovanni, come tutte le mattine! Rino dà la mortadella alla signora Eleonora e urlando la saluta Rino – Arrivederla, signora Eleonora! Vittoria – Arrivederla, signora Eleonora ! Un cliente vicino al bancone sobbalza. Giovanni ( rivolto al pubblico) –E quando glielo dico ai miei della pagella?

MUSICA. BALLETTO PER LIBERARE IL PALCOSCENICO SCENDE E SI ILLUMINA IL PANNELLO DEL SALOTTO DI CATERINA Ubaldo siede al tavolo: è preoccupato, scrive e cancella di continuo. Caterina sta seduta leggendo qualcosa e guardando, di tanto in tanto, il padre. Caterina – Accidenti, papà, come sei concentrato!! Hai un lavoro importante? Ubaldo – Tutti i lavori lo sono… Caterina - Ma questo lo è più di tutti? Ubaldo si alza, si avvicina a Caterina, la guarda e poi sorride. Ubaldo – Hai presente quando devi scrivere su un argomento e le idee ti si accavallano tutte come un groviglio di lana, e più ti ci impegni più quelle fuggono via per conto loro? Cat – Mi capita spesso, papà… Ub – Ecco, non credo sia niente di grave, solo devo trovare… come dire … il filo che è capace di sbrogliare il tutto. Devo riflettere impegnarmi, ecco tutto. Cat – Ma certo, papà: tu sei il genio della pubblicità!! Risolverai tutto sicuramente. Ub – Sì, certo. Cat - Vado a prendere un panino. Lo vuoi anche tu? Ub –No grazie, Caterina! SUONA IL TELEFONO Cat – Rispondi tu, papà!! (esce) Ub – Ciao, cara! Come va? Come sta tua madre? Sì, noi stiamo bene! No… Caterina… lei è in gamba, come sempre… va tutto bene… Ma , no… forse qualche piccolo problema di lavoro…ma non ti devi preoccupare… E’ che non riesco a trovare uno slogan giusto per la pubblicità di un computer… l’azienda si sta ristrutturando e qui tira aria di licenziamenti… Ho saputo che il mio nome è nella lista dei possibili licenziati, già scritto nel computer del direttore… e se non trovo al più presto uno slogan, un’idea vincente…solo così potrò mantenere il lavoro… CATERINA ENTRA , ASCOLTA TUTTO E, SENZA CHE UBALDO SE NE ACCORGA, ESCE. Ub – Vorrei avere anch’io la fiducia che hai tu in me… Caterina, vieni, c’è la mamma al telefono! (esce) Cat – Ciao, mamma! Tutto bene, tutto bene! Non ti preoccupare! Saluta la nonna e sta tranquilla! Ciao, a presto! CHIUDE IL TELEFONO Cat – Licenziamento!! Non è possibile. Già tre anni fa ha dovuto faticare parecchio per trovare questo impiego, ma poi è andato sempre tutto bene… lui è un genio! Ma perché ora dice di non avere più idee? No, non possono fare questo a lui… non possono licenziarlo…

SI AVVICINA AL TAVOLO Cat – Che giornata, che notizia… povero papà! E adesso chi ha voglia di mettersi a fare i compiti?! Uffa!! Anche la prof. d’italiano ci si mette: “Descrivi e rappresenta la pubblicità di un prodotto che ritieni utile”. Ma qual è un prodotto utile? Una bibita? A cosa serve in fondo? Non è indispensabile come l’aria o l’acqua!! Invece è proprio indispensabile che io faccia qualcosa per mio padre! (pensa) Chi mi può aiutare? Ci vuole qualcuno esperto di computer! E poi deve essere qualcuno disposto anche a rischiare… per me.Ah, ci sono! A scuola parlerò con Giovanni… lui mi aiuterà, ne sono sicura! CATERINA RIMANE IN SCENA E COMINCIA A SISTEMARE LO ZAINO. CONTINUA MENTRE LA SUA SCENA VA IN PENOMBRA. SCENDE E SI ILLUMINA IL PANNELLO DELLA CAMERA DI GIOVANNI. GIOVANNI LEGGE IL DIARIO AD ALTA VOCE Giov - Si comunica che giovedì 4 febbraio, alle ore 17, 30 ci sarà la consegna della scheda di valutazione. E quando glielo faccio vedere questo avviso?? Uff… già mi pare di sentirlo , mio padre: La scuola deve essere il tuo primo pensiero. Certo, non vado tanto bene, ma non sono poi neanche tanto male! Però… se facessi qualcosa in più… SI SIEDE SU UNO SGABELLO E COMINCIA A STRIMPELLARE LA CHITARRA. ENTRA GIACOMO GLI LOCCA LE CORDE DELLA CHITARRA CON UNA MANO Giac – Ehilà, imbranato!! Questa sì che è musica!!No la tua lagna!! ACCENDE LA RADIO A TUTTO VOLUME, RIDE POI LA ABBASSA. Giac –Senti, piccoletto… Giov – Che gusto ci troverà a tormntarmi?! Giac – Senti, piccoletto, non è che ti sei messo la mia maglietta con i Simpson? Giov - No. Neanche mi piacciono i Simpson! GIACOMO CERCA DI APRIRE LA CAMICIA DI GIOVANNI Giac – Dai, fammi vedere, fammi vedere!! Giov –Non ce l’ho!! Te l’ho già detto! Giac - Ah, non ce l’hai la mia maglietta?! Allora: si comunica che giovedì 4 febbraio, alle ore 17, 30 ci sarà la consegna delle schede!!! ( a mo’ di megafono) Giov – Tu la devi smettere di leggere nel mio diario! E’ proprio una mania, la tua, quella di mettere il naso negli affari miei! (urlando) e poi, se proprio lo vuoi sapere, stavo per dirlo a mamma e papà, ma c’era troppa gente in negozio!! Giac – Inventane un’altra di scusa, bamboccio!! (ESCE)

Giov E pensare che c’è qualcuno che si lamenta di essere figlio unico…Certe volte vorrei quasi scomparire, anzi lo vorrei proprio…l’uomo invisibile che può fare quello che vuole e nessuno può vederlo, può ccriticarlo senza più lamentele, prediche, lamentele… a casa… a scuola!! Anche la professoressa Luciana dovrà ricredersi: non sono affatto svogliato, solo un po’ svagato. Forse penso troppo a Caterina. Comunque tra poco la vedrò a scuola GIOVANNI CANTA. SI RIACCENDE LA LUCE SU CATERINA. ENTRAMBI SISTEMANO LE ULTIME COSE PER LA SCUOLA, SI VESTONO E SI AVVIANO VERSO IL CENTRO DEL PALCO. FONDALE DELLA SCUOLA. GLI ALUNNI ( ALMENO 8) SONO IN SCENA ENTRA LA PROFESSORESSA LUCIANA Prof – Buongiorno ragazzi! Rag – Buongiorno! Prof - Questa mattina incominciamo con i numeri relativi: fate bene attenzione perché l’argomento è nuovo. Scriverò un esempio alla lavagna. ( Comincia a scrivere e, di tanto in tanto, richiama qualche alunno. Richiama anche Caterina che cerca di girarsi verso Giovanni ma non lo scorge bene perché c’è Fruttini tra loro che non sta fermo un secondo. Caterina finalmente incontra lo sguardo di Giovanni e gli sorride.) Giov -Ca.. Caterina! (Grande risata generale e poi suono del campanello della ricreazione. I ragazzi si alzano con la merenda ma restano sulla porta per curiosare. Giovanni va a sedersi vicino a Caterina) Cat – Giovanni, ha bisogno di te, del tuo aiuto. Devo chiederti un favore, un favore grande e pure pericoloso…( i compagni intanto ridacchiano; caterina è nervosa, si torce le mani e guarda in alto. Giovanni ride) Cat –Ma perché ridi? Giov –Scusami , ma è che tu hai questa abitudine: non guardi mai chi ti sta attorno. Cat – Forse è un’abitudine, come dici tu… oppure è il fatto che io sono miope. Giov- Chissà che le due cose non siano legate! Cat – Già, forse hai ragione…non ci avevo mai pensato. Approfitto di questo mio difetto per non affrontare chi mi sta vicino. Sono timida… e gurdare un’altra persona diritto negli occhi mi dà l’impressione di spiarla…e di venire spiata. Capisci? Giov – Ma la tua miopia è bellissima!!

Cat – Il problema, però, Giovanni, è mio padre… So che tu sei un mago col computer…io invece non me la cavo tanto bene. Mi serve il tuo aiuto. Gio ( sempre più sbalordito ma contento) Figurati! Per te farei qualsiasi cosa! Non so, mi inserirei pure nel computer della Polizia! Dimmi: cosa devo fare per te? Cat – Dobbiamo entrare nell’ufficio del direttore di mio padre e dobbiamo cancellare dal computer il suo nome…Nel computer ci sono i nomi dei prossimi licenziati e mio padre è tra questi!!! Giov (sempre più meravigliato) come, tuo padre, il genio della pubblicità, licenziato!!?? Cat –E sì, purtroppo, per questo mi serve aiuto. Giov – Però come facciamo ad entrare nell’Agenzia? E’ la Publieffe, vero? Dovremo andare lì quando gli uffici sono chiusi,…di notte… Cat- Questa notte. Ci andremo questa notte. Ho già fatto la copia della chiave (gliela mostra). L’ho presa dalla tasca della giacca di papà. Giov – Ma sei sicura che non ci sarà nessuno? Cat – Di notte c’è solo Annibale, il custode. Aspetteremo che abbia fatto il solito giro di controllo, poi entreremo. Guarda. ( Gli mostra una piantina dell’edificio) Qui c’è il portone principale, da dove possiamo entrare; poi ci nasconderemo nel locale della caldaia. Vicini ci sono le scale e sarà facilissimo salire al piano superiore: è lì che sta l’ufficio del direttore. Ah, a proposito, ci servirà una torcia! Giov – Caterina, sei forte! Hai pensato a tutto! Certo che verrò con te! Cat – sapevo di poter contare su di te. Sei un grande amico. ( lo bacia sulla guancia) Giovanni è in estasi. Cat –A questa sera allora, intesi? Giov – Ci sarò.

BUIO. SIPARIO DELLA PUBLIEFFE. SCENA DI ANNIBALE PENOMBRA. GIOELE ENTRA DA UN LATO DEL PALCOSCENICO, IN PUNTA DI PIEDI. L’OCCHIO DI BUE, GRADUALMENTE ILLUMINA L’INCENERITORE, GLI SCAFFALI, LIBRI E SCATOLONI IN TERRA. SI SENTE UN RUMORE DAL LATO OPPOSTO DEL PALCOSCENICO. SCONTRO TRA GIOELE E GIOVANNI CHE RUZZOLANO IN TERRA. Cat -Chi c’è? (con la torcia in mano puntata contro Gioele) Gioele – E metti giù quella luce, mi stai accecando! ( Si alza) Ladruncoli come me, vero? Giov- Ladruncoli? Come ci pensi !! ( si avvicina minaccioso a Gioele che lo prende per la maglia) Cat –Smettetela! Che spavento!! Giov –Tu chi sei?? Accidenti a te! Gioele – Che ve ne importa? Sono entrato prima io! Ve ne dovete andare! Non c’è roba per tutti e tre, o sbaglio? Giov- Chi se ne deve andare da qui sei tu…e subito! Cat (battendo i piedi) Basta così! Non mi importa quello che sei venuto a fare… noi però non ce ne andremo: Non prima di .. di aver salvato mio padre! Giole (ironico verso Caterina)Una ragazzina che deve salvare suo padre…puah! Giov – Se non te ne vai chiamiamo la polizia! Gioele – E se la polizia viene e trova qui anche voi? Caterina intanto cerca di origliare alla parete per accertarsi se arriva Annibale, poi si rivolge a Gioele Cat – Senti, io l’ho capito chi sei tu: ruba pure quello che vuoi, se ti serve per tirare avanti, ma noi dobbiamo andare in un ufficio e di tempo non ne abbiamo!……Te ne intendi tu di computer? Giole – Sì. Ho trascorso alcuni anni in un istituto. Quando ero lì la segretaria mi faceva stare per ore e ore ad un vecchio computer, cisì ho imparato ad usarlo. Giov (geloso) Senti tu, è tardi, noi abbiamo da fare. Cat – Deciditi: vieni con noi o no? Gioele – Va bene, va bene, ma niente panico, niente scene da piagnoni; soprattutto da quello lì che mi sembra sul punto di esplodere. Giov –Ehi, tu! Bada come parli! SI SENTE UN RUMORE DALL’INTERNO Gioele – C’è qualcuno! Cat –Accidenti! E’ Annibale, il custode: sta arrivando! Gioele –Allora andatevene! Non se ne fa niente!

Giov ( tra sé) –Questo qui crede di essere Superman e moi degli stupidi senza coraggio. Bene glielo faccio vedere io. (rivolto a Gioele). Noi non ce ne andiamo. Faremo tutto secondo il piano, vero Caterina? Gioele –In fondo in fondo devi avere il cuore di un leone NON FANNO IN TEMPO AD USCIRE PERCHE’ ENTRA ANNIBALE. I RAGAZZI SI NASCONDONO NELLA PENOMBRA. ANNIBALE SI SIEDE A LATO DEL PALCOSCENICO. TINTINNIO. SCOCCARE DELLE DUE. SIPARIO ZOOM. DALLA COPERTINA DEL SUO LIBRO ESCE PROTOV. Protov – Ehi, sveglia!! E’ il professor Protov che vi chiama! Sono le due1 Tocca a noi! Mettiamoci a la lavoro. ENTRANO LE MATITE, LE CANCELLINE SBADIGLIANDO E STIRACCHIANDOSI. Protov – Siete pronti? Abbiamo poco tempo e un grande lavoro da svolgere. Anche stasera abbiamo tre amici libri da salvare! Dobbiamo rifare loro il look, dobbiamo farli tornare come nuovi! Colori brillanti, niente cancellature, segni, orecchie e strappi! Così, il mostro di fuoco resterà a bocca asciutta! Avanti, amici! Questa sera tocca alla lettera P. LE MATITE BALLANO VICINO AI LBRI CHE RESTAURANO. FINITO IL BALLETTO PROTOV SI AVVICINA PER CONTROLLARE IL LAVORO. Protov – Bello, bellissimo!! Avete fatto proprio un magnifico lavoro! Questo libro ha emozionato e divertito intere generazioni di bambini e non poteva essere dimenticato e poi distrutto! Bene. Grazie al nostro lavoro ancora tanti altri bambini potranno provare le stesse emozioni. PROTOV SI TROVA DAVANTI AL LIBRO DI PINOCCHIO E VIENE URTATO DAL BURTTINO CHE ESCE DALLA COPERTINA. Protov –Ehi, fa’ attenzione!! ENTRA PETER PAN. ENTRA PIPPI CALZELUNGHE. Protov – Bene, ragazzi, abbiamo fatto un buon lavoro! Nessun libro è stato dimenticato: Protov non dimentica! (scrive su un foglietto che poi lasccia cadere)

SUONANO LE TRE. PROTOV RIENTRA NEL LIBRO SU IL FONDALE ZOOM. ANNIBALE EI RAGAZZI RAGGIUNGONO IL CENTRO DEL PALCOSCENICO: SONO SBALORDITI. Giov- Ha ragione mamma! Guardo troppa televisione. Caterina è muta, come ipnotizzata. Annibale (li fa avvicinare con un cenno della mano) Ora spiegatemi cosa ci fate qui. Silenzio dei tre. Ann- Allora, dato che non mi volete dire cosa ci fate qui almeno ditemi cosa ne pensate di quello che è successo! Avete visto anche voi, vero? Sapete, sono anni che controllo questa stanza e avevo capito che qui succedeva qualcosa di strano, ma non avrei mai immaginato una magia del genere!! Beh, adesso che lo so sono più contento…sono felice… Giov ( si avvicina agli scaffali e tocca i libri ) – E’ tornato tutto normale! Cat ( prende in mano un libro) Ecco su questo libro c’è l’immagine di quello strano ometto. Sì, è proprio lui! Ha detto di chiamarsi Protov e qui infatti c’è scritto .”Protov, lo scienziato inventore della macchina per non dimenticare”. E’ veramente incredibile! Giole (prende il libro dalle mai di Caterina e lo odora) Puah, sa di muffa! (Sfoglia il libro) Guardate, in questa pagina c’è la macchina di Protov! Cat – Fammi vedere, fammi vedere! Giov –Sembra una scatola. Cat –Guardate, ha un occhi solo, azzurro e lucente. Gioele –E questa qua cos’è? Sembra una cassette per le lettere! Cat –Questo coso sopra deve contenere qualcosa, sembra un vaso! Dentro c’è un liquido azzurro: chissà a cosa serve! Giov (sfoglia ancora il libro) . Ehi, ho trovato! Qui c’è la spiegazione per costruire la macchina. Giole – Cosa ci vuoi fare, un giretto davanti alla scuola? Giov – Piantala! (Si avvicina a Caterina che sta osservando i libri) Annibale –Adesso voglio sapere tutto. Cat- Signor Annibale, sono Caterina, La figlia del signor Ubaldo. Annibale –Ah, sì. Il pubblicitario. Credo di averti vista qualche volta insieme a tu padre. Ora che ti guardo bene…sì, sì sei proprio tu! Eh, la mia memoria non è più come quella di un tempo! Ma perché sei qui? E questi giovanotti, chi sono? Cat -Questi sono due miei compagni di scuola (meraviglia di Giole). Loro non centrano niente però, li ho convinti io a venire qui, ad aiutarmi…loro sanno usare il computer meglio di me!

Ann- Ma cosa c’entra il computer? Spiegati meglio! Cat – veramente… io.. volevo salvare mio padre dal licenziamento, volevo cancellare il suo nome dal computer del direttore. Poi volevo cercare anche qualcosa… uno spunto, insomma un’idea per fare la pubblicità a un computer! L’avrei suggerita a papà e così l’avrei proprio salvato!! ANN –Mi dispiace, Caterina, mi dispiace per tuo padre e mi dispiace anche perché io un computer non lo so nemmeno accendere! Ma….una soluzione la troveremo! Ora è tardi, però, dobbiamo andare via. Cat – Ma io ci devo tornare. Sarò qui domani sera alla stessa ora. Giov – Sarò conte, caterina! Giole- Ci puoi contare, non mancherei per tutto l’oro del mondo! Ann –Da questa parte ragazzi. GIOELE RESTA IN SCENA. PRENDE IN MANO UN LIBRO E LEGGE LA PRIMA PAGINA Gioe –“ A Clara, ricordandole che i migliori viaggi sono quelli delle menti libere. Con amore. Papà” Un altro padre, non come il mio! Il mio non mi avrebbe mai regalato un libro, al massimo una bottiglia di gin! SI SENTONO VOCI FUORI CAMPO Bamb – Mammina, mammina, dove sei? Uomo – Smettila ! Smettila di piangere! Lo sai che la mamma non c’è più! Falla finita! Ora siamo soli ed io non ce la faccio a pensare anche a te. Da domani andrai a vivere dalla zia Rossella! Bamb – No, dalla zia Rossella, no! E’ cattiva, è sempre vestita di nero, non mi fa mai giocare! Donna – Gioele portami la legna! Smettila di giocare con quel pallone! Gioele!! Hai mangiato un’altra fetta di torta!!! Il tuo posto è in collegio! In collegio! In collegio!!! Gioele – Loro credevano che io potessi stare in collegio! Li ho fregati tutti! Ci sono stato tre giorni e poi, via, in strada! Meglio da sole che stare con chi non ti vuole: solo come i cani e i gatti randagi. RACCOGLIE UN BIGLIETTO E LO LEGGE Gioe – Un biglietto! Cosa c’è scritto? PROTOV NON DIMENTICA! Boh!! PENOMBRA E POI BUIO

LUCE SUL PANNELLO DI CATERINA CHE STA SPALLOTTOLANDO ALCUNI FAGLI LASCIATI DAL PADRE Cat – “Computer vagabondo : una finestra sul mondo” cert non brilla per l’originalità!! “Clicca la tua libertà” anche questo non è niente di speciale! “Tu non lo sai ma già non puoi farne a meno!” questo neanche lo capisco! Povero papà. E’ proprio un momento no. Certo, che se potessi trovare io uno slogan vincente! Ma come posso fare?? E’ un’impresa disperata! Cosa farebbe la mamma in questo momento? Lei dice che c’è del bello in tutto, basta saperlo trovare. Il tempo non va sprecato a lamentarsi, bisogna essere attivi, darsi da fare. Non mi do per vinta. Mi aspettano una nuova giornata e poi un’altra notte piuttosto impegnativa. Devo essere in forma. PENOMBRA E POI BUIO. LUCE SUL PANNELLO DI GIOVANNI E GIACOMO. GIOVANNI ENTRA IN PUNTA DI PIEDI, GICOMO LO STA APETTANDO. Giac – E così il ranocchio se ne va di notte bel bello in giro per la città a combinare chissà quali guai senza che i cari paparino e mammnina ne iano stai debitamente informati! Ma tutto ciò è a dir poco incredibile! Un ranocchio! Puah!! GIOVANNI CERCA DI ANDARE A LETTO Giac – ed ora credi di potertene andare a letto e dormire sonni tranquilli, come se niente fosse successo? Non crederai mica questo!? Tanto per cominciare il letto da rifare ora è compito tuo. La paga settimanale deve essermi corrisposta appena il genitore te la passa, la maglietta nera con il teschio te la puoi scordare, passa direttamente nel mio armadio; la cassetta degli 883 fai finta di averla perduta… e poi mi pulirai le scarpe! Giov – Non vuoi nemmeno saper perché sono uscito? Giac – Sicuramente idiozie infantili, non ne vale la pena. Giov – Giacomo, tu quanti libri hai letto? Giac – Libri? Vuoi dire quella roba di scuola? Giov – Beh, non proprio… ma sì anche quelli… ma non solo: libri di avventura, gialli, narrativa per ragazzi. Giac –Oddio!! Il ranocchio è impazzito! Mio caro… solo fumetti, fumetti e ancora fumetti! Solo quelli meritano la mia attenzione. E adesso cerca di non scocciarmi ancora! Ho già perso troppo tempo con te perché mi hai costretto a rimanere sveglio per beccarti. Buonanotte. ESCE Giovedì- FORSE è MEGLIO CHE LUI VADA ADORMIRE! Ma io non posso! Sono troppo emozionato: ho davanti agli occhi ancora quei libri che si muovevano, Protov, la macchina per non dimenticare. Perché poi avrà inventato una macchina per non dimenticare! Dimenticare che cosa? Se raccontassi a Giacomo quello che ho visto lui, che non ha mai letto un libro in

virta sua, mi prenderebbe in giro per tutta la vita! Non posso raccontarlo a nessuno. Ma si muovevano!! Si muovevano! SI VOLGE VERSO I SUIO LIBRI, LI OSSERVA, SI AVVICINA, LI PRENDE, LI METTE IN PIEDI E LEGGE AD ALTA VOCE I TITOLI, QUASI ASPETTANDO CHE SI MUOVANO. Giv –“Ventimila leghe sotto i mari! “ “ Il barone di Munchausen”!!! “L’isola del tesoro”!!!!!……………………………..Si è mosso! Devo dirlo a Caterina. Lei capirà. GIOVANNI ABBRACCIA I LIBRI. BUIO FONDALE DELLA PUBLIEFFE ENTRA ANNIBALE CHE TROVA GIOELE IL QUALE E’ RESTATO IN SCENA ADDORMENTATO. An –Ragazzo, sveglia! Sei ancora qui? Gioe – Cosa c’è? An – Muoviti, chè tra poco arriveranno gli operai e gli impiegati! Non possono trovarti qui. Gioe – un momento! Adesso vado! An –Ma cosa hai fatto tuta la notte? Perché non te ne sei andato? Gioe – Niente… me ne stavo andando ieri sera… ma poi ho preso un libro in mano, uno a caso, da quegli scaffali…ho letto la prima pagina e poi… no, no…troppi ricordi! An –Cosa c’è ragazzo, cosa ti succede? Gioe – e’ tutto così strano! Quello che abbiamo visto e poi ho trovato questo biglietto, guarda! An – Cosa c’è scritto di strano? Fammi leggere! Protov non dimentica… ma chi l’ha scritto? Gioe – io no! L’ho trovato sulla scrivania! An – Ma che cosa significa “ Protov non dimentica” Perché c’è qualcuno forse che può dimenticare? Gioe – Sì, io, per esempio! An – Cosa hai dimenticato? Gioe ( riprende il biglietto) – Io ho dimenticato molte cose. Nello sforzo di gettare via il dolore ho buttato via anche le cose belle. AN – Le cose belle? Gioe – C’è stato un tempo in cui mio padre giocava a pallone con me; una volta abbiamo costruito un aquilone che non siamo riusciti a far volare. Qualche volta mi portavano al mare e mia madre preparava l’insalata di riso e la mangiavamo sulla spiaggia. Mi sembra impossibile che quel bambino che correva felice ero proprio io.

An – Ragazzo, devi imparare che la vita non è semplice…o forse tu già lo sai! A me, per esempio, restano solo i ricordi! Mia moglie… la mia famiglia… Gioe –Beato te! Tu almeno hai qualcosa, qualcuno nella memoria. Per me il tempo è passato portandosi via anche i ricordi migliori. An- Eh, no, caro ragazzo! Nell’ansia di andare avanti, se il passato no ti piace, lo cancelli e cancelli tutto. Invece bisogna saper scegliere tra i ricordi da tenere e quelli da buttare Gioe – E’ tardi. Me ne vado, Annibale. An – Vado anch’io. ( si avvia) Ehi, ragazzo, per quella faccenda di Caterina: ci vediamo all’una e mezzo, direttamente in archivio. Gioe –D’accordo, a questa notte! ( fa per uscire ma orna indietro e prende un libro) Non voglio iniziare da solo un altro giorno. Prendo questo. ESCE BALLETTO DEGLI OPERAI CHE BUTTANO I LIBRI NELL’INCENERITORE VOCI DA DIETRO LE QUINTE Cat – Hei, Giovanni! Giov – Caterina, sono qui! Gioe – Per di qua , ragazzi: Annibale ha lasciato la porta accostato, entriamo (entrano in scena) Io lo raggiungo, vado a controllare che nessuno venga! (esce) Cat – Noi andiamo direttamente al computer L’OCCHI DU BUE ILLUMINA UN TAVOLO CCON UN COMPUTER SUL PROSCENIO. I RAGAZZI RAGGIUNGONO IL COMPUTER CHE CATERINA ACCENDE Cat – Ecco, è acceso. Fammi vedere… Giov – Lo immaginavo: c’è una chiave d’accesso al programma e noi non la conosciamo! Cat – Aspetta, da qualche parte deva pur averla segnata il direttore, non ti pare? Giov – E se fosse uno di quelli, tipo mio fratello, che non scordano mai quello che gli fa comodo? Cat – Giovanni, ti vuoi mettere a fare il pessimista proprio adesso? CATERINA COMINCIA A FRUGARE NEL CASSETTO DELLA SCRIVANIA Cat – Qui non c’è niente di interessante: fazzoletti, caramelle, noccioline americane…finalmente! Un’agendina! ( la sfoglia) Giov – Potrebbe averci segnato il codice d’accesso al programma! Cat – E’ una parola, è piena di nomi e di numeri!

Giov – Dà qua! Mio padre per ricordare il codice del bancomat lo ha segnato vicino ad un nome inventato e così fanno in molti…forse anche il direttore ha inventato qualcosa per ricordare la chiave d’accesso. Cat(riprende l’agenda) – E’ un’idea. Vediamo : Albertini Luca 66554349; Astoli Zeno 369852; Butti Mario1100534…qui no troveremo mai niente di quello che ci serve!! Giov – Dalla, dalla a me ! (la sfoglia) Saranno nomi di clienti … è inutile…ma. Questo, senti che strano: chi può avere un nome così? Cat – Cosa stai aspettando, potrebbe essere quello giusto! Dai, prova! GIOVANNI DIGITA IL NOME SULLA TASTIERA Giov – geniale, eccezionale, fenomenale! Siamo nel programma nell’agenzia. Ecco il menu! Chiediamo i files! Cat – Ci serve quello del personale! Giov – Si è aperto…c’è una lista di nomi. Cat – E’ in ordine alfabetico, infatti mio padre è il secondo: Ardesi Ubaldo! Giov – C’è un punto esclamativo vicino al suo nome. Cat – Serve sicuramente ad indicare i possibili licenziati… guarda, ce ne sono altri sei! Giov – Sì, altri sei Cat – Cancelliamoli tutti1 Giov – Ma che sei matta? Si accorgerebbero subito dell’imbroglio! Cat – Allora togli il punto esclamativo solo dal nome di mio padre! Giov – Missione compiuta! CATERINA SI APPOGGIA AL TAVOLO RILASSATA. L’OCCHIO DI BUE SI SPEGNE. ENTRANO GIOELE ED ANNIBALE, CATERINA E GIOVANNI LI RAGGIUNGONO An – Com’è andata, ragazzi? Cat – Ci siamo riusciti, Annibale, ce l’abbiamo fatta!! An – Sono proprio contento per il signor Ubaldo! Adesso però dobbiamo risolvere un altro problema. Stamattina, qui, nell’agenzia, hanno bruciato ancora dei libri: li hanno buttati nell’inceneritore. Vogliamo che la cosa non si ripeta mai più! Vero, Gioele? Cat – Perché hanno bruciato i libri? An – Spiegaglielo tu, Gioele, che hai letto il libro di Protov. Gioe – Eco, i libri, questi libri, sono libri dimenticati che nessuno legge più: soprattutto libri per bambini che ormai sono passati di moda. Sapete, la TV, i videogiochi, i cartoni animati… pare che nessuno abbia più tempo per leggere, così, dato che prendono solo spazio, le librerie delle città li mandano qui per via dell’inceneritore e vengono bruciati. Con la macchina di Protov questo non succederebbe… non più.

Cat – Senti, Gioele, io posso credere a tutto, ma che un macchina… come si chiama? An – Macchina per non dimenticare: sai, Caterina, chi è l’inventore di Protov e quindi della macchina? Cat - Non mi direte adesso che è Walt Disney? An – Un genio lo è senz’altro: è tuo padre Caterina CATERINA PRENDE IN MANO IL LIBRO CHE HA GIOELE E LO SFOGLIA Cat – “ Le invenzioni da inventare” di Ubaldo Ardesi An _ Leggi qui : un coniglio ha inventato un tagliacarote a manovella, una nuvole il modo di fare la grandine a cubetti, un albero un vestito anti- inquinamento e un sasso uno speciale cuscino per non soffrire quando viene pestato! Cat – Mio padre ha scritto tutto questo? Non l’ho mai sentito parlare di questo libro, forse non ha avuto successo. Ma certo scopro una parte di mio padre sconosciuta. E’ come se fosse diventato qualcosa d’altro e vedesse il mondo da un altro punto di vista Gioe- Sapete, io ha passato il giorno a leggere, ma non mi sono stancato; anzi, è come se avessi dato un morsetto ad un torta e adesso desidero mangiarla tutta! Non credevo che nei libri potessero accadere tante cose: cicloni capaci di spedirti in un mondo diverso, fantasmi che desiderano starsene in pace, bambini che non vogliono crescere. E’ stato Protov a farmi conoscere i libri: gliene sarò sempre riconoscente. Giov – Anch’io mi sento diverso: prima credevo che eravamo tutti matti , ma poi, quando ho saputo dei libri bruciati, ho pensato ai miei: proprio stamattina li ho rimessi nella libreria al posto delle videocassette , così se dal letto allungo una mano posso toccarli! An – Dobbiamo aiutare Protov. Quindi diamoci da fare. Costruiamo la macchina: servirà a non far dimenticare i libri. Ah, Caterina, Gioele ha qualcosa per te. GIOELE LE DA’ IL BIGLIETTO Gioe – Ecco, avevo pensato… che sì, sarebbe una buona formula per un computer. Cat – Protov non dimentica. Però, chi ci avrebbe mai pensato? Un computer che non dimentica… Bello davvero! Corro da mio padre! Ciao! CATERINA ESCE DI CORSA GIOVANNI, GIOELE ED ANNIBALE RESTANO IN SCENA An – Vado a prendere il materiale ( esce) Giov – Guardiamo bene nel libro com’è fatto! Gioe- qui ci sono le istruzioni per costruirla: non mi sembra impossibile da fare! An – Ecco, ragazzi, ho portato quello che ci può servire. Gioe ( con il libro in mano) –La scatola va sotto… bene, e quest’altro pezzo mettilo davanti… sì…così…

An – Questa specie di occhio lo metto sopra! Giov – E questo cassetto va a lato… fatto! Mi sembra uguale, speriamo che funzioni! Adesso però devo andare: sono quasi le due! Domani devo presentare un compito e non so ancora cosa fare. Chi la sente la professoressa Luciana! Buonanotte e …ci si vede! An – Buonanotte, ragazzo! Gioe- Ciao, Giovanni! Gioele – Ma come facciamo a farla funzionare? SI SENTE UN TINTINNIO An- Questo ce lo dirà Protov! SCOCCANO LE DUE. FONDALE ZOOM ENTRANO LE MATITE CHE CON UN BREVE BALLETTO RIPULISCONO I LIBRI ENTRA PROTOV Protov – Salve amici Gioe – Che be… bello, vederti! Protov – So che sei appena tornato da una avventura magnifica ! Quanti libri hai letto? Gioe – E’ vero, è stato bellissimo! Protov – Lo sapevo che eri un ragazzo in gamba… con due gambe per meglio dire! Ah, Ah!! E che ne dici de “ Il Barone di Munchausen? Protov – Dico, amico mio, che ti piace viaggiare sulle palle di cannone! Ah!Ah! Così avete costruito la macchina… bravi, non dubitavo che alla fine qualcuno avesse capito. Gioe- Capito cosa? Prot – Beh, santo cielo, lo devi scoprire da solo. Ora lasciatemi lavorare. ( controlla i libri) An – Prima devi dirci cosa dobbiamo mettere dentro la macchina per farla funzionare… Prot – Davvero, vecchio mio, non l’hai capito? Gioe – Beh, nel libro non è mica spiegato bene! Prot – Se non l’avete capito, allora non c’è speranza… ESCE TINTINNIO. SU IL FONDALE ZOOM An – Strano tipo! Gioe – Dobbiamo arrivarci con il ragionamento! An ( legge) – Montata la macchina, non resta altro che metterci il liquido. Infatti, come l’automobile funziona con la benzina, così la macchina ha bisogno di un liquido prezioso. In realtà ormai pochi individui sulla terra sono in grado di entrarne in possesso, eppure è così vicino, così a portata di mente, così dannatamente sotto il naso che nessuno ci fa più caso. E’ un

arma così potente che può fermare anche l’esercito più agguerrito. Accidenti! Ne so quanto prima! Gioe – Uhm… senti, Annibale, a cosa serve la macchina? Non dobbiamo mai diemnticarlo! An – Beh, a non far dimenticare i libri. Gioe- Giusto, i libri! E soprattutto, in questo caso, i libri destinati ai ragazzi. An – Beh, sì, ma dove vuoi arrivare? Gioe – Ecco, pensavo a quando leggo io: E’ da pochi giorni che ho scoperto quanto sia affascinante e mi sono chiesto perché prima non leggevo. An – Già, bella domanda. Gioe – Mi sono risposto: perché non avevo aperto gli occhi. Non intendo fisicamente… Voglio dire che vedevo solo quello che c’è An – Credo che tu ti stia ingarbugliando, ragazzo. Gioe – No, ascolta, io non riuscivo mica a vedere in un ragnatela un labirinto intricato e pieno di trabocchetti. E in una pozzanghera un lago fatato abitato da draghi! Capisci? Vedevo solo una parte delle cose e mi perdevo il resto. I libri me le hanno fatte scoprire. An – Sono contento per te, figliolo. E’ proprio vero, una volta, tantissimo tempo fa, quando ero un ragazzo come te, mio padre mi aveva regalato un libro. Avrei preferito un fucile, con i piombini e il mirino. Lo confesso, leggere mi sembrava così noioso! Poi mio padre mi disse : “ Entra dentro alle parole, sdraiati su di esse come se fossero cuscini, tappeti volanti”. E non ci crederai, ma lo lessi tutto d’un fiato. Fu proprio bello. Gioe – E’ quello che ci serve. Credo di averlo capito: ci serve la meraviglia… e lo stupore… e i sogni dei ragazzi! Sono questi gli ingredienti del liquido, ne sono certo! An – E allora, cosa aspettiamo? Mettiamoci al lavoro! ENTRA UBALDO FORSENNATO An – Signor…Ardesi… lei qui? Ub – Annibale! Come sono felice di vederti!… Veramente sono felice di vedere tutto. Sto cercando un mio vecchio libro… Forse, ho pensato, potrebbe essere qui in archivio… Sai, Annibale, è venuta fuori quella benedetta pubblicità e… lo devo a un vecchio amico…eccolo, era proprio qui. Come ho fatto a dimenticarmene per tutto questo tempo? Protov non dimentica… Ci crederesti? Una frase così semplice e sono sicuro che sarà la migliore della mia carriere… Protov, il mio caro scienziato…. Subito, cartelloni pubblicitari con la scritta a caratteri cubitali e un grosso punto interrogativo… Dopo un mese, accanto alla scritta, si farà comparire la foto del computer e sopra disegneremo Protov, lo scienziato. Sarà un successo!! ESCE Gioe –Annibale, sarà meglio aspettare anche Giovanni e Caterina.

An – Hai ragione, loro si meraviglieranno più di quanto si possa immaginare…Rimandiamo l’esperimento a domani. ESCONO BUIO. PRONTA LA SCENA DELLA SCUOLA. SU IL FONDALE DELLA PUBLIEFFE. (?) GLI ALUNNI E LA PROF. SONO AI LORO POSTI. ENTRA GIOVANNI Prof – Giovanni, sei in ritardo! Ora correggiamo i compiti. Se non sbaglio dovevate descrivere e rappresentare la pubblicità di un prodotto utile. Spero che l’abbiate fatto tutti. Fruttini, vuoi farci sentire cosa hai creato? Fruttini – L’ho fatta in rima, professoressa! Prof – Bene, leggila pure! Frut – “ Un cane esigente sceglie cibo intelligente, di manzo e di tacchino per avere un bel visino” TUTTA LA CLASSE RIDE. Prof – Silenzio! Giovanni, ora vorremmo sentire la tua! Giov – Beh, io… io… veramente… ENTRA CATERINA Cat – Buongiorno, professoressa, chiedo scusa: ho fatto tardi per via del compito. E’ un po’ complicato da spiegare ma io e giovanni ci abbiamo lavorato tutta la notte. ( SORRISI BEFFARDI DELLA CLASSE) Se lei permette, avrei portato due amici per un esperimento. CATERINA SI AVVICINA ALLE QUINTE ED ENTRANO GIOELE ED ANNIBALE. Prof – Bene, sono curiosa, per cui permetto a queste persone di entrare. Ma dovrò avvertire il preside: questa è la procedura. Comunque non c’è fretta, per cui prima vediamo l’esperimento ANNIBALE BACIA LA MANO ALLA PROF. AN – La curiosità è una grande qualità al pari della comprensione! Gioe- Ciao! Giov – Ecco, noi abbiamo pensato di pubblicizzare i libri, soprattutto quelli dimenticati. ANNIBALE PORTA LA MACCHINA Giov – Questa è la macchina per non dimenticare. È stata costruita dal signor Annibale e da Gioele, un amico… Ora, però, per metterla in azione manca un elemento indispensabile… Cat – …manca l’ingrediente principale! Gentilmente dovreste mettere in queste palline la vostra meraviglia Al1 – Che vuoi dire? Cat – Aprite le palline di plastica e ognuno ci metta la propria meraviglia! Fruttini – Ci sono, ci sono! Datemi una pallina! E’ stato quando è nata mia sorella: non credevo che i neonati non avessero neppure un dente!

Al 2 – E’ stato quando mi sono accorta del cedro davanti alla scuola. Erano anni che lo vedevo, ma poi, quando la professoressa ci ha fatto scoprire la differenza tra gli alberi l’ho riconosciuto Al 3 – Il mio stupore è stato quando mia madre mi ha spiegato che mio fratello non faceva parte della specie animale ma di quella umana. Al 4- Beh, io mi sono meravigliato da morire quando……………………………………………………………………………….. Al 5 -Ed io quando………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………. Al 6 –Io………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………. Al7 – Io……………………………………………………………………………….. ………………………………………………………………………………………… Al8–Io………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………… Cat – Io metto la meraviglia dell’amicizia. Non credevo che un amico potesse fare tanto. ( Inserisce la pallina nella macchina e bacia Giovanni) ANNIBALE FA CENNO DI PORTARE I LIBRI. GIOVANNI PRENDE I LIBRI NELL’ARMADIO E GIOELE LI INFILA NELLA MACCHINA. ANNIBALE MESCOLA LE PALLINE CONI LIBRI RUOTANDO LA MCCHINA. ANNIBALE APRE LA MACCHINA E CATERINA DISTRIBUISCE I LIBRI Cat – Ora ognuno possiede la sua meraviglia insieme a quella degli altri! Se aprirete i libri ve ne accorgerete. Al1 – Forte lo Stregatto! Al 2 -Perché non hai visto il Mago di Oz!! Al 3 – Piccole donne! Troppo forte! Al 4 – Non vedo l’ora di leggerlo tutto : L’isola del tesoro! Al 5 – Il piccolo lord : sarà meglio del film! Al 6 – Non sapevo che Heidi fosse un libro! Al7 - E che ne dite di questo? I ragazzi della Via Pal! Fruttini- Sandokan! Questo è il libro per me!! Prof ( rivolta ad Annibale) – Devo ringraziarla. Ha portato una magia in questa classe! An – Veramente sono stati i ragazzi a pensarci. Loro sono una meraviglia, non le pare? ( le bacia la mano) ANNIBALE ESCE. I RAGAZZI LEGGONO. GIOELE SI AVVICINA ALLA PROF. Gioe- Professoressa, posso restare anch’io? Prof- Questo e il tuo posto. CAMPANELLA. TUTTI ESCONO.

SI ILLUMINA IL FONDALE DELLA CAMERA DI GIOVANNI E GIACOMO ENTRANO VITTORIA E RINO GIOVANNI E GIACOMO SONO IN SCENA Giov – Papà, …mamma,… siete stati ai colloqui? Avete la scheda? Rino- Giacomo! D’ora in poi, anzi, da questo momento in poi, finchè i tuoi voti a scuola non saranno più che buoni, verrai ad aiutarmi in negozio! Tanto è inutile che resti a ciondolare per casa senza fare niente. E in quanto a te, Giovanni, in quanto a te, …figliolo… Bravo, bravissimo! Mi hai dato la più grande soddisfazione della mia vita! Vittoria ( abbracciando Giovanni) – Hai fatto un bel lavoro, Giovanni. Rino, leggi ad alta voce il giudizio finale, chè mi piace tanto!! Rino – “ Mostra una spiccata originalità e amore per la lettura, nonché la considerevole capacità di stupire.” GIOVANNI PRENDE IL LIBRO DI PROTOV Giov – Grazie, Protov! SIPARIO SI RIAPRE IL SIPARIO SUL FONDALE DELLA PUBLIEFFE SONO IN SCENA IL DIRETTORE DELL’AGENZIA, UBALDO, OPERAI ED IMPIEGATI Direttore – Miei cari collaboratori, siamo qui riuniti oggi, per complimentarci con il signor Ubaldo Ardesi per la geniale trovata pubblicitaria che ha portato la nostra azienda ai vertici del bussines nazionale! Lo slogan “Protov non dimentica”, lanciato per la campagna pubblicitaria dei computers, ha colto nel segno e ha ottenuto un successo strepitoso! Tutti in città si chiedono ancora chi è Protov e cosa non dimentica! Le librerie sono prese d’assalto alla ricerca del capolavoro del qui presente Ubaldo Ardesi “ Le invenzioni da inventare”, giunto ormai alla quinta ristampa consecutiva! Ed eccoci giunti al momento più significativo :Signor Ardesi, considerando la creatività dimostrata, la genialità dell’intuizione e i risultati ottenuti, a nome dell’intera agenzia Publieffe mi onoro di nominarla vicedirettore generale! Complimenti! CANZONE . STRETTA DI MANO DI UBALDO AL DIRETTORE, POI AI COLLEGHI E INFINE A TUTTI GLI ALTRI CHE RIENTRANO IN SCENA. PER ULTIMI RIENTRANO I PERSONAGGI DEI LIBRI E PROTOV.