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Creso, 20 gennaio 2006 Apo Conerpo, Bologna-Italy 1 PROTOCOLLI, PROTOCOLLI, CERTIFICAZIONI, CERTIFICAZIONI, DISCIPLINARI, LINEE GUIDA DISCIPLINARI, LINEE GUIDA : : le proposte le proposte della della Produzione Organizzata Produzione Organizzata gennaio 2006 gennaio 2006

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PROTOCOLLI, PROTOCOLLI, CERTIFICAZIONI, CERTIFICAZIONI,

DISCIPLINARI, LINEE GUIDADISCIPLINARI, LINEE GUIDA::le propostele proposte

delladellaProduzione OrganizzataProduzione Organizzata

gennaio 2006gennaio 2006

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LE FASI DI UN FILIERALE FASI DI UN FILIERAORTOFRUTTICOLA ORGANIZZATA in OPORTOFRUTTICOLA ORGANIZZATA in OPCOSTITUTORE

VIVAISTA

PRODUTTORE

CENTRALE di

condizionamento/

lavorazione/

confezionamento

TRASPORTO alla PIATTAFORMA o al

PUNTO VENDITA

NEGOZIO/I

della

CENTRALE

STRUTTURA DI SERVIZIO

(mezzi di produzione, servizi)

PUNTO VENDITA

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IL CONCETTO di CERTIFICAZIONEIL CONCETTO di CERTIFICAZIONE1. Certificazione, in generale: sistema

codificato di procedure e/o processi, verificato e controllato da ente indipendente accreditato

2. Obbiettivo della certificazione “volontaria”: evidenza, garanzia e valorizzazione delle molteplici “qualità” di un’azienda, di un processo/i o di un prodotto

3. Obbiettivo della certificazione “richiesta o sollecitata”: garanzia di rispondenza a “protocolli di fornitura” o “protocolli di progetti finanziati”

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LE “TANTE CERTIFICAZIONI”LE “TANTE CERTIFICAZIONI”per la QUALITA’per la QUALITA’

del SETTORE AGROALIMENTAREdel SETTORE AGROALIMENTARE

1. Qualità del sistema organizzativo aziendale2. Qualità igienico – sanitaria 3. Qualità dei processi/prodotto4. Qualità di prodotto5. Qualità commerciale6. Qualità ambientale7. Qualità etica e socialee ….. non per ultima, ma importante per l’Italia:

Qualità “legale”, vale a dire rispondenza alle norme

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LE “TANTE CERTIFICAZIONI”LE “TANTE CERTIFICAZIONI”per la QUALITA’per la QUALITA’

Qualità del sistema organizzativo aziendale

ISO 9000: International Standard Organisation 9000

Percorso di certificazione finalizzato alla qualità del sistema aziendale del fornitore, in particolare all’organizzazione, per garantire il cliente

Non serve per valorizzare il prodotto o parti di esso, ma deve essere considerato importante come garanzia di capacità organizzativa, con procedure codificate e modello di lavoro condiviso dalle maestranze, a tutela del continuo servizio al cliente

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LE “TANTE CERTIFICAZIONI”LE “TANTE CERTIFICAZIONI”per la QUALITA’per la QUALITA’

Qualità igienico - sanitaria

BRC (British Retailer’s Consortium): certificazione dei processi produttivi nella fase di magazzino, richiesta dalle Grandi Catene Inglesi ed Anglosassoni in generale. (volontaria, richiesta dalla GDO)

riferimento: GFSI (Global Food Safety Iniziative): linea guida per la certificazione dei processi produttivi nella fase di campo e di magazzino, formulata dalla Distribuzione dei paesi area WTO.

IFS (International Food Standard): certificazione di filiera, per la fase di stabilimento, richiesta dalla distribuzione tedesca(BDH) con adesione di quella francese (FDC). (volontaria, richiesta dalla GDO)

riferimento: Q e S: linea guida per la certificazione di filiera, formulata dalla Distribuzione Tedesca (coinvolta la produzione agricola). (volontaria, richiesta dalla GDO)

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LE “TANTE CERTIFICAZIONI”LE “TANTE CERTIFICAZIONI”per la QUALITA’per la QUALITA’

Qualità dei Processi/ProdottoEUREP GAP (Euro Retailer’s and Producer’s Working Group) per la Buona Pratica Agricola (Good Agricultural Practice): certificazione di alcuni processi produttivi nella fase di campo, richiesta dalle Grandi Catene della Distribuzione Moderna, in particolare anglosassone europea ed extra europea. Nuovo protocollo, operativo dal 1° Gennaio 2004. (volontaria, richiesta dalla GDO)DISCIPLINARI di PRODUZIONE INTEGRATA (parte di campo)DISCIPLINARI di MANIPOLAZIONE e/o CONFEZIONAMENTO(parte di stabilimento)DISCIPLINARI di TRASFORMAZIONE (parte trasformazione industriale)TRACCIABILITA’: documentazione di processi e percorsi di uno o più parametri qualitativi di un prodotto al fine di garantirli al consumatore per una valorizzazione dei medesimi. Norma UNI 10939:2001 per processi sulla filiera e UNI 11020:2002 per processi su una fase di filiera. (volontaria)

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LE “TANTE CERTIFICAZIONI”LE “TANTE CERTIFICAZIONI”per la QUALITA’per la QUALITA’Qualità di ProdottoQualità di Prodotto

Tutele Comunitarie (es: IGP Indicazione Geografica Protetta, DOP Denominazione di Origine Protetta): valorizzazione delle produzioni tipiche nella Comunità. (volontaria, a tutela della produzione; es: DOP per Melinda)Tutele Regionali: dichiarativa di controllo di processo e dell’applicazione di Disciplinari di Produzione Integrata o di processi qualitativi di prodotto. (volontaria, spesso utilizzata)Certificazione di Prodotto: tramite STP (Specifiche Tecniche di Prodotto); volontariaSupporto alla valorizzazione con marchio: Melinda, Marlene, Mela Più, Pink Lady, ecc…

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LE “TANTE CERTIFICAZIONI”LE “TANTE CERTIFICAZIONI”per la QUALITA’per la QUALITA’

Qualità CommercialeQualità Commerciale

PROTOCOLLO (CAPITOLATO) di FORNITURA: disciplina il rapporto fra Cliente e Fornitore, spesso a supporto della certificazione di un prodotto a marchio: Prodotto Coop, Percorso Qualità Conad, Sapori e Dintorni (Conad prodotti tipici), Viversano, Rio Grande (Edeka), ecc… . Interessa spesso l’intera filiera e comprende vari processi. (richiesto dalla GDO)

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IL “CAPITOLATO di FORNITURA”la struttura

DISCIPLINARI TECNICI di PRODUZIONE INTEGRATA (ICM, IPM, GAP, ecc…) in CAMPODISCIPLINARI TECNICI con PROCESSI CODIFICATI nella fase di CONDIZIONAMENTO in PACKING HOUSEDISCIPLINARI TECNICI con PROCESSI CODIFICATI nelle fasi di LAVORAZIONE e/o TRASFORMAZIONE, CONFEZIONAMENTO, in PACKING HOUSEPARAMETRI DI QUALITA’ DI PRODOTTO DEFINITIRESTRIZIONI ULTERIORI per la SANITA’ e l’IGIENE del PRODOTTO e dei PROCESSI (baby food, ecc…)RINTRACCIABILITA’ TIPOLOGIE DI CONFEZIONAMENTO IN RELAZIONE al MARKETING, all’AMBIENTE, al SERVIZIOCERTIFICAZIONE di FILIERA o di FASI di FILIERA (es. EUREPGAP, BRC, IFS, ecc…)

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LE “TANTE CERTIFICAZIONI”LE “TANTE CERTIFICAZIONI”per la QUALITA’per la QUALITA’Qualità AmbientaleQualità Ambientale

EMAS (Eco-Management and Audit Scheme) o ISO 14000: certificazione in materia di Gestione Ambientale. (volontaria, spesso richiesta)Regolamenti per la qualità Agroambientale: il 1257/99 (ex 2078/92) per l’applicazione delle tecniche a basso impatto ambientale in campo. In riferimento all’uso dei fitofarmaci, dei fertilizzanti e dell’irrigazione. (volontario, in evoluzione)

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LE “TANTE CERTIFICAZIONI”LE “TANTE CERTIFICAZIONI”per la QUALITA’per la QUALITA’

ambiente, prodotto, processo

Regolamento per l’Agricoltura Biologica: n. 2092/91 per i prodotti derivati da agricoltura ecologica e relativa certificazione. (volontario, a tutela della produzione, dell’ambiente e del consumatore)

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LE “TANTE CERTIFICAZIONI”LE “TANTE CERTIFICAZIONI”per la QUALITA’per la QUALITA’

Qualità Etico Qualità Etico -- SocialeSociale

SA 8000: certificazione in materia di comportamenti etici e sociali nei riguardi del lavoratore (volontaria)

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LE “TANTE CERTIFICAZIONI”LE “TANTE CERTIFICAZIONI”per la QUALITA’per la QUALITA’

varie, ma come esempi di riferimento

AGROCONFIANCE, CHARTE FILIERE, AGRICULTURE RAISONNEE, CERTIFICAZIONI DI PRODOTTO VARIE (CCP, Label Rouge, ecc…): modelli vari di certificazione lungo la filiera agroalimentare, spesso dal campo fino al consumatore, realizzate in Francia con la compartecipazione di una o più fasi della filiera, dal campo al punto vendita.CAMPAGNE di VALORIZZAZIONE sul CONSUMATORE per i CONSUMI:

- i 5 colori del benessere- 5 volte al giorno (frutta)- 10 volte al giorno (ortofrutta)

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LE “TANTE CERTIFICAZIONI”LE “TANTE CERTIFICAZIONI”per la QUALITA’per la QUALITA’

Qualità per la “norma”, Italia e UEQualità per la “norma”, Italia e UE

Rintracciabilità: da Regolamento UE 178/2002, come possibilità di ricostruire nello spazio e nel tempo il percorso di un prodotto alimentare e di eventuali processi, dal consumatore al produttore, con identificazione dei soggetti coinvolti. (obbligatoria dal 1° Gennaio 2005)Dlgs 155 del 1997 Italia (definito in gergo l’HACCP): individuazione e prevenzione dei punti critici in materia di igiene e sanità dei prodotti alimentari. (Obbligatorio per stabilimenti). In arrivo l’applicazione del nuovo Regolamento UE (852/2004) in materia, obbligatorio per stabilimenti e produttori. HACCP: Hazard Analisys Control Critical Point

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TIPOLOGIE di PRODOTTO per TIPO di PROCESSI PRODUTTIVI sulla FILIERA(in ITALIA, in EUROPA e nel MONDO)

AGRICOLTURA o PRODUZIONE INTEGRATA (icm, ipm, ecc…)AGRICOLTURA CONVENZIONALE(almeno GAP: Good Agricoltural Practice)AGRICOLTURA ORGANICA(biologico)

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UNA PROPOSTA per UNA PROPOSTA per RAZIONALIZZARE laRAZIONALIZZARE la

SICUREZZA ALIMENTARESICUREZZA ALIMENTARE

La SICUREZZA ALIMENTARE e la TUTELA AMBIENTALE sono ormai fondamentali a livello internazionale per tutte le fasi della filiera: è possibile formalizzare un sistema di certificazione unico sull’intera percorso, dal produttore al consumatore e solo per questi due parametri della qualità ?

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LA PROPOSTALA PROPOSTA

A)CERTIFICAZIONE DI UN PROTOCOLLO UNICO A LIVELLO INTERNAZIONALE IN MATERIA DI SICUREZZA ALIMENTARE con inserimento di DPI (Disciplinari di Produzione Integrata) per l’APPLICAZIONE DI TECNICHE A BASSO IMPATTO AMBIENTALE, RICONOSCIUTO DA TUTTI GLI ATTORI DELLA FILIERA ORTOFRUTTA

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LA PROPOSTALA PROPOSTA

B)LIBERO RAPPORTO FRA FORNITORE E CLIENTE PER PROTOCOLLI INERENTI GLI ALTRI ASPETTI DI QUALITA’: di prodotto, di servizio, di imballaggio, di logistica, ecc…

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LA PROPOSTA IN GRAFICOLA PROPOSTA IN GRAFICO

DPI (linea guida UE)

DPI (disciplinare tecnico regionale/area)

campocentro lavorazione

confezion./trasform.vivaio punto vendita

PROTOCOLLO SICUREZZA ALIMENTARE su FILIERA(certificato)

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LA PROPOSTA in dettaglioLA PROPOSTA in dettaglio1. Si sviluppa per punti come gli attuali Eurepgap e

BRC e/o ISF; però solo sui punti chiave direttamente collegati alla sicurezza alimentare ed evitando parcellizzazioni puntigliose dei vincoli;

2. In materia di tecniche a basso impatto ambientale prevede l’inserimento e l’accettazione di Disciplinari di Produzione Integrata riconosciuti a vario titolo (pubblico o da ente di certificazione indipendente). Se non ci sono, il protocollo li deve prevedere e sviluppare direttamente;

3. Recepisce direttamente, quando già esistente, tutta la legislazione in materia di sicurezza alimentare ed ambientale, senza doverne dimostrare e certificare più di una volta i punti chiave. Si fa riferimento alla legislazione in materia di sicurezza alimentare ed ambientale del paese o dei paesi coinvolti lungo la filiera, quando all’interno di questi si svolgano tutti o parte dei processi di filiera;

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LA PROPOSTA in dettaglioLA PROPOSTA in dettaglio4. Comprende l’intera filiera che coinvolge

processi importanti, a partire dalla nascita della pianta o del seme, attraverso la coltivazione, passando per le fasi di manipolazione e/o trasformazione, fino al trasporto al punto vendita. Sarebbe importante comprendesse anche la fase di distribuzione al consumo, soprattutto in relazione al mantenimento della rintracciabilità;

5. Si sviluppa direttamente sulla traccia predisposta per la “rintracciabilità” del Regolamento 178/2002, completando in modo armonico il sistema.

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PRODUZIONE INTEGRATA: l’esigenzaLA PREMESSA

CONSIDERATO CHE, IN MODO ORMAI DEFINITIVO, LE GRANDI MASSE DI PRODOTTO ALIMENTARI HANNO COME RICHIESTA DI BASE L’APPLICAZIONE DI DISCIPLINARI DI PRODUZIONE INTEGRATA, OCCORRE:

LA DEFINIZIONE DELLA “LINEA GUIDA” PER LA STESURA DEI DISCIPLINARI DI PRODUZIONE INTEGRATA DEVE ESSERE UNIVOCA, ALMENO A LIVELLO EUROPEO della UE.I DISCIPLINARI DI PRODUZIONE INTEGRATA, REALIZZATI SULLA BASE DELLA “LINEA GUIDA EUROPEA” POSSONO ESSERE SCRITTI SPECIFICATAMENTE, PER OGNI COLTURA (o per gruppo di colture molto omogenee) A LIVELLO DI REGIONI “AGRONOMICAMENTE” OMOGENEE O A LIVELLO DI REGIONE INTESA COME UNITA’ POLITICO-GEOGRAFICAIL DISCIPLINARE DI PRODUZIONE INTEGRATA SPECIFICO DEVE ESSERE ACCREDITATO E RICONOSCIUTO DALLE REGIONI DI APPARTENENZA O CERTIFICATO DA ENTI INDIPENDENTI ACCREDITATI DALLE REGIONI SULLE QUALI RICADE

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PRODUZIONE INTEGRATAPRODUZIONE INTEGRATA(SITUAZIONE, anche se “ingarbugliata”)(SITUAZIONE, anche se “ingarbugliata”)

COMITATO STAR ITALIA: definizione DPI base per Regolamento CE 1257/99 e Regolamento CE 2200/96 (con finestre opzione)LINEA GUIDA UNI: in fase predisposizione (per certificazione volontaria PI)

LINEA GUIDA della PI in sede UE: proposta avanzata dalla conferenza dei paesi mediterranei (AREFLH)

CONDIZIONALITA’ e BUONA PRATICA AGRICOLA: riferimenti per l’applicazione del “DISACCOPPIAMENTO”

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PRODUZIONE CONVENZIONALEORIGINE PIANTA o SEME: libera o con certificato fitosanitarioVARIETA’: scelte fra tutte quella proposte dai costitutori nel mondo. Rispetto dei brevetti lasciato al caso.

GESTIONE del SUOLO:tecniche libere, razionali.

PRODUZIONE INTEGRATAORIGINE PIANTA o SEME: con certificato fitosanitarioVARIETA’: prima studiate, poi ristrette ad un elenco specifico approvato dalla regione, funzionale alla qualità e alla tipicità. Rispetto rigoroso dei brevetti di copertura.GESTIONE del SUOLO: vincolato alle tecniche non erosive e distruttive (inerbimento, drenaggio, ecc…)

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PRODUZIONE CONVENZIONALEFERTILIZZAZIONE: tecniche razionali senza limiti.

IRRIGAZIONE: in base alle esigenze, senza limiti.

PRODUZIONE INTEGRATAFERTILIZZAZIONE: tecniche razionali con vincoli di quantità e periodo di impiego per azoto, fosforo e potassio. Per ogni coltura si fa un piano di fertilizzazione per ogni terreno coltivato.IRRIGAZIONE: in base alle esigenze, con limiti di quantità anno e periodo per ogni coltura.

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PRODUZIONE CONVENZIONALEDIFESA: con fitofarmaci autorizzati senza limiti, salvo quelli vincolati da etichetta.

GESTIONE INFESTANTI e DISERBO: libera scelta fra inerbimento, lavorazione meccanica e diserbochimico.

PRODUZIONE INTEGRATADIFESA: con fitofarmaci autorizzati, ma scelti fra quelli di un elenco specifico annuale nel disciplinare. Regola di scelta: limitata tossicologia umana ed ambientale, ridotta residualità sugli alimenti.GESTIONE INFESTANTI e DISERBO: privilegio all’inerbimento o alle lavorazioni; diserbo controllato, come la difesa.

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PRODUZIONE INTEGRATARACCOLTA: sulla base di indici di maturazione consigliati o vincolati dal disciplinare e/o dal cliente.CONDIZIONAMENTO e LAVORAZIONE: legati alla tecnologia e alla destinazione di mercato: italia/estero/oltremare, GDO/DO/mercati, qualità richiesta.CONSERVAZIONE: legata al segmento di mercato di destinazione.

PRODUZIONE CONVENZIONALERACCOLTA: sulla base di indici di maturazione casuali o dettati dal mercato.

CONDIZIONAMENTO e LAVORAZIONE: liberi e legati alla tecnologia in corso.

CONSERVAZIONE: in base alla tecnologia in corso.

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PRODUZIONE CONVENZIONALETRATTAMENTI POST RACCOLTA: in base alla tecnologia in corso e alla norma di legge.

CONFEZIONAMENTO PRODOTTO FRESCO: in base alla tecnologia e alla richiesta del cliente.

PRODUZIONE INTEGRATATRATTAMENTI POST RACCOLTA: generalmente esclusi quelli di derivazione chimica o limitati dal disciplinare (ridotta tossicologia e per partite definite).CONFEZIONAMENTO PRODOTTO FRESCO: in base alla richiesta del cliente e con tecnologia e prodotti di limitato impatto ambientale (confezioni a recupero o riciclabili).

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PRODUZIONE CONVENZIONALETRASFORMAZIONE: in base alla tecnologia e alla richiesta del cliente.

TRASPORTO: refrigerato o ambiente, in base al tipo di prodotto e di richiesta.

GESTIONE PUNTO VENDITA: libera e funzionale alla distribuzione.

PRODUZIONE INTEGRATATRASFORMAZIONE: in base ad un disciplinare rigido del cliente o dell’industria stessa, con vincoli.TRASPORTO: refrigerato o ambiente, in base ad un capitolato tecnologico.

GESTIONE PUNTO VENDITA: segmentata in base alla tipologia di prodotto e di destinazione al consumo.

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IL CONTROLLO di PROCESSO e le IL CONTROLLO di PROCESSO e le GARANZIE al CONSUMATOREGARANZIE al CONSUMATORE

PRODUZIONE CONVENZIONALEautocontrollo sanitario,

igienico: a campione o casuale.

autocontrollo qualità di prodotto: casuale o su richiesta.

controllo sanitario ed igienico pubblico: a campione minimo o casuale o per casi di emergenza pubblica.

PRODUZIONE INTEGRATAautocontrollo sanitario,

igienico: su programma prestabilito dal fornitore e/o dal distributore (analisi residui fitofarmaci, nitrati ortaggi, metalli pesanti, ecc.…).autocontrollo qualità di

prodotto: su programma prestabilito (grado maturazione, zuccheri, acidità, ecc…). controllo sanitario ed

igienico pubblico: a campione minimo o casuale o per casi di emergenza pubblica.

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il CONTROLLO di PROCESSO su FILIERAil CONTROLLO di PROCESSO su FILIERAe le GARANZIE al CONSUMATOREe le GARANZIE al CONSUMATORE

PRODUZIONE CONVENZIONALEcontrollo di processo e

documentazione di garanzia:limitato o assente. Il prodotto è anonimo.

Tracciabilità (conoscenza dei processi tecnologici e dei percorsi a carico del prodotto): per ora assente o scarsamente presente.

PRODUZIONE INTEGRATAcontrollo di processo e

documentazione di garanzia:obbligatorio e certificato da ente indipendente (accreditato in Italia e/o all’estero). Il prodotto ha la carta di identità.Tracciabilità (conoscenza dei

processi tecnologici e dei percorsi a carico del prodotto): sviluppata sull’intera filiera, dal campo fino al punto vendita e documentata.

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LA LA RICONOSCIBILITA’RICONOSCIBILITA’ per il per il CONSUMATORECONSUMATORE

PRODUZIONE CONVENZIONALE

prodotto anonimo, con le etichette a semplice norma di legge. Nel breve dovrà comunque avere un minimo di tracciabilità stabilita dalla norma Europea ed Italiana.

PRODUZIONE INTEGRATA

prodotto identificato ed identificabile da differenti tipologie di marchio (dell’ente pubblico, del produttore, del distributore, del preparatore, del trade) a garanzia della qualità di processo o di prodotto o di entrambi. La certificazione dei processi lungo l’intera filiera e la tracciabilità sono e saranno i suoi principi di riferimento.

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PRODUZIONE INTEGRATAscelta agrofarmaci

LA SCELTA DEI FITOFARMACI PER LA PRODUZIONE INTEGRATA SI BASA SU DUE GRANDI PROFILI DI APPROFONDIMENTO:

PROFILO TOSSICOLOGICO, AMBIENTALE e di SELETTIVITA’, nonché RESIDUALE sulla MATERIA ALIMENTARE e ZOOTECNICA. Si aggiungono RISCHI RESISTENZA e TIPO di FORMULAZIONE (profilo 1)PROFILO TECNICO in RELAZIONE all’EFFICACIA sulla o sulle AVVERSITA’ BERSAGLIO delle PIANTE e COSTO (profilo 2)

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Profilo 1: TOSSICOLOGICO, AMBIENTALE e di SELETTIVITA’, ecc...

definizione dei parametri fondamentali per il giudizio. Es: classe tossicologica, effetti sulla salute umana, frasi di rischio, effetti sull’ambiente, selettività su insetti utili, adi, curva residui, ecc... . Base di riferimento: i parametri della norma vigente a livello almeno europeo della UEdefinizione di un punteggio (da un MIN ad un MAX) per ogni parametro (es: da 1 a 100, crescente all’aumento degli aspetti negativi);definizione del peso (in %) del parametro, sul totale punteggio del giudizio (es: classe tossicologica 20%, frasi di rischio 15%, tossicologia umana 25%, selettività 20%, ecc...)calcolo dell’indice riassuntivo del prodotto, ottenuto dalla somma dei punteggi di ogni singolo parametro per il proprio peso sul totale. L’indice sarà un valore da 0 a 100 (es: indice 0 minima pericolosità, indice 100 massima pericolosità);definizione di una soglia di separazione dell’indice riassuntivo in due classi, per comodità di interpretazione così chiamate: classe verde e classe arancione (es: soglia a valore indice 55)

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Creso, 20 gennaio 2006 Apo Conerpo, Bologna-Italy 36

Profilo 1: TOSSICOLOGICO, AMBIENTALE e di SELETTIVITA’, ecc...

CLASSE VERDE: tutti i fitofarmaci che hanno raggiunto un indice riassuntivo INFERIORE alla SOGLIA stabilita. Se saranno giudicati idonei ad entrare nel disciplinare di produzione integrata in relazione all’efficacia tecnica, sono lasciati al libero impiego professionale del tecnico e dell’agricoltore, rispettando i soli vincoli di etichetta;CLASSE ARANCIONE: tutti i fitofarmaci che hanno raggiunto un indice riassuntivo UGUALE o SUPERIORE alla SOGLIA stabilita. Se saranno giudicati idonei ad entrare nel disciplinare di produzione integrata in relazione all’efficacia tecnica, sono inseriti con un ulteriore VINCOLO D’USO, oltre a quelli di etichetta. Ulteriore vincolo d’uso così inteso: numero massimo di interventi all’anno o per ciclo colturale, oppure quantità massima ad ettaro all’anno o per ciclo colturale

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Creso, 20 gennaio 2006 Apo Conerpo, Bologna-Italy 37

Profilo 2: EFFICACIA sulla/e AVVERSITA’

Valutazione dell’efficacia tramite prove sperimentali e osservazioni di campo, nell’ambito dei COMITATI TECNICI di VARIO LIVELLO ISTITUITI e RICONOSCIUTI, in OGNI REGIONE;

INSERIMENTO o ESCLUSIONE dal disciplinare di produzione integrata in base al parere di maggioranza del COMITATO TECNICO RIASSUNTIVO di ogni REGIONE;

ITER per la DEFINIZIONE e l’INSERIMENTO a seconda che si tratti di fitofarmaco appena registrato, oppure di estensione d’uso, oppure di nuova avversità in etichetta: quello già collaudato da vari protocolli regionali;

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CONSIDERAZIONE

Il primo profilo di giudizio (tossicologico, ambientale, ecc...) è in parte disgiunto dal secondo perché il primo profilo si deve basare su dati molto OGGETTIVI, mentre il secondo profilo (efficacia sulle avversità e costo) pur mantenendo riferimenti oggettivi ed imparziali, deve caratterizzarsi e scaturire dalla PROFESSIONALITÀ di TECNICI ed AGRICOLTORI

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ESEMPIO DI VALUTAZIONE per il PRIMO PROFILO(tossicologico, ambientale, residuale, ecc…)

voce punteggio peso indice totale(min 0, max 100) (%)

DL 50 30 20% 6CL 50 60 10% 6FRASI DI RISCHIO 40 20% 8RESIDUALITA’ SUOLO 50 10% 5RESIDUALITA’ ALIMENTO 60 20% 12RESIDUALITA’ ACQUE 60 10% 6SELETTIVITA’ 50 10% 5………………….. ….. ……. ..…

TOTALE 100% 48SOGLIA STABILITA:

VERDE < 55ARANCIONE > (o uguale) 55

IL FITOFARMACO SI TROVA QUINDI NELLA CLASSE VERDE

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RINTRACCIABILITA’: RINTRACCIABILITA’: Regol. CE 178/2002Regol. CE 178/2002(in materia di sicurezza alimentare(in materia di sicurezza alimentare))

Rintracciabilità: discende direttamente dal Regolamento CE n. 178/2002 del 28 gennaio 2002 che stabilisce i principi generali della legislazione alimentare, istituisce l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare e fissa procedure nel campo della sicurezza alimentare. Avrà carattere obbligatorio in materia di sicurezza alimentare.

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Creso, 20 gennaio 2006 Apo Conerpo, Bologna-Italy 41

RINTRACCIABILITA’: RINTRACCIABILITA’: Regol. CE 178/2002Regol. CE 178/2002(in materia di sicurezza alimentare(in materia di sicurezza alimentare))

La rintracciabilità è la possibilità di ricostruire e seguire il percorso di un alimento, di un mangime, di un animale destinato alla produzione alimentare o di una sostanza destinata o atta ad entrare a far parte di un alimento o di un mangime attraverso tutte le fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione

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Creso, 20 gennaio 2006 Apo Conerpo, Bologna-Italy 42

RINTRACCIABILITA’: RINTRACCIABILITA’: Regol. CERegol. CE 178/2002178/2002(in materia di sicurezza alimentare) (in materia di sicurezza alimentare)

“fasi della produzione, della trasformazione e della distribuzione”, qualsiasi fase, importazione compresa, a partire dalla produzione primaria di un alimento inclusa fino al magazzinaggio , al trasporto, alla vendita o erogazione al consumatore finale inclusi e, ove pertinente, l’importazione, la produzione, la lavorazione, il magazzinaggio, il trasporto, la distribuzione, la vendita e l’erogazione dei mangimi