Prospetto Odro 2011 Tenero

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Fieno selvatico e fili sospesi Itinerario etnografico nel territorio: Vogorno - Odro – Bardüghè - Vogorno L’itinerario qui proposto permette l’incontro con un pae- saggio a tratti impervio, soprattutto nella parte alta, ma di grande suggestione e bellezza. Inoltre esso consente, a chi lo desidera, di entrare in contatto con alcune forme assai significative dell’attività umana di un tempo, in particolar modo, con quella della raccolta del fieno selvatico. In un territorio come quello della Val Verzasca, dove scarseggia- vano i prati sul fondovalle, le superfici erbose sui fianchi dei monti erano molto preziose. Venivano perciò, più o meno integralmente, falciate. Si trattava di un lavoro duro e spesso pericoloso. Il fieno selvatico serviva a foraggiare mucche e capre – essendo generalmente di qualità inferio- re a quello falciato sui maggenghi – specialmente nei peri- odi in cui le mucche e le capre erano “asciutte”, cioè non producevano latte. L’attività agricola di sfalcio e raccolta del fieno, ancor oggi praticata a Odro – dove esiste pure una possibilità di ristoro e di alloggio – fa di questo maggengo un modello di turismo ecosostenibile. Fieno selvatico e fili sospesi Odro era uno dei centri dell'attività di raccolta del fieno sel- vatico. I ripidi e dirupati pendii del Pizzo Vogorno, inacces- sibili al bestiame più grosso, venivano regolarmente falciati, e questo fino agli anni ‘50 ca.. Il fieno selvatico così ottenuto veniva prima ammucchiato e poi trasportato, con i fili sospe- si, fino al monte di Odro o verso il villaggio di Vogorno. Gli sprügh erano i rifugi temporanei per gli alpigiani che si reca- vano sulle zone alte per procedere al taglio del fieno. Si crea- va così un modo di operare che consentiva il foraggiamento del bestiame su tutto l’arco dell’anno. Tracce evidenti di questa attività (fili in disuso; “battute”; sentieri sulla roccia) sono ancora visibili. Per comprendere l'importanza di questa attività, ci permettiamo di citare alcuni passaggi del volume di F. Binda, I vecchi e la montagna (Locarno 1983): "Una volta andavano tutti a bosch senza eccezione. Se ti dico che sfalciavano tutto il Pizzo Vogorno. (…) Quando hanno smes- so di andare a bosch, anche i fili a sbalzo sono andati alla malora. Io avevo un filo a sbalzo della lunghezza di 1000 metri, che arrivava quasi sul Pizzo Vogorno, all’altezza di ca. 2000 m, poi c’erano diverse tracce fino a giungere a Costa Piana." Odro Odro è un insediamento rurale situato a 1200-1300 metri di altitudine, sulle pendici del Pizzo Vogorno. Esso è collo- cato tra il villaggio di Vogorno (500 m) e l’Alpe Bardüghè (1600 m). Vi si accede tramite un ripido ma agevole sen- tiero che, seguendo un lungo crinale che separa la Valle del Molino dalla Valle della Porta, tocca una lunga serie di nuclei intermedi (Colletta, Torlètt, Stavéll, Pidoo). A sua volta Odro, che nel sistema di sfruttamento alpestre tradizionale svolgeva la funzione di monte alto, è compos- to da quattro piccoli nuclei (Técc Fond, Ticc Zòtt, Sert, Cim’al Prov). L'antichità di questo nucleo è attestata dalla presenza di un bel masso cuppellare, al centro del nucleo di Ticc Zòtt, come pure dalle datazioni riscontrabili su alcuni edifici (XVII°/XVIII° secolo). Punti di interesse etnografico e paesaggistico 1. Mulini Tracce di un vecchio mulino sono ancora visibili sotto la cappelletta (v. pto. 2), sulla sinistra orografica del ruscello della Valle del Molino. A metà dell’Ottocento vi erano due mulini in funzione, di proprietà della famiglia Anselmi. 2. Cappella e scalinata La cappella è collocata poco oltre il ponticello, ai piedi di una notevole scalinata. Se si osserva bene la forma del monte Calvario rappresentato nell’affresco, si nota che essa è simile a un grande mucchio di fieno (termine dialettale mèda). All’esterno, le due rustiche croci in legno appese ai muri (che un tempo erano almeno tre) alludono, come confermano numerosi informatori, a persone morte fal- ciando il fieno di bosco nei monti sovrastanti. La scelta del tema (la salita al Calvario) e la forma dello stesso Calvario non sembrano casuali. 3. Oratorio In località Colletta si erge l'oratorio secentesco dedicato alla Madonna Addolorata. Sembra che l'origine della cap- pella sia da ricollegare ad un'apparizione della Vergine avuta da un abitante di Vogorno in quel luogo. A tutt’oggi, l'oratorio è raggiunto processionalmente da Vogorno una volta l’anno, il venerdì di Passione (ossia il venerdì che pre- cede la Domenica delle Palme). 4. Selva castanile Il sentiero si snoda nella bella selva castanile con imponenti castagni monumentali presenti fino a quota 900 m s./m. 5. Percorso di crinale In questo tratto il sentiero diventa un vero percorso di crinale. Gli insediamenti sono disposti in modo tale da approfittare, per quanto possibile, dei vantaggi dati dall’es- posizione al sole e in modo da ridurre al minimo i pericoli dovuti a scoscendimenti, valanghe, inondazioni, ecc.. 6. Fili sospesi a Stavéll Appena raggiunto il crinale in prossimità del monte di Stavéll si notano il punto di partenza e di arrivo di alcuni fili sospesi o “a sbalzo”. Il filo che scende a valle è ancora- to ad un grosso masso ed è sostenuto da tre pali. Due sono le "battute", i punti di arrivo dei fili sospesi che scende- vano da Odro. 7. Massi cuppellari Su di un masso affiorante al centro dell'insediamento di Odro sono ben visibili alcune coppelle. Si tratta di segni particolari eseguiti dall'uomo in un passato remoto. La loro datazione, così come il loro significato, sono tuttora incerti. 8. L'azienda montana agrituristica di Odro Dal 1996 J.-Louis Villars e Marlis Solèr risiedono stabil- mente a Odro. Alcuni edifici sono stati restaurati e la pic- cola azienda agricola, con una quarantina di capre verza- schesi, provvede allo sfalcio delle superfici prative del monte che viene così mantenuto pulito. Le piacevoli strut- ture d'accoglienza ricavate negli stabili alpestri e il senso di ospitalità mettono a proprio agio l'escursionista che potrà sostare per ristorarsi e pernottare. L'installazione di una piccola turbina produce l'energia sufficiente per coprire il fabbisogno proprio e quello degli ospiti. La captazione da una sorgente assicura costantemente la disponibilità di acqua. 9. Il piccolo Museo del fieno di bosco Il punto centrale dell'itinerario è costituito dal piccolo museo situato nel nucleo di Sert. In realtà si tratta del- l'abitazione temporanea di Luigi Berri (1904 - 1988), che alla cessazione della sua attività alla fine degli anni Sessanta lasciò intatto il locale in cui era vissuto, con gli utensili e gli attrezzi da lui utilizzati. Nel piccolo locale vengono così presentati gli oggetti che gli servivano per svolgere varie funzioni, in primo luogo la raccolta del fieno di bosco. 10. Muri a secco La superficie prativa di Odro è delimitata verso l'alto da imponenti muri a secco. 11. “Battute” di fili sospesi attraverso la valle Nella parte alta di Odro è possibile osservare alcune “bat- tute” di fili sospesi che attraversavano la Valle del Molino. L'ancoraggio di questi fili è stato reperito sotto l'Alpe Bardüghè, sul versante opposto, a dimostrazione di come tali fili costituivano una vera e propria rete di trasporto. 12. Alpe Bardüghè A quota 1600 m si apre un vasto pianoro utilizzato un tempo quale alpe. Il sistema di sfruttamento alpestre utiliz- zava questa fascia altitudinale elevata per il pascolo estivo del bestiame. 13. Faggeta Assai affascinante è la faggeta residua di forma grossomodo circolare presente sotto l'insediamento alpestre di Bardüghè, a quota 1520 m, indicata con il toponimo Faìsc (altra denominazione: Merìsg da Bardüghè). Essa era chia- mata, dalla gente che risiedeva sui monti, “bosco sacro”. Tale denominazione – che ricorre frequentemente nell’arco alpino – potrebbe avere una duplice origine. Essa potrebbe alludere, da un lato, alla funzione protettiva (almeno indi- retta) di questo bosco da sempre possibili e temibili valanghe. Dall’altra parte, se è vero che la faggeta veniva pure denominata Merìsg da Bardüghè, la sacralità, ovvero intangibilità del bosco, potrebbe anche essere dipesa dalla sua funzione di riparo dal sole, durante il periodo estivo, per il bestiame dell’alpe poco discosto. Nel “bosco sacro” nessuno poteva recarsi, per nessun motivo, a tagliare legna. 14. Castagni monumentali A partire da quota 900 m si scende attraverso una selva castanile ormai abbandonata da parecchi decenni e di con- seguenza trasformatasi in bosco fitto e misto. A testimoni- anza delle selve castanili che ricoprivano gran parte di questa fascia montana (soprattutto attorno ai nuclei abi- tati), sopravvivono, qua e là, dei grossi ed affascinanti castagni secolari. Non è possibile soffermarci qui sugli svariati e un tempo indispensabili prodotti di questa specie arborea (ricordiamo però l’interessante fascicolo, a cura di Laura Sofia, sul tema appunto della castagna, apparso nella collana “Le Voci” del CDE). Merita inoltre una menzione l’indagine condotta di recente dall’Istituto federale di ricer- ca WSL (www.wsl.ch/sottostazione), intesa a censire e stu- diare gli esemplari più vecchi di castagno – i cosiddetti “castagni monumentali” – ancora presenti sul territorio della Svizzera italiana. Il castagno che si osserva a lato del sentiero, purtroppo decisamente malridotto, è uno dei 310 censiti. Esso sorge, non casualmente, vicino al tracciato originale del sentiero che lo aggirava (la conformazione del terreno ed alcuni sassi come luogo di ristoro avvalorano questa ipotesi). Era inoltre l’albero che segnalava, lungo il sentiero principale, l’ingresso ai terreni più pregiati, prossi- mi agli insediamenti. Secondo la ricerca svolta, ben il 23% di tutti i castagni monumentali censiti si trova in una situazione simile. 15. La vite Sopra Costapiana si può osservare la vite, coltivata ancora con metodi tradizionali. Vecchi ceppi resistenti che, con il castagno, completano il paesaggio vegetale, di grande importanza per l'uomo nell'ambito dell'economia di sussistenza. 9 11 3 9 Ideazione dell'itinerario, fotografie e testi: Museo di Val Verzasca e Tourist Office Tenero e Valle Verzasca, in collaborazione con il Centro di Dialettologia e Etnografia, Bellinzona e Paolo Crivelli, Melano Con il sostegno di: © Copyright 2006 Museo di Val Verzasca / Tourist Office Tenero e Valle Verzasca Accesso L’itinerario parte in prossimità del Ristorante Pizzo Vogorno. Vista la scarsità di posteggi sul posto, si consiglia l’accesso con l’autopostale. Fermata Vogorno (rist. Pizzo Vogorno). Ristoro e alloggio Agriturismo di Odro, J.-Louis Villars, 6632 Vogorno, tel. +41 (0)91 745 48 15 www.odro.ch Informazioni Tourist Office Tenero e Valle Verzasca 6598 Tenero, Tel. +41 (0)91 745 16 61 www.verzasca-tourism.ch Museo di Val Verzasca 6637 Sonogno, Tel. +41 (0)91 746 17 77 www.verzasca.com/museo Tourist Office Tenero e Valle Verzasca CH-6598 Tenero [email protected] www.tenero-tourism.ch Tel. +41(0)91 745 16 61 MUSEO DI VAL VERZASCA Odro. Itinerario etnografico Ethnografischer Rundgang

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Prospetto Odro 2011 Tenero

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  • Fieno selvatico e fili sospesiItinerario etnografico nel territorio:Vogorno - Odro Bardgh - Vogorno

    Litinerario qui proposto permette lincontro con un pae-saggio a tratti impervio, soprattutto nella parte alta, ma digrande suggestione e bellezza. Inoltre esso consente, a chilo desidera, di entrare in contatto con alcune forme assaisignificative dellattivit umana di un tempo, in particolarmodo, con quella della raccolta del fieno selvatico. In unterritorio come quello della Val Verzasca, dove scarseggia-vano i prati sul fondovalle, le superfici erbose sui fianchidei monti erano molto preziose. Venivano perci, pi omeno integralmente, falciate. Si trattava di un lavoro duroe spesso pericoloso. Il fieno selvatico serviva a foraggiaremucche e capre essendo generalmente di qualit inferio-re a quello falciato sui maggenghi specialmente nei peri-odi in cui le mucche e le capre erano asciutte, cio nonproducevano latte. Lattivit agricola di sfalcio e raccoltadel fieno, ancor oggi praticata a Odro dove esiste pureuna possibilit di ristoro e di alloggio fa di questomaggengo un modello di turismo ecosostenibile.

    Fieno selvatico e fili sospesiOdro era uno dei centri dell'attivit di raccolta del fieno sel-vatico. I ripidi e dirupati pendii del Pizzo Vogorno, inacces-sibili al bestiame pi grosso, venivano regolarmente falciati, equesto fino agli anni 50 ca.. Il fieno selvatico cos ottenutoveniva prima ammucchiato e poi trasportato, con i fili sospe-si, fino al monte di Odro o verso il villaggio di Vogorno. Glisprgh erano i rifugi temporanei per gli alpigiani che si reca-vano sulle zone alte per procedere al taglio del fieno. Si crea-va cos un modo di operare che consentiva il foraggiamentodel bestiame su tutto larco dellanno. Tracce evidenti diquesta attivit (fili in disuso; battute; sentieri sulla roccia)sono ancora visibili. Per comprendere l'importanza di questaattivit, ci permettiamo di citare alcuni passaggi del volumedi F. Binda, I vecchi e la montagna (Locarno 1983): "Unavolta andavano tutti a bosch senza eccezione. Se ti dico chesfalciavano tutto il Pizzo Vogorno. () Quando hanno smes-so di andare a bosch, anche i fili a sbalzo sono andati allamalora. Io avevo un filo a sbalzo della lunghezza di 1000metri, che arrivava quasi sul Pizzo Vogorno, allaltezza dica. 2000 m, poi cerano diverse tracce fino a giungere aCosta Piana."

    OdroOdro un insediamento rurale situato a 1200-1300 metridi altitudine, sulle pendici del Pizzo Vogorno. Esso collo-cato tra il villaggio di Vogorno (500 m) e lAlpe Bardgh(1600 m). Vi si accede tramite un ripido ma agevole sen-tiero che, seguendo un lungo crinale che separa la Valle delMolino dalla Valle della Porta, tocca una lunga serie dinuclei intermedi (Colletta, Torltt, Stavll, Pidoo). A suavolta Odro, che nel sistema di sfruttamento alpestretradizionale svolgeva la funzione di monte alto, compos-to da quattro piccoli nuclei (Tcc Fond, Ticc Ztt, Sert,Cimal Prov). L'antichit di questo nucleo attestata dallapresenza di un bel masso cuppellare, al centro del nucleo diTicc Ztt, come pure dalle datazioni riscontrabili su alcuniedifici (XVII/XVIII secolo).

    Punti di interesse etnografico e paesaggistico

    1. MuliniTracce di un vecchio mulino sono ancora visibili sotto lacappelletta (v. pto. 2), sulla sinistra orografica del ruscellodella Valle del Molino. A met dellOttocento vi erano duemulini in funzione, di propriet della famiglia Anselmi.

    2. Cappella e scalinataLa cappella collocata poco oltre il ponticello, ai piedi diuna notevole scalinata. Se si osserva bene la forma delmonte Calvario rappresentato nellaffresco, si nota che essa simile a un grande mucchio di fieno (termine dialettalemda). Allesterno, le due rustiche croci in legno appese aimuri (che un tempo erano almeno tre) alludono, comeconfermano numerosi informatori, a persone morte fal-ciando il fieno di bosco nei monti sovrastanti. La scelta deltema (la salita al Calvario) e la forma dello stesso Calvarionon sembrano casuali.

    3. OratorioIn localit Colletta si erge l'oratorio secentesco dedicatoalla Madonna Addolorata. Sembra che l'origine della cap-pella sia da ricollegare ad un'apparizione della Vergine

    avuta da un abitante di Vogorno in quel luogo. A tuttoggi,l'oratorio raggiunto processionalmente da Vogorno unavolta lanno, il venerd di Passione (ossia il venerd che pre-cede la Domenica delle Palme).

    4. Selva castanileIl sentiero si snoda nella bella selva castanile con imponenticastagni monumentali presenti fino a quota 900 m s./m.

    5. Percorso di crinaleIn questo tratto il sentiero diventa un vero percorso dicrinale. Gli insediamenti sono disposti in modo tale daapprofittare, per quanto possibile, dei vantaggi dati dalles-posizione al sole e in modo da ridurre al minimo i pericolidovuti a scoscendimenti, valanghe, inondazioni, ecc..

    6. Fili sospesi a StavllAppena raggiunto il crinale in prossimit del monte diStavll si notano il punto di partenza e di arrivo di alcunifili sospesi o a sbalzo. Il filo che scende a valle ancora-to ad un grosso masso ed sostenuto da tre pali. Due sonole "battute", i punti di arrivo dei fili sospesi che scende-vano da Odro.

    7. Massi cuppellariSu di un masso affiorante al centro dell'insediamento diOdro sono ben visibili alcune coppelle. Si tratta di segniparticolari eseguiti dall'uomo in un passato remoto. Laloro datazione, cos come il loro significato, sono tuttoraincerti.

    8. L'azienda montana agrituristica di OdroDal 1996 J.-Louis Villars e Marlis Solr risiedono stabil-mente a Odro. Alcuni edifici sono stati restaurati e la pic-cola azienda agricola, con una quarantina di capre verza-schesi, provvede allo sfalcio delle superfici prative delmonte che viene cos mantenuto pulito. Le piacevoli strut-ture d'accoglienza ricavate negli stabili alpestri e il senso diospitalit mettono a proprio agio l'escursionista che potrsostare per ristorarsi e pernottare. L'installazione di unapiccola turbina produce l'energia sufficiente per coprire il

    fabbisogno proprio e quello degli ospiti. La captazione dauna sorgente assicura costantemente la disponibilit diacqua.

    9. Il piccolo Museo del fieno di boscoIl punto centrale dell'itinerario costituito dal piccolomuseo situato nel nucleo di Sert. In realt si tratta del-l'abitazione temporanea di Luigi Berri (1904 - 1988), chealla cessazione della sua attivit alla fine degli anni Sessantalasci intatto il locale in cui era vissuto, con gli utensili egli attrezzi da lui utilizzati. Nel piccolo locale vengonocos presentati gli oggetti che gli servivano per svolgerevarie funzioni, in primo luogo la raccolta del fieno dibosco.

    10. Muri a seccoLa superficie prativa di Odro delimitata verso l'alto daimponenti muri a secco.

    11. Battute di fili sospesi attraverso la valle Nella parte alta di Odro possibile osservare alcune bat-tute di fili sospesi che attraversavano la Valle del Molino.L'ancoraggio di questi fili stato reperito sotto l'AlpeBardgh, sul versante opposto, a dimostrazione di cometali fili costituivano una vera e propria rete di trasporto.

    12. Alpe BardghA quota 1600 m si apre un vasto pianoro utilizzato untempo quale alpe. Il sistema di sfruttamento alpestre utiliz-zava questa fascia altitudinale elevata per il pascolo estivodel bestiame.

    13. FaggetaAssai affascinante la faggeta residua di forma grossomodocircolare presente sotto l'insediamento alpestre diBardgh, a quota 1520 m, indicata con il toponimo Fasc(altra denominazione: Mersg da Bardgh). Essa era chia-mata, dalla gente che risiedeva sui monti, bosco sacro.Tale denominazione che ricorre frequentemente nellarcoalpino potrebbe avere una duplice origine. Essa potrebbealludere, da un lato, alla funzione protettiva (almeno indi-

    retta) di questo bosco da sempre possibili e temibilivalanghe. Dallaltra parte, se vero che la faggeta venivapure denominata Mersg da Bardgh, la sacralit, ovverointangibilit del bosco, potrebbe anche essere dipesa dallasua funzione di riparo dal sole, durante il periodo estivo,per il bestiame dellalpe poco discosto. Nel bosco sacronessuno poteva recarsi, per nessun motivo, a tagliare legna.

    14. Castagni monumentaliA partire da quota 900 m si scende attraverso una selvacastanile ormai abbandonata da parecchi decenni e di con-seguenza trasformatasi in bosco fitto e misto. A testimoni-anza delle selve castanili che ricoprivano gran parte diquesta fascia montana (soprattutto attorno ai nuclei abi-tati), sopravvivono, qua e l, dei grossi ed affascinanticastagni secolari. Non possibile soffermarci qui suglisvariati e un tempo indispensabili prodotti di questa speciearborea (ricordiamo per linteressante fascicolo, a cura diLaura Sofia, sul tema appunto della castagna, apparso nellacollana Le Voci del CDE). Merita inoltre una menzionelindagine condotta di recente dallIstituto federale di ricer-ca WSL (www.wsl.ch/sottostazione), intesa a censire e stu-diare gli esemplari pi vecchi di castagno i cosiddetticastagni monumentali ancora presenti sul territoriodella Svizzera italiana. Il castagno che si osserva a lato delsentiero, purtroppo decisamente malridotto, uno dei 310censiti. Esso sorge, non casualmente, vicino al tracciatooriginale del sentiero che lo aggirava (la conformazione delterreno ed alcuni sassi come luogo di ristoro avvaloranoquesta ipotesi). Era inoltre lalbero che segnalava, lungo ilsentiero principale, lingresso ai terreni pi pregiati, prossi-mi agli insediamenti. Secondo la ricerca svolta, ben il 23%di tutti i castagni monumentali censiti si trova in una situazione simile.

    15. La viteSopra Costapiana si pu osservare la vite, coltivata ancoracon metodi tradizionali. Vecchi ceppi resistenti che, con ilcastagno, completano il paesaggio vegetale, di grandeimportanza per l'uomo nell'ambito dell'economia disussistenza.

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    Ideazione dell'itinerario, fotografie e testi:

    Museo di Val Verzasca e Tourist Office Tenero e Valle Verzasca,

    in collaborazione con il Centro di Dialettologia e Etnografia, Bellinzona

    e Paolo Crivelli, Melano

    Con il sostegno di:

    Copyright 2006

    Museo di Val Verzasca / Tourist Office Tenero e Valle Verzasca

    AccessoLitinerario parte in prossimit del Ristorante PizzoVogorno. Vista la scarsit di posteggi sul posto, si consiglialaccesso con lautopostale. Fermata Vogorno (rist. PizzoVogorno).

    Ristoro e alloggioAgriturismo di Odro, J.-Louis Villars,6632 Vogorno, tel. +41 (0)91 745 48 15www.odro.ch

    InformazioniTourist Office Tenero e Valle Verzasca6598 Tenero, Tel. +41 (0)91 745 16 61www.verzasca-tourism.ch

    Museo di Val Verzasca6637 Sonogno, Tel. +41 (0)91 746 17 77www.verzasca.com/museo

    Tourist OfficeTenero e Valle VerzascaCH-6598 Tenero

    [email protected] +41(0)91 745 16 61

    M U S E O D I V A L V E R Z A S C A

    Odro.Itinerario etnograficoEthnografischer Rundgang

  • Ethnografischer Rundgang im GebietVogorno-Odro-Bardgh-Vogorno

    Auf diesem Rundgang entdeckt man eine Landschaft vongrosser Anziehungskraft und Schnheit, die in hherenLagen jedoch nur teilweise zugnglich ist. Gleichzeitigkann man auch einiges ber die frhere Beschftigung derTalbevlkerung erfahren, im Besonderen ber dasWildheuen. Im Verzascatal, wo die Viehweiden auf demTalboden nur sprlich vorhanden sind, waren dieGrasflchen an den Berghngen sehr wertvoll. Diese wur-den darum auch mehr oder weniger vollstndig abgemhtund eingebracht. Es handelte sich dabei um eine harte undoft auch gefhrliche Arbeit. Wenn die Khe und Ziegenkeine Milch gaben, wurden sie mit Wildheu gefttert, dasvon minderer Qualitt war als das der Maienssse. Dielandwirtschaftliche Ttigkeit, wie sie heute noch in Odroausgebt wird, kombiniert mit den Verpflegungs- undUebernachtungsmglichkeiten, macht aus diesemMaiensss ein umweltvertrgliches Tourismusmodell.

    Wildheu und HeuseileOdro war eines der Zentren fr die Gewinnung vonWildheu. Die steilen und schroffen Flanken des PizVogorno, die fr das Grossvieh nicht zugnglich sind,wurden regelmssig gemht, und dies bis ungefhr in dieFnfzigerjahre. Das so gewonnene Wildheu wurde zuerstin Bndeln zusammengehuft und dann mit denHeuseilen zum Heustall auf dem Berg oder bis ins Dorfim Tal transportiert. Die sprgh (Hhlen im Fels) warendie temporren Unterknfte fr die Bergbauern, die sichin die hoch gelegenen Zonen begaben, um das Heu zuschneiden. So entstand ein System, das die Ftterung desViehs whrend des ganzen Jahres ermglichte. DeutlicheSpuren dieser Ttigkeit (nicht mehr benutzte Heuseile;Pufferstellen fr die Heubndel; Wege in den Felsen)sind noch sichtbar. Zur Illustration der Bedeutung dieserTtigkeit zitieren wir hier einige Stellen aus dem Werkvon F. Binda, I vecchi e la montagna [Die Alten und derBerg] (Locarno 1983): Frher gingen alle in den Wald,ohne Ausnahme. Ich sage dir, der ganze Piz Vogornowurde gemht. () Als sie aufgehrt haben, in den Waldzu gehen, verkamen auch die Heuseile. Ich hatte einHeuseil, das war 1000 Meter lang, es reichte fast bis aufden Piz Vogorno, bis auf ungefhr 2000 Meter Hhe,dann gab es verschiedene Strecken bis nach Costa Piana.

    OdroOdro ist ein auf 12001300 Meter ber Meer gelegenesMaiensss an den Abhngen des Piz Vogorno. Es liegtzwischen dem Dorf Vogorno (500 m) und der AlpBardugh (1600 m). Man erreicht es ber einen steilen,aber bequemen Weg, der einem langen Grat, der das Valledel Molino vom Valle della Porta trennt, folgt und durcheine ganze Reihe dazwischen liegender Weiler (Colletta,Torltt, Stavll, Pidoo) fhrt. Odro seinerseits, das imSystem der traditionellen Alpbewirtschaftungdie Funktion der Bergsiedlung innehatte, besteht aus vierkleinen Siedlungskernen (Tcc Fond, Ticc Ztt, Sert,Cimal Prov). Das historische Alter dieser Besiedlung wirdbelegt durch das Vorhandensein eines schnenSchalensteins im Zentrum von Ticc Ztt sowie durchdie an einigen Gebuden angebrachten Jahreszahlen(17./18. Jahrhundert).

    Interessante ethnografischeund landschaftliche Schwerpunkte

    1. MhlenUnterhalb der kleinen Kapelle (siehe Punkt 2), auf demlinken Ufer des Baches, der durch das Valle del Molinofliesst, sind noch Mauerreste einer alten Mhle sichtbar.Mitte des 19. Jahrhunderts waren dort zwei Mhlen, imBesitz der Familie Anselmi, in Betrieb.

    2. Kapelle und TreppenwegDie Kapelle befindet sich unweit der kleinen Brcke, amFusse eines eindrcklichen Treppenweges. Bei genauererBetrachtung bemerkt man, dass der Kalvarienberg einemHeuhaufen (in der Mundart mda) gleicht. An derAussenwand der Kapelle sind zwei rustikale Holzkreuzeangebracht, frher waren es mindestens drei. LautUeberlieferung erinnern diese Kreuze an die Leute, diebeim Wildheuen den Tod fanden. Sowohl das Motiv derMalerei, der Aufstieg zum Kalvarienberg, wie auch dieForm des Kalvarienbergs, wurden anscheinend nicht zufl-lig gewhlt.

    3. KapelleIm Ort Colletta befindet sich eine Kapelle aus dem17. Jahrhundert, die der schmerzensreichen Madonnageweiht ist. Es scheint, da ss der Ursprung der Kapellezurckgeht auf eine Erscheinung der Jungfrau Maria, dieein Bewohner von Vogorno an diesem Ort hatte.Noch Heute gibt es eine Prozession von Vogornozur Kapelle.

    4. KastanienselveDer Weg windet sich durch eine schne Kastanienselve mitimposanten monumentalen Kastanienbumen, die bis zueiner Hhe von 900 Meter ber Meer vorkommen.

    5. GratwegIn diesem Abschnitt wird der Weg zu einer wirklichenGratwanderung. Es handelt sich um eine im Verzascatalziemlich verbreitete Besonderheit. Dies zeigt,wie die Besiedlungsorte genau dort gewhlt wurden,wo das Terrain Vorteile aufwies (Ausrichtung,weniger steiler Boden, Schutz vor Erdrutschen undLawinen).

    6. Heuseile in StavllSobald der Grat in der Nhe des Monte di Stavll erreichtist, sieht man den Ausgangs- und Ankunftspunkt einigerHeuseile. Das Seil, das ins Tal hinunterfhrt, ist an einemgrossen Felsbrocken verankert und wird von drei Pfhlengesttzt. Es gibt zwei Aufprallstellen, die Ankunftspunkteder Heuseile, die von Odro herunterkamen.

    7. SchalensteineAn einem Felsblock im Zentrum der Siedlung von Odrosind einige kleine, schalenfrmige Vertiefungen gut sicht-bar. Es handelt sich um besondere Zeichen, die vomMenschen hinterlassen wurden, um das Territorium zukennzeichnen.Diese Zeichen sind weder genau datier- noch deutbar.

    8. Agrotouristischer Bergbetrieb in OdroSeit 1996 leben J.-Louis Villars und Marlis Solr stndig in

    Odro. Einige Gebude wurden restauriert und der kleineLandwirtschaftsbetrieb, mit ungefhr 40 Verzasca-Ziegen,ist fr das Mhen der Bergwiesen besorgt, die so saubererhalten werden. Die einladenden Unterknfte, die in denAlpgebuden eingerichtet wurden, und dieGastfreundschaft sorgen dafr, dass sich der Gastwohlfhlt, der hier Rast machen und sich verpflegen undbernachten kann. Die Installation einer kleinen Turbineproduziert gengend Energie, um den Eigenbedarf undden der Gste zu decken. Die Fassung einer Quelle stelltdie permanente Wasserversorgung sicher.

    9. Das kleine Wildheu-MuseumDie Hauptattraktion des Rundgangs stellt das kleineMuseum dar, das in der Siedlung Sert liegt. Eigentlich han-delt es sich dabei um die zeitweilige Unterkunft von LuigiBerri (1904-1988), der nach Aufgabe seiner Ttigkeit Endeder Sechzigerjahre das Haus intakt hinterliess, in dem ergelebt hatte, mit den von ihm verwendeten Gerten undWerkzeugen. In dem kleinen Lokal werden so die Objekteausgestellt, die er bei der Ausbung verschiedenerTtigkeiten brauchte: vor allem beim Einbringen desWildheus.

    10. TrockenmauernDie Wiesenflche von Odro wird bergwrts von eindrck-lichen Trockenmauern begrenzt.

    11. Ankunftspunkte der Heuseile quer ber das TalIm oberen Teil von Odro kann man einige Ankunftsstellenvon Heuseilen sehen, die das Valle del Molino ber-querten. Die Verankerung dieser Seile wurde unterhalb derAlp Bardgh auf dem gegenberliegenden Abhang gefun-den, dies zur Demonstration wie die Heuseile einwirkliches Transportnetz darstellten.

    12. Alp BardghAuf 1600 Metern ber Meer ffnet sich eine Hochebene,die als Alp genutzt wird. Das Alpbewirtschaftungssystembenutzte diese hochgelegene Flche als Sommerweide frdas Vieh.

    13. BuchenwaldIn seiner Art faszinierend ist der kreisfrmige Buchenwald,der sich unterhalb der Alp Bardgh auf 1520 Meter berMeer befindet. Er wurde von den Bewohnern derMaienssse heiliger Wald genannt. Diese Bezeichnung,die man sehr oft im Alpenraum antrifft, knnte zwei ver-schiedene Ursprnge haben. Einerseits knnte es einHinweis sein auf die Schutzfunktion des Waldes vor dengefrchteten Lawinen, andererseits auf seine Funktion alsSonnenschutz fr das Vieh der benachbarten Alp. Wenn esstimmt, dass der Buchenwald auch Merisg da Bardghgenannt wurde, hatte diese Bezeichnung auch mit derHeiligkeit, d. h. der Unantastbarkeit des Waldes zu tungehabt. Es war strikte verboten, im heiligen Wald Holzzu fllen.

    14. Monumentale KastanienbumeUnterhalb einer Hhe von 900 Meter ber Meer geht mandurch eine Kastanienselve, die leider seit Jahrzehnten nichtmehr gehegt wird und nun ein dichter Mischwald ist. Inder Vergangenheit erstreckten sich Kastanienwlder berweite Teile dieses Berggebietes und im Besonderen um dieSiedlungen. Heute gibt es da und dort noch einzelne,riesige, faszinierende, hundertjhrige Kastanienbume.Erwhnenswert ist die neueste Studie der EidgenssischenForschungsanstalt fr Wald, Schnee und Landschaft, WSL(www.wsl.ch/sottostazione). Die ltesten Kastanienbume,die sogenannten monumentalen Kastanienbume, die inder italienischen Schweiz noch bestehen, wurden inven-tarisiert und untersucht. Hier kann man einen der 310inventarisierten Kastanienbume betrachten, leider ist er inschlechtem Zustand.

    15. RebenOberhalb von Costapiana befinden sich Reben, die nochnach traditionellen Methoden kultiviert werden. AlteWeinstcke von resistenten Reben, die zusammen mit derKastanie die Pflanzenwelt vervollstndigen, die fr denMenschen im Rahmen der Subsistenzwirtschaft vongrosser Bedeutung war.

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    ZugangDer Rundgang beginnt in der Nhe des Ristorante PizzoVogorno. Aufgrund der wenigen Parkpltze amAusgangsort Vogorno wird empfohlen, das Postauto zubenutzen. Haltestelle Vogorno (Ristorante PizzoVogorno).

    Verpflegung und bernachtungsmglichkeit: Bauernhof OdroJ.-Louis Villars, 6632 Vogorno, Tel. +41 (0)91 745 48 15www.odro.ch

    InformationenTourist Office Tenero e Valle Verzasca6598 Tenero, Tel. +41 (0)91 745 16 61www.verzasca-tourism.ch

    Museo di Val Verzasca6637 Sonogno, Tel. +41 (0)91 746 17 77www.verzasca.com/museo

    Konzept des Rundgangs, Fotografien und Texte:

    Museo di Val Verzasca

    Tourist Office Tenero e Valle Verzasca,

    unter Mitwirkung von CDE, Bellinzona und Paolo Crivelli, Melano

    Untersttzt durch:

    Copyright 2006

    Museo di Val Verzasca / Tourist Office Tenero e Valle Verzasca