Proposte elezione regionali 2013 di Confindustria Valle d'Aosta

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ELEZIONI PER IL DELLA VAL RINNOVO DEL CONSIGLIO R LLE D'AOSTA 26 MAGGIO 20 REGIONALE 013

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In dodici pagine le imprese valdostane disegnano il futuro della piccola regione autonoma

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ELEZIONI PER IL RINNO

DELLA VALLE D

LEZIONI PER IL RINNOVO DEL CONSIGLIO R

ALLE D'AOSTA 26 MAGGIO 2013

REGIONALE

2013

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Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 2

Premessa

Le forze politiche che usciranno vincenti dalle prossime consultazioni regionali si troveranno di fronte

un quinquennio piuttosto difficile, soprattutto sul piano economico.

Le ultime rilevazioni previsionali dell’indagine di Confindustria Valle d’Aosta, condotta presso le

aziende associate, mostrano un miglioramento delle aspettative, anche se si attestano su valori

negativi, che tuttavia, tarda a tradursi in aumenti del tasso di utilizzo della capacità produttiva: la

ripresa si preannuncia lenta, con tempi lunghi per il recupero dei livelli antecedenti la crisi.

Lo stesso rapporto sulla situazione sociale della Valle d’Aosta parla (con riferimento al periodo 2008-

2012) di “un’economia che risulta frenata sul piano interno, dove i consumi privati si sono contratti

soprattutto in ragione della marcata riduzione del reddito disponibile, causata da politiche fiscali

restrittive e dalle sfavorevoli condizioni del mercato del lavoro, mentre gli investimenti registrano una

brusca caduta, spiegata principalmente con le difficoltà sul lato della domanda, con le criticità di accesso

al credito, con il rilevante quadro di incertezza e, per quanto attiene l’ambito pubblico, con la rigorosa

politica di bilancio volta al consolidamento dei conti pubblici. Il commercio estero, ha permesso in parte

di contenere queste criticità, ma nel complesso non riesce a compensare completamente la dinamica

interna sfavorevole.

Sempre nel rapporto leggiamo che “il settore industriale esce da questa fase congiunturale

ulteriormente ridimensionato, anche perché oggetto delle principali difficoltà economiche. I dati

delineano, infatti, un profilo delle attività secondarie connotato da saldi, seppure eterogenei a seconda

delle diverse prospettive che si assumono, fondamentalmente negativi”.

Più precisamente, evidenzia il rapporto, le difficoltà del sistema industriale valdostano derivano da un

complessivo rallentamento “dell’economia italiana e, in particolare, dell’economia delle regioni del nord-

ovest (…) ma presenta dei tratti propri, connessi alla struttura ed alle caratteristiche delle imprese

operanti in Valle d’Aosta (...). Infatti, il permanere di ampie e diffuse attività incentrate sulle fasi più

standardizzate della produzione, una limitata diffusione dell’innovazione di prodotti e tecnologie, un

modesto potenziamento delle funzioni superiori di impresa (ricerca, marketing, finanza, ecc.), una

parcellizzazione produttiva, oltre che un’ancora debole promozione di processi di internazionalizzazione,

espongono maggiormente il sistema industriale regionale alle fasi congiunturali più sfavorevoli”.

Di fronte a queste prospettive, si impone la costruzione di progetto strategico condiviso, mettendo a

fattore comune le competenze, i ruoli e le disponibilità di ognuno, al fine di delineare un modello di

sviluppo e di Governo sempre più attento alle esigenze di crescita economica, competitività ma anche

coesione sociale.

Confindustria Valle d’Aosta con le proposte che seguono, intende fare la sua parte con responsabilità e concretezza. Con questo documento vuole confermare la scelta apartitica assunta da Confindustria a livello nazionale, nella convinzione che l’autorevolezza e la

credibilità della propria azione di stimolo per le politiche pubbliche, sia tanto più efficace quanto più indipendente e autonoma dalle posizioni di parte.

Confindustria Valle d’Aosta intende, quindi, confermare il suo ruolo attivo e da protagonista nella

costruzione di un progetto di sviluppo territoriale, consapevole e responsabile di rappresentare - con

più di 150 imprese associate, dalla Grande alla Piccola Impresa e di tutti i settori merceologici, per un

totale di circa 6.000 addetti - quell’imprenditoria cui è unanimemente riconosciuta l’importanza di

motore primario dello sviluppo sociale ed economico.

In questo contesto va, infatti, assolutamente esaltata la centralità dell’impresa quale fattore

determinante di sviluppo per la ripresa e la crescita non solo economica ma anche sociale e

culturale dell’intera regione.

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All’interno del sistema complessivo imprenditoriale va anche affermato, quale core business

dell’economia moderna, il ruolo trainante e prioritario dell’Industria (grande, media e piccola), il cui

Valore Aggiunto sul PIL valdostano ammonta a 461,789 milioni di Euro, pari al 17,65% del Pil totale e

conta 7000 addetti (VA per addetto, Anno 2010, Fonte Istituto G. Tagliacarne).

Il contributo fiscale (IVA, IRES, IRAP e accise) dato dalle imprese associate a Confindustria Valle d’Aosta (con sede legale e/o unità produttiva in Valle), sulla base di una indagine campionaria

alla quale ha risposto il 50% delle imprese iscritte, ammontava nel 2011 a circa 160 milioni di euro, pari al 27% del totale regionale delle suddette entrate.

Le proposte contenute sinteticamente in questo documento sono finalizzate ad individuare degli

interventi prioritari che gli imprenditori chiedono e che si possono e si devono realizzare a partire

dalla prossima legislatura, evitando ogni tentazione di aumento dell’imposizione fiscale a carico di

imprese e famiglie.

E’ necessario che il nuovo Governo Regionale, per prima cosa, adotti interventi, in funzione

anticongiunturale capaci, nel breve periodo, di sostenere l’operatività delle imprese garantendo

liquidità e credito e crei le condizioni per promuovere l’occupazione giovanile.

Nel contempo il Governo Regionale deve adoperarsi, da un lato, affinché si creino condizioni idonee

alla permanenza, al consolidamento ed alla valorizzazione delle imprese già presenti sul territorio

evitando, ad esempio, fenomeni di delocalizzazione e dall’altro deve offrire sostegni adeguati per

favorire l’aggregazione e la crescita dimensionale delle Pmi, soprattutto delle microimprese.

Per raggiungere questi obiettivi, è indispensabile l’impegno delle imprese, ma anche quello delle

Istituzioni, perché nell’economia globalizzata la capacità competitiva delle imprese dipende anche dai

fattori di sistema.

Ciò che ci sentiamo di chiedere ai futuri amministratori è un confronto aperto e costante, che comporti

un monitoraggio delle azioni intraprese, insieme a tutti gli attori economici per contribuire insieme e concretamente al rilancio del sistema produttivo valdostano.

I tempi difficili che stiamo vivendo impongono una assunzione di responsabilità ed un maggiore

impegno da parte di tutti ed in via prioritaria interventi in funzione anticongiunturale.

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I PRINCIPALI AMBITI DI INTERVENTO RISORSE E POLITICHE PER LO SVILUPPO

1. Utilizzare al meglio i fondi strutturali dell’Unione Europea, principale fonte di

finanziamento allo sviluppo;

2. Adottare misure che consentano di valorizzare il ruolo delle imprese leader già

presenti sul territorio e favorire le aggregazioni di imprese;

3. Riorganizzare il sistema di incentivi alle imprese in un’unica legge regionale di settore

e predisporre un sistema di monitoraggio dell’efficacia del sistema degli incentivi.

1. Utilizzare al meglio i fondi strutturali dell’Unione Europea, principale fonte di finanziamento allo sviluppo.

Nell’attuale quadro di una rigorosa gestione della finanza pubblica le risorse disponibili per lo sviluppo

sono destinate a diminuire, pertanto, i fondi strutturali dell’Unione Europea 2014-2020, che

saranno assegnati alle Regioni per la competitività e l’occupazione, rappresenteranno la principale fonte per realizzare politiche di medio - lungo periodo.

Una buona programmazione dei Fondi è quindi cruciale per sostenere l’uscita dalla crisi.

Uno degli obiettivi tematici della prossima programmazione europea è la competitività delle PMI ed in

questo senso dovrebbe muoversi anche la programmazione regionale 2014-2020, in quanto la

previsione di strumenti specifici di intervento per favorire l'esercizio dell'attività di impresa

manifatturiera rappresenta una misura in grado di avere delle ricadute sull’occupazione.

L'industria manifatturiera, infatti, mantiene ancora oggi nella nostra regione importanti potenzialità di

sviluppo e di qualificazione delle quali è necessario tenere conto per sviluppare filiere d'impresa,

soprattutto in alcuni comparti dove si trovano casi di eccellenza e realtà solide e capaci di innovazioni.

Le industrie localizzate nelle zone di montagna, qual è la Valle d'Aosta, sono costrette a competere in

condizioni ambientali strutturalmente avverse ed è quindi necessario elaborare soluzioni in grado di

qualificare i sistemi di imprese accompagnando quelle meno strutturate verso lo sviluppo e la crescita.

La proposta è di valorizzare le catene di processi produttivi, puntando su diverse filiere di

specializzazione: turismo, energia, agricoltura, ma anche settore estrattivo (pietra, marmo), meccanica di precisione, mobilità/trasporti, legno, enogastronomia, ecc.

Le priorità della futura programmazione regionale dei Fondi Europei, vanno dunque integrate col

tema dello sviluppo del tessuto di imprese esistenti ed è auspicabile un approccio “di area”, basato

sulla progettualità locale e sull’effettivo coinvolgimento delle realtà imprenditoriali e di

rappresentanza degli interessi, intorno all'idea di filiera.

2. Adottare misure che consentano di valorizzare il ruolo delle imprese leader già presenti sul territorio e favorire le aggregazioni di imprese.

La promozione delle reti di impresa, indipendentemente dalla tipologia di aggregazione (contratti di

rete, consorzi, fusioni tra società, ATI, ecc.) deve essere il fil rouge della strategia regionale, che premi

in termini economici, di servizi, di punteggi, le imprese capaci di incrementare l'integrazione tra loro e

la competitività internazionale.

Un simile intervento oltre che trasversale a diversi settori (industria, turismo, cultura), incentiverebbe

la collaborazione al fine di ottenere massa critica, know-how e, più in generale, i benefici delle

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economie di scala e di scopo. Diffondere una cultura di aggregazione tra le imprese, significa riuscire

ad affrontare i “vecchi” ma, soprattutto, in nuovi mercati con una marcia in più, significa partecipare

con maggiori successi a bandi e gare d’appalto ma anche manifestazioni fieristiche internazionali ed a

favorire l’ampliamento del mercato e dei canali distributivi anche attraverso la creazione ed il

rafforzamento di marchi e brand territoriali.

Più in generale sarebbe auspicabile un intervento atto a favorire le aggregazioni di impresa,

tali da far uscire le aziende dalla chiusura soltanto difensiva, riposizionandone le attività svolte

a scala locale, nella competizione con quelle che possono essere svolte in bacini più estesi e più aperti.

3. Riorganizzare il sistema di incentivi alle imprese in un’unica legge regionale di settore e predisporre un sistema di monitoraggio dell’efficacia del sistema degli incentivi.

Le limitate risorse a disposizione e la necessità di indirizzare gli strumenti di intervento verso obiettivi

di competitività impongono, inoltre, una revisione dell’intero sistema regionale di incentivazione,

tanto più urgente in tempi di crisi.

Occorre promuovere, pertanto, un maggior coordinamento dei vari regimi di aiuto in un unico

provvedimento legislativo, tipo legge quadro, evitando che per la stessa finalità operino strumenti diversi con effetto di spiazzamento. In questo modo si ovvierebbe ad un effetto

duplicazione delle procedure, criteri, modulistica, ecc.

Una valutazione ex post delle azioni intraprese, sulla base di quelli che sono i risultati conseguiti, può

dare un concreto ed efficace riscontro circa la validità dei contributi messi a disposizione delle imprese

e sulle modalità di erogazione degli stessi (a bando, automatici, a sportello ecc …).

Occorre, pertanto, che l’Amministrazione predisponga un sistema di monitoraggio dell’efficacia

degli incentivi.

RICERCA, INNOVAZIONE

1. Favorire la diffusione di cluster di innovazione;

2. Valorizzare il ruolo dell’ICT.

La ricerca scientifica e l’innovazione stanno tentando di assumere il ruolo, che loro compete, di

sviluppo o addirittura di condizione di sopravvivenza.

Ricerca e impresa nel territorio valdostano faticano da sempre a incontrarsi e il panorama

imprenditoriale resta caratterizzato dalla larghissima prevalenza di aziende che non raggiungono i

dieci addetti.

1. Favorire la diffusione di cluster di innovazione.

E’ auspicio di tutti che le imprese si aggreghino a formare dei cluster per l’innovazione, in

partnership con le università ed i centri di ricerca.

Solo in questo modo sarà possibile evitare processi di delocalizzazione delle imprese verso aree a

minor costo del lavoro, puntando sul radicamento delle stesse, piuttosto che sostenere solo

l'insediamento di nuove imprese innovative negli incubatori, che difficilmente da sole avranno la

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capacità di produrre ricchezza e lavoro, creando un distretto industriale in tempi brevi, proprio perché

start up.

Bisogna favorire le imprese più strutturate che devono diventare dei pivot di cluster

tecnologici, per la predisposizione di progetti di forte impatto territoriale, rafforzando la base produttiva valdostana.

2. Valorizzare il ruolo dell’ICT.

Non bisogna inoltre dimenticare il ruolo che può svolgere l'attività dell'ICT, che è trasversale

rispetto a tutti i settori, ai fini dell'innalzamento tecnologico delle imprese, dell'innovazione e della

creazione di nuove opportunità imprenditoriali e permette di consolidare le relazioni che diventano

più flessibili tra i vari attori locali.

La diffusione delle ICT, atteso per di più che la Regione ha avviato un processo teso alla diffusione

della banda larga su tutto il territorio, aumenta infatti l'efficienza e la competitività, il

cambiamento, l'innovazione nei prodotti/servizi, nei processi e nelle organizzazioni, con riguardo a

tutti gli attori locali.

L'ICT può giocare un ruolo fondamentale nella creazione di reti/filiere di imprese intorno ad una o più

imprese maggiormente strutturate.

Si pensi alla realizzazione di una piattaforma informatica dedicata, che organizzi il vasto

patrimonio cognitivo del Made in VdA oggi disaggregato. Un simile strumento potrebbe

favorire comportamenti cooperativi tra tutti i soggetti, generando informazioni utili a supportare i processi di riorganizzazione aziendale, l’innovazione di prodotto e di processo dei

sistemi di filiera (scouting tecnologico).

MARKETING TERRITORIALE

1. Realizzare un piano di marketing territoriale organico in cui le azioni attuate per

richiamare investimenti si coniughino con offerte turistiche e commerciali;

2. Expo 2015.

1. Realizzare un piano di marketing territoriale organico in cui le azioni attuate per richiamare investimenti, si coniughino con offerte turistiche e commerciali.

Il marketing territoriale non andrebbe visto esclusivamente come un modo di attirare tout court, in

una specifica area e territorio, attività economiche e produttive nuove, in quanto nelle mutate

condizioni economiche di questi anni, lo sviluppo non è più identificabile con l’insediamento

occasionale e sporadico di qualche impresa.

Le azioni attuate per richiamare investimenti dovrebbero coniugarsi con le proposte turistiche e

commerciali e per far questo è necessario stabilire norme ed indirizzi di fondo che sappiano unire

sinergicamente tutte le possibili offerte del territorio. A titolo esemplificativo, un evento culturale

(mostra, concerto, rassegna) potrebbe e dovrebbe coinvolgere di riflesso anche proposte di tipo

commerciale che otterrebbero, in tal modo, dei benefici da una maggiore presenza di visitatori.

L’uscita di prodotti valdostani per il tramite dei partecipanti all’evento, ha una duplica valenza.

Da una parte, si riflette positivamente sul territorio creando un valore economico e dall’altra, il

territorio contribuisce, quale elemento di differenziazione, ad aumentare il valore competitivo dei

prodotti e marchi locali rispetto a quelli standardizzati e globali.

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Va realizzato un organico sistema di marketing territoriale che consenta di creare (nel caso

non vi siano) o di evidenziare le attrattività espresse dal territorio che si fondano su delle peculiari caratteristiche che un buon piano deve essere in grado di coniugare al fine di

costruire l’immagine del “territorio-prodotto” desiderata.

2. Expo 2015.

Expo 2015 è il più importante programma di sviluppo del sistema Paese per i prossimi anni, e per

sfruttarne appieno il potenziale è necessaria una mobilitazione generale, che coinvolga anche la nostra

regione intorno al progetto.

A questo proposito è essenziale fare rete assicurando un vero coordinamento locale mirato a

promuovere iniziative e progetti la cui portata non si esaurisca nel 2015, ma concorra a sviluppare

ricadute durature su tutto il territorio regionale.

Per questo, nell’ambito di Expo 2015, è necessario creare un’apposita delega in capo ad un

Assessorato che consenta di coagulare intorno a questo importante evento il più ampio sforzo e la più attenta partecipazione istituzionale, sociale e di impresa.

Compito di questa “cabina di regia” è di definire gli indirizzi strategici per attuare iniziative che consentano di intercettare i visitatori di Expo 2015 attraverso la promozione della Valle d’Aosta quale destinazione turistica, puntando sui suoi elementi di attrattività (montagna,

cultura, tradizioni ed enogastronomia).

ACCESSO AL CREDITO

1. Mantenere aperta la leva del credito tramite la creazione di un fondo di controgaranzia.

1. Mantenere aperta la leva del credito tramite la creazione di un fondo di

controgaranzia.

Il ruolo del sistema bancario, sia come fornitore di credito, sia come fornitore di servizi avanzati per le

imprese (per l’internazionalizzazione, per il ricorso a forme di finanza innovativa) è fondamentale per

lo sviluppo dell’economia soprattutto se si considera che accanto a imprese di tipo tradizionale esiste

in Valle d’Aosta un buon tessuto di PMI dinamiche pronte ad affrontare le sfide dei prossimi anni.

Certamente nel rapporto fra banche e imprese emergono anche nella nostra regione alcune criticità:

• il costo del denaro, ai fini dell’utilizzo del credito bancario e della leva finanziaria, sostenuto

dalle Imprese Italiane è più elevato rispetto ai colleghi degli altri Paesi dell’area Euro;

• le micro, piccole e medie imprese soffrono la carenza di liquidità più delle grandi aziende che

hanno più facile accesso ai mercati dei capitali e sono meno dipendenti dal sistema bancario;

• il permanere di una struttura finanziaria delle imprese che appare ancora dipendere in misura

rilevante dall’indebitamento bancario a breve termine;

• una bassa capitalizzazione che incide sul rating attribuito dalle banche;

• un’evoluzione preoccupante dei crediti in sofferenza perché a mano a mano che si prolunga il

ritardo nei pagamenti, aumenta anche il rischio che il debito non venga mai saldato,

indebolendo così l’equilibrio finanziario e la capacità dell'impresa di far fronte alle passività

correnti con le attività correnti, senza ricorrere ad un ulteriore indebitamento;

• una maggiore richiesta di garanzie da parte del sistema creditizio senza che assuma granché

rilievo la valutazione dei progetti imprenditoriali;

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• l’ulteriore peggioramento della redditività dovuta alla scarsa crescita della domanda che

implica attribuzioni di rating peggiorativi rispetto al passato.

In questa situazione si auspica la costituzione di un fondo di controgaranzia per le PMI,

incondizionato ed irrevocabile, escutibile a prima richiesta, per finanziamenti a breve, concessi

dalle banche convenzionate con i Confidi finalizzato ad assorbire il rischio eccedente la normale percentuale di garanzia. Questo intervento, con un impegno finanziario contenuto,

avrebbe l’effetto di mettere in circolo liquidità per le imprese pari ad almeno 10 volte il fondo, tenuto conto che nel sistema bancario il capitale che viene accantonato nella gestione dei

rischi, supera raramente il 10% (con 3 milioni € se ne mettono in circolo 30 milioni €).

INFRASTRUTTURE E LOGISTICA

1. Affrontare il problema della gestione della rete ferroviaria;

2. Revisione del progetto aeroporto;

3. Favorire l’utilizzo delle infrastrutture autostradali.

Per una economia competitiva orientata al mercato globale è necessaria una ricognizione delle

esigenze infrastrutturali e logistiche per la competitività delle imprese e del territorio al fine di

ricercare azioni e soluzioni idonee compatibili con la peculiare conformazione della Valle e con le

risorse finanziarie disponibili.

1. Affrontare il problema della gestione della rete ferroviaria.

Il tema è sicuramente rilevante per la nostra Regione, considerato l’evidente deficit gestionale della

rete ferroviaria.

E’ necessaria una forte azione per rendere più efficiente la gestione della rete che consenta una

migliore fruizione del servizio per il trasporto persone (pendolari e turisti) e, nel medio

periodo, in un’ottica di favorire un approccio ecosostenibile al problema della mobilità, valutare la possibilità di attivare anche quello merci. Crediamo, altresì, che la tratta Aosta-Pré

Saint Didier andrebbe smantellata. Modernizzare e investire su tale linea, infatti, considerato lo scarso bacino d’utenza, avrebbe un costo ingente con uno scarso ritorno in termini economici e

d’altronde, continuare a gestire il servizio con mezzi obsoleti ed inquinanti non favorisce certo un approccio ecosostenibile al problema della mobilità.

2. Revisione del progetto aeroporto.

Anche il trasporto aereo è un tema che va affrontato con chiarezza perché declina, in una dimensione

ancora non sperimentata sul piano operativo, il tema dell’accesso al nostro territorio correlandolo,

direttamente, alla verifica della persistenza delle complessive condizioni di sostenibilità economica

della gestione dell’aeroporto tenuto conto della persistente crisi, delle esigenze di rispetto del patto di

stabilità europeo e delle conseguenti minori risorse finanziarie in capo alla Regione.

In tal senso si rende necessaria una verifica della compatibilità dell’aeroporto con il Piano

Nazionale per lo sviluppo aeroportuale ed eventualmente ripensare lo sviluppo di questa infrastruttura tenendo conto dei costi di gestione in relazione alle possibili entrate, data la sua

funzione servente rispetto alle sole esigenze turistiche. La prossimità di tre grandi aeroporti (Torino, Milano e Ginevra) dovrebbe indurre la Regione ad investire, piuttosto, in collegamenti

su gomma da e verso questi tre nevralgici punti di collegamento internazionali.

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3. Favorire l’utilizzo delle infrastrutture autostradali.

A fronte di una rete autostradale efficiente e sicura, grazie agli ingenti investimenti costruttivi

sostenuti dalle società concessionarie ed ai successivi connessi e ricorrenti costi manutentivi e di

gestione, i pedaggi, che scontano sovraccosti generalizzati per la peculiarità del territorio montano

rispetto a reti allocate in ambiti meno ostili, stanno assumendo pesi difficilmente sostenibili per

imprese e famiglie anche in ragione di una crisi che non vede ancora via d’uscita, con ricadute sia sul

sistema economico che sui flussi turistici.

E’ richiesto pertanto alla Regione un impegno a porre in atto iniziative compensative degli

accresciuti oneri tariffari, in relazione agli oggettivi maggiori costi (i cosiddetti costi della

montagna) che penalizzano i territori montani rispetto ad altri, specialmente con riguardo al mondo imprenditoriale.

OCCUPAZIONE, POLITICHE DEL LAVORO E FORMAZIONE

1. Politiche a sostegno dell’occupazione giovanile: il ponte generazionale.

1. Politiche a sostegno dell’occupazione giovanile: il ponte generazionale.

Un sistema di welfare solido e articolato costituisce un elemento di competitività del territorio: a

maggior ragione nella nostra regione, caratterizzata dall’alto tasso di popolazione anziana e da bassa

natalità. Un modello di questo tipo deve riuscire a coordinare e mettere a sistema tutti i fattori che

incidono sulla persona e il suo sviluppo, lavorativo e non: scuola, formazione, lavoro, sanità e servizi

sociali.

I cambiamenti cui va incontro il sistema produttivo, con le innovazioni tecnologiche e organizzative e

le diversificazioni produttive richiedono che il mercato del lavoro reagisca con flessibilità. Le politiche

del lavoro dovranno riuscire a sostenere lo sviluppo per affrontare con la debita efficacia le situazioni

di criticità (marginalizzazione dei quaranta – cinquantenni, disoccupazione giovanile, ecc.).

Una proposta concreta in tal senso potrebbe essere quella di attivare un’iniziativa

sperimentale per favorire nuovi ingressi nel mercato del lavoro – pur nell’ambito dell’attuale contingenza economica – da parte della componente giovanile, al fine di evitare che si

determini il “salto generazionale”, con conseguenti problematiche sociali ed economiche, e che coniughi l’accompagnamento alla pensione dei lavoratori prossimi al pensionamento.

I destinatari sono i lavoratori ai quali manchino non più di 36 mesi al momento del pensionamento

che, in accordo con l’azienda sulla base della reciproca volontarietà, accettano di convertire il rapporto

di lavoro da tempo pieno a tempo parziale, orizzontale o verticale, con una riduzione dell’orario fino al

50% e giovani da inserire in azienda in età compresa tra i 18 e i 29 anni.

L’intervento regionale a beneficio dei lavoratori prossimi al pensionamento, a fronte dell’assunzione di

giovani con contratto di apprendistato e/o a tempo indeterminato, copre per un periodo massimo di

36 mesi, la contribuzione volontaria che devono sostenere gli stessi per raggiungere il diritto a

pensione, senza subire decrementi dei contributi versati e l’importo della pensione, a seguito della

trasformazione del rapporto di lavoro.

I lavoratori anziani vengono inoltre avviati a percorsi formativi su tematiche inerenti il progetto di

invecchiamento attivo – ovvero di azioni e politiche finalizzate ad incoraggiare la partecipazione di

queste persone alla vita sociale – che è peraltro all’ordine del giorno dell’Agenda dell’Unione Europea,

in modo da valorizzarne le competenze e le esperienze, per esempio, in attività di volontariato e di

solidarietà intergenerazionale.

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Elezioni Regionali 2013- le indicazioni di Confindustria VdA 10

Lo scopo dell’iniziativa, pur non costituendo di per sé, una soluzione definitiva del problema

dell’occupazione in generale e giovanile in particolare, determinerebbe in ogni caso un saldo

occupazionale aziendale positivo stabilito dall’interrelazione tra assunzione del giovane e riduzione

dell’orario di lavoro del lavoratore anziano. Inoltre, l’iniziativa avvierebbe una riflessione sull’utilizzo

positivo delle risorse umane più mature in progetti di impegno sociale e nel terzo settore.

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COME REPERIRE LE RISORSE

1. Ridurre i costi della politica;

2. Valutare preliminarmente la sostenibilità finanziaria degli investimenti nelle opere pubbliche;

3. Avviare il processo di riorganizzazione dell’apparato amministrativo regionale e di

razionalizzazione degli Enti;

4. Riorganizzare la pubblica amministrazione per essere al fianco delle imprese;

5. Razionalizzare il meccanismo della spesa pubblica senza restringere il perimetro della

concorrenza tra le imprese.

In questa sede intendiamo indicare alcune misure di immediato impatto volte all’eliminazione degli

sprechi e delle inefficienze nella Pubblica Amministrazione finalizzate ad un miglioramento dei servizi

e alla riduzione della spesa, in modo da reperire le risorse necessarie da investire in politiche di

rilancio dell’azione economica del futuro governo regionale.

1. Ridurre i costi della politica.

Il primo segnale chiaro deve arrivare dalla classe dirigente della nostra Regione alla quale chiediamo

uno scatto di responsabilità, rifuggendo interessi di parte, affinché prenda una decisione in merito alla riduzione dei costi della politica (riduzione del numero dei consiglieri e delle loro retribuzioni).

Ciò costituirebbe un apprezzabile gesto di partecipazione alle difficoltà che le imprese, i lavoratori e le

famiglie stanno affrontando in questi ultimi anni di crisi.

2. Valutare preliminarmente la sostenibilità finanziaria degli investimenti nelle

opere pubbliche.

Analizzare la sostenibilità finanziaria nel tempo dei progetti di investimento nelle opere

pubbliche, esclusi quelli riguardanti le politiche sanitarie e sociali, significa verificare la capacità

dell’amministrazione di far fronte ai costi generati dall’investimento nel quadro dell’equilibrio

economico e finanziario complessivo d’azienda.

Ciò significa che all’amministrazione pubblica, in quanto “azienda”, è richiesto di valutare

attentamente le caratteristiche dell’investimento e i suoi effetti, sul suo bilancio, sul suo equilibrio

economico di lungo periodo, proprio come normalmente fanno le imprese private, al fine di evitare,

come successo in passato, di aver realizzato infrastrutture sovradimensionate che oggi pesano in

termini di costi di gestione sul bilancio regionale.

3. Avviare il processo di riorganizzazione dell’apparato amministrativo regionale e

di razionalizzazione degli Enti.

Occorre avviare al più presto un processo di riorganizzazione dell’apparato amministrativo della

Regione che porti ad un miglioramento dei servizi e ad una riduzione della spesa. Questo processo,

passa, a nostro avviso, anche attraverso una più efficiente e funzionale gestione del personale

regionale secondo un’ottica di maggiore flessibilità all’interno dell’intero comparto regionale,

anche per brevi periodi, onde garantire una velocizzazione delle fasi istruttorie, la cui lentezza

comporta per l’azienda incertezze nella pianificazione finanziaria delle proprie attività per periodi di

tempo talvolta eccessivi ed ingiustificati, distonici rispetto a quelli di mercato.

Siamo consapevoli del fatto che talvolta questi disagi derivino da una contrazione del numero dei

dipendenti dovuta alle politiche di contenimento della spesa pubblica (che ha visto sensibilmente

ridursi il numero di lavoratori con contratto di diritto privato). Tuttavia, riteniamo che, una maggiore

flessibilità nella gestione del personale a disposizione, possa alleviare i disagi riscontrati.

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Al fine di evitare inutili sovrapposizioni, inefficienze ed un risparmio sugli oneri di gestione,

sarebbe necessario una chiara definizione dei ruoli e delle competenze della Regione e di altri enti ad essa collegati o partecipati oltre che un accorpamento di enti (associazioni o

fondazioni) con finalità analoghe promossi o patrocinati dalla Regione.

4. Riorganizzare la pubblica amministrazione per essere al fianco delle imprese. Un'amministrazione che sia di sostegno ed al fianco di imprese e cittadini è fattore fondamentale per

lo sviluppo di un territorio, non è sufficiente, a nostro giudizio, la “governance”. In Italia viviamo una

situazione di complessità burocratica, sia dal punto di vista amministrativo, che fiscale, negativamente

avvertita dagli operatori economici e dai cittadini.

Questo, difatti, condiziona la capacità competitiva delle attività già presenti, come la possibilità di

incentivare ed attrarre nuovi investimenti, capaci di creare posti di lavoro durevoli e qualificati,

nonché imprese innovative. Si tratta di obiettivi che non possono essere affidati solo ad incentivi

economici o strumenti finanziari, che richiedono quindi una “governance” di prossimità efficace.

Gli investitori e le imprese presenti sul nostro territorio devono poter operare in un clima

favorevole, con procedure semplici e veloci, attori istituzionali attenti, servizi e collegamenti adeguati, lavoratori qualificati.

5. Razionalizzare il meccanismo della spesa pubblica senza restringere il perimetro della concorrenza tra le imprese.

A partire dal 1° aprile 2013 i Comuni con popolazione fino a 5.000 abitanti non possono più bandire

gare d'appalto in via autonoma, ma devono necessariamente ricorrere a centrali di committenza (CUC)

per effetto dell’entrata in vigore dell’art.23 del Decreto legge 201/2011, convertito nella legge n.

214/2011.

In Valle d’Aosta, in attesa che venga costituita una CUC regionale, anche i Comuni avrebbero dovuto

avvalersi di CONSIP S.p.A. o del Mercato elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA). Il

Governo regionale, tuttavia ha comunicato che vi sarà lo slittamento al 31 dicembre 2013 della

normativa, in attesa della creazione di una Centrale di acquisto regionale. L’intento, sicuramente

meritevole di sostenere le piccole realtà imprenditoriali locali dall’impatto che l’introduzione del

mercato elettronico potrà avere sul sistema economico valdostano, è apprezzabile. I sistemi

centralizzati possono, infatti, determinare fenomeni di distorsione del mercato, avvantaggiando gli

operatori di notevoli dimensioni e introducendo forme di oligopolio.

Consapevoli della delicatezza e complessità della materia, Confindustria Valle d’Aosta, auspica

l’assunzioni di scelte congrue in materia di appalti pubblici che nel pieno ed imprescindibile rispetto delle norme in vigore, porti ad un confronto tra Organizzazioni imprenditoriali e

Istituzioni in grado di svolgere un’azione di sensibilizzazione e di supporto alle realtà imprenditoriali valdostane per essere in grado di utilizzare al meglio i nuovi strumenti a

disposizione che possono costituire un volano per ampliare il proprio mercato di riferimento,

piuttosto che fare ricorso a escamotage dilatori che purtroppo non vanno nella direzione di rendere le

nostre imprese maggiormente competitive all’interno ed all’esterno della Valle.