Pronti, si parte!

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4 PRONTI, SI PARTE! Prontuario per i partenariati di progetto UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANA REGIONE CALABRIA

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Prontuario per i partenariati di progetto

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PRONTI,SI PARTE!Prontuarioper i partenariatidi progetto

UNIONE EUROPEA REPUBBLICA ITALIANAREGIONE CALABRIA

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6 PRONTUARIO PER I PARTENARIATI DI PROGETTO

Con un'economia sommersa al 17% del Pil, precari al top dal 1993 e sempre più lontani dai parametri europei nei processi di inclusio-ne in scuola e lavoro. Così il dossier statisti-co annuale fotografa la nostra società. Crol-lano i matrimoni, boom di cittadini di origine straniera. L'organizzazione parigina promuove il governo, ma gela le attese sul pareggio dei conti: "Non prima del 2014.Crollano i matrimoni, boom di cittadini di ori-gine straniera. L'organizzazione parigina pro-muove il governo, ma gela le attese sul pareg-gio dei conti: "Non prima del 2014."Non prima del 2014.

Titolo quarto livelloCon un'economia sommersa al 17% del Pil, pre-cari al top dal 1993 e sempre più lontani dai parametri europei nei processi di inclusione in scuola e lavoro. Così il dossier statistico annuale fotografa la nostra società. Crollano i matrimo-ni, boom di cittadini di origine straniera. L'or-ganizzazione parigina promuove il governo, ma gela le attese sul pareggio dei conti: "Non pri-ma del 2014.

Titolo terzo livelloCon un'economia sommersa al 17% del Pil, pre-cari al top dal 1993 e sempre più lontani dai

parametri europei nei processi di inclusione in scuola e lavoro. Così il dossier statistico annuale fotografa la nostra società. Crollano i matrimo-ni, boom di cittadini di origine straniera. L'or-ganizzazione parigina promuove il governo, ma gela le attese sul pareggio dei conti: "Non pri-ma del 2014.

Titolo secondo livelloCon un'economia sommersa al 17% del Pil, pre-cari al top dal 1993 e sempre più lontani dai parametri europei nei processi di inclusione in scuola e lavoro. Così il dossier statistico annuale fotografa la nostra società. Crollano i matrimo-ni, boom di cittadini di origine straniera. L'or-ganizzazione parigina promuove il governo, ma gela le attese sul pareggio dei conti: "Non pri-ma del 2014.

TITOLO PRIMO LIVELLOCon un'economia sommersa al 17% del Pil, pre-cari al top dal 1993 e sempre più lontani dai parametri europei nei processi di inclusione in scuola e lavoro. Così il dossier statistico annuale fotografa la nostra società. Crollano i matrimo-ni, boom di cittadini di origine straniera. L'or-ganizzazione parigina promuove il governo, ma gela le attese sul pareggio dei conti: "Non pri-ma del 2014.

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Le idee sono patrimonio individuale reso collettivoLa riproduzione dei testi è gradita citando la fonte e inviando una copia a:

Dipartimento programmazione comunitaria e nazionale(via Molé - 88100 Catanzaro)

© copyleft 2013for212Creative Commons Public Licenses (CCPL)Condividi allo stesso modo 3.0

Realizzato nell’ambito del Progetto tematico settorialeper la progettazione integrata (Por Calabria Fse 2007-2013asse VII, capacità istituzionale), affidato a FormezPadal Dipartimento programmazione nazionale e comunitariadella regione Calabria

Tu sei libero:di riprodurre, distribuire, comunicare al pubblico,esporre in pubblico, rappresentare, eseguire e recitare quest’operadi modificare quest’operadi usare quest’opera per fini commercialiAttribuzione - Devi attribuire la paternità dell’opera nei modi indicati dall’autore o da chi ti ha dato l’opera in licenza e in modo tale da non suggerire che essi avallino te o il modo in cui tu usi l’opera.Condividi allo stesso modo - Se alteri o trasformi quest’opera,o se la usi per crearne un’altra, puoi distribuire l’opera risultante solo con una licenza identica o equivalente a questa.http://creativecommons.org/

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PRONTI,SI PARTE!Prontuarioper i partenariatidi progetto

a cura diGerardo CastaldoRino CapezzutoRaffaele ColaizzoLuca Massacesi

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Regione Calabriadipartimento “Programmazione nazionale e comunitaria”

AssessoreGiacomo Mancini

Direttore di dipartimentoAnna Tavano

Direttore nucleo di valutazioneLuigi Zinno

Dirigente servizio programmazioneTommaso Calabrò

Gruppo di lavoroGerardo CastaldoRino CapezzutoRaffaele ColaizzoGino RoccaTeta CapuaSabrina GiulianoAntonello StellaEster SollazzoLuca Massacesi,Alessandro Ghezzi,Maria Cristiana Rinaldi,Eleonora Ripanti

graficaAlessandro Ghezzi (Avg)

redazioneEleonora Ripanti

Il volume è stato impressonel mese di gennaiodell'anno 2013

Elaborati prodotti nell'ambitodel progetto tematico settoriale per la progettazione integrata(Por Calabria Fse 2007-2013, asse VII, capacità istituzionale) attuato con il supportodel FormezPA

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SOMMARIO

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12 PRONTUARIO PER I PARTENARIATI DI PROGETTO

A COSA SERVEQUESTO PRONTUARIO 16

IL PUNTODELLA SITUAZIONE 18

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13I PRIMI PASSI PER L'ATTUAZIONE

IL LAVORODA FARE 22

1. Costituire il modello di gestione 232. Nominare il Responsabile del modello di gestione del Pisl 283. Sottoscrivere l’Accordo di programmazione negoziata 304. Avviare rapidamente il completamento delle progettazioni delle operazioni infrastrutturali e di servizio 315. Partecipare attivamente agli audit ed agli incontri tecnici con la Regione 326. Fornire alla Regione dati sull’avanzamento della preparazione delle operazioni 347. Partecipare ai Collegi di vigilanza 36

8. Partecipare alla definizione dei criteri per i regimi di aiuto a livello di Pisl e sensibilizzare il tessuto economico locale sulle opportunità di incentivazione 37

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14 PRONTUARIO PER I PARTENARIATI DI PROGETTO

PISL PER LA REALIZZAZIONE DI SISTEMI DI MOBILITÀ INTERCOMUNALE

PISL PER LA REALIZZAZIONEDI SERVIZI INTERCOMUNALIPER LA QUALITÀ DELLA VITA

PISL PER LA REALIZZAZIONE DI SISTEMI TURISTICI LOCALI E DESTINAZIONI TURISTICHE LOCALI

PISL PER LA REALIZZAZIONEDI SISTEMI PRODUTTIVI LOCALI,DI DISTRETTI AGROALIMENTARIDI QUALITÀ E DI DISTRETTI RURALI.

PISR PER LA VALORIZZAZIONEDEI CENTRI STORICI E DEI BORGHIDI ECCELLENZA

PISR PER IL CONTRASTOALLO SPOPOLAMENTO DELLE AREE INTERNE E PERIFERICHE

PISR PER LA TUTELA, SALVAGUARDIA E VALORIZZAZIONE DEL PATRIMONIO ETNOANTROPOLOGICODELLE MINORANZE LINGUISTICHE DELLA CALABRIA

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I PRIMI PASSI PER L'ATTUAZIONE 15

PRONTI,SI PARTE!Linee guidaper l'avviodell'attuazione dei Pisl

a cura diGerardo CastaldoRino CapezzutoRaffaele ColaizzoLuca Massacesi

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PRONTUARIOPER I PARTENARIATIDI PROGETTO

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18 PRONTUARIO PER I PARTENARIATI DI PROGETTO

A COSA SERVEQUESTO PRONTUARIO

Con l’approvazione dei 72 Progetti inte-grati di sviluppo locale da parte della Regione Calabria (delibera 466 del 19 dicembre 2012), si è aperta una delicata fase di preparazione della realizzazione dei Progetti Integrati e del-le operazioni che li compongono.

In questa fase dovranno essere: 1 sottoscritti gli Accordi di programmazione negoziata2 istituiti i modelli di gestione dei Pisl3 e nominati i loro responsabili,4 definiti crono programmi esecutivi e reali-stici,5 completate le progettazioni delle operazio-ni infrastrutturali approvate,6 emanati i bandi relativi agli aiuti alle im-prese,7 avviate le attività di monitoraggio e di co-operazione tecnica fra Regione e territorio,8 svolta l’animazione dei partner e degli ope-ratori,9 attuata l’informazione delle comunità loca-li interessate10 avviata la consultazione delle comunità lo-cali interessate.

Tutte queste attività vanno fatte presto e bene:› presto perché tutte le operazioni dei Pisl do-

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19I PRIMI PASSI PER L'ATTUAZIONE

vranno essere concluse e rendicontate, per stare all’interno delle stringenti scadenze del Por, entro la fine del 2015 (cioè entro tre an-ni da oggi, un tempo molto breve consideran-do l’ampiezza e la difficoltà del lavoro da svol-gere);› bene perché solo una valida preparazione della fase di attuazione permetterà poi di pro-cedere rapidamente, con sicurezza e con effi-cienza all’effettiva e tempestiva realizzazione dei progetti approvati.

D’altra parte, lo stesso Accordo di pro-grammazione negoziata (allegato V alla deli-bera 466 del 2012) che verrà stipulato fra la Regione Calabria e ciascun soggetto capofila di Pisl prevede un cronogramma piuttosto ser-rato di impegni legati a questa fase di prepa-razione: procedere sollecitamente non è quin-di solo un impegno ma un vincolo preciso per le parti interessate.

Il ruolo del livello locale

Molti degli impegni di questa fase ricado-no sul “livello locale”, ossia su attuatori, bene-ficiari e partenariati dei Pisl. Quindi, per questi protagonisti dell’attuazione è importante capi-re bene:1 quali siano le attività da svolgere,

2 come farle,3 come organizzarsi,4 come rapportarsi alla Regione,5 come rapportarsi agli altri operatori coin-volti nel processo complessivo di attuazione dei Pisl e delle loro operazioni.

L’obiettivo di questo “Prontuario per i partenariati di progetto” è di dare una chia-ra informazione operativa ai partenariati loca-li sulle attività di propria competenza e sensi-bilizzarli sulla necessità di impegnarsi per una loro rapida ed efficiente esecuzione.

Il Prontuario cerca dunque di identifica-re concretamente e “senza fronzoli” le cose da fare e dà orientamenti su come farle corret-tamente e rapidamente. La Regione Calabria renderà comunque disponibili ai partenaria-ti locali impegnati nell’attuazione anche altri strumenti diretti di supporto ed informazione.

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20 PRONTUARIO PER I PARTENARIATI DI PROGETTO

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE La delibera 466 del 2012 ha approvato ed avviato all’attuazione 72 Progetti integrati di sviluppo locale, proposti da vari territori del-le province calabresi e riferiti alle cinque tipo-logie previste dall’Avviso Pisl (Mobilità, Qua-lità della vita, Borghi, Sistemi turistici, Sistemi produttivi locali).

I soggetti capofila dei Pisl dovranno ora firmare, come previsto dalla delibera di appro-vazione, un Accordo di programmazione ne-goziata con la Regione Calabria.

L’Accordo:› fissa gli impegni reciproci per la realizzazio-ne dei Progetti,› richiama le condizioni di attuazione,› fissa le modalità per la gestione ammini-strativa e finanziaria delle diverse tipologie di operazione.

Il cronogramma stabilito dall’Accordo (che riportiamo per memoria in allegato) chiarisce anche le fasi essenziali dell’attuazione, all’in-terno delle quali (come vedremo meglio più avanti) si collocano i compiti specifici del li-vello locale. Per ciascuna delle fasi di attua-zione vengono individuate delle scadenze, in molti casi sulla base di quanto fu già a suo

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tempo previsto dall’Avviso Pisl. Riepiloghia-mole, sono undici:1 Sottoscrizione Accordo di programmazione negoziata.2 Nomina del Responsabile del modello di gestione del Pisl.3 Sottoscrizione delle convenzione delle sin-gole operazioni.4 Pubblicazione del bando di gara relativo alle operazioni infrastrutturali mature.5 Pubblicazione del bando relativo ai regimi d’aiuto previsti dai Pisl.6 Approvazione del progetto esecutivo delle altre operazioni infrastrutturali.7 Inizio dei lavori relativi alla realizzazione delle operazione infrastrutturali mature.8 Chiusura del bando relativo ai regimi d’aiu-to previsti dai Pisl.9 Inizio dei lavori relativi alla realizzazione delle altre operazione infrastrutturali.10 Approvazione delle operazioni relative ai regimi d’aiuto previsti dai Pisl.11 Completamento delle operazioni (data limi-te finale: luglio 2015).

Alcune scadenze già previste da Avvisoe delibera

La firma dell’Accordo di programmazio-

ne negoziata dovrà avvenire entro il 14 mar-zo 2013. Per quella data dovrà essere stato isti-tuito il Modello di gestione del Pisl (previsto dall’Avviso Pisl, articolo 14), con definizione di un’adeguata struttura organizzativa, in gra-do di garantire il coordinamento delle attività.

Il Modello di gestione deve esprimere un Responsabile, come richiamato dallo stesso schema di Accordo pubblicato in allegato alla delibera. Il Responsabile agirà come unico re-ferente tecnico del Pisl operando in raccordo diretto con il soggetto capofila.

Una volta formalizzati i reciproci impegni fra Regione e territori, la Regione stessa potrà procedere (entro il 29 marzo 2013) alla stipula con i beneficiari delle convenzioni relative ad operazioni infrastrutturali e di servizio appro-vate nell’ambito del Pisl. Le convenzioni, co-me è noto, definiscono gli obblighi delle par-ti in relazione all’attuazione, al finanziamento, alla gestione amministrativa e finanziaria, al-la esecuzione tecnica, al rispetto dei tempi, al monitoraggio ed al controllo dei singoli pro-getti approvati.

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La firma delle convenzioni permetterà l’avvio della fase di realizzazione.

Per le operazioni infrastrutturali mature ap-provate (ossia, ricordiamo, quelle provviste di progettazione almeno preliminare e dotate di un cronoprogramma, sottoscritto dal Rup, che preveda l’inizio dei lavori entro il termine di 180 giorni dall’approvazione del Pisl) sulla base della tempistica prevista dall’Avviso Pisl, entro il 5 aprile 2013 dovrà essere pubblicato il bando di gara per l’affidamento dei lavori.

Questo implica, ovviamente, per le ope-re che non dispongono ancora di progetta-zione esecutiva, un importante e veloce lavo-ro di completamento della progettazione stessa da parte dei beneficiari. L’inizio dei lavori per queste operazioni dovrà avvenire entro il 17 giugno 2013.

Per le altre operazioni infrastrutturali, quelle non mature, l’approvazione del proget-to esecutivo dovrà avvenire entro il 17 giugno 2013. Anche in questo caso bisognerà passa-re rapidamente dall’esecutività del progetto all’apertura dei cantieri: entro il 15 novembre 2013 anche la realizzazione di queste opera-zioni dovrà essere cominciata.

Complesso e necessariamente rapido è an-che il percorso che riguarda i regimi di aiuto. In questo caso, nel rispetto della legge regio-nale 40 del 2008, dovranno essere innanzitutto emanate delle Direttive di attuazione che defi-niscano i regimi di aiuto in questione e ne det-taglino gli strumenti e le modalità di incenti-vazione.

A valle delle Direttive, ed entro il 30 apri-le 2013, verranno pubblicati i bandi relativi al-le varie Linee di Intervento previste dai Pisl. I bandi saranno unitari per ciascuna Linea ma avranno delle riserve finanziarie dedicate ai Pisl, nella misura che essi hanno richiesto nel-le loro proposte.

Inoltre, le disposizioni dei bandi saranno (entro certi limiti) personalizzate per i vari Pi-sl: questo in coerenza› sia con l’Avviso, che richiedeva ai proponen-ti di descrivere nelle proposte i profili tipolo-gici degli investimenti produttivi necessari alla realizzazione dei Pisl tematici, da considerarsi prioritari nella concessione delle incentivazio-ni a valere sui regimi di aiuto;› sia con l’Accordo di programmazione nego-ziata, che prevede (vedi l’articolo 4.2.b) che l’Autorità di gestione ed il Responsabile di as-

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se sentano il Responsabile del modello di ge-stione del Pisl, prima dell’attivazione del-le procedure di attuazione, circa la coerenza dei contenuti dei bandi da emanare rispetto al-le indicazioni formulate in merito dal progetto integrato stesso.

Il 30 giugno 2013, i bandi relativi ai regi-mi verranno chiusi. Entro il 31 agosto 2013, la valutazione delle proposte imprenditoriali per-venute dovrà essere completata e saranno ap-provate le proposte migliori.

Le realizzazioni, sia delle opere infrastrut-turali sia dei servizi e dei progetti imprendito-riali incentivati dovranno essere molto rapi-de: il 31 dicembre 2015 è la data finale per la chiusura e la rendicontazione delle operazioni cofinanziate dal Programma operativo. Natu-ralmente, l’aspettativa è che ci si arrivi senza troppo affanno.

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IL LAVORO DA FARE Nel contesto che abbiamo descritto, le “co-se da fare” da parte dei soggetti locali sono numerose e fondamentali. Il Prontuario è con-centrato sulla descrizione di queste attività e cerca di dare buoni orientamenti per il lavoro.

I passi da fare sono otto:1 costituire un Modello di gestione del Pisl che garantisca una adeguata struttura organiz-zativa, in grado di assicurare il coordinamento delle attività, come richiesto dall’Avviso Pisl;2 nominare il Responsabile del modello di gestione del Pisl;3 sottoscrivere l’Accordo di programmazione negoziata con la Regione;4 completare rapidamente le progettazio-ni delle operazioni infrastrutturali (sia mature che non mature) e di servizio, procedendo poi agli affidamenti dei lavori;5 partecipare attivamente agli incontri tecni-ci periodici con la Regione, necessari a tenere sotto controllo il processo di attuazione e a ri-solvere eventuali blocchi ed altre criticità;6 fornire alla Regione con continuità da-ti sull’avanzamento della preparazione delle operazioni, individuando eventuali blocchi e criticità;7 partecipare ai Collegi di vigilanza previsti dall’articolo 12 dell’Accordo di programmazio-

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25I PRIMI PASSI PER L'ATTUAZIONE

ne negoziata con la Regione;8 partecipare alla definizione dei criteri per i regimi di aiuto a livello di Pisl e sensibilizza-re il tessuto economico locale sulle opportuni-tà di incentivazione.

Ciascuno dei paragrafi successivi del Prontua-rio è dedicato ad uno di questi punti.

1. Costituire il modello di gestione

L’articolo 14 dell’Avviso Pisl “Modello di gestione” prevede che il Partenariato di pro-getto definisca un modello organizzativo per la gestione del Pisl in grado di assicurarne l’ese-cuzione unitaria, mediante la realizzazione co-ordinata delle iniziative previste e l’attuazione efficiente e stabile dell’impianto progettuale. In questo articolo si stabilisce anche che per ga-rantire il corretto espletamento delle funzioni di cui sopra, il modello di gestione deve assicura-re l’esistenza di un’adeguata struttura organiz-zativa, in grado di garantire il coordinamento delle attività.› Quali sono dunque i passi da compiere per istituire il modello di gestione del Pisl?› Quali sono le alternative organizzative?› Quali sono i soggetti da coinvolgere nella ge-stione?

Ripartire dalla governance

L’organo d’indirizzo nella fase di attuazio-ne continua ad essere il Partenariato di pro-getto, che ha la funzione di dettare le linee di indirizzo strategico per l’attuazione del Pisl. Del pari continueranno ad essere operativi il Comitato di Coordinamento ed il soggetto ca-pofila. Quest’ultimo, che ha funzioni di rappre-sentanza all’esterno del Partenariato e di at-tuazione degli indirizzi deliberati, ha altresì il compito di interloquire con gli organi politici delle altre Amministrazioni per la realizzazio-ne dei progetti e per la soluzione delle proble-matiche che causano ritardi o addirittura bloc-chi all’attuazione.

Il modello di gestione, invece, è il braccio operativo del Partenariato, preposto ad attuare gli indirizzi strategici da questo espressi.

Quale modello di gestione

Le possibili modalità organizzative a cui fare riferimento per i modelli di gestione dei Pisl sono diverse:1 consorzi,2 comunità montane,

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3 unioni di Comuni,4 società a capitale pubblico,5 ufficio unico dell’ente capofila,6 ufficio comune a tutti gli enti,7 agenzia di sviluppo locale,8 associazione,9 fondazione,10 Gal, gruppo di azione locale,11 altre forme di gestione.

Il modello di gestione potrà essere apposi-tamente costituito per l’attuazione del Pisl, ov-vero potrà essere individuata una forma di ge-stione già presente ed operante nel territorio. In alcuni casi la delega di funzioni potrà avve-nire a Consorzi pubblici o a Unioni o Associa-zioni di Comuni, mentre in altri casi, anche al fine di valorizzare l’apporto della componen-te privata del Partenariato, il soggetto gestore potrà essere individuato in una società a parte-cipazione pubblica o in un’associazione.

I modelli di gestione più semplici, mag-giormente utilizzati nell’attuazione di proget-ti integrati, sono stati la delega di funzioni all’ente capofila o ad altro ente oppure la co-stituzione di un Ufficio comune a tutti gli enti.

Approvazione dello schemadi convenzione

Le funzioni assegnate, e, o, delegate agli Uffici di gestione saranno oggetto di apposi-ta convenzione, la quale, in virtù della parte-cipazione di enti locali, dovrà essere stipulata ai sensi dell’articolo 30 del decreto legislati-vo 267/2000.

Il Partenariato di progetto individua il mo-dello di gestione ed approva, con apposita de-libera, la convenzione per l’affidamento delle funzioni e le procedure per il funzionamento del modello di gestione e coordinamento del Pisl.

Il Consiglio comunale di ogni singolo ente, ai sensi dell’articolo 42, comma 2, lett. c) del decreto legislativo 267/2000, approva lo sche-ma di convenzione ex articolo 30 del decreto legislativo 267/2000 per la gestione delle fun-zioni in forma associata.

La convenzione ex articolo 30 decreto le-gislativo 267/2000 ha un contenuto precetti-vo e vincolante per i sottoscrittori, secondo le modalità gestionali da essi individuate e nel ri-spetto degli obblighi reciproci contenuti nella

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convenzione stessa.

Le soluzioni organizzative gestionali previste dalla disciplina del quarto comma dell’articolo 30 del Testo unico degli enti locali

Ai sensi del quarto comma dell’articolo 30 del decreto legislativo 267/2000, possono esse-re individuate due alternative gestionali.1 Con la prima, l’ufficio comune, l’ufficio, come la dizione normativa e la sintetica de-scrizione dei compiti lascia intendere, è comu-ne a tutte le amministrazioni convenzionate; è chiamato a dare attuazione agli indirizzi for-niti dagli organi elettivi di ciascuna di esse; è chiamato a svolgere attività amministrativa per ognuna di esse, a seconda del territorio ove essa deve realizzarsi; è, insomma, da conside-rarsi un ufficio proprio di ogni ente conven-zionato, ente che potrebbe utilizzarlo siccome farebbe se esso fosse esclusivamente nella pro-pria struttura organizzativa, ovviamente nel rispetto della convenzione e delle decisioni prese di comune accordo con gli altri enti.2 La seconda opzione, invece, che è nomina-ta ad ufficio unico, prevede l’affidamento dei compiti amministrativi ad un ufficio di uno degli enti convenzionati, generalmente l’en-

te cosidetto capofila che ha la rappresentan-za all’esterno di tutti gli altri; la delega di fun-zioni, in questo caso, è disposta nei confronti di una amministrazione, così abilitata ad agi-re al posto delle amministrazioni normalmente competenti.

Funzioni dell’Ufficio di Gestione

In sintesi, la struttura tecnica dovrebbe ef-fettuare:1 la vigilanza sull’attuazione dei singoli in-terventi in corso nel territorio e sul rispetto dei tempi;2 il supporto per l’espletamento dei bandi e di tutte le procedure di attuazione, oltre che per le funzioni di rendicontazione;3 il monitoraggio sull’avanzamento dell’in-tegrazione dei singoli interventi in termini di sviluppo;4 l’attuazione degli obiettivi e dei programmi definiti con gli atti di indirizzo della Assem-blea del Partenariato;5 la comunicazione dell’attuazione del Pisl secondo le regole della trasparenza;6 il coinvolgimento della comunità locale nella realizzazione dell’intyervento;7 lo svolgimento di azioni di coordinamento con tutti i soggetti, pubblici e privati, al fine di

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agevolare e semplificare la realizzazione inte-grata degli interventi;8 interventi rivolti agli organi gestionali del-le varie amministrazioni, tesi alla rimozione degli ostacoli di natura amministrativa e, o, procedurale che possano ritardare l’attuazione di singoli interventi per l’attuazione dello svi-luppo;9 l’attuazione di azioni di promozione del territorio che facilitino lo sviluppo integrato delineato dal Pisl;10 azioni tese a sollecitare l’interesse e la par-tecipazione di soggetti capaci di contribuire con capitali propri ai nuovi progetti di svilup-po territoriale;11 azioni tese a far maturare nuove forme di cooperazione per la costruzione di politiche di sviluppo territoriale sempre più autosostenute.

L’ufficio di gestione è dunque l’organo tec-nico del Partenariato di progetto, che svolge le funzioni di:› coordinamento,› animazione› informazione› impulso,› monitoraggio› accompagnamento tecnico all’attuazione del-la progettazione integrata.

L’ufficio di gestione ha:1 rapporti con gli uffici dei singoli enti com-petenti per l’attuazione del Pisl (Utc per l’at-tuazione degli interventi infrastrutturali, altri uffici: es. attività produttive);2 facilita il compito degli uffici dei singo-li enti, fornendo modelli (ad esempio: bandi, formulari, etc.);3 organizza conferenze di servizi per il ri-lascio delle autorizzazioni da parte degli enti competenti;4 riceve gli indirizzi dal soggetto capofi-la, che a sua volta li riceve dal Partenariato di progetto;5 organizza riunioni periodiche con i diri-genti e funzionari dei singoli enti per discute-re delle problematiche dell’attuazione e indica-re le possibili soluzioni6 eventualmente facendo richiesta dell’assi-stenza tecnica messa a disposizione dalla Re-gione.

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Il ruolo dei privati

Vista l’ampia rilevanza che la strategia re-gionale sui Pisl assegna ai soggetti privati, sa-rebbe utile prevedere una struttura tecnica che, attraverso apposite intese, sia capace di mo-bilitare e coinvolgere anche i soggetti priva-ti che compongono il Partenariato di progetto nell’attuazione delle strategie all’interno della struttura tecnica.

La partecipazione della componente parte-nariale privata, naturalmente, non deve essere mai finalizzata a far prevalere i propri interes-si personali, che legittimamente potranno per-seguirsi nell’esercizio delle attività private, ma deve anzi integrarsi con la funzione delle am-ministrazioni pubbliche in una logica parteci-pativa tesa a far emergere il comune interesse collettivo allo sviluppo dell’area, nella realiz-zazione del quale potranno trovare i soggetti privati maggiori opportunità di sviluppo pro-duttivo individuale.

Fermo restando che il modello deve tro-vare logica coerenza nelle funzioni connesse alla realizzazione del progetto integrato, può prevedersi:› la costituzione di un’associazione

› di una fondazione› una società consortile.In taluni casi potrà utilizzarsi l’esperienza di un organismo misto già costituito per finalità di sviluppo, animazione e marketing territoria-le, quale ad esempio› un Gal,› una società di Patto territoriale› un’agenzia di sviluppo.In altri casi ancora potrà costituirsi, laddove il progetto preveda in maggioranza interventi infrastrutturali o anche per semplificare l’inte-grazione tra le amministrazioni pubbliche par-tecipanti al progetto,› un Ufficio comune mediante una convenzio-ne tra enti stipulata ai sensi dell’articolo 30 del decreto legislativo 267/2000 cui fornisco-no apporto anche i privati mediante un accor-do negoziale.

Di certo, nella costruzione del modello do-vranno rispettarsi i ruoli e le competenze di ciascun soggetto del Partenariato. E così, ad esempio, una società mista pubblico-privata non potrà svolgere quelle funzioni tipicamente amministrative e di natura pubblicistica riser-vate alle amministrazioni pubbliche, ma potrà invece svolgere utilissime e innovative attivi-tà di ausilio allo sviluppo (animazione, promo-

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zione, etc.) o anche funzioni istruttorie o pre-paratorie di procedimenti amministrativi.

Si prospetta al riguardo l’ipotesi di gestio-ne di un Ufficio comune da parte di sogget-ti pubblici e privati, prendendo spunto dall’ar-ticolo 112, comma 9, del decreto legislativo 42 del 22 gennaio 2004, come sostituito dal decreto legislativo 156 del 24 marzo 2006, il quale per l’appunto prevede la possibilità di istituire forme gestionali comuni non impren-ditoriali destinate alla fruizione e alla valoriz-zazione di beni culturali.

2. Nominare il Responsabiledel modello di gestione del Pisl

A capo dell’Ufficio per la gestione associa-ta delle funzioni relative al Pisl vi è un Re-sponsabile con autonome funzioni. Al Respon-sabile di tale ufficio va assegnato il compito di:› coordinare l’esecuzione dei singoli interventi› di curare la successiva attuazione del proget-to integrato,› con la previsione di compiti di impulso› e la fissazione nella convenzione di chiari obblighi di rispetto del cronoprogramma.

La figura professionale chiamata ad occu-pare tale ruolo è indubitabilmente deputata a svolgere compiti manageriali di amministra-zione attiva, che richiedono un’esperienza pro-fessionale e soprattutto gestionale specifica.

È auspicabile, a tale riguardo, il possesso di un’esperienza professionale specifica nell’at-tuazione di progetti comunitari, essendo la “gestione” del Pisl caratterizzata da un com-plesso di operazioni finalizzate alla direzione di processi di programmazione negoziata e di programmi cofinanziati complessi.

La qualifica ed il rapporto lavorativo del Responsabile, naturalmente, saranno diversi a seconda del modello di gestione prescelto. Nel caso in cui il Responsabile sia dipenden-te di uno degli enti convenzionati, il rapporto di lavoro continua con l’ente di appartenen-za, utilizzandosi nella fattispecie la formula del distacco. In tal caso il rapporto di lavo-ro (ivi compresa la retribuzione fissa) è quel-lo già sussistente, mentre occorrerà procedere all’atto di preposizione, ovvero al conferimen-to dell’incarico.

In particolare, se l’ufficio è comune, l’in-dividuazione va concordata e ciascun sinda-

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co o presidente di provincia deve conferirgli l’incarico relativamente alla propria ammini-strazione, ai sensi dell’articolo 109 Testo unico enti locali, ove dalla convenzione non si evin-ca che il relativo potere compete all’ente cui è stata conferita la rappresentanza di tutti gli enti convenzionati;

quando invece si ricorra all’ufficio unico, l’individuazione è effettuata e l’incarico è con-ferito dal Sindaco del Comune (o dal Presiden-te della Provincia) delegato come capofila.

Ferma la necessità dell’atto di conferimen-to dell’incarico, il rapporto di lavoro, in tal ca-so, deve essere disciplinato in coerenza con la natura della responsabilità dell’incaricato e con la qualifica organica che esso va ad as-sumere.

Il responsabile dell’Ufficio di Gestione co-ordina tutte le attività necessarie per l’efficace attuazione del Pisl ed in particolare:1 sovrintende all’esercizio delle funzioni at-tribuite all’Ufficio di gestione e cura i rapporti con gli altri uffici interessati all’attuazione del Pisl;2 organizza le risorse umane;3 sollecita le amministrazioni o gli uffici in

caso di ritardi o di inadempimenti;4 promuove e istruisce conferenze di servizi per il conseguimento di obiettivi legati all’at-tuazione del Pisl;5 adotta atti per il conseguimento dei risulta-ti, nell’ambito delle funzioni definite dagli or-gani di governo ed indirizzo;6 assiste il soggetto capofila del Pisl nell’adem-pimento delle funzioni istituzionali ad esso con-ferite dal partenariato di progetto;7 raccorda le attività di pertinenza del Tavo-lo di partenariato provinciale;8 s’interfaccia con l’Autorità di gestione del Por Fesr;9 istruisce e indirizza le azioni di sistema e di accompagnamento relative al Pisl;10 cura gli adempimenti di carattere ammini-strativo, contabile, procedurale e tecnico ne-cessari ed opportuni alla corretta e tempestiva attuazione del Pisl;11 vigila sul rispetto delle indicazioni conte-nute nel Por, nell’Accordo di programmazione negoziata e nelle disposizioni regionali da par-te dei soggetti beneficiari ed attuatori degli in-terventi;12 coordina le attività di monitoraggio relati-ve all’attuazione del Pisl;13 adotta ogni utile iniziativa utile al buon esito del progetto.

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3. Sottoscrivere l’Accordo di programmazione negoziata

La sottoscrizione dell’Accordo di program-mazione negoziata da parte del capofila del Pi-sl deve essere preceduta dall’approvazione del-lo schema di accordo da parte degli enti che compongono il Partenariato del Pisl.

Il Consiglio comunale, infatti, è chiamato ad esprimere gli indirizzi politici ed ammini-strativi di rilievo generale che si traducono in atti fondamentali di natura programmatoria o aventi elevato contenuto di indirizzo politico.

A norma dell’articolo 42 decreto legislati-vo 267/2000, il Consiglio comunale ha compe-tenza con riferimento a:› programmi,› relazioni previsionali› relazioni programmatiche,› piani finanziari,› programmi triennali e elenco annuale dei la-vori pubblici,› bilanci annuali e pluriennali e relative varia-zioni,› rendiconto,› piani territoriali ed urbanistici,› programmi annuali e pluriennali per la loro

attuazione,› eventuali deroghe ad essi,› pareri da rendere per dette materie;competenze tra cui rientra l’Accordo di pro-grammazione negoziata, che a norma dell’ar-ticolo 2, comma 203 della legge 662/1996, è l’accordo tra la Regione ed il partenariato di progetto per l’attuazione di interventi diver-si, riferiti ad un’unica finalità di sviluppo, che richiedono una valutazione complessiva delle attività di competenza.Si tratta, infatti, di un atto di natura program-matoria avente rilevante impatto nella parteci-pazione alle politiche di sviluppo dell’area del Pisl, per cui la competenza è del Consiglio co-munale.

Per quanto riguarda la parte privata del Partenariato di progetto, la necessità di una preventiva approvazione dello schema di Ac-cordo di programmazione negoziata dipende dalle regole proprie dell’organismo privato e dai poteri conferiti al suo legale rappresentan-te. Indipendentemente da una verifica puntua-le in tal senso, non vi è dubbio che la pre-ventiva approvazione dello schema di Accordo di programmazione negoziata anche da parte dei soggetti privati del Partenariato di proget-to rafforzerebbe l’adesione al percorso di svi-

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luppo delineato nell’Accordo con la Regione.

Occorre poi la delibera del Partenariato di progetto di approvazione dello schema di Ac-cordo di programmazione negoziata e di dele-ga al rappresentante del soggetto capofila al-la sottoscrizione dell’Accordo con la Regione Calabria.

4. Avviare rapidamente il completamento delle progettazioni delle operazioni infrastrutturali e di servizio

In parallelo al lavoro di costituzione del modello di gestione, il partenariato locale de-ve avviare rapidamente il processo che porterà entro poche settimane all’avvio dell’esecuzio-ne delle operazioni.

L’approvazione delle singole operazioni è avvenuta, insieme all’approvazione del Pisl nel suo complesso, con la delibera 466 del 2012. I beneficiari delle operazioni stipuleranno ora con la Regione una Convenzione e, o, Discipli-nare, che stabilirà fra l’altro:› gli obblighi del beneficiario,› procederà all’istituzione del Rup› definirà i provvedimenti di eventuale coper-tura finanziaria locale, nel caso di cofinanzia-

mento da parte del beneficiario.› Nell’ambito della Convenzione, il beneficia-rio definisce anche il cronoprogramma defi-nitivo dell’operazione (definitivo rispetto a quanto a suo tempo riportato nella proposta di Pisl) riferito alle diverse fasi di realizzazione dell’intervento.

Le scadenze fissate nel cronoprogramma definitivo dovranno naturalmente essere coe-renti con quanto previsto dall’Avviso Pisl (vedi le scadenze del cronogramma riportato in pre-cedenza per memoria).

Per ciascuno dei passaggi previsti dal cro-noprogramma, il soggetto beneficiario dovrà comunicare alla Regione l’avvenuto adempi-mento e trasmettere gli atti probatori.

Da questo punto in poi scatta un percor-so piuttosto articolato, da completare in tempi brevi. La situazione sarà naturalmente diversa a seconda che i beneficiari abbiano a che fa-re con operazioni mature o con operazioni non mature. Entro i termini indicati nel cronopro-gramma, il soggetto beneficiario:› dovrà avviare le procedure di selezione del soggetto attuatore,› prima, eventualmente, per l’affidamento dei

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servizi di progettazione (preliminare, definiti-va o esecutiva, a seconda dei casi),› provvedendo all’acquisizione di tutte le au-torizzazioni necessarie;› e, successivamente, per l’affidamento dei la-vori, servizi o forniture, nel rispetto delle nor-mative vigenti in materia di appalti pubblici.

Va sottolineato che procedere ad un affi-damento dei servizi di progettazione che non rispetti le procedure previste dal decreto le-gislativo 163/2006, effettuato prima o dopo l’ammissione a finanziamento dell’operazione, compromette l’ammissibilità della spesa an-che per l’intero intervento. Questo è un aspet-to molto delicato e va tenuto ben presente dai beneficiari.

A seguito della trasmissione della docu-mentazione relativa all’aggiudicazione della gara d’appalto, la Regione:› procede alla verifica del quadro economico definitivo della spesa,› depurato delle economie conseguite con l’ap-palto,› e provvede ad emettere l’atto definitivo di concessione del contributo finanziario sulla base dell’importo rideterminato.

5. Partecipare attivamente agli audited agli incontri tecnici con la Regione

Nel corso dell’attuazione, e fin dalla fase di preparazione di cui ci occupiamo in que-sto Prontuario, per ciascun Pisl verranno rea-lizzati con costanza e periodicità degli incontri tecnici fra la Regione ed il soggetto capofila. L’obiettivo di questi incontri è di:› analizzare e discutere l’avanzamento del Pi-sl,› individuare e risolvere le criticità che even-tualmente dovessero sorgere,› prendere impegni reciproci per raggiunge-re il comune obiettivo di una attuazione tem-pestiva ed efficace dei Progetti e delle singole operazioni.Per caratterizzarli, definiamo questi come in-contri di audit. Proviamo ad entrare nel me-rito di contenuti e protagonisti di questa at-tività.

Quali sono, dunque, durante le attività di audit, i compiti del livello locale? Certamen-te quelli di: › gestire scrupolosamente i cronogrammi,› aver mantenuto puntualmente il sito per la parte di propria competenza,› preparare adeguatamente le riunioni,› procurarsi tutti i dati e le informazioni ne-

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cessarie,› presentarle adeguatamente utilizzando gli schemi che verranno forniti dalla Regione.› Più in generale, i responsabili locali devono muoversi con un comportamento proattivo ri-spetto alle problematiche che si manifestano nell’attuazione,› spingere per la ricerca e l’implementazione di soluzioni,› assumere impegni› e richiedere che gli impegni assunti dagli al-tri siano rispettati.

L’attuazione dei Pisl è assolutamente un gioco di squadra. Il gioco si svolge:› sia “in orizzontale”, fra organismo di gestio-ne, beneficiari e partner (ognuno al suo livello di responsabilità);› sia fra livello locale e Regione;› sia, va detto anche questo, all’interno della Regione, fra Dipartimenti interessati e fra que-sti ed il livello politico.Impegno, cooperazione, chiarezza sulle regole e chiarezza sui ruoli sono le condizioni perché il gioco riesca bene.

Chi partecipa agli incontri?› Per la Regione partecipano dirigenti, funzio-nari e tecnici del dipartimento Programmazio-

ne nazionale e comunitaria, accompagnati (a seconda dei casi) da rappresentanti dei Dipar-timenti regionali interessati al finanziamento delle operazioni approvate e dal Nucleo di va-lutazione.› Per il Pisl partecipa il Responsabile del mo-dello di gestione del Pisl, accompagnato dai tecnici nell’esecuzione del Pisl e delle singo-le operazioni. Di volta in volta, parteciperanno quando è necessario i tecnici degli enti benefi-ciari.Gli incontri di audit sono ristretti per nume-ro di partecipanti, per facilitare la discussione tecnica di merito: indicativamente, partecipa-no non più di docici persone. Come abbiamo più volte sottolineato, gli incontri sono riser-vati a tecnici: gli incontri di audit non riguar-dano (direttamente) né la politica né il parte-nariato.

Ogni quanto tempo si svolgono gli incon-tri? Almeno ogni due mesi, ma nella prima fa-se (di preparazione) gli incontri possono essere molto più ravvicinati. La Regione:› formula il calendario degli incontri, sentiti i rappresentanti dei Pisl,› e convoca le riunioni.

Come si svolgono le riunioni? Lo schema

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delle riunioni è sostanzialmente questo:1 il Responsabile del modello di gestione del Pisl espone in modo circostanziato: › lo stato di avanzamento del Pisl e delle singole operazioni, sulla base del cronogram-ma condiviso; › presenta i progressi, le azioni e gli inter-venti che sono stati compiuti rispetto alla pre-cedente riunione; › dà conto del soddisfacimento degli eventuali impegni operativi assunti al prece-dente tavolo di audit; › individua ed analizza ostacoli e criticità, proponendo le soluzioni ai problemi; › precisa le prossime scadenze che saran-no adempiute.2 la Regione: › formula suggerimenti, indirizzi, rilievi e osservazioni sulla presentazione del Responsa-bile del modello di gestione del Pisl; › dà conto del soddisfacimento degli even-tuali impegni da essa assunti al precedente ta-volo di audit; › propone, per quanto di sua competenza, soluzioni ai problemi prospettati;3 le parti discutono sulle soluzioni necessarie a garantire il soddisfacimento degli obiettivi di avanzamento dell’attuazione e prendono reci-proci impegni operativi;

4 gli esiti delle presentazioni e delle discus-sioni vengono formalizzati in un verbale del tavolo, che specifica in particolare gli impegni assunti dalle parti. Questi ultimi sono vinco-lanti sul piano amministrativo.

6. Fornire alla Regione dati sull’avanzamento della preparazione delle operazioni

I responsabili locali del Pisl ed i beneficia-ri delle operazioni hanno compiti specifici di monitoraggio. I dati di monitoraggio alimen-tano fra l’altro gli incontri tecnici di audit, di cui abbiamo appena parlato.

Di seguito proviamo a chiarire sintetica-mente ruoli e funzioni dell’attività di monito-raggio prima nella fase di preparazione (ovve-ro “prima dell’esecuzione” fisica e finanziaria); e poi nella fase di realizzazione delle opera-zioni.

Fase di preparazione:Compiti del Responsabile del modello di ge-stione› costituisce il Modello di gestione;› porta le progettazioni al livello di esecutivi-tà;

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› rileva e comunica alla Regione i dati sull’avanzamento della costituzione del Mo-dello di gestione;› raccoglie, sintetizza e comunica alla Regione i dati rilevati dai beneficiari sull’avanzamento procedurale “prima dell’esecuzione”;› dà supporto tecnico e metodologico ai bene-ficiari per l’esecuzione dei compiti di monito-raggio di loro competenza.Responsabilità dei beneficiari:› rilevano e comunicano al responsabile del modello di gestione i dati relativi all’avanza-mento procedurale (prima dell’esecuzione) del-le proprie operazioni, sulla base delle Schede di rilevazione preparate dalla Regione.

Fase di realizzazione: le responsabilitàCompiti del Responsabile del modello di ge-stione:› esegue le operazioni mantenendo la logica integrata ed unitaria del Pisl;› raccoglie, aggrega e comunica alla Regione i dati rilevati dai beneficiari sull’avanzamen-to procedurale, finanziario e fisico delle opera-zioni;› dà supporto tecnico e metodologico ai bene-ficiari per l’esecuzione dei compiti di monito-raggio di loro competenza.Responsabilità dei beneficiari:

› alimentano il sistema di monitoraggio del Por Fesr Calabria con i dati relativi all’esecu-zione delle proprie operazioni.

Nella fase di preparazione (di cui si occu-pano specificamente questo Prontuario), l’at-tività di monitoraggio a livello locale è di competenza, come abbiamo visto, sia del Re-sponsabile del modello di gestione che dei be-neficiari delle operazioni.

Elenchiamo, allora, sinteticamente, i prin-cipali elementi (oggetti) da monitorare e tene-re sotto osservazione per quanto riguarda sia il Pisl nel suo complesso che le singole opera-zioni (prima dell’esecuzione). Di ciascun pas-saggio, il monitoraggio deve rilevare quando è stato effettuato e descriverne brevemente i contenuti. La Regione fornirà comunque uno Schema di rilevazione in cui gli attuatori lo-cali potranno organizzare ordinatamente le in-formazioni da essi rilevate sugli aspetti impor-tanti.

Attività di monitoraggio dell’organismo di gestione:› costituzione dell’organismo di gestione, con la copertura di tutti i ruoli tecnici rilevanti;› istituzione del Responsabile del modello di

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gestione;› aggregazione a livello di Pisl dei “crono-grammi definitivi” delle singole operazioni, da considerare come punto di partenza per il mo-nitoraggio dell’attuazione complessiva del Pisl;› formulazione di pareri ed indirizzi sui bandi per i regimi di aiuto relativi ai Pisl;› rapporti periodici sull’avanzamento;› istituzione del sistema locale di comunica-zione web.

Avanzamento delle operazioni “prima dell’esecuzione”:› nomina del Responsabile unico di procedi-mento;› “consolidamento del cronogramma”;› stipula della convenzione e, o, disciplinare fra beneficiario e Regione Calabria;› affidamento, se necessario, della progetta-zione preliminare;› acquisizione delle autorizzazioni rilevanti;› emanazione del bando di gara;› atto di nomina della Commissione di gara;› provvedimento di aggiudicazione;› consegna dei lavori;› effettivo inizio dei lavori.

Per quanto riguarda la trasmissione del-le informazioni, le schede compilate su com-

puter dai responsabili locali, con il supporto degli Agenti di sviluppo, verranno inviate via web alla Regione. Queste informazioni alimen-teranno tra l’altro l’attività di audit. Esse sa-ranno inoltre utilizzate allo stesso livello loca-le per informare i partners e le comunità locali sull’avanzamento degli interventi.

Nella fase di realizzazione, i compiti dei re-sponsabili locali saranno definiti in base al-le regole generali del monitoraggio delle ope-razioni del Por Fesr Calabria 2007-2013. Su questa fase saranno prodotte più avanti del-le Linee guida specifiche ad uso degli attua-tori locali.

7. Preparare i Collegi di vigilanza

L’articolo 12 dell’Accordo di program-mazione negoziata prevede che la vigilanza sull’esecuzione dell’Accordo sia esercitata da un collegio:› presieduto dal Presidente della Giunta regio-nale della Calabria› e composto dal soggetto capofila del Parte-nariato di progetto› e dal Presidente del tavolo di partenariato provinciale.

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L’Accordo di programmazione negoziata individua anche le funzioni del Collegio, che sono:› vigilare sulla corretta attuazione dell’Accor-do di programmazione negoziata, nel rispetto dei tempi e degli obblighi dei soggetti sotto-scrittori;› individuare gli eventuali ostacoli di fatto e di diritto che si frappongono all’attuazione dell’accordo, proponendo le soluzioni idonee alla loro rimozione;› dirimere, in via bonaria, le controversie che dovessero insorgere tra le parti in ordine all’in-terpretazione e attuazione del presente accor-do;› esprimere parere sulle eventuali modifiche all’accordo, che non costituiscono variazione al progetto approvato.

Naturalmente, una buona preparazione dei Collegi, che hanno valenza istituzionale e pos-sono portare a decisioni importanti sul Pisl, implica un lavoro tecnico importante da parte degli attuatori, che devono alimentare l’attivi-tà di vigilanza con› dati ed informazioni sull’avanzamento,› rapporti di monitoraggio› e note tecniche relative alle eventuali pro-blematiche dell’attuazione.

8. Partecipare alla definizionedei criteri per i regimi di aiuto a livello di Pisl e sensibilizzare il tessuto economico locale sulle opportunitàdi incentivazione

Per quanto riguarda i regimi di aiuto, va premesso che per la loro attuazione la Giunta regionale deve approvare, in coerenza con la legge regionale della Calabria 40 del 12 dicem-bre 2008 (articolo 1, comma 4), su proposta degli assessori competenti per materia e sen-tito il partenariato istituzionale, economico e sociale, delle specifiche Direttive di attuazio-ne che definiscano i regimi di aiuto in questio-ne e ne dettaglino gli strumenti e le modalità di incentivazione.

La Regione Calabria procederà dunque al-la definizione ed approvazione di una specifica Direttiva di attuazione sui regimi di aiuto nei progetti integrati di sviluppo locale.La Direttiva è articolata:› in una parte generale, recante disposizioni sui principi e le regole di applicazione a tutti i regimi di aiuto attuati a sostegno dei Progetti integrati di sviluppo locale, indipendentemen-te dalla linea di intervento e dalla tipologia di aiuto;

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› ed in sezioni specifiche per i regimi associa-ti a ciascuna linea di intervento a sostegno dei Pisl, articolata negli elementi specificati dalla legge regionale 40/2008, articolo 1, comma 5.

I contributi alle imprese vengono conces-si attraverso una procedura selettiva basata su bandi (o su un unico bando multilinea), ema-nati a valere sulle linee di intervento a soste-gno dei Pisl. Per ogni Pisl, verranno messe a bando le risorse finanziarie richieste con la proposta di Progetto (e in particolare con la Scheda relativa ai regimi di aiuto) a valere sul-le linee di intervento interessate.

I partenariati locali, assistiti dai propri or-ganismi tecnici, potranno collaborare alla de-finizione delle caratteristiche che dovranno avere i bandi per aiuti rivolti al proprio Pisl.

Va detto che i criteri di selezione delle pro-poste imprenditoriali sono già definiti da al-cuni atti collegati al Por Fesr. Nell’Accordo di programmazione negoziata, viene stabili-to che, per quanto riguarda i regimi di aiuto, l’Autorità di gestione ed il Responsabile di asse sentano il Responsabile del modello di gestio-ne del Pisl, prima dell’attivazione delle relati-ve procedure di attuazione, circa la coerenza

dei contenuti dei bandi da emanare rispetto al-le indicazioni formulate in merito dal proget-to integrato stesso.

Il Responsabile del modello di gestione do-vrà dunque attivare una procedura di consul-tazione interna che, sulla base delle richieste di attivazione di regimi presentate ed appro-vate, individui opzioni ed orientamenti per la scrittura, da parte della Regione, delle parti dei bandi per aiuti rivolte ai singoli territori.

Uno schema per la formulazione di que-sti indirizzi ed orientamenti verrà fornito dal-la Regione: lo schema serve a individuare con precisione gli elementi su cui potranno essere espresse le opzioni locali. Non va dimentica-to a questo proposito, che non si può deroga-re dai criteri del Por, ma è possibile esprimere delle opzioni riguardanti il peso dei criteri, la categoria dei destinatari e dei settori di attivi-tà (a dettaglio di quanto previsto dalle linee di intervento), le aree geografiche nell’ambito del Pisl in cui concentrare gli incentivi.

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Termineultimo

14 marzo 2013

14 marzo 2013

29 marzo 2013

5 aprile 2013

30 aprile 2013

17 giugno 2013

17 giugno 2013

30 giugno 2013

15 novembre2013

15 novembre2013

31 luglio 2015

Fase

Sottoscrizione Accordo di programmazione negoziata

Nomina del Responsabile del modello di gestione del Pisl(art. 45 dell'Accordo di programmazione negoziata)

Sottoscrizione delle convenzioni delle singole operazioni

Pubblicazione del bando di gara relativo alle operazioni infrastrutturali mature (art.8 Avviso pubblico)

Pubblicazione del bando relativo ai regimi d'aiuto nei Pisl

Approvazione del progetto esecutivo delle altre operazioni infrastrutturali(art. 8 Avviso pubblico)

Inizio dei lavori relativi alla realizzazione delle operazioni infrastrutturali mature (art. 8 Avviso pubblico)

Chiusura del bando relativo ai regimi di aiuto nei Pisl

Inizio dei lavori relativi alla realizzazione delle altre operazioni infrastrutturali (art. 8 Avviso pubblico)

Approvazione delle operazioni relative ai regimi di aiuto nei Pisl

Completamento delle operazioni (data limite finale)

Allegato Cronoprogramma dell'Accordo di programmazione negoziata

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MAR APR MAG GIU LUG AGO SET OTT2013

NOV DIC GEN FEB MAR MAG GIU AGO SET OTT NOV DIC GEN FEB MAR APR MAG GIU LUG2014 2015

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Rino CapezzutoAvvocato specialista in diritto amministra-tivo, consulente legale ed esperto nella ge-stione ed attuazione di progetti e programmi comunitari. Attualmente opera per l'attua-zione dei Pisl in Calabria.Da oltre dieci anni fa parte del gruppo di esperti del Formez per l'attuazione della progettazione integrata nell'ambito dei cicli di programmazione comunitaria. E' l'esperto legale per l'attuazione del Pro-gramma di sviluppo rurale e del Program-ma operativo per la pesca della Campa-nia. Ha svolto il ruolo di Capo di gabinetto dell'Agenzia di promozione territoriale della Basilicata.Ha nove pubblicazioni sulla gestione as-sociata di funzioni e servizi pubblici ed ha scritto articoli su riviste varie

I CURATORI DI QUESTE ISTRUZIONI

Gerardo CastaldoAiutare le Amministrazioni, regionali e loca-li, a sviluppare e governare i propri territo-ri, con la partecipazione dei cittadini e delle imprese. E’ il tema su cui si è concentrato l’interesse e l’impegno professionale, svol-to all’interno del Formez, negli ultimi dieci anni da Gerardo Castaldo.E’ l’approdo di un percorso evolutivo partito da sponde lontane. Dopo la laurea in scien-ze agrarie, il master triennale in economia agraria e l’avvio dell’attività professionale come formatore nel campo dell’economia agraria.

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Raffaele ColaizzoI suoi interessi e competenze riguardano il rapporto fra economia reale e trasformazio-ni del territorio. I suoi impegni professionali hanno riguardato prevalentemente tre am-biti:› le politiche di sviluppo locale e la proget-tazione integrata territoriale;› l’assistenza strategica e la valutazione di programmi cofinanziati dai fondi strutturali dell’Unione europea;› la valutazione di progetti di investimento pubblico.Da metà anni Novanta si è occupato delle politiche di coesione dell’Unione europea.Dal 2000 ha focalizzato il lavoro sulle politi-che di sviluppo locale e sulla valutazione di efficacia e sostenibilità dei progetti.

Luca MassacesiConsulente e formatore, si occupa, da oltre venti anni, di strategie di comunicazione, politiche di comportamenti e di gestione del cambiamento nelle strutture sociali. Nel 1990, ha costituito Aaland l’arcipelago del-la comunicazione, di cui è presidente, ed è direttore responsabile del settimanale on-line OfficineEinstein. Consulente per oltre 200 aziende, nazionali ed internazionali, organizzazioni di rappresentanza e ammini-strazioni pubbliche; ha progettato e diretto diciotto siti, ha pubblicato oltre 50 saggi o pubblicazioni.E’ stato docente alla Luiss, all’Iri manage-ment, al Formez, all’Università di Roma, all’Università di Perugia, all'Università di Trento.

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BEN QUATTROI nostri frutti, dal connubio conoscenza e comunicazione

Quattro. Le collane editoriali che hanno pre-so vita da CalabriaProgettazioneIntegrata. Quattro collane, undici volumi già editi o nel-le macchine del tipografo, pronti per essere al nostro servizio. Alcuni semplici numeri, perché fa sempre piacere constatare quan-to conoscenza e comunicazione siano fatte l’una per l’altra. Un connubio ancora più importante, e civi-camente fondante, se accade nell’ambito del bene comune, dello sviluppo territoriale, dell’impegno delle istituzioni pubbliche. La traduzione in volume, oltre a rappresenta-re un’identità riconoscibile di tutto il progetto, si pone anche una finalità ancora più prag-matica: spiegare il perché, il come e il cosa attraverso uno stile redazionale e grafico che aiuti nella lettura e nella comprensione. Data proprio questa importanza e questa

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I PRIMI PASSI PER L'ATTUAZIONE 47

finalità, l’organizzazione dei volumi ha visto la creazione di ben quattro collane, abbiamo detto: Riferimenti, Strumenti, Materiali di progetto, Case history; perché fin da subito i contenuti siano veicolati e distinti per la loro funzione. Nella specializzazione, è presente l’identità del progetto, attraverso una struttura e un formato uniforme, molti elementi che ren-dono questi volumi “fratelli” tra loro, o al-meno cugini. Ciò ci consente anche di rea-lizzare in ogni libro un percorso comune che consenta al lettore di destreggiarsi, anche se i contenuti non sono, a volte, immediata-mente interpretabili. Infine, al di là della carta. Tutti i volumi pas-seranno attraverso la stampa, ma saranno tutti leggibili anche online, in formato ebook, gratuiti. Una scelta che ripercorre il rispetto

del mondo in cui viviamo (già dimostrato con la stampa su carte ecologicamente sosteni-bili), e una spinta perché la conoscenza sia, almeno, accessibile. Perché fa sempre piacere vedere quanto la conoscenza non aspetti altro che incontrar-ci. È compito della comunicazione aprirle le porte perché acceda.

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48 PRONTUARIO PER I PARTENARIATI DI PROGETTO

Primo volumedella collana RiferimentiPrima edizionesettembre 2011Definire le priorità territoriali e settorialiper l’individuazionedei progetti integrati.

Secondo volume della collana RiferimentiPrima edizioneottobre 2011Definire lo schemadi riferimentoper la predisposizione dei Pisl.

Terzo volumedella collana RiferimentiPrima edizionemarzo 2012Le linee guidaper l’elaborazione, la valutazione e la presentazione dei Pisl “Minoranze linguistiche”.

Quarto volumedella collana RiferimentiPrima edizionemarzo 2012Le linee guidaper l’elaborazione,la valutazionee la presentazionedei Pisl “Contrastoallo spopolamento”.

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49I PRIMI PASSI PER L'ATTUAZIONE

Primo volumedella collana StrumentiTerza edizionegiugno 2012Una comunicazione efficace per lo sviluppo locale della Calabria. Secondo volume

della collana StrumentiPrima edizionemaggio 2012Un aiuto concretonella presentazionedelle propostedei Pisl “Contrastoallo spopolamento”.

Terzo volumedella collana StrumentiPrima edizionemaggio 2012 Un aiuto concreto nella presentazione delle proposte dei Pisl “Minoranze linguistiche”.

Quarto volumedella collana StrumentiPrima edizionegennaio 2013 I primi passi da compiere per avviarela realizzazionedelle opere finanziate coi Pisl.

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a cura diGerardo CastaldoRino CapezzutoRaffaele ColaizzoLuca Massacesi

Testo circa 700/750 battute