Promuovere la salute del donatore: Cultura del dono del sangue.

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Promuovere la salute del donatore: Cultura del dono del sangue

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Promuovere la salute del donatore:

Cultura del dono del sangue

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Dizionario enciclopedico “Zanichelli” edizione 1995

Cultura: complesso di cognizioni, tradizioni, procedimenti tecnici, comportamenti trasmessi e usati sistematicamente, caratteristico di un gruppo sociale……..Donazione: contratto mediante il quale il donante, per puro spirito di liberalità, attribuisce al donatario un diritto o assume nei suoi confronti una obbligazione, senza riceverne un corrispettivo.

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Il ruolo delle istituzioni nella tutela della salute del donatore

Promozione della salute per la sicurezza del sangue

Donazione del sangue per la

promozione della salute

Vincenzo De Angelis SIT Trieste

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Promozione dello sviluppo sul proprio territorio della donazione volontaria e non remunerata (OMS: risoluzione WHA 28.72 - 1975)

Questa iniziativa nasce dalla considerazione che più alti livelli di sicurezza della trasfusione del sangue si raggiungono attraverso la donazione periodica, volontaria e non remunerata, proveniente da gruppi di donatori selezionati a basso rischio.

Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato, infatti, che l’impiego di donatori occasionali e donatori remunerati comporta una più alta incidenza e prevalenza di infezioni trasmissibili attraverso la trasfusione del sangue rispetto all’impiego di donatori volontari non remunerati Vincenzo De Angelis SIT Trieste

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Rôle du médicin du donTransfus. Clin. Biol. 2000

Les critères d’ajournament

ne peuvent être qu’objectifs,

donc basés sur une argomentation épidemiologique.

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Contenutidella programmazione sanitaria Programmazione sanitaria europea

Programma di Azione Comunitario nel settore della sanità pubblica 2003-2008

Direttiva del Parlamento Europeo e del Consiglio 2002/98/CE

Raccomandazione 2002/11 del Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa

Programmazione sanitaria nazionale Piano Sanitario Nazionale per il triennio 2003-2005 Piano Sangue e Plasma nazionale per il triennio 1999-2001

Vincenzo De Angelis SIT Trieste

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Piano Sanitario Nazionale 2003-2005

La sicurezza trasfusionale richiede la creazione di una popolazione di persone a basso rischio, educata e fidelizzata alla donazione del sangue.

Donare non significa solo togliere sangue dal proprio braccio!!!

La donazione è il concretizzarsi di un comportamento, di uno stile di vita!!!

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Piano Sanitario Nazionale 2003-2005

La sicurezza del sangue si incrementa se si pone attenzione agli

stili di vita dei donatori

evitando quelli che possono risultare nocivi.

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Imprinting

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Sensibilizzazione e informazione del candidato donatore D.M. 26 gennaio 2001 – titolo I – articolo 2

Questionario, anamnesi, esame obiettivo, accertamento dei requisiti fisici, indagini per la validazione biologica delle donazioni

Consenso informato, auto-esclusione, esclusione temporanea e permanente

Domande in qualsiasi momento della procedura

Ritirarsi o rinviare la donazione in qualunque momento della procedura

Comunicare tempestivamente, ai fini della tutela della salute di pazienti trasfusi, eventuali malattie insorte subito dopo la donazione, con particolare riferimento all’epatite virale in ogni sua forma

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Sensibilizzazione e informazione del candidato donatore D.M. 26 gennaio 2001 – titolo I – articolo 2

Malattie infettive trasmissibili attraverso il sangue e i suoi prodotti

Segni e sintomi di infezione da HIV/AIDS e di epatite

Motivi per cui non devono donare sangue coloro che così facendo metterebbero a rischio la salute dei riceventi la donazione:

1. Comportamenti sessuali ad alto rischio di trasmissione di malattie infettive

2. Affetti da infezione da virus HIV/AIDS e/o epatite

3. Tossicodipendenti 4. Uso di sostanze stupefacenti

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Sensibilizzazione e informazione del candidato donatore D.M. 26 gennaio 2001 – titolo I – articolo 2

effetti negativi della donazione sulla salute del donatore

Le informazioni specifiche sulla natura delle procedure di donazione e sui rischi collegati per coloro che intendono partecipare a programmi di donazione di sangue intero o di emocomponenti mediante aferesi

Assicurazione che, qualora i test ponessero in evidenza eventuali patologie, il donatore sarà informato a cura della struttura trasfusionale e la sua donazione non utilizzata

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Informazioni da fornire ai candidati donatori di sangue o emocomponenti(Direttiva 2004/33/CE della Commissione del 22 marzo 2004 – Allegato II – Parte A)

Motivi di richiesta di un esame, degli antecedenti sanitari e medici e degli esami di controllo delle donazioni , consenso informato

• Autoesclusione, esclusione temporanea e permanente e motivi per cui un donatore non debba donare

Tutela dei dati personali Tutela della salute del donatore Procedure di donazione Autoesclusione prima durante e dopo Segnalazioni di problematiche insorte dopo la donazione Comunicazione di esami alterati Motivi di scarto del sangue e emocomponenti L’informazione che i risultati di esami che individuino markers

di virus quali HIV, HCV, HBV, o di altri rilevanti agenti microbiologici trasmissibili con il sangue, avranno come conseguenza l’esclusione del donatore e la distruzione dell’unità raccolta

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Target

I donatori di sangue, target molto sensibile per l’informazione sanitaria, costituiscono un importante veicolo di diffusione, tra la popolazione generale, di comportamenti corretti per la salute.

Vincenzo De Angelis SIT Trieste

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Circolo virtuosoL’investimento necessario a formare e mantenere questa popolazione corrisponde a un investimento sulla sua salute e che le azioni volte al reclutamento di donatori di sangue volontari e non remunerati, oltre a contribuire significativamente alla sicurezza del sangue, elevano lo stato di salute della popolazione.

Vincenzo De Angelis SIT Trieste

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Cosa si è cercato di fare

Progressiva trasformazione del donatore di sangue da figura passiva che dà il proprio sangue e basta a figura attiva, che interviene in prima persona nell’aiutarci a valutare la sua idoneità e a propagandare il dono del sangue:

Il donatore dona se sta bene, per non subirne un danno e non trasmettere malattie ai pazienti

Il donatore si mette a disposizione per essere seguito nel miglior modo possibile dal personale addetto alla raccolta, in base alle regole stabilite dalle leggi

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Caratteristiche di un progetto di prevenzioneI programmi di prevenzione e tutela della salute dei donatori devono essere integrati con tutti gli altri programmi di promozione della salute (soprattutto nelle scuole e nel mondo del lavoro, che costituiscono luoghi sensibili per il reclutamento dei donatori)

in modo da armonizzarsi in un

“progetto salute”

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Gli argomenti da approfondire

Promozione degli stili di vita salutari, la prevenzione e la comunicazione pubblica sulla salute: alimentazione, alcool, fumo, attività fisica/sedentarietà, lavoro

Combattere le malattie: tumori, malattie trasmissibili prevenibili con la vaccinazione, malattie a trasmissione virale prevenibili agendo sui comportamenti a rischio (tatuaggi, piercing e fori in varie parti del corpo, agopuntura, rapporti sessuali, manicure e pedicure, barbiere, dentista, endoscopie, trasfusioni, contagio, sieroprofilassi)

Le tossicodipendenze La salute degli immigrati e i viaggi Promuovere un corretto impiego dei farmaci e la

farmacovigilanza L’informazione La funzione di osservatorio epidemiologico di settore

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Chi viene coinvolto nel promuovere la cultura del dono del sangue/salute

Servizio Trasfusionale: medici, infermieri, tecnici di laboratorio

Associazioni di Volontariato: dirigenti, volontari, medici, infermieri, amministrativi, donatori

Servizio Sanitario Nazionale

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Sistema trasfusionaleD.M. 26 gennaio 2001 - Direttiva 2004/33/CE

SITAVIS

promozione della salute

nel momento stesso in cui, per far fronte ai crescenti bisogni di sangue, emocomponenti e plasmaderivati, deve estendere la numerosità della popolazione dei donatori!

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Perché proprio il medico come punto di partenza?

La figura del medico addetto alla selezione del donatore associativo ha subito in questi anni un progressivo inquadramento ed ha assunto una sua dignità, in particolare da quando è stato identificato il ruolo del Direttore Sanitario

Rappresenta il punto di intersezione fra i volontari dirigenti (politica associativa), donatori (specifico ruolo di selezione del donatore), Servizio Trasfusionale (inteso come struttura di riferimento), SSN (medici di base, specialistica, diagnostica, igiene)

Medico AVIS

Volontari dirigenti

Donatori

SIT SSN

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Il medici AVIS

Devono trasmettere le informazioni utili per la

promozione della salute

Medici AVIS

Volontari

Medici SIT

Donatori

DonatoriDonatori

Donatori

C I T T A D I N I

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Ruolo del medico addetto alla selezione del donatore

Esecuzione venipuntura per esami del sangue e donazione

Selezione del donatore:•Donazione di sangue, plasma e

piastrine•Visita medica di idoneità e all’aspirante•Refertazione esami ematochimici e

strumentali

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Ruolo del medico addetto alla selezione del donatore

Gestione di tutta una serie di situazioni che riguardano il donatore:

•Sospensione temporanea e definitiva•Informazioni sui risultati degli esami•Falsi positivi•Tempi di attesa•Reazioni avverse

Rapporti con gli specialisti

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Rapporti interpersonali Organizzazione dell’attività di

raccolta Propaganda Rapporti con il SIT Politica

Ruoli comuni fra medico addetto alla selezione del donatore e il volontario

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Dove si deve svolgere ?

Sede associativa Servizi Trasfusionali

Sul territorio

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Che cos’è una sede associativa?? È un punto di incontro, un ritrovo,

come lo possono essere la chiesa, la palestra, il bar, un circolo sportivo, eccetera

Per alcune persone sane, animate da buone intenzioni, che vi si recano per donare il proprio sangue.

Nel momento in cui il cittadino si reca in una sede associativa per donare gli dobbiamo lasciare qualcosa, un marchio, cioè l’acquisizione di un comportamento

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Caratteristiche di una sede associativa

deve rispettare una serie di norme igieniche fondamentali stabilite da leggi nazionali e regionali

deve fornire al cittadino che si presenta per la prima volta e al donatore periodico un’immagine familiare, in cui si senta a suo agio.

deve essere strutturata in modo da prevedere un percorso armonico di donazione tale da non creare disagi al donatore e garantirgli il rispetto della privacy

Deve essere ben visibile e facilmente raggiungibile

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Modalità di comunicazione Quando, dove e come:

• Al momento della donazione, della visita di idoneità o del ritiro delle analisi

• Ogniqualvolta il donatore viene in sede • Attraverso materiale informativo cartaceo: giornalino AVIS,

poster, locandine, opuscoli eccetera• Via internet (sito AVIS nazionale, regionale e provinciale)• Attraverso convegni, incontri, conferenze

Con quale criterio:• Random• In base a quanto emerge dal colloquio predonazione• In base alle caratteristiche del donatore (esami

ematochimici, peso, altezza, lavoro, abitudini di vita• Programmazione e segnalazione dell’avvenuta

comunicazione

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Richiesta di informazionipromozione alla salute

Centro antifumo Indicare lo

specialista giusto per un dato problema

Effetti dell’alcool sulla guida

Alimentazione Come perdere peso Tatuaggi, piercing,

agopuntura

Rapporti sessuali Modalità di

contagio delle malattie infettive

Viaggi Russare Prodotti naturali Zecche Droghe dentista

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Scopo della prima fase del progetto

1. Preparare, formare il personale medico addetto alla selezione del donatore

2. Avere medici competenti rappresenta il punto di partenza per la salutogenesi e la prevenzione

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Seconda fase del progetto

1. Dare al medico associativo gli strumenti adatti per trasmettere le conoscenze acquisite (impostazione di lavoro) a chi gli sta attorno (ruolo politico)

2. Trasferire il progetto sul territorio, a livello provinciale o interprovinciale

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Strategie future Superamento dei vecchi luoghi comuni

• Tutti possono donare• Esami gratis• Pacco regalo• Giorno di riposo pagato dallo Stato• Ho donato fino ad ora 50 volte e voi non mi controllate il PSA

ecc. ecc

Armonia nel gruppo di lavoro Tutto il personale deve essere preparato in

modo omogeneo Percorso formativo e informativo del

donatore (a cascata) sull’uso del sangue

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Strategie future : Percorso formativo e

informativo del donatore sull’uso del sangue (programma speciale sangue regionale)

Esempi di argomenti: Numero di sacche trasfuse per gruppo, tipologia di

paziente, tipo di sacca Numero di sacche scaduto per gruppo e in quale

periodo e per quale motivo Motivi di sospensione del donatore Motivi del perché si utilizza il questionario con certe

domande (necessità di affrontare anche argomenti delicati e intimi)

In che modo il donatore deve mettersi a disposizione (gruppo, citomegalovirus free, piastrinoaferesi)

Nuovi tipi di donazione esubero

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Strumenti per gli operatori

Counselling: gestione dei “casi delicati”

Confronto costante tra professionisti (programma speciale sangue regionale): individuazione dei criteri di selezione dei donatori su cui fare l’indagine sull’esistente presso le strutture trasfusionali

Informazione: sito regionale

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Come valutare i risultati: indicatori in un dato territorio

•Numero donatori/popolazione

•Numero nuovi donatori/anno

•Numero donazioni/popolazione

•Numero donatori sospesi temporaneamente

•Numero donatori sospesi temporaneamente per comportamenti a rischio

•Numero donatori sospesi definitivamente per patologia

•Numero donatori dimessi perché non vogliono più donare

•Numero eventi in cui è rappresentato il sistema trasfusionale

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Considerazioni finaliMetodo in grado di intervenire nelle varie situazioni, che stimola un adattamento, un cambiamento

Necessità di mettersi in discussione, non considerare mai il nostro lavoro in maniera statica, ma tenere conto dei continui cambiamenti che si verificano nella nostra società e di conseguenza nell’ambito della donazione del sangue.

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Conclusioni

Che cosa vogliamo fare