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UNICEF Indagini Innocenti PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER PROMUOVERE LA DEMOCRAZIA Gerison Lansdown United Nations Children’s Fund Innocenti Research Centre Firenze, Italia

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UNICEFIndagini Innocenti

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE

DEI RAGAZZI PER PROMUOVERE LA

DEMOCRAZIA

Gerison Lansdown

United Nations Children’s FundInnocenti Research CentreFirenze, Italia

RINGRAZIAMENTI

Desidero ringraziare Bill Bell dell’organizzazione Save the Children (UK) per aver for-nito esempi di partecipazione, e Roger Hart, Carolyne Willow, Keiko Watanabe e SusanFountain per le utili osservazioni alla prima stesura del testo.

A Rosa, una giovane molto speciale e molto amata.

Progetto grafico di copertina: Miller, Craig & Cocking, Oxfordshire – UK

Impaginazione: Barbara Giovannini – Italia

Fotocomposizione e stampa: Litografia I.P. – Italia

Traduzione: Antonio Marinelli – Italia

ISBN 88-85401-73-2

Luglio 2001

Foto di copertina: Sudafrica, Giornata del Commonwealth dei Giovani, Durban © Giacomo Pirozzi; Panos Pictures, London

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CENTRO DI RICERCA INNOCENTI DELL’UNICEF

Il Centro di Ricerca Innocenti dell’UNICEF, che ha sede aFirenze, è stato fondato nel 1988 con lo scopo di potenziare lecapacità di ricerca del Fondo delle Nazioni Unite per l’Infan-zia (UNICEF) e sostenerne l’opera in difesa dei bambini ditutto il mondo. Il Centro, la cui denominazione ufficiale èCentro Internazionale per lo Sviluppo dell’Infanzia, contri-buisce a identificare e analizzare i contesti attuali e futuri del-l’attività dell’UNICEF. Tra i suoi obiettivi principali vi sono ilmiglioramento della comprensione internazionale dei temirelativi ai diritti dei bambini e delle politiche sociali che liriguardano. Grazie al suo lavoro di capacity building, il Centroconcorre a favorire la piena attuazione della Convenzione suidiritti dell’infanzia, sia nei paesi industrializzati che nei paesiin via di sviluppo.Le pubblicazioni che il Centro produce contribuiscono al di-battito internazionale che da tempo si concentra sui diritti del-l’infanzia e comprendono una varietà di opinioni diverse. Pertale motivo i documenti pubblicati dal Centro non riflettononecessariamente le strategie dell’UNICEF, né le sue posizio-ni in merito a questioni specifiche. Le opinioni espresse ri-specchiano unicamente le idee degli autori e sono pubblicatedal Centro per stimolare il dialogo sui diritti dell’infanzia.In alcuni settori di ricerca, il Centro collabora con l’Istitutodegli Innocenti, che ne ospita la sede a Firenze. Il Centro èfinanziato principalmente dallo Stato italiano, ma riceve fondidestinati a progetti specifici anche da altri Stati, da istitutiinternazionali e da fonti private, oltre che dai Comitati Nazio-nali per l’UNICEF dei vari paesi. Nel biennio 1999/2000 ilCentro ha ricevuto finanziamenti dai governi di Canada, Fin-landia, Norvegia, Svezia e Regno Unito, oltre che dalla BancaMondiale e dai Comitati Nazionali per l’UNICEF di Austra-lia, Germania, Italia e Spagna.

Le opinioni espresse in questa pubblicazione sono del-l’autrice e non riflettono necessariamente le politiche o leopinioni dell’UNICEF.

SommarioINTRODUZIONE ....................................................................................................................................................................................................................................... v

1. L’IMPORTANZA DELLA PARTECIPAZIONE .................................................................................................................................... 11.1 Il contesto................................................................................................................................................................................................................................................... 11.2 Cosa afferma effettivamente l’articolo 12? ................................................................................................................................................ 11.3 L’incapacità degli adulti di ascoltare i bambini ................................................................................................................................... 31.4 Perché ascoltare i bambini ................................................................................................................................................................................................ 51.5 Argomentazioni contro la partecipazione dei bambini ............................................................................................................. 8

2. LA PARTECIPAZIONE IN PRATICA ................................................................................................................................................................. 112.1 Le potenzialità della partecipazione dei bambini ........................................................................................................................... 112.2 Principi di partecipazione democratica ........................................................................................................................................................... 112.3 Lezioni pratiche per favorire una partecipazione efficace .................................................................................................. 122.4 Esempi pratici di partecipazione di bambini ......................................................................................................................................... 19

3. LA PARTECIPAZIONE DEI BAMBINI A CONVEGNI E/O CONFERENZE ................................. 353.1 Questioni da affrontare .......................................................................................................................................................................................................... 353.2 Esempi recenti di convegni con il coinvolgimento di bambini ................................................................................... 43

Per ulteriori approfondimenti ................................................................................................................................................................................................. 53

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INTRODUZIONESin da quando è stata approvata la Convenzione sui diritti dell’infanzia (CDI), la “partecipazione deibambini” è stato l’argomento di un numero crescente di iniziative di ogni genere, da indagini e pub-blicazioni a convegni e progetti concreti. Nel corso dell’ultimo decennio, in ambito locale e a livellointernazionale, si sono svolte moltissime iniziative che hanno coinvolto bambini e adolescenti di tuttele età e di ogni parte del mondo, provenienti dalle situazioni economiche e sociali più diverse. Autoritàstatali e locali, agenzie ONU, organizzazioni non governative nazionali e internazionali, comunità escuole hanno cominciato a indagare sul significato dei termini consultazione, partecipazione, associa-zione e attribuzione di poteri.

Siamo, naturalmente, ancora in fase di sperimentazione. Sono state introdotte attività diverse, sonostate proposte varie modalità per definire la partecipazione, e segnalati diversi livelli di interessamen-to da parte dei governi. Si sono avuti accesi dibattiti sul grado di priorità da assegnare al tema della par-tecipazione, sia dal punto di vista pratico che dei diritti umani, cercando di stabilire se si tratta di unfine in sé, di un mezzo finalizzato alla promozione e alla tutela dei diritti umani, o di entrambi. Trovarsiin una fase di sperimentazione significa che a volte si possono seguire percorsi sbagliati e commettereerrori. Ma significa anche che è in atto un tentativo consapevole e costante di analizzare processi e risul-tati, sempre con la volontà di imparare dai propri sbagli!

Dare ascolto ai bambini e prendere sul serio quel che hanno da dire non è mai stato un tratto distinti-vo nei rapporti interpersonali, né delle società così come sono organizzate. L’impulso alla partecipazionepropugnato dalla CDI richiede cambiamenti notevoli, spesso profondi, a partire dall’atteggiamento cultu-rale con cui ci si pone nei confronti dell’infanzia. Persino adulti del tutto favorevoli al principio di metterei giovani in grado di esprimere il proprio punto di vista si trovano spesso a disagio circa le modalità e leimplicazioni nell’attuare tale principio. Anzi, a volte sono i giovani stessi a provare un simile disagio.

Questa pubblicazione è stata realizzata in tale contesto turbolento e di rapida evoluzione. Vi sisostiene l’esigenza di affermare il diritto dei bambini a essere ascoltati, e di consolidare e imparare dallepratiche esistenti. Vi si trovano riferimenti a buona parte delle ricerche già pubblicate e alle riflessionisvolte sull’argomento, oltre che a un’ampia gamma di iniziative internazionali. Su tali basi, questa Inda-gine cerca di fornire una serie di orientamenti pratici fondati sugli insegnamenti tratti dal lavorare insie-me a bambini e adolescenti. Naturalmente questo lavoro non vuol dare la parola definitiva in materia,ma piuttosto un contributo alla formazione di strumenti per coloro che vedono nel “diritto dei giovanialla partecipazione” un mezzo per l’affermazione e la protezione degli altri loro diritti.

Gerison Lansdown Consulente sui diritti dei bambini

TOWARDS A PEACEBUILDING EDUCATION

1.1 IL CONTESTO

Da molti anni è ampiamente accettato, in lineadi principio, il fatto che i bambini, i ragazzi egli adolescenti debbano veder realizzati i lorodiritti sociali ed economici, tra i quali il dirittoall’istruzione, alla salute, a una qualità di vitache ne consenta una crescita adeguata, algioco. Anche il principio che il periodo dell’in-fanzia debba godere di una tutela speciale – contro gli abusi, l’abbandono e lo sfrutta-mento – non è certo nuovo. Mentre milioni dibambini si vedono sistematicamente negatiquesti diritti, in molte società esiste un gene-rale consenso sull’importanza di operare per-ché essi siano riconosciuti in maniera più dif-fusa. La Convenzione sui diritti dell’infanzia,che contiene il primo formale ed esplicito rico-noscimento dei diritti dell’infanzia in unanorma internazionale, aggiunge un’ulterioredimensione allo status dei bambini nel ricono-scere che essi sono veri e propri soggetti didiritto e non semplici beneficiari della prote-zione degli adulti, e che tali diritti impongonoche i bambini stessi ricevano ascolto. Il ricono-scimento dei bambini, dei ragazzi e degli ado-lescenti quali soggetti di diritto è espresso, inmodo esplicito o implicito, in diversi articolidella Convenzione:● Articolo 5: orientamento e consigli forniti al

bambino dai genitori in conformità con ilgrado di sviluppo delle sue capacità;

● Articolo 9: non-separazione del bambinodalla famiglia senza dare al bambino la possi-bilità di far conoscere la propria opinione;

● Articolo 12: diritto del bambino di esprimerele sue opinioni e che queste vengano presedebitamente in considerazione;

● Articolo 13: diritto alla libertà d’espressione;● Articolo 14: diritto alla libertà di pensiero, di

coscienza e di religione;● Articolo 15: diritto alla libertà di associa-

zione;● Articolo 16: diritto alla privacy;● Articolo 17: diritto di accesso all’informa-

zione;● Articolo 29: diritto a un’educazione che pro-

muova il rispetto dei diritti umani e dellademocrazia.

Il punto fondamentale è nell’articolo 12, ilquale sostiene la «visibilità» del bambino allarealizzazione dei propri diritti. La sua tutela,insieme a quella degli altri diritti civili, com-porta per la maggior parte dei contesti socialiun ripensamento profondo e radicale dello sta-tus dell’infanzia e della natura dei rapporti traadulti e bambini. L’articolo 12 ci chiede di ini-ziare a dare ascolto a ciò che i bambini hannoda dire, e di prenderli sul serio. Ci chiede diriconoscere il valore delle loro esperienze, opi-nioni e preoccupazioni. L’articolo, inoltre, cisollecita a riconsiderare la natura delle respon-sabilità degli adulti nei confronti dei bambini.Riconoscere che i bambini possiedono deidiritti non significa che gli adulti non debbanoavere più alcuna responsabilità verso di loro. Alcontrario, non si può né si deve lasciare che ibambini restino soli a combattere le battaglienecessarie per ottenerne il rispetto. Quello chela Convenzione sottintende, così come la suafilosofia del rispetto per la dignità dei bambinie degli adolescenti, è che gli adulti debbanoimparare a collaborare più strettamente con igiovani per aiutarli ad articolare la loro vita, asviluppare strategie di cambiamento e a eserci-tare i loro diritti.

1. L’IMPORTANZA DELLA PARTECIPAZIONE

bambini molto piccoli o portatori di handicaptrovino difficoltà ad articolare con il discorsole proprie idee, ma li si può incoraggiare aesprimersi per mezzo dell’arte, della poesia,del gioco, della scrittura, del computer o delcanto.

1.2.2 Il diritto di esprimere liberamentele proprie opinioni

Se ai bambini e ai ragazzi si riconosce il dirittodi esprimere la propria opinione, è necessarioche gli adulti creino le occasioni perché ciòpossa avvenire. In altre parole, l’articolo 12impone agli adulti, nella loro veste di genitori,di professionisti e di personaggi politici, l’ob-bligo di far sì che i bambini e gli adolescentisiano stimolati e messi in grado di dare il loropunto di vista su tutti gli argomenti di loro per-tinenza. Ovviamente, questo non significa chei bambini debbano essere costretti a esprimereil proprio parere se non ne hanno il desiderio ol’interesse.

1.2.3 Il diritto a essere ascoltati su tutte le questioni che li riguardano

Il diritto a essere ascoltati si applica a tutte leattività e decisioni che interessano la vita deibambini, in famiglia, a scuola, nella comunitàlocale e a livello politico nazionale. Si applicasia ai bambini come singoli individui, adesempio la scelta relativa al loro destino inseguito al divorzio dei genitori, sia ai bambiniin quanto gruppo sociale, come la legislazioneche stabilisce l’età minima per il lavoro atempo pieno. È importante rendersi conto chesulla vita dei bambini incidono molti aspetti

1.2 COSA AFFERMA EFFETTIVAMENTEL’ARTICOLO 12?

1. Gli Stati parti garantiscono al fanciullo capacedi discernimento il diritto di esprimere libera-mente la sua opinione su ogni questione che lointeressa, le opinioni del fanciullo essendo debita-mente prese in considerazione tenendo conto dellasua età e del suo grado di maturità.

2. A tal fine, si darà in particolare al fanciullo lapossibilità di essere ascoltato in ogni proceduragiudiziaria o amministrativa che lo concerne,sia direttamente, sia tramite un rappresentanteo un organo appropriato, in maniera compati-bile con le regole di procedura della legislazionenazionale.

È importante capire bene ciò che è previ-sto dall’articolo 12 ma anche ciò che non è pre-visto. Esso non dà ai bambini e agli adolescen-ti il diritto all’autonomia. Non dà loro il dirittodi controllo su ogni decisione senza dovertener conto delle conseguenze verso gli altri overso se stessi. Non dà ai bambini il diritto diignorare quelli dei propri genitori. Ciò detto,l’articolo mette in discussione in modo profon-do e radicale gli atteggiamenti tradizionali, chedanno per scontato che i bambini debbanoessere visti ma non ascoltati.

1.2.1 Tutti i bambini sono capacidi esprimere opinioni

Non esiste un limite minimo di età per eser-citare il diritto alla partecipazione. Pertantotale diritto è da estendersi a qualunque bam-bino o ragazzo che abbia un parere su unargomento che lo riguarda. È possibile che

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Le implicazioni dell’articolo 12L’articolo 12 enuncia un diritto sostanziale,affermando che i bambini hanno il diritto diessere gli attori della propria vita e di parteci-pare alle decisioni che li riguardano. Ma, co-me per gli adulti, la partecipazione democra-tica non è un fine per se stesso. È uno stru-mento mediante il quale ottenere giustizia,

influire sulle scelte e denunciare abusi dipotere. In altri termini, è anche un diritto pro-cedurale che consente ai bambini di opporsialle violazioni o all’inosservanza dei propridiritti e di agire per promuoverli e tutelarli.Consente ai bambini di contribuire al rispettodei propri interessi.

della politica e della legislazione. I trasporti,gli alloggi, i temi macro- economici, l’ambien-te, l’istruzione, l’assistenza all’infanzia e la sa-lute, hanno tutti implicazioni che riguardano ibambini e gli adolescenti.

1.2.4 Il diritto a essere presi in considerazione

Non basta riconoscere ai bambini il diritto aessere ascoltati. È necessario prendere nelladebita considerazione quello che hanno dadire. L’articolo 12 insiste sull’esigenza di darpeso alle opinioni dei bambini e che di questesi tenga conto nel decidere sulle questioni cheli riguardano. Ovviamente, questo non signifi-ca conformarsi sempre ai loro pareri, ma sem-plicemente tenerne conto.

1.2.5 Secondo l’età e il grado di maturità

L’importanza da dare alle opinioni dei bambiniva commisurata al loro grado di comprensionedella materia in questione. Ciò non significache le opinioni dei bambini debbano essereautomaticamente tenute in minor conto. Sonomolti i temi che anche bambini piccoli riesco-no a comprendere, contribuendovi con parerisignificativi. Le capacità cognitive non si svi-luppano in maniera rigida seguendo stati dicrescita ben definiti. Il contesto sociale, il tipodi decisione, l’esperienza propria del bambinoe il grado di sostegno offerto dagli adulti sonotutti fattori che influiscono sulla capacità deibambini di comprendere le questioni che liriguardano.

1.3 QUANDO GLI ADULTINON ASCOLTANO

Esiste un’ampia documentazione su come ibambini siano stati “traditi” dal diffuso atteg-giamento nei loro confronti, che si fonda sullapresunzione che gli adulti ne sappiano di piùe che faranno le scelte più giuste nel lorointeresse. Molti di questi fallimenti derivanodal rifiuto di dare ascolto alle voci dei bambi-ni. In che modo sono avvenuti questi “tradi-menti”?

1.3.1 Gli adulti possono abusare delproprio potere sui bambini

Adulti che hanno un ruolo di potere sui bam-bini possono sfruttare e abusare della loro au-

torità a danno del benessere dei bambini.Non è difficile trovare esempi. È fin troppodocumentato che bambini nei paesi di tutto ilmondo subiscono violenze fisiche e sessualiall’interno della loro stessa famiglia1. Inoltre,nel corso degli anni ’80 e ’90 sono stati de-nunciati moltissimi casi di bambini ospiti diistituti fatti oggetto di abusi sistematici da

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1 Cfr. ad esempio le commissioni sulla violenza, USA,Regno Unito, Australia2 The Pindown Experience and the Protection of Children: TheReport of the Staffordshire Child Care Enquiry, Levy A. eKahan B. Staffordshire County Council, 1991 e The Leice-stershire Inquiry 1992, Kirkwood A. (Leicestershire CountyCouncil 1993); Lost In Care, the Tribunal of Inquiry intoabuse of children in care in Clywd and Gwynedd, SirRonald Waterhouse, DH/Welsh Office 2000

Negare la voce ai bambini favorisce l’impunità di chi ne abusaNel Regno Unito una serie di inchieste pubblichesvolte negli anni ’80 e ’90 hanno portato allaluce episodi sistematici di abuso fisico e sessua-le perpetrati dal personale degli istituti per l’in-fanzia e coperti da una cultura di collusione,ignoranza, indifferenza e silenzio da parte delresto del personale o dei colleghi. Uno dei puntiemersi con maggior forza è che le violenze sonocontinuate perché ai bambini si negava ogni

diritto di denunciare ciò che avveniva2. Non sidava credito ai loro racconti e veniva loro nega-to l’accesso ai mezzi di informazione che pote-vano far conoscere le loro difficoltà. Anzi, se equando qualcuno protestava, rischiava di esseresottoposto a ulteriori abusi. In altre parole, gliadulti coinvolti potevano impunemente agirecontro i bambini perché a questi ultimi non eraconcesso denunciare le violenze.

presso gli adulti, mentre i bambini stessi sonorimasti inascoltati.

1.3.3 I diritti dei genitori vengonosalvaguardati a scapito dei dirittidei bambini

Le scelte politiche tendono a tutelare i diritti egli interessi dei genitori piuttosto che quelli deibambini, anche quando così facendo si produ-cono effetti dannosi sul benessere dell’infanzia.E i genitori, essendo adulti ed elettori, hannoovviamente maggiore capacità d’influenzapresso i governi di quanta ne abbiano i bambi-ni. Un esempio: ancora oggi in molti paesi delmondo si pratica la punizione corporale suibambini, malgrado il Comitato per i diritti del-l’infanzia abbia dichiarato esplicitamente chetale pratica costituisce una violazione all’artico-lo 19 della Convenzione sui diritti dell’infanzia,cioè il diritto alla protezione da ogni forma diviolenza. I genitori ne giustificano l’uso addu-cendo la necessità di imporre la disciplina aifigli. E tuttavia esistono prove in abbondanzache dimostrano che le punizioni fisiche nonsono una forma di disciplina efficace, ma arre-cano danni potenziali e reali, e che come formadi punizione tendono a crescere d’intensità3.Avviene raramente che si richieda l’opinionedei bambini sull’uso delle punizioni corporali.

parte degli stessi adulti incaricati della lorotutela. I casi più noti sono avvenuti nei paesidell’Est europeo, ma anche in paesi più ric-chi, come nel Regno Unito e in Irlanda, ibambini si trovano esposti a situazioni di vul-nerabilità.

1.3.2 Non sempre gli adulti agiscononell’interesse dell’infanzia

Non è solo con episodi deliberati di abuso o diabbandono che si producono effetti negativisul benessere dei bambini. Nel corso del XXsecolo, professionisti di vario titolo, incaricatidella cura dell’infanzia, sono stati artefici didecisioni, scelte politiche o provvedimentiche si sono dimostrati inopportuni, se nonaddirittura dannosi per i giovani, benchéadottati con lo scopo dichiarato di promuover-ne il benessere. Tutti questi casi hanno incomune la mancanza assoluta di consultazionio di coinvolgimento dei giovani stessi. Nonoccorre andare lontano per trovarne esempi:lo sfollamento dei bambini durante la secon-da guerra mondiale, la sistemazione di bam-bini in grandi istituti freddi e incapaci di offri-re benessere emotivo e psicologico, la prassiin alcuni paesi dell’affidamento automaticodei figli alla madre o al padre in caso di divor-zio senza tener conto delle circostanze reali,

l’istruzione negata ai bambini disabili, lareclusione di bambini in istituti nel tentativodi toglierli dalla strada, e così via. Oggi vienesempre più riconosciuto che i bambini sonostati più danneggiati che aiutati da questepratiche, le quali hanno trovato tuttavia, e inmolti casi trovano ancora oggi, giustificazione

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3 Hitting People is Wrong – and Children are People Too,Epoch Worldwide/Radda Barnen, London, Strauss M.A.;Beating the Devil out of Them: Corporal Punishment in Ameri-can Families, 1994, Lexington Books, New York; SummaryReport of the AMA Commission on Violence and Youth, 1993,American Psychological Association, Washington DC4 It Hurts You Inside, Willow and Hyder, National Chil-dren’s Bureau/Save the Children, 1998

I bambini hanno opinioni diverse dagli adulti sulle punizioni corporaliUn esercizio di consultazione, condotto nel 1998in Inghilterra su 70 bambini tra i cinque e i setteanni, ha fornito una testimonianza penosamente vi-vida dell’umiliazione, il dolore e il senso di rifiutoche i bambini provano quando vengono picchiatidai genitori. Chiedendo loro che cosa intendesserocon la parola “smack” [termine onomato- peicoche significa anche “colpo” o “botta” ma spesso lo“schiocco” di un bacio, N.d.T.] rispondevano inva-

riabilmente “botta”. Tra i commenti sulle sensazioniprovate c’erano frasi come “è come se ti colpisserocon un martello”, “è come rompersi le ossa”, “ècome sanguinare” e “fa male, è duro e ti lasciadolorante”. I loro resoconti contrastano nettamentecon le giustificazioni proclamate da molti genitori iquali affermano che queste punizioni vengonosomministrate con amore, che non fanno male sulserio e che vi ricorrono solo in casi estremi4.

1.3.4 Spesso le scelte politichetrascurano gli interessi dell’infanzia

Nella sfera delle decisioni politiche, gli inte-ressi dei bambini sono spesso ignorati in favo-re dei gruppi d’interesse che hanno più potere.Con ciò non si intende dire che il benesseredell’infanzia venga trascurato deliberatamen-te, ma che le istanze dei bambini, nonché l’im-patto che le decisioni politiche hanno sulla lorovita, non vengono adeguatamente messe inluce nei consessi decisionali e perciò non si tro-vano mai tra le priorità da perseguire.

Solo in pochissimi paesi – tra cui Sudafrica,Norvegia e Svezia – l’analisi della spesa pub-blica comprende valutazioni intese a determi-nare se la quota destinata ai bambini e al lorobenessere rifletta effettivamente le loro esi-genze o la loro rappresentanza all’interno dellacomunità.

E in molte città del mondo si assiste a unacrescente intolleranza verso la presenza deibambini sulla scena pubblica. Lungi dal pro-gettare paesi e città a misura di bambino, i piùpiccoli sono largamente considerati come sog-getti indesiderati nelle strade e nei negozi,specialmente quando sono in gruppo. Gli spazi

pubblici vengono ritenuti “proprietà” degliadulti, e la presenza di giovani in quegli spaziè ritenuta un’intrusione molesta.

1.4 PERCHÉ ASCOLTARE I BAMBINI

1.4.1 Prendere decisioni migliori I bambini possiedono esperienze e conoscenzeche appartengono tipicamente alla loro condi-zione. Hanno opinioni e idee che si fondanosul loro vissuto. Tuttavia, in troppi paesi siomette o addirittura si rifiuta di riconoscere la

legittimità di un loro contributo ai processidecisionali. Molte strategie a livello stataleincidono sulla vita dei bambini in modo diret-to o indiretto; malgrado ciò esse vengono presee attuate quasi sempre senza sapere come sirifletteranno sulla vita quotidiana dei bambinio sul loro benessere presente e futuro.

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5 Children, Economics and the EU – Towards Child FriendlyPolicies, Radda Barnen, on behalf of the ICSA, Stockholm,20006 Stepney and Wapping Community Child Health Project,Stepney Community Nursing Development Unit, resear-ch and development programme 1993-5

Prove della mancanza di considerazione per gli interessi dei bambiniBen poca considerazione è stata riservata all’in-fanzia con l’imposizione dei programmi di aggiu-stamento strutturale degli anni ‘80, nonostante glieffetti devastanti provocati dalla riduzione dellaspesa sociale e la concomitante privatizzazionedei servizi scolastici e sanitari. In molti paesi del-

l’Unione Europea – tra cui Belgio, Danimarca,Germania, Olanda e Regno Unito – negli anni’80 e ’90 la povertà ha afflitto i bambini in manie-ra sproporzionata, come conseguenza delle poli-tiche economiche, nelle quali non si dava impor-tanza ai loro interessi5.

I bambini percepiscono la realtà in maniera diversa dagli adultiUna dimostrazione interessante del divario esi-stente tra il pensiero degli adulti e la realtà divita dei più piccoli emerge da un’indagine con-dotta nel 1993 su bambini di quattro e cinqueanni in un quartiere povero di Londra6. È statochiesto loro di realizzare un murale che raffigu-rasse il loro ambiente così com’era e comeavrebbero voluto che fosse. I ricercatori hanno

scoperto che i bambini erano contrari al pro-getto dell’amministrazione locale di realizzarearee di gioco con fondo in erba, il tipo di terre-no largamente ritenuto il più appropriato. Essipreferivano una pavimentazione di cemento,perché l’erba impediva di scorgere i vetri rotti,gli escrementi dei cani e le siringhe usate daitossicodipendenti.

so che i bambini siano ritenuti soggetti arischio, esposti ai pericoli dell’ambiente circo-stante. I timori per la loro esposizione a traffi-co, droghe, violenza e abusi sessuali hannocondotto all’imposizione di controlli molto piùseveri sulla libertà e sui movimenti dei bambi-ni. Eppure sono rari i casi in cui si riconosce osi mette a frutto l’esperienza dei bambini conl’intento di elaborare strategie per contrastarequesti problemi. Di conseguenza, in nomedella loro protezione, i bambini si vedononegare la possibilità di gioco, di amicizia, diautonomia e di esplorazione.

Le campagne nazionali e internazionalifinalizzate a porre fine al lavoro minorile hannospesso mancato di affrontare la realtà della vitadei bambini lavoratori. Tralasciando di scam-biare informazioni con i bambini stessi, oltreche con le loro famiglie, qualche volta l’effettodi queste campagne è stato di peggiorare lasituazione.

Per operare una scelta valida occorre ser-virsi delle migliori informazioni a disposizione.Per elaborare una politica sociale efficace èessenziale che si consultino i bambini e che sitragga indicazione dalle loro intuizioni, cono-scenze e idee. Oltre a ciò, spesso i bambinisono meno cinici e hanno un atteggiamento dimaggior fiducia e flessibilità verso il futuro e lepossibilità di cambiamento.

Nella maggior parte dei paesi ci si preoc-cupa di migliorare la condizione dei bambinie le opportunità di istruzione a loro disposi-zione. Tuttavia in pochissimi Stati si cerca discoprire direttamente dalla voce dei bambiniquali metodi d’insegnamento funzioninomeglio, quali programmi scolastici siano piùadatti, quali fattori provochino l’abbandono el’assenteismo scolastico, come migliorare iltasso di frequenza soprattutto delle bambine,come si potrebbe incoraggiare una buona con-dotta e promuovere una disciplina efficace.L’esperienza mostra che nelle scuole dove sifavorisce il coinvolgimento dei bambini e siintroducono organismi più democratici vi èuna maggiore armonia, un miglior rapporto trastudenti e insegnanti, e nel complesso unambiente d’apprendimento più favorevole7. Ibambini che si sentono valorizzati, che cono-scono l’esistenza di strumenti con cui affron-tare le ingiustizie, che vengono consultatisulle questioni relative alla gestione dellascuola, si mostrano molto più propensi a ri-spettare l’ambiente scolastico. Se si vuoleporre un freno agli elevati tassi di abbandonoscolastico riscontrati in moltissimi paesi, lescuole devono diventare dei luoghi in cui ibambini desiderano andare e dove i loro inte-ressi trovano considerazione. Se vogliamo chei bambini si sentano compartecipi e sviluppi-no un senso di responsabilità, occorre fare inmodo che essi trovino quotidiane occasioni dicoinvolgimento nelle decisioni e nella gestio-ne della scuola.

In molte società avviene sempre più spes-

6 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

Non ascoltare può condurre a scelte sbagliateIn Bangladesh i bambini che sono stati licenziatidalle industrie dell’abbigliamento, a seguito di unacampagna statunitense contro l’impiego in quelsettore dei minori di 15 anni, sono stati costretti atrovare altri lavori meno idonei e più a rischio degliimpieghi dai quali erano stati sollevati8. Allo stessomodo, molte iniziative avviate per togliere i ragaz-zi dalla strada fornendo loro una sistemazione inistituto e la possibilità di istruzione si sono risoltein fallimenti in quanto non si era ritenuto necessa-

rio sentire le opinioni dei diretti interessati. I pro-grammi che si sono dimostrati funzionali sonoquelli che hanno cercato di aiutare i giovanimediante rapporti di collaborazione, lasciando chesia la loro esperienza a indirizzare lo sviluppodegli interventi e dei servizi appropriati. Oggi ilBangladesh sta realizzando forme di istruzione perl’infanzia in ogni tipo di attività lavorativa tramiteworkshop partecipativi con gruppi di giovani ditutte le categorie occupazionali.

7 Cfr. ad esempio The Euridem Project, Davies and Kirk-patrick, Children’s Rights Alliance for England, London,20008 In Children’s Words, UNICEF Bangladesh, 1997

1.4.2 Rafforzare l’impegno per la democrazia e favorirne una migliore comprensione

Sia nelle democrazie consolidate che in quel-le di recente costituzione, vi è la necessitàper i bambini di fare esperienza con i proces-si decisionali democratici. Nei paesi in cuiesistono conflitti interni e tensioni cheminacciano la democrazia, tali esperienzeacquistano un significato ancor più importan-te. I bambini hanno bisogno di conoscere iloro diritti e doveri, in che modo la proprialibertà è limitata dai diritti e dalla libertàaltrui e come le proprie azioni possono influi-re sui diritti degli altri. Hanno bisogno dioccasioni per partecipare ai processi decisio-nali nella scuola e nella comunità locale e diimparare ad attenersi alle decisioni prese.Solo facendo esperienza del rispetto con cuivengono accolte le proprie idee e scoprendol’importanza del proprio rispetto per le opi-nioni altrui, i bambini riusciranno ad acquisi-re la capacità e la volontà di dare ascolto aglialtri, iniziando così a capire il funzionamentoe il valore della democrazia. Imparando a faredomande, a esprimere le proprie opinioni evedendole prese in considerazione i bambini

zione di elezioni, il funzionamento dell’O-NU, ecc.) che non fanno alcun riferimentoall’esercizio arbitrario dell’autorità che avvie-ne tutti i giorni a scuola. È invece necessariocreare processi di partecipazione in tutte leistituzioni che prevedono la presenza deibambini, perché si rendano conto che è lì chela democrazia viene applicata, e che essa èqualcosa di più dell’elezione di un governonazionale.

I giovani si sentono sempre più distantidai processi politici formali, sia nei paesi euro-pei che negli Stati Uniti, dove si rilevano bassilivelli di partecipazione delle fasce giovanilialle votazioni9. Promuovere il coinvolgimentodei giovani significa offrire loro uno strumen-to per comprendere il funzionamento dei pro-cessi politici, oltre che rinsaldare il loro inte-resse e impegno verso la democrazia. Letestimonianze dimostrano che i bambini desi-derano effettivamente avere una maggioreinfluenza sulla propria vita. Non è detto che ilcinismo e l’assenza di un effettivo impegnonelle strutture politiche esistenti stiano a indi-care nei giovani una mancanza d’interesse perle questioni politiche.

Molti bambini nel mondo ritengono chele proprie opinioni non contino, che non pos-

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Ai bambini interessa essere coinvoltiNel 1997 è stato condotto un sondaggio inAustria nel quale si è chiesto a 800 giovani tra itredici e i diciassette anni se fossero a favore diuna maggiore informazione e partecipazionepolitica. Il 93% ha risposto che avrebbe deside-rato essere informato delle iniziative nella pro-pria municipalità, e il 65% ha chiesto che i poli-tici stabilissero degli orari di ricevimento per igiovani10. Questi risultati mostrano una significa-

tiva esigenza di un maggiore coinvolgimento.Uno dei giovani partecipanti all’incontro pro-

mosso da Euronet (un’organizzazione europeaper i diritti dell’infanzia) esprime bene l’opinionediffusa fra molti adolescenti: “Ci sono un sacco dipersone là fuori che avrebbero qualcosa da direma o non sanno come farlo oppure quando rie-scono a dirlo restano ignorati e perciò non sifanno più sentire”11.

9 Cfr. ad esempio “General Election: First Time Voters”,MORI, 1997 e Freedom’s Children, Wilkinson and Mulgan,Demos, London, 199510 “Jugendliche reden mit”, non pubblicato, Riepl andRiegler, Graz: Kommunale Beratungsstelle fur Kinder andJugendinitiativen, 199711 Challenging Discrimination against Children, G. Lan-sdown, Euronet, Brussels, 2000

acquisteranno quell’abilità e competenzanecessarie a sviluppare le capacità di ragiona-mento e di giudizio con cui affrontare leinnumerevoli questioni che l’età adulta portacon sé. Purtroppo quando nelle scuole siinsegnano i metodi della democrazia, spessolo si fa con giochi di simulazione (l’organizza-

1.4.3 Proteggere meglio l’infanzia

È solo quando vengono rispettati che siapprende di possedere dei diritti e si comin-cia a considerarli come un sostegno importan-te alla propria vita. Avere voce in capitoloriguardo ai propri diritti è quindi un requisitofondamentale per la loro realizzazione. Avolte si afferma che concedere diritti ai bam-bini li colloca al di fuori della tutela degliadulti, e che se si prendono sul serio le loroargomentazioni tenderanno ad assumere deci-sioni e comportamenti tali da mettersi in peri-colo. Chi sostiene questa posizione fraintendela natura dei diritti propugnati dalla CDI.Come indicato in precedenza, la Convenzio-ne non offre all’infanzia i pieni diritti chespettano agli adulti ma riconosce ai bambini ildiritto di ricevere ascolto e di assumersi gra-dualmente le responsabilità decisionali manoa mano che diventano adulti. Incoraggiando ibambini a esprimere preoccupazioni e offren-do loro l’opportunità di far conoscere le pro-prie idee, sarà possibile tutelarli in modomolto più efficace. Il silenzio che ha accom-pagnato gli abusi sessuali, perpetrati suiminori all’interno delle famiglie, è servitosolo a proteggere gli autori degli abusi stessi.Quando si riconosce ai bambini il diritto dicontestare la propria situazione, mettendo aloro disposizione anche gli strumenti perfarlo, è molto più facile far venire alla luceabusi e violazioni di diritti. I bambini incorag-

sono influire in alcun modo su ciò che vienedeciso e che la democrazia non ha alcun biso-gno di loro. La maggior parte dei giovani èufficialmente esclusa dal diritto di voto finoall’età di diciotto anni, e pertanto non puòesercitare alcun ruolo formale nelle istituzio-ni di rappresentanza delle democrazie. Gliunici paesi che hanno portato l’età minimaper votare sotto i diciotto anni sono la BosniaErzegovina, Brasile, Croazia, Cuba, Iran,Nicaragua, Filippine, Serbia, Montenegro eSlovenia.

Ma la democrazia può anche essere intesain termini più ampi, come partecipazione allasocietà civile. Gruppi sociali tradizionalmen-te svantaggiati – tra i quali le donne e i disa-bili – hanno avviato dialoghi con i rappresen-tanti politici locali e nazionali al fine dipromuovere e sollecitare un maggiore ricono-scimento delle proprie istanze. Privati del-l’accesso persino agli organi democratici for-mali, i bambini hanno rivendicazioni anchepiù forti al diritto di partecipazione nellasocietà. Tale esclusione si ripercuote sui bam-bini con una duplice discriminazione. Perprima cosa costituisce una negazione del fon-damentale diritto di essere ascoltati e presi inconsiderazione nelle sedi decisionali dellalegislazione, della politica e della distribuzio-ne delle risorse, come invece prescrive l’arti-colo 12 della CDI. E inoltre questa esclusio-ne li priva anche della possibilità di influiresull’esercizio di altri diritti.

8 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

I bambini chiedono di essere coinvolti nelle questioni che li riguardano

● Per acquisire nuove capacità.● Per aumentare la stima di sé● Per allontanare la sensazione di impotenza che

è spesso associata all’infanzia● Per diventare capaci di affrontare le violazioni

e l’inosservanza dei loro diritti● Perché hanno molte cose da dire● Perché ritengono che gli adulti li fraintendano● Perché credono che il loro contributo possa

essere utile per fare scelte migliori

● Perché pensano che sia giusto che venganoascoltati quando è in causa anche la loro vita

● Perché desiderano contribuire a migliorare ilmondo

● Perché potrebbe essere divertente● Perché è un’occasione per conoscere giovani

di altri ambienti, di età diversa e con esperien-ze nuove

giati a parlare hanno la possibilità di esporreeventuali violazioni e non sono più semplicioggetti della tutela degli adulti. Per di più, gliadulti possono intervenire in difesa dei bam-bini solo se sono a conoscenza di quantoavviene nella loro vita, e questa informazionepuò arrivare solo dai bambini stessi. La vio-lenza sugli adolescenti nelle carceri, i maltrat-tamenti negli orfanotrofi, il razzismo nellescuole, le rappresentazioni distorte dei giova-ni nei media, potranno essere contrastati conefficacia solo se i bambini saranno messi ingrado di raccontare la propria storia a chi hal’autorità di intervenire nei modi appropriati.

1.4.4 È un diritto umano fondamentale

Ogni persona ha il diritto di esprimere la pro-pria opinione quando si prendono decisioniche incidono direttamente sulla sua vita, eanche i bambini sono persone. Che si tratti diuna decisione individuale riguardante l’affida-mento di un bambino in seguito al divorzio deigenitori, o di temi più ampi come i regolamen-ti scolastici, le leggi sull’età minima per il lavo-ro a tempo pieno o la rappresentazione deibambini nei media, i giovani hanno il diritto diesporre i propri punti di vista, di partecipare aiprocessi decisionali e di essere presi seriamen-te in considerazione.

1.5 ARGOMENTAZIONI ADOTTE CONTRO LA PARTECIPAZIONE DEI BAMBINI

1.5.1 I bambini non hanno sufficientecompetenza o esperienza per partecipare

I bambini, come gli adulti, hanno gradi diffe-renti di competenza nei diversi aspetti dellavita. Anche un bambino piccolo è in grado didire che cosa gli piace o no della scuola e spie-garne i motivi, o di avere idee su come rende-re le lezioni più interessanti, oppure di offrireassistenza ad altri bambini. Qualsiasi bambinoè capace di dare un contributo alle questioniche lo riguardano, ammesso che riceva il

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 9

sostegno necessario e le informazioni adegua-te e che gli sia consentito di esprimersi con glistrumenti appropriati, come disegni, poesie,teatro, fotografie, oltre che con normalidiscussioni, colloqui e attività di gruppo. Inrealtà, non è difficile immaginare la parteci-pazione, a livelli opportuni, di adolescenti eanche di bambini ai primi passi, a seconda dicome riteniamo debba svolgersi la loro cresci-ta. La creazione di ambienti che offranoquante più occasioni possibili ai bambini peresplorare e avviare iniziative spontanee è solouno dei modi per mettere in atto lo spiritodella CDI.

1.5.2 I bambini devono imparare ad assumersi delle responsabilitàprima che si concedano loro dei diritti

Uno dei modi più efficaci per incoraggiare ibambini e gli adolescenti ad assumersi delleresponsabilità è cominciare a rispettarne i dirit-ti. Se ai bambini si offre l’occasione di condivi-dere le loro idee all’interno di un gruppo nelquale vengono accolte come legittime, impare-ranno che anche gli altri hanno il diritto di rice-vere ascolto e rispetto.

1.5.3 Concedere ai bambini il diritto di essere ascoltati significa privarlidella loro fanciullezza

L’articolo 12 non impone ai bambini l’obbligodi partecipare alle decisioni. Si limita a conce-dere loro il diritto di farlo. Tra l’altro, credereche i bambini non prendano decisioni e chenon si assumano delle responsabilità fin da pic-coli, fa parte di una visione romantica dell’in-fanzia. Anche bambini piccoli, che vivono inambienti iperprotetti, possono trovarsi a sce-gliere gli amici, ad affrontare separazioni fami-liari, a negoziare tra genitori in conflitto o adecidere su giochi e regole.

1.5.4 Si crea una mancanza di rispettoverso i genitori

Dare ascolto ai bambini significa rispettarli eaiutarli a imparare quanto sia importanterispettare gli altri. Non significa insegnare a

cile rispettare il diritto dei bambini alla parte-cipazione, specialmente quando essi stessi nonne hanno mai beneficiato in passato. Questonon deve dissuadere dall’incoraggiare i bambi-ni alla partecipazione. Dovrebbe piuttostorafforzare l’esigenza di farlo. Non bisogna por-tare i bambini a credere che essi solo hanno ildiritto di farsi ascoltare; laddove possibile,occorrerebbe coinvolgere anche le famiglie.

ignorare i genitori. Anzi, l’articolo 29 dellaConvenzione afferma chiaramente che unadelle finalità dell’educazione è di svilupparenei bambini il rispetto dei genitori. Dare ascol-to è una maniera per risolvere le liti, per trova-re soluzioni e favorire la comprensione, il tuttoa beneficio dell’armonia familiare. Dar voce aibambini è un segno concreto di amore e dirispetto. Ad alcuni genitori può risultare diffi-

10 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

2.1 LE POTENZIALITÀDELLA PARTECIPAZIONEDEI BAMBINI

Dal 1990, con l’entrata in vigore della Conven-zione sui diritti dell’infanzia, vi sono stati mol-tissimi dibattiti e iniziative pratiche finalizzatialla realizzazione del principio espresso dall’ar-ticolo 12, cioè il diritto dei bambini a espri-mersi e a essere presi in considerazione. Èormai provato che è possibile coinvolgere consuccesso bambini e adolescenti nelle seguentiattività:● Ricerca;● Monitoraggio e decisioni riguardanti la loro

salute;● Gestione di istituti a loro dedicati, ad esem-

pio le scuole;● Valutazione dei servizi destinati ai giovani;● Rappresentanza del proprio gruppo sociale;● Patrocinio;● Progettazione, gestione, monitoraggio e

valutazione di progetti;● Campagne di sensibilizzazione e lobbying;● Analisi ed elaborazione politiche;● Pubblicità e uso dei media;● Partecipazione a convegni.

Il coinvolgimento può avvenire in qua-lunque sede istituzionale che preveda il con-tatto con i bambini: scuole, istituti di acco-glienza, organi giudiziari per minori, media,organismi di tutela, servizi per i giovani, luo-ghi di lavoro, servizi sanitari, amministrazionilocali e statali. Possono intervenire a tutti ilivelli, dalla famiglia alla comunità locale,fino alla scena internazionale. In ogni caso,affinché la partecipazione dei bambini abbiaun senso, è essenziale che i loro interventisiano legati direttamente ad argomenti di cui

abbiano un’esperienza immediata e cheritengano di importanza cruciale.

Dall’esperienza acquisita nel corso dell’ul-timo decennio emerge una ricchezza di cono-scenze e di capacità che è possibile condivide-re e indirizzare verso forme più efficaci dicoinvolgimento democratico dei bambini. Nonesistono strategie predefinite, né modelli idea-li o universali. Il metodo da applicare dipendedalla materia, dal progetto o dall’attività, non-ché dall’ambito operativo, locale, regionale ointernazionale. Dipende anche dalle finalitàche ci si propone di raggiungere.

2.2 PRINCIPI DI PARTECIPAZIONEDEMOCRATICA

Alcuni principi fondamentali dovrebbero esse-re alla base di ogni attività volta a favorire lapartecipazione democratica dei bambini.

2.2.1 I bambini devono conoscere le motivazioni e gli scopi del processo o dell’iniziativa, e il ruolo a essi riservato.

Coinvolgere i bambini in iniziative finalizzateesclusivamente agli adulti costituisce nelmigliore dei casi un gesto dimostrativo, nelpeggiore è sfruttamento. Mettere bambini asbandierare stendardi recanti slogan alla cuiformulazione non hanno cooperato, o farli par-tecipare a convegni di cui non afferrano ilpieno significato non significa attuare il princi-pio della partecipazione. Allo stesso modo, seai bambini non vengono fornite le informazio-ni necessarie, difficilmente saranno in grado dioperare scelte o esprimere pareri ragionati. Ibambini devono ricevere informazioni in unformato accessibile e adatto alla loro età.

2. LA PARTECIPAZIONE IN PRATICA

una gran mole di lavoro viene svolta con i bam-bini che vivono e lavorano nelle strade, mamolto meno si fa per migliorare la situazione diquelli ospiti di istituti.

2.2.5 Stabilire le regole fondamentali fin dal principio

Ogni progetto che si svolge con la collaborazio-ne di bambini e adolescenti deve prevedereuna serie di norme di base, concordate e accet-tate da adulti e bambini. Gli adulti potrebberoessere costretti a imporre dei limiti a causadelle loro responsabilità nel progetto. Tali limi-ti devono essere chiari e ben definiti fin dall’i-nizio. Sarà sempre possibile rinegoziare leregole fondamentali nel corso dei lavori, maquesto andrà fatto in maniera democraticainsieme ai bambini interessati.

2.2.6 La partecipazione deve esserevolontaria e i bambini devonoessere liberi di ritirarsi in qualunque momento

Un’iniziativa non può essere definita parteci-pativa se i bambini sono obbligati a partecipar-vi. Ad esempio, non si può definire vera parte-cipazione prelevare dei ragazzi da una scuola eportarli a un convegno, anche se una volta lìdimostreranno un attivo coinvolgimento. Inol-tre, i bambini dovrebbero essere liberi di poterrinunciare in qualunque momento.

2.2.7 I bambini hanno diritto al rispettodelle proprie idee ed esperienze

Tutte le iniziative devono essere fondate sulriconoscimento che la partecipazione dei bam-bini è un diritto umano fondamentale. Non sitratta di una elargizione da parte di adulti ben-disposti e non dovrebbe mai essere concesso onegato a mo’ di ricompensa o punizione.

2.3 LEZIONI PRATICHE PER FAVORIRE UNA PARTECIPAZIONEEFFICACE

Non esiste uno schema prestabilito per creareuna forma ottimale di partecipazione dei gio-vani. In realtà, affidarsi a uno schema signifi-cherebbe negare loro la possibilità di contri-

2.2.2 I rapporti di potere e le strutturedecisionali devono esseretrasparenti

È importante che i bambini sappiano sin dall’i-nizio quali sono le decisioni da prendere e chile deve prendere. Se vengono a scoprire, dopol’avvio di un processo, di non avere l’autoritàche credevano, giudicheranno l’iniziativa conrisentimento e cinismo.

2.2.3 I bambini dovrebbero esserecoinvolti sin dalle prime fasidell’iniziativa

Se vengono invitati all’ultimo momento, nonavranno la possibilità di incidere o influire nésul processo né sui risultati. La loro presenzanon produrrà alcun effetto sull’iniziativa nelsuo complesso. I dati dimostrano che i bambi-ni possono avere idee forti e innovative sucome si debba sviluppare un progetto, se lotrovano significativo e interessante. Non sem-pre è possibile farli intervenire dalle fasi inizia-li, ma quanto prima vengono coinvolti tantomaggiori sono le probabilità che l’iniziativapossa beneficiare del loro impegno e del lorocontributo.

2.2.4 Tutti i bambini devono esseretrattati con lo stesso rispetto senza distinzione di età, classesociale, etnia, capacità o altrecondizioni

Occorre dare lo stesso valore alla partecipazio-ne di tutti i bambini, anche se quelli di età ecapacità diverse avranno bisogno di sostegnodiverso e contribuiranno con modalità diffe-renti. Inoltre, è importante assicurarsi che tuttii bambini per i quali l’iniziativa riveste impor-tanza siano messi nelle condizioni di partecipa-re, e che non restino esclusi a causa della loro“invisibilità” all’interno della comunità locale.Ad esempio, un’iniziativa per migliorare laqualità dell’ambiente dovrebbe comprendere ibambini portatori di handicap, le bambine, ibimbi più piccoli, i ragazzi appartenenti aminoranze etniche, e così via. Bisogna evitareinoltre di concentrarsi esclusivamente su atti-vità o iniziative che incontrino gli interessi deigruppi di giovani più “visibili”. Per esempio,

12 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

buire all’elaborazione dell’iniziativa. Ogni pro-getto deve sviluppare una propria metodologiaconformemente agli obiettivi prefissati. Esistecomunque una gamma di insegnamenti praticiche è stata appresa dalle molte iniziative svol-te nel mondo per promuovere la partecipazio-ne dei bambini e degli adolescenti. Questiinsegnamenti sono applicabili a tutte le occa-sioni nelle quali si cerca di coinvolgere i giova-ni, ad esempio convegni, progetti di attribuzio-ne di poteri, esercizi di consultazione,educazione alla democrazia.

2.3.1 Siate pronti ad ascoltare le priorità dei ragazzi

In molte società è radicata la presunzione chele idee e le opinioni degli adulti siano piùassennate, pertinenti e importanti di quelle dibambini e adolescenti. Se vogliamo dare il giu-sto riconoscimento al contributo attivo dei

bambini nelle scelte che incidono sulla lorovita, dobbiamo essere disposti a mettere indubbio tale presunzione. I bambini hanno opi-nioni proprie in merito a quali siano i progettio le attività da ritenersi più importanti o a qualisiano i diritti non rispettati, e non sempre cor-rispondono alle opinioni degli adulti. Progettiche non coinvolgono la vita quotidiana deibambini non saranno di grande sostegno per iloro interessi. Per fare un esempio, si potrebberitenere che affrontare il problema dell’uso distupefacenti sia una questione prioritaria, mase l’interesse principale dei bambini è rivoltoal tipo di trattamento che ricevono a scuola, èmolto più probabile che siano attratti da unprogramma indirizzato a instaurare un dialogocon gli insegnanti, a sollecitare strutture piùdemocratiche e a porre fine alle punizioni cor-porali. Occorre anche ricordare che molti argo-menti tradizionalmente considerati di perti-

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 13

Le caratteristiche di una partecipazione genuina ed efficaceIL PROGETTO

● L’argomento riveste importanza per i ragazzi stessi● Possibilità di influire: provocare, se possibile, cambiamenti di lunga durata o istituzionali● Rapporto con l’esperienza quotidiana dei ragazzi● Disponibilità di tempo e risorse sufficienti● Aspettative realistiche da parte dei ragazzi● Finalità e obiettivi ben definiti, concordati con i ragazzi● Affrontare la promozione o la tutela dei diritti dei ragazziVALORI

● Onestà da parte degli adulti relativamente al progetto e ai metodi● Inclusività: uguale opportunità di partecipazione per tutti i gruppi di ragazzi interessati● Pari rispetto per i ragazzi senza discriminazioni di età, capacità, etnia, condizione sociale● Condividere le informazioni con i ragazzi per consentire scelte ragionate● Prendere seriamente in considerazione le opinioni dei ragazzi● Partecipazione giovanile volontaria● Condivisione dei processi decisionaliMETODOLOGIA

● Chiarezza di propositi● Luoghi d’incontro, lingue utilizzate e strutture a misura di ragazzi● Coinvolgimento dei ragazzi sin dalle fasi iniziali● Formazione per permettere ai ragazzi di acquisire le abilità richieste● Metodi di partecipazione elaborati congiuntamente con i ragazzi● Sostegno, quando necessario, da parte degli adulti● Sviluppo di strategie di continuità

bambini nelle fasi di progettazione, realizza-zione e controllo di un progetto a lungo ter-mine dedicato alle attività ricreative, dovretecollaborare con loro per creare organismi cheprevedano un coinvolgimento prolungato eche consentano di incorporare le opinioni deibambini nei processi decisionali.

● Se l’iniziativa ha lo scopo di accertare le causedi un elevato tasso di abbandono scolastico daparte delle ragazze, si potrebbe progettareun’indagine a breve termine per sollecitarneragioni ed esperienze. Se invece si tratta direalizzare dei programmi per far diminuirel’abbandono scolastico e migliorare la qualitàdell’istruzione, dovrete introdurre dei mecca-nismi che permettano ai bambini di partecipa-re ai programmi didattici in maniera diretta.Questo richiederà sistemi decisionali più de-mocratici, l’impegno a tener conto dei contri-buti dei bambini e la volontà di metterli in pra-tica. Si tratta di un impegno a lungo termine,che comporta cambiamenti strutturali e orga-nizzativi, nonché modifiche nell’equilibrio delpotere all’interno del sistema educativo.

● Nel caso di iniziative mirate a raccogliere leopinioni dei ragazzi sul trattamento lororiservato da parte delle forze di polizia nellestrade, si può condurre un’indagine tradizio-nale. Se invece si intende formare i giovaniper contestare le violazioni dei loro diritti,sarà necessario aiutarli ad acquisire unamigliore conoscenza, renderli capaci di spie-gare chiaramente il carattere delle violazionie metterli in grado di elaborare strategie atutela dei propri diritti e sistemi di difesaindividuali e di gruppo.

nenza degli adulti – alloggi, trasporti, salute –concernono anche i più giovani, e i bambinipossono avere delle opinioni in proposito.

È necessario essere disponibili ad ascoltarequello che i bambini dicono, impegnarvisiappieno e agire di conseguenza. Può darsi chei bambini e i giovani si esprimano in manieradiversa dagli adulti, ma questo non significache i loro discorsi abbiano minore validità.Naturalmente non sarà sempre possibile aderi-re alle loro richieste. Ma i bambini lo accette-ranno, se avvertiranno di essere stati trattaticon rispetto e che le loro posizioni verrannoprese seriamente in considerazione.

2.3.2 Enunciate con chiarezza i vostriobiettivi

È essenziale che vi sia la massima chiarezzasugli obiettivi che ci si propone di raggiungere.Dovete chiedervi perché avete intrapreso l’ini-ziativa e che cosa cercate di ottenere. State cer-cando di procurare informazioni qualificate asostegno di un particolare servizio o di unadeterminata politica? Desiderate promuovereuna cultura di rispetto verso l’infanzia e l’ado-lescenza? Volete migliorare la comprensionedei processi decisionali democratici da partedei ragazzi e la loro capacità di parteciparvi? Lerisposte a queste domande saranno di aiuto perpredisporre la metodologia e l’approccio daapplicare. Ad esempio:● Se le opinioni dei bambini vi servono per

determinare le priorità di spesa per le attrez-zature di gioco in ambito locale, sarà suffi-ciente un’unica consultazione di durata limi-tata. Se invece volete far intervenire i

14 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

Avvertimenti fondamentali● Siate pronti ad ascoltare le priorità dei ragazzi● Enunciate con chiarezza i vostri obiettivi● Definite con chiarezza i limiti dell’iniziativa● Svolgete le ricerche necessarie● Siate disposti a consultarvi con i ragazzi sui

metodi per ottenere la partecipazione● Tenete presente che i ragazzi non sono un

gruppo omogeneo● Siate pronti a concedere il tempo necessario

● Stanziate le risorse necessarie● Non dimenticate che è importante lavorare

anche con gli adulti● Siate pronti a ricevere critiche● Non sottovalutate i ragazzi● Stabilite target o indicatori di una partecipazio-

ne efficace in collaborazione con i ragazzi● Siate pronti a riconoscere i vostri errori

2.3.3 Definite chiaramente i limitidell’iniziativa

Quando si invitano dei bambini a collaborare aun progetto o a un’iniziativa, è importante chesiano informati sin dall’inizio sui ruoli chepotranno svolgere, le decisioni che potrannoprendere e gli aspetti da negoziare. Fra i temiche occorre affrontare vi sono:● Strutture decisionali. Deve essere chiaro

se l’iniziativa consiste in un processo di con-sultazione, partecipazione, attribuzione dipotere o tutela dell’individuo. Spesso ognipossibilità decisionale resta in mano agliadulti. Occorre che i ragazzi lo sappiano dalprincipio se non vogliamo che restino delusi.Se per esempio di tratta di un’iniziativa chesi svolge in una scuola, le proposte di spesaavanzate dal consiglio scolastico dovranno ri-cevere l’approvazione dell’amministrazioneo del capo dell’istituto? Sarà stanziata unasomma che gli studenti potranno ammini-strare autonomamente? È opportuno, inol-tre, che si preveda la possibilità di rinegozia-re l’organizzazione delle strutture in misuradell’accresciuta esperienza dei ragazzi.

● Capacità di cambiamento. Non c’è motivodi consultare i ragazzi in merito a proposte odecisioni sul cui esito non potranno comun-que influire. Se un ente locale non possiedei fondi per acquistare nuove attrezzature perbambini, è inutile indagare sulle loro prefe-renze. Se i personaggi politici sono restii aprendere in seria considerazione le opinionidei giovani, sarà vano stimolare le aspettati-ve dei ragazzi con un invito a partecipare aun’iniziativa, a meno che questa non sia de-dicata anche ad affrontare l’atteggiamentodei politici. I giovani devono essere avvisatidell’eventualità che possano insorgere degliostacoli a impedire il raggiungimento degliscopi prefissati. Non è necessario che i ragaz-zi abbiano sempre successo, però devonoessere messi nelle condizioni di capire leragioni di un fallimento, affinché non neattribuiscano la colpa a incapacità proprie.

● Tempi previsti. Bisogna informare i bambi-ni di quanto tempo sia necessario affinchédeterminati cambiamenti possano avereluogo. Se, ad esempio, si sta lavorando a una

campagna di riforme legislative per porre finealla pratica delle punizioni corporali o peraffermare il diritto all’istruzione dei portatoridi handicap, con ogni probabilità l’iniziativadovrà essere portata avanti a livelli sostenutiper un periodo di tempo molto lungo. Nelcaso di un progetto per l’istituzione di unconsiglio democratico all’interno di una scuo-la, anche se dovesse richiedere tempo, i gio-vani vi parteciperanno in modo continuativoe, con buone probabilità, potranno assisteread alcuni cambiamenti nelle diverse fasi delprocesso. D’altra parte, se i bambini sonostati chiamati a una consultazione una tantumin ambito locale, potrebbe trascorrere moltotempo prima che se ne vedano gli eventualirisultati. In casi simili, è meglio darne preav-viso ai bambini e mantenerli informati per ilperiodo necessario.

● Conflitti d’interesse. Le proposte d’inter-vento e le richieste di cambiamento avanza-te dai giovani vengono spesso a scontrarsicon altri interessi. Una parte del processopartecipativo consiste nell’aiutare i bambinia organizzare le argomentazioni a sostegnodelle loro richieste e a controbattere le opi-nioni contrarie. Ma in un ambito democrati-co è altrettanto importante che si riconosca lalegittimità dei diversi punti di vista e il dirit-to degli altri a esprimere le proprie idee.

2.3.4 Svolgete le ricerche necessarieUna volta stabilito lo scopo che si intende per-seguire, occorre svolgere il lavoro preparatorioche serve a determinare l’approccio più effica-ce e appropriato. Per esempio:● Cercate di individuare eventuali altre inizia-

tive già svolte nello stesso campo d’interes-se. Potrebbe essere vantaggiosa una collabo-razione? Se ne possono trarre insegnamentiutili?

● Valutate le diverse comunità di ragazzi dacoinvolgere. Se, per esempio, intendete rea-lizzare delle strutture durature che dianoloro sostegno per influire sulle scelte ammi-nistrative locali, bisognerà sviluppare strate-gie volte a coinvolgere il maggior numeropossibile di giovani della comunità locale.Ciò potrebbe implicare la presenza di mem-bri provenienti da gruppi etnici diversi, bam-

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 15

dei bambini più piccoli. Consultazioni orga-nizzate nelle scuole potrebbero essere in-fluenzate in senso negativo dall’ordinamentogerarchico, tipico dell’ambiente scolastico.Le conferenze che prevedono il passaggio diuna sfilza di oratori sul palco sono un generetroppo passivo per catturare e trattenere l’at-tenzione. Fatevi dire dai ragazzi dove vor-rebbero far svolgere l’incontro e in che ma-niera presentarlo.

● I giovani hanno familiarità con il linguaggio,la cultura e le inquietudini della loro età, fat-tori essenziali per la creazione di un ambien-te in cui possano sentirsi a proprio agio, tran-quilli e sicuri. Un incontro organizzato in unambito formale può far capire ai giovani diessere presi in considerazione, ma potrebbeanche intimidirli. I ragazzi potrebbero volerorganizzare alcuni incontri senza la presenzadi adulti, allo scopo di accrescere la propriafiducia e riordinare le idee.

2.3.6 Tenete presente che i ragazzi non sono un gruppo omogeneo

I ragazzi, al pari degli adulti, non costituisconoun gruppo omogeneo. Le loro idee, come quel-le degli adulti, possono spaziare tra i temi e gliinteressi più svariati, ognuno dei quali arricchi-to di una prospettiva diversa. Alcune iniziativesaranno rivolte di preferenza a gruppi partico-lari di giovani, per esempio i rifugiati e i richie-denti asilo politico, per motivi di vulnerabilitàspecifica di determinati diritti. Altre possonoavere carattere più comprensivo, coinvolgendoper esempio tutti i bambini che frequentanouna certa scuola o che vivono in una determi-nata comunità. L’importante è che tutti i bam-bini e gli adolescenti, che hanno un interesselegittimo in un dato progetto, siano incoraggia-ti e messi in condizione di parteciparvi, e che iragazzi più deboli e isolati non siano lasciati aimargini. Esiste il rischio che gli unici a inter-venire siano i privilegiati o coloro che sannoesprimersi meglio, i quali, pur apportando uncontributo valido, non riflettono necessaria-mente l’intera gamma delle istanze giovanili.

Va ricordato che molti temi rivestono inte-resse per tutti i giovani, e che non sempre èopportuno concentrare l’attenzione sui giovaniin termini di “problemi”. Per esempio, sareb-

bini che parlano lingue di minoranze etni-che, portatori di handicap, ragazzi di etàdiversa, giovani profughi e bambini social-mente emarginati. Se invece l’obiettivo con-siste nel favorire l’accesso all’istruzione perle bambine impiegate nei lavori domestici,l’impegno sarà di individuare tutte quelleappartenenti a quest’unico gruppo, che perdefinizione sono isolate e non facilmentevisibili. Il procedimento col quale deciderechi debba entrare a far parte del gruppo dilavoro dovrà essere approvato dai ragazzistessi, una volta definito il progetto, appli-cando principi d’inclusione.

● Potreste costituire un ristretto nucleo diretti-vo di ragazzi che vi aiutino a preparare ledomande più opportune, definire il metododi lavoro, valutare modelli di partecipazionepiù funzionali.

● Chiedete un parere in merito agli altri mem-bri dell’organizzazione e cercate di ottenernel’appoggio.

2.3.5 Siate disposti a consultarvi con i giovani sui metodi per ottenere la partecipazione

I giovani hanno idee e opinioni proprie sucome creare metodi efficaci di coinvolgimento,che spesso differiscono dai metodi destinatiagli adulti. Bisogna riconoscere che possiedonouna competenza diretta, che deriva dal fatto diessere giovani. Dovrete tener presente i puntiseguenti:● I bambini e gli adolescenti hanno a disposi-

zione diversi strumenti per esprimere le pro-prie idee e esperienze: rappresentazioni tea-trali, poesia, arte, giochi di ruolo, fotografia,Internet. Questi mezzi alternativi alla comu-nicazione verbale sono tutti ugualmente v-alidi e possono fornire rappresentazioni fortidella vita dei giovani, dei loro problemi edelle loro strategie di cambiamento. È consi-gliabile consultarsi direttamente con i giova-ni riguardo ai modi con cui desiderano espri-mere le proprie idee.

● I giovani sanno quale tipo di “tribuna” avràmaggiori possibilità di successo. Gli incontridegli adulti fatti di discussioni interminabili,per esempio, difficilmente riusciranno a de-stare l’interesse dei ragazzi, per non parlare

16 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

be utile intraprendere un progetto con giovaniportatori di handicap perché possano illustrarele difficoltà provocate dalle barriere architetto-niche che li ostacolano nella vita di tutti i gior-ni, ma gli stessi ragazzi andrebbero interpellatianche nell’ambito di un progetto finalizzato arendere le scuole più “a misura di bambino”.Fare distinzioni tra gruppi di giovani ha inevi-tabilmente il risultato di porre l’enfasi sullediversità, piuttosto che sugli aspetti comuni.

Nulla impedisce a bambini e ragazzi di etàe capacità diverse di lavorare insieme proficua-mente, ma potrebbe rendersi necessario forni-re livelli di assistenza differenziati e applicaremetodi di lavoro e d’espressione differenti per-ché tutti riescano a contribuire in maniera otti-male. Inoltre, in ogni iniziativa c’è sempre unamolteplicità di ruoli distinti che i giovanipotranno scegliere secondo le attitudini, gliinteressi e le capacità che possiedono, e cia-scuna qualità dovrebbe ricevere uguale inco-raggiamento e valorizzazione.

2.3.7 Siate pronti a concedere il temponecessario

Organizzare la partecipazione di bambini eragazzi è un processo che richiede tempo. Nonesistono scorciatoie per ottenere una parteci-pazione efficace; a tal fine occorre curarne lapianificazione e la preparazione. Dovrete tro-vare il tempo per:● Svolgere ricerche preparatorie insieme ai

bambini, per decidere come sviluppare l’ini-ziativa;

● Organizzare e avviare un comitato direttivo oconsultivo di bambini;

● Formare i bambini su come presiedere riu-nioni, prendere decisioni, tenere i verbali,condurre colloqui con potenziali collaborato-ri, effettuare ricerche, trattare con i media;

● Accertarsi che i bambini siano tenuti conti-nuamente al corrente degli avvenimenti;

● Assicurarsi che i bambini abbiano tempo suf-ficiente per preparare la propria partecipa-zione a incontri e conferenze (non bisognamai metterli in situazioni per le quali nonsono preparati);

● Valutare i progressi fatti e stabilire qualiaspetti funzionano bene e quali necessitanodi un aggiustamento.

Bisogna anche ricordare che i bambinihanno una vita individuale molto impegnativa.Buona parte dei potenziali partecipanti avran-no impegni scolastici a tempo pieno; moltiavranno incarichi di lavoro, a casa o all’esterno(ufficiale o meno). I bambini fanno anche unavita di società e hanno diritto a periodi di svagoe di gioco. La partecipazione nei progetti dovràessere necessariamente configurata tenendoconto di tutti gli altri impegni dei bambini edella loro limitata disponibilità di tempo libe-ro. Essi stessi potranno comunicarvi gli oraripiù opportuni per incontrarsi.

2.3.8 Stanziate le risorse necessarie Gli incontri di consultazione richiederanno l’im-pegno di determinate risorse. Sarebbe utile re-digere un bilancio preventivo all’inizio del pro-getto e cercare di assicurarsi di avere i fondiper garantirne il completamento. Alcuni costipotrebbero essere ridotti sfruttando le risorse adisposizione dell’organizzazione. Ovviamentei costi saranno variabili, a seconda del caratteredell’iniziativa, la sua durata, l’estensione geo-grafica e il numero di bambini coinvolti. Peresempio:● I bambini potrebbero aver bisogno di denaro

per affrontare le spese di viaggio per recarsialle riunioni, specie se si tratta di iniziativesu scala nazionale o regionale che comporta-no lunghe trasferte. Ma anche per progetti suscala locale può essere necessario che i bam-bini debbano servirsi di mezzi pubblici. Sideve tenere presente, inoltre, che i bambiniavranno bisogno dei soldi in anticipo, datoche possiedono redditi minimi o inesistenti.

● Nel corso del progetto potrà rendersi neces-sario affittare dei locali per lo svolgimentodelle riunioni.

● Occorrerà prevedere tempi per il lavoroamministrativo.

● Ci saranno spese di cancelleria, spese postalie telefoniche. Potreste aver bisogno di cartaintestata, di un sito internet, di una casella diposta elettronica. Se l’iniziativa comportauna campagna di reclutamento ad ampio rag-gio, le spese postali potrebbero incidere inmaniera considerevole.

● A volte occorre incaricare degli esperti perfornire ai bambini una formazione specifica.

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 17

altrettanto inopportuno quanto ignorarli. Puòportare a sottovalutare le capacità dei bambinie a ridurre i potenziali benefici dei loro contri-buti. Anche se i bambini vanno fatti partecipa-re in quanto bambini – costringerli ad agire da“mini-adulti” non è né auspicabile né giusto –sono perfettamente in grado di apportare con-tributi attinenti e analitici che come tali devo-no essere riconosciuti.

2.3.12 Stabilite target o indicatori di una partecipazione efficace in collaborazione con i ragazzi

Quando si imposta un’iniziativa, un program-ma di indagine o un convegno, è molto utiledefinire una serie di target o obiettivi che sispera di conseguire. Questi vanno decisi inaccordo con i giovani partecipanti, secondo leaspirazioni e le aspettative che ripongono nelprogetto. I target possono essere di tipo quan-titativo, ad esempio il numero di bambini chesi riesce a coinvolgere, il numero di assembleeorganizzate, il numero di bambini nel progettoche ricevono un’istruzione di base. Possonoanche essere collegati a indicatori evidenti dicambiamento: l’introduzione di strutture de-mocratiche nelle scuole, la disponibilità di entilocali ad agire su proposte avanzate dai giova-ni, il miglioramento delle condizioni dei lavo-ratori minorenni, una più corretta rappresenta-zione dei giovani nei media. Oppure gliobiettivi possono riferirsi alle esperienze deigiovani: la crescita dell’autostima e della fidu-cia in sé, la qualità delle relazioni interperso-nali, l’efficacia dei processi decisionali internial progetto. Questi ultimi sono indicatori piùdifficili da misurare. La definizione degli scopida raggiungere e il controllo dei progressi fattiforniscono un mezzo per valutare ed esamina-re i punti di forza e di debolezza del lavorosvolto e per elaborare programmi futuri. È an-che possibile stabilire dei programmi di mo-nitoraggio dell’iniziativa da svolgersi in com-partecipazione con i giovani.

2.3.13 Siate pronti a riconoscere i vostri errori

La pratica di favorire la partecipazione di bam-bini, ragazzi e adolescenti è relativamente re-cente. La maggior parte delle persone e delle

● Infine sarebbe opportuno prevedere uncompenso per quei bambini che partecipanoa convegni o che prendono parte a progettidi ricerca.

2.3.9 Non dimenticate che è importantelavorare anche con gli adulti

Una strategia finalizzata a dar voce a bambini eadolescenti potrà avere successo solo se ci sonodegli adulti disposti ad ascoltarli. Esistono tut-tora forti resistenze all’idea di dare ascolto aibambini e di prenderli sul serio. La nozioneche gli adulti non abbiano nulla da impararedai più giovani rimane strenuamente radicata.Dovrete dedicare molto tempo a trattare conadulti che occupano posizioni-chiave, tra cuipresidi, funzionari di polizia, politici locali, perconvincerli dei benefici che si potrebbero otte-nere da una maggiore democraticità e aperturanei rapporti con bambini e adolescenti.

2.3.10 Siate pronti a ricevere critiche

Una volta avviata la partecipazione di bambinie ragazzi in un’iniziativa, i giovani elaboreran-no le proprie idee su come il progetto possa odebba essere portato avanti. Queste idee po-trebbero differire in misura notevole dal vo-stro disegno originale. Dovrete essere aperti aisuggerimenti e disposti a valutare la possibi-lità di modificare indirizzi, scopi e durata delprogetto. La creazione di forum finalizzati alloscambio di idee e lo sviluppo di soluzioni incollaborazione con i giovani sono un aspettoimportante del processo democratico e parte-cipativo.

2.3.11 Non sottovalutate i ragazzi

A causa della sporadicità della partecipazionedei più giovani agli incontri tra adulti, esiste avolte la tendenza, quando tale partecipazionesi verifica, a enfatizzarne il valore. Questo è unatteggiamento paternalistico. Esiste anche l’o-pinione che bambini o adolescenti che inter-vengono nei dibattiti tra adulti non dovrebbe-ro essere criticati o contraddetti. Naturalmenteè del tutto ammissibile esprimere il propriodisaccordo, purché lo si faccia con considera-zione e non ci si limiti a rifiutare le argomenta-zioni dei bambini e il loro diritto di esprimersi.Trattare i bambini con eccessiva cautela è

18 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

organizzazioni operanti in questo settore sitrovano ancora nella fase di studio e di speri-mentazione, e cercano di capire quali siano imetodi che danno i risultati migliori. Pertantosi possono verificare degli errori, che si possa-no ignorare dei passaggi importanti, sottovalu-tare i tempi necessari, ingannarsi nella sceltadei giovani da coinvolgere. Bisogna rendersiconto che si sta percorrendo una «curva di ap-prendimento», e che è attraverso gli errori chesi arriva al progresso. Esiste il timore comune,tra le organizzazioni, di apparire meramentedimostrativi. Comunque, se seguite le regolee i principi di fondo qui esposti, riuscirete acostruire una struttura che funziona. Ma senon ci doveste riuscire, potrete trarre insegna-mento dagli errori e migliorare la volta succes-siva. I bambini non mancheranno di farvelonotare!

2.4 ESEMPI PRATICI DI PARTECIPAZIONE DEI BAMBINI

Gli approcci più significativi per conseguire ilcoinvolgimento dei bambini e degli adole-scenti possono essere raggruppati in tre cate-gorie, le quali peraltro non si escludono avicenda e non hanno confini nettissimi. Ven-gono presentate con il solo fine di agevolare laconcettualizzazione dell’attività che stiamotrattando:● Processi consultivi – nei quali gli adulti

danno avvio a processi finalizzati a otteneredai giovani informazioni utili per il migliora-mento di leggi, politiche o servizi;

● Processi partecipativi – in cui l’obiettivo èdi rinsaldare i processi democratici, creareoccasioni per i giovani di capire e applicare iprincipi della democrazia, o coinvolgere igiovani nello sviluppo di servizi e politicheche riguardano anche loro;

● Promozione dell’auto-tutela – ha lo scopodi mettere i giovani in grado di individuare erealizzare i propri traguardi e progetti.

I progetti e le iniziative possono spostarsida una categoria all’altra mano a mano che sievolvono e che i bambini (ma anche gli adulti)acquistano sicurezza.

2.4.1 Processi consultivi

Per consultazione si intende un procedimen-to tramite il quale alcuni adulti cercano di ot-tenere informazioni sulle esperienze, le opi-nioni e le preoccupazioni di bambini, ragazzie adolescenti, al fine di rendere più funziona-li leggi, politiche e servizi. Generalmente iprocessi consultivi hanno le seguenti caratte-ristiche:● Sono avviati da adulti;● Sono diretti e gestiti da adulti;● I bambini non dispongono di alcuna forma di

controllo sui risultati;● A volte si offre ai bambini l’opportunità di

organizzarsi tra loro, acquisire determina-te abilità e contribuire a influenzare i ri-sultati.

In altri termini, si tratta di un processoche non comporta alcun cambiamento strut-turale nel modo in cui adulti e bambini sirapportano tra loro. L’equilibrio del poterenon viene alterato. Il punto fondamentale delprocesso consultivo è che implica il riconosci-mento, da parte di adulti in posizioni di pote-re, della validità dell’esperienza giovanile,della “alterità” di questa esperienza e dell’e-sigenza di tenerne conto nelle sedi decisiona-li. Pertanto il processo non può considerarsiinvalidato dai propri limiti. Per esempio, visono situazioni legittime in cui dei politicidemocraticamente eletti si consultano a livel-lo locale o nazionale con i giovani, allo scopodi migliorare servizi, verificare l’efficaciadelle scelte politiche o chiarire meglio glieffetti prodotti dalle leggi. In questi settori laresponsabilità delle scelte resta sempre deipolitici, i quali non possono delegarla ad altri.Tuttavia la loro responsabilità sarà maggiorese nel metterla in pratica riescono a rifletterele necessità autentiche delle persone – inquesto caso i giovani – sulle quali quelle scel-te hanno effetto.

I processi consultivi possono avvenire aqualsiasi livello, dall’ambito locale alla scenainternazionale. Possono essere singoli eventiepisodici, oppure far parte di un’attività di tipocontinuativo, o ancora costituire un elementodi una struttura permanente o comunque dilungo termine. In genere si ricorre a consulta-

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 19

20 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

Problemi ricorrentiI bambini non sono rappresentativi

Quando i bambini prendono la parola in un con-vegno, o presso un’amministrazione locale o ungoverno nazionale, spesso li si accusa di nonessere rappresentativi. Avviene raramente che ibambini abbiano un incarico rappresentativo uffi-ciale, ma questo non minimizza la validità delloro contributo, purché non pretendano di parla-re a nome di tutti i bambini. Le loro opinioni pos-sono essere basate sull’esperienza di violazioni didiritti avvenuti all’interno della loro comunità, suricerche eseguite in gruppi più ampi o su lavorisvolti nell’ambito di progetti specifici. Sono tutteesperienze di cui i giovani possono legittimamen-te discutere, non meno legittimamente di tantiadulti quando si rivolgono ai governi. In ognicaso, nelle occasioni in cui si cerca di stimolarela consapevolezza dei problemi dell’infanzia e dipreparare i bambini a impegnarsi nella promo-zione e tutela dei propri diritti, è importante dareloro ascolto con esperienze e prospettive diverse.Una complicazione che può insorgere è che, poi-ché molti adulti trattano con i bambini come sefossero rappresentativi di un’intera categoria, avolte i bambini stessi si trovano ad adottare que-sta opinione.

I bambini rischiano di diventare “oratori di professione”

Esiste il rischio che alcuni bambini diventinoquasi dei “professionisti” come portavoce e rap-presentanti della propria organizzazione, con ilrisultato che trascorrono molto tempo nellearene pubbliche lontano dalla loro realtà quoti-diana che rappresenta la fonte della legittimitàdei loro interventi. Il valore particolare del crea-re occasioni per far sentire la voce dei bambinista nel fatto che essi prendono la parola sullabase di esperienze dirette e continuative. Que-sta è una garanzia che non bisogna perdere. Persfuggire a questo pericolo, alcune organizza-zioni si sono sviluppate con strutture non-gerar-

chiche, oppure hanno incoraggiato i bambinia creare molti ruoli diversi all’interno dell’or-ganizzazione. Per esempio, un’organizzazioneguidata da giovani con sede nel Regno Unito,si è dotata di un ampio comitato direttivo i cuicomponenti possono tutti rappresentare l’orga-nizzazione, così come ciascun membro dell’or-ganizzazione stessa. La presidenza è a rotazio-ne, e si cerca continuamente di creare nuovepossibilità per far partecipare agli eventi pub-blici sia i bambini più giovani che i ragazzi piùgrandi.

È difficile sostenere i progetti quandoi bambini crescono

Le organizzazioni e le iniziative che si fondanosulla partecipazione di bambini sono soggette perloro stessa natura a una dispersione continua, chedipende dal fatto che i bambini crescono. È quin-di importante investire nella capacità di coinvol-gere nuovi partecipanti e di trasferire le cono-scenze dai bambini più grandi ai più piccoli.Alcune organizzazioni hanno sviluppato il con-cetto di consulenti per i più giovani che permettea coloro che hanno superato l’età massima com-patibile con l’iniziativa di contribuire con ruoli disupporto.

I bambini possono essere strumentalizzati a favore degli interessi degli adulti

Esiste il rischio che gli adulti si servano dei bam-bini per promuovere interessi propri. Per difen-dersi da questo rischio occorre attribuire a eventie iniziative delle precise regole di fondo che sta-biliscano da chi e in che modo vengano prese ledecisioni, oltre che il carattere del rapporto adul-ti-bambini. In generale, sebbene in alcune inizia-tive i bambini siano impiegati dagli adulti, manmano che acquistano sicurezza e abilità nellaloro partecipazione, tendono sempre più a farescelte autonome e a contestare i tentativi degliadulti di sviarli dai propri interessi prioritari.

zioni episodiche quando si desidera assumereinformazioni dai giovani in merito a questionispecifiche. In questo caso la partecipazione deigiovani è a breve termine, in quanto il lorocontributo consiste unicamente nel comunica-re le proprie conoscenze e opinioni agli adultiche conducono il processo. Attività di maggiorrilievo comportano un più alto grado di coin-volgimento nell’elaborazione dell’iniziativa daparte dei giovani. In questi casi possono inter-venire più approfonditamente nelle metodolo-gie applicate, nei quesiti da affrontare, nelmodo di interpretare e utilizzare i risultati. Esi-stono molti esempi di strutture consultivecreate da amministrazioni locali e da governinazionali per fornire un input continuo da partedi bambini, ragazzi e adolescenti per l’elabora-zioni di leggi e di scelte politiche, e, contem-poraneamente fornire, a essi un feedback sull’e-volversi della situazione.

Esempi di processi consultiviConsultazione Euronet sulla discriminazione el’emarginazione sociale dell’infanzia, Brussels,200012

Una rete europea per i diritti dell’infanzia,Euronet, si è proposta di scoprire se i bambinisi sentissero discriminati in quanto tali, qualene fosse l’effetto sulla loro vita, e se desideras-sero avere maggiori opportunità di parteciparealle scelte politiche a livello nazionale ed euro-peo. Sono state intraprese consultazioni in cin-que paesi, tramite discussioni di gruppo, que-stionari, interviste condotte dai ragazzi stessi,seminari nazionali e infine un’assemblea con-giunta dei rappresentanti dei giovani dei cin-que paesi partecipanti. L’obiettivo era di pro-durre una serie di raccomandazioni dapresentare alle istituzioni dell’Unione Euro-pea. I risultati sono stati quindi presentati dairagazzi stessi nel corso di un seminario orga-nizzato presso il Parlamento Europeo.Commenti – I ragazzi sono stati scelti tra gliassociati a Euronet a livello nazionale; i pre-scelti poi hanno effettuato le consultazioni traun’ampia fascia di ragazzi all’interno del pro-prio paese. Sebbene l’iniziativa fosse stataconcepita da adulti, una volta costituito ilnucleo centrale, sono stati i giovani a svolgere

la parte principale del lavoro di pianificazionee sviluppo del progetto. Le raccomandazioniconclusive, ricavate dalle consultazioni ese-guite, sono state preparate e redatte dairagazzi, mentre gli adulti si sono limitati afunzioni di supporto e di assistenza. L’inizia-tiva ha dimostrato come ragazzi provenientida paesi e culture diverse e senza una linguacomune possono cooperare tra loro e lavorareinsieme per un obiettivo comune. I risultatidella consultazione, inoltre, hanno rivelatouna forte comunione d’interessi sui dirittidell’infanzia rispetto a temi quali democrazia,cittadinanza, violenza e istruzione.

Il Parlamento dei Ragazzi, Slovenia13

Quando, nel 1990, in Slovenia è stato intro-dotto il metodo della democrazia parlamenta-re, è stato istituito anche un Parlamento deiRagazzi. Ogni anno si offre agli studenti dellescuole la possibilità di approfondire un temaselezionato. Le scuole eleggono 100 ragazzitra i 13 e i 15 anni, i quali si riuniscono pressoil Parlamento sloveno per dibattere l’argo-mento. A conclusione della sessione scelgonoil tema per l’anno successivo. Il tema delprimo anno era “Un ambiente sano e sicuro”.Ma al momento della seconda sessione il qua-dro era drammaticamente mutato: era scop-piata la guerra in Slovenia, Croazia e, succes-sivamente, in Bosnia. I giovani hanno utiliz-zato il Parlamento per esprimere le propriepreoccupazioni per il futuro e per lamentare ilfallimento dei politici di condurre una politi-ca governativa efficiente. Hanno espresso lapropria rabbia e paura, la sensazione di esserestati ingannati a causa della guerra, e quella dinon essere protetti, per il fallimento da partedella scuola di fornire un’istruzione appro-priata. I politici si sono dimostrati disposti adascoltare e hanno presentato in Parlamentouna relazione sui progressi compiuti in basealle raccomandazioni precedenti. Per quanto i

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 21

12 Agenda 2000 for Children and Young People in Euro-pe, Euronet, Brussels, 200013 Monitoring Children’s Rights, a cura di E. Verhellen,DCI/Martinus Nijhoff, 1996

Commenti – Sebbene dare ai ragazzi l’oppor-tunità di esprimere direttamente al governo lequestioni che hanno a cuore rappresenti unnotevole passo avanti, la capacità di questa ini-ziativa di consentire ai ragazzi di apportarecontributi significativi al dibattito politico èostacolata da una serie di fattori messi in evi-denza dagli stessi giovani parlamentari: ● Mancano precisi criteri di selezione e in pra-

tica vengono delegati quei ragazzi o ragazzeche hanno già l’incarico di rappresentare lascuola nelle manifestazioni ufficiali, gli stu-denti che hanno i voti migliori e quelli piùbravi in inglese. Inoltre i bambini e i ragazziche non frequentano la scuola non sono rap-presentati.

● Ai giovani parlamentari non viene data lapossibilità di riunirsi prima della sessioneufficiale per condividere idee e opinioni, e latendenza a considerare l’evento come unagara comporta una riluttanza a scambiarsi in-formazioni.

● Ai ragazzi non viene fornita nessuna prepara-zione sul proprio ruolo di parlamentari.

● Non sono previsti finanziamenti per il Par-lamento, elemento che pone serie limitazio-ni alle possibilità dei ragazzi di intraprende-re una qualsiasi attività attinente al proprioruolo.

● La sessione unica del Parlamento non haalcun follow-up, pertanto i giovani parlamen-tari restano senza ruolo né attività. Alle opi-nioni espresse nell’assemblea non vienedato alcun seguito e i giovani parlamentarinon sono in grado di svolgere una funzionecontinuativa di tutela dei diritti dell’infan-zia. Nessun adulto influente offre loro unaqualche forma di sostegno che possa aiutarlia utilizzare in modo efficace il titolo di mem-bro del Parlamento dei Ragazzi.

● Non esistono registrazioni sistematiche dellesedute, e ciò compromette ogni possibilitàche gli adulti diano una risposta seria allequestioni sollevate dai ragazzi. Né esistonoregistrazioni dei membri del Parlamento pas-sati o presenti.

risultati tangibili non fossero molti, questo hadimostrato ai ragazzi che il loro impegno veni-va preso in considerazione. La terza sessionedel Parlamento si è concentrata sulla neces-sità di rendere l’ambiente scolastico più fun-zionale e accogliente per gli studenti. A diffe-renza dell’anno precedente, invece di limi-tarsi alle critiche, ci si è orientati verso propo-ste concrete di miglioramento. Il tema del1993 è stato “Amicizia senza violenza”, il rico-noscimento che i giovani dovessero assumersila responsabilità dei propri comportamenti,ma anche che il mondo adulto dovesse affron-tare questioni come l’abuso di droghe, la vio-lenza associata all’alcool, la violenza sui bam-bini, la violenza trasmessa dai media e l’esi-stenza della guerra.Commenti – La prova tangibile che il Parla-mento non era un semplice espediente dimo-strativo è stata la reazione da parte dei politi-ci, pronti ad ascoltare, a prendere in consi-derazione le proposte e le questioni avanzatedai ragazzi e a darne seguito con provvedi-menti reali, laddove possibile. Il processo hainoltre indicato che i ragazzi sono capaci disviluppare un senso di responsabilità demo-cratica, quando riconoscono di essere presi inconsiderazione.

Il Parlamento dei Ragazzi, Zimbabwe14

L’Organizzazione per l’Unità Africana (OUA)ha istituito la “Giornata del Bambino Africa-no”, che si svolge ogni anno. Il Presidentedello Zimbabwe ha stabilito di celebrare l’e-vento tramite un Parlamento dei Ragazzi. Iltema da dibattere viene scelto ogni anno dal-l’OUA. I candidati al Parlamento dei Ragazzisono selezionati nelle scuole, e per ottenerel’incarico di rappresentare il proprio elettoratoalla sessione parlamentare competono tra loroscrivendo discorsi e parlando in pubblico. Idelegati provengono sia dalle scuole elementa-ri che secondarie e durano in carica un anno.La sessione si svolge in un’unica giornata, a cuisi aggiunge un giorno per le prove. I giovanimembri del Parlamento hanno a disposizionedue minuti ciascuno per parlare sul tema pro-posto. Sono presenti ministri adulti che rispon-dono alle argomentazioni sollevate, dopo diche i giovani se ne tornano a casa.

22 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

14 Our Right to be Heard: Voices from Child Parliamentariansin Zimbabwe, Save the Children, London, 2000

Consultazione multimediale con bambinie ragazzi disabili, Regno Unito, 200015

L’organizzazione non-governativa Children’sSociety ha effettuato un’indagine presso bam-bini e ragazzi portatori di handicap allo scopo diraccogliere le loro esperienze e opinioni sui ser-vizi messi a disposizione da un programmasanitario locale. L’operazione ha coinvolto seigruppi di ricerca, ciascuno con precedenti espe-rienze nel settore, per un totale di 200 tra bam-bini, ragazzi e adolescenti. Lo scopo era evi-denziare le loro opinioni in quanto soggetti cheavevano avuto esperienza diretta di programmidedicati al passaggio all’età adulta, al gioco eattività ricreative, di assistenza a domicilio, divalutazione e verifica. Erano compresi bambiniaffetti da disabilità fisiche, da insufficienze sen-soriali e con difficoltà di apprendimento.

Il processo consultivo differiva dai metoditradizionali in quanto basato su un approcciomultimediale. Forme d’espressione quali ilteatro, il canto, l’arte, l’animazione, i racconti ei diari filmati vengono utilizzati spesso per rac-cogliere i punti di vista dei bambini e deiragazzi. In questo caso i giovani potevano sce-gliere uno di questi mezzi per comunicare leproprie idee e esperienze.

È stato selezionato un nucleo di parteci-panti i quali, dopo una formazione specifica,sono stati nominati ricercatori, regolarmenteretribuiti. Il loro compito era di collaborare congruppi di bambini e di ragazzi e assisterli nelconfezionare una presentazione multimedialesu CD-ROM delle proprie idee e opinioni. Irisultati dell’iniziativa sono stati presentati nelfebbraio 2001 con una serie di CD-ROM.Commenti – Questo progetto mette in risaltol’esigenza di offrire ai bambini metodi diversi ecreativi per comunicare le proprie idee e espe-rienze, specialmente quando alcuni di essi tro-vano difficoltà a utilizzare gli strumenti conven-zionali. Alcuni bambini in cura presso lestrutture locali, ad esempio, volevano partecipa-re alle revisioni periodiche effettuate per moni-torare lo stato dei loro progressi, ma si sentivanointimiditi a partecipare a un incontro di profes-sionisti adulti. Sono riusciti tuttavia a esprimerele proprie opinioni quando hanno avuto la pos-sibilità di usare videocamere o programmi per

presentazioni al computer (come Powerpoint).Il progetto dimostra anche che, con il ne-

cessario sostegno e formazione adeguata, i bam-bini disabili sono in grado, come ogni altro bam-bino, di fungere da ricercatori, ricavandone unagrande crescita dell’autostima e della fiducia inse stessi, insieme con un forte senso di realizza-zione.

Consigli della gioventù, Francia16

I Consigli della gioventù sono stati istituiti inFrancia negli anni ’70 e attualmente se ne con-tano diverse centinaia. La loro funzione è di farconoscere le idee e le preoccupazioni dei bam-bini e dei giovani nelle proprie comunità locali.Nel 1991 è stata fondata l’Associazione nazio-nale dei consigli comunali dei bambini e deigiovani. Alla prima assemblea annuale eranopresenti 700 giovani e 400 adulti, e alle assem-blee successive hanno partecipato anche mini-stri del governo. I consigli hanno prodotto risul-tati significativi, tra cui la realizzazione di pisteper skateboard, spazi dedicati ai bambini disabi-li, una biblioteca dei fumetti, miglioramenti neimezzi di trasporto, avvenimenti sociali, la crea-zione di piantine della città in caratteri Braille,e video che illustrano le opinioni di bambini,ragazzi e adolescenti sulla loro città.Commenti – Sia il numero dei consigli che laloro durata nel tempo stanno a indicare la serietàcon cui questi organismi vengono considerati inFrancia. Fattore decisivo per la loro importanzaed efficacia è stato l’impegno politico a favoredei Consigli dimostrato sia a livello locale chenazionale. I consigli della gioventù vengonoconsiderati strumenti efficaci per favorire l’inse-rimento dei giovani nelle proprie comunità.

L’ospedale pediatrico di Derby, Regno Unito,199217

Durante le fasi di progettazione di un nuovoospedale pediatrico, 130 bambini sono statiinvitati a partecipare a dibattiti e a gruppi di

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 23

15 Le informazioni sono tratte dalla corrispondenza tra ildirettore del progetto e l’autrice del presente volume16 Hear! Hear! C. Willow, Local Government InformationUnit, London 199717 Ibid

che adulti e bambini esplorano nuovi modi dilavorare insieme. Tali progetti prevedono lapossibilità di recepire proposte e suggerimentiavanzati dai bambini, che possono influireanche sugli indirizzi e la programmazione. Traquesto tipo di iniziative vi sono:● Progetti partecipativi che considerano i

bambini partner con pari diritti – Sono ini-ziative che affrontano aspetti importantidella vita dei bambini: settori in cui esistonoproblemi specifici, o dove non si rispettano idiritti, o in cui i bambini vorrebbero operaredei cambiamenti. Possono anche essere ri-volte al miglioramento o allo sviluppo dinuovi servizi.

● Indagini o rilevamenti in cui i bambinioperano come ricercatori – Progetti in cuisono i bambini a programmare le ricerche e asvolgerle.

● Scuole democratiche – Le scuole di moltipaesi continuano a operare con criteri autori-tari e antidemocratici. Questo è un tema checompare ripetutamente nelle consultazionicondotte presso i ragazzi. Programmi educa-tivi che vogliano essere efficienti e democra-tici non possono prescindere da strategie perla creazione di scuole a misura di bambino,in cui gli studenti siano valorizzati comecompartecipanti e non come semplici desti-natari passivi delle esperienze degli adulti.

Offrire ai bambini la possibilità di organiz-zarsi tra loro è un modo per dare loro più forza,un miglior accesso alle informazioni e accre-scerne l’autostima. Saranno così meglio prepa-rati a denunciare gli abusi o l’inosservanza deiloro diritti, a spingere le autorità competenti aprendere provvedimenti quando è necessario ead agire in maniera più efficace a tutela deipropri diritti.

Esempi di progetti partecipativi Progetto “Da bambino a bambino”, Nicaragua18

Ogni anno in Nicaragua il Centro de Informaciony Servicios de Asesoria en Salud organizza unaserie di workshop nei quali intervengono bam-

lavoro per individuare cosa si aspettassero dalnuovo ospedale. Agli alunni delle locali scuoleelementari e secondarie è stato chiesto qualiaspetti ritenevano positivi e quali negativi delfatto di andare in ospedale e cosa poteva esse-re migliorato. La consultazione ha avuto luogoprima che i progettisti ponessero mano al pro-getto. Il lavoro svolto ha fornito una serie diindicazioni non solo sul tipo di edificio e diarredamento che i bambini avrebbero preferi-to, ma anche sul modo in cui avrebbero volutoche fosse gestito l’ospedale. I progettisti lohanno considerato un processo istruttivo ecreativo. Tra le proposte dei bambini c’eranocampi da gioco più funzionali e uffici accetta-zione con ripiani ribassati, dove anche i piùpiccoli potessero presentarsi da soli.Commenti – Questa iniziativa è stata un ten-tativo genuino di coinvolgere i bambini primache si prendessero decisioni sul progetto ospe-daliero. Esistevano pertanto reali possibilità difar uso dei suggerimenti proposti. È stato mes-so in chiaro, fin dall’inizio, che il ruolo dei gio-vani era di contribuire con pareri e punti divista, ma che le scelte finali sarebbero stateoperate dell’autorità sanitaria responsabile.

2.4.2 Processi partecipativi

Le iniziative di tipo partecipativo offrono ingenere maggiori possibilità di ottenere uncoinvolgimento attivo dell’infanzia in progetti,indagini o servizi. I processi partecipativihanno le seguenti caratteristiche:● Sono avviati dagli adulti;● Comportano la collaborazione dei bambini;● Richiedono la creazione di strutture median-

te le quali i bambini possono criticare o in-fluire sui risultati;

● Prevedono in genere che, una volta avviato ilprogetto, i bambini possano decidere auto-nomamente quali azioni intraprendere.

In altre parole, sebbene siano gli adulti adavviare i progetti, questi prevedono comunquela collaborazione dei bambini e richiedonoqualche forma di condivisione di poteri traadulti e bambini, nonché una ridefinizione deirapporti tradizionali esistenti. Spesso i progettiavviati come processi consultivi tendono adacquistare un carattere partecipativo, via via

24 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

18 Children’s Participation: The Theory and Practice of Invol-ving Young Citizens in Community Development and Environ-mental Care, R. Hart, UNICEF, New York, 1997

bini e ragazzi di regioni diverse per conoscersie condividere le proprie esperienze nelle ini-ziative locali del progetto “Da bambino a bam-bino”. I bambini di Managua avevano indi-viduato, tra i temi che davano motivo dipreoccupazione, la disoccupazione, le diffi-coltà economiche, la mancanza di buone scuo-le economicamente accessibili, l’assenza di uncentro sanitario, la carenza di organizzazionenella comunità, canali di scolo a cielo aperto,l’inquinamento dell’acqua e le strade piene dirifiuti. Mettendo questi elementi in un ordineprioritario, i bambini sono giunti alla conclu-sione che al centro di tutti i problemi c’era lamancanza di organizzazione all’interno dellacomunità. Di conseguenza hanno deciso diorganizzarsi, insieme ad altri coetanei, perripulire le strade dai rifiuti.Commenti – Questi bambini hanno dimostra-to di essere in grado di affrontare le questioniconcrete della realtà quotidiana su piani diver-si. Per prima cosa, sono riusciti a identificareun’ampia gamma di fattori che incidevano inmaniera negativa nella loro vita di tutti i giorni.Sono stati quindi in grado di analizzare i rap-porti di causa ed effetto esistenti tra quei fat-tori. Infine hanno dimostrato la capacità e lavolontà di tradurre tale analisi in interventipratici volti a migliorare l’ambiente in cui vivo-no. Ciò che colpisce di più in questo episodioè la forte motivazione che li ha spinti a cam-biare veramente le cose.

Partecipazione dei bambini nei progetti perl’infanzia emarginata, Jamaica19

Da alcuni anni l’organizzazione Save the Chil-dren attua una serie di programmi per l’infan-zia emarginata, che costituisce un tentativo diapproccio non-istituzionale diretto a reintegra-re nella società i bambini che vivono nelle stra-de e i minori che lavorano. Durante questoperiodo i programmi hanno subito una notevo-le trasformazione.● Inizialmente si offriva ai bambini di sceglie-

re quelle che più interessavano loro tra unaserie di attività. Non si chiedeva di dare indi-cazioni sul tipo di attività da includere nellaserie di proposte, né sui contenuti delle sin-gole attività. Il progetto era concepito comeun servizio sociale di cui i bambini potevano

usufruire, ma verso il quale non avevanoalcuna responsabilità, né obblighi particolari.

● In una seconda fase ai bambini è stato con-sentito di esprimere le proprie idee sulle atti-vità proposte, anche se il personale non siimpegnava a dare seguito alle opinioniespresse. Questo cambiamento, per quantolimitato, ha avuto qualche effetto. Il persona-le si è reso conto che sarebbe stato possibilefar partecipare i bambini alla pianificazione eall’attuazione del progetto con ruoli più atti-vi, e ha dovuto rivedere i propri presupposti ei propri piani. Inoltre alcuni adulti, special-mente i genitori che lavoravano al progettocome volontari, hanno avvertito un senso diminaccia. Di conseguenza sono stati introdot-ti dei workshop per adulti sui diritti dell’infan-zia, grazie ai quali i bambini sono stati ascol-tati con un atteggiamento meno refrattario.

● A questo punto il personale incaricato digestire il programma ha iniziato a condividerecon i bambini alcuni aspetti della programma-zione. Il vecchio gruppo di gestione compostoda personale e genitori è stato allargato ai rap-presentanti che i bambini avevano scelto traloro. Questi ultimi e altri bambini tenevanoanche assemblee proprie, senza la partecipa-zione di adulti. Malgrado alcuni problemi ini-ziali – riunioni irregolari e difficoltà a mante-nere l’ordine – i ragazzi hanno acquisitosicurezza e hanno cominciato a sviluppare emettere in pratica nuove iniziative.

● Successivamente a questi sviluppi, è stata isti-tuita un’Associazione di difensori dell’am-biente. L’associazione era affidata al controllodegli adulti, ma alcune responsabilità sonostate poi estese anche ai bambini che mostra-vano di aver acquisito capacità di conduzione.

Commenti – La storia di questo progetto rap-presenta un esempio interessante di comepossa evolversi un’iniziativa mano a mano cheadulti e bambini imparano ad avere fiducia gliuni negli altri. Si dimostra inoltre che quando ibambini sentono di avere la responsabilità diun progetto, crescono in capacità e sicurezza.

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 25

19 Stepping Forward: Children and Young People’s Participa-tion in the Development Process, a cura di V. Johnson e altri,Intermediate Technology Publications, London, 1998

Progetto bambine e ragazze, Pakistan21

Il progetto bambine e ragazze nacque per offri-re alle donne la possibilità di migliorare la lorocondizione all’interno della famiglia e dellacomunità, diffondendo la consapevolezza ditale condizione e delle sue implicazioni per ilbenessere e lo sviluppo della società. Il pro-getto conta di raggiungere, entro l’anno 2001,cinquecento località e venticinquemila ragazzeche vivono nelle zone rurali o nei quartieriurbani degradati. La metodologia prevede unaserie di contatti iniziali, a livello di comunità,in cui sia uomini che donne vengono chiamatia partecipare a un processo di valutazione eanalisi sulla condizione delle donne, delle ra-gazze e delle bambine. La comunità devequindi esprimere un consenso unanime sull’at-tivazione del progetto, senza il quale non sipuò procedere. In seguito la comunità scegliele 50 ragazze che parteciperanno a una serie dicorsi. Dopo aver ricevuto alcuni cenni di orien-tamento generale, le giovani scelte suggerisco-no come si dovrebbe sviluppare la successivafase di formazione. Le ragazze vengono infor-mate sulla parità dei diritti delle donne e delleragazze e vengono preparate anche su questio-ni sanitarie, pronto soccorso, capacità di dirige-re e di generare redditi. Il “pacchetto” delcorso comprende giochi di ruolo, disegni e atti-vità basate su pianificazione di gruppo e lavorodi squadra. In seguito al progetto, le ragazzecominciano a mostrare sicurezza nei loro nuovimodelli di comportamento e si cominciano aosservare ripercussioni positive nella condizio-ne di donne e ragazze all’interno delle lorocomunità.Commenti – Di particolare significato in que-sto progetto è il riconoscimento dell’esigenzadi lavorare insieme alle comunità locali, anzi-ché contro di esse. L’aver cercato il coinvolgi-mento e la partecipazione di uomini e donneha conferito al progetto una legittimazione chefavorisce la possibilità delle ragazze di parteci-pare in maniera più completa. Anche se lametodologia applicata convalida l’autorità de-

Un aspetto importante emerso è che, mentretra i partecipanti al progetto il numero deimaschi superava il numero delle femmine, alivello di dirigenza si verificava il contrario.Erano le ragazze a dimostrare maggior interes-se e impegno nella partecipazione, forse per-ché nella loro vita quotidiana organizzazione eorientamento hanno ruoli più importanti chenella vita dei ragazzi. Per questo motivo il pro-gramma è alla ricerca di sistemi per suscitaremotivazione e impegno nei maschi.

La voce dei ragazzi filippini20

Si tratta di un progetto ideato dall’UNICEFper stimolare nei ragazzi indigenti (tra i 7 e i 17anni) la consapevolezza e la conoscenza deipropri diritti e delle proprie responsabilità. Uti-lizzando fotografie, disegni, scritti e strumentimediatici, i ragazzi hanno potuto comunicare,sia agli adulti che ad altri coetanei, le proprieidee su diritti e responsabilità e in che modo idiritti venissero attuati o violati. Il progetto pre-vede lo svolgimento di workshop ai quali vengo-no invitati gruppi di ragazzi per esprimere leloro opinioni in modi non convenzionali e nonintimidatori. Nel periodo 1999/2000 si sonotenuti a Manila due workshop per insegnare aigiovani le tecniche fondamentali della produ-zione di programmi radiofonici: come prepararesceneggiature, fare annunci, condurre intervi-ste e preparare servizi in esterni. In uno deiworkshop i giovani hanno ideato un programmaradiofonico destinato ai ragazzi, che in seguito èstato effettivamente prodotto e che va in ondatuttora. Lo stesso tipo di workshop è stato tenu-to in tre province in cui altri gruppi di giovanioggi trasmettono programmi da loro realizzati.In un’iniziativa parallela, 72 ragazzi di stradahanno imparato i rudimenti della fotografia chepoi hanno utilizzato per esprimersi. Le fotosono state esibite al Senato delle Filippine neldicembre 1999, in occasione del 10° anniversa-rio della Convenzione sui diritti dell’infanzia.Commenti – Si tratta di un progetto gestito daadulti, ma che tenta di studiare approcci incen-trati sui giovani per incoraggiarli a esprimere econdividere le loro esperienze. Grazie alle pos-sibilità offerte di apprendere nuove tecniche, iragazzi vengono messi in condizione di portareavanti iniziative e attività autonome.

26 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

20 Le informazioni sono tratte dalla corrispondenza tral’UNICEF e l’autrice21 Come sopra

gli adulti a decidere la partecipazione delle gio-vani, l’effetto di lungo termine sarà di provoca-re uno spostamento culturale grazie al quale leragazze potranno acquistare maggiore autono-mia, più sicurezza nell’esprimersi e nel riven-dicare la parità dei propri diritti.

Una conseguenza interessante del progettoè stata la necessità, evidenziata dalle giovanistesse, di creare progetti simili anche per iragazzi. Il fatto di lavorare esclusivamente conle ragazze stava producendo una situazione disquilibrio: mano a mano che acquistavano fidu-cia e sicurezza, le femmine hanno iniziato anotare un divario crescente tra se stesse e imaschi. Sentivano che i ragazzi avevano biso-gno di partecipare in attività produttive chepotessero aiutarli a orientarsi verso direzionipositive. Questo è il motivo per cui è statocreato il progetto seguente.

I fratelli si uniscono a Meena, Pakistan22

Il progetto ha lo scopo di mettere dei giovaniboy scout in grado di svolgere una funzione dipromozione e tutela del diritto che hannotutti i bambini alla salute e all’istruzione perle bambine. I boy scout ricevono una prepara-zione iniziale che comprende i diritti, nozionidi comunicazione interpersonale, sistemi diraccolta dati basati su metodi partecipativi-interattivi, giochi di ruolo e uso dei materialidel progetto Meena, un pacchetto multime-diale prodotto dall’UNICEF con organizza-zioni associate finalizzato a promuovere i di-ritti delle bambine. Successivamente i ragazzifanno visita a dieci nuclei familiari del quar-tiere per raccogliere informazioni riguardantisalute, impianti igienici, e livello di istruzionedei bambini. In cambio spiegano alle famigliela necessità di far vaccinare i neonati entro ilprimo anno di età, offrono informazioni suquestioni relative all’igiene, e sollecitano igenitori a mandare le bambine a scuola. Ilcompito successivo è monitorare i progressiche le famiglie compiono in questi settori.Attualmente è in corso un progetto pilota inuna provincia del paese. In caso di successo10.000 boy scout raggiungeranno 100.000 nu-clei familiari e convinceranno 500.000 perso-ne a sostenere l’istruzione scolastica per lebambine.

Commenti – Questa è un’iniziativa insolita, inquanto è dedicata alla diffusione della consa-pevolezza dei diritti dei bambini, ma non èconcepita direttamente per aiutare i ragazziche vi prendono parte a far uso di tale consa-pevolezza, per promuovere e tutelare i propridiritti. Tende, piuttosto, a spingerli ad agireper la promozione e la difesa dei diritti deglialtri, in questo caso dei neonati e delle bambi-ne. Così facendo, l’iniziativa getta le basi peruna migliore comprensione delle responsabi-lità sociali e per il riconoscimento che ciascunindividuo ha un ruolo da svolgere nello svilup-po di una società nella quale siano rispettati idiritti di tutti.

Esempi di indagini condotte da bambini e ragazziSono stati intrapresi diversi progetti in cui alcu-ni bambini o ragazzi agiscono da ricercatori, con-ducendo indagini dirette a studiare e approfon-dire le esperienze di altri loro coetanei.

Giustizia per l’infanzia, Bangladesh23

Nel 1999 l’organizzazione Save the Childrendel Regno Unito diede inizio a un progetto diricerca che aveva lo scopo di esaminare le pre-varicazioni cui erano soggetti i bambini e iragazzi rinchiusi nelle carceri o negli istitutistatali del Bangladesh. La scelta di affidare aigiovani lo svolgimento dell’indagine era moti-vata dal desiderio di metterli in grado didescrivere i problemi e illustrarne le possibilisoluzioni con parole proprie. Sono stati coin-volti quattordici ragazzi di strada, che hannoorganizzato incontri di consultazione tra loro,con altri coetanei e con alcune Ong per unperiodo di due anni, a conclusione del qualehanno deciso di realizzare un video, basato sul-l’esperienza di tre dei partecipanti per diffon-dere i risultati complessivi raggiunti e le loroopinioni in merito.

Nel settembre 2000, Save the Children haorganizzato un workshop a cui hanno partecipa-

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 27

22 Come sopra23 “Justice for Children”; Summary report of the Consul-tation on State Violence against Children with 120 chil-dren held on 6 September 2000, Dhaka, Bangladesh,Save the Children UK, 2000

borare una strategia d’azione. È stata una loroidea organizzare il workshop dei giovani dalquale sono emerse dettagliate raccomandazio-ni e un programma di interventi futuri.

Indagine partecipativa sul lavoro infantile,Vietnam24

Questo programma di ricerca è stato introdottonel 1997, con lo scopo di ottenere maggioriinformazioni sulla natura e l’estensione dellavoro minorile. Il processo di raccolta dei dati,gestito da ragazzi, comprendeva una varietà dimetodi tra cui colloqui e interviste semi-pro-grammate, compilazione di diagrammi, elen-chi, punteggi e reportage fotografici. Sono statiapplicati metodi commisurati alle reali capacitàdei ragazzi. I giovani vi hanno preso parte conentusiasmo e la loro attiva partecipazione hafornito una nuova ottica alla questione dellavoro minorile, dimostrando inoltre ai membriadulti della comunità che i bambini hannoesperienze e idee importanti da offrire, diverseda quelle degli adulti.Commenti – In questo progetto la partecipa-zione dei ragazzi si limitava alla raccolta deidati. Non hanno partecipato all’elaborazionedel programma di ricerca, né all’analisi delleinformazioni raccolte o alla presentazione deirisultati. In altri termini, il loro coinvolgimentoè stato limitato dagli adulti a un insieme dicompiti prestabiliti. Tra le conclusioni del pro-getto l’ammissione che, a causa delle restrizio-ni imposte ai giovani, non si è riusciti a svilup-pare le loro capacità e abilità creative e che, inprogetti futuri i giovani avrebbero dovuto par-tecipare anche alle fasi di elaborazione e revi-sione dei programmi di ricerca.

Ascoltiamo la voce dei giovani, Vientiane,Repubblica democratica popolare del Laos,199825

Il Comune di Vientiane, insieme all’organizza-zione Save the Children, ha intrapreso un pro-getto d’indagine di tipo partecipativo, finalizza-

to Ong, enti statali, agenzie di informazione esingoli attivisti, per esaminare i risultati edelaborare un efficace sistema di coordinamen-to finalizzato a promuovere la giustizia perl’infanzia nei settori presi in considerazione. Iragazzi che avevano condotto la ricerca hannosuggerito di organizzare un identico workshopcon la partecipazione dei giovani. Conseguen-temente, 120 ragazzi tra i 10 e i 18 anni prove-nienti da diverse situazioni sociali sono statiinvitati a partecipare a un incontro di consul-tazione sul tema “La violenza istituzionale suibambini”. Tra essi vi erano giovani che viveva-no e/o lavoravano nelle strade, ragazzi disabilie provenienti dai bassifondi, oltre ad alcuniragazzi di condizione più privilegiata. Dalleriunioni sono emerse una serie di raccomanda-zioni rivolte alle autorità penitenziarie, ai tri-bunali, alle Ong, ai media, ai politici e infineall’infanzia stessa. I giovani hanno espresso ildesiderio che i risultati fossero resi noti adaltre organizzazioni interessate e inviati alComitato per i diritti dell’infanzia. Hannoanche richiesto che venisse programmata unariunione successiva nella quale definire imetodi più adatti per favorire l’applicazionedelle loro raccomandazioni.Commenti – Far svolgere ai ragazzi il ruolodi ricercatori comporta una serie di benefici. Iragazzi imparano a organizzare un programmad’indagine partendo dalle proprie esperienze.I bambini intervistati si sentono più disposti araccontare le proprie esperienze a coetanei. Ilprogetto, inoltre, offre ai giovani la possibilitàdi acquistare sicurezza e acquisire conoscen-ze. Tuttavia è essenziale fornire loro la neces-saria preparazione e assistenza, oltre che dota-re il progetto di un preciso inquadramentoetico che chiarisca aspetti quali la volontarietàdella partecipazione all’indagine e l’esigenzadi rispettare la riservatezza delle informazioniottenute.

Questo progetto mette in evidenzia lacapacità dei giovani di prendersi carico dideterminate responsabilità purché venganotrattati con rispetto e aiutati ad acquisire lecompetenze necessarie. Essendo stata loroconcessa l’opportunità di svolgere l’indagine,sono stati poi essi stessi a prendere l’iniziativadi mettere a frutto i risultati ottenuti per ela-

28 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

24 V. nota 1925 Listening to the Voice of Young People, Lao VientianeMunicipality/Save the Children, Vientiane, 2000

to a raccogliere le opinioni dei giovani, a for-mare un gruppo in tecniche dirigenziali, a svi-

luppare un modello per la partecipazione deiragazzi e, sulla base dei risultati e delle conclu-sioni del progetto, individuare una tipologia diservizi da offrire ai giovani in risposta alle loroesigenze. È stato fondato un Comitato operati-vo costituito dai rappresentanti dei vari assesso-rati interessati, che ha individuato sei argomen-ti che il progetto avrebbe dovuto approfondiree ha preparato il materiale preliminare per igruppi di discussione. In seguito, il Comitatoha deciso che i giovani avrebbero dovuto dire laloro sulla scelta degli argomenti. Quattro ragaz-zi sono stati chiamati a far parte del Comitato ea offrire il proprio contributo. Il materiale per laformazione è stato modificato di conseguenza.L’indagine è stata condotta da giovani prepara-ti e scelti in base ai seguenti criteri: età tra i 18e i 25 anni, grado d’istruzione di scuola secon-daria, di condizione economica media, dotati diun atteggiamento sicuro ed estroverso.

L’indagine si è concentrata su ragazziappartenenti a due fasce di età (13-15 e 16-18anni), distinguendo tra chi frequentava la scuo-la e chi no. Ciascun gruppo si è riunito sei volteper discutere i sei argomenti. Complessiva-mente si sono tenute 280 discussioni di gruppoalle quali hanno partecipato 384 ragazzi. Leinformazioni sono state raccolte tramite regi-stratori (con l’autorizzazione dei ragazzi),appunti, questionari, disegni e altro materialecompilato durante le riunioni. I ricercatori sisono incontrati settimanalmente per discuteredelle difficoltà incontrate e scambiarsi infor-mazioni. L’obiettivo di lungo termine dall’in-dagine era di identificare i temi di interesseparticolare per i ragazzi e di proporre iniziativecorrispondenti. Tra le priorità c’erano l’esigen-za di una qualifica professionale e il problemaHIV/AIDS; su quest’ultimo i giovani ricercato-ri stanno elaborando un progetto.Commenti – Uno dei punti forza del progettoera l’impegno dichiarato sin dall’inizio di dareseguito ai risultati ottenuti e di mettere a frut-to le capacità acquisite dai ricercatori nello svi-luppo di iniziative future. Questo dava all’in-dagine una forte motivazione e avvalorava lapartecipazione. La decisione di coinvolgerealcuni giovani nella scelta degli argomenti da

studiare è stata una scelta felice. Infatti nonsempre avviene che i temi ritenuti prioritaridagli adulti abbiano la stessa importanza pres-so bambini e giovani.

In progetti simili è importante che i risul-tati siano condivisi con i partecipanti, così chepossano leggere il rapporto e rendersi conto dicome siano stati utilizzati i loro contributi.Sarebbe preferibile che potessero esprimereun parere in sede di prima stesura del rappor-to, anche se ciò si rivelerebbe poco pratico, permotivi di tempo e di costi, nel caso di unnumero molto elevato di partecipanti. Dal rap-porto dell’iniziativa non è chiaro se ai ragazzisia stata offerta una qualche forma di riscontro.

Esempi di scuole democraticheScuola di Hojas Anchas, Colombia26

Il programma Escuela Nueva è stato lanciatoin Colombia per rispondere alle difficoltàincontrate da molti bambini poveri nelle zonerurali, che devono far convivere le esigenzedell’istruzione con quelle del lavoro neicampi. Il progetto ha introdotto programmiflessibili e classi di età miste in cui i bambinipossono studiare singolarmente e in gruppo,con l’insegnante che svolge la funzione diarmonizzare le diverse esigenze. Queste scuo-le si sono anche dotate di organismi che per-mettono ai bambini di operare come unacomunità democratica coordinata. Dato chequesto approccio innovativo richiede agliinsegnanti una serie di funzioni radicalmentediverse, sono stati organizzati incontri setti-manali a due tra le scuole dei vari distretti,così che gli insegnanti possano aiutarsi l’unl’altro ad affrontare le novità.

La scuola di Hojas Anchas ha voluto incor-porare, come parte integrante del proprio ruolodi centro comunitario per l’apprendimentodemocratico, la partecipazione dei bambinialla difesa dell’ambiente locale. Per esempio,ha sviluppato un progetto di conservazioneforestale nell’ambito del quale i ragazzi cerca-no di arrestare l’erosione dei versanti montani,mettendo a dimora specie native di alberi.

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 29

26 V. nota 18

tolo, tra l’altro, nelle scelte di politica scola-stica a ogni livello e nell’assunzione del per-sonale;

● la creazione di una “cassetta dei prepotenti”in cui i bambini potessero denunciare, insegreto, di essere stati oggetto di vessazioni;

● la nomina di “angeli custodi”, ovvero bambi-ni che offrissero volontariamente il proprioappoggio ai bambini privi di amici, ai bambi-ni oggetto di prepotenze, e a chi avesse sem-plicemente bisogno di un sostegno;

● bambini mediatori, che aiutassero a risolvereeventuali conflitti sul campo da gioco.

A seguito dell’introduzione di questi cam-biamenti, la scuola è diventata molto popolare,i bambini si sono dimostrati più felici, hannoottenuto migliori risultati scolastici, e hannoacquistato notevoli capacità nella negoziazio-ne, nei processi decisionali democratici e nellaresponsabilità sociale.Commenti – Bambini anche piccoli sono ingrado di assumere notevoli livelli di responsa-bilità, quando ricevono fiducia e sostegno. Ciòche emerge da questa esperienza è che, se iloro diritti vengono rispettati, i bambini sannoprendere provvedimenti per difendere se stes-si e gli altri. La preparazione e l’incoraggia-mento al sistema di mediazione tra coetanei liha messi in grado di aiutarsi l’un l’altro senzadover ricorrere agli adulti, sebbene questi fos-sero presenti e disponibili se richiesti.

2.4.3 La promozione dell’auto-tutela

L’auto-tutela è un processo che consiste nelmettere i bambini e i ragazzi in grado di agirein prima persona, per affrontare le questioniche ritengono importanti. Ha le seguenti carat-teristiche:● le questioni importanti sono individuate dai

ragazzi stessi;● il ruolo degli adulti non consiste nel fare da

guida, ma nel fornire assistenza;● il processo è controllato dai ragazzi.

Sebbene l’idea originale sia nata quasi certa-mente dagli insegnanti, ormai i bambini sento-no l’iniziativa come una cosa completamenteloro. Una delle sfide che il progetto pone aibambini è come educare gli abitanti dei villag-gi sui problemi legati all’uso della legna daardere e alla vendita di legname. Gli alunniraccolgono i semi dagli alberi esistenti e li por-tano a scuola per creare un vivaio, grazie alquale possono, con l’aiuto degli adulti, ricosti-tuire la copertura dei versanti con alberi nativi.Come parte dell’iniziativa molti dei bambinifrequentano le riunioni delle amministrazionidei villaggi locali.Commenti – Il progetto ha arricchito la vitadei bambini partecipanti con una varietà dielementi positivi. Attraverso l’esperienzadiretta imparano a conoscere il proprio am-biente e come salvaguardarlo. Imparano adapplicare i metodi della partecipazione demo-cratica condividendo le proprie idee e cercan-do di trasmetterle agli adulti. Si sono assuntiresponsabilità sia per lo svolgimento dell’ini-ziativa che per i suoi risultati. Inoltre, grazie aquesta iniziativa e ai programmi di reciprocaassistenza per gli insegnanti delle EscuelasNuevas, si diffonde il principio che, se la par-tecipazione democratica dei bambini deveavere successo, è necessario che anche gliadulti siano disposti a imparare.

La scuola di Highfield, Regno Unito27

Highfield è una scuola frequentata da alunnitra i 7 e gli 11 anni, situata in un’area partico-larmente povera dell’Inghilterra ed è caratte-rizzata da elevati livelli di violenza, disaffezio-ne, prepotenza e assenteismo. Nei primi anni’90, una preside di nomina recente ha preso ladecisione di coinvolgere l’intera comunità sco-lastica per far diventare la scuola un ambienteeducativo sicuro ed efficiente. Per raggiungerequesto obiettivo ci si è consultati con tutti ibambini, oltre che con gli insegnanti e il per-sonale non docente, sui cambiamenti ritenutinecessari per rendere la scuola un luogo piùsicuro. Tra i risultati della consultazione sonoemersi i seguenti punti:● la creazione di un consiglio di istituto in cui i

bambini avessero un potere effettivo. Il Con-siglio di istituto avrebbe avuto voce in capi-

30 PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA

27 Changing Our Behaviour: Promoting Positive Behaviour bythe Staff and Pupils of Highfield Junior School, P. Alderson,Highfield Junior School/Institute of Education, London,1997

Il processo dell’auto-tutela deve permette-re ai ragazzi di definire la propria condizioneautonomamente e di elaborare le strategie perconseguire i cambiamenti necessari. Richiedeche gli adulti siano inequivocabilmente dispo-sti a rinunciare alla facoltà di controllare sia ilprocesso che i suoi risultati, in favore di unarelazione di collaborazione con i bambini. Ri-chiede, altresì, che gli adulti continuino a im-pegnarsi in ruoli di consulenza, sostegno,amministrazione e raccolta di fondi.

Esempi di auto-tutelaProgramma bambini lavoratori, Ecuador28

Il Programma consiste in un piano, su scalanazionale, finalizzato a promuovere la parteci-pazione dei bambini lavoratori in un grandeprogetto ambientale. Il personale opera insie-me con i bambini in “spazi alternativi” sparsiin tutto il paese, creati per offrire a coloro chevivono nei quartieri urbani poveri l’opportu-nità di imparare a difendere i propri diritti.Nel 1993, in occasione del convegno annualedel Programma, è stato deciso di concentrarele attività future su temi ambientali. In colla-borazione con una rete nazionale di ecologi, ilProgramma ha curato la formazione di diverseunità composte da quattro o cinque adole-scenti, le quali dovevano lavorare insieme agruppi costituiti da un massimo di 80 bambi-ni più piccoli. Insieme sono riusciti a produr-re mappe ecologiche degli ambienti in cuivivevano, mettendo in risalto i problemi chedesideravano affrontare e le strategie con lequali combatterli. I bambini sono stati forma-ti a trattare con i media, per cercare di richia-mare l’attenzione degli adulti, affinché siimpegnassero a rendere l’ambiente più sicuroe sostenibile.Commenti – Il Programma è riuscito ad avvia-re una serie di progetti che hanno coinvoltocomplessivamente 70.000 bambini in 21 pro-vince, con il sistema di formare i ragazzi piùgrandi e farli lavorare insieme con i bambinipiù piccoli. Grazie alla consulenza di espertiecologi, chiamati a collaborare dalle fasi inizia-li, i bambini si sono rivolti a iniziative fattibili.Alcuni dei progetti sono stati contraddistinti daun carattere polemico, nel senso che i bambinicondannavano i responsabili del degrado am-

bientale. È probabile che, nel lungo periodo,un approccio basato sul dialogo, diretto a coin-volgere la comunità adulta nelle idee e nellepreoccupazioni dei bambini, possa rappresen-tare una strategia più efficace per giungere acambiamenti duraturi.

Articolo 12, Regno Unito29

Nel 1995 i membri più giovani del Consigliodirettivo dell’Ong Children’s rights develop-ment unit (CRDU) hanno organizzato un con-vegno, con la partecipazione di 60 bambini,ragazzi e adolescenti, per decidere se si doves-se creare una organizzazione nazionale con-dotta da e rivolta ai giovani sotto i 18 anni,finalizzata alla promozione del diritto deglistessi a essere ascoltati. I partecipanti al con-vegno, provenienti dalle più diverse condizio-ni sociali, economiche ed etniche, hanno deci-so a favore di tale organizzazione, e la CRDUè resa disponibile ad appoggiare il progetto e acontribuire al lavoro di amministrazione, rac-colta-fondi, pubblicità e reclutamento. I gio-vani hanno nominato un comitato direttivoformato da 25 membri, i quali hanno raccolto ifondi per incaricare un adulto di curare l’am-ministrazione ordinaria dell’ufficio. Ogni deci-sione e attività, comunque, è stata stabilita dairagazzi stessi. Oggi l’organizzazione, che sichiama Articolo 12, conta più di 400 compo-nenti. Tra la attività svolte, ci sono campagnedi sensibilizzazione per promuovere la demo-crazia nelle scuole, per abbassare l’età minimaper il voto e per mettere fine alle punizionicorporali degli alunni. I suoi membri vengonochiamati a parlare nei convegni, discutere coni mezzi di informazione, dirigere seminari,incontrarsi con personaggi politici e fornire lapropria esperienza ai gruppi di lavoro di altreOng. Nel 1998 i membri hanno avviato unaconsultazione per chiedere ai bambini se rite-nessero che il loro diritto a essere ascoltativenisse rispettato. Il rapporto conclusivo èstato inoltrato al Comitato per i diritti dell’in-

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 31

28 V. nota 1829 Cfr. “Respect: a Report into how well Article 12 of theUNCRC is put into practice across the UK”, Article 12,London, 1999

pare, nei diversi punti di incontro, ad attivitàdiverse: esercizi informali di istruzione, pianidi risparmio, attività ricreative, programmisulla salute. I ragazzi contribuiscono alla pro-grammazione della maggior parte delle attivitàtramite un Consiglio dei ragazzi, che si riuniscemensilmente e al quale partecipano dei dele-gati che comunicano i temi proposti dai ragaz-zi nei vari punti di incontro. In queste riunionii giovani possono discutere e scambiarsi infor-mazioni, esaminare avvenimenti sociali e poli-tici e lavorare per realizzazioni comuni. Tra itemi affrontati vi sono: droga, vessazioni dellapolizia, mancato pagamento di salari, bisognodi impieghi migliori, problema del gioco d’az-zardo. Il Consiglio orienta il programma e offreai ragazzi l’occasione per apprendere i principidella democrazia. Sono state realizzate diverseiniziative concrete, tra cui il Sindacato deibambini lavoratori, l’Associazione per il credi-to, e la Voce dei bambini lavoratori. Grazie alConsiglio i ragazzi sono anche in grado di intra-prendere azioni legali per opporsi alle violazio-ni dei loro diritti. Inoltre non si limitano a pro-grammare la maggior parte delle attività, ma vicontribuiscono materialmente. L’obbligo diauto-finanziarsi rinforza la loro sensazione diessere i titolari del programma e l’impegno adassicurarne il successo.Commenti – Essenziale al buon esito dell’ini-ziativa è stata la scelta di instaurare relazionicon i bambini fondate sul rispetto, e l’averincoraggiato incontri autogestiti per discuteredelle questioni che ritenevano degne di atten-zione. È emerso non solo che i ragazzi sono ingrado di partecipare e di contribuire allo svi-luppo e alla gestione dei programmi, ma chequesti ultimi risultano più efficaci quandocoinvolgono direttamente i giovani.

Comunque, occorre anche riconoscere chegli adulti devono essere disposti a rinunciare auna parte di potere, se vogliono che i giovanicontribuiscano alle decisioni. In realtà, l’osta-colo principale è rappresentato dall’atteggia-mento negativo da parte degli adulti: datori dilavoro, membri della comunità, organismi uffi-

fanzia, perché ne tenga conto la prossima voltache prenderà in esame quanto realizzato dalgoverno britannico per l’attuazione della Con-venzione sui diritti dell’infanzia.Commenti – I bambini si sono subito resiconto che, avendo impegni scolastici a tempopieno, non avrebbero potuto curare l’ammini-strazione dell’organizzazione e avrebberodovuto servirsi dell’assistenza di adulti. Hannoindividuato le aree nelle quali erano necessariele competenze e le abilità specifiche che a essimancavano. Erano consci, tuttavia, del rischioimplicito nell’assumere un adulto: questiavrebbe potuto trasformarsi nel “direttore”vero dell’organizzazione. Hanno affrontato laquestione redigendo uno statuto molto chiaro,che dettava i modi in cui le decisioni dovevanoessere prese, con una dettagliata descrizionedel posto offerto, nel quale il ruolo dell’adultosarebbe stato attentamente definito e control-lato. All’interno dell’organizzazione, nessunocon più di 18 anni ha il diritto di prendere deci-sioni di politica programmatica.

In Articolo 12 non esistono limiti inferioridi età: sono entrati a far parte del comitatodirettivo anche bambini di nove anni. Con illavoro svolto, l’organizzazione ha dimostratoche bambini e ragazzi di diversa età possonocollaborare in maniera proficua.

Sebbene da alcuni anni l’Articolo 12 opericon successo, rimane sempre difficile procura-re i fondi per far funzionare l’organizzazione.Negli adulti permane una forte resistenza,malgrado le prove evidenti, ad accettare cheun gruppo di bambini e ragazzi sia capace digestire un’organizzazione propria, e spessoquesti ultimi si trovano a dover lottare contro ipregiudizi dei finanziatori.

Programma Farfalle per bambini di strada e bambini lavoratori30

Il Programma Farfalle si dedica a circa 800bambini e ragazzi che vivono e lavorano nellestrade di Nuova Delhi, cercando di trasmette-re loro le capacità e le conoscenze necessarieper tutelarsi e crescere come cittadini rispetta-ti e produttivi. Il metodo applicato si basa sullaformazione di squadre di “educatori di strada”,i quali instaurano con i ragazzi un rapportoimpostato sulla fiducia e li invitano a parteci-

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30 Le informazioni sono tratte dalla corrispondenza tra unoperatore del progetto e l’autrice

ciali convinti di saperne di più e privi di fidu-cia nelle capacità partecipative dei ragazzi,corpi di polizia e l’opinione pubblica in genereche li ritengono una banda di ladri invece chepersone che lottano per sopravvivere. Per dipiù, i genitori dei bambini che vivono in casaspesso si mostrano riluttanti a permettere che iloro figli partecipino ai programmi. Il Program-ma Farfalle mette in luce l’esigenza di educa-re gli adulti e risvegliare in loro la consapevo-lezza di quanto sia importante rispettare idiritti dell’infanzia.

I club dei ragazzi, Nepal31

I club dei ragazzi, in larga misura gestiti dairagazzi stessi, si sono sviluppati, nel corso del-l’ultimo decennio, come una nuova forma diistituzione. Un spinta importante per la loroaffermazione è venuta dall’impegno delle Onge delle agenzie che lavorano con i bambini adattuare le disposizioni relative alla partecipa-zione contenute nella Convenzione sui dirittidell’infanzia. In Nepal esistono ormai centi-naia di club dei ragazzi. Molti sono derivati daiprogrammi di formazione “da ragazzo a ragaz-zo” tenuti nei villaggi, alcuni sono stati attivatisu richiesta dei ragazzi, mentre altri ancorasono nati grazie all’influenza esercitata dai pro-grammi radiofonici dei ragazzi di Hatemalo.Generalmente vi partecipano bambini e ragaz-zi da 8 a 16 anni, anche se alcuni comprendonogiovani fino ai 18 anni.

I membri dei club si riuniscono di solitouna o due volte al mese e si occupano di unaserie di attività, tra cui danza, canto, teatro,iniziative di sviluppo per la comunità, letturae scrittura, dibattiti, giochi e attività ricreati-ve, e campagne di sensibilizzazione sui dirittidell’infanzia. In genere i club hanno unastruttura simile alle organizzazioni degli adul-ti, ma i posti di responsabilità sono occupatida ragazzi.Commenti – Le indagini effettuate da Savethe Children Norvegia e Save the ChildrenUSA, sui circa 130 club che hanno contribuitoad avviare, hanno messo in rilievo diversi puntisignificativi:● InclusioneA confronto di altri organismi istituzionali, iclub risultano ben equilibrati dal punto di vista

della rappresentanza dei sessi. Generalmenteriflettono anche la composizione etnica dellecomunità locali – benché vi siano poche proba-bilità per le minoranze di entrare a far partedelle strutture direttive – e vi partecipano an-che ragazzi che non frequentano la scuola. So-no invece alquanto sotto-rappresentati i mino-ri portatori di handicap. Questo è motivo dipreoccupazione, in quanto i disabili soffronogià di una condizione di isolamento nella co-munità e i club potrebbero costituire un’occa-sione unica per superare le gravi discriminazio-ni a cui sono soggetti.● Autodeterminazione dei ragazzi La maggior parte dei club sono stati avviati daadulti, ma nel corso del tempo la gestione èpassata ai ragazzi. Oggi gli adulti svolgonogeneralmente funzioni di consulenza, anche sein alcuni club occupano ancora ruoli direttivi.Comunque, sono i membri dei comitati diretti-vi, piuttosto che l’intera assemblea degli iscrit-ti, che tendono a dirigere i club. Inoltre lestrutture organizzative sono orientate a rispec-chiare quelle delle istituzioni degli adulti,invece di permettere l’evoluzione, su stimolodei bambini stessi, di nuove forme di organiz-zazione e di manifestazioni democratiche. ● Conseguenze per i ragazziÈ dimostrato che i ragazzi acquistano mag-giore sicurezza, apprendono il funzionamen-to dei processi decisionali democratici, impa-rano a pianificare e organizzare, contribuisconoalla crescita della comunità e si familiarizzanocon i diritti umani e le loro violazioni. Unadelle opportunità più apprezzate dai ragazzi èla possibilità di passare del tempo a socializ-zare con coetanei. Incoraggiando il lavoro digruppo e la partecipazione attiva ai processidecisionali della comunità, si possono pro-durre benefici destinati a durare. Inoltre, at-traverso programmi di formazione organizzatidai club, i ragazzi imparano le nozioni fonda-mentali relative alla salute, all’ambiente, ealla cura dei bambini.

PROMUOVERE LA PARTECIPAZIONE DEI RAGAZZI PER COSTRUIRE LA DEMOCRAZIA 33

31 “The Children’s Clubs of Nepal: A Democratic Expe-riment”, Summary and recommendations from a study ofChildren’s Clubs support by Save the Children Norwayand Save the Children US, 1999

za per i club di avere maggiore stabilità e soste-gno finanziario. Molti, ad esempio, non hannoi fondi per permettersi locali propri. I ragazzihanno anche espresso il desiderio di una sceltapiù ampia di attività, di una partecipazione piùinformata dei membri, di miglioramenti neirapporti di collaborazione, e di un maggioresenso di appartenenza da parte di tutti. Vorreb-bero anche che i club ricevessero un maggiorericonoscimento da parte delle comunità di cuifanno parte e che gli adulti li considerassero inmaniera più positiva.

● Atteggiamento degli adultiLa maggior parte dei genitori ritiene che i clubabbiano effetti positivi sugli studi dei bambini,sulla loro crescita e sicurezza. Alcuni si diconocontenti anche per le opportunità di giocoofferte ai figli. Molti genitori danno un soste-gno fattivo ai club, collaborando alla program-mazione degli eventi, fornendo aiuti economi-ci, condividendo idee ed esperienze e agendoda collegamento con le altre istituzioni locali.● Raccomandazioni dei ragazzi per il futuroBuona parte dei ragazzi stigmatizzano l’esigen-

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