Programma Serva Padrona - La Fenice

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TEATRO MALIBRAN OPERA GIOVANI libretto di Gennarantonio Federico musica di Giovanni Battista Pergolesi prima rappresentazione assoluta: Napoli, Teatro San Bartolomeo, 28 agosto 1733 nuovo progetto drammaturgico basato sul primo libretto veneziano (Sant'Angelo, 1740) e sulla prima edizione musicale (Auguste De Lorraine, Parigi, 1752) personaggi e interpreti Serpina, prima buffa, al secolo Ginevra Magagnoli Lika Bi Uberto, primo buffo, al secolo Domenico Cricchi Stepan Polishchuk Vespone, primo zanni, al secolo Eugenio Severini Marco Ferraro primo violino concertatore Enrico Parizzi regia e drammaturgia Francesco Bellotto scene Massimo Checchetto , costumi Carlos Tieppo , light designer Fabio Barettin Orchestra barocca del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenice in collaborazione con Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia intermezzo in due parti clavicembalo Mizuho Furukubo LIRICA E BALLETTO STAGIONE 2019-2020 giovedì 13 e venerdì 14 febbraio 2020 per le scuole | sabato 15 febbraio 2020 solisti Operastudio Simona Gatto, Bai Jin, Raffaella Polino, Lahire Tortora, Marlon Zighi Orbi; primo violino e tutor dell'orchestra Enrico Parizzi, primo violino Paolo De Rossi, violini secondi Cecilia Zanotto, Agnese Fiori, viola Pedro Pereira, viola da gamba e tutor dell'orchestra Cristiano Contadin, viole da gamba Marcello Alemanno, Alberto Casarin, contrabbasso Andrea Schiavon, tiorba e chitarra barocca Dario Pisasale, tiorba e percussioni Davide Gazzato, maestro di sala e cembalista Mizuho Furukubo; assistente alla regia e responsabile organizzazione Sara Polato; assistenti di palcoscenico Giovanna Maccatrozzo, Giampaolo Sammartino, Kamil Zofinski, Chiven Li, Xue Dong, Zhu Wei, Yuyang Chen; maestro alle luci Jana Frehn; coordinatori di progetto Francesco Bellotto, Luisa Giannini PROGETTO «OPERASTUDIO» DEL CONSERVATORIO BENEDETTO MARCELLO PER IL TEATRO LA FENICE direttore musicale di palcoscenico Marco Paladin; direttore dell’allestimento scenico Massimo Checchetto; direttore di scena e di palcoscenico Lorenzo Zanoni; capo macchinista Roberto Rizzo; capo elettricista Fabio Barettin; capo audiovisivi Alessandro Ballarin; capo sartoria e vestizione Emma Bevilacqua; responsabile dell’atelier costumi Carlos Tieppo; capo attrezzista Roberto Fiori; responsabile della falegnameria Paolo De Marchi; capo gruppo figuranti Guido Marzorati; scene, costumi, calzature, attrezzeria Laboratorio Fondazione Teatro La Fenice; parrucche, trucco Effe Emme Spettacoli (Trieste); sopratitoli Studio GR (Venezia) La serva padrona

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Page 1: Programma Serva Padrona - La Fenice

TEATRO MALIBRAN

OPERA GIOVANI

libretto di

Gennarantonio Federico

musica di

Giovanni Battista Pergolesi prima rappresentazione assoluta: Napoli, Teatro San Bartolomeo, 28 agosto 1733

nuovo progetto drammaturgico basato sul primo libretto veneziano (Sant'Angelo, 1740) e sulla prima edizione musicale (Auguste De Lorraine, Parigi, 1752)

personaggi e interpreti

Serpina, prima buffa, al secolo Ginevra Magagnoli

Lika Bi

Uberto, primo buffo, al secolo Domenico Cricchi Stepan Polishchuk

Vespone, primo zanni, al secolo Eugenio Severini

Marco Ferraro

primo violino concertatore

Enrico Parizzi

regia e drammaturgia Francesco Bellottoscene Massimo Checchetto

,

costumi Carlos Tieppo

,

light designer Fabio Barettin

Orchestra barocca del Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia

nuovo allestimento Fondazione Teatro La Fenicein collaborazione con Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia

intermezzo in due parti

clavicembalo Mizuho Furukubo

LIRICA E BALLETTO STAGIONE 2019-2020

giovedì 13 e venerdì 14 febbraio 2020 per le scuole | sabato 15 febbraio 2020

solisti Operastudio Simona Gatto, Bai Jin, Raffaella Polino, Lahire Tortora, Marlon Zighi Orbi; primo violino e tutor dell'orchestra Enrico Parizzi, primo violino Paolo De Rossi, violini secondi Cecilia Zanotto, Agnese Fiori, viola Pedro Pereira, viola da gamba e tutor dell'orchestra Cristiano Contadin, viole da gamba Marcello Alemanno, Alberto Casarin, contrabbasso Andrea Schiavon, tiorba e chitarra barocca Dario Pisasale, tiorba e percussioni Davide Gazzato, maestro di sala e cembalista Mizuho Furukubo; assistente alla regia e responsabile organizzazione Sara Polato; assistenti di palcoscenico Giovanna Maccatrozzo, Giampaolo Sammartino, Kamil Zofinski, Chiven Li, Xue Dong, Zhu Wei, Yuyang Chen; maestro alle luci Jana Frehn; coordinatori di progetto Francesco Bellotto, Luisa Giannini

PROGETTO «OPERASTUDIO» DEL CONSERVATORIO BENEDETTO MARCELLO

PER IL TEATRO LA FENICE

direttore musicale di palcoscenico Marco Paladin; direttore dell’allestimento scenico Massimo Checchetto; direttore di scena e di palcoscenico Lorenzo Zanoni; capo macchinista Roberto Rizzo; capo elettricista Fabio Barettin; capo audiovisivi Alessandro Ballarin; capo sartoria e vestizione Emma Bevilacqua; responsabile dell’atelier costumi Carlos Tieppo; capo attrezzista Roberto Fiori; responsabile della falegnameria Paolo De Marchi; capo gruppo figuranti Guido Marzorati; scene, costumi, calzature, attrezzeria Laboratorio Fondazione Teatro La Fenice; parrucche, trucco Effe Emme Spettacoli (Trieste); sopratitoli Studio GR (Venezia)

La serva padrona

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2 | | 3note sullo spettacolo

Francesco Bellotto

La serva padrona nacque come intermezzo in due parti da inserire negli atti dell’opera Il prigionier superbo, andata in scena al Teatro San Bartolomeo di Napoli il 28 agosto 1733 in occasione del compleanno di Elisabetta Cristina di Brunswick-Wolfenbüttel. Il poeta era il medesimo del Prigionier, Gennarantonio Federico. Autore delle musiche il maestro jesino Giovanni Battista Pergolesi. L’intermezzo ebbe gran successo e si diffuse rapidamente in tutta Europa, diventando un testo di riferimento per interpreti e impresari. Innumerevoli sono le sue riprese immediate: storiche rimangono le prime esecuzioni di Versailles nel 1734 e Londra nel 1750. In Italia il titolo fu il cavallo di battaglia di alcuni cantanti che nel Settecento lo portarono incessantemente in tutte le principali piazze teatrali della penisola. Il primo libretto veneziano data al 1740, in occasione della rappresentazione al Teatro di S. Angelo. Gli interpreti erano Maria Ginevra Magagnoli e Domenico Cricchi, veri virtuosi del genere buffo, fra i più attivi propalatori del capolavoro di Pergolesi. Per l’allestimento al Teatro Malibran abbiamo dunque deciso di utilizzare la fonte librettistica veneziana come guida. Questo spiega come mai nel finale compaia il duetto «Per te ho io nel core» del Flaminio (1735) che per tradizione viene inserito anche nella Serva padrona, ma non «Contento tu sarai», finale della versione napoletana del ‘33. Per gli aspetti musicali assieme al maestro Enrico Parizzi abbiamo ricostruito filologicamente gli organici con strumenti barocchi e rieditato il testo partendo dalla prima edizione a stampa (Auguste de Lorraine, 1752). L’edizione, infatti, risponde perfettamente al dettato del libretto veneziano, e possiede oltretutto un significato storico d’incommensurabile valore. Trascritta dal ‘copista’ Jean-Jacques Rousseau, fu la base di un celeberrimo riallestimento parigino del 1752 all’Académie Royale de Musique che diede il via alla celebre disputa nota come la Querelle (o Guerre) des Bouffons. La controversia contrapponeva i sostenitori dell’opera seria tradizionale francese e i sostenitori del nuovo genere comico italiano, chiaramente influenzato da stile, temi e drammaturgie tipiche del teatro all’improvviso. Queste le parole di Rousseau nelle Confessioni: «giunse a Parigi una compagnia di buffi italiani che si fece agire sul teatro dell’Opéra, senza prevedere l’effetto che quegli artisti vi avrebbero fatto. [...] La comparazione di queste due musiche, udite il medesimo giorno nello stesso teatro, sturò le orecchie francesi: non vi fu nessuno che potesse sopportare lo strascichio della loro musica, dopo l’accento vivace e marcato di quella italiana; non appena i buffi avevano finito, il teatro si vuotava. Si dovette mutar l’ordine e mettere i buffi in ultimo. [...] Tutta Parigi si divise in due parti più infiammate che se si fosse trattato d’un affar di Stato o di religione».

Il progetto drammaturgico mira a tradurre in evidenza scenica le profonde interconnessioni tra opera buffa e Commedia dell’Arte, raccontando l’epoca della nascita della Querelle e indagando il contributo artistico dei Bouffons italiani alla nascita del genere opera buffa. Il testo è ambientato tra 1753 e 1754 e immagina che il capocomico Eugenio Severini, noto per aver creato il personaggio dello zanni Vespone, riceva un’importante lettera da Parigi. Nella missiva l’amico Rousseau lo informa che a corte è improvvisamente esplosa la moda dell’opera recitata dai Bouffons italiani. Ovunque si esegue La serva padrona di Pergolesi. Non c’è teatro, palazzo, piazza, che non voglia veder quest’opera ben cantata e recitata da artisti italiani. Grandi ricchezze e successi si stanno rovesciando sulle compagnie presenti in città. Severini, che attraversa un periodo di ristrettezze economiche, decide di mettere in produzione La serva padrona e intraprendere l’avventuroso viaggio verso la Francia. Strada facendo raccatta cantanti, attori, arricchisce orchestra e costumi, forma la troupe e prova le scene dell’opera. La compagnia di Severini arriva alle porte di Parigi. Una nobildonna misteriosa, attirata dalla fama che precede la Troupe des Bouffons, chiede di assistere alle prove dell’opera. Comincia la sesta scena: lo spettacolo funziona, i virtuosi danno il meglio di sé, tutto procede per il meglio. La dama si rivela essere Madame De Pompadour, l’amante del re, che ancor prima della fine della rappresentazione invita a corte la compagnia. Il tripudio è però interrotto dall’arrivo di un’altra lettera di Rousseau: Luigi XV, su insistenza di Rameau e degli accademici francesi, ha decretato il bando dei Bouffons dai teatri. Tutto è perduto, bisogna rimettersi in viaggio. Ma Madame Pompadour regala al capocomico una collana di brillanti e danaro contante: per ringraziamento la compagnia – salvata dal lastrico – esegue il finale dell’opera e invita addirittura la bellissima dama a unirsi alla rappresentazione. Per creare teatralmente la connessione tra Comici dell’Arte e virtuosi dell’opera lo spettacolo mette in cortocircuito, in uno spazio unico, i protagonisti musicali dell’opera Uberto o Serpina (che nella vita hanno il nome dei primi interpreti veneziani, Cricchi e Magagnoli) con la compagnia di Bouffons capitanata dal primo zanni Vespone e composta da Bertì (una sorta di Arlecchino bergamasco, il secondo zanni), dall’innamorato (Leandro), dalla servetta (Simona), dal commesso cinese Lou Ping e dal maestro di cappella Parizzi alla guida dei suoi musici. La sfida è quella di mettere in relazione paritetica il mondo dei lazzi comici del teatro all’improvviso con il mondo sottinteso, ad oggi ancora abbondantemente insondato, dei lazzi musicali dell’opera buffa settecentesca.

LA SERVA PADRONA LA SERVA PADRONA