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Programma Arte e Territorio classe V MODULO 1 Caratteri generali dell’arte dell’800 U.D. 1 Il Neoclassicismo: scultura, A. Canova. Pittura, F. Goya U.D. 2 Romanticismo, Preraffaelliti. Gèricault , “La Zattera della medusa”. Delacroix, “La libertà che guida il popolo” U.D. 3 Il Realismo: J.F. Millet, “L’Angelus”. Daumier, “Scompartimento di terza classe” U.D. 4 Impressionismo: E. Manet, C. Monet, A. Renoir U.D. 5 Il Postimpressionismo, P. Gauguin e V.Gogh. Cenni sull’architettura nella seconda metà dell’800 MODULO 2 Caratteri generali dell’arte del ‘900 U.D. 1 Art Nouveau. A. Gaudì e G. Klimt U.D. 2 Stile Liberty: E. Basile U.D. 3 Il funzionalismo: W. Gropius e il Bauhaus U.D. 4 L’architettura di F.L. Wright e Le Corbusier MODULO 3 Pittura del ‘900 U.D. 1 Caratteri generali U.D. 2 Cubismo: P.Picasso U.D. 3 Espressionismo: E. Munch U.D. 4 Cenni sulle ultime correnti artistiche: la “Pop Art”

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Programma Arte e Territorio classe V

MODULO 1 Caratteri generali dell’arte dell’800

U.D. 1 Il Neoclassicismo: scultura, A. Canova. Pittura, F. Goya

U.D. 2 Romanticismo, Preraffaelliti. Gèricault , “La Zattera della medusa”.

Delacroix, “La libertà che guida il popolo”

U.D. 3 Il Realismo: J.F. Millet, “L’Angelus”. Daumier, “Scompartimento di terza

classe”

U.D. 4 Impressionismo: E. Manet, C. Monet, A. Renoir

U.D. 5 Il Postimpressionismo, P. Gauguin e V.Gogh. Cenni sull’architettura nella

seconda metà dell’800

MODULO 2 Caratteri generali dell’arte del ‘900

U.D. 1 Art Nouveau. A. Gaudì e G. Klimt

U.D. 2 Stile Liberty: E. Basile

U.D. 3 Il funzionalismo: W. Gropius e il Bauhaus

U.D. 4 L’architettura di F.L. Wright e Le Corbusier

MODULO 3 Pittura del ‘900

U.D. 1 Caratteri generali

U.D. 2 Cubismo: P.Picasso

U.D. 3 Espressionismo: E. Munch

U.D. 4 Cenni sulle ultime correnti artistiche: la “Pop Art”

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Se la ricerca del “bello ideale” è l’indiscusso ideale estetico del neoclassicismo, l’esaltazione dell’uomo-eroe, che si sacrifica per liberare la propria patria dagli invasori, è l’ideale etico. L’ideale estetico viene espresso dalle opere di A. Canova, l’ideale etico dalle opere di J.L.David, i due maggiori rappresentanti dell’arte neoclassica. A. Canova. Antonio Canova (1757-1822) è lo scultore neoclassico italiano più famoso, al punto di divenire ritrattista di Napoleone Bonaparte. La sua attività si svolge a Venezia, dove avviene la sua formazione artistica, e soprattutto a Roma. Canova lavora esclusivamente il marmo, materiale che reputa il più adatto per raggiungere l’idea di perfezione formale neoclassica. Nella tecnica di lavorazione del marmo l’artista ha raggiunto livelli di perfezione mai più uguagliati: la superficie delle statue, sempre levigatissima, suggerisce la morbidezza dei corpi che ricopriva di una cera ambrata per simulare meglio il colore dell’incarnato. Dalla statuaria classica antica riprende i temi tratti dal mito, l’equilibrio formale delle figure, la grazia e la leggerezza degli atteggiamenti, oltre che la perfezione della tecnica. Analisi delle opere: “Monumento funebre di Clemente XIV”( 1783-87 marmo m7,40x5,90x2,95. Roma, Basilica dei Santi Apostoli), “Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria” ( 1798-1805 marmo alt. m 5,74. Vienna, Chiesa degli Agostiniani), “Paolina Borghese” ( 1804-1808 marmo lungh. m 2. Roma, Galleria Borghese), “Amore e Psiche” (1788-93 marmo m 1,55x1,68. Parigi, Museo del Louvre).

F. Goya In Spagna, testimone dell’aprirsi di un’epoca nuova è F.Goya (1746-1828). Ottenuto nel 1774 l’incarico di eseguire i cartoni per l’arazzeria reale di Santa Barbara, Goya è nominato “pintor de camera” del re nel 1789. A partire da questo momento inizia a dipingere numerosi ritratti di personaggi dell’alta società. Divenuto sordo nel 1792 in seguito a una malattia, egli si isola progressivamente e la sua pittura assume forme sempre più drammatiche. Mantiene tuttavia la carica di pittore di corte: del 1800 è “La famiglia di Carlo IV”

(1800-1801 olio su tela, m.2,80x3,36. Madrid, Museo del Prado) che, pur nell’apparenza del ritratto ufficiale, rappresenta con spietato realismo la grettezza e la vanità dei singoli personaggi. All’inizio dell’ottocento risalgono “La Maja vestida” e “La Maja desnuda”(1800-1803 olio su tela, m.0,97x1,90. Madrid, Museo del Prado),giacente come Venere della tradizione rinascimentale italiana, esprime una bellezza più calda,più aggressiva, mediante le curve accentuate del bel corpo, esaltato dai rapporti cromatici dei piani di appoggio, mediante l’acutezza del viso incorniciato dai capello ricciuti e fluenti e mediante la vivezza penetrante degli occhi. Durante l’occupazione francese in Spagna, l’orrore per la violenza gli ispira la serie di incisioni dei Disastri della guerra. “ Le fucilazioni del 3 maggio ” (1814 olio su tela,

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266x245cm. Madrid, Museo del Prado) il tema rievoca le fucilazioni dei patrioti spagnoli da parte delle truppe napoleoniche, avvenute nel 1808. Il bagliore pone drammaticamente in risalto la disperazione dei condannati e l’assurda crudeltà della guerra.

U.D. 2 Romanticismo, Preraffaelliti. Gèricault , “La Zattera della medusa”. Delacroix, “La libertà che guida il popolo”.

Il Romanticismo è una corrente culturale che investe le arti visive, la letteratura e la musica, sviluppatosi tra la fine del Settecento e l’inizio dell’Ottocento, contemporaneamente e in opposizione all’arte e alla cultura neoclassica. Nasce in Germania e si sviluppa in tutta l’Europa interpretando con inquietudine i grandi mutamenti politici e sociali avvenuti a cavallo dei secoli XVIII e XIX. Al carattere universalistico degli ideali neoclassici si oppone l’esaltazione dell’individualità cioè della storia personale, dei sentimenti soggettivi che contraddistinguono i popoli e i singoli individui. In campo artistico, infatti il Romanticismo è caratterizzato dalla libertà creativa e dal rifiuto di tutte le regole precostituite. L’artista romantico esalta il sentimento, inteso come espressione individuale, e la fantasia: non la razionalità del pensiero illuminista, ma l’intuizione e la partecipazione emotiva devono guidare l’uomo nella comprensione del mondo e dei suoi eventi. L’arte romantica nasce dai sentimenti dell’artista e deve parlare ai sentimenti di chi la osserva, deve coinvolgere emotivamente gli spettatori suscitando forti passioni. L’artista romantico è “il genio”, colui che possiede una sensibilità superiore e che vive in assoluta libertà espressiva e morale. E’ colui che comprende il concetto del “sublime” espresso da Kant: quel misterioso e affascinante insieme di sensazioni che è possibile provare di fronte ai grandi spettacoli naturali. I pittori romantici raffigurano la natura in tutti i suoi aspetti. Immerso in essa, o di fronte ad un paesaggio immenso, l’uomo riflette sulla propria condizione, e interpreta la natura in base al proprio stato d’animo. Dal rifiuto della cultura neoclassica deriva, infine, la condanna dei modelli greci e romani che l’arte neoclassica aveva considerato perfetti ed eterni. Il Romanticismo rivaluta invece il Medioevo, periodo in cui la vita degli uomini era animata da un comune sentimento religioso, e più vicino per tradizione alla cultura del nord Europa, della Germania e della Francia che furono i Paesi in cui il movimento romantico ebbe origine.

Preraffaelliti Dei pittori romantici inglesi vogliono essere moderni recuperando temi antichi. Nasce così, intorno alla metà del secolo, la “Confraternita dei preraffaelliti”. Essi intendono rifarsi alla pittura del passato, anzi, come dice la parola, a quella che precede Raffaello, la loro indagine non si spinge al di là del Quattrocento. I

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preraffaelliti vogliono recuperare non la presunta “ingenuità” del medioevo, ma la purezza dell’arte del primo rinascimento italiano. T. Géricault, “La Zattera della Medusa”. In Francia Thèodore Géricault , (1791-1842) dal temperamento appassionato e inquieto, si orienta verso composizioni dal movimento concitato e dai colori fortemente contrastanti e si interessa agli aspetti tragici della realtà umana. Vero e proprio manifesto della pittura romantica è “La zattera della Medusa”(1818-19 olio su tela, m. 4,91x7,16. Parigi, Museo del Louvre), rievocazione del drammatico naufragio di una nave francese: la violenza realistica della scena è affidata ai colori foschi, al verismo dell’anatomia, al forte contrasto di chiari e scuri. Le figure in primo piano sono sopraffatte dalla morte e dal dolore. Un gruppo si protende verso un punto all’orizzonte, all’apice della piramide umana due uomini agitano la camicia speranzosi verso la piccola nave all’orizzonte. La composizione si basa su una serie di diagonali; queste delineano due piramidi che portano lo sguardo dell’osservatore verso i due apici: l’albero della zattera e la camicia agitata dal personaggio in piedi sul barile. Il Géricault presenta questa opera come una metafora della vita umana: l’uomo, in balia delle difficoltà, lotta con tutte le sue forze contro un destino che sembra sovrastarlo. E. Delacroix, “La Libertà che guida il popolo”.

Vero continuatore dell’opera di Géricault è Eugène Delacroix , (1798-1863). L’uso di colori brillanti, la libertà espressiva, la vivacità della narrazione, la predilezione per temi letterari ed esotici caratterizzano tutta la sua opera. Autore anche di grandi decorazioni, a lui si deve il celebre dipinto, “La Libertà che guida il popolo”(1830 olio su tela m. 2,60x3,25. Parigi, Museo del Louvre).

Nel dipinto realtà e idealismo si fondono per esprimere la profonda partecipazione dell’autore ai fatti rivoluzionari contemporanei. L’opera nasce in relazione ai moti rivoluzionari del luglio 1830 che, in sole tre giornate, rovesciarono il regno di Carlo X. Sembra la fredda documentazione di un grande evento storico che vide la popolazione parigina sulle barricate.

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U.D. 3 Il Realismo: J.F. Millet, “L’Angelus”. Daumier, “Scompartimento di terza classe”. Nella seconda metà dell’Ottocento, in Francia nasce la corrente letteraria ed artistica del Realismo. Il Realismo interpreta la profonda trasformazione sociale avvenuta in Europa in seguito all’avvento della “rivoluzione industriale”. E’ l’epoca dello sviluppo scientifico e dei progressi della tecnica che vede nell’affermazione della corrente di pensiero del Positivismo un’importante sostenitrice. L’uomo, animato da una grande fiducia nella scienza e nella tecnica, pensa che il progresso porterà inevitabilmente al benessere della società. Ma la rivoluzione industriale insieme al benessere economico aveva determinato anche una profonda sperequazione sociale, tra le classi più ricche e quelle più povere. Di fronte a tali eventi l’artista sente di non potersi più rifugiare nel sogno o nella fantasia alla maniera romantica, ma di avere il dovere di descrivere la realtà che lo circonda con lucida oggettività. Questo è, dunque, lo scopo dell’arte realista: non trasfigurare la realtà attraverso il sentimento individuale e soggettivo come faceva l’artista romantico, ma indagarla in maniera oggettiva, descrivendone le contraddizioni e le miserie con metodo scientifico senza essere coinvolti emotivamente. I caratteri fondamentali del Realismo sono: l’aperta denuncia del nuovo sistema sociale e politico; la presa di coscienza civile da parte dell’artista, che intende il proprio lavoro come mezzo per trasformare la realtà; la scelta di temi tratti dalla realtà quotidiana; il totale rifiuto delle scuole e delle accademie in nome della libera espressione che rinnovi il linguaggio artistico.

J.F. Millet, “ L’Angelus”.

Jean-Francois Millet , (1814-1875) pittore realista rappresenta soprattutto la realtà della vita dei campi, una realtà che conosce bene perché si dedicò personalmente al lavoro della terra per mantenere la famiglia. I suoi quadri sono soffusi di una luce dolce, rassegnata tristezza: uomini e paesaggi sono accomunati nel sentimento dell’eterno, lento, continuo rinnovarsi di tutto ciò che vive. “L’Angelus” (1857 olio su tela cm 55x66. Parigi, Museo d’Orsay), è particolarmente significativo della religiosa dedizione alla vita dei campi. L’Angelus è una preghiera che si recita al mattino, a mezzogiorno e la sera al rintocco della campana. H. Daumier , “ Scompartimento di terza classe”.

Honoré Daumier (1808-1879) applica il realismo soprattutto nel campo della caricatura e del disegno satirico. Agli inizi egli si dedica alla litografia, attaccando duramente le ottusità del mondo borghese e aristocratico. Intorno al 1860 si dedica alla pittura e rappresenta la vita di ogni giorno. “Scompartimento di terza classe” (1862 olio su tela cm 65,5x90. New York, Metropolitan Museum), descrive la classe dei poveri, affollati promiscuamente nello spazio buio e ristretto, trasportati come bestie, simboleggiati, in primo piano,

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dalla contadina assorta nei pensieri, invecchiata anzitempo per la durezza del lavoro nei campi, accompagnata da una ragazza che tiene in grembo il figlioletto in fasce, e da un bambino addormentato sulla nuda panca di legno. Nel dipinto è il segno che assume il ruolo di protagonista, accompagnato da una pennellata rapida, a strisce accostate, con qualcosa di apparentemente incompiuto.

U.D. 4 Impressionismo: E. Manet, C. Monet, A. Renoir. L’impressionismo: questo movimento artistico è l’esperienza pittorica di maggior rilievo del secolo, vissuta dal 1867 al 1880 da un gruppo di artisti francesi. Essi vogliono trasferire sulla tela con immediatezza l’effetto che il colore, specie in certe ore, produce a livello di reazione visiva. Per ottenere ciò, accostano piccoli tocchi di pennello e fanno uso dei colori primari (rosso, giallo e blu) e secondari (arancio, verde e viola), mentre eliminano quasi sempre il nero e i colori terziari (marroni, grigi, ecc.). Lavorano preferibilmente all’aperto ( en plein air). I temi privilegiati sono la vita della piccola borghesia, i paesaggi e i ritratti. Il termine “Impressionismo” compare, usato in un’accezione negativa, per la prima volta sul Charivari nel 1874, in un articolo di L.Leroy, che lo deriva dal quadro “Impression. Soleil levant” di Monet. Il termine piace e viene adottato dagli artisti.

E. Manet. Nel 1863 al Salon des refusés Edouard Manet ( 1832-1883) espone “Le déjeuner

sur l’herbe” (1863 olio su tela cm 208x264, Parigi, Museo d’Orsay), che provoca scandalo e indignazione nell’ambiente artistico borghese. Manet diviene allora il simbolo, per i giovani artisti, della rivolta pittorica contro le convenzioni del Salon ufficiale e l’accademismo. I suoi dipinti rielaborano in termini moderni la lezione dei classici . Egli rimane però , con la sua pittura chiara e priva di ombre, tutta a superfici distese di toni chiari, sempre al margine del gruppo impressionista, pur subendone le influenze. Uno scandalo ancora più clamoroso suscitò la presentazione dell’ opera “ Olympia”( 1863 olio su tela m. 1,30x1,90. Parigi, Museo d’Orsay),un nudo di donna in primo piano dove ogni particolare ha un suo preciso valore cromatico collocandosi in rapporto con tutti gli altri. Il fiocco rosa sui capelli, il nastrino nero al collo il braccialetto dorato, perfino il gatto nero, si concatenano armonicamente con le più vaste spezzature cromatiche dei lenzuoli e dei cuscini bianchi. I colori, distesi sulla superficie, sono resi più luminosi dal contrasto con il fondo scuro.

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Nel “ Il bar alle Folies-Bergère” (1881 olio su tela cm 96x130. Londra, Courtauld Institute), Manet è moderno per aver rappresentato un momento qualunque di un luogo qualunque contemporaneo. Nel quadro egli rappresenta, in primo piano, sul bancone del bar, i banali oggetti d’uso: bottiglie, una fruttiera di cristallo, un bicchiere con i fiori, resi impressionisticamente con tocchi di colore, con luci riflesse. Protagonista , al di là del banco, è la giovane cameriera, una massa cromatica blu e azzurra; dietro di lei vi è un grande specchio ove si riflette la folla di uomini e donne, gente che parla e che vive.

C. Monet. Claude Monet (1840-1926), si avvia verso una pittura eseguita con semplici tocchi di pennello liberamente disposto con tonalità chiara. A “ Impression. Soleil levant “(1872 olio su tela cm 48x63. Parigi, Museo Marmottan), - che, esposto alla prima mostra del gruppo, suggerisce il nome della nuova pittura – segue una serie di infinite variazioni di uno stesso soggetto, in cui studia, attraverso l’uso dei colori, le trasformazioni della forma provocate dal cambiamento di luminosità. Per dipingere “ La Cattedrale di Rouen “( 1894 olio su tela m 1,07x0,73. Parigi, Museo d’Orsay), Monet si era collocato a una finestra frontale e cambiava le tele via via che mutava la luce del sole. Nel dipinto “ Lo stagno delle ninfèe” (1899 olio su tela cm 89x93,5. Parigi, Museo d’Orsay), l’artista giunge alla totale disintegrazione delle forme: le ninfee sono rappresentate da masse di colore intenso.

P.A. Renoir. L’impressionismo di Pierre- Auguste Renoir ( 1841-1919) è tutto centrato sulla resa delle figure femminili, specie dei nudi, che immerge nel gioco della luce e delle ombre come nelle “ Le bagnanti” (1884-87 olio su tela cm 115x170. Philadelphia, Museo of Art). Nessun altro pittore ha mai sentito come Renoir la necessità di dipingere per esprimersi. Le sue regole artistiche sono simili a quelle degli altri impressionisti: insofferente delle regole scolastiche, preferisce studiare direttamente la natura. Nel dipinto “ La Grenouillère” ( 1869 olio su tela cm 65x93. Winterthur, collezione Reinhart) , che dipinge accanto a Monet, la pennellata è leggera, i riflessi sono vibranti, i toni sono chiari e luminosi, l’atmosfera è primaverile. Lo studio dell’infinita varietà della luce solare, che colpisce le cose è un tema che appassiona il pittore e che culmina in una delle sue opere più note il “ Bal au

Moulin de la Galette” ( 1876 olio su tela m 1,31x1,75. Parigi, Museo d’Orsay). Renoir sceglie il soggetto nella vita comune moderna: in questo caso un ballo all’aperto in un ritrovo di Montmartre dove il gioioso ondeggiamento della luce tocca, qua e là, gli oggetti e le persone, determinando macchie luminose verso i visi. Le impressioni fugaci si succedono le une alle altre, ovunque è uno scintillio di luci e di colori che si tramutano.

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U.D. 5 Il Postimpressionismo, P. Gauguin e V.Gogh. Cenni sull’architettura nella seconda metà dell’800.

Il termine Postimpressionismo indica tutte quelle ricerche artistiche che, pur avendo come riferimento la rivoluzione artistica degli impressionisti, la superano ponendo le basi per la nascita dell’arte del Novecento. Questi nuovi fermenti artistici non si organizzarono però in un unico movimento, ma propiziarono lo sviluppo di personalità artistiche dalla forte individualità che elaborarono linguaggi, ricerche artistiche e nuovi stili di vita originali e diversi tra loro. Tratti comuni dei principali artisti postimpressionisti furono il superamento della semplice impressione visiva che aveva caratterizzato la pittura degli impressionisti, la ricerca di una maggiore solidità dell’immagine e una più ampia libertà nell’uso del colore e delle regole tradizionali della pittura quali per esempio la prospettiva e il chiaroscuro. P. Gauguin. Paul Gauguin (1848-1903) sentì nel corso della sua vita un forte desiderio di evadere, di fuggire dalla civiltà industriale; iniziò a isolarsi dapprima in Bretagna, poi nel sud della Francia e infine a Tahiti e nelle isole Marchesi. Lontano dalla civiltà occidentale governata dall’oro, da lui considerata corrotta, Gauguin cercava una società felice e un mondo primitivo, puro, innocente, in cui ritrovare la propria felicità. Nel “ Il Cristo giallo” (1889 olio su tela cm 92x73. Buffalo, Albright Art Gallery), tutto è semplificato e sintetizzato. La tela è dominata dalla presenza in primo piano della croce con l’uomo crocifisso giallo. Gialli sono anche i prati e i monti punteggiati dalle macchie rosse degli alberi. Predominano i colori primari (giallo, blu, rosso) evitando i tono intermedi. Negli anni trascorsi nelle isole dei mari del Sud, Gauguin accentua la tendenza all’astrazione, le forme sono più modellate e il colore meno violento e più caldo. Nell’opera intitolata “ ...E l’oro dei loro corpi” (1901 olio su tela cm 67x76. Parigi, Museo d’Orsay),il ritmo del disegno è visibile nella disposizione sinuosa della donna di sinistra e nel modo in cui l’una si inserisce armonicamente accanto all’altra, mentre il tono bruno dei corpi si esalta, sovrapponendosi ai colori retrostanti come i cespugli rossi. Un dipinto tra i più significativi di Gauguin è “Da dove veniamo? Cosa siamo?

Dove andiamo?”( 1897 olio su tela m 1,41x3,76. Boston, Museo of Fine Art) che rappresenta un poema figurativo dove, alle tre domande inquietanti ogni uomo si pone sul mistero del proprio passaggio in terra, sul perché della propria esistenza, sulla propria origine, corrisponde la pacata solennità delle figure disposte secondo calcolati rapporti reciproci, lineari e cromatici.

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V. V. Gogh. Autore di opere che si distinguono per energia e tensione, è l’olandese Vincent Van Gogh (1853-1890) che superò l’impressionismo puntando sull’espressività del colore e del segno allo scopo di esprimere la propria inquietudine interiore. I suoi dipinti intendevano esprimere l’anima , lo spirito di ogni cosa o oggetto rappresentato. Dalle opere di V.Gogh emerge l’interesse per il colore espressivo, puro e violento, per la forza del gesto e del segno e per la linea, soprattutto nella pennellata evidente, tormentata, ondeggiante che egli utilizzava per esprimere le proprie tensioni, i propri stati d’animo. Egli si interessa ai problemi sociali e rappresenta la miseria contadina e operaia come nei “ I mangiatori di patate”(1885 olio su tela cm 82x114. Amsterdam, Rijksmuseum V.Van Gogh) dove la luce di una lanterna illumina i volti rovinati dalla fatica del lavoro esprimono la dignità e la forza interiore dei soggetti. Come Gauguin anche Van Gogh si allontanò dalle regole della prospettiva, ottenendo uno spazio incerto, ma molto espressivo. Nella “Camera da letto”(1889 olio su tela cm 57x74. Parigi, Museo d’Orsay) la sensibilità artistica di Van Gogh comunica attraverso il colore senza ombre e le lievi inclinazioni degli oggetti dando luogo ad una sensazione di oscillazione dello spazio prospettico, che produce un effetto di disagio nell’osservatore. In una delle ultime tele, “Campo di grano con volo di corvi” (1890 olio su tela cm 50,5x100,5. Amsterdam, Rijksmuseum V.V. Gogh) vi è un autentico furore creativo, a colpi di pennello. I colori sono violenti, essenziali: i tre primari, il blu fondo del cielo, il giallo del grano, il rosso delle strade e un secondario come il verde dell’erba. Qua e là svolazzano i corvi, nere linee zigzaganti. Cenni sull’architettura nella seconda metà dell’800.

I pochi monumenti interessanti dell’Ottocento sono quelli che mettono in luce le strutture portanti, realizzate con elementi metallici prefabbricati industrialmente e assemblati in cantiere. Ma è soprattutto dalla metà dell’Ottocento in poi che queste nuove strutture portanti trovano un loro campo di applicazione nella costruzione rapida dei padiglioni per le monumentali Esposizioni Universali, organizzate dai paesi più avanzati. Nasce nel 1851 per una di queste occasioni il Crystal Palace (Palazzo di Cristallo) di Londra, opera di Joseph Paxton (1801-1865) costituito da elementi di ghisa prefabbricati in serie e montati sul luogo con lastre di vetro.

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inferriate, profili sinuosi delle coperture. Nel disegno del Park Guell l’artista rivoluziona la pratica della progettazione dei giardini ideando un luogo incantevole e fiabesco. La libertà inventiva di Gaudì plasma le forme senza un apparente rapporto con quelle della tradizione classica, come una scultura astratta, proiettando l’uomo verso una dimensione fantasiosa. L’ultima sua opera, la chiesa della Sagrada Familia, iniziata nel 1883 fu lasciata incompiuta dall’autore ed è tuttora in costruzione; essa pur riallacciandosi al neogotico ottocentesco, nasce dalla fantasia, come un castello di sabbia, che è medievale solo nell’apparenza esteriore. G. Klimt. In pittura il massimo rappresentante dello stile Art Nouveau è l’austriaco Gustav Klimt (1862-1918), importante esponente dello stile maturato negli ambienti viennesi che elabora uno stile decorativo-simbolico con l’uso di colori accesi e materiali preziosi (oro,argento e mosaico) unito a un forte realismo espressivo delle figure. L’uso della linea in senso decorativo, la ricercatezza cromatica e l’eleganza formale, l’uso di elementi tratti dalla tradizione bizantina come i fondi dorati e la bidimensionalità delle figure sono i caratteri distintivi dell’artista riscontrabili in alcune sue opere. La figura umana, in particolare quella femminile, fu uno dei soggetti preferiti da Klimt per sperimentare il nuovo raffinato linguaggio decorativo, ma nelle stesso tempo espressivo e simbolico. Nel dipinto “ Giuditta” (1909 olio su tela cm 110x49,5. Venezia, Museo d’Arte Moderna di Pesaro), si notano le tecniche del mosaico in forme geometriche, la linea elegante , morbida e sinuosa; è evidente la bidimensionalità della composizione. Nell’opera “ Il bacio “ (1908 olio su tela m.1,80x1,80. Vienna, Osterreichische Galerie), la bidimensionalità è evidente nel taglio della figura centrale che si legge con un colore più chiaro rispetto al fondo. Le figure geometriche rettangolari sottolineano la figura maschile di sinistra mentre i disegni circolari sottolineano la figura femminile di destra. Nell’opera intitolata “ Le tre età della donna” (1905 olio su tela. Roma, Galleria Nazionale d’Arte Moderna), Klimt rappresenta le tre età della donna; l’impianto decorativo domina l’intera composizione, la linea risalta come un elemento fondamentale e i motivi geometrici sullo sfondo sono esuberanti nelle forme e nei colori.

U.D. 2 Stile Liberty: E. Basile. Lo stile Liberty fu considerato uno stile che rispecchiò gli ideali di eleganza e raffinatezza della borghesia negli anni della Belle époque. Ebbe in comune a tutte le varianti nazionali l’aspirazione al nuovo, a uno stile moderno. La natura divenne la principale fonte di ispirazione degli artisti che smisero di imitare gli stili del passato per rifarsi alle forme lineari e sinuose del mondo vegetale e animale.

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Una caratteristica importante del Liberty fu rendere validi esteticamente quegli oggetti di uso comune che le industrie diffondono. E. Basile. Ernesto Basile (1857-1932) fu uno dei principali artisti libertyi che operò soprattutto in Sicilia per la famiglia Florio. Figlio di Giovan Battista Filippo Basile, Ernesto ha dato con le proprie opere un posto di notevole rilievo alla città di Palermo nell’ambito dell’architettura del modernismo europeo. La città fiorisce delle sue opere delicate e armoniose: villini isolati, palazzine, chioschi, cappelle, edifici pubblici. Alla morte del padre, E. Basile subentra alla direzione dei lavori per il Teatro Massimo, dove apporta qualche novità negli arredi e nelle decorazioni di palchi e pareti. E. Basile ha disegnato due chioschi per Palermo, in Piazza Massimo, Il chiosco

Ribaldo (1894) e il chiosco Vicari 81897). Ebbe la possibilità di lavorare nel progetto del Grand Hotel di Villa Igea dove le decorazioni si basano su linee sinuose ed eleganti che si ispirano a elementi vegetali.

U.D. 3 Il funzionalismo: W. Gropius e il Bauhaus. Il termine funzionale indica un’architettura progettata con forme e spazi rispondenti alle esigenze per cui è costruita. La funzione dell’edifico doveva apparire evidente dalla sua forma, che doveva essere semplice e geometrica. Gli architetti del Funzionalismo eliminarono ogni elemento decorativo dagli edifici e abolirono linee curve utilizzando piani orizzontali e forme regolari. Gli edifici assunsero l’aspetto di solidi geometrici semplici, dagli angoli retti e dagli spigoli vivi. Con la nascita dell’industria che produce in serie mediante macchine senza porre problemi di natura estetica, e con la conseguente decadenza dell’artigianato, si è venuto contrapponendo ciò che è “utile” a ciò che è “bello”. L’idea di riscattare l’oggetto d’uso dall’appiattimento della produzione in serie, è comune anche al più importante movimento artistico fra le due guerre, detto Scuola del Bauhaus , fondata a Dresda nel 1919 da Walter Gropius (1883-1969). La traduzione di Bauhaus è “casa dell’architetto”. Uno dei punti fondamentali del Bauhaus è la ricerca dell’opera d’arte “totale”. Struttura portante ne è l’architettura, in quanto attività funzionale alla vita e alla società, della quale corollari principali sono la scultura e la pittura. Il Bauhaus è basato sulla ideologia democratica: insegnanti e allievi collaborano insieme e gli allievi stessi, i migliori, una volta terminati i corsi, divengono insegnanti. Uno dei punti fondamentali del Bauhaus è l’annullamento della distinzione fra “artista” e “artigiano”, in quanto il primo è un artigiano che- dice Gropius- solo in

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“rari momenti d’illuminazione fa fiorire l’arte”, questa non si può insegnare, l’artigianato sì; si pretenderà da tutti gli studenti una preparazione artigianale di base da conseguire in officine e in luoghi di sperimentazione e di lavoro. Tra il 1923 e il 1925 W. Gropius progettò a Dessau la nuova sede della scuola del Bauhaus completa di arredi. E’ un’architettura funzionale perché la forma deriva dalle varie funzioni cui l’edificio scolastico è destinato. Ne deriva una forma “doppia elle” dove non esiste una fronte visivamente predominante sulle altre. Insieme alle strutture sono protagoniste le superfici vetrate. Nel 1934, in seguito all’avvento di Hitler, Gropius lascia la Germania e il Bauhaus si scioglie.

U.D. 4 L’architettura di F.L. Wright e Le Corbusier.

Frank Lloyd Wright (1867-1959) fonda le sue opere sul rapporto armonico tra individuo, spazio architettonico e natura circostante. Egli sviluppa sin dagli esordi questa architettura “organica” (cioè integrata nella natura, che viene assunta come elemento esterno fondamentale) con le case d’abitazione unifamiliare. Es. Robie House 1909, a Chicago. Dopo l’esperienza giapponese, Imperial Hotel , 1915-23 a Tokio, realizza case in calcestruzzo armato come Casa Kaufmann, 1036, in Pennsylvania, nota come “casa sulla cascata” in cui gli gli spazi interni si prolungano nella natura attraverso terrazze. L’uso di piante incurvate o circolari organicamente sviluppate nello spazio lo porta in seguito alla creazione del circolare Solomon Guggenheim Museum (1943-58) a New York, il cui interno consiste in un lungo corridoio a spirale che declina dal soffitto fino a terra. Il francese Le Corbusier (1887-1965), interessatosi ben presto di prefabbricazione e industrializzazione del cantiere, considera prioritarie le esigenze dell’uomo e attribuisce all’architettura la capacità di risolvere i conflitti sociali attraverso l’organizzazione dello spazio. Es. Villa Savoye, 1929-31, a Poissy. Nello scritto La ville radieuse descrive grandi case su palafitte fra il verde, tetti-giardino, strade lontane; nello studio Le modulor (1948) codifica un’architettura fatta di alloggi basati sulle misure e sui movimenti di un uomo alto 1,83 m principi su cui è costruita l’ Unité d’habitation, !946-52, a Marsiglia. TUTTI GLI ARGOMENTI INSERITI NELLE U.D. VANNO OPPORTUNAMENTE

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Maturato ormai il nuovo linguaggio, Ricasso evolve verso il cubismo “analitico” e “sinetico”. Durante la guerra civile in Spagna, dipinge “ Guernica” (1937 tempera su tela m.3,51x7,82. Madrid, Museo del Prado) a ricordo del bombardamento della località omonima, come denuncia della violenza e inutilità della guerra.

U.D. 3 Espressionismo: E. Munch.

Il movimento dell’ Espressionismo si sviluppa a partire dal 1905-06 nell’ambito della cultura artistica tedesca per poi diffondersi in tutta Europa e negli Stati Uniti. L’espressionismo, che nasce dall’esperienza emozionale e spirituale soggettiva dell’artista, è essenzialmente pittorico, ma con alcuni notevoli risultati anche in campo architettonico e scultoreo. Gli artisti utilizzarono colori forti e contrastanti, segno incisivo, immagini aggressive e deformate in chiave caricaturale o psicologica, per denunciare il loro disagio verso una società che si sta svuotando di ideali umanitari. Temi preferiti sono l’uomo, la natura e la realtà urbana e politica. E. Munch. Edvard Munch nato in Norvegia (1863-1944), esprime nei dipinti e nelle incisioni un personale spiritualismo pervaso da un senso d’angoscia esistenziale, malinconia, desolazione, es. “ Il grido” (1893 olio, tempera e pastello su tavola cm 91x73,5. Oslo), in questo dipinto l’artista è riuscito a esprimere l’urlo che egli stesso disse di sentire provenire dalla natura. Si nota la deformazione del soggetto, l’uso di colori violenti, e di una diagonale prospettica che crea uno spazio inquietante. Gli esseri umani dipinti da Munch sono l’espressione e la personificazione delle angosce dell’uomo; essi appaiono deformi, disperati, con sguardi allucinati. Eli abolì il disegno e il chiaroscuro, utilizzando una linea fluida e un colore innaturale ed espressivo.

U.D. 4 Cenni sulle ultime correnti artistiche: la “Pop Art”.

Dopo il periodo di chiusura culturale che aveva caratterizzato gli anni del fascismo e della seconda guerra mondiale gli artisti, di nuovo liberi di esprimersi, reagirono compiendo nuove ricerche in ogni direzione, dando così vita a numerosissimi movimenti. Tra la metà degli anni Quaranta e la fine degli anni Cinquanta nacque così l’esperienza informale, che rifiutava la forma sia figurativa che astratta. Dalla metà degli anni Cinquanta, negli Stati Uniti e in Europa si manifestò un mutato atteggiamento nei confronti dei mezzi di comunicazione di massa (pubblicità, televisione, cinema, riviste), non più rifiutati dagli artisti.

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Nella prima metà degli anni sessanta negli Stati Uniti, e in seguito in Europa, si formò una nuova tendenza artistica denominata Pop Art . Il termine è l’abbreviazione di popular art (arte del popolo) perché gli oggetti che vengono scelti come protagonisti sono oggetti semplici, normali, noti a tutti. Gli artisti pop creano un’arte capace di rispecchiare la società moderna, mettendo sulla tela gli oggetti tratti dalla vita di tutti i giorni: scatole di pomodoro, tubetti di dentifricio, bottigliette di Coca-Cola, fotografie di personaggi famosi. L’esponente più noto della Pop Art è stato Andy Warhol (1930-1987). Dopo avere lavorato come grafico pubblicitario, cominciò a realizzare i primi dipinti che si ispiravano ai fumetti, a notizie di cronaca nera o a semplici oggetti quotidiani. Agli inizi degli anni Sessanta incominciò a dipingere fiori che ripeteva uguali su molti quadri. Nacque così in lui l’interesse per le immagini che potevano essere riprodotte in maniera seriale, cioè sempre uguali ma allo stesso tempo sempre diverse. Il volto di Marilyn Monroe , ad esempio, venne da lui riprodotto attraverso numerose serigrafie nelle quali all’immagine iniziale aggiungeva colori forti, deformanti. TUTTI GLI ARGOMENTI INSERITI NELLE U. D. VANNO OPPORTUNAMENTE