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Tutor: Anna Cuomo POLIS SA PROGETTO SCUOLA VIVA PERCORSO ECOLOGICO

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Progetto SCUOLA VIVa Percorso ecologico

Tutor: Anna Cuomo

POLIS SA

SommarioIl ciclo dell’acqua......................................................................................................................................3

Infiltrazione.............................................................................................................................................3

Sfruttamento dell’acqua ed inquinamento......................................................................................9Inquinamento delle acque...............................................................................................................11

Prevenire e combattere l’inquinamento delle acque.................................................................13Bene da proteggere e conservare con piccoli gesti quotidiani..............................................13Il dragone verde e l’oro blu...........................................................................................................14

La vita è tutto un ciclo e riciclo… l’ecolivella!...............................................................17

Riciclaggio plastica, tutte le info...........................................................................................19

La vita della plastica negli impianti di riciclo......................................................................19

Le fasi del riciclo della plastica.................................................................................................19

Riciclo plastica: simboli................................................................................................................20

Riciclaggio plastica, possibilità di guadagno.......................................................................20

Il riciclo del vetro, tutte le info......................................................................................................21

Come spiegare il riciclo del vetro ai bambini......................................................................21

Riciclo del vetro in Italia e in Europa.....................................................................................21

Riciclo del vetro in Germania.....................................................................................................22

Vetro, meglio il riciclaggio o il riutilizzo?..............................................................................23

Riciclo del vetro, codici di riciclaggio.....................................................................................23

Riciclo del vetro, cosa si ottiene...............................................................................................23

Il riciclo della carta è un’operazione facilissima e utile per l’ambiente: ecco le poche regole da tenere a mente per fare in modo che la carta riciclata abbia una seconda vita..........................................................................................................................................23

Riciclo della carta: cosa non va riciclato.......................................................................24

Riciclo della carta: cosa va riciclato e come...............................................................24

Alcune cose da ricordare........................................................................................................25

Premessa

La quantità di acqua dolce sulla superficie terrestre è una quantità fissa e limitata: ne deriva che, con la crescita della popolazione mondiale e delle esigenze delle persone, sarà disponibile sempre meno acqua per ciascun individuo. Si prevede che entro il 2050 più di 4 milioni di persone (quasi la metà della popolazione mondiale) vivranno in Paesi con una mancanza cronica di acqua. La mancanza di acqua comporta una serie di gravi problemi:

Non c’è acqua a sufficienza per far crescere i raccolti e per allevare il bestiame;

Occorrono faticosi viaggi per trasportare l’acqua dalle sorgenti verso le abitazioni;

Per lavarsi e persino per bere si una acqua non pulita; La scarsità d’acqua e l’utilizzo di acqua sporca sono una delle ragioni

per le quali tante persone si ammalano e muoiono, soprattutto bambini.

Il volume d’acqua del pianeta non cambia. La quasi totalità è acqua salata 97,5%, contenuta negli oceani, nei mari, nei laghi salati.

Il restante 2,5% è acqua dolce ma, di questa, più di due terzi non sono disponibile per l’utilizzo perché sono contenuti all’interno di ghiacciai, nevai e permafrost.

Esempio delle forme in cui si può trovare l'acqua.

Dell’acqua dolce tecnicamente disponibile per le persone, solo una piccola parte si trova in superficie, in laghi, in fiumi, paludi, nel suolo e nell’umidità dell’aria; il resto è sottoterra, in falde freatiche. Le falde freatiche sotterranee contengono quasi tutta l’acqua dolce che non si trova sotto forma di ghiaccio.

l ciclo dell’acquaL’acqua in superficie è in costante movimento: evapora dalla Terra e dagli oceani con il calore del Sole, che trasforma l’acqua in vapore acqueo, poi nell’atmosfera si condensa formando le nuvole. Una parte dell’acqua che evapora cade sulla Terra sotto forma di pioggia o neve, alimentando i fiumi, bagnando il suolo e rifornendo le falde acquifere sotterranee.Dalla terra al cielo per tornare alla terra. Funziona più o meno così il ciclo dell’acqua, conosciuto a livello scientifico come ciclo idrologico.

Questo processo è molto importante, perché garantisce la rigenerazione dell’acqua che, altrimenti, una volta consumata si esaurirebbe. E se non ci fosse più acqua a disposizione, la vita sulla Terra finirebbe. L’acqua, infatti, è una risorsa vitale per tutti: esseri umani, piante e animali.

Il ciclo dell’acqua si svolge in quattro fasi: evaporazione, condensazione, precipitazione e infiltrazione. Eccole tutte, spiegate nel dettaglio.

L’evaporazioneIn questa prima fase, il Sole scalda l’acqua dei mari e dei fiumi, ma anche quella che si trova nelle piante e negli esseri viventi, trasformandola in vapore. Dallo stato liquido, l’acqua passa quindi a quello gassoso ed evapora, salendo verso il cielo.

Condensazione

Una volta raggiunti gli strati più alti del cielo, dove le temperature sono molto basse, il vapore acqueo – che invece è caldo e leggero – si raffredda. In quel momento subisce una nuova trasformazione tornando allo stato liquido. Si formano così tante piccole gocce che, unendosi, vanno a comporre le nuvole.

Precipitazione

Più le varie goccioline si aggregano, più le nuvole diventano grandi e pesanti. A un certo punto, dal momento che il loro peso è aumentato troppo, le gocce cominciano a cadere a terra sotto forma di pioggia, oppure grandine o neve, a seconda della temperatura che c’è nell’aria.

InfiltrazioneQuando ritorna alla terra, l’acqua va a depositarsi nei fiumi, nei laghi, nei mari

e negli oceani. Un’altra parte precipita sul terreno, dove viene assorbita fino a grandi profondità: infiltrandosi e scorrendo così nel sottosuolo e tra le rocce, l’acqua alimenta le falde idriche e diventa in alcuni casi, acqua minerale naturale.

E il processo ricomincia.

L’acqua modifica il territorio

Nei luoghi della Terra in cui le piogge sono abbondanti, la vita degli esseri animali e vegetali si svolge normalmente; nei luoghi dove le piogge sono scarse, la vegetazione può non crescere e anche gli animali e l'uomo hanno difficoltà per vivere. Nei due casi, il paesaggio è molto diverso.

Esempio di paesaggio in un luogo dove l'acqua è abbondante.

Esempio di paesaggio in una zona desertica.

Non tutta l'acqua delle precipitazioni raggiunge la superficie terrestre: parte di quest'acqua, infatti, evapora sia durante il suo percorso nell'atmosfera che dopo essere stata intercettata dalla vegetazione. L'acqua di pioggia che arriva sulla superficie terrestre si divide essenzialmente in due parti: una parte rimane in superficie e scorre sul terreno fino a formare fiumi e torrenti, per poi tornare al mare; la restante parte si infiltra nel terreno e scorre nel

sottosuolo. L'acqua sotterranea può poi tornare in superficie, raggiungendo i corsi d'acqua oppure sotto forma di sorgente. 

In alcune aree desertiche, si può trovare acqua nel sottosuolo: si tratta per lo più di

acqua "antica" o "fossile", cioè che si è infiltrata nel terreno molto tempo fa (centinaia o migliaia di anni), quando in quelle aree il clima era più umido che attualmente. Quest'acqua può essere estratta tramite pozzi. Purtroppo, però, le acque fossili sono come miniere, cioè costituiscono riserve destinate ad esaurirsi, poiché si trovano in zone ormai aride in cui non si infiltra più (o quasi) nuova acqua piovana nel terreno. Un caso particolare di acqua in zone desertiche è dato dalle oasi: un'oasi in genere si forma quando dal sottosuolo di un'area desertica emerge acqua proveniente da aree vicine con clima più umido.

Rapporto fra acqua e terreno

Ma perché una parte dell'acqua si infiltra nel terreno e una parte rimane in superficie? 

Il terreno è costituito da materiale solido in cui ci sono sempre degli spazi vuoti, di varie forme e dimensioni e di varia origine. Anche la quantità di spazi vuoti è variabile. In questi spazi c'è aria e vi può entrare e circolare l'acqua. Se il materiale solido che costituisce un terreno è di tipo granulare (per es., ghiaia o sabbia), fra un granulo e l'altro vi sono degli spazi vuoti chiamati pori. Quando, invece, il terreno è costituito da roccia compatta (come il marmo o il granito), non vi sono pori e gli eventuali vuoti presenti possono essere costituiti solo da fratture che si creano, per varie cause, nella roccia compatta. Vi sono anche molte rocce che in natura si trovano disposte a strati. In questo caso, oltre ai vuoti di vario tipo che ci possono essere all'interno di ciascuno strato, spazi vuoti si possono avere anche tra uno strato e l'altro.

Il terreno è come una spugna : quando piove, assorbe acqua e lo strato superficiale può diventare saturo (completamente pieno d’aqcua). In tal caso si formano delle pozzanghere in superficie e intanto l'acqua della pioggia si infiltra e scende lentamente verso il basso.

La capacità di un terreno di farsi attraversare dall'acqua si chiama permeabilità, che ovviamente dipende dalla presenza di vuoti nel materiale solido che costituisce il terreno stesso. I terreni costituiti da granuli grossolani sono molto permeabili; ciò significa che l'acqua vi si infiltra facilmente e non tende a rimanere in superficie. Nei terreni costituiti da granuli molto piccoli,

per esempio i terreni argillosi, l'acqua filtra con molta più difficoltà; quindi, dove ci sono questi terreni è più facile per l'acqua rimanere in superficie. Per quanto riguarda i terreni costituiti da roccia compatta, la permeabilità varia a seconda della quantità e delle dimensioni delle fratture e di quanto queste fratture si intersecano. 

Esempi di terreni a diversa permeabilità.

L'acqua che si infiltra nel terreno e si muove nel sottosuolo costituisce le "falde idriche" sotterranee. Un altro termine molto usato è il termine "acquifero": un acquifero è una roccia che può immagazzinare acqua, farla circolare e restituirla in quantità apprezzabili. Un acquifero è delimitato, almeno nella parte inferiore, da uno strato di terreno impermeabile. L'acqua si muove all'interno degli acquiferi, anche se molto lentamente.

Schema che illustra le caratteristiche dei due principali tipi di acquifero.

In figura vengono mostrati i due principali tipi di acquifero che si possono avere in natura. In questo esempio si è supposto che il materiale costituente i due acquiferi sia di tipo granulare e la parte satura d'acqua (cioè gli acquiferi veri e propri) è stata colorata in celeste.

In generale, si chiamano falde freatiche, o libere, gli acquiferi alimentati direttamente dall'acqua piovana che si infiltra dalla superficie e penetra nel terreno permeabile, finché non incontra uno strato di materiale impermeabile che la rallenta e le impedisce di spingersi ancora in profondità. Questo strato costituisce la base, o "letto", della falda freatica; il limite superiore della falda freatica è costituito, in pratica, dalla fine della zona satura.

Esistono anche falde chiamate in pressione, o falde confinate, che sono delimitate sia nella parte inferiore che in quella superiore da uno strato impermeabile. L'acqua che alimenta queste falde è quella che si infiltra dove il terreno permeabile che costituisce la falda stessa viene a trovarsi in superficie e, quindi, può ricevere acqua. Pertanto, la zona "di ricarica" di una falda in pressione può trovarsi anche molto distante dalla falda stessa. Si parla di falda "in pressione" perché l'acqua all'interno della falda è effettivamente sottoposta ad una certa pressione grazie alla quale può risalire spontaneamente all'interno di un foro scavato nel terreno.L'acqua contenuta in entrambi i tipi di acquifero può essere estratta tramite pozzi. L'acqua delle falde sotterranee può venire a giorno spontaneamente sotto forma di sorgenti.

Falda idrica che dà luogo ad una sorgente puntuale.

Esempio di sorgente sottomarina.

La quantità di acqua fornita nel tempo da una sorgente si chiama portata. La portata d'acqua comunemente si misura in litri al secondo (l/s). Solo per avere un'idea della portata, si può considerare che un rubinetto delle nostre case tutto aperto fornisce circa un decimo di litro al secondo. Vi sono sorgenti che danno fino a decine di migliaia di litri d'acqua al secondo; altre, invece, hanno portate molto piccole e nei periodi non piovosi si asciugano del tutto.

L'acqua delle sorgenti può avere composizione chimica e temperatura variabili e spesso è potabile. 

Composizione chimica dell’acqua

Nell'acqua delle falde, dei fiumi e delle sorgenti c'è sempre una certa quantità di sostanze (sali) disciolte (solo l'acqua distillata è "pura"). La composizione chimica dell'acqua dipende strettamente dal tipo di terreno con cui l'acqua viene a contatto e da cui l'acqua riesce a disciogliere minute quantità di minerali. Ad esempio, l'acqua che attraversa un terreno calcareo sarà ricca in calcio. Quando la quantità di sali disciolti è scarsa, l'acqua si dice oligominerale; in questa categoria rientrano molti dei tipi di acqua che beviamo e che si trovano in commercio. Quando la quantità di sali disciolti è abbondante, l'acqua si dice minerale. Una buona acqua potabile dovrebbe avere un contenuto in sali attorno a 500 milligrammi per litro.

Nelle zone vulcaniche, dove materiale fluido incandescente (magma) e/o gas risalgono dall'interno della Terra verso la superficie, l'acqua contenuta nel terreno può avere caratteristiche particolari. Spesso ha una temperatura più elevata del normale ed è più ricca in sali (acque termominerali), a causa del contatto, o della vicinanza, con il materiale "caldo" di cui si è parlato. Queste acque, soprattutto quelle sulfuree, vengono spesso utilizzate per le cure termali, perché contengono sostanze che possono essere benefiche per l'organismo umano.

I sali di cui le acque termominerali sono ricche possono liberarsi dall'acqua e solidificare sotto forma di minerali. Nelle zone vulcaniche, l'acqua riscaldata dai magmi può risalire facilmente verso la superficie attraverso eventuali fratture nel sottosuolo. L'acqua calda, infatti, è meno densa di quella fredda e questo ne facilita la risalita; inoltre, una parte dell'acqua può riscaldarsi tanto da trasformarsi in vapore acqueo, che con la sua pressione esercita una spinta verso l'alto. Talvolta le acque calde che arrivano in superficie fuoriescono con violenza dando luogo a vere e proprie "colonne d'acqua" mista a vapore acqueo. Esempi di questo fenomeno sono dati dai geysers dell'America Settentrionale e dell'Islanda. L'acqua nelle aree vulcaniche può risalire in superficie anche soltanto come vapore acqueo, in genere mescolato ad altri gas surriscaldati.

Sfruttamento dell’acqua ed inquinamentoL'uomo ha necessità di acqua per molti usi: per l'uso quotidiano nelle abitazioni (sia acqua potabile che non), per l'irrigazione, per le attività industriali, ecc. Il fabbisogno idrico è maggiore nei Paesi più industrializzati, dove il consumo di acqua (considerando tutti gli usi) può arrivare fino a 400-600 litri al giorno per abitante! Comunque, la disponibilità di acqua per le varie necessità umane dipende anche da quanto è numerosa la popolazione di un certo continente. A causa del rapido aumento della popolazione mondiale e dell'aumento dei consumi, l'acqua sta diventando un bene prezioso, soprattutto se di buona qualità. La qualità d’acqua utilizzata in casa o per rifornire le aree residenziali varia in maniera drammatica tra i Paesi ricchi e i Paesi poveri: ad esempio si passa dagli 800 l al giorno per persona del Canada al solo 1 l al giorno del Etiopia. Bisogna prestare molta attenzione al quantitativo di acqua potabile disponibili procapite in quanto l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito che fa parte dei diritti umani fondamentali poter disporre di almeno 50 litri di acqua al giorno:

5 litri di acqua potabile (10%) 10 litri per la cottura dei cibi (20%) 15 litri per i bisogni fisiologici (30%) 20 litri per l’igiene personale (40%).

I consumi medi procapite italiani si possono desumere dalla figura riportata di

seguito

Le falde sotterranee rappresentano l’unica fonte di acqua potabile per circa ¼ della popolazione mondiale, ma questa risorsa in molti luoghi viene prelevata più velocemente di quanto venga sostituita e si corre il rischio di compromettere per sempre la qualità della falda sia dal punto di vista della qualità delle acque che produrrà in futuro sia dal punto di vista della quantità. La maggior parte dell’agricoltura del mondo utilizza sistemi di irrigazione che traggono acqua dalle falde acquifere.

Per produrre cibo è necessaria una grande quantità di acqua. Il riso, un cereale che è alla base dell’alimentazione di molte popolazioni asiatiche, richiede il consumo di circa 1900l di acqua per farne crescere un solo

chilogrammo. Ma è la produzione di carne, soprattutto quella bovina, che richiede il maggior quantità di acqua. Inoltre bisogna considerare che se i campi non sono ben drenati, la quantità di sale aumenta nel suolo e rende il terreno meno fertile.

Circa il 20% di tutta l’acqua dolce prelevata viene utilizzata dall’industria, ma bisogna considerare che più della metà è utilizzata dalle centrali idroelettriche o per il raffreddamento delle centrali termoelettriche, e viene quasi integralmente restituita alla fonte. Le industrie che consumano più acqua sono quelle chimiche, le industrie della lavorazione dei metalli, della carta e il settore alimentare. Nei Paesi industrializzati la percentuale di acqua utilizzata dalle industrie può arrivare al 60%. Nei Paesi in via di sviluppo il 70% dei rifiuti industriali viene scaricato nell’acqua, inquinando sia le riserve superficiali che quelle sotterranee di acqua.

L'acqua dolce è la più utilizzata: essa può essere presa da riserve sia superficiali che sotterranee. Le modalità di prelievo naturalmente sono diverse nei due casi.

Le acque piovane possono essere raccolte in bacini artificiali realizzati generalmente all'interno di conche naturali nel terreno. E' possibile migliorare la tenuta di questi serbatoi impermeabilizzandoli artificialmente.

L'acqua sotterranea contenuta nelle falde acquifere può essere prelevata tramite pozzi. La profondità di un pozzo varia a seconda di quanto è profonda la falda e generalmente va da pochi metri fino a qualche centinaio di metri. Quando si estrae acqua da una falda tramite un pozzo, intorno al pozzo la falda si abbassa dando luogo ad un "cono di depressione". Anche l'acqua che sgorga dalle sorgenti può essere prelevata, incanalata ed utilizzata. In Italia, una buona parte dell'acqua potabile è fornita da sorgenti.

L'acqua prelevata per uso potabile molto spesso richiede trattamenti di purificazione ("potabilizzazione") prima di arrivare ai centri urbani tramite gli

acquedotti. Inoltre, devono essere effettuati trattamenti di disinfezione, in genere tramite l'aggiunta di cloro all'acqua. L'acqua destinata ad uso potabile deve essere sottoposta a continui controlli per accertare che non contenga sostanze nocive.

Inquinamento delle acqueLe sostanze maggiormente inquinanti sono i composti organici, i batteri, i detergenti; gli insetticidi e i diserbanti degli scarichi agricoli; i metalli, le sostanze tossiche o nocive, gli idrocarburi degli scarichi industriali.

Gli scarichi fognari sono causa della diffusione di molte malattie infettive (tifo, colera, epatite virale, ecc.) quando le capacità di auto depurazione delle acque vengono superate dalla quantità eccessiva di rifiuti organici.

Le leggi attuali prescrivono che i detergenti sintetici debbano essere in misura almeno del 90% biodegradabili, ed è stata ridotta al 2,5% la quantità di fosforo ammessa.

L’inquinamento agricolo, particolarmente evidente nelle zone ad agricoltura intensiva, è dovuto all’uso di concimi chimici e dei diserbanti e insetticidi che vengono dilavati dalla pioggia e convogliati nei corsi d’acqua.

Gli inquinanti provenienti dalle industrie sono molti e possono variare in funzione delle lavorazioni: comprendono metalli tossici come piombo, cromo, rame, mercurio ecc., oppure il cianuro, il cloro, composti dello zolfo e dell’azoto, ammoniaca, oli e solventi. Tra le sostanze più inquinanti ricordiamo l’olio minerale e il cromo in quanto piccolissime quantità di queste sostanze riescono a compromettere la qualità di un’enorme quantità di acqua.

Contro l’inquinamento di tipo organico il corso d’acqua si difende mediante l’azione batterica, ma esso non ha alcuna possibilità di difesa contro le sostanze tossiche e non può che opporre difesa passiva, consistente nel potere di diluizione del liquame contaminato.

Il corso d’acqua nulla può contro l’inquinamento termico determinato dalla necessità di usare le acque per il raffreddamento di processi industriali. L’innalzamento della temperatura dell’acqua cambia il micro clima del corso d’acqua oltre a modificare le sue caratteristiche chimico-fisiche, in particolare riduce il contenuto di ossigeno presente e di conseguenza provoca la morte dei pesci.

Quando si scaricano in un corso d’acqua acque fognarie che contengono sostanze organiche, queste vengono aggredite da microrganismi che le trasformano attraverso complessi processi chimici e l’ossigeno disciolto in acqua diminuisce rapidamente, consumato dall’attività di auto depurazione messa in campo dal corso d’acqua, che però produce per contro un’alterazione del ecosistema di quel tratto di corso d’acqua con conseguenti danni alla flora e alla fauna residenti. Una unità di misura del grado di inquinamento di un

corso d’acqua ci viene fornita dal BOD, (acronimo dell’inglese Biochemical Oxygen Demand o Domanda Biochimica di Ossigeno), che rappresenta la quantità di ossigeno richiesta dai microrganismi per assimilare e degradare la sostanza organica biodegradabile presente nel campione in esame. Contemporaneamente l’acqua, per effetto delle onde, dei mulinelli e delle cascate, riassorbe l’ossigeno dall’aria e, a distanza considerevoli dal punto di scarico, la situazione torna normale. Se gli scarichi, però, sono in numero eccessivo l’acqua non ha la possibilità di auto depurarsi ed il fiume subisce un inquinamento stabile.

La situazione è radicalmente diversa nei laghi e nelle acque stagnanti perché, in questo caso, l’acqua non subisce fenomeni di rimescolamento ne gli vengono garantiti apporti di nuova acqua che aiuta il processo di diluizione degli inquinanti, quindi è molto più vulnerabile a fenomeni di inquinamento. Gli scarichi domestici ed agricoli che contengono grandi quantità di fosforo e di azoto finiscono per aumentare la presenza di sostanze nutrienti all’interno dell’acqua con conseguente crescita abnorme della flora acquatica. Le alghe che crescono così rapidamente da consumare tutto l’ossigeno disciolto in acqua dando origine al fenomeno dell’eutrofizzazione.

Ma anche le acque sotterranee sono soggette ad inquinamento, sebbene in modo meno evidente: ad esempio, i pesticidi ed i concimi utilizzati in agricoltura penetrano nel terreno e, trasportati dall'acqua che si infiltra, possono raggiungere le falde acquifere. Ciò significa che l'acqua estratta con i pozzi, spesso destinata ad uso potabile, può essere interessata da questo tipo di inquinamento, che viene chiamato "diffuso" quando le sostanze inquinanti vengono distribuite su un'area piuttosto ampia. Fonti di inquinamento "puntuale" possono invece essere rappresentate da una discarica, un allevamento di suini, un distributore di benzina, ecc. In tutti questi casi, le sostanze inquinanti prodotte possono contaminare sia i corpi idrici superficiali che le falde sotterranee. Le acque sotterranee sono più protette dai fenomeni di inquinamento rispetto a quelle superficiali, poiché le fonti inquinanti generalmente si trovano in superficie. Una volta verificato, l'inquinamento delle acque sotterranee è, però, più difficile da eliminare.

Poiché l'acqua è una risorsa importantissima per l'uomo, si deve fare attenzione a non inquinarla e a non impoverirne le riserve con un uso eccessivo ed incontrollato. Purtroppo, però, i problemi di inquinamento e sovrasfruttamento dell'acqua stanno diventando sempre più gravi, soprattutto nei Paesi industrializzati. Ad esempio, una possibile conseguenza dell'uso eccessivo di risorse idriche è l'esaurimento delle sorgenti. Ciò può accadere quando da una sorgente si vuole estrarre più acqua di quanta essa ne possa dare.

Esempio del prosciugamento di una sorgente a causa del pompaggio d'acqua da pozzi vicini.

Prevenire e combattere l’inquinamento delle acqueBisogna innanzitutto prevenire l’inquinamento :

evitare gli scarichi inquinanti nei corsi d’acqua, per limitare tra gli altri il fenomeno dell’eutrofizzazione;

proteggere le zone di alimentazione delle falde acquifere da scarichi nocivi in modo da non compromettere la qualità delle acque sotterranee;

proteggere le zone montane per preservare la qualità delle acque provenienti dai bacini montani.

I rimedi per combattere l’inquinamento dell’acqua consistono nell’istallazione di impianti di depurazione, sia da parte dei comuni per ciò che riguarda gli scarichi fognari delle città, sia da parte delle singole industrie, subito a valle dei processi di lavorazione, e prima dell’immissione in fogna o nei corsi d’acqua.

Bene da proteggere e conservare con piccoli gesti quotidianiL’acqua è preziosa e non va sprecata. Ognuno di noi può dare un importante contributo per impedire che questo avvenga con piccoli, semplici gesti quotidiani:

applicate i riduttori di flusso sui rubinetti di doccia e lavabi fate la doccia piuttosto che il bagno

lasciate scorrere l'acqua solo per il tempo necessario quando pulite i denti, i piatti, le verdure

raccogliete l'acqua piovana poterete utilizzarla per usci non alimentari o igienici

preferite l'acqua del rubinetto a casa e nei locali pubblici uso di nuove tecniche di irrigazione in agricoltura per ridurre i consumi

(per esempio, l'irrigazione a goccia) miglior manutenzione degli acquedotti (sostituzione delle tubature che

perdono, ecc.) e progettazione di impianti che permettano di evitare gli sprechi e di rimettere in circolo acqua di qualità adeguata (con sistemi di trattamento delle acque)

riciclaggio dell'acqua utilizzata dalle industrie limitazione delle attività inquinanti vicino a pozzi e sorgenti.

Il dragone verde e l’oro bluDi G. De Feo tratto da Il metodo GREENOPOLI

C’era una volta un terribile e gigantesco dragone verde a tre teste. Viveva rintanato nel fondo di una caverna della piana di Volturara Irpina. Il dragone, con il suo unico ed enorme occhio e con tre lingue pronte a sputare fuoco sui poveri malcapitati, faceva da guardia all’unico ingresso che portava verso un immenso tesoro nascosto nelle viscere della terra.

Il dragone aveva un misterioso potere magnetico che gli consentiva di attirare a sé le sue vittime. Ogni giorno, infatti, la feroce creatura divorava almeno due animali o due uomini.

In paese erano disperati. Andando avanti di quel passo il dragone avrebbe divorato tutti. Molti allora abbandonarono le loro case in cerca di mete più sicure.

Quando tutto sembrava ormai perso, ecco apparire all’orizzonte, in un soleggiato mattino di maggio, un impavido e meraviglioso principe. Gesio era il suo nome. Portava con sé una scintillante e poderosa spada con la quale avrebbe liberato il paese dal terribile flagello del dragone verde.

Quando Gesio arrivò alla caverna, il dragone era mezzo appisolato. Aveva appena finito di divorare un paio di succulente mucche podoliche della piana. Provò ad alzarsi, ma con quel peso sullo stomaco l’operazione gli riusciva molto difficile. Il principe approfittando dello stato di torpore del dragone, gli saltò sul ventre gonfio, estrasse la spada e gli assestò un unico poderoso colpo con il quale lo stramazzò al suolo.

Il dragone, con le poche forze che gli rimanevano, andò a riparare in un angolo della caverna.

Il principe gli si avvicinò e gli sussurrò alcune parole a uno dei sei orecchi, il primo che gli capitò a tiro!

Il dragone, ormai allo stremo delle forze, si trascinò verso il fondo della caverna e si sprofondò nelle viscere della terra.

I curiosi accorsero subito a vedere cos’era accaduto e per anni e anni l’imbocco della caverna fu meta di turisti da ogni dove. Chiamarono quel luogo “la bocca del dragone”. Appoggiando l’orecchio al suolo, ancora oggi sembra di poter udire il sangue del dragone che scorre come un torrente in piena nelle viscere della terra.

Con la disfatta del dragone, non c’era più motivo per stare lontani dal paese. Le persone tornarono alle loro case e il paese iniziò a prosperare. Molte persone, infatti, accorrevano attratti dal fascino che quei luoghi avevano per aver ospitato una così terribile creatura. Non essendoci più bisogno di lui, il

principe Gesio, dopo aver salutato tutti, andò via in cerca di nuove avventure e altri mostri da sconfiggere.

Negli anni che seguirono, tanti avventurieri accorsero alla bocca del dragone per cercare il tesoro alla cui difesa era posto il dragone. Venivano da ogni dove, persino dalla Cina e dall’India. Tentarono di trovarlo con ogni mezzo, ma, dopo vani tentativi, tutti, chi prima chi dopo, desistevano sconsolati… finché un giorno il principe Gesio, avendo nostalgia di quei luoghi meravigliosi, immersi nel verde lussureggiante dell’Appennino italiano, decise di tornare a trovare gli amici che aveva lasciato al villaggio.

La notizia che il principe era tornato fece immediatamente il giro del circondario, soprattutto perché in molti erano bramosi di chiedergli se sapesse dov’era custodito il tesoro del dragone…

«Principe! Principe!», lo acclamava la folla. «Dov’è il tesoro del dragone?», proseguivano in coro. «È nostro, ci spetta di diritto», reclamavano i villani.

Il principe si fece largo tra la folla e, con lo sguardo rivolto verso l’orizzonte dove cielo e montagne si congiungevano, chiese loro: «Voi tutti lo avete cercato il tesoro?».

«Sì. Tutti!», gli replicò la moltitudine.

«E cosa cercavate?», rispose il principe.

Chi rispose gemme preziose chi oro e argento chi rubini e diamanti. Al sentire quelle risposte il principe sconsolato chinò il capo e si fece silenzioso.

«Perché non parli e ci dici quello che sai?», chiese spazientito un villano, strattonandolo per un braccio.

Il principe alzò la testa, lo guardò negli occhi e, dopo una breve pausa, gli disse: «Avete cercato per anni e anni cose senza valore, cose che non danno la felicità e soprattutto non vi aiutano nel momento del vero bisogno», e intanto il silenzio era calato tra la folla che attorniava il principe.

«Nelle viscere della piana è custodito uno tra i più preziosi tesori di cui il Signore ci ha fatto dono…», provò a proseguire il principe.

«Cosa? Cosa?», irruppe urlando la folla, in cuor loro sperando che il principe ancora si potesse muovere a compassione, indicandogli la strada verso il tesoro.

«Ancora non avete capito, dunque?», disse il principe rivolgendosi ai villani, e poi aggiunse: «Il dragone faceva da guardia al più immenso giacimento di oro blu del mondo».

«Cosa dici principe? Siamo scesi fin nelle viscere della terra e lì c’era solo acqua…», urlò uno dei tanti villani accorsi.

Acqua, acqua, acqua. La parola echeggiò in lungo e in largo per la piana e tutti furono immediatamente pervasi dalla verità…

«L’acqua che sgorga nelle viscere della piana arriva nelle case di milioni e milioni di persone», disse il principe, che proseguì: «Il dragone aveva il compito d’impedire a chiunque d’inquinare la preziosa risorsa che disseta da millenni intere popolazioni».

«E adesso chi difende l’acqua della piana dall’inquinamento?», urlò un bambino che si era fatto avanti tra la folla.

«Il dragone non è morto…», disse il principe lasciando tutti nello sconcerto più totale.

Mentre il terrore e lo stupore si stavano impadronendo della folla ormai sgomenta, il principe chiarì l’arcano: «Quando ho combattuto con il dragone, l’ho solo ferito. Il mio intento era convincerlo a tornare nelle viscere della terra da dove era venuto. Col tempo aveva dimenticato la sua missione ed era diventato quella feroce bestia che tutti voi conoscete… ».

«Ho fatto un patto con lui», aggiunse il principe.

«Dicci!», chiese la folla.

«Rimarrà nelle viscere della terra finché l’acqua sarà buona e gli darà il nutrimento per sopravvivere. Tornerà sulla piana non appena l’inquinamento gli impedirà di sopravvivere», rispose il principe.

«E allora ci basterà non inquinare!», disse ancora il bambino che aveva parlato pocanzi.

«Esattamente!», disse il principe.

Quando apriamo il rubinetto dell’acqua, pertanto, pensiamo alla storia del dragone verde e del principe Gesio e non sprechiamo e inquiniamo una così preziosa risorsa.

A proposito, tenete chiuso il rubinetto dell’acqua quando vi lavate i denti?

Fatelo! Altrimenti il dragone verde potrebbe tornare…

La vita è tutto un ciclo e riciclo… l’ecolivella! Di G. De Feo tratto da Il metodo GREENOPOLI

Un giorno come tanti, cinque strani personaggi si ritrovarono, non per caso, in un luogo dove solitamente non conviene ficcare il naso: la pattumiera!

Peel, Can, Bottle, Jar e Paper erano i loro nomi.

Non erano lì per loro scelta, ma per mano di un inconsapevole villano…

«Scusa Peel, perché non ti fai più lontano giacché cominci a puzzare?», disse Can, una lattina mezza ammaccata e con la puzza sotto il naso.

«Perdonami Can, non è colpa mia se sono finita qui insieme con voialtri materiali riciclabili», disse la povera Peel con fare dimesso. «Fosse dipeso da me, io me ne sarei andata nel cestello traforato dei materiali umidi ad attendere di essere compostata», provò a replicare Peel.

«Can ha ragione. Con il tuo fetore ci stai infestando tutti!», intervenne Bottle tutta impettita con la sua etichetta di acqua minerale ancora in bella mostra. «Urge che tu te ne vada al più presto e che ci liberi dalla tua putrida presenza!», chiosò nauseata la bottiglia ormai svuotata.

«Come hai fatto a finire qui tra noi materiali nobili e preziosi da far invidia a merci e prodotti nuovi?», chiese Jar, un barattolo di vetro mezzo scardato e con l’erre moscia.

«Ragazzi, ve l’ho già detto, non è stata colpa mia. È tutta colpa dell’incivile villano che mi ha tolto l’anima e mi ha bruttato in mezzo a voi», replicò Peel.

«In effetti, con i tuoi liquami nauseabondi mi stai sporcando tutto!», sentenziò Paper, un foglio di carta mezzo scritto e stropicciato.

«Hai ragione Paper, è proprio come dici tu. Se il villano mi avesse riposto nel cestello traforato, io avrei continuato a respirare, l’acqua sarebbe evaporata, non facendo formare il colaticcio e i cattivi odori, e sarebbe pure diminuito il mio peso, facendogli risparmiare un bel po’ di soldini!», e, dal tono della voce, si capiva che Peel stava iniziando a perdere la pazienza…

«Vai via!», urlarono in coro gli altri materiali. «Te ne devi andare. Non ti vogliamo insieme a noi!», proseguirono all’unisono i materiali tutti impettiti.

Peel, che fino a quel momento aveva mantenuto la calma, si arrabbiò e, rivolgendosi ai compagni di pattumiera, disse: «Basta, ora mi avete proprio sbucciato… pardon scocciato!».

«Cominciamo da te, cara la mia Can. Lo sai che tu sei fatta di alluminio e per produrti bisogna estrarre la bauxite che non è infinita? Invece di stare qui,

dovresti essere nel contenitore della raccolta dei metalli per essere riciclata in caffettiere, biciclette e cerchioni per auto!».

«E tu Bottle, che fai tanto l’altezzosa, hai mai dato uno sguardo all’etichetta che indossi? Hai visto da dove vieni? Per arrivare dove sei adesso, sei stato trasportata per chilometri e chilometri a bordo di un camion che, come dovresti sapere, mia cara, quando cammina per strada non rilascia in aria profumi e aromi naturali ma inquinanti che ci appestano tutti!».

«È nobile lui, vuole fare la caraffa snob! Svegliati caro Jar, tra poco finirai in discarica, tu e tutti i materiali con cui sei stato prodotto!».

«Quest’altro se ne esce con la solita storia dei liquami nauseabondi. Quali liquami e liquami vai farneticando? Io contengo acqua, semplice e pura acqua. Se usasse il cestello traforato, il villano incivile non dovrebbe pagare per portare in giro l’acqua su un camion! Che idiota! E tu che ti credi, caro il mio Paper, non lo sai che per produrre un foglio di carta ci vogliono tantissima acqua ed energia?».

«Lo volete capire, una buona volta, che materiali siete voi e materiale sono io?».

«Quando ci bruttano via, non gettano in discarica solo noi, ma tutti i materiali, l’acqua e l’energia che sono stati usati per estrarre le materie prime, per produrci, per trasportarci e per utilizzarci».

«Come fate a non capire che la vita è tutta un ciclo e riciclo?».

Avete capito chi era Peel?

La risposta è facile se avete letto tra le righe!

Riciclaggio plastica, tutte le info

Riciclaggio plasticaUna volta raccolta, la plastica viene pressata per agevolarne il trasporto presso gli stabilimenti che si occupano di selezione e riciclaggio della plastica per il suo riutilizzo come “materia prima seconda“, ovvero come materia prima non vergine. Dalla raccolta della plastica, questa viene destinata o ai centri di selezione e riciclo oppure ai centri di compattazione.La vita della plastica negli impianti di riciclo

La plastica, una volta raggiunto lo stabilimento di riciclaggio, viene inserita in un apposito impianto che provvede alla lacerazione degli eventuali sacchetti di raccolta. La prima selezione della plastica di tipi meccanico avviene in un vaglio rotante che separa le varie famiglie di plastiche in base alla loro dimensione.A seguito di questa prima separazione meccanica che è effettuata dal vaglio rotante (una sorta di enorme centrifuga), avvengono delle ulteriori separazione a opera di lettori ottici che separano la plastica in base ai polimeri di composizione e a eventuali colorazioni, in questo caso la separazione non avviene con un movimento rotatorio (centrifuga) ma con dei soffi d’aria. A questo punto avviene una seconda compressione con stoccaggio dove si vanno a formare degli imballi omogenei dati dalle stesse tipologie di plastiche.Oltre alle divisioni meccaniche vi sono anche quelle manuali dove la plastica passa su un nastro trasportatore e gli addetti ai lavori rimuovono eventuali materiali plastici non idonei al riciclaggio come giocattoli in plastica erroneamente smaltiti nella raccolta differenziata della plastica. Se avete dubbi su come differenziare la plastica, vi invitiamo a leggere la nostra guida come fare la raccolta differenziata.La manodopera umana va a correggere gli eventuali errori delle macchine, per esempio quelli effettuati dal lettore ottico circa i pigmenti di colorazione delle bottiglie, solo in questo modo si potrà avere un controllo di qualità atto a ottenere una selezione di plastica adatta al riciclaggio.Solo dopo la plastica sarà convogliata in una pressa che darà varie balle di materiale plastico: PET (data principalmente da bottiglie) in tre diverse colorazioni, cioè colorato, azzurrato e trasparente, polietilene ad alta densità (dato principalmente dai fustini dei detersivi e flaconi vari) e polietilene a bassa densità (dato principalmente da buste, shopper e altro estensibile industriale).

A fine delle lavorazione vi è sempre una parte di materiale plastico non recuperabile, il cosiddetto rifiuto. Il rifiuto è dato da materiale erroneamente inserito nella raccolta della plastica o materiale plastico che non è stato scompattato. Il rifiuto andrà a costituire la base per il recupero energetico (termovalorizzatore).

Le fasi del riciclo della plasticaIl limite del riciclaggio della palstica sta nella prima fase, quella che riguarda la raccolta. In Italia, a fronte di 450 mila tonnellate di plastica disponibili, ogni anno, solo 180 mila vanno restituite al ciclo di riciclo. In più, i

macchinari disponibili su territorio italiano (circa 40 impianti) possono processare, ogni anno, solo 2

-Raccolta differenziata -Stoccaggio e compattazione -Trasferimento presso i centri di selezione -Lacerazione di eventuali sacchetti contenitori -Prima selezione meccanica dove il fattore discriminante è la

dimensione delle plastiche -Seconda selezione data dai lettori ottici, il fattore discriminante è la

tipologia di plastica -Compattazione e stoccaggio di balle date da materiale plastico

omogeneo: PET, polietilene ad alta densità e polietilene a bassa densità -Riutilizzo della plastica come materia prima seconda.

Riciclo plastica: simboli

I principali simboli da individuare per il riciclaggio della plastica sono: PET

Polietilentereftalato. E’ indicato con la sigla PET o il numero 1. PE

Polietilene. Quello ad alta densità è indicato con le sigle HDPE, PE-HD, quello a bassa densità con LDPE, PE-LD. Il simbolo de riciclo può racchiudere il numero 2 (o 02) per quello ad alta densità oppure il numero 4 (o 04) per il polietilene a bassa densità.

PVCIl Polivinilcloruro è indicato con il numero 3 o 03 racchiuso nel simbolo del riciclo.

PPE’ il simbolo del Polipropilene. Può essere segnalato con il numero 5 o 05.

PSSi tratta del comune Polistirolo. Segnalato con il numero 6 o 06.

Il simbolo O o il numero 7 (07) può indicare, in modo generico, altre plastiche riciclabili. Questo simbolo si può trovare su plastiche come Fibra di vetro, Nylon, Acido polilattico, polimetilmetacrilato e policarbonato.Riciclaggio plastica, possibilità di guadagno

Il riciclo dei materiali apre nuovi business. I guadagni più floridi (se si escludono le terre rare estratte dai RAEE) si ottengono con il riciclo dei metalli, in particolare alluminio e acciaio. Non mancano prospettive di guadagno per la plastica riciclata.Il riciclo della plastica in Italia muove un business di 700 milioni di euro, con 2 mila addetti ai lavori e oltre 300 imprese coinvolte.Ogni anno, nel nostro paese, si raccolgono e riutilizzano 750 mila tonnellate di plastica. Il riciclo riguarda il 61% del materiale plastico immesso sul mercato, quindi queste cifre possono ancora aumentare.

Il punto di riferimento per l riciclo della Plastica in Italia è il COREPLA, Consorzio Nazionale Raccolta, Recupero e Riciclo di Rifiuti in Plastica. 

Comuni ed enti organizzano la raccolta differenziata della plastica stringendo convenzioni con il Consorzio COREPLA per ricevere un corrispettivo a fronte del materiale raccolto.In Italia sono presenti circa 40 impianti di selezione della plastica da riciclare. Le prospettive di guadagno, a lungo termine, non mancano, tuttavia, per avviare un’attività di riciclo della palstica in proprio, sono necessari grossi investimenti.Solo per i macchinari necessari per portare a termine le fasi descritte in precedenza, sono necessari almeno cinque milioni di euro.

Riciclo del vetro: 

Quando si parla di riciclo del vetro gli italiani possono camminare a testa alta: l’Italia si dimostra virtuosa per quantità di vetro raccolto e avviato al riciclo, parliamo di oltre un milione e mezzo di tonnellate di vetro e con questa cifra l’Italia si piazza tra i Paesi d’Europa che meglio gestiscono i rifiuti di vetro.

Riciclo del vetro in Italia e in Europa

Con più di 1.800.000 tonnellate, l’Italia si piazza al secondo posto nella classifica dei paesi europei più “ricicloni” di vetro, davanti a noi solo la Germania.

Secondo i dati pubblicati dalla Federazione europea dei produttori di contenitori di vetro, i tassi medi di riciclo del vetro nell’Unione Europea, già dal 2012, hanno superato la soglia del 70 per cento e l’Italia si posiziona al di sopra di questa media e, negli ultimi 5 anni, la raccolta del vetro non ha fatto altro che migliorare. Dagli anni Novanta a oggi il tasso del riciclo del vetro è cresciuto del 131%.I dati mostrano anche che la crescita del settore è proporzionata non solo alla riduzione del consumo di risorse ma anche a una riduzione dell’impatto ambientale: grazie al riciclo del vetro sono stati risparmiati 189 milioni di tonnellate di materia prima e 138 milioni di tonnellate di rifiuti che non sono finiti nelle discariche.Per rendere l’idea del risparmio dettato dalla buona pratica di riciclo del vetro, è stato calcolato che con la sola materia prima risparmiata per produrre nuovo vetro si potrebbe costruire l’equivalente di due piramidi egizie.“Il riciclo rimane la strada da percorrere – ha dichiarato Stefan Jaenecke, presidente di FEVE – ecco perché già 40 anni fa abbiamo contribuito a mettere in campo il sistema di riciclo del vetro, ad informare il pubblico ed a gestire contenitori e bottiglie in vetro come risorse preziose per la nostra

industria. All’epoca, non l’abbiamo chiamata economia circolare, ma si tratta proprio di questo!”Con il riciclo non si risparmia solo materia prima, il risparmio si fa sentire in termini energetici durante tutta la filiera produttiva. In altre parole, produrre vetro da materia vergine costa molta più energia di quella investita nel ripristino del vetro raccolto ma solo quando il prodotto è a km zero e non necessita di trasporti a lunghe distanza. La materia prima per produrre il vetro, in realtà, è molto economica quindi la convenienza del riciclo del vetro è legata esclusivamente a una buona gestione del vetro raccolto.I veri vantaggi economici non risiedono nel mancato approvvigionamento della materia prima, bensì nel risparmio energetico legato alla trasformazione di questa.

Per riciclare il vetro è sufficiente solo un terzo dell’energia impiegata per produrlo ex novo. Il vetro viene raccolto e dopo alcuni trattamenti che ne determineranno la purezza, il vetro viene fuso e così è pronto per affrontare un nuovo ciclo di vita.La raccolta di tipo “misto”, come avviene oggi in Italia, permette la produzione unicamente di vetro di colore giallo e verde anche se, economicamente, è molto più “pregiato” il vetro scuro. In Italia dovremmo ora puntare alla raccolta differenziata del vetro…. differenziandolo per colore! Un riciclaggio più efficiente sarebbe possibile mediante la separazione dei diversi colori di vetro: verde, bianco e marrone.Riciclo del vetro in Germania

La materia prima di produzione del vetro è principalmente sabbia silicea. La sabbia silicea rappresenta il 12% della crosta terrestre e quindi si tratta di una materia prima economica e abbondante. Il vetro, per il suo materiale di origine è un prodotto economico da elaborare ex-novo. La convenienza del riciclo del vetro risiede, come premesso, nel poter risparmiare energia durante la filiera produttiva.La sabbia silicea pura ha una temperatura di fusione di 1700 °C e richiede il 25% di energia in più rispetto alla fusione del vetro conferito con la raccolta differenziata.Questo vantaggio economico e ambientale si perde se poi, il vetro destinato al riciclo, deve percorrere molti km e richiedere energia per il trasporto. Per questo motivo, i paesi più virtuosi cercano di svolgere l’intera filiera di riciclo del vetro all’interno dei propri confini.

Il vetro conferito con la raccolta differenziata in Italia, spesso finisce in Svizzera o in Francia. La Germania, invece, riesce a svolgere tutte le fasi del riciclo nei suoi confini.

Il tasso di riciclo del vetro in Germania è pari all’85% e con questa percentuale la Germania detiene il primato di Paese più riciclone d’Europa per questo materiale.In Europa i paesi che riciclano più vetro, in ordine, sono:

Germania 85% Italia 77% Spagna 67%

Francia 63% Regno Unito 62% Polonia 44%

In Germania, il riciclo del vetro mira anche al riutilizzo, infatti sono attivi dei programmi di vuoto a rendere. Al momento dell’acquisto di una birra o qualsiasi bevanda in vetro, il consumatore versa una cauzione che va dagli 8 centesimi di euro fino ai 15 centesimi.Vetro, meglio il riciclaggio o il riutilizzo?

Le bottiglie di vetro possono essere riutilizzate, in teoria, all’infinito. Una stima più razionale riferisce che una bottiglia di vetro può essere riutilizzata fino a 50 volte.

Non è facile determinare se è più conveniente il riciclo o il riutilizzo del vetro perché i fattori da considerare sono molteplici:

I rifiuti in vetro sono più facili da trasportare perché vengono finemente sminuzzati. Le bottiglie integre occupano più spazio e richiedono più premure per il trasporto.

Le spese di trattamento hanno un forte impatto. Le bottiglie di vetro da riutilizzare devono subire trattamenti di pulizia, risciacquo… Analogamente il vetro destinato al riciclo deve subire un trattamento di fusione e rimodellamento.

Il riempimento delle bottiglie è possibile solo in moduli standardizzati.Riciclo del vetro, codici di riciclaggio

Il codice di riciclaggio 70 – GL indica il vetro incolore/bianco. Il codice di riciclaggio 71 GL indica il vetro di colore verde. Il codice di riciclaggio 72 GL indica il più pregiato vetro marrone.

Riciclo del vetro, cosa si ottiene

Dalla raccolta del vetro non si ottiene solo altro vetro. I mercati secondari della raccolta del vetro possono portare alla produzione di:

Prodotti isolanti per la bioedilizia Prodotti sanitari in vetroceramica Mattoni in vetroceramica Mattoni in vetro Erba sintetica Sabbia per campi da golf Tavoli da cucina Lavandini e altri sanitari Sistemi di filtrazione dell’acqua Vetro come materiale abrasivo Vetro come aggregato di materiali da costruzione

Il riciclo della carta è un’operazione facilissima e utile per l’ambiente: ecco le poche regole da tenere a mente per fare in modo che la carta riciclata abbia una seconda vita.Come si ricicla la carta? la domanda ai più sembrerà scontata, tutti ormai al giorno d’oggi dovrebbero sapere come riciclare la carta, il cartone ed il cartoncino.

Noi di TuttoGreen invece riteniamo invece che sia sempre necessario sensibilizzare al massimo sul tema. Per questa ragione abbiamo concentrato in un unica guida tutte le buone pratiche per il riciclo della carta, come già abbiamo fatto per la raccolta differenziata, per il riciclo della plastica e per il riciclo del vetro.Seguiremo i consigli del Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica). Si tratta di una libera associazione di imprese operanti nel settore cartario che è nata nel 1985.Il Comieco ha come obiettivo quello di tutelare l’intero ciclo del riciclaggio della carta. In altra parole, fare in modo che carta, cartone e cartoncino vengano correttamente smaltiti nella raccolta differenziata.In tale modo, potranno essere correttamente riciclati ed impiegati in nuovi prodotti a base di cellulosa.

Un esempio su tutti. Ad oggi l’80% degli imballaggi di cartone sono fatti con carta riciclata.

Riciclo della carta: cosa non va riciclatoEcco i punti da seguire per riciclare correttamente la carta. Cominciamo da che tipo di carta, cartone e cartoncino debba essere effettivamente differenziata, anzi meglio, da cosa NON vada raccolto: Se la carta, o cartone e cartoncino è stata sporcata NON può essere

differenziata (no ai fazzoletti usati, no allo scottex unto ad esempio). NON possono essere riciclati ovviamente le carte sintetiche ed i materiali non cellulosici come la carta per alimenti in alluminio che va raccolta nei contenitori per le lattine di ferro ed alluminio.

Riciclo della carta: cosa va riciclato e comeEcco invece cosa va riciclato:

Riciclo della carta: vanno bene tutti i giornali, le vostre riviste ed i fumetti e tutto ciò che vi arriva nella cassetta delle lettere come pubblicità (dèpliant, foglietti, etc.). Perfetti anche i sacchetti della spesa che ora sono finalmente in molti casi in carta e i sacchetti per alimenti, come quelli usati da panettieri e fruttivendoli. Da includere anche tutte le istruzioni per l’uso come quelle dei medicinali.

Riciclo del Cartone: perfetti tutti gli imballaggi in cartone ondulato. Ad esempio quelli degli elettrodomestici e tutti i contenitori in cartone per la frutta e verdura. Vanno anche bene i contenitori del latte, bevande e succhi di frutta in Tetrapak, seguendo le regole che vi abbiamo illustrato nella guida come riciclare il Tetrapak.

Riciclo del cartoncino: sono perfette tutte le scatole, da quelle per le scarpe alle confezioni del dentifricio, dei detersivi e dei prodotti alimentari fatti in cartoncino.

La carta riciclata è un atto di amore e rispetto verso l’ambiente.

Alcune cose da ricordareChiarito che carta possa essere riciclata, il resto è veramente facilissimo, eccovi i 3 punti di sintesi:

1. Ricordate di togliere eventuali presenze di nastro adesivo o scotch o graffette e punti metallici ed eventuali altri materiali non a base di cellulosa che fossero attaccati a carta e cartone

2. come per la plastica, piegate bene carta e cartone, lo spazio è una risorsa preziosa e va ottimizzato.

3. Ultimo passo, ovvio ma decisivo, depositate il tutto nei contenitori idonei della raccolta   differenziata , seguendo le istruzioni fornite dal vostro Comune di residenza.

Ora grazie anche ai consigli del Comieco sapete davvero tutto su come

differenziare e riciclare al meglio la carta, non ci sono più scuse E quando vedrete più prodotti di carta riciclata sugli scaffali, saprete anche meglio cosa c’è dietro.

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