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Comune di Budrio ANNI EDUCATIVI 2015/2016 – 2016/2017 – 2017/2018 Progetto Pedagogico Nidi d’Infanzia

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Comune di Budrio

ANNI EDUCATIVI

2015/2016 – 2016/2017 – 2017/2018

Progetto Pedagogico

Nidi d’Infanzia

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INDICE Premessa Il modello pedagogico e l’idea di bambino - La corresponsabilità educativa Capitolo 1: FINALITA’ Finalità Principi garantiti Intenzionalità educativa Capitolo 2: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL SERVIZIO I Nidi del Comune di Budrio Funzionamento del servizio: orario di apertura e calendario annuale Capitolo 3: PROGETTAZIONE E ORGANIZZAZIONE EDUCATIVA DEL SERVIZIO 3.1 Criteri e modalità di organizzazione del contesto educativo Gli Spazi I Materiali I tempi e la giornata tipo al Nido Le relazioni Le proposte educative Inserimento e ambientamento La preparazione con i genitori L’inserimento dei bambini con handicap o svantaggio sociale L’accoglienza delle diversità 3.2 Criteri e modalità di relazione e partecipazione delle famiglie e del rapporto con il territorio Il Nido in visita Le assemblee con i genitori I Laboratori I colloqui individuali Le feste e gli incontri informali Progetto: Genitori al Nido Il Comitato Genitori Il rapporto con i Servizi Socio-Sanitari La Biblioteca Comunale Le attività di Laboratorio con la cittadinanza Gli strumenti di comunicazione 3.3 Criteri e modalità di funzionamento del gruppo di lavoro Il gruppo di lavoro

Le figure che operano nel servizio: l’educatore, il collaboratore, il coordinatore pedagogico La Continuità Educativa Nido – Scuola dell’Infanzia Gli strumenti del Gruppo di Lavoro: progettazione, osservazione, documentazione La formazione e l’aggiornamento 3.4 La Valutazione La valutazione Verifica e valutazione del Progetto Educativo I questionari di gradimento Autovalutazione ed etero valutazione Capitolo 4: DURATA DEL PROGETTO PEDAGOGICO

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PREMESSA

Attraverso il presente progetto pedagogico desideriamo definire con chiarezza i valori educativi dei nidi comunali di Budrio, un percorso di ricerca e di crescita, sostenuto da un continuo confronto tra tutte le parti sociali coinvolte attivamente nei nostri servizi: amministrazione comunale, famiglie, gruppo di lavoro dei nidi e agenzie culturali ed educative del territorio.

Il gruppo che opera nei servizi ha perciò il piacere di illustrare in maniera sempre più unitaria l’esito di anni di ricerca-azione all’interno dei servizi comunali.

Partiamo esponendo quali elementi hanno fatto sì che nascessero i servizi per l’infanzia nel territorio.

I nidi d’infanzia a Budrio sono nati per rispondere a esigenze di tipo socio-educativo in ottemperanza alla legge nazionale del 1971 n. 1044. Questo avvenimento a livello nazionale ha segnato il riconoscimento del Nido d’Infanzia assegnandogli un ruolo di servizio sociale di interesse pubblico; sostanzialmente lo Stato si assunse la completa responsabilità di questi servizi che fino ad allora venivano gestiti in buona parte da enti religiosi, ai quali lo Stato demandava l’incarico senza però indicare gli obiettivi, le finalità e le norme di sicurezza che dovevano essere seguite.

Con l’applicazione della legge 1044 e successive direttive il nido ha acquisito gradualmente una forte valenza pedagogica e così, sull’onda di questo nuovo modo di promuovere la crescita delle nuove generazioni, l’Amministrazione Comunale di Budrio, nel settembre 1979, fece nascere il primo nido sito in via D’Ormea, che nel 1985 fu intitolato a Don Cadmo Biavati.

Per rispondere alle esigenze di una popolazione in espansione ed il conseguente aumento di richieste di posti, il Comune di Budrio decise di ampliare la propria offerta socio-educativa aprendo due sezioni aggiuntive al Nido situato provvisoriamente in via Martiri Antifascisti, in attesa della costruzione e apertura del nido d’infanzia Aquiloni in via Dante Mezzetti, avvenuta successivamente nel settembre del 2006.

Attualmente i nidi d’infanzia Aquiloni e Don Cadmo Biavati possono accogliere fino a 144 bambini di età compresa tra i 9 e i 36 mesi rispondendo alle richieste delle famiglie residenti nel Comune di Budrio e nelle frazioni di Mezzolara, Bagnarola, Vedrana e Cento la cui popolazione è al 31/12/2015 di 18.412 abitanti.

Il servizio è gestito da personale assunto dal Comune e da personale dipendente da cooperative a seguito di una gara di appalto pubblico. La gestione del servizio ristorazione è curata da personale comunale e la preparazione dei pasti per i due nidi avviene nella cucina interna presente nel Nido Aquiloni. Il menù è pubblicato sul sito del Comune ed è vistato dall’Azienda Ausl per garantire un adeguato apporto nutrizionale.

Questa premessa è per noi anche un auspicio poiché la stesura di questo documento vuole rappresentare una finestra simbolica che permetta, a chi lo legge, di affacciarsi e

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condividere (partecipare insieme) il nostro modo di crescere con le generazioni. Senza essere semplicemente la descrizione di una fotografia statica, il documento descrive e puntualizza la costante volontà di tenere al centro i bambini e le bambine, e le loro famiglie, attraverso il vivace lavoro di confronto basato sia sulle teorie di riferimento pedagogiche sia sull’esperienza quotidiana della collettività locale.

Il modello pedagogico e l’idea di bambino

Il modello pedagogico

Il presente Progetto Pedagogico è stato redatto nel corso dell’anno educativo 2014/15 dai gruppi di lavoro dei Nidi e dal Coordinamento pedagogico del Comune di Budrio e con la collaborazione del Dirigente di Settore del Comune.

Contribuiscono alla stesura del presente documento le indicazioni contenute nelle Linee Guida Regionali per la predisposizione del Progetto Pedagogico e della metodologia di valutazione nei servizi per la prima infanzia (luglio 2012), la “Carta del Servizio Nido d’Infanzia” del Comune di Budrio (2009 e ss.mm.ii.).

I servizi educativi del Comune di Budrio fanno riferimento ad un modello pedagogico che nasce dalla combinazione di diverse ispirazioni, in particolare gli assunti di Goldschmied, Bowlby, Winnicott, Rogers, Montessori, Bion, Piaget, Vigotskij, Bruner, Garndner, Goleman, Bronfebrenner.

Nello specifico il Progetto Pedagogico approfondisce i riferimenti teorici derivanti dal modello psicoanalitico, gli studi e le ricerche di Elinor Goldschmied, i richiami montessoriani e gli assunti della pedagogia attivista. Secondo le teorie piagetiane, il bambino ha un’innata predisposizione ad indagare l’ambiente, ad imparare, conoscere, ad aprirsi e ad interagire con gli altri. E’ quindi soggetto attivo dello sviluppo in tutte le sue dimensioni: costruisce, sperimenta ed esplora il mondo senza subire l’intervento dell’adulto. Il criterio adottato è quindi finalizzato a rendere il bambino protagonista attivo, in grado di scegliere in base alle sue esigenze attraverso proposte plurime a forte caratterizzazione ludica e simbolica.

L’agire educativo è orientato a facilitare l’affermarsi di quelle condizioni in cui il bambino possa crescere sviluppando tutte le potenzialità intellettive di cui dispone, intese come fine e mai come mezzo. In questo senso il concetto di circolarità rappresenta il filo conduttore dell’intervento pedagogico: la costruzione di un modello circolare valorizza l’intervento educativo nel superamento della mera azione di custodia ed assistenza. L’attenzione rivolta al bambino ed ai percorsi di cui è protagonista favorisce l’interdipendenza tra ambito relazionale, cognitivo, corporeo, etico ed estetico, nella loro continua influenza reciproca.

L’applicazione di questi principi di base apre al riconoscimento di un ulteriore rapporto di circolarità, quello tra bambino e adulto, che si influenzano reciprocamente in una logica sistemica. In questa prospettiva gli adulti pongono in essere le condizioni per l’attuarsi di un apprendimento relazionale significativo che, in un processo a spirale, si intreccia con gli apprendimenti di tipo cognitivo e mette in moto una catena di trasformazioni nell’interiorità dei bambini.

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Il ruolo dell’educatore diviene quindi quello di facilitatore e agevolatore della situazione di apprendimento, che trova nel feed-back dei bambini i suoi processi regolativi. Al personale educativo è richiesta una consapevolezza metodologica ed una competenza professionale tali da garantire al bambino un processo di apprendimento attivo e naturale nel rispetto delle diverse tappe evolutive, in una dimensione di continuità educativa tra asilo e famiglia.

Un altro tratto fondamentale del modello è rappresentato dall’importanza riservata alla strutturazione degli ambienti, dei materiali e degli usi in relazione alle esigenze dei bambini, nella consapevolezza che il processo di apprendimento avviene all’interno di un contesto formato da spazi fisici e sociali. Il ruolo dell’educatrice è quello di “regista”, predisponendo ambienti funzionali alle esperienze secondo il principio della non direttività e della centralità del bambino. L'attività educativa e didattica è così programmata tenendo conto delle diversità di genere, etnia, cultura e delle peculiari abilità in possesso del bambino. Nel caso di bambini con disabilità, vengono elaborati specifici progetti individualizzati e di integrazione, avendo cura di collegare l'intervento per il singolo e le attività del gruppo-sezione. Le diversità etniche e culturali sono valorizzate nell'elaborazione dei progetti educativi dei singoli servizi e nell'attività generale di programmazione.

L’idea di Bambino e Bambina

Il Bambino è un soggetto di diritti primo fra tutti quello di essere riconosciuto nella relazione con l’adulto che se ne prende cura; il bambino è competente perché è capace di fare e sa raggiungere le autonomie se posto nella situazione adeguata. Il bambino ha bisogno di essere ascoltato e tenuto dentro una relazione empatica con l’adulto che ne riconosce l’unicità, la individualità e la specificità.

Ogni bambino ha un suo tempo di crescita che va rispettato, pertanto il tempo organizzato al Nido non può essere inteso come rigidamente prefissato: la ricorsività delle esperienze e l’alternarsi regolare dei momenti orienta il bambino che riconosce il tempo e ne anticipa le successioni.

Il benessere del Bambino è inteso come un piacere di stare, il poter essere se stesso nella autenticità senza sentirsi giudicato e vivere con serenità le relazioni in tutti i momenti del nido. In questo contesto si colloca la relazione con l’adulto (Bowlby e Ainsworth: attaccamento e base sicura).

La Cura corrisponde all’attenzione da parte degli adulti alle necessità che ogni bambino porta con sé costituisce la base su cui fondare la relazione empatica. Attraverso l’attenzione individualizzata l’adulto stabilisce la relazione significativa con il bambino: il cambio, il pasto, il sonno divengono i luoghi fondanti la relazione di fiducia, ma anche l’accoglienza e il ricongiungimento rappresentano momenti a forte valenza educativa, emotiva e relazionale.

Nell’autonomia il bambino esprime se stesso e impara a conoscere il mondo: “aiutami a fare da solo” (Montessori) guida l’intervento dell’adulto che predispone l’ambiente individuando le esperienze di imitazione, sperimentazione e scoperta e agisce senza sostituirsi al bambino partendo dai piccoli gesti. L’Autonomia nelle relazioni si caratterizza come il sentirsi sicuro anche senza l’adulto presente, anche nella gestione positiva di un conflitto tra pari.

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Sperimentare, imitare, scoprire, creare, sono opportunità realizzate al Nido per utilizzare tutti i sensi e il corpo in sicurezza, vivendo liberamente esperienze diverse da casa, ovvero utilizzando il materiale secondo i bisogni del momento. L’adulto valorizza le capacità del bambino anche quando egli sceglie un percorso diverso da quello pensato, restituendo valore alla capacità di scelta e al bisogno espresso. Acquisire la capacità di scoprire l’altro da sé e riconoscerne le caratteristiche gratificanti costituisce l’esperienza sociale del bambino nel contesto di Nido.

La Fiducia è collegata alla relazione: fidarsi e affidarsi, sentirsi com-preso, con-tenuto. Le emozioni fanno parte dell’esperienza: la pluralità di linguaggi espressivi amplifica la pluralità delle intelligenze, dando luogo al potenziamento dell’intelligenza emotiva come capacità base delle competenze sociali. Il Gioco è la principale modalità di apprendimento del bambino.

La Corresponsabilità educativa

In questa prospettiva è importante il ruolo dell’adulto che pensa, progetta e predispone l’ambiente educativo. Il contesto del Nido si intreccia con i contesti familiari, riconoscendo ad essi un ruolo centrale nell’educazione del bambino. Il Nido costruisce insieme alle famiglie una rete di relazioni ponendosi come luogo di incontro, dialogo e confronto sulle pratiche educative. Il coinvolgimento delle altre agenzie educative presenti sul territorio contribuisce alla crescita e diffusione di una cultura dell’infanzia e dei servizi all’infanzia nell’ottica della trasparenza, della corresponsabilità educativa, e della realizzazione di una efficace comunità educante.

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Capitolo 1: FINALITA’

Finalità

Il Nido d’Infanzia è un’istituzione educativa che non accoglie solo i singoli bambini ma anche i genitori, con i quali costruisce un’alleanza educativa efficace per affrontare e gestire insieme i complessi processi di separazione, individuazione e acquisizione dell'autonomia. Per ogni bambino l’incontro con il nido si configura come esperienza complessa che apre la strada alla costruzione di nuovi legami di relazione con i bambini e con gli adulti.

In linea con tutto il quadro legislativo nazionale attualmente in vigore e le Convenzioni Internazionali sui Diritti dell’Infanzia, il gruppo di lavoro dei servizi per l’infanzia del Comune di Budrio sostiene la piena valorizzazione dei diritti fondamentali dei bambini e delle bambine in particolare: il diritto all’accoglienza, il diritto alla cura, il diritto al sostegno nella costruzione della dimensione sociale e cognitiva, il diritto a un’integrazione rispettosa delle differenze.

Principi garantiti

Informazione

Tutto il personale si impegna ad informare le famiglie interessate sull’offerta di servizi in generale, in particolare con riferimento ai termini e alle modalità di iscrizione, modalità di accettazione del posto, contenuti e organizzazione dell’inserimento, entità dei costi, standard di qualità dei servizi. Il Comune di Budrio si impegna a favorire la conoscenza del servizio nido anche attraverso le iniziative di “Nido in Visita”.

Eguaglianza e Imparzialità

Il Comune di Budrio promuove l’educazione orientata al rispetto dei valori di solidarietà, tolleranza, accoglienza e integrazione multiculturale, per la libertà e la valorizzazione di una cultura di pace contro ogni forma di discriminazione. A tutti i cittadini è assicurato un comportamento obiettivo, equo e rispettoso. A tal fine vengono preventivamente individuati e resi noti i criteri e le modalità di accesso ai servizi.

Il principio di uguaglianza e di pari opportunità per i bambini e le bambine con particolari situazioni di disagio personale, familiare o sociale è garantito attraverso criteri di precedenza nell’accesso ai servizi e con l’attivazione di Progetti Educativi Individualizzati.

Diritto di scelta

Il Comune di Budrio garantisce ad ogni famiglia l’esercizio del diritto di scelta fra le tipologie di servizi offerti. Tale esercizio avviene nel rispetto dei modelli organizzativi adottati e compatibilmente con la disponibilità di posti, a tutela dei principi di eguaglianza e imparzialità.

Continuità

Il Comune di Budrio si impegna a garantire l’erogazione regolare e continua dei servizi educativi per la prima infanzia, nell’ambito del calendario annuale e nel rispetto dei Contratti Collettivi di Lavoro del personale. La continuità pedagogica del progetto educativo è

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costituita in primo luogo garantendo ai bambini, già frequentanti i servizi, il diritto alla conservazione del posto negli anni successivi. Sempre in ambito pedagogico viene promossa la continuità educativa dei servizi per l’infanzia attraverso iniziative congiunte con le scuole dell’infanzia (3 – 5 anni).

Partecipazione

Il Comune di Budrio promuove e favorisce la partecipazione attiva delle famiglie, oltre che del personale operante nei servizi. Le Assemblee di plesso e di sezione ed il Comitato di Gestione,ciascuno per le proprie funzioni, garantiscono opportunità di espressione e confronto per tutte le voci presenti all’interno del plesso. Viene inoltre accolto anche ogni contributo individuale espresso attraverso suggerimenti ed osservazioni. Periodicamente vengono organizzati momenti di incontro collettivo, anche con l’apporto delle famiglie.

Riservatezza

Tutto il personale impronta la propria attività nel rispetto dei bambini e delle bambine, in particolare tutelando la riservatezza delle informazioni riguardanti l’utenza. Il trattamento dei dati personali avviene nel rispetto della Legge sulla Privacy (D.Lgs.196/2003 s.m.i.) con particolare attenzione a tutti gli aspetti di documentazione, inclusi i Progetti Educativi.

Intenzionalità educativa

Decliniamo di seguito come nella pratica quotidiana diamo voce ai principi di tipo giuridico e di tipo pedagogico esposti più sopra.

Il nido d’infanzia e i servizi complementari hanno lo scopo di offrire ai bambini un luogo di socializzazione e di stimolo delle potenzialità cognitive, affettive e sociali, nella prospettiva del loro benessere e del loro armonico sviluppo. Al bambino viene riconosciuta una centralità sociale, un valore personale, una propria identità che deve trovare luoghi adeguati di espressione e affermazione. Il nido è uno spazio in cui crescere, dove il gioco e l’esperienza si fondono, dove il lavoro delle educatrici e delle collaboratrici, del pedagogista e del servizio affiancano quello dei genitori. Al suo arrivo al nido ogni bambino porta con sé un bagaglio di emozioni e di relazioni. Questi sentimenti, uniti ai vissuti emotivi dei genitori, portano a diverse reazioni che le educatrici devono saper accogliere, e contenere. L’educatrice entra in questa relazione e crea un contenitore ambientale e relazionale entro il quale il bambino è in grado di costruire e sviluppare la sua identità e le sue relazioni sociali.

Attraverso l’ambientamento il Nido garantisce al bambino un ambiente accogliente, nel quale sperimentare e far crescere il suo senso di sicurezza e di autostima, suscitando fiducia e affidamento, accogliendo il bisogno di dipendenza e autonomia e sviluppando le potenzialità evolutive. A tal fine il gruppo di lavoro ha una preparazione professionale qualificata in grado di garantire:

> una sensibilità educativa che consiste nella capacità di accorgersi dei segnali dei bisogni dei bambini dandone voce, e fornendo adeguate risposte in grado di modulare tra il tempo, la flessibilità, la frustrazione minima tollerabile, l’intervento costruttivo;

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> l’ascolto e la relazione empatica ovvero saper ascoltare e saper vedere il bambino nelle sue emozioni, nelle sue intenzioni; vedere il mondo interno unito alla condotta esterna, evitando la mescolanza emotiva nelle dinamiche del bambino. L’adulto deve saper mantenere il proprio ruolo di adulto, rassicurando il bambino e ponendosi come base

sicura. Adottare un’osservazione empatica significa cercare di cogliere la dimensione affettiva di un atteggiamento o chiedersi il significato che quell'atteggiamento può avere sul bambino. La lezione di Emmi Pikler che abbiamo fatto nostra, pone al centro la realizzazione di una condizione di benessere e di equilibrio nello sviluppo che si radica nella relazione con l'adulto: da qui la minuziosa attenzione ai gesti, agli sguardi e alle anticipazioni verbali di quanto l'adulto va a fare insieme al bambino;

> la capacità di contenimento delle emozioni del bambino: il bambino ha bisogno di sentirsi riconosciuto e contenuto nelle sue emozioni (nella rabbia, nella paura, nel dolore);

> la capacità di sostenere l’autonomia del bambino: il nido si pone fin dall’inizio come “ambiente culla” (Crocetti) che contiene e accoglie affettivamente, ma anche come “ambiente preparato” (Montessori) ovvero un ambiente educativo su misura per le caratteristiche umane di base e per le specifiche caratteristiche dei bambini in età diverse. La funzione dell'ambiente è quello di permettere al bambino di sviluppare l'autonomia in tutte le aree. Oltre ad offrire l'accesso ai materiali adeguati all'età dei bambini, l'ambiente è volutamente strutturato per sostenere il bambino nei suoi movimenti di crescita e di autonomia;

> la capacità di sostenere/facilitare la socializzazione: soprattutto per i bambini più grandi il Nido può costituire un’area transizionale dove il bambino gradualmente conquista la capacità di rapportarsi al compagno e all’adulto inserendosi in una piccola società che lo porterà verso situazioni sociali via via più complesse. Per preparare il bambino a queste nuove esperienze è molto utile poter sperimentare il successo/l’insuccesso, le gratificazioni/le frustrazioni che influenzeranno sia l’identità del bambino che l’approccio alle successive esperienze di gruppo. L’educatrice svolge il ruolo di sostegno alla relazione tra pari, come mediatore dei rapporti, valorizzando le differenze individuali nel gruppo, rispettando e proteggendo del bisogno che talora alcuni bambini hanno di isolarsi e differenziarsi. È importante ricordarsi che la capacità di stare in gruppo non è un punto di partenza bensì un primo punto di arrivo che si affinerà e crescerà negli anni successivi;

> la capacità di essere osservatore partecipante: l’educatrice è un'attenta osservatrice del bambino e, pur non invadendo o intervenendo nel suo spazio, verbalizza le sue azioni attraverso parole, sguardi e gesti. Questo comportamento consente la sperimentazione libera, la scoperta autonoma, l’imitazione, il gioco collaborativo. Nel bambino, al quale viene permesso di fare esperienze autonome, accresce il senso di competenza e il piacere dell’apprendimento. Tali esperienze devono essere disciplinate da piccole “regole” che rassicurano e sostengono il bambino nella scoperta, rendono l’ambiente prevedibile, forniscono al bambino un contenitore emozionale, propongono al bambino la realtà segnando il confine tra sé e l’altro con cui confrontarsi. Le regole devono per questo motivo essere poche, chiare e comuni;

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> il sostegno e lo sviluppo dell’autonomia: attraverso la proposta di figure familiari, di un gruppo di pari costante e di uno spazio fisso, soddisfiamo il bisogno di dipendenza e di rassicurazione del bambino, creiamo una base sicura da cui orientarsi e partire per affrontare nuove esperienze, come l’interazione con nuovi adulti e bambini e con nuovi spazi e materiali. Seguendo e sostenendo, anche solo con lo sguardo, il bambino in questo suo tipo di scoperte, l’educatrice ne rafforza l’autostima e la fiducia in se stesso, stimolandolo allo stesso tempo a sperimentare sempre di più quel “fare da solo” che il bambino, a poco a poco, acquisisce sempre più come competenze proprie.

Il Nido si pone come un canale privilegiato per la socializzazione sostenendo le relazioni tra pari, mediando rapporti ed eventuali conflitti, valorizzando le differenze individuali e fornendo protezione al bisogno di stare soli, le educatrici aiutano i bambini ad entrare in contatto con l’altro, uscendo da un’iniziale fase di assoluto egocentrismo, in cui tutto è incentrato solo su di sé. Un primo approccio al mondo delle regole: se sono poche, chiare e semplici, possono rassicurare e sostenere il bambino durante le sue scoperte, rendere l’ambiente prevedibile, fornire al bambino un contenitore emozionale e aiutarlo a definire un confine tra sé e il mondo esterno.

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Capitolo 2: STRUTTURA ORGANIZZATIVA DEL SERVIZIO

I Nidi del Comune di Budrio

Il Nido Aquiloni accoglie fino ad un massimo di 79 bambini dai 9 ai 36 mesi suddivisi in 4 sezioni con posti a full time e a part time, rispettando un rapporto adulto bambino di 1 a 7 nelle sezioni full time, 1 a 5 nelle sezioni con bambini più piccoli e 1 a 8 nelle sezioni part time.

Il Nido Don Cadmo Biavati accoglie fino a un massimo di 65 bambini suddivisi in 4 sezioni a tempo pieno, rispettando un rapporto medio adulto bambino di 1 a 7.

L’organizzazione dei gruppi dei bambini è decisa principalmente in base all’età e a seconda del numero dei bambini in sezione affinché i gruppi siano il più omogenei possibili; anche il rapporto numerico è adottato a regime in relazione alle diverse fasce di età dei bambini e sulla base di quanto indicato nelle vigenti Leggi in materia di servizi all’infanzia.

Funzionamento del servizio: orario di apertura e calendario annuale

Il Comune di Budrio offre i seguenti servizi:

- Nidi d’Infanzia a tempo pieno e a tempo parziale;

- il servizio di pre (7.15/8.00) e post (17.00/18.00) orario;

- il servizio estivo nel mese di luglio.

Il calendario di apertura dei servizi va da settembre a giugno con brevi periodi di chiusura per le festività natalizie e pasquali. Durante dette festività è possibile attivare un servizio integrativo con un numero minimo di iscritti.

Per favorire le famiglie e sostenere la genitorialità è possibile fruire di orario

prolungato dalle ore 7,15 al mattino e fino alle ore 18,00 al pomeriggio; il servizio può essere richiesto dalle famiglie con genitori lavoratori.

Il servizio estivo per il mese di luglio è un servizio a domanda individuale per le famiglie con entrambi i genitori lavoratori. Il servizio viene erogato di norma per quattro - cinque settimane a chiusura del servizio ordinario e vi possono accedere solo i bambini regolarmente iscritti al nido e che abbiano frequentato fino al termine dell’anno educativo. Il servizio estivo mantiene la medesima articolazione oraria e osserva una diversa organizzazione del personale e programmazione di attività in ragione del gruppo di bambini che lo frequentano e del particolare periodo dell’anno.

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Capitolo 3: PROGETTAZIONE E ORGANIZZAZIONE EDUCATIVA DEL SERVIZIO

3.1 Criteri e modalità di organizzazione del contesto educativo

Il lavoro degli educatori a diretto contatto con i bambini e le bambine è costantemente accompagnato da una intensa e regolare attività di progettazione. Progettare significa delineare un disegno complessivo e realizzabile che, partendo da scelte di valore e premesse pedagogiche, definisce intenti, criteri e linee metodologiche in riferimento a spazi, materiali, tempi, relazioni e proposte educative. L’organizzazione del lavoro educativo è dunque oggetto di analisi e di progettazione da parte del personale del nido che si assume così la responsabilità delle scelte e delle proposte offerte ai bambini, alle bambine e alle famiglie e ne verifica l’efficacia, attraverso processi di autovalutazione ed etero valutazione.

L’ambiente del nido è strutturato ed organizzato in funzione dei bambini e delle bambine, dei loro ritmi e dei loro bisogni affettivi, relazionali, di movimento, di gioco e scoperta oltre che nel rispetto dei loro diritti individuali e sociali; ogni momento della giornata, pertanto, è un’occasione educativa, conosciuta e condivisa dal gruppo di lavoro e dal coordinatore pedagogico. Gli educatori operano sulla programmazione un ruolo di regia intenzionale, che prevede la possibilità di riorganizzare gli elementi del contesto (spazi, tempi, materiali, regole) in relazione al feedback dei bambini, tenendo conto delle strategie cognitive e dei diversi stili nella programmazione delle attività e dei percorsi di apprendimento, predisponendo condizioni che consentano al bambino di crescere in modo equilibrato.

È evidente che una programmazione-modello delle attività educative del nido non è rigida in quanto il criterio che prevale nell’organizzazione della vita del nido è l’ascolto dei bisogni infantili, della disponibilità a fornire stimoli e rinforzi al bambino nella sua ricerca di soddisfazione e di soluzione ai problemi. Il bambino è considerato protagonista attivo della propria crescita con competenze sociali precoci che lo rendono interessato a stabilire rapporti differenziati con altri adulti e coetanei e sin da piccolissimo ha la capacità di provare piacere, rabbia, felicità e dolore.

I nostri servizi per l’infanzia promuovo questa idea di bambino e collaborano con le famiglie e le affiancano sostenendole nello svolgimento della loro funzione di tutela, di educazione e di relazione.

Le diverse situazioni ed esperienze educative sono pensate in modo organico e coerente nel rispetto della complessità dell’esperienza. Ciò evita l’incongruenza e la frammentazione delle pratiche. Sono pianificati percorsi progettuali che prevedono l’articolazione e l’arricchimento progressivo delle attività, oltre a una pluralità di proposte educative riferibili alle diverse aree di sviluppo del bambino. In vari momenti della giornata i bambini hanno la possibilità di scegliere tra differenti possibilità di gioco e nell’ambito delle varie proposte educative le strategie dei diversi educatori sono coerenti tra di loro.

Fa inoltre parte della logica progettuale la comunicazione ai genitori delle intenzioni educative e delle modalità che si intendono utilizzare per realizzarle con i bambini. In questo senso la progettazione educativa considera anche le modalità più efficaci per comunicare ai genitori il lavoro svolto dal nido e stimolare atteggiamenti di valutazione e collaborazione produttivi.

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Infine, progettare i propri comportamenti non significa predeterminare le azioni, i movimenti, le modalità di relazione con gli altri, ma prendere coscienza delle necessità di costruire ipotesi da discutere e condividere nel gruppo e in seguito da articolare e tradurre in proposte operative. Fa inoltre parte della logica progettuale la comunicazione ai genitori delle intenzioni educative e delle modalità che si intendono utilizzare per realizzarle con i bambini. In questo senso la progettazione educativa considera anche le modalità più efficaci per comunicare ai genitori il lavoro svolto dal nido e stimolare atteggiamenti di valutazione e collaborazione produttivi.

Gli spazi

Lo spazio di un servizio educativo ha una grande importanza rispetto alle esperienze che i bambini possono fare, per questo, in ogni progetto educativo, la qualità degli spazi deve essere al centro degli obiettivi degli educatori.

Lo spazio deve essere coerente con i bisogni dei bambini per trasmettere il senso dell’accoglienza e del benessere; è importante dare un senso di cura e sicurezza degli spazi per renderli confortevoli al fine di incoraggiare il desiderio di esplorazione e conoscenza dell’ambiente.

Gli spazi comuni e gli spazi delle sezioni, interni ed esterni, vengono differenziati funzionalmente curando che tutto il gruppo di lavoro sia coerente nell’organizzazione e nell’ordine: questi vengono strutturati tenendo conto sia dell’età dei bambini sia delle proposte previste dal progetto educativo, infatti nel corso dell’anno potranno essere modificati in base alle loro esigenze per renderli più accoglienti possibile.

Gli spazi sono progettati per rispondere ai bisogni di cura e di intimità del bambino/e, riconoscendo sia la loro individualità, assicurandogli serenità e contenimento emotivo, sia il bisogno di socialità in piccolo e grande gruppo.

Attraverso la cura e la leggibilità degli spazi si esprime il lavoro di progettazione degli educatori in relazione alle molteplici esigenze del progetto educativo che viene condiviso e pensato ad inizio anno.

Sono presenti all’interno del nido spazi adibiti a filtro tra le zone interne ed esterne, questi ambienti sono arredati con armadietti personalizzati con nome e foto del bambino, viene inoltre messa a disposizione dei genitori la modulistica e il regolamento del servizio da consultare all’occorrenza.

La documentazione a disposizione dei genitori prevede una parte valida per la durata dell’intero anno scolastico ed una relativa all’utenza che si aggiorna quotidianamente.

Per favorire la comunicazione tra nido e famiglie e accogliere suggerimenti per migliorare il servizio, viene messa a disposizione una scatola dove lasciare consigli/suggerimenti e un “quadernone” per condividere insieme ai genitori l’esperienza del bambino all’interno del nido. Attraverso la zona filtro si possono raccontare le esperienze, documentare la vita dei bambini e ricordare momenti speciali con l’utilizzo di foto e cartelloni raffiguranti le loro esperienze ludiche.

All’interno del nido sono presenti sezioni divise per fasce d’età; le sezioni sono suddivise in angoli che corrispondono ai bisogni evolutivi propri dei bambini in esse ospitati. In tutte le

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sezioni si trovano le zone per il pasto e il riposo. Nelle sezioni, a seconda delle età dei bambini si possono inoltre trovare:

- Angolo simbolico (cucina), allestito con materiali di diverso colore e consistenza (plastica, legno alluminio) e di recupero (scatole, bottiglie e contenitori vari);

- Angolo della cura, allestito con bambole, copertine, lettini, vestitini, contenitori della crema ecc.

- Angolo morbido allestito con tappeti, cuscinoni, divanetti morbidi, specchio;

- Zona pranzo, allestito con tavoli e sedie a misura di bambino, utilizzati sia per il pasto che per esperienze di gioco strutturato;

- Angolo lettura, allestito con libri sempre a disposizione dei bambini e sedute per favorire il momento di raccoglimento ed attenzione.

Queste zone così predisposte aiutano i bambini ad orientarsi, consentendo loro di avere un proprio spazio dove vivere tempi e momenti di cura che danno sicurezza e inducono comportamenti più appropriati sia nell’uso degli oggetti che negli scambi sociali, poiché sostengono la comprensione delle regole che improntano la vita di gruppo.

All’interno di ogni sezione si trova un accesso per il bagno arredato con fasciatoi, water a misura di bambino, un lavabo per l’igiene personale, buchette personalizzate contenenti il cambio; vi sono inoltre pannolini, creme e tutto ciò che serve per la cura di ogni bambino.

Al fine di agevolare l’autonomia dei bambini sono inoltre presenti nelle sezioni lavabi bassi per il lavaggio delle mani.

Per favorire il riposo pomeridiano dei bambini ogni sezione è provvista di una stanza del sonno, arredata con culle con le sponde nella sezione dei piccoli e lettini bassi nelle altre sezioni; questi spazi vengono utilizzati come stanze polivalenti e allestite di volta in volta con materiali diversi a seconda delle esperienze didattiche proposte.

Gli spazi collettivi e gli spazi esterni sono invece progettati e proposti come opportunità che ampliano le possibilità relazionali ed esplorative della sezione offrendo situazioni di gioco strutturate.

Ogni sezione può usufruire del giardino che è dotato di pavimentazione antiurto situata davanti alla porta d’accesso alla sezione: ciò consente l’utilizzo dello spazio esterno anche nei mesi invernali, utilizzo comunque favorito in qualsiasi stagione. E' a disposizione uno spazio verde arredato con scivoli e casette, inoltre sono presenti tricicli, carriole, macchinine e palle per stimolare il gioco di movimento, spazi per il gioco libero all'aperto.

Particolare importanza viene data all’allestimento di ambienti in una pluralità e varietà di zone/centri d’interesse che hanno una specifica valenza educativa, offrendo diversi stimoli ed opportunità di esperienze, facilitando la durata e l’evoluzione delle proposte didattiche, favorendo la formazione e stabilità dei sottogruppi di gioco e la qualità delle relazioni.

La caratterizzazione delle zone, rispetto alla qualità e quantità dei materiali, e la modalità di delimitazione delle stesse, rappresentano aspetti che vengono studiati e curati in relazione al progetto educativo annuale, favorendo le azioni e le relazioni dei bambini.

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I materiali

In stretto collegamento con l’organizzazione degli spazi, il nido predispone l’offerta dei materiali che svolgono una funzione importante di orientamento, stimolo e supporto al pensiero e alle esperienze di gioco per incoraggiare e sollecitare il fare del bambino.

La natura del materiale messo a disposizione, l’interesse e l’attenzione dell’adulto alle modalità di utilizzazione e il modo in cui il materiale è predisposto accompagnano in parte le esperienze dei bambini.

La quantità e la qualità di oggetti proposti stimolano comportamenti ludici e forme di pensiero diverse; è quindi utile che il materiale sia selezionato in maniera adeguata per rendere possibile una sperimentazione attiva e concreta e che parte di esso sia disponibile e accessibile ai bambini perché sia utilizzato autonomamente.

Per muoversi in sicurezza nella vasta gamma dei materiali offerti è utile che questi siano scelti in maniera appropriata, considerando le loro valenze sensoriali affettive e simboliche.

E’ importante che questi siano disposti in modo ordinato, visibile e accessibile affinché possano essere realmente e facilmente fruibili dai bambini, valorizzando così la memoria delle loro esperienze in riferimento alle diverse fasce d’età.

In situazioni guidate dalla presenza degli adulti vengono proposti materiali naturali o di recupero e oggetti di uso comune che arricchiscono l’esplorazione sensoriale e stimolano esperienze collettive per una ricerca attiva di soluzioni e di progetti da compiere insieme ad altri bambini/e includendo sempre il riordino finale di tutti i materiali.

La qualità e quantità dei materiali è in relazione al progetto di utilizzo dei vari spazi: nelle sezioni e negli ateliers sono presenti una varietà di materiali formali e informali, alcuni sono utilizzati solo dagli adulti (ad es: forbici, macchina fotografica etc..), altri sono messi a disposizione dei bambini in spazi organizzati dove l’educatore propone varietà di materiali non sempre utilizzati nella quotidianità come ad esempio la farina gialla, la pasta, le tempere, i pennelli etc.), mentre altri sono sempre a disposizione ai bambini nei diversi angoli della sezione (macchinine, bambole e libri).

I tempi e la giornata tipo al Nido

La giornata al nido è scandita da routines: momenti dedicati al pasto, al cambio, al sonno e alle attività che si svolgono secondo tempi, modalità, spazi, organizzati dalle educatrici e dagli educatori rispettando una sequenza quotidiana regolare.

La giornata ad orario completo è così organizzata:

Pre nido

(servizio a richiesta) 7:15 – 8:00

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Accoglienza

8:00 – 9:30

Cura e routine

9:30 – 9:50

Esperienze di gioco strutturato

9:50 - 10:50

Secondo ingresso1

11:00 - 11:15

Cura e preparazione per il pasto

11:15 – 11:30

Pasto

11:30 – 12:00

Prima Uscita2

12:00 – 12:30

Gioco libero e Cura

12:00 – 13:00

Sonno

13:00 – 15:00

Risveglio, cambio e merenda

15:15 – 16:00

Gioco libero e uscita

16:00 – 17:00

Post nido

(servizio a richiesta)

17:00 – 18:00

1 la seconda entrata prevede che il/la bambino/a entri in sezione non oltre le 11.15 per dargli/le la possibilità di distaccarsi tranquillamente dal genitore ed essere accolto con i tempi adeguati dalla educatrice

2 solo per i bambini frequentanti la sezione part-time l’uscita è regolamentata dalle 13.00 alle 13.30

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Le relazioni

La cura educativa si esprime nell’ascolto e nell’attenzione per il bambino, nella capacità di riconoscerne i bisogni di dipendenza ed autonomia e di fornirgli aiuto e incoraggiamento, nella misura dei gesti e delle parole e nell’uso consapevole e intenzionale dell’affettività.

Il benessere del bambino è legato alla qualità delle relazioni tra le persone adulte e bambini che vivono il servizio, relazioni pensate pedagogicamente, oggetto costante di riflessione all’interno del gruppo educativo.

Un contesto educativo per la prima infanzia si qualifica come tale quando si propone come luogo di relazioni significative, è quindi intenzionalmente pensato per far sperimentare al bambino un clima di benessere e sviluppare senso di sicurezza, fiducia e autostima. Un contesto relazionale è significativo quando si crea un clima sociale positivo tra gli adulti, i quali devono essere capaci di ascoltare e accogliere i bisogni di ogni singolo bambino e sostenere la crescita delle sue capacità cognitive, emotive e relazionali.

L’educatore è attento al comportamento del singolo bambino e cerca di adattare il suo stile di interazione alle sue caratteristiche: il bambino viene riconosciuto, rispettato e valorizzato nelle sue esigenze, abitudini e nelle sue caratteristiche personali. Gli educatori promuovono e sostengono le relazioni sociali positive tra bambini.

In diversi momenti l’adulto coglie, rispecchia e rilancia al gruppo gli spunti e le idee dei singoli bambini utilizzando toni di voce bassi e calmi, interagendo con i bambini in modo gentile e affettuoso, prestando attenzione alla cura dell’aspetto dei bambini, controllando la situazione con attenzione, gestendo i momenti di conflitto tra pari con tranquillità, curando l’esigenza dei singoli e organizzando momenti in piccolo gruppo.

I rapporti educativi all’interno del servizio sono caratterizzati dalla gestione personalizzata dell’ambientamento e dei momenti di routine, dall’attenzione per le differenze culturali e di genere e dall’interesse per le specificità e le preferenze di ogni singolo bambino.

Sono previsti tempi graduali e modalità personalizzate per favorire l’ambientamento dei bambini al nido (ad es.: si prolungano i tempi di inserimento ai bambini che presentano maggiori difficoltà di ambientamento).

La giornata educativa al nido è composta da attività e da momenti di cura caratterizzati da una relazione individualizzata tra adulto e bambino. I momenti di cura risultano di fondamentale importanza in quanto consentono la prevedibilità e la regolarità della giornata, rassicurando il bambino dal punto di vista affettivo proprio perché in grado di dare stabilità e continuità ai vari momenti; questi momenti si ripetono quotidianamente per favorire nel bambino il senso di sicurezza e padronanza dell’ambiente, e per contribuire a creare una solida base di partenza per affrontare poi tutto ciò che rappresenta una novità. I momenti di cura permettono una scansione temporale della giornata e possono costituirsi come momenti di grande aiuto anche per determinare che cosa c’era prima e che cosa verrà poi; consentendo una prima organizzazione della memoria e della capacità di rappresentazione. Essi si costituiscono come situazioni ad alta valenza affettiva per il bambino come per l’adulto, in

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quanto costituiscono momenti privilegiati di contatto soprattutto individuale con l’educatrice, con la quale il bambino ha modo di stabilire una relazione significativa al di fuori dell’ambiente familiare. Per l’adulto invece i momenti di cura corrispondono ad un proficuo stimolo per favorire l’autonomia dei bambini.

Le proposte educative

La qualità delle proposte educative è legata all’organizzazione ed articolazione dell’ambiente, ai tempi con cui si susseguono e ai modi con cui vengono promosse e gestite dall’adulto. I momenti di cura quotidiana e di attività ludica rappresentano occasioni educative egualmente importanti, che sono pensate e modulate in relazione alle specificità dei bambini e nel contesto di un disegno complessivo in cui ogni esperienza infantile trova collocazione e significato.

La varietà, la coerenza, la continuità e la significatività delle esperienze formative sono garantite nell’ambito di una progettazione delle proposte volte a promuovere autonomia e sviluppo del bambino e ad arricchirne il patrimonio esperienziale. Affinché le proposte educative non siano espressione di intenzionalità individuali e di una gestione improvvisata la definizione dei progetti viene esplicitata e condivisa nel gruppo di lavoro, tenendo conto delle indicazioni date dalla coordinatrice pedagogica dei servizi.

Tutte le attività e i momenti di cura sono oggetto di una osservazione e di una progettazione che prevede anche momenti di riflessione sui processi, e discussione in gruppo sulle scelte operate dai differenti educatori.

Le proposte educative, compresi i momenti di cura, si riferiscono ad una progettazione scritta dal gruppo di lavoro. Pur contenendo intenzionalità precise, espresse nell’organizzazione degli spazi, dei tempi, dei materiali, nello stile degli adulti, l’offerta educativa del nido cerca di mantenere la flessibilità necessaria per rispondere ai differenti bisogni dell’utenza.

La significatività delle esperienze educative è legata all’offerta di situazioni non banali e standardizzate, ricche sotto il profilo formativo e capaci di sollecitare la curiosità e il coinvolgimento del bambino, che sono proposte in modo continuo e regolare per permettere al bambino di acquisirne padronanza e progressivamente svilupparle. La significatività e la continuità delle proposte educative è legata anche alla capacità dell’adulto di sostenerle con la propria azione intenzionale e ad una modalità di progettazione e di gestione delle stesse che evita rigidi schematismi, che si caratterizza in senso processuale e si fonde quindi sulla capacità di osservare, cogliere e valorizzare gli elementi emergenti nello sviluppo delle situazioni. Le proposte educative hanno quindi un carattere continuo e regolare.

Inserimento e ambientamento

Accogliere un bambino in un servizio educativo significa creare particolari strategie di rapporto con le famiglie, volte a modulare una gradualità di separazione del bambino dal proprio ambiente. L’ambientamento (sia che il bambino provenga da casa o da un altro servizio

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educativo) rimane sempre un momento estremamente delicato, che richiede alle educatrici cura e strategie mirate alla comunicazione e all’accoglienza. L’accoglienza deve essere un investimento educativo non solo verso i bambini, ma anche per le famiglie.

L’inserimento va organizzato tenendo conto delle esigenze e dei bisogni della famiglia e i bisogni del bambino, considerato sia individualmente sia in relazione al suo ambiente di provenienza. Infatti per il bambino inserirsi al nido significa modificare i propri schemi di comportamento e le proprie conoscenze ad una nuova realtà, dove la figura della madre diviene sempre meno presente. Per i genitori, invece, significa accettare che il proprio bambino possa relazionarsi con persone diverse ed esistere come individuo distinto.

I bambini incominciano l’ambientamento a settembre, seguiti dalle educatrici che si relazionano a poco a poco con ogni singolo bambino. Il momento dell’inserimento è un’esperienza molto coinvolgente emotivamente, sia per il bambino che per i suoi genitori. L’ingresso al nido rappresenta il primo e vero proprio distacco del bambino dall’ambiente familiare e il passaggio ad una dimensione sociale. Gradualmente il bambino sarà in grado di aprirsi con le educatrici, instaurando con loro una buona relazione di attaccamento.

Fondamentale per un buon ambientamento è che esso avvenga con gradualità, mantenendo continuità con l’ambiente familiare; non di minore importanza è l’instaurarsi di una relazione di fiducia tra l’educatrice e i genitori. Prima dell’ambientamento, mediante un incontro al nido, i genitori potranno concordare le modalità di svolgimento, fornire preziose informazioni sul loro bambino e conoscere le educatrici che lo seguiranno. Nel primo periodo di frequenza le educatrici accoglieranno le richieste dei genitori, l’eventuale disagio del bambino, rendendosi anche disponibili a modificare l’iter dell’ambientamento o anche della stessa giornata di attività per il benessere della coppia genitore-bambino.

Per facilitare il loro inserimento e creare un clima sereno, ogni giorno una delle educatrici si dedica all’accoglienza della coppia genitore-bambino assieme ad un piccolo gruppo della sezione, proponendo piccoli momenti di gioco e favorendo così una prima socializzazione tra pari.

La figura di riferimento è quella che si prende cura del bambino e della famiglia, è il primo referente e interlocutore del genitore, un punto di riferimento per il bambino. La scelta del gruppo di lavoro è quella di tutelare la figura di riferimento nella primissima fase dell’ambientamento per poi passare ad un sistema di riferimento che permetta al/la bambino/a dopo qualche settimana, di potersi relazionare con le altre educatrici di sezione in modo da sentirsi riconosciuto e sicuro con tutto il gruppo di lavoro.

La preparazione con i genitori

All’assemblea di giugno con i genitori dei nuovi iscritti sono presenti le educatrici, che saranno a disposizione per consegnare alle famiglie il seguente materiale:

• Modello inserimento individualizzato

• Regolamento sanitario

• Modulo dei recapiti telefonici

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• Modulo delle deleghe

• Brochure informativa

• Scheda alimentare

• Data colloquio (per una prima conoscenza del bambino/a e del contesto familiare)

• Data della “merenda di Benvenuto” (fine agosto per tutte le sezioni)

Ogni gruppo di educatrici prepara un prospetto di ambientamento personalizzato per ogni gruppo di inserimento con tutte le informazioni dettagliate riguardanti quel gruppo. Le educatrici provvedono a consegnare tutta la documentazione all’ufficio scuola che informa le famiglie: in questo modo ogni genitore viene a conoscenza di orari e modalità di inserimento.

Durante la fase dell’ambientamento è necessario che l’educatrice mantenga un atteggiamento di contenimento delle emozioni, sia del bambino che dell’adulto genitore, che non vanno negate o nascoste. Il bambino, anche molto piccolo, è in grado di vivere sentimenti ed emozioni e l’adulto che accoglie comprende, asseconda, contiene. Di fronte al disagio o alla rabbia espressa, il bambino va compreso e contenuto: l’educatrice sa modulare quelle piccole frustrazioni che danno il senso della realtà, aiutandolo a sostenere l’esperienza e a trovare dentro di sé la capacità di superare i piccoli ostacoli.

L’inserimento dei bambini con handicap o svantaggio sociale

I bambini in situazione di handicap o svantaggio sociale/disagio culturale sono inseriti al nido con il supporto di personale di sostegno alla sezione (L. 104/92). Durante l’anno educativo vengono istituiti due/tre incontri del Gruppo Operativo che è formato dai tecnici dell’AUSL, dai genitori, dalle educatrici di sezione, dal pedagogista comunale e da un referente dell’amministrazione comunale, per definire e verificare gli interventi rivolti ai bambini con handicap secondo quanto definito dall’Accordo Provinciale di Programma. Gli interventi specifici vengono definiti ogni anno partendo dall’osservazione del bambino nel contesto; il piano così elaborato si integra con la programmazione educativa della sezione, ma consente al contempo di rivedere, al bisogno, il percorso progettato.

Il bambino con handicap partecipa quindi a tutte le attività programmate che tengono conto delle specificità e delle caratteristiche di tutti i bambini, cercando di favorire lo sviluppo delle loro abilità e competenze e valorizzando e sviluppando le potenzialità di cui essi sono portatori. Operando in questo modo si vanno ad attivare tutte le strategie educative che sostengono l’autonomia del bambino che può percepirsi in interazione con l’ambiente in modo significativo e gratificante.

Particolare attenzione è rivolta alla continuità educativa in linea con gli Accordi Territoriali tra gli Enti Locali, finalizzati all’attuazione dei progetti riabilitativi e di integrazione individualizzati. Gli strumenti di lavoro che accompagnano la quotidianità delle educatrici sono: la Diagnosi Funzionale, redatta dal neuropsichiatra infantile e dai tecnici AUSL coinvolti nel percorso riabilitativo del bambino che descrive la compromissione dello stato psico-fisico del bambino, il Profilo Dinamico Funzionale finalizzato alla produzione del Piano Educativo Individualizzato, e alla cui elaborazione partecipano i tecnici AUSL, i genitori e il personale

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educativo per definire le possibilità di recupero e le capacità possedute che devono essere sostenute e potenziate. Il Piano Educativo Individualizzato è il documento che contiene la definizione degli interventi predisposti per il bambino in situazione di handicap. Il documento viene redatto congiuntamente dagli operatori AUSL, gli educatori,il coordinatore pedagogico in collaborazione con i genitori.

L’accoglienza delle diversità

Riveste un tema centrale la riflessione sull’accoglienza della diversità delle famiglie e dei bambini al Nido. L'accoglienza è una esperienza di apertura: ciò che viene raccolto o ricevuto viene fatto entrare. Accogliere vuol dire mettersi in gioco, chi accoglie rende partecipe di qualcosa di proprio, si offre, si spalanca verso l'altro diventando un tutt'uno con lui. L'accoglienza delle diversità rimane il medesimo fenomeno, diverso solo perché diverse sono le persone e le culture e il loro modo di aprirsi, il loro modo di fare entrare.

La questione delle “differenze” e soprattutto dell’educazione alle differenze familiari/genitoriali, di genere e di orientamento sessuale, si configura, oggi più che mai, come un tema di straordinaria attualità, soprattutto in un momento storico-politico e sociale/culturale che risulta caratterizzato dalla perpetuazione di logiche discriminanti, dalla restrizione/negazione dei diritti alle nuove forme di famiglia e di genitorialità e dal mancato accesso alla riconoscibilità sociale di ciò che non si conforma ai modelli familiari, identitari e di orientamento sessuale socialmente dominanti. L’educazione alle differenze e l’accoglienza della diversità si impone oggi come un ambito di intervento indispensabile nei contesti educativi per consentire di co-costruire nuovi contenuti, metodologie e strumenti idonei a sensibilizzare e a consentire l’accesso ad una lettura delle nuove configurazioni familiari e genitoriali che sia in grado di riconoscere e contrastare visioni pregiudizievoli ed ideologicamente connotate sul piano dell’esclusione e della patologizzazione.

3.2 Criteri e modalità di relazione e partecipazione delle famiglie e del

rapporto con il territorio

Il Nido è un punto di sensibilizzazione, facilitazione e sostegno dei complessi flussi comunicativi che si sviluppano nelle famiglie quando nasce un bambino. Consapevole delle diverse modalità di approccio delle famiglie, si utilizzano vari strumenti di comunicazione, per cercare di rendere chiare le proprie intenzioni educative, informare i genitori sull’andamento della vita del nido e suggerire le modalità di collaborazione possibili.

L’educazione dei bambini si coniuga strettamente con il sostegno della famiglia, sia sul piano pratico che su quello psicologico. La relazione quotidiana nido famiglia permette a genitori ed educatrici di sentirsi parte di una più ricca “comunità educante”, attraverso una condivisione molto operativa e partecipata della vita quotidiana del bambino. Solitamente questa relazione può realizzarsi con brevi scambi nei momenti di accoglienza e ricongiungimento. È importante che tali momenti abbiano soprattutto l’obiettivo di trasmettere al bambino/a la piacevolezza che condividono gli adulti nell’occuparsi di lui/lei.

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Il Nido in visita

Il Nido in Visita è il momento di incontro tra nido e famiglia; è un momento in cui viene data la possibilità ai genitori di visitare e conoscere il nido prima di iniziare l’esperienza dell’inserimento. Solitamente viene svolto di sabato mattina, una volta in visita al nido Aquiloni e una volta al nido Biavati, in due settimane consecutive.

Le educatrici allestiscono il nido per l’accoglienza dei visitatori e rimangono a disposizione dei genitori rispondendo ad ogni quesito e curiosità.

Con il Nido in Visita si vuole quindi dare la possibilità ai genitori di avvicinarsi al nido d’infanzia facendone parte già prima di fruirne. La visita permette di conoscere il Servizio come contenitore di esperienze, di tracce lasciate dai bambini e dai loro genitori (foto, disegni, etc…). Durante la mattinata sono inoltre presenti al Nido, e a disposizione, i referenti amministrativi per le informazioni relative alle modalità di accesso al servizio.

Le assemblee con i genitori

Verifica inserimenti: terminato il periodo di inserimento per verificare insieme alle famiglie l’ambientamento dei bambini, viene organizzata una serata nella quale si ‘raccontano’ vari momenti ed emozioni del primo periodo al nido. Tale incontro è anche occasione per incontrare i genitori che rientrano al nido dopo la chiusura estiva e che hanno condiviso con educatrici e bambini il processo di re ambientamento al nido. L’incontro diventa così occasione per conoscersi e ri-conoscersi, scoprendo le nuove conquiste dei bambini.

Presentazione della programmazione educativa: durante l’esperienza al nido i genitori avranno la possibilità di partecipare ad una riunione di sezione nella quale le educatrici espongono la programmazione educativa della sezione. Ogni educatrice allestisce la propria sezione e accoglie i genitori, spiegando loro le varie proposte educative, dandogli così modo di esprimere le impressioni e di fare eventuali domande.

I Laboratori

I laboratori fanno parte di una lunga tradizione del nido che nel tempo è andata consolidandosi e che sempre trova buon riscontro tra le famiglie. Il laboratorio organizzato permette di ritrovarsi, in un momento diverso da quello consueto, per preparare degli oggetti pensati per i bambini o fare attività con genitori e bambini favorendo quel clima di fiducia e collaborazione così importante e indispensabile tra persone che hanno il difficile compito di educare con ruoli e obiettivi diversi ma pur sempre finalizzati alla crescita dei piccoli.

I colloqui individuali

I colloqui individuali hanno lo scopo di offrire alle educatrici informazioni sul bambino e instaurare con il genitore un rapporto di fiducia.

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Il colloquio d’inserimento rappresenta il primo momento di incontro tra nido e famiglia, due ambienti in cui il bambino dovrà vivere con serenità e sicurezza. L’educatrice raccoglie notizie e racconta al genitore cosa si propone al nido e come gli operatori si pongono di fronte al bambino. Il colloquio rappresenta il primo momento in cui si inizia una relazione da costruire attraverso una volontà reciproca di conoscersi. Il colloquio viene condotto rifacendosi ad una tecnica non direttiva ovvero ponendosi in ascolto attivo e sospensione di giudizio per permettere ai genitori di esprimersi liberamente circa il proprio bambino e le domande che desiderano portare. Questo momento ha la finalità di accompagnare e supportare il genitore durante i momenti di inserimento affinché egli si senta sostenuto dal personale del servizio.

Anche durante l’anno è possibile chiedere un colloquio individuale alle educatrici, che si rendono così disponibili alle domande esponendo altresì al genitore le competenze, la socializzazione, l’autonomia acquisita e la capacità di separazione del bambino. In caso di bisogno, in accordo con il gruppo di lavoro e con il coordinatore pedagogico, viene consigliato ai genitori un incontro con uno specialista (psicologo, psicomotricista, logopedista, etc…)

Le feste e gli incontri informali

La merenda gioco. Nell’ambito del calendario delle assemblee è previsto un incontro merenda, che si tiene prima della riapertura dell’anno educativo ed in orario pomeridiano, con lo scopo di dare il benvenuto ai nuovi inserimenti e augurare il buon rientro ai bimbi già frequentanti. Queste occasioni di incontro per le famiglie e i servizi all’infanzia evidenziando il valore dell’accoglienza dei servizi del Comune di Budrio.

La festa di fine anno. Viene svolta a fine maggio/primi di giugno ed è il momento in cui le educatrici e le collaboratrici salutano i bambini prima della fine dell’anno al nido. Le educatrici allestiscono in giardino i vari punti di interesse a carattere educativo utilizzati durante l’anno per le attività con i bambini. Durante la festa viene allestito uno spazio buffet organizzato in collaborazione con le famiglie e prima del saluto finale le educatrici consegnano al bambino e alla sua famiglia il ‘libro storia’ e tutta la documentazione (disegni, collages…) dell’anno educativo.

Progetto “Genitori al Nido”

Questo progetto nasce dal desiderio dei genitori di condividere l’esperienza fatta dai propri figli al nido. Per raggiungere tale obiettivo viene data la possibilità, al genitore che lo desidera, di conoscere e vivere la “quotidianità” del nido. Il genitore, dopo aver scelto tra una serie di date esposte in bacheca, penserà ad un gioco (da concordare con le educatrici) da proporre ai bambini nel giorno della sua visita, trascorrendo tutta la mattinata (compreso il pranzo) all’interno del nido. L’obiettivo di questo momento è quello di condividere l’esperienza del nido compartecipando ai momenti di quotidianità, di routine e di gioco.

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Il Comitato Genitori

E’ un organismo costituito da un rappresentante dei genitori per ciascuna sezione nominato durante la prima assemblea utile di ciascun anno educativo, due rappresentanti degli educatori per ciascun plesso, un rappresentante del personale addetto ai servizi generali per ciascun plesso e dal Responsabile del Servizio competente. Nella prima riunione il Comitato elegge al proprio interno, tra i genitori, un Presidente che lo rappresenta nei rapporti esterni e con l’Amministrazione Comunale. Il Comitato si riunisce ogni volta che lo ritiene opportuno, è validamente costituito con la presenza di metà dei suoi componenti e assume orientamenti a maggioranza dei votanti. Il Presidente può invitare alle riunioni il coordinatore pedagogico o altri esperti in relazione agli argomenti all’ordine del giorno. Spetta al Comitato esaminare i programmi di attività dei servizi e proporre le modalità di partecipazione dei genitori alla loro realizzazione, avanzare proposte ed esprimere pareri circa gli aspetti educativi ed organizzativi dei servizi, proporre ed organizzare iniziative atte a promuovere la partecipazione dei genitori e la sensibilizzazione delle famiglie ai problemi educativi emergenti, verificare annualmente i risultati relativi alle indagini sulla qualità e agli obiettivi di miglioramento, oltre agli aspetti organizzativi e gestionali del servizio.

I rapporti con i Servizi Socio-Sanitari

Il Nido d'infanzia è un servizio di territorio all’interno del quale operano altre agenzie educative che devono lavorare in rete per garantire azioni coordinate a supporto della genitorialità. In questo contesto si colloca il servizio di Nido d’Infanzia come raccordo tra le famiglie e le risorse presenti sul territorio, organizzando iniziative e/o momenti laboratoriali rivolti a tutta la cittadinanza; qualificandosi come elemento connettivo sul piano sociale, il Nido d’Infanzia facilita inoltre la circolazione delle informazioni ai genitori sulla rete dei servizi presenti sul territorio. Nel caso di bambini diversamente abili da inserire o già inseriti al nido, vengono predisposti incontri tra educatrici e personale competente dell’Ausl (fisioterapista, logopedista, neuropsichiatra) e comunale (assistente sociale, pedagogista, responsabile di servizio dell’ufficio scuola) per costruire il percorso educativo individualizzato.

Il Nido mantiene contatti frequenti con la Pediatria territoriale interagendo prevalentemente per la definizione dei Protocolli farmaci: La Regione Emilia Romagna ha recentemente emanato, con Delibera di Giunta Regionale n.166/2012, le Linee di indirizzo per la definizione di intese provinciali inerenti la somministrazione di farmaci in contesti extra-familiari, educativi o scolastici in Emilia-Romagna. Tali indirizzi, ripropongono la necessità di diffondere e consolidare la condivisione istituzionale delle politiche sanitarie e scolastiche su temi che riguardano la garanzia della frequenza educativa, scolastica e formativa per quei bambini e ragazzi che si trovano in situazione di malattia o, comunque, in condizioni psicofisiche che richiedano una terapia farmacologica.

La Biblioteca Comunale

La Biblioteca Comunale mette a disposizione i suoi locali in giorni e orari stabiliti per avvicinare bambini e adulti alla lettura. Il personale dell’asilo nido organizza percorsi che hanno lo scopo di avvicinare i bambini alla lettura.

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Le attività di laboratorio con la cittadinanza

Presso il giardino del nido comunale Don Cadmo Biavati di Budrio vengono realizzati eventi collettivi, finanziati con le risorse dei Piani Sociali di Zona e aperti alla cittadinanza, in cui vengono proposti zone di gioco che consentono a genitori e bambini di sperimentare esperienze creative, fantasiose e sensoriali. Questi eventi sono rivolti ai bambini dai 2 ai 6 anni e ai loro familiari. L’ideazione e la conduzione dei diversi spazi di gioco e attività è a cura dei gruppi di lavoro dei due nidi comunali in collaborazione con esperti o volontari.

Questi incontri diventano occasioni per condividere momenti di libertà, espressività e divertimento.

Gli strumenti di comunicazione

Bacheche: vengono allestite negli spazi antistante le sezioni e sono finalizzate alla comunicazione tra nido e famiglia. Qui vengono appesi il foglio giornaliero, in cui l’educatrice segnala al genitore i momenti del pasto, del sonno, del bagno e le attività svolte nella giornata, e tutte le informazioni più generali.

Tasche: collocate sopra gli armadietti personali dei bambini vengono utilizzate per “consegnare la posta” alle famiglie.

Foglio giornaliero: vengono indicate le informazioni personali riguardanti i vari momenti di cura e di gioco avvenuti durante la giornata al nido.

Scatola reclami: nell’accettazione del nido è collocata un’urna reclami; è un servizio che il Comune mette a disposizione dei genitori che hanno eventuali suggerimenti, segnalazioni e reclami inerenti il servizio del nido. Serve quindi per migliorare la qualità del nido stesso.

3.3 Criteri e modalità di funzionamento del gruppo di lavoro

Il gruppo di lavoro

Nei servizi per l'infanzia dei nidi del Comune di Budrio si dà fondamentale importanza al confronto e alla discussione di tutte le tematiche che possono emergere nell’ambito lavorativo. La capacità di mettersi in discussione, la disponibilità di ciascuno ad entrare in relazione con gli altri, ed eventualmente modificare il proprio punto di vista a favore di scelte condivise, consentono agli operatori del nido di lavorare bene insieme e di rendere il gruppo solido e positivo. Le riflessioni si formalizzano in riunioni che possono essere di sezione, di plesso o generali tra il personale dei due nidi.

Il gruppo di lavoro pianifica e realizza diverse modalità di confronto sulla base degli obiettivi preposti. La prima modalità di confronto avviene all'interno della sezione, ed è strettamente legata alla quotidianità ed all'osservazione diretta dei bambini. In questo caso il confronto è necessario per creare un metodo condiviso e adeguato ad accogliere la coppia genitoriale e il bambino in un clima tranquillo e accogliente e anche per la pianificazione della

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programmazione annuale basata sulle effettive esigenze dei bambini frequentanti. La seconda modalità di confronto raggruppa tutto il personale che opera all’interno del servizio (collettivo di plesso) e comprende sia educatori che personale ausiliario. La terza modalità di confronto riunisce il personale di entrambi i nidi e comprende il coordinatore pedagogico, le educatrici, le ausiliarie e anche i responsabili e dirigenti del Comune (intercollettivo).

Le figure che operano nel servizio: educatori, collaboratori, coordinatore pedagogico

Le Educatrici curano la relazione diretta con i bambini, le relazioni fra nido e famiglia, le relazione fra famiglia ed ente pubblico. Gli orari lavorativi sono organizzati in 2/3 turni su ogni singola sezione, mattino e pomeriggio, con una fascia intermedia di compresenza fra le educatrici.

I Collaboratori si occupano della gestione e manutenzione ordinaria igienico - sanitaria del nido e supportano durante i momenti significativi della giornata al nido collaborando con le educatrici.

Il Coordinatore Pedagogico si colloca all’interno di più sistemi per cui le sue competenze non sono confinabili nell’ambito dei singoli servizi. Questa figura fa parte di un sistema di relazioni sociali che intervengono nella definizione organizzativa e funzionale del servizio. Per tali ragioni il pedagogista svolge prima di tutto una funzione organizzativa all’interno di un gruppo in cui ogni membro assume la responsabilità di contribuire a promuovere una cultura dell’infanzia e dei servizi educativi, cercando di stringere quanta più riflessione e attenzione possibile attorno ai diritti dei bambini e delle bambine, delle famiglie, della donna e dell’uomo, collegando competenze, istituzioni e soggetti diversi.

Il coordinatore pedagogico svolge anche una funzione più specificamente formativa. La formazione degli operatori si fonda su una stretta analogia tra processi di apprendimento e processi di formazione. La visione socio-costruttivista porta a considerare la conoscenza come un processo di ricerca: ogni soggetto rielabora le informazioni che incontra in modo del tutto personale, producendo mondi possibili non necessariamente veri, non necessariamente uguali. Il soggetto procede in base a contagi e contaminazioni di ordine cognitivo ed emotivo che gli provengono dalla cultura e dai valori dei gruppi a cui appartiene e dai contesti interattivi in cui è inserito. Le relazioni sociali non sono l’unico scenario entro cui si sviluppano atti individuali ma diventano costitutive delle rappresentazioni create dal soggetto. Il pedagogista sostiene la riflessione sull’azione educativa attraverso la valorizzazione del dialogo e del confronto. In particolare l’osservazione e la documentazione costituiscono due strumenti di lavoro che consentono una ricognizione periodica e sistematica: le esperienze realizzate con i bambini vengono interpretate e rielaborate in collaborazione con il pedagogista, producendo un avanzamento sul piano della professionalità e della capacità progettuale. Modalità più efficace per una formazione permanente che tenti di coniugare informazioni e ricerca, sapere teorico e sapere pratico e di riconsegnare all’educatrice un ruolo creativo piuttosto che ripetitivo.

Al coordinatore pedagogico compete:

> la gestione diretta dei servizi con particolare riferimento agli aspetti logistico - organizzativi. I piani di intervento riguardano la stabilità del contesto educativo, la

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definizione e predisposizione degli ambienti, l’organizzazione della giornata intrecciando tra loro alcune variabili quali i rapporti interpersonali, l’uso del tempo e degli spazi;

> la formazione permanente degli operatori cercando di identificare insieme a loro i contenuti e le modalità dell’aggiornamento;

> l’individuazione di progetti didattici e l’accompagnamento alla loro realizzazione. Si tratta per lo più di costruire uno stile di lavoro disponibile all’osservazione, all’interpretazione e alla valutazione dei processi messi in atto con i bambini. Questa procedura genera ulteriori approfondimenti conoscitivi non solo nei confronti dei bambini ma anche su se stessi e sul proprio fare;

> l’elaborazione di un progetto di partecipazione e gestione sociale che realizza diversi livelli di coinvolgimento delle famiglie nella convinzione che l’educatore necessita di forte corresponsabilità da parte di tutti coloro che ne sono implicati;

> la costituzione e gestione del gruppo di lavoro che rappresenta una delle componenti più difficili e delicate della professionalità perché richiede nel tempo una continua ridefinizione.

La continuità educativa Nido – Scuola dell’Infanzia

Per facilitare il passaggio dei bambini dal Nido d'Infanzia alla Scuola dell’Infanzia vengono previsti progetti di accompagnamento che coinvolgono educatrici ed insegnanti in azioni condivise. Il gruppo di lavoro si confronta sul tema della continuità 3-5 che ha come obiettivo il creare un passaggio quanto più possibile graduale per i bambini. Le educatrici del nido e le insegnanti della scuola dell’infanzia si incontrano ogni anno per definire il percorso progettuale che accompagni il bambino e la famiglia alla preparazione del passaggio verso la scuola dell’infanzia.

Nel delineare questo percorso è stato definito un protocollo con tappe ben definite che vengono approfondite da una commissione preposta nido-infanzia del comune di Budrio a cui partecipano un referente per servizio 0-6 presente sul territorio comunale. Inoltre le educatrici, ogni anno, compilano le schede di passaggio che hanno lo scopo di tratteggiare un profilo generale di ogni bambino. La scheda in oggetto viene condivisa prima con il genitore e poi consegnata alle insegnanti della scuola dell’infanzia.

Gli strumenti del gruppo di lavoro: progettazione, osservazione, documentazione

I gruppi di lavoro adottano strumenti di progettazione, osservazione e documentazione funzionali a cogliere gli spunti dei bambini e a sostenere lo sviluppo delle loro attività.

La Progettazione

La qualità dell’esperienza del bambino nel nido è legata al contesto del nido considerato come un “sistema” di riferimento, non come contenitore amorfo e inerte di relazioni fra il bambino e alcune altre persone.

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Queste considerazioni riguardano sia la fase dell’inserimento, sia, nello stesso modo, anche tutte le altre circostanze di esperienza che coinvolgono il bambino nel corso della sua frequenza al nido e vogliono servire a prospettare quello che appare uno dei presupposti e fondamenti del lavoro di progettazione: concepire, costruire, vivere il nido come “sistema ecologico”.

La qualità della progettazione “trova il proprio fondamento nella capacità del nido di porsi come contesto organizzato di spazi e di relazioni possibili, come sistema contenitore di una esperienza largamente partecipata, condivisa e diversificata dei bambini e degli adulti che sono presenti al suo interno come sue parti”.3

Il progetto educativo si fonda sul modo in cui l’adulto, che ha il ruolo di predisporre le cose, costruisce di fatto il nido come contesto organizzato per esperienze possibili. Il Progetto Educativo del Nido è formato da una sintesi del Progetto Pedagogico e dalla Programmazione Educativa di Sezione che varia ogni anno. Questo documento deve individuare, controllare, modificare le numerose attività educative proposte all’interno del nido servendosi di un continuo confronto e di una costante osservazione dei risultati ottenuti.

Il gioco è senz’altro il principale strumento di crescita per il bambino ed è quindi fondamentale predisporre materiali, spazi, tempi, in coerenza con le fasi evolutive e psicodinamiche attraversate dai bambini durante la loro crescita. Gli obiettivi generali della programmazione possono essere così sintetizzati:

• costruzione dell’identità;

• valorizzazione e rafforzamento delle capacità del bambino di costruire relazioni significative con gli adulti e gli altri bambini;

• costruzione e consolidamento delle autonomie.

Questi obiettivi generali fanno riferimento alle diverse aree di sviluppo e di competenza del bambino:

• il corpo;

• la comunicazione;

• la logica;

• l’ambiente;

• la socializzazione

L’Osservazione del bambino costituisce la base fondamentale di ogni forma di conoscenza: infatti, è solo “osservando“ ciò che accade attorno a noi che possiamo individuare elementi importanti di conoscenza che altrimenti non verrebbero evidenziati e dunque non elaborati (S. Vegetti Finzi). Nella pratica quotidiana l’attività di osservazione delle educatrici è caratterizzata da tre importanti aspetti:

3 “La programmazione-progettazione nell’asilo nido” a cura di Enzo Catarsi, La Nuova Italia, pag.52

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- osservare per programmare: significa prestare attenzione alle diverse strade individuali di ciascun bambino. E’ la capacità di prevedere le esigenze, di creare strategie, per potere offrire delle opportunità, sia in base a patrimoni consolidati del sapere, sia nell’immediato;

- osservare per monitorare: Vygotskij diceva che occorre non tanto valutare ciò che il bambino sa fare, ma quello che saprà fare tra un po’. Il bambino necessita di un periodo di interiorizzazione delle proprie esperienze ed è durante questo periodo che l’educatore guarda a ciò che può essere fatto in futuro, creando il percorso adeguato;

- osservare per verificare: è un raccogliere le prove, per accertare quali competenze il bambino ha acquisito, integrando questi aspetti con le informazioni relative al contesto sociale in cui il bambino è inserito.

Osservare vuol dire dunque “cogliere“ i segnali più importanti della comunicazione tra bambino, adulto e ambiente ed esaminarli con attenzione. L’osservazione aiuta gli educatori nella conoscenza del bambino e nella realizzazione di un lavoro cosciente e pianificato. Gli adulti che si occupano dei bambini pianificano i momenti di osservazione sistematica, partendo dai seguenti fondamentali presupposti:

- ogni bambino si sviluppa secondo un ritmo diverso rispetto agli altri bambini e alle diverse aree di comportamento;

- occorre fornire le proposte educative adatte al livello di sviluppo del bambino;

- il riscontro di aree in cui il bambino appare poco attivo e demotivato non vuole dire carenza di sviluppo del bambino, bensì un’occasione per riflettere su una eventuale carenza nell’organizzazione ambientale, che non offre al bambino sufficienti stimoli oppure sugli atteggiamenti dell’educatore che deve sostenere il bambino.

Osserviamo in generale il bambino nei seguenti ambiti:

o relazione coi bambini

o relazione con gli adulti

o gioco

o linguaggio

o relazione con l’ambiente

o autonomie

La Documentazione

“La memoria non è solo un ricordo ma è qualcosa che ha fortemente a che fare con l’identità. Un uomo che perde la memoria non sa più chi è. Perdere il ricordo delle relazioni e degli eventi vissuti significa perdere la propria identità.”4

4

M. Manferrari, Documentare tra memoria e desiderio, I.R.R.S.A.E. Emilia Romagna, p. 49

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Il materiale documentato si presenta in varie forme: scritta, fotografica, video, multimediale. Vi si identificano procedure chiare e riconoscibili sul CHI, COSA, DOVE, QUANDO, PERCHE’, COME, PER CHI si documenta. Nella documentazione è importante la dimensione collegiale in cui gli educatori intenzionalmente riflettono sulla progettazione, sul proprio fare e sugli strumenti utilizzati nella funzione educativa.

Il lavoro di documentazione, anche attraverso l’utilizzo della scheda Gred, è rivolto ai bambini e alle famiglie per valorizzare, portare a conoscenza, comunicare e restituire la memoria del percorso educativo. I documenti forniti alle famiglie a scopo informativo permettono una partecipazione più attiva e consapevole alla vita del servizio.

La documentazione può essere rivolta ad altre istituzioni o referenti (asili nido, centro documentazione, scuole dell’infanzia, ASL) allo scopo di diffondere o portare a conoscenza le esperienze.

La formazione e l’aggiornamento

Le attività di formazione per gli educatori e i collaboratrici sono proposte che a seconda della programmazione educativa hanno lo scopo di arricchire il progetto pedagogico e soddisfare il bisogno formativo delle educatrici stesse.

Da diverso tempo le proposte che vengono fatte dal coordinamento pedagogico, oltre a coinvolgere il territorio distrettuale in cui il territorio è inserito, si danno l’obiettivo di offrire competenze professionali, quali l’ educazione all’arte, ai linguaggi musicali, alla letteratura per l’infanzia e all’interculturalità, l’educazione all’aria aperta.

Inoltre offrono strumenti e momenti di riflessione sull’organizzazione del nido, per avere maggiori strumenti per la costruzione e consapevolezza del valore aggiunto del progetto pedagogico. La modalità che si utilizza prevede dei momenti a grande gruppo di docenza con esperti seguiti da momenti di piccolo gruppo in cui si mettono in rete le abilità, le competenze e le diverse caratteristiche dei servizi coinvolti, con l’intento di offrire momenti di scambio ricchi di significato.

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Capitolo 4: LA VALUTAZIONE

“La valutazione formativa di contesto richiede di attribuire un giudizio a fenomeni educativi complessi legati a diversi livelli sistemici, dalla micro situazione alla macro situazione, in vista di un cambiamento migliorativo che parte dalle decisioni negoziate degli attori del processo” (Bronfenbrenner, 1979-1986).

La funzione che viene attribuita alla valutazione e essenzialmente formativa: è una attività che lavora sull’empowerment del gruppo, finalizzata a rendere più capaci gli operatori di svolgere il proprio compito educativo, attraverso la promozione di atteggiamenti autoriflessivi che consentono una maggiore consapevolezza e la possibilità di una revisione continua e meglio finalizzata del proprio lavoro. Accanto alla funzione formativa vi e anche una funzione educativa: si ipotizza che il processo innescato abbia una funzione “trasformativa” inducendo una modificazione di atteggiamenti, fornendo l’opportunità di acquisizione di capacita e conoscenze, arricchendo e articolando l’esperienza dei partecipanti relativamente all’oggetto che si è andati a valutare, promuovendo un processo “a spirale” di formazione continua.

La valutazione assume quindi sempre più la funzione di comprendere con quali modalità vengono conseguiti i risultati programmati per poter migliorare la progettazione con interventi più incisivi ed efficaci. La verifica accerta la validità degli interventi educativi dell’educatrice, che diviene fattore di continua regolazione dell’attività educativa: infatti, valutando i dati risultanti dalla verifica, ha l’opportunità di rivedere e riprogettare questi aspetti della programmazione che non hanno consentito il conseguimento dei traguardi di sviluppo prefissati, anche a causa di variabili non previste emerse nel corso della vita quotidiana.

Gli strumenti di verifica utilizzati nel corso dell’anno dalle educatrici del nido sono: l’osservazione, le riunioni di sezione, i collettivi interni sia con la pedagogista sia con la Dirigente. Alle riunioni di sezione le educatrici restituiscono il percorso svolto e si confrontano sulle eventuali modifiche e variazioni da apportare al progetto iniziale al fine di rispondere più adeguatamente ai bisogni dei bambini. Avvalendosi dell’esperienza e del supporto del gruppo di lavoro e della pedagogista, ai collettivi si ha l’opportunità di riportare confrontare e problematizzare casi e situazioni che rappresentano le difficoltà all’interno di un gruppo o le modalità positive d’intervento adottate.

Verifica e valutazione del Progetto Educativo

La verifica del Progetto Educativo viene condotta annualmente dal gruppo operativo e dai responsabili di Servizio e di Area, congiuntamente alla coordinatrice pedagogica. Nel corso di questa verifica si analizzano le seguenti informazioni:

- dati emersi dalla osservazione quotidiana informale sui bambini;

- dati emersi dalle grigie di osservazione al termine dei singoli percorsi progettuali;

- dati emersi attraverso le relazioni informali quotidiane con le famiglie;

- dati emersi dai questionari anonimi sulle aspettative e sulle attese soddisfatte o non soddisfatte;

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- dati emersi dai colloqui individuali con i genitori e dai momenti assembleari;

- dati rilevati attraverso il comitato di gestione.

La validità del Progetto viene decisa dall’intero gruppo di lavoro e dalle insegnanti delle scuole in cui i bambini proseguiranno il percorso educativo.

I questionari di gradimento

Periodicamente, seppur non a cadenza annuale, viene somministrato un questionario di gradimento rivolto a tutta l'utenza per verificare come il servizio nido sia percepito dai genitori. L'esito della customer è pubblicata sul sito del Comune e costituisce un valido supporto per le eventuali azioni correttivie e migliorative del servizio.

Auto valutazione ed etero valutazione

I Nidi del Comune di Budrio sono inseriti nel percorso regionale di Auto ed Etero valutazione secondo le Linee Guida della Regione Emilia Romagna a partire dall’anno educativo 2015/2016. Le procedure attivate, i tempi e le modalità, sono quelle definite all’interno del Coordinamento Pedagogico Metropolitano e condivise con i servizi del territorio distrettuale nel Coordinamento Pedagogico Distrettuale.

Capitolo 4: DURATA DEL PROGETTO PEDAGOGICO

Il presente Progetto Pedagogico ha durata triennale, da esso discende il Progetto Educativo di ciascun Nido redatto annualmente dal personale del Servizio insieme al Coordinamento Pedagogico. Al termine dei tre anni il Progetto Pedagogico viene rivisto sia all’interno del gruppo di lavoro sia in condivisione con le famiglie utenti del servizio ed aggiornato secondo i dati emersi.