Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con...

27
1 U.S.R. Distretto Scolastico n. 17 ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE Liceo Scientifico Statale Sedi associate: LICEO SCIENTIFICO STATALE - I.P.S.I.A. - I.T.I.S 87032 AMANTEA Via Salvo D'Acquisto , 14 0982/41969 (Dirigente) – 0982/41761 (Direttore SGA) 0982/41353 (Uffici) Fax: 098241969 - 098241353 Cod. Fiscale 86002100781 E-mail: [email protected] Sito web :www. liceoamantea.it Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT (Immagini e Canti del Venerdì Santo ad Amantea) Dirigente scolastico Prof . Francesco Besaldo Anno scolastico 2006/2007

Transcript of Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con...

Page 1: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

1

U.S.R.

Distretto Scolastico n. 17

ISTITUTO DI ISTRUZIONE SUPERIORE Liceo Scientifico Statale

Sedi associate: LICEO SCIENTIFICO STATALE - I.P.S.I.A. - I.T.I.S 87032 AMANTEA Via Salvo D'Acquisto , 14

0982/41969 (Dirigente) – 0982/41761 (Direttore SGA) 0982/41353 (Uffici) Fax: 098241969 - 098241353 Cod. Fiscale 86002100781 E-mail: [email protected] Sito web :www. liceoamantea.it

Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT (Immagini e Canti del Venerdì Santo ad Amantea)

Dirigente scolastico Prof . Francesco Besaldo Anno scolastico 2006/2007

Page 2: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

2

Introduzione E’ risaputo che gli studenti apprendono non solo in modo diverso tra loro, ma ognuno con più stili cognitivi, che possono essere potenziati da altri linguaggi basati su una pluralità di codici e di supporti che favoriscono lo sviluppo di nuove forme espressive e comunicative. Da ciò deriva la necessità di una didattica che usi in modo integrato più codici di comunicazione, una significativa trasformazione del modo in cui vengono trasmesse le conoscenze, una modifica sostanziale dell’attuale organizzazione del lavoro scolastico, oggi incentrata prevalentemente sulla classe e sulla lezione, spesso frontale e, a volte, non partecipata. Ed è in questa nuova direzione che si è mosso il progetto in questione, che si è proposto di offrire una opportunità di formazione sulle nuove tecnologie e sul loro uso nell’attività lavorativa dei discenti, collegate ad una tematica loro congeniale: la musica. Ma si è trattato anche di scoprire/riscoprire le radici musicali del proprio territorio attraverso una ricerca puntuale ed accurata di testi e di canti tramandati oralmente. Il percorso formativo, previsto nell’ambito delle "Misure incentivanti per progetti relativi alle aree a rischio, a forte processo immigratorio e contro l'emarginazione scolastica", promosso dal Ministero della Pubblica Istruzione tramite la Direzione Scolastica Regionale per la Calabria, ha visto protagonisti gli alunni dell’Istituto che, con grande entusiasmo e serietà, hanno acquisito testi scritti ed orali (mediante registrazione in loco) riferiti a canti popolari del territorio; in particolare, alla processione del Venerdì Santo, che si svolge puntualmente e con grande partecipazione di fedeli ad Amantea. Del materiale raccolto ed elaborato dagli studenti che frequentano l’Istituto, servendosi di registrazioni su cassette a nastro nonché di pubblicazioni varie (1), è stato prodotto il presente lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né deve essere disperso; al contrario, esso deve essere scoperto/riscoperto e rivalutato/apprezzato, perché rappresenta non solo un semplice arricchimento di conoscenze, ma un legame affettivo, che dà il senso della solidarietà e della condivisione tra le diverse generazioni. Si ringraziano per la collaborazione, oltre agli studenti, i docenti ed i tutor che hanno operato durante i corsi tenuti a scuola e, soprattutto, il Dirigente Scolastico, prof. Francesco Besaldo, che ha da sempre sostenuto e promosso (come testimonia il Piano dell’Offerta Formativa) tutte quelle iniziative finalizzate alla crescita ed alla valorizzazione della persona umana con l’adozione di un nuovo concetto di “competenza” non più limitato al solo aspetto cognitivo (al “sapere formale” che trova la sua espressione nel curricolo scolastico), ma più ampio, che considera la persona nella sua interezza, in un sapiente dosaggio di sapere , saper fare e saper essere. Ilio De Luca (1) Sui riti della Settimana Santa, va citata, in particolare, l’opera dello storico Vincenzo Segreti, acuto e profondo conoscitore della storia e delle tradizioni di Amantea, dal titolo “La Settimana Santa di Amantea”, pubblicata nel 1996. (2) Particolarmente difficoltosa (e non sempre possibile) è stata la trascrizione dei canti antichi, di cui esistono diverse versioni, anche perché le registrazioni effettuate a suo tempo su cassette a nastro non hanno permesso, a volte, di capire con esattezza i testi, cantati in dialetto amanteota dalle “devote” degli anni passati.

Page 3: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

3

LA PROCESSIONE DEL VENERDI’ SANTO Di tutti i riti della Settimana Santa ed in particolare di quelli dei tre giorni, Giovedì, Venerdì, Sabato Santo, il più importante ed il più coinvolgente dal punto di vista della partecipazione popolare e religiosa è senz’altro il Venerdì per l’imponente processione organizzata dalla Congregazione del S.S. Rosario. La presenza di tale Confraternita nella città di Amantea risale di fatto al 1600, ma ebbe veste giuridica il 15 agosto 1776, allorché fu stipulato lo Statuto con rogito del notaio Saverio Calvano, sottoscritto con segno di croce da cinquanta confratelli, tutti marinai, ed accettato e convalidato da Ferdinando IV “dei gratia rex utriusque Siciliae”, con provvedimento successivo “datum ex Regio Palatio Neap. die 14 m. Julii millesimo septingentesimo septuagesimo septimo”. Nello Statuto (3), di cui una copia trascritta, con l’approvazione di Ferdinando IV, è conservata tra gli atti della Confraternita, si legge fra l’altro:” Essendosi congregati li Confratelli della Ven.le Confraternita sotto il titolo del S.S. Rosario more solito dentro l’oratorio sito e posto nel Ven.le Mon.ro di San Francesco d’Assisi minori conventuali di questa città di Amantea fondata la med.a verso il 1600 circa come consta d’antiche scritture e servita sempre dal ceto de’ Marinai di detta città, han stimato per insistenza di detta loro confraternita per l’ubidienza della Reale sovrana determinazione di S.M. (Dio sempre feliciti) de’ 29 giu.o del corrente anno 1776 formare le seguenti regole …”. Al punto quarto di dette regole si legge che:”La mattina del Venerdì Santo tutti i Confratelli in abito di penitenza debbano processionalmente accompagnare i Misteri della Processione di Nostro Signore Gesù Cristo, e visitare tutti i sepolcri dell’altre chiese di detta città”. Tale documentazione non solo dimostra l’origine storicamente databile della stessa processione (4), che si può far risalire pertanto all’anno 1777, ma nello stesso tempo quale importanza assumeva per i membri della Confraternita la processione delle “Varette” del Venerdì Santo, della quale gli stessi assumono la direzione con duplice aspetto:

1) legalizzare la processione dei Misteri; 2) avere il patrocinio assoluto sull’organizzazione della cerimonia.

Tali principi sono ancora attuati ai nostri giorni. Il giovedì sera, dopo la “lavanda dei piedi” di dodici confratelli e la spartizione dei pani benedetti fra tutti i fedeli presenti nella Chiesa Matrice, gli altri confratelli preparano, in ordine di uscita, nelle due navate laterali, le statue per la processione del giorno dopo. La funzione del Venerdì Santo ha inizio alle ore nove partendo proprio dalla Chiesa Matrice, dove sono convenuti i parroci delle altre parrocchie ed il monaco predicatore e, muovendosi in senso antiorario, si snoda lungo le strade più importanti della città con “predica” del frate predicatore a Piazza Cappuccini, davanti alla chiesa di S. Maria La Pinta. Il ritorno in sede avviene sempre tra le 12.20 e le 12.40 circa. Le statue di fattura artistica, in cartapesta, di scuola pugliese (una volta in numero di otto, oggi si è aggiunta quella della Veronica), sono portate a spalla dai confratelli o dai fedeli (oggi anche le donne portano le Varette) e proseguono nel seguente ordine: 1) Cristo nell’orto con l’angelo che porge il calice; 2) Cristo flagellato, trascinato da due Giudei; 3) Ecce Homo; 4) Cristo con il Cireneo; 5) La Veronica; 6) San Giovanni; 7) Gesù in croce; 8) Gesù morto; 9) L’Addolorata. Ogni Varetta rappresenta una stazione ed è accompagnata da gruppi di fedeli suddivisi secondo l’età ed il sesso (oggi, però, non pochi sono gli uomini dietro la statua della Madonna Addolorata e le donne dietro Gesù in croce o morto), ma anche tra quartieri della stessa città: i ragazzi seguono il “Cristo nell’orto”, “Cristo sotto la croce con il Cireneo”, “La Veronica “, “Ecce homo”; i giovani e gli studenti delle scuole superiori in particolare “San Giovanni apostolo”; gli uomini “Gesù crocifisso”, “Il Cristo morto”, “Cristo flagellato”; le donne “L’Addolorata”.

Page 4: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

4

La banda musicale “Mario Aloe” (una delle due bande cittadine) segue il “Cristo morto” e, tra un canto e l’altro, esegue marce funebri; tra queste particolarmente toccante è la marcia composta dal fu maestro Mario Aloe, la quale viene eseguita al momento dell’uscita del Cristo Morto dalla Chiesa Matrice. Al termine della processione, ritornati in chiesa, ogni gruppo intona le proprie canzoni accanto alla propria statua e, quando si sciolgono ognuno prende qualche ciuffo di lenticchie o di grano fatti germogliare per allestire ai piedi dell’altare il Santo Sepolcro.

3) Nel 1997, la Confraternita ha pubblicato lo Statuto commentato, annotato e tradotto per Roberto Musì, storico e saggista apprezzato per i suoi lavori sulle tradizioni di Amantea

4) Se la Congregazione ha creduto bene di contemplare, al punto quarto del suo Statuto, l’organizzazione della processione del Venerdì Santo, è chiaro che stessa era già presente tra i riti pasquali organizzati ad Amantea

La Croce in legno, portata dai confratelli, apre la processione del Venerdì Santo.

Page 5: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

5

PRIMA STATUA

GESU’ NELL’ORTO CONFORTATO DA UN ANGELO SECONDA STATUA

GESU’ IN CASA DI PILATO TRASCINATO DA DUE GIUDICI

Page 6: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

6

TERZA STATUA

GESU’ SOTTO LA CROCE AIUTATO DAL CIRENEO QUARTA STATUA

“ECCE HOMO”

Page 7: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

7

QUINTA STATUA

LA VERONICA E’ la statua che ricorda una delle più celebri reliquie della cristianità, la Veronica, che è l'immagine del volto di Gesù comparsa miracolosamente sul fazzoletto di bisso con il quale una pietosa donna (sembrerebbe si chiamasse appunto Veronica in latino - Bernike in greco), asciugò il volto di Gesù, mentre saliva sul Calvario. Le prime cinque “Varette” hanno gli stessi canti (riportati di seguito), ma diverse sono le interpretazioni. Dietro la statua del “Cristo flagellato”, infatti, accanto alle voci “bianche” dei ragazzi ci sono quelle baritonali e struggenti di alcuni che per tradizione seguono proprio questa statua.

Page 8: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

1

O POPOLO MMI DEO O popolo mmi Deo O Dio cchi mala genta Ligat’alla culonna ca c’erinu all’antica Nun c’è nessuna donna E chi lo piangerà E chi lo piangerà Vero figlio di Maria Il nostro Redentore Chiangimulu di core Cà si lu meriterà Cà si lu meriterà O brutti Giudei Nun lu straziati tantu Ch’è muortu Barabba E viva Gesù E viva Gesù Caifassu di core tirannu Ch’armà chistu ingannu Ca fra Pilato ed Anna A Cristu cunnannarû A Cristu cunnannarû

O Dio cchi mala genti Ca cc’erinu all’antica Eranu tutti nimici Cuntrari a Gesù Cuntrari a Gesù Ohi! Ruda tradituru Ch’ armà chistu mastrillu A tutti i piccirilli ‘a testa cci tagliavanu ‘a testa cci tagliavanu Alla città di Ropa Di russu lu vistirunu Ppe pazzu lu pigliarunu ‘i milli battituri Lu ficiru bastunari

GESU’ MIO CON DURE FUNI

(Rit.) Sono stato io l’ingrato Gesù mio perdon pietà 1 – Gesù mio, con dure funi come reo chi ti legò? 2 – Gesù mio, la bella faccia chi, crudele, ti schiaffeggiò? 3 - Gesù mio, di fango e sputi quel bel volto chi t’imbrattò? 4 - Gesù mio, le sacre membra chi, spietato, ti flagellò? 5 - Gesù mio, la nobil fronte chi di spine ti coronò? 6 - Gesù mio, sulle tue spalle chi la croce ti caricò? 7 - Gesù mio, la dolce bocca chi di fiele t’amareggiò? 8 - Gesù mio, le mani e i piedi chi alla croce te li inchiodò? 9 - Gesù mio, l’amante cuore con la lancia chi lo squarciò? 10 - Gesù mio, del tuo patire chi, crudele, non si curò? 11 - Gesù mio, là nel sepolcro senza pena chi ti posò? 12 – O Maria, quel tuo bel figlio, chi l’uccise, te lo rubò? Sono stati i miei peccati, o Maria, perdon pietà.

Page 9: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

10

SESTA STATUA

SAN GIOVANNI La canzone a San Giovanni, discepolo prediletto di Gesù, si addice molto alla fascia d’età che segue questa statua. Essa è un po’ la sintesi della vita di Giovanni accanto a Gesù a cui dedica totalmente la sua giovane vita ed il Nazareno ricambia l’amore del discepolo con un atto di devozione e di fiducia che era quasi, in quei tempi, difficile immaginare: la responsabilità di badare in futuro a sua madre, la Madonna.

Page 10: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

11

A SAN GIOVANNI I

V

O discepolo più caro del figliolo di Maria fortunato tu seguisti l’orme tutte del Messia ne sentisti le parole tutte amore e verità. Prega tu che avesse Dio di noi miseri pietà II E vedesti i suoi prodigi i miracoli, i portenti le calunnie che sofferse le minacce, fughe e stenti per condur l’uomo selvaggio alla luce e carità. Prega tu che avesse Dio di noi miseri pietà III E vederlo ancor tradito da quel Giuda maltrattato dagli sgherri poi condotto da Caifa e da Pilato dagli infami poi deriso e colpito ancor di sassi. Prega tu che avesse Dio di noi miseri pietà IV Denudato dalle vesti quelle carni sue divine tu mirasti e, incoronato, lo vedesti ancor di spine e schernito da quei mostri la regale Maestà. Prega tu che avesse Dio di noi miseri pietà

Qual tormento nel vedere il divino tuo Signore tutto pieno di dolore tutto pieno di perdono e soffrendo senza un lagno gli strumenti di tortura. Prega tu che avesse Dio di noi miseri pietà VI E condotto poi al Calvario con la croce sulle spalle lo vedesti con sua madre crocifisso tra i ladroni e colpito ancor di lancia con immensa crudeltà Prega tu che avesse Dio di noi miseri pietà VII E, morendo, a te Giovanni raccomando la tua Madre disse a Lei:” Ecco tuo Figlio!”; volto al ciel poi disse al Padre “Perdonate questa gente che non sa quel che si fa!” Prega tu che avesse Dio di noi miseri pietà

Page 11: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

12

SETTIMA STATUA

GESU’ IN CROCE Dietro la statua di Gesù in croce, bassi e baritoni intonano il “Miserere”, rigorosamente in lingua latina. La preparazione di questo canto (che, nel passato, spesso avveniva nelle cantine) ha una lunga ed attenta gestazione. Tra voce solista, seconde voci e cori, l’atmosfera assume i toni di altri tempi, fino a raggiungere le struggenti immagini delle laude. Il Miserere è una delle preghiere più recitate e famose del Cristianesimo e, secondo la tradizione, è stata scritta dal re David come pentimento per una colpa di natura erotica commessa con Betsabea, la moglie di un ufficiale dell'esercito. Esso è grido disperato di colui che si accorge di aver peccato, grido disperato ed insieme sicuro di colui che vuol chiedere, con fede, perdono a Dio. Nella versione tramandata oralmente vengono cantate solo le strofe in grassetto di seguito riportate.

Page 12: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

13

MISERERE (Salmo 51 della “Vulgata”) 1 Miserere mei, Deus, * secundum magnam misericordiam tuam. 2 Et secundum multitudinem miserationum tuarum, * dele iniquitatem meam. 3 Amplius lava me ab iniquitate mea: * et a peccato meo munda me. 4 Quoniam iniquitatem meam ego cognosco: * et peccatum meum contra me est semper. 5 Tibi soli peccavi, et malum coram te feci: * ut iustificeris in sermonibus tuis, et vincas cum judicaris. 6 Ecce enim, in iniquitatibus conceptus sum: * et in peccatis concepit me mater mea. 7 Ecce enim, veritatem dilexisti: * incerta et occulta sapientiae tuae manifestasti mihi. 8 Asperges me hyssopo et mundabor: * lavabis me, et super nivem dealbabor. 9 Auditui meo dabis gaudium et laetitiam: * et exultabunt ossa humiliata. 10 A verte faciem tuam a peccats meis; * et omnes iniquitates meas dele. 11 Cor mundum crea in me, Deus: * et spiritum rectum innova in visceribus meis. 12 Ne proicias me a facie tua: * et spiritum sanctum tuum ne auferas a me. 13 Redde mihi laetitiam salutaris tui: * et spiritu principali confirma me. 14 Docebo iniquos vias tuas: * et impii ad te convertentur. 15 Libera me de sanguinibus, Deus, Deus salutis meae: * et exultabit lingua mea justitiam tuam. 16 Domine labia mea aperies: * et os meum annunziabit laudem tuam. 17 Quoniam si voluisses sacrificium, dedissem utique: * olocaustis non delectaberis. 18 Sacrificium Deo spiritus contribulatus: * cor contritum, et humiliatum, Deus, non despicies. 19 Benigne fac, Domine, in bona voluntate tua Sion: * ut edificentur muri Jerusalem. 20 Tunc acceptabis sacrificium justitiae, oblationes, et holocausta; * tunc imponent super altare tuum vitulos.

Page 13: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

14

LIBERA TRADUZIONE DEL “MISERERE” NELLA VERSIONE RIDOTTA.

Pietà di me, o Dio, secondo la tua grande misericordia. Lavami da tutte le mie colpe, mondami dal mio peccato. Contro te solo ho peccato, ed ho agito male alla tua presenza; perciò sei giusto quando parli, retto nel tuo giudizio. Tu, infatti, hai rivelato la verità e mi hai manifestato tutta la tua sapienza. Fammi sentire gioia e letizia, esulteranno le ossa che hai spezzato. Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo. Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso. Liberami dal sangue, o Dio, Dio mia salvezza, la mia lingua esalterà la tua giustizia. Nel tuo amore fa grazia a Sion, rialza le mura di Gerusalemme.

Page 14: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

15

OTTAVA STATUA

GESU’ MORTO Dietro la statua di “Gesù morto” prendono posto i più anziani e quelli che hanno avuto un lutto recente. Impeccabili nei loro vestiti scuri seguono con passo da funerale, e qui la banda si esibisce in marce funebri in cui gli ottoni s’intrecciano con le note sibilanti dei clarinetti e dei flauti, creando un’atmosfera di grande commozione e partecipazione.

Page 15: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

16

La banda musicale “Mario Aloe”, schierata prima dell’inizio della processione sulla scalinata della Chiesa Matrice.

Page 16: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

17

La nona statua, quella della Madonna Addolorata, è preceduta dalle autorità ecclesiastiche insieme con i chierichetti.

La processione al Calvario (quartiere Catocastro)

Page 17: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

18

NONA STATUA

LA MADONNA ADDOLORATA L’Addolorata fa la parte del leone. Un gruppo di amici “cantores”, affiatatissimi perché presenti da lungo tempo, sta davanti alla statua della Madonna e poco più dietro alle autorità religiose. Costoro intonano lo “Stabat Mater”, che si avvicina ancor di più alle laude di frate Jacopone. Dietro la statua le donne “lamentano” le loro canzoni, ora in dialetto ora in lingua, mettendo in evidenza un repertorio vastissimo, di cui buona parte è andato perduto dopo la scomparsa delle “cantatrici” (si ricordano, in particolare, i nomi di Costanza Bonavita e di Filomena Neve) (5). Di solito il via al nuovo canto, finitone uno, lo danno alcune donne depositarie da anni della tradizione che le vede iniziare i canti a secondo del luogo in cui si trova in quel momento la processione. Nella parte alta della città e fino al quartiere Catocastro, dove è stata ricostruita l’immagine del Calvario con le croci, si canta una determinata canzone; a Via Dogana e fino alla chiesetta di S. Alfonso, dove la gente affluisce più numerosa, un altro canto, per poi intonare quelli più struggenti e coinvolgenti durante il passaggio di Via Margherita e Corso Vittorio Emanuele II, dove la folla registra il più alto numero di presenze. La devozione alla Madonna è testimoniata dall’immensa folla che segue la statua; Maria rappresenta, in effetti, più che un semplice modello di madre: non si può dimenticare che Essa è anche la Madonna Addolorata, la madre che ha perso suo figlio e che ha provato il dolore più profondo.

5) Parte del materiale sulle canzoni antiche è stato reperito su cassetta a nastro presso “Il Setticlavio” del maestro Cipriano Martire, che ha curato, a suo tempo, la registrazione della voce della signora Filomena Neve.

Page 18: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

19

E' l'esperienza del dolore che rende Maria una figura così umana, così vicina a tutte le donne che si trovano alle prese con la sofferenza nella loro vita quotidiana. Tale sofferenza è spesso percepita come tanto importante quanto la stessa passione di Cristo. Questi morì, fu resuscitato e si ricongiunse al padre in cielo, ma Maria rimase sulla terra a piangere il figlio morto. In tal modo, il suo dolore materno diventa il più importante punto di riferimento per quelle donne che devono confrontarsi con l'esperienza della sofferenza durante la loro esistenza. Di seguito la sequenza dello “Stabat”, che viene cantato in una versione ridotta (in pratica le strofe dispari della preghiera).

STABAT MATER (con traduzione a fianco)

Stabat Mater dolorósa iuxta crucem lacrimósa, dum pendébat Fílius. O quam tristis et afflícta fuit illa benedícta Mater Unigéniti ! Quis est homo, qui non fleret, Christi Matrem si vidéret in tanto supplício? Pro peccátis suae gentis vidit Jesum in torméntis et flagéllis subditum. Eia, mater, fons amóris, me sentíre vim dolóris fac, ut tecum lúgeam. Sancta Mater, istud agas, crucifíxi fige plagas cordi meo válide. Fac me vere tecum flere, Crucifíxo condolére donec ego víxero. Virgo vírginum praeclára, mihi iam non sis amára, fac me tecum plángere. Fac me plagis vulnerári, cruce hac inebriári et cruóre Fílii. Quando corpus moriétur, fac, ut ánimae donétur paradísi glória. Amen.

La Madre addolorata stava in lacrime presso la Croce su cui pendeva il Figlio. Oh, quanto triste e afflitta fu la benedetta Madre dell'Unigenito! Chi non piangerebbe al vedere la Madre in tanto supplizio? A causa dei peccati del suo popolo Ella vide Gesù nei tormenti, sottoposto ai flagelli. Oh, Madre, fonte d'amore, fammi forza nel dolore perché possa piangere con te. Santa Madre, fai questo: imprimi le piaghe del tuo Figlio crocifisso fortemente nel mio cuore. Fammi piangere intensamente con te, condividendo il dolore del Crocifisso, finché io vivrò. O Vergine gloriosa fra le vergini non essere aspra con me, fammi piangere con te. Fa' che sia ferito delle sue ferite, che mi inebri con la Croce e del sangue del tuo Figlio. E quando il mio corpo morirà fa' che all'anima sia data la gloria del Paradiso. Amen

Page 19: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

20

TI SALUTO, O CROCE SANTA Rit.: Ti saluto, o Croce Santa che portasti il Redentor; gloria, lode, onor ti canta ogni lingua ed ogni cuor. Sei vessillo glorioso di Cristo, sei salvezza del popol fedel: Grondi sangue innocente sul tristo che ti volle martirio crudel. Tu nascesti fra le braccia amorose d’una Vergine Madre, o Gesù. Tu moristi fra le braccia pietose d’una croce che data ti fu. O agnello divino immolato sull’altar della croce, pietà! Tu che togli dal mondo il peccato, salva l’uomo che pace non ha. Del giudizio nel giorno tremendo sulle nubi del cielo verrai; piangeranno le genti vedendo qual trofeo di gloria sarai.

Page 20: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

21

INNO ALLA SANTA CROCE

Evviva la Croce, la Croce evviva! Evviva la Croce,

e chi la portò! (Rit.) La Croce diletta, da pochi bramata, fa l’alma beata di chi la cercò. Del Serpe maligno disprezza gli inganni; che sempre ai danni dell’uomo tentò. Ognuno contempli la pianta gradita, che frutto di vita al mondo recò. Il Sangue, per prezzo dell’uomo restìo, il Figlio di Dio in croce versò. Da segno d’infamia in segno di onore, morendo, il Signore la Croce mutò. In petto portare taluno si gloria la Croce, in memoria di chi la portò. Ma vi è chi si vanta portarla all’esterno; benché nell’interno non mai l’accettò. Soltanto per fasto la porta, non crede: non serba la fede a chi vi spirò.

O Croce preziosa, o sacro tesoro prostrato Te adoro e chi ti esaltò. Tu fosti l’altare di vittima grata; che, al Padre immolata, con noi Lo placò. Tu cattedra fosti da cui sua divina celeste dottrina Gesù ci insegnò. Con sommo trionfo in cielo esaltata, di luce adornata un dì ti vedrò. Sarai per gli Eletti dolcezza e contento; affanno e spavento per chi ti sprezzò. Te sola io bramo; tu sola desìo; per te, col mio Dio unito vivrò. Da te, Croce Santa, io voglio conforto, allor che risorto da morte sarò. Tue lodi nel cielo dirò in eterno al Dio superno e a Chi ti esaltò.

Page 21: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

22

ALLA S.S. ADDOLORATA

Oh! Fedeli, se figli voi siete d’una madre sì tenera e pia, se vi piace esser cari a Maria, contemplate il suo fiero martir! Contemplate il suo fiero martir! Deh! A mirarla sul monte venite, là vedete la scena più atroce d’un figliuolo che muor sulla croce, d’una madre che vede morir d’una madre che vede morir. A quel duro patibol di morte sta vicina la madre dolente, mentre il figlio dai chiodi pendente agonizza in un mar di dolor agonizza in un mar di dolor. Oh! Qual pena, qual fiero tormento Ella soffre, la Vergine afflitta, dalla spada del duolo trafitta nella parte più viva del cor nella parte più viva del cor.

A chi mai, o mestissima Madre, nella morte del caro tuo Bene, io potrò somigliar le tue pene? Niuna lingua ridire lo sa Niuna lingua ridire lo sa. Il tuo ciglio è velato di pianto, nell’affanno agonizza il tuo cor, sulla terra più atroce dolore occhio al cenno mirato non ha occhio al cenno mirato non ha. Oh! Dei Martiri eccelsa Regina, del tuo strazio la causa io sono, tu dei falli dolore e perdono, deh! m’impetra dal morto Signor deh! m’impetra dal morto Signor.

Page 22: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

23

STAVA MARIA DOLENTE

Stava Maria dolente senza respiro e voce, mentre pendeva in croce del mondo il Redentor. E nel fatale istante crudo materno affetto le trafiggeva il petto le lacerava il cor. Quale di quell’alma bella fosse lo strazio indegno? No, chè l’umano ingegno immaginar non può. Vedere un figlio, un Dio che palpita, che muore, sì barbaro dolore qual madre mai provò? Alla funerea scena, chi tiene il pianto a freno ha un cor di tigre in seno o core in sen non ha. Chi può mirar in tante pene una madre un figlio, e non bagnare il ciglio e non sentir pietà? Per cancellare i falli d’un popol empio, ingrato, vide Gesù piagato languire e spasimar. Vide sull’alto Golgota il figlio suo diletto chinar la fronte al petto e l’anima esalar. Oh! dolce Madre e pura, fonte di tanto amore, parte del tuo dolore fa’ che mi scenda al cor. Fa’ che ogni ardor profano sdegnosamente io sprezzi, che a sospirar m’avvezzi sol del celeste ardor.

Le barbare ferite, prezzo del mio delitto, del figlio tuo trafitto, passino, o Madre, in me! A me dovuti sono gli strazi ch’ei soffriva Deh! fa che possa anch’io pianger almen con te. Teco si strugge in lacrime quest’anima gemente. Oh! se non fu innocente tenga il suo fallo almen! Teco alla croce accanto star, cara Madre, io voglio, compagna nel cordoglio che ti divora il sen. Ah! tu, che delle vergini regina in ciel t’assidi, ah! tu, propizia, arridi ai voti del mio cor! Del buon Gesù spirante sul fero tronco esangue, la Croce, il fiele, il sangue fa’ che io rammenti ognor! Deh! Salvator, rinnova in me lo scempio atroce, il sangue, il fiel, la croce tutto provar mi fa’. Ma nell’estremo giorno, quand’ei vorrà sdegnato, rendilo a me placato! Maria la tua pietà. Gesù, che nulla nieghi a chi tua Madre implora, del mio morir nell’ora non mi negar mercè. E quando fìa disciolto del suo corporeo velo, fa’ che il mio spirto in cielo voli a regnar con Te.

Page 23: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

24

QUANNU CRISTU FU MISU ‘N CRUCIA (Canto antico)

O FIERI FLAGELLI

Quannu Cristu fu misu ‘n crucia ‘A sua Matri cuntemplava e chiangjiennu e spasimannu cu nu gestu e senza vuci: “Ed ohi! cruci ti si’ adurnata di ‘stu figliu miu dilettu, cussì afflittu e flagellatu, tutti i juorni ccà t’aspiettu. Chiangi, ohi figliu! Ohi! lu rispiettu ca purtasti in chistu diri, iu ti tiegnu dintr’ ‘u miu piettu ppe’ sarvari a tia, mio gigliu. Oh amatu Figliu, non fusti a liettu cussì affrittu e fragellatu. Chi ti liga e chi t’offenne, tutti a tija vanu cuntrari. Vua ca sentiti, judicati ‘u lamientu ca fa Maria. Ohi! cacciatilu ‘i sti peni, ‘i ‘sti chiuovi trapungenti, cc’hanu cacciatu curuna d’oru cc’hanu misu curuna di spini. Dicimi, Figliu, si si’ spiratu mi po’ diri ‘na parola? Armeno, rennimi lu jiatu. Chi di suori e chi di frati sunu sempri visitati”. Vua sentiti e judicati ‘u lamientu ca fa Maria. .

O fieri flagelli che al mio buon Signore le carni squarciate con tanto dolore: Non date più pene al caro mio bene non più tormentate l’amato Gesù. Ferite quest’alma che causa ne fu. O spine crudeli che al mio buon Signore la testa pungete con tanto dolore Non date più pene ecc. O chiodi spietati che al mio buon Signore pie’ e mani passate con tanto dolore Non date più pene ecc. O lancia tiranna che al mio buon Signore il fianco trafiggi con tanto dolore, Ti bastin le spine già date al mio bene non più tormentate l’amato Gesù: trafiggi quest’alma che causa ne fu.

Page 24: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

25

OJI E’ LU VENNARU SANTU (Canto antico) Oji è lu Vennaru Santu e nun si canta cà è muortu Gesù Cristu ‘n passione. L’hanu purtatu alla Sepurcru Santu accumpagnatu ccu llu Sacramentu. Scinni, Maria, e calati su mantu cà li Giudei hanu fattu tradimentu. Cc’hanu jettatu nu corpu di lanza alla parta sinistra di lu cori, cc’ hanu cacciatu ‘a curuna d’oru e cc’ hanu misu curuna ‘i spini. Vestitivi tutti di ‘stu niru pannu, tutti appriessu a mia venitivinni: ch’avia ‘nu figliu ‘i trentatri anni e mmo lu viju a ‘sta cruci d’affannu, dolci beni ‘i l’anima mia. Gesù si vota a San Giuvanni ch’era di santa parola: “Ti lassu raccummannata ‘a matri mia, nun la lassari e facci cumpagnia fino ca di la cruci su’ ‘nchiuvatu. Prima ‘i cuminciari d’appatiri, vuogliu ‘a santa benedizioni, vuogliu beneditti li fatighi di chill’ura ca mi generasti”. E abbrazzannusi s’è licenziatu, si su’ licenziati ccu suspiri e chianti. “Figliu, ti benedicu li fatighi di chill’ura ca ti generai”.

VISITAMO LA ‘NDULERATA (Canto antico) Visitamo la’Ndulerata: cum’è affritta e scunsulata! Chi nun chiange ‘u suo duluri, dintru ‘u piettu nun ha cori. “Jesù, figliu, dissi Maria, ‘a tua morti è morti mia. Iu ti lassu in chistu munnu, in chistu munnu senza funnu, in chistu munnu d’aspri peni, senza ‘i tia, miu caru beni. Vurrìa stari ccu tia abbrazzatu ppe’ quantu amuri m’ hai purtatu. E lassatimi muriri cà miu figliu è all’agunìa, e lassatimi muriri ccu miu figliu a seppelliri. E chiangìti, uomini e donni, cà miu figliu è alla culonna, e chiangìti ad auta vuci, cà miu figliu è sulla cruci”.

Page 25: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

OHIME’! CHI MALU VENNARU! (Canto antico) Ohimé! cchi malu vennaru! ohi cchi vennaro allazzaratu! il sangue del mio figlio è sparso per le strade è sparso per le strade. Unu sulu figliu avije foze fatto alla morte mia contemplate ohi! contemplate ‘sta mia granda passiona ‘sta mia granda passiona. E cunsidira alla rivolta e cumu restà Maria per quando per le vie s’ascunte cu Gesù s’ascunte cu Gesù. E ccu ‘na crucia alli spalli e di corda fu ligatu, ‘i spini fu ‘ncurunatu nessunu n’ha pietà nessunu n’ha pietà. E sula la Madre affritta e chiangijennu e lacrimannu turtura alla cunsegna tremannu si nni va tremannu si nni va. Cumu nu canu arraggiatu cumu nu lupu affamatu ogneduno sta ppe’ li strade. Contemplate ohi! contemplate ‘sta mia granda passiuna ‘sta mia granda passiuna.

SALVE REGINA Ti salvo oh! Regina, ché si’ Madre addolorata, ti sia arraccummannata ohi! ‘st’alma mia ohi! ‘st’alma mia. ‘Na grazia i Tia vurria, di ti dari ‘stu coru ingratu, feritu e trapassatu, ohi! la tua spada ohi! la tua spada. ‘Sta mia vita è trapassata di tanti gran peccati, peccari nun vuogliu cchiù, cchiù priestu morta, cchiù priestu morta. E poi ‘st’alma portate a te, Madre amorosa, sei in cielo gloriosa eternamente sei in cielo gloriosa eternamente. E poi ccu l’atra mente Gridannu, quannu arrivamu, evviva la Madre mia l’Addulurata, evviva la Madre mia l’Addulurata.

Page 26: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

27

CANTO ALLA MADONNA ADDOLORATA (Canto antico)

Jesu: “Madonna, chi cori facisti quannu di lu tua figliu ti stagliasti e in mienzu a li giudei lu canuscisti? Ci jisti appriessu e nun l’abbannunasti. Ti priegu Matre mia, si mi vu’ beni, nun mi fari sunari li murtuori. Ohi! cara Matre mia, si mi vu’ vidiri, vieni a muntu Carvariu, cà llà mi truovi. E llà mi truoverai tuttu nchjagatu e di li chijaghi mia spisatinni”. “Cumu mi nni puozzu spisari ohi! figliu d’oru e lassarti a ‘sta crucia e jiriminni?

Donni, vestitivi di stu niru pannu, tutte appriessu ‘i mia venitivinni, Ch’avia nu figliu ‘i trentatrì anni, ch’ere curuna di la testa mia, e mmo lu vìu a sta crucia d’affannu, ohi! dolci benu di l’anima mia. Si l’atri mammi perdanu li figli, li perdano malati allu su’ liettu, d’amici e di parienti visitati, ccu bell’ungujintu preziusu e finu. Ed ìu lu piersi a nu truncu di crucia, malutrattatu di malu rispiettu”.

La processione in Piazza Cappuccini

Page 27: Progetto: Musica delle Tradizioni e ICT - Webiamo - Amantea PROCESSIONE DEL... · lavoro (2), con la consapevolezza che il patrimonio di tradizioni popolari musicali non può né

28

A MARIA ADDOLORATA Già condannato è il figlio dalle ribalde squadre chiede l’afflitta Madre:”Il figlio mio, dov’è?” Scorre per ogni via, incontra l’empia gente, e chiede ognor piangente:” Il figlio mio, dov’è?” Interroga le meste figliole di Sionne “Ditemi, buone donne, il figlio mio, dov’è?” Sale l’infame monte con frettolosi passi e chiede ancora ai sassi:” Il figlio mio, dov’è?” Per soddisfare, o Vergine, al mio diletto incanto: “Deh! prestami quel pianto che tu versasti un dì”. Guarda la nuda Croce che a te rivolta dice: “Ahi, mesta genitrice, il figlio tuo morì”. Quel capo già chinato, quelle annerite gote dicono a chiare note che il figlio tuo morì. Le tombe, i sassi, i monti, le stelle, il mar, le sfere tutti ti fan sapere che il figlio tuo morì. Ma chi crudel commise questo esecrando eccesso? “Oh, dolce Madre, io stesso uccisi il tuo Gesù. Per me quel figlio cade, per me si vede a stento, insanguinato e spento lo spirito esalar. Placati, dunque, io t’offro, eterno divin Padre, le pene della Madre, il sangue di Gesù”.

La processione sulla via del rientro in chiesa