Progetto Logos. Relazione finale dell'attività ITTIG CNR ... · Il progetto JurWordNet, lessico...

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Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione Giuridica Consiglio Nazionale delle Ricerche Progetto Logos. Relazione finale dell'attività ITTIG CNR. Proposte per l'adozione di ontologie in ambito giuridico Logos project: final report Nel presente contributo dopo avere illustrato le ricerche che ITTIG ha svolto nel campo della creazione e gestione di ontologie nel domino giuridico, abbiamo esposto una breve panoramica dei progetti europei ed italiani dove è stato proposto l'uso di ontologie per il diritto, provando infine a tracciare alcuni scenari applicativi di interesse per la PA. Web Portal - ontologies - legal domain - scenarios of interest for public administrations Francesco Romano Rapporto tecnico n. 4/2008 - Firenze 1

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Istituto di Teoria e Tecniche dell’Informazione GiuridicaConsiglio Nazionale delle Ricerche

Progetto Logos. Relazione finale dell'attività ITTIG CNR. Proposte per l'adozione di ontologie in ambito giuridico

Logos project: final report

Nel presente contributo dopo avere illustrato le ricerche che ITTIG ha svolto nel campo della creazione e gestione di ontologie nel domino giuridico, abbiamo esposto una breve panoramica dei progetti europei ed italiani dove è stato proposto

l'uso di ontologie per il diritto, provando infine a tracciare alcuni scenari applicativi di interesse per la PA.

Web Portal - ontologies - legal domain - scenarios of interest for public administrations

Francesco RomanoRapporto tecnico n. 4/2008 - Firenze

1

Progetto Logos. Relazione finale dell'attività ITTIG CNR. Proposte per l'adozione di ontologie in ambito giuridico

Progetto Logos. Relazione finale dell'attività ITTIG CNR. Proposte per l'adozione di ontologie in ambito giuridico.......................................................................................................................................................... 2

Premessa................................................................................................................................................ 2Le ontologie nel dominio giuridico.......................................................................................................... 3Gli studi ITTIG.......................................................................................................................................4

Il progetto IurWordNet....................................................................................................................... 4Lessici semantici e ontologie...............................................................................................................5Applicazioni.......................................................................................................................................6

I progetti in Europa................................................................................................................................. 6LOIS..................................................................................................................................................6Dalos..................................................................................................................................................7

I progetti in Italia.................................................................................................................................... 7Tassonomie Giuridiche E Ontologie Formali: Verso Un Vocabolario Comune Nel Diritto Privato Europeo,

Con Il Contributo Di Tecnologie Informatiche.......................................................................................... 7TeleP@B........................................................................................................................................... 8People.............................................................................................................................................. 10Arianna............................................................................................................................................ 10Muddy............................................................................................................................................. 10T2K................................................................................................................................................. 11

Gli scenari applicativi proposti.............................................................................................................. 11Scenario 1. Costruzione di LexLab.................................................................................................... 12Scenario 2. Strumenti di manutenzione del sistema normativo per la gestione di procedimenti

amministrativi........................................................................................................................................13Bibliografia.......................................................................................................................................... 18

Premessa

La rete LOGOS “Modelli ontologici per l’incontro tra domanda e offerta di servizi” ha operato attorno al tema dei modelli ontologici, quali metodologie innovative per la creazione e la fruizione di contenuti informativi, allo scopo di trasferire alle PMI tale tecnologia per la creazione di portali e piattaforme di servizi efficaci e flessibili.

L’intento è promuovere il trasferimento di tecnologie innovative alle PMI secondo dinamiche settoriali ed intersettoriali, operando partnership con centri di trasferimento tecnologico ed offrendo servizi integrati al sistema impresa.

Al tempo stesso la partecipazione alla rete di utilizzatori finali, quali enti pubblici ed imprese di servizi, ha consentito di definire modelli ontologici relativi ad un primo gruppo di temi di interesse di estrema rilevanza pubblica quali:

1. modelli di servizi in ambito socio-sanitario;2. gestione degli atti normativi.

All'interno di questa rete l'Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica del CNR si è occupato di mettere a disposizione le proprie esperienze nel campo della creazione e gestione di ontologie nel domino giuridico, illustrando anche lo stato dell'arte delle principali ricerche nel settore e proponendo alcune applicazioni per la Pubblica Amministrazione.

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Nel presente contributo, dunque, dopo avere illustrato le ricerche che ITTIG ha svolto in questo ambito, esporremo una breve panoramica dei progetti europei ed italiani dove è stato proposto l'uso di ontologie per il diritto, provando infine a tracciare alcuni scenari applicativi di interesse per la PA.

Il report è concluso da una bibliografia sulla materia.

Le ontologie nel dominio giuridico

Le pagine web, per lo più scritte nel linguaggio HTML (HyperText Markup Language) sono interpretate dai computer in maniera formale.

I computer cioè utilizzando tali pagine non possono fare altro che eseguire operazioni concernenti il modo in cui la pagina è scritta.

L'avvento del Semantic Web dovrebbe rivoluzionare tale approccio permettendo ai computer una comprensione non più solo formale ma anche sostanziale, cioè dei contenuti, delle pagine che popolano la rete1.

In tale scenario è possibile pensare ad agenti software che operino in autonomia automatizzando molte delle operazioni che si svolgono tramite internet.

Per descrivere la semantica delle pagine web sono stati sviluppati una serie di metodi e linguaggi (RDF Resource Description Framework, RDF Schema) e alcuni formalismi quali OIL (Ontology Interchange Language) DAML (Darpa Agent Markup Language) + OIL e OWL (Ontology Web Language).

In tale contesto dunque le ontologie vengono usate al fine di raccogliere informazioni necessarie alle macchine per comprendere contenuti, attraverso la risoluzione di quelle ambiguità che si vengono a creare tra molteplici identificatori di uno stesso concetto.

In ambito giuridico la definizione di ontologie si pone lo scopo di riprodurre almeno in parte «la semantica del linguaggio giuridico»2.

Infatti, la conoscenza giuridica è espressa per lo più in linguaggio naturale e alle difficoltà di interpretazione del linguaggio naturale, nel contesto giuridico si sommano pure le specificità dell'interpretazione del diritto.

Come si può intuire da questa breve introduzione, l'uso delle ontologie nel dominio giuridico è un tema di grande rilevanza anche per gli scenari applicativi che prefigura.

Se da un lato si può, infatti, pensare ad un ulteriore sviluppo di quei sistemi esperti che si pongono tra le proprie finalità quelle di creare sistemi informativi giudiziali anche con finalità decisorie o per lo meno di ausilio all'attività giudiziale del giudice3, dall'altro si può verosimilmente pensare ad applicazioni di informatica giuridica documentaria volte a automatizzare la gestione delle informazioni da parte degli elaboratori, anche al fine di effettuare ricerche di informazioni giuridiche sul Web in maniera più semplice e efficace.

Si può infine pensare ad applicazioni di ausilio all'attività della PA nel campo della gestione di modelli di documenti normativi ed amministrativi e a supporti per l'accesso all'informazione pubblica anche in progetti di e-democracy.

Gli scenari applicativi che suggeriremo si inquadreranno proprio in questi settori.

1 G. Fioriglio, Temi di informatica giuridica, Aracne editrice, Roma, 2004.2G. Sartor, I linguaggi di programmazione e il diritto, su:

http://www.sci.unich.it/~aroli/dida/SeGI/lucidi0506/sartor.pdf.3 Si pensi ad esempio ai sitemi di supporto alla risoluzione di liti in ambito familiare sviluppati da alcuni studiosi

australiani tra i quali spicca John Zeleznikow della School of Information Systems, della Victoria University, di Melbourne. Lostudioso ha tenuto un seminario in ITTIG l'8 febbraio 2008 dal titolo Developing fair negotiation support systems.

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Gli studi ITTIG

Il progetto IurWordNet4

Da anni all'interno di ITTIG si conducono ricerche nell'ambito delle ontologie nel campo del diritto.Il progetto JurWordNet, lessico semantico per il diritto di cui è responsabile la Dott.ssa Daniela

Tiscornia nasce dal presupposto che la ricerca delle informazioni giuridiche sul web è veicolata dal linguaggio.

Gli utenti non specialisti effettuano ricerche di documenti giuridici che danno risultati imprecisi, ridondanti a causa della distanza fra il linguaggio comune e la terminologia giuridica.

JurWordNet è si propone come strumento per l'accesso semantico all'informazione al fine di reperire i contenuti del dato a prescindere dalla forma linguistica.

Strumenti come JurWordNet (che fa parte delle iniziative che sono sviluppate dal progetto Wordnet) sono denominati lessici semantici.

I lessici semantici sono reti di concetti, cioè dei sensi delle parole, definiti attraverso relazioni di significato.

Per strutturare i concetti si utilizzano criteri linguistici, concettuali, ed ontologici, in quanto la descrizione dei concetti coinvolge spesso, nel mondo giuridico, il collegamento fra gli istituti e gli ordinamenti giuridici.

JurWordNet è un lessico in cui il significato dei termini è reso esplicito ed è comprensibile dai programmi informatici.

I synsets che compongono la rete semantica rappresentano i concetti e sono costituiti da tutti i termini che esprimono uno stesso concetto (ad esempio: casa, abitazione, dimora, domicilio...) e che sono legati da una relazione semantica prossima alla sinonimia.

I synsets del lessico giuridico, oltre alle relazioni verticali di tassonomia, hanno legami orizzontali di tipo associativo, mentre sono limitate le relazioni di equivalenza semantica (dette varianti).

Per il linguaggio giuridico è importante, creare relazioni di equivalenza con l'italiano comune, in modo da ovviare all’imprecisione con cui gli utenti non esperti ricercano le informazioni giuridiche, utilizzando termini del linguaggio comune al posto della terminologia giuridica che sarebbe richiesta.

La disambiguazione dei polisensi nei lessici terminologici, va intesa in modo estensivo, come distinzione del significato comune dal significato tecnico.

La metodologia di sviluppo della rete, conforme alla filosofia dei progetti WordNet, privilegia il riutilizzo e l’armonizzazione di risorse lessicali già esistenti.

L’individuazione dei concetti rilevanti è stata attuata bottom-up, estraendo i termini dalle domande di interrogazione dei sistemi informativi giuridici, in particolare dalle liste del sistema Italgiure/Find.

L'interrogazione della base dati prodotta dalla Corte di Cassazione ha prodotto i seguenti risultati:- il database dei Semi, 11.000 parole chiave e lemmi a essi associati concettualmente;- la lista delle parole che la massa degli utenti suole porre in AND, da cui, è stata ricavata la lista dei

sintagmi, un gruppo di circa 13.000 espressioni, costituite da due parole immediatamente susseguentesi specialmente significative dal punto di vista giuridico;

- la lista delle parole che la massa degli utenti suole mettere in OR, la c.d. catena analogica delle parole.

Le catene analogiche sono costituite da sinonimi o, comunque, da termini che, almeno rispetto a un certo numero di ricerche, sono state ritenute intercambiabili dalla massa degli utenti.

4 Gli obiettivi e le metodologie del progetto possono essere consultate per esteso sul sito ITTIG http://www.ittig.cnr.it/Ricerca/Unita.php?Id=11&T=4 al quale ci siamo ispirati per la redazione del presente paragrafo e di quello successivo.

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Dai sintagmi si è costruita automaticamente la tassonomia con il termine principale e da essa si sono sviluppati i livelli superiori degli alberi, utilizzando, in modo parzialmente automatico, le glosse dei dizionari.

Il collegamento orizzontale dei concetti e la disambiguazione dei significati sono state fatte manualmente.

Allo stato attuale si dispone di un corpus sufficientemente consolidato di circa 2000 synsets, che sarà incrementato in modo quasi automatico attraverso il collegamento con thesauri e descrittori per banche dati giuridiche.

La gestione dei sintagmi è basata su criteri di efficienza nella ricerca: essi sono considerati iponimi del termine principale, ma, ove il link non sia rilevante, si collega il sintagma con altri synsets attraverso relazioni semantiche diverse.

Così ad esempio il sintagma Verbale d’udienza è collegato non a verbale, ma ad udienza da una relazione di ruolo e precisamente: Strumento-per.

Questo significa che non tutti gli iponimi sono sottoinsiemi in senso stretto del termine superiore, (ad es. oltre a contratto di locazione come sottoclasse di contratto, abbiamo contratto valido, contratto simulato....).

La metodologia wordnet consente anche la disambiguazione di significati nei termini polisensi, sia all’interno del dominio che in relazione al linguaggio comune.

Ad esempio il lemma alienazione nel contesto giuridico è un atto giuridico mentre nell’italiano corrente ha svariate accezioni, tutte lontane da quella tecnico-giuridica.

Si potrebbero fare molti altri esempi (alimenti, mora, canone, ecc.).Rendendo esplicite le differenze di significato si consente all’utente di costruire le domande per la

ricerca di informazioni in modo più efficace.Spesso le distinzioni di senso non risiedono solo a livello di linguaggio, ma da assunzioni diverse sulla

percezione della realtà. I criteri di organizzazione dei concetti risiedono perciò su assunzioni esterne al linguaggio, che devono

essere esplicite, in modo che l’utente conosca la logica in base a cui a cui i concetti vengono differenziati: è questo il ruolo svolto dalle ontologie.

Lessici semantici e ontologiePer spiegare meglio la funzione delle ontologie, si consideri che nel lessico di JurWordNet sono stati

inseriti termini utilizzati dalla manualistica giuridica con scopi sistematici, normalmente troppo generici per la ricerca del dato giuridico, che costituiscono categorie integrative appropriate per il dominio; per esempio, termini usati nella ricerca come fondazione, associazione, comitato, ecc. sono aggregati sotto la classe istituzione, che è un concetto creato dalla dottrina, ma che non compare tra i corpora lessicali.

Termini come istituzione, che raccolgono il livello più alto degli alberi tassonomici di JurWordNet, coincidono con le entità giuridiche fondamentali, che possono essere considerate comuni a tutti gli ordinamenti giuridici; per esse è possibile esprimere una serie minima di proprietà, condivise da tutte le accezioni specifiche di ogni ordinamento e/o linguaggio.

Essi compongono una ontologia fondamentale (Core Ontology) per il diritto, che ha la funzione di organizzare le tassonomie concettuali di JurWordNet in base a criteri esterni al linguaggio.

L’ontologia fondazionale su cui è sviluppata Core Legal Ontology (CLO) di JurWordNet è DOLCE + cioè una estensione di DOLCE, “Descriptive Ontology for Linguistic and Cognitive Engineerring”.

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DOLCE è un progetto del Laboratorio di Ontologia Applicata dell’Istituto per le Scienze e le Tecnologie Cognitive del C.N.R: di Roma, che collabora con ITTIG allo sviluppo dell’ontologia giuridica.

Secondo il filosofo del linguaggio John Searle per costruire un’ontologia sociale o un ontologia politica bisogna descrivere la natura, le proprietà, il ruolo delle entità sociali ed una ontologia per il diritto non è altro che un sottoinsieme di una ontologia degli oggetti sociali.

Entrambe dunque presuppongono e dipendono da un'ontologia ‘fondazionale’. Il rapporto fra lessici semantici ed ontologie è bidirezionale: un lessico strutturato con gerarchie

semantiche può servire come base per una ontologia ben costruita, e l’ontologia è necessaria per dare un fondamento alle classificazioni del lessico.

I lessici Wordnet sono da alcuni considerati ontologie, in quanto i concetti della rete sono categorie di significati, classificati sulla base di percezioni della realtà, esplicitati linguisticamente dalle glosse5.

Nei domini tecnici, come in quello del diritto, la corrispondenza fra gli oggetti linguistici e le entità ontologiche è sicuramente più stretta, in quanto i termini tecnici sono descritti nei dizionari, nella manualistica, nelle elaborazioni sistematiche in modo preciso, tale da costituire un vocabolario parallelo che lessicalizza le intuizioni ontologiche.

Lessici come JurWordNet possono perciò essere considerati ontologie leggere, estensioni linguistiche delle descrizioni di un modo di percezione della realtà.

La costruzione di ontologie a partire dai lessici può essere fatta in modo parzialmente automatico, estraendo dalle definizioni dei dizionari strutture sintattiche e stringhe linguistiche da cui ricavare relazioni ontologiche (di sussunzione o meronimia): è però difficile affermare in modo generalizzato la natura ontologica piuttosto che linguistica di tali strutture.

In JurWordNet si è preferito utilizzare metodi parzialmente automatici per strutturare il lessico, ma effettuare manualmente il collegamento fra il lessico e le classi della Core Legal Ontology, stabilendo alcuni criteri per:

- stabilire cosa appartiene alla core ontology e cosa al lessico;- differenziare le caratteristiche delle relazioni lessicali (fra synsets) da quelle ontologiche.

ApplicazioniLe reti semantiche sono strumenti per il trattamento dei contenuti, che abbinate agli strumenti di

Natural Language Processing, integrano l’analisi (parsing) degli aspetti morfo-sintattici con la comprensione dei significati e costituiscono perciò componenti importanti in molti settori di applicazione, fra cui:

- il supporto all’information retrieval;- come fonte di metadati per l’estrazione di informazioni, la classificazione automatica ed il tagging

semantico dei documenti giuridici;- applicazioni avanzate nell’analisi e gestione della conoscenza, quali: il confronto e l’aggiornamento

delle normative, la verifica del rispetto delle regole, la consulenza e la risoluzione on-line delle controversie.

I progetti in Europa

LOISDisporre di un nucleo di conoscenza giuridica condivisa rende possibile il confronto, l’integrazione, la

comprensione della conoscenza giuridica elaborata e prodotta da sistemi giuridici particolari, e garantisce che i criteri di organizzazione delle classi concettuali siano fondati giuridicamente e condivisibili.

5 La distinzione fra lessici ed ontologie è riconducibile alla questione, oggetto di ampio dibattito, circa la possibilità di una ontologia indipendente dal linguaggio.

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Attraverso tale processo è possibile, fra l’altro, stabilire corrispondenze fra termini di linguaggi diversi. Tale approccio è particolarmente efficace nel dominio giuridico, ove la corrispondenza non è fra termini di lingue diverse, quanto fra concetti, o spesso fra istituti giuridici: in diritto è più appropriato parlare di versioni multilingue di un testo legislativo piuttosto che di traduzioni.

Spostare l’attenzione dall’espressione linguistica al contenuto consente di confrontare i concetti attraverso le proprietà (e metaproprietà) e di verificare non solo se lo stesso concetto esista in differenti contesti ma anche come lo stesso sia stato elaborato in strutture normative diverse. Per fare un esempio, il lemma capacità giuridica, non ha un equivalente nella lingua inglese, in quanto, all’interno del common law non è stata elaborata una teoria generale della capacità giuridica che sia confrontabile con l’istituto del diritto italiano.

Il progetto LOIS ha prodotto un database multilingue costituito da wordnet giuridici in cinque lingue europee (inglese, tedesco, portoghese, ceco, italiano), linkate fra di loro attraverso l’inglese che consente l’accesso ad informazioni normative multilingue.

DalosIl progetto Dalos (Drafting Legislation with Ontology-based Support Project), di cui ITTIG è

coordinatore, attraverso l'uso di ontologie ha come obiettivo quello di rendere disponibili per i law-makers e i cittadini europei strumenti linguistici e di gestione delle conoscenza.

Tali strumenti da un lato dovranno aiutare i drafters nel processo di edizione dei testi legislativi, dall'altro potranno agevolare i cittadini nelle interrogazioni di basi di dati giuridiche.

I risultati attesi sono di tre tipi:– aumentare la qualità della legislazione,– favorire la coerenza terminologica dei testi legislativi in ambito multilingue,– supportare con conoscenza basata su modelli ontologici il dibattito circa l'interpretazione e

l'implementazione di leggi.

I progetti in ItaliaQui di seguito accenniamo brevemente ad alcuni progetti che in Italia stanno affrontando il tema

dell'uso delle ontologie nel settore giuridico o che hanno proposto strumenti per la gestione delle ontologie nell'ambito di progetti per la Pubblica Amministrazione.

Facciamo anche riferimento a strumenti per la gestione di ontologie di cui si sta sperimentando l'utilizzo nel settore giuridico.

Tassonomie Giuridiche E Ontologie Formali: Verso Un Vocabolario Comune Nel Diritto Privato Europeo, Con Il Contributo Di Tecnologie Informatiche

Il progetto coordinato dal prof. Ajani dell'Università di Torino e cofinanziato dal MIUR si pone l’obiettivo di accrescere la conoscenza tra i diversi ordinamenti in vista di un sempre maggiore integrazione europea e dei problemi connessi all’unificazione, uniformazione del diritto privato europeo, studiando in particolar modo le relazioni intercorrenti tra gli ordinamenti giuridici, e cioè le 'tassonomie giuridiche’.

Le tassonomie giuridiche sono state affrontate sia come ricerca di banche dati di termini organizzate, sia come formalizzazione dei concetti giuridici collegati alle diverse espressioni linguistiche che ad essi si riferiscono.

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Questo tipo di lavoro concettuale si è rivelato utile per ricostruire il tessuto culturale del diritto privato europeo, proprio perché può essere in qualche misura svincolato dallo studio degli aspetti lessicali del diritto.

In particolare, nell’area disciplinare giuridica, il progetto si è posto l'obiettivo di approfondire il diritto privato europeo in alcune aree specifiche:

- il diritto dei consumatori- il nesso di causalità nella responsabilità civile.Tali aree rivestono un’importanza centrale per i loro riflessi nel diritto italiano. Si è lavorato

all’identificazione di una terminologia comune nel diritto dei consumatori, tenendo conto dei diversi livelli presenti: quello di produzione comunitaria e quello di attuazione degli Stati membri (con uno sguardo principalmente su Italia e Francia).

Si è anche operato al fine di identificare dei criteri necessari ad accertare il nesso di causalità tra la condotta e il danno nelle corti italiane e di altri paesi europei.

TeleP@BI ricercatori ITTIG hanno anche collaborato nella predisposizione di strumenti per l'accesso

semplificato ai documenti di bilancio nell'ambito del progetto Telep@B (Tecnologie elettroniche per l'accesso ai documenti di bilancio) coordinato da UNCEM Toscana..

Sono stati proposti ai fini dell'estrazione dei contenuti ritenuti rilevanti per la partecipazione dei cittadini strumenti per l’information extraction e il data mining

E' infatti stata proposta la strutturazione XML dei documenti di bilancio ai fini di consentire il riconoscimento di parti dei documenti6.

A tali documenti marcati in XML sono poi applicate tecniche di analisi linguistica, eventualmente supportate da ontologie o reti semantiche.

Infatti l’uso di strumenti software per l'analisi linguistica di testi e l'acquisizione dinamica di conoscenza linguistica – analizzatori morfologici, segmentatori sintattici (chunker), analizzatori delle dipendenze grammatico-funzionali, acquisitori automatici di informazione sintattica e semantica da testo, ecc. (Allegrini et al. 2001, Bartolini et al. 2002) – consente l’estrazione e l’aggregazione, su base semantico concettuale, d’informazioni da documenti e contesti diversi.

In particolare un’interessante applicazione dell'ingegneria del linguaggio è rappresentata dal Text Data Mining con metodi di statistica esplorativa univariata e multivariata. All'ormai classico impiego della mutual information per misurare il grado di associazione tra parole si è infatti affiancata una vasta gamma di metodiche ben più sofisticate per l'analisi degli spazi di similarità semantica nel testo.

I sistemi esistenti di data mining testuale si basano sulla capacità di individuare pattern associativi tra parole in documenti, così da fornire all'utente nuovi orientamenti e indicazioni sull'organizzazione dell'informazione del testo.

L'uso di moduli linguistici permette di ancorare ricerca e scoperta di informazioni su un'analisi più profonda delle strutture documentarie, permettendo di ricavare associazioni rilevanti basate non solo sulla semplice distribuzione delle occorrenze di parole, ma anche su correlazioni semantico-concettuali o sull'analisi avanzata della struttura sintattico-testuale.

Per lo sviluppo degli strumenti del TeleP@B è stato ritenuto essenziale l'integrazione tra metodi e tecniche di marcatura e sistemi di trattamento automatico del linguaggio.

6 A. Lenci, Quando il testo e il computer si incontrano. Alcune riflessioni sulla Linguistica computazionale oggi, su http://www3.unibo.it/boll900/numeri/2003-ii/Lenci.html.

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A tal fine sono state proposte due strategie:- i documenti marcati in base alla DTD saranno poi analizzati con un parser in grado di estrarre

informazioni e aggregarle attorno alle voci facenti parte dello schema di bilancio;- nel caso che tale strategia si riveli non del tutto efficiente si integrerà al parser una ontologia che

estenderà la descrizione semantica dei dominii definiti dalle voci di bilancio.- L'elaborazione della ontologia di dominio concorrerà ad annotazioni ed interrogazioni facilitate dei

documenti di bilancio stessi.

Nell'esempio sopra, la ricerca mirante ad ottenere informazioni attinenti ai "servizi relativi all'industria" da un lato andrà ad estrarre il frammento di testo rilevante nel documento di bilancio strutturato secondo una DTD, dall'altro farà ricorso alla ontologia di dominio che restituirà anche informazioni contenute in altri documenti di bilancio, ma relative a quella voce.

L'aggregazione delle informazioni avverrà così non solo intorno alle singole voci di bilancio, ma mettendo anche in relazione i diversi contenuti semantici che le singole funzioni rappresentano all'interno del bilancio.

Ad esempio nel caso in cui l'utente chieda informazioni sulle previsioni di bilancio per la sicurezza pubblica il sistema sarà in grado di segnalare anche le spese sull'illuminazione pubblica che, seppure facenti parte della funzione viabilità, hanno comunque rilevanza per la tutela della sicurezza.

La struttura semantica del bilancio, comprese le diverse relazioni che si stabiliranno tra le varie voci, può essere organizzata e gestita, oltre che con una ontologia, anche con più semplici strumenti di linguistica computazionale (reti semantiche, thesauri relazionali, classificazione con keywords, ecc.).

Per la costruzione e la visualizzazione della ontologia sono stati proposti al comitato scientifico del progetto TeleP@B strumenti che consentono la descrizione e la classificazione degli elementi e degli

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oggetti e delle relazioni che si intende fare intercorrere fra essi con modalità di rappresentazione grafica delle strutture concettuali in modo puntuale e definito7.

Uno di questi strumenti è il tool Visio che può essere usato per la rappresentazione di una rete semantico concettuale. Attraverso i diagrammi di Visio è infatti possibile, tra le altre cose, agevolare la registrazione e lo sviluppo di qualsiasi insieme di idee o informazioni correlate

Altri tool consentono l'implementazione e la gestione di ontologie.Per tale gestione è necessaria la modellazione di entità e attributi e la modellazione di relazioni (1-

molti, molti-molti).La relazione IS_A esprime un legame di generalizzazione/specializzazione tra entità, così l’entità

superclasse generalizza le sottoclassi e queste sono definibili come specializzazioni della superclasse della quale ereditano gli attributi.

L'editore OWL Protégé, gestito dall'Università di Standford e sviluppato in open source tramite plug-in permette, ad esempio, di implementare un diagramma Entità-Relazioni (ER) gestendo in maniera efficace ed intuitiva le relazioni IS_A e l’ereditarietà.

PeopleAnche nell'ambito del progetto People di cui il Comune di Firenze è capofila sono stati implementati

una serie di modelli che comprendono molte aree tematiche di servizi offerti dalle PAL.In particolare:1. Il Modello dei Servizi Demografici 2. Il Modello dei Servizi Fiscali Il Modello dei Servizi della Scuola 3. Il Modello dei Servizi dei Sistemi Informativi Territoriali 4. Il Modello dei Servizi delle Concessioni ed Autorizzazioni 5. Il Modello dei Servizi alla Persona 6. Il Modello dei Servizi dello Sport e Cultura 7. Il Modello dei Servizi Condivisi

AriannaLa società Diviana8 ha costruito una ontologia dal nome Arianna per la Pubblica Amministrazione

utilizzando lo Unified Modelling Language (UML).Il progetto ha definito uno standard per descrivere semanticamente i servizi di e-government.L'approccio usato è stato quello di definire attraverso modelli ontologici la semantica dei servizi forniti

dalle Pubbliche amministrazioni locali, in special modo dai Comuni9.

MuddyMuddy è un'applicazione web-based progettata per consentire la fruizione e la condivisione di dati in

forma ontologica. L'applicazione permette tra l'altro di: navigare tra le informazioni seguendo link semantici, eseguire operazioni di ricerca semantica sulla base di conoscenza, contribuire nuova conoscenza, esprimere giudizi di gradimento riguardo al materiale consultato10.

7 Pietro Mercatali, Francesco Romano (a cura di), Progetto TeleP@B - Attività A1. Gestione delle informazioni. Analisi e strutturazione dei documenti del bilancio per la progettazione di strumenti per l'accesso semplificato. 43 pp.Firenze, Ittig-Cnr, 2006

8 Per approfondire vedi il sito:http://www.diviana.net/ 9 A. Barone, P. Di Pietro, Semantic of eGovernment Processes: a Formal Approach to Service Definition, su

http://www.diviana.net/Presentazioni/a%20Formal%20Approach%20to%20Service%20Definition%20-%20Final%20version%20reviewed%201.pdf

10 V. Sandrucci, Ontologie e semantic web, Seminario ITTIG/CNR Firenze, 9 luglio 2007.

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Attualmente sono allo studio dei ricercatori DSI e ITTIG le potenzialità dell'applicazione dello strumento in campo giuridico al fine di:

– Confrontare sistemi giuridici diversi.– Valutare l'impatto di una norma e più in generale la consistenza di un insieme di leggi.– Determinare quali norme si applicano a certi comportamenti o procedimenti.

T2KI ricercatori del Dipartimento di Linguistica dell'Università di Pisa e dell'Istituto di Linguistica

Computazionale del CNR, stanno conducendo delle ricerche per tentare di gestire sotto forma di ontologia i contenuti di un vasto repertorio di documenti legislativi non strutturati.

In particolare è stato messo a punto un tool (T2K) in grado di implementare in via automatica, un'ontologia attraverso strumento di analisi del linguaggio naturale, di analisi statistica e di machina learning.

Il dominio preso in considerazione in questa fase è costituito da testi normativi in materia ambientale11.Il progetto e lo strumento sono stati illustrati anche nel corso di un seminario che si è tenuto in ITTIG

nel marzo del 200712.Nel seminario sono stati illustrati metodi e strumenti per il riconoscimento e l’estrazione automatica dai

testi, di informazione giuridica da rappresentare in un’ontologia di dominio.L’approccio seguito è stato quello di isolare e acquisire in modo incrementale i concetti e le relazioni

fondamentali costitutive di un sistema di organizzazione strutturata della conoscenza di questo tipo.Lo studio di fattibilità realizzato su di un corpus di atti normativi e amministrativi, europei, statali e

regionali, in materia ambientale, cerca di dimostrare in che modo tecniche di trattamento automatico del linguaggio possano potenziare strumenti di estrazione dell’informazione semantica codificata in una base documentale.

L’intuizione fondamentale è che sia possibile indagare il testo partendo da categorie di analisi estratte dal testo stesso (bootstrapping).

Gli studi più recenti in linguistica computazionale assumono che in un documento i concetti rilevanti sono veicolati dalle unità terminologiche semplici e complesse statisticamente più espressive (acquisite in modo automatico, dopo una fase di parsing linguistico del testo stesso) presenti nella base documentale.

La metodologia messa a punto consente l’acquisizione semi-automatica di classi di eventi di dominio dopo una preliminare indagine sulla reale distribuzione sintagmatica delle co-occorrenze di verbi e nomi nella frase (legati da relazioni sintattico-funzionali minime di soggetto e oggetto).

Analizzando cioè classi di verbi simili, legati da relazioni di similarità semantica rispetto alla propria struttura argomentale, si è proposta un’ipotesi per la costruzione di una mappa semantica multidimensionale del corpus di testi di partenza, organizzata per nodi concettuali rappresentati da classi di eventi giuridici e ambientali.

Gli scenari applicativi propostiIn questa sezione del report esporremo alcuni scenari applicativi in cui l'uso di ontologie potrebbe

comportare un valore aggiunto per i servizi da erogare on-line da parte della PA. Un tema di estrema rilevanza pubblica quale quello della gestione degli atti normativi e amministrativi

sarà testato nella definizione dei relativi modelli ontologici

11 A. Lenci, S. Montemagni, V. Pirrelli, G. Venturi, NLP-based ontology learning from legal texts. A case study. ICAIL 2007: LOAIT Workshop - Legal Ontologies and Artificial Intelligence Techniques June 4th, 2007, Stanford University, Stanford, CA USA

12 G. Venturi "Metodi e strumenti per l'estrazione automatica di informazione semantico-lessicale da un corpus documentale giuridico in materia ambientale. Dalla costruzione di un glossario terminologico di dominio all'acquisizione di classi di eventi giuridici e ambientali" semianrio ITTIG, Firenze, 30 marzo 2007.

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Scenario 1. Costruzione di LexLab.

LexLab è un ambiente collocabile in un portale o in un sito web che serve al reperimento, classificazione, redazione, valutazione di documenti prodotti o da produrre dalla pubblica amministrazione e dai soggetti che interloquiscono con la pubblica amministrazione stessa.

LexLab intende offrire un set di strumenti per la creazione, manutenzione e consultazione delle leggi e di altri atti anche amministrativi raccolti in un unico ambiente WEB accessibile dai dipendenti pubblici, ma anche da singoli cittadini, associazioni di categoria, ordini professionali, ecc.

Tra le funzioni che si potranno svolgere in LexLab saranno ovviamente compresi anche quelli delineati nell'ambito di questo progetto.

Per la realizzazione di Lexlab sarà analizzata la possibilità di usare modelli ontologici, integrati con strumenti di supporto alla redazione e valutazione di atti normativi e amministrativi.

Tali strumenti saranno basati su modelli che rappresentano e formalizzano la struttura formale e concettuale (superficiale e profonda) degli atti normativi e amministrativi.

Si intende riusare nell'ambito del progetto Logos, la standardizzazione degli atti amministrativi definita nel progetto Pacto e i relativi tool in via di realizzazione.

Il progetto PACTO13 (Portale per la produzione e l'accesso agli Atti dei Comuni e degli altri enti locali della TOscana) finanziato nell’ambito del bando DOCUP ob. 2 azione 1.8.1 della Regione Toscana:

1. introduce modelli di redazione e valutazione degli atti degli enti locali;2. fornisce software avanzato di supporto alla produzione degli atti;3. agevola la formazione e la consultazione degli atti in modo interattivo per le imprese e per i

cittadini.Il portale messo a disposizione è in grado di fornire:

• l'edizione di testi con funzioni specializzate per la strutturazione e la verifica degli aspetti formali e contenutistici in base agli standard definiti,

• la marcatura e validazione dei testi in XML,• la gestione automatizzata del flusso documentario in modo interattivo tra PA e imprese.

Inoltre il progetto introduce standard documentari e informatici e mette in grado di definire, attraverso il manuale di redazione degli atti amministrativi, indici di misurazione della qualità giuridica e comunicativa dei documenti.

L'analisi condotta sugli atti amministrativi comunali, volta a definire le loro caratteristiche strutturali giuridiche e linguistiche14 ha portato a concentrare l’attività di modellazione su regolamenti e delibere consiliari che, sia per quantità, sia per importanza nel processo comunicativo con i cittadini, rappresentano i documenti più rilevanti.

La modellazione che ne è risultata, ci ha consentito di classificare gli elementi essenziali della deliberazione comunale in base agli standard di marcatura introdotti dalla DTD (Document Type Definition) del progetto Norme In Rete (NIR), già adottata come standard CNIPA per l’annotazione degli atti normativi.

Ciò ha permesso al progetto di compiere la scelta di adottare la DTD NIR, con alcune specificazioni, senza dover ricorrere a una moltiplicazione degli standard.

La modellazione adottata potrà essere usata e applicata anche ad altri atti amministrativi di grande rilevanza per i Comuni quali ordini del giorno, mozioni, ordinanze, interrogazioni, interpellanze, statuti di società partecipate, determinazioni.

Per tale modellazione si ritiene che l'uso di modelli ontologici possa essere di notevole ausilio e possa costituire un valido supporto per tutta una serie di applicazioni (software per la redazione degli atti amministrativi, banca dati XML ipertestuale, ecc.)

13 www.pacto.it.14 Mercatali-Romano rapporto tecnico n. 5 del 2007 dal titolo Caratteristiche strutturali giuridiche e linguistiche

dei documenti normativi e amministrativi comunali e anche Calliari rapporto tecnico n. 4 del 2007 dal titolo Analisi dei documenti normativi e amministrativi comunali.

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Scenario 2. Strumenti di manutenzione del sistema normativo per la gestione di procedimenti amministrativi.

La finalità di questo secondo scenario è quella di avviare un’esperienza di e-government nell’ambito delle applicazioni informatiche per la manutenzione dell'ordinamento legislativo che stimoli l’interesse legato a strumenti di consultazione, manutenzione e aggiornamento del materiale legislativo e procedurale.

I servizi di e-government sviluppati dal comune di Firenze, nell’ambito delle Autorizzazioni e Concessioni descrivono le procedure per autorizzazioni e concessioni e fanno riferimento ad un insieme di norme, conservate in un repository. Si è venuto a creare un problema di aggiornamento delle norme, e quindi dei procedimenti regolati da quella normativa.

Il portale NIR conserva e gestisce un set di norme costantemente aggiornato rendendo accessibile tramite web la loro consultazione.

Tramite gli strumenti messsi a disposizione nell'ambito del progetto Nir e il software prototipale chiamato LexLooter è possibile mantenere lo stato legislativo rappresentato da un set di norme (regolamentazione vigente).

Obiettivo di questo secondo scenario è quello di avviare uno studio al fine di poter fornire, in un contesto dato di concessione o autorizzazione, quali sono le norme che regolano una certa procedura. Quindi riconoscere che una procedura debba essere aggiornata a variazioni della norma relativa.

Gli step da seguire sono i seguenti.1. Definizione di un modello delle norme di autorizzazione e concessione.2. Sviluppo di un prototipo per la comparazione dello stato legislativo.3. Studio per una rappresentazione, con la tecnologia delle ontologie, del modello (anche parziale)

emerso dall’analisi della procedura e delle norme.I primi due punti sono stati già affrontati e definiti con la realizzazione di studi e il rilascio di prototipi.Il terzo punto è invece ancora in corso di espletamento e potrà costituire il punto di partenza per

un'ulteriore ricerca.Modello di autorizzazioniIn dottrina da tempo si ritiene di dover identificare le autorizzazioni come degli atti giuridici che hanno

lo scopo precipuo di aumentare le facoltà concesse ai soggetti che ne fanno richiesta attraverso non tanto l’attribuzione di diritti “nuovi”, bensì attraverso la rimozione di un ostacolo o limite che si frappone al completo esercizio di un diritto/facoltà di cui il soggetto richiedente è già titolare.

In altre parole le autorizzazioni hanno il fine di “rendere possibile l’esercizio di un diritto che già appartiene al richiedente”.

In particolare le autorizzazioni presuppongono l’insieme delle circostanze necessarie che, insieme all’atto autorizzativo, attribuiscono al destinatario un diritto o un potere.

L'atto di autorizzazione si configura dunque come elemento integrativo di una fattispecie complessa già parzialmente realizzata da cui il potere o diritto deriva (Gasparri).

Bisogna tuttavia aggiungere che le autorizzazioni oltre ad attribuire un diritto o un potere possono conferire anche un dovere.

Inoltre quando l'autorizzazione ha ad oggetto atti diretti a produrre effetti giuridici, da essa dipende anche l'efficacia degli atti stessi.

L’autorizzazione differisce da istituti quali concessioni, deleghe o approvazioni.Vediamo qui di seguito le differenze più significative tra le disposizioni richiamate.Concessioni.L'elemento peculiare delle concessioni è l’effetto traslativo: viene infatti trasferita una potestà che

precedentemente apparteneva ad altri, a differenza delle autorizzazioni dove non vi è alcun effetto traslativo e anzi la sfera giuridica dell’autorizzante rimane intatta mentre viene costituita ex novo una facoltà in capo all’autorizzato.

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In altri termini il concedente si spoglia, per lo più temporaneamente, di una facoltà a favore del concessionario.

DelegheAttraverso le deleghe il soggetto titolare di certe competenze, trasferisce le stesse ad altro soggetto che

è chiamato ad esercitarle in nome del primo.In altri termini, anche in questo caso, come accade per le concessioni, abbiamo un effetto traslativo di

funzioni, anche se il delegato non le esercita per proprio conto ma per conto del delegante.Invece nelle autorizzazioni gli atti compiuti dall’autorizzato sono imputati al suo autore.Approvazioni.In molti casi le autorizzazioni si risolvono in atti tesi ad approvare ciò che è stato sottoposto

all’attenzione dell’autorizzante. In realtà, se questo è vero, occorre tenere distinta la figura delle autorizzazioni dalla figura delle approvazioni in senso stretto; queste ultime infatti costituiscono spesso pronunce successive al compimento dell’atto cui si riferiscono, mentre le autorizzazioni si inseriscono in un momento anteriore del procedimento amministrativo, e rappresentano una forma di controllo preventivo rispetto all’atto cui si riferiscono.

Ogni rapporto autorizzatorio presuppone:– un soggetto che ha il potere di emanare l'atto (autorizzante);– un soggetto a cui l'atto si rivolge (autorizzato);– un rapporto di dipendenza di b) da a).Per quanto riguarda i soggetti autorizzanti occorre premettere che interessano questo studio solo le

autorizzazioni che rappresentano esercizio di una pubblica funzione; in questo senso si può fin da ora precisare che il potere di autorizzazione appartiene per lo più ad organi del potere esecutivo ma anche a quelli del potere giurisdizionale o legislativo.

Per quanto riguarda, invece, i soggetti autorizzati, occorre fare una distinzione.A volte si tratta di singoli, basti ricordare i tanti esempi di autorizzazioni richieste dalla legge per:– indire riunioni pubbliche;– indire cerimonie religiose fuori dai comuni luoghi di culto, processioni ecclesiastiche e civili;– la detenzione, produzione importazione di esplosivi;– l’esercizio di alcune industrie o spettacoli (si vedano gli articoli 8-68 del T.U. 18 giugno 1931 n.

773);– le autorizzazioni per l’apertura di farmacie, ambulatori, cliniche (T.U. 27 luglio 1934, n. 1265);– le licenze di costruzione ( art. 31 legge 17 agosto 1942, n. 1150);– i permessi di ricerca mineraria (art. 4 r.d. 29 luglio 192, n. 1443).Altre volte i soggetti autorizzati sono enti pubblici; in questo caso la dottrina prevalente ritiene si tratti

di un'estrinsecazione del più generale potere di controllo preventivo sulla legittimità ed opportunità di certi atti prima del loro compimento.

Si hanno anche casi di autorizzazioni da organo ad organo, che hanno la funzione precipua di salvaguardare i rapporti di reciproca indipendenza tra i poteri fondamentali dello Stato.

Le autorizzazioni possono essere finalizzate a rendere legittime od efficaci diverse tipologie di atti. In particolare possono dirigersi verso singoli atti (es.: costruzione di un determinato fabbricato) o verso una pluralità indeterminata di atti (si pensi all’autorizzazione al compimento di una certa attività). In particolare queste ultime autorizzazioni possono essere a tempo indeterminato oppure, essere sottoposte ad un termine.

Inoltre è possibile distinguere le autorizzazioni al compimento di un negozio, da quelle a compiere atti seguenti ad un negozio; nel primo caso l’autorizzazione serve a rendere il negozio valido ed efficace, nel secondo caso invece essa rende eseguibile una prestazione.

Il procedimento per il rilascio dell'autorizzazione può essere riassunto nelle seguenti fasi: Richiesta.

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Le autorizzazioni presuppongono, di solito, la presentazione di una domanda da parte della persona interessata: il richiedente sarà colui nei confronti del quale si saranno già verificati gli altri fatti concorrenti a costituire la fattispecie attributiva del diritto.

Documentazione.Solitamente la domanda deve essere corredata dai documenti necessari a provare che il richiedente è

titolare della fattispecie attributiva del diritto.Istruttoria.Successivamente alla presentazione della domanda, segue la fase di esame da parte dell’autorità

autorizzante della documentazione prodotta, al fine di poter deliberare in ordine al rilascio o meno della autorizzazione. A volte questa fase consta solo dell’esame della documentazione prodotta, mentre in altri casi sono necessarie delle indagini o un'ulteriore fase di consulenza o di accertamento ( si pensi alle prove teorica e pratica per il rilascio della autorizzazione alla guida di automezzi).

Partendo dal modello giuridico sopra definito abbiamo provato a iniziare a scrivere alcune regole del sistema Sophia 2.1 in grado di identificare alcuni degli elementi descritti come facenti parte della struttura formale delle disposizioni di autorizzazione, al fine del loro trattamento attraverso metodologie informatiche.

Gli elementi fondamentali per una prima formalizzazione della struttura in regole del parser sono:– i soggetti autorizzanti,– i soggetti autorizzati,– l'azione di autorizzazione.Abbiamo per ora omesso la formalizzazione in Sophia di tutti quegli elementi riguardanti:– l’oggetto delle autorizzazioni,– il procedimento di rilascio delle autorizzazioni.Tuttavia non escludiamo di poter formalizzare anche questi elementi per definire con più precisione i vari tipi di disposizione di autorizzazione.Una prima verifica del modello definito nei paragrafi precedenti è stata quindi testata su alcune norme

regionali che disciplinano il rilascio delle autorizzazioni per la gestione di servizi in materia di assistenza sociale.

Esempio 1: legge regionale Puglia 30 marzo 2003, n.17art. 28

1. Le strutture e i servizi socio assistenziali sono autorizzati dai Comuni competenti per territorio in conformità alle disposizioni di cui alla presente legge e del regolamento regionale.

Esempio 2: legge regionale Calabria 5 dicembre 2003, n.23

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art. 241. I servizi e le strutture a ciclo residenziale o semi-residenziale gestite dagli Enti pubblici o dai

soggetti di cui al precedente art. 1, comma 7 della presente legge [soggetti pubblici nonché, in qualità di soggetti attivi nella progettazione e nella realizzazione concertata degli interventi, Organismi non lucrativi di utilità sociale, Organismi della cooperazione, Organismi di volontariato, Associazioni ed Enti di promozione sociale, Fondazioni, Enti di patronato, e altri soggetti privati] sono autorizzati dai Comuni.

Nel workbench del sistema Sophia 2.1 abbiamo definito tre categorie semantiche: CONCESS, AZIONE-AUT, AUTORITA che descrivono rispettivamente i soggetti autorizzati, l'azione di autorizzazione e il soggetto autorizzante.

Abbiamo dunque definito nel modulo compounder alcune delle forme che abbiamo incontrato nei testi di legge regionale per descrivere i vari soggetti ai quali è rilasciata l'autorizzazione (ad esempio “I servizi e le strutture a ciclo residenziale o semi-residenziale”, “i servizi sociali ed assistenziali”, “i servizi sociali” ecc assegnando a ciascuna fra esse la categoria semantica CONCESS.

Analogamente abbiamo definito sempre nel compounder (modulo deputato alla definizione di parole singole o sintagmi) le varie forme che individuano l’autorità che emette l’autorizzazione (nel nostro caso è sempre il Comune) e abbiamo assegnato ad esse la categoria semantica AUTORITA.

Quanto alle forme verbali con le quali si descrive l’azione di autorizzazione, a ciascuna di esse è stata assegnata la categoria semantica AZIONE-AUT nel modulo LexSem.

Successivamente abbiamo scritto una regola di riconoscimento valida per i due esempi sopra riportati nel modulo Semantic Handler:

CONCESS:vconc+[M_ALLCAT]+AZIONE-AUT:vazione+PX+AUTORITA:vlautorita

Ad ognuna delle categorie semantiche suddette è poi associata una variabile vconc, vazione, vlautorita in grado di associare ad ogni elemento rappresentato dalla categoria semantica un certo valore.

Altre categorie presenti nel pattern sopra descritto, definiscono alcune espressioni linguistiche presenti nei testi di riferimento (M_ALLCAT o PX) ma che non vogliamo estrarre come rilevanti.

LexLooter un prototipo per la comparazione dello stato legislativoIl linguaggio UML (UML 2.0). si presta a più di una applicazione in campo giuridico. In particolare i

diagrammi delle classi si sono dimostrati efficaci per la modellazione dell'atto normativo, della struttura

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del testo della legge e della disposizione di modifica così come la annotazione costituita dal diagramma degli oggetti. Uno di tali diagrammi è stato usato per ognuna delle leggi analizzate al fine di istanziare il modello e validarlo.

Proprio dalla collaborazione tra il Dipartimento di Sistemi e Informatica e l'Istituto di Teoria e Tecniche dell'Informazione Giuridica del CNR è nato il prototipo LexLooter.

Tale prototipo, messo a punto dagli ingegneri Spinicci e Boschi15, si serve della metodologia UML per modellare il testo della legge e le disposizioni di modifica alla quale questa è sottoposta.

LexLooter, grazie anche all’applicazione di strumenti di Natural Language Processing per l'analisi delle strutture linguistiche dei testi normativi, consente il riconoscimento automatico delle disposizioni di modifica testuale esplicita e il loro inserimento nel testo originale, con la possibilità di visualizzare il testo normativo vigente ad una certa data.

Infatti grazie all'interfacciamento con il prototipo Lexedit XXI, che consente il riconoscimento della struttura formale del testo di una legge e di una disposizione di modifica e la relativa marcatura XML, LexLooter è in grado di istanziare il modello UML della legge che subisce la modifica e della disposizione modificante, creando infine il modello della nuova norma che nasce dal coordinamento fra le due16.

15 L. Boschi, "Estrazione e modellazione dell'informazione giuridica mediante tecniche di analisi del linguaggio naturale", tesi di Laurea, Firenze, 2005.

16 P. Mercatali, F. Romano, L. Boschi, E. Spinicci, Automatic Translation from textual representation of laws to formal models through UML. In atti del convegno 18th Annual Conference on Legal Knowledge and Information Systems (JURIX 2005).

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Il testo normativo, infatti, non è sequenziale e per la sua lettura e comprensione è indispensabile ricostruirne la sequenza temporale e concettuale, in particolare coordinando fra loro le diverse modifiche al testo succedutesi nel tempo.

L’applicazione di questa metodologia in campo giuridico mi pare possa proporsi in almeno altre 4 direzioni.1) La prima direzione, verso la quale tendere è quella di definire anche altri modelli di norma giuridica, ai fini di una loro formalizzazione in UML, oltre a quelli definiti (disposizioni di modifica e riferimento testuale esplicito) per la realizzazione di LexLooter.2) La seconda direzione potrebbe essere quella di sperimentare tale metodologia anche nel campo amministrativo, in quanto tale settore offre una grande quantità di modelli di atti ben formalizzabili.3) Questa metodologia di rappresentazione del testo normativo, sembra poi prestarsi ad altre interessanti applicazioni in particolare per la verifica della correttezza, coerenza e precisione del discorso normativo e degli elementi che lo compongono.4) L'esperienza fatta con LexLooter ci ha dimostrato che è possibile formalizzare per mezzo di diagrammi delle classi e degli oggetti, atti normativi e all'interno di essi disposizioni normative ben definite (nel nostro caso le disposizioni di modifica).

Analogamente dovrebbe essere possibile definire anche elementi e attributi dell’atto normativo e di una disposizione normativa.La formalizzazione di tali entità dovrebbe dunque permetterci anche di definire le relazioni ed i vincoli che sussistono tra queste.Si potrebbero così descrivere le relazioni di successione in un atto normativo.Tali relazioni impongono ad esempio, che la disposizione che contiene un precetto preceda la sanzione ad essa relativa o che la disposizione di entrata in vigore segua la disposizione di cui determina la vigenza o anche che la disposizione definitoria preceda le altre disposizioni che richiamano l’elemento definiens della disposizione definitoria.

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13) Maria Teresa Sagri, L'evoluzione delle risorse linguistiche nel reperimento dell'informazione giuridica in N. Palazzolo (a cura di), "Lingua giuridica e tecnologie dell'informazione" Napoli, Esi, 2006

14) Daniela Tiscornia, Strumenti intelligenti per l'accesso all'informazione giuridica su Internet. Una visione 'sostanziale' del diritto di accesso alla legge. http://www.jei.it/approfondimentigiuridici/notizia.php?ID_articoli=55

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18) P. Mercatali, F. Romano, L. Boschi, E. Spinicci, Automatic Translation from textual representation of laws to formal models through UML. In atti del convegno 18th Annual Conference on Legal Knowledge and Information Systems (JURIX 2005);

19) T. Agnoloni, L. Bacci, E. Francesconi, P. Spinosa, D. Tiscornia, S. Montemagni, G. Venturi Building an ontological support for multilingual legislative drafting, JURIX 2007: The 20th Anniversary International Conference on Legal Knowledge and Information Systems December 12-15, 2007 - Leiden University, The Netherlands

20) E. Francesconi, D. Tiscornia Construction of a legal domain ontology for multilingual legislative drafting: the DALOS Project Workshop on Legal Ontology Building October 18th, 2007 - Barcelona.

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