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PROGETTO DIOCESANO PER L’ESTATE RAGAZZI 2015 Ambientazione narrativa: “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono

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PROGETTO DIOCESANO PER L’ESTATE RAGAZZI 2015

Ambientazione narrativa:

“L’uomo che piantava gli alberi”

di Jean Giono

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STRUTTURA DEL PROGETTO

Il progetto è strutturato su 10 giornate, che ogni realtà può spalmare come vuole, a seconda dei propri

tempi. Nel progetto sono inserite molte idee e molti spunti, ma ricordiamo che ogni gruppo può decidere

come utilizzarlo. In ogni giornata troverete questa struttura:

PAROLA CHIAVE: o meglio frase chiave che racchiude i temi principali della giornata

COMMENTO alla parola chiave e alla drammatizzazione: è un breve commento con il significato della

parola chiave e della storia di quella giornata. Questo passaggio è molto importante per gli educatori in

modo che possano accompagnare i bambini a comprendere il tema.

STORIA: l’ambientazione narrativa scelta è “L’uomo che piantava gli alberi” di Jean Giono. Troverete la

parte del racconto che guida la giornata e permette di sviluppare le tematiche. In un allegato a parte

troverete anche la drammatizzazione. Le scenette scritte sono state arricchite con dialoghi e personaggi che

nel libro non si trovano, ma abbiamo ritenuto necessario inserirle per poter mettere in scena la storia.

Ricordiamo che la drammatizzazione, a seconda del vostro gruppo, può essere svolta in modalità diverse e

varie, ad esempio la lettura animata, oppure le scenette, o ancora una recitazione muta con voce del

narratore ecc.

PREGHIERA: per curare il momento della preghiera proponiamo alcuni brani della Bibbia, che richiamano la

parola chiave, e alcune preghiere. Non sarebbe male inserire anche qualche canto che possa animare

questo momento di spiritualità.

IMPEGNO PERSONALE: è un impegno che ogni bambino si prende durante la giornata. Per fare in modo che

i bambini siano spinti a farlo veramente, suggeriamo di far attaccare un biglietto/post it su un grande

cartellone, non appena hanno compiuto quel gesto nell’arco della giornata.

MISSIONE DI GRUPPO: a differenza dell’impegno personale, la missione è qualcosa che i bambini fanno

insieme. Saranno dei gesti concreti legati alla custodia del creato e hanno come obiettivo quello di dare

continuità all’atteggiamento imparato, in modo che possa anche essere proposto nelle famiglie e che possa

rimanere nei luoghi e negli spazi delle nostre realtà.

ATTIVITA’: le attività saranno inerenti al tema della giornata e differenziate per elementari e medie,

mantenendo però la stessa storia come sfondo comune.

GIOCHI: ultimo ma non meno importante, per il momento del gioco proponiamo varie idee di giochi più o

meno strutturati e a tema con ciò che viene affrontato durante la giornata. E’ importante adattare il gioco a

seconda della propria realtà (spazi, ragazzi, educatori ecc.)

Oltre a questo file con le 10 giornate, troverete anche alcuni allegati che riguardano:

- DRAMMATIZZAZIONE

- ALLEGATI con attività per alcune giornate, suggerimenti di film, uscite, siti internet.

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GIORNATA 1

PAROLA CHIAVE: Riconoscersi creati e riconoscere che il creato è un dono di Dio

COMMENTO alla parola chiave e alla drammatizzazione: Gianni si è ritrovato in un luogo in cui l’ambiente è

arido e secco, deserto e triste.. rispecchia i pochi abitanti dei villaggi che sono sempre in conflitto tra loro, rispondono male e non sono disponibili. C’è egoismo e concorrenza su tutto. Ambiente e relazioni sono quindi influenzate a vicenda: in un luogo in cui le persone si dimenticano di Dio Padre, smettono di prendersi cura dei doni che hanno ricevuto. Non solo l’ambiente è arido, ma anche il cuore di chi si dimentica di Dio. Gianni però non si lascia scoraggiare da questo: lui cerca segni di vita anche in quel deserto. Vogliamo quindi riconoscerci creati da Dio per accogliere con gioia il Creato che ci ha affidato.

STORIA: Una quarantina circa di anni fa, stavo facendo una lunga camminata, tra cime assolutamente sconosciute ai turisti, in quella antica regione delle Alpi che penetra in Provenza. Questa regione è delimitata a sud-est e a sud dal corso medio della Durance, tra Sisteron e Mirabeau; a nord dal corso superiore della Drome, dalla sorgente sino a Die; a ovest dalle pianure del Comtat Venaissin e i contraffarti del Monte Ventoux. Essa comprende tutta la parte settentrionale del dipartimento delle Basse Alpi, il sud della Drome e una piccola enclave della Valchiusa. Si trattava, quando intrapresi la mia lunga passeggiata in quel deserto, di lande nude e monotone, tra i milledue e i milletrecento metri di altitudine. L'unica vegetazione che vi cresceva era la lavanda selvatica. Attraversavo la regione per la sua massima larghezza e, dopo tre giorni di marcia, mi trovavo in mezzo a una desolazione senza pari. Mi accampai di fianco allo scheletro di un villaggio abbandonato. Non avevo più acqua dal giorno prima e avevo necessità di trovarne. Quell'agglomerato di case, benché in rovina, simile a un vecchio alveare, mi fece pensare che dovevano esserci stati, una volta, una fonte o un pozzo. C'era difatti una fonte, ma secca. Le cinque o sei case, senza tetto, corrose dal vento e dalla pioggia, e la piccola cappella col campanile crollato erano disposte come le case e le cappelle dei villaggi abitati, ma la vita era scomparsa. Era una bella giornata di giugno, molto assolata ma, su quelle terre senza riparo e alte nel cielo, il vento soffiava con brutalità insopportabile. I suoi ruggiti nelle carcasse delle case erano quelli d'una belva molestata durante il pasto. (…) Conoscevo perfettamente il carattere dei rari villaggi di quella regione. Ce ne sono quattro o cinque sparsi lontani gli uni dagli altri sulle pendici di quelle cime, nei boschi di querce al fondo estremo delle strade carrozzabili. Sono abitati da boscaioli che producono carbone di legno. Sono posti dove si vive male. Le famiglie, serrate l'una contro l'altra in quel clima di una rudezza eccessiva, d'estate come d'inverno, esasperano il proprio egoismo sotto vuoto. L'ambizione irragionevole si sviluppa senza misura, nel desiderio di sfuggire a quei luoghi. Gli uomini portano il carbone in città con i camion, poi tornano. Le più solide qualità scricchiolano sotto quella perpetua doccia scozzese. Le donne covano rancori. C'è concorrenza su tutto, per la vendita del carbone come per il banco di chiesa, per le virtù che lottano tra di loro, per i vizi che lottano tra di loro e per il miscuglio generale dei vizi e delle virtù, senza posa. Per sovrappiù, il vento altrettanto senza posa irrita i nervi. Ci sono epidemie di suicidi e numerosi casi di follia, quasi sempre assassina.

IMPEGNO PERSONALE: Oggi mi impegno a guardarmi intorno cercando di accorgermi dei doni che Dio mi ha fatto,

anche nelle piccole difficoltà. Per questi gli sono grato e mi impegno a non indurire il mio cuore a Dio e agli altri, ma ad essere gentile e disponibile verso tutti.

PREGHIERA: Lettura: Genesi capitolo 1 / Genesi 2, 7-9; 15 Signore, grazie per il tuo amore, grazie per la mano che continuamente ci tendi; grazie perché ci ami nonostante le nostre miserie e la nostra ingratitudine; grazie perché continui ad amarci anche quando rifiutiamo il tuo amore. Grazie per tutti i doni, gli affetti, la musica, le cose belle.

Grazie per il dono del tuo figlio Gesù, che si è fatto uomo per ridarci la tua amicizia; grazie perché egli ha voluto restare con noi nel sacramento dell'Eucaristia. Grazie per la vita eterna che hai seminato in noi; grazie per tutti i tuoi doni, Signore. Amen

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MISSIONE DI GRUPPO: RICICLO e RIUSO (raccolta di materiali)

La nostra missione oggi è raccogliere più materiali di riciclo possibile! Anziché gettare tutto nella spazzatura, selezioniamo i materiali: c’è qualcosa che ci può servire e che si può riutilizzare? Raccogliamo questi materiali e li suddividiamo. Ci accorgeremo di quante cose spesso gettiamo inutilmente, anziché riciclarle! Tutto ciò che i bambini trovano può essere messo all’interno di un cestone e poi dedicare un po’ di tempo allo smistamento degli oggetti. Oppure si possono creare contenitori con scatole o barattoli di recupero e suddividere varie categorie di oggetti: in questo modo i bambini e i ragazzi sapranno cosa raccogliere e dove posizionarlo. ATTENZIONE: i materiali raccolti sono da tenere per l'attività creativa della giornata 3.

ATTIVITA’ ELEMENTARI: ATTIVITA’ SULL’ “ESSERE CREATI” Come prima attività di presentazione, proponiamo una modalità che aiuti i bambini a rendersi conto di essere loro stessi un dono di Dio, creati da un Padre. Riconoscere ciò è il primo passo per comprendere che anche il creato è un dono, che impareranno a custodire durante l’ER. Suddivisi in gruppi, viene chiesto ai bambini di rappresentarsi e presentarsi attraverso modalità creative: disegni, colori, materiali vari, materiali della natura (sassi, rametti, foglie etc…) argilla/dash, mettendo in luce le proprie caratteristiche fisiche, i tratti del loro carattere, i gusti personali, le passioni e gli interessi. Per aiutarli a entrare nel tema dell’ER, Si chiede inoltre a ciascuno: “se fossi un elemento della natura, sarei…. perchè……”. L’educatore chiederà quindi ai bambini “quali caratteristiche sono scelte da loro” (i gusti, gli interessi…) e quali invece non dipendono da una loro scelta. Queste ultime quindi (caratteristiche fisiche, lati del carattere) sono il segno evidente che li aiuta a riconoscersi creati da Dio. N.B. Con particolare attenzione ai bambini che vivono situazioni difficili in casa (separazioni, lutti etc..), con questa attività si possono anche aiutare i piccoli a riconoscere nei genitori le persone che ci hanno generato, accudito, e dalle quali abbiamo preso aspetti significativi (esteriori e interiori). Inoltre spesso i bambini e ragazzi fanno fatica a raccontare chi sono i loro genitori, che lavoro fanno… perchè risentono della mancanza di dialogo e di racconto in famiglia (soprattutto a tavola). Con questa attività possiamo aiutarli a conoscere meglio loro stessi e i loro genitori! ATTIVITA’ SUL CREATO Disegna e/o descrivi il paese/quartiere in cui vivi (ambiente, luogo, case, persone ecc.), raccontando aspetti positivi e negativi. Dai disegni e dalle descrizioni si può cominciare una riflessione di gruppo.. Alcune domande guida possono essere: in che tipo di ambiente vivi? Cosa puoi fare per renderlo più bello e migliorarlo? Delle cose che hai disegnato, quali pensi che ti abbia donato Dio? Pensi che qualcosa dovrebbe cambiare o essere diverso? Ti prendi cura del luogo e delle persone attorno a te o fai fatica? Per i bambini più piccoli può essere più semplice cerchiare con colori diversi gli elementi del disegno (es: cerchia di giallo tutto ciò che secondo te è un dono di Dio..). I bambini un po’ più grandi potrebbero invece rispondere a delle domande e magari accorpare ciò che viene detto e disegnato in un cartellone che alla fine riassume un po’ le cose che sono venute fuori.

ATTIVITA’ MEDIE: ATTIVITA’ SULL’ “ESSERE CREATI” L’attività di presentazione per i ragazzi 11-14 riprende gli obiettivi di quella proposta per le elementari, ma li aiuta anche a rendersi conto della qualità positive che essi hanno, e che spesso non riconoscono. Si suggerisce quindi di far svolgere la rappresentazione di sè stessi attraverso metodi creativi adatti alla loro età (collage, fotografie….) e di confrontarsi con le stesse domande. A conclusione, inoltre, a ognuno è chiesto di scrivere: - 3 qualità personali; - 3 qualità di un amico presente nel gruppo. - oppure: “se fossi un elemento della natura, sarei…. perchè……” (sia per se stessi, sia per un loro compagno) Al termine ognuno è chiamato a condividere le proprie qualità personali e ad ascoltare quelle individuate dal proprio compagno. In questo modo sperimenteranno che ciascuno di loro ha molti talenti, doni di Dio, che spesso fanno fatica a riconoscere.

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ATTIVITA’ SUL CREATO Scopri, riscopri, incontra e racconta il paese/quartiere in cui vivi. Riprendendo il commento alla drammatizzazione, per i ragazzi 11- 14 suggeriamo di effettuare concretamente una visita del proprio territorio (possibilmente muniti di macchine fotografiche e taccuini per gli appunti) per osservarlo e descriverlo nei suoi aspetti positivi e negativi (degrado, incuria etc…) Al termine della visita, i ragazzi si dividono in gruppi e rappresentano su un cartellone ciò che hanno visto, aiutati da alcune domande:

in che tipo di ambiente vivi?

Quali sono gli elementi negativi, brutti, degradati? Quali invece quelli positivi?

Cosa puoi fare per renderlo più bello e migliorarlo?

quali elementi dell’ambiente che hai visitato pensi che ti abbia donato Dio?

Ti prendi cura del luogo e delle persone attorno a te o fai fatica?

Conosci le persone che vivono nel tuo quartiere/paese? Chi sono…? Racconta. L’attività proposta può essere anche tramutata in un grande gioco, con una caccia al tesoro fotografica nel quartiere/parrocchia alla ricerca dei luoghi più significativi (positivi e negativi). In questo caso la scelta sarà più guidata dagli educatori ma i ragazzi saranno aiutati a focalizzarsi sulle questioni più rilevanti.

GIOCHI:

“Indovina chi” (umano) Per riprendere il significato dell’attività sull’essere creati proponiamo una versione umana di indovina chi, in cui emergono le caratteristiche di ogni persona. Si consiglia di aiutare i ragazzi a riprendere gli aspetti affrontati nell’attività, sottolineando se chiedere una caratteristica personale, o qualcosa che invece è stato ricevuto in dono. È simile al classico gioco in scatola, ma i personaggi sono reali! I bambini sono divisi in due squadre con lo stesso numero di componenti. I bambini si posizionano in piedi, una squadra di spalle all’altra. Ogni squadra guarderà quindi verso un proprio caposquadra, che per vincere dovrà riuscire ad indovinare un giocatore della squadra avversaria scelto dall’educatore. L’educatore dice all’orecchio del caposquadra A un componente della squadra B, e al caposquadra B dice un componente della squadra A. Poi si dà il via al gioco: parte un caposquadra e deve porre una domanda a cui si può rispondere solo Sì o NO. In base alla risposta i bambini dovranno sedersi o restare in piedi (es: ha gli occhiali? Se sì, si siedono quelli senza occhiali; se no, si siedono quelli con gli occhiali). Poi tocca all’altro caposquadra e così via. Vince la squadra che prima dell’altra indovina il personaggio. Si possono fare più manche, cambiando ogni volta i capisquadra.

Architetture / Costruzioni viventi Per giocare anche sul creato che abbiamo ricevuto in dono, proponiamo architetture: i bambini si cimenteranno a rappresentare diversi ambienti e luoghi (naturali e non). I giocatori sono divisi in gruppi. L’educatore affida ad ogni gruppo una parola che i bambini dovranno rappresentare con i propri corpi. Le parole riguarderanno costruzioni, arredamenti, ambienti, natura, luoghi ecc. Ogni squadra presenta il suo "quadro" ed è importante che ogni bambino abbia un ruolo e sia coinvolto in qualche compito. Al termine della composizione, gli altri tenteranno di scoprire di che si tratta. Esempi di ambienti/costruzioni: montagna, mare, parco, salotto, ristorante, scuola, fiume, treno, chiesa, piazza, fattoria, acqua, cibo, rifiuti, discarica….

Giochi vari di conoscenza:

- Bastone: in cerchio, una persona ha in mano un bastone fatto da un giornale arrotolato (al centro). Con il giornale dovrà toccare la testa una persona e questa per evitarlo deve chiamare in fretta un altro nome, che a sua volta, per evitare il bastone, deve chiamare subito un’altra persona e così via. Chi viene chiamato per nome insomma deve chiamare subito qualcun altro, per evitare di essere toccato in testa dal giornale. Chi viene toccato dovrà andare al centro del cerchio e si ricomincia.

- Gomitolo: in cerchio; uno alla volta parla velocemente di sé stesso; quando ha finito lancia un gomitolo di

lana (che aveva in mano) ad un’altra persona, dopo essersi legato un filo al polso. La persona che prende il gomitolo parla di sé e poi (dopo aver annodato il filo sempre al polso) lo lancia ancora ad un altro. Alla fine del giro, si cerca di sciogliere la ragnatela passando sopra e sotto il filo. Si può anche fare (se si è in un gruppo non nuovo) che chi prende il gomitolo, deve parlare non di se stesso ma della persona che glielo ha lanciato. In questo caso, chi inizia, parlerà alla fine dell’ultimo che riceve il gomitolo.

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- Bang: in cerchio e in piedi, un giocatore è al centro è deve “sparare” a qualcuno dicendo il nome. Chi è stato

chiamato si deve abbassare per non essere colpito e i due giocatori vicini (uno a destra e uno a sinistra) per salvarsi devono dire velocemente il nome dell’altro. Chi lo dice per primo vince. L’altro ha perso e si siede. Alla fine resteranno solo due giocatori che faranno la sfida finale mettendosi di schiena, uno contro l’altro. Si conteranno 5 passi e al via si dovranno girare e sparare dicendo il nome dell’altro. Chi lo dice per primo vince.

GIORNATA 2

PAROLA CHIAVE: Conoscenza e cura di sé, condivisione e ospitalità

COMMENTO alla parola chiave e alla drammatizzazione: Gianni incontra un personaggio particolare. In un

luogo che sembra dominato dalla non curanza e dall’indifferenza, Gianni viene accolto ed ospitato da un pastore. E’ un personaggio di poche parole, un po’ misterioso, che senza farsi troppi problemi condivide ciò che ha con Gianni (gli dà l’acqua, mangiano insieme e lo ospita a dormire). Il pastore è diverso dagli altri personaggi che Gianni ha incontrato in quel luogo: Elzéard si prende cura di sé, della sua casa, del suo gregge. Anche noi vogliamo imparare ad accogliere, ad ospitare e a condividere. Scopriremo così che è una bella occasione per aprirsi agli altri.

STORIA: Dovetti riprendere la marcia. Cinque ore più tardi, non avevo ancora trovato acqua e nulla mi dava speranza di trovarne. Dappertutto la stessa aridità, le stesse erbacce legnose. Mi parve di scorgere in lontananza una piccola sagoma nera, in piedi. La presi per il tronco d'un albero solitario. A ogni modo mi avvicinai. Era un pastore. Una trentina di pecore sdraiate sulla terra cocente si riposavano accanto a lui. Mi fece bere dalla sua borraccia e, poco più tardi, mi portò nel suo ovile, in una ondulazione del pianoro. Tirava su l'acqua, ottima, da un foro naturale, molto profondo, al di sopra del quale aveva installato un rudimentale verricello. L'uomo parlava poco, com'è nella natura dei solitari, ma lo si sentiva sicuro di sé e confidente in quella sicurezza. Era una presenza insolita in quella regione spogliata di tutto. Non abitava in una capanna ma in una vera casa di pietra, ed era evidente come il suo lavoro personale avesse rappezzato la rovina che aveva trovato al suo arrivo. Il tetto era solido e stagno. Il vento che lo batteva faceva sulle tegole il rumore del mare sulla spiaggia. La casa era in ordine, i piatti lavati, il pavimento di legno spazzato, il fucile ingrassato; la minestra bolliva sul fuoco. Notai anche che l'uomo era rasato di fresco, che tutti i suoi bottoni erano solidamente cuciti, che i suoi vestiti erano rammendati con la cura minuziosa che rende i rammendi invisibili. Divise con me la minestra e, quando gli offrii la borsa del tabacco, mi rispose che non fumava. Il suo cane, silenzioso come lui, era affettuoso senza bassezza. Era rimasto subito inteso che avrei passato la notte da lui; il villaggio più vicino era a più di un giorno e mezzo di cammino.

PREGHIERA Brano: dal Vangelo secondo Marco (2,13-17) Signore, quando ho fame, dammi qualcuno che ha bisogno di cibo; quando ho sete, mandami qualcuno che ha bisogno di una bevanda; quando ho freddo, mandami qualcuno da scaldare; quando ho un dispiacere, offrimi qualcuno da consolare; quando la mia croce diventa pesante, fammi condividere la croce di un altro; quando sono povero, guidami da qualcuno nel bisogno; quando non ho tempo, dammi qualcuno che io possa aiutare per qualche momento; quando sono umiliato, fa' che io abbia qualcuno da lodare; quando sono scoraggiato, mandami qualcuno da incoraggiare; quando ho bisogno della comprensione degli altri, dammi qualcuno che ha bisogno della mia; quando ho bisogno che ci si occupi di me, mandami qualcuno di cui occuparmi; quando penso solo a me stesso, attira la mia attenzione su un'altra persona. (Madre Teresa)

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IMPEGNO PERSONALE: Oggi mi impegno a vivere i momenti di convivialità, soprattutto il PRANZO e la MERENDA,

come opportunità per conoscere gli altri: cerco di non pensare solo a me, mangiando in modo egoistico, ma di vivere un bel momento di condivisione insieme a chi mi è attorno. Mi impegno anche ad avere attenzione delle cose che uso durante la giornata: riordino ciò che utilizzo, pulisco e non lascio sporco il luogo.

MISSIONE DI GRUPPO: Ridurre gli sprechi di CIBO

Si costruiscono alcune regole comuni per cucinare e mangiare insieme! 1) Prendo nel piatto solo quello che so di riuscire a finire 2) Non butto il cibo, ma trovo un modo per condividerlo con chi è a tavola con te, o per donarlo a chi ne ha bisogno. 3) Il pranzo non è il gioco. Quali sono le differenze? Quali sono le cose in comune, doni che ci sono fatti? Scoprite insieme ai bambini quali sono questi aspetti con un breve gioco (da fare prima del pranzo) in cui viene dato un elenco di caratteristiche che devono suddividere tra quelle “solo del gioco”, “solo del pranzo”, e quelle “comuni ad entrambi”. I bambini comprendono così che pranzo e gioco sono 2 momenti diversi, che hanno particolari caratteristiche che dobbiamo rispettare per stare bene insieme. CARATTERISTICHE DEL GIOCO: divertimento, stare insieme, partecipare, vincere, mettersi in gioco, condividere, conoscere gli altri, rispettare le regole, essere sè stessi, correre, sfogarsi, fare movimento, collaborare, fare quello che ti piace, ringraziare, mettere a posto, fidarsi degli altri CARATTERISTICHE del PRANZO: condividere, conoscere gli altri, nutrirsi, dissetarsi, riposarsi, stare tranquilli, rispettare le regole, gustare, ringraziare, ascoltare, raccontare, scegliere, apparecchiare, sparecchiare

ATTIVITA’ ELEMENTARI: ATTIVITA’ – GIOCO DELL’OSPITALITA’ I bambini vengono divisi in due o più squadre e ad ognuna viene affidato un luogo (una saletta/angolo del prato o altro.. anche se è uno spazio non ordinato). Prima di dare il via al gioco si racconta ai bambini che sta per arrivare un ospite che dovremo accogliere e che ci ha chiesto di fermarsi un po’ da noi. Al via ogni squadra potrà quindi iniziare a preparare con cura e attenzione l’ambiente che gli è stato affidato: pulisce, ordina, sistema, decora, crea, prepara, inventa ecc.. Ai bambini non viene chiesto di creare un luogo “perfetto”, ma di curare con semplicità un ambiente per poter accogliere un ospite, usando impegno e attenzione. Allo stop del gioco arriverà l’ospite (un educatore magari travestito o un altro personaggio della parrocchia...) che verrà accolto a turno dalle squadre e potranno avere a disposizione qualche minuto per ospitarlo nella loro casa (tipo una breve scenetta). Ogni squadra avrà un punteggio in base ad alcuni criteri, ad esempio: impegno, collaborazione, fantasia, cura e attenzione nel creare lo spazio per accogliere l’ospite. Vince la squadra che ottiene il punteggio più alto. A fine gioco le squadre si radunano e si consiglia di riflettere insieme sulla dinamica dei gruppi: come abbiamo lavorato? Hanno collaborato tutti? Ci siamo impegnati? Abbiamo avuto delle idee belle e creative? Se ci sono stati dei problemi, come li abbiamo affrontati? Può essere anche una breve condivisione.. questo momento potrà aiutare i bambini ad avere cura anche del loro modo di giocare e di confrontarsi insieme agli altri.

ATTIVITA’ MEDIE: ATTIVITA’ SULLA “CONOSCENZA DI Sè” SUL RAPPORTO CON IL CIBO Attraverso varie modalità a scelta (fra cui consigliamo quella dell’intervista doppia “stile Iene”) si sottopongono ai ragazzi/e alcune di queste domande, per farli riflettere sul proprio rapporto con il cibo, e con se stessi. La prima domanda, riprendendo però, l’attività del giorno precedente, dovrebbe essere: “Se fossi un alimento o una bevanda sarei…… perchè…..”

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ATTIVITà SULL’OSPITALITà / CONOSCENZA DELL’ALTRO Gli educatori invitano una persona proveniente da un altro contesto culturale, presente nella propria comunità/quartiere/paese per incontrare i ragazzi e insegnare loro un piatto tipico della propria tradizione. OSPITALITA’ 1° parte: Prima dell’arrivo della persona, e senza che ne sia svelata l’identità, vengono dati ai ragazzi (divisi in gruppi) alcuni indizi sull’ospite. Sulla base di ciò, viene chiesto ai gruppi di preparare con cura una tavola apparecchiata per accogliere al meglio l’ospite (pulire, ordinare, sistemare, decorare, inventare etc). All’arrivo dell’ospite, sarà lui a incontrare i vari gruppi, a esserne ospitato e a valutare l’ospitalità ricevuta secondo alcuni criteri ( fantasia, cura e attenzione alla persona…). Questa valutazione si integrerà però con un’autovalutazione del gruppo (aiutati dall’educatore) sull’impegno e sulla collaborazione. 2° parte L’ospite coinvolgerà e insegnerà ai ragazzi a cucinare uno o più piatti tipici della propria cultura da CONSUMARE PER MERENDA o da distribuire alle famiglie. I piatti scelti devono naturalmente essere semplici, a misura di ragazzo e della strumentazione a disposizione nelle varie parrocchie. Per cucinare seguiamo, e spieghiamo le regole principali per stare in cucina e per condividere insieme questo momento.

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VARIANTE: Se non vi è possibile invitare una persona, suggeriamo:

alcuni piatti tipici Biblici, grazie ai quali recuperare la storia del popolo di Gesù, le abitudini del tempo (che ci permettono di capire meglio il significato di molti gesti del Vangelo) ma soprattutto il cibo come veicolo di altri messaggi e legame tra l’uomo e la sfera del divino. Trovate tutte le ricette, con le relative spiegazioni al seguente link: http://www.unattimodipace.it/bibbia-in-cucina

GIOCHI:

Amebe Per sperimentare, sotto forma di gioco, l’ospitare qualcuno, proponiamo amebe. I bambini formano delle coppie e si tengono per mano in tanti piccoli cerchi chiusi formati da due persone. Le coppie si spargono per tutto il campo da gioco. Al via dell’educatore, ogni gruppo dovrà correre e spostarsi cercando di “catturare” un altro bambino nel proprio cerchio: è necessario che i bambini non stacchino mai le mani. Per catturare un bambino dovranno avvicinarsi ad un gruppo, alzare le braccia ed inglobarlo nel proprio cerchio. Chi viene catturato da un gruppo entrerà a farne parte. Allo stop del gioco vince il gruppo con più bambini. Si possono fare più manche.

Ami i tuoi vicini (versione: ospiti i tuoi vicini) I bambini sono disposti in cerchio con le sedie. Tutti sono seduti, tranne un giocatore che rimane al centro senza la sedia. Egli dovrà domandare ad un bambino: “ospiti i tuoi vicini?” e il giocatore seduto potrà rispondere: Sì o NO. Se risponde di Sì, i due bambini seduti al suo fianco (uno a destra e uno a sinistra), dovranno velocemente scambiarsi di posto, mentre il bambino al centro cercherà di sedersi su una delle loro sedie. Se invece risponde NO, il giocatore al centro chiede: “allora chi ospiti?” e il bambino seduto dovrà rispondere: “ospito tutti quelli che...” completando la frase con qualche caratteristica. Tutti coloro che hanno la caratteristica che è stata detta dovranno alzarsi e scambiarsi velocemente di posto (non nelle sedie dei vicini), mentre il giocatore al centro cerca di trovare un posto a sedere. Chi rimane in piedi senza la sedia dovrà andare al centro e fare la domanda a chi vuole.

Quando-dove-come-perché (indovinelli su cibi o oggetti della casa) I bambini vengono divisi in squadre. Gli educatori faranno degli indovinelli in stile “come, quando, dove e perchè” (quiz di reazione a catena). Un portavoce della squadra, dopo essersi consultato con i compagni, dovrà correre e prenotarsi in qualche modo (es: scoppiare palloncino, battere un cucchiaio su una pentola, suonare una maracas ecc..) e dire la parola. Gli indovinelli vengono fatti in sequenza: all’inizio viene detto solo l’indizio del “quando” e i bambini potranno comunque tentare di dare delle risposte. Se la parola non è stata indovinata (dopo più tentativi) si darà anche l’indizio sul dove, poi sul come e perché. Si può pensare anche di dare un punteggio diverso in base a quando viene indovinata la parola: se la indovinano solo con l’indizio del quando = 4 punti, quando+dove = 3 punti, quando+dove+come = 2 punti, quando+dove+come+perché = 1 punto. Vince chi fa il punteggio più alto.

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Esempi di indovinelli: PIATTO Quando: nell’ora dei pasti Dove: in tavola Come: uno a testa Perché: per metterci dentro il cibo DIVANO Quando: la sera Dove: in salotto Come: comodi e rilassati Perché: per riposarci dopo una lunga giornata SVEGLIA Quando: la mattina Dove: nella tua camera Come: con un forte rumore Perché: per farti alzare dal letto SPECCHIO Quando: la mattina Dove: in casa Come: davanti a te Perché: per controllare se ti sei vestito bene

SCRIVANIA Quando: il pomeriggio Dove: nella tua stanza Come: con libri e quaderni Perché: per avere un piano su cui fare i compiti LASAGNE Quando: quando è festa Dove: dalla nonna Come: con gli strati pieni di ragù e besciamella Perché: perchè è un piatto molto buono NUTELLA Quando: durante la merenda Dove: in cucina Come: con un cucchiaino Perché: per assaporare una buona crema di nocciole PIZZA Quando: a cena Dove: fuori o dentro casa Come: in un cartone Perché: perché hai voglia di pomodoro e mozzarella

GIORNATA 3

PAROLA CHIAVE: Osservare e scegliere

COMMENTO alla parola chiave e alla drammatizzazione: Gianni osserva il pastore, che compie un lavoro molto

meticoloso: sceglie con molta cura le ghiande, le esamina, le osserva, le seleziona. Fa tutto questo con molta attenzione e precisione: è tutta la preparazione che, come vedremo, precede il coltivare. Ciascuno di noi vive dei momenti in cui si sente chiamato a osservare e scegliere con cura. Ci vuole impegno e coraggio, vogliamo provarci anche noi!

STORIA: Il pastore che non fumava prese un sacco e rovesciò sul tavolo un mucchio di ghiande. Si mise a esaminarle l'una dopo l'altra con grande attenzione, separando le buone dalle guaste. Io fumavo la pipa. Gli proposi di aiutarlo. Mi rispose che era affar suo. In effetti: vista la cura che metteva in quel lavoro, non insistetti. Fu tutta la nostra conversazione. Quando ebbe messo dalla parte delle buone un mucchio abbastanza grosso di ghiande, le divise in mucchietti da dieci. Così facendo, eliminò ancora i frutti piccoli o quelli leggermente screpolati, poiché li esaminava molto da vicino. Quando infine ebbe davanti a sé cento ghiande perfette, si fermò e andammo a dormire. La società di quell'uomo dava pace. Gli domandai l'indomani il permesso di riposarmi per l'intera giornata da lui. Lo trovò del tutto naturale o, più esattamente, mi diede l'impressione che nulla potesse disturbarlo. Quel riposo non mi era affatto necessario, ma ero intrigato e ne volevo sapere di più. Il pastore fece uscire il suo gregge e lo portò al pascolo. Prima di uscire, bagnò in un secchio d'acqua il sacco in cui aveva messo le ghiande meticolosamente scelte e contate.

PREGHIERA: Brano: Lc 12, 54-59

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Preghiera della serenità “Dio, concedimi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso, e la saggezza per conoscerne la differenza”

IMPEGNO PERSONALE: Oggi mi impegno ad avere gli occhi aperti verso gli altri e a compiere piccole scelte di bene:

decido di aiutare qualcuno in difficoltà, di non lamentarmi per ciò che non mi piace, di essere d’esempio per gli altri. Cerco di impegnarmi in quello che faccio senza litigare o brontolare.

MISSIONE DI GRUPPO: RACCOLTA DIFFERENZIATA

La nostra missione oggi è quella di realizzare i bidoni per fare la raccolta differenziata. Perché? I rifiuti sono composti da materiali diversi e fare la raccolta differenziata permette di riciclare e riutilizzare le materie prime. In questo modo si possono risparmiare molte risorse naturali. REALIZZIAMO I BIDONI aggiungendo cartelli con SCRITTE E IMMAGINI che ci spiegano meglio quali rifiuti gettare e in quale bidone. Suggeriamo di partire con la suddivisione dei principali rifiuti: - PLASTICA (imballaggi) - CARTA e CARTONE - LATTINE e barattoli metallici - VETRO - ORGANICO - INDIFFERENZIATO Possiamo anche aggiungere un bell’invito a gettare i rifiuti nel bidone giusto e caratterizzare ogni bidone con il proprio colore. Ci impegniamo a rispettare questa suddivisione e a fine giornata andremo a portare la spazzatura negli appositi cassonetti e campane. Per una corretta suddivisione dei rifiuti consigliamo di consultare il sito dell’hera: http://www.gruppohera.it/clienti/casa/casa_servizio_ambiente/casa_racc_diff/casa_tipo_rifiuti/3263.html

ATTIVITA’ ELEMENTARI: ATTIVITA’ CREATIVA Creare un oggetto (ad esempio un binocolo che richiama l’osservare, o anche altri oggetti “classici” come un portamatite o simili..) mettendo a disposizione più materiali creativi e di riciclo (es: pennarelli, tempere, stoffe, cartoncini, fogli, colla, scatole, forbici, bottiglie, tappi, bottoni, rotoli di carta igienica ecc..) e i bimbi sono liberi di scegliere quali preferiscono per creare il loro oggetto personalizzato. Ai bambini è chiesto di mettere molta cura e attenzione nel lavoro di riciclo, come il pastore ha prestato attenzione alla scelte delle ghiande.

ATTIVITA’ MEDIE: LE SCELTE PERSONALI Attività dell’isola deserta: Attraverso una breve scenetta degli educatori, ai ragazzi viene presentato la situazione di dover intraprendere un viaggio su un’isola deserta, con un equipaggiamento ridotto al minimo. Possono infatti portare con sè solo 3 cose che ritengono essenziali nella loro vita, per poter stare bene in quelle condizioni. Ogni ragazzo riflette così sulle proprie scelte, e di conseguenza, sull’essenzialità e sul valore che si danno alle cose e alle persone. LE SCELTE PER CUSTODIRE IL CREATO Attraverso questo gioco-attività i ragazzi sperimentano il valore e le scelte da compiere, per mettere in atto uno dei gesti più semplici ma importanti per la custodia del creato: la RACCOLTA DIFFERENZIATA. Proponiamo di seguito alcune possibili modalità

FAI LA DIFFERENZA: gli educatori predispongono vari oggetti di vari materiali, alcuni da differenziare, altri che si possono riutilizzare. Al via, ogni squadra deve sia scegliere quelli da conservare (motivando la risposta) sia

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differenziare al meglio quelli da non conservare (nei rispettivi contenitori). Vince la squadra che fa la differenziata migliore e che “riusa” al meglio gli oggetti presenti.

QUIZ SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA: divisi in squadre, i ragazzi devono rispondere a un quiz, indovinando la giusta collocazione di oggetti e materiali. Consigliamo di visionare il sito (o l’app) de “Il rifiutologo” per verificare le scelte. http://www.gruppohera.it/clienti/casa/casa_servizio_ambiente/casa_racc_diff/casa_rifiutologo/

Bandiera Genovese a 4 squadre: ogni squadra deve riconquistare per differenziare i materiali (suddivisi inizialmente anche negli altri campi). Vince la squadra che al fischio finale, ha il maggior numero di oggetti del proprio materiale (plastica/carta/legno/alluminio/indifferenziata

Calcola la tua impronta ecologica (VEDI ALLEGATO): Ognuno di noi, ogni giorno, lascia una traccia sull’ambiente del Pianeta. Proviamo a pensarci e a immaginare a che cosa corrisponde questa traccia. Quanto grande sarà? Forse dipende dalle nostre dimensioni, dallo “spazio” che occupa il nostro corpo. O forse dipende dal posto in cui viviamo, dalla nostra casa, o dalla stanza in cui si trovano la maggior parte delle cose che usiamo: vestiti, libri, giochi, mobili. In queste considerazioni mancano però alcune cose importanti: per vivere, tutti noi ogni giorno mangiamo e produciamo rifiuti, e usiamo energia per lavorare, per studiare, per muoverci, per riscaldare le case, per illuminarle, per divertirci guardando la Tv o usando il computer.

con questo semplice test (vedi allegati) ogni bambino/ragazzo, aiutato dagli educatori, potrà calcolare la propria impronta ecologica. N.B. Questa attività può essere “incominciata e introdotta all’ER” ma conclusa a casa, in famiglia, coinvolgendo i genitori nel dare le risposte, e chiedendo poi di riportarle il giorno successivo.

GIOCHI (i bambini saranno sollecitati nell’osservare, guardarsi bene intorno e scegliere):

Chi cerca trova I bambini vengono divisi in squadre. L’educatore inventa una storia “ambientata nel mondo naturale”; quando dice un colore, i bambini devono trovare almeno tre oggetti di quel colore (es: c’era una volta un pesciolino ROSSO.. i bambini dovranno guardarsi intorno e trovare in un tempo prestabilito 3 oggetti rossi per squadra: estintore, pennarello, pallone). Variante: quando l’educatore dice un nome proprio di persona, i bambini devono trovare 3 oggetti con l’iniziale di quel nome (es: c’era una volta un ragazzo di nome PAOLO.. i bambini cercheranno oggetti che iniziano con quell’iniziale, tipo palla, penna, petalo)

Cosa c’entra? I bambini svolgono un percorso, al termine del quale troveranno uno scatolone pieno di palline di giornale e vari cartoncini con scritte diverse parole (a tema e non). Prima dell’inizio del gioco, l’educatore ha dato ad ogni squadra un tema da seguire (es: mare, montagna, fattoria, parco..). I bambini quindi, una volta arrivati allo scatolone, dovranno pescare una parola che sia a tema con l’ambito affidato alla propria squadra e tornando indietro la porteranno nella propria base (es: squadra mare cercherà parole a tema come spiaggia, sole, sabbia, nuotare ecc..). Una volta dato lo stop, si conteranno le parole a tema (1 parola = 1 punto). Si può anche aggiungere la regola che per ogni parola che non è a tema si toglierà un punto. La squadra che realizza più punti vince. Variante 1: per prendere i cartoncini con le parole si possono inventare anche modalità più giocose ad esempio: all’inizio del percorso un educatore mette una punta di gel sul naso del bambino, il quale dovrà acchiappare il cartoncino senza l’uso delle mani, ma appiccicandolo al naso e una volta tornato indietro dovrà posarlo scuotendo la testa, senza usare le mani. Variante 2: anziché utilizzare cartoncini con le parole, il gioco si può realizzare anche con oggetti veri e propri che i bambini devono scegliere una volta arrivati allo scatolone e riportare alla base (esempio: mare = pinne, occhialini, costume, secchiello, paletta, occhiali da sole...).

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GIORNATA 4

PAROLA CHIAVE: Piantare, coltivare e prendersi cura del creato

COMMENTO alla parola chiave e alla drammatizzazione: In quel luogo così arido, Gianni scopre che il pastore

pianta le ghiande, che ha scelto con cura, su un terreno deserto: non gli interessa di chi sia quel pezzo di terra, a lui interessa prendersi cura del creato in quanto tale, non perché di sua proprietà. Il pastore inoltre semina in abbondanza, perché sa che alcuni alberi li perderà. Piantare può sembrare un gesto banale, ma è necessario farlo per poter far crescere.

STORIA: Notai che in guisa di bastone portava un'asta di ferro della grossezza di un pollice e lunga un metro e mezzo. Feci mostra. di voler fare una passeggiata di riposo e seguii una strada parallela alla sua. Il pascolo delle bestie era in un avvallamento. Lasciò il piccolo gregge in guardia al cane e salì verso di me. Temetti che venisse per rimproverarmi della mia indiscrezione ma niente affatto, quella era la strada che doveva fare e m'invitò ad accompagnarlo se non avevo di meglio. Andava a duecento metri da lì, più a monte. Arrivato dove desiderava, cominciò a piantare la sua asta di ferro in terra. Faceva così un buco nel quale depositava una ghianda, dopo di che turava di nuovo il buco. Piantava querce. Gli domandai se quella terra gli apparteneva. Mi rispose di no. Sapeva di chi era? Non lo sapeva. Supponeva che fosse una terra comunale, o forse proprietà di gente che non se ne curava? Non gli interessava conoscerne i proprietari. Piantò così le cento ghiande con estrema cura. Dopo il pranzo di mezzogiorno, ricominciò a scegliere le ghiande. Misi, credo, sufficiente insistenza nelle mie domande, perché mi rispose. Da tre anni piantava alberi in quella solitudine. Ne aveva piantati centomila. Di centomila, ne erano spuntati ventimila. Di quei ventimila, contava di perderne ancora la metà, a causa dei roditori o di tutto quel che c'è di imprevedibile nei disegni della Provvidenza. Restavano diecimila querce che sarebbero cresciute in quel posto dove prima non c'era nulla.

PREGHIERA: Lettura: Parabola del seminatore (Mt 13, 1-23) Signore, la tua parabola sul seminatore riguarda ognuno di noi. Siamo tutti, di volta in volta, strada, sassi, spine, ma anche terra fertile, buona. Liberaci dalle tentazioni negative. Fortifica la nostra volontà per rendere efficace la tua Parola. Rendi forte il nostro cuore, affinché le difficoltà non ci portino allo scoraggiamento. Rendici terreno buono, persone accoglienti, per essere capaci di rendere il nostro servizio alla tua Parola. Amen.

IMPEGNO PERSONALE: Oggi mi impegno ad avere cura non solo delle mie cose, ma anche di quelle degli altri. Se

vedo una cartaccia per terra la raccolgo anche se non sono stato io a farla cadere, se vedo dei materiali o dei giochi in disordine aiuto a sistemarli. Non lo faccio per essere il più bravo, ma perché voglio prendermi cura di ciò che mi è stato donato.

MISSIONE DI GRUPPO: RIDURRE GLI SPRECHI (LUCE, MATERIALI, CARTA)

LUCE ELETTRICA: ogni volta che entri in una stanza con la luce accesa, fai uno smile triste su un piccolo cartellone (precedentemente sistemato dagli educatori i fianco all’interruttore). Dopodiché spegni la luce!

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CARTA: gli educatori preparano alcuni contenitori a seconda del tipo di carta e delle dimensioni. I bambini hanno la missione di portare la carta che trovano in giro nei rispettivi contenitori. A fine giornata si riflette e si misura la quantità e il tipo di carta raccolta.

QUESTE ATTIVITA’ POSSONO ESSERE RIFATTE ANCHE A CASA E POSSONO CONTINUARE TUTTA L’ER!

Spesso i bambini tendono, quando disegnano nel tempo libero, a utilizzare molti fogli sprecandoli. In questa missione, dovranno preparare una mostra da far vedere ai genitori con i loro disegni più belli (mostra può essere anche a tema, se si vuole). Per evitare gli sprechi, non potranno avere un secondo foglio fino a quando non hanno terminato e completato il disegno. Ogni foglio completato sarà appeso nella mostra dagli educatori, dandogli un titolo e la firma dell’autore.

ATTIVITA’ ELEMENTARI: PIANTIAMO UN SEME! Ogni bambino prepara il proprio vasetto con la terra e pianta un seme. Da quel giorno ad ognuno è affidato il compito di annaffiare la piantina e prendersene cura. In questo modo potranno vederla crescere. Si consiglia di utilizzare semi di piante o fiori che crescono in un breve periodo, per far sì che i bambini possano avere l’opportunità di osservare le modifiche quotidiane e lo sviluppo della pianta. Se il luogo lo permette si potrebbe anche creare un piccolo angolo con tutte le piantine dei bambini e dedicare sempre un momento della giornata in cui se ne possono prendere cura. I bambini sono invitati a curare anche la piantina di un amico assente.

ATTIVITA’ MEDIE: Per affrontare concretamente il tema del coltivare e del prendersi cura concretamente del creato suggeriamo 3 diverse modalità. Ogni parrocchia può scegliere quella che ritiene più adatta e realizzabile per il proprio contesto:

1. VISITA A UN ORTO/AGRICOLTORE. Si visita una persona della comunità che svolge con passione questa attività, scoprendo quali sono gli atteggiamenti necessari, quali strumenti vengono utilizzati, quali sono i tempi per coltivare. Se la parrocchia dispone di un’orto, i ragazzi, accompagnati dagli educatori, si possono prendere anche l’impegno di curare l’orto durante i giorni dell’ER.

2. “COSTRUIAMO L’ANGOLO DELLE PIANTINE!” per i bimbi delle elementari. Questa attività è suggerita particolarmente per chi non ha un gruppo numeroso di ragazzi 11 - 14. In questo modo infatti, i ragazzi possono sentirsi valorizzati predisponendo concretamente lo spazio adibito ai vasetti che realizzano i bimbi (con legno, cartone, decorazioni, cartelloni etc…)

3. PULIZIA DI UNO SPAZIO VERDE CITTADINO. I ragazzi, accompagnati dagli educatori, scelgono uno spazio verde del proprio quartiere/paese e si impegnano a ripulirlo dai rifiuti, dalle cartacce, dai resti naturali, da tutto ciò che genera incuria e che rovina il creato. Materiali necessari: guanti in lattice, scope, rastrelli, “pinze per la raccolta”...

GIOCHI:

Da dove viene ciò che mangio? (Gioco del memory) Come nel classico gioco del memory, ci sono coppie di carte da abbinare, ma strutturate in questo modo: cibo + rispettiva origine del cibo (es: mucca+latte; grano+pane; uva+vino; frutto+albero; prosciutto+maiale ecc..). I bambini a turno girano 2 carte e devono riuscire a fare i giusti abbinamenti. Vince chi, alla fine del gioco, realizza più abbinamenti giusti. Il gioco può essere svolto anche a squadre.

Indovina il personaggio Gioco del mimo: i bambini sono divisi in due squadre. A turno un giocatore per squadra pesca un biglietto su cui è scritto un personaggio o un mestiere che si prende cura del creato o degli altri (es: giardiniere, medico, infermiere, contadino, manutentore, insegnante, genitore, operatore ecologico, forze dell’ordine ecc.). Il giocatore dovrà mimare il personaggio e farlo indovinare alla propria squadra. Le squadre si alternano e vince chi indovina più personaggi. Variante: anziché mimare i personaggi, i bambini ricevono un cartellino che non devono leggere, ma che attaccano sulla propria fronte. Ogni bambino dovrà fare delle domande, a cui si può rispondere solo sì o no, per indovinare il proprio personaggio.

Staffetta della piantagione

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I ragazzi sono divisi in 2 o più squadre. I giocatori si dispongono in fila, dietro ad una linea di partenza. Al via il primo giocatore di ogni squadra prende da un contenitore un albero (cartoncino con albero disegnato e attaccato ad un bastoncino, oppure alberelli realizzati con qualche materiale) e parte a correre seguendo un determinato percorso ad ostacoli. Arrivato in fondo dovrà “piantare” il proprio albero in un determinato territorio, ad esempio in un vaso con della sabbia o della terra. Infine dovrà correre e tornare indietro per dare un 5 al secondo giocatore che così potrà partire portando un altro albero e così via. Durante il gioco ci saranno alcuni disturbatori (possibilmente interpretati dagli educatori) che rappresentano alcuni imprevisti che impediscono di piantare o di far crescere gli alberi, ad esempio: temporale, vento, spine, sassi, roditori ecc.. Questi potranno sia intralciare il percorso, che rubare alcuni degli alberi piantati. Per rendere il gioco ancora più ambientato sarebbe bello che i disturbatori si travestissero da ciò che rappresentano. Vince la squadra che riesce a piantare più alberi, cioè la squadra a cui sono rimasti più alberi nonostante i disturbatori.

GIORNATA 5

PAROLA CHIAVE: Chiamati da Dio a custodire la terra e la vita

COMMENTO alla parola chiave e alla drammatizzazione: Il pastore si racconta e spiega un po’ della sua vita:

aveva deciso di piantare alberi per non far morire quel luogo. Elzéard sa che questo non dipende solo da lui e dalle proprie capacità, infatti si affida a Dio, si mette nelle sue mani. Non pianta per avere riconoscenza, non lo fa per se stesso. Si sente chiamato ad amare e a custodire quel luogo che ha ricevuto in dono. Come Elzéard, anche noi vogliamo scoprirci chiamati ad amare la terra e il creato, ad amare la vita, gli altri, il prossimo. Siamo custodi di tutto questo? Siamo capaci di prendercene cura?

STORIA: Fu a quel momento che mi interessai dell'età di quell'uomo. Aveva evidentemente più di cinquant'anni. Cinquantacinque, mi disse lui. Si chiamava Elzéard Bouffier. Aveva posseduto una fattoria in pianura. Aveva vissuto la sua vita. Aveva perso il figlio unico, poi la moglie. S'era ritirato nella solitudine dove trovava piacere a vivere lentamente, con le pecore e il cane. Aveva pensato che quel paese sarebbe morto per mancanza d'alberi. Aggiunse che, non avendo altre occupazioni più importanti, s'era risolto a rimediare a quello stato di cose. Poiché conducevo anch'io in quel momento, malgrado la giovane età, una vita solitaria, sapevo toccare con delicatezza l'anima dei solitari. Tuttavia, commisi un errore. La mia giovane età, appunto, mi portava a immaginare l'avvenire in funzione di me stesso e di una qual certa ricerca di felicità. Dissi che, nel giro di trent'anni, quelle diecimila querce sarebbero state magnifiche. Mi rispose con gran semplicità che, se Dio gli avesse prestato vita, nel giro di trent'anni ne avrebbe piantate tante altre che quelle diecimila sarebbero state come una goccia nel mare. Stava già studiando, d'altra parte, la riproduzione dei faggi e aveva accanto alla casa un vivaio generato dalle faggine. I soggetti, che aveva protetto dalle pecore con una barriera di rete metallica, erano di grande bellezza. Pensava inoltre alle betulle per i terreni dove, mi diceva, una certa umidità dormiva a qualche metro dalla superficie del suolo. Ci separammo il giorno dopo.

PREGHIERA: Brano: dal Vangelo secondo Matteo (1,18-25) (S. Giuseppe come figura del custode) Signore, fa di me uno strumento della Tua Pace: Dove è odio, fa ch'io porti l'Amore, Dove è offesa, ch'io porti il Perdono, Dove è discordia, ch'io porti l'Unione, Dove è dubbio, ch'io porti la Fede, Dove è errore, ch'io porti la Verità, Dove è disperazione, ch'io porti la Speranza, Dove è tristezza, ch'io porti la Gioia, Dove sono le tenebre, ch'io porti la Luce. Maestro, fa che io non cerchi tanto Ad esser consolato, quanto a consolare; Ad essere compreso, quanto a comprendere; Ad essere amato, quanto ad amare.

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Poiché, così è: Dando, che si riceve; Perdonando, che si è perdonati; Morendo, che si risuscita a Vita Eterna. (S.Francesco)

IMPEGNO PERSONALE: Oggi mi impegno a compiere un gesto di bene senza pretendere qualcosa in cambio. Non lo

faccio per me stesso, ma per aiutare un amico.

MISSIONE DI GRUPPO: ACQUA: BENE PREZIOSO!

Non tutti nel mondo possono avere l’accesso all’acqua potabile facile come da noi. La nostra missione di oggi è realizzare foto/video/disegni/cartellone sul come non sprecare l’acqua. Possiamo mostrare come la utilizziamo durante la giornata (per bere, per lavarci ecc.) e possiamo anche mostrare come fare per non sprecarla: chiudere bene il rubinetto, non lasciarlo aperto inutilmente.. Possiamo anche creare dei cartelli con qualche attenzione agli atteggiamenti da avere e attaccarli vicino ai rubinetti. Beviamo l’acqua del rubinetto, evitando di bere acqua comprata: in questo modo, oltre a risparmiare sul costo, eviteremo lo spreco di rifiuti (come le bottiglie di plastica), utilizziamo quindi delle caraffe o delle bottiglie che riempiamo una volta finite. Salviamo l’acqua!

ATTIVITA’ ELEMENTARI + MEDIE L’ALBERO DELLA VITA L’attività di questa giornata è indicata sia per le elementari che per le medie. Vi suggeriamo di differenziarla in maniera equilibrata: i più piccoli vanno guidati nella riflessione; i più grandi possono utilizzare altri materiali (cartone, legno, etc…) per realizzare gli alberi e vanno stimolati ad andare a fondo nelle domande. Nella storia che guida la giornata di oggi. il pastore racconta la sua vita. Anche noi con i bambini vogliamo riflettere sulle nostre vite. L’albero è infatti un simbolo della vita à attività: creare l’albero della vita. I bambini, divisi in gruppi, ricevono un cartellone su cui dovranno rappresentare un albero con diversi elementi: radici, tronco, rami, foglie, frutti. Poi avranno a disposizione immagini e parole ritagliate da riviste o giornali. Ognuno potrà scegliere le immagini e le parole con cui riempire l’albero disegnato e incollarle nella giusta posizione secondo questo criterio: RADICI chi siamo, da dove veniamo, le nostre radici ed origini, ciò che ci tiene radicati alla vita TRONCO al suo interno scorre la linfa, che fa crescere e da nutrimento all’albero: tutto ciò che mi fa crescere, maturare e imparare nella mia vita, possono essere persone, esperienze ecc. RAMI le scelte che posso fare da piccolo e da grande, le strade che posso prendere e le mie qualità, i miei talenti FOGLIE i miei desideri, i miei sogni, ciò che mi piacerebbe fare FRUTTI ciò che di buono ho fatto e donato, ciò che faccio oggi e dono oggi e ciò che posso fare di buono e bello per e con gli altri I bambini e i ragazzi possono anche fare delle aggiunte con parole e disegni. Alla fine si può ragionare insieme sull’albero che è stato creato, osservare ciò che i bambini hanno inserito e rifletterci brevemente sopra: l’albero rappresenta la nostra vita, la nostra storia, le nostre origini, le persone vicino a noi, le esperienze che ci fanno crescere, i nostri doni, i sogni e i desideri e tutto ciò che facciamo di bello per gli altri.

GIOCHI:

GIOCONE 1 SCALPO (conquista gli elementi per far crescere l’albero) 2 squadre o più. Ogni giocatore ha con sé tre cartoncini (i tre elementi: terra, acqua, luce) che rappresentano 3 vite. Ci si sfida a scalpo (pezzo di stoffa nei pantaloni che bisogna cercare di fregare all’avversario). Chi perde deve cedere uno dei propri cartoncini all’avversario, che dovrà portarli nella propria base di gioco. Lì quindi si raccoglieranno tutti i cartoncini vinti e faranno da rifornimento per i giocatori che restano senza vite. Allo stop vince la squadra che ha in totale più cartoncini.

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GIOCONE 2 Conquista gli elementi per far crescere l’albero attraverso delle prove a tema con l’elemento. Ci sono tre punti gioco per vincere gli elementi per coltivare la pianta. In ogni punto gioco si sfidano 2 squadre. La squadra che vince ottiene un cartoncino con disegnato l’elemento del gioco (terra, acqua, luce). Alla fine di tutti i giochi vincerà la squadra che è riuscita ad ottenere più elementi.

- TERRENO: il terreno contiene gli elementi nutritivi per la pianta. In questo gioco le squadre si sfideranno nel selezionare e ripulire un cestone che rappresenta il terreno: al suo interno vi sono vari elementi che servono alla crescita della pianta e sono scritti su un cartoncino (azoto, potassio, fosforo, calcio, magnesio, zolfo), ma ce ne sono altri che non sono necessari all’albero: oggetti di inquinamento che non c’entrano nulla e sono da togliere e da porre in un altro cesto (cartacce, plastica, mozziconi di sigarette, sportine...). Vince la squadra che allo stop del gioco ha ripulito di più il terreno.

- ACQUA: per crescere le piante hanno bisogno di acqua, quindi di essere annaffiate. È un gesto semplice ma di massima importanza. Le squadre si sfideranno in una classica ruba bandiera e ad ogni punto che la squadra fa, si riempirà un contenitore graduato con un bicchierino di acqua. E’ necessario che ogni squadra abbia il proprio contenitore. Alla fine del gioco vince la squadra che ottiene più punti, e che quindi ha ottenuto più millilitri di acqua. Con questa acqua dovrà annaffiare piante, fiori, alberi all’interno del luogo in cui ci si trova.

- LUCE: per vivere le piante hanno anche bisogno di luce solare. In questo gioco le squadre si sfideranno ad indovinare le ombre cinesi. La stanza è buia e dietro ad un telo bianco è puntata una luce. Un educatore farà delle immagini con le mani, oppure presenterà alcuni oggetti che i bambini vedranno sotto forma di ombre. Vince la squadra che indovina più figure. Si può anche chiamare a turno un giocatore per squadra che dovrà far indovinare al proprio gruppo la figura scelta.

GIORNATA 6

PAROLA CHIAVE: Perseverare, nonostante le difficoltà: fedeltà nel custodire

COMMENTO alla parola chiave e alla drammatizzazione: La vita del Pastore, del custode, è toccata anche dai

problemi, dai momenti negativi e dalle sconfitte. Ma nonostante tutto, il Pastore ci educa a non abbandonare la nostra missione e continuare a prendersi cura del creato. Anzi, le difficoltà sono occasioni per cambiare in meglio, per imparare dai propri errori, per scegliere cosa abbandonare e cosa invece và mantenuto e custodito con ancora più cura.

STORIA: L'anno seguente, ci fu la guerra del '14, che mi impegnò per cinque anni. Un soldato di fanteria non poteva

pensare agli alberi. A dir la verità, la cosa non mi era nemmeno rimasta impressa; l'avevo considerata come un passatempo, una collezione di francobolli, e dimenticata. Finita la guerra, mi trovai con un'indennità di congedo minuscola ma con il grande desiderio di respirare un poco d'aria pura. Senza idee preconcette, quindi, tranne quella, ripresi la strada di quelle contrade deserte. Il paese non era cambiato. Tuttavia, oltre il villaggio abbandonato, scorsi in lontananza una specie di nebbia grigia che ricopriva le cime come un tappeto. Dalla vigilia, m'ero rimesso a pensare a quel pastore che piantava gli alberi. Diecimila querce mi dicevo, occupano davvero un grande spazio. Avevo visto morire troppa gente in cinque anni per non immaginarmi facilmente anche la morte di Elzéard Bouffier, tanto più che, quando si ha vent'anni, si considerano le persone di cinquanta come dei vecchi a cui resta soltanto da morire. Non era morto. Era anzi in ottima forma. Aveva cambiato mestiere. Gli erano rimaste solo quattro pecore ma, in cambio, possedeva un centinaio di alveari. Si era sbarazzato delle bestie che mettevano in pericolo i suoi alberi. Perché, mi disse (e lo constatai), non s'era per nulla curato della guerra. Aveva continuato imperturbabilmente a piantare. (…) A partire dal 1920, non ho mai lasciato passare più d'un anno senza andare a trovare Elzéard Bouffier. Non l'ho mai visto cedere né dubitare. Eppure, Dio solo sa di averlo messo alla prova! Non ho fatto il conto delle sue delusioni. È facile immaginarsi tuttavia che, per una simile riuscita, sia stato necessario vincere le avversità; che, per assicurare la vittoria di tanta passione, sia stato necessario lottare contro lo sconforto. Bouffier aveva piantato, un anno, più di diecimila aceri. Morirono tutti. L'anno dopo, abbandonò gli aceri per riprendere i faggi che riuscirono ancora meglio delle querce.

PREGHIERA: Lettura: dal Vangelo secondo Luca 6,27-35

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L’uomo è irragionevole, illogico, egocentrico Non importa, AMALO Se fai bene, ti attribuiranno secondi fini egoistici Non importa, FA’ IL BENE Se realizzi i tuoi obiettivi, troverai falsi amici e veri nemici Non importa, REALIZZALI Il bene che fai domani verrà dimenticato Non importa. FA’ IL BENE L’onestà e la sincerità ti rendono vulnerabile Non importa, SII FRANCO E ONESTO Quello che per anni hai costruito può essere distrutto in un attimo Non importa, COSTRUISCI Se aiuti la gente, se ne risentirà Non importa, AIUTALA Dà al momento il meglio di te, e ti prenderanno a calci Non importa, DA’ IL MEGLIO DI TE (Madre Teresa di Calcutta)

IMPEGNO PERSONALE: oggi mi impegno a non cedere di fronte alle fatiche, a non scoraggiarmi per le difficoltà che

incontro. Cerco di essere costante continuando a dare il meglio di me e di essere fedele nel prendermi cura di me stesso, degli altri e del creato.

MISSIONE DI GRUPPO: TRASPORTI

Gli educatori preparano un cartellone con varie colonne. Ogni colonna corrisponde a un mezzo di trasporto (piedi, bici, macchina, bus). Gli educatori spiegano e stimolano a scegliere i mezzi di trasporti più ecologici:

- a piedi - in bici - in Bus - o “riempire le automobili” accordandosi con i genitori degli amici.

Da questo giorno, ogni bimbo, appena arriva all’ER deve fare una crocetta ANONIMA sul mezzo di trasporto che ha utilizzato per venire. Alla fine della settimana, gli educatori possono calcolare i miglioramenti e i cambiamenti nelle scelte per il trasporto.

ATTIVITA’ ELEMENTARI: COSA FARESTI SE…? Ai bambini si propongono delle situazioni “problematiche” (che spronino alla fedeltà e alla costanza nel fare il bene, nonostante i problemi); si possono proporre ad esempio sotto forma di scenette o scritte in un foglietto che viene consegnato ai bambini che verranno divisi in gruppi. Ad ogni gruppo viene affidata una delle situazioni e, con l’aiuto di un educatore, devono pensare a come reagirebbero e a che soluzione propongono per affrontare questa difficoltà. Quando i gruppi si radunano insieme ogni squadra mostra la propria scenetta (sia la situazione problematica di partenza che descritta sul foglietto, che la soluzione che propongono) e si ragiona sul fatto che anche nelle sconfitte si può essere fedeli al bene.. in ogni squadra è bene che tutti i bimbi (sia quelli più grandi che quelli più piccini) partecipino con un ruolo, anche semplice, in modo da sentirsi coinvolti. Alcuni esempi di situazioni:

1. Sei a casa e dopo che hai finito di fare i tutti i tuoi compiti non vedi l’ora di avere un po’ di tempo libero per riposarti. Un tuo amico infatti ti ha invitato ad andare a giocare con lui al parco, per divertirvi insieme. Proprio quando stai per uscire rientra la mamma con le buste pesanti della spesa e ti chiede di aiutarla a riordinare. Cosa fai?

2. Sei a scuola e durante l’intervallo esci fuori per giocare, come tutti i giorni. Hai un po’ di fame e prendi dal tuo zaino la merenda che ti sei portato da casa. Raggiungi i tuoi compagni che stanno giocando, ma ti accorgi che alcuni bambini più grandi stanno dando fastidio ad un tuo amico: gli vogliono prendere la merenda a tutti i costi e lui non riesce a difendersi da solo. Cosa fai?

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ATTIVITA’ MEDIE:

TESTIMONI DI CORAGGIO I ragazzi scoprono attraverso brevi video o letture, la storia di persone normali, come loro, che nella vita di fronte alle difficoltà e ai problemi, hanno trovato nella fede le ragioni per tornare a sperare e a donarsi agli altri. Ve ne suggeriamo alcuni possibili, che potete presentare ai ragazzi divisi in piccoli gruppi. N.B. A seconda della maturità dei ragazzi, ogni educatore valuta quale figura presentare e come… Gli interrogativi da cui partire per un confronto possono essere: quali emozioni ha provato secondo te il testimone? Hai mai provato la stessa emozione? Di fronte alla difficoltà, il testimone ha dovuto scegliere: Cosa era essenziale per lui? cosa ha abbandonato perchè non era essenziale? E per te? Tu cosa avresti fatto al loro posto? Quali persone accanto a te ti aiutano di più a superare le difficoltà? Ti rivolgi a Dio nei momenti di difficoltà? Se sì, come? Se no, perchè? In conclusione suggeriamo, dove possibile, che ogni ragazzo possa scegliere il testimone che più lo ha colpito, e che doni , alla persona che ritiene più vicina nei momenti difficili, una cartoncino con la storia del testimone. Anche loro diventano così… testimoni di coraggio! ACCETTARE I PROPRI LIMITI: http://www.chicercate.net/2015/03/il-corpo-di-nick-e-la-forza-di-chi-si-accetta-davvero/ UN SOGNO CHE NON SI REALIZZA: http://www.chicercate.net/2015/03/giuseppe-il-cireneo-che-veniva-dai-campi-di-calcio/ SUPERARE LE DIFFICOLTA’: http://www.chicercate.net/2015/04/yiden-e-la-sua-seconda-vita/ http://www.chicercate.net/2015/04/con-laura-sulle-ali-della-croce/ PERDONARE: http://www.chicercate.net/2015/04/risorti-di-oggi-immaculee-piu-forte-dellorrore/

GIOCHI:

Percorso con ostacoli e difficoltà da affrontare I bambini vengono divisi in squadre e si mettono in fila all’inizio del percorso. A turno e prima della partenza, ogni giocatore dovrà pescare un bigliettino su cui è scritta una difficoltà come: bendato, zoppo galletto, all’indietro, strisciando, rotolando, cantando una canzone senza sbagliare le parole... I giocatori dovranno quindi svolgere il percorso con quella difficoltà in più e riuscire ad arrivare alla fine.

OLIMPIADI degli IMPREVISTI (per sperimentare le avversità e le difficoltà) Prendendo spunto da alcune specialità dell’atletica e da sport olimpionici, proponiamo di far provare ai bambini e ai ragazzi alcuni giochi inserendo però un imprevisto, cioè una difficoltà da affrontare durante il gioco. Si può anche pensare di far provare ai ragazzi il gioco in maniera classica e subito dopo inserendo la difficoltà, per accorgersi di quello che cambia. Per ambientare al meglio il gioco ogni bambino riceve una pettorina con il proprio numero e con la lista dei vari giochi a cui può partecipare. Al termine di ogni gioco superato, l’educatore potrà segnare sulla pettorina una crocetta o un punteggio relativo alla prova. I vari punti gioco possono essere:

- Salto in lungo con piedi uniti - Corsa di velocità coi sacchi - Tiro del vortex bendati: i bambini devono riuscire a tirarlo il più lontano possibile. L’imprevisto è che

dovranno farlo bendati. (il vortex si può sostituire con un aereo planino di carta) - Ping pong con mano opposta: i ragazzi dovranno utilizzare la mano che generalmente non utilizzano per

giocare a ping pong - Pallacanestro all’indietro: i bambini devono riuscire a tirare la palla all’interno di un cesto. La difficoltà che

viene inserita è che dovranno farlo all’indietro, senza guardare - Hockey a zoppo galletto: due bambini si sfidano e avranno una scopa a testa. Al via dovranno prendere la

pallina al centro del campo utilizzando solo la scopa e per vincere devono riuscire a fare goal nella porta avversaria. Imprevisto: zoppo galletto

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Bomba Un bambino viene bendato, mentre tutti gli altri si siedono sparsi per il campo da gioco. Il bambino bendato deve riuscire ad arrivare fino al lato opposto del campo, senza andare a sbattere contro gli altri bambini. Quando si sta avvicinando ad uno di quelli seduti, il giocatore più vicino dovrà dire: “BIP!”, e se il bambino si avvicina sempre di più, dovrà dire sempre più forte: “BIP BIP BIP”, per indicargli che sta andando a sbattere. Il giocatore bendato vince se riesce ad arrivare al di là del campo senza andare a sbattere, quindi senza far scoppiare nessuna bomba. Si consiglia di fare più manche dando la possibilità a tutti i bambini di essere bendati.

GIORNATA 7

PAROLA CHIAVE: La meraviglia e lo stupore che nascono dal custodire

COMMENTO alla parola chiave e alla drammatizzazione: Gianni e suo nipote, grazie ad una giornata trascorsa

per il bosco, si rendono conto della meraviglia e dello stupore che il creato suscita in noi, se impariamo ad ascoltare i significati che nasconde. La natura ci insegna a riconoscere la bellezza che ci circonda, a valorizzare la pazienza, a renderci conto che il corpo (e i 5 sensi in particolare) sono un dono di Dio per cogliere la Sua presenza nel mondo che ci circonda.

STORIA: Le querce del 1910 avevano adesso dieci anni ed erano più alte di me e di lui. Lo spettacolo era impressionante. Ero letteralmente ammutolito e, poiché lui non parlava, passammo l'intera giornata a passeggiare in silenzio per la sua foresta. Misurava, in tre tronconi, undici chilometri nella sua lunghezza massima. Se si teneva a mente che era tutto scaturito dalle mani e dall'anima di quell'uomo, senza mezzi tecnici, si comprendeva come gli uomini potrebbero essere altrettanto efficaci di Dio in altri campi oltre alla distruzione. Aveva seguito la sua idea, e i faggi che mi arrivavano alle spalle, sparsi a perdita d'occhio, ne erano la prova. Le querce erano fitte e avevano passato l'età in cui potevano essere alla mercé dei roditori; quanto ai disegni della Provvidenza stessa per distruggere l'opera creata, avrebbe dovuto ormai ricorrere ai cicloni. Bouffier mi mostrò dei mirabili boschetti di betulle che datavano a cinque anni prima, cioè al 1915, l'epoca in cui io combattevo a Verdun. Le aveva piantate in tutti i terreni dove sospettava, a ragione, che ci fosse umidità quasi a fior di terra. Erano tenere come delle adolescenti e molto decise. Il processo aveva l'aria, d'altra parte, di funzionare a catena. Lui non se ne curava; perseguiva ostinatamente il proprio compito, molto semplice. Ma, ridiscendendo al villaggio, vidi scorrere dell'acqua in ruscelli che, a memoria d'uomo, erano sempre stati secchi. Era la più straordinaria forma di reazione che abbia mai avuto modo di vedere. Quei ruscelli avevano già portato dell'acqua, in tempi molto antichi. Alcuni dei tristi villaggi di cui ho parlato all'inizio del mio racconto sorgevano su siti di antichi villaggi gallo-romani di cui restavano ancora vestigia, nelle quali gli archeologi avevano scavato, trovando ami in posti dove nel ventesimo secolo si doveva far ricorso alle cisterne per avere un po' d'acqua. Anche il vento disperdeva certi semi. Con l'acqua erano riapparsi anche i salici, i giunchi, i prati, i giardini, i fiori e una certa ragione di vivere. Ma la trasformazione avveniva così lentamente che entrava nell'abitudine senza provocare stupore. I cacciatori che salivano in quelle solitudini seguendo le lepri o i cinghiali s'erano accorti del rigoglio di alberelli, ma l'avevano messo in conto alle malizie naturali della terra. Perciò nessuno disturbava l'opera di quell'uomo. Se l'avessero sospettato, l'avrebbero ostacolato. Era insospettabile. Chi avrebbe potuto immaginare, nei villaggi e nelle amministrazioni, una tale ostinazione nella più magnifica generosità?

PREGHIERA: Cantico delle creature (S. Francesco), magari attraverso un bel canto (Laudato Sii, cantico di Branduardi).

IMPEGNO PERSONALE: oggi mi impegno a non dare nulla per scontato, a ringraziare gli altri anche per le piccole

cose, a stupirmi di fronte alla bellezza del creato e delle persone attorno a me.

MISSIONE DI GRUPPO: BELLA LA PARROCCHIA!

Per stupirci e meravigliarsi nuovamente, la nostra missione oggi è quella di rendere ancora più belli i luoghi in cui siamo e gli ambienti in cui svolgiamo la nostra Estate Ragazzi! Oltre a pulire e riordinare, possiamo realizzare delle decorazioni che abbelliscano le stanze. Consigliamo di sfruttare materiali di riciclo. Alcuni esempi possono essere:

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Bandierine colorate: ciascun bambino realizza una bandierina con disegni, colori, decorazioni. Poi le bandierine verranno unite da un filo di spago e appese.

Fiori di carta (si realizzano facilmente con i tovaglioli): da attaccare alle pareti o da appendere

Striscioni / Cartelloni a tema con la storia: scrivere il titolo, rappresentare una scena della storia (gli alberi, il pastore, la natura ecc..)

ATTIVITA’ ELEMENTARI: Lo stupore è una caratteristica tipica dei bambini, ma a volte ciò che abbiamo intorno può

sembrare scontato ed è bene soffermarsi per riscoprire le meraviglie del creato che Dio ci ha affidato, imparando a stupirsi nuovamente. Stupirsi è il primo passo per trovare le motivazioni per prenderci cura del creato. Per questa attività si consiglia di portare i bambini in un luogo stimolante (ad esempio un prato, un parco, una zona verde e fiorita ecc.). Si richiede loro un clima di silenzio, ascolto, attenzione. Ad ogni bambino viene consegnata una scheda su cui sono elencati più punti che dovranno compilare mentre girano per il prato, osservando l’ambiente e facendo attenzione a tutto ciò che è intorno a loro. Possono muoversi liberamente all’interno dello spazio, mantenendo il clima a loro richiesto. La scheda potrebbe essere simile a questa (o simile):

Cosa vedo, sento, tocco, ascolto? Come mi sento?

OCCHI FELICE TRISTE

INDIFFERENTE SORPRESO

ARRABBIATO ANNOIATO

NASO FELICE TRISTE

INDIFFERENTE SORPRESO

ARRABBIATO ANNOIATO

ORECCHIE FELICE TRISTE

INDIFFERENTE SORPRESO

ARRABBIATO ANNOIATO

MANI FELICE TRISTE

INDIFFERENTE SORPRESO

ARRABBIATO ANNOIATO

Se necessario, gli educatori al momento dell’introduzione dell’attività potrebbero dire ai bambini alcune domande stimolo per ogni senso utilizzato: OCCHI: cosa vedo? Cosa mi stupisce di più di questo posto? Quali sono i colori, le immagini, i movimenti che posso osservare? NASO: che odori ha questo ambiente? Quale profumo mi è piaciuto di più? Cosa mi ricorda? ORECCHIE: che rumori sento in questo luogo? Sono rilassanti o mi infastidiscono? Che sensazioni mi fanno provare? MANI: cosa posso toccare? E’ caldo o freddo? Liscio o ruvido? Mi trasmette serenità o paura? Con una bella merenda ci si può soffermare anche sul senso del GUSTO.

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Nella colonna dei sensi si possono inserire anche le immagini degli occhi, orecchie, naso e mani; nella colonna del “come mi sento?” sarebbe bello anche inserire le faccine corrispondenti all’emozione. In un momento finale di condivisione i bambini cercano di rispondere alla domanda: di tutto quello che hai osservato e sentito, cosa ti stupisce di più? Si accorgeranno che ad ognuno ha colpito qualcosa di diverso, che magari non avevano preso in considerazione.. un motivo in più per stupirsi di qualcosa a cui non avevano pensato!

ATTIVITA’ MEDIE: anche le medie riflettono sullo stupore e sul meravigliarsi, ma per evitare che l’attività risulti

noiosa o dispersiva, si consiglia di realizzarla attraverso piccoli laboratori sui 5 sensi (es: tombola degli odori, indovina il sapore ecc..). I laboratori sono “mini attività” da realizzare singolarmente, con attenzione (non come se fosse un gioco), utilizzando una breve scheda riassuntiva per segnarsi impressioni, risposte etc.. Infatti, per ogni laboratorio si cerca di mettere più a fuoco il discorso delle emozioni, ragionando su alcune domande. stimolo: che emozione provo? Che cosa mi fa venire in mente? E’ importante dare un nome all’emozione che si prova. Un’idea può essere quella di associare l’emozione a partire dalle faccine utilizzate su whatsapp, specificando però di che emozione si tratta. Questo farà capire ai ragazzi che le faccine non esprimono le stesse emozioni per tutti.

Laboratorio TATTO Prendete uno scatolone, fate due fori abbastanza grandi per far passare le braccia dei bambini. Disponete lo scatolone su un tavolo, in modo che di fronte al bambino ci siano i due fori e dall’altra parte, davanti a voi, ci sia l’apertura. Senza farvi vedere, mettete un oggetto nello scatolone (fate attenzione che l’oggetto non rischi di ferire se toccato alla “cieca”). A turno un bambino metterà le mani dentro lo scatolone e toccherà l’oggetto, descrivendo le sensazioni a voce alta. Solo dopo averlo descritto accuratamente potrà indovinare l’oggetto misterioso anche con l’aiuto dei compagni. Variante: indovinare gli oggetti toccandoli non con le mani, ma con i piedi. Per aumentare la difficoltà e sperimentare le diverse sensibilità del nostro corpo.

Laboratorio OLFATTO LA TOMBOLA DEGLI ODORI Preparate due serie di barattoli con dentro le seguenti sostanze odorose: lavanda, acqua di rose, bucce di arancia, bucce di limone, bucce di mandarino, bucce di mela, ananas, banana, aceto, caffé, prezzemolo, rosmarino, salvia cannella, origano, chiodi di garofano, noce moscata, cipolla, aglio, shampoo, sapone liquido, e così via. I barattoli devono essere ricoperti con carta stagnola in modo che non si veda l’interno e contraddistinti da un numero, il coperchio (che può essere fatto con la carta stagnola stessa) deve avere dei buchi per far passare l’odore. Chi prepara i barattoli deve segnarsi il nome delle sostanze su un foglio a parte (che terrà nascosto fino alla fine del gioco) con accanto il numero del barattolo. Il gruppo avrà una scheda con l’elenco dei numeri dei barattoli e vicino il posto per scrivere il nome della sostanza odorosa. Al via si comincia ad annusare la sua serie di barattoli e compilare a mano a mano la scheda. Allo stop il gruppo consegna la sua scheda e aspetta il responso sulle sostanze indovinate Variante: abbinare i barattoli che contengono le stesse sostanze, vince chi fa il maggior numero di abbinamenti corretti.

Laboratorio GUSTO L’attività consiste nel riconoscere (bendati, quindi senza dare importanza al colore) il maggior numero di ingredienti presente in una Bevanda/Alimento precedentemente preparata e miscelata dagli educatori. N.B. Dato che si tratterà di cibo, ed è importante educare anche nel gioco a non sprecare questo dono prezioso, ricordiamoci di non eccedere con le quantità per evitare sprechi.

Laboratorio UDITO Idea 1 REMIX registrate, o prendete da Internet, alcuni rumori e fateli ascoltare. Il bambino/ragazzo di turno dovrà indovinare quale oggetto o animale produce quel suono. I suoni possono essere sia presi singolarmente, che mixati e sovrapposti per aumentare la difficoltà. Se vi è possibile realizzarla, proponete anche la registrazione di una sequenza di azioni, per esempio una persona che entra in casa, la preparazione del caffè ecc., e chiedete di indovinare sia i singoli suoni sia l’azione compiuta. Infine domandatevi: quali per voi sono suoni, quali rumori? Perchè? Idea 2 PASSEGGIATA AD OCCHI BENDATI

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A turno i ragazzi, divisi in coppie, devono bendarsi e seguire il compagno che fa da conduttore Il ragazzo conduttore ha l’obiettivo di raggiungere insieme al compagno un determinato luogo a sua scelta, caratterizzato però da un elemento sonoro (scelto dagli educatori): rumore, silenzio, confusione, musica, tranquillità... Al termine i ragazzi raccontano brevemente all’educatore cosa hanno ascoltato, come si sono sentiti a non poter utilizzare la vista, perchè hanno scelto quel luogo…

Laboratorio VISTA Idea 1 L’OGGETTO MISTERIOSO Mostrate al gruppo l’oggetto misterioso che dovrà essere descritto a un compagno di turno (che viene momentaneamente allontanato), dando solo le caratteristiche legate alla vista: forma, colore, grandezza… Il ragazzo disegnerà alla lavagna l’oggetto da indovinare seguendo le indicazioni o cercherà di indovinarlo in base alla descrizione. Idea 2 CACCIA ALL’INGRADIMENTO! Per questa attività gli educatori devono fotografare vari oggetti di uso comune (di vario genere/materiali, anche alimentari) da una distanza ravvicinata. Nel laboratorio, poi, I gruppi dovranno indovinare di che oggetto si tratta. Idea 3 ILLUSIONI OTTICHE

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GIOCHI:

Mimo con l’oggetto (ci stupiamo della fantasia e delle tante funzioni che può avere un semplice oggetto) Tutti i partecipanti si dispongono in cerchio. Il conduttore entra nel cerchio. Ha in mano un oggetto (bastone, cerchio, corda, pallone) e con questo mima un'azione. Finita la sua azione mimica, lascia l'oggetto nel cerchio. A turno, e liberamente, i partecipanti si avvicendano nella trasformazione fantastica dell'oggetto. Il bastone potrà diventare ad esempio un cannocchiale, un'altalena, un cavallo.. E’ importante che venga indovinato l’oggetto, non ciò che fa il giocatore. Dopo un certo tempo l’educatore potrà suggerire un nuovo oggetto con cui fare il mimo.

I ragazzi, divisi in gruppi di 5, devono raccogliere tre oggetti che avessero caratteristiche simili alla vista (ad esempio lo stesso colore), al tatto, all’udito, all’odorato. Vince la squadra che raccoglie gli oggetti giusti nel minor tempo possibile.

Gioco percorso con la cipolla e l’aglio: (preparare un percorso tra gli alberi fregando la cipolla e l’aglio i ragazzi dovranno “sentendo il profumo” ritrovare il percorso)

Pictionary Ogni squadra riceve un foglio e una matita. Si stabilisce un tempo massimo, ad esempio un minuto, in cui i bambini devono riuscire ad indovinare la parola misteriosa disegnata dal loro compagno di squadra. Le parole da disegnare potete deciderle prima, scriverle su dei foglietti da piegare e riporre in una scatola, oppure dirli di volta in volta all'orecchio del bambino che deve disegnare, stando pero attenti che gli altri non la sentano. Inizia un bambino della prima squadra, che dopo aver saputo la parola misteriosa, dovrà disegnarla come meglio può, per farla capire ai compagni di squadra che possono fare quanti tentativi vogliono per indovinarla. Allo scadere del tempo stabilito, se la squadra ha indovinato la parola, riceverà un punto,

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altrimenti rimarrà al punteggio iniziale. A turno dovranno disegnare tutti i bambini di tutte le squadre. Alla fine si conteranno i punti ottenuti dalle squadre per decretare il vincitore.

GIORNATA 8

PAROLA CHIAVE: Custodire genera l’UMANITA’: collaborazione con tutte le

persone che hanno a cuore il creato.

COMMENTO alla parola chiave e alla drammatizzazione: La foresta viene visitata da un funzionario e,

addirittura, di una delegazione governativa. Questi personaggi hanno ruoli diversi rispetto al pastore, comportamenti e competenze differenti, ma condividono la stessa finalità: custodire la foresta nella sua bellezza. Anche noi impariamo a guardare alle cose che ci uniscono alle altre persone, e non solo a quelle che ci dividono o che ci fanno fare fatica. Scopriremo tante persone, a volte inaspettate, con cui collaborare e crescere nel custodire.

STORIA: Per farsi un'idea più precisa di quell'eccezionale carattere, non bisogna dimenticare che operava in una solitudine totale; al punto che, verso la fine della vita, aveva perso del tutto l'abitudine a parlare. 0, forse, non ne vedeva la necessità. Nel 1933, ricevette la visita di una guardia forestale sbalordita. I1 funzionario gli intimò l'ordine di non accendere fuochi all'aperto, per non mettere in pericolo la crescita di quella foresta naturale. Era la prima volta, gli spiegò quell'uomo ingenuo, che si vedeva una foresta spuntare da sola. A quell'epoca, Bouffier andava a piantare faggi a dodici chilometri da casa. Per evitare il viaggio di andata e ritorno, poiché aveva ormai settantacinque anni, stava considerando la possibilità di costruirsi una casupola di pietra sul luogo stesso dove piantava. Ciò che fece l'anno seguente. Nel 1935, una vera e propria delegazione governativa venne a esaminare la foresta naturale. C'erano un pezzo grosso delle Acque e Foreste, un deputato, dei tecnici. Fu deciso di fare qualcosa e, fortunatamente, non si fece nulla, tranne l'unica cosa utile: mettere la foresta sotto la tutela dello Stato e proibire che si venisse a fame carbone. Perché era impossibile non restare soggiogati dalla bellezza di quei giovani alberi in piena salute. Esercitò il proprio potere di seduzione persino sul deputato.

PREGHIERA: Brano: dagli Atti degli Apostoli 1,2-12 (Pentecoste) Padre Nostro (esprime al meglio il nostro essere fratelli)

IMPEGNO PERSONALE: oggi mi impegno a collaborare con gli altri nelle cose che faccio: nei giochi, nelle attività, nei

momenti di servizio come apparecchiare, sparecchiare, riordinare e pulire.

MISSIONE DI GRUPPO: RIPARO

Guardiamoci bene intorno: ci sono materiali danneggiati, rotti o rovinati? La nostra missione è quella di ripararli! Ad esempio raccogliamo i giochi che abbiamo.. le scatole spesso sono rotte e da riparare. Troviamo un modo per sistemarli! Anche altri materiali, o parti del luogo che ci ospita, possono essere danneggiati. Proviamo a ripararli insieme, facciamoci aiutare da qualcuno di più grande. L’ambiente sarà più bello ed accogliente per tutti! Se sono cose “difficili” da riparare (es: porte, finestre), segnaliamole agli adulti.

ATTIVITA’ ELEMENTARI + MEDIE: CHI COLLABORA CON NOI? In questa giornata dedicata alla collaborazione, i bambini e i ragazzi conosceranno persone che collaborano con noi alla custodia del creato, ad esempio:

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- operatori ecologici, persone che puliscono ambienti e spazi parrocchiali, guardie ecologiche, ovvero persone che si impegnano per custodire il creato e gli ambienti. - persone che curano l’orto, agricoltori, giardinieri, persone che coltivano il creato - falegnami e persone che fanno manutenzione della propria realtà parrocchiale, che riparano ambienti, strutture, per metterli a disposizione di tutti, Si potrebbe pensare ad una testimonianza in cui raccontano ai bambini ciò che fanno, mostrando anche immagini e focalizzandosi soprattutto sulla collaborazione! Attività solo per le Medie: Con i ragazzi/e più grandi si propongono 2 varianti per integrare/completare la testimonianza:

a. possono essere coinvolti attivamente e concretamente nel collaborare con la persona scelta, per il suo servizio. Imparare facendo, e guardando l’esempio di chi con cura lo fa, è il modo migliore per mettersi in gioco.

b. Nel caso non sia possibile incontrare una persona, si può spostare l’attenzione sulla propria parrocchia, per scoprirne la STORIA, e rintracciare le tante persone che, in semplicità, negli anni si sono presi cura di quel luogo. Le modalità possono essere le seguenti:

interviste flash al parroco/ai parrocchiani/alle persone del quartiere sulla storia della propria parrocchia. Le risposte raccolte possono essere poi mostrate attraverso un cartellone realizzato in maniera artistica e donato alla comunità

“Caccia Francescana”: alcuni educatori, dopo aver essi stesso approfondito la storia della propria parrocchia, impersonificano (anche con costumi) le persone che sono stati significative per la comunità. Si dispongono sparsi per la parrocchia, mentre i bambini/ragazzi a turno, dovranno cercarli per farsi raccontare la propria storia. In questo caso, ogni squadra, al termine, deve scegliere di “adottare” la persona che li ha colpiti di più, e dalla quale vogliono imparare a prendersi cura della propria comunità.

GIOCHI (per sperimentare la collaborazione):

PALLATELO (collaborazione della squadra): si tratta di una specie di pallavolo gigante. Ognuno dei due gruppi si mette intorno ad un telo (grandezza di un lenzuolo matrimoniale), e con sopra una palla (leggera; l’ideale è il “supertelo”), deve farla saltare dall’altra parte del campo, sul telo dell’altra squadra. A questo punto è un po’ come pallavolo. Se la palla cade nel campo avversario è punto, altrimenti sarà presa dalla squadra sul proprio telone e rilanciata ancora (non al volo).

Cerchio a occhi chiusi I ragazzi sono disposti in cerchio. Al via chiudono gli occhi e avanzano con le mani in avanti e prendono le prime due mani che sentono. Dopo di che apriranno gli occhi e dovranno collaborare insieme per riformare il cerchio, senza mai staccare le mani.

Raccontiamo una storia L’educatore comincia ad inventarsi e a raccontare una storia. Quando chiama o indica un bambino, lui dovrà proseguire il racconto della storia, fino a quando l’educatore chiamerà qualcun altro che dovrà continuare e così via. Alla fine si sarà creata una storia originale grazie all’aiuto e alla collaborazione di ciascuno. Variante 1: l’educatore può dare alcune parole o elementi che devono essere presenti all’interno della storia, quindi i bambini dovranno stare attenti ad inserirsi nel momento opportuno. Variante 2: ciascun giocatore ha una striscia di carta e inizia a scrivere una storia qualsiasi. Poi piega la striscia in modo che solo una parte dello scritto resti visibile. Passa la carta al vicino di destra. Ciascuno continua la storia ispirandosi alla parte che vede scritta, poi piega, non lasciando visibile che una parte del suo scritto e passa ancora al vicino di destra e così via. Il gioco continua finché tutte le varie strisce non siano ritornate ai rispettivi proprietari dopo essere passate nelle mani di tutti. L’educatore ritirerà le varie strisce e leggendone una per volta susciterà le più belle risate dato il senso talvolta sconclusionato delle storie che sono state scritte. Vince chi crea la storia più sensata o più buffa.

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GIORNATA 9

PAROLA CHIAVE: Custodire genera COMUNITA’

COMMENTO alla parola chiave e alla drammatizzazione: L’incontro del Pastore con la guardia forestale ci

insegna a guardare all’altro senza invidia, come una ricchezza che ci viene donata (e non come qualcosa da sfruttare a nostro vantaggio). I 3 personaggi infatti si conoscono, compiono gesti di condivisione (il pranzo) e riconoscono i talenti reciproci. Da questo momento, infatti, la guardia forestale si sente chiamata a impegnarsi in prima persona per proteggere la foresta e “la felicità del pastore”.

STORIA: Un capitano forestale mio amico faceva parte della delegazione. Gli spiegai il mistero. Un giorno della settimana seguente, andammo insieme a cercare Elzéard Bouffier. Lo trovammo in pieno lavoro, a venti chilometri da dove aveva avuto luogo l'ispezione. Quel capitano forestale non era mio amico per nulla. Conosceva il valore delle cose. Seppe restare in silenzio. Offrii le uova che avevo portato in regalo. Dividemmo il nostro spuntino in tre e restammo qualche ora nella muta contemplazione del paesaggio. La costa che avevamo percorso era coperta d'alberi che andavano da sei a otto metri di altezza. Mi ricordavo l'aspetto di quelle terre nel 1913, il deserto ... Il lavoro calmo e regolare, l'aria viva d'altura, la frugalità e soprattutto la serenità dell'anima avevano conferito a quel vecchio una salute quasi solenne. Era un atleta di Dio. Mi domandavo quanti altri ettari avrebbe coperto d'alberi. Prima di partire, il mio amico azzardò soltanto qualche suggerimento a proposito di certe essenze alle quali il terreno sembrava adattarsi. Non insistette. «Per la semplice ragione» mi spiegò poi, «che quel signore ne sa più di me». Dopo un'ora di cammino, dopo che l'idea aveva progredito in lui, aggiunse: «Ne sa di più di tutti. Ha trovato un bel modo di essere felice!» È grazie a quel capitano che, non solo la foresta, ma anche la felicità di quell'uomo furono protette. Fece nominare tre guardie forestali per quella protezione e le terrorizzò a tal punto che rimasero sempre insensibili alle mazzette offerte dai boscaioli.

PREGHIERA: Brano: dal Vangelo secondo Luca 9,10-17 Gesù, che hai detto: "Qualunque cosa farete ad uno dei più piccoli di questi miei fratelli, l'avete fatta a me", aiutaci ad amare il prossimo come tu lo hai amato. Aiutaci a costruire una vera comunità di persone libere e responsabili che sanno reciprocamente accettarsi e rispettarsi nelle loro diversità e difetti. Fa’ che possiamo non solo stare con gli altri, ma aprirci pienamente al prossimo. Aiutaci ad essere persone che sanno donare e ricevere, che sono capaci di condividere, di portare i pesi gli uni degli altri per soffrire e godere insieme, che si perdonano l'un l'altro, con generosità. Ti ringraziamo per tutte le persone che ci hai messo accanto: ognuno è una ricchezza e da ogni persona possiamo imparare. Signore, non lasciarci chiusi nel nostro egoismo, ma rendici persone aperte

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capaci di amare, come Tu ci ami ogni giorno.

IMPEGNO PERSONALE: oggi mi impegno a scoprire cosa mi possono insegnare gli altri: cosa posso imparare da loro?

Cerco di non guardarli con invidia, ma di essere aperto a tutto ciò che di buono mi possono insegnare e per questo li ringrazio.

MISSIONE DI GRUPPO: SOSTENERE IL COMMERCIO EQUO & SOLIDALE

Il tema di queste due giornate è il CIBO. Questa missione si concretizza perciò nelle attività proposte per le giornate 9 e 10. Nella giornata 9 i bambini e ragazzi scoprono che ogni popolo ha i propri piatti e ingredienti tipici, ma che tra i diversi popoli non c’è equità nella distribuzione. Infatti “la società è composta di due grandi classi: quelli che han più roba da mangiare che appetito, e quelli che han più appetito che roba da mangiare”. Nella giornata 10 i bambini e ragazzi imparano che anche loro possono fare molto per contrastare questa ingiustizia, ad esempio sostenendo il Commercio Equo & Solidale che assicura i diritti per i produttori e i lavoratori, specialmente nel Sud del mondo. Nella nostra diocesi, il Centro Missionario diocesano promuove da sempre questa attività e mette a disposizione la possibilità di “dare in conto vendita” i propri prodotti alle parrocchie per realizzare banchetti o piccoli mercatini per la Festa Finale dell’Estate Ragazzi. Per questo vi invitiamo a prendere contatto con la segreteria del Centro Missionario (via Emilia 69 IMOLA – Tel: 0542-27129 – Mail: [email protected]).

ATTIVITA’ ELEMENTARI: impariamo a fare un cibo di un’altra cultura con una persona che ci può insegnare qualcosa

di nuovo! Cucinando e mettendo insieme gli ingredienti, i bambini potranno notare che il risultato di ciò che hanno preparato è l’insieme di tante cose diverse che, mescolate ed amalgamate, danno origine ad una cosa bella e buona! L’aiuto di tutti è fondamentale: dalle altre persone possiamo sempre imparare qualcosa di nuovo, imparando a vedere nell’altro non qualcuno con cui competere sempre, ma qualcuno da cui possiamo imparare. L’altro è una ricchezza!

ATTIVITA’ MEDIE: ATTIVITA’ 1: costruire la comunità attraverso la carità. I ragazzi incontrano le realtà caritative delle parrocchie e del territorio (Caritas, San Vincenzo, Emporio Solidale etc…), e le persone che le animano. Da questo incontro, nasce poi l’impegno per una semplice ma importante “Raccolta Alimentare” per i giorni successivi (o in vista della Festa Finale). I Ragazzi, in accordo con il Parroco, organizzano le modalità per raccogliere il cibo da donare alla Caritas. Ad esempio: ognuno porta alimenti da casa; si allestisce un piccolo banchetto; si passa di casa in casa per raccogliere i generi alimentari… In questo modo si fanno essi stessi promotori di un gesto concreto di apertura all’altro, attraverso il cibo e il tempo donato e condiviso. ATTIVITA’ 2: IL PRANZO (merenda) dei Popoli. Con questa attività allarghiamo lo sguardo alle dinamiche mondiali che impediscono un accesso giusto e equo al cibo, diritto di tutti gli uomini spesso negato. I ragazzi imparano quindi, da un’esperienza vissuta, cosa vuol dire DIVIDERE PER MOLTIPLICARE, collegandosi così al messaggio che Papa Francesco ha scelto per il contributo della Santa Sede all’ExPO 2015 di Milano, che proprio in questi mesi estivi si sta svolgendo. Per l’attività della cena dei popoli, si veda la proposta negli allegati. Per riflettere e confrontarsi, al termine dell’attività si consiglia:

o di vedere il seguente video: https://www.youtube.com/watch?v=qhU5JEd-XRo

o di narrare la seguente novella, riprendendo il collegamento tra il Paradiso e ciò che già adesso ciascuno di noi può fare per condividere: http://www.lefiabe.com/cinesi/paradiso_inferno.htm

GIOCHI:

Nei giochi di questa giornata consigliamo di sottolineare ai ragazzi come sia necessario l’aiuto degli altri, e quindi vedere che coloro che abbiamo accanto sono persone che possono insegnarci sempre qualcosa.

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GIOCO dell’OCA Materiali: cartellone con tabellone di gioco (percorso di caselle da un punto di partenza ad un punto di arrivo) + dado a sei facce con numeri Il numero delle squadre e delle caselle di gioco varia a seconda del numero di bambini. Ogni squadra avrà un oggetto come pedina da spostare sul tabellone. Le caselle del tabellone sono diverse: caselle “prova da superare”, caselle “fermo un turno”, caselle “avanza di uno/due/tre”. Se la squadra che capita sulla casella prova non la supera, resta ferma un turno. Vince la squadra che per prima arriva alla casella di arrivo. Suggeriamo alcune idee per le caselle con prove da superare: Prova 1: Sciogli la lingua Dire 3 scioglilingua saltando su un piede solo

- Apelle figlio di Apollo fece una palla di pelle di pollo tutti i pesci vennero a galla per vedere la palla di pelle di pollo fatta da Apelle figlio di Apollo

- Trentatre trentini entrarono a Trento tutti e trentatre trotterellando - Tre tigri contro tre tigri

Prova 2: Nella vecchia fattoria! Imita gli animali che la tua squadra dovrà indovinare: Lumaca – Cammello – Cicala – Formica Lucertola – Nutria – Lama – Gamberetto Ragno – Coniglio – Coccodrillo – Mosca Prova 3: Gonfia gonfia! Gonfia un palloncino in 50 sec senza tenerlo con le mani. Prova 4: Fischiami una canzone! Happy Le tagliatelle di nonna Pina Il pulcino pio Prova 5: Indovina chi sono!?! Prova a mimare uno di questi personaggi che la tua squadra dovrà indovinare Harry Potter Shrek Rapunzel Prova 6: Pesce in padella! Vengono disposti dei pesci di carta in terra. Solo soffiando i pesci dovranno essere messi nella padella poco lontano. La prova sarà superata se almeno 3 pesci saranno dentro. Prova 7: Infila l’ago! In 30 sec mettere il filo nell’ago. Prova 8: La pozione! Preparare un beverone con dentro gli ingredienti più disparati: coca cola, sale, ketchup, maionese, cocco, ecc. Bendata, la squadra dovrà trovare gli ingredienti della bibita: potranno annusarla o berla!! Prova 9: Ci riconosci? Il concorrente bendato potrà toccare il compagno di squadra e riconoscerlo. Prova 10: Parrucchiere per un giorno! Scegli un compagno della tua squadra e acconcialo in 2 min. Prova 11: Tabelline! 9x9= 81 6x7= 42 7x9= 63 6x9= 54 8x3=24 7x8= 56 9x4= 36 8x9= 72 7x4= 28 Prova 12: Neopittori In un minuto di tempo fai il ritratto a un componente della tua squadra.

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Prova 13: Balla, balla, balla! La squadra dovrà ballare la macarena (o altro) facendo le mosse giuste! Prova 14: Facciamo i conti! Conta fino a 30... al posto del 3 devi dire GNAM e al posto del 7 devi dire BUM. Esempio: 17 = Uno Bum Prova 15: Cultura generale! Quanti pianeti ha il nostro sistema solare? Dimmi una coppia di numeri primi. Passato remoto del verbo cuocere Che cos’è il sole? Elenca le preposizioni semplici. Dove fu sconfitto Napoleone? Crescono più velocemente le unghie o i capelli? Quali continenti iniziano con la lettera “A”? Qual è il fiume più lungo d’Italia? Prova 16: Pictionary! Disegna e fai indovinare la tua squadra. Prova 17: Limbo! Se arrivano a questa casella tutta la squadra dovrà passare sotto il manico della scopa e nessuno dovrà cadere altrimenti non hanno vinto e dovranno continuare a giocare.

GIORNATA 10

PAROLA CHIAVE: Custodire genera un futuro di SPERANZA

COMMENTO alla parola chiave e alla drammatizzazione: A distanza di anni la cura del pastore ha contribuito a

rigenerare la bellezza nel creato e la speranza nelle persone che vi abitano. E’ con questo sguardo di costanza, impegno e fiducia che possiamo guardare al creato che ci circonda, per contribuire a migliorare le relazioni fra le persone.

STORIA: L'opera corse un grave rischio solo durante la guerra del 1939. Poiché le automobili andavano allora col gasogeno, non c'era mai abbastanza legna. Cominciarono a tagliare le querce del 1910, ma l'area era talmente lontana da tutte le reti stradali che l'impresa si rivelò fallimentare dal punto di vista finanziario. Fu abbandonata. Il pastore non aveva visto nulla. Era a trenta chilometri di distanza, e continuava pacificamente il proprio lavoro, ignorando la guerra del '39 come aveva ignorato quella del ' 14. Ho visto Elzéard Bouffier per l'ultima volta nel giugno del 1945. Aveva ottantasette anni. Avevo ripreso la strada del deserto, ma adesso, nonostante la rovina in cui la guerra aveva lasciato il paese, c'era una corriera che faceva servizio tra la valle della Durance e la montagna. Misi sul conto di quel mezzo di trasporto relativamente rapido il fatto che non riconoscessi più i luoghi delle mie prime passeggiate. Mi parve anche che l'itinerario mi facesse passare in posti nuovi. Ebbi bisogno del nome di un villaggio per concludere che invece mi trovavo proprio in quella zona un tempo in rovina e desolata. La corriera mi depositò a Vergons. Nel 1913, quella frazione di una dozzina di case contava tre abitanti. Erano dei selvaggi, si odiavano, vivevano di caccia con le trappole; più o meno erano nello stato fisico e morale degli uomini preistorici. Le ortiche divoravano attorno a loro le case abbandonate. La loro condizione era senza speranza. Non avevano altro da fare che attendere la morte: situazione che non dispone alla virtù. Ora tutto era cambiato. L'aria stessa. Invece delle bufere secche e brutali che mi avevano accolto un tempo, soffiava una brezza docile carica di odori. Un rumore simile a quello dell'acqua veniva dalla cima delle montagne: era il vento nella foresta. Infine, cosa più sorprendente, udii il vero rumore dell'acqua scrosciante in una vasca. Vidi che avevano costruito una fontana; l'acqua vi era abbondante e, ciò che soprattutto mi commosse, vidi che vicino a essa avevano piantato un tiglio di

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forse quattro anni, già rigoglioso, simbolo incontestabile di una resurrezione. In generale, Vergons portava i segni di un lavoro per la cui impresa era necessaria la speranza. La speranza era dunque tornata. Avevano sgomberato le rovine, abbattuto i muri crollati e ricostruito cinque case. La frazione contava ormai ventotto abitanti, tra cui quattro giovani famiglie. Le case nuove, intonacate di fresco, erano circondate da orti in cui crescevano, mescolati ma allineati, verdure e fiori, cavoli e rose, porri e bocche di leone, sedani e anemoni. Era ormai un posto dove si aveva voglia di abitare. Da lì proseguii a piedi. La guerra da cui eravamo appena usciti non aveva consentito il rifiorire completo della vita, ma Lazzaro era ormai uscito dalla tomba. Sulle pendici più basse della montagna, vedevo i campicelli di orzo e segale in erba; in fondo alle strette vallate, qualche prateria verdeggiava. Sono bastati gli otto anni che ci separano da quell'epoca perché tutta la zona risplenda di salute e felicità. Dove nel 1913 avevo visto solo rovine, sorgono ora fattorie pulite, ben intonacate, che denotano una vita lieta e comoda. Le vecchie fonti, alimentate dalle piogge e le nevi che la foresta ritiene, hanno ripreso a scorrere. Le acque sono state canalizzate. A lato di ogni fattoria, in mezzo a boschetti di aceri, le vasche delle fontane lasciano debordare l'acqua su tappeti di menta. I villaggi si sono ricostruiti poco a poco. Una popolazione venuta dalle pianure, dove la terra costa cara, si è stabilita qui, portando gioventù, movimento, spirito d'avventura. S'incontrano per le strade uomini e donne ben nutriti, ragazzi e ragazze che sanno ridere e hanno ripreso il gusto per le feste campestri. Se si conta la vecchia popolazione, iniconoscibile da quando vive nell'armonia, e i nuovi venuti, più di diecimila persone devono la loro felicità a Elzéard Bouffier. Quando penso che un uomo solo, ridotto alle proprie semplici risorse fisiche e morali, è bastato a far uscire dal deserto quel paese di Canaan, trovo che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirevole. Ma, se metto in conto quanto c'è voluto di costanza nella grandezza d'animo e d'accanimento nella generosità per ottenere questo risultato, l'anima mi si riempie d'un enorme rispetto per quel vecchio contadino senza cultura che ha saputo portare a buon fine un'opera degna di Dio. Elzéard Bouffier è morto serenamente nel 1947, all'ospizio di Banon.

PREGHIERA Brano: dal Vangelo secondo Matteo 13,24-30 (parabola della zizzania: Dio desidera il nostro bene, la nostra felicità; noi siamo custodi del creato, ma Lui non ci abbandona in questo impegno.) Signore Gesù, noi sappiamo che tu solo sei la sorgente della nostra speranza. Sappiamo che in ogni uomo e in ogni donna ci sono semi di speranza, perché li hai posti Tu; ma dobbiamo saperli scoprire e far germinare, e dar “ragione della speranza che in noi” impegnandoci a conoscerti sempre meglio, per poter illuminare la vita di tutti. Aiutaci, Signore, a credere in Te, presente nella nostra vita; a dare nuovo vigore alla nostra speranza, per concorrere, con gioia e dinamismo, a costruire una città affidabile, dove edificare ogni giorno, con l’impegno di tutti, credenti e non credenti, comunità più solidali e fraterne, dove spezzare il pane delle nostre mense, delle nostre inquietudini e sofferenze, delle gioie e delle attese; dove annunciare Te, nostra unica speranza.

IMPEGNO PERSONALE: oggi mi impegno a portare speranza agli altri, a non arrendermi di fronte alle difficoltà,

cercando di essere coraggioso nel custodire il creato: il bene che decido di fare oggi è speranza per il mondo e per gli altri!

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MISSIONE DI GRUPPO: SOSTENERE IL COMMERCIO EQUO & SOLIDALE

Il tema di queste due giornate è il CIBO. Questa missione si concretizza perciò nelle attività proposte per le giornate 9 e 10. Nella giornata 9 i bambini e ragazzi scoprono che ogni popolo ha i propri piatti e ingredienti tipici, ma che tra i diversi popoli non c’è equità nella distribuzione. Infatti “la società è composta di due grandi classi: quelli che han più roba da mangiare che appetito, e quelli che han più appetito che roba da mangiare”. Nella giornata 10 i bambini e ragazzi imparano che anche loro possono fare molto per contrastare questa ingiustizia, ad esempio sostenendo il Commercio Equo & Solidale che assicura i diritti per i produttori e i lavoratori, specialmente nel Sud del mondo. Nella nostra diocesi, il Centro Missionario diocesano promuove da sempre questa attività e mette a disposizione la possibilità di “dare in conto vendita” i propri prodotti alle parrocchie per realizzare banchetti o piccoli mercatini per la Festa Finale dell’Estate Ragazzi. Per questo vi invitiamo a prendere contatto con la segreteria del Centro Missionario (via Emilia 69 IMOLA – Tel: 0542-27129 – Mail: [email protected]).

ATTIVITA’ E GIOCO ELEMENTARI: MEGA CACCIA AL TESORO Per ripercorrere le tappe del percorso fatto, proponiamo come attività/gioco una bella CACCIA AL TESORO a squadre, che metta insieme oltre agli atteggiamenti imparati, anche prove pratiche. I bambini vengono divisi in squadre. Ogni squadra potrebbe ad esempio prendere il nome di un tipo di albero (querce, betulle, aceri, abeti..) o di qualcosa che sia legato all’ambiente. L’idea è quella di fare una caccia al tesoro non solo cercando luoghi, ma anche superando delle piccole prove. Le squadre ricevono un primo indizio relativo ad un luogo che richiami un qualcosa che hanno fatto durante l’estate ragazzi (es: cartellone dell’albero, luogo in cui hanno piantato i semi, zona con bidoni della raccolta differenziata, stanza del pranzo ecc..). Lì troveranno un secondo biglietto che li condurrà ad una persona (es: educatore, personaggio della storia..) e una volta trovata avranno una prova da superare. Superata la prova potranno ricevere l’indizio successivo. Le prove possono essere ad esempio:

Area piena di rifiuti sparsi che i bambini devono riuscire a suddividere nei bidoni della differenziata in maniera corretta. Solo quando tutto è stato gettato correttamente potranno ricevere l’indizio successivo.

Quiz con domande relative alla storia de “L’uomo che piantava gli alberi”. Se rispondono bene ad almeno una serie di domande potranno ricevere il successivo indizio

Creare con materiali usati: i bambini scelgono una serie di materiali che vengono messi a disposizione e devono riuscire a dare forma ad un oggetto che richiede l’educatore

Riparare qualcosa di danneggiato o di rotto, collaborando insieme

Preparare una tavola apparecchiata e in base alla richiesta dell’educatore selezionare gli ingredienti che occorrono per realizzare quel cibo.

Altro.. usare la fantasia e l’ispirazione a partire dalla storia e dal percorso fatto Superata la prova i bambini ricevono un nuovo indizio che li porterà in un luogo e poi ad una persona per superare un’altra prova e così via.. TESORO: i bambini troveranno un bel sacco pieno di semini con un invito a portarli a casa, per poter piantare e coltivare anche con la propria famiglia. Nell’invito sarebbe bello scrivere anche un messaggio di speranza, o una frase presa dal libro. In questo modo gli atteggiamenti e gli stili di vita che i bambini hanno sperimentato lungo il percorso dell’ER, possono essere portati anche a casa, nelle proprie famiglie.

ATTIVITA’ E GIOCO MEDIE: possono partecipare alla caccia al tesoro attraverso prove più impegnative e

differenziate rispetto alle elementari, oppure creando una caccia al tesoro solo per loro, o ancora coinvolgendoli con un ruolo diverso, aiutando a spiegare e a gestire un punto gioco.