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Fondazione Fitzcarraldo

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Studio di Fattibilità

2 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

Ricerca realizzata dalla Fondazione Fitzcarraldo

Fondazione Fitzcarraldo è un centro indipendente di ricerca e formazione nel management e nelle politiche della cultura

Gruppo di ricerca: Alessandro Bollo, Luca Dal Pozzolo, Alessandra Gariboldi, Laura Marasso

Francesca Camporeale per la parte sul Podcasting

Massimo Camasso, layout ed elaborazioni grafiche dell’allestimento

Un particolare ringraziamento a Studio Wesen srl per gli spunti e le suggestioni sugli exhibit della mostra

Un ulteriore ringraziamento per la collaborazione a Hanzi Giovanni Axerio, Davide Benasso, Paola Borla, Federica Cairo, Piergiorgio Vasina.

MAGGIO 2007

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 3

Fondazione Fitzcarraldo

INDICE

1. PREMESSA E MOTIVAZIONI ALLO STUDIO.............................................5

2. L’IDEA PROGETTUALE ..................................................................7

3. IL CONCEPT DELLA MOSTRA MODULARE ITINERANTE ............................ 17

3.1 Obiettivi, requisiti, impostazione generale ................................... 17

3.2 La rappresentazione dei contenuti: il processo partecipato come supporto

del ruolo del curatore. Linee guida metodologiche .......................... 23

3.3 Contenuti e taglio interpretativo ............................................... 30

3.4 Linee guida per la progettazione e l’allestimento........................... 36

3.5 Dalla Mostra al territorio attraverso il podcasting ........................... 39

4. ANALISI DELLA DOMANDA E DEI TARGET DI UTENZA ............................. 46

5. IPOTESI SU TIPOLOGIE DI SEDI E DI SPAZI PER LA REALIZZAZIONE

DELL’ITINERARIO DELLA MOSTRA MODULARE ITINERANTE ....................... 51

6. ANALISI E DEFINIZIONE DEI COSTI DI ALLESTIMENTO E DI MOVIMENTAZIONE 58

7. BOZZE, SCHIZZI E LAYOUT DELLA MOSTRA ........................................ 64

BIBLIOGRAFIA ............................................................................. 70

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1. PREMESSA E MOTIVAZIONI ALLO STUDIO

Nell’ambito del progetto “Walser Alps” finanziato con fondi PIC Interreg III B, il

Comune di Rima S. Giuseppe ha affidato alla Fondazione Fitzcarraldo lo studio per la

definizione e l’impostazione di un progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

da intendersi come momento significativo del processo di promozione e di

qualificazione della civiltà Walser.

Oggetto dello studio sono le modalità di realizzazione e di circuitazione possibili

di una mostra itinerante per la promozione della cultura walser - con particolare

riferimento all’area dell’alta Valsesia – e l’individuazione delle condizioni attraverso

cui il progetto soddisfi in modo efficiente ed efficace le richieste della committenza e

risponda allo spirito di Interreg “Spazio Alpino”.

In coerenza con la logica integrata dei progetti che fanno parte di Walser Alps,

la mostra dovrà presentare carattere di possibile sinergia con lo sviluppo dell’”Agenzia

Turistica Walser” e, in particolar modo, con il progetto di messa in rete dei musei

Walser. Quest’ultimo presenta, infatti, elementi di forte complementarietà con la

mostra: entrambi insistono sullo stesso territorio (i comuni Walser dell’alta Valsesia),

richiedono la partecipazione di una molteplicità di soggetti (comuni e sportelli, ma

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anche musei, associazioni e altri) chiamati a collaborare e a condividere i processi

realizzativi ed entrambi hanno come finalità la valorizzazione della cultura locale,

tanto attraverso un’efficace comunicazione esterna, quanto nel potenziamento della

collaborazione e partecipazione interna.

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2. L’IDEA PROGETTUALE

Obiettivi della ricerca e note metodologiche

In via preliminare occorre vagliare le modalità di realizzazione e allestimento della

“mostra itinerante” che meglio rispondono ai requisiti e agli obiettivi del progetto,

precisando che in tale fase si intende riflettere su ipotesi possibili che verranno

meglio precisate a partire dai confronti e riscontri con i principali attori coinvolti nel

proseguo dello studio.

Una prima ipotesi potrebbe essere quella di pensare la mostra come grande

evento, un’iniziativa cioè di richiamo che appoggiandosi a progettisti e curatori di

fama venga ospitata in sedi di prestigio in grado di per sé di generare un forte

richiamo in termini di comunicazione. In questo senso il termine “itinerante” non è

del tutto appropriato nel senso che movimentare gli allestimenti di un’esposizione di

questo genere è un’operazione possibile, ma comporta costi molto elevati che non

permettono di sfruttare le economie di scala derivanti dall’esportazione di un format

che consenta di ammortizzare i costi di progettazione e di allestimento su più sedi.

I vantaggi di questa opzione consistono nella forte visibilità e nella possibilità di

accedere a circuiti esteri. Gli svantaggi risiedono negli elevati costi di progettazione

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e allestimento e in quelli di movimentazione, di smontaggio – riadattamento –

rimontaggio in altro luogo e contesto. Questo genere di mostre infatti richiede in ogni

luogo nuovo un profondo riadattamento ed un allestimento almeno in parte ripensato

e modificato. Una mostra di tale portata richiederebbe inoltre una massa critica di

contenuti (oggetti, manufatti, opere d'arte, ecc.) tale da essere difficilmente

realizzata a partire dai materiali di una sola comunità Walser, ma dovrebbe essere

nutrita da apporti e significati derivanti dall’insieme delle comunità sparse sull’arco

alpino.

Vantaggi • forte visibilità • possibilità di accedere a circuiti esteri

Svantaggi • elevati costi di progettazione e allestimento • elevati costi di movimentazione • ridotte economie di scala

Vincoli • una massa critica minima di contenuti è difficilmente ottenibile a partire dai materiali di una sola comunità Walser

Una seconda ipotesi potrebbe incentrarsi sul costruire una mostra di

dimensioni contenute e di impianto più tradizionale (basata, ad esempio, su pochi

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oggetti e su pannelli esplicativi), da far circuitare in contesti di volta in volta

differenti, presumibilmente comunque sul territorio nazionale. In questo secondo

caso, trattandosi di allestimenti piuttosto semplici, i costi di progettazione e

soprattutto di movimentazione potrebbero essere contenuti, potendo, in questo caso,

sfruttare le economie di scala che sono escluse da un evento di maggior richiamo.

I vantaggi di questa opzione consistono nel contenimento dei costi (sia per ciò

che concerne la progettazione e l’allestimento sia per la movimentazione), mentre gli

svantaggi riguardano la scarsa visibilità e la difficoltà di uscire dai circuiti locali, col

rischio di presentare un’operazione di scarsa efficacia dal punto di vista del richiamo

comunicativo e promozionale, pur in presenza di un progetto rigoroso dal punto di

vista scientifico.

Vantaggi • costi contenuti di progettazione e allestimento • costi contenuti di movimentazione

Svantaggi • Scarsa visibilità • Circuiti locali • Incorenza tra necessità di promozione turistica e rigore

scientifico

Vincoli • non richiede un significativo volume di contenuti (potrebbe essere realizzata su una sola comunità Walser)

Una terza ipotesi che si prospetta riguarda, invece, la scelta di mantenere il

carattere realmente itinerante della mostra facendo leva su una caratterizzazione a

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forte componente tecnologica ed esperienziale che consenta di ridurre

sensibilmente i costi di movimentazione (derivanti da una sensibile

“smaterializzazione” dell’apparato allestitivo che assumerebbe la forma di una

scenografia d'esposizione) e allo stesso tempo di raggiungere un pubblico ampio e

trasversale.

A fronte di costi relativamente elevati di progettazione e implementazione, i

vantaggi offerti da questa opzione possono essere molteplici. Il primo è rappresentato

dai costi contenuti di movimentazione e di re-iterazione dell’allestimento. Le

dimensioni ridotte e modulari (la gran parte dei contenuti sarebbe fruibile sul

supporto informatico e audiovisivo, mentre la movimentazione potrebbe riguardare

pochi oggetti materiali) e la conseguente facilità di trasporto, permettono di

mantenere la caratteristica itinerante senza rinunciare alla qualità degli exhibit.

Questi potrebbero essere pensati per essere facilmente allestiti nei luoghi e occasioni

più vari (musei, spazi culturali, fiere, saloni etc).

L’adozione di tecnologie digitali, se da un lato allontana dalla diretta

esperienza degli oggetti, dall’altro offre la possibilità di adottare un approccio

“esperienziale” attraverso la ricostruzione di ambienti complessi altamente

comunicativi, possibilmente interattivi, in grado di produrre reazioni non solo di

natura cognitiva, ma anche empatiche ed emozionali, in linea con le più recenti

acquisizioni museografiche.

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Inoltre, il materiale raccolto, prodotto e archiviato in forma digitale per la

mostra resta patrimonio fruibile e riutilizzabile da parte della comunità su supporti

e in contesti differenti (parti di contenuto potrebbero arricchire il futuro sito della

comunità Walser). La stessa mostra, una volta terminato il ciclo itinerante, potrebbe

essere riallestita (completamente o parzialmente) in modo permanente in uno o più

comuni Walser.

Il ricorso a soluzioni tecnologiche particolarmente innovative (in particolare il

ricorso a dispositivi di podcasting per la produzione e il trasferimento di file audio e

video) consentirebbe inoltre alla mostra di rispondere anche a finalità di promozione

turistico-culturale dei luoghi e dei territori Walser. I visitatori potrebbero infatti

scaricare file audio-video (racconti, descrizioni, aneddoti, chiavi di letture del

territorio e delle comunità) direttamente durante la visita alla mostra o

successivamente dal sito web da utilizzare in situ (ad esempio durante una gita ai

luoghi Walser presentati dalla mostra) ricorrendo a semplici lettori Mp3 o ai telefoni

cellulari di ultima generazione.

Vantaggi • costi contenuti di movimentazione e allestimento

• possibilità di adottare un approccio “esperienziale” attraverso la

ricostruzione di ambienti altamente comunicativi.

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• date le dimensioni modulari (la gran parte dei contenuti sarebbe

fruibile sul supporto informatico, mentre gli oggetti potrebbero

anche essere pochi) e la facilità di trasporto, l’exhibit potrebbe

essere facilmente installato anche in luoghi e occasioni di grande

richiamo e visibilità (spazi museali, fiere internazionali, centri

culturali).

• Il materiale archiviato in formato digitale resta come patrimonio

fruibile e interpretabile dalla comunità

Svantaggi • costi relativamente elevati di progettazione iniziale e prima

realizzazione

L'analisi dei punti di forza e di debolezza delle diverse ipotesi e il livello di

rispondenza e coerenza con gli obiettivi del progetto fanno propendere per la terza

ipotesi. Tale soluzione sembra infatti più adeguata a rispondere ai requisiti di

progetto, sia a livello di intervento sul “locale” (esigenza di promuovere la cultura

Walser dei territori compresi nella provincia di Vercelli) sia a livello internazionale (il

portato metodologico del progetto potrebbe divenire patrimonio condiviso e in

qualche modo spendibile da tutte le Comunità, coerentemente con gli obiettivi di

Walser Alps).

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Una soluzione di questo tipo potrebbe infatti rappresentare un progetto pilota per le

altre comunità Walser insediate sull’arco alpino: la logica locale può risultare molto

utile per sperimentare un modello di articolazione e restituzione del patrimonio

legato al territorio.

Occorre inoltre sottolineare che l'ipotesi di un format itinerante “leggero” e

modulabile (scenografia d'esposizione) non è alternativa rispetto all'idea di

realizzare una mostra in senso canonico sulla civiltà e cultura Walser.

Al contrario, una mostra sulla cultura Walser che veda la cooperazione delle

diverse comunità rappresenterebbe l’ideale complemento dell’ipotesi qui

avanzata. Una mostra siffatta dovrebbe possedere alcuni requisiti:

• costituirsi come un processo bottom-up che coinvolge ogni singola comunità a

rappresentare un particolare aspetto della cultura e della vita Walser, a partire

dalle comunità della Valsesia ma gradatamente coinvolgendo le altre in

territorio italiano ed estero;

• essere l’occasione per cementare la cooperazione tra le diverse comunità a

livello nazionale e transfrontaliero;

• rappresentare un’occasione di cooperazione innanzitutto per i musei Walser e

costituirsi una prima opportunità di lavoro scientifico e culturale in rete;

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• configurare un prodotto culturale in grado di arricchire la propriocezione delle

differenti comunità Walser in termini di appartenenza e di diversità;

• divenire un’offerta importante per il turismo culturale delle vallate walser,

fungendo da centro di interpretazione per il pubblico;

• poter essere riassorbita (totalmente o parzialmente) nei singoli musei walser

alla fine della sua esistenza come mostra temporanea.

I requisiti sopra indicati mostrano come una mostra sulla cultura Walser che impegni

le diverse comunità abbia una forte rilevanza in una triplice direzione:

1) aumentare le occasioni e le capacità di collaborazione e cooperazione delle diverse

comunità Walser;

2) arricchire l’offerta locale con raffinati strumenti di interpretazione e lettura del

territorio e delle comunità per i turisti già presenti in loco;

3) divenire uno degli strumenti di cooperazione ed interazione tra i diversi musei

Walser e le differenti associazioni culturali.

Tutti e tre i fattori sono strategici per lo sviluppo locale delle comunità e per

incrementare l’offerta culturale nei confronti del turismo, a patto di poter delegare il

ruolo di attrazione, di informazione e di promozione dei territori ad un altro

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strumento appositamente dedicato, ovvero ai moduli itineranti pensati

prevalentemente come display multimediale.

La separazione delle funzioni (mostra sulla cultura Walser destinata al turismo in situ

ed alla valorizzazione delle risorse locali e moduli multimediali itineranti per far

conoscere altrove la cultura Walser e promuoverne i territori) consente diversi

processi di realizzazione e diverse tempistiche, concedendo alla mostra lo spazio ed il

tempo per divenire momento aggregante delle comunità e della rete dei musei walser,

secondo l’avanzare dei processi di cooperazione, ed ai moduli itineranti di essere

realizzati come “un’avanguardia promozionale” agile ed efficace, con una forte

vocazione alla valorizzazione e al marketing, di ciò che il territorio è in grado di

mostrare e produrre all’interno di processi realmente partecipati e non affrettati da

esigenze specifiche di promozione contingente.

L’ipotesi di una mostra di carattere tradizionale capace di coinvolgere in situ le

diverse comunità Walser dovrà essere innescata con modalità capaci di raccogliere la

più ampia partecipazione. Non è opportuno, in questa sede, procedere oltre nella

configurazione, senza smentire la necessità di innescare un progetto bottom-up ed il

suo preciso momento d’avvio.

Per questo nei paragrafi successivi ci concentreremo nel definire requisiti e

prestazioni della mostra modulare itinerante che ha il ruolo di promozione della

cultura e del territorio Walser in ambito nazionale ed internazionale: nonostante

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anche questa particolare tipologia di mostra richieda alcuni momenti di

partecipazione delle comunità locali nella definizione dei contenuti, il concept, le

linee guida e le principali caratteristiche, per la funzione dedicata al marketing ed

alla promozione e per le modalità stesse di concettualizzazione dei contenuti,

appaiono determinabili senza che ciò costituisca un prevaricazione concettuale e

metodologica nei confronti delle modalità di espressione spontanea ed autonoma della

cultura locale.

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3. IL CONCEPT DELLA MOSTRA MODULARE ITINERANTE

3.1 Obiettivi, requisiti, impostazione generale

La concezione di una mostra modulare itinerante sulla cultura Walser

presenta indubbi elementi di fascino e di sfida e taluni aspetti di complessità. Tale

complessità deriva principalmente dal fatto che la mostra ambisce a soddisfare bisogni

molteplici e differenziati che richiedono approcci, requisiti, prestazioni tecniche,

spesso di difficile ricomposizione.

Il primo obiettivo ha a che fare con i contenuti culturali del progetto che

dovranno essere scientificamente rigorosi e consentire di avvicinare un pubblico vasto

e differenziato alla cultura e alla civiltà Walser. Ulteriore obiettivo è quello di

utilizzare la mostra come momento di conoscenza e di visibilità degli insediamenti

Walser in una logica di promozione turistico-culturale del territorio.

Definiti il “cosa” e il “perché” è importante ragionare anche sul “come”

facendo così emergere un altro obiettivo: presentare e rappresentare il “mondo

Walser” attraverso scelte allestitive e comunicative accattivanti, che facciano

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riferimento ad approcci e scelte museografiche operabili e “sostenibili” da un punto

vista organizzativo ed economico, nella logica di allestimento itinerante della mostra.

Si tratta dunque di concepire un ambiente, o meglio una “scenografia

d’esposizione”1

La mostra modulare itinerante dovrebbe raccontare ed evocare aspetti della

civiltà e identità Walser a partire da alcuni “tagli tematici interpretativi” in grado di

far emergere gli aspetti di specificità e di caratterizzazione della traiettoria Walser

nello spazio e nel tempo e di fornire una lettura che attualizzi e che renda più

“vicino”, generale – e per certi versi paradigmatico - il portato, il percorso, la storia

Walser.

E’ evidente che chi osserva un manufatto proveniente da un’altra cultura, sia

essa distante geograficamente o cronologicamente, si trova di fronte ad una

situazione complessa che mette in gioco almeno tre elementi culturali distinti

(Baxandall, 1995). Vi sono innanzitutto le idee, i valori e gli obiettivi della cultura da

cui provengono gli oggetti; in secondo luogo emergono le idee, i valori e gli obiettivi

dei curatori della mostra; infine vi è l’osservatore stesso, con il suo bagaglio culturale

di idee non sistematiche, di valori e di obiettivi più o meno esplicitabili.

1 Il concetto di “scénographie d’esposition” si deve a Francesco Sabelli, antropologo e allestitore .

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Per quanto riguarda il primo elemento (la cultura di provenienza) nei

paragrafi seguenti verranno indicati i tagli interpretativi e i principali temi che la

mostra modulare itinerante potrebbe affrontare, enucleando così le idee portanti e i

valori che si vorrebbe emergessero dalla mostra.

Relativamente ai curatori e agli organizzatori, la scelta di una modalità di

produzione dei contenuti e dei significati che, a partire dalle linee guida e con la regia

garante di un comitato scientifico, si basi anche su un percorso di progettazione

partecipata (attraverso gli strumenti del tavolo di lavoro e della mappa culturale,

come indicato nel par. 3.2) si pone nella logica di avvicinare il più possibile tratti

culturali, idee e valori inevitabilmente diversi. In tale prospettiva saranno le comunità

stesse a contribuire alla definizione dei simboli e degli oggetti che andranno a

rappresentare la “grammatica” di base dell’allestimento (le categorie, i temi, le

storie che dovranno essere rappresentate), che i curatori e progettisti avranno il

compito di strutturare, coordinare, e “mettere in scena” nella mostra modulare

itinerante.

Per quanto riguarda l’osservatore, il destinatario della mostra, la situazione

ipotizzata presenta elementi di specificità che occorre analizzare. La mostra modulare

itinerante infatti è pensata per essere allestita in contesti molto differenti (Fiere,

Saloni, Centri Culturali e Musei) aventi ambizioni e “vocazioni” culturali molto

variegate (si pensi, ad esempio, alla differenza di percezione della stessa mostra

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allestita all’interno del “Salone della Montagna” o in una sezione di un museo di storia

o antropologia).

Ne consegue che anche i target di utenza saranno molto diversi in quanto a

interessi, motivazioni, profilo socio-culturale ed esperienza ricercata. Si deve

quindi pensare ad un allestimento che sia in grado di comunicare e di raggiungere i

suoi obiettivi nei confronti di segmenti di utenza piuttosto eterogenei, con uno sforzo

piuttosto contenuto di personalizzazione e di adeguamento comunicativo per ciascun

contesto (per evidenti ragioni di sostenibilità economica e di efficienza organizzativa).

In particolare dovrà tenersi in considerazione il fatto che alcune categorie di

utenti potrebbero incontrare e scoprire sul momento l’allestimento (si pensi agli

utenti di saloni e fiere che casualmente incrociano la mostra Walser e decidono di

fermarsi a visitarla) non avendone programmato la visita e avendo probabilmente

scarse o nulle conoscenze sulla cultura Walser.

Riguardo il ciclo di vita della mostra (fig. 1), dopo la circuitazione in varie sedi, si

potrebbero ipotizzare diverse soluzioni per la fase di vita successiva degli exhibit. In

primo luogo almeno una parte della mostra potrebbe essere destinata ad essere

ricollocata sul territorio dell’area Walser che la mostra è di volta in volta chiamata a

rappresentare.

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In questo modo si otterrebbe da un lato di restituire alle comunità locali il prodotto

del loro lavoro, e dall'altro quello di offrire in modo stabile al territorio un “centro

di interpretazione” in grado di svolgere quella funzione di collegamento tra le

comunità e di richiamo agli elementi del territorio, in grado di fornire ai visitatori una

chiave interpretativa per la lettura dei territori Walser. I totem multimediali ad

esempio, cioè la parte di exhibit che funziona da porta di accesso ai contenuti, così

come i pochi oggetti scelti dalla comunità stessa per essere esposti, torneranno al

territorio.

Infine, l’altra parte della mostra, cioè il “guscio”, la struttura, così come

l’articolazione tematica dei contenuti, cioè in pratica quella parte della mostra

modulare itinerante non legata agli specifici contenuti prodotti da una singola

comunità ma destinata a rappresentare l’insieme della cultura Walser, potrà invece

essere reimpiegata dalle altre comunità le quali saranno così in grado di produrre la

propria versione della mostra modulare itinerante: ogni singola Regione potrà così

realizzare la propria mostra, individuando oggetti, simboli e contenuti a cui affidare la

rappresentazione della propria specifica cultura .

A tale proposito il modulo itinerante focalizzato sulle comunità della Valsesia

può essere considerato come il primo prototipo sperimentale che potrà essere

riutilizzato e personalizzato dalle altre comunità Walser in coerenza con la logica di

fondo dei programmi dello “Spazio Alpino” volti a rafforzare la cooperazione

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transnazionale e rafforzare il networking tra i diversi territori anche attraverso la

condivisione e la sperimentazione di conoscenze e pratiche innovative.

fig. 1 Il ciclo di vita della mostra

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3.2 La rappresentazione dei contenuti: il processo partecipato come

supporto del ruolo del curatore. Linee guida metodologiche

Una volta definiti i contorni essenziali dell'impostazione generale, per la

costruzione dei contenuti, contiamo qui di rappresentare il processo e le

caratteristiche di base che la mostra dovrebbe rispettare per poter rispondere al

meglio ai molteplici obiettivi identificati nel precedente paragrafo: adattabilità ai

contesti più vari, facilità e costi contenuti di movimentazione, funzione di promozione

turistica e culturale, rigore scientifico dei contenuti e possibilità di molteplici livelli di

lettura anche per un pubblico non esperto.

Innanzitutto, posta la natura complessa dei contenuti che andranno rappresentati

(che includeranno aspetti culturali, antropologici, geografici e tutto quanto riguarda

la rappresentazione di comunità storiche ma soprattutto vive), si renderà necessario

progettare molteplici piani di fruibilità, che dovranno essere almeno tre:

• suggestioni in mostra,

• approfondimenti in mostra attraverso apparati tecnologici,

• approfondimenti in rete attraverso percorsi tematici.

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fig. 2 i tre livelli dei contenuti

Come anticipato nel paragrafo precedente, è poi fondamentale che la mostra

rispecchi le idee, i valori e gli obiettivi della cultura da cui provengono gli oggetti e

non solo quelle del curatore. Per garantire questa rappresentatività, le comunità

dovranno essere, in qualche misura, coinvolte nella progettazione dei contenuti

destinati a rappresentarle.

Tenendo conto di questo sfondo concettuale, i soggetti che si occuperanno della

progettazione vera e propria dei contenuti saranno da un lato il Comitato Scientifico –

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composto da esperti di storia e cultura Walser, curatori, progettisti e tecnici- e

dall’altro la popolazione locale, che dovrà essere coivolta attraverso strumenti di

progettazione partecipata.

Quando si parla di progettazione partecipata si intende la creazione di

processi decisionali inclusivi in cui i soggetti partecipanti condividono un obiettivo,

accettano di darsi metodologie di lavoro comuni e soprattutto desiderano collaborare

in un’ottica di problem solving e di risoluzione dei conflitti. Perché un processo

partecipativo sia efficace è importante che l’accesso sia garantito e che sia prevista

la figura del facilitatore/moderatore, colui che governerà il processo decisionale in

atto rendendo i contenuti (anche tecnici) comprensibili a tutti, assicurandosi che il

confronto abbia finalità propositive e non oppositive e proponendo strumenti di lavoro

adatti alle specifiche esigenze.

Le mappe di comunità sono un esempio di progettazione partecipata in ambito

culturale; si tratta, infatti, tavoli di lavoro aperti a tutti i membri della comunità

locale che perseguono un obiettivo comune - disegnare i contorni del proprio

patrimonio, utilizzando come criterio di selezione la relazione tra patrimonio e

comunità - e che accettano di utilizzare una metodologia già consolidata anche come

occasione di sperimentazione di un processo decisionale inclusivo e collaborativo. La

Mappa è un processo collettivo di definizione e rappresentazione grafica del

patrimonio culturale: i partecipanti selezionano i simboli (materiali o immateriali) che

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considerano di maggior valore all’interno del proprio patrimonio culturale e lo fanno

con criteri emozionali e soggettivi, li condividono con gli altri e raffigurano, ad

esempio su una mappa cartografica, i simboli rintracciati da ciascuno, definendo così

un unicum rappresentativo.

L’esperienza delle Mappe nasce e si sviluppa in Inghilterra negli anni ’80, quando

un’associazione locale sperimenta le Parish Map come strategia per la conoscenza e la

valorizzazione del patrimonio culturale, ad opera della stessa comunità. Sono inglesi,

quindi, i primi esempi di mappe di comunità, come quelle del West Sussex, realizzate

nel 2000 ma, successivamente, questa metodologia ha avuto fortuna anche in Italia,

sia in Piemonte, dov’è stata impiegata in relazione ai progetti strategici dagli

ecomusei, sia nel resto d’Italia (ad esempio in Toscana, in Lazio, in Provincia di

Ferrera e in Friuli). Si può parlare, quindi, di uno strumento di lavoro innovativo, ma

con una metodologia già consolidata che permette di soddisfare un duplice obiettivo:

da un lato, costruire tavoli di lavoro decisionali aperti, dall’altro dare la possibilità a

una comunità di identificare i beni materiali e immateriali che compongono il proprio

patrimonio e che devono essere valorizzati come reali elementi identitari.

Nel dettaglio, i compiti del Comitato Scientifico consisteranno nel definire il

quadro concettuale (individuando filoni tematici, articolazione dei contenuti di

approfondimento in situazione e di quelli scaricabili dalla rete), nell’organizzare i

contenuti e nel fornire supervisione scientifica per garantire la correttezza di

quanto esposto e comunicato.

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Posto il quadro di riferimento e la supervisione garantita dal comitato scientifico, sarà

quindi oggetto di progettazione partecipata con le comunità locali la definizione degli

oggetti e dei simboli che concretamente andranno a rappresentare in mostra i

concetti di fondo progettati dai curatori.

Più nel dettaglio, la costruzione dei contenuti dovrebbe dunque avvenire secondo una

metodologia che preveda tre distinte fasi (fig.3):

1 – Il comitato scientifico si occupa della definizione degli obiettivi di comunicazione e

dell'impostazione di un canovaccio per i contenuti: il curatore garantisce la

scientificità dell’organizzazione dei contenuti e si confronta con progettisti e

allestitori per la valutazione degli aspetti di rappresentazione, delle scelte

comunicative e allestitive.

2 – Il comitato scientifico condivide con le comunità locali il quadro generale di

impostazione dei contenuti della mostra secondo una metodologia che preveda il

coinvolgimento delle comunità locali in modalità definite. Il processo partecipativo da

attivare (da un minimo di tre a un massimo di dieci incontri con rappresentanti non

solo istituzionali della comunità) sarà guidato da esperti che sulla base dello scenario

individuato dal comitato scientifico condurranno incontri e attività in cui i

partecipanti saranno chiamati a segnalare e rappresentare simboli -oggetti, storie,

luoghi, persone, aneddoti, ecc- che per le comunità stesse rappresentino

efficacemente i contenuti stabiliti nei contorni dal comitato scientifico.

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3 – Il comitato analizzerà i risultati degli incontri, selezionando e adattando alle

esigenze allestitive della mostra i simboli e le rappresentazioni emersi dal processo

partecipato di costruzione dei contenuti.

Fig. 3. Il processo di costruzione dei contenuti che confluiranno nella mostra

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I vantaggi derivanti dall'adottare una metodologia partecipativa per la realizzazione

della mostra modulare itinerante sono molteplici. In primo luogo la rappresentatività:

la possibilità di offrire alla comunità locale l'occasione di riconoscersi e partecipare

attivamente alla progettazione di un evento comunicativo che dovrebbe

rappresentarli. Si dovrebbe così evitare il rischio di calare dall'alto interpretazioni e

scelte che possono non incontrare l'approvazione da parte della comunità. La scelta di

mettere in mostra una cultura vivente comporta infatti uno sforzo per non ridurre la

complessità culturale a simboli e elementi di folklore che ad un occhio esterno

possono apparire “attraenti”, secondo modalità magari anche scientificamente

corrette ma che non necessariamente coinvolgono nei loro significati l’immaginario e

l'identità di queste specifiche comunità Walser.

Un secondo vantaggio è la condivisione e il rafforzamento dell'identità, aspetti

legati al fatto stesso di utilizzare un processo di tipo partecipativo: benché obiettivo

non diretto della mostra, processi di questo genere aiutano a creare un clima

collaborativo e a consolidare legami tanto tra le persone (che lavorano insieme con un

obiettivo comune) quanto tra le persone e i luoghi, rafforzando il senso identitario di

appartenenza ad una comunità culturale.

Un ulteriore vantaggio è quello della replicabilità: trattandosi di un processo, questo

potrebbe agevolmente essere applicato ad altre comunità Walser sparse sull'arco

alpino, le quali sarebbero così in grado di produrre ognuna un'interpretazione unica e

originale del senso che loro stesse danno dell’appartenenza all’universo Walser.

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3.3 Contenuti e taglio interpretativo

Se la progettazione vera e propria dei contenuti si può esplicare soltanto

all’interno del processo complesso e rigoroso che si è tentato di descrivere nel

precedente paragrafo e che ovviamente non può essere oggetto del presente studio di

fattibilità, è tuttavia possibile, già in questa sede, fornire un quadro di massima

dell'articolazione dei piani sui quali tali contenuti andranno organizzati.

Tale articolazione non è ovviamente da considerarsi vincolante, bensì

esclusivamente indicativa ed ha sostanzialmente lo scopo di permettere la costruzione

di ipotetici scenari allestitivi che siano in grado di esemplificare, in modo aperto ma

non generico, i piani su cui si potrebbero articolare i contenuti e i conseguenti aspetti

di resa anche grafica che la mostra potrebbe ottenere.

Dal punto di vista dei contenuti la mostra potrebbe, in questo quadro,

articolarsi su di un doppio registro:

1. presentare il fenomeno Walser nella sua complessità e globalità,

evidenziando gli aspetti territoriali e il processo di diffusione lungo l’arco

alpino;

2. rappresentare alcuni aspetti rilevanti e evocativi degli insediamenti Walser

in questo caso della Valsesia (Alagna, Rima, Rimella e frazioni).

30 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

Tale distinzione dei piani permetterà inoltre di soddisfare la dimensione

internazionale che è intrinsecamente parte del progetto: la parte di allestimento che

sarà progettati per rappresentare il fenomeno Walser nella sua globalità, potrà essere

infatti riutilizzata in tutte le regioni (cfr. par. 3.1), così come la struttura nel suo

complesso.

Le ipotesi, le valutazioni e le scelte di ordine formale/spaziale/allestitivo, sempre in

questo contesto di fattibilità, dovranno quindi partire da tale premessa di fondo.

Per quanto riguarda il fenomeno Walser nel suo complesso (1) si tratta

sostanzialmente di ipotizzare soluzioni in grado di descrivere l’origine, la diaspora e il

processo di colonizzazione delle comunità Walser nel corso dei secoli. Dare forma e

leggibilità, cioè, a quel reticolato di luoghi e di traiettorie, non ancora raccontati, che

si sono sviluppati autonomamente, pur mantenendo alcuni elementi e tratti di

comunanza. Nel continuo oscillare tra diversificazione dovuta al contesto e alla

contingenza e mantenimento di elementi di tradizione e di identità, tra dimensione

territoriale e radice collettiva, risiede dunque una prospettiva fondamentale di analisi

del fenomeno Walser: è, infatti, questo Il piano su cui si giocano le letture tra locale e

globale e la dimansione realmente europea di questa civiltà.

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 31

Fondazione Fitzcarraldo

Fig. 4. Mappa dei percorsi e delle traiettorie della diffusione Walser.

Fonte: www.walser-alps.eu

Per quanto riguarda la rappresentazione del secondo livello, sarà necessario

individuare filoni o tagli interpretativi in grado di funzionare da sfondo e collegamento

32 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

tra gli elementi inseriti in mostra. A titolo esemplificativo, si sono individuati alcuni

tagli interpretativi che potrebbero essere utili per inquadrare e rappresentare gli

aspetti maggiormente rilevanti e evocativi degli insediamenti Walser della Valsesia

(2). L'ideazione di tali filoni deve tenere conto di diversi aspetti: da un lato, si deve

trattare di categorie significative dal punto di vista sia scientifico sia comunicativo,

tali da permettere una comprensione non banale di aspetti rilevanti della civiltà

walser; dall'altro, si dovrà trattare di categorie sufficientemente aperte da poter

includere senza forzature le più diverse manifestazioni della cultura Walser che

potrebbero essere rappresentate. Si dovrà trattare insomma di categorie il più

possibile aperte ed inclusive, percorsi che si prestino tanto ad una narrazione

efficace, quanto a rappresentare lo sfondo in grado di fornire un chiaro contesto per i

singoli simboli o oggetti.

A titolo esemplificativo, si sono elaborati in fase di studio di fattibilità alcuni filoni

intepretativi che potrebbero risultare utili per esemplificare i temi trasversali attorno

ai quali organizzare i contenuti:

1. Mobilità/Migrazioni: da nomadismo a civiltà d’alta quota

2. Tecnologia/saperi

3. Tradizioni e spiritualità

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 33

Fondazione Fitzcarraldo

Quello della Mobilità e delle Migrazioni sembra un tema portante e caratteristico

della cultura Walser che nel corso dei secoli e in ondate successive creò colonie lungo

tutto l’arco alpino, arrivando a produrre progressivamente una forma di civiltà

esclusivamente propria delle Alpi: la colonizzazione pacifica d’alta quota, che nel

caso dei Walser non proviene da valle ma dallo svalicamento delle cime; il rapporto

con la montagna, dall’alpeggio all’insediamento permanente; l’invenzione di uno

“stile di vita” che potesse adattarsi all’alta quota, alla natura estrema a risorse e

opportunità scarse; l’uso del contratto enfiteutico che, dando la possibilità di

tramandare il possesso di terre e beni alle generazioni future, ha avuto notevoli

impicazioni nell’architettura e nel sistema socio-produttivo (come la solidità e

l’abbellimento progressivo delle abitazioni, il radicamento in un territorio, benché

ostico). Questi sono solo alcuni degli elementi che potrebbero emergere da una

lettura della civiltà Wlaser che volesse utilizzare questo tema come chiave

intepretativa.

Complementare al primo e altrettanto peculiare potrebbe essere il tema delle

Tecnologie e dei Saperi: l’addomesticamento di una natura estrema e avara (ad

esempio attraverso peculiari tecniche di dissodamento e di irrigazione); le modalità

costruttive dell’edilizia civile (il block-bau, modalità a incastro con i tronchi di larice),

i segni architettonici, la capacità di specializzazione produttiva anche al di là delle

contingenze ambientali. L'aspetto delle tecnologie infine si presta bene a vari livelli di

lettura: le tecnologie comuni trasversalmente a diversi gruppi/le specificità sviluppate

34 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

dal ciascuna comunità, oppure le tecnologie e i saperi tradizionali e quelli legati allo

sviluppo del tutto autonomo e peculiare delle singole comunità (come il marmo finto

di Rima). Infine, il tema si presta ancora a raccogliere le testimonianze sparse

provenienti dall’esperienza delle singole comunità, che alla fine del processo di

costruzione partecipata dei contenuti dovrebbero trovare collocazione all’interno di

queste categorie.

Infine, un filone particolarmente adatto a raccontare la quotidianità delle comunità

rappresentate in mostra può essere quello legato alle Tradizioni e Spiritualità. Se da

un lato, infatti, vi sono alcuni tratti in comune con le civiltà d’alta quota dell’intero

arco alpino (così come della bassa Valsesia), dall’altro, si possono rilevare sottotraccia

o, con diversi gradi leggibilità, elementi peculiari che hanno a che fare con l’origine

comune delle comunità: la lingua (titchu), il culto di alcuni santi tipicamente

“nordici” (come San Nicolao), le tradizioni e le storie legate al ghiacciaio (sorta di

Purgatorio delle anime, destinazione di processioni, eccetera), diffuse tra le comunità

d’alta quota insediate sul Monte Rosa, l’uso di elementi architettonici legati a

tradizioni popolari come la “finestra dell’anima” (piccola apertura nelle case che

consentiva all’anima di chi stava per morire di ascendere), i costumi tradizionali e la

loro diversificazione, eccetera. Infine, come e più del filone precedente, il tema si

presta ottimamente a raccogliere anche le testimonianze delle singole comunità.

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 35

Fondazione Fitzcarraldo

3.4 Linee guida per la progettazione e l’allestimento

Qui di seguito vengono indicate le caratteristiche di base e i requisiti necessari

per l’impostazione del concept e delle conseguenti scelte allestitive della mostra.

Uno o più spazi modulari non eccessivamente dimensionati (si ipotizzano 1-2

ambienti a partire da un modulo base di 4mx4m) al fine di una loro semplice

movimentazione e di un loro allestimento in spazi diversi e compositi. Lo spazio

allestito dovrà essere concepito come una macchina capace di innescare relazioni

complesse tra esterno ed interno e al suo interno (situazione ambientali molto

differenziate, spesso in logica di “concorrenza” con i segnali, i segni e i rumori di

fondo dell’ambiente esterno, come nel caso di saloni o fiere di carattere commerciale

e turistico).

L’ambiente (inteso come eventuale guscio esterno) dovrà essere evocativo e

riconoscibile. Si pensi, ad esempio, ad una struttura che riprenda l’architettura o

alcuni segni compositivi caratteristici della casa Walser come l’incastro blockbau

anche ricorrendo a materiali contemporanei.

La mostra dovrà contenere pochissimi oggetti reali di cui sia percepibile

l’elevato valore simbolico, evocativo, d’incantamento, soprattutto per le modalità

espositive che verranno adottate, pur trattandosi di oggetti di uso quotidiano (ad

36 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

esempio un falcetto messorio, un dettaglio del vestito femminile come il corpetto o

altri dettagli di abbigliamento aventi funzione di caratterizzazione della condizione

civile, immagini fotografiche storiche particolarmente significative). L’oggetto dovrà

prestarsi a tecniche di allestimento in grado di amplificarne l’aura e il potenziale

evocativo, tramite processi di messa in lettura basati sull’integrazione contestuale,

sulla logica della contrapposizione degli opposti, sulla sineddoche, sull’analogia. Gli

oggetti dovranno appoggiarsi ad un modello espositivo basato sul concetto di risonanza

piuttosto che su quello di meraviglia (Karp e Levine). Nel primo modello l’oggetto

riesce a varcare i propri limiti formali per assumere una dimensione più ampia,

evocando in chi lo guardi le forze e i fenomeni culturali da cui è emerso e assurgendo

a campione rappresentativo (diverso il modello basato sulla meraviglia in cui l’oggetto

dispone di una sua aura avente il potere di arrestare l’osservatore sui propri passi,

comunicandogli un senso di unicità). Una prima analisi e ricognizione del materiale

storico-artistico (non si tratta di norma di “pezzi unici” o capolavori nel senso

canonico del termine) e le intenzioni discorsive-narrative dell’apparato allestitivo

sembrano confermare l’opportunità e la coerenza del riferimento a tale modello. Ne

conseguono alcuni corollari declinati di seguito.

Il ricorso alla logica narrativa e alle tecniche dello Story Telling. L’oggetto,

l’immagine, la materia devono diventare il pretesto per un discorso su e intorno ai

temi che la mostra intende affrontare. Dovranno essere utilizzati registri comunicativi

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 37

Fondazione Fitzcarraldo

in cui la componente narrativa (storie, voice over, ricorso a strumenti audio-visivi)

integri e completi l’apparato didascalico della mostra.

Ambiente a forte connotazione esperienziale. Ricorso a exhibit e allestimenti

che favoriscano la polisensorialità (udito, tatto oltre che la vista). Ipotesi di utilizzare

exhibit a forte connotazione interattiva che consentano di apprezzare in modo ludico

e dinamico alcuni aspetti della tecnologia o del vivere in montagna. Per aumentare la

dimensione esperienziale si potrebbe fare ricorso ad uno o più exhibit interattivi che

assolvano, ad esempio, a funzioni informative o educative attraverso il gioco, la

manipolazione, l’interattività.

Il ricorso alla tecnologia e alla multimedialità anche per stimolare nel

visitatore la curiosità a conoscere e a visitare di persona i luoghi della presenza

Walser (finalità di promozione turistico-culturale della mostra). Utilizzo del

podcasting per personalizzare il proprio modo di visitare i territori e le comunità

Walser.

38 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

3.5 Dalla Mostra al territorio attraverso il podcasting

Mentre i contenuti da rendere fruibili in sede di mostra possono essere pensati su

diversi livelli di approfondimento, ma sempre e comunque legati alla contingenza

della visita, l’inserimento di un livello di lettura dei contenuti fruibile anche fuori

dalla mostra permette di creare un rimando tra essa e il territorio.

Il sistema di podcasting andrà, infatti, a costituire un elemento strutturale del

progetto di valorizzazione territoriale proposto: esso consente una serie di operazioni

che rendono pressochè unico il percorso di visita che diviene un elemento di

collegamento tra mostra e territorio.

Il podcast è uno strumento di comunicazione che è da poco comparso sulla scena

culturale.

Il suo funzionamento è elementare: i file audio che costituiscono l’audioguida vengono

registrati in formato digitale e resi disponibili sul sito internet dal quale gli utenti

possono agevolmente effettuare un download dei file desiderati sui loro lettori Mp3.

Per effettuare il download è necessario disporre di una connessione ad internet e di

un lettore Mp3 oppure di un cellulare che possa memorizzare e riprodurre file audio.

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 39

Fondazione Fitzcarraldo

Il visitatore in mostra avrà a sua disposizione differenti tipi di materiale didattico,

testuale, filmico e audio.

Nel corso della visita, grazie alla presenza di uno o più totem multimediali, potrà

accedere al sito internet dal quale potrà effettuareil download di alcuni contenuti

studiati appositamente per essere ascoltati in mostra e ascoltarli all’interno

dell’esposizione. L’utente potrà inoltre scaricare in formato Mp3 una serie di

approfondimenti che non necessariamente dovrà utilizzare in mostra ma che potrà

ascoltare a casa oppure in visita nei territori presentati.

I contenuti saranno fruibili a diversi livelli, a seconda del luogo in cui i file audio

saranno progettati per essere ascoltati.

I nuclei contenutistici saranno tre: il primo riferito alla mostra, il secondo di

approfondimento ambivalente ed il terzo sarà studiato appositamente per essere

ascoltato sul territorio (cfr par.3.2).

Il secondo nucleo, ovvero quello dedicato agli approfondimenti, sarà fruibile dagli

utenti nel corso della mostra, oppure a casa o ancora nei territori narrati per coloro

che vi si recheranno in visita (fig.5).

40 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

fig. 5. Accessibilità dei contenuti

Il podcast, infatti, offre la possibilità di utilizzare differenti registri linguistici: quello

narrativo, maggiomente evocativo, e quello prettamente didattico-contenutistico, ma

soprattutto permette all’utente di personalizzare il suo itinerario, consentendogli di

comporre il percorso di visita secondo le sue esigenze e preferenze, escludendo ciò

che meno gli interessa per dare maggior spazio a ciò che più attrae la sua attenzione.

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 41

Fondazione Fitzcarraldo

L’utilizzo della narrazione associata al podcasting consente il collegamento

multicanale tra visitatore - mostra - sito internet - territorio.

La narrazione è da sempre lo strumento pedagogico per eccellenza: imparare

attraverso una storia è un processo consolidato nelle nostre tradizioni. Per questo essa

può accompagnare il visitatore nella dimensione del non conosciuto, ma attraverso il

modo già sperimentato del racconto, veicolato da altri che hanno già vissuto e

costruito queste conoscenze.

Potrebbe inotre essere un registro comunicativo adatto a comunicare contenuti di tipo

antropologico legati alle tradizioni Walser e anche costituire un ottimo strumento di

promozione turistica.

L’utente in mostra avrà occasione di ascoltare narrazioni fortemente evocative e

stimolanti che emozionandolo lo potrebbero portare a comprendere il portato

rappresentativo degli oggetti esposti, inducendolo ad approfondire la loro conoscenza

e quella delle tradizioni ad essi legate.

Questo sarà possibile grazie ad una serie di contenuti ulteriori che verranno messi a

disposizione del visitatore in mostra e sul sito internet e che l’utente potrà decidere

di ascoltare direttamente in mostra, a casa oppure quando si rechèrà in visita.

42 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

Tali contenuti potranno essere organizzati ed associati liberamente dagli utenti in

modo tale da consentire loro di costruirsi un percorso personalizzato per visitare i

territori e le comunità presenti in mostra. Il sito internet sarà accessibile anche da

coloro i quali non abbiano avuto occasione di visitare la mostra, ma intendano

costruire un itinerario di viaggio.

I vantaggi di potersi costruire un’audioguida personalizzata online sono innumerevoli:

se, ad esempio, l’utente una volta in visita decidesse di visitare una comunità sulla

quale non ha scaricato materiale, gli sarà facile costruirsi l’audioguida per il tratto

aggiuntivo semplicemente collegandosi qualche istante a internet.

Il podcast è uno strumento di comunicazione efficace che è da poco comparso sulla

scena culturale.

Il suo funzionamento è elementare: i file audio che costituiscono l’audioguida vengono

registrati in formato digitale e resi disponibili sul sito internet dal quale gli utenti

possono agevolmente effettuare un download dei file desiderati sui loro lettori Mp3.

Per effettuare il download è necessario disporre di una connessione ad internet e di

un lettore Mp3 oppure di un cellulare che possa memorizzare e riprodurre file audio.

I contenuti vengono organizzati in cartelle tematiche in modo tale che siano

facilmente consultabili; inoltre, grazie all’utilizzo della metodologia di ricerca interna

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 43

Fondazione Fitzcarraldo

al sito, sarà anche possibile consultarli in maniera trasversale. Vediamo ora alcune

possibilità di organizzazione delle cartelle:

Le cartelle vengono suddivise per aree geografiche, l’utente può decidere di scaricare

l’intera cartella dell’area geografica oppure effettuare una ricerca tematica

all’interno di esse. Quindi se l’utente deciderà di andare a visitare soltanto l’Area

Geografica I, scaricherà soltanto i file relativi a quell’area; se invece vorrà costruirsi

un itinerario andando a visitare tutte le case in cui è presente ad esempio la “finestra

dell’anima” sarà sufficiente che esegua una ricerca all’interno del sito.

Poniamo quindi che all’utente interessi la ricerca di file audio riguardanti la “finestra

dell’anima”, elemento architettonico che spesso si trova nelle case Walser. Sarà

sufficiente introdurre il termine “finestra dell’anima” nel campo “cerca” del sito ed il

motore interno selezionerà tutti i file riguardanti tale argomento suddivisi per area

geografica. Nel caso invece in cui le cartelle vengano suddivise per aree tematiche,

l’utente può decidere di scaricare l’intera cartella su di un singolo tema oppure può

effettuare una ricerca trasversale intersecando più tematiche per ogni singola area

geografica.

Nel caso in cui in futuro si decida di implementare il sistema di audioguide in formato

podcast andando ad inserire file audio riguardanti anche le altre comunità, sarà poi

possibile indicizzare ciascuno dei file audio (ovvero a ciascuno dei file audio

corrisponderà un feed RSS) di modo che in futuro gli utenti, una volta abbonatisi alla

44 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

trasmissione periodica, possano scaricare automaticamente gli aggiornamenti aprendo

semplicemente il programma di podcatcher/news aggregator senza doversi

continuamente collegare al sito per verificare la presenza di aggiornamenti. Inoltre la

presenza dei feed RSS renderà più agevole il reperimento dei file a partire non

necessariamente dal sito ufficiale ma anche dai motori di ricerca.

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 45

Fondazione Fitzcarraldo

4. ANALISI DELLA DOMANDA E DEI TARGET DI UTENZA

I destinatari di una mostra rappresentano un elemento chiave che dovrebbe

essere tenuto in debita considerazione anche nelle fasi ideative e progettuali.

Obiettivi principali della mostra sono, infatti, quelli di avvicinare un pubblico ampio e

eterogeneo alla storia e alla cultura Walser promuovendone la conoscenza e

l’esplorazione delle realtà Walser con particolare riferimento a specifici ambiti

territoriali. Tale obiettivo informa, evidentemente, le scelte contenutistiche e le

relative modalità di comunicazione.

La mostra modulare itinerante non dovrà essere quindi concepita come una

mostra specialistica per un pubblico “specializzato”, bensì come un progetto

culturale di avvicinamento e comprensione di tratti significativi della cultura e

civiltà Walser rivolto a target specifici (elencati successivamente nel paragrafo) di

persone che nel contesto italiano ed europeo possano essere interessabili ad

approfondire la conoscenza e a scoprire il territorio Walser nella logica di un turismo

sostenibile di montagna.

Alla luce di tali premesse e date le caratteristiche strutturali della mostra

(ingombri particolarmente contenuti, dimensione evocativa ed esperienziale, ricorso

46 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

ad audiovisivi e nuove tecnologie) gli obiettivi potranno venire soddisfatti a partire da

un format di allestimento che operi su un duplice livello di comunicazione:

1. Nel “qui” e nell’”ora” della visita l’utente avrà la possibilità di

“inquadrare” il fenomeno Walser attraverso sia informazioni di

carattere generale (la diffusione Walser nei diversi domini alpini) sia

attraverso contenuti e sollecitazioni volte a fare apprezzare aspetti

specifici dell’identità Walser e le principali tematiche affrontate.

2. Verrà altresì previsto e “progettato” un livello secondo di fruizione che

si sostanzierà nella possibilità di approfondire aspetti della cultura

Walser in momenti successivi alla visita. Intento della mostra è quello

di stimolare, infatti, il visitatore ad interessarsi del mondo Walser e

indurlo a scoprire di persona i territori e le comunità. Gli strumenti

forniti al visitatore saranno: il catalogo della mostra, il rimando a

specifiche sezioni del sito web (che conterrà parte del materiale della

mostra, ma soprattutto risorse testuali e audiovisive non comprese nella

mostra), il podcasting (file audio progettati ad hoc per la mostra che i

visitatori potranno utilizzare per personalizzare le proprie escursioni e

visite nei comuni Walser)

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 47

Fondazione Fitzcarraldo

Come già anticipato è opportuno individuare differenti target di utenza della

mostra in quanto a vicinanza e familiarità con il tema, interessi culturali e

turistici, profilo socio-culturale, ed esperienza ricercata.

Qui di seguito vengono elencati i principali target ai quali la mostra fa

riferimento:

1. visitatori di saloni e fiere specialistiche sul tema della montagna, (ad

esempio Salone della Montagna, Montagna 365) che pur non conoscendo i

luoghi e i tratti specifici della cultura Walser abbiano predisposizione e

interesse per i temi, le storie, i popoli della montagna. Molto spesso si tratta di

persone che hanno interesse e passione per l’attività escursionistica, il

trekking, il turismo dolce in ambienti montani, un target cioè in linea e in

sintonia con l’ipotesi di turismo sostenibile nelle valli Walser

2. visitatori di Saloni e fiere a vocazione culturale (ad esempio, Fiera

Internazionale del Libro, Buchmesse di Francoforte, Congresso Internazionale

degli Architetti di Torino 2008, Salone Internazionale del Gusto) che si

caratterizzano per un interesse potenziale per temi legati alla storia, alla

cultura in senso lato, aventi profilo socio-culturale medio-alto, predisposizione

48 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

alla mobilità, apertura a modalità di turismo culturale, di “scoperta” e

“dolce”.

3. visitatori e operatori professionali di saloni e fiere del turismo (es. BIT

Milano, ITB Berlin, Cultour). Si tratta di utenti che a titolo professionale o

come semplici appassionati si “occupano” di turismo - molto trasversali dal

punto di vista della provenienza e del profilo socio-culturale - ma che

potrebbero essere interessati a conoscere il territorio e a promuovere l’area

Walser integrando i propri pacchetti di offerta (si pensi alle agenzie di viaggi

specializzate sulla montagna o sul “turismo dolce”) con le iniziative e i

progetti in essere (si pensi ad esempio al “Grande Sentiero Walser”).

4. turisti culturali sia italiani sia stranieri appassionati di storia e di antropologia

che visitano musei e centri culturali specializzati su queste tematiche (come

collezione permanente o come attività espositiva). Si tratta di un pubblico di

turisti culturali di ampio raggio che potrebbe essere interessato ad

approfondire la conoscenza sulla storia e cultura Walser attraverso diversi

supporti informativi e eventualmente tramite visite o escursioni in situ.

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 49

Fondazione Fitzcarraldo

In funzione del numero di spazi e “occasioni” in cui la mostra verrà fatta

circuitare potrà essere fatta una stima (da intendersi come ordine di grandezze) del

numero di persone potenziali fruitici dell’esposizione (si veda paragrafo successivo).

Occorre inoltre fare una doverosa puntualizzazione sulla tipologia di turisti (e

quindi di turismo) cui la mostra intende indirizzarsi. Negli ultimi anni si è andata

diffondendo l’opinione che “il turismo non sia la panacea per ogni male delle Alpi”

(Camanni, 2002). Soprattutto un turismo scarsamente o per nulla interessato a

dialogare con il tessuto culturale locale, un turismo invasivo, onnivoro, monocorde,

predatore dell’ambiente.

I target che la mostra ha individuato come più rilevanti sono costituiti da

persone che, al contrario, possono farsi attori di una modalità nuova di fruizione del

territorio alpino e in particolare di quello della Valsesia; una fruizione attenta,

responsabile, interessata a valorizzare le differenze e le peculiarità, gli scambi di

culture endogene e esogene, refrattaria ai modelli unici di turismo di montagna,

disposta a ricercare la bellezza “difficile” piuttosto che quella evidente, il segno

nascosto piuttosto che l’immaginario condiviso e collettivo.

50 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

5. IPOTESI SU TIPOLOGIE DI SEDI E DI SPAZI PER LA

REALIZZAZIONE DELL’ITINERARIO DELLA MOSTRA MODULARE

ITINERANTE

Come già indicato nel capitolo precedente le scelte relative a sedi e luoghi in cui far

circuitare la mostra dipendono da diversi fattori, in particolare:

• presenza di target di utenza rilevanti per le finalità di promozione della cultura

e dei territori Walser

• esigenze di visibilità, notorietà e di promozione

• compatibilità e coerenza tra gli spazi/le sedi e il tema della mostra

Per quanto concerne l'ambito di attrazione (nazionale, europeo, internazionale)

occorre una valutazione preliminare complessiva dei costi/benefici derivanti

dall'inserimento delle diverse “tappe” all'interno di un percorso che tocchi idealmente

i paesi dello “spazio Alpino” (ma non solo) e che si focalizzi maggiormente in territori

e spazi capaci di intercettare un pubblico interessato e interessabile ad approfondire

la conoscenza della civiltà Walser e disposto anche a muoversi per scoprire di persona

i luoghi, i segni, i percorsi e le storie.

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 51

Fondazione Fitzcarraldo

Come già considerato nel cap. 4 la scelta dei luoghi e delle sedi è legata “a filo

doppio” a quella dei principali target di riferimento: dovranno cioè essere preferite

quelle soluzioni espositive in grado di garantire visibilità e notorietà all’evento e che

coinvolgano tipologie di utenti facenti parte dei principali target individuati.

Secondariamente, una volta individuata la tipologia di evento ospitante (ad esempio

un salone internazionale sulla Montagna, un museo antropologico, una fiera del

turismo), dovrà essere verificata la compatibilità tecnica della scelta inerente ad

aspetti organizzativi, logistici ed economici, in particolare:

• disponibilità di spazi adeguati per dimensioni, ingombri, collocazione

• facilità di movimentazione, montaggio e smontaggio dell’allestimento, limiti,

vincoli e restrizioni

• sostenibilità del costo di noleggio e utilizzo degli spazi

Un ulteriore elemento di valutazione riguarda la possibilità di allestire la mostra

all’interno di spazi espositivi di natura istituzionale pubblica (in particolare stand

della Regione Piemonte o eventualmente della Provincia di Vercelli) al fine di

rafforzare la visibilità (gli stand istituzionali generalmente sono collocati in zone

strategiche ad elevato flusso di utenti e immediatamente riconoscibili) e di ottenere

sensibili riduzioni (se non abbattimento totale) dei costi di affitto degli spazi.

52 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

Qui di seguito vengono elencate alcune delle occasioni espositive che potrebbero

costituire parte del percorso itinerante della mostra nella sua fase di lancio (12-24

mesi), articolata su 3-5 appuntamenti di cui 2-3 in ambito nazionale e 1-2 fuori Italia.

• Alpi 365 Expo – Biennale delle Montagne

o Periodo: ottobre

o Cadenza: bi-annuale

o Sede: Torino, Lingotto Fiere

o Dimensioni modulo minimo stand:4m x4 m

o presenza istituzionale della Regione Piemonte (ente promotore)

o affluenza:

o sito web: www.alpi365.eu

o Note: nel programma la cultura e le comunità Walser vengono inserite

come uno degli argomenti rilevanti del “palinsesto” della Biennale

• Fiera Internazionale del Libro di Torino

o Periodo: maggio

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 53

Fondazione Fitzcarraldo

o Cadenza: annuale

o Sede: Torino, Lingotto Fiere

o Dimensioni modulo minimo stand: 2mx4m (stand preallestiti da 8 a 64

mq, negli stand liberi altezza massima 2,5 m estensibile fino a 4 m con

fascia di rispetto di 0,5 m)

o presenza istituzionale della Regione Piemonte

o affluenza: 220.000 (media ultimi 3 anni)

o sito web: http://www.fieralibro.it/

• Buchmesse di Francoforte

o Periodo: ottobre

o Cadenza: annuale

o Sede: Francoforte

o Dimensioni modulo minimo stand: 2mx2m (stand liberi e preallestiti da

4 mq a 32 mq)

o affluenza: 280.000 visite (150.000 professionali, 130.000 pubblico)

o sito web: http://www.buchmesse.de/en/portal.php

54 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

• Salone Internazionale del Gusto di Torino

o Periodo: ottobre

o Cadenza: biennale

o Sede: Torino, Lingotto Fiere

o Dimensioni modulo minimo stand:

o presenza istituzionale della Regione Piemonte

o affluenza: 140.000 visite

o sito web: http://www.salonedelgusto.it/

• BIT, Fiera Internazionale del Turismo (febbraio, presenza istituzionale della

Regione Piemonte)

o Periodo: febbraio

o Cadenza: annuale

o Sede: Rho, Spazio Fiere

o Dimensioni modulo minimo stand:

o presenza istituzionale della Regione Piemonte – Provincia di Vercelli

o affluenza: 110.000 visitatori

Altri spazi:

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 55

Fondazione Fitzcarraldo

• ITB Berlino

• Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” di Torino

Il museo, nato nel 1874, è ubicato in Torino. Attualmente il Museo opera, con

un'ampia e composita attività, sia a livello nazionale che internazionale e agisce come

polo culturale che unisca idealmente, sotto tutti gli aspetti, le montagne del mondo

intero anche attraverso un’attenta e diversificata attività espositiva. Per finalità,

storia e disponibilità di spazi potrebbe accogliere il modulo itinerante Walser.

• Musée dauphinois di Grenoble

Il museo è nato nel 1906 per documentare le tracce dei primi abitanti del Delfinato e

delle Alpi. Le attività di ricerca, conservazione e valorizzazione del patrimonio, oltre

all’attività espositiva, rientrano in un più vasto progetto di sensibilizzazione del

pubblico anche rispetto a questioni contemporanee. Il museo si presterebbe bene ad

ospitare il modulo itinerante Walser non solo in quanto coerente relativamente ai temi

(l’area alpina, l’approccio multidisciplinare, l’interesse per i temi della mobilità e

delle migrazioni, lo sguardo al contemporaneo, ecc), ma anche relativamente

all’approccio allestitivo, basato su un’ambientazione immersiva.

• Festival della letteratura di Montagna, Viaggio, Avventura di Verbania2

2 In occasione della Conferenza del futuro transnazionale. Progetto Walser Alps. Walser, wohin? tenutasi a Gressoney l’11 e il 12 maggio 2007 è stato registrato un significativo

56 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

• Musée d'ethnographie di Neuchâtel, (sede di un importante fondo etnografico

di oggetti africani), persegue da anni una politica espositiva del tutto

innovativa. La sua vocazione è quella di stimolare e provocare il pubblico,

portandolo a riflettere su temi universali del presente, preparandolo al futuro

grazie alle testimonianze del passato.

• Museo delle Genti Trentine di San Michele all’Adige

L’individuazione e l’analisi delle sedi consente di formulare alcune ipotesi estimative

in merito al bacino di utenza potenziale della mostra nell’ipotesi di circuitazione in 4

punti. I dati di affluenza sono stati quantificati attraverso medie di serie storiche

relative ultime edizioni (laddove possibile, nel caso dei saloni e delle fiere) o sulla

base di indicatori generali di affluenza (nel caso dei musei) o attraverso interviste ad

addetti ai lavori.

Complessivamente l’affluenza per blocchi da 4 sedi (intendendo qui le persone che

possono venire potenzialmente a contatto con la mostra modulare) può variare tra le

300.000 (Hp1 Alpi365Expo, Fiera Internazionale del Libro, Museo Nazionale della

Montagna, Musée dauphinois di Grenoble) e le 400.000 unità (hp2 Alpi365Expo, Fiera

Internazionale del Libro, Buchmesse Francoforte, Museo Nazionale della Montagna).

interesse da parte dell’amministrazione di Verbania ad ospitare la mostra itinerante Walser nell’ambito delle future edizioni del Festival della Letteratura di Montagna.

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 57

Fondazione Fitzcarraldo

6. ANALISI E DEFINIZIONE DEI COSTI DI ALLESTIMENTO E DI

MOVIMENTAZIONE

Il livello ancora preliminare della progettazione e la mancanza di dettagli

esecutivi di progettazione consentono un’analisi e una quantificazione dei costi, che

in questa fase, si devono considerare inevitabilmente “di massima” e in una logica di

budget realistico di spesa.

Obiettivo del presente punto è quello di “destrutturare” il processo che

dall’ideazione porta alla progettazione esecutiva, alla realizzazione dell’allestimento

e alla movimentazione nella fase itinerante e di ricomporlo per fasi a cui associare

specifiche categorie di costo. La quantificazione dei costi del modulo espositivo

itinerante, a differenza di quanto avverrebbe per una mostra di impianto più

tradizionale, deve infatti tenere conto dei diversi fattori di costi (e delle relative

economie di competenza) derivanti dal trasporto, dal montaggio e smontaggio,

dall’affitto di spazi, dalle risorse umane e dai costi collaterali (assicurazioni,

rimessaggio, depositi, ecc.) necessari per consentire alla mostra di circuitare negli

spazi che costituiscono le tappe della fase di lancio.

In particolare si possono individuare le seguenti fasi all’interno delle quali

provare a declinare e quantificare le principali voci di costo:

58 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

1. Definizione e implementazione progetto scientifico

2. Curatela della mostra

3. Progettazione esecutiva

4. Produzione realizzazione exhibit

5. Movimentazione e allestimento in situ

6. Costi accessori

1) Definizione e implementazione progetto scientifico. Si tratta dei costi relativi

alle fasi di progettazione che precedono la realizzazione vera e propria della mostra.

La natura processuale della progettazione partecipata proposta nello studio di

fattibilità implica alcune voci di costo che normalmente non rientrano nella

produzione e organizzazione dei contenuti di una mostra:

• retribuzione membri del Comitato Scientifico

• organizzazione e realizzazione degli incontri sul territorio

• retribuzione del moderatore degli incontri

I costi per questa fase variano dai 14.000 ai 20.000 €

2) Curatela della mostra

Il costo per questa fase può essere quantificato intorno ai 5.000 €

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 59

Fondazione Fitzcarraldo

3) Progettazione esecutiva

3.1 I costi della parcella inerente il progetto esecutivo, la redazione di particolari e di

quelli decorativi calcolati in percentuale di tariffa sull’importo delle opere

(comprensiva di spese) potrà variare tra i 10.000 € e 13.000 €

3.2 I costi della parcella inerente la direzione lavori e la supervisione in fase di

assemblaggio calcolati in percentuale di tariffa sull’importo delle opere (comprensiva

di spese) potrà variare tra 4.000 e i 6.000 €

3.3 I costi della parcella inerente il progetto e l’elaborazione del materiale grafico e

fotografico potrà variare tra i 2.500 e 3.500 €

I costi per questa fase variano dai 16.500 € ai 22.500 €

4) Realizzazione exhibit

I costi di massima qui forniti sono parametrati su un modulo espositivo e interattivo di

32 mq (8 mtl x 4) in luogo coperto sulla base dell’impostazione prevista nel presente

documento e come risulta dai layout del cap. 7.

4.1 Realizzazione modulo

- pavimento;

- box ripostiglio alloggiamento tecniche,;

- struttura corpo stand,

60 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

Fondazione Fitzcarraldo

- impianto elettrico,

- totem podcast,

- moduli 2 vetrine

- bacheca espositiva

- sala virtuale

I costi di realizzazione assommano a 62.500 €

4.2 Ingegnerizzazioni; certificazioni relativi ai calcoli strutturali per la realizzazione di

tutte le opere sopra descritte inerenti la struttura. 1.500 €

4.3 Realizzazione hardware e software per proiezione tridimensionale all’interno della

sala virtuale con interazione con il tappeto/pavimentazione

I costi (nel caso di acquisto) possono variare tra i 42.000 € e i 63.000 € a seconda del

tipo di tecnologia e macchinari utilizzati (1 schermo di proiezione frontale in curva

con 1 proiettore oppure triplo schermo di proiezione a tre lati con 3 proiettori e 4

work station)

I costi (nel caso di noleggio) possono variare tra i 36.000 € e i 52.000 €.

I costi per questa fase variano dai 106.000 € e i 127.000 €

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 61

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5) Costi di movimentazione e messa in opera:

5.1 Montaggio, smontaggio, trasferte, viaggi del personale, movimentazioni interne,

materiale di imballaggio, materiale di consumo, trasporti, movimentazioni presso la

sede espositiva, spese in loco per mezzi di sollevamento, stoccaggio materiali, pulizie:

dai 24.000 € ai 30.000 € (a seconda della distanza km per la messa in opera) per

iniziativa

5.2 Costi per noleggio/affitto spazi (inclusi di polizze assicurative furto, incendio, RC

terzi, allacciamenti) nel caso di salone e fiere dai 7.500€ ai 10.000€ per iniziativa

I costi unitari per questa fase variano dai 31.500 € ai 40.000 €.

Calcolati su 4 iniziative variano da 126.000 € a 160.000€

6) Altri costi di comunicazione

Dovranno altresì essere previsti costi inerenti:

la produzione di un catalogo della mostra

la produzione di brochure informative aventi più spiccate finalità promozionali

attività promozionale di lancio e comunicazione della mostra (ad es. conferenza

stampa, acquisto spazi pubblicitari)

I costi per questa fase variano dai 31.500 € ai 40.000 €.

62 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

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Tabella sintetica dei principali costi di realizzazione suddivisi per fasi di lavoro FASE Ipotesi di minima (€) Ipotesi di massima Definizione e implementazione progetto scientifico

14.000 20.000

Curatela 5.000 8.000 Progettazione esecutiva 16.500 22.500 Realizzazione exhibit 106.000 127.000 Costi di movimentazione e messa in opera

126.000 160.000

Altri costi 30.000 40.000 TOTALE COSTI 297.500 377.500

E’ importante segnalare che se si rapportano i costi di realizzazione con il bacino di

pubblico potenziale (si veda il cap. 5) si ottiene un costo-contatto/utente piuttosto

contenuto, pari a circa a 1 € per persona (più basso rispetto ai ai costi di realizzazione

di una grande mostra in cui il costo per persona può variare molto e spesso varia dai 5

ai 25 € a persona).

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 63

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7. BOZZE, SCHIZZI E LAYOUT DELLA MOSTRA

Qui di seguito vengono presentati i rendering grafici 3D e i layout dell’allestimento da

intendersi principalmente come suggestione visiva, come possibile modalità

realizzativa sulla base delle linee-guida e dei requisiti allestitivi individuati nel

presente documento.

64 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

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Fig. 6. Immagine d’insieme e schema compositivo del modulo itinerante

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 65

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Fig. 7. Ipotesi d’ambientazione

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Fig. 8 . Ipotesi di allestimento delle bacheche

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 67

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Fig. 9 . Ipotesi di allestimento delle bacheche

68 Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser

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Fig. 10. Ipotesi di tappeto interattivo

Progetto di mostra itinerante sulla cultura Walser 69

Fondazione Fitzcarraldo

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