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1 PROGETTI DI ISTITUTO IDENTITA’ PROGETTUALE POF A.S. 2015-2016

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PROGETTI DI ISTITUTO IDENTITA’ PROGETTUALE

POF A.S. 2015-2016

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INDICE

EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’ EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’ – IMPARARE A CRESCERE INSIEME

p.3

PROGETTO SPORTELLO PREVENZIONE ALLA VIOLENZA DI GENERE , BULLISMO E CYBERBULLISMO. In collaborazione con lo Sportello di Supporto Integrato

p.6

PROGETTO AREA A RISCHIO PER IL SUCCCESSO FORMATIVO p.13

PROGETTO SETTIMANA DELLA FLESSIBILITÀ p.17

PROGETTO SETTIMANA DELLA FLESSIBILITA’ PER IL RECUPERO E IL POTENZIAMENTO p.19

PROGETTO NEVE p. 24

PROGETTO CONTINUITA’ p.25

PROGETTO ORIENTAMENTO p.26

PROGETTO A SCUOLA DI SALUTE p.27

PROGETTO: E-TWINNING, UN AMICO SUL WEB p.37

PROGETTO EDUCAZIONE AMBIENTALE p.39

PROGETTO CERTIFICAZIONI LINGUISTICHE P.44

PROGETTO MATEMATICA E ROBOTICA P.47

PROGETTO DM8 PRATICA MUSICALE p.55

PROGETTO MUSICA “CRESCERE INSIEME” P.56

PROGETTO DADA P.61

PROGETTO RUGBY P.65

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Educazione alla legalità

EDUCAZIONE ALLA LEGALITA’ – IMPARARE A CRESCERE INSIEME

Premesso che il sistema educativo mira a formare “cittadini in grado di partecipare consapevolmente alla costruzione di collettività più ampie e composite, siano esse quella nazionale, quella europea, quella mondiale”, l’Istituto nel predisporre un percorso di Educazione alla legalità si propone l’acquisizione di comportamenti personali, sociali e civili corretti per la realizzazione di una società migliore in tutti i suoi aspetti attraverso un progetto educativo condiviso e continuo con le famiglie (patto educativo di corresponsabilità) e secondo l’articolazione di attività per ambiti educativi come di seguito indicato:

EDUCAZIONE ALLA CITTADINANZA

EDUCAZIONE ALLA SALUTE

EDUCAZIONE ALL’AFETTIVITA’

EDUCAZIONE STRADALE

EDUCAZIONE AMBIENTALE L’educazione alla legalità è una disciplina trasversale che impegna tutti i docenti di ogni ordine e grado scolastico dell’Istituto ed è finalizzata alla formazione del buon cittadino, una persona che stia bene con sé e con gli altri, responsabile, partecipe alla vita sociale e solidale, che conosca le problematiche ed i pericoli del mondo per imparare a prevenirli o tentare di risolverli. Le attività delle educazioni alla legalità non richiedono di memorizzare leggi e regolamenti, quanto piuttosto di confrontarsi tra pari e/o con esperti su tematiche sociali e civiche per continuare a lavorarci in classe attraverso lo studio delle varie discipline. L’insegnamento delle regole del “vivere” e del “convivere” oggi in un modo globalizzato e alla luce dell’incontro crescente fra culture e valori diversi rappresenta la sfida educativa maggiore per chi si propone di realizzare la consapevolezza di appartenere ad un’unica comunità nel rispetto delle grandi tradizioni storiche e culturali. Per acquisire una tale consapevolezza, è necessario che la scuola sia dispensatrice di validi strumenti di guida per mettere in relazione le molteplici esperienze culturali emerse nei diversi spazi e nei diversi tempi della storia europea e dell’umanità allo scopo di orientarsi nella contemporaneità in cui il presente si intreccia con passato e futuro, tra memoria e progetto. La scuola, pertanto, intende operare alla costruzione di una personalità disponibile e collaborativa verso il bene comune, ben integrata nella società, ma anche capace di accogliere i vantaggi che le diversità, sotto le varie forme in cui oggi si presentano, offrono e consapevole dei diritti e dei doveri che la Cittadinanza impone per vivere le leggi come opportunità e non come limiti.

LE FINALITÀ Se l’approccio comune a tutti i plessi dell’Istituto è quello di formare persone responsabili con un profondo senso civico, gli obiettivi sono strettamente collegati alle singole attività. Le finalità sono così riassumibili:

Mettere in sinergia le istituzioni, le associazioni, l Asl, gli Enti Locali, le Forze dell’Ordine e le agenzie educative del territorio in un percorso di convergenza verso la Scuola.

Prevenire il disagio, la devianza, i comportamenti a rischio per la costruzione del benessere con se stesso, con gli altri, con l’ambiente e prendere coscienza di eventuali pericoli

Educare al senso civico

Imparare a essere: promuovere e rafforzare la consapevolezza che il senso civico è il pilastro della comunità civile e le diverse educazioni non sono compartimenti stagni che non comunicano tra di loro, ma aspetti di una realtà unica che abbraccia la vita dell’individuo al

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fine di acquisire la capacità di contestualizzare problemi e soluzioni attraverso solide competenze civiche e relazionali (imparare a essere), oltre che cognitive (imparare a imparare).

Educare alla diversità

Promuovere la partecipazione alle scelte della società civile e approcciarsi alle regole della convivenza democratica

Favorire la cooperazione, la condivisione e la responsabilità

OBIETTIVI EDUCATIVI GENERALI

Sensibilizzare al rispetto dei beni comuni

Sensibilizzare i ragazzi sui temi che accrescono la loro coscienza civica rispetto a problemi collettivi ed individuali.

Potenziare e consolidare il valore del rispetto delle regole e delle leggi che la comunità impone per una convivenza democratica e civile.

Favorire lo sviluppo di comportamenti solidali di partecipazione alla via sociale

Sensibilizzare al dialogo interculturale attraverso l'accoglienza dell'altro nelle varie situazioni e la ricchezza della pluralità dei punti di vista

Consolidare il senso di appartenenza alla propria Comunità locale.

Sostenere l’acquisizione di validi strumenti per orientarsi nel presente anche per prevenire pericoli o tentare di risolverli

Approfondire le relazioni di gruppo.

Sviluppare le capacità di collaborazione, di comunicazione, di dialogo e partecipazione

OBIETTIVI DIDATTICI SPECIFICI

Acquisire una coscienza civile, costituzionale e democratica.

Imparare a conoscere le leggi come opportunità e non come limite.

Interiorizzare il rispetto delle regole come strumento indispensabili per una civile convivenza.

Sviluppare competenze comunicative ed espressive sempre rispettose della sensibilità altrui

Acquisire la capacità di discutere, affrontare problemi, indicare soluzioni.

Consolidare le abilità di ascolto.

Potenziare la consapevolezza di "sè".

Sviluppare la creatività di pensiero, di linguaggio e di relazione.

Sapersi orientare nel presente valutandone gli aspetti problematici per evitare i pericoli o proporre soluzioni

Acquisire consapevolezza dei propri diritti e doveri e sviluppare il senso di responsabilità

Saper apprezzare le pluralità dei soggetti e dei punti di vista come una ricchezza per tutti

DURATA Intero anno scolastico

DESTINATARI Tutte le classi dell’Istituto.

CONTENUTI Gli insegnanti affrontano in classe nell’ottica delle life skills le regole della convivenza civile a partire dalle regole di classe/ regolamento scolastico, per passare alla Dichiarazione dei diritti del fanciullo, alla Dichiarazione universale dei Diritti dell’uomo, agli articoli fondamentali della Costituzione Italiana e a tematiche quali per esempio bullismo, cyberbullsmo, vandalismo, dipendenze, mafia, criminalità e microcriminalità, lavoro nero e violazione dei diritti umani, il

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senso civico e il rispetto dell’ambiente, le norme di sicurezza.

METODOLOGIA Il progetto prevede attività differenziate in base all’età degli alunni, i quali fin dalla scuola dell’infanzia saranno abituati a lavorare con le life skills, poiché ciascuna fa riflettere sulla necessità di raggiungere una buona convivenza. Alla scuola dell’infanzia e alla primaria le sezioni e le classi inizieranno ad affrontare tematiche sociali che riguardano in particolare il mondo dei bambini, per arrivare negli ultimi anni della secondaria a confrontarsi anche con esperti esterni alla scuola su problematiche inerenti la legalità che spaziano dall’uso corretto della rete al lavoro minorile, dall’evasione fiscale alla sicurezza. Le attività richiedono di confrontarsi tra pari e/o con esperti su tematiche sociali e civiche per continuare a lavorarci in classe attraverso lo studio delle varie discipline e lavori in piccolo e grande gruppo e attraverso attività individualizzate. I programmi delle varie discipline e in particolare il programma di “Cittadinanza e Costituzione” vengono arricchiti da incontri con vari rappresentanti delle forze dell’ordine, dell’Istituzioni e con attività mirate di approfondimento.

SUSSIDI E STRUMENTI Si proporranno letture e rielaborazioni guidate di materiale narrativo, antologico, legislativo (Costituzione e Dichiarazioni dei diritti, Codice della strada), giornalistico, iconografico, documentaristico e cinematografico (cineforum). Strumenti: computer, LIM, macchina fotografica, materiale di facile consumo, riviste e giornali, libri.

RISORSE Docente Funzione Strumentale Coordinatori di Classe e di Interclasse Esperti esterni: rappresentanti forze dell’ordine, psicologi, associazioni no profit, rappresentanti delle Istituzioni e degli Enti Locali.

VERIFICA E VALUTAZIONE Le modalità di verifica e valutazione dei risultati vengono identificate in relazione a efficacia degli interventi, performance degli alunni, osservazione dei processi di integrazione, socializzazione ed apprendimento, confronto tra docenti, risultanze di prove oggettive, qualità del prodotto finale. L'insieme di queste verifiche consente non solo di valutare il raggiungimento degli obiettivi progettuali ma anche gli interventi di miglioramento necessari.

PRODOTTI FINALI Elaborati scritti e/o grafici su supporto cartaceo o informatico, interviste filmate , reportage e video anche in forma di spot Partecipazione a progetti a tema.

MODALITÀ DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI Oltre alle relazioni dei Consigli di Classe è possibile realizzare riprese degli incontri , cartelloni testimonianti l’esperienza svolta, partecipazione ad eventi pubblici, presentazione sul sito web della scuola, pubblicazione articoli

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Progetti di prevenzione alla violenza di genere al Bullismo e al Cyberbullismo BULLISMO, CYBERBULLISMO & VIOLENZA CON LA PEER EDUCATION

In collaborazione con lo Sportello di Supporto Integrato

Premessa L’adolescenza è stata sempre considerata una tappa di difficile per il superamento dei cambiamenti fisiologici e psicologici che ne comporta. A ciò si aggiungono i cambiamenti culturali ed economici che caratterizzano la società attuale. Sempre più spesso i giovani si trovano immersi in un mondo tecnologico, che porta con sé solitudine, minori contatti umani, estraniamento dalla realtà, bombardamento mediatico ecc… Gli adolescenti per superare sentimenti di disagio di vario tipo, sono maggiormente esposti ai rischi legati a questa realtà, non essendo protetti dal punto di vista affettivo e cognitivo. Molti teenager passano gran parte del loro tempo in compagnia della tv, dei videogames, del computer e ciò condiziona inevitabilmente la loro psiche aumentandone il rischio dello sviluppo di comportamenti violenti e aggressivi (sia tra i banchi di scuola, sia immersi nel mondo virtuale della rete). Tale concetto è stato da poco inserito dall’OMS nel DSM come nuova categoria diagnostica;tra le “nuove” dipendenze tecnologiche ricordiamo, infatti, la teledipendenza, l’internet addiction disorder (disturbo da dipendenza da internet), la dipendenza da videogames, la chat dipendenza, l’uso compulsivo del computer, il gioco d’azzardo patologico telematico, lo shopping on-line. In Italia si registra un aumento della net-dipendenza, in particolare negli uomini rispetto alle donne e nella fascia di età che va dai 15 a 40 anni, che mette in crisi le relazioni sociali, familiari, professionali e della salute. Inoltre, sempre nel nostro Paese, il 41% degli alunni della scuola primaria e il 26% degli alunni della scuola secondaria di primo grado è oggetto di prepotenze all’interno della scuola. Gli episodi di comportamento prepotente influiscono negativamente sullo stato di benessere psiocofisico, sull’apprendimento e sulla qualità della vita a scuola e fuori dal contesto scolastico. Gli adulti educatori svolgono un ruolo essenziale nel mantenere o modificare l’interazione bullistica. Il bullismo si manifesta in tre forme principali. E’ diretto quando si manifesta con attacchi sia fisici sia verbali nei confronti della vittima; è indiretto quando si consuma più sul piano psicologico, ad esempio, con l’isolamento sociale e intenzionale di un minore dal gruppo; è elettronico, quando dal piano reale si sposta su quello digitale, con la diffusione di sms, e-mail, messaggi in chat, immagini, mms, video che sono offensivi o non rispettosi della riservatezza e della dignità altrui. In quest’ultimo caso, si parla di Cyberbullismo, fenomeno che rispetto al bullismo tradizionale si distingue per alcune peculiarità: la difficoltà per la vittima di risalire al molestatore; l’indebolimento delle remore morali, agevolato dalla possibilità di celarsi dietro un nickname; l’assenza di limiti spazio temporali nel senso che il cyberbullismo investe la vittima ogni volta che questa si collega alla Rete. Secondo l’Indagine conoscitiva sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza in Italia, condotta da Eurispes e Telefono Azzurro nel 2011, il 22,8% degli studenti italiani è stato più volte vittima di provocazioni e prese in giro da parte di uno o più compagni, il 21,6% ha dichiarato di essere stato offeso ripetutamente e senza motivo, il 25,2% è venuto a conoscenza di informazioni false o cattive diffuse sul proprio conto. Seguono gli episodi di danneggiamento di oggetti (10,4%), i furti di cibo e oggetti (7,6%), le minacce (5,2%), il furto di denaro (3,1%) e, da ultimo, i casi in cui i ragazzi intervistati hanno dichiarato di essere stati picchiati da un compagno di scuola o da un suo coetaneo (3%). I ragazzi tra i 12 e 15 anni sono quelli che più frequentemente si trovano a dover fare i conti con compagni che li provocano e li prendono in giro. I più piccoli vengono offesi senza motivo dai compagni più prepotenti, rischiando talvolta l’esclusione dal gruppo. Quanti hanno tra i 16 e i 18 anni sembrano invece essere maggiormente soggetti a subire furti di oggetti e di denaro. Parlando nello specifico di cyberbullismo, un quinto dei ragazzi intervistati ha dichiarato di aver ricevuto o

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trovato “raramente” (12,9%), “qualche volta” (5,6%) o “spesso” (1,5%) informazioni false sul proprio conto in Rete. È questa, tra i diversi casi riscontrabili, la situazione che ricorre più di frequente nel cyberspazio e che coinvolge molto più da vicino le ragazze rispetto ai ragazzi (un totale del 23,3% per le ragazze, contro un totale del 14,7% per i ragazzi).Con minore frequenza si registrano invece casi di messaggi, foto o video dai contenuti offensivi e minacciosi, ricevuti “raramente”, “qualche volta” o “spesso” dal 4,3% del campione. Infine, il 4,7% degli intervistati è stato vittima di episodi di esclusione intenzionale da gruppi creati on-line.

(www.osservatoriopedofilia.gov.it)

Obiettivi Generali

Prevenire la diffusione del fenomeno “bullismo”, “cyber bullismo” e “violenza”. Ridurre la percentuale di fenomeni di bullismo, cyber bullismo e violenza a scuola e fuori al

contesto scolastico. Obiettivi Specifici

Creare le condizioni per un cambiamento culturale che affermi il giusto valore per il rispetto delle regole come strumento.

Aumentare il senso di rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente circostante.

Promuovere lo sviluppo di un sistema valoriale fondato sull’etica della responsabilità e della legalità

Favorire le dinamiche di comunicazione e la capacità di dialogo tra i ragazzi.

Potenziare le capacità comunicative in classe.

Ascoltare più punti di vista sullo stesso argomento e consentire un confronto attivo.

Attivare un dialogo, nel rispetto delle reciproche funzioni, tra la scuola, la società e le istituzioni

Promozione e diffusione della legalità democratica e della solidarietà.

Promuovere la conoscenza e l’utilizzo dei servizi presenti nel territorio per la tutela della legalità e del contrasto alla violenza.

Sensibilizzare il problema.

Aumentare la conoscenza del tema trattato

Sviluppare l’acquisizione di un metodo di apprendimento nuovo.

Aumentare il livello di autoefficacia per permettere ai preadolescenti ed adolescenti di acquisire un set di abilità per far fronte alle diverse difficoltà relazionali

Aumentare il senso di rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente e di partecipazione e solidarietà.

Promuovere una positiva e realistica immagine di sé e facilitare l’instaurarsi di rapporti gratificanti con gli altri promuovendo al contempo un maggior senso di cooperazione e solidarietà.

Aumentare le capacità di problem solving individuale e quelle di problem solving community

Aumentare la consapevolezza della differenza tra comportamento legale e illegale Destinatari Diretti Studenti delle classi seconde dell’Istituto Comprensivo L. da Vinci Destinatari Indiretti Studenti delle classi non direttamente coinvolte nel progetto, dell’Istituto Comprensivo L. da Vinci Insegnanti delle classi coinvolte e non, nel progetto Genitori degli alunni delle classi coinvolte e non nel progetto Operatori e figure professionali e non coinvolte nelle classi aderenti e non Attività

Peer Education

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Metodo di intervento utilizzato per la promozione della salute e la prevenzione di comportamenti a

rischio.

Significa letteralmente “educazione tra pari” e consiste, secondo la definizione dell'UNESCO, nell’"impiego di soggetti appartenenti a un determinato gruppo (sociale, etnico, di genere) allo scopo di facilitare il cambiamento presso gli altri componenti del medesimo gruppo". I primi interventi di Peer Education sono stati attuati negli USA negli anni '50-'60, in particolar modo in seguito a campagne di promozione della salute, prevenzione del consumo di droghe e facilitazione dell'inserimento scolastico. Negli anni '70 questi interventi verranno diffusi anche nelle carceri, negli ospedali, nelle comunità terapeutiche, negli ambienti lavorativi e così via; viene tutt'ora utilizzata per la prevenzione delle MTS - Malattie a Trasmissione Sessuale, del consumo di alcol e droghe e, più in generale, di tutti i comportamenti a rischio. Gli interventi basati sulla peer education operano dunque facendo leva sul legame che viene a costituirsi nell'individuo tra la comunanza, la similarità percepita nei confronti del compagno alla pari, che lo rende un interlocutore affidabile ed in cui è possibile identificarsi, e l'influenza sociale, che consiste nella possibilità che il nostro modo di pensare e agire sia influenzato da quello altrui. Essa si configura dunque come vera e propria "strategia educativa", volta a favorire un passaggio di conoscenze, esperienze, emozioni ecc. tra membri di un gruppo alla pari. Ogni soggetto che vi partecipa ha un ruolo attivo poiché partecipa attraverso lo scambio di idee, di soluzioni, di modelli di comportamento, di riflessioni su aree problematiche, di modalità relazionali e così via. La peer education viene principalmente utilizzata con la popolazione adolescenziale. In questa particolare fase del ciclo di vita, infatti, la vicinanza dell'altro e l'assunzione dell'altro come modello ed esempio di vita è più spiccata che mai. Un recente sviluppo di questa metodologia consiste nella "peer & video education": un’attività di progettazione, realizzazione e diffusione, attuata da parte di un gruppo di giovani, di prodotti audiovisivi finalizzati alla prevenzione del rischio e promozione della salute e destinati ad altri giovani. Il "decalogo dei peer" è il prodotto di questo modello di riferimento e si configura così: 1. La peer education è partecipazione.

2. Il peer educator non è un professore.

3. La peer education non è delega né manipolazione.

4. La peer education rimette in gioco i ruoli.

5. La peer education è sostenuta da una rete.

6. La peer education è ricerca.

7. La peer education è contagiosa.

8. La prevenzione è esperienza condivisa.

9. La peer education fa entrare la vita nella scuola.

10. Il peer nel gruppo fa cultura. Successivamente verranno scelti i "peer educators" (tre per classe, uno scelto degli operatori, uno dagli insegnanti e uno dello stesso gruppo-classe), e saranno loro a gestire lo svolgimento dell'attività con il gruppo dei pari attraverso modalità interattive diverse (il role playing, il brainstorming ecc..) Sulla base delle esperienze formative cui avranno partecipato, starà poi a loro ideare iniziative ad hoc per il gruppo di pari che andranno a "educare". Una volta stabilite le modalità dell'intervento, questi procederanno alla promozione di tali attività (es. attraverso un blog, volantini,

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pubblicazioni cartacee/online, proiezione di video ecc.). Role playing L’autore di questa metodologia fu Jacob Levi Moreno (1934). Dopo aver sperimentato nel 1921 il "teatro della spontaneità", nel 1930 emigrò negli USA dove mise a punto la tecnica dello psicodramma, ancora oggi utilizzata in psicoterapia. Il role playing si basa sulla simulazione di una situazione. A causa del coinvolgimento dei partecipanti, chiamati ad immedesimarsi, il role playing è considerato un metodo attivo e viene usato principalmente per: • Addestrare. • Selezionare. • Formare. In questo caso l’interesse è rivolto a aspetti meno prescrittivi e più personali, che lascino emergere non solo il ruolo, le norme comportamentali, ma la persona con le sue potenzialità creative.. Es. di Role playing a scuola Gli adolescenti spesso vengono portati, attraverso questa metodologia, a rappresentare situazioni di vita reale o ipotetica ed episodi significativi. In questo modo sperimentano ruoli diversi dal proprio, vivono emozioni e disagi propri di tali ruoli e agiscono, stimolati dall’operatore (o dagli operatori) che conduce l'attività gruppale, modalità comportamentali nuove ed alternative. I soggetti attivi vengono istruiti sui ruoli da ricoprire e seguono un “canovaccio” (una piccola traccia su cui poi improvviseranno). Alcuni ragazzi reciteranno dunque il ruolo dei personaggi, mentre i compagni faranno da pubblico osservante. Alla fine, gli “attori” racconteranno agli altri come si sono sentiti, mentre gli spettatori riporteranno le loro impressioni. Tale momento conclusivo favorisce la partecipazione emotiva e rappresenta un’esercitazione pratica dei rapporti interpersonali, promuovendo la consapevolezza dei propri vissuti e dei vissuti dall'altro. Lo spazio scenico si configura come luogo dove raggiungere un maggior livello di padronanza di sé e del proprio corpo, e dove sperimentare il proprio ruolo attivo nel gruppo. Gli adolescenti si confrontano, si osservano da un’altra prospettiva, imparano a conoscersi meglio ed attivano modalità comunicative più spontanee e meno rigide e stereotipate. Circle time Il "tempo del cerchio" è una metodologia che mira alla costituzione di un buon clima classe, che favorisca l'apprendimento, le relazioni tra pari, lo sviluppo delle potenzialità e della creatività degli studenti, la collaborazione con il corpo docente e l'accrescimento del senso di responsabilità sociale e personale. Le caratteristiche principali di questa metodologia sono: - la costituzione di un piccolo gruppo su base non gerarchica, laddove l’operatore assume unicamente un ruolo facilitante per la comunicazione - il mantenimento di alcune formalità di gruppo (stesso orario, luogo, nr. partecipanti ecc.) - lo sviluppo di un clima di ascolto attivo e rispettoso, che miri alla conoscenza reciproca e alla comunicazione finalizzata allo stabilirsi di buone relazioni tra studenti. La finalità più generale è dunque quella di favorire un buon livello di conoscenza reciproca, l'apprendimento di buone regole per la comunicazione (es. rispettare il proprio turno parola, tempi e ritmi del gruppo, non alzare la voce, non sovrapporsi al discorso dell'altro...), la facilitazione all'espressione di sé e l'accoglimento dell'altro. I partecipanti si sistemano formando un cerchio e si preparano alla discussione di un argomento che viene proposto dall'educatore o dagli alunni stessi. L'intervento scolastico basato su queste metodologie - incrementa il livello di coesione del gruppo - rafforza il senso d'identità personale e d'identità del gruppo classe come unità - incrementa la risoluzione di conflitti interpersonali attraverso la ricerca di una forma di dialogo rispettoso ed il vagliare assieme possibili risoluzioni, sviluppando capacità di problem-solving - favorisce l'apertura relazionale e la costituzione di buoni legami tra studenti, contribuendo così alla costituzione di un ambiente favorevole e facilitante per tutti.

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Problem solving Il fine è di produrre soluzioni alternative e di trovare modalità di attuazione secondo il criterio della “fattibilità”. . Le tappe di questo processo sono:

• delimitazione del problema; • formulazione di un’ipotesi di intervento (mediante analisi storica, anamnesi clinica o assessment); • definizione delle mete di cambiamento (scopi principali e intermedi e strategie per raggiungerli); • intervento; • verifica periodica del cambiamento (in itinere, monitoraggio continuo); • follow-up: a distanza dal termine del trattamento per valutare la stabilizzazione o meno nel tempo degli effetti ottenuti.

Brainstorming Letteralmente tempesta cerebrale, semanticamente tempesta di idee, è una tecnica di creatività di gruppo per far emergere idee volte alla risoluzione di un problema. Sinteticamente consiste, dato un problema, nel proporre ciascuno liberamente soluzioni di ogni tipo (anche strampalate o con poco senso apparente) senza che nessuna di esse venga minimamente censurata. La critica ed eventuale selezione interverrà solo in un secondo tempo, terminata la seduta di brainstorming. Il risultato principale di una sessione di brainstorming, che apparentemente sembra un metodo sciocco e quasi infantile, è invece in genere molto produttivo: può consistere in una nuova e completa soluzione del problema, in una lista di idee per un approccio ad una soluzione successiva, o in una lista di idee che si trasformeranno nella stesura di un programma di lavoro per trovare in seguito una soluzione. Attività creative Realizzazione di cartelloni, elaborati scritti, elaborati musicali, video, cortometraggi ecc.. che consentono la visibilità delle proprie risposte. Giochi psicopedagogici Hanno l’obiettivo di stimolare i ragazzi, a partire da uno stimolo dato dalla situazione di gioco, ad apprendere nuove modalità cognitive e relazionali, contribuendo anche alla creazione di un clima positivo all’interno del gruppo. Lezioni frontali Nel corso di una lezione frontale è possibile suggerire strategie di ricerca, selezione e gestione delle informazioni. È possibile distribuire materiale informativo sull’argomento in esame. Simulate Finalizzate a verificare come i soggetti reagirebbero nel caso di episodi di bullismo, cyber bullismo e/o violenza e quali sono le emozioni ad essi connesse. Focus group Volti ad aumentare la consapevolezza delle emozioni messe in gioco in situazioni di bullismo, cyber bullismo e/o violenza. Videoproiezioni Attraverso la visione di film, di cortometraggi, di video ecc. sulle tematiche inerenti, facendo leva sui processi di identificazione con i personaggi, si permette al gruppo-classe di parlare di sé. Tempi e fasi L’intervento prevede diverse attività e avrà la durata di un anno scolastico. Si articolerà in due fasi: una prima con le attività di seguito riportate, destinate agli alunni delle classi seconde dell’Istituto Comprensivo e una seconda dove saranno gli stessi studenti, divenuti PEER EDUCATOR, a condurre lezioni informative dimostrative agli altri studenti, di classi inferiori, compatibilmente con gli orari scolastici. Per le attività si preferiranno le attività scolastiche, decise in concomitanza con la Preside dell’Istituto Comprensivo; quelle extra-scolastiche si concorderanno con la Stessa all’inizio dell’A.S. PRIMA FASE:

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consenso informato da parte dei genitori con copia per la scuola e per lo SPORTELLO DI SUPPORTO INTEGRATO

consenso informato sulle foto e filmati (utili per la costruzione di cortometraggi a scopo scientifico/divulgativo e per la realizzazione della carta di identità del peer)

presentazione del progetto da parte degli operatori nelle classi coinvolte e successiva somministrazione di un questionario redatto ad hoc

Serie di incontri con il gruppo-classe (concordati in un calendario all’inizio dell’anno scolastico con la scuola) su diverse tematiche e argomentazioni:

1. La presentazione e la presentazione incrociata 2. L’empatia 3. i giochi di ruolo 4. l’emozioni nel qui ed ora 5. la comunicazione e la comunicazione disfunzionale 6. la rete coinvolta al bisogno dell’uomo 7. il bullismo 8. il cyber bullismo 9. la violenza

In tutti gli incontri saranno adottate strategie teorico-pratiche; verranno utilizzati supporti informatici con la visione di cortometraggi e video e verrà presentato l’Opuscolo “Prevenzione e contrasto alle violenze di genere. Quello che le donne non dicono”

Somministrazione di questionari in itinere Preparazione, guida e sostegno (affiancamento) alla costruzione di elaborati sulla tematica da

parte degli alunni (temi, poesie, cartelloni, riprese audio, riprese video, videoclip, cortometraggi, rappresentazioni teatrali ecc..)

Somministrazione del questionario finale

Qual’ora fosse necessario, si rende attivo lo SPORTELLO DI SUPPORTO INTEGRATO, per qualunque tipo di intervento, sia dedicato allo studente singolo, che in gruppo, sia agli insegnanti e alle famiglie degli alunni. Ai fini di aumentare la consapevolezza della differenza tra comportamento legale, illegale e scorretto, verranno implementate le seguenti attività, seguite da gruppi di discussione:

Lettura di alcune parti della Costituzione Italiana, della Convenzione sui Diritti dell’uomo e della Convenzione sui Diritti dei minori, allo scopo di creare le condizioni per un cambiamento culturale che affermi il giusto valore per il rispetto delle regole come strumento.

Lettura critica dei fatti di cronaca. Articoli sul Femminicidio, la violenza negli stadi, il bullismo, il cyber bullismo e fatti di cronaca di attualità.

Sarà prevista una giornata di studio –aperta a tutti - a conclusione delle attività teorico pratiche in classe: “Come difendersi: una lezione di arti marziali a scuola” con Docenti che saranno coinvolti anche nelle attività di “rinforzo” previste nel progetto e professionisti del settore.

Il progetto si concluderà con una giornata a tema: “Io…PEER EDUCATOR” con la restituzione dei dati, una mostra fotografica, la presentazione degli elaborati degli alunni coinvolti e con la proclamazione degli alunni stessi in una cerimonia conclusiva.

Eventuali cambiamenti delle attività, dei tempi e delle fasi del Progetto, saranno comunicate tempestivamente al Dirigente Scolastico, tutelando il gruppo-classe e le sue esigenze e bisogni e lo stesso operato. SECONDA FASE Il progetto riprenderà nell’anno scolastico seguente, con il lavoro attivo da parte dei peer educator; gli alunni divenuti Peer educator, tre per ogni classi seconda (uno scelto dagli operatori coinvolti nel progetto, uno dagli insegnanti e uno dai ragazzi stessi), presenteranno delle lezioni (teorico pratiche) agli alunni delle classi seconde dello stesso Istituto. Le lezioni saranno decise, compatibilmente con le attività scolastiche e compatibilmente con gli orari dello

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SPORTELLO DI SUPPORTO INTEGRATO e saranno una nel mese di Novembre, una nel mese di Febbraio, una nel mese di Aprile e una nel mese di Maggio/Giugno, con la successione dei Peer educator ai nuovi Peer educator. Le attività verranno supervisionate sempre dagli operatori coinvolti nel progetto.

Risorse umane Le coordinatrici del progetto che si occuperanno della supervisione delle attività interne ed esterne al progetto saranno: Assistente sociale specialista, Assistente sociale e Psicologo. All’occorrenza saranno previste altre figure professionali e figure professionali in formazione. Futuri Peer educator

Attività scuola media

- 2 Incontri gruppi classe con il personale dello sportello. ( ciascun incontro di 4/5ore) - Incontri pomeridiani con il personale dello Sportello con i ragazzi che si candidano a diventare peer

–educator - Incontri con la polizia postale sui rischi dei comportamenti adottati nel Web - Partecipazione ai progetti della prefettura “il più forte sono io” “Vita da social” - Partecipazione al “Safety day”

Attività della scuola primaria e scuola dell’infanzia

Per la scuola dell’ Infanzia e Primaria

Il progetto per la sua struttura impegnerà il personale docente e non docente per tutto l’anno scolastico

attraverso le seguenti fasi

Organizzazione delle attività in classe

Organizzazione delle attività di gruppo

Organizzazione delle attività laboratoriali e/o progettuali

Organizzazione delle attività individuali.

Attività con i genitori

- Corso sui pericoli del web ai genitori da parte della polizia postale e da parte del

Eventi manifestazioni

Consegna attestati dei peer educator e dei genitori che hanno seguito il corso di supporto alla genitorailità

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Progetto “Area a Rischio” Azioni per il successo formativo degli studenti

La scuola agisce in un contesto diversificato e complesso, pertanto l’attuazione di un intervento formativo efficace richiede una notevole flessibilità organizzativa, progettuale e didattica in grado di rispondere alle esigenze educative; la realizzazione di questo progetto mira pertanto alla piena integrazione degli alunni che presentino una situazione di disagio culturale, sociale o fisico, a combattere la dispersione scolastica e l’abbandono, al recupero del senso di legalità e della nozione di bene comune laddove siano già visibili comportamenti devianti. Per riuscire a realizzare tutto questo la scuola deve diventare un punto di riferimento concreto per famiglie e alunni rapportandosi con le altre agenzie educative presenti nel territorio, per una valida e duratura cooperazione, al fine di un miglioramento dell’offerta formativa ed educativa. Un intervento sulla dispersione scolastica, intendendo quest’ultima come insuccesso e come difficoltà di comprensione e di realizzazione di se stessi, trova giustificazione nel fatto che ad ogni nuovo anno scolastico, monitoraggi interni effettuati sia durante il periodo di formazione delle classi sia durante l’anno nei momenti di verifica delle attività svolte e degli apprendimenti degli allievi, si evidenziano sempre più casi di alunni che hanno fatto e fanno registrare numerose difficoltà di apprendimento e di interazione sociale. L’insuccesso scolastico, una delle fonti di emarginazione e di esclusione sociale, porta spesso a comportamenti negativi, a reiterate assenze, a ritmi d’apprendimento lenti, a ripetenze, ad atteggiamenti ostativi, ad abbandoni. Le cause che producono l’insuccesso scolastico sono, infatti, da ricercare:

1. esternamente alla scuola (condizioni socio-culturali della famiglia e carenze culturali, ambientali, affettive)

2. internamente alla scuola (difficoltà nella relazione comunicativa, mancanza di continuità, metodologie non sempre stimolanti, orientamento professionale non incisivo, attività extracurriculari e operative insufficienti ai bisogni, per mancanza di risorse umane e materiali.)

3. nel soggetto ( mancanza di autostima, incerte aspirazioni, timidezza, impegni limitanti a casa, lavoro fuori dalle mura domestiche, problematiche psicologiche, alunni non certificati ma con deficit negli apprendimenti……)

La nostra scuola, quale istituzione educativa e formativa, si propone, con la realizzazione di percorsi aggiuntivi di formazione (previsti in questo progetto), di rimuovere le cause che producono l’insuccesso e di favorire la collaborazione attiva delle famiglie e l’impegno costante delle altre agenzie educative presenti nel territorio. Si è notato, però, che soprattutto gli allievi stranieri e quelli normalmente meno collaborativi sono sensibili al rapporto one- to- one, e spesso sviluppano, con interventi di recupero e di sostegno appropriati, le più insite capacità personali e nascoste competenze, affinando i valori e le attitudini della propria personalità. Quando si sentono considerati e benvoluti, gli alunni riescono ad abbassare le difese e cominciano ad acquisire fiducia verso i docenti che riescono così a condurli verso esperienze proficue e appaganti. L’intelligenza è la capacità di comprendere il mondo in cui viviamo e di risolvere i problemi ambientali, sociali e culturali che ci vengono posti in ogni momento della nostra esistenza. Tale teoria afferma che non esiste una facoltà comune di intelligenza, bensì diverse forme di esse, ognuna indipendente dalle altre. Solitamente si considerano solo due intelligenze: quella linguistica e quella logico-matematica. Accanto ad esse Gardner ne pone altre 5: l’intelligenza spaziale, sociale, introspettiva, corporeo cinestetica, musicale. Simile contesto è entrato tuttavia in crisi con l’avvento dell’era industriale ed informatica contemporanea, nella quale sono ormai ampiamente diffusi settori come l’ingegneria informatica e la programmazione di software ed hardware dove i risultati migliori vengono dati proprio grazie all’uso dell’intelligenza spaziale, cui si affianca quella logica; inoltre, le capacità di collaborare in gruppo e di risolvere in un breve lasso di tempo problemi inaspettati ed improvvisi richiedono un buon uso di competenze interpersonali(l’intelligenza introspettiva di cui parla Gardner) e del pensiero divergente, tipico delle menti creative. La scuola attuale per camminare al passo con i propri tempi, deve puntare alla formazione di giovani che abbiano teste “versatili”, ossia cervelli in grado di imparare sempre cose nuove e in grado di attivare una diversità di competenze in passato non richieste. Fra le metodologie che possono consentire alla scuola di ottenere il necessario sviluppo integrato di saperi disciplinari, linguaggi, strumenti di pensiero, atteggiamenti e valori ha un particolare rilievo la realizzazione di percorsi didattici attivi e partecipati, in forma di laboratorio. Il laboratorio è da intendersi in generale come una modalità di lavoro che

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incoraggia la sperimentazione e la progettualità che coinvolge gli alunni nel pensare-realizzare-valutare attività vissute in modo condiviso e partecipato con altri, che può essere attivata sia all’interno sia all’esterno della scuola, valorizzando il territorio come risorsa per l’apprendimento. Le azioni del progetto sono previste su due filoni: il sostegno e supporto agli attori della scuola (genitori, docenti e studenti) e laboratori motivazionali sui linguaggi non verbali per gli studenti

Obiettivo formativo

Facilitare e favorire rapporti di aiuto e relazioni umane positive può divenire, per questi ragazzi, la chiave di

volta per scoprire le loro potenzialità fino ad arrivare ad allenare lo sguardo a guardare non tanto ciò che

non sanno fare, quanto ciò che possono fare per conoscere e migliorare se stessi influendo positivamente

sul mondo familiare e sociale a cui appartengono.

Con lo scopo principale di favorire un adeguato collegamento con il territorio nonché la formazione

civica del cittadino, lo sviluppo di una rete territoriale connessa di saperi, conoscenze, esperienze e

metodologie didattiche in continua evoluzione e al passo con i risultati delle ultime ricerche nel campo,

il rinnovamento degli aspetti educativi e didattici e dell’offerta formativa nell’ambito dell’autonomia,

l’intero POF promuove, come parte integrante dell’attività curriculare in stretta correlazione con la

programmazione disciplinare ed interdisciplinare:

a) i progetti di scuola aperta mediante l’impiego delle infrastrutture scolastiche in giorni e orari diversi

da quelli della didattica convenzionale per attività educative avanzate e volte alla sperimentazione;

b) progetti di scuola djffusa finalizzati al superamento del concetto di aula e di edificio scolastico,

intesi come esclusivo spazio destinato all’apprendimento attraverso l’introduzione di esperienze

didattiche da svolgersi in altre sedi e in appositi spazi digitali.

Attività scuola media

Le scelte metodologiche del progetto rispondono ai bisogni degli utenti e del contesto e sono finalizzate

a creare un clima di serena collaborazione ed operatività che faccia sentire ciascuno protagonista della

propria crescita al fine di aumentare la motivazione e gli stimoli.

LABORATORI

Laboratori con il focus utilizzo delle più moderne tecniche di didattica attiva, per stimolare i

partecipanti al lavoro di gruppo, allo studio di casi;

Laboratori con il focus sull’applicazione di tecnologie particolarmente innovative, alla

comprensione della metodica del problem solvine;

Laboratori con il focus sull’utilizzo di strategie di tipo euristico, semiuristico e deterministico,

per l’individuazione di strategie didattiche e stili di insegnamento adeguati al compito specifico

previsto dal progetto.

LABORATORI MOTIVAZIONALI E ESPRESSIVI, CREATIVI, CULTURALI

Laboratorio artistico-pittorico

Laboratorio artistico -teatrale

Laboratori di Media Education (PODCAST-BLOG-I CLOUD SCHOOL )

Laboratorio di scrittura creativa

Laboratorio di problem solving

Laboratorio di narrativa digitale autobiografica (DIGITALSTORYTELLING)

Laboratorio per imparare ad argomentare e il public speaking

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Laboratorio per l’autostima e autoefficacia

Laboratorio creativo attivo di artigianato

Laboratorio linguaggio non verbale- corpo e movimento

Attività scuola primaria

Nella scuola primaria si utilizzeranno strategie idonee con ore aggiuntive e/o attività di laboratorio in

orario curricolare ed extracurricolare. Per gli alunni in questa fascia d’età è necessario avvalersi di metodi che seguano le modalità del pensiero infantile con la sua capacità di apprendere ripetendo modelli e imitando situazioni, capacità attivate da situazioni di apprendimento ludiche e formative. Partendo dalla centralità del bambino con uno sviluppo dell’oralità, che assume in questa fascia evolutiva un aspetto preminente rispetto alle altre abilità. Partendo dall’esperienza, costruzione di laboratori con organizzazione flessibile calibrata sulle potenzialità e possibilità reali degli allievi: Si propongono pertanto i seguenti laboratori : Laboratorio tecnologico Laboratori teatrali in lingua inglese Laboratorio pittura Laboratorio linguistico-espressivo Laboratorio arte Laboratorio musica Laboratorio sportivo Laboratorio scientifico Laboratorio di scrittura Percorsi di ed. alla salute (attraverso l’ed. alimentare e motoria) Percorsi di ed. ambientale (sulle modalità di un utilizzo critico delle risorse ambientali per un uso critico e consapevole, sulla necessità di conservare la qualità dell’ acqua, dell’aria e del suolo, nonchè la biodiversità, attraverso una gestione sostenibile degli ecosistemi che ci circondano, per un consumo consapevole delle risorse e il contenimento degli sprechi. Obiettivi Trasversali alle attività curriculari e ai laboratori proposti Potenziare il processo di socializzazione Prevenire la dispersione promuovendo attività che possano coinvolgere l’alunno rendendolo protagonista di un percorso Far ottenere all’alunno dei successi con attività pratiche per sopperire agli insuccessi scolastici. Imparare ad attingere alle proprie potenzialità creative

Approfondire le conoscenze culturali, la conoscenza di sé e l’autovalutazione.

Far accrescere l’interesse per lo spettacolo, l’informazione, la musica, la pittura e lo sport.

Prerogativa essenziale quindi sarà la “centralità dell’alunno” affinché si possano organizzare interventi

rispondenti ai suoi bisogni. L’attenta lettura dei percorsi laboratoriali lascia, chiaramente, intendere che

ogni alunno sarà promotore, fautore ed attore del percorso stesso. Il coinvolgimento di ognuno, in ogni

attività decisionale ed esecutiva, sarà costante e gratificante e risponderà alle esigenze individuali e del

gruppo. La condivisione sarà un mezzo di coinvolgimento attivo che intende condurre, in modo

piacevole, all’assunzione di responsabilità che accrescerà la fiducia nelle proprie capacità, la stima di

sé e formerà la personalità. Ogni meta raggiunta sarà gratificata ed evidenziata come tappa preliminare

alla successiva. Metacognizione, cooperativismo e solidarietà costituiranno le fondamenta e la struttura

stessa dei percorsi.

Attività scuola dell’infanzia

I laboratori extracurriculari si svolgeranno a partire dalla Scuola dell’Infanzia dove i bambini avranno un

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approccio prettamente ludico, con giochi strutturati e non, per acquisire vocaboli non ancora conosciuti della quotidianità. Lo scopo di tali attività è quello di prevenire situazioni di disagio e favorire il benessere a scuola. Più precisamente, attraverso il “lavorare per laboratori” s’intende uscire dalla logica della sezione chiusa, ampliare le opportunità di relazione e apprendimento del bambino, introdurre e arricchire la didattica di nuove strategie, confacenti alle esigenze dei singoli e rispondenti alla soggettività di ciascuno, una didattica Learning by doing e Cooperative learning. Nella realizzazione dei laboratori che si svolgeranno in orario mattutino e pomeridiano verranno organizzati i gruppi classe, sottogruppi di laboratorio per progetti con obiettivi finalizzati e saranno attuate diverse forme di flessibilità: • costituzione di gruppi di livello temporanei e mobili; • costituzione di gruppi di lavoro eterogenei (verticali, orizzontali); • i gruppi potranno avere una conformazione sempre diversa a seconda delle situazioni di apprendimento; • saranno previsti, inoltre, momenti di apertura dei gruppi per favorire attività di tutoring da parte degli alunni che hanno raggiunto l’obiettivo in tempi minori. Verranno attivati i seguenti percorsi e laboratori:

Laboratorio di educazione psicomotoria e autonomia di base; Laboratorio di educazione ambientale; Laboratorio di educazione alimentare; Laboratorio di alfabetizzazione informatica; Laboratorio dei prerequisiti; Laboratorio di educazione alla cittadinanza; Laboratorio di educazione alla salute; Laboratorio scientifico; Laboratorio teatrale; Laboratorio di musico-terapia; Percorsi di educazione stradale; Percorsi di accoglienza e integrazione; Percorsi finalizzati all’acquisizione delle strumentalità di base e/o all’arricchimento linguistico; Laboratorio di lingua straniera incentrato sulle abilità di ascolto,comprensione ed appropriazione

dei significati; Laboratorio grafico-pittorico-manipolativo (decoupage, manipolazioni e costruzioni con materiali

amorfi e di recupero, bricolage e riciclaggio di materiali ); Laboratori espressivi che mirano a favorire la creatività, a sviluppare le capacità manipolative-

espressive ,a migliorare le relazioni di gruppo, ad acquisire altre forme e linguaggi di comunicazione e di espressione.

Eventi manifestazioni

Visita ai Palazzi Istituzionali: la Camera Dei Deputati, il Senato della Repubblica.

Rappresentazioni teatrali e manifestazioni nel periodo natalizio.

Settimana della Flessibilità nei tre ordini di scuola.

Open Day in tutti e tre gli ordini di scuola (infanzia,primaria,secondaria di I° grado).

Festa dello Sport.

Manifestazioni di fine anno scolastico.

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Progetto settimana della flessibilità

In concomitanza della chiusura del primo quadrimestre si propone un fermo della didattica tradizionale per offrire agli studenti un’innovativa opportunità formativa. Attraverso una flessibilità organizzativa di spazi e tempi per classi aperte partendo da attività laboratoriali si sviluppano temi comuni alle varie discipline presentati da angolazioni differenti a sostegno del processo di acquisizione delle competenze secondo il modello delle life skills in un quadro d’azione sincronico. La settimana della flessibilità prevede attività differenziate in base all’età degli alunni e finalizzate a sostenere il processo di acquisizione delle abilità e capacità emotive, cognitive e relazionali che permettono di attuare un comportamento positivo e collaborativo, grazie al quale affrontare efficacemente le richieste e le sfide della vita quotidiana e scoprire e affinare i propri talenti e capacità. FINALITA’

Ampliare l’offerta formativa della scuola

Mettere in sinergia le agenzie educative e formative del territorio in un percorso di convergenza verso la Scuola.

Favorire la socializzazione attraverso la cooperazione, la condivisione e la responsabilità

Sostenere il processo di graduale scoperta delle proprie attitudini, talenti, interessi

Promuovere esperienze scolastiche gratificanti per compensare gli insuccessi scolastici, rafforzare l’autostima e sostenere la motivazione.

Consolidare il senso di appartenenza alla propria comunità scolastica e territoriale.

Promuovere modalità innovative di approcciarsi a temi comuni alle varie discipline

Favorire un approccio unitario e interdisciplinare ai temi di studio e a temi d’attualità

Promuovere la creatività di pensiero, di comunicazione e di relazione e sviluppare il pensiero flessibile e divergente

Favorire la relazione con docenti diversi e con ruoli distinti OBIETTIVI SPECIFICI SCUOLA PRIMARIA

Sensibilizzare al dialogo interculturale attraverso l'accoglienza dell'altro e la ricchezza dei punti di vista

Abituarsi alla pratica del lavoro di gruppo

Offrire stimoli e occasioni per un clima relazionale positivo e collaborativo

Sviluppare le abilità di ascolto

Stimolare le capacità di discutere, affrontare semplici problemi, indicare semplici soluzioni.

Sviluppare e consolidare le capacità espressive, logico-operative, artistico-musicali

Sviluppare le capacità di osservazione

Sviluppare la creatività di pensiero, di linguaggio e di relazione

Sviluppare la manipolazione, la motricità fine, la spazialità e la coordinazione

Avviare gli alunni alla pratica di diversi linguaggi e alle tecniche multimediali

Saper rielaborare le indicazioni fornite nell’ottica della realizzazione di un prodotto finale.

SC. SEC. DI I GRADO

Consolidare le abilità di autocontrollo e il senso di responsabilità

Consolidare l’autonomia e le capacità organizzative

Sviluppare le capacità di collaborazione, di comunicazione, di dialogo e partecipazione

Sensibilizzare al dialogo interculturale attraverso l'accoglienza dell'altro e la ricchezza dei punti di vista

Motivare alla pratica del lavoro di gruppo

Migliorare l’autostima, la fiducia in sé e la consapevolezza delle proprie capacità

Acquisire nuovi strumenti di orientamento nel mondo contemporaneo

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Consolidare le capacità espressive, comunicative, logico-operative e di osservazione

Abituare gli alunni ai diversi linguaggi e tecniche multimediali

Acquisire la capacità di discutere, affrontare problemi, indicare soluzioni

Consolidare le abilità di ascolto

Potenziare la consapevolezza di "sè"

Affinare la manipolazione, la motricità fine, il senso della spazialità e la coordinazione

Saper rielaborare le indicazioni fornite nell’ottica della realizzazione di un prodotto finale

METODOLOGIA Alternanza di momenti informativi a fasi di applicazione operativa, lavoro di gruppo, tutoraggio, peer education, incarichi di responsabilità, rinforzo positivo, conversazioni guidate, cooperative learning, role playing, learning by doing, brain storming e problem solving, domande-stimolo di pre-ascolto, lettura e rielaborazione guidata di storie, fumetti e articoli di giornale, visione di film, eventuali rinforzi con supporti multimediali, audiovisivi e informatici. I prodotti finali saranno oggetto sia di valutazione sia di autovalutazione a conclusione di ciscun laboratorio. In generale tutti i laboratori si propongono di offrire esperienze gratificanti per rafforzare l’autostima attraverso la consapevolezza dei propri punti di forza e di debolezza. Per gli alunni della Scuola primaria ci si avvale ovviamente di metodi che seguono le modalità del pensiero infantile privilegiando la capacità di apprendere per imitazione di modelli e situazioni proposte in modalità ludica e privilegiando il canale espressivo e comunicativo dell’oralità RISULTATI ATTESI Successo scolastico come conseguenza del recupero motivazionale, del miglioramento dell’autostima e

dell’autoefficacia.

Elaborati scritti e/o grafici su supporto cartaceo o informatico (video, cartelloni, lapbook, murales), interviste filmate , reportage e video anche in forma di spot, diorama

Attività scuola primaria

CLASSI PRIME E SECONDE

LAB 1: Laboratorio espressivo-creativo EMOZIONI IN MUSICA

LAB. 2: Laboratorio artistico PITTURA

LAB. 3: Laboratorio motorio GIOCHI DEL PASSATO CLASSI TERZE

LAB. 1: Laboratorio linguistico LETTURA

LAB. 2: Laboratorio artistico-creativo FUMETTO

LAB. 3: Laboratorio motorio GIOCHI DEL PASSATO

CLASSI QUARTE

LAB. 1: Laboratorio linguistico LETTURA IN PODCAST

LAB. 2: Laboratorio scientifico-informatico CODING

LAB. 3: Laboratorio motorio GIOCHI DEL PASSATO

CLASSI QUINTE

LAB 1: Laboratorio artistico-creativo ARALDO PER UN GIORNO

LAB. 2: Laboratorio linguistico IT’S DRAMATIME

LAB. 3: Laboratorio motorio ARRAMPICATA PLESSO SAN SILVESTRE

LAB 1: Laboratorio creativo RICICREANDO

LAB. 2: Laboratorio linguistico LET’S PLAY WITH ENGLISH

LAB. 3: Laboratorio artistico PITTURI AMO

LAB. 4: Laboratorio motorio-musicale MUSICA IN GIOCO

PLESSO SILVI ALTA

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LAB. 1: Laboratorio storico-ambientale LE GUIDE DEL CERRANO-VIAGGIO NELL’ANTICO CASTRUM SILVAE - SULLE TRACCE DEL PORTO SOMMERSO

LAB. 2: Laboratorio artistico –creativo IL NONNO RACCONTA - LA BOTTEGA DEL PINTORE - CARTA E RICARTA

LAB. 3: Laboratorio motorio SPORT DI CLASSE PLESSO PIANACCE

LAB. 1: Laboratori artistico-espressivi PIEGHE A MONTE E A VALLE (Gli origami) - PICCOLO LIBRINO MIO (Costruzione del libro) - IN ALTO, PIU’ IN ALTO (Costruzione degli aquiloni) LAB.2: Laboratori di educazione motoria DIDATTICA IN MOVIMENTO (Imparare muovendosi) - KARATE A SCUOLA (Apprendimento dei fondamenti dell’arte marziale) LAB. 3: Laboratori scientifici FACCIO IO! (Preparazione del sapone artigianale) - NON PUNGERMI, ILLUMINAMI! (Preparazione di candele con la cera d’api) - CHE PASTICCIO! (Intrugli, miscugli e soluzioni) LAB. 4: Laboratorio manipolativo RISARTE (Arte con il riso) LAB. 5: Laboratorio teatro e musica GUARDAMI, MI TRASFORMO! (Attività ed esercizi musicali/teatrali)

Attività scuola secondaria di primo grado

Laboratori organizzati per ambiti e gli studenti attribuiti per attitudini e per assegnazione cdc

Ambito sportivo: PROGETTO NEVE

Ambito umanistico-linguistico: GIOCHIAMO CON LE PAROLE, CINEMA: CIAK SI GIRA, IL MIO PERSONAGGIO FANTASY, LABORATORIO TEATRALE, CITTADINI D’EUROPA “ATTRAVERSO GLI INNI NAZIONALI, LA RICERCA DELLA FELICITÀ, PAROLE – FORUM E CINE-GIOCO, W LA PACE, ARCHEOLOGIA, MUSICAL, SPEAK UP!!!.

Ambito scientifico/tecnologico: A CACCIA DEL DNA, L’APE TUTTO FARE, GIOCHIAMO CON I NUMERI, DA SHARLOK HOLMES A CSI, LAVORIAMO IL FERRO, SVILUPPIAMO LE “APP”.

Ambito artistico-creativo: MURALES, MANUFATTI, , MODELLISMO, OLTRE LA STOFFA, I CALDOMORBIDI (DALLA FAVOLA AL FUMETTO).

- Ambito musicale-motorio: MOVIMENTO E DANZA, FLAMENCO, CHITARRA, MUSICA E MOVIMENTO.

II SETTIMANA DELLA FLESSIBILITA’ PER IL RECUPERO E IL POTENZIAMENTO

L’organizzazione in unità aggregative per livelli consente l’individualizzazione di percorsi di apprendimento per ciascun

studente, ma altresì la possibilità di scegliere tra materie elettive con la personalizzazione dei piani di studio nell’ordine della

valorizzazione delle eccellenze e della prevenzione della dispersione scolastica. Nel bimestre ottobre/ novembre il progetto

prevede lo svolgimento dei laboratori trasversali, metodologici, per lo sviluppo delle otto competenze chiave di cittadinanza,

nella seconda parte dell’anno si procederà allo svolgimento di laboratori di recupero/potenziamento/consolidamento con

approfondimenti tematici e scelta di discipline elettive sempre condotti con modalità interattiva e multimediali.

FLESSIBILITA’ ORGANIZZATIVA

Una diversa organizzazione degli spazi ambientali:

- mira a superare l’idea tradizionale del laboratorio di informatica e la separatezza tra le discipline;

- permette di attuare didattiche di tipo collaborativo per sviluppare competenze relazionali;

- favorisce l’assunzione di comportamenti responsabili nella gestione di materiali e spazi flessibili;

- rende l’ambiente scolastico più attraente e stimolante, aumentando il coinvolgimento degli alunni e dei docenti;

- consente di progettare in una comunità di apprendimento

Una diversa articolazione oraria:

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- favorisce l’inter-multi-pluri-disciplinarità;

- stimola la collaborazione e la condivisione di esperienze tra i docenti;

- consente di attivare processi metacognitivi che necessitano di tempi più distesi;

- permette di rispettare i tempi di apprendimento di ciascuno Gli alunni saranno raggruppati in modalità diverse rispetto al gruppo classe di appartenenza: in base alle esigenze di partenza e

all’obiettivo da raggiungere , si organizzeranno piccoli gruppi per livelli di competenza, apprendimento e livello di

socializzazione, anche in base alle risultanze degli scrutini. I ragazzi potranno partecipare anche ad attività differenti nello stesso

periodo ( in base ad un calendario stabilito) si interverrà non emarginando gli allievi con voti insufficienti ma si progetteranno

dei percorsi strutturati su più linguaggi e più livelli di intervento cosi da aiutare ciascun alunno a riscoprire la parte di se’ capace

di successo e di efficacia per poi investire sull’autostima e intraprendere il percorso di recupero delle discipline, senza mai

tralasciare la possibilità di offrire la possibilità di espressione con linguaggi differenti.

Le attività svilupperanno pertanto motivazione allo studio, senso di autoefficacia e le competenze di base nelle diverse literacy

come da tabelle allegate.

Gli studenti saranno divisi su gruppi di livello ( parziale, base, intermedio, avanzato) nei vari ambiti dove frequenteranno corsi di

recupero e corsi di potenziamento a seconda delle proprie risultanze nelle varie discipline. Gli studenti lavoreranno con docenti

dell’istituto non necessariamente i propri e saranno gruppi eterogenei

Ambiti disciplinari Livello parziale Livello base Livello intermedio Livello avanzato

Ambito letterario Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Ambito linguistico (L2,

L3)

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Ambito matematico Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Ambito scientifico

tecnologico

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Ambito antropologico Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Ambito artistico Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

Gruppo 1 Gruppo 2 Gruppo 3

I docenti in sede di progettazione didattica all’inizio dell’anno definiranno le conoscenze e le abilità e le competenze per ciascun

livello in modo da consentire il raggruppamento degli studenti e la progettazione del lavoro

READING LITERACY

NUCLEO CENTRALE DELLA COMPETENZA DI LETTURA:

individuare informazioni

comprendere il significato, valutare ed utilizzare testi scritti

riflettere sul contenuto per raggiungere i propri obiettivi, sviluppare un’interpretazione

sviluppare le proprie potenzialità e svolgere un ruolo attivo nella società LIVELLO INDIVIDUARE INFORMAZIONI INTERPRETARE IL TESTO RIFLETTERE E VALUTARE

5 Localizzare, ordinare, integrare più informazioni,

Dimostrare una piena e approfondita comprensione

Valutare criticamente e formulare ipotesi basandosi

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situate all’interno o al di fuori del corpo principale.

Individuare le informazioni pertinenti rispetto al compito, discriminandole tra quelle plausibili.

del testo. Cogliere il significato di

sfumature del linguaggio.

su conoscenze di carattere specialistico.

Saper affrontare concetti imprevisti e basarsi su una conoscenza approfondita di testi lunghi o complessi.

4

Localizzare, ordinare, integrare più informazioni, non immediatamente evidenti, all’interno di un testo il cui contesto o la cui forma non sono familiari.

Individuare le informazioni pertinenti rispetto al compito.

Utilizzare inferenze complesse, basate sul testo, per comprendere e applicare categorie a un testo di argomento non familiare.

Interpretare il significato di una parte del testo tenendo conto del testo nel suo insieme, affrontando le ambiguità presenti.

Formulare ipotesi su un testo e valutarlo criticamente, servendosi di nozioni di carattere formale o di cultura generale.

Dimostrare di comprendere testi lunghi o complessi.

3

Localizzare e riconoscere la relazione tra singole informazioni, ciascuna delle quali può dover soddisfare molteplici criteri.

Gestire informazioni messe in rilievo che possono essere confuse con quelle richieste.

Integrare diverse parti di un testo al fine di identificarne l'idea principale, comprendere relazioni ed interpretare il significato di una parola o di una frase.

Confrontare, contrapporre o classificare tenendo conto di molteplici criteri.

Stabilire connessioni o paragoni, fornire spiegazioni su un aspetto di un testo o valutario.

Dimostrare una comprensione dettagliata di un testo mettendolo in relazione a nozioni familiari o della vita quotidiana, oppure attingendo a nozioni meno comuni.

2

Localizzare una o più informazioni, ciascuna delle quali può dover soddisfare molteplici criteri.

Gestire informazioni che possono essere confuse con quelle richieste.

Identificare l'idea principale di un testo, comprendere relazioni, creare o applicare semplici categorie.

Interpretare il significato di una porzione limitata di testo nei casi in cui le informazioni non sono in evidenza e vengono richieste inferenze poco complesse.

Stabilire paragoni o connessioni tra il testo e conoscenze extratestuali.

Spiegare un aspetto del testo attingendo alla propria esperienza e alle proprie opinioni personali.

1

Localizzare, sulla base di un singolo criterio, una o più informazioni indipendenti formulate in modo esplicito, con poche o senza informazioni che possono essere confuse con quelle richieste.

Riconoscere l'idea principale o lo scopo dell'autore, in un testo riguardante un argomento familiare, in casi in cui le informazioni richieste sono in evidenza.

Stabilire una semplice connessione tra informazioni presenti nel testo e nozioni comuni della vita quotidiana.

MATHEMATICAL LITERACY

AREE DI CONTENUTO: quantità, spazio e forma, cambiamento e relazioni, incertezza

NUCLEO CENTRALE DELLE COMPETENZE MATEMATICHE:

attivare processi cognitivi di riproduzione, connessione, riflessione

analizzare, confrontare, distinguere e valutare fatti e dati

applicare conoscenze e procedure per affrontare e risolvere i problemi che nascono dall’interazione con la realtà

cercare e comunicare idee e soluzioni di problemi

comprendere il ruolo che la matematica gioca nel mondo attuale LIVELLO LO STUDENTE È IN GRADO DI

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6

Concettualizzare, generalizzare e utilizzare informazioni basate sulla propria analisi e modellizzazione di situazioni problematiche complesse;

collegare fra loro differenti fonti d'informazione e rappresentazioni passando dall'una all'altra in maniera flessibile;

pensare e ragionare in modo matematicamente avanzato, dimostrando capacità di scoperta e di comprensione contestualmente alla padronanza di operazioni e di relazioni matematiche di tipo simbolico e formale in modo da sviluppare nuovi approcci e nuove strategie nell'affrontare situazioni inedite;

esporre e comunicare con precisione le proprie azioni e riflessioni collegando i risultati raggiunti, le interpretazioni e le argomentazioni alla situazione nuova da affrontare.

5

Sviluppare modelli di situazioni complesse e di servirsene, identificare vincoli e precisare le assunzioni fatte;

selezionare, comparare e valutare strategie appropriate per risolvere problemi complessi legati a tali modelli;

sviluppare, utilizzando abilità logiche e di ragionamento ampie e ben sviluppate, appropriate strategie, rappresentazioni, strutture simboliche e formali, analisi approfondite delle situazioni considerate;

riflettere sulle proprie azioni, esporre e comunicare le proprie interpretazioni e i propri ragionamenti.

4

Servirsi in modo efficace di modelli dati applicandoli a situazioni concrete complesse, anche tenendo conto di vincoli che richiedano di formulare assunzioni;

selezionare e di integrare fra loro rappresentazioni differenti, anche di tipo simbolico, mettendole in relazione diretta con aspetti di vita reale;

utilizzare abilità ben sviluppate e ragionare in maniera flessibile, con una certa capacità di scoperta, limitatamente ai contesti considerati;

formulare e comunicare spiegazioni e argomentazioni basandosi sulle proprie interpretazioni e azioni.

3

Eseguire procedure chiaramente definite, comprese quelle che richiedono decisioni in sequenza; selezionare e applicare semplici strategie per la risoluzione dei problemi; interpretare ed utilizzare rappresentazioni basate su informazioni provenienti da fonti differenti e

ragionare direttamente a partire da esse; elaborare brevi comunicazioni per esporre le proprie interpretazioni, i propri risultati e i propri

ragionamenti.

2

Interpretare e riconoscere situazioni in contesti che richiedano non più di un'inferenza diretta; trarre informazioni pertinenti da un'unica fonte ed utilizzare un'unica modalità di rappresentazione; servirsi di elementari algoritmi, formule, procedimenti o convenzioni; effettuare ragionamenti diretti e fornire un'interpretazione letterale dei risultati.

1

rispondere a domande attinenti contesti familiari, nelle quali sono fornite tutte le informazioni pertinenti il quesito, chiaramente definito;

individuare informazioni e mettere in atto procedimenti di routine all'interno di situazioni esplicitamente definite, seguendo precise indicazioni;

compiere azioni ovvie che procedano direttamente dallo stimolo fornito.

SCIENTIFIC LITERACY

NUCLEO CENTRALE DELLE COMPETENZE SCIENTIFICHE:

individuare questioni che possono essere indagate in modo scientifico

dare una spiegazione scientifica dei fenomeni (applicare conoscenze, descrivere, interpretare…)

usare prove basate su dati scientifici (individuare presupposti, condurre ragionamenti …)

riflettere sulle implicazioni sociali degli sviluppi della scienza e della tecnologia (consapevolezza del ruolo della scienza, interesse per le sue problematiche, responsabilità nei confronti delle risorse naturali …)

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LIVELLO LO STUDENTE DIMOSTRA DI

Advanced

lnternational

Benchmark

Comprendere concetti scientifici astratti e complessi; applicare le conoscenze relative a condizioni, caratteristiche e processi; comprendere i fenomeni e la struttura della materia; comprendere i problemi ambientali e quelli relativi all'uso delle risorse; applicare alcuni principi di base della ricerca scientifica per risolvere problemi quantitativi; saper esprimere per iscritto spiegazioni e comunicare le proprie conoscenze scientifiche.

High

International

Benchmark

Comprendere alcuni dei concetti relativi ai principi scientifici; comprendere alcuni processi; risolvere alcuni problemi semplici; possedere alcune abilità di indagine scientifica (combinare informazioni e trarre conclusioni,

interpretare le informazioni contenute in tabelle, grafici e diagrammi e utilizzarle per risolvere problemi);

fornire brevi spiegazioni utilizzando conoscenze scientifiche e relazioni causa-effetto.

Intermediate

International

Benchmark

Comunicare alcune conoscenze scientifiche di base in una serie di argomenti; utilizzare le informazioni fornite da tabelle; estrapolare i dati presentati attraverso semplici grafici lineari; interpretare schemi illustrati.

Low

International

Benchmark

Riconoscere alcuni fenomeni fondamentali delle scienze; avere familiarità con alcuni fenomeni fisici della vita di tutti i giorni; interpretare figure e schemi semplici.

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PROGETTO NEVE

Progetto svolto nella scuola media dell’Istituto Comprensivo “G. Pascoli” di Silvi (Te) durante la settimana della flessibilità dal 2 al 6 febbraio 2015. Ente organizzatore: Ski center e Scuola italiana sci Prati di Tivo. Obiettivi socio-educativi :

valorizzare nei giovani l’attività motoria all’aria aperta

Stimolare la capacità di adattamento e di superamento delle difficoltà dovute all’ambiente invernale montano

Favorire la socializzazione fra gli allievi

Sviluppare, consolidare e potenziare gli elementi tecnici dello sci alpino di ogni singolo allievo in relazione al livello di partenza e alle sue capacita psico-fisiche.

Educare gli allievi a comportamenti corretti sulle piste da sci conformemente alle nuove normative di sicurezza

Contribuire a realizzare interventi coerenti fra i diversi saperi delle attività sportive ed elementi di conoscenza del territorio e delle sue tradizioni

Educare gli allievi al rispetto dell’ambiente.

Attività scuola media

Raduno di tutti i ragazzi partecipanti alle ore 8.00 con partenza per il comprensorio sciistico Gran Sasso accompagnati dai propri docenti. Noleggio dell’attrezzatura sportiva e inizio dei corsi in gruppi di livello differente. Alle ore 12.30 fine lezioni e pausa pranzo. Ore 16 rientro a Silvi.

Eventi manifestazioni

Prova tecnica finale, foto e riprese video. Documentazione dell’esperienza in formato multimediale.

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PROGETTO ORIENTAMENTO

Il progetto ORIENTAMENTO nasce dall'esigenza di considerare l'orientamento un processo educativo che tende a far emergere sia le dimensioni dello sviluppo della persona, sia l'orientamento professionale, sia la capacità di scelta e decisione del singolo soggetto. Spesso un “orientamento” poco vissuto dai ragazzi porta a scegliere un indirizzo di studi inadatto. In quest'ottica ci pare utile cominciare a lavorare dal terzo anno di scuola media in particolare in vista della fase della preiscizione. FINALITA’ - Favorire la conoscenza di sé - Favorire la capacità di comunicazione - Favorire la conoscenza del territorio OBIETTIVI GENERALI

Favorire concretamente il passaggio degli alunni dalla scuola secondaria di primo grado a quella di secondo grado per prevenire disagi e insuccessi;

incoraggiare il dialogo, lo scambio d'idee su strategie metodologiche tra docenti di ordini diversi di scuole per favorire un efficace processo di formazione globale degli studenti

OBIETTIVI SPECIFICI

Sviluppare tra gli alunni la conoscenza della propria personalità e la consapevolezza delle proprie capacità e attitudini;

far riflettere gli alunni sul proprio rapporto con il futuro e con le scelte da compiere;

avviare gli alunni alla conoscenza del sistema scolastico del contesto socio economico territoriale;

favorire la possibilità di operare una scelta consapevole del percorso scolastico e professionale;

consolidare la continuità tra i diversi ordini di scuole attraverso attività di coordinamento programmate

DESTINATARI Classi terze della Sc. Sec. di I grado. DURATA Tre mesi da Novembre a Gennaio ATTIVITÀ

Incontri individuali e di gruppo con docenti delle scuole superiori in orario pomeridiano per alunni e genitori (Salone dell’Orientamento);

incontri formativi con figure professionali del territorio in orario curricolare a.m. (Officina dei Talenti)

Somministrazione di test sulla conoscenza di sé allo scopo di raccogliere informazioni che facilitino il dialogo interiore dell'alunno, oltre che definire indicazioni sul percorso scolastico e professionale;

colloqui e discussione in classe per aiutare lo studente nelle sue scelte;

raccolta e distribuzione del materiale informativo inviato dalle varie scuole ai docenti coordinatori delle classi terze;

individuazione di una figura preofessionale preposta all’orientamento per illustrare il funzionamento del sistema scolastico italiano con particolare attenzione alla realtà locale.

eventuale stage negli istituti superiori;

work-shop da implementare presso la sede della scuola media da parte di docenti della scuola secondaria di secondo grado.

consiglio orientativo formulato dal consiglio di classe. MEZZI-SPAZI Aule, aula magna. Lavagna lim, videoproiettori, opuscoli informativi, schede strutturate. MODALITA’ DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI Iscrizione degli alunni alle scuole superiori soprattutto per contrastare il fenomeno della dispersione

scolastica.

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PROGETTO CONTINUITA’ Per garantire un raccordo efficace tra i tre ordini di scuola esiste la Commissione Continuità (nelle sue due diramazioni: scuola dell’infanzia/scuola primaria, scuola primaria/scuola secondaria di primo grado) la quale si prefigge l’obiettivo di dare l’ opportunità ai tre ordini di scuola di svolgere un lavoro comune, attraverso riunioni in cui i rappresentanti delle diverse scuole si confrontano, per promuovere la conoscenza reciproca e lo scambio di esperienze culturali, educative e didattiche. Fruitori di tale lavoro sono soprattutto i bambini e i ragazzi che devono transitare da un ordine di scuola all’altro: la Commissione desidera, con il proprio operato, facilitare tali passaggi. Alla base della continuità c’è:

l’esigenza pedagogica e psicologica di garantire il rispetto per il “continuum” della crescita della persona;

la necessità di garantire al bambino un processo di crescita e un itinerario didattico - pedagogico organico, unitario, conforme alle esigenze di ogni singolo alunno, adeguato alle caratteristiche proprie dell’età evolutiva;

il bisogno di attuare un percorso che realizzi i processi di apprendimento in maniera graduale, con flessibilità nei contenuti, con strategie educative adeguate ai ritmi individuali e al fine di sollecitare e sviluppare le potenzialità di ciascuno.

In tal modo le attività didattiche concordate tra gli insegnanti dei diversi ordini di scuola, favoriscono concretamente il passaggio degli alunni dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria, e da questa alla scuola secondaria di 1° grado per prevenire anche disagi ed insuccessi. I docenti di tutto l'istituto concordano,attraverso una specifica commissione continuità in cui siano presenti i docenti della scuola primaria / scuola dell’infanzia / scuola sec. I grado le seguenti attività: ATTIVITA’ DI ISTITUTO

Definizione obiettivi cognitivi di passaggio, minimi e standard.

Pianificazione non solo di attività ponte che prevedono iniziative ludico-didattiche, ma anche di azioni sistematicheche caratterizzano l'iter didattico dell'istituto.

Incontri periodici fra i docenti

Conoscenza, comparazione, confronto dei reciproci progettazione didattica

Pianificazione attività Open Day

Pianificazione progetto Accoglienza

Criteri di formazione delle classi

SCUOLA INFANZIA –SCUOLA PRIMARIA-SCUOLA SECONDARIA

Pianificazione attività didattiche comuni per la continuità;

Predisposizione fascicolo informativo per passaggio delle notizie

Visita degli alunni della scuola dell’infanzia alle scuole primarie

Visita degli alunni della scuola della primaria alle scuole secondaria di primo grado

Attività di docenza con scambi tra i diversi ordini di scuola in determinati laboratori o attività calendarizzata

RISORSE E STRUMENTI Docenti della commissione continuità Docenti dei diversi ordini di scuola Fascicolo per passaggio informazioni TEMPI Incontri periodici nel corso dell’anno VERIFICA E PUBBLICIZZAZIONE DATI Relazione al collegio dei docenti Mostre, fotografie, manifestazioni sul territorio, socializzazione.

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Progetti Piano Nazionale della Prevenzione 2014-2018

A Scuola di Salute In collaborazione con

il Dipartimento della Salute della Regione Abruzzo e USR Abruzzo

Il progetto prevede nella creazione della Rete Abruzzese delle Scuole Promotrici di Salute, presupposto essenziale per la costruzione di un setting di vita e di lavoro orientato globalmente alla promozione della salute dei membri dell’intera comunità scolastica, studenti, docenti, personale, famiglie in collegamento con il territorio di appartenenza.

Secondo i Principi della Scuola Promotrice di Salute individuati dalla International Union for Health Promotion and Education, una scuola promuove salute quando:

− promuove la salute e il benessere dei propri studenti; cerca di migliorare i risultati di apprendimento degli alunni; sostiene i concetti di giustizia sociale ed equità; fornisce un ambiente sicuro e di supporto; richiede la partecipazione e l’empowerment degli studenti; mette in relazione i problemi e i sistemi propri della sanità e dell’istruzione; affronta questioni relative alla salute e al benessere di tutto il personale scolastico; collabora con i genitori e la comunità locale; inserisce la salute nelle attività correnti della scuola, nell’offerta formativa e negli standard di valutazione; stabilisce degli obiettivi realistici sulla base di dati precisi e solide evidenze scientifiche; cerca un miglioramento continuo attraverso un monitoraggio e una valutazione costanti [IUHPE, 2011].

Sono stati individuati, poi, i seguenti 6 ‘elementi essenziali’ per la promozione della salute nelle scuole, cioè ambiti di azione su cui concentrare le concrete attività progettuali e le modifiche funzionali all’organizzazione della vita e del lavoro quotidiani all’interno del setting scolastico [IUHPE, 2011]

1. Le Politiche per una scuola in salute. Queste politiche sono definite in modo chiaro in alcuni documenti o attraverso prassi condivise di promozione della salute e del benessere. Sono molte le politiche che promuovono la salute e il benessere, come ad esempio quelle che favoriscono il consumo di cibi sani all’interno della scuola o quelle che scoraggiano il bullismo.

2. L’ambiente fisico della scuola. La nozione di ambiente fisico della scuola fa riferimento agli edifici, alle aree verdi e alle attrezzature all’interno e all’esterno dell’edificio scolastico e comprende: la progettazione e degli edifici, l’uso della luce naturale e delle zone d’ombra in modo appropriato, la creazione di spazi in cui praticare l’attività fisica e le strutture che permettono di imparare e di mangiare in modo sano. L’ambiente fisico fa riferimento anche alla manutenzione di base, come la cura dei servizi e delle pratiche igieniche da adottare per prevenire la diffusione delle malattie, alla disponibilità di acqua potabile e sana, alla salubrità dell’aria e all’eventuale presenza di sostanze inquinanti ambientali, biologiche o chimiche, nocive per la salute.

3. L’ambiente sociale della scuola. L’ambiente sociale della scuola è una combinazione della qualità delle relazioni tra il personale stesso, e tra il personale e gli studenti. E’ influenzato dai rapporti con i genitori e con la comunità più ampia.

4. Le competenze individuali in materia di salute e la capacità di agire. Ciò si riferisce a tutte le attività, (formali e informali previste nei programmi ufficiali) attraverso le quali gli studenti acquisiscono, in funzione all’età, le conoscenze, le competenze e le esperienze necessarie per sviluppare delle capacità e intraprendere delle azioni volte a migliorare la salute e il benessere, per sé come pure per gli altri membri della comunità e a migliorare anche il rendimento scolastico.

5. I Legami con la comunità. I legami con la comunità sono le relazioni tra la scuola e le famiglie degli studenti e tra la scuola e i gruppi o gli individui-chiave a livello locale. Un’adeguata consultazione e partecipazione con questi portatori di interesse rafforza la HPS e offre agli studenti e al

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personale un contesto ed un supporto per le loro azioni. 6. I Servizi sanitari. Si tratta di servizi locali e regionali interni alla scuola o ad essa correlati, preposti

all’assistenza sanitaria e alla promozione della salute per i bambini e gli adolescenti, che forniscono servizi indirizzati agli studenti (compresi quelli con specifiche necessità). Essi comprendono: 1) Screening e valutazioni condotte da operatori qualificati; 2) Servizi per la salute mentale (incluse le consulenze) per promuovere lo sviluppo sociale ed emotivo degli studenti, per prevenire o ridurre gli ostacoli allo sviluppo intellettuale e all’apprendimento; per ridurre o prevenire lo stress e i disturbi mentali, emotivi e psicologici e migliorare le interazioni sociali per tutti gli studenti.

Operativamente la Rete sarà creata e gestita nella Regione Abruzzo da una struttura di servizio interistituzionale, l’Osservatorio Regionale Abruzzese per la Scuola Promotrice di Salute (ORASPS), mediante uno staff di progetto composto da personale sanitario, scolastico e universitario, con sede presso il Servizio Sanitario Regionale

Nel concreto si procederà alla costruzione della Rete ASPS:

− proponendo l’adesione formale a tutte le scuole del territorio regionale; − formando dirigenti e insegnanti ai principi della Health Promoting School; − applicando un sistema circolare di monitoraggio e programmazione basato su un sistema

strutturato di indicatori; − supportando le scuole nella scelta e nella supervisione dei progetti specifici; − favorendo il collegamento tra scuole e con altri network (in particolare con il già citato network

europeo School for Health in Europe SHE) mediante piattaforme web, incontri, news.

L’ORASPS avrà il compito di raccogliere le adesioni potrà riunirsi periodicamente con il compito di raccogliere le adesioni alla Rete ASPS e connetterle al network SHE, mantenere la rete locale di collegamenti tra scuole e istituzioni, favorire l’implementazione delle azioni previste dal presente Piano Regionale della Prevenzione, individuare bisogni emergenti, proporre soluzioni e modifiche, organizzare eventi formativi, divulgativi e di condivisione, favorire la sperimentazione di azioni sul campo improntate all’Evidence Health Promotion.

In linea con l’approccio più rigoroso della Evidence Based Prevention, una recentissima revisione Cochrane del 2015 ha dimostrato l’efficacia dell’impianto ‘comprehensive’ della Health Promoting School nel miglioramento di alcuni aspetti della salute degli studenti. In particolare gli effetti significativi riscontrati nella metanalisi riguardano il sovrappeso, i livelli di attività fisica, la forma fisica, il consumo di frutta e verdura, il fumo di tabacco e il bullismo nelle scuole che hanno adottato la struttura HPS [Langford et al, 2015].

In più, da una sintesi dei principali risultati di studi valutativi, la IUHPE riscontra una sostanziale corrispondenza tra gli obiettivi educativi e quelli di salute di una scuola [IUHPE, 2010]:

− i risultati di salute ed educativi migliorano se la scuola utilizza l’approccio “scuola che promuove salute” per affrontare le questioni relative alla salute in un contesto educativo;

− le azioni basate su determinanti ‘multipli’ di salute sono più efficaci nell’ottenere risultati di salute ed educativi, rispetto agli interventi svolti solo in classe o agli interventi su singole tematiche o determinanti;

− i fattori che incidono sull’apprendimento sono influenzati prevalentemente da fattori socio-emotivi, come ad esempio interazioni studente-insegnante e insegnante-insegnante, cultura della scuola, clima di classe, rapporti con il gruppo dei pari;

− i fattori socio-emotivi sono fondamentali per il modo in cui opera “una scuola che promuove salute” e per come le scuole raggiungono i loro obiettivi educativi e di salute;

− un approccio globale alla scuola, in cui vi è coerenza tra le politiche della scuola e le pratiche che promuovono l’integrazione sociale e l’impegno a livello educativo, facilita realmente i risultati in termini di apprendimento, aumenta il benessere emotivo e riduce i comportamenti a rischio per la salute.

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L’Azione è intrinsecamente orientata al superamento e alla riduzione delle disuguaglianze, per i seguenti motivi:

− per la natura del setting, la scuola, privilegiato per il fatto che, dopo quello domestico, bambini e gli adolescenti vi trascorrono universalmente la maggior parte della loro esistenza, indipendentemente dalle variabili determinanti di natura socio-economica riconducibili al nucleo familiare;

− perché l’obiettivo primario della Health Promoting School è proprio migliorare le opportunità e successo dell’apprendimento, a partire dall’accesso alla vita scolastica (es. abbattimento dell’abbandono) fino alla crescita culturale base essenziale per la salute dei singoli e delle comunità;

− perché la HPS si basa sulla costruzione di un comunità scolastica in cui è considerata la salute di tutte le componenti (studenti, docenti, personale amministrativo, genitori) e dove viene auspicato il loro contributo partecipato e fattivo, premessa perché si realizzi una migliore integrazione tra famiglie, con la comunità esterna e tra i giovani stessi;

perché le azioni specifiche riferite a temi di salute o ad aree di intervento puntuali, ‘naturalmente’ risulteranno accettabili e realizzabili in una scuola che aderisce al modello di HPS solo se orientate al superamento delle disuguaglianze

Attività SCUOLA PRIMARIA

OBIETTIVI PNP 2014-2018: 1.3.1. promuovere il potenziamento dei fattori di protezione (life skills, empowerment) e l’adozione di

comportamenti sani (alimentazione, attività fisica, fumo e alcool) nella popolazione giovanile e adulta

1.7.1-2 Aumentare consumo di frutta e verdura

PROGETTO SCHOOLWIDE PHYSICAL ACTIVITY

L’attività fisica è protettiva già in età evolutiva nei confronti dei fattori di rischio associati alle più frequenti patologie cronico-degenerative ed è predittiva di uno stile di vita attivo e dei relativi vantaggi di salute in età adulta [NICE, 2008; Biddle&Asare, 2011]. Studi di sorveglianza e revisioni sistematiche rivelano prevalenze di sovrappeso e obesità nei bambini italiani tra le più alte in Europa che, peraltro, in alcune regioni dell’Italia meridionale (tra cui l’Abruzzo) raggiungono valori complessivi prossimi o superiori al 40 % [ISS, 2015; IASO, 2014; Turchetta et al, 2012]. Preoccupante è, anche, il trend involutivo delle capacità motorie aerobiche e anaerobiche health-related registrato nelle generazioni successive di bambini dei Paesi sviluppati [Tomkinson, 2007; Filippone et al, 2007].

La promozione dell’attività fisica nei bambini è, dunque, una priorità per la sanità pubblica e, per questo, dagli anni ’90 si sono evolute linee guida stilate da istituzioni scientifiche di area scientifica sportiva e sanitaria. Esse, sinteticamente, raccomandano che bambini e adolescenti svolgano attività fisica di intensità almeno moderata per 60 minuti o più, tutti i giorni e che una parte di queste, per 2-3 volte alla settimana, siano attività in grado di migliorare la forza e la resistenza muscolare, la flessibilità e la densità ossea [Smith & Biddle, 2008; WHO, 2010].

La scuola è stata riconosciuta come setting privilegiato per il raggiungimento di tali livelli raccomandati in quanto, dopo l’ambiente domestico, è il luogo dove tutti i bambini passano la maggior parte del tempo. Essa dovrebbe essere globalmente orientata a tale obiettivo privilegiando un approccio sistemico ed ecologico al problema, che consideri tutte le componenti della scuola promotrice di salute e attraverso modifiche all’ambiente di vita del bambino [WHO, 2007; Rink et al, 2010].

La presente Azione, rivolta alle scuole primarie, si propone di realizzare un programma scolastico ‘comprehensive’ per l’incremento del livello di attività fisica complessivo dei bambini, il

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miglioramento della loro efficienza fisica e la riduzione del sovrappeso. Esso comprenderà non solo l’educazione motoria, ma anche momenti attivi prima e dopo la scuola (es. piedibus), intervalli ricreativi quotidiani (playtime o recess), breaks attivi in classe; apprendimento di altri contenuti disciplinari attraverso il movimento, integrazione con la comunità in cui i bambini vivono, partecipazione dei genitori (compiti di educazione motoria a casa), diffusione delle linee-guida internazionali.

Particolare attenzione sarà riservata al ‘playtime’, cioè il tempo dedicato al gioco attivo nella scuola (es. ricreazione): esso non solo permette di integrare l’attività fisica quotidiana fino a raggiungere i livelli raccomandati [Ridgers et al, 2006], ma è risultato associato allo sviluppo di skills psicosociali, a una più facile gestione degli alunni al rientro in classe e a un migliore rendimento scolastico [Rink et al, 2010].

Una modalità operativa per aumentare il playtime consiste nell’allestimento di aree di gioco con la tecnica del ‘playground marking’: si tratta di dipingere la superficie di un’area dedicata come un cortile, un campetto ma anche spazi interni adeguatamente grandi, con delle forme colorate sulle quali i bambini vengono lasciati liberi di giocare. Nel playground possono essere riprodotte forme geometriche (quadrati, triangoli, cerchi, linee continue, ecc.), simboli (lettere, numeri, punteggiatura, ecc.), immagini (animali, piante, carte geografiche, strade, ecc.), orme (di mani, di piedi, di umani di animali) sui quali o intorno ai quali i bambini possono muoversi camminando, correndo, saltando.

Le attività possono essere ispirate a giochi definiti sui quali i piccoli vengono formati con istruzioni ben precise, ma dopo alcune settimane, essi possono liberamente inventare i ‘loro’ giochi sviluppando in questo modo la creatività motoria. A questo scopo possono essere utilizzati dei materiali (cards, quaderni, manuali) con schemi e regole di gioco per ogni tipologia di marcatura/disegno insieme a dei poster da tenere nella scuola che riproducono la planimetria del playground. Può essere anche lasciata un area libera dalla marcatura, in cui gli alunni possono riportare autonomamente dei disegni creati da loro, in modo da esaltare le abilità divergenti. Il marked playground può essere utilizzato durante la ricreazione, la pausa pranzo o pause pomeridiane e deve costituire una attività routinaria programmata nell’orario scolastico quotidiano.

OBIETTIVO

La presente Azione è finalizzata a migliorare la salute e la forma fisica di bambini in età scolare

aumentando i livelli di attività fisica svolta quotidianamente nel setting scolastico, attraverso i

seguenti obiettivi specifici:

1. Allestire e rendere routinaria l’utilizzazione dei marked playgrounds nelle scuole interessate

dall’intervento, massimizzando la fruizione da parte dei bambini durante l’orario scolastico ed

extrascolastico.

2. Organizzare e portare a regime quotidiano il trasporto attivo verso e dalla scuola (piedibus)

mediante la collaborazione con la polizia municipale e le famiglie.

3. Favorire l’inserimento del movimento e l’interruzione del comportamento sedentario nelle ore

curriculari attraverso l’inserimento di breaks attivi e attività per l’apprendimento di altre discipline

centrate sul movimento.

4. Incrementare i livelli di attività motoria extrascolastica mediante i ‘compiti motori’ a casa.

5. Promuovere lo stile di vita attivo presso gli adulti significativi attraverso la diffusione delle linee

guida per i livelli raccomandati di attività attività e sedentarietà in età evolutiva e adulta.

6. Fornire alla comunità (famiglie, municipalità, per es.) uno strumento facilmente riproducibile in

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spazi alternativi (es. cortile di casa, parchi gioco comunali) ottenendo una amplificazione

dell’effetto.

AZIONI

Azioni Preliminari

− Verranno selezionati tutors ‘senior’ (a livello centrale si occuperanno della progettazione

dei materiali, della definizione dei metodi e strumenti di valutazione) e tutors ‘junior’ (a

livello locale si occuperanno della formazione e dell’assistenza degli insegnanti-supervisori,

della raccolta dati per la valutazione raccordandosi con i tutors senior).

− Saranno arruolate le scuole ‘intervento’. Successivamente, avverrà la messa in opera nel

cortile / campetto mediante la pittura della superficie. Il marked playground sarà utilizzato

in presenza di un ‘supervisore’ responsabile che può coincidere con l’insegnante o con

personale indicato dalla scuola allo scopo. Sulla base di esempi del settore sarà prodotto e

distribuito agli insegnanti un manuale su “Sicurezza nel marked playground” e “Istruzioni

per l’uso del marked playground” [Hellison, 2003; Thompson et al, 2007];

− Saranno pianificate nel dettaglio e condivise con le singole scuole–intervento le seguenti

attività: percorsi piedibus; breaks attivi in classe; compiti motori a casa; educazione

sanitaria degli adulti significativi (insegnanti e altro personale scolastico; genitori).

− Saranno anche prodotti i materiali strumentali a tali attività come workbooks e linee guida

basate sulle raccomandazioni internazionali relative ad attività fisica, comportamenti

sedentari e alimentazione nei bambini di questa fascia di età.

Azioni sul campo

− Verranno rilevati i dati baseline relativi ai livelli di attività fisica giornalieri raggiunti dai

bambini e ai test motori;

− Saranno realizzate attività di educazione sanitaria e diffusione delle linee guida a favore di

genitori, docenti e altro personale della scuola;

− Sarà attivato il servizio di piedibus

− Sarà avviata e portata a regime l’utilizzazione del marked playground durante gli orari

stabiliti con tutoraggio ai supervisori da parte di personale del progetto (tutors locali);

− Saranno inseriti nello svolgimento delle lezioni in classe i breaks attivi da parte degli

insegnanti formati;

− Verranno rilevati i dati relativi al 1° follow-up (risultati a breve termine).

− Allo scadere della seconda annualità, le scuole proseguiranno autonomamente la fase

operativa, senza tutoraggio.

PROGETTO - Sana alimentazione per una scuola in salute” Le malattie cronico-degenerative hanno in comune alcuni fattori di rischio legati, in gran parte, a comportamenti individuali non salutari, modificabili ma fortemente condizionati dal contesto economico, sociale e ambientale in cui si vive e si lavora, come ad esempio i comportamenti alimentari scorretti. Le abitudini alimentari non corrette si instaurano spesso già durante l’infanzia o l’adolescenza e possono contribuire all’eccesso ponderale. L’obesità e il sovrappeso in età infantile sono fenomeni in costante aumento a livello mondiale ed hanno implicazioni dirette sulla salute del bambino e rappresentano un fattore di rischio per lo sviluppo di gravi patologie in età adulta.

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In Abruzzo dalla recente rilevazione Okkio alla Salute 2014 risulta che i bambini abruzzesi di 8-9 anni sono in sovrappeso per il 27,2%, obesi per il 9,2%, mentre i bambini severamente obesi sono il 2,2%. Dalla rilevazione si osserva la persistenza tra i bambini di abitudini alimentari scorrette: il 6,9% dei bambini salta la prima colazione e il 32% fa una colazione non adeguata (ossia sbilanciata in termini di carboidrati e proteine); il 66,8% fa una merenda di metà mattina non adeguata, mentre i genitori dichiarano che solo il 5,3% dei propri figli consumano le 5 porzioni frutta e/o verdura giornaliere raccomandate e il 37,6% dichiara che i propri figli consumano bevande zuccherate e/o gassate almeno una volta al giorno. Risulta dunque fondamentale agire nell’ambito delcontesto scolastico su bambini e adolescenti, per prevenire comportamenti alimentari scorretti che possano instaurarsi e persistere anche nell’età adulta, favorendo l’adozione di abitudini alimentari salutari. Nel precedente PRP 2010 – 2012 , proroghe 2013 e 2014 sono state progettate ed attuate interventi con insegnanti e alunni e genitori delle classi aderenti, predisposti menù per gli asili nido, scuola materna ed attuati incontri con gli operatori food delle mense scolastiche( progetto Comportamenti alimentari) . Non è stata attuata una raccolta sistematica delle attività eseguite, ma è emersa la criticità della scarsa partecipazione dei genitori. Lo sviluppo di azioni di promozione della sana alimentazione nel contesto scolastico s’inserisce nel macrobiettivo 2.1 del PNP 2014-2018 “Ridurre il carico prevenibile ed evitabile di morbosità, mortalità e disabilità delle malattie non trasmissibili” attraverso gli obiettivi centrali: -Promuovere il potenziamento dei fattori di protezione (life skill, empowerment) e l’adozione di comportamenti sani (alimentazione, attività fisica, fumo e alcol) nella popolazione giovanile (1.3) -Aumentare il consumo di frutta e verdura (1.7) OBIETTIVI Obiettivo specifico del progetto è aumentare la proporzione di istituti scolastici con alunni che hanno sviluppato comportamenti alimentari sani (frutta e verdura) verificabile tramite questionario sulle abitudini alimentari e report sorveglianze. AZIONI Le azioni del progetto “sana alimentazione per una scuola in salute” sono:

1. Promuovere la life skill e l’empowerment attraverso interventi multidisciplinari rivolti a insegnanti, alunni e famiglie (incontri, formazione, materiale didattico).

2. Promuovere comportamenti alimentari sani (incentivare colazione sana, merenda adeguata, consumo di frutta e verdura, ridurre il consumo di sale eccessivo ed il consumo di bevande zuccherate) tramite interventi nelle classi, nel contesto familiare e ambientale (incontri, formazione, materiale didattico, attività pratiche -laboratori di cucina, percorsi di spesa salutare, integrazione culturale alimentare, orti didattici- aumento dell’accessibilità al consumo di frutta e verdura)

3. Riduzione del consumo di sale e promozione dell’utilizzo di sale iodato nella ristorazione collettiva 4. Adozione di linee guida regionali per la ristorazione scolastica e per la distribuzione automatica di

alimenti e bevande nelle scuole, al fine di promuovere e rafforzare gli obiettivi 1, 2, 3.

Attività SCUOLA SECONDARIA DI I GRADO

OBIETTIVI PNP 2014-2018: 3.1.1 Rafforzare le capacità di resilienza e promozione dei processi di empowerment personali e sociali 4.1.1. Aumentare la percezione del rischio e l’empowerment degli individui 1.3.1. promuovere il potenziamento dei fattori di protezione (life skills, empowerment) e l’adozione di

comportamenti sani (alimentazione, attività fisica, fumo e alcool) nella popolazione giovanile e adulta

8.12 Sensibilizzare la popolazione, soprattutto i giovani e i giovanissimi e i professionisti coinvolti, sui rischi legati all’eccessiva esposizione a radiazioni UV. 1.3.1. promuovere il potenziamento dei fattori di protezione (life skills, empowerment) e l’adozione di

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comportamenti sani (alimentazione, attività fisica, fumo e alcool) nella popolazione giovanile e adulta

PROGETTO UNPLUGGED Il programma “Unplugged” è un programma scolastico standardizzato, attuato in diversi paesi europei, basato su un approccio di influenza sociale comprensivo (comprehensive social influence approach), mirato alla prevenzione dell’uso di tabacco, alcol e sostanze stupefacenti. Questo intervento è realizzato dall’insegnante, dopo una formazione di 20 ore ed è costituito da 12 unità di un’ora. La continuità dell’intervento su tutto l’anno scolastico e la realizzazione dello stesso attraverso gli insegnanti dei ragazzi produce nei 3 mesi successivi una riduzione nel consumo di tabacco, alcol e sostanze, effetto che con maggior evidenza statistica si mantiene a 12 mesi per alcol e cannabis. Oltre la dimostrata efficacia nel ritardo dell’iniziazione si ottengono importanti risultati nella Formazione del gruppo classe, nella relazione positiva tra allievi ed insegnante, nella riduzione della conflittualità, nella maggiore autoconsapevolezza e autostima e nel rendimento scolastico. I contenuti del programma sono rivolti a tutti gli alunni delle classi target. Si tratta di un intervento di prevenzione universale, pertanto un’attività rivolta alla popolazione e non individuale. Inoltre è un’attività di prevenzione che viene svolta all’interno delle ore curriculari e dai propri insegnanti, che sono già ampiamente a conoscenza, trattandosi di alunni della seconda classe della Scuola Secondaria di 1° grado, di eventuali diseguaglianze legate a particolari situazioni familiari o ad assenze da scuole ripetute. Inoltre l’intervento è realizzato per promuovere il potenziamento dei fattori di protezione (life skills, empowerment) pertanto nello svolgimento dell’intervento stesso sono presenti quelle condizioni che permettono l’affronto e il superamento di eventuali diseguaglianze. Infine la valutazione di efficacia , effettuata con un progetto multicentrico europeo - The European Drug Addiction Prevention (EU-Dap) – ha dimostrato benefici maggiori sui ragazzi delle scuole più svantaggiate.

AZIONI

Corso di formazione di 20 ore per gli Insegnanti mai formati degli Istituti Comprensivi che aderiranno

Svolgimento del progetto nelle classi di 2° media all’interno delle ore curriculari

Sessione di lavoro fra i formatori ASL e gli insegnanti che partecipano al progetto come supervisione dell’andamento delle attività svolte negli Istituti Comprensivi monitoraggio dell’intervento e valutazione di processo

OBIETTIVI Aumentare gli alunni che hanno sviluppato fattori di protezione (life skills, empowerment) e l’adozione di comportamenti sani (fumo e alcol).

– Favorire e consolidare il rafforzamento delle competenze interpersonali – Sviluppare e potenziare le abilità intrapersonali – Modificare le errate convinzioni sulla diffusione e accettazione sociale dell’uso di sostanze – Aumentare le conoscenze sui rischi connessi all’uso di sostanze e sviluppare un atteggiamento non

favorevole alle sostanze –

3.2.1. Identificare tempestivamente i soggetti con problemi emozionali e/o comportamentali e di disagio sociale PROGETTO - ADOLESCENZA: WELL-BEING IS WEEL-DOING Gli interventi saranno imperniati sull’insegnamento della capacità di definire obiettivi realistici e stimolanti, di affrontare e risolvere problemi, di comunicare in modo più efficace e assertivo, di sviluppare l’autodisciplina, di migliorare le abilità di negoziazione e di cooperazione, di migliorare la capacità di controllo degli impulsi e di promuovere quella di tenere maggior conto delle reazioni emotive degli altri. Si tratta in gran parte delle componenti della cosiddetta Intelligenza Emotiva, ossia “la capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e

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rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d’animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare”(Goleman, 1995). In particolare egli individua cinque ambiti e le relative applicazioni (Goleman, 2002):

La conoscenza delle proprie emozioni – Consapevolezza di sé: l’autoconsapevolezza o consapevolezza di sé, intesa come la capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui esso si presenta. Comporta la conoscenza dei propri stati interiori: preferenze, risorse e intuizioni.

Il controllo delle emozioni – Padronanza di sé: la capacità di controllare i sentimenti in modo che essi siano appropriati, o padronanza di sé, che si fonda sull’autoconsapevolezza. Comporta la capacità di controllare i propri stati interiori, i propri impulsi, le proprie risorse.

La motivazione di se stessi – Motivazione: la capacità di dominare le emozioni per raggiungere un obiettivo ovvero la capacità di ritardare la gratificazione e di controllare gli impulsi. Comporta tendenze emotive che guidano o facilitano il raggiungimento di obiettivi.

Riconoscimento delle emozioni altrui – Empatia: la capacità di cogliere i sottili segnali sociali che indicano bisogni o desideri altrui. Comporta la consapevolezza dei sentimenti, delle esigenze e degli interessi altrui.

Gestione delle relazioni – Abilità sociali: abilità nelle relazioni interpersonali. Comportano abilità nell’indurre risposte desiderabili negli altri.

Il progetto “Adolescenza: well-being is well-doing” prevede:

INTERVENTI PER I RAGAZZI All’interno della scuola saranno effettuati degli incontri rivolti agli studenti, al fine di valorizzare le capacità personali dei giovani, in termini di autostima, autoefficacia, resilienza. Gli interventi si svolgeranno sia all’interno delle classi che all’interno di altri spazi scolastici, al fine di accrescere il senso di appartenenza e il rispetto degli studenti per l’ambiente scolastico. Inoltre l’obiettivo è rendere i ragazzi i protagonisti principali del progetto, guidandoli nella realizzazione di attività concrete (mostre, cortometraggi, video musicali, ecc.) attinenti al tema del progetto.

INTERVENTI PER GLI INSEGNANTI Si proporranno agli insegnanti dei programmi di educazione razionale-emotiva (ERE) da effettuare con gli alunni, al fine di creare situazioni di apprendimento in cui i ragazzi acquisiscano consapevolezza dei propri stati emotivi e dei meccanismi cognitivi che li influenzano per poi utilizzare queste conoscenze nella vita di ogni giorno.

CONSULENZA, DIAGNOSI E PRESA IN CARICO PRECOCE Il servizio di Neuropsichiatria Infantile dedicato all’adolescenza, lavorando all’interno della scuola attraverso figure professionali formate per la diagnosi precoce dei disturbi adolescenziali, provvederà, attraverso attività di consulenza ad una diagnosi ed ad una presa in carico precoce degli adolescenti che, sono spesso costretti ad itinerare invano insieme alle loro famiglie in cerca di una comprensione del loro disagio psichico.

INTERVENTI DI FORMAZIONE/INFORMAZIONE PER GENITORI E INSEGNANTI Si effettueranno incontri dedicati a genitori ed insegnanti sull’adolescenza, per accrescere la cultura di questa complessa fase evolutiva e fornire strategie educative per valorizzare i giovani e comprendere meglio le loro difficoltà.

PROGETTO - Esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza. Comunicazione sul corretto uso della telefonia cellulare.

Il progetto di ‘educazione ambientale: esposizione a campi elettromagnetici a radiofrequenza’ si inserisce nell’ambito della riduzione delle esposizioni ambientali potenzialmente dannose per la salute. L’obiettivo di salute è quindi 1)costituito dalla consapevolezza del rischio e dalla riduzione dell’esposizione della popolazione, soprattutto dei giovani e dei giovanissimi, alle radiazioni non ionizzanti a radiofrequenza utilizzate nel campo delle comunicazioni elettroniche e in particolare quelle emesse dai telefoni cellulari; 2) altro obiettivo di salute è anche il corretto uso dei telefoni cellulari inteso come prevenzione “del disagio da dipendenza da cellulare” e dell’isolamento dei giovani.

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OBIETTIVI 1. Riduzione dell’esposizione della popolazione con particolare attenzione al target di età pediatrica (soprattutto

giovani e giovanissimi) alle radiazioni non ionizzanti utilizzate nel campo delle comunicazioni elettroniche e, in particolare, quelle emesse dai telefoni cellulari.

AZIONI

Attività 1: Progettazione, produzione e somministrazione di questionari e Attività 2: Progettazione, produzione e diffusione materiale divulgativo anche attraverso una campagna di comunicazione via web e con il coinvolgimento dei Laboratori Territoriali Provinciali - Nodi Educazione Ambientale Abruzzo.

AZIONE 2: Progettazione e realizzazione dei corsi di formazione per le famiglie

8.12 Sensibilizzare la popolazione, soprattutto i giovani e i giovanissimi e i professionisti coinvolti, sui rischi legati all’eccessiva esposizione a radiazioni UV. Le radiazioni Ultraviolette, provenienti dal sole o irradiate da apparecchiature artificiali, sono considerate, da parte della Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) affiliata alla Organizzazione Mondiale della Sanità, come la principale causa di tumori cutanei e di cataratta nell’ uomo. I tumori indotti da tali radiazioni possono essere melanoma od epiteliomi (NMSC). Il melanoma rappresenta il tumore maligno che insorge a partire dai melanociti. Fra i fattori di rischio si annoverano : fototipo I-II (Occhi chiari, pelle chiara capelli biondi o rossicci), numero totale di nevi, eritemi solari intensi in età preadolescenziale, fattori genetici, anamnesi familiare per melanoma, anamnesi personale melanoma. Esistono dati molto robusti che dimostrano come l’esposizione a radiazioni ultraviolette e gli eritemi solari soprattutto in età preadolescenziale ed adolescenziale possano aumentare il rischio di sviluppare melanoma. Inoltre recenti metanalisi hanno dimostrato come l’effettuare esposizioni a radiazioni per motivi ricreazionali (lampade abbronzanti) aumenta del 75% se si inizia ad utilizzare tali lampade prima dei 30 anni. (IARC Monographs 100D. Radiation a review of Human carginogens ). Gli epiteliomi sono tumori cutanei che insorgono a partire dai cheratinociti. Di tale gruppo di tumori fanno parte il carcinoma spinocellulare e il carcinoma basocellulare. Questi due tumori rappresentano circa il 95 % della totalità dei tumori cutanei. Nonostante presentino una bassa mortalità (tranne che per alcuni sottotipi istologici e per alcune localizzazioni ) questi tumori sono gravati da una discreta morbilità. L’esposizione solare sia continua (fotoinvecchiamento, sviluppo di cheratosi attiniche) che intermittente (scottature ripetute nel tempo) aumenta il rischio di sviluppare carcinoma squamocellulare. (IARC Monographs 100D. Radiation a review of Human carginogens ). Aver subito eritemi solari intensi aumenta il rischio di sviluppare un carcinoma squamocellulare dal 40 fino al 400% a seconda degli studi presi in considerazione nell’ ultimo decennio. (IARC Monographs 100D. Radiation a review of Human carginogens). Il rischio aumenta nei soggetti giovani se effettuano sessioni ricreazionali di esposizione a radiazioni ultraviolette artificiali prima dei 20 anni. Dati sull’ incidenza e prevalenza dei tumori cutanei nella regione Abruzzo sono derivati da stime desunte da registri tumori provinciali (AIRTUM 2014) e da studi epidemiologici (Amerio P. et al Int J Dermatol 2009). Lo studio epidemiologico di Amerio P et al ha permesso di stabilire che i casi incidenti di melanoma nella regione Abruzzo nel quadriennio 2002-2005 sono variati da 114 a 152 casi. I dati dimostrano come il tasso di incidenza in Abruzzo si possa avvicinare a 14.1 per 100,000 persone /anno. Uno studio del 2013 inoltre stimava, attraverso un analisi statistica utilizzando i valori di mortalità (Foschi R et al Tumori 2013; 99: 366-373) che l’incidenza del melanoma in Abruzzo e Molise fosse per il 2015 di 17/100000 ab nell’uomo e di 10 /100000 ab nella donna. Dati riguardo i tumori cutanei non melanomi non sono invece disponibili per la regione Abruzzo. Obiettivi specifici Aumentare la consapevolezza nella popolazione adolescenziale e preadolescenziale dei danni indotti dall’ esposizione ricreazionale (naturale ed artificiale) alle radiazioni ultraviolette con il supporto degli insegnanti della scuola secondaria di primo grado e dei genitori rappresentanti di classe. Azione : Coinvolgere gli educatori (insegnanti e genitori) delle scuole secondarie di primo grado coinvolte nella attuazione di progetti che aumentino la consapevolezza degli effetti delle radiazioni UV sulla cute. Descrizione: Si intende effettuare degli incontri di informazione e formazione con gli insegnanti delle scuole secondarie di primo grado e dei genitori rappresentanti di classe aderenti al progetto e fornire supporto metodologico e scientifico per l’attuazione di progetti scolastici volti ad aumentare la consapevolezza nei giovani e giovanissimi delle scuole aderenti. Attività Principali 1. Individuazione delle strutture scolastiche oggetto del progetto 2. Sensibilizzazione e informazione sulla relazione fra UV e tumori cutanei agli insegnanti della scuola secondaria di primo grado e ai genitori rappresentanti di classe attraverso incontri formativi-informativi 3. Supporto e monitoraggio dell’ attuazione di progetti scolastici con tema i danni delle radiazioni ultraviolette

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PROGETTO: E-TWINNING, UN AMICO SUL WEB Anno scolastico: 2014/2015

Partner del progetto:

Italia: Istituto Comprensivo Silvi “G. Pascoli”-Scuola Secondaria di primo Grado

Germania: Gymnasium der Stadt Kerpen-Europaschule

Gemellaggio Classi: 1^ D con la 7^ classe

P

DESCRIZIONE DEL PROGETTO

E-Twinning è il gemellaggio elettronico tra scuole europee, un nuovo strumento per creare partenariati pedagogici innovativi grazie all’applicazione delle Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione. In un ambiente di apprendimento virtuale, gli studenti imparano a conoscersi, condividere informazioni ed esperienze, apprendendo nel contempo il tedesco e altre lingue straniere, oltre che migliorandole proprie competenze nelle TIC. Il progetto prevede l’incontro finale fra le classi con uno scambio Italia –Germania, una volta come sede accogliente una volta come visitatori

DATI E REQUISITI DI BASE

Date le sollecitazioni della Direzione Generale per gli Affari Internazionali, le richieste di alunni e genitori, le richieste delle scuole superiori e del mondo del lavoro si ritiene che questo progetto possa incontrare le esigenze di una scuola al passo con i tempi ed aperta a una realtà interculturale quanto mai attuale

OBIETTIVI SPECIFICI DEL PROGETTO e risultati osservabili perseguiti

OBIETTIVI EDUCATIVI

Offrire occasioni di socializzazione

Promuovere il dialogo costruttivo e la convivenza tra soggetti appartenenti a

culture diverse

Promuovere nuove esperienze sul piano affettivo-emozionale

Interagire con gli altri e porsi in relazione con l’altro da sé

Prendere coscienza delle proprie risorse

Coesistere, condividere, essere corresponsabili

Favorire la relazione con docenti diversi e con ruoli distinti

Verificare il grado di acquisizione degli obiettivi comportamentali anche in

contesti diversi da quello scolastico

Fornire strumenti per stimolare una lettura critica della realtà sui temi della diversità, dell'accoglienza, della condivisione e degli stili di vita.

Imparare a confrontare le proprie idee con quelle degli altri per decidere insieme

OBIETTIVI COGNITIVI

Offrire occasioni e attività capaci di promuovere e favorire l’apprendimento

e la pratica della lingua italiana e tedesca nonché di ogni altra forma

espressiva;

Sviluppare la capacità di osservare situazioni, fatti e fenomeni;

Abituare gli alunni ai diversi linguaggi e le tecniche multimediali; utilizzandole in forma corretta e creativa.

ATTIVITÀ SVOLTE

La corrispondenza elettronica tra le classi citate ha preceduto e preparato il successivo incontro svoltosi dall’8/05/2015 all’11/05/2015 . Gli alunni tedeschi sono stati accolti dalle famiglie ospitanti della classe 2’D al loro arrivo all’aeroporto di Pescara e alloggiati presso le stesse dopo un rinfresco organizzato nel nostro istituto dai genitori. La mattina gli allievi hanno seguito insieme le lezioni a scuola per poi dirigersi di volta in volta verso mete diverse quali la Torre del Cerrano, il Museo “Casa Natale di Gabriele D’Annunzio”, corso Manthoné e la città di Pescara (Ponte del Mare, Porto turistico), la città di Atri con percorso guidato. L’ultimo giorno gli ospiti sono stati riaccompagnati all’aeroporto per il viaggio di ritorno.

STRUMENTI E RISORSE

libri di testo e opere di consultazione

testi didattici di supporto

stampa specialistica

schede predisposte dai docenti • sussidi audio-visivi • materiale iconografico di vario genere • ascolto di brani in lingue

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• computers • materiale multimediale • visite guidate

Docenti e personale degli Istituti coinvolti

METODOLOGIA

apprendimento per scoperta guidato

brain-storming

dialogo educativo

dialogo partecipato

dibattiti/conversazioni guidate con domande stimolo

discussioni

lavori di gruppo

lezione frontale

lezione interattiva

ricerca azione

tutoring

pair-work.

METODOLOGIE DI CONTROLLO DEL PROGETTO

Prove di verifica in ingresso, in itinere ed in uscita

Questionari di valutazione e di gradimento

Questionari di autovalutazione.

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EDUCAZIONE AMBIENTALE

ANALISI DELLA SITUAZIONE (breve motivazione del progetto)

Il nostro Istituto si trova a Silvi, un comune lungo la costa teramana in Abruzzo, in cui la vita della comunità è da sempre scandita dalla presenza del mare. L’attività umana prevalente è quella del turismo balneare e il problema ambientale soprattutto legato alle alterazioni dell’ambiente marino è particolarmente sentito e presente. Il progetto nasce dalla convinzione che si possano realizzare e facilitare esperienze che aiutino i ragazzi a conoscere il territorio come spazio di vita non solo sociale ma anche naturalee dalla consapevolezza che l’ambiente in generale e in particolare quello marino della realtà locale non può essere considerato uno spazio illimitato e che le risorse del pianeta non sono infinite, anche alla luce dell’accelerazione intensa dei mutamenti economici, culturali e ambientali della nostra epoca e dei limiti dello sviluppo di fronte alle quali si rendono necessarie una serie di risposte tra cui anche quelle di tipo educativo. L’informazione sugli effetti che ogni nostra azione produce sull’ambiente è fondamentale per creare una coscienza ambientalista che non significa essere contro lo sviluppo economico o il progresso scientifico, significa essere per uno sviluppo sostenibile e accessibile e diventare cittadini consapevoli e responsabili nei confronti di sé, dell’ambiente e della comunità intesa non solo come società di appartenenza, ma anche come pianeta dal delicato equilibrio tra uomo, natura e risorse. L’investimento di energie sull’educazione ambientale e lo sviluppo sostenibile è allora una delle possibili vie che si possono intraprendere per consolidare la conoscenza della propria realtà locale, ma anche per comprendere la complessità del reale e prendere coscienza della necessità di modificare la relazione uomo-natura, passando ad una visione che vede il futuro dell’uomo come parte inseparabile del futuro della natura. In questa visione l’educazione ambientale e lo sviluppo sostenibile diventano validi selettori di temi di studio e organizzatori del lavoro intorno a problemi che suscitano anche la motivazione dei ragazzi, oltre che invitare al pensiero complesso offrendo concetti, modelli di spiegazione, strumenti di lavoro.

DESTINATARI Gli alunni di tutte le classi dell’Istituto (Scuola dell’Infanzia, Scuola Primaria e Sc. sec. di I grado)

DURATA Intero anno scolastico.

MODALITA’ ORGANIZZATIVA

Attività e progetti curricolari ed eventualmente extracurricolari che mirano alla sensibilizzazione verso le problematiche dell’ambiente in generale e del territorio in particolare attraverso proposte concrete di rispetto e salvaguardia dell'ambiente, anche in collaborazione con enti esterni come il Comune e la Provincia, la Regione, il Ministero dell’Ambiente, il Corpo forestale dello Stato, Ente parco, la Protezione civile e associazioni ambientaliste in genere.

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FINALITA’ Contribuire alla costruzione di una comunità informata, interessata ed attiva alle tematiche della sostenibilità ambientale.

Promuovere atteggiamenti e comportamenti consapevoli e responsabili verso l’ambiente che ci circonda.

Sviluppare atteggiamenti, comportamenti, valori, conoscenze e abilità indispensabili per vivere in un mondointerdipendente e per comprendere la natura sistemica del mondo

Riconoscere criticamente la diversità nelle forme in cui si manifesta come un valore e una risorsa da proteggere (biodiversità, diversità culturale …)

Divenire consapevoli che le scelte e le azioni individuali e collettive comportanoconseguenze sul presente e sul futuro ed educare a comportamenti sostenibili.

Favorire lo sviluppo di qualità personali quali o l’autonomia (consapevolezza da parte degli studenti delle valenze

del progetto in cui sono impegnati, la loro capacità di influire su di esso con nuove proposte, di portarlo avanti con compiti liberamente assunti mettendo in relazione conoscenze, abilità e sensibilità per proporre soluzioni a problemi ambientali)

o il senso di responsabilità / spirito di iniziativa (capacità di elaborare progetti, di porsi e risolvere problemi, di affrontare l’imprevisto, di proporre e coordinare iniziative anche per partecipare a progetti di sviluppo locale del territorio)

o la collaborazione/solidarietà (l’ascolto, il rispetto dei diversi punti di vista, la valorizzazione delle differenze, la capacità di lavorare in gruppo, il valore della cooperazione nella prevenzione e soluzione dei problemi ambientali)

Mettere in sinergia le agenzie educative e formative del territorio in un percorso di convergenza verso la Scuola

Consolidare il senso di appartenenza alla propria comunità territoriale intesa come spazio naturale e sociale.

Favorire la relazione con docenti diversi e con ruoli distinti

OBIETTIVI Conoscere e valutare l’ impronta ecologica di una popolazione

Conoscere e rispettare il territorio, valorizzandone il paesaggio, i beni ambientali (parchi e riserve), artistici e architettonici

Saper rispettare l’ambiente domestico, scolastico, urbano e naturale

Conoscere e praticare il risparmio energetico e la raccolta differenziata dei rifiuti

Sensibilizzare al recupero ed utilizzo dei materiali naturali riciclati finalizzato alla produzione artigianale o artistica

Conoscere e valutare comportamenti finalizzati allo sviluppo sostenibile

Acquisire nuovi strumenti di orientamento nel mondo contemporaneo

Consolidare le abilità di ascolto

Consolidare le abilità di autocontrollo e il senso di responsabilità

Consolidare l’autonomia e le capacità organizzative

Sviluppare le capacità di collaborazione, di comunicazione, di dialogo e partecipazione

Consolidare le capacità espressive, comunicative, logico-operative e di

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osservazione

Saper rielaborare le indicazioni fornite nell’ottica della realizzazione di un prodotto finale.

CONTENUTI I contenuti dell’Educazione Ambientale non si riducono a semplice studio dell’ambiente naturale, ma vengono presentati come azione che promuove cambiamenti negli atteggiamenti e nei comportamenti sia a livello individuale che collettivo. Inoltre considerata la natura dialettica della relazione tra le diverse discipline e l’educazione ambientale sarà cura dei docenti fornire gli strumenti metodologici e concettuali utili per la comprensione del tema-problema, così da stimolare un confronto anche tra docenti che possa aiutare i ragazzi a ricomporre i saperi e a vivere l’apprendimento scolastico come strumento per capire la realtà locale e globale. L’educazione ambientale è una disciplina trasversale che impegna tutti i docenti di ogni ordine e grado scolastico dell’Istituto con particolare riferimento alle discipline di geografia, storia, scienze e tecnologia ed è finalizzata alla formazione del buon cittadino per cui gli insegnanti affronteranno in classe le tematiche ambientali a partire dalla conoscenza del proprio territorio per passare gradualmente ad aspetti via via più specifici come di seguito indicato: ambienti naturali e antropizzati, parchi e riserve naturali nazionali e regionali, enti e associazioni ambientalistiche, alterazioni dell’ambiente, i materiali naturali e derivati, gli antichi mestieri, lo smaltimento dei rifiuti solidi (urbani, speciali, tossico-nocivi), liquidi (civili e industriali), gassosi, la raccolta differenziata, cibo e alimentazione, sostanze nocive in agricoltura, biotecnologie e O.G.M., principi dell’energia, trasformazioni energetiche e applicazioni tecnologiche, fonti di energia, strategie di politica ambientale, cambiamenti tecnologici e scientifici nella storia, alcuni elementi di economia e legislazione ambientale (normative CEE ed etichettatura, Protocollo di Kyoto, Agenda 21, impronta ecologica).

METODOLOGIA Concetti e conoscenze non sono nozioni fine a se stessi e la scelta dei metodi e degli strumenti vuole promuovere processi intenzionali di cambiamento

attraverso l’azione per cui gli interventi didattici saranno improntati a coniugare la dimensione socio affettiva con la dimensione cognitiva dell’esperienza formativa allo scopo di fornire opportunità di conoscenza, ma anche di soddisfazione motivazionale. Inoltre si favorirà l’utilizzo del territorio come laboratorio per una didattica attiva che vede nell’ambiente circostante una fonte di informazione e uno stimolo a superare la passività e in cui trovare stimoli per la ricerca, la riflessione, la sperimentazione, la soluzione di problemi. Le attività terranno conto dell’importanza di interagire con lo studente per sollecitarlo concretamente ad esprimersi, a documentarsi, a prendere posizione e ad agire per l’ambientenell’ottica di una didattica di ricerca-azione. Le attività saranno caratterizzate da alternanza di momenti informativi a fasi di applicazione operativa, ricerca-azione, lavoro di gruppo, tutoraggio, peereducation, incarichi di responsabilità, rinforzo positivo, conversazioni guidate, cooperative learning, roleplaying, learning by doing, brain storming e problemsolving, domande-stimolo di pre-ascolto, lettura e rielaborazione guidata di materiali di diversa forma, proiezioni di film e documentari, eventuali rinforzi con supporti multimediali, audiovisivi e informatici.

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Per gli alunni della Scuola primaria e dell’Infanzia ci si avvale ovviamente di metodi che seguono le modalità del pensiero infantile privilegiando la capacità di apprendere per imitazione di modelli e situazioni proposte in modalità ludica e privilegiando il canale espressivo e comunicativo dell’oralità e della manualità.

STRUMENTI E SUSSIDI

Materiale di facile consumo e di recupero, film e documentari, videotutorial, lim, computer, videoproiettore, registratore, lettori audio, riviste, fumetti, giornali, schede strutturate, materiale iconografico, schede strutturate di esemplificazione, schede informative in ingresso e schede di monitoraggio in uscita. Gli strumenti educativi utilizzabili sono vari e diversificati, e cercano di attivare modalità di lavoro dinamiche, operative, che non escludano lezioni frontali o momenti di studio e riflessioni individuale, ma non li considerano gli unici modi possibili per attuare i percorsi per cui si ci si avvale di rilevazione delle rappresentazioni mentali dei ragazzi per mezzo di brainstorming o questionari in ingresso per un avvio interattivo e per far nascere la motivazione e il coinvolgimento, di ricerca sul campo per entrare nell’ambiente e percepirlo, esplorarlo, raccogliere dati, modificarlo, di problematizzazioni per formulare ipotesi e trovare soluzioni, di discussioni guidate, di giochi di ruolo e di

simulazione, di attività artistico-espressive. SPAZI Aule, aula magna, palestra, aule attrezzate (aula di musica, aula di scienze,

aula LIM), aula di informatica. Aree esterne delle scuola: area verde, atrio, campetto. Territorio locale (parchi e riserve) per uscite.

ATTIVITA’ Con riferimento alle finalità, agli obiettivi, alla metodologia, agli strumenti, ai contenuti sopradescritti, nel corrente anno scolastico sono stati attivati i seguenti progetti specifici, laboratori, percorsi.

SCUOLA MEDIA Attività in collaborazione con

MARINE MARILISCO,

TRENO VERDE LEGAMBIENTE,

ASSOCIAZIONE FRATELLO MARE,

ASSOCIAZIONI LE GUIDE DEL CERRANO

SCUOLA PRIMARIA Progetto LE GUIDE DEL CERRANO su flora e fauna nel Parco del Cerrano a cura di LEGAMBIENTE. Classi: tutti gli alunni del plesso di Silvi Alta.

TUTTE LE CLASSI DELL’ISTITUTO Progetto FESTA DELL’ALBERO a cura di LEGAMBIENTE e TERRE DEL CERRANO sulla sostenibilità ambientale e riqualificazione delle aree verdi della scuola attrAverso piantumazione. Classi coivolte: tutte.

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VALUTAZIONE Le modalità di verifica e valutazione dei risultati in orario curricolare vengono identificate in relazione a efficacia degli interventi, performance degli alunni, osservazione dei processi di integrazione, socializzazione ed apprendimento, confronto tra docenti, risultanze di prove oggettive, qualità dell’eventuale prodotto finale. L'insieme di queste verifiche consente non solo di valutare il raggiungimento degli obiettivi progettuali ma anche gli interventi di miglioramento necessari.

RISORSE Docenti. Coordinatori di Classe e di Interclasse. Eventuali esperti esterni e di settore. Agenzie formative, enti e associazioni.

RISULTATI ATTESI Elaborati scritti e/o grafici su supporto cartaceo o informatico (video, cartelloni, lapbook, murales, articoli), interviste filmate , questionari e tabulazione dati con interpretazione, reportage e video anche in forma di spot, diorama. Eventuale partecipazione a concorsi.

METODO DI DIFFUSIONE DEI RISULTATI

Oltre alle relazioni dei Consigli di Classe è possibile realizzare:

riprese degli incontri

cartelloni testimonianti l’esperienza svolta

partecipazione ad eventi pubblici

presentazione sul sito web della scuola

pubblicazione articoli

MODALITA’ DI MONITORAGGIO

Il monitoraggio sarà effettuato attraverso test e schede secondo indicatori psico-affettivi della socializzazione, partecipazione e maturità affettiva degli alunni e indicatori delle abilità acquisite.

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Progetto “La robotica e il Coding come applicazione e sviluppo del problem

solving in ambito scientifico”

Il progetto si prefigge lo scopo di introdurre una didattica innovativa della cultura scientifica e tecnologica: ha la peculiarità di poter essere elaborato e realizzato anche in rete in quanto la condivisione e la collaborazione anche con altre scuole in rete sia la strada corretta per creare occasioni di riflessione e di incoraggiamento nella sperimentazione di nuove pratiche didattiche. Saranno previsti incontri tra i docenti ma anche scambi di esperienze tra studenti che durante l’anno scolastico potranno incontrarsi confrontandosi sugli argomenti che maggiormente hanno attirato il loro interesse. L’impiego della robotica educativa nella scuola può essere di grande aiuto perché favorisce la realizzazione di ambienti di apprendimento in grado di coniugare scienza e tecnologia, teoria e laboratorio, studio individuale e studio cooperativo. Si può affermare – sulla base delle esperienze già realizzate e indipendentemente dall’ordine di scuola – che si impiegano le tecnologie dell’automazione con l’uso di macchine programmabili e la realizzazione di sensori miniaturizzati laddove si propone agli alunni un approccio fortemente costruttivista al sapere, in un contesto di laboratorio realizzato attorno a dispositivi con cui gli alunni possono “imparare operando”, attraverso l’interazione sul piano fisico e materiale (oggetti manipolabili), sul piano tecnologico (componenti attivi, ingranaggi motori, sensori), e sul piano informatico (programmazione). L’uso didattico di queste tecnologie può offrire ai nostri studenti la possibilità di investigare e conoscere concetti che sono troppo astratti o difficili da comprendere. In particolare il carattere multidisciplinare della robotica avvicina i giovani all’informatica, alla meccanica, ai circuiti elettrici, alla fisica, all’etica delle tecnologie applicate e alle nuove frontiere della medicina e della biochimica che vengono aperte con l’applicazione delle emergenti nanotecnologie.

L’idea di introdurre la conoscenza della robotica nella scuola primaria, non è nuova ma si basa su di alcune osservazioni che sono emerse nell’esame attento del comportamento dei bambini. Quante volte ci sarà capitato di vedere nello zainetto dei nostri figli i famosi robot; non importa se con sembianze umane, o “transformer” od ancora con immaginari personaggi: l’idea di base è che i bambini associano inconsciamente l’idea del robot a quella di un umanoide con una propria identità. Quindi i bambini giocano, e quindi imparano. Nulla di nuovo è stato detto o scritto, ma il gioco è lo strumento di base per l’apprendimento. L’aspetto educativo di questo progetto è che lo studente si trovi al centro di una serie di stimoli esterni, di cui l’insegnante ne è il collante, e non solo in quanto essendo un lavoro di attività di gruppo e non individuale l’aspetto educativo diventa di primaria importanza al di là della realizzazione stessa del robot. E’ evidente come questa attività sia piena di “problem solving” in quanto è richiesta da parte del gruppo di lavoro una capacità di concentrazione e di pensiero che si concretizza nel risultato finale della realizzazione del manufatto. E’ fondamentale ricordare che per costruire un robot il ragazzo, e quindi il gruppo, deve impegnare i seguenti processi: attività manuali, intellettive e sociali. In ultima analisi il robot diventa lo strumento per la realizzazione concreta delle fantasie dei giovani costruttori, e non c’è cosa migliore che apprendere giocando. Riportiamo la direttiva del Ministero a riguardo “…realizzare percorsi in forma di laboratorio, per favorire l'operatività e allo stesso tempo il dialogo e la riflessione su quello che si fa. Il laboratorio e una modalità di lavoro che incoraggia la sperimentazione e la progettualità, coinvolge gli alunni nel pensare-realizzare-valutare attività vissute in modo condiviso e partecipato con altri.” E’ ovviamente difficile dirimere un’unica linea guida di sviluppo del progetto in quanto le scuole, e soprattutto i ragazzi si presentano con una serie di variabili indipendenti tali da non permettere una generalizzazione del problema, quindi cercheremo di tracciare un sequenza di lavoro, non rigida, ma flessibile in modo che possa essere svolta in funzione delle diverse realtà a cui verranno applicate.

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In generale si può asserire che le discipline the interagiscono appartengono a due aree ben definite: - Umanistica, interdisciplinare tra le aree: linguistiche-espressive- artistiche La base di questa attività può essere spiegata in modo semplice:

I ragazzi discutono insieme il progetto

Illustrano i contenuti ai componenti di altri gruppi di lavoro.

Si documentano sul tema scelto

Scrivono la relazione del progetto Scientifiche, interdisciplinare tra le aree: matematiche-tecnologiche-scientifiche. Anche per quest’area tematica possiamo evidenziare:

Tecnica per evidenziare le semplici parti costituenti il prodotto

Competenze logiche per assemblare anche semplici scatole di montaggio.

Matematiche per rilevare dimensioni, tempi o pesi.

La ricerca di eventuali errori che potrebbero nascere, perché sbagliando si impara.

Capacità di collegare le varie discipline in modo, per esempio, che la matematica non sia riduttiva al solo calcolo ma diventi strumento di lavoro da associare ad altre conoscenze.

Quindi com’è facile capire come vengono coinvolti tutti gli attori della classe. Non dimentichiamo che l’interdisciplinarità delle varie competenze sono fondamentali sin dall’inizio del progetto, ma non dimentichiamo che comunque il progetto deve essere visto come un gioco, non come un impegno scolastico istituzionale. E’ comunque importante evidenziare che se l’attività di comprensione è compito dell’allievo a carico dell’insegnate compete il gravoso onere di stimolare le varie fasi sensoriali dello studente e farle interagire tra di loro.

Materiali e strumenti didattici E’ possibile utilizzare efficacemente tecnologie non particolarmente complicate e dai costi accessibili, come i Kit Bee-Bot, Geforme Polydron, Lego –Wedo, Kit robotici Lego MindStorms e materiali chimici per esperimenti. Il progetto è rivolto a più classi/sezione di diversi ordini di scuola per la creazione di un curricolo verticale di Coding e Robotica Il lavoro di gruppo dovrà costituire l’asse portante per la progettazione e lo sviluppo di ogni itinerario didattico. Ogni gruppo, potrà infatti strutturare un proprio progetto lavorando alla costruzione e alla programmazione dei robot. Tuttavia al momento di iniziare un progetto sarà necessario che gli studenti differenzino e qualifichino i ruoli: il responsabile del gruppo avrà il compito di sovrintendere le attività dei componenti e assicurarsi che il progetto proceda; il responsabile della comunicazione avrà il compito di scrivere il diario di lavoro del gruppo; il responsabile dei materiali dovrà predisporre tutti gli elementi di costruzione e riordinare il materiale alla fine di ogni attività Gli strumenti educativi della robotica sono nella maggior parte prodotti dalla LEGO che appartengono alle famiglie di MINDSTORM tipo NXT e RCX e successivi e WE DO, mentre la fase successiva userà gli applicativi SOLIDIS - www.HUMAKE.it -. Le esperienze precedenti hanno permesso di valutare come i KIT base di partenza, ampliabili in funzione delle singole esigenze delle varie scuole, rispondano in linea di massima allo scopo del progetto. La descrizione dei vari contenuti e dei pacchetti applicativi sono ampiamente descritti sul sito delle case produttrici per cui ci asteniamo dall’analisi specifica e dettagliata, rimandando le singole unità didattiche la valutazione del pacchetto più idoneo. E’ oltremodo raccomandabile l’uso del programma “ROBERTA” che ha come obiettivo l’incremento dell’interesse delle ragazze per le materie scientifiche, che rientra nel piano generale delle idee base di sviluppo delle attività che fanno capo alle Pari Opportunità. Inoltre è fortemente raccomanda l’installazione all’interno dell’aula didattica che verrà scelta per le attività di robotica un PC con un videoproiettore per le sessioni di lavoro, sin dalla prima elementare, on line con altre scuole, su cui verrà installato un programma tipo SKYPE. E’ fondamentale che i bambini si abituino subito al lavoro di gruppo come base dell’esperienza formativa

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personale. Non esistono leader ma il gruppo diventa parte integrante di tutte le attività Metodologia di lavoro Si ritiene fondamentale evidenziare alcuni punti cui gli insegnanti, che per la prima volta affronteranno questa particolare didattica, potranno nel rispetto della più ampia libertà di insegnamento tenere considerazione. Alcuni aspetti comuni a tutte le classi che si ritengono essere il collante di una serie di attività comuni: - Mettere in rete più scuole con le medesime finalità del corso base di robotica educativa. Lo scambio delle varie esperienze accresce notevolmente il processo di apprendimento. I bambini associano a questa attività l’aspetto competitivo, in ultima analisi è il valore aggiunto di questo processo educativo. E’ stato rilevato che la costruzione di un particolare robot da parte di una classe, portato ad esempio ad altre realtà a cui non era venuta “l’idea”, stimoli la creatività dei singoli gruppi elevando sensibilmente il profitto globale della classe. - L’insegnate dovrà come punto di partenza mettere in evidenza che il robot acquistato può solamente fare dei movimenti che sono stati programmati dalla ditta costruttrice, mentre quelli costruiti dalla classe possono fare tutte quelle attività, movimenti, spostamenti etc., che il bambino programmerà; quindi non ci sarà più un limite finito alla fantasia. - Fondamentale è chiarire sin dall’inizio che il robot deve essere pensato e costruito con un preciso scopo. I collegamenti con le discipline tradizionali come matematica, italiano e scienze nell’ambito più generale, sono facilmente intuibili e quindi è importante che l’insegnate di robotica concordi con i colleghi delle altre discipline un comune piano di lavoro. E’ quindi fortemente raccomandabile una programmazione interdisciplinare di tutte le attività - Stimolare l’interesse degli studenti attraverso punti di partenza fissi come film e letture di fantascienza in modo da attivare quella curiosità che sarà poi la base portante di tutto il progetto. - La complessità delle varie attività di robotica porta inevitabilmente alla nascita di errori, di progettazione di costruzione e di logica di programmazione. Questo aspetto va visto come elemento formativo, in quanto sugli errori fatti l’insegnante dovrà porre le basi per la crescita cognitiva dei ragazzi. A questo proposito è fondamentale che le scuole in rete possano confrontarsi direttamente e, quando possibile, tramite video conferenza cercare di risolvere il problema attraverso il coinvolgimento di più gruppi di lavoro. Questa attività richiede il supporto dell’insegnante di italiano che, oltre a moderare la discussione, provvederà alla preparazione dell’incontro stimolando la capacità espressiva dei bambini che si troveranno a parlare con un pubblico che non è la classe. - E’ fondamentale che l’insegnante usi strategie dedicate per l’attivazione di quei saperi che sono ancora dormienti negli alunni delle prime classi. Questo processo prende il via dall’osservazione del comportamento dell’esperto (non necessariamente l’insegnante) cui il bambino farà riferimento prendendolo come modello ed esempio. Bisognerà sviluppare al massimo il modello dell’apprendistato cognitivo. - Basilare è che le persone preposte per l’insegnamento puntualizzino sin dal principio che il processo di progettazione e costruzione di un robot è frutto di un lavoro di gruppo e non il frutto di pochi. Il risultato finale deve essere frutto di uno sviluppo inserito in un contesto sociale di negoziazione e di condivisione delle varie esperienze. Si suggerisce di dividere la classe in gruppi eterogenei di lavori al massimo composti da 5 persone. E’ fondamentale che i ragazzi realizzino che certe soluzioni, certe decisioni si possono compiere solo lavorando insieme. L’insegnate deve, all’inizio delle varie attività, fissare delle regole ben precise a cui tutti indistintamente devono attenersi Aiutare e stimolare le situazioni di conflittualità del gruppo come punto di partenza per una discussione formativa dei vari processi di formazione che coinvolgeranno tutte le materie curricolari. Le discussioni che potrebbero nascere durante le varie attività devono essere il patrimonio comune e fattore di crescita per tutta la classe. - Iniziare fin dalla prima classe a redigere un verbale delle attività svolte. L’insegnate dovrà procedere

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all’attività di revisione critica alla fine dell’esperienza per non bloccare la creatività delle persone più sensibili che potrebbero interpretare una valutazione negativa come un fallimento del loro lavoro. Alla fine a progetto ultimato l’insegnante farà una revisione corale di tutti gli elaborati producendo un documento unico che terrà conto delle varie situazioni che sono venute a crearsi enfatizzando, a secondo delle varie classi, aspetti positivi, negativi e ludici.

Attività scuola primaria

In questa prima fase di approccio alla robotica il bambino deve giocare, no deve essere gravato di eccessive responsabilità. Deve continuare la fase evolutiva di gioco assimilata precedentemente alla scuola dell’infanzia. Il robot deve essere il compagno di gioco immaginario che gradualmente prenderà forma. E’ importante procedere alla realizzazione pratica del primo robot, che sarà frutto della pura immaginazione del bambino tradotto concretamente in un oggetto fisico palpabile; un oggetto in 3D. La costruzione impiegherà, per sviluppare e stimolare le singole attività cognitive ed organizzative dei bambini, solamente materiali di recupero come scatole di cartone o di metallo, contenitori vari, oggetti dismessi. Le attività inizieranno con la presentazione da parte dell’insegnante del contenitore che racchiude alla rinfusa tutti gli elementi costruttivi del nascente robot. Questa fase è importante in quanto la scelta dei vari componenti coinvolgerà in modo completo i componenti dei vari gruppi di lavoro. La scelta di un particolare tipo di scatola presuppone che l’idea, e quindi un ipotetico progetto, sia già stato fatto anche se solo a livello inconscio. L’insegnate inizierà gradualmente ad introdurre quei concetti propri della formazione curricolare. Passo dopo passo usando il simbolismo del robot si inizieranno ad evidenziare gli aspetti che legano le varie materie di insegnamento. Il disegno del robot, la sua costruzione in base ai quadretti di un foglio i primi pensierini etc. A puro titolo esemplificativo: la matematica come studio delle forme elementari costitutive del corpo del robot, le scienze come studio del movimento di un robot con le sembianze di un animale, le espressioni lessicali come traduzione in pensierini delle idee e delle parole del robottino immaginario, il concetto di spazio e tempo per la descrizione e determinazione dei vari movimenti possibili. Associare ai vari movimenti del robot dei suoni, evidenziando che a movimenti, anche simili, corrispondono suoni diversi per iniziare lo studente alla proprietà di esposizione legata ad effetti sensoriali; il robot sposta una gamba ed emette un suono, ma se muove la stessa emetterà un suono diverso dal precedente. Al termine della prima verranno introdotti i primi concetti della robotica di base: i sensori, i mattoncini di programmazione e dialogo, i primi componenti meccanici come ruote ed ingranaggi. I nostri studenti, con gli elementi acquisiti in prima, avranno una prima padronanza e famigliarità con il lessico della robotica, e quindi possono affrontare nuove sfide. In linea di massima la seconda classe è una classe di consolidamento e potenziamento dei concetti elementari propri della robotica di base. L’insegnante presenterà, dove possibile, il robot ACROBOT, ed inizierà ad introdurrei nuovi sensori ed in modo particolare quelli di presenza, come strumento di prossimità e di rilevamento luce per poter far seguire al robot in movimento un percorso predefinito. Sarebbe auspicabile la costruzione di un robot che rappresenti un animale famigliare, osservando con attenzione i vari componenti costitutivi e i vari ordini di costruzione seguendo il manuale di istruzione. Nel caso la classe rispondesse in modo più attento si potrebbe pensare alla stesura di un vero e proprio ciclo di costruzione. In questa fase del lavoro si procederà ad eseguire il disegno dei vari componenti ed a scrivere tutta una serie di istruzioni per l’assemblaggio. Diventa fondamentale avere classi di scuole diverse in rete. Questo strumento permetterà ad una classe di un altro plesso di partecipare attivamente alla costruzione seguendo on line le varie istruzioni preparate dai loro “virtuali” compagni. E’ importante iniziare a formare la mentalità robotica nei giovani studenti: progetto, foglio guida delle istruzioni di montaggio (tecnicamente la “constructopedia”), ricerca dei componenti, discussione sul metodo di assemblaggio, assemblaggio, collaudo ed infine discussione del risultato ottenuto. Utile potrebbe essere l’utilizzazione del ROVERBOT come strumento per la determinazione pratica di movimenti

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e l’utilizzo dei diversi sensori di allarme e di comando per un processo in cui viene richiesto una specificità di comandi che mettano in rapporto movimento/allarme/comando. Il risultato finale che si raggiungerà a fine della seconda classe sarà quello di fornire ai giovincelli quella padronanza specifica dei vari componenti e dei primi elementari comandi di governo. Non dimentichiamo infine che l’insegnante dovrà farsi carico di chiarire e puntualizzare la concretezza del prodotto realizzato ed il legame che si verrà a creare tra i vari studenti e la loro creatura, il robot, che diventerà patrimonio proprio dei sapere personali di ogni studente. La classe terza è fondamentale per lo sviluppo del corso, ed anche la più articolata e complessa della scuola primaria, sia per gli argomenti trattati che per la astrattezza di alcuni concetti difficili da metabolizzare in relazione alla giovane età degli studenti. I ragazzini padroneggiano con familiarità e competenza gli elementi costruttivi di base del robot, sia dal punto di vista meccanico che elettronico, i processi elementari di programmazione i sistemi di interfaccio robot/PC. Sono pronti per la nuova grande avventura che li porterà alla vera e propria robotica elementare. Non si deve dimenticare che il tutto deve essere sempre inteso come un “aspetto ludico” delle attività della classe 6

per non responsabilizzare e gravare eccessivamente i bambini di carichi emotivi che potrebbero venire fraintesi ed assimilati non correttamente nella filosofia che anima lo scopo del corso. In questa prima fase è importante che i ragazzini inizino con il metodo a loro più consono: una storia od un film, generalmente sui robot e/o transformer. E ovvio che la trasposizione dalla fantasia alla realtà virtuale presuppone un enorme lavoro di squadra in considerazione alla giovanissima età degli studenti, ma questo ostacolo è facilmente superabile dal lavoro comune all’interno dei vari gruppi. Ci permettiamo di suggerire un’attività che potrebbe essere di aiuto per la conduzione della discussione all’interno delle varie unità di lavoro: la ripresa video delle varie emozioni emerse durante la visione del film o nella narrazione della storia stessa inventata all’interno di un gruppo e la successiva discussione. Lo “step” successivo dell’apprendimento consiste nella identificazione dei vari componenti che serviranno per la progettazione e costruzione del robot. Particolare cura sarà dedicata ai nuovi pezzi, come motori, sensori, “hub” e strumenti di connettività robot/PC, che nella maggior parte dei casi sono sconosciuti. L’esercizio di identificazione dei componenti è fondamentale per la definizione del foglio/ciclo di lavoro in quanto porterà gli studenti ad una descrizione più completa e precisa delle varie azioni da compiere seguendo un processo adeguato e logico. La pubblicazione dei vari elaborati sul web stimolerà la discussione con le altre classi e scuole e sarà l’inizio della creazione di una libreria virtuale accessibile a cui tutti gli aderenti alla rete. L’esercizio all’osservazione dell’immagine del robot a video e la successiva materializzazione su di un foglio da disegno svilupperà in modo razionale il concetto di trasposizione. La visione di qualsiasi immagine web deve necessariamente essere osservata, valutata senso critico per poter “tradurre” correttamente un immagine virtuale in reale. Definito l’oggetto da costruire, che nella maggior parte dei casi si tratta di un animale familiare e rassicurante, si procede alla stesura di una sequenza di attività che devono essere riportate con rigorosa logica di sviluppo: - Definizione della forma del robot;

- Disegno del progetto;

- Foglio/ciclo di lavoro

- Identificazione dei vari componenti, descritti con proprietà di linguaggio;

- Stesura della logica a blocchi delle attività L’esperienza ha insegnato che in questa fase potrebbero nascere delle conflittualità all’interno del gruppo; sarà compito, non facile dell’insegnante, di appianare le varie discussioni mettendo in risalto lo scopo e finalità del progetto come filo portante di tutte le attività. L’introduzione graduale della logica a blocchi presuppone una particolare sensibilità. I ragazzini inizieranno a visualizzare delle icone ed associare ad esse una particolare funzione. Sappiamo che la logica della programmazione a blocchi potrebbe risultare, in relazione alla giovane età, difficile da comprendere ma la famigliarità all’uso delle console dei giochi, ai telefonini sarà di aiuto in questa fase.

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Il robot a questo punto non sarà solamente un’entità puramente statica ma diventerà dinamica. Ecco quindi nuovi elementi da prendere in osservazione: motori, sensori, ingranaggi, ruotismi, snodi: tutto materiale che richiederà una particolare attenzione. Bisognerà evidenziare in modo semplice ed intuitivo gli eventi con semplici esempi pratici e familiari ai ragazzi; accoppiare ad un motore una ruota dentata, in presa diretta con un’altra calettata su di un asse per generare un movimento, richiede attenzione nella scelta. Mettere un ingranaggio grande sul motore ed uno piccolo all’utilizzatore genera un particolare movimento, di rimando invertendo la posizione dei due ingranaggi l’effetto che si otterrà sarà decisamente diverso. Queste osservazioni devono stimolare gli allievi ad una osservazione sull’impiego di ogni singolo elemento, indipendentemente dalle specifiche conoscenze tecnologiche. Definito l’aspetto meccanico del progetto si inizierà lo studio della programmazione dei movimenti. La programmazione a blocchi è assimilata e la preparazione di semplici programmi aiuterà nella definizione di determinati percorsi di apprendimento. E’ evidente che il movimento della gamba del robot potrà essere generato da differenti soluzioni meccaniche: ingranaggi, camme, pulegge, elastici per la trasmissione del moto, etc. In fase di discussione della soluzione finale da adottare verranno valutate tutte le soluzioni proposte evidenziando criticità e peculiarità che potrebbero nascere. Le soluzioni presentate potrebbero essere tutte valide, quindi la scelta di quella definitiva sarà il risultante di un’analisi attenta ed oculata di tutte le soluzioni trovate rappresentate graficamente su di un particolare tabellone. La sensibilità dell’insegnate porterà armonia nel gruppo sensibilizzando i ragazzi che hanno scelto una soluzione non funzionale. Mai scoraggiare nessuno all’interno del gruppo! L’interdisciplinarità tra matematica/scienze/logica diventa ora importante. Si introducono i concetti elementari di velocità, spazio, tempo, direzione; il concetto di forza, lavoro, potenza eventuali attriti per il trascinamento, ma non solo, si introducono anche i nuovi componenti come i contatori, i sensori di prossimità, i mattoncini di programmazione. Concetti che, nella loro semplicità in quanto destinati a ragazzi di terza elementare, presuppongono un approccio estremamente preciso per fugare qualsiasi dubbio che potrebbe condurre in errore. Di aiuto sono i vari kit in commercio come il LEGO NXT o RCX e non ultimo da prendere in considerazione kit MINDSTORM, sempre della LEGO, con i suoi applicativi dedicati. Questo sistema di costruzione/programmazione risulterà estremamente utile in quanto intuitivo e facilmente impiegabile dal gruppo, spesso anche senza l’aiuto dell’insegnante, che comunque sarà il supervisore delle varie attività. E’ evidente, per esempio, che l’uso del mattoncino programmabile presuppone una introduzione, presentazione e spiegazione di base. Appropriati strumenti di “solving” aiuteranno l’insegnate nella stesura dei vari diagrammi di flusso che verranno inseriti di volta in volta nei processi di programmazione. Particolare attenzione sarà dedicata all’uso delle varie simbologie, in quanto icone, come le porte USB o il BLUETOOTH, possono risultare sconosciute ai più, anche se usate quotidianamente. “Ti mando una foto con il mio cellulare”: è l’applicazione più famigliare per i ragazzi: la usano senza conoscere il processo tecnologico su cui si basa. Non ci sono problemi, basta che funzioni! Diventa difficile spiegare il concetto di trasmissione dati tra PC e robot con il Bluetooth, ma questo strumento a loro sconosciuto, dal punto di vista lessicale ed iconografico, è padroneggiato con una perizia da fare invidia a noi adulti. Quindi è solo questione di definizione di icone e di associare un determinato evento ad una immagine. Il software MICROMONDI, versione multimediale della LEGO, consente l’inserimento di tutte le icone dei comandi di programmazione NXT, con la possibilità di personalizzare ogni icona con una dedicata descrizione dell’operazione. Anche i bambini con maggiore difficoltà riescono dopo un breve periodo di apprendimento a dialogare con il software in modo rapido grazie all’uso dei vari diagrammi a blocco ottenendo una gratificazione che va al di là di ogni più rosea aspettativa. 8

Siamo finalmente giunti alla fine dell’anno scolastico. Ora i ragazzini hanno acquisito familiarità e competenze con i concetti elementari della robotica, dalla costruzione alla programmazione. Diventa importante, per cementare il legame esistente tra un singolo componente del gruppo e l’insieme dello stesso, che si pensa, si discute, si ragiona, si imparano concetti nuovi e si assimilano meglio solamente lavorando insieme.

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Attività scuola secondaria di primo grado

Nel Triennio saranno affrontate problematiche con un modesto livello di formalizzazione

elementi di logica di programmazione;

analisi del linguaggio di programmazione e studio di alcuni algoritmi di media complessità;

costruzione di vari robot semoventi con sensori;

saper organizzare i dati di un problema da risolvere mediante schemi o grafici e tradurre gli algoritmi in linguaggi di programmazione;

saper individuare problematiche hardware e software in caso di funzionamento non coretto di un robot (strategie problem solving);

capacità di collaborazione e di lavoro in gruppo

l livello di analisi e soprattutto di astrazione sarà diverso da un ordine di scuola all’altro e strettamente commisurato all’età e alle capacità degli allievi. Tutti gli alunni però saranno coinvolti nella formulazione delle ipotesi e nell’elaborazione delle risposte. Costruzioni robotiche con Lego NXT Primi passi: esperienze costruttive e programmazione dei motori. Gli studenti inizieranno ad affrontare le problematiche costruttive di un robot con particolare attenzione al funzionamento dei motori (direzione, velocità, accelerazione), alla meccanica del movimento e alla programmazione informatica. I sensori nelle costruzioni robotiche L’avvio di percorsi didattici basati sullo studio e l’applica di dispositivi sensoriali costituisce una tappa significativa nelle esperienze sui robot. La presenza dei sensori ( contatto, luce, suono, ultrasuono, temperatura) consente di intraprendere molteplici esperienze con progetti di robot capaci di ricevere informazioni dall’ambiente e di comportarsi nel modo previsto dalla programmazione Il controllo robotico La progettazione di un veicolo che debba, ad esempio, muoversi in una stanza senza essere fermato dal primo ostacolo che incontrerà ed agire, quindi, “intelligentemente”, richiede un certo impegno sia sul piano delle problematiche costruttive del robot ( stabilità strutturale, agilità dei movimenti, ) che su quello della programmazione e del controllo. Gli studenti saranno incoraggiati a sviluppare in modo autonomo procedure informatiche efficienti, progettando algoritmi di controllo per poi tradurli in linguaggio di programmazione Esperienza con le nanotecnologie

Saranno realizzati giochi di gruppo e di ruolo in continuità tra scuola media e scuola superiore allo scopo di far conoscere gli aspetti etici, legali e sociali delle nanotecnologie. Nell’ambito dei laboratori di fisica e chimica saranno realizzate attività sperimentali progettate per la fascia di età di riferimento In quest’anno di corso gli allievi focalizzeranno la loro attenzione su due tematiche di lavoro strettamente connesse tra loro: l’educazione ambientale. Si affronterà e svilupperà in modo approfondito il tema del riciclaggio e dello smaltimento dei vari componenti usati, in modo particolare dei materiali plastici e dei componenti elettrici ed elettronici. L’aspetto ambientale è di primaria importanza, poiché usando apparecchiature in prevalenza elettroniche, parlare dello smaltimento di quest’ultime alla fine della loro vita, assume un significato ad alto contenuto sociale. Sarebbe riduttivo parlare solamente di dove mettere le batterie esauste, ma riteniamo che il discorso vada esteso anche all’uso di materiali riciclati come seconda vita di uno scarto, pensato nella maggior parte dei casi solamente come rifiuto e quindi inutilizzabile. Trattare un argomento di tale complessità ed importanza potrebbe risultare ostico e noioso se impostato solamente come analisi teorica dei vari argomenti. Abbiamo potuto osservare, in base a precedenti esperienze come si debba impostare il costrutto delle lezioni. E’ stato acquisito completamente il concetto dell’importanza dell’aspetto ludico, il tutto inteso come un insieme di iterazioni tra aspetti reali, se pur comuni, e gioco.

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A tale scopo riteniamo che il programma educativo Humake – www. HUMAKE.it – possa essere di grande aiuto nella spiegazione del concetto di riciclaggio dei vari materiali, dalla preparazione, al trattamento, al re impiego per la realizzazione di un nuovo oggetto. Questo semplice, ma efficacie strumento di lavoro è composto da un sistema per la preparazione della materia prima, bottiglie in PET e tappi in plastica, precedentemente selezionati, un trituratore e sminuzzatore ed un semplice impianto manuale di stampaggio plastico a bassa temperatura. Quest’ultimo è composto da un riscaldatore per la materia grezza ed il relativo impianto di stampaggio plastico per ottenere oggetti vari e non ultimo gadget per la classe. Gli stampi per la produzione dei particolari sono stati costruiti di ragazzi di quinta utilizzando un particolare processo di costruzione, basato sul pacchetto didattico SOLIDIS, che sfrutta l’applicazione di un dedicato software e di una opportuna fresatrice, costruita completamente in legno dai ragazzi, a 2 assi (X; Y) controllati da programma più un terzo (Z) gestito in modo automatico/manuale dall’utente. Questa attività viene sviluppata ovviamente con l’aiuto dell’insegnante, e nel caso in cui sia possibile, dall’intervento di un esperto esterno per le attività più proprie della fresatura a CN e relativa programmazione. Riprendiamo l’analisi dell’aspetto robotico del corso. La prima attività per i bambini coinciderà con un processo diverso da quelli sperimentati precedentemente. Prima costruivano il robot senza considerare in modo approfondito gli aspetti meccanici dei movimenti, si dava per consolidato che i vari componenti delle scatole di montaggio potessero fornire determinati movimenti; ora invece smonteranno il robot e descriveranno in modo completo e con proprietà di linguaggio, sempre in relazione alle loro capacità tecnologiche e di lessico, ciò che stanno eseguendo. Diventa importante in questa fase del corso l’uso del programma SKYPE per connettersi alle altre scuole della rete, per sviluppare in modo approfondito ed aprire un tavolo di discussione sulle differenti fasi del lavoro. Questa attività coinvolgerà gli insegnanti di italiano e matematica in quanto la materia trattata non può essere sviluppata in modo disgiunto ma le varie attività devono prevedere un lavoro di gruppo interdisciplinare delle due materie. E’ evidente che questo processo inferenziale necessità della supervisione dei vari insegnanti delle materie curricolari in quanto, in relazione alla giovane età degli studenti, la formalizzazione scritta del concetto o del pensiero iniziale risulterà difficile. L’esempio più comune è l’analisi dei vari ruotismi che generano il movimento del robot. Già nella terza classe sono stati affrontati e discussi i problemi relativi all’accoppiamento cinematico di due ruotismi, senza entrare nel dettaglio. Ora con lo studio in matematica delle frazioni si può analizzare e sviluppare in modo più approfondito, tenendo sempre in mente l’età degli alunni, il concetto di rapporto di trasmissione per determinare in modo più appropriato il movimento richiesto. L’esercizio di smontaggio di un robot, anche se costruito da altre classi, risulta un’attività formativa dal punto di vista logico/matematico/linguistico che coinvolgerà i rispettivi insegnanti delle materie curriculari specifiche. E’ ovvio che la padronanza del concetto delle frazioni sarà fondamentale per comprendere il significato di rapporto di trasmissione e quindi utile per determinare quale ruota si dovrà calettare al motore per ottenere un determinato movimento. Non è sempre intuitivo e facile, ma i risultati ottenuti nella sperimentazione in diversi plessi scolastici, ha dato dei risultati estremamente incoraggianti per la prosecuzione di questa attività. La descrizione dei risultati ottenuti verrà messa sul web e sarà il materiale di base per le varie attività di discussione dei vari gruppi all’interno della classe ed il confronto tra le varie scuole aderenti alla rete robotica. Particolare attenzione sarà dedicata dall’insegnante di italiano nella stesura dei vari rapporti che i bambini compileranno alla fine di ogni gruppo di lezioni. Questi elaborati verranno usati per redigere un libro sul progetto riportando tutte le attività svolte. Parallelamente a quanto sopra descritto i vari insegnate dovranno curare particolarmente l’aspetto etico del problema dei robot. Prendendo, ad esempio, spunto dai racconti di Asimov si cercherà di sviluppare un dialogo formativo con la classe sulla differenza tra i viventi e robot, introducendo i fondamenti etici della robotica stimolando i bambini a rispondere alla classica domanda “...allora è meglio avere come animale di compagnia un cane vero od un cane robot?”. Sarà importante mettere in evidenza le varie risposte e aprire un tavolo di discussione per evidenziare il limite fisico tra l’umano e il robot. Generalmente la quarta classe, nei casi più fortunati, si conclude portando a compimento il tavolo di

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discussione del problema dell’etica sui robot. Le attività che verranno svolte durante l’anno scolastico verteranno su due tematiche fondamentali: l’uso dell’applicativo SOLIDIS e la continuazione del programma di robotica. Questa tipologia di lavorò sarà utilissima anche se estremamente impegnativa. Con i due programmi si potranno far lavorare in modo ben distinto i vari gruppi della classe. Risulterà evidente, già prima delle vacanze natalizie, che un gruppo di ragazzi sarà più portato all’attività dell’applicativo di SOLIDIS che sul programma proprio di robotica. Questa scelta non è del tutto casuale, ma rispecchia le varie attitudini degli scolari. Un gruppo sarà attratto ed affascinato dalla realizzazione pratica di un semplice concetto che va ben oltre una semplice idea, mentre l’altro sarà decisamente portato a sviluppare un concetto associato alla fantasia. Tradurre in una forma tangibile un semplice disegno e poi realizzarlo fisicamente attraverso un processo meccanico di fresatura porterà a sviluppare particolari aspetti evolutivi e cognitivi dei ragazzi Brevemente sviluppiamo i contenuti delle due attività. Il progetto SOLIDIS si basa sull’uso di un kit composto da una fresatrice a CN e da un software per la generazione del programma di fresatura: il CAM. I ragazzi inizieranno con disegnare un oggetto, inizialmente in 2D, e poi, sfruttando le conoscenze matematiche del piano cartesiano, alla realizzazione del percorso di fresatura facendo muovere la fresatrice su di un percorso su assi ortogonali tra di loro. Il risultato ottenuto coinvolge i ragazzi in modo totale, in quanto per la prima volta vedono il materializzarsi del loro pensiero. L’idea non rimane un qualcosa di impalpabile ma la potranno finalmente vedere concretizzata, e quindi toccarla. Il concetto prende forma. Il passaggio successivo, e questa fase dell’attività richiede in genere l’intervento di un esperto esterno, prevede tramite l’uso di un PC e di un software dedicato l’acquisizione di immagini che “tradotte” possono venire trasformate in un manufatto 3D. Tutte queste fasi del progetto avvengono nel pieno rispetto della sicurezza; anche se l’attività di fresatura implica l’uso di un elettro utensile per il taglio di un materiale tenero, come ad esempio legno, composti similari, o preparati resinosi facili da lavorare. Le attività della classe quinta sono articolate su diversi campi che richiedono l’impegno costante di tutti i gruppi di lavoro di ogni singola classe. Il percorso di studio si può assimilare ad un diagramma a blocchi in cui le differenti attività, se pur interdisciplinari tra di loro, possono essere trattate come singolo blocco fine a se stesso. In generale vengono ripresi ed approfonditi tutti i concetti studiati precedentemente facilitando la progettazione, costruzione e programmazione di un robot che generalmente, su richiesta specifica dei ragazzi, rappresenta un umanoide. In questa attività l’apporto della rete aiuterà moltissimo, non solo per la ricerca del progetto, ma soprattutto per la soluzione di problemi che inevitabilmente si presenteranno. Se la progettazione, ormai padroneggiata con estrema perizia dai nostri ragazzi, non rappresenta più un problema, al contrario l’analisi critica del progetto fa nascere molti dubbi e problemi. Sugli “step” del progetto sopra menzionato riportiamo un breve commento per ogni singola attività. - Progettazione Questa attività deve essere monitorata sin dalla prima fase dello sviluppo dell’idea progettuale per evitare che un meraviglioso progetto possa rilevarsi alla fine irrealizzabile. Per questo motivo la revisione critica del progetto, che deve coinvolgere tutti i vari gruppi di lavoro, si basa sull’analisi e lo studio di fattibilità del progetto. Un movimento complesso, se pur bello nella sua cinematica, potrebbe risultare irrealizzabile per la complessità degli accoppiamenti dei vari ruotismi ed ecco quini che l’insegnate deve orientare su una soluzione, probabilmente meno appariscente, ma fattibile. E’ fondamentale la stesura di un semplice diagramma di Gantt da appendere in classe per monitorare costantemente tutte le fasi del progetto. Perdere settimane per una attività potrebbe ripercuotersi sull’intero progetto; quindi i ragazzi devono considerare in modo serio il rapporto tempo/attività per non correre il rischio di accumulare ritardi difficilmente recuperabili. I vari gruppi di lavoro: progettazione, costruzione, programmazione, collaudo, stesura della documentazione del progetto, avranno singolarmente un loro diagramma di Gantt, in cui verranno riportati tutti gli avanzamenti delle singole attività aggiornate settimanalmente. Nella classe sarà appeso il diagramma generale che riporterà le risorse principali da cui si potranno evincere ritardi e

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criticità del progetto. Costruzione Dopo un’attenta verifica sulla fattibilità di progetto si passa alla fase di costruzione vera e propria. Se tutto è stato studiato in modo attento, e riportato sui classici fogli di lavorazione (vedi i capitoli precedenti), si può pensare, usando il materiale a disposizione nei vari “kit” di lavoro” di procedere alla stesura della lista del fabbisogno dei materiali. Diventa importante in questa fase ricorrere all’aiuto delle altre scuole aderenti al progetto. Se un particolare sensore o ruotismo o componente elettronico non fosse presente nella scuola, per evitare di sforare i budget previsti all’inizio dell’anno, si può chiedere aiuto alla scuola che ne fosse in possesso risparmiando sensibilmente sui costi di costruzione. Rimarchiamo come la lista dei componenti sia di fondamentale importanza, in quanto a definizione ultimata dei vari componenti, si deve procedere alla valutazione economica di tutto l’impianto, per non correre il rischio che un bellissimo progetto non possa essere realizzato penalizzato dall’aspetto economico. Sarebbe una delusione troppo grande per i ragazzi che difficilmente capirebbero il concetto di previsione economica di spesa. - Programmazione L’aspetto della programmazione dei vari movimenti del robot è forse la parte più delicata di tutto il progetto, che spesso calma gli entusiasmi dei piccoli progettisti. Per la particolare natura delle attività di programmazione a blocchi si deve subito tracciare un layout del flusso dei vari comandi ed istruzioni sfruttando le icone programmabili che precedentemente sono state assimilate. Anche qui risulta fondamentale lo scambio delle varie idee con le altre scuole, perché accade troppo spesso, che per un semplicissimo errore (spesso una virgola al posto di un punto) non si riesca a far muovere il robot e si perda molto più tempo di quanto dedicato in fase di progettazione. L’attività di gruppo è fondamentale: devono realizzare il concetto di lavoro di gruppo come unica soluzione alle difficoltà. Permettetemi questa affermazione: non abbiamo bisogno di primi violini ma di un gruppo omogeneo di archi per poter suonare insieme e ottenere grandissimi risultati! Non dimentichiamolo mai.

- Collaudo Questo è l’aspetto più formale di tutto il progetto, in quanto a lavoro ultimato si vede subito se il robot cammina, o se riesce ad evitare un ostacolo e se esegue un prefissato programma. La soddisfazione di collaudare tutti insieme il frutto di un anno di lavoro è qualche cosa di impagabile. La soddisfazione, l’orgoglio di mostrare ai compagni di altre scuole, ai genitori il manufatto gratifica e ripaga di tutte le difficoltà affrontate e della grande mole di lavoro svolto. - Preparazione della documentazione sull’intero progetto La documentazione di tutte le attività avrà un aspetto decisamente professionale che gratificherà il gruppo al pari della realizzazione del robot. In questa attività i vari insegnanti coinvolti avranno un compito di guida e di supporto lessicale e tecnico/matematico. Verranno ricomposte tutte le attività precedentemente svolte: quelle tradizionali di disegni e relazioni; quelle informatiche come foto, filmati ed attività in rete. E’ un lavoro che non deve trarre in inganno in quanto assorbe molte più energie e tempo di quanto si possa programmare. Spesso il gruppo a stesura ultimata, durante la rilettura, inizia ad aggiungere dati, esperienze e commenti. “...ti ricordi…” e così via. Il risultato finale di questa attività sarà un libro in cui alle spiegazioni tecniche si alterneranno immagini e link delle varie attività messe in rete. Non importa la qualità delle immagini fotografiche o delle riprese video messe in rete, sono il frutto del loro lavoro e quindi vanno accettate così come sono state prodotte. All’interno del libro viene anche sviluppata la parte di guida alla realizzazione del robot (Constructopedia) estremamente importante per le future classi. In esso si riporteranno le fasi della costruzione meccaniche e quelle più importanti e delicate della programmazione, inserendo i vari blocchi con le icone di programmazione corredate dal commento dei singoli passi. 6 – Conclusioni Quanto descritto non vuole essere un rigido trattato ed esempio da seguire nelle scuole che affrontano per la prima volta la robotica, ma vorrebbe essere un semplice strumento a cui fare riferimento per lo sviluppo del progetto.

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La robotica educativa, ed è stato dimostrato da una cospicua letteratura a riguardo, è uno strumento validissimo di insegnamento. Il concetto “…con il fare manuale ci si abitua a ragionare con la testa…” rispecchia in modo totale e completo la finalità del corso. Le capacità logiche del ragionamento si stimolano con iterazioni tra le attività pratiche ed intellettive per raggiunge lo scopo finale. Il recupero della manualità è un obiettivo primario che è alla base dell’apprendimento. Perché accadono alcuni eventi? Sono accidentali o meno? Quali sono le cause che generano determinate situazioni? Perché le cose accadono in un determinato istante e non in un altro? Se riusciremo a far dare ai nostri ragazzi una qualsiasi semplice risposta avremo raggiunto il nostro obiettivo, indipendentemente dalle varie evoluzioni che potrebbe compiere il nostro robottino

Attività scuola dell’infanzia Infanzia Primaria:

classificare, rappresentare alcune forme geometriche piane e solide fondamentali; avvicinarsi con il gioco al mondo della robotica;

sviluppare la logica;

programmare percorsi, liberi o obbligati;

lateralizzazione – astrazione;

algoritmi lineari azione- reazione;

capacità di collaborazione e di lavoro in gruppo.

Attività creative con Geoform Polydron e l’ape robotica bee-bot – wedo Il fascino esercitato dai robot sui bambini fa sì che anche gli alunni della scuola dell’Infanzia possano fare esperienze inoltrandosi in un mondo scientifico mediante un approccio divertente. I bambini creano robot nati dalla loro fantasia, inventano nomi e personaggi “elettramici” dove scatoline, tulle, nastrini…si trasformano in pulsanti e bottoni di controllo. Realizziamo una sorta di “bottega dell’arte robotica” “L’ape” viene introdotta nell’attività scolastica come elemento fantastico in attività di laboratorio. I bambini imparano a programmare i movimenti dell’ape in modo che si sposti utilizzando i tasti, su un percorso organizzato

monitoraggio

acquisire metodi per la risoluzione dei problemi e il gusto di realizzare i propri progetti, frutto della fantasia e della razionalità;

stimolare la capacità di analisi, la capacità organizzativa e la capacità di comunicare, utilizzando l’operatività;

acquisire la capacità di assumere ruoli costruttivi e collaborativi all’interno del gruppo;

saper organizzare i dati del problema da risolvere (Es: cosa dovrà fare un veicolo per uscire da un recinto ? Cosa dovrà fare un veicolo per seguire una linea colorata ?

o sviluppare le possibili strategie risolutive del problema mediante schemi o grafici utilizzando la sequenza delle istruzioni che dovranno essere impartite al robot;

o tradurre gli algoritmi in un linguaggio di programmazione per l’RCX; o saper individuare le problematiche software o hardware in caso di funzionamento non corretto del

robot.

apprendere competenze relative all’uso delle nanotecnologie, mediante le attività di laboratorio.

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Progetto DM8 Pratica Musicale

Il corso di pratica musicale, come per l’a, mira alla promozione della formazione musicale attraverso attività eminentemente pratiche (coro, strumento musicale) sia collettive che individuali. L'insegnamento strumentale sarà impartito prioritariamente dai docenti della scuola in possesso dei requisiti richiesti ma, al fine di consentire l'ampliamento dell'offerta formativa ad ulteriori strumenti, la scuola dovrà avvalersi della collaborazione di figure specializzate, individuate tra il personale in esubero dell’organico provinciale della classe di concorso A032 e tra i docenti disponibili presso le Scuole medie a indirizzo musicale, il Liceo Musicale e il Conservatorio. Le lezioni si svolgeranno in due ore settimanali,

Aree di apprendimento musicale -formazione dell'ascolto attraverso la proposta di musiche di provenienza storica e geografica diversa, con riferimenti alle diversità culturali; -formazione della vocalità con riguardo alle caratteristiche della voce bianca; -educazione al canto corale attraverso la pratica di musiche inizialmente monodiche e successivamente polifoniche; uso di repertori il più possibile vari, senza riferimenti preponderanti a tipologie uniche; a livello di metodologia della coralità si terrà in considerazione ugualmente il canto per imitazione, il canto per lettura e l'improvvisazione vocale individuale e di gruppo, sia in ambito codificato che in ambito "sperimentale"; -didattica della notazione musicale; -promozione dell'approccio allo strumento musicale attraverso attività di esplorazione libera e guidata; sviluppo di competenze strumentali progressive attraverso metodologie tradizionali e/o alternative, prevedendo la partecipazione del bambino all'invenzione dei materiali musicali (composizione e improvvisazione); nella scelta dei repertori si terrà conto della varietà stilistica e storico-geografica dell'attualità musicale; le lezioni di strumento si svolgeranno con il gruppo classe al fine di promuovere non soltanto l'apprendimento del singolo ma anche l'interazione musicale e personale; -creazione di gruppi strumentali e/o vocali attraverso l'unione flessibile dei piccoli gruppi di cui al punto precedente con gruppi corali o misti (classi, gruppi di più classi, gruppi in rete, ecc.). Il corso di pratica corale accoglie repertori dei patrimoni locali, epoche e stili diversi e offre strumenti per maturare conoscenza di queste differenze; ricerca e consente di acquisire una consapevolezza e una prima forma di controllo della emissione vocale; sviluppa, con metodo, la pratica del cantare per lettura. Il corso di pratica strumentale Rappresenta un’occasione di incontro e interazione con i coetanei e con persone di diversa età e competenza; consente di vivere esperienze musicali già significative nel momento in cui le si compie; prevede che lo studente si confronti con la pratica strumentale leggendo uno spartito, sviluppando dimestichezza con la notazione occidentale che con l’intavolatura; cerca legami tra i propri contenuti e attività e gli obiettivi e i contenuti previsti nei piani di lavoro delle varie discipline scolastiche

Attività scuola primaria

Il corso di pratica Musicale si svolgerà nei plessi di San Silvestro, Pianacce e Silvi Ata L’orario scolastico è strutturato in unità orarie di 55 minuti il che genera tre unità orarie aggiuntive per

l’ampliamento dell’offerta formativa che per le classi 3^ 4^ e 5^ permettono l’ampliamento per l’offerta

musicale del DM8 che richiede 2 ore di musica a classe. ( canto corale e pratica musicale)

Eventi manifestazioni

Manifestazione finale d’istituto negli eventi organizzati dalla scuola

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Progetto “Crescere Insieme” Pratica Musicale

La collaborazione L’ISTiTUTO COMPRENSIVO “G. Pascoli” nella scuola Primaria plesso Leonardocon

l’Associazione MUSIC ACADEMY inizia nell’a.s. 2013/2014 con un progetto di educazione musicale rivolto alle

classi terze, quarte e quinte. Nell’attuale a.s. la collaborazione è stata rinnovata ed estesa a tutte le classi del

plesso per consentire una più incisiva ed efficace azione didattica. Per consentire una proficua continuità ai

progetti avviati negli anni, Music Academy Silvi propone per il prossimo a.s. 2015/2016 il progetto “Crescere in

Musica” così articolato:

- Periodo: Ottobre 2015 – Giugno 2016 - Orario: mattina (orario scolastico) e rientro pomeridiano - Classi coinvolte: prime, seconde, terze, quarte e quinte

Il progetto è senza onere per lo stato e per le famiglie

Attività scuola primaria

Classi prime

OBIETTIVI CONTENUTI ESSENZIALI

- Esplorare gli elementi di base di un brano musicale.

- Discriminare timbri vocali e modelli espressivi.

- Il corpo e i suoni della natura: ascolto ed interpretazione.

- Cogliere gli aspetti espressivi di un brano traducendoli in azione motoria.

- Essere consapevoli dell’importanza del silenzio e della sua relatività

- Usare la voce per riprodurre fatti sonori. - Eseguire in gruppo semplici brani vocali.

- Suoni e rumori di ambienti naturali. - Il suono nei vari parametri. - Movimento e suono (girotondi tradizionali,

giochi cantati) - Ascolto di canzoni (schema strofa/ritornello) - Suono e silenzio in esperienze quotidiane e

in brani musicali - Fonti sonore; posizione e distanza dei suoni

da noi - Scansione ritmico - sillabica delle parole con

la voce ed il battito della voce. - Costruzione di semplici strumenti musicali

con vari materiali e riproduzione di un ritmo. - Il ritmo come successione regolare di

elementi (visivi, verbali sonori) - Il ritmo nelle filastrocche, nelle conte - Riproduzione e invenzione di sequenze

ritmiche con la voce, con il corpo… - Intensità, durata e altezza dei suoni: giochi

vocali, ascolto di registrazioni - Realizzazione ed esecuzione di effetti sonori

con la voce, anche usando timbri diversi. - Canti corali con proprietà d’intonazione. - Canzoni in coro - Pittura sonora - Utilizzo dello strumentario Orff - Primi accenni di nomenclatura musicale e di

scrittura musicale - Utilizzo di materiale multimediale

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Classi seconde

OBIETTIVI CONTENUTI ESSENZIALI

- Esplorare e discriminare gli elementi base di un brano musicale.

- Cogliere gli aspetti espressivi di un brano, traducendoli con azione motoria e segno grafico.

- Riconoscere le potenzialità sonore di semplici strumenti musicali.

- Discriminare i suoni in relazione al timbro. - Avviare alla percezione e alla

consapevolezza del ritmo. - Interpretare una musica in forma gestuale e

grafica. - Eseguire in gruppo semplici brani vocali in

relazione a diversi parametri sonori e a differenti repertori (musiche, canti, filastrocche).

- Gli elementi musicali di un’opera audiovisiva - Confronto e classificazione di suoni e rumori:

fonti sonore, ambienti sonori - Suoni caldi e suoni freddi: ad ogni strumento

musicale il suo colore - Movimento corporeo libero e guidato su

canzoni e brani musicali - Giochi vocali e ascolto di brani opportuni per

affinare la percezione dei parametri del suono (durata intensità altezza timbro)

- La voce e gli oggetti sonori per riprodurre fatti sonori.

- Riconoscimento di strumenti e di voci attraverso il timbro

- Riproduzione e invenzione di sequenze ritmiche con varie modalità

- Utilizzo del corpo e dei colori per creare ritmi. - Canti, ritmo e movimento. - Accompagnamento di filastrocche/conte con

il corpo e/o con strumenti a percussione - Partiture de eseguire con il corpo, la voce,

oggetti strumenti - Suoni a più voci nella pratica corale. - Uso della voce in modo espressivo per

comunicare stati d’animo - Imitazione di suoni e rumori presenti

nell’ambiente - Costruzione di oggetti sonori con materiale

vario - Canzoni in coro - Utilizzo dello strumentario Orff - Primi accenni di nomenclatura musicale e di

scrittura musicale - Utilizzo di materiale multimediale - Classificazione basilare degli strumenti

musicali

Classi terze (strumento: tastiera)

OBIETTIVI CONTENUTI ESSENZIALI

- Percepire ed analizzare i suoni e i rumori presenti nell’ambiente, in ordine alla fonte.

- Interpretare con creatività brani musicali in forma gestuale e grafica.

- Usare la voce, gli oggetti sonori e gli strumenti per produrre, riprodurre fatti sonori ed eventi musicali di vario genere.

- Suoni e rumori presenti nell’ambiente. - Gli strumenti musicali - Le formazioni strumentali nel corso dei secoli:

duo, trio, quartetto, orchestra da camera, classica e sinfonica.

- Forme strumentali: sinfonia e concerto solista - L’opera: caratteristiche, struttura, musicisti

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- Eseguire in gruppo semplici brani vocali e strumentali.

- Eseguire semplici brani accompagnandosi con lo strumentario didattico.

- Confronto di durata, altezza, timbro di suoni - La voce: apparato vocale, timbro e

classificazione delle voci - La voce come mezzo per imitare e inventare

suoni , rumori e versi, esprimere stati d’animo e caratterizzare personaggi

- Suoni a più voci nella pratica corale. - Canzoni in coro - Esecuzione di semplici brani musicali

mediante l’utilizzo di tastiere elettroniche - Melodie cantate per imitazione. - Esecuzione con il movimento del corpo di

semplici strutture ritmiche. - Movimento e ritmo in armonia - Fiabe sonore - Costruzione di strumenti con materiale di

recupero - Sonorizzazione di brevi storie inventate o

lette - Accompagnamento di canzoni con gesti,

movimenti e strumenti - Utilizzo in forma semplificata del linguaggio

musicale convenzionale per rappresentare semplici melodie

- Partiture scritte con simboli stabiliti all’interno della classe

- Utilizzo dello strumentario Orff - Nomenclatura musicale e scrittura musicale - Utilizzo di materiale multimediale - Classificazione degli strumenti musicali

presenti nell’orchestra - Esperienze di musica strumentale in un

contesto di musica d’insieme

Classi quarte (strumento: tastiera)

OBIETTIVI CONTENUTI ESSENZIALI

- Riconoscere gli elementi costitutivi basilari del linguaggio musicale all’interno di brani di vario genere.

- Utilizzare voce, strumenti e nuove tecnologie sonore in modo creativo sfruttando le proprie capacità di invenzione sonoro-musicale.

- Riconoscere gli usi, le funzioni e i contesti della musica e dei suoni nella realtà multimediale (cinema, televisione, computer).

- Eseguire semplici sequenze ritmiche con gesti-suono

- Gli elementi linguistici costitutivi di un semplice brano musicale.

- Ascolto di brani musicali e di canzoni di vario genere per cogliere aspetti peculiari: tema centrale, strumenti usati

- Immagini, emozioni e ricordi suscitati da una musica

- Classificazione e caratteristiche timbriche di strumenti musicali

- Componenti antropologiche della musica (contesti, pratiche sociali e funzioni)

- Canti regionali italiani

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- Brani vocali corali accompagnati da tastiere elettroniche o pianoforte

- L’intonazione e l’espressività. - Esecuzione con la voce di semplici sequenze

melodiche. - Uso della voce in modo finalizzato ad

esprimere stati d’animo - Drammatizzazione e sonorizzazione di storie

con la voce, con strumenti - Canzoni in coro di vario genere, rispettando

le indicazioni del direttore - Accompagnamento di canzoni con tastiere

elettroniche o pianoforte - Sistemi di notazione non convenzionali e

convenzionali - Esecuzione di brani con strumenti musicali

attraverso la lettura delle note - Nomenclatura musicale e scrittura musicale - Utilizzo di materiale multimediale - Classificazione e riconoscimento degli

strumenti musicali presenti nell’orchestra e nelle altre formazioni musicali

- Esperienze di musica strumentale in un contesto di musica d’insieme

Classi quinte (strumento: tastiera o chitarra)

OBIETTIVI CONTENUTI ESSENZIALI

- Riconoscere e classificare gli elementi costitutivi basilari del linguaggio musicale all’interno di brani di vario genere.

- Utilizzare voce, strumenti e nuove tecnologie sonore in modo creativo e consapevole, ampliando con gradualità le proprie capacità di invenzione e improvvisazione

- Valutare aspetti funzionali ed estetici in brani musicali di vario genere e stile, in relazione al riconoscimento di culture, di tempi e luoghi diversi.

- Riconoscere gli usi, le funzioni e i contesti della musica e dei suoni nella realtà multimediale (cinema, televisione, computer).

- Eseguire semplici sequenze ritmiche con gesti-suono.

- Gli elementi linguistici costitutivi di un semplice brano musicale.

- L’intonazione e l’espressività. - Sistemi di base del codice musicale - Ascolto di brani di vario genere per coglierne

caratteristiche salienti - Generi musicali diversi - Formazioni musicali diverse in rapporto ai

vari generi - Il legame tra musica, cultura e storia

attraverso la fruizione delle opere più rappresentative.

- Brani vocali corali accompagnati da tastiere elettroniche o pianoforte o chitarra

- Uso della voce in modo sempre più consapevole ed espressivo

- Canzoni in coro, anche a canone e semplice polifonia, seguendo le indicazioni del direttore

- Sonorizzazione di un’esperienza, di una storia con vari mezzi

- Funzioni sociali della musica (canti folk, di

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preghiera…) - Musica etnica - I simboli convenzionali della notazione

musicale - Lettura delle note rispettando le durate - Esecuzione di brani con strumenti musicali

attraverso la lettura delle note - Nomenclatura musicale e scrittura musicale - Utilizzo di materiale multimediale - Classificazione e riconoscimento degli

strumenti musicali presenti nell’orchestra e nelle altre formazioni musicali

- Esperienze di musica strumentale in un contesto di musica d’insieme

Eventi manifestazioni

Manifestazione finale d’istituto negli eventi organizzati dalla scuola

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PROGETTO DADA - DIDATTICA PER AMBIENTI DI APPRENDIMENTO

Il progetto DADA nasce infatti dall’esigenza di valorizzare l'eccellenza del nostro sistema educativo e,

allo stesso tempo, da una tensione verso il superamento di modelli formativi di carattere trasmissivo,

sostanzialmente passivi, che mostrano la loro inadeguatezza di

fronte alle sfide attuali. La scuola funziona per “aula–ambiente di apprendimento”, assegnata a uno o

due docenti della medesima disciplina, con i ragazzi che si spostano durante i cambi d’ora.

La stessa Commissione europea, con l’introduzione del concetto di competenze chiave,

richiama una dimensione attiva dell’apprendimento: una scuola che si basi sulla

promozione delle competenze deve emanciparsi da modelli di setting standardizzati,

preferendo il modello di “laboratorio polifunzionale” dove gli studenti siano proattivi e

collaborino, lavorando anche in gruppi.

La creazione di ambienti di apprendimento funzionali a processi di insegnamento apprendimento

attivo, favorisce la diffusione, nella didattica quotidiana, di approcci operativi che tengono conto della

“piramide dell’apprendimento”, in cui una maggiore disponibilità a far “fare”, garantisce una migliore

sedimentazione delle conoscenze oltre che l’acquisizione di abilità e competenze. Gli studenti,

responsabili (proprio perché responsabilizzati di fatto), si trovano nelle condizioni di divenire sempre

più i soggetti attivi, i protagonisti, nella costruzione dei loro saperi e della loro formazione.

L’approccio “dinamico e fluido” del DADA considera gli spostamenti degli studenti uno stimolo

“energizzante” la capacità di concentrazione, come testimoniato da accreditati studi neuro scientifici,

che ci indicano come il modo migliore per attivare la mente (le sue cognizioni e le sue emozioni) sia

muovere (un po’) il corpo.

E' importante dire che per divenire un vero modello teso al successo formativo degli studenti non

basta parlare solo di spazio, ma di tanti i fattori messi insieme: lo spazio, il lavoro in gruppo tra

insegnanti, le nuove pedagogie per l’apprendimento degli studenti e così via.

Il progetto DADA prevede la sperimentazione di modelli innovativi di didattica e di organizzazione,

momenti di ricerca e di formazione, occasioni di scambio e di confronto:

se l'architettura che auspichiamo è fatta di spazi ampi, compositi, flessibili, ricchi di risorse

tecnologiche e non solo, colorati, ricomponibili, modulari, policentrici, la didattica sempre di più dovrà

disancorarsi dalla sola lezione frontale per lasciare spazio anche ai “processi collaborativi, di brain

storming, ricerca, peer teaching, rielaborazione, presentazione.

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Insomma aule laboratorio, aule di proprietà del gruppo, a responsabilità di gruppo, in cui

davvero il ruolo del docente assume il carattere di regista e facilitatore

dell’apprendimento. Le strategie didattiche per questi nuovi ambienti richiedono notevoli

competenze, profondi ripensamenti della professionalità docente, tempo per la preparazione di

nuove risorse, ma godono anche del vantaggio dato dalla collaborazione attiva offerta dai discenti

come creatori essi stessi di materiali di apprendimento aperti e riutilizzabili. Largo spazio alle

simulazioni, agli esperimenti hands-on, al gioco didattico, perché nell’apprendimento attivo è

importante imparare dall’errore, essere liberi di sbagliare senza sentirsi giudicati, aver modo di

argomentare il proprio ragionamento, di correggerlo strada facendo, di presentarlo agli altri”

Un esempio di passione per la scuola che trapela da tutto il corpo insegnanti

UNA SCUOLA DADA

Organizzata con una didattica per ambienti di apprendimento

Una radicale innovazione pedagogico–didattica e organizzativa con l’obiettivo di coniugare l’alta

qualità dell’insegnamento italiano, con la funzionalità organizzativa di matrice anglosassone. Gli

istituti funzionano per “aula–ambiente di apprendimento”, assegnata a uno o due docenti della

medesima disciplina, con i ragazzi che si spostano durante i cambi d’ora. Ciò favorisce l’adozione,

nella quotidianità scolastica, di modelli didattici funzionali a quei processi di insegnamento-

apprendimento attivo in cui gli studenti possano divenire attori principali e motivati nella costruzione

dei loro saperi.

L’attuazione di DADA, con la creazione di ambienti di apprendimento attivi dove gli studenti

diventano sempre di più soggetti positivi della propria formazione, intende favorire la diffusione, nella

didattica quotidiana, di approcci operativi che tengono conto della “piramide dell’apprendimento” in

cui il “fare” garantisce una migliore sedimentazione delle conoscenze oltre che l’acquisizione di

abilità e competenze.

Il ripensamento della modalità di fruizione degli spazi educativi implica una necessaria fluttuazione da

parte degli studenti tra le “isole didattiche”. Tale approccio “dinamico e fluido”, considera gli

spostamenti degli studenti buona occasione per l’ottimizzazione dei tempi morti, nei cambi d’ora, e

stimolo “energizzante” la capacità di concentrazione come testimoniato da accreditati studi

neuroscientifici.

In quest’ottica il progetto DADA nasce dall’idea di valorizzare il buono del nostro sistema educativo,

migliorare ed incrementare il successo scolastico di ciascuno studente favorendone dinamiche

motivazionali e di apprendimento efficaci per l’acquisizione delle abilità di studio proprie del Lifelong

Learning.

Il progetto DADA ha l’ambizione di concretizzare tale modello di innovatività didattico-organizzativa,

su base tecnologica, ponendosi come paradigma metodologico disseminabile e trasferibile in altri

contesti. La sfida consiste proprio nella sua realizzazione operativa rimanendo praticamente invariati

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molti dei fattori che determinano il sistema scolastico italiano. Nel tempo tutte le aule–laboratorio

della scuola saranno multifunzionali e dotate di tecnologie 2.0, piattaforme multimediali, di e-

learning, con banchi modulari che aiutano a creare un ambiente di apprendimento che favorisce le

didattiche basate sulla logica costruttivistica, collaborativa ed inclusiva.

Il futuro è oggi l’ambiente-aula non è più asettica e spoglia, ma vibrante e unica, perché non più

condivisa da tanti docenti, e caratterizzata dal proprio materiale didattico. Il Dada, spingerà i docenti

a sentirsi parte di qualcosa di nuovo e importante e a voler personalizzare le aule che vedono

finalmente come «loro» spazi

Gli ambienti di apprendimento come dimensione metodologio-didattica privilegiata è fondamentale

perché permette di:

valorizzare l’esperienza e le conoscenze degli alunni

attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità

favorire l’esplorazione e la scoperta

incoraggiare l’apprendimento collaborativo

promuovere la consapevolezza del proprio modo di apprendere

realizzare attività didattiche in forma di laboratorio. L’ambiente di apprendimento è un luogo fisico e virtuale, un luogo mentale

Luogo fisico o virtuale: - spazi a disposizione - sistemazione funzionale dell’aula - strumentazioni, sussidi - disposizione delle persone

Luogo mentale: - caratteristiche del compito - azioni richieste - modalità relazionali sollecitate - tipo di valutazione - azione di sostegno del docente (scaffolding) - clima emotivo e cognitivo.

Integrare in modo coerente e interagente: - gli elementi fisici - i contenuti - gli obiettivi - le modalità per raggiungerli

Ambienti caratterizzati da… • Costruzione e non riproduzione di saperi. • Situazioni di apprendimento basate su casi realistici. • Rappresentazioni multiple e complesse della realtà. • Pratiche riflessive e metacognitive. • Apprendimento collaborativo (comunità di apprendimento). • Utilizzo delle ICT. • Autodeterminazione del percorso (e degli obiettivi) da parte del discente • Molteplicità delle piste percorribili per consentire un processo ricorsivo. Progetto “ Dada ” e significa “didattica in ambienti di apprendimento”, gli spazi diventano protagonisti, assumono una dimensione, una loro identità. Basta con le aule tutte uguali, senza carattere, senza specificità. Le classi con il metodo “Dada” diventano tematiche e i ragazzi girano di aula in aula, mentre i professori restano nello stesso spazio, ad aspettare i ragazzi al cambio dell’ora. Gli ultimi risultati delle neuroscienze confermano che il movimento è un fattore vincente per

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l’approccio alle attività scolastiche. Le singole aule colorate, a seconda della materia, stimolano alcuni sentimenti, agendo infatti sugli stati d’animo e migliorano la condizione mentale oltre a rendere più piacevole e felice l’esperienza a scuola. Nell’applicazione di questo metodo gli studenti sono maggiormente stimolati e in più le aule sono state personalizzate per lo studio delle materie, attrezzate con materiali specifici sempre disponibili. Tutto ciò ci mette di fronte alla necessità di ripensare gli spazi delle nostre scuole nell’ottica di una didattica diversa, innovativa, capace di cogliere i necessari cambiamenti della popolazione studentesca. Da troppi anni gli istituti del nostro Paese sono stati concepiti con una separazione delle aule, con un turnare degli insegnanti, con classi che dispongono i banchi nei classici modi. Il mondo degli architetti ha il dovere di fare una seria riflessione con i pedagogisti e con chi ogni giorno lavora nelle scuole per iniziare a pensare ad una progettualità diversa che metta al centro il bambino, il ragazzo, l’adolescente o il giovane. Abbiamo bisogno di una didattica che si sposi con i luoghi: avere delle aule attrezzate per ogni materia significa dare dignità a geografia, a storia, all’educazione musicale, all’educazione civica.

REGOLAMENTO DADA

regole da rispettare durante gli spostamenti tra i diversi ambienti di apprendimento:

Si cammina a destra dei corridoi, possibilmente in fila indiana in modo da favorire il flusso anche

nell’altro verso di marcia.

Gli spostamenti devono avvenire in silenzio nel rispetto degli alunni che contemporaneamente

stanno svolgendo l’attività didattica in altre aule.

Gli alunni raggiungono l’aula prevista dall’orario delle lezioni entro 4 minuti.

Gli spostamenti avvengono a “gruppi classe” pertanto nessuno deve isolarsi dal proprio gruppo. I

rappresentanti di classe uscenti o alunni appositamente designati faranno da “apri fila” e “chiudi

fila”.

Durante lo spostamento è assolutamente vietato recarsi in altri ambienti, inclusi i bagni. Ciò sarà

possibile solo dopo aver ricevuto l’assenso del docente dopo che questi ha rilevato le presenze

dell’ora.

Durante la ricreazione gli zaini verranno portati nell’aula dell’ora successiva all’intervallo entro 4

minuti dal suono della campanella. I docenti, infatti, potranno chiudere la propria aula durante

l’intervallo dopo 4 minuti di attesa della classe dell’ora successiva.

Se all’uscita dall’aula è in corso il transito di altre classi, si dovrà attendere nella propria aula fino al

completo passaggio dei gruppi.

Nel caso la classe trovi l’aula chiusa dovrà attendere il docente in fila indiana accostata al muro in

modo da favorire il transito delle altre classi.

Nel caso fosse ancora in corso la lezione nell’aula di destinazione la classe che deve entrare

attenderà in fila indiana accostata al muro fino alla completa uscita dell’altra classe.

Nel caso di un incrocio di più flussi bisogna sempre dare la precedenza al gruppo che proviene da

destra.

Qualsiasi violazione delle suddette regole sarà soggetta a sanzione come da Regolamento di Disciplina

vigente.

I docenti sono invitati a supportare gli alunni con chiarimenti e suggerimenti affinché gli spostamenti avvengano con rapidità ed efficacia.

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Progetto di promozione del “MINIRUGBY” presso le Scuole

ASPETTI PEDAGOGICI DEL GIOCO DEL RUGBY

I principi fondamentali del gioco sono: avanzare, sostenere e continuare ad avanzare e a sostenere in ogni

situazione di gioco. Sia quando ci si trova in possesso del pallone sia nel caso contrario, è sempre

necessario avanzare, per mettere sotto pressione l'avversario, ed è sempre necessario sostenere il

compagno che attacca o difende.

Sono proprio questi principi che rendono il gioco del rugby fortemente educativo e formativo perché insegna ai ragazzi: · ad avanzare sempre, cosi come dovranno fare nella vita, sia nelle situazioni positive sia in quelle negative, perseverando nell'impegno senza mai scoraggiarsi; · a sostenere sempre il proprio compagno, stimolando cosi il senso di solidarietà e lo spirito di cooperazione, rendendo calzante a pennello per il rugby il motto "uno per tutti, tutti per uno". A tale proposito, ci piace riportare il parere di un operatore psicopedagogico: "la preparazione per la vita: disciplina, rigore, altruismo. Non credo ci sia uno spettacolo più gioioso, esaltante ed entusiasmante di una

partita di minirugby giocata da bambini e bambine. La serietà dell'impegno e la concentrazione nello

sforzo di superarsi sono seconde solo alla passione "ancestrale" del gareggiare con la palla. Ma il

minirugby è uno sport di squadra e insegna non solo la destrezza finalizzata a superare l'avversario, ma

anche la cooperazione di un gruppo, la disciplina e il rigore dell'azione. Non c'è scuola migliore per

prepararsi alla vita".

Il rugby è sport di contatto e di combattimento: da ciò deriva uno sviluppo delle capacità di autocontrollo

dei praticanti. Sono infatti tante le situazioni nelle quali l'aggressività e la determinazione, che

rappresentano qualità ricercate nel giocatore di alto livello, devono essere controllate e non possono, mai

e per nessun motivo, sfociare nella violenza fine a se stessa.

Ecco perché:

· in molti paesi anglosassoni il rugby, gioco nato in una scuola e codificato nelle regole fondamentali nella

scuola stessa, è inserito nei programmi scolastici e viene proposto agli studenti di ogni ordine e grado sia

come materia di studio sia come primaria attività sportiva;

· tutti gli anni, alla finale di campionato scolastico della provincia di Dublino (Irlanda), sono presenti oltre

15.000 persone tra studenti, insegnanti, genitori e famigliari, tutti rigorosamente vistiti con le maglie dei

colleges finalisti;

in Inghilterra la sfida sportiva studentesca più seguita dal pubblico e dai media è l'annuale sfida tra le

università di Cambridge e di Oxford, nella quale si scontrano ormai da decenni due scuole rugbistiche che,

seppur diverse nel modo di intendere il gioco, forniscono oltre ai manager del futuro anche i migliori atleti

britannici;

Siamo fortemente convinti che la nostra proposta per il mondo della scuola possa trovare interlocutori

validi e interessati.

IL RUGBY E I BAMBINI: OBIETTIVI METODOLOGICI IL BAMBINO CONOSCE TRAMITE IL FARE

Il "fare" che noi utilizziamo è il gioco del rugby, con fasi di contatto controllato, che valorizza il gioco di

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squadra e che sviluppa le capacità condizionali e coordinative del bambino.

Naturalmente le fasi di contatto e la complessità del gioco sono commisurate all'ambiente della palestra e

alla capacità degli alunni: il contatto infatti è estremamente limitato, poiché il gioco sarà sviluppato in

spazzi stretti "variabili" ma sempre con l'obiettivo di imparare a evitare l'avversario, non con quello di

affrontarlo in uno scontro diretto.

Alla fine del ciclo di lezioni tutti gli alunni saranno in grado di giocare a rugby, uno sport semplice e di

facile comprensione.

Maschi e femmine partecipano insieme a tale attività, poiché a questa età lo sviluppo fisico e fisiologico

non ha ancora evidenziato differenze apprezzabili, con il duplice vantaggio di permettere un'esperienza

non vincolata a capacità motorie gia acquisite da uno solo dei due sessi e di sviluppare, quindi, una buona

integrazione tra i maschi e le femmine. Inoltre, cimentarsi con uno sport "nuovo" permette anche una

migliore integrazione tra etnie differenti, svincolato come è da esperienze pregresse.

L'impostazione metodologica basata sul gioco permette di assicurare la necessaria spontaneità di

espressione e di tenere alto il livello di attenzione.

OBIETTIVI METODOLOGICI

IL RISPETTO DELLE REGOLE

Qualsiasi gioco o esercitazione motoria prevede la conoscenza e il rispetto di regole di comportamento. Gli

alunni devono imparare, attraverso il gioco di squadra, che l'infrazione non nuoce solo a chi la commette,

ma a tutta la squadra. Devono interiorizzare, con un processo più razionale, che rispettando le regole si

possono raggiungere gli obiettivi prefissi. Tutto questo gli alunni lo imparano giocando, poiché il gioco

diventa il

"trucco" con il quale l'educatore trasmette un concetto complesso come quello del rispetto delle regole.

Il rispetto dei compagni immediatamente conseguente al rispetto delle regole è l'importantissimo rispetto

dei compagni. Attraverso questo concetto gli alunni imparano relazionarsi con gli altri e quindi a

collaborare o competere in maniera costruttiva.

Essendo il gioco del rugby uno sport di squadra (e di contatto), il gioco stesso insegnerà agli alunni che i

compagni, che ti consentono di giocare, fanno parte dello stesso gruppo di persone che condivide le stesse

fatiche, le stesse gioie e le stesse delusioni. Naturalmente il ruolo dell'educatore in questa fase è

fondamentale:

egli rinforzerà ogni atteggiamento di incoraggiamento tra compagni e condannerà ogni rimprovero tra di

essi.

LA COLLABORAZIONE

Dovendo giocare in squadre, gli alunni devono imparare a collaborare per raggiungere un obiettivo

comune.

Generalmente, nel rispetto dello sviluppo del ragazzo, è bene partire da una risoluzione individuale del

problema: ogni persona è naturalmente predisposta a concentrarsi prima sulla propria persona e sulle

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proprie potenzialità, poi sulla cooperazione con il gruppo. È positivo che tutti i ragazzi provino una

risoluzione personale della situazione: molti individui passano la palla al compagno apparentemente per

cooperare, in realtà solo per scaricare la difficoltà ad altri. Così facendo, però, non riusciranno mai a

conoscere le effettive potenzialità del proprio corpo.

Fino a 9-10 anni la collaborazione viene vissuta come un insieme di compiti individuali affiancati ma

divisi, ovvero il lavoro del compagno inizia dove finisce il proprio, mentre dopo i 10 anni si elabora un

concetto più complesso, cioè che con tanti sforzi congiunti, insieme si arriva a un obiettivo comune

sacrificando le ambizioni personali per mettersi al servizio del bene della squadra. Questo insegna agli

alunni che nessuno è inutile all'obiettivo comune, ma che ognuno può partecipare al raggiungimento dello

stesso mettendo a disposizione della squadra le sue capacità. Viene cosi stimolata la valorizzazione delle

capacità personali, la solidarietà e l'attitudine al lavoro di gruppo. Naturalmente l'educatore in questa fase

incoraggerà tutte le iniziative di collaborazione tra compagni e cercherà di correggere l'individualismo

sfrenato che spesso rappresenta un grosso problema negli alunni che non hanno superato la fase

dell'egocentrismo.

IL RISPETTO DELL'AVVERSARIO

È questo l'elemento che rende intelligente il gioco: senza l'avversario non si creerebbero quelle varietà e

quantità di problematiche belle da dover risolvere (come posso superare il mio rivale: aggirandolo +

spingendolo indietro + con l'aiuto di un compagno + scavalcandolo con un calcio a seguire + ecc.) ed è

pertanto fondamentale che l'alunno impari subito a capire che senza l'avversario il rugby non può essere

giocato. Inoltre il fatto che il nostro è uno sport di contatto "o di combattimento" fa sì che l'alunno sviluppi

subito il rispetto dell'avversario più che negli sport senza contatto.

Nel gioco del rugby alla fine di ogni partita, com'è tradizione, verrà chiesto ai giocatori di formare un

"corridoio", attraverso il quale far passare gli avversari per salutarli stringendo loro la mano, per

sottolineare il fatto che essere avversari non significa essere nemici.

LA FIDUCIA IN SE STESSI

Raggiungere degli obiettivi, segnare una meta, riuscire a eseguire le esercitazioni motorie proposte

permette a bambini di aumentare la fiducia in se stessi. Attraverso il corpo e il movimento gli allievi

accrescono la consapevolezza nei propri mezzi e, provando, si accorgono di essere in grado di affrontare

anche situazioni complesse. Per raggiungere questo obiettivo gli educatori propongono esercitazioni

commisurate alle capacità degli allievi e con difficoltà progressive, prima globali e poi specifiche,

permettendo ai bambini di non affrontare ostacoli che non siano in grado di superare.