Profeti di un nuovo futuro - Vatican News...Di qui la riflessione muove verso la dimensione della...

8
Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00 L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO Unicuique suum POLITICO RELIGIOSO Non praevalebunt Anno CLX n. 123 (48.447) Città del Vaticano domenica 31 maggio 2020 . y(7HA3J1*QSSKKM( +"!"!\!@!# LABORATORIO DOPO LA PANDEMIA A colloquio con il vescovo Mario Grech Uno stile sinodale come antidoto alla chiusura di ALESSANDRO GISOTTI «S i commetterebbe un sui- cidio se, dopo la pande- mia, si tornasse agli stes- si modelli pastorali di prima». Così in una lettera ai sacerdoti della sua diocesi, quella maltese di Gozo, mons. Mario Grech, pro-segretario generale del Sinodo dei vescovi qualche giorno fa. Un’esortazione molto forte dal quale siamo partiti per un confronto a tutto campo su limiti e risorse pastorali emerse in questo periodo di confinamento forzato a causa della pandemia. Una situazione, sottolinea in un dialogo con «L’Osservatore Roma- no» e Vatican News, che «ha scos- so le fondamenta che pensavamo incrollabili, come abbiamo osserva- to nel settore economico, scientifi- co, politico». Una situazione inedi- ta che non poteva non investire an- che la Chiesa. «Papa Francesco — osserva il presule — continuamente fa un richiamo riguardo il bisogno della conversione pastorale». E questo, aggiunge, lo si è avvertito in modo evidente durante la pan- demia quando sono emerse nuove «esperienze che ci aiutano a con- templare il volto di Cristo». Mons. Grech mette in guardia dal ridursi a una «chiesa della sa- grestia, ritirata dalle strade, o che si accontenta di proiettare la sagre- stia nella strada». Osserva quindi che questi ultimi mesi di isolamen- to, sofferenza e dolore sono stati anche «un’opportunità (un kairos ) per l’aggiornamento e la creatività pastorale» e questo deve convincer- ci che non possiamo ritornare «alle modalità che impiegavamo prima della pandemia». Un periodo che, ammonisce, ha fatto anche emerge- re tra alcuni cristiani, consacrati e laici, «uno schema di forte clerica- lismo». Il presule maltese cita le parole di Georges Bernanos sul “cristianesimo decomposto”. «A che vale la professione della fede — si chiede — se poi questa stessa fe- de non diventa lievito che trasfor- ma l’impasto della vita?». Di qui la riflessione muove verso la dimensione della “chiesa dome- stica” che ha avuto un rinnovato impulso in questi ultimi mesi con- NOSTRE INFORMAZIONI CONTINUA A PAGINA 3 Ai preti di Roma il Pontefice chiede di lasciarsi sorprendere dalla grazia del Risorto e dalla forza umile e fedele del popolo Profeti di un nuovo futuro Coraggio, discernimento, speranza per trovare risposte creative alla crisi dovuta al covid-19 Il Papa chiama i sacerdoti di Roma ad «annunciare e profetizzare il fu- turo», ricordando che la fase del do- po pandemia esige coraggio, discer- nimento e speranza per «instaurare un tempo sempre nuovo: il tempo del Signore». Francesco si rivolge direttamente al clero della sua diocesi — che que- st’anno, proprio a causa della crisi sanitaria, non ha potuto incontrare com’è tradizione nel periodo quare- simale — attraverso una lettera resa nota nel pomeriggio di sabato 30 maggio. Un testo dal tono familiare e dal timbro paterno, che offre al ve- scovo di Roma l’opportunità di con- fermare la sua vicinanza ai sacerdoti (con i quali è stato costantemente in contatto nei giorni della pandemia attraverso i mezzi di comunicazione sociale) e la sua volontà di accompa- gnare, condividere e confermare il loro cammino, invitandoli ad ali- mentare «quella speranza contagiosa che si coltiva e si rafforza nell’incon- tro con gli altri e che, come dono e compito, ci è data per costruire la nuova “normalità” che tanto deside- riamo». Con parole toccanti il Pontefice evoca i giorni della sofferenza e dell’isolamento che hanno scandito la fase più grave dell’emergenza. Dà atto all’impegno profuso dai sacer- doti romani ma riconosce che la crisi ha messo in discussione «i nostri modi abituali di relazionarci, orga- nizzare, celebrare, pregare, convoca- re e persino affrontare i conflitti». E siccome «dalla tribolazione e dalle esperienze dolorose non si esce uguali a prima», esorta a essere «vi- gilanti e attenti» per evitare «le ten- tazioni che minacciano di intrappo- larci in un’atmosfera di sconcerto e confusione, per poi farci cadere in un andazzo che impedirà alle nostre comunità di promuovere la vita nuo- va che il Signore Risorto ci vuole donare». «Ogni tempo — insiste il Papa — è adatto per l’annuncio della pace, nessuna circostanza è priva della sua grazia». Per questo la presenza del Signore «in mezzo al confinamento e alle assenze forzate annuncia... un nuovo giorno capace di mettere in discussione l’immobilità e la rasse- gnazione e di mobilitare tutti i doni al servizio della comunità». Da qui l’invito pressante del Pontefice: «La- sciamoci sorprendere ancora una volta dal Risorto... Che sia Lui — è l’auspicio di Francesco — a insegnar- ci ad accompagnare, curare e fasciare le ferite del nostro popolo». E «che questo popolo — aggiunge — ci inse- gni a plasmare e temperare il nostro cuore di pastori con la mitezza e la compassione, con l’umiltà e la ma- gnanimità della resistenza attiva, so- lidale, paziente e coraggiosa, che non resta indifferente, ma smentisce e smaschera ogni scetticismo e fatali- smo». Come «sacerdoti, figli e mem- bri di un popolo sacerdotale — ricor- da ancora una volta a conclusione della lettera — ci spetta assumere la responsabilità per il futuro e proiet- tarlo come fratelli». PAGINA 8 Il rosario di sabato, la messa e il Regina Caeli di domenica Pentecoste con Francesco Ci saranno quattordici persone che stanno vivendo sulla propria pelle il dramma della pandemia a recitare con Papa Francesco il rosario, sa- bato 30 maggio, alle 17.30, davanti alla grotta di Lourdes nei Giardini vaticani. La celebrazione mariana sarà trasmessa in diretta mondovisio- ne, in collegamento con alcuni santuari italiani e internazionali attra- verso un “ponte di preghiera”. E proprio con il rosario, a conclusione del mese mariano, Francesco riaffermerà la sua vicinanza a ogni perso- na, in particolare alle categorie più fragili e più esposte alla crisi sani- taria e all’emergenza sociale causate dal virus. Domenica mattina, alle 10, il vescovo di Roma rilancerà la sua preghiera celebrando la messa della domenica di Pentecoste all’altare della Cattedra della basilica va- ticana. Successivamente, alle 12, guiderà la recita del Regina Caeli af- facciandosi alla finestra dello studio privato del Palazzo apostolico. Le forze dell’ordine garantiranno l’accesso in sicurezza in piazza San Pie- tro e avranno cura che i fedeli possano rispettare la necessaria distanza interpersonale. IL NUMERO DI GIUGNO La giornata per gli ammalati e gli operatori della salute Il sollievo è sempre possibile ROSSANA RUGGIERO A PAGINA 2 Cinquant’anni dalla morte di Giuseppe Ungaretti NICOLA BULTRINI E DAVIDE ROND ONI A PAGINA 4 I 50 anni dell’Ordo virginum DONATELLA COALOVA ELENA LUCIA BOLCHI E SERENELLA DEL CINQUE A PAGINA 7 ALLINTERNO Dopo l’uccisione di George Floyd, il presidente Trump pronto a schierare l’esercito in Minnesota S’infiamma la protesta a Minneapolis BARBARA JATTA A PAGINA 5 Il 1° giugno r i a p ro n o i Musei vaticani Da oggi on line Il Santo Padre ha ricevuto que- sta mattina in udienza gli Emi- nentissimi Cardinali: — Marc Ouellet, Prefetto del- la Congregazione per i Vescovi; — Luis Antonio G. Tagle, Pre- fetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli. Il Santo Padre ha accettato la rinuncia di Sua Eccellenza Monsignor Gregorio Nicanor Peña Rodríguez all’ufficio di Vescovo della Diocesi di Nue- stra Señora de la Altagracia en Higüey (Repubblica Dominica- na). Erezioni di Provincie Ecclesiastiche e relative Provviste Il Santo Padre ha eretto la Provincia Ecclesiastica di Pointe-Noire (Repubblica del Congo), elevando la Diocesi in parola a Chiesa Metropolitana, assegnandole come Chiese suffraganee le Diocesi di Dolisie e Nkayi, e ha nominato primo Arcivescovo Metropolita Sua Eccellenza Monsignor Miguel Ángel Olaverri Arroniz, S.D.B., attuale Vescovo di Pointe-Noire. Il Santo Padre ha eretto la Provincia Ecclesiastica di Owando (Repubblica del Con- go), elevandola a Chiesa Metro- politana, assegnandole come Chiese suffraganee le Diocesi di Impfondo e Ouesso, e ha nomi- nato primo Arcivescovo Metro- polita Sua Eccellenza Monsi- gnor Victor Abagna Mossa, fi- nora Vescovo della medesima Sede. Provvista di Chiesa Il Santo Padre ha nominato Vescovo della Diocesi di Nue- stra Señora de la Altagracia en Higüey (Repubblica Dominica- na), Sua Eccellenza Monsignor Jesús Castro Marte, trasferendo- lo dalla sede titolare di Giufi e dall’incarico di Vescovo Ausilia- re di Santo Domingo. Nomina di Vescovo Ausiliare Il Santo Padre ha nominato Vescovo Ausiliare della Diocesi di Umuahia (Nigeria), il Reve- rendo Michael Kalu Ukpong, del clero di Umuahia, finora Cancelliere della medesima Dio- cesi e Parroco di St. Theresa’s Parish, assegnandogli la sede ti- tolare di Igilgili. PUNTI DI RESISTENZA La storica libreria Shakespeare and Company e il digitale GABRIELE NICOLÒ A PAGINA 5 Aiuti del Papa allo Zambia per l’e m e rg e n z a sanitaria Il Papa ha donato alla Conferenza episcopale dello Zambia tre ventila- tori e diversi dispositivi medici per rispondere all’emergenza provocata dalla pandemia. A consegnare il ma- teriale è stato il nunzio apostolico, monsignor Gianfranco Gallone. In particolare, i tre ventilatori sono de- stinati al Cardinal Adam Memorial Hospital di Lusaka, al Chilonga Mission Hospital, nella provincia di Muchinga, e al St. Dominic’s Mis- sion Hospital, nella provincia del Copperbelt. Con questo dono Fran- cesco vuole dare un piccolo contri- buto a chi soffre e non ha mezzi per curarsi, ha spiegato l’arcivescovo Gallone. Aggiungendo che il Papa è preoccupato per chi ha perso il lavo- ro e non ha cibo. La Chiesa in Zam- bia si è subito mobilitata per i più deboli e lo stesso ha fatto, con un progetto specifico, anche la Provin- cia della Compagnia di Gesù. WASHINGTON, 30. S’infiamma la protesta per l’uccisione dell’afroa- mericano George Floyd da parte di agenti bianchi. Proteste sono in corso a Minneapolis, dove sono sta- te arrestate 50 persone, e in diverse altre città degli Stati Uniti. A Wa- shington si sono svolte manifesta- zioni e proteste di fronte alla Casa Bianca: i manifestanti hanno lancia- to acqua contro gli agenti dei servi- zi segreti schierati, mentre alcuni denunciano sui social l’uso dei la- crimogeni sulla folla. Nella Casa Bianca è anche scattato l’allarme quando i dimostranti, che si erano riuniti nei pressi della Pennsylvania Avenue, sono riusciti a superare le transenne del Secret Service e si so- no scontrati con la polizia. La National Guard del Minneso- ta ha deciso di rafforzare la sua presenza a Minneapolis schierando, entro domani, 1.700 soldati. Lo ha annunciato il generale Jon Jensen, sottolineando che si tratta del più grande dispiegamento della storia dello stato. Il presidente Donald Trump ha messo in allerta l’eserci- to. Trump ieri ha telefonato alla fa- miglia di Floyd per assicurare che sarà fatta giustizia. «Comprendo il dolore, la famiglia di George ha di- ritto alla giustizia» ha detto. «Gli abitanti del Minnesota hanno dirit- to alla sicurezza» ha quindi aggiun- to, riferendosi alle tre notti conse- cutive di sommossa popolare. An- che il democratico Joe Biden, suo rivale nella corsa alla Casa Bianca, ha reso noto di aver parlato con la famiglia della vittima. «Nessuno di noi può voltarsi dall’altra parte. Nessuno può rimanere in silenzio» ha detto l’ex vice presidente. Sono stati nel frattempo diffusi i risultati dell’autopsia del corpo di Floyd, deceduto dopo che un agen- te bianco gli ha tenuto premuto un ginocchio sul collo per nove minu- ti. L’uomo — stando ai medici — soffriva di patologie pregresse, co- me ipertensione e coronaropatia. «Non ci sono elementi fisici che supportano una diagnosi di asfissia traumatica o di strangolamento» si legge nel referto. Intanto, ieri, un ragazzo di 19 an- ni è stato ucciso a Detroit, in Mi- chigan, da alcuni spari provenienti da un Suv. Gli spari — secondo l’Ap — erano indirizzati contro la folla che stava manifestando per l’uccisione di Floyd. Il ragazzo è morto in ospedale. Da segnalare anche che, nel pieno delle proteste a Minneapolis, è finita in manette anche una troupe della Cnn che stava trasmettendo live. Girolamo Muziano, «Pentecoste» (XVI secolo)

Transcript of Profeti di un nuovo futuro - Vatican News...Di qui la riflessione muove verso la dimensione della...

Page 1: Profeti di un nuovo futuro - Vatican News...Di qui la riflessione muove verso la dimensione della “chiesa dome-stica” che ha avuto un rinnovato impulso in questi ultimi mesi con-NOSTRE

Spedizione in abbonamento postale Roma, conto corrente postale n. 649004 Copia € 1,00 Copia arretrata € 2,00

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSO

Non praevalebunt

Anno CLX n. 123 (48.447) Città del Vaticano domenica 31 maggio 2020

.

y(7HA3J1*QSSKKM( +"!"!\!@!#

LABORATORIODOPO LA PA N D E M I A

A colloquio con il vescovo Mario Grech

Uno stile sinodalecome antidoto alla chiusura

di ALESSANDRO GISOTTI

«S i commetterebbe un sui-cidio se, dopo la pande-mia, si tornasse agli stes-

si modelli pastorali di prima». Cosìin una lettera ai sacerdoti della suadiocesi, quella maltese di Gozo,mons. Mario Grech, pro-segretariogenerale del Sinodo dei vescoviqualche giorno fa. Un’esortazionemolto forte dal quale siamo partitiper un confronto a tutto campo sulimiti e risorse pastorali emerse inquesto periodo di confinamentoforzato a causa della pandemia.Una situazione, sottolinea in undialogo con «L’Osservatore Roma-no» e Vatican News, che «ha scos-so le fondamenta che pensavamoincrollabili, come abbiamo osserva-to nel settore economico, scientifi-co, politico». Una situazione inedi-ta che non poteva non investire an-che la Chiesa. «Papa Francesco —osserva il presule — continuamentefa un richiamo riguardo il bisognodella conversione pastorale». Equesto, aggiunge, lo si è avvertitoin modo evidente durante la pan-demia quando sono emerse nuove

«esperienze che ci aiutano a con-templare il volto di Cristo».

Mons. Grech mette in guardiadal ridursi a una «chiesa della sa-grestia, ritirata dalle strade, o chesi accontenta di proiettare la sagre-stia nella strada». Osserva quindiche questi ultimi mesi di isolamen-to, sofferenza e dolore sono statianche «un’opportunità (un k a i ro s )per l’aggiornamento e la creativitàpastorale» e questo deve convincer-ci che non possiamo ritornare «allemodalità che impiegavamo primadella pandemia». Un periodo che,ammonisce, ha fatto anche emerge-re tra alcuni cristiani, consacrati elaici, «uno schema di forte clerica-lismo». Il presule maltese cita leparole di Georges Bernanos sul“cristianesimo decomposto”. «Ache vale la professione della fede —si chiede — se poi questa stessa fe-de non diventa lievito che trasfor-ma l’impasto della vita?».

Di qui la riflessione muove versola dimensione della “chiesa dome-stica” che ha avuto un rinnovatoimpulso in questi ultimi mesi con-

NOSTRE INFORMAZIONI

CO N T I N UA A PA G I N A 3

Ai preti di Roma il Pontefice chiede di lasciarsi sorprendere dalla grazia del Risorto e dalla forza umile e fedele del popolo

Profeti di un nuovo futuroCoraggio, discernimento, speranza per trovare risposte creative alla crisi dovuta al covid-19

Il Papa chiama i sacerdoti di Romaad «annunciare e profetizzare il fu-turo», ricordando che la fase del do-po pandemia esige coraggio, discer-nimento e speranza per «instaurareun tempo sempre nuovo: il tempodel Signore».

Francesco si rivolge direttamenteal clero della sua diocesi — che que-st’anno, proprio a causa della crisisanitaria, non ha potuto incontrarecom’è tradizione nel periodo quare-simale — attraverso una lettera resanota nel pomeriggio di sabato 30maggio. Un testo dal tono familiaree dal timbro paterno, che offre al ve-scovo di Roma l’opportunità di con-fermare la sua vicinanza ai sacerdoti(con i quali è stato costantemente incontatto nei giorni della pandemia

attraverso i mezzi di comunicazionesociale) e la sua volontà di accompa-gnare, condividere e confermare illoro cammino, invitandoli ad ali-

mentare «quella speranza contagiosache si coltiva e si rafforza nell’incon-tro con gli altri e che, come dono ecompito, ci è data per costruire la

nuova “normalità” che tanto deside-riamo».

Con parole toccanti il Ponteficeevoca i giorni della sofferenza edell’isolamento che hanno scanditola fase più grave dell’emergenza. Dàatto all’impegno profuso dai sacer-doti romani ma riconosce che la crisiha messo in discussione «i nostrimodi abituali di relazionarci, orga-nizzare, celebrare, pregare, convoca-re e persino affrontare i conflitti». Esiccome «dalla tribolazione e dalleesperienze dolorose non si esceuguali a prima», esorta a essere «vi-gilanti e attenti» per evitare «le ten-tazioni che minacciano di intrappo-larci in un’atmosfera di sconcerto econfusione, per poi farci cadere inun andazzo che impedirà alle nostrecomunità di promuovere la vita nuo-va che il Signore Risorto ci vuoled o n a re » .

«Ogni tempo — insiste il Papa — èadatto per l’annuncio della pace,nessuna circostanza è priva della suagrazia». Per questo la presenza delSignore «in mezzo al confinamentoe alle assenze forzate annuncia... unnuovo giorno capace di mettere indiscussione l’immobilità e la rasse-gnazione e di mobilitare tutti i donial servizio della comunità». Da quil’invito pressante del Pontefice: «La-sciamoci sorprendere ancora unavolta dal Risorto... Che sia Lui — èl’auspicio di Francesco — a insegnar-ci ad accompagnare, curare e fasciarele ferite del nostro popolo». E «chequesto popolo — aggiunge — ci inse-gni a plasmare e temperare il nostrocuore di pastori con la mitezza e lacompassione, con l’umiltà e la ma-gnanimità della resistenza attiva, so-lidale, paziente e coraggiosa, chenon resta indifferente, ma smentiscee smaschera ogni scetticismo e fatali-smo». Come «sacerdoti, figli e mem-bri di un popolo sacerdotale — ricor-da ancora una volta a conclusionedella lettera — ci spetta assumere laresponsabilità per il futuro e proiet-tarlo come fratelli».

PAGINA 8

Il rosario di sabato, la messa e il Regina Caeli di domenica

Pe n t e c o s t econ Francesco

Ci saranno quattordici persone che stanno vivendo sulla propria pelleil dramma della pandemia a recitare con Papa Francesco il rosario, sa-bato 30 maggio, alle 17.30, davanti alla grotta di Lourdes nei Giardinivaticani. La celebrazione mariana sarà trasmessa in diretta mondovisio-ne, in collegamento con alcuni santuari italiani e internazionali attra-verso un “ponte di preghiera”. E proprio con il rosario, a conclusionedel mese mariano, Francesco riaffermerà la sua vicinanza a ogni perso-na, in particolare alle categorie più fragili e più esposte alla crisi sani-taria e all’emergenza sociale causate dal virus. Domenica mattina, alle10, il vescovo di Roma rilancerà la sua preghiera celebrando la messadella domenica di Pentecoste all’altare della Cattedra della basilica va-ticana. Successivamente, alle 12, guiderà la recita del Regina Caeli af-facciandosi alla finestra dello studio privato del Palazzo apostolico. Leforze dell’ordine garantiranno l’accesso in sicurezza in piazza San Pie-tro e avranno cura che i fedeli possano rispettare la necessaria distanzainterp ersonale.

IL NUMERO DI GIUGNO

La giornata per gli ammalatie gli operatori della salute

Il sollievoè sempre possibile

ROSSANA RUGGIERO A PA G I N A 2

Cinquant’annidalla mortedi Giuseppe Ungaretti

NICOLA BU LT R I N I E DAV I D E ROND ONIA PA G I N A 4

I 50 annidell’Ordo virginum

DO N AT E L L A CO A L O VAELENA LUCIA BOLCHI

E SERENELLA DEL CINQUE A PA G I N A 7

ALL’INTERNO

Dopo l’uccisione di George Floyd, il presidente Trump pronto a schierare l’esercito in Minnesota

S’infiamma la protesta a Minneapolis

BARBARA JAT TA A PA G I N A 5

Il 1° giugnor i a p ro n o

i Musei vaticani

Da oggi on line

Il Santo Padre ha ricevuto que-sta mattina in udienza gli Emi-nentissimi Cardinali:

— Marc Ouellet, Prefetto del-la Congregazione per i Vescovi;

— Luis Antonio G. Tagle, Pre-fetto della Congregazione perl’Evangelizzazione dei Popoli.

Il Santo Padre ha accettato larinuncia di Sua EccellenzaMonsignor Gregorio NicanorPeña Rodríguez all’ufficio diVescovo della Diocesi di Nue-stra Señora de la Altagracia enHigüey (Repubblica Dominica-na).

E re z i o n idi Provincie Ecclesiastiche

e relative ProvvisteIl Santo Padre ha eretto la

Provincia Ecclesiastica diPointe-Noire (Repubblica delCongo), elevando la Diocesi inparola a Chiesa Metropolitana,assegnandole come Chiesesuffraganee le Diocesi di Dolisiee Nkayi, e ha nominato primoArcivescovo Metropolita SuaEccellenza Monsignor MiguelÁngel Olaverri Arroniz, S.D.B.,attuale Vescovo di Pointe-Noire.

Il Santo Padre ha eretto laProvincia Ecclesiastica diOwando (Repubblica del Con-go), elevandola a Chiesa Metro-politana, assegnandole comeChiese suffraganee le Diocesi diImpfondo e Ouesso, e ha nomi-nato primo Arcivescovo Metro-polita Sua Eccellenza Monsi-gnor Victor Abagna Mossa, fi-nora Vescovo della medesimaSede.

Provvista di ChiesaIl Santo Padre ha nominato

Vescovo della Diocesi di Nue-stra Señora de la Altagracia enHigüey (Repubblica Dominica-na), Sua Eccellenza MonsignorJesús Castro Marte, trasferendo-lo dalla sede titolare di Giufi edall’incarico di Vescovo Ausilia-re di Santo Domingo.

Nominadi Vescovo Ausiliare

Il Santo Padre ha nominatoVescovo Ausiliare della Diocesidi Umuahia (Nigeria), il Reve-rendo Michael Kalu Ukpong,del clero di Umuahia, finoraCancelliere della medesima Dio-cesi e Parroco di St. Theresa’sParish, assegnandogli la sede ti-tolare di Igilgili.

PUNTI DI RESISTENZA

La storica libreriaShakespeare and Companye il digitale

GABRIELE NICOLÒ A PA G I N A 5

Aiuti del Papaallo Zambia

per l’e m e rg e n z asanitaria

Il Papa ha donato alla Conferenzaepiscopale dello Zambia tre ventila-tori e diversi dispositivi medici perrispondere all’emergenza provocatadalla pandemia. A consegnare il ma-teriale è stato il nunzio apostolico,monsignor Gianfranco Gallone. Inparticolare, i tre ventilatori sono de-stinati al Cardinal Adam MemorialHospital di Lusaka, al ChilongaMission Hospital, nella provincia diMuchinga, e al St. Dominic’s Mis-sion Hospital, nella provincia delCopperbelt. Con questo dono Fran-cesco vuole dare un piccolo contri-buto a chi soffre e non ha mezzi percurarsi, ha spiegato l’a rc i v e s c o v oGallone. Aggiungendo che il Papa èpreoccupato per chi ha perso il lavo-ro e non ha cibo. La Chiesa in Zam-bia si è subito mobilitata per i piùdeboli e lo stesso ha fatto, con unprogetto specifico, anche la Provin-cia della Compagnia di Gesù.

WASHINGTON, 30. S’infiamma laprotesta per l’uccisione dell’a f ro a -mericano George Floyd da parte diagenti bianchi. Proteste sono incorso a Minneapolis, dove sono sta-te arrestate 50 persone, e in diversealtre città degli Stati Uniti. A Wa-shington si sono svolte manifesta-zioni e proteste di fronte alla CasaBianca: i manifestanti hanno lancia-to acqua contro gli agenti dei servi-zi segreti schierati, mentre alcunidenunciano sui social l’uso dei la-crimogeni sulla folla. Nella Casa

Bianca è anche scattato l’allarmequando i dimostranti, che si eranoriuniti nei pressi della PennsylvaniaAvenue, sono riusciti a superare letransenne del Secret Service e si so-no scontrati con la polizia.

La National Guard del Minneso-ta ha deciso di rafforzare la suapresenza a Minneapolis schierando,entro domani, 1.700 soldati. Lo haannunciato il generale Jon Jensen,sottolineando che si tratta del piùgrande dispiegamento della storiadello stato. Il presidente DonaldTrump ha messo in allerta l’e s e rc i -to. Trump ieri ha telefonato alla fa-miglia di Floyd per assicurare chesarà fatta giustizia. «Comprendo ildolore, la famiglia di George ha di-ritto alla giustizia» ha detto. «Gliabitanti del Minnesota hanno dirit-to alla sicurezza» ha quindi aggiun-to, riferendosi alle tre notti conse-cutive di sommossa popolare. An-che il democratico Joe Biden, suorivale nella corsa alla Casa Bianca,ha reso noto di aver parlato con lafamiglia della vittima. «Nessuno dinoi può voltarsi dall’altra parte.Nessuno può rimanere in silenzio»ha detto l’ex vice presidente.

Sono stati nel frattempo diffusi irisultati dell’autopsia del corpo diFloyd, deceduto dopo che un agen-te bianco gli ha tenuto premuto unginocchio sul collo per nove minu-ti. L’uomo — stando ai medici —soffriva di patologie pregresse, co-me ipertensione e coronaropatia.«Non ci sono elementi fisici chesupportano una diagnosi di asfissia

traumatica o di strangolamento» silegge nel referto.

Intanto, ieri, un ragazzo di 19 an-ni è stato ucciso a Detroit, in Mi-chigan, da alcuni spari provenientida un Suv. Gli spari — secondol’Ap — erano indirizzati contro lafolla che stava manifestando perl’uccisione di Floyd. Il ragazzo èmorto in ospedale. Da segnalareanche che, nel pieno delle protestea Minneapolis, è finita in manetteanche una troupe della Cnn chestava trasmettendo live.

Girolamo Muziano, «Pentecoste» (XVI secolo)

Page 2: Profeti di un nuovo futuro - Vatican News...Di qui la riflessione muove verso la dimensione della “chiesa dome-stica” che ha avuto un rinnovato impulso in questi ultimi mesi con-NOSTRE

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 2 domenica 31 maggio 2020

L’OSSERVATORE ROMANOGIORNALE QUOTIDIANO

Unicuique suum

POLITICO RELIGIOSONon praevalebunt

Città del Vaticano

o r n e t @ o s s ro m .v aw w w. o s s e r v a t o re ro m a n o .v a

ANDREA MONDAdirettore responsabile

Giuseppe Fiorentinov i c e d i re t t o re

Piero Di Domenicantoniocap oredattore

Gaetano Vallinisegretario di redazione

Servizio vaticano: [email protected] internazionale: [email protected] culturale: [email protected] religioso: [email protected]

Servizio fotografico: telefono 06 698 84797, fax 06 698 [email protected] w w w. p h o t o .v a

Segreteria di redazionetelefono 06 698 83461, 06 698 84442

fax 06 698 83675segreteria.or@sp c.va

Tipografia VaticanaEditrice L’Osservatore Romano

Tariffe di abbonamentoVaticano e Italia: semestrale € 99; annuale € 198Europa: € 410; $ 605Africa, Asia, America Latina: € 450; $ 665America Nord, Oceania: € 500; $ 740Abbonamenti e diffusione (dalle 8 alle 15.30):telefono 06 698 99480, 06 698 99483fax 06 69885164, 06 698 82818,[email protected] diffusione.or@sp c.vaNecrologie: telefono 06 698 83461, fax 06 698 83675

Concessionaria di pubblicità

Il Sole 24 Ore S.p.A.System Comunicazione Pubblicitaria

Sede legaleVia Monte Rosa 91, 20149 Milanotelefono 02 30221/3003fax 02 30223214

s e g re t e r i a d i re z i o n e s y s t e m @ i l s o l e 2 4 o re . c o m

Aziende promotricidella diffusione

Intesa San Paolo

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù

Società Cattolica di Assicurazione

Mentre in America Latina si va verso il milione di contagi e le cinquantamila vittime

L’Unhcr chiede di non dimenticarei migranti venezuelani

In Italia una giornata per gli ammalati e gli operatori della salute

Il sollievoè sempre possibile

Personale sanitario a Maracaibo (Epa)

di ROSSANA RUGGIERO

Curare per guarire è spessopossibile, prendersi cura peril sollievo è sempre possibi-

le. È questo il tema della Giornatanazionale del sollievo che vienepromossa annualmente dalla Fon-dazione nazionale Gigi Ghirotti diRoma, nell’ultima domenica delmese di maggio, di concerto con ilministero della Salute, la Conferen-za delle regioni e delle provinceautonome e il sostegno dell’Ufficioper la pastorale della salute dellaConferenza episcopale italiana.

La Giornata, istituita nel 2001 egiunta alla sua diciannovesima edi-zione, ha il chiaro intento di pro-muovere la cultura del sollievo, in-nanzitutto per le persone ammalatee per coloro che stanno vivendo imomenti ultimi della vita nella sof-ferenza fisica, psicologica e spiri-tuale, ma anche per tutti coloroche operano nell’ambito sanitario eassistenziale prendendosi cura nonsolo degli ammalati, ma anche del-le loro famiglie.

Quest’anno la Giornata assumeun carattere peculiare, ricorrendoanche il decennale della entrata invigore della Legge 15 marzo 2010,n. 38 concernente «Disposizioniper garantire l’accesso alle cure pal-liative e alla terapia del dolore».

Il dettato normativo, tra i primiin vigore nel panorama europeo, èstato definito d’avanguardia, giac-ché oltre a tutelare il diritto allacura definisce e attribuisce allestrutture sanitarie, che erogano lecure palliative e la terapia del dolo-re, il compito di assicurare un pro-gramma di cure individuali, per ilmalato e la sua famiglia, nel rispet-to dei principi fondamentali chetutelano la dignità e l’autonomiadel malato, senza alcuna discrimi-nazione, la promozione della quali-tà della vita fino al suo termine eun adeguato sostegno sanitario esocio-assistenziale della personamalata e della sua famiglia.

La Legge 38/2010 ha segnato —in un Paese in cui era assente e,ancora oggi, fa molta fatica ad af-fermarsi la cultura del sollievo —un nuovo inizio per la riorganizza-zione e l’accreditamento, secondole linee guida del ministero dellaSalute, delle strutture sanitarie,ospedaliere, assistenziali e territo-riali, e per la creazione dei Centridi cure palliative, denominati ho-spice. In Italia esistono strutture dieccellenza riconosciute, a Bitonto,

Genova, Roma, Bentivoglio, Avia-no, Brescia; centri che compionoun notevole sforzo per fornire indi-stintamente l’accesso alle cure pal-liative e proporre modelli di unamedicina umanizzata e umanizzan-te, in cui le equipe sanitarie multi-disciplinari accompagnano l’amma-lato in un percorso volto a dare unsenso alla malattia, al dolore e allamorte, respingendo l’accanimentoterapeutico e la richiesta di eutana-sia.

Papa Francesco, nel Messaggioper la XXVIII Giornata mondialedel malato 2020, ha esortato glioperatori sanitari affinché «ogni in-tervento diagnostico, preventivo,terapeutico, di ricerca, cura e riabi-litazione sia rivolto alla personamalata, dove il sostantivo “p erso-na”, viene sempre prima dell’agget-tivo “malata” e l’agire costantemen-te proteso alla dignità e alla vitadella persona, senza alcun cedi-mento ad atti di natura eutanasica,di suicidio assistito o soppressionedella vita, nemmeno quando lo sta-to della malattia è irreversibile».

Gli hospices, gli ambulatori diterapia del dolore, le unità domici-liari di cure palliative sono la con-ferma che esiste un inedito dirittodi rendere un senso alla sofferenzae vivibile il tempo della malattiache in occasione della Giornata na-zionale del sollievo, viene rimarca-to e testimoniato attraverso idoneainformazione e iniziative di sensibi-lizzazione e solidarietà rivolte nonsolo a chi già si prende cura dellepersone sofferenti — operatori sani-tari, volontari, psicologi, assistentispirituali — ma a tutti coloro chepotrebbero con un atto di donoprendersi cura della sofferenza piùp ro s s i m a .

Non è sufficiente ritenere che ilsollievo possa essere raggiunto solocon nuovi e sempre più efficaci far-maci e terapie, poiché anche il coru ra t — ciò che scalda il cuore — fat-to di tenerezza, prossimità e soste-gno contribuisce nella terapia delsollievo di chi non potrà guarire.

Se, dunque, è vero che non sem-pre si può guarire, sempre si puòcurare e accompagnare perché, co-me affermava Gigi Ghirotti, gior-nalista e scrittore italiano del qualericordiamo il centenario della na-scita, scomparso nel 1974 dopo unlungo viaggio nel tunnel della ma-lattia, «nella vita, nella malattia,nel dolore l’importante è non sen-tirsi abbandonati e soli».

Anche l’Ungheria contraria

Tr a t t a t i v ain salita

per il Recovery fund

BRUXELLES, 30. È ancora tutta in sa-lita la strada per il via libera definiti-vo al Recovery fund, i fondi stanzia-ti dall’Unione europea per aiutare iPaesi più colpiti dalla crisi economi-ca da covid-19, il piano per la ripresapiù ambizioso di sempre.

Dopo Austria, Paesi Bassi, Dani-marca e Svezia, anche l’Ungheria siè detta contraria. Il Recovery fundproposto dalla Commissione euro-pea è «assurdo e perverso», ha dettoil primo ministro ungherese, ViktorOrban. Durante un’intervista ad unaemittente radiofonica, Orbán ha ag-giunto che «finanziare i ricchi con isoldi dei poveri non è una buonaidea». Secondo le cifre della Com-missione, che prevedono un fondoper la ripresa da 750 miliardi di eu-ro, all’Ungheria sarebbero riservati15 miliardi in tutto, di cui 8,1 a fon-do perduto e 6,9 in prestiti.

Si complica ulteriormente, quindi,il cammino in vista dell’atteso verticeeuropeo del 19 giugno prossimo. Esull’appuntamento, che dovrà dare ilvia libera allo storico piano di rilan-cio dell’economia europea, si allungal’ombra di un’alleanza tra i 4 Paesidel Nord e quelli del patto diVisegrád (il gruppo che, oltreall’Ungheria, comprende Polonia,Repubblica Ceca e Slovacchia).

In Italia, intanto, rimane confer-mata la data del 3 giugno per la ri-presa degli spostamenti tra le Regio-ni. «Non ci sono al momento ragio-ni per rinviare», ha affermato il mi-nistro della Salute italiano, Speran-za. Il Governo continuerà nelleprossime ore il confronto con i go-vernatori su questo argomento.

L’Iss, l’Istituto superiore di sanità,ha certificato che non c’è più alcunasituazione critica. In quasi tutte leRegioni italiane, gli indici di conta-gio sono infatti al di sotto di 1 e inuovi casi in diminuzione.

Gli Stati Uniti ripetutamente sopra la soglia dei mille decessi al giorno

Trump tronca definitivamente con l’O ms

Il presidente Trump durante la a conferenza stampa (Ansa)

Malati respinti dagli ospedali in Nigeriaper paura del contagio da coronavirus

In Pakistan altri quattro medicimorti nelle ultime 24 ore

ISLAMABAD, 30. Altri quattro me-dici sono morti nelle ultime 24 orein Pakistan dopo essere stati con-tagiati dal coronavirus. Sale così a21 il totale dei camici bianchi chehanno perso la vita nel Paese acausa dell’epidemia. Lo riferisconofonti governative. Tra di loro unadottoressa di meno di 30 anni, de-ceduta a Lahore, nell’est, doveprestava le cure ai pazienti affettida covid-19.

Secondo gli aggiornamenti —divulgati, oggi, dal ministero dellaSalute — il bilancio è di 2.429 con-

tagi e 78 morti nelle ultime 24 ore,cifre che fanno salire rispettiva-mente il dato relativo alle personedecedute dall’inizio della pande-mia a quota 1.395 e quello dei casitotali a 65.736. Sindh meridionalee Punjab orientale sono le provin-ce maggiormente colpite.

Intanto, il primo ministro,Imran Khan, presiederà una riu-nione del comitato di coordina-mento nazionale per decidere seprorogare l’attuale lockdown oadottare un blocco più rigido, cheè stato revocato il 9 maggio.

ABUJA, 30. In Nigeria le altre ma-lattie stanno mietendo più vittimedel coronavirus stesso. Sempre piùnigeriani, affetti da diverse patolo-gie, stanno difatti morendo perchénon ricevono le cure ospedaliere acausa dell’emergenza sanitaria cor-relata alla diffusione del covid-19.Lo ha dichiarato in una conferenzastampa, Boss Mustapha, capo dellatask force voluta dal presidente ni-geriano per combattere la pande-mia causata dal virus nel Paese.

Mustapha ha definito «triste einaccettabile», il rifiuto da parte

delle strutture ospedaliere, tanto pri-vati quanto pubblici, di accogliereun numero imprecisato di malatimotivato dalla presenza di pazientiaffetti da covid-19 e dunque per il ti-more di un contagio. Il capo dellatask force presidenziale non ha for-nito la cifra esatta di coloro che han-no perso la vita a causa delle manca-te prestazioni sanitarie da parte degliospedali, ma alcuni presidi sanitarihanno completamente chiuso i bat-tenti, allegando la mancanza di di-spositivi di protezione individuale(Dpi) per il personale. La principale

associazione di medici del Paese, in-fatti, ha chiesto ai suoi membri dinon curare i pazienti che manifesta-no sintomi di covid-19 senza Dpiadeguati. Sono stati quindi segnalaticasi di persone malate respinte allaporta degli ospedali per la paura cheavessero contratto il virus.

Finora la Nigeria ha confermatoquasi 9.000 casi di coronavirus, mail capo dell’Associazione medica ni-geriana, Francis Faduyile, ha affer-mato che il numero effettivo potreb-be essere quattro volte maggiore acausa dei pochi test eseguiti.

WASHINGTON, 30. «Oggi interrom-peremo il nostro rapporto conl’Oms e reindirizzeremo quei fondiad altre necessità sanitarie urgenti emeritevoli a livello mondiale». So-no le parole pronunciate ieri dalpresidente statunitense, DonaldTrump, durante una conferenzastampa per annunciare la rotturatotale delle relazioni con l’O rganiz-zazione mondiale della sanità(Oms). Una decisione che arrivamentre il Paese è tornato a superarela soglia dei mille morti al giorno.

Il 18 maggio l’inquilino della Ca-sa Bianca aveva minacciato la so-spensione definitiva dei finanzia-menti Usa all’Oms qualora questanon avesse apportato, entro 30 gior-ni, miglioramenti e riforme sostan-ziali proposti dagli States. Già ametà aprile il presidente Usa avevasollevato forti perplessità sull’op era-to dell’Agenzia Onu, giudicandolanon all’altezza nella gestione dellapandemia del nuovo coronavirus,nascondendone la reale portata nel-le sue fasi iniziali quando si è svi-luppata in Cina. Da Ginevra, l’isti-tuto dell’Onu per la salute, ha assi-curato di aver prontamente messoin guardia sulla gravità del covid-19già a gennaio, dichiarando l’emer-genza internazionale il 30 di quelmese, quando oltre il 90 per centodei casi era ancora concentratoesclusivamente nel territorio cinese.

Il presidente Trump ha motivatola definitiva rottura, in anticipo sul-la scadenza dell’ultimatum di 30

giorni, affermando che l’Oms nonha prodotto le dovute risposte sulleproposte degli Stati Uniti. La CasaBianca non ha fornito ulteriori det-tagli, ma, con tutta probabilità, ladecisione di Trump significherà lasospensione definitiva del contribu-to Usa all’Organizzazione mondialedella sanità. Una cifra che si aggira

tra i 400 e i 500 milioni di dollariall’anno, circa il 15 per cento delbudget annuale dell’Oms che, perfar fronte alla prospettiva di perde-re il suo principale contribuente, halanciato questa settimana una fon-dazione omonima attraverso la qua-le può ricevere donazioni da priva-ti, aziende o altri attori.

GINEVRA, 30. Con l’inverno ormaialle porte nell’emisfero australe,l’agenzia delle Nazioni Unite per irifugiati (Unhcr) ha espresso preoc-cupazione per il peggioramento del-le condizioni di vita dei profughi emigranti venezuelani presenti nei va-ri Paesi dell’America Latina. mentrel’intera regione è diventata da circauna settimana il nuovo epicentrodella pandemia del coronavirus. Ilcovid-19 si sta diffondendo a mac-chia d’olio in America Latina. Con45.000 contagi circa nelle ultime 24ore. In breve tempo la regione rag-giungerà il milione di contagi. Il nu-mero complessivo dei decessi regi-strati per cause riconducibili al coro-navirus è di quasi 50.000, con circaduemila morti nell’ultima giornata.Tutto questo in Paesi con sistemi sa-nitari carenti, e segnati da problemieconomici e sociali endemici.

Secondo l’agenzia Onu, oltre airischi per la salute, le condizioni divita di rifugiati e migranti venezue-lani sono aggravate anche dalle mi-sure di isolamento e distanziamentosociale imposte per limitare e preve-nire la diffusione del covid-19. Moltidi loro hanno perduto i propri mez-zi di sostentamento e versano incondizioni di estrema povertà. De-vono far fronte a privazioni, sfratti,fame e insicurezza alimentare, non-ché a crescenti rischi legati alla pro-pria tutela in quanto continuamenteesposti alla violenza nei Paesi che liospitano, con continue violazionidei diritti umani.

Per di più in Argentina, Bolivia,Cile, Paraguay, Perú e Uruguay,l’imminente calo delle temperaturepotrebbe peggiorare notevolmente lecondizioni di vita degli oltre 1,5 mi-lioni di venezuelani presenti in que-sti Paesi.

Per l’Unhcr, in una fase in cui lecapacità di risposta nazionali sonovicine al collasso, anche l’accesso aiservizi sanitari pubblici e a cure me-diche tempestive costituisce una cri-ticità, specialmente per coloro chevivono in una condizione di irrego-larità. Crescerà, conseguenzialmente,il numero di persone che necessite-ranno di assistenza sanitaria, di al-

loggi d’emergenza e di articoli perl’inverno quali coperte, indumentipesanti, farmaci e carburanti per ri-scaldare le abitazioni. L’Unhcr staintensificando le misure di rispostaper fronteggiare questa sfida, e inquest’ottica, ha dichiarato di averaccolto con favore gli impegni as-sunti martedì in occasione dellaConferenza internazionale virtuale

dei donatori per i rifugiati e i mi-granti venezuelani.

Sul fronte relativo alle cifre delcoronavirus il Brasile rimane leaderincontrastato nella regione. Il Paeseha fatto segnare per la quarta voltaconsecutiva oltre mille vittime in ungiorno; con altri 1.124 nuove mortinelle ultime 24 ore il numero com-plessivo dei decessi legati al covid-19ha raggiunto ieri sera le 27.878 uni-tà. Dato che ha fatto sì che il Paesesuperasse la Spagna al quinto postonella graduatoria mondiale delle vit-time. Secondo gli esperti, poi, le sta-tistiche lasciano prevedere chiara-mente che in Brasile, nel fine setti-mana, si potrebbe superare la cifratonda del mezzo milione di contagi.Il ministero della Salute ha registra-to in totale 465.166 casi positivi daquando il 26 febbraio è stato regi-strato il paziente uno. Tra questi,stando a quanto riportato dallaCommissione nazionale per il clero,sono stati 117 i sacerdoti contagiati;14 di questi sono deceduti.

Per quanto riguarda l’andamentoeconomico l’Istituto di statistica bra-siliano ha reso noto ieri che il Pil hasubito una contrazione dell’1,5 percento nel primo trimestre del 2020 eil governatore della banca centralebrasiliana, Roberto Campos Neto,ha stimato una contrazione del 5 percento o più entro la fine dell’anno.

Page 3: Profeti di un nuovo futuro - Vatican News...Di qui la riflessione muove verso la dimensione della “chiesa dome-stica” che ha avuto un rinnovato impulso in questi ultimi mesi con-NOSTRE

L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 31 maggio 2020 pagina 3

LABORATORIOD OPO LA PA N D E M I A

«Per chi è responsabile la domanda ultima non è: come me la cavo

eroicamente in quest’affare, ma: quale potrà essere

la vita della generazione che viene» (D. Bonhoeffer)

A colloquio con il vescovo Mario Grech

Uno stile sinodalecome antidoto alla chiusura

traddistinti dal lockdown. Mons.Grech osserva che un certo clericali-smo ha logorato, fin dal IV secolo,«la natura ed il carisma della fami-glia in quanto chiesa domestica». Eciò nonostante che il concilio Vati-cano II abbia recuperato la nozionedella famiglia come chiesa domesti-ca (LG 11, AA 11) e abbia sviluppatol’insegnamento sul sacerdozio co-mune (LG 10)». Per il pro-segretariodel Sinodo, «com’era nei primi se-coli, anche oggi la famiglia potreb-be essere una sorgente di vita cri-stiana». Inoltre, «in quanto struttu-ra basilare e permanente della Chie-sa, dovrebbe essere restituita alla fa-miglia, domus ecclesiae, una dimen-sione sacrale e cultuale». Rammentache sia sant’Agostino che san Gio-vanni Crisostomo hanno insegnato,sulla scia del Giudaismo, che «la fa-miglia dovrebbe essere un ambientedove la fede possa essere celebrata,riflessa, e vissuta. È dovere della co-munità parrocchiale aiutare la fami-glia ad essere scuola di catechesi edaula liturgica dove possa esserespezzato il pane sul tavolo dellamensa familiare. I genitori, in virtùdella grazia del sacramento del ma-trimonio, sono i “ministri del culto”i quali durante la liturgia domesticaspezzano il pane della Parola, pre-gano con essa, e così avviene la tra-smissione della fede ai figli». L’am-ministratore apostolico di Gozo au-spica che il Signore moltiplichi itanti esempi di famiglie «creativenell’amore», pronte nella «creazionedi spazi per la preghiera come nelladisponibilità verso i più poveri».

Altrettanto importante nel dopopandemia sarà per mons. Grech «ilministero del servizio», la diaconiaanche come “nuova” via di evange-lizzazione. «Lo spezzare del paneEucaristico e della Parola — avverte— non può avvenire senza lo spezza-re il pane con chi non ne ha, “i po-veri sono teologicamente il volto diCristo”». La diaconia, prosegue ilpresule maltese, «è la via maestraper far sperimentare l’amore cristia-no. Il Vangelo si comunica non solocon la predicazione, ma anche conil servire. L’avvicinamento di tantialla Chiesa non avviene per meritodel catechismo ma per via di unaesperienza diaconale significativa.Come dice il Papa, se scendiamo trai poveri, scopriamo Dio». Mons.Grech condivide quindi quantoscrittogli da un operatore umanita-rio dopo il salvataggio di un grup-po di migranti in mare grazie all’im-pegno della sua diocesi. «Purtroppo— si legge nel messaggio ricevuto —

mi è capitato spesso in passato divedere incomprensioni tra la Chiesae le persone, anche non cristiane, dibuona volontà. Oggi le cose stannocambiando, e queste sentono laChiesa come amica perché ascolta ilgrido dei poveri e cerca di soccor-re r l i » .

In questo «cambiamento d’ep o-ca», secondo mons. Grech, «il con-tributo che la Chiesa può, o megliodeve, dare a questa società, è an-nunziare Gesù Cristo, la gioia delVangelo». E questo ancor più consi-derando, come rammentato dal Pa-pa nel Discorso alla Curia romanaper gli auguri natalizi del 21 dicem-bre scorso, che in Europa e in granparte dell’Occidente la fede cristia-na «non costituisce più un presup-posto ovvio del vivere comune, anzispesso viene perfino negata, derisa,emarginata e ridicolizzata». Grechriprende la celebre osservazione diDe Lubac ne Il dramma dell’umane-simo ateo secondo cui «non è veroche l’uomo […] non possa organiz-zare il mondo terreno senza Dio. Èvero però che, senza Dio, non puòalla fin dei conti che organizzarlocontro l’uomo». Al contempo, rilevache in questa pandemia delle volte«le considerazioni economiche e fi-nanziarie hanno avuto il sopravven-to sul bene comune». Una dinamicache va corretta.

Nel dialogo con i media vaticani,mons. Grech si sofferma infine sul

«dono della sinodalità come stile divita ecclesiale». Dono fatto dalloSpirito Santo alla Chiesa. «Il cam-mino sinodale — afferma riprenden-do Papa Francesco — è il camminoche Dio si aspetta dalla Chiesa delterzo millennio» e sottolinea che«come dinamismo di comunione, lasinodalità è anzitutto una integra-zione affettiva di tutti i partecipanti;nello spirito del dialogo, tutti pos-sono contribuire per arrivare alleconvergenze». Per il pro-segretariodel Sinodo dei vescovi, «pur essen-do un termine che appartiene al les-sico ecclesiastico, la sinodalità èproponibile anche alla società civile.Adottata come principio operativodal mondo laico, la sinodalità po-trebbe essere uno stile che corroborai rapporti inter-personali e la fratel-lanza umana. La sinodalità è un an-tidoto contro la chiusura e ci aiutaad apprezzare il bello della comuni-tà». Certo, ammette, «camminareinsieme non è un’impresa molto fa-cile sia nella Chiesa che nella socie-tà, tutti abbiamo bisogno di allenar-ci in questo esercizio così vitale peril futuro». E guardando al prossimoSinodo, incentrato proprio sul temadella “sino dalità”, mons. Grech au-spica che «sia la riflessione antece-dente alla celebrazione del Sinodoche il lavoro dei padri sinodali pos-sano offrire un contributo in questad i re z i o n e » .

CO N T I N UA Z I O N E DALLA PA G I N A 1

Dopo molti anni gli Stati Uniti riprendono la corsa allo Spazio

Con l’ingresso dei privatisi apre l’era del turismo spaziale

di OSVALD O BALDACCI

Stasera alle 21.22 ora italiana gliStati Uniti ci riprovano. Lacapsula spaziale Space Dragon

tenterà il decollo dalla rampa dilancio 39/A di Cape Canaveral, inFlorida, scelta tra l’altro perché èproprio quella che ha fatto la storiavedendo i lanci prima delle missioniApollo e poi degli Space Shuttle. Illancio era previsto giovedì scorso,ma è stato annullato per il maltem-po a 20 minuti della partenza,quando gli astronauti erano ai loroposti in cabina e il presidente Do-nald Trump era in prima fila nelKennedy Space Center.

Questa missione infatti ha diversiaspetti storici, che hanno un rilevan-te significato all’interno della nuovacorsa allo Spazio e degli equilibrimondiali che l’accompagnano. Sitratta infatti dopo molti anni delprimo lancio di astronauti statuni-tensi da territorio statunitense suuna navicella statunitense. Ed è ilprimo lancio fatto con un appalto auna ditta privata, la Space X del vi-sionario imprenditore Elon Maskcui appartiene tanto il razzo Falcon9 che la capsula ipertecnologicaCrew Dragon, e persino le tute spa-ziali sono state realizzate per Space

X da un costumista di Hollywood,Jose Fernadez.

La missione Demo-2 porterà idue astronauti americani DoughHurley e Bob Behnken sulla Stazio-ne spaziale internazionale. La Nasanon ha indicato la durata precisadella missione, ma dovrebbe andareda un minimo di 30 a un massimodi 110 giorni. Se la missione di CrewDragon avrà successo, Space X hain calendario sei missioni operativeverso la Stazione spaziale, la primadelle quali — Crew-1 — dovrebb eportare entro la fine del 2020 treastronauti americani e uno giappo-nese sulla Stazione spaziale interna-zionale.

Il presidente Trump — che hapuntato molto sullo Spazio — se lecondizioni meteo per la riuscita dellancio e la tragedia di Minneapolislo permetteranno, sarà di nuovo inFlorida per presenziare al decollo.L’ultima missione americana risaleal 2011, quando venne concluso ilprogramma degli Shuttle e mandatain pensione l’ultima navetta Atlan-tis. Da allora gli americani come an-che gli europei si sono dovuti inte-ramente affidare ai russi e alle loroSoyuz per trasportare gli astronautifino alla Stazione spaziale interna-zionale e ritorno.

Per questo motivo il lancio dellaCrew Dragon è così importante an-che da un punto di vista degli asset-ti geopolitici. Se infatti al momentola ricerca spaziale non sta vivendoquella estrema competizione per ilprestigio che si sviluppò tra Usa eUrss durante la Guerra fredda, èperò evidente che c’è un forte ritor-no all’impegno verso lo Spazio nonpiù in collaborazione ma in concor-renza almeno fra le tre grandi po-tenze di oggi, Usa, Russia e Cina, eche comunque vede coinvolte anchemolte altre realtà, dall’India a Israe-le, fino al Giappone.

Per gli Stati Uniti costituiva unevidente handicap il non disporre dimezzi di trasporto propri, a diffe-renza di Mosca e Pechino. La mis-sione spaziale di oggi segna il pre-potente ritorno di Washington sullascena (mentre proprio ora è in corsoanche un’altra missione segreta dellanavicella militare senza equipaggioX-37B). Una questione di prestigio,di economia (l’utilizzo della Soyuzha già spostato 4 miliardi di dollaridalle casse della Nasa a quelle dellaRoscosmos), di ricadute tecnologi-che (la strumentazione della CrewDragon è assolutamente all’avan-guardia), ma anche di posiziona-mento strategico. Donald Trump findall’inizio del suo mandato ha pun-tato molto sulla corsa alle stelle, e loha fatto dichiaratamente per motivimolto pragmatici. Ha scelto propriolo Spazio come tema portante delsuo discorso sullo Stato dell’Unionedello scorso 4 febbraio (l’ultimo al-

meno del primo mandato). Ha fon-dato come nuova Forza armata laSpace Force con il compito di con-trastare le minacce militari stranierenello Spazio (un possibile nuovocampo di battaglia, a partire dalcontrollo dei satelliti già adesso edelle risorse extra-terrestri in unprossimo futuro), ha rilanciato lamissione Artemis per riportare l’uo-mo sulla Luna entro il 2024 (la Na-sa parlava del 2028 ma Trump haspinto per l’anticipo in modo da ve-dere la missione entro il suo secon-do eventuale mandato), ha dichiara-to l’obiettivo di raggiungere Marteentro il prossimo decennio.

Su questa strada programmaticasi trovano obiettivi molto più prag-matici. Un mese fa Donald Trump(estendendo un atto di Barack Oba-ma del 2015) ha firmato un ordineesecutivo in cui fa cadere il princi-pio che lo spazio extra atmosfericosia un bene comune. Trump non hadenunciato l’Outer space treaty del1967 — quello in cui ad oggi ancorasi regolano le questioni spaziali —ma ne ha usato le lacune (è un ac-cordo che precede persino la primamissione sulla Luna) per incoraggia-re i privati a sfruttare le risorseextra-terrestri. La Nasa ha pubblica-to gli Artemis accords, principi perun nuovo trattato internazionalesullo sfruttamento della Luna cherichiamano la cooperazione interna-zionale, ma prendono in considera-zione anche l’istituzione di zone disicurezza che prevengano contrastitra nazioni o aziende in opera sulnostro satellite, aree che possonocerto far pensare a una ipotesi dispartizione territoriale. E quindi an-che in questo contesto e in questaottica va letta la prima missione chevede una compagnia privata occu-parsi dei viaggi spaziali. Un grandebusiness finanziato in gran partedalla Nasa, ma da cui la Nasa stessatrae vantaggi in termini di economi-cità, concorrenza, innovazione e re-sponsabilità, e anche nella parteci-pazione alle spese. Strategia chequalche frutto l’ha dato, visto che lecompagnie spaziali private hannoad esempio portato l’importante in-novazione di razzi riutilizzabili. Eproprio Falcon e Crew Dragon —così come le tute degli astronauti —sono ricchi di innovazioni tecnologi-che, tra cui anche un minor pesodel razzo che comporta tutta unaserie di benefici nel volo. E poi c’èla frontiera del turismo spaziale, cheadesso è non solo ufficialmenteaperta, ma in qualche modo più allaportata di molti. E c’è la corsa versoMarte. Insomma, il ritorno in cam-po a piene forze degli Stati Uniti eparallelamente l’entrata in scena deisoggetti privati segna il “lancio” nonsolo di una navicella ma di unanuova era nella corsa allo Spazio.

Alta tensione su Hong KongTrump sfida la Cina

HONG KONG, 30. Dura risposta delpresidente degli Stati Uniti, DonaldTrump, all’approvazione di Pechinodella nuova legge sulla sicurezza adHong Kong. Gli Stati Uniti, hadetto Trump dalla Casa Bianca,hanno avviato il processo di elimi-nazione del «trattamento speciale»per Hong Kong — cruciale portacommerciale e piazza finanziariaper la Cina — ormai ritenuta nonpiù indipendente.

Le esenzioni finora garantite allaex colonia britannica comprendonouna «vasta gamma» di accordi,dall’estradizione al commercio allatecnologia, ha precisato il presiden-te. La Cina, ha aggiunto Trump, èin «aperta violazione» degli obbli-ghi derivanti dal trattato sull’auto-nomia di Hong Kong.

Inoltre — in una escalation delgià aspro contenzioso con Pechino,dopo la battaglia sui dazi e le accu-se sul covid-19 — gli Stati Unitihanno varato sanzioni ai dirigentidella Cina coinvolti nella nuovalegge, bloccato gli studenti univer-sitari cinesi legati all’esercito delDragone e avviato un’inchiesta sul-

le società cinesi quotate in Usa, perproteggere gli investitori americani.

La Cina si è detta pronta a con-tromisure e come prima iniziativapotrebbe ridurre, o azzerare com-pletamente, le sue importazioni diprodotti agricoli dagli Stati Uniti,colpendo uno dei principali serba-toi elettorali di Trump.

La mossa della Casa Bianca è ar-rivata mentre a livello internazionalecresce il coro contro Pechino e nelmezzo di uno confronto al Consi-glio di sicurezza dell’Onu, dove laCina ha bloccato la richiesta di unincontro urgente da parte di Wa-shington e Londra. «Qualsiasi ten-tativo di usare Hong Kong per in-terferire negli affari interni della Ci-na è destinato al fallimento», ha av-visato l’ambasciatore cinese pressol’Onu, Zhang Jun.

Ulteriori contrasti potrebbero ar-rivare dalla decisione della GranBretagna di concedere visti più faci-li e percorso agevolato verso il pas-saporto britannico per i cittadini diHong Kong, se Pechino procederàunilateralmente. Anche l’Unioneeuropea ha condannato la Cina, maresta contraria alle sanzioni.

In Venezuelai vescovi chiedono

un accordoper salvare il Paese

CARACAS, 30. L’episcopato vene-zuelano, di fronte al peggioramen-to continuo della situazione eco-nomica in seguito alla pandemiadi covid-19, ha rivolto un appelloa tutti i settori del Paese — conte-nuto in una nota — affinché arrivi-no a «un accordo nazionale inclu-sivo, a lungo termine», per salvareil Venezuela dalla «grave crisi incui è sprofondato», avviando pro-cessi per «le necessarie trasforma-zioni e cambiamenti a livello poli-tico, sociale ed economico».

Per fare ciò i vescovi si diconoconsapevoli che il Paese necessitadi «una nuova leadership politi-ca» capace di «un’azione moraledi vasta portata, una trasformazio-ne etica e una convergenza politi-co-sociale che ci guidi verso ilgrande desiderio comune: un cam-biamento di fondo che parta daibisogni e desideri della maggio-ranza delle persone che soffrono,violate nella loro dignità e nei di-ritti».

In migliaia senza riparo nel Borno

Campo migranti in Nigeriadevastato dalle fiamme

Mosca: in Libiala situazioneè al collasso

TRIPOLI, 30. La situazione in Li-bia dal punto di vista politico-mi-litare «continua a peggiorare e latregua è collassata completamen-te». Lo ha affermato ieri la porta-voce del ministero degli Esterirusso, Maria Zakharova, citatadall’agenzia di stampa Interfax.«La situazione in Libia non è solodifficile. Notiamo che continua apeggiorare», ha dichiarato Zakha-rova, sostenendo che la treguanon regge ed «i combattimenti so-no ripresi a pieno ritmo». La por-tavoce ha quindi evidenziato chel’assistenza arrivata dall’estero alleparti in conflitto ha cambiato irapporti di forza sul terreno.

Sulla Libia, il dipartimento diStato americano ha dichiarato chela Russia deve cessare le «sueazioni destabilizzanti in Libia» se-condo quanto si legge in una no-ta. Il dipartimento ha espresso ap-prezzamento per il governo malte-se, che ha sequestrato 1,1 miliardidi dinari falsi, stampati dalla JointStock Company Goznak, societàpubblica russa per conto di«un’entità parallela illegittima».Nel comunicato si ricorda che laBanca centrale libica con sede aTripoli è «l’unica banca centralelegittima» e si sottolinea che «ilflusso di valuta contraffatta stam-pata dai russi ha peggiorato le dif-ficoltà economiche libiche».

Uber accusatadi caporalato

in ItaliaROMA, 30. Il Tribunale di Mila-no ha disposto il commissaria-mento di Uber Italy (la filialeitaliana del gruppo americano)con l’accusa di caporalato. L’in-chiesta ha portato a una serie diperquisizioni. All’azienda vienecontestato il reato previstodall’articolo 603bis del codice pe-nale, ossia la «intermediazione il-lecita e sfruttamento del lavoro»per la gestione dei fattorini chefanno le consegne di cibo a do-micilio per il servizio Uber Eats.Fattorini che, stando a quanto ri-costruito, formalmente non lavo-rano per Uber ma per altre duesocietà di intermediazione delsettore della logistica. Per i giudi-ci di Milano, Uber avrebbe sfrut-tato migranti provenienti da con-testi di guerra, richiedenti asilo epersone che dimoravano in centridi accoglienza temporanei e instato di bisogno. Nei verbalidell’inchiesta si legge di paghe ri-dicole, di minacce e “punizionieconomiche”.

ABUJA, 30. Un incendio di vaste di-mensioni è scoppiato in un campomigranti nella Nigeria orientale incoincidenza con la fine del Rama-dan. Le fiamme hanno causato lamorte di due persone e distrutto glialloggi di centinaia di famiglie. Lamaggior parte delle persone colpitesono donne. Lo riferisce l’Agenziadelle Nazioni Unite per i rifugiati(Unhcr). L’agenzia Onu spiega chei partner umanitari stanno intensifi-cando l’assistenza a favore di quasi4.000 sfollati che hanno perso tutti

i propri averi nell’incendio, diffusosirapidamente in un insediamento diMaiduguri, Stato di Borno. Il fuocoè divampato alla vigilia della festamusulmana dell’Eid-al-Fitr, che ce-lebra la fine del Ramadan, pressoun insediamento informale che at-tualmente accoglie circa 40.000 sfol-lati interni. Le fiamme si sarebberopropagate a partire da un fuoco ac-ceso per cucinare, distruggendo glialloggi e diverse altre strutture. So-no oltre 300.000 gli sfollati all’inter-no e al di fuori di Maiduguri.

Page 4: Profeti di un nuovo futuro - Vatican News...Di qui la riflessione muove verso la dimensione della “chiesa dome-stica” che ha avuto un rinnovato impulso in questi ultimi mesi con-NOSTRE

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 4 domenica 31 maggio 2020

A cinquant’anni dalla morte di Giuseppe Ungaretti

La coincidenzatra vita e poesia

Giuseppe Ungaretti

Il secondo capitolo della saga dei Whiteoak

Ep op eadi respiro vittoriano

R i n g i o v a n i reil mondo

di NICOLA BU LT R I N I

Nella notte tra il 1° e il 2giugno 1970, moriva aMilano Giuseppe Un-garetti, non solo unadelle voci più impor-

tanti della nostra letteratura di sem-pre, ma anche un uomo che avevadato corpo e voce alla poesia in unaesperienza di vita di rara intensità ericchezza. Del resto, lo stesso poeta,nella introduzione a Vita d’un uomo(che raccoglie tutta l’opera), parlan-

do delle sue prime poesie, ebbe a di-re: «Quelle mie poesie sono ciò chesaranno tutte le mie poesie che ver-ranno dopo, cioè poesie che hannofondamento in uno stato psicologicostrettamente dipendente dalla miabiografia», aggiungendo come a vo-ler offrire una definitiva chiave dilettura della sua poesia: «Non cono-sco sognare poetico che non sia fon-dato sulla mia esperienza diretta».

È ovvio quindi che negli anni do-po la morte si siano susseguite variebiografie a lui dedicate. Ma non si

può non notare che le biografie finoa oggi disponibili sono a tratti con-dizionate dall’ammirazione degli au-tori verso il poeta, con inevitabili re-ticenze e omissioni. Ad esempio, unelemento fondamentale è il ricchissi-mo epistolario ungarettiano, che let-to attentamente, rivela moltodell’Ungaretti privato e meno noto.A colmare questa lacuna contribui-sce il recente volume La vita nasco-sta di Giuseppe Ungaretti di ClaudioAuria (Le Monnier, 2019). L’a u t o rericostruisce la vita del poeta con undettaglio incredibile, attingendo congrande cura prima di tutto alle pre-ziose informazioni biografiche forni-te nel tempo dallo stesso Ungaretti(in interviste, prefazioni a libri al-trui, introduzioni e commenti alle

si verticalmente dagli enigmi del si-lenzio alla libertà della parola.

Il volume offre un’ampia sceltadelle opere di Blake, dagli scrittigiovanili, a quelli profetici, fino alleultime allegorie. L’intervento di Un-garetti non è stato soltanto quellodel traduttore, bensì del poeta chericrea il testo classico di partenza, lometabolizza nel proprio sistema divalori di scrittura e ne offre una ver-sione come fosse un capitolo dellasua stessa opera.

Oltre a questa ultima pubblicazio-ne, vale la pena menzionare anche ilvolume Vita d’un uomo. Tutte le poesieche è stato riproposto in una nuovaedizione, firmata da Carlo Ossola, eche mette a disposizione dei lettorianche una sezione di “poesie ritrova-

La scrittrice canadese Mazo De La Roche(1879-1961)

Un percorso artistico e letterariop a ra d i g m a t i c odi una dedizione assoluta all’artema pur sempre nella totaleadesione alla realtà

Traduzioni poetiche, che raccoglie isuoi più noti lavori di traduzione einfine Vita d’un uomo. Viaggi e lezio-ni, che offre al pubblico due espe-rienze importanti del poeta, quelladel viaggiatore e quella del docenteuniversitario e del conferenziere.

Meritano altresì attenzione anchegli intensi e lunghi epistolari. Innan-zitutto, il volume Da una lastra di

te” e alcuni testi inediti.E sempre nel progettoVita d’un uomo (che ebbeinizio quando il poetaera ancora in vita), si se-gnalano Vita d’un uomo.Saggi e interventi, che rac-coglie un’ampia scelta disaggi di critica e di storialetteraria scritti da Unga-retti negli anni tra il 1918e il 1970; Vita d’un uomo.

deserto. Lettere dal fronte a GherardoMa ro n e , che raccoglie la corrispon-denza nel periodo della grandeguerra, intrattenuta con GherardoMarone, direttore a Napoli della ri-vista letteraria «La Diana» e che te-stimonia la genesi della grande poe-sia di Ungaretti, quella de Il PortoSepolto, Allegria di Naufragi e L’Al l e -gria.

Il volume Lettere a Bruna, racco-glie invece il fittissimo scambio epi-stolare (quasi 400 lettere) intercorsocon la sua ultima compagna, la gio-vanissima Bruna Bianco, in cui ilpoeta affronta anche temi universali,quali il rapporto tra amore e morte e

la forza viva del sentimento e dellapoesia eternatrice. Infine, si segnalaL’allegria è il mio elemento. Trecentolettere con Leone Piccioni, che fu suoallievo all’università e poi curatoredelle sue opere, quindi interpreteprivilegiato di tutto il suo mondo.

Nel giorno del suo ottantesimocompleanno Ungaretti, come a la-sciare un consuntivo esistenziale,disse: «Non so se sono stato un veropoeta, ma so di essere stato un uo-mo; perché ho molto amato e moltosofferto, ho molto errato e ho sapu-to, quando potevo, riconoscere ilmio errore, ma non ho odiato mai».

di GIULIA ALBERICOe FLAMINIA MARINARO

Tutte le famiglie felici sisomigliano, ogni famigliainfelice è infelice a modo suo.La celebre frase di Lev Tolstojpotrebbe essere l’epigrafe adattaalla saga dei Whiteoak. Unclassico della letteraturacanadese firmata da Mazo DeLa Roche, autrice di punta neiprimi decenni del secolo, figuraumbratile e un po’ misteriosa,riscoperta da poco e tradottaper la prima volta in Italia. Loscorso anno era stata la volta diJalna (2019), ora de Il giocodella vita (Roma, Fazi Editore,2020, pagine 480, euro 18),secondo capitolo della saga.Jalna è il ritratto spigoloso dellaborghesia americana, uscitoqualche anno prima di Via col

generazione scalpita insofferentead una vita che scorre lenta euguale tra serate in salotto,pranzi di famiglia e discussioni.L’affresco di una societàborghese, ricca e florida in cui siintrecciano amori, intemperanzee tentativi di fuga, in cui ilmélange psicologico è varioarticolato. Un capofamigliaRenny, seduttore impenitente el’arrivo di due nuore, chescompaginano l’equilibrioasfittico dei Whiteoak.Pheasant, figlia illegittima delvicino il cui ingresso verràaccolto come un oltraggio e labrillante e dinamica newyorkeseAlayne che spingerà il giovaneEden nel mondo dell’arteintuendo in lui la stoffa delpoeta. Un romanzo fattoprevalentemente di atmosfere edi sentimenti, privo di incidentiscatenanti se non il fluireinesorabile di un tempo chesembrerebbe fermo. Un’ep op eadi respiro vittoriano cherimanda ai romanzi serialiambientati in quell’epoca comeI Cazalet o gli Aubrey da cuiJalna si distanzia per lanarrazione tutta incentrata sui“suoi mattoni, il suo portico e isuoi camini”. Jalna è il luogo dacui scappare e a cui tornare, larappresentazione stessa difamiglia, di dimora e ditradizioni. Il luogo dal fascinoirresistibile dove amori ed errorisi intrecciano nel tempo e fannovenire a galla sentimenti repressio ignorati.«E Jalna cos’era? La casa, lui losapeva bene, aveva un’anima.Ne aveva udito i sospiri, imovimenti nella notte».Seguiremo i numerosi Whiteoakattraverso fughe e ritorni allabase, perché Jalna esercita unasorta di incantesimo, comepercepisce Alayne che nonappartiene pienamente allafamiglia ma «era la casa stessa,Jalna, ad averla catturataallungando un braccio per trarlaa sé». Il romanzo si snoda incapitoli brevi e fitti dialoghi,schermaglie verbali,conversazioni e interrogativicome fossero i Whiteoaks,sempre intorno ad una tavolariccamente imbandita o ungrande camino acceso. Unalettura di estrema piacevolezzaper gli amanti del genere.

di DAV I D E ROND ONI

Amava la giovinezza. La sentiva gridarein lui anche da vecchio, o meglio da«antico» come diceva di sé il poeta ve-gliardo. Sentiva l’urto, la indomabilitàdel sangue giovane. E la energia che lo

faceva lavorare e amare fino all’ultimo «come unvent’enne». Ne sentiva la tremenda bellezza. Esentiva la giovinezza nella parola che, scavata inun abisso, scaturiva fremente di qualcosa di na-scente e di giovane. Amava l’esser giovane. Chenon è lo stupido sempre attuale giovanilismo, eneanche il giovanilismo che si trovò a giudicare neitempi suoi — come nel ‘68 — ma, letteralmemtel’essere giovane.

L’essere, il fulcro ontologico del vivente, è gio-vane. Ovvero la novità come categoria dell’essere edel suo manifestarsi nel mondo. Il rapporto di Un-garetti con i giovani (immortalato anche in un beldocumento televisivo) non nasceva solo dalla con-sapevolezza che è proprio del vero artista la curio-sità verso ogni soffio di vita, verso il mutarsi deigusti e dei costumi che realizzano le eterne aspira-zioni umane, in una disponibilità ai movimenti delvivente e ai suoi rinnovamenti. Tale rapporto e fe-conda disponibilità del poeta, che si tradusse insostegno e indirizzo a tanti giovani poeti e artisti,in mille occasioni pubbliche di discussione e con-versazioni, in scambi e scritti, non si comprende senon andando alla radice della sua motivazione, chenon ê mai una motivazione puramente sociologica.Vi è qualcosa che lo anima che appartiene allastessa energia da cui trae la forza poetica.

Non a caso, Ungaretti, diceva che scopo dellapoesia è «il ringiovanimento del mondo». Ovverola rinnovata percezione delle cose e di se stessi co-me abitati da una novità, da un fiore sempre nuo-

vo e originante. L’essere-giovane, appunto. Perquesto la sua apertura non fu mai appiattimento,non fu banale adeguamento a mode o ricerca diconsenso. Mai mancò in Ungaretti un senso vastodel tempo, e proprio nel secolo che a seguito an-che di scoperte di ambito psicologico e scientificosi interrogò con furia sul senso e sulla natura deltempo (da Pirandello a Bergson, da Einstein finoal cinema) lui mise in scena nella sua opera e per-sino nella sua stessa figura fisica la compresenza diarcaico e guizzante, di antichissimo e nuovo.

Il suo essere avanguardia, anche artisticamente,non era mai disgiunto da una consapevolezza e, dipiù, da una compenetrazione con l’antico. Non acaso, accanto alla valorizzazione di talenti alloragiovani come Zanzotto, in Ungaretti stava la pre-dilezione per Petrarca e addirittura l’indicazioneche forse la più bella poesia mai scritta da uomofosse un testo di Jacopone, O amore muto. Perchéla giovinezza non è questione di forma o di calen-dario, ma di tensione. Il miracolo della poesia, ri-peteva, non è il linguaggio, ovvero le qualità dellessico o delle scelte stilistiche, ma la tensione chelo abita. Tensione, appunto, che trae la sua forza epersistenza dalla giovinezza dell’essere. Quella cheil poeta sentì e bramò per tutta la vita, ed espressenella sua arte, fu tale tensione, tale permanenza digiovinezza che coincide, nell’esistenza di un uomosegnata dal dolore, con la viva nostalgia per la ter-ra promessa.

Bramò e visse questa giovinezza dell’e s s e renell’attaccamento alla vita nelle trincee, scrivendo«lettere piene d’amore», nelle amicizie giovanili aParigi aiutandosi tra ragazzi artisti come fece conDe Chirico o andando, tra i soli cinque presenti, aifunerali di Modigliani. Bramò quella giovinezzadell’essere nella geniale arte di Schifano, i cui qua-dri regalava a una delle sue giovani amanti. Bramòtale giovinezza dell’essere nella fede ritrovata, lim-pida come di fanciullo. E la bramò nelle contrad-dizioni, comprese quelle in cui si riconosceva e chescorgeva nello scontro di forze potenti e vitali delbarocco romano da lui equiparato, anzi compreso,grazie a quelle presenti nella foresta amazzonica.Come a sottolineare la uguale forza che erompenella storia e nella natura.

La giovinezza che domina l’orizzonte di Unga-retti lo rende prossimo anche alle generazioni at-tuali di studenti e giovani che se pur forse hannouna posizione culturale e gnoseologica più prossi-ma allo scetticismo montaliano, avvertono nei testidi Ungaretti qualcosa che li riguarda, che interpre-ta meglio della pur ammirevole artisticità del gestopoetico di Montale il fondo oscuro e meravigliosodella loro età, e la promessa insita della loro situa-zione. Per questo il poeta del deserto e delle trin-cee, della convulsa e irripetibile vita letteraria delNovecento, arriva anche ora, a cinquant’anni dallasua morte, tra le braccia della giovinezza, come undono prezioso, come la voce di un fratello ai ra-gazzi di oggi, inquieti e meravigliosi.

Ve n t o e del quale in qualchemodo anticipa le suggestioni.Jalna è il nome indiano dellatenuta ribattezzata dal capitanoPhilip Whiteoak e sua moglieAdeline per rendere omaggio adun territorio vergine e splendidocom’è l’immensa pianuradell’Ontario. È lì che vive lafamiglia tentacolare digentiluomini di campagna che siavvicendano di generazione ingenerazione e che l’autrice ritraein ben 16 volumi.È il 1924 e Adeline è centenariama ancora dispotica, capricciosae in grado di governare concipiglio la numerosadiscendenza. La nuova

proprie opere, negli epistolari, negliarticoli d’attualità e costume, neisaggi critici, lezioni universitarie,conferenze). Insomma, è lo stessopoeta ad aver lasciato ai posteri (piùo meno consapevolmente) numero-sissime testimonianze della sua espe-rienza terrena, non soltanto attinentialla sfera artistica.

Il volume ripercorre, anche nei ti-toli dei capitoli i tanti luoghi (Italia,Francia, Brasile, Stati Uniti e moltialtri) vissuti dal poeta, con una mi-rabile precisione cronologica e of-frendo altresì diffusi e preziosi detta-gli del contesto storico e sociale incui egli si muoveva. Ne emerge in-nanzitutto la figura di un uomo chemetteva sempre una grande passionein tutto ciò che faceva (l’aspetto piùeclatante e se vogliamo pittoresco,era la capacità di prendere facilmen-te fuoco, dare in escandescenze conurla furiose e pugni sul tavolo, perpoi tornare immediatamente alla cal-ma e al sorriso).

In questo c’era la sua enorme cu-riosità e la capacità di stupirsi e pro-vare autentica meraviglia. Ma la pas-sione si traduceva anche nell’imp or-tanza data alla cultura e alle arti, nelruolo enorme attribuito alla poesia,e prima di tutto alla sua poesia. Maaffianco alla sua generosità, soprat-tutto verso i giovani artisti, c’era lapreoccupazione che fosse sempre ri-conosciuto il suo valore di poeta(anzi, che fosse riconosciuto come ilmiglior poeta vivente). Da qui quelsuo carattere un po’ in ombra ten-dente a un certo opportunismo,nonché all’adulazione.

Ma snodo cruciale della sua vitadi uomo e poeta è certamente laconversione al cattolicesimo. La datariconosciuta da tutti è la Pasqua del1928 di ritorno dai Monasteri bene-dettini di Subiaco. Ma non si puòignorare un percorso di fede che ini-zia lontano, già negli anni dellagrande guerra, quando il poeta èsempre affacciato dinanzi all’abissodi un mistero. Il 1928 segna dunqueuna tappa di avvicinamento a unafede che abbraccerà in maniera defi-nitivamente consapevole nel 1947,quando si trovò ad affrontare lamorte del fratello e poi del piccolofiglio. Non a caso nel libro Il DoloreUngaretti manifestò esplicitamentein varie poesie la sua adesione al cri-stianesimo.

L’editoria non ha mai smesso diinteressarsi all’opera di Ungaretti,non solo per la straordinaria abbon-danza di “materiale”, ma anche per-ché tutto il suo percorso artistico let-terario è paradigmatico di una dedi-zione assoluta all’arte, ma pur sem-pre nella totale adesione alla realtà.Ulteriore conferma ne è il ricco esempre rinnovato catalogo Monda-dori (da sempre editore storicodell’opera ungarettiana). In questocontesto, l’ultima pubblicazione èVisioni di William Blake (2020), cheraccoglie la traduzione di Ungarettidelle visioni poetiche del genio ro-mantico inglese. La traduzione per ilpoeta è una vera opportunità dicreazione artistica e quello tra Unga-retti e la poesia di William Blake èun incontro centrale, nel quale figu-re d’epoche tanto lontane, hannocondiviso quella tensione di spinger- Giuseppe Ungaretti nelle fila dell’esercito italiano

Page 5: Profeti di un nuovo futuro - Vatican News...Di qui la riflessione muove verso la dimensione della “chiesa dome-stica” che ha avuto un rinnovato impulso in questi ultimi mesi con-NOSTRE

L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 31 maggio 2020 pagina 5

Raffaello e le cornici ritrovateLa nuova sistemazione della Sala VIII della Pinacoteca Vaticana

La storica libreria Shakespeare and Company e il digitale

Quandoentrava Hemingway

e usciva Joyce

Il 1° giugno la riapertura in piena sicurezza dei Musei Vaticani dopo quasi tre mesi di chiusura forzata

Tornare a gioire delle bellezze universalidelle Collezioni pontificie

Veduta della Sala VIII della Pinacoteca Vaticana (1932) fondata sotto il pontificato di Pio XI (fototeca dei Musei Vaticani)

L’interno della libreria a Parigi

In una calda mattinata di due anni fa,nel corso di un sopralluogo a SantaMaria di Galeria, località extraterrito-riale vaticana a nord di Roma dove iMusei Vaticani ed altre istituzioni del-

la Santa Sede hanno attività e depositi, circo-lando fra le scaffalature di un vasto magazzi-no stipato di migliaia di oggetti, ho notatouna grande cassa, impolverata e in disparte,che recava la scritta “cornici di Raffaello”. Lacuriosità ha fatto il suo corso e qualche setti-mana più tardi i restauratori del Laboratoriopitture e materiali lignei dei Musei hannoaperto la cassa e rinvenuto le aste di alcunecornici, di legno di cirmolo stagionato e a fo-glia d’oro, che abbiamo subito identificatoappartenere ai celebri dipinti di Raffaellodella Pinacoteca Vaticana: la Pala Oddi, laMadonna di Foligno e la Tra s f i g u ra z i o n e .

loro rimozione e sostituzione per la colloca-zione nella grandiosa Sala VIII dedicata aRaffaello, con gli arazzi della Scuola Vecchiae le tre grandi pale vaticane, della nuovissimaPinacoteca che Luca Beltrami concepì perPio XI all’indomani della firma dei TrattatiLateranensi. Quest’ultimo, insieme a BiagioBiagetti, eliminò le cornici dorate e le sostituìcon dei pesanti inquadramenti di legno dinoce scuro inframezzati da un parato fioratosu fondo scuro. Le predelle furono inglobatein questo allestimento (con anche la discuti-bile scelta di porre al di sotto della Ma d o n n adi Foligno la predella della Pala Baglioni).Quell’allestimento fu in sede dal 27 ottobredel 1932, giorno dell’inaugurazione della Pi-nacoteca, sino alla fine degli anni Settantadel secolo scorso, quando venne consideratotroppo invasivo e pesante e si decise di ri-

delicato acquerello di Benjamin Dix, raffigu-rante la Grande Galerie del Louvre in occa-sione del matrimonio dell’imperatore conMaria Luisa d’Austria mostra delle cornicidorate molto simili a quelle ritrovate. La con-sultazione degli Archivi Vaticani — e di que-sto sono debitrice a Marta Bezzini, responsa-bile dell’Archivio Storico dei Musei — ha di-mostrato che, almeno quelle della Tra s f i g u ra -zione e della Madonna di Foligno, vennero rea-lizzate o aggiustate alla fine degli anni Ventidell’Ottocento, a seguito del loro rientro ca-noviano in Vaticano.

I documenti della Computisteria del Pa-lazzo apostolico dell’aprile del 1928 edell’agosto del 1833 riportano pagamenti perla realizzazione della cornice dorata dellaTra s f i g u ra z i o n e e di lavori di doratura “a orobuono” per la Madonna di Foligno. La corni-ce di quest’ultima sembra più antica delle al-tre: è napoleonica? La doratura fatta all’ep o-ca, e non la realizzazione ex novo, potrebbeportare in quella direzione. Non sono statirinvenuti pagamenti per la Pala Oddi, ma

Abbiamo ancora le fotografiedegli ambienti nei quali le tavolesono state conservate dal 1816 ad oggiImmagini che “ra c c o n t a n o ” le vicissitudinisubite dalle opere nel corso del tempo

muoverlo e lasciare le tre pale senza alcunacornice e porre le due predelle, della PalaOddi e della Pala Baglioni, in bacheche sepa-rate. Il minimalismo di quegli anni è statooggi superato per un ritorno ad un allesti-mento ed una fruizione “antica” di questi mi-rabili dipinti; si è ritornati al godimento delleopere come erano state viste per secoli dagliammiratori vaticani del grande Raffaello. Sa-rebbe stato suggestivo pensare che le cornicifossero state poste sulle opere dai raffinatiemissari di Napoleone, che come è noto le ri-mossero dagli altari dalle loro sedi originali aseguito del Trattato di Tolentino per condur-le nel grandioso Museo Universale del Lou-vre a Parigi: la Tra s f i g u ra z i o n e dalla Chiesa diSan Pietro in Montorio sul Gianicolo a Ro-ma, la Pala Oddi da quella di San Francescoal Prato a Perugia e la Madonna di Folignodal Monastero delle Contesse di Foligno. Il

soltanto quelli per la sistemazione della suapredella negli stessi anni.

Le aste a foglia d’oro sapientemente re-staurate da Stefano Tombesi che oggi ornanoil dipinto sono da ascriversi, come per quelladella Tra s f i g u ra z i o n e , ai primi decenni dell’O t-tocento. Nel corso del 2019, in previsionedelle celebrazioni raffaellesche di quest’anno,si era pensato di intervenire con una puliturasulla giovanile e peruginesca Pala Oddi,l’unica delle tre opere che non era stata og-getto di restauro negli ultimi decenni. Graziealla professionalità di Francesca Persegati,che dirige il Laboratorio di restauro pitture emateriali lignei dei Musei Vaticani e a PaoloViolini, che ha una lunga esperienza sui di-pinti di Raffaello, è stato possibile un restau-ro che ha riportato in luce le cromie originalied ha recuperato una parte dell’opera chesembrava perduta. La Sala VIII della Pinaco-teca Vaticana si presenta quindi completa-mente rinnovata.

I sontuosi arazzi raffaelleschi raffigurantigli Atti degli Apostoli, abilmente restaurati edotati di una nuova ed efficace illuminazio-ne, possono finalmente dialogare con i tremagnifici dipinti del divino Raffaello, inqua-drati dalle “r i t ro v a t e ” cornici dorate.

BARBARA JAT TA

Sappiamo che ogni epoca ha il suo gusto ele sue sensibilità estetiche. Con la storia diqueste cornici “r i t ro v a t e ” si possono raccon-tare non solo le vicende dei Musei Vaticanidegli ultimi duecentocinquant’anni, ma an-che offrire uno spaccato delle tendenze mu-seografiche e di come i mutamenti di gustoinfluiscano sulla fruizione delle opere d’arte.Per identificare le cornici ritrovate è stato uti-le il consulto della Fototeca storica dei MuseiVaticani e l’attenzione che Paola Di Giam-maria, la sua responsabile, ha messo nel ri-cercare le fotografie degli ambienti nei qualile tavole di Raffaello sono state conservatedal 1816 ad oggi. Il risultato sono una seriedi immagini fotografiche che “raccontano” levicissitudini subite dalle opere e dalle corni-ci: dalla loro esposizione nella Sala Bolognaall’epoca di Papa Pio IX, allo spostamentonella nuova Pinacoteca di Pio X nel 1909, alla

PUNTI DI RESISTENZA

di GABRIELE NICOLÒ

Aveva clienti illustri la storicalibreria Shakespeare andCompany, a Parigi. Da Ernest

Hemingway a Ezra Pound, da Fran-cis Scott Fitzgerald a James Joyce,senza dimenticare Gertrude Stein,alcune delle massime personalitàdell’empireo culturale solevano con-vergere in questo luogo d’incanto,ben presto divenuto un’istituzioneper eccellenza del mondo delle lette-re. Come ogni comune lettore, essiconsultavano i volumi, a volte li ac-quistavano, a volte li prendevano inprestito, non disdegnando di mettereper iscritto, all’atto della riconsegna,una valutazione su quanto avevanoappena letto. In merito, ogni dina-mica e ogni transazione furono allo-ra registrate: adesso “il libro-mastro”della Shakespeare and Company èstato digitalizzato. Di conseguenza,come sottolinea il «Guardian» neldare notizia del significativo avveni-mento, ora è possibile conoscere, at-traverso internet, the reading habits, igusti in fatto di lettura di scrittoricosì rinomati. Al di là di una curio-sità più che legittima nello scoprirequali erano i volumi elogiati e quellicriticati, il fatto che si staglia, inquesto scenario, si lega alla proficuaalleanza tra sapere classico e tecno-logia moderna. Un’alleanza al servi-zio della vera cultura e della societàche vuole nutrirsi di tale cultura.

Le lending cards, le tessere chepermettevano al cliente di prenderein prestito un libro, sono ora archi-

quistare o per prendere in prestitoalcuni libri di autori irlandesi pococonosciuti ma ritenuti da lui preziosiper aiutarlo a comprendere l’Ulissedi James Joyce, un’opera «tanto in-trigante quanto ostica». Fatta da La-can, questa valutazione assume unapregnanza tutta particolare. Tra i re-golari clienti della scena letteraria fi-gura la scrittrice francese Simone deBeauvoir, la quale, per dare ulterioresostegno alla sua battaglia per lapromozione della donna, cercava, etrovava, nella libreria volumi antichi,spesso dimenticati, che trattavanocon competenza e dottrina del geniofemminile nella società. Poco primadella morte (si suicidò nel 1940 pernon cadere nelle grinfie della Gesta-po) il filosofo tedesco Walter Benja-min — attestano le lending cards —prese in prestito due libri: un voca-bolario tedesco-inglese e l’opera diFrancesco Bacone Physical and Meta-physical Works. L’opera del filosofoinglese avrebbe dovuto dargli quella«serenità superiore alle brutture del-la vita»: il susseguirsi dei drammati-ci avvenimenti. che lo costrinsero tral’altro a fuggire da Parigi, gli nega-rono quell’agognato sollievo.

Fondata nel 1919 da un’emigratastatunitense, Sylvia Beach, la Shake-speare and Company si configuròben presto nel segno di una doppiadimensione: negozio di libri e salada lettura. Da principio la libreriaera al numero 8 di rue Dupuytren,poi nel 1921 si spostò al 12 di rue del’Odeon, dove rimase fino l 1941.Durante questo periodo la Shake-

viate secondo criteri digitali che neconsentono un’immediata fruizione.Catalogate in un unico e compattonucleo, queste lending cards r a p p re -sentano una vera e propria minieradi cultura cui attingere informazionidotte e gustose curiosità. Una diqueste tessere, risalente al 1925, atte-sta che Ernest Hemingway avevapresto in prestito il libro di JoshuaSlocum intitolato Sailing AloneAround the World: tale lettura, da luimolto apprezzata, gli avrebbe suc-cessivamente ispirato (1952) la com-posizione di uno dei suoi capolavoriThe Old Man and the Sea (“Il vec-chio e il mare”). E non era certo digusti facili Hemingway visto chesenza velature diplomatiche, stronca-va anche i colleghi illustri come lui.«Non sa niente, assolutamente nien-te, della gente, e quando le descrivenon sembrano persone vive ma, nel-le migliori delle ipotesi, caricaturegrottesche» diceva di Henry James,eppure celebrato dalla critica comeuno dei maestri indiscussi, insiemecon Virginia Woolf, del cosiddetto“realismo psicologico”. E non facevasconti nemmeno nei riguardi diFrancis Scott Fitzgerald, del qualecriticava una morbosa indulgenza alnichilismo e a un disfattismo senzariscatto. Nel libro Festa mobile, He-mingway cita la Shakespeare andCompany, come d’omaggio ai pre-ziosi sevizi a lui resi.

Il celebre psichiatra e filosofo Jac-ques Lacan più volte si recò allaShakespeare and Company per ac-

speare and Company era consideratail centro della cultura anglo-america-na a Parigi. A quel tempo la libreriafaceva circolare titoli banditi nel Re-gno Unito e negli Stati Uniti, comeL’amante di Lady Chatterly di DavidHerbert Lawrence e l’Ulisse di Joyceche, censurato in quei due Paesi,venne stampato per la prima volta,nel 1922, proprio dalla Beach. La li-breria venne chiusa nel dicembre1941, durante la seconda guerramondiale, dopo l’occupazione dellaFrancia da parte della Germania, enon venne più riaperta. Nel 1951un’altra libreria fu inaugurata, suiniziativa di George Whitman, con ilnome di Le Mistral. Proprio comel’originale Shakespeare and Compa-ny, il luogo divenne ben presto ilpunto focale per la cultura letterariadella Rive gauche di Parigi. Allamorte di Sylvia Beach (1962) la li-breria riacquistò, in suo onore, il no-me originario: Shakespeare andCompany. Attualmente la libreria ègestita dalla figlia di George Whit-man: è situata al 37 di rue de la Bu-cherie, a pochi passi alla Senna.«Un’utopia socialista mascherata dalibreria» fu definita da Whitman laShakespeare and Company, che oraoffre posti dove dormire, ricavati daidivani al suo interno, a scrittori e adartisti a corto di denaro in cambio dialcune ore di lavoro fra gli scaffali.Immancabile è l’evento del Sundaytea, che prevede dibattiti tra scrittorie letture di poesie.

di BARBARA JAT TA *

Il 1° giugno sarà un giorno di gioia peri Musei Vaticani: un giorno di letiziae speranza di ritorno alla normalitàdopo quasi tre mesi di chiusura daquel preoccupante 9 marzo che aveva

visto l’inizio del lo ckdown in Italia e cheaveva determinato le Autorità vaticane achiudere i Musei del Papa dal giorno dopo.

In questi mesi i Musei Vaticani non sonostati fermi, come ho già avuto modo di scri-vere su queste pagine. Hanno continuatonelle difficoltà della pandemia, della chiusurae delle paure, a portare avanti la loro missio-ne: condivisione, tutela e valorizzazione.Questo è stato fatto ed ancora di più è avve-nuto nelle ultime settimane, quando si è de-ciso di ripartire e riaprire al pubblico a parti-re dal mese di giugno.

L’attuale situazione di emergenza sanitariaha imposto come principale presupposto perla riapertura l’obiettivo di contemperare, almassimo grado possibile, le esigenze della si-curezza e della salute con le dinamiche pro-prie di una visita che non sia, però, snaturatanella sua essenza. Pertanto, nello scrupolosorispetto delle norme di igiene e di social di-stancing, tutti coloro che avranno accesso aiMusei saranno sottoposti al controllo dellatemperatura corporea attraverso apparecchia-ture termometriche e l’ingresso dei visitatorisarà consentito solo se muniti di mascherina.Durante l’orario di apertura al pubblico, saràsempre attivo un presidio di personale medi-co-sanitario delle Misericordie di Italia che,assieme alla Direzione di sanità ed igienedello Stato della Città del Vaticano, garanti-ranno ogni necessaria esigenza.

Fra le novità d’arte proposte al pubblico visarà la Sala di Costantino (la quarta delleStanze di Raffaello in Vaticano) che è stata

“svelata” dopo cinque anni di complessi edelicati restauri. Il restauro ha dimostratoche vi è la mano del divin pittore nelle figuredella Iustitia e della Comitas.

Nell’anno delle celebrazioni raffaellesche sipresenta, inoltre, la nuova sistemazione dellaSala VIII della Pinacoteca Vaticana dedicata aRaffaello. È stata restaurata la giovanile e pe-ruginesca Pala Oddi (raffigurante l’I n c o ro n a -zione della Vergine). Le tre pale identitariedelle diverse fasi della sua attività artistica(Pala Oddi – Madonna di Foligno — Tra s f i g u -

ra z i o n e ) sono state riallestite con le “r i t ro v a t e ”cornici napoleoniche e ottocentesche. Unanuova illuminazione permette di apprezzare idipinti su tavola e i celebri arazzi come maiprima d’ora.

Dal 1° giugno in avanti saremo quindi feli-ci di accogliere tutti coloro che vorranno ve-nire a gioire delle bellezze universali delleCollezioni pontificie.

*Direttore dei Musei Vaticani

Page 6: Profeti di un nuovo futuro - Vatican News...Di qui la riflessione muove verso la dimensione della “chiesa dome-stica” che ha avuto un rinnovato impulso in questi ultimi mesi con-NOSTRE

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 6 domenica 31 maggio 2020

Messaggio dei vescovi spagnoli per la Pentecoste

C o n t i n u a rea sognare insieme

Parola vivaL’Alleanza biblica francese propone alle persone in isolamento di trascrivere un brano delle Sacre Scritture

Il World Council of Churches sull’opera dello Spirito Santo

Esiste anche una pandemia benefica

Simeón Gonzales, «Soñando juntos» (2019)

Nomine episcopali

«I l sogno di una rinnova-ta Pentecoste nellaChiesa spagnola diven-

terà realtà nella misura in cui in-corporeremo in ogni nostra azio-ne uno stile di lavoro pastoralecaratterizzato da due assi trasver-sali: la sinodalità e il discerni-mento». Il 31 maggio, domenicadi Pentecoste, la Chiesa in Spa-gna celebra (come ogni anno) laGiornata dell’Azione cattolica edell’apostolato secolare. Nel loromessaggio, intitolato Hacia unrenovado Pentecostés, i vescovidella Commissione episcopaleper i laici, la famiglia e la vitasottolineano la chiamata a vivereuna rinnovata Pentecoste dopo ilCongresso nazionale dei laici sultema «Popolo di Dio in uscita»,tenutosi a febbraio: un’azione ditutta la Chiesa spagnola incorag-giata da laici e pastori e condot-ta da tutto il popolo di Dio. Siricorda che i laici sono in unprocesso di discernimento sino-dale che devono continuare amettere in pratica sotto la guidadello Spirito Santo. Tale atteg-giamento consente loro di com-prendere come Dio agisce neglieventi, con le persone, nella sto-ria, e li pone come Chiesa nelmomento attuale per dare lucedi speranza nel mezzo di unapandemia. «Cammineremo inquesto modo se viviamo in co-

demia di covid-19. Questa espe-rienza ci è servita a renderci con-to che, non solo a livello diChiesa ma anche di società, tuttiabbiamo bisogno l’uno dell’a l t ro ,perché dalla condotta di uno di-pende il destino degli altri». Ilpost-congresso sarà «un’azionedell’intera Chiesa spagnola»,geograficamente e sostanzial-mente parlando. È essenziale«vivere la comunione, sentirsitutti chiamati alla corresponsabi-lità, alla missione condivisa. Inquesto arduo compito di raffor-zamento della dimensione comu-nitaria della nostra fede, nel fu-turo, l’Azione cattolica svolge unruolo fondamentale che dobbia-mo continuare a promuovere e arivitalizzare con maggiore ardoreapostolico. Sogniamo insieme.Non perdiamo la capacità — ri-badiscono i presuli spagnoli — dicontinuare a sognare insieme.Questo processo ha ora unachiara continuità. Non abbiamofinito con questo congresso, ben-sì costituisce il punto di partenzaper nuove strade». Il discerni-mento «non è qualcosa di preci-so; deve essere un atteggiamentopermanente a livello personale ecomunitario che ci consente dicapire» Dio e di «guardare avan-ti, al futuro, all’azione, alla mis-sione e a svolgere questo eserci-zio con gioia e speranza. Con ta-

di CHARLES DE PECHPEYROU

«D iventare un moderno co-pista della Bibbia» per«prolungare la meravi-

gliosa avventura della diffusione delleSacre Scritture, un libro vivente perun Dio vivente!»: è la recente propo-sta dell’Alleanza biblica francese(Abf) in questo periodo particolare incui molte persone restano a casa no-nostante la fine del lockdown che erastato imposto dalle autorità per con-trastare la diffusione del coronavirus.Fino al 15 giugno, tutti coloro che lodesiderano sono invitati a copiare amano un Salmo o un estratto deiVangeli e inviare il manoscritto all’as-sociazione, che riunirà tutte le pagineinsieme al fine di costituire una «Bib-bia dei confinati», destinata a circola-re ovunque in Francia — chiese, scuo-le, abbazie — all’inizio del prossimoanno scolastico. Al fine di concretiz-zare questo progetto attraverso la rea-lizzazione di un bellissimo volume,degno dei manoscritti del Medioevo,l’Abf ha elencato una serie di detta-gliate istruzioni per i novelli ama-nuensi: la versione di riferimento deveessere la Nuova Bibbia in francesecorrente, in quanto interconfessionale,francofona e accessibile al maggiornumero di persone, la grammaturadella carta deve essere elevata, la calli-grafia deve essere la più curata possi-bile e si deve lasciare un margine spe-cifico sul foglio per la rilegatura.

Il numero di pagine invece può va-riare da una a sei, a seconda dellalunghezza del testo da copiare. È an-che possibile esprimere la propriacreatività, illustrando, anche a colori,una delle pagine di presentazione deltesto biblico prescelto. «Il risultato?Una Bibbia unica, composta da testicopiati a mano in maniera differen-ziata, un’opera collettiva che crea un

legame, un’opera che è bella da vede-re e da leggere, da far circolare, pertrasmettere al maggior numero di fe-deli un messaggio di eccezionale ric-chezza», ha commentato nel video dipresentazione del progetto ValérieDuval-Poujol, membro dell’Abf e do-cente presso l’Istituto di teologia pro-testante di Parigi.

«Il progetto ha ricevuto un’acco-glienza molto favorevole poiché nelleprime 48 ore circa 250 persone hannogià risposto positivamente e la copiadi metà dei capitoli è già garantita»,si entusiasma Duval-Poujol, intervi-stata dal nostro giornale. «Tra i parte-cipanti — precisa — accanto alle fami-glie, ai medici e alle infermiere chestanno combattendo l’epidemia di co-vid-19, troviamo ad esempio i tre vice-presidenti del Consiglio delle Chiese

cristiane in Francia, per testimoniareche la Bibbia è davvero un segno diunità: monsignor Éric de Moulins-Be-aufort, arcivescovo di Reims e presi-dente del Conferenza episcopale fran-cese, il pastore François Clavairoly,capo della Federazione protestante diFrancia e il metropolita Emmanuel,presidente dell’Assemblea dei vescoviortodossi di Francia». «Abbiamo par-ticolarmente apprezzato l’iniziativa —prosegue la teologa — di un docenteche nell’ambito del suo corso di storiasul monachesimo nel Medioevo, hasuggerito ai suoi studenti del ginnasiodi copiare un capitolo della Bibbia,come ancora la proposta della comu-nità delle diaconesse di Reuilly, neidintorni di Parigi, di copiare il Salmo119, condividendo il lavoro perché è ilpiù lungo».

L’iniziativa si inserisce ovviamentenel graduale “deconfinamento” ini-ziato in Francia, mentre molte perso-ne trascorrono ancora gran partedella giornata a casa. «La “Bibbiaconfinata”: tutti sono isolati ma par-tecipano a un’opera collettiva, che haun senso e un valore particolare»,commenta la professoressa. «Secon-do le testimonianze da noi raccolte,copiare un testo sacro consente diappropriarsi del testo, quasi fosseun’esperienza spirituale — p ro s e g u eDuval-Poujol — non siamo soli mauniti gli uni agli altri: alle generazio-ni precedenti e alle generazioni futu-re attraverso il libro che verrà lascia-to, e ugualmente a tutti questi mo-derni copisti collegati tra loro». Lateologa conclude con un invitomolto speciale: rileggere le SacreScritture in questi tempi di coronavi-rus. Attraverso la lettura della Bibbia«è possibile rivolgersi a Dio — nel te-sto vediamo persone che esprimonola loro sofferenza — ma anche trovareparole di conforto e di speranza,specialmente nel Libro dei Profeti,nei Vangeli, perché la Bibbia è unalettera d’amore di Dio nei nostri con-f ro n t i » .

L’inziativa dell’Associazione biblicafrancese si ispira dall’idea della “Bib-bia Corona” promossa da Uwe Habe-nicht, pastore della Chiesa evangelicariformata di San Gallo, nell’omonimocantone elvetico, convinto che in unperiodo, come questo, di isolamento,inattività e incertezza, la possibilitàdi dedicarsi a tale mansione sarebbestata ben accolta riempiendo le oredel tempo libero. Il compito è lostesso: ricopiare in bella calligrafia uncapitolo a propria scelta delle SacreScritture. Il progetto si è diffuso inaltre nazioni, fino ad arrivare negliStati Uniti. Allo stesso modo dellaBibbia della quarantena francofona,il risultato sarà pubblicato in formatocartaceo e digitalizzato, disponibilesu internet.

GINEVRA, 30. «Preghiamo perché laPentecoste, lottando contro questapandemia, liberi le energie delloSpirito in tutto il popolo di Dio erinnovi non solo la Chiesa, ma an-che la faccia della terra. Lo Spiritodi Dio tocca tutte le persone e supe-ra tutte le barriere, ma è sinonimodi vita e non di morte». Lo sottoli-neano gli otto presidenti regionalidel World council of Churches(Wcc) in un messaggio intitolato«Onde di disperazione, lingue difuoco», pubblicato in vista della fe-sta liturgica che nel calendario cri-stiano ricorda l’episodio delle sacrescritture nel quale i primi discepolidi Gesù, «nascosti nella paura, furo-no scossi, poi incoraggiati dalla po-tente presenza di Dio», un passodel Nuovo Testamento che dimostrache «la Chiesa è nata nel tumultoper poi uscire dal caos con un mes-saggio potente, che cambia davverola vita e che vale per tutte le culturee tutti i contesti».

«Oggi, mentre scriviamo questomessaggio, è arrivata una forza natu-rale silenziosa, invisibile, eppureestremamente letale. Il nuovo coro-navirus ha stravolto il mondo intero,seminando terrore e caos, causandomilioni di malati e centinaia di mi-gliaia di morti. La pandemia ha de-vastato le economie, distrutto fami-glie e comunità, causato carestie e,sfuggendo dal controllo dei più sofi-sticati sistemi sanitari globali e locali,ha messo alla prova il coraggio el’efficienza dei governi», scrivono ipresidenti del Wcc. «Tuttavia, inquesta Pentecoste, attraverso i secolie in tutto il mondo, noi cristiani sia-mo legati gli uni agli altri e ai primidiscepoli per proclamare, come essihanno fatto con tanta audacia, che ilDio della vita è sempre con noi», ri-cordano. Lo Spirito di Dio, prose-guono, «solleva i nostri cuori nellapreghiera e nel desiderio, infonde innoi il coraggio di affrontare il doloree la sofferenza, infiamma i nostricuori d’amore per servire coloro chesoffrono e sono esclusi dai sistemi dicura della società, illumina le nostrementi per impegnarsi e sostenereun’intensa ricerca scientifica per trat-tamenti e vaccini e ci consente di af-frontare e superare questo virus at-traverso una generosa cooperazione,le nostre migliori cure mediche e pa-storali e, soprattutto, la nostra amo-revole cura per tutti i figli di Dio».

Da alcune settimane sul sito In-ternet del Wcc una sezione è dedica-ta all’emergenza coronavirus, conuna presentazione dell’epidemia, ac-compagnata dalle diverse raccoman-dazioni dell’Organizzazione mon-diale della sanità e molti testi, tracui una dichiarazione comune sigla-ta dalle maggiori organizzazioniecumeniche mondiali nella qualevengono sottolineate l’urgenza e lanecessità per i cristiani «di restareuniti per proteggere la vita nel tem-po della pandemia da covid-19».Nel testo, i firmatari chiedono «allepersone di tutto il mondo di dare lamassima priorità a questa situazionee di aiutare, in tutti i modi possibili,gli sforzi collettivi per proteggere edifendere la vita». Inoltre, ricordanoche «la fede nel Dio della vita ob-

bliga a proteggere la vita» e a «di-mostrare l’amore incondizionato aDio, e ricevuto da Dio, in modi si-curi, pratici per alleviare le sofferen-ze; assicurandosi che le stesse Chiesee i luoghi di culto e di ritrovo spiri-tuali non diventino luoghi di tra-smissione del virus». Infine i leaderecumenici esortano tutti a sostenerele persone più vulnerabili del mon-do. «Nel mezzo di questa grave crisi— sottolineano ancora — è necessariointensificare le preghiere per coloroche stanno gestendo politicamente,economicamente, socialmente e a li-vello sanitario questa difficile situa-zione; esortiamoli, dunque, a dare lapriorità massima alle persone che vi-vono in povertà, agli emarginati, airifugiati, ai malati che vivono inmezzo a noi».

Michael Kalu Ukpongausiliare di Umuahia

(Nigeria)Nato il 15 dicembre 1964 in AmaekpuOhafia, nella diocesi di Umuahia, hafrequentato l’Immaculate ConceptionMinor Seminary in Ahiaeke (1978-1984). Ha compiuto gli studi filosofi-ci al Seat of Wisdom Major Semina-ry in Owerri (1985-1989) e quelli teo-logici al St. Joseph Major Seminaryin Ikot Ekpene (1989-1993). Ha stu-diato Diritto canonico nel Klaus-Mörsdorf-Institut für Kanonistik,presso la Ludwig-Maximilian-Univer-sität a Monaco (2006-2007), e poiTeologia all’Università von Regen-sburg a Ratisbona, ottenendo il dot-torato (2008-2014). È stato ordinatosacerdote il 7 agosto 1993, per il clerodi Umuahia, ricoprendo poi i se-guenti incarichi: vicario parrocchialedi St. Finbarr’s Parish in Umuahia(1993-1994); segretario del vescovo diUmuahia (1994-1996); parroco di St.John’s Parish in Item (1996-1999);editore del «Lumen Newspaper»,della diocesi di Umuahia (1999-2001); cappellano presso la Christthe King Chaplaincy in Umudike(2001-2003). Dopo gli studi superioriin Germania (2004-2014), è statoinoltre vicario parrocchiale di tre co-

munità della diocesi di Regensburg:St. Joseph’s Parish in Reinhausen(2008-2011), Assumption Parish inAscholtshausen (2011-2013) e Unitàparrocchiale Berathausen-Pfraundorf(2013-2016); preside della CoronataSecondary School in Asaga Ohafia(2016-2018). Dal 2018 a oggi è statocancelliere della diocesi di Umuahiae parroco di St. Theresa’s Parish nel-la medesima città.

Jesús Castro Marte, vescovodi Nuestra Señora

de la Altagracia en Higüey(Repubblica Dominicana)Nato il 18 marzo 1966 a Guerra, in

arcidiocesi di Santo Domingo, hacompiuto gli studi di Filosofia e diTeologia alla Pontificia universitàcattolica Madre y Maestra nell’a rc i -diocesi di Santiago de los Caballe-ros. Ha ottenuto la licenza in Bioeti-ca all’Ateneo pontificio Regina Apo-stolorum a Roma. Ha seguito varicorsi di Scienze religiose nel semina-rio pontificio Santo Tomás de Aqui-no nell’arcidiocesi di Santo Domin-go e di Risorse umane presso l’Uni-versità Cattolica Madre y Maestranell’arcidiocesi di Santiago de los

Caballeros. È stato ordinato sacerdo-te il 13 giugno 1995 e si è incardinatonell’arcidiocesi di Santo Domingo.Dal 1995 al 1997 è stato vicario par-rocchiale di San Antonio di Padua eSanta Lucía Mártir in La Victoria;dal 1997 al 2001 parroco di San An-tonio di Padua e Santa Lucía Mártirin La Victoria; dal 2001 al 2004 par-roco delle parrocchie San José, Cri-sto Rey del Universo e Madre deDios nella zona di Yamasá, MontePlata; dal 2004 al 2006 ha continua-to gli studi presso l’Ateneo pontifi-cio Regina Apostolorum a Roma. Inseguito ha insegnato nella Pontificiauniversità cattolica Madre y Mae-stra nell’arcidiocesi di Santiago delos Caballeros. Dal 2008 al 2012 èstato vicario episcopale per il clero esegretario esecutivo del consigliopresbiterale dell’arcidiocesi di SantoDomingo; dal 2009 al 2010, parrocodi San Ignacio de Loyola; dal 2010al 2012, parroco di San Juan Bautistade la Salle. Dal 2011 al 2013 è statovicerettore del Pontificio semina-rio Santo Tomás de Aquino e dal2013 è rettore della Pontificia univer-sità cattolica di Santo Domingo. Il 1°luglio 2017 è stato nominato vescovotitolare di Giufi e ausiliare di SantoD omingo.

munione, evangelizziamo dalprimo annuncio, accompagna-mo, formiamo i laici e siamopresenti nella vita pubblica», silegge nel documento.

Nel messaggio — a firma tragli altri del vescovo presidentedella commissione, Carlos Ma-nuel Escribano Subías — si citaPapa Francesco, in particolare ildiscorso per la commemorazionedel 50° anniversario dell’istituzio-ne del Sinodo dei vescovi (17 ot-tobre 2015), quando afferma che«il cammino della sinodalità è ilcammino che Dio si aspetta dal-la Chiesa del terzo millennio» eparla della sinodalità come «di-mensione costitutiva della Chie-sa». Sinodalità che nell’esorta-zione apostolica Evangelii gau-dium (236) assume l’immaginedel poliedro. La sinodalità, pro-segue l’organismo episcopalespagnolo, «è un’arte che ci portaa vivere la comunione e a sco-prirla come la chiave dell’evan-gelizzazione. Il suo scopo è ri-lanciare il sogno missionario:“La messa in atto di una Chiesasinodale è presupposto indispen-sabile per un nuovo slancio mis-sionario che coinvolga l’i n t e roPopolo di Dio” (Commissioneteologica internazionale, La sino-dalità nella vita e nella missionedella Chiesa, n. 9)».

Ecco allora che la fase seguen-te il congresso dei laici «è unastrada aperta e dipende da tuttinoi: vescovi, sacerdoti, diaconi,religiosi, laici. Abbiamo bisognotutti l’uno dell’altro per esserequesta Chiesa in uscita che an-nuncia la gioia del Vangelo inmezzo al dolore e alle ferite checi hanno segnato durante la pan-

le atteggiamento vogliamo ancheposizionarci come Chiesa nelmomento attuale, essendo inoltreuna luce di speranza nel mezzodella nostra società, duramentecolpita dal coronavirus».

Il Congresso nazionale dei lai-ci, svoltosi (dopo due anni dipreparazione) a Madrid dal 14 al16 febbraio, ha rappresentatouno degli avvenimenti più im-portanti degli ultimi decenni perla Chiesa cattolica in Spagna. Vihanno partecipato più di duemi-la delegati inviati dalle diocesi,dai movimenti e dalle associazio-ni laicali, insieme a membri dellavita consacrata, sacerdoti e set-tanta vescovi. «È stato senzadubbio — scrive la Commissioneepiscopale per i laici, la famigliae la vita — un grande incontro dicomunione, un esercizio di di-scernimento, di ascolto, di dialo-go e messa in pratica, attraversoun’ampia varietà di esperienze etestimonianze, di ricchezza epluralità della nostra Chiesa. Siai messaggi, sia le celebrazioni,così come i momenti ludici e lascenografia sono stati curati conparticolare attenzione con il desi-derio di trasmettere alla societàspagnola un’immagine di Chiesain uscita». Adesso si tratta di«dare continuità a questo sogno,a questo desiderio di lavorare co-me Popolo di Dio, valorizzandola vocazione laicale e ciò cheporta alla nostra Chiesa in que-sto momento». Si tratta di «ri-scoprire l’importanza del sacra-mento del battesimo, come fonteda cui scaturiscono i diversi cari-smi per la comunione e la mis-sione». (giovanni zavatta)

Page 7: Profeti di un nuovo futuro - Vatican News...Di qui la riflessione muove verso la dimensione della “chiesa dome-stica” che ha avuto un rinnovato impulso in questi ultimi mesi con-NOSTRE

L’OSSERVATORE ROMANOdomenica 31 maggio 2020 pagina 7

Spose di CristoLe vergini consacrate nella storia cristiana

di DO N AT E L L A CO A L O VA

«L e vergini sono il fioresbocciato sull’albero dellaChiesa, sono gemme e

gioielli di grazia, letizia di vita, og-getto di lode e di onore, dono inte-gro e inalterato di Dio, riflesso dellasantità del Signore, porzione elettadel gregge di Cristo» scriveva sanCipriano, vescovo e martire, (210-258), nel trattato Sul contegno dellev e rg i n i , una delle tante testimonianzesulla considerazione in cui erano te-nute nella Chiesa dei primi secoli ledonne che si donavano interamentea Dio. Gli studiosi attestano concor-demente che fino al IV secolo l’emis-sione del propositum virginitatis, cioèla decisione di consacrare a Cristo lapropria verginità, non comportavaalcuna particolare celebrazione litur-gica.

Dopo l’editto di Costantino nel313, la Chiesa acquistò un ruolo spe-cifico e una fisionomia giuridica nel-la società civile e anche lo statusdelle vergini consacrate si organizzòe man mano si istituzionalizzò. Fon-ti letterarie della seconda metà delIV secolo descrivono il rito sobrio,ma suggestivo, della consacrazionedelle vergini. A partire dal V secoloabbiamo anche documenti liturgicicon i testi eucologici degli antichisacramentari (il Leoniano o Ve ro n e s e ,il Gelasiano, il G re g o r i a n o ): tutti tra-mandano la preghiera di consacra-zione Deus, castorum corporum, comemomento culminante di un rito li-turgico di grande bellezza ed inten-sità. La consecratio virginum c o m p a repoi nel pontificale romano-germani-co e, via via, in tutti i successivipontificali. Fino a quello di Giovan-ni XXIII del 1962, anche se in quelperiodo di fatto il rito era pressochécaduto in disuso.

Proprio per questo il concilio Va-ticano II decise di riscoprire questaricca eredità del passato raccoman-dando, al numero 80 della Costitu-zione sulla sacra liturgia S a c ro -sanctum concilium: «Si sottoponga arevisione il rito della consacrazionedelle vergini, che si trova nel ponti-ficale romano». Per adempiere que-sta risoluzione a cui i Padri concilia-ri erano giunti con 2447 sì e solo 4no, la Sacra Congregazione per ilculto divino, su mandato di PaoloVI, il 31 maggio 1970 promulgò l’Or-do consecrationis virginum e insiemeal rito veniva anche ripristinatol’Ordo virginum. Il 29 settembre1980 fu pubblicata la versione uffi-ciale italiana con il titolo «Consacra-zione delle Vergini». Nei p ra e n o t a n -da, cioè nelle premesse dell’editio

typica del 1970, viene specificato che«possono essere consacrate sia levergini che hanno scelto la vita mo-nastica (moniales), sia le vergini chevivono nel mondo (mulieres vitamsaecularem agentes)». I requisiti ri-chiesti alle vergini laiche per la con-sacrazione sono «che non siano sta-te mai sposate né abbiano mai vissu-to pubblicamente in uno stato con-trario alla castità; che per l’età, laprudenza, la provata vita morale eper consenso di tutti diano fiduciadi perseverare in una vita casta e de-dicata al servizio della Chiesa e delprossimo; che siano ammesse allaconsacrazione dal vescovo ordinariodel luogo». Queste donne, nel pro-prio ordinario contesto di vita, nellapropria comunità diocesana raduna-ta attorno al vescovo, senza essereiscritte ad un istituto di vita consa-crata, si donano per sempre al Si-gnore con il “santo proposito” che èil vincolo sacro con cui assumonol’impegno della verginità nella se-quela di Cristo. Non hanno segniesterni, se non l’anello ricevuto du-rante il rito di consacrazione, comesimbolo dell’alleanza sponsale conCristo; si mantengono con il propriolavoro, e ciascuna segue una propriaregola di vita, elaborata d’intesa colproprio vescovo. In Italia le primeconsacrazioni nell’Ordo virginumvennero celebrate a Roma nel 1973.La diocesi di Vicenza ebbe prestodelle vocazioni e organizzò i primiconvegni nazionali, grazie all’imp e-gno di don Pietro Ruaro e di Lucia-na Cortiana, a cui si deve pure lapubblicazione di un foglio di infor-mazione dal titolo Sponsa Christi dicarattere diocesano, ma inviato achiunque lo richiedesse.

Nel 1983 fu promulgato il nuovoCodice di diritto canonico che dedi-ca all’Ordo virginum il canone 604:«A queste forme di vita consacrata èassimilato l’ordine delle vergini lequali, emettendo il santo propositodi seguire Cristo più da vicino, dalVescovo diocesano sono consacratea Dio secondo il rito liturgico ap-provato e, unite in mistiche nozze aCristo Figlio di Dio, si dedicano alservizio della Chiesa. Le verginipossono riunirsi in associazioni perosservare più fedelmente il loro pro-posito e aiutarsi reciprocamente nel-lo svolgere quel servizio alla Chiesache è confacente al loro stato».

Riferimenti all’Ordo virginum sitrovano, successivamente, nel Cate-chismo della Chiesa cattolica, paragra-fo n. 924; nell’esortazione apostolicapost-sinodale del 1996 Vita consecra-ta, ai paragrafi 7 e 42; nell’i s t ru z i o n edella Congregazione per gli istituti

di vita consacrata e le Società di vitaapostolica pubblicata nel 2002, Ri-partire da Cristo, al paragrafo 5. Re-centemente sono usciti due testi delmagistero interamente dedicati aquesto particolare tipo di vocazione:il 25 marzo 2014 è apparsa la notapastorale della Commissione episco-pale per il clero e la vita consacratadella Conferenza episcopale italianasu «L’Ordo virginum nella Chiesain Italia»; il 4 luglio 2018 la Congre-gazione per gli Istituti di vita consa-crata e le società di vita apostolicaha pubblicato l’istruzione EcclesiaeSponsae Imago. Sono sempre più nu-merose le donne che si sentono chia-

amate, osserverete i miei comanda-menti” (Giovanni, 14, 15; cfr. 14, 21).Amatelo come si conviene alla vo-stra condizione sponsale: assumendoi suoi stessi sentimenti (cfr. Filippesi2, 5); condividendo il suo stile di vi-ta, fatto di umiltà e mansuetudine,di amore e di misericordia, di servi-zio e di lieta disponibilità, di infati-cabile zelo per la gloria del Padre ela salvezza del genere umano». EPapa Benedetto XVI, il 15 maggio2008, durante il secondo raduno in-ternazionale dell’Ordo virginum,raccomandava: «Fate in modo chela vostra persona irradi sempre la di-gnità dell’essere sposa di Cristo,

Colloquio con Caterina Ostinelli biblista dell’Ordo virginum di Como

Fedeltà alla bellezza di una vocazione

Nel cuoredella Chiesa

di ELENA LUCIA BOLCHIe SERENELLA DEL CINQUE

Cinquant’anni fa, il 31 maggio1970, la Sacra Congregazioneper il culto divino per man-

dato di san Paolo VI promulgava ilnuovo Rito della consacrazione del-le vergini, rinnovato secondo le di-sposizioni del concilio Vaticano II.Questa forma di vita si collegaall’esperienza originaria della vergi-nità consacrata per il Regno, pre-sente nelle comunità cristiane giàdai tempi apostolici. Grazie alla fe-lice intuizione di san Paolo VI, laChiesa è tornata a permettere alledonne che restano nel proprio ordi-nario contesto di vita, radicate inuna Chiesa particolare, di poter ri-cevere come ai primi tempi dellaChiesa la solenne consacrazionev e rg i n a l e .

Questo importante anniversariocoincide con la solennità di Pente-coste: concomitanza provvidenzialeche mette in luce la verginità consa-crata come dono del Risorto e delloSpirito alla Chiesa e al mondo. Lastessa riscoperta dell’antico Ordinedelle vergini è un segno dei tempi.In questi cinquanta anni, il Ritodella consacrazione delle vergini,«tra i più preziosi tesori della litur-gia romana», è stato celebrato intutto il mondo, con una straordina-ria fioritura. Attualmente, secondouna indagine effettuata dalla Con-gregazione per gli istituti di vitaconsacrata e le società di vita apo-stolica, le vergini consacrate nelmondo sono oltre cinquemila, emolto numerose sono le donne chesi stanno preparando a ricevere laconsacrazione o interessate a questaforma di vita. L’Ordo virginum èsegno della fantasia dello Spiritoche continua ad ispirare alle donnedi ogni tempo il desiderio di dona-re la propria vita a Cristo, comespose. Con lungimiranza, fu sanGiovanni Paolo II nell’esortazioneapostolica Vita consecrata ad utiliz-zare l’espressiva metafora della ri-fioritura presentando l’Ordine dellevergini quale motivo di gioia e disperanza per tutta la Chiesa (cfr. n.7). Rito rinnovato e ordo restituitoalla comunità ecclesiale: così ancorasan Giovanni Paolo II, il 2 giugno1995, esprimeva in modo sinteticoed efficace il motivo per ringraziareil Signore nel XXV anniversario del-la revisione del Rito, alla presenzadi numerose consacrate di tutto ilmondo riunite per la prima volta aRoma.

Quest’anno, purtroppo, la pande-mia ha impedito di ritrovarsi. La

Congregazione per la vita consacra-ta aveva organizzato il quarto in-contro internazionale delle verginiconsacrate per celebrare la ricorren-za. Oltre 720 vergini consacrate, da61 diversi Paesi del mondo, dall’Al-geria al Costa Rica, dall’Iraq allaNuova Zelanda, insieme con nume-rosi loro vescovi, erano attese a Ro-ma dal 28 al 31 maggio per ritrovar-si insieme, riflettere, pregare, ascol-tare la parola di Pietro. Nonostantele limitazioni causate dal virus, levergini consacrate insieme ai loropastori hanno organizzato nel mon-do varie iniziative. Si manifesta cosìla vivacità dell’Ordo virginum e latessitura di quei legami di sororitàche le vergini consacrate sperimen-tano e offrono come dono allaChiesa tutta. Nel giorno di Pente-coste, o in un giorno vicino, si uni-ranno in una veglia di preghiera co-mune proposta dalla Sede apostoli-ca. Si ritroveranno nell’unico Spiri-to per ripetere coralmente l’escla-mazione escatologica: Vieni, Signo-re Gesù.

Nel corso di cinquant’anni lacomprensione di questa forma divita è stata approfondita, a partiredal Rito della consecratio virginum,attraverso il Magistero dei Ponteficie dei vescovi, l’esperienza viva dellevergini consacrate, la configurazio-ne giuridica nel can. 604 del Codi-ce di diritto canonico. L’8 giugno2018, anche in vista della celebra-zione dell’anniversario, la Congre-gazione per gli istituti di vita con-sacrata e le società di vita apostoli-ca ha pubblicato l’istruzione dal ti-tolo evocativo di Ecclesiæ sponsæimago, allo scopo di offrire ai vesco-vi, alle vergini consacrate, e alledonne interessate a questa peculiareforma di vita «i principi normativie i criteri orientativi» per la curapastorale dell’Ordo virginum. Conil Rito, che ha un’indole spiccata-mente sponsale, cristologica ed ec-clesiale, la Chiesa riconosce la pro-pria immagine nelle vergini consa-crate. Nella loro esistenza, infatti, siriflette la natura stessa della Chiesa,animata dalla carità, discepola emissionaria; protesa verso il compi-mento ultimo della storia e allostesso tempo partecipe delle gioie,delle speranze, delle tristezze e del-le angosce degli uomini e delledonne del proprio tempo; immersanel mistero della trascendenza divi-na e incarnata nella storia (cfr. Ec-clesiæ sponsæ imago, 20).

Le vergini consacrate sono perciòdonne che vivono tensioni feconde.Sono chiamate ad essere caste nellalibertà, come dice la solenne pre-ghiera di consacrazione. La vergini-tà scelta per amore le rende donnecoraggiose, donne che affrontanocon gioia la vita quotidiana. È loSpirito, infatti, fonte della gioia,maestro interiore, che rende amabi-le la persona che lo accoglie condocilità. Sono donne radicate in undeterminato territorio e contesto so-ciale, culturale, lavorativo ed eccle-siale al quale appartengono, impa-rando ad accogliere la situazione incui si trovano, come luogo in cuivivere il Vangelo è possibile, bello eumanizzante. La consacrazione lecolloca nel cuore stesso della pro-pria Chiesa particolare, alla qualededicano, non solo del tempo, mal’intera esistenza. Allo stesso temposono pellegrine verso il Regno, se-gno e testimonianza della creazionegenerata nell’amore e risvegliatadall’amore, immagine della nostal-gia del cielo, dell’attesa ardente del-la sposa del Cantico, che continua-mente cerca lo Sposo del suo cuore,e desidera con tutta sé stessa ilcompimento delle nozze. Partecipidelle vicende dei contemporanei,sono promotrici di un vero svilup-po integrale della società, nell’im-pegno a vivere con sana sobrietà lapropria relazione con il mondo(Laudato si’, 126); solidali con ledonne del loro contesto, consapevo-li e attive nel cooperare al rinnova-mento della società, alla quale nonfare mancare il proprio contributoperché il mondo, diventi «una casaospitale per tutti, aperta ad acco-gliere la manifestazione del Regnodi Dio» (Ecclesiæ sponsæ imago 40).Donne capaci di osare gesti ineditie gratuiti, con cuore e occhi apertiper vedere l’oltre della storia, consguardo limpido e lungimirante. Leconsacrate sono così chiamate adassumere uno stile relazionale chepone al centro l’ascolto.

I 50 anni dell’Ordo virginum

La storia di Caterina Ostinelli,biblista dell’Ordo virginum diComo, è il canto di una tena-

ce fedeltà alla bellezza di una voca-zione scoperta nella giovinezza epoi seguita per tutta la vita. «Conla mia scelta ho voluto restituire allaChiesa locale tutto ciò che ho rice-vuto — sottolinea la biblista —. Lamia fede è nata in famiglia e in par-rocchia. Ho scoperto presto la chia-mata, mentre frequentavo il liceoclassico. Già allora sentivo che vole-vo essere solo di Dio. La mia consa-crazione nell’Ordo virginum è avve-nuta il 29 marzo 2009, ma avevoscoperto il fascino di questa viamolto tempo prima».

Partiamo allora dagli inizi del suocammino.

Sono nata a Como nel 1963, setti-ma di nove figli, in una famigliafortemente cattolica. Sono grata aimiei genitori per tutto ciò che mihanno testimoniato con la loro vita.Mio padre era molto attivo nellaparrocchia di Sant’Agata in cui an-ch’io ora vivo. Era ministro straordi-nario dell’eucaristia e presidente lai-co del consiglio pastorale parroc-chiale.

Da bambina ed adolescente lei frequen-tò la sua parrocchia.

Questa parrocchia è una delle piùgrosse di Como, è sempre stata unarealtà molto viva, in linea con gli in-segnamenti del concilio Vaticano II,aperta alla corresponsabilità dei lai-ci, alla catechesi degli adulti. Daadolescente andavo all’oratorio, vi

trovavo un clima fraterno. Durantegli anni del liceo partecipai inoltreagli incontri di ricerca vocazionaleguidati da don Oscar Cantoni che,dal 2016, è diventato il nostro vesco-vo.

Lei decise presto di consacrarsi al Si-g n o re .

Sì, non avevo ancora vent’anni.Però dovevo capire in quale conte-sto il Signore mi voleva. Intantopensai di iscrivermi alla Facoltà teo-logica dell’Italia settentrionale consede a Milano. Proprio qui sentiiparlare per la prima volta dell’O rdovirginum. Uno dei docenti, donFranco Brovelli, durante le sue le-zioni ci parlò del rito della c o n s e c ra -tio virginum, di cui nel 1980 era ap-pena uscita l’edizione in italiano.Allora era una novità e ne rimasi af-fascinata.

Pertanto cosa fece?

Cercai di informarmi ulteriormen-te. Così scoprii che l’Ordo virginumera già presente a Vicenza e a Mila-no. Erano le prime realtà presenti inItalia, alcune un po’ in sordina. In-fatti a Milano il cardinale CarloMaria Martini era stato felice di farnascere l’Ordo, però con delle con-sacrazioni private, fatte nella cappel-la dell’episcopio, senza dare troppapubblicità all’evento, anche per noncreare la sensazione che si volesseistituire un doppione rispetto alle

ausiliarie diocesane, già presenti nel-la diocesi e di fatto con una fisiono-mia molto simile a quella dell’O rdov i rg i n u m .

E poi?

Don Oscar, riconoscendo anchein altre giovani donne del gruppo lastessa aspirazione vocazionale, ci ra-dunò insieme proponendoci di ap-profondire questa particolare sceltadi consacrazione. Infine ci presen-tammo al vescovo di allora, monsi-gnor Teresio Ferraroni, per far na-scere l’Ordo virginum anche nellanostra diocesi.

Il vescovo come reagì?

Trovandosi davanti ad una novitàassoluta si mostrò un po’ titubante.Infine decise di creare un’asso ciazio-ne di vergini intitolata ai santi Felicee Abbondio, i cui membri dovevanocondurre vita comunitaria. Questopercorso era anomalo rispetto alprogetto dell’Ordo virginum, doveogni consacrata vive da sola oppuresceglie, se crede, la vita comunitaria,ma con una decisione personale,non in base ad un modello prestabi-lito. Pertanto mi staccai dal gruppoe proseguii i miei studi, conseguen-do a Milano nel 1987 il baccalaurea-to in teologia con una tesi sull’O rdovirginum, dal titolo «Con le lampa-de accese», e nel 1990 la licenza insacre scritture presso il Pontificioistituto biblico a Roma.

Poi la Provvidenza le aprì una stra-da…

Ero sempre convinta della bellez-za della consacrazione e unità al Si-gnore col voto privato di castità. Ri-tornata a Como, mi raggiunse l’invi-to di don Pierino Riva, parroco diCavallasca (ora a Menaggio), di fareun servizio pastorale nella sua par-rocchia. Mi offriva anche un allog-gio e l’incarico di direttrice nellascuola materna parrocchiale, conuno stipendio che mi garantiva l’in-dipendenza economica. Fui felice diaccettare, perché quello che mi inte-ressava era proprio l’attività di colla-boratrice pastorale. Anche se nonmancò qualche difficoltà, la gentecomprese il mio ruolo e ho un ricor-do bello del periodo passato a Ca-vallasca dove mi fermai fino al2006. Tuttavia avevo nel cuore lasofferenza di non poter ricevere laconsacrazione nell’Ordo virginum,perché l’unica forma accettata nellamia diocesi era quella con la vita co-munitaria da cui non mi sentivo at-tratta.

Il 2 dicembre 2006 Papa BenedettoXVI nominò monsignor Diego Colettivescovo di Como.

Proprio così. Monsignor Colettiera stato responsabile a Milanodell’Ordo virginum. Con lui la miaconsacrazione divenne possibile.Dopo un’attesa tanto lunga, mi pre-parai con gioia insieme ad Armanda

Mainetti che purtroppo aveva unamalattia degenerativa ed è morta nel2016. Ma resta il profumo della suasofferenza offerta per amore. Ogginella mia diocesi siamo in diciottoad esserci consacrate nell’Ordo vir-ginum, in diciannove con Armanda.

Lei continua il suo impegno a serviziodella Chiesa.

Mi sono rimessa in gioco a livelloparrocchiale e diocesano. Opero aservizio del catecumenato e nellacommissione catechistica diocesana.Spendo la mia passione per la Bib-bia guidando percorsi di lectio divinaaperti a tutti e sono insegnante dire l i g i o n e .

Cosa l’affascina in particolare nell’Or-do virginum?

Tutto ciò che lo caratterizza. In-nanzitutto la dimensione sponsale:questo essere sposa di Cristo che sivive come la Chiesa sposa, tuttaunita a Cristo. Poi la diocesanità:questa immersione nella Chiesalocale, dove c’è tutta una ricchezzache costantemente si riceve e sidona. E la secolarità: questa condi-visione del cammino di tutti, con lefragilità e i problemi di ognuno.Noi non abbiamo puntelli, sicurez-ze, garanzie particolari per i periodidi malattia e la vecchiaia. Certo franoi consacrate ci aiutiamo a vicen-da, abbiamo momenti comuni diformazione e c’è una rete di fraterni-tà. Ma per ciascuna di noi la rocciaè Cristo, solo Lui. (donatellacoalova)

mate a questa vocazione. In Italia leconsacrate dell’Ordo virginum erano330 in 81 diocesi nel 2005; 450 in109 diocesi nel 2010; 554 in 117 dio-cesi nel 2015. Attualmente sono 690in 119 diocesi. Le consacrate italianeogni due anni eleggono il “grupp odi collegamento” che lavora a servi-zio della comunione fra tutte e pub-blica periodicamente il «Foglio dicollegamento». Al momento il grup-po è formato da Giuseppina Avolio,Maria Calvi, Silva De Luca, AdeleGatti. Il delegato Cei per l’O rdovirginum in Italia è monsignorOscar Cantoni, vescovo di Como.Una statistica del 2016, approssima-ta per difetto, stimava la presenza dioltre cinquemila vergini consacratenel mondo, in continua crescita.

«Ricambiate l’amore infinito diCristo con il vostro amore totale edesclusivo» disse san Giovanni PaoloII, il 2 giugno 1995, alle partecipantial primo convegno internazionaledell’Ordo virginum. «Amatelo, co-me egli desidera di essere amato,nella concretezza della vita: “Se mi

esprima la novità dell’esistenza cri-stiana e l’attesa serena della vita fu-tura. Così, con la vostra vita retta,voi potrete essere stelle che orienta-no il cammino del mondo. La sceltadella vita verginale, infatti, è un ri-chiamo alla transitorietà delle realtàterrestri e anticipazione dei beni fu-turi. Siate testimoni dell’attesa vigi-lante e operosa, della gioia, della pa-ce che è propria di chi si abbandonaall’amore di Dio. Siate presenti nelmondo e tuttavia pellegrine verso ilRegno».

Per i cinquant’anni dalla promul-gazione dell’Ordo consecrationis virgi-num, la Congregazione per la vitaconsacrata aveva invitato a Roma leconsacrate per un incontro interna-zionale, ma l’iniziativa è stata annul-lata a causa dell’epidemia in corso.Per celebrare comunque l’evento, nelpomeriggio di domenica 31 maggiol’Ordo virginum d’Italia organizzauna veglia di preghiera a distanzanella quale ogni regione sarà rappre-sentata da una consacrata.

Page 8: Profeti di un nuovo futuro - Vatican News...Di qui la riflessione muove verso la dimensione della “chiesa dome-stica” che ha avuto un rinnovato impulso in questi ultimi mesi con-NOSTRE

L’OSSERVATORE ROMANOpagina 8 domenica 31 maggio 2020

Ai preti di Roma il Papa chiede di lasciarsi sorprendere dalla grazia del Risorto e dalla forza umile e fedele del popolo

Profeti di un nuovo futuroCoraggio, discernimento, speranza per trovare risposte creative alla crisi della pandemia

Il Papa chiama i sacerdoti di Romaad «annunciare e profetizzareil futuro», ricordando che la fasedel dopo pandemia esige coraggio,discernimento e speranza per«instaurare un tempo sempre nuovo:il tempo del Signore». Francesco sirivolge direttamente al clero della suadiocesi — che quest’anno, proprio acausa della crisi sanitaria, non hapotuto incontrare nel periodoquaresimale — attraverso una letteraresa nota nel pomeriggio di sabato 30maggio.

Cari fratelli,in questo tempo pasquale pensavodi incontrarvi e celebrare insieme laMessa Crismale. Non essendo possi-bile una celebrazione di caratterediocesano, vi scrivo questa lettera.La nuova fase che iniziamo ci chiedesaggezza, lungimiranza e impegnocomune, in modo che tutti gli sforzie i sacrifici fatti finora non sianovani.

Durante questo tempo di pande-mia, molti di voi hanno condivisocon me, per posta elettronica o tele-fono, che cosa significava questa si-tuazione imprevista e sconcertante.Così, senza poter uscire né avere uncontatto diretto, mi avete permessodi conoscere “di prima mano” ciòche stavate vivendo. Questa condivi-sione ha nutrito la mia preghiera, inmolti casi per ringraziare della testi-monianza coraggiosa e generosa chericevevo da voi; in altri, era la sup-plica e l’intercessione fiduciosa nelSignore che sempre tende la sua ma-no (cfr. Mt 14, 31). Sebbene fosse ne-cessario mantenere il distanziamentosociale, questo non ha impedito dirafforzare il senso di appartenenza,di comunione e di missione che ciha aiutato a far sì che la carità, spe-cialmente con le persone e le comu-nità più svantaggiate, non fosse mes-sa in quarantena. Ho potuto consta-tare, in quei dialoghi sinceri, che lanecessaria distanza non era sinonimodi ripiegamento o chiusura in sé cheanestetizza, addormenta e spegne lamissione.

Incoraggiato da questi scambi, viscrivo perché voglio essere più vici-no a voi per accompagnare, condivi-dere e confermare il vostro cammi-no. La speranza dipende anche danoi e richiede che ci aiutiamo amantenerla viva e operante;quella speranza contagiosache si coltiva e si rafforzanell’incontro con gli altri eche, come dono e compito,ci è data per costruire lanuova “normalità” che tantodesideriamo.

Vi scrivo guardando allaprima comunità apostolica,che pure visse momenti diconfinamento, isolamento,paura e incertezza. Trascor-sero cinquanta giorni tral’immobilità, la chiusura, e l’annun-cio incipiente che avrebbe cambiatoper sempre la loro vita. I discepoli,mentre erano chiuse le porte del luo-go dove si trovavano per paura, fu-rono sorpresi da Gesù che «stette inmezzo e disse loro: “Pace a voi!”.Detto questo, mostrò loro le mani eil fianco. E i discepoli gioirono alvedere il Signore. Gesù disse loro dinuovo: “Pace a voi! Come il Padreha mandato me, anche io mandovoi”. Detto questo, soffiò e disse lo-ro: “Ricevete lo Spirito Santo”» (Gv20, 19-22). Che anche noi ci lascia-mo sorprendere!

«Mentre erano chiuse le porte del luogodove si trovavano i discepoli pertimore» (Gv 20, 19)

Oggi come ieri sentiamo che «legioie e le speranze, le tristezze e leangosce degli uomini d’oggi, dei po-veri soprattutto e di tutti coloro chesoffrono, sono pure le gioie e le spe-ranze, le tristezze e le angosce deidiscepoli di Cristo, e nulla vi è digenuinamente umano che non trovieco nel loro cuore» (Gaudium etspes, 1). Come conosciamo bene tut-to questo! Tutti abbiamo ascoltato inumeri e le percentuali che giornodopo giorno ci assalivano; abbiamotoccato con mano il dolore della no-stra gente. Ciò che arrivava non era-no dati lontani: le statistiche aveva-no nomi, volti, storie condivise. Co-me comunità presbiterale non siamostati estranei a questa realtà e nonsiamo stati a guardarla alla finestra;inzuppati dalla tempesta che infuria-va, voi vi siete ingegnati per esserepresenti e accompagnare le vostrecomunità: avete visto arrivare il lupoe non siete fuggiti né avete abban-donato il gregge (cfr. Gv 10, 12-13).

Abbiamo patito la perdita repenti-na di familiari, vicini, amici, parroc-chiani, confessori, punti di riferimen-to della nostra fede. Abbiamo visto ivolti sconsolati di coloro che non

hanno potuto stare vicino e dire ad-dio ai propri cari nelle loro ultimeore. Abbiamo visto la sofferenza el’impotenza degli operatori sanitariche, sfiniti, si esaurivano in intermi-nabili giornate di lavoro preoccupatidi soddisfare così tante richieste.Tutti abbiamo sentito l’insicurezza ela paura di lavoratori e volontari chesi esponevano quotidianamente per-ché i servizi essenziali fossero assicu-rati; e anche per accompagnare eprendersi cura di coloro che, a causadella loro esclusione e vulnerabilità,subivano ancora di più le conse-guenze di questa pandemia. Abbia-mo ascoltato e visto le difficoltà e idisagi del confinamento sociale: lasolitudine e l’isolamento soprattuttodegli anziani; l’ansia, l’angoscia e ilsenso di non-protezione di fronteall’incertezza lavorativa e abitativa;la violenza e il logoramento nelle re-lazioni. La paura ancestrale del con-tagio è tornata a colpire con forza.Abbiamo condiviso anche le ango-scianti preoccupazioni di intere fa-miglie che non sanno cosa metterenei piatti la prossima settimana.

Abbiamo sperimentatola nostra stessa vulne-rabilità e impoten-za. Come il fornoprova i vasi delvasaio, così sia-mo stati messi

quello di Maria Maddalena davantial sepolcro (cfr. Gv 20, 11).

Sappiamo che in tali circostanzenon è facile trovare la strada da per-correre, e nemmeno mancheranno levoci che diranno tutto quello che sisarebbe potuto fare di fronte a que-sta realtà sconosciuta. I nostri modiabituali di relazionarci, organizzare,celebrare, pregare, convocare e persi-no affrontare i conflitti sono statimodificati e messi in discussione dauna presenza invisibile che ha tra-sformato la nostra quotidianità inavversità. Non si tratta solo di unfatto individuale, familiare, di un de-terminato gruppo sociale o di unPaese. Le caratteristiche del virusfanno scomparire le logiche con cuieravamo abituati a dividere o classi-ficare la realtà. La

te! «La forza della testimonianza deisanti sta nel vivere le Beatitudini e laregola di comportamento del giudi-zio finale» (Esort. ap. Gaudete etexsultate, 109).

Lasciamoci sorprendere ancorauna volta dal Risorto. Che sia Lui,dal suo costato ferito, segno diquanto diventa dura e ingiusta larealtà, a spingerci a non voltare lespalle alla dura e difficile realtà deinostri fratelli. Che sia Lui a inse-gnarci ad accompagnare, curare e fa-sciare le ferite del nostro popolo,non con timore ma con l’audacia ela prodigalità evangelica della molti-plicazione dei pani (cfr. Mt 14, 15-21); con il coraggio, la premura e laresponsabilità del samaritano (cfr. Lc10, 33-35); con la gioia e la festa delpastore per la sua pecora ritrovata(cfr. Lc 15, 4-6); con l’abbraccio ri-conciliante del padre che conosce ilperdono (cfr. Lc 15, 20); con la pietà,la delicatezza e la tenerezza di Mariadi Betania (cfr. Gv 12, 1-3); con lamansuetudine, la pazienza e l’intelli-genza dei discepoli missionari delSignore (cfr. Mt 10, 16-23). Che sia-no le mani piagate del Risorto aconsolare le nostre tristezze, a risol-levare la nostra speranza e a spinger-ci a cercare il Regno di Dio al di làdei nostri rifugi abituali. Lasciamocisorprendere anche dal nostro popolofedele e semplice, tante volte prova-to e lacerato, ma anche visitato dallamisericordia del Signore. Che questopopolo ci insegni a plasmare e tem-perare il nostro cuore di pastori conla mitezza e la compassione, conl’umiltà e la magnanimità della resi-stenza attiva, solidale, paziente e co-raggiosa, che non resta indifferente,ma smentisce e smaschera ogni scet-ticismo e fatalismo. Quanto c’è daimparare dalla forza del Popolo fe-dele di Dio che trova sempre il mo-do di soccorrere e accompagnare chiè caduto! La Risurrezione è l’annun-cio che le cose possono cambiare.Lasciamo che sia la Pasqua, che nonconosce frontiere, a condurci creati-vamente nei luoghi dove la speranzae la vita stanno combattendo, dovela sofferenza e il dolore diventanouno spazio propizio per la corruzio-ne e la speculazione, dove l’a g g re s s i -vità e la violenza sembrano esserel’unica via d’uscita.

Come sacerdoti, figli e membri diun popolo sacerdotale, ci spetta as-sumere la responsabilità per il futuroe proiettarlo come fratelli. Mettiamonelle mani piagate del Signore, comeofferta santa, la nostra fragilità, lafragilità del nostro popolo, quelladell’umanità intera. Il Signore è Co-lui che ci trasforma, che si serve dinoi come del pane, prende la nostravita nelle sue mani, ci benedice, cispezza e ci condivide e ci dà al suopopolo. E con umiltà lasciamoci un-gere dalle parole di Paolo affinché sidiffondano come olio profumato neidiversi angoli della nostra città e ri-sveglino così la speranza discreta chemolti — tacitamente — custo discononel loro cuore: «Siamo tribolati daogni parte, ma non schiacciati; sia-mo sconvolti, ma non disperati; per-seguitati, ma non abbandonati; col-piti, ma non uccisi, portando sempree dovunque nel nostro corpo la mor-te di Gesù, perché anche la vita diGesù si manifesti nel nostro corpo»(2 Cor 4, 8-10). Partecipiamo conGesù alla sua passione, la nostrapassione, per vivere anche con Lui laforza della risurrezione: certezzadell’amore di Dio capace di muoverele viscere e di uscire agli incroci del-le strade per condividere “la BuonaNotizia con i poveri, per annunciarela liberazione ai prigionieri e la vistaai ciechi, per dare libertà agli op-pressi e proclamare un anno di gra-zia dal Signore” (cfr. Lc 4, 18-19),con la gioia che tutti possono parte-cipare attivamente con la loro digni-tà di figli del Dio vivente.

Tutte queste cose, che ho pensatoe sentito durante questo tempo dipandemia, voglio condividerle frater-namente con voi, perché ci aiutinonel cammino della lode al Signore edel servizio ai fratelli. Spero che atutti noi servano per “amare e serviredi più”.

Il Signore Gesù vi benedica e laVergine Santa vi protegga. E, per fa-vore, vi chiedo di non dimenticarvidi pregare per me.

Fr a t e r n a m e n t e ,

FRANCESCO

Roma, presso San Giovanniin Laterano,

31 maggio 2020,Solennità di Pentecoste.

va che il Signore Risorto ci vuoledonare. Sono diverse le tentazioni,tipiche di questo tempo, che posso-no accecarci e farci coltivare certisentimenti e atteggiamenti che nonpermettono alla speranza di stimola-re la nostra creatività, il nostro inge-gno e la nostra capacità di risposta.Dal voler assumere onestamente lagravità della situazione, ma cercandodi risolverla solo con attività sostitu-tive o palliative aspettando che tuttoritorni alla “normalità”, ignorando leferite profonde e il numero di perso-ne cadute nel frattempo; fino al ri-manere immersi in una certa paraliz-zante nostalgia del recente passatoche ci fa dire “niente sarà più comeprima” e ci rende incapaci di i n v i t a regli altri a sognare e ad elaborarenuove strade e nuovi stili di vita.

«Venne Gesù, stette inmezzo e disse loro:

“Pace a voi!”.Detto questo,mostrò loro le

mani e il fianco. Ei discepoli gioirono al

vedere il Signore. Gesùdisse loro di nuovo: “Pace a

voi!”» (Gv 20, 19-21).

Il Signore non ha scelto ocercato una situazione ideale

per irrompere nella vita dei suoidiscepoli. Certamente avremmopreferito che tutto ciò che è acca-duto non fosse successo, ma èsuccesso; e come i discepoli diEmmaus, possiamo anche conti-nuare a mormorare rattristati lungola strada (cfr. Lc 24, 13-21). Presen-tandosi nel Cenacolo a porte chiu-se, in mezzo all’isolamento, allapaura e all’insicurezza in cui viveva-no, il Signore è stato in grado di tra-sformare ogni logica e dare un nuo-vo significato alla storia e agli even-ti. Ogni tempo è adatto per l’an-

nuncio della pace, nessuna circo-stanza è priva della sua grazia.

La sua presenza in mezzo alconfinamento e alle assenze

forzate annuncia, per i di-scepoli di ieri come per

noi oggi, un nuovogiorno capace di met-

tere in discussionel’immobilità e la

rassegnazione e dimobilitare tutti

i doni al ser-vizio dellacomunità.Con la suap re s e n z a ,il confina-mento èdiventato

fecondo dando vita alla nuova co-munità apostolica.

Diciamolo con fiducia e senzapaura: «Dove abbondò il peccato,sovrabbondò la grazia» (Rm 5, 20).Non temiamo gli scenari complessiche abitiamo perché lì, in mezzo anoi, c’è il Signore; Dio ha semprecompiuto il miracolo di generarebuoni frutti (cfr. Gv 15, 5). La gioiacristiana nasce proprio da questacertezza. In mezzo alle contraddizio-ni e all’incomprensibile che ognigiorno dobbiamo affrontare, som-mersi e persino storditi da tante pa-role e connessioni, si nasconde la vo-ce del Risorto che ci dice: «Pace avoi!».

È confortante prendere il Vangeloe contemplare Gesù in mezzo al suo

popolo, mentre accoglie e abbracciala vita e le persone così come si pre-sentano. I suoi gesti danno corpo albellissimo canto di Maria: «Ha di-sperso i superbi nei pensieri del lorocuore. Ha rovesciato i potenti daitroni, ha innalzato gli umili» (Lc 1,51-52). Egli stesso ha offerto le suemani e il suo costato ferito comeuna via di risurrezione. Non nascon-de né dissimula le sue piaghe; anzi,invita Tommaso a toccare con manocome un costato ferito può esserefonte di Vita in abbondanza (cfr. Gv20, 27-29).

In ripetute occasioni, come ac-compagnatore spirituale, ho potutoessere testimone del fatto che «lapersona che vede le cose come sonorealmente, si lascia trafiggere dal do-lore e piange nel suo cuore, è capacedi raggiungere le profondità della vi-ta e di essere veramente felice. Quel-la persona è consolata, ma con laconsolazione di Gesù e non conquella del mondo. Così può avere ilcoraggio di condividere la sofferenzaaltrui e smette di fuggire dalle situa-zioni dolorose. In tal modo scopreche la vita ha senso nel soccorrereun altro nel suo dolore, nel com-prendere l’angoscia altrui, nel daresollievo agli altri. Questa personasente che l’altro è carne della suacarne, non teme di avvicinarsi fino atoccare la sua ferita, ha compassionefino a sperimentare che le distanze siannullano. Così è possibile accoglie-re quell’esortazione di san Paolo:“Piangete con quelli che sono nelpianto” (Rm 12, 15). Saper piangerecon gli altri, questo è santità»(Esort. ap. Gaudete et exsultate, 76).

«“Come il Padre ha mandato me,anche io mando voi”. Detto questo,soffiò e disse loro: “Ricevete lo SpiritoSanto”» (Gv 20, 21-22).

Cari fratelli, in quanto comunitàpresbiterale siamo chiamati ad an-nunciare e profetizzare il futuro, co-me la sentinella che annuncia l’a u ro -ra che porta un nuovo giorno (cfr. Is21, 11): o sarà qualcosa di nuovo, osarà di più, molto di più e peggiodel solito. La Risurrezione non è so-lo un evento storico del passato daricordare e celebrare; è di più, moltodi più: è l’annuncio della salvezza diun tempo nuovo che risuona e giàirrompe oggi: «Proprio ora germo-glia, non ve ne accorgete?» (Is 43,19); è l’a d - v e n i re che il Signore cichiama a costruire. La fede ci per-mette una realistica e creativa imma-ginazione, capace di abbandonare lalogica della ripetizione, della sostitu-zione o della conservazione; ci invitaad instaurare un tempo sempre nuo-vo: il tempo del Signore. Se unapresenza invisibile, silenziosa, espan-siva e virale ci ha messo in crisi e ciha sconvolto, lasciamo che quest’al-tra Presenza discreta, rispettosa enon invasiva ci chiami di nuovo e ciinsegni a non avere paura di affron-tare la realtà. Se una presenza impal-pabile è stata in grado di scompagi-nare e ribaltare le priorità e le appa-rentemente inamovibili agende glo-bali che tanto soffocano e devastanole nostre comunità e nostra sorellaterra, non temiamo che sia la presen-za del Risorto a tracciare il nostropercorso, ad aprire orizzonti e a dar-ci il coraggio di vivere questo mo-mento storico e singolare. Un pugnodi uomini paurosi è stato capace diiniziare una corrente nuova, annun-cio vivo del Dio con noi. Non teme-

alla prova (cfr. Sir 27, 5). Frastornatida tutto ciò che accadeva, abbiamosentito in modo amplificato la preca-rietà della nostra vita e degli impe-gni apostolici. L’imprevedibilità del-la situazione ha messo in luce la no-stra incapacità di convivere e con-frontarci con l’ignoto, con ciò chenon possiamo governare o controlla-re e, come tutti, ci siamo sentiti con-fusi, impauriti, indifesi. Viviamo an-che quella rabbia sana e necessariache ci spinge a non farci cadere lebraccia di fronte alle ingiustizie e ciricorda che siamo stati sognati per laVita. Come Nicodemo, di notte, sor-presi perché «il vento soffia dovevuole e ne senti la voce, ma non saida dove viene né dove va», ci siamochiesti: «Come può accadere que-sto?»; e Gesù ci ha risposto: «Tu seimaestro d’Israele e non conosci que-ste cose?» (cfr. Gv 3, 8-10).

La complessità di ciò che si dove-va affrontare non tollerava ricette orisposte da manuale; richiedeva mol-to più di facili esortazioni o discorsiedificanti, incapaci di radicarsi e as-sumere consapevolmente tutto quel-lo che la vita concreta esigeva danoi. Il dolore della nostra gente cifaceva male, le sue incertezze ci col-pivano, la nostra comune fragilità cispogliava di ogni falso compiaci-mento idealistico o spiritualistico,come pure di ogni tentativo di fugapuritana. Nessuno è estraneo a tuttociò che accade. Possiamo dire cheabbiamo vissuto comunitariamente l’o radel pianto del Signore: abbiamo pian-to davanti alla tomba dell’amicoLazzaro (cfr. Gv 11, 35), davanti allachiusura del suo popolo (cfr. Lc 13,14; 19, 41), nella notte oscura delGetsemani (cfr. Mc 14, 32-42; Lc 22,44). È anche l’ora del pianto del disce-polo davanti al mistero della Croce edel male che colpisce tanti innocen-ti. È il pianto amaro di Pietro dopoil rinnegamento (cfr. Lc 22, 62),

pandemia non conosce aggettivi,confini e nessuno può pensare di ca-varsela da solo. Siamo tutti colpiti ecoinvolti.

La narrativa di una società dellaprofilassi, imperturbabile e semprepronta al consumo indefinito è statamessa in discussione, rivelando lamancanza di immunità culturale espirituale davanti ai conflitti. Unaserie di vecchi e nuovi interrogativi eproblemi (che molte regioni ritene-vano superati e consideravano cosedel passato) hanno occupato l’oriz-zonte e l’attenzione. Domande chenon troveranno risposta semplice-mente con la riapertura delle varieattività; piuttosto sarà indispensabilesviluppare un ascolto attento mapieno di speranza, sereno ma tenace,costante ma non ansioso che possapreparare e spianare le strade che ilSignore ci chiama a percorrere (cfr.Mc 1, 2-3). Sappiamo che dalla tribo-lazione e dalle esperienze dolorosenon si esce uguali a prima. Dobbia-mo essere vigilanti e attenti. Il Si-gnore stesso, nella sua ora cruciale,pregò per questo: «Non prego chetu li tolga dal mondo, ma che tu licustodisca dal Maligno» (Gv 17, 15).Esposti e colpiti personalmente e co-munitariamente nella nostra vulnera-bilità e fragilità e nei nostri limiti,corriamo il grave rischio di ritirarci edi stare a “r i m u g i n a re ” la desolazio-ne che la pandemia ci presenta, co-me pure di esasperarci in un ottimi-smo illimitato, incapace di accettarela reale dimensione degli eventi (cfr.Esort. ap. Evangelii gaudium, 226-228).

Le ore di tribolazione chiamanoin causa la nostra capacità di discer-nimento per scoprire quali sono letentazioni che minacciano di intrap-polarci in un’atmosfera di sconcertoe confusione, per poi farci cadere inun andazzo che impedirà alle nostrecomunità di promuovere la vita nuo-

Un’immagine di Papa Wojtyła all’ingresso dell’Elemosineria

I poveri e il sorriso di Giovanni Paolo II

È anche dal “sorriso” di Giovan-ni Paolo II che saranno accolti inVaticano i poveri assistiti dall’E-lemosineria apostolica. Sul murodel cortile proprio davanti allasede, infatti, è stata posta unaformella con il volto in rilievo diPapa Wojtyła. L’immagine delPontefice santo ha trovato così lasua collocazione più simbolicaproprio sopra la statua di Gesù,a grandezza naturale, rappresen-tato nelle vesti di un senzatettosdraiato su una panchina. L’op e-ra — benedetta dal cardinale ele-mosiniere Konrad Krajewski —ha un diametro di 85 centimetried è stata realizzata in marmo diCarrara dallo scultore spagnoloMarco Augusto Dueñas.