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I Ai miei professori, Olimpia Roma, Ermilda Macerelli, Preziosa Felaco, Anna Bocchino, Livia Fattore, Luciano De Santis, Benedetta Esposito, Domenico Porfidia, Giovanna Dell'Aversana, Silvana Nappa, Margherita Sardo, Lucio Guarino, Silvana d'Aniello, Maddalena Turco che con i loro insegnamenti, il loro esempio di professionisti seri, responsabili, scrupolosi, amanti del vero sapere, mi hanno aiutato a crescere. Raffaele Orabona

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I

Ai miei professori,

Olimpia Roma, Ermilda Macerelli,

Preziosa Felaco, Anna Bocchino,

Livia Fattore, Luciano De Santis,

Benedetta Esposito, Domenico Porfidia,

Giovanna Dell'Aversana, Silvana Nappa,

Margherita Sardo, Lucio Guarino,

Silvana d'Aniello, Maddalena Turco

che con i loro insegnamenti,

il loro esempio di professionisti seri,

responsabili, scrupolosi, amanti del vero sapere,

mi hanno aiutato a crescere.

Raffaele Orabona

II

Indice degli argomentiIndice degli argomentiIndice degli argomentiIndice degli argomenti

Introduzione

I. Storia

A. La seconda rivoluzione industriale

1. Innovazioni tecnologiche

2. Medicina e sviluppo demografico

3. Trasporti

4. Comunicazioni

5. Il mutamento del rapporto tra agricoltura e industria

B. Differenza tra prima e seconda rivoluzione industriale

II. Italiano

A. Simbolismo: corrente poetica del Decadentismo

1. Nascita del Simbolismo

2. Caratteristiche del Simbolismo

B. Un poeta simbolista: Giovanni Pascoli

1. - vita

2. - opere principali

3. - opere più significative: a) Myricae e b) Canti di Castelvecchio

-“Lavandare”: parafrasi e commento

4. – poetica

III. Arte e immagine

A. Il paesaggio nell'Ottocento e nel Novecento

III

1. Il paesaggio nel Romanticismo tedesco ed inglese

2. Il paesaggio nell’Ottocento francese

3. La rivoluzione della “macchia” in Italia

4. La pittura “en plein air”

5. Il Simbolismo della storia dell’arte

6. Il paesaggio nel Novecento

IV. Educazione musicale

A. La natura nella musica e la musica nella natura

1. Il volo del calabrone

2. La gazza ladra

3. Il cigno di Tuonela

4. Il Carnevale degli animali

5. La natura nella musica di oggi

V. Geografia

A. Il Brasile

B. La foresta amazzonica

VI. Tecnologia

A. L’inquinamento danneggia l’ambiente

1. Un po’ di storia sull’inquinamento

2. L’inquinamento dell’aria, del mare e del terreno

3. L’inquinamento prodotto dai combustibili fossili

4. L’effetto serra

5. Le piogge acide

IV

6. L’inquinamento prodotto dall’agricoltura

7. L’inquinamento radioattivo

VII. Scienze

A. L’atomo

1. L’atomo e la sua struttura

2. Gli elettroni e gli strati elettronici

3. Elementi e composti

4. I legami chimici

5. La valenza

6. Le reazioni chimiche

B. L’energia nucleare

1. La fissione o scissione nucleare

2. Le centrali nucleari

3. Sicurezza nelle centrali nucleari

C. Energie rinnovabili ed energie non rinnovabili

1. Le “energie rinnovabili”

2. Fonti rinnovabili “classiche”

3. Fonti rinnovabili “nuove”

4. Tecnologie del futuro

5. Le “energie non rinnovabili”

VIII. Cittadinanza e Costituzione

A. L’ambiente e la tutela dell’ambiente nella Costituzione

IX. Scienze motorie

V

A. Muoversi nella natura

1. Attività fisica nel verde

2. Il trekking

3. I sentieri

4. Escursionismo in bicicletta

5. Escursionismo a cavallo

X. English

A. The British Isles

1. The seas

B. The United Kingdom

C. The Nike Grind

1. Processing

D. Synthesis

XI. Français

A. Le territoire français

1. Le relief

2. Les cotes

3. Les cours d’eau

B. Synthèse

XII. Religione

A. Il creato

VI

Introduzione

Negli ultimi secoli, a partire dalla prima rivoluzione industriale (secolo XVIII), e

continuando soprattutto con la seconda rivoluzione industriale (secolo XIX), a

causa di politiche tese a considerare maggiormente il profitto, si è trascurato

l'ambiente, modificandolo o alterandolo con conseguenze anche drammatiche per

la stessa sopravvivenza della specie umana.

L'uomo ha creato strumenti sempre più potenti ed efficaci per piegare la natura

alle proprie esigenze. Si è creduto che la natura fosse una risorsa inesauribile ed

invece, purtroppo in ritardo, ci siamo accorti che lo sviluppo basato sull'utilizzo

indiscriminato delle risorse naturali provoca danni irreversibili. L'ambiente è

stato seriamente compromesso.

Per questo i temi ambiente e inquinamento sono oggi argomenti di viva attualità.

Nei nostri campi, per l'uso indiscriminato di pesticidi, concimi chimici e per la

tecnica delle coltivazioni intensive, i prodotti coltivati, che giungono sulle nostre

tavole, sono contaminati. La situazione è ancor più grave se consideriamo che la

criminalità organizzata, per aumentare i suoi loschi profitti, “seppellisce” nei

terreni coltivati cumuli e cumuli di rifiuti altamente tossici. Tali rifiuti

provengono per lo più da industrie del Nord Italia.

Questi imprenditori preferiscono smaltire gli scarti della produzione in modo

illegale pagando bassi prezzi (ma un alto prezzo per l'ambiente), piuttosto che

sostenere i costi di smaltimento richiesti da ditte autorizzate alla raccolta dei

rifiuti industriali.

Una inadeguata politica ambientale nella nostra Regione, dove non sono stati

costruiti per tempo inceneritori, né sono stati realizzati centri di raccolta

differenziata, né individuati siti idonei per discariche, ha avuto come

conseguenza l'accumularsi di rifiuti per le strade delle nostre città.

Ciò a tutto danno per la salute soprattutto di bambini ed anziani.

VII

Inoltre bruciare i rifiuti giacenti nelle strade da parte di sconsiderati ha

peggiorato e peggiora la situazione, aumentando l'inquinamento dell'ambiente ed

il rischio di intossicazioni.

Le attuali politiche governative, tra cui la scelta di costruire centrali nucleari,

non ci dà sicurezza per la tutela e la salvaguardia dell'ambiente in futuro. Basti

ricordare le conseguenze del disastro di Chernobyl.

L'ambiente è un dono di Dio, che dobbiamo tenerci stretto.

I boschi, le foreste, le montagne, il mare, i laghi e gli animali che in essi vivono

hanno sempre affascinato gli uomini. L'ambiente, la natura, è stato sempre fonte

di ispirazione per poeti, scrittori, pittori ed artisti delle varie discipline.

Dobbiamo cambiare il nostro stile di vita, soprattutto tenendo presente che la

natura, con tutto il suo equilibrio, deve essere preservata.

La sua conservazione vuol dire anche assicurare un futuro migliore alle giovani

generazioni.

1

Storia

Esposizione universale del 1889 a Parigi

La Seconda Rivoluzione Industriale

Il progresso tecnologico è una delle cause, se non la più rilevante e dannosa

dell’inquinamento. Le attività agricole ed industriali contribuiscono al miglioramento

del tenore di vita degli individui ma, al tempo stesso, distruggono le risorse naturali e

l’ambiente.

I fertilizzanti chimici hanno consentito di produrre una maggiore quantità di prodotti

agricoli, d'altro canto, però, hanno pure contribuito ad inquinare l’acqua e l’aria.

Questo sviluppo tecnologico, iniziato con la prima rivoluzione industriale nel XVIII

secolo, a partire dal 1870 in poi ebbe un nuovo impulso in Europa e negli Stati Uniti

con l'utilizzo dell'elettricità e del petrolio –le fonti di energia che progressivamente

sostituiscono il vapore- e della chimica, che permette di creare l’acciaio, di fare

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fotografie e film e di rivoluzionare la medicina e l’industria alimentare. Tale sviluppo

assicurò ai Paesi Occidentali la supremazia tecnica in tutto il mondo.

Ebbe quindi inizio la seconda rivoluzione industriale.

Nel settore metallurgico, giocarono un ruolo fondamentale la realizzazione del

Convertitore Bessemer ed il Forno Martin-Siemens, strumenti necessari per produrre

l'acciaio (una nuova lega di ferro e carbonio), che permise la realizzazione di

macchine e utensili più robusti e resistenti del ferro. Poiché le tecniche di produzione

rendevano questo metallo anche molto economico, fu impiegato su vastissima scala.

Nel 1878 con l'adozione del processo Thomas, che eliminava il fosforo dalla ghisa,

sfruttando le miniere dell'Alsazia e della Lorena, ricche di ferro e carbone, la

Germania superò la produzione delle acciaierie inglesi.

L'acciaio offrì nuove soluzioni nel campo della meccanica e, nel 1870, il suo utilizzo

nell’edilizia civile portò al cemento armato. Nelle grandi metropoli del mondo sorsero

così costruzioni che sono diventate un simbolo: basti pensare alla Torre Eiffel, eretta

nel 1887 ed inaugurata nel 1889 in occasione della Esposizione universale di Parigi,

o al Ponte di Brooklyn, elemento imprescindibile del panorama di New York.

Novità investirono anche il campo elettrico ed in Italia, sfruttando i corsi d’acqua, con

la costruzione della centrale termoelettrica a carbone per opera di Galileo Ferraris,

si produceva energia elettrica.

Nel campo chimico, vi furono tra le industrie fortissime competizioni che portarono

in pochissimi anni alla scoperta di nuovi prodotti come fertilizzanti, coloranti sintetici,

ammoniaca, dinamite, soda e prodotti farmaceutici quali cloroformio, disinfettanti e

analgesici.

L'introduzione dell'elettricità, come fonte di illuminazione delle città, trasformò la vita

dei cittadini rendendo più sicure le strade e permettendo anche una vita notturna più

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intensa con la frequentazione di punti d'incontro illuminati.

La luce elettrica cambiò anche i ritmi di lavoro nelle fabbriche dove prima la

produzione cessava con il venir meno della luce diurna: ora gli operai possono

lavorare in turni ininterrotti nelle 24 ore.

-Medicina e sviluppo demografico

Fu soprattutto nel periodo della seconda rivoluzione industriale, più che nella prima,

che vennero fatte numerose e importantissime scoperte in campo medico e

scientifico. Gli studi di Charles Darwin e Gregor Mendel stimolarono

l'approfondimento di anatomia comparata, fisiologia e genetica, mentre le

fondamentali scoperte di Louis Pasteur, Gerhard Henrik Hansen, Robert Koch ed

altri, in campo epidemiologico, portarono nel corso del XIX secolo a trovare una

difesa contro antichi flagelli come la tubercolosi, la difterite, l'antrace, la rabbia, la

malaria.

Numerose altre scoperte e invenzioni (come ad esempio lo stetoscopio) consentirono

enormi progressi nel campo della chirurgia e in generale delle condizioni igienico-

sanitarie negli ospedali e nella vita quotidiana delle famiglie. Studi del medico

ungherese Ignác Fülöp Semmelweis (1818 – 1865) dimostrarono che l'alto tasso di

mortalità delle donne dopo il parto era in buona misura dovuto a infezioni trasmesse

dai medici stessi durante il parto. Questo complesso di scoperte e invenzioni permise

nel giro di pochi decenni di migliorare le condizioni igienico-sanitarie e alimentari di

gran parte delle popolazioni dei paesi industrializzati, di abbattere l'alto tasso di

mortalità infantile e di innalzare notevolmente l'età media della popolazione e le

aspettative di vita delle persone.

Tale evoluzione, unitamente alla maggiore disponibilità di risorse, condussero nel giro

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di alcuni decenni ad un incremento esponenziale della popolazione, tanto che, fra la

fine del XVII sec. e il XX sec. la popolazione europea aumentò di quasi quattro volte.

-Trasporti

Anche i trasporti, nella seconda metà dell'Ottocento, divennero molto più sviluppati e

complessi. Il sistema ferroviario ebbe un accrescimento senza precedenti. L'enorme

sviluppo del trasporto ferroviario rivoluzionò in breve tempo i commerci e la

possibilità di movimento delle popolazioni interessate, divenendo a sua volta un

potente elemento di accelerazione e moltiplicazione dello sviluppo economico delle

aree raggiunte dal servizio.

La costruzione di ferrovie a raggio transcontinentale - la ferrovia New York-San

Francisco (1862-1869), la transandina tra il Cile e l'Argentina (1910), la

transiberiana Mosca-Vladivostok (1891-1904) sul Pacifico e, successivamente,

sino a Port Arthur sul Mar Giallo - ebbe un'enorme influenza nello scambio delle

merci poiché si ridussero notevolmente i costi sino ad allora molto alti per il trasporto

via terra. Inoltre in alcune delle più importanti città Europee ed Americane, si ebbe la

costruzione delle prime metropolitane, fra le quali quelle di Londra e Parigi, che

permetteva di spostarsi facilmente all'interno delle aree urbane, enormemente

accresciutesi già dopo la prima rivoluzione industriale.

Per quanto riguarda il sistema navale, grazie allo sviluppo della metallurgia e

all'introduzione dell'elica, si poterono costruire i primi scafi in ferro e successiva-

mente in acciaio, che permisero la costruzione dei robustissimi transatlantici.

Per i trasporti marittimi fu di enorme importanza la costruzione di canali come nel

1869 quello di Suez che in poco tempo determinò spostamento dei traffici tra

l'Atlantico settentrionale e l'oceano Indiano.

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Nel 1895 fu completato il canale di Kiel che facilitò gli scambi tra il Mar del Nord ed il

Baltico. Nel 1914 si aprì il canale di Panama che mise in immediata comunicazione

l'Atlantico e il Pacifico.

L'invenzione dell’automobile, negli ultimi decenni del XIX secolo, si rivelerà di

straordinaria importanza, con effetti rivoluzionari sulle abitudini e lo stile di vita dei

paesi industrializzati; tali conseguenze, tuttavia, si avvertiranno in modo significativo

solo a partire dalla diffusione di massa dell'automobile, che inizierà successivamente,

nei primi decenni del XX secolo.

-Comunicazioni

La scoperta dell'elettromagnetismo e l'invenzione del telegrafo prima e del telefono

poi, permisero le prime comunicazioni intercontinentali.

Questo tipo di comunicazione ebbe un ruolo decisivo per il graduale sviluppo

dell'interdipendenza tra i vari Stati del pianeta.

Attorno agli anni quaranta del XIX secolo si svilupperà rapidamente in tutto il mondo il

telegrafo elettrico Morse, che per la prima volta nella storia permetterà la

comunicazione istantanea a distanza, e che darà luogo a notevoli sviluppi, fra cui la

creazione delle prime agenzie di stampa, le quali raccoglievano e distribuivano notizie

in tempi molto più rapidi che in passato.

Sarà soprattutto la successiva invenzione del telefono (1860) e la sua diffusione su

larga scala che porteranno ad una vera rivoluzione nel campo delle comunicazioni,

imprimendo in poco tempo uno sviluppo totalmente nuovo nelle interrelazioni sociali e

commerciali tra gruppi ed individui.

Nei primi anni del novecento, l'avvento della radio avvierà una nuova era nel campo

della informazione che porterà notevoli conseguenze anche in campo sociale.

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-Il mutamento del rapporto tra agricoltura e industria

Gli aspetti più rilevanti della grande trasformazione economica e sociale connessa

alla seconda rivoluzione industriale si ebbero in Inghilterra dove masse di

popolazione si spostarono nelle città.

Se la produzione agricola non subì un vistoso calo questo fu dovuto alla

meccanizzazione dell'agricoltura che divenne "scientifica", anch'essa di tipo

capitalistico ed industriale. Nell'allevamento si cominciò a selezionare il bestiame e,

dove possibile, si sostituì alla cerealicoltura la coltivazione intensiva di frutta ed

ortaggi.

-Differenza tra prima e seconda rivoluzione industriale

Va fatta una distinzione fra prima e seconda rivoluzione industriale.

La prima, iniziata alla fine del settecento, riguarda prevalentemente il settore tessile-

metallurgico e comporta l'introduzione della macchina a vapore.

La seconda rivoluzione industriale che, sia pure in tempi diversi a seconda dei paesi,

prende avvio attorno alla metà del secolo XIX, si sviluppa con l'introduzione

dell'elettricità, dei prodotti chimici e del petrolio. A seguito di scoperte scientifiche di

portata storica, porta alla creazione di una quantità di oggetti e ritrovati che trasforma

la vita quotidiana delle famiglie.

Questa seconda fase dello sviluppo dell’industria vide la fine del primato

dell’Inghilterra e l’ascesa della Germania e degli Stati Uniti.

Oltre che per le grandi innovazioni tecnologiche e scientifiche, la seconda

rivoluzione industriale si caratterizza dunque in modo incisivo rispetto alla prima

perché «più rapidi furono i suoi effetti, più prodigiosi i risultati che determinarono una

trasformazione rivoluzionaria nella vita e nelle prospettive dell'uomo» (Cfr. Geoffrey

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Barraclough, “Guida alla storia contemporanea” - Ed. Laterza, 2004).

Avvenimenti di rilievo prima dilatati nello spazio e nel tempo ora si concentrano in uno

spazio temporale ristretto che rende più veloce e concitata la vita dell'uomo.

Lo storico e sociologo tedesco Wolfang Schivelbusch ha osservato come la

rivoluzione dei mezzi di trasporto abbia modificato non solo la geografia fisica delle

zone dove essa si è verificata ma anche la "geografia mentale" degli uomini, il loro

modo di percepire lo spazio e il tempo.

Inizia quel fenomeno che porterà, per effetto della contrazione dello spazio e del

tempo, conseguenza dei nuovi più veloci mezzi di trasporto e comunicazione, alla

globalizzazione dei mercati, delle tecnologie e dei linguaggi, e in definitiva

all’accelerazione della storia dell'uomo.

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Italiano

Simbolismo:corrente poetica del Decadentismo

La natura, i paesaggi, i luoghi, sono componenti ritornanti della letteratura di ogni

tempo, dal mondo classico a quello contemporaneo.

La natura, i paesaggi, i luoghi si aprono ad una varietà di letture, ove c’è posto per

l’esotico, il marino, per spazi ampi e distesi, ma pure per una natura dal simbolismo

variegato.

Il simbolismo, come tendenza e scuola letteraria, come atteggiamento del gusto e

dello spirito, non è che un aspetto o momento del decadentismo, da cui si distingue

per una ancora più accentuata aspirazione della parola alla condizione di musica e

per un più intenso o esasperato analogismo(1). Il simbolismo rappresenta la poetica

principale del decadentismo e, pertanto, il suo svolgimento storico rientra in questo.

Propriamente la definizione di poeti “simbolici” fu introdotta nel 1885, quando cioè il

fenomeno del decadentismo era in corso da parecchi anni.

Il termine simbolismo fu introdotto per reazione al significato spregiativo che gli

avversari della nuova tendenza davano al termine decadente.

Nella polemica che seguì fra coloro che accettarono le denominazioni di simbolismo

e simbolista, e coloro che invece rimasero fedeli a quelle di decadentismo e

decadente, facendosene un titolo di “estetica aristocrazia”, questi ultimi accusarono i

primi di essere “transfughi” e “parassiti del decadentismo”, mentre questi si

vantavano di costituire uno stadio avanzato o un superamento del decadentismo.

______________________________________________________ (1) analogismo - Nella critica letteraria, con riferimento alla poesia pura, rapporto

di comparazione nel quale è soppresso il legame sintattico «come» (per es., i tuoi

capelli sono stoppa).

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Si determinò una secessione, e la nuova generazione di poeti aderì quasi

interamente al simbolismo.

Il termine simbolismo, nato in Francia, ebbe fortuna anche al di là del paese

transalpino, essendo frattanto il decadentismo divenuto fenomeno europeo, e fu

adottato da critici e da storici anche per designare il decadentismo in tutta la sua

latitudine.

L'esponente più importante di questa corrente, per quanto riguarda l'Italia, è

Giovanni Pascoli, il simbolista per eccellenza.

- Caratteristiche del Simbolismo I poeti e gli scrittori simbolisti francesi della seconda metà dell'Ottocento, primi

esponenti del decadentismo, intendevano la poesia come una forma di vera e propria

rivelazione:

• La poesia è musica;

• Il poeta non deve descrivere la realtà, ma cogliere e trasmettere le

impressioni più vaghe e indefinite, suggerire emozioni e stati d’animo,

penetrare l’intima essenza delle cose;

• Bisogna utilizzare accordi musicali lievi, immagini sfumate, parole non

descrittive ma evocatrici.

L’elemento fondamentale del Simbolismo è che sotto la realtà apparente -quella

percepibile con i sensi- si nasconda una realtà più profonda e misteriosa, a cui si

può giungere solo per mezzo dell'intuizione poetica.

La nuova generazione di poeti, quindi, manifesta la propria sfiducia nella scienza,

perché incapace di penetrare nelle oscure profondità dell’animo umano, né di

spiegare i desideri dell’inconscio.

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Il poeta, invece, può penetrare ed entrare in queste realtà attraverso quell’intuizione

che gli è propria.

Per questi nuovi contenuti della poesia, i simbolisti elaborarono un linguaggio

nuovo. I poeti di questo periodo si servono quindi di simboli, suoni suggestivi e ritmi

musicali per produrre sensazioni e rifiutano le regole della metrica.

La parola non si usa più per descrivere sentimenti ma, soprattutto, per decifrare

sensazioni e per illuminare l'oscuro che è in noi, utilizzando un linguaggio

comprensibile solo da spiriti che riescono a percepire le stesse sensazioni.

In questo clima culturale il poeta è un artista solitario, capace di scavare

nell'interiorità umana e nel mistero dell'ignoto.

Un poeta simbolista: Giovanni Pascoli

-vita La natura è per l'uomo una fonte di

sentimenti e forti emozioni.

Pascoli rapportò la natura alla propria

visione turbata dell’esistenza.

Nato nel 1855 a San Mauro di Romagna,

proveniva da una famiglia della piccola

borghesia agraria che godeva di una

buona situazione economica. Iniziò gli studi

ad Urbino, ma già a partire dal 1867 una

serie di lutti si abbatterono sulla sua

famiglia: il padre venne ucciso nel 1867, forse

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per motivi d’interesse, mentre tornava dalla fiera di Cesena, ma l’assassinio restò

impunito. Un anno dopo morirono la madre e la sorella maggiore e fra il 1871 ed il

1876 i due fratelli. Durante gli anni universitari, Pascoli sentì l’influenza delle idee

anarco–socialiste che allora si diffondevano in Romagna e nel 1879 fu condannato a

tre mesi di carcere per aver partecipato ad una manifestazione contro il governo. Si

laureò nel 1882; dopo la laurea iniziarono gli anni dell’insegnamento di latino e greco

presso l’Università di Bologna e fu proprio in questa città che morì nel 1912.

Pascoli ha un'attenzione per le cose modeste della vita e specialmente della natura.

Nelle sue opere è ricorrente, se non costante, il richiamo alla natura. La natura

introduce la descrizione dei suoi stati d'animo, dei suoi sentimenti, delle sue

sensazioni. La poesia del Pascoli è fatta di pura contemplazione di aspetti della

natura, di note assorte del paesaggio.

Leggendo le sue poesie si aprono davanti a noi i suoi paesaggi. E partendo dai

paesaggi, dall'ambiente in cui vive e lo circonda, ci trasmette immagini, sensazioni,

emozioni.

Non tradisce le sue origini, le sue tradizioni contadine: il padre era un fattore

romagnolo e lui ha vissuto la sua fanciullezza nella pianura di Romagna.

La sua poesia ha l'abilità di riprodurre col verso motivi della vita dei campi. E nella

vita dei campi, nel canto degli uccelli egli ricerca l'essenza della poesia.

- opere principali

1891 - Myricae (la fondamentale raccolta di versi esce nella I edizione)

1897 - Poemetti

1898 - Minerva oscura (studi danteschi)

1903 - Canti di Castelvecchio (dedicati alla madre)

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- Myricae (edizione definitiva accresciuta)

- Miei scritti di varia umanità (di essi fa parte « Il Fanciullino »)

1904 - Primi poemetti

- Poemi conviviali

1906 - Odi e Inni

1907 - Canti di Castelvecchio (edizione definitiva)

- Pensieri e discorsi 1909 - Nuovi poemetti

- Poemi italici

1911/12 - Poemi del Risorgimento – La grande proletaria si è mossa.

-opere più significative

a) Myricæ (1891): è una raccolta di liriche di argomento semplice e modesto, come

dice lo stesso Pascoli, ispiratosi per lo più a temi familiari e campestri. Il titolo è dato

dal nome latino delle tamerici ("non omnes arbusta iuvant humilesque Myricæ": non a

tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici), umili pianticelle che sono prese a

simbolo di una poesia senza pretese, legata alle piccole cose quotidiane e agli affetti

più intimi.

Il titolo è allusivo ad una poesia dimessa, diversa da quella del Carducci e anche da

quella ardua e aristocratica di D’Annunzio.

E' dunque una poesia fatta di piccole cose, inerenti per lo più alla vita della

campagna, di quadretti rapidissimi, conclusi nel giro di pochi versi.

Nella raccolta, cresciuta nel tempo dalle 22 poesie della prima edizione alle 155

dell'ultima, tolti pochi componimenti rimasti a sé, le poesie si ordinano per temi,

corrispondenti ai cicli annuali della vita in campagna.

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La prima edizione è del 1891. Insieme con i Canti di Castelvecchio sono opere che la

critica ha definito "del Pascoli migliore", poeta dell’impressionismo e del frammento:

"Son frulli di uccelli, stormire di cipressi, lontano cantare di campane", scrisse il poeta

nella Prefazione del 1894.

b) Canti di Castelvecchio (1903): nella raccolta sono compresi e approfonditi i temi

di Myricæ ma ha particolare incidenza il tema del nido familiare e delle memorie

autobiografiche e compaiono parecchi componimenti di impianto narrativo.

Il senso del mistero, connesso al dolore della vita e all’angoscia della morte, si

traduce ora in una sorta di allucinazioni, nel ricordo dei morti, ora nello

sconfinamento dei ricordi -suggeriti ad esempio dal suono delle campane- ai limiti del

preconscio.

* * * * *

Significativi, in Myricæ, i dieci endecasillabi di “Lavandare”.

Dapprima un paesaggio grigio autunnale, un aratro abbandonato nei campi, una

nebbia leggera. Poi lo sciabordare delle lavandare, con tonfi spessi e lunghe

cantilene. Infine le parole canto, intonate ognuna al paesaggio, anzi tali che lo

commentano, approfondiscono quel senso di sospensione e smarrimento che è

l'immagine iniziale.

La tecnica è di estremo interesse per l'impasto tra le notazioni musicali e le notazioni

pittoriche, per la medesima cadenza che acquistano i rumori ed i colori. Alle note

lente delle lavandare corrispondono infatti le tinte grigie e sfumate dell'inizio, la

lontananza di quell'aratro, il fumare leggero della nebbia.

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Lavandare

Nel campo mezzo grigio e mezzo nero

resta un aratro senza buoi che pare

dimenticato, tra il vapor leggero.

E cadenzato dalla gora viene

lo sciabordare delle lavandare

con tonfi spessi e lunghe cantilene.

Il vento soffia e nevica la frasca,

e tu non torni ancora al tuo paese,

quando partisti, come son rimasta,

come l’aratro in mezzo alla maggese.

-Parafrasi

Nel campo, in parte lavorato e in parte no, c'è un aratro fermo che sembra

dimenticato tra il vapor che lascia la terra. Dal canale proviene il rumore delle

lavandaie che battono i panni sulle pietre ritmato da tonfi pesanti e dalle lunghe

cantilene. Il vento soffia e dal ramo cadono le foglie come fiocchi di neve e tu

ancora non torni al tuo paese. Quando sei partito sono rimasta come l'aratro in

mezzo al campo.

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-Commento

La breve lirica si presenta come un quadretto campestre, dove la campagna

autunnale con i suoi tristi colori costituisce lo scenario su cui il poeta proietta uno

stato d’animo smarrito e malinconico.

In questa poesia mentre il significato primario è rappresentato dal racconto di una

grigia giornata delle lavandaie, che attendono il ritorno dell’uomo amato, il

significato secondario allude all’incompletezza, all’infelicità dell’essere soli ed

all’impossibilità di rimanere tali (tutti hanno bisogno di una persona vicina).

Pascoli affronta quindi la problematica della solitudine e della speranza nell’attesa del

ritorno di persone care, la cui attesa non è altro che una sofferenza.

Il lessico usato è semplice, nel titolo è presente addirittura un termine dialettale

(lavandare). La poesia è circolare perché inizia con l'immagine dell’aratro e termina

sempre con l'immagine di esso.

Gli oggetti quotidiani si caricano di significati particolari e di profonde suggestioni:

l’immagine dell’aratro in mezzo al campo si rivela come un simbolo di desolazione e

di abbandono. Inoltre la scelta dell'immagine finale evoca uno dei temi fondamentali

della poetica pascoliana: quello dell'amore represso.

La tecnica poetica è quella dell'analogia, attraverso la quale il significato principale

della donna abbandonata come un oggetto dopo l'esperienza dolce e violenta

dell'amore, viene evocato da un'immagine simbolica, rappresentata dall'immagine

della terra ferita dall'aratro e poi abbandonata.

La metrica e rappresentata da due terzine ed una quartina; i versi sono tutti

endecasillabi; nelle terzine le rime sono incatenate, nella quartina sono alternate.

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-La poetica

La poetica di Pascoli è espressa nella celebre prosa, Il fanciullino.

Questi ne sono i punti essenziali:

Vi è in tutti noi un fanciullo musico (il "sentimento poetico") che fa sentire il suo tinnulo

campanello d’argento nell’età infantile, quando egli confonde la sua voce con la

nostra – non nell’età adulta quando la lotta per la vita ci impedisce di ascoltarlo (l’età

veramente poetica è dunque quella dell’infanzia).

Infatti, è tipico del fanciullo vedere tutto con meraviglia, tutto come per la prima volta;

scoprire la poesia nelle cose, nelle più grandi come nelle più umili, nei particolari che

svelano la loro essenza, il loro sorriso e le loro lacrime (la poesia la si scopre,

dunque, non la si inventa).

Il fanciullino è quello che alla luce sogna o sembra di sognare ricordando cose non

vedute mai; è colui che parla alle bestie, agli alberi, ai sassi, alle nuvole, alle stelle,

che scopre nelle cose le somiglianze e relazioni più ingegnose, che piange e ride

senza perché, di cose che sfuggono ai nostri sensi e alle nostra ragione (la poesia

dunque ha carattere non razionale, ma intuitivo).

Il sentimento poetico, che è di tutti, fa sentire gli uomini fratelli, pronti a deporre gli odi

e le guerre, a corrersi incontro e ad abbracciarsi; per questo la poesia ha in sé,

proprio in quanto poesia una suprema utilità morale e sociale. Non deve proporselo

però, in quanto la poesia deve essere "pura", non "applicata" a fini prefissati; il poeta

è poeta, non oratore o predicatore, non filosofo, non storico, non maestro.... La

poesia ha una funzione consolatoria: fa pago il pastore della sua capanna, il

borghesuccio del suo appartamentino ammobiliato. E per questo il poeta è per natura

socialista, o come si avrebbe a dire umano.

17

Arte e immagine

Il Paesaggio:

tema principe della pittura nell'Ottocento

-Il paesaggio nel Romanticismo tedesco ed inglese

La natura e l’ambiente sono stati e sono fonti dì ispirazione non solo per i poeti, ma

anche per i pittori.

Dopo un iniziale appannamento in età neoclassica, dovuto alla diffusione delle teorie

del bello ideale che davano la prevalenza a concetti solenni ed a forme astratte, la

consacrazione del paesaggio come tema principe della pittura avviene nell'Ottocento,

durante il Romanticismo, quando si afferma come espressione dell'amore quasi

religioso per la natura.

Questo tipo di pittura, attraverso l’opera di Friedrich sul versante tedesco, di Turner

Il viandante sul mare di nebbia (1818) di Caspar

David Friedrich

e Constable su quello inglese e, successiva-

mente, con le prime sperimentazioni di

pittura “en plein air” di Corot e della Scuola

di Barbizon in Francia, sfocerà nell’Impres-

sionismo.

L’età romantica rivaluta il paesaggio poiché

ricerca in esso le sfumature dell’anima e gli

scenari delle brucianti passioni, introducendo

la dimensione spirituale del “sublime”

smarrirsi dell’uomo davanti a uno spettacolo

naturale suggestivo: “Il viandante sul mare di nebbia” di Caspar David Friedrich è

un manifesto della pittura di paesaggio di primo Ottocento, in cui a una natura

18

selvaggia e preponderante, fa contrasto un uomo annullato dalla sua stessa

piccolezza.

Sullo sfondo delle narrazioni eroiche del romanticismo artistico s’intravedono e

s’impongono agli occhi dello spettatore immagini di natura solitaria ed espressiva,

densa di significato, indispensabile componente per l’interpretazione dei fatti e delle

passioni rappresentate.

Nelle opere di John Constable e William Turner, i due maggiori pittori inglesi

dell’età del Romanticismo, il paesaggio fu il tema dominante nella loro pittura.

Constable mostra un amore esplicito

per la bellezza e la freschezza della

natura. La sua passione per la vita di

campagna lo spinse, per tutta la sua

vita, a realizzare i paesaggi del suo

paese natio con una impronta

sentimentale. E’ teso a cogliere ciò che

definiva il “chiaroscuro della

natura” (intendendo con ciò il

contrasto di luce ed ombra che diviene

elemento dominante nella sua produ-

Il campo di grano (The Cornfield) di Constable

zione). Ad una sua visione sostanzialmente “serena” della natura, risponde la

“tragicità” della visione del suo contemporaneo Turner, affascinato dagli eventi più

catastrofici che la natura possa produrre e dai suoi scenari sublimi.

-Il paesaggio nell’Ottocento francese

L’Ottocento francese trova in Jean Baptiste Cammille Corot, il più fedele all’ideale

19

classico, un caposaldo della rappresentazione della natura, mentre Gustave

Courbet si dimostra più indipendente, puntando esclusivamente a rappresentare nel

modo più immediato e diretto il mondo naturale, rifiutando tradizioni e convenzioni

artistiche.

Verso la metà dell’Ottocento, il paesaggio non è più funzionale scenario di miti o di

temi storici e letterari, ma grande pagina di osservazione della realtà ormai liberata

da ogni fine morale o didascalico per diventare esercitazione oggettiva sulla

traduzione in pittura del vero e di tutte le sue implicazioni, spesso in antagonismo con

la nascente industria fotografica.

-La rivoluzione della “macchia” in Italia

Un movimento tra i più significativi e innovativi della pittura italiana dell'Ottocento, si

forma nel 1850 a Firenze ove un gruppo di artisti, tra cui Telemaco Signorini,

Adriano Cecioni, Giovanni Fattori, Silvestro Lega, Odoardo Borrani e Giuseppe

Abbati, si ritrovano a discutere presso il “Caffè Michelangelo” in Via Larga a Firenze.

Nascono così i Macchiaioli, ovvero dei pittori che attraverso la tecnica detta macchia,

definisce l'immagine attraverso pennellate di colore e contrasti cromatici.

I macchiaioli rappresentano la vita rurale, le attività lavorative e le campagne

toscane secondo un intento realistico.

Nel 1862 venne chiuso il “Caffè Michelangelo” e con esso ebbe fine il periodo eroico

della Rivoluzione della macchia.

Tuttavia alcuni hanno considerato i macchiaioli, dei precursori di quello che sarà la

grande corrente impressionista, che vedrà la luce in Francia qualche anno più tardi.

-La pittura «en plein air»

In comune con il movimento degli Impressionisti, oltre ad una forte spinta innovativa

20

che si manifestava in un radicale atteggiamento antiaccademico, i macchiaioli

avevano la ripresa dei motivi all'aria aperta (en plein air) certamente derivata dai

pittori della Scuola di Barbizon, un piccolo villaggio ai margini della foresta di

Fontainebleau, in Francia, dove all'inizio del XIX sec. un gruppo di artisti aveva dato

vita alla pittura di paesaggio all'aria aperta.

E’ comunque nel XIX secolo, in Francia, che si concentreranno le vivacità innovative

della pittura europea che, superato il periodo neoclassico, esordiranno con la pittura

en plein air, per proseguire con il realismo di Courbet ed avendo infine la massima

spinta verso le avanguardie con la pittura impressionista, a partire dal 1870.

Gli impressionisti come Paul Cezanne, Claude Monet, Camille Pissarro, Pierre

Auguste Renoir e Gauguin, rifiutando i dettami dell’Accademia, preferivano

dipingere paesaggi, scene di strada e aspetti della vita quotidiana invece che episodi

attinti alla classicità o alla storia aulica, o ancora improntati al sentimentalismo tardo

romantico allora in voga.

Scelsero di dipingere all'aperto piuttosto che in studio, interessati agli effetti della luce

naturale più che al disegno esatto e alla descrizione dei dettagli.

Claude Monet fu forse il più rivoluzionario: “il più impressionista degli impressionisti”.

L’amore per gli scenari all’aperto, i parchi, la campagna inondata dal sole ha segnato

la sua vita e la sua arte. Le sue ricerche per riprodurre sulla tela le vibrazioni della

luce ed il colore mutevole delle cose caratterizzano la sua pittura.

Monet abbandona il disegno e scompone i colori in pennellate fittissime, accostate le

une alle altre per delineare forme non riconoscibili solo se viste ad una certa

distanza.

Dal 1889 al 1891, Monet dipinge la serie I Covoni. La composizione è semplice, divi-

21

sa orizzontalmente in tre

spazi: il cielo, la campagna

delimitata dagli alberi, il prato

in primo piano, dove alcentro

svettano due covoni di fieno.

La serie è composta di un

gruppo di quadri che hanno

tutti lo stesso soggetto –i co I Covoni (1889-1891) di Monet

voni appunto- scanditi nel mutare delle stagioni e delle ore.

Gli impressionisti, osservando come la luce dissolva i contorni e rifletta i colori quasi

scomponendoli, stendevano sulla tela brevi pennellate di colore puro,

giustapponendo i colori primari (rosso, giallo e blu) in modo che si mescolassero

nella percezione visiva solo da una certa distanza, e ponendo in contrasto i colori

primari con i complementari (verde, viola e arancio) per esaltarne reciprocamente

l'intensità. In questo modo ottenevano una luminosità maggiore di quella solitamente

prodotta mescolando i colori prima di applicarli alla tela.

-Il Simbolismo nella storia dell’arte

Sempre in Francia a partire dal 1880, sotto l’influsso del Simbolismo, dagli scenari

della realtà umane e sociale, il paesaggio si evolve: esso viene interpretato

filtrandone la visione attraverso la poetica degli stati d'animo (inquietudini, estasi,

meditazioni), che diventano parte integrante dell'immagine dipinta; la natura diventa il

tramite di immaginazioni ardite e venate di pessimismo estetico che sottolineano la

crisi di un'epoca.

Proprio nell’ultimo decennio dell’Ottocento si assiste in pittura ad una sorta di

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allarmante consuntivo del difficile incontro con la natura: se Corot aveva aperto la vi-

cenda del paesaggio

moderno, Vincent Van

Gogh la chiude metaforica-

mente con il suo "Campo di

grano con corvi" (1890),

dipinto nella imminenza del

Campo di grano con corvi (1890) Vincen Van Gogh

suicidio, ove il turbamento e l'angoscia hanno preso il posto della pittura serena, a

indicare il sostanziale fallimento dell'incontro ed il dramma dell'incomunicabilità tra

uomo e natura, obiettivo del secolo. Oltre a Van Gogh il simbolismo influenzò anche

la pittura dei francesi Emile Bernard e Gauguin.

-Il paesaggio nel Novecento

Il paesaggio non sfugge alle grandi trasformazioni del Novecento, divenendo un tema

particolarmente denso di implicazioni spaziali: Divisionisti, Fauves, Cubisti, Astrattisti,

Espressionisti,Metafisici, Surrealisti scompongono, violentano, annullano, congelano,

reinventano, interrogano la natura, dandone, ognuno, una personale interpretazione.

In questa direzione si arriva ad un progressivo individualismo, con la moltiplicazione

delle diverse interpretazioni del paesaggio, con un unico denominatore comune che

è l'affermazione, da parte dell'artista, della propria individualità. La pittura si allontana

gradualmente dalla rappresentazione diretta della realtà sensibile ed il paesaggio

perde quel valore assoluto che aveva acquisito nei secoli precedenti.

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Educazione musicale

La natura nella musica

e la musica nella natura

Esiste un legame molto forte tra la musica e gli animali, tra la musica e la natura, che

affonda le sue radici nelle opere dei grandi compositori secenteschi, i quali in

ossequio alla poetica barocca che prescriveva l’imitazione della natura, si sforzarono

di riprodurre nelle loro composizioni i versi degli animali più disparati.

Ne sono un esempio “Il volo del calabrone” di Nikolaj Andreevic Rimskij-Korsakov,

“La gazza ladra” di Gioachino Rossini, il “Cigno di Tuonela” di Jean Sibelius ed il

più celebre “Carnevale degli animali” di Camille Sait-Saens.

-Il volo del calabrone

“Il volo del calabrone” è il terzo episodio dell’opera “La fiaba dello Zar Saltan”,

quando il protagonista viene trasformato in un insetto.

Si tratta di un brano musicale facilmente estraibile dal contesto dell’opera. Questo

brano non possiede un titolo, tuttavia viene comunemente identificato come “Il volo

del calabrone” proprio in riferimento all’argomento del testo.

L’andamento del brano, per onomatopea, tenta di ricostruire in chiave musicale il

suono del ronzio di un insetto. Inoltre, le note che compongono le singole sezioni

della composizione, oscillano velocemente in una gamma di altezze musicali,

riproducendo il movimento fluttuante, ma regolare di un grosso insetto.

Nella versione originale l’insetto a cui si fa riferimento è un bombo: in italiano è

sempre stato tradotto come calabrone, mantenendo comunque il valore

onomatopeico del brano.

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-La gazza ladra

Nell’opera rossiniana si racconta di Ninetta, una giovane donna, che spera di

sposare Giannetto, appena tornato dalla guerra. La giovane, che cerca di dare un

rifugio al padre, Fernando Villabella, disertore dell’esercito, è importunata dalle

attenzioni del podestà, Gottardo.

La sparizione di un semplice cucchiaio e la testimonianza di Isacco, l’ambulante che

ha acquistato un pezzo d’argento che Ninetta le aveva venduto per raccogliere

qualche soldo da dare al padre, porteranno alla sua carcerazione.

Ninetta viene processata e giudicata colpevole e verrà salvata dal patibolo all’ultimo

momento grazie alla scoperta del ladro, la gazza ladra del titolo.

-Il cigno di Tuonela

E’ la seconda di quattro leggende ispirate al “kalevala” (antico epos finnico) che sono

state rese nella loro interezza solo nel 1954. Questa opera musicale racconta di un

cigno canoro che nuota nelle acque che circondano Tuonela, il regno dei morti, e chi

ode il suo canto viene colto dal desiderio di morte.

Il canto del cigno è sostenuto dal corno inglese solo; l’atmosfera è mesta e

struggente; il tempo sempre moderato, la sonorità solo raramente raggiunge il forte:

una composizione dalle tinte lievi e dalla felice invenzione melodica.

-Il Carnevale degli animali

L’opera fu composta nel 1886, durante un periodo di riposo di Camille Saint-Saens a

Vienna. Per volere del compositore fu eseguita pubblicamente solo dopo la sua

morte, trentasei anni dopo la sua composizione ed un anno dopo la morte dell’autore.

“Il Carnevale degli animali” divenne la musica più caratteristica di Saint-Saens per i

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suoi toni umoristici e canzonatori.

I 14 brani, tutti molto brevi, si riferiscono ciascuno ad un animale: il leone, i galli e le

galline, gli emioni (asini selvatici), le tartarughe, l’elefante, i canguri, l’acquario, i

personaggi dalle orecchie lunghe, il cucù nel bosco, la voliera, i fossili ed il cigno.

Quest’ultimo brano, sicuramente il più celebre motivo di Saint-Saens, è conosciuto

soprattutto per il balletto “La morte del cigno”.

-La natura nella musica oggi

In tempi recenti, la riflessione musicale ha abbandonato la concezione che relegava

la natura a programma da cui la musica poteva trarre ispirazione, ed ha iniziato ad

avanzare l’ipotesi di una musicalità insita nella natura.

Il linguaggio musicale è, dunque, una realtà che il soggetto deve scoprire

progressivamente prestando ascolto al proprio ambiente, ovvero al paesaggio sonoro

ed alle espressioni musicali del proprio io.

Vi è chi considera il mondo come una immensa composizione musicale: secondo

una simile tesi la distinzione tra il suono ed il rumore deriva esclusivamente da

consuetudini culturali.

E’ lecito affermare che sia possibile distinguere suono e rumore in termini acustici,

essendo il suono il risultato di vibrazioni periodiche e regolari, ed il rumore il risultato

di vibrazioni aperiodiche. In altri termini possiamo affermare che si chiama rumore

ogni suono che assume per noi un carattere sgradevole, inaccettabile, qualunque sia

peraltro questo carattere.

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Geografia

Il Brasile

La maggiore quantità di alberi esistente sul nostro Pianeta si trova in Brasile.

Il Brasile è il quinto Paese del mondo per superficie (8.547.000 km2, pari a 28 volte

l’Italia) ed è lo Stato più esteso del continente americano. La sua capitale è Brasilia.

E’ una repubblica federale dell’America meridionale.

Confina a nord con il Venezuela, la Guyana, il Suriname e la Guayana Francese, a

sud con l’Uruguay, a ovest con l’Argentina, il Paraguay, la Bolivia e il Perù, a nord-

ovest con la Colombia; a est è bagnato dall’Oceano Atlantico.

Le principali regioni morfologiche del Brasile sono un’estesa area di altipiani, nota

come l’Altopiano del Brasile, e il bacino del Rio delle Amazzoni, il più vasto del

mondo che rappresenta un terzo delle riserve mondiali di foreste tropicali e

comprende una grande diversità di specie animali e vegetali.

L’altopiano occupa quasi l’intera metà sudorientale dello Stato; ha un’altitudine

compresa tra i 300 m. e i 900 m. circa ed è solcato da catene montuose irregolari e

da numerose valli fluviali.

Il bacino del Rio delle Amazzoni copre più di un terzo della superficie del Paese. I

bassopiani dominano nell’Amazzonia, mentre paludi e piane alluvionali occupano

vaste zone della regione.

La costa brasiliana presenta profili insolitamente regolari, anche se non mancano

profonde insenature che formano eccellenti porti naturali.

Oltre due terzi delle acque del Brasile confluiscono nel Rio delle Amazzoni il cui

corso è interamente percorribile da navi di grande stazza.

Il clima del Brasile varia da tropicale a temperato. Nella valle del Rio delle Amazzoni

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le precipitazioni sono abbondanti; sugli altopiani brasiliani centro-orientali il clima è

tropicale con considerevoli escursioni termiche dovute alle elevate altitudini e

frequenti periodi di siccità.

Per quanto riguarda lo sviluppo economico, individuiamo un “Brasile industrializzato”,

tecnologico, progredito delle grandi città, della capitale e della costa, un “Brasile

miserabile” delle stesse grandi città, dei quartieri delle favelas, un “Brasile agricolo”

poverissimo dei braccianti, dell’arido Nord-Est, un Brasile della “frontiera”

amazzonica dei contadini poveri che ricavano campi da settori di foresta, ed un

“Brasile dei popoli indigeni” della foresta.

La foresta amazzonica

L'Amazzonia, nota anche come foresta amazzonica, è l’area più estesa del Brasile.

E’ qualcosa di più di un ecosistema, di una grande foresta, di un immenso paese da

proteggere. E’ la più grande estensione al mondo di foresta primaria: 370 milioni di

ettari, un terzo del totale di tutto il Pianeta.

Questa parte del Pianeta fu scoperta nel 1540 quando Gonzalo Pizarro, governatore

di Quito, capitale dell’Equador, organizzò una spedizione che attraversò le Ande ed

arrivò nella foresta amazzonica.

Nella relazione scritta dal cappellano della spedizione, Gaspar de Carvajal il 22 aprile

del 1542, sul diario del suo viaggio si racconta che gli spagnoli incontrarono una tribù

di donne guerriere, la cui regina veniva chiamata Conorì. Francisco de Orellana, vice

governatore di Pizzarro, chiamò il fiume Rio delle Amazzoni, perché le donne

guerriere gli ricordarono le antiche Amazzoni dell'Asia e dell'Africa, descritte da

Erodoto e Diodoro Siculo, nella mitologia greca.

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L'Amazzonia una foresta equatoriale nel Bacino dell’Amazzonia in Sud America.

L’area conosciuta dell’Amaz-

zonia o del Bacino dell’Amaz-

zonia supera i 7 milioni di km²,

anche se la zona boschiva ne

occupa circa 5,5 milioni.

La foresta occupa il 60% del

territorio in Brasile, ma si

estende anche in Colombia,

Perù, Venezuela, Equador,

Bolivia, Guyana, Suriname e Guyana Francese. L'Amazzonia è una foresta

pluviale, in gran parte compresa in territorio brasiliano, che copre una superficie pari

al 42% di quella dell'Europa. Dall'estremo limite occidentale della foresta, ai piedi delle Ande, fino alla rive

dell'Atlantico vi sono 3.200 km, all'incirca la distanza tra Roma e l'Islanda.

Il Rio delle Amazzoni, inoltre, possiede il più vasto bacino del mondo ed è il secondo

fiume per lunghezza dopo il Nilo.

A ragione è stato detto che l'Amazzonia è una specie di pianeta a sé stante. La

foresta pluviale vi prospera nelle sue forme più ricche: il sottobosco è molto

sviluppato, le fronde degli alberi e la vegetazione aerea formano una copertura

pressoché continua che filtra i raggi del sole e mantiene l'ambiente in una penombra

perenne, satura di umidità. Qui vivono 750 specie di alberi, 400 specie di uccelli e

125 mammiferi, 100 specie di rettili e 60 di anfibi. E' stato calcolato che in ogni

singolo albero vivano 400 tipi di insetti.

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Questa foresta costituisce un ecosistema ricchissimo, che si protende dal basso in

alto, da terra fino alle cime degli alberi, per oltre 60 metri. E' anche un ecosistema

che vive in un terreno assai povero di sostanze: gli scienziati ritengono che la sua

esistenza sia il prodotto di un equilibrio, delicato e straordinario, tra un clima molto

caldo e umido e un terreno che offre assai meno sostanze nutritive di quelli delle

regioni circostanti, resi fertili dalle rocce di origine vulcanica.

Quanto il terreno sia povero e l'ambiente delicato lo si è già potuto osservare in

passato. La prima volta fu negli anni '20 e '30 quando la Ford -la famosa industria

automobilistica statunitense- acquistò aree forestali, fece abbattere la vegetazione

spontanea e vi installò piantagioni di alberi di caucciù (l'Hevea brasiliensis) per

ricavare gomma da pneumatici. Le piantagioni non crebbero e l'esperimento fallì.

La seconda volta fu negli anni '70, quando si cercò di installare nell'Amazzonia

piantagioni di legno pregiato: fu ancora un fallimento. Anche sulla base di queste

esperienze molti si

chiedono che senso

abbia ciò che si sta

facendo oggi: distruggere

vaste estensioni di

foresta amazzonica con il

proposito di ricavare

terreni coltivabili. Non si è

certi di riuscirvi mentre è palude della foresta amazzonica certo che, nel frattempo, una parte del prezioso ecosistema vada perduta.

Il governo brasiliano non dà credito alle critiche, né agli inviti a non deteriorare la

foresta. Esso accusa di interferenza nei propri affari interni le associazioni ecologiste,

30

i movimenti di opinione e persino gli organismi internazionali che denunciano i rischi

cui va soggetta la foresta pluviale.

Dall' altra parte, il Paese ha fortissimi debiti verso l'estero e sta cercando di

sviluppare la propria economia. Lo sfruttamento dell'Amazzonia vede anche

l'intervento di potenti gruppi economici, che a volte non hanno esitato a ricorrere

addirittura al delitto per ridurre gli oppositori al silenzio.

La distruzione della foresta avanza in modo brutale; allevatori e agricoltori appiccano

incendi giganteschi: nelle zone lasciate libere dalla foresta bruciata sorgono

piantagioni e allevamenti. Le popolazioni indigene sono costrette ad abbandonare i

luoghi dove vivono da sempre. Parecchie tribù si stanno estinguendo.

Prima che cominciassero le distruzioni, dalla foresta amazzonica, grazie alla

fotosintesi clorofilliana, proveniva la metà dell'ossigeno prodotto dalla vegetazione del

pianeta: una funzione preziosa per mantenere in equilibrio la miscela di gas che

compone l'atmosfera della Terra. Ora gli incendi e le distruzioni non soltanto hanno

ridotto tale apporto, ma rilasciano ingenti quantitativi di anidride carbonica. Gli

scienziati temono che ciò acceleri il processo di riscaldamento dell'atmosfera,

contribuendo a cambiare il clima.

La zona era originariamente occupata da popolazioni indigene, tra le quali quella dei

Pirahã.

Negli ultimi decenni ampie regioni sono state colonizzate elevando localmente la

densità della popolazione.

Le risorse dell'Amazzonia si sono andate diversificando in questi ultimi anni. Le

economie di sussistenza delle piccole comunità e dei gruppi indigeni continuano a

restare legate allo sfruttamento della foresta e dei corsi d'acqua, ma in aree sempre

più estese si pratica agricoltura, allevamento, estrazione di minerali ed idrocarburi.

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La deforestazione, ovvero la trasformazione delle aree della foresta in aree

disboscate, risulta molto attiva nel bacino Amazzonico.

Più di un quinto della foresta è già stato distrutto e l'intero ecosistema rimane in

pericolo. Quest'opera di distruzione è iniziata a partire dagli anni quaranta quando i

governi della regione hanno deciso di sfruttare le risorse forestali e minerarie.

Il disboscamento permette infatti la vendita e l'esportazione del legname, che può

risultare molto pregiato, l'aumento di terreno per l'agricoltura, di cui si sente un forte

bisogno per via della crescita della popolazione, e lo sfruttamento di giacimenti

minerari. Nel corso degli anni sono state costruite anche numerose autostrade per

collegare grandi città, che non solo sono state fonti primarie di deforestazione ma

hanno anche incoraggiato la costruzioni di nuovi villaggi lungo di esse, peggiorando il

problema.

La deforestazione genera molti aspetti problematici e potenzialmente catastrofici. Gli

ambientalisti denunciano un'enorme perdita della biodiversità, incrementata al

risultato della distruzione delle foreste e allo sfruttamento insostenibile delle sue

risorse. Inoltre, l'Amazzonia è un enorme "polmone" terrestre, che grazie all'elevata

densità della vegetazione e alla sua posizione equatoriale che permette un grande

irraggiamento del Sole, consuma elevate quantità di anidride carbonica, generando

ossigeno. La rimozione dell'area forestale diminuisce questo effetto; purtroppo la

deforestazione viene spesso eseguita mediante incendi incontrollati, loro stessi

responsabili di elevate emissioni di CO2. Tutto ciò ha importanti implicazioni

nell'effetto serra, e costituisce uno dei principali parametri su cui si costruiscono i

modelli per il riscaldamento globale del pianeta.

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Tecnologia

L'inquinamento danneggia l’ambiente

-Un po' di storia sull’inquinamento

L'inquinamento dell'aria ad opera dell'uomo nasce dai fuochi accesi per la cottura

del cibo e la protezione dal freddo nelle capanne dei nostri antenati.

Testimonianze interessanti ci arrivano dall'Inghilterra. E' del 1250 circa la più antica

documentazione d'inquinamento da fumi di forni a carbone.

Intorno al 1285 l'inquinamento dell'aria a causa della combustione del carbone a

Londra, è argomento di tale serietà da determinare la nomina da parte del re

Edoardo I di una commissione.

All'inglese John Evelyn, con il trattamento “Fumifugium”, si può fare risalire la

nascita della scienza dell'inquinamento dell'atmosfera; nel periodo 1661-1666, i suoi

studi consentono interessanti conclusioni sugli effetti delle emissioni industriali sulla

salute e le piante.

Nel secolo successivo si impongono gli studi dell'inglese Hales, che osserva l'acidità

della pioggia, e dello svedese Von Linne (Linneo), che descrive gli effetti sulla salute,

le piante ed i materiali delle emissioni di una fonderia prossima alla città di Falun

(1734).

Si deve ad un altro britannico dell'era vittoriana, Angus E. Smith, il conio del termine

pioggia acida (1872).

Solo nel 1972, la coscienza del problema diventa globale sul palcoscenico della

Conferenza di Stoccolma sull'acidificazione dell'ambiente, promossa dalla Svezia con

la partecipazione di 21 Stati e di rappresentanti sia dell'ONU che della Comunità

Europea.

33

-L'inquinamento dell'aria, del mare e del terreno.

L’uomo con la sua ambizione e con il progresso industriale e tecnologico, si cura

poco dei contraccolpi sulla natura.

Il progresso industriale e tecnologico, sviluppatosi nell’ultimo secolo in gran parte del

Pianeta, ha purtroppo il suo rovescio della medaglia: l’inquinamento.

Il termine inquinamento sta ad indicare alterazioni dell’ambiente provocate dall’uomo,

che consistono nella dispersione di sostanze tossiche nell’aria, nell’acqua o nel

terreno. Ma esistono molte forme di inquinamento.

Per esempio le centrali termoelettriche usano l’acqua dei fiumi per raffreddare i loro

impianti; di conseguenza questa si riscalda e le piante e gli animali che vivono nel

fiume possono essere danneggiati.

Tale fenomeno prende il nome di inquinamento termico: l’ambiente, quindi, non è

alterato dalla dispersione di una sostanza, ma dal calore.

Un’altra forma particolare di inquinamento è l’inquinamento radioattivo, prodotto

dalle radiazioni sprigionate dalle sostanze radioattive.

Altra forma di alterazione ambientale è il disboscamento: un terreno disboscato e

abbandonato a se stesso, subisce una rapida erosione perché l’acqua piovana

trascina via l’humus che gli dava fertilità, inoltre, provoca alluvioni nei terreni a valle.

Le attività industriali possono inquinare l’ambiente con fumi e con gas prodotti dalle

combustioni.

Leggi severe impongono alle industrie di usare appositi impianti di depurazione per

purificare le loro emissioni nell’ambiente. Ma non sempre queste sono rispettate,

sicché a volte i rifiuti che finiscono nelle discariche, nei fiumi o nell’aria sono tutt’altro

che innocui.

Vere catastrofi possono poi verificarsi in caso di incidenti. Il rischio di incidenti non

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riguarda solo gli impianti industriali, ma anche il trasporto di materiali o di

combustibili. Ad esempio il petrolio che si riversa in mare (come è avvenuto in questi

giorni nel Golfo del Messico), galleggia sull’acqua formando un velo sottile che si

estende su superfici vastissime e blocca, in tal modo, gli scambi di ossigeno e

anidride carbonica fra il mare e l’atmosfera; ciò a danno della vita dei vegetali e degli

animali marini, che dipende da tali scambi gassosi.

Inoltre le particelle di catrame contenute nel petrolio vengono assorbite dai pesci e

dai molluschi e così i prodotti della pesca, nelle acque inquinate, diventano pericolosi

per la salute.

L’inquinamento prodotto dai combustibili fossili

Tutti i combustibili comunemente usati (legna, carbone, petrolio, metano) contengono

petrolio. Quando bruciano, questo elemento si combina con l’ossigeno formando

anidride carbonica che si disperde nell’aria.

Le piante con il processo di fotosintesi clorofilliana, compiono la trasformazione

inversa: decompongono l’anidride carbonica in carbonio e in ossigeno.

Negli ultimi due secoli, con l’industrializzazione, l’uomo ha bruciato quantità così

grandi di combustibili fossili, che l’azione delle piante è diventata insufficiente.

Pertanto la quantità di anidride carbonica nell’aria è cominciata a crescere. Pur non

essendo questo gas velenoso, tuttavia il suo aumento nell’aria è preoccupante, in

quanto potrebbe alterare il clima terrestre.

-L'effetto serra

Una serra è un ambiente le cui pareti sono costituite da vetri. Questo materiale è

trasparente alla luce, ma non ai raggi calorifici (raggi infrarossi): pertanto la luce

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solare penetra nella serra riscaldandola, mentre il calore vi rimane intrappolato. Il

risultato è che la temperatura all’interno della serra è più alta rispetto all’esterno.

L’anidride carbonica nell’aria si comporta in modo simile al vetro: essa infatti lascia

passare la luce solare, mentre trattiene il calore intorno alla Terra: questo fenomeno,

chiamato effetto serra, è assai importante in quanto assicura che sul nostro pianeta

vi sia un clima mite.

Senza di esso la Terra sarebbe un corpo perennemente ghiacciato e privo di vita.

Benché così utile, l’effetto serra desta oggi gravi preoccupazioni: infatti l’aumento

dell’anidride carbonica nell’atmosfera, prodotto dalle combustioni, rende questo

fenomeno più intenso causando, di conseguenza, il surriscaldamento della terra.

Si parla di inquinamento termico globale per descrivere questo pericoloso

fenomeno. Se ciò davvero si verificasse, ne deriverebbero conseguenze

drammatiche: i ghiacci delle calotte polari si scioglierebbero parzialmente, sicché il

livello degli oceani si alzerebbe sommergendo zone costiere assai popolose.

-Le piogge acide

Il carbone e, in minor misura, il

petrolio contengono sempre un

po’ di zolfo. Quando questi

combustibili bruciano, lo zolfo si

combina con l’ossigeno dell’aria,

formando ossidi di zolfo. Gli ossidi a loro volta, reagendo con il vapore acqueo

atmosferico, si trasformano in acido solforoso ed acido solforico. Tali acidi rimangono

nell’aria e, quando piove, l’acqua li trascina con sé al suolo.

Si parla di piogge acide per indicare l’acqua piovana contenente questi acidi disciolti

36

in quantità eccessive.

Le piogge acide si verificano quasi ovunque nel mondo, perché i venti spingono gli

acidi anche in luoghi lontanissimi da quello dove si erano formati.

I danni che tali piogge causano sono di vari tipi: gli alberi perdono le foglie e seccano,

le acque dei laghi diventano acide mettendo a rischio la vita degli anfibi, dei pesci e

dei molluschi che le abitano.

Anche l’uomo è direttamente danneggiato per la presenza dell’acido solforico

nell’aria, in quanto irrita l’apparato respiratorio, favorendo l’insorgere dell’asma e

delle bronchiti.

Infine, le piogge acide attaccano il marmo e la pietra calcarea dei monumenti,

trasformandoli in sostanze friabili.

-L’inquinamento prodotto dall’agricoltura

L’aumento della produzione agricola, negli ultimi decenni, è stato possibile soprattutto

grazie all’uso massiccio di fertilizzanti e di antiparassitari.

Tuttavia queste sostanze producono anche un pericoloso inquinamento

dell’ambiente. Esse, infatti, vengono trascinate via dalle acque di pioggia o di

irrigazione e, infiltrandosi nel sottosuolo, contaminano le riserve idriche alle quali

attingono gli acquedotti, mettendo a rischio la fornitura di acqua potabile delle città.

Inoltre, i fiumi portano sostanze inquinanti nei laghi e nei mari, dove esse si

accumulano. I fertilizzanti favoriscono nelle acque lo sviluppo delle alghe, che si

moltiplicano in modo eccessivo e, quando muoiono, imputridiscono, rendendo

impossibile la vita ai pesci e ad altri animali acquatici. Questo fenomeno è detto

eutrofizzazione delle acque e riguarda soprattutto i laghi, ma anche certi mari.

I fertilizzanti e gli antiparassitari, inoltre, entrano nelle catene alimentari degli animali,

37

sia terrestri che marini ed è possibile che le sostanze tossiche finiscano nei cibi di cui

ci nutriamo.

-Inquinamento radioattivo

L’inquinamento radioattivo è la dispersione di sostanze radioattive nell’ambiente.

Il caso più drammatico è l’esplosione di una bomba atomica, ma anche le centrali

elettronucleari possono rappresentare un pericolo.

E’ accaduto a Chernobyl, dove il surriscaldamento dell’impianto causò due esplosioni

e saltò l’edificio del reattore. In conseguenza di ciò si diffuse una grande quantità di

sostanze radioattive nell’ambiente, provocando enormi danni.

Altri rischi possono essere gli attentati alle centrali, lo smaltimento delle scorie

(combustibile nucleare esaurito) ma ancora radioattivo.

Nella corsa alla grande produzione, per rispondere alla domanda crescente di

prodotti tecnologici, energetici, chimici, alimentari, pur di assicurarsi fette di mercato

sempre più vaste, le industrie non hanno lesinato a disperdere nell’ambiente

sostanze residue delle lavorazioni spesso molto tossiche e in alcuni casi addirittura

radioattive.

Le autorità preposte ai controlli sono state -soprattutto in passato- molto permissive,

non sanzionando adeguatamente le industrie sia per lo smaltimento illecito od

irregolare dei rifiuti speciali, che per le emissioni di sostanze tossiche derivanti dai

processi produttivi.

I governi locali si sono sempre maggiormente preoccupati di garantire la

competizione delle industrie al fine di assicurare una maggiore produttività e, dove

possibile, posti di lavoro.

Una politica atta a limitare l’impatto ambientale degli agenti inquinanti, era

38

considerata “controproducente”, perché avrebbe comportato maggiori costi per le

imprese, che a loro volta avrebbero dovuto aumentare i prezzi al consumo dei

prodotti, rischiando di non essere più competitivi sul mercato.

I consumatori, preferendo i prodotti a più basso prezzo delle aziende estere non

sottoposte a parametri ecologici da rispettare, avrebbero decretato di fatto il

successo di queste ultime a discapito delle aziende nazionali, con contrazione della

domanda interna, conseguente riduzione della produzione e perdita di posti di lavoro.

In effetti trovare l’equilibrio non è facile ed è diventato sempre più difficile con

l’avvento della "globalizzazione".

Occorre una strategia comune tra tutti gli Stati. Fino ad oggi, però, i recenti summit

internazionali non hanno conseguito i risultati sperati, soprattutto a causa della

resistenza delle grandi potenze economiche.

39

Scienze

L'atomo

-L’atomo e la sua struttura

L’ambiente, la natura e tutte le cose che ci circondano costituiscono la materia. Essa

si presenta sotto forma di sostanza e la parte più piccola in cui la sostanza si può

suddividere è la molecola che è la combinazione di particelle invisibili, detti atomi.

La parola atomo, deriva dal greco átomos, che significa "indivisibile", e fu introdotta

dal filosofo greco Leucippo per definire le entità elementari, indistruttibili e indivisibili,

di cui riteneva che fosse costituita la materia.

L'atomo, è la più piccola parte di ogni

elemento esistente in natura che ne

conserva le caratteristiche chimiche.

Verso la fine dell'Ottocento (con la

scoperta dell'elettrone) fu dimostrato

che l'atomo è divisibile, essendo a

sua volta composto da particelle più

piccole: i neutroni, particelle

elettronicamente neutre, i protoni,

particelle dotate di carica elettrica posi-

tiva e gli elettroni, particelle dotate di carica elettrica negativa.

Attorno al nucleo, costituito da protoni e neutroni, ruotano velocemente gli elettroni.

In qualsiasi atomo il numero dei protoni è sempre uguale a quello degli elettroni.

Il numero di protoni ed il numero di elettroni è detto numero atomico (n.a.) ed indica

un atomo determinandone le diverse caratteristiche e proprietà chimiche.

40

Il numero dei neutroni è generalmente diverso da quello dei protoni o degli elettroni.

La somma del numero dei protoni e dei neutroni è detta numero di massa (n.m.).

Esso determina le caratteristiche fisiche di un elemento.

Ciascuna particella atomica (protoni, neutroni ed elettroni) ha una sua massa, sia

pure piccola. La somma di queste masse è la massa atomica, cioè la massa di un

atomo. Gli scienziati usano una specie di unità di misura detta unità di massa

atomica (u.m.a.), che è pari ad 1/12 della massa atomica dell’isotopo 12 del

carbonio, l’elemento che è stato scelto come campione e che ha per definizione

massa 12.

Molto importante in chimica è anche il peso atomico, ovvero il peso di un atomo che

è dato dalla somma dei pesi atomici delle varie particelle che lo compongono.

In realtà, in chimica, non si fa riferimento a questo peso atomico, detto più

esattamente peso atomico assoluto, ma piuttosto al peso atomico relativo, che è

il numero che indica il rapporto tra il peso atomico dell’atomo e l’unità di misura.

L’unità di misura scelta è ancora la dodicesima parte del peso di un atomo

dell’isotopo 12 del carbonio, al quale si attribuisce, per definizione, peso atomico

uguale a 12.

Avendo richiamato più volte il termine di isotopo, è opportuno chiarire che gli isopoti

sono atomi di uno stesso elemento ma con un numero diverso di neutroni.

-Gli elettroni e gli strati elettronici

Gli elettroni ruotano intorno al nucleo. Secondo il moderno modello atomico, essi

ruotano a distanze ben definite dal nucleo, formando attorno ad esso degli “strati” o

“gusci” concentrici, detti appunto strati elettronici o gusci elettronici.

Questi strati elettronici sono 7 e contengono ciascuno un numero ben preciso di

41

elettroni.

Il numero degli strati e il numero degli elettroni di ciascuno strato sono tipici di ogni

atomo e seguono leggi ben precise e complesse, ad esempio il primo strato può

contenere al massimo 2 elettroni, il secondo strato al massimo 8 e così anche l’ultimo

strato. Se l’atomo ha un solo strato conterrà non più di 2 elettroni.

Gli elettroni di un atomo si dispongono inizialmente sul primo strato, passando al

secondo quando il primo è completo e così via, finché non si esauriscono.

-Elementi e composti

Dalla combinazione dei vari atomi si formano le molecole delle diverse sostanze, che

si suddividono in sostanze semplici o elementi e in sostanze composte o composti.

Gli elementi sono formati da molecole costituite da uno o più atomi tutti dello stesso

tipo; i composti sono formati da molecole costituite da due o più atomi di tipo

diverso.

- Simbologia chimica

In chimica proprietà e caratteristiche sono spesso indicate con simboli e formule.

Ogni atomo ha il suo simbolo formato da una o due lettere dell’alfabeto che vanno

lette separatamente.

Per indicare una molecola si usa la “formula chimica”. Essa è costituita dal simbolo

dell’elemento o degli elementi dai quali è formata, ciascuno con un numero in basso

a destra che indica quanti atomi di quell’elemento sono presenti nella molecola.

Alcuni elementi, come l’oro, l’argento hanno la molecola formata da un solo atomo

(monoatomica); in questo caso il simbolo dell’atomo coincide con la formula della

molecola.

- La tavola di Mendeleev

42

In base alle loro caratteristiche gli elementi sono stati classificati in uno schema

adatto a mettere in evidenza tutte le loro proprietà e il loro comportamento sia fisico

sia chimico.

Un chimico russo Dmitrij Mendeleev nel 1869 ordinò tutti gli elementi allora

conosciuti in una tabella, detta Tavola periodica degli elementi o Tavola di

Mendeleev.

In questa tavola ogni elemento è inserito in una casella che ne riporta il nome, il

simbolo chimico, il numero atomico ed il peso atomico.

Nella tavola periodica oggi in uso, rispetto a quella originaria di Mendeleev, gli

elementi sono disposti in ordine crescente rispetto al numero atomico e sono ordinati

in sette righe orizzontali, dette periodi, ed in otto colonne verticali, dette gruppi, a

cui si aggiunge il blocco degli elementi di transizione.

Gli elementi di uno stesso gruppo hanno lo stesso numero di elettroni nel guscio più

esterno e quindi hanno proprietà chimiche simili.

La geniale scoperta di Mendeleev è stato uno strumento di progresso per la chimica;

è stato possibile prevedere, prima ancora di scoprirle, le proprietà di elementi vicini.

-I legami chimici

Esistono atomi che restano isolati e da soli formano la molecola degli elementi

monoatomici; atomi di uno stesso elemento che si uniscono tra loro dando origine

alle molecole poliatomiche degli elementi; atomi di diverso tipo che si combinano tra

loro formando le molecole dei composti.

Ed è proprio la configurazione dell’ultimo strato elettronico che determina la tendenza

degli atomi a unirsi o a restare isolati.

Se quest’ultimo strato è completo (2 o 8 elettroni), l’atomo si dice stabile. Non

43

presenta attività chimica e rimane isolato senza alcuna tendenza a unirsi né con

atomi dello stesso tipo, né con atomi di tipo diverso (ad es. i gas nobili come l’elio).

Se invece l’ultimo strato non è completo, l’atomo si dice instabile. Esso presenta

attività chimica, cioè tende ad unirsi con altri atomi per completare l’ultimo strato e

raggiungere così la sua stabilità (ottetto stabile). Per raggiungere ciò crea dei

legami chimici, che determinano l’unione dei vari atomi.

Il legame chimico può essere: ionico, covalente e metallico.

- Il legame ionico

Alcuni atomi raggiungono l’ottetto stabile acquistando o cedendo degli elettroni. In

questo modo l’atomo, oltre a raggiungere l’ottetto stabile, acquista una carica

elettrica positiva o negativa, a seconda che ceda o acquisti elettroni.

Un atomo che cede uno o più elettroni verrà ad avere un numero di protoni maggiore

di quello degli elettroni; non risulterà quindi più neutro, ma elettricamente positivo,

quindi si dice ione positivo.

Un atomo che acquista uno o più elettroni, invece, verrà ad avere un numero di

elettroni maggiore di quello dei protoni; non sarà più neutro ma elettricamente

negativo, quindi si dice ione negativo.

Il legame che si stabilisce tra due ioni è detto legame ionico.

- Il legame covalente

Fra gli atomi instabili, alcuni completano l’ultimo strato senza né cedere né acquistare

elettroni, ma mettendoli in comune con atomi dello stesso tipo o di tipo diverso.

Questo tipo di legame si dice legame covalente.

- Il legame metallico

Il legame metallico è tipico dei metalli, elementi che tendono a cedere elettroni con

estrema facilità e sono, quindi, elettropositivi. Gli atomi dei metalli hanno gli elettroni

44

più esterni liberi di muoversi; questi elettroni creano nubi di cariche elettriche

negative attorno agli atomi dei metalli, che diventano facilmente ioni positivi.

L’attrazione elettrica fra la nube di elettroni negativi e gli ioni positivi crea il cosiddetto

legame metallico.

-La valenza

Per formare le varie molecole gli atomi cedono, acquistano o mettono in comune gli

elettroni dell’ultimo strato.

Il numero di elettroni che un elemento può cedere, acquistare o mettere in comune si

chiama valenza dell’elemento stesso.

La maggior parte degli elementi non presenta una sola valenza ma diverse valenze

anche quando si combina con lo stesso elemento. Ciò si può spiegare ammettendo

che in certe condizioni gli elettroni dell’ultimo strato possono assorbire energia e

“saltare” su gusci diversi.

-Le reazioni chimiche

Tranne i gas nobili, tutti gli elementi hanno atomi instabili e quindi presentano una

loro attività chimica.

Queste combinazioni di elementi, ma anche le combinazioni fra elementi e composti

o fra i vari composti, sono tutti fenomeni chimici.

Infatti, quando due o più sostanze si combinano tra di loro, perdono le loro singole

proprietà e danno origine a una nuova sostanza, composto chimico, che possiede

proprietà specifiche diverse da quelle delle sostanze di partenza.

Simili combinazioni e quindi trasformazioni di sostanze prendono il nome di reazioni

chimiche.

45

La reazione chimica è quindi un fenomeno chimico per il quale alcune sostanze,

dette reagenti, si combinano tra di loro formando altre sostanze, dette prodotti della

reazione.

- Equazioni e leggi chimiche

Per rappresentare una reazione chimica si scrive l’equazione chimica della reazione

stessa. Essa consiste nell’indicare con apposite formule le molecole dei reagenti e

dei prodotti.

Perché un’equazione chimica sia esatta, deve riflettere le leggi che governano le

reazioni chimiche.

Le due leggi più importanti sono la legge di Lavoisier e la legge di Proust.

Secondo la Legge di Lavoisier o, di conservazione della massa, in una qualsiasi

reazione chimica la massa complessiva delle sostanze reagenti è uguale alla massa

complessiva dei prodotti della reazione.

Se ci riferiamo agli atomi diventa: In qualsiasi reazione chimica il numero

complessivo di atomi delle sostanze reagenti è uguale al numero complessivo di

atomi dei prodotti della reazione stessa.

Secondo la legge di Proust o, delle proporzioni definite, in una qualsiasi reazione

chimica i pesi delle sostanze reagenti sono sempre in rapporto fisso e costante.

Ciò significa che in una reazione la quantità delle varie sostanze reagenti non sono

arbitrarie, ma dipendono in modo ben preciso dal peso atomico e dalla valenza delle

sostanze stesse.

46

L’energia nucleare

-La fissione o scissione nucleare

Come sopra esposto, l’atomo che costituisce la materia è un insieme complesso di

protoni e neutroni -che formano il nucleo- e di elettroni, che gravitano intorno a

quest’ultimo.

La materia, a livello infinitamente piccolo, non si lascia manipolare facilmente poiché

le forze che tengono insieme i differenti componenti dell’atomo sono molto tenaci. Vi

sono però alcuni elementi, come l’uranio fissile, che si trasformano spontaneamente

liberando una considerevole energia sotto forma di calore.

La fissione o scissione nucleare consiste nella disintegrazione del nucleo di uranio,

esattamente del suo isotopo 235, mediante bombardamento per mezzo di

piccolissime particelle (neutroni) che lo colpiscono e lo spezzano in due nuclei più

leggeri (bario e cripto).

La somma dei prodotti della scissione ha una massa più piccola di quella del nucleo

originale: ciò significa che durante il processo una parte della materia si è trasformata

in energia, secondo la celeberrima equazione (E=mc2) di Einstein .

Se la quantità di materiale fissile è sufficiente, durante la fissione si liberano altri

neutroni capaci, a loro volta, di colpire nuovi nuclei, dando luogo ad altre fissioni: si

innesta una reazione a catena.

Per innescare tale reazione a catena e mantenere viva la fissione, la massa di uranio

a disposizione deve essere di circa 7,5 kg. (massa critica).

Superata tale massa critica, la reazione diviene incontrollata e il fenomeno diventa

“esplosivo”, come accade nelle bombe atomiche.

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-Le centrali nucleari

Nelle centrali nucleari, la reazione che avviene nei reattori nucleari è mantenuta sotto

controllo e quindi, l’energia termica che si sprigiona può essere utilizzata in modo

analogo a quanto avviene nelle centrali termoelettriche.

In altri termini nel reattore nucleare avviene la “fissione controllata” e da questo

processo si sviluppa una grande quantità di energia sotto forma di calore.

Il calore viene

sottratto al reattore

dall’acqua che cir-

cola attorno alle

barre di combusti-

bile, che sono tubi

di metallo pieni di

di ossido di uranio, collocati nel nocciolo con, attorno, un liquido di raffreddamento –

acqua-, che cattura neutroni. L’acqua è mantenuta allo stato liquido da una pressione

di 100-200 atmosfere. A questo punto l’acqua è pompata in uno scambiatore di

calore, dove l’energia termica da essa trasportata è trasferita all’acqua di un

generatore di calore.

Il calore generato viene utilizzato per la produzione di vapore che, espandendosi in

una turbina, fa ruotare un alternatore ad essa collegato ottenendo quindi energia

elettrica.

L’emissione di energia è regolata dalle barre di controllo di borio o cadmio che

rimuovono i neutroni in eccesso.

48

-Sicurezza nelle centrali nucleari

Attualmente, secondo una stima del 2007, nel mondo ci sono 439 centrali nucleari a

fissione. Uno dei pericoli legati a queste industrie è la fusione del nocciolo: se il

liquido fuoriesce, il reattore si spegne per la mancanza di neutroni lenti, ma le

reazioni nucleari residue possono far aumentare di temperatura del nocciolo.

Surriscaldandosi le barre di combustibile, la materia fuoriuscita può entrare in

contatto con l’acqua di raffreddamento, immettendo nell’aria gas radioattivo.

Un’altra reazione ancora in fase di studio è la fusione nucleare che consiste

nell’unione di nuclei di atomi leggeri per formare nuclei più pesanti.

Quando due nuclei leggeri (ad esempio l’idrogeno) sono spinti con forza l’uno contro

l’altro, possono saldarsi o fondersi e formare un solo nucleo che però risulta un po’

meno pesante della somma degli altri due. La quantità di materia mancante risulta

trasformata in energia.

Questa reazione avviene in natura solo nel sole e nelle stelle; gli scienziati sono

finora riusciti a realizzare la fusione nucleare lenta e controllata solo in laboratori

sperimentali; esempi di fusione non controllata sono state le bombe ad idrogeno.

49

Energie rinnovabili

ed

Energie non rinnovabili

-Le energie rinnovabili

Sono da considerarsi energie rinnovabili quelle forme di energia generate da fonti

che, per loro caratteristica intrinseca, si rigenerano o non sono "esauribili" nella scala

dei tempi "umani" e, per estensione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali

per le generazioni future.

Sono dunque generalmente considerate principali "fonti di energia rinnovabile" il sole,

il vento, il mare, il calore della Terra.

Una distinzione tra le diverse di energie rinnovabili è tra fonti rinnovabili "classiche"

(essenzialmente idroelettrico e geotermia) e fonti rinnovabili "nuove" (anche dette

"NFER"), tra cui vengono generalmente incluse l'energia solare, eolica e da

biomassa.

-Fonti rinnovabili “classiche”

Le fonti rinnovabili generalmente dette "classiche" sono quelle che vengono sfruttate

per la produzione di energia

elettrica fin dall'inizio dell'età

industriale.

Tra le più antiche si trovano

certamente le centrali idro-

elettriche, che hanno il van-

taggio di avere lunga durata

(molte delle centrali esistenti sono operative da oltre 100 anni). Inoltre le centrali

50

idroelettriche sono “pulite” e hanno poche emissioni.

Tuttavia si è scoperto che le emissioni sono apprezzabili soltanto se associate con

bacini poco profondi in località calde (tropicali), sebbene in generale le centrali

idroelettriche producano molte meno emissioni nel loro "ciclo vitale" rispetto agli altri

tipi di produzione di energia.

Altre critiche dirette alle grosse centrali idroelettriche a bacino includono lo

spostamento degli abitanti delle zone in cui si decide di fare gli invasi necessari alla

raccolta dell'acqua e il rilascio di grosse quantità di biossido di carbonio durante la

loro costruzione e l'allagamento della riserva.

L'energia prodotta da fonte idroelettrica, che ebbe un ruolo fondamentale durante la

crescita delle reti elettriche nel XIX e nel XX secolo, sta sperimentando una rinascita

della ricerca nel XXI secolo. Le aree con più elevata crescita nell'idroelettrico sono le

economie asiatiche in forte crescita, con la Cina in testa; tuttavia anche altre nazioni

asiatiche stanno installando molte centrali di questo tipo. Questa crescita è guidata

dai crescenti costi energetici e il desiderio diffuso di generazione energetica "in

casa", pulita, rinnovabile ed economica.

-Fonti rinnovabili “nuove”

I sistemi di riscaldamento solare sono tecnologie di seconda generazione ben

conosciute e generalmente consistono di collettori termici solari, un sistema

fluidodinamico per trasferire il calore dal collettore al punto di utilizzo e un serbatoio o

una cisterna per lo stoccaggio del calore per usi successivi.

Tali sistemi possono essere usati per riscaldare l'acqua domestica, quella delle

piscine o per riscaldare ambienti. Il calore può anche essere usato per applicazioni

industriali o come sorgente energetica per altri usi, come i dispositivi di

51

raffreddamento. In molte zone climatiche un sistema di riscaldamento solare può

fornire una percentuale molto alta (dal 50 al 75%) dell'energia necessaria a riscaldare

l'acqua domestica.

Negli anni '80 e nei primi anni '90 la maggior parte dei moduli fotovoltaici fornivano

energia elettrica soltanto per le regioni isolate (non raggiungibili dalla rete elettrica),

ma circa dal 1995 gli sforzi industriali si sono concentrati in modo considerevole sullo

sviluppo di pannelli fotovoltaici integrati negli edifici e centrali allacciate alla rete

elettrica.

Attualmente la centrale fotovoltaica più grande del mondo si trova in Germania.

Alcune delle fonti rinnovabili di

seconda generazione, come

l'eolico, hanno grossi poten-

ziali di crescita e hanno già

raggiunto dei bassi costi di sole e vento: fonti rinnovabili

produzione, comparabili con quelli delle altre fonti di energia. Tuttavia esistono

alcune resistenze al posizionamento delle turbine in alcune zone per ragioni

estetiche o paesaggistiche. Inoltre in alcuni casi potrebbe essere difficile integrare la

produzione eolica nelle reti elettriche.

-Tecnologie del futuro

Le tecnologie che sono ancora in corso di sviluppo includono la gassificazione

avanzata delle biomasse, le tecnologie di bioraffinazione, le centrali solari

termodinamiche, l'energia geotermica da rocce calde e asciutte (Hot-dry-rocks) e

lo sfruttamento dell'energia oceanica.

Tali tecnologie non sono ancora completamente testate o hanno una

52

commercializzazione limitata. Molte sono all'orizzonte e potrebbero avere un

potenziale comparabile alle altre forme energetiche rinnovabili, ma dipendono ancora

dal dover attrarre adeguati investimenti in ricerca e sviluppo.

-Le energie non rinnovabili

Sono definite "non rinnovabili" quelle fonti di energia che derivano da risorse che

tendono ad esaurirsi sulla scala dei tempi umani, diventando troppo costose o troppo

inquinanti per l'ambiente, al contrario di quelle rinnovabili, che vengono reintegrate

naturalmente in un periodo di tempo relativamente breve.

Esse sono limitate nel futuro, sia per avere lunghi periodi di formazione di molto

superiori a quelli di consumo attuale (in particolare fonti fossili quali petrolio, carbone,

gas naturale), sia per essere presenti in riserve non inesauribili sulla scala dei tempi

umani (in particolare l'isotopo 235 dell'uranio, l'elemento attualmente più utilizzato per

produrre energia nucleare).

Le fonti non rinnovabili sono oggi quelle più sfruttate dall'umanità perché in grado di

produrre le maggiori quantità di energia con impianti tecnologicamente semplici e

collaudati. Nella maggior parte dei casi però, le fonti non rinnovabili sono quelle che

inquinano di più danneggiando l'ambiente con le scorie o con i gas tossici che

vengono inevitabilmente prodotti.

Sono fonti di energia non rinnovabile: i combustibili fossili, il carbone, il petrolio, il

gas naturale, i materiali usati per la produzione di energia nucleare, quali l'uranio.

53

Cittadinanza e Costituzione

L'ambiente e la tutela dell’ambiente

nella Costituzione repubblicana

Il termine ambiente era assente dalla Costituzione repubblicana, entrata in vigore il 1

Gennaio del 1948. Tuttavia tra i principi fondamentali dell'ordinamento, l'art. 9,

comma 2, Cost. prevede che la Repubblica “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico

ed artistico della Nazione”.

Il termine paesaggio deve essere inteso non nel suo significato immediato di

“bellezze naturali” ma in quello di “ambiente naturale”.

Già i nostri Costituenti avvertirono quindi, fin da allora, l'esigenza di proteggere

l'ambiente circostante, ma non ancora con il senso di urgenza che caratterizza i

tempi moderni: il problema ambientale ha infatti assunto ai nostri giorni dimensioni

ben più ampie di quelle configurabili nel 1948, a seguito degli imponenti processi di

industrializzazione, di sviluppo tecnologico, di urbanizzazione e per l’inquinamento,

che hanno segnato i nostri giorni.

A distanza di ben sessantadue anni dalla sua emanazione, oggi è unanime il

riconoscimento che l'ambiente costituisce, nel nostro ordinamento, un valore

costituzionale.

La Corte Costituzionale, in numerose sentenze, ha ritenuto che le norme della

Costituzione salvaguardassero anche l'ambiente, pur facendo riferimento ai principi

di “tutela del paesaggio”, di “sviluppo della cultura” ed ai principi di “tutela della salute

umana”. Partendo da questi principi costituzionali, è stata elaborata la nozione

giuridica di ambiente, fino ad arrivare ad un concetto ampio ed unitario del concetto

del bene ambiente, come diritto primario dell'uomo.

54

Questo concetto comprende l'insieme degli elementi che costituiscono l'ambiente:

ambiente naturale e risorse naturali (flora, fauna, acque, suolo, aria), la salute

dell'uomo ed il suo diritto a vivere in un ambiente salubre.

Neanche con la riforma costituzionale approvata nel 2001, “la tutela dell'ambiente” è

stata inserita tra i principi fondamentali del nostro ordinamento giuridico, indicati nella

Costituzione dall’articolo 1 all’articolo 12.

Tuttavia il termine di Tutela dell'ambiente è entrato nella Carta Costituzione. Infatti,

la legge costituzionale 18 ottobre 2001, n. 3 (meglio nota come “legge sul

federalismo”) ha modificato il testo costituzionale affidando alle Regioni alcune

competenze fondamentali prima appartenenti allo Stato e mantenendo in capo allo

Stato stesso la “legislazione esclusiva” in alcune materie ritenute di rilevanza

nazionale ed internazionale: tra queste la “tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e

dei beni culturali” (art. 117 Costituzione, comma 11, lettera s).

E’ il caso di ricordare, inoltre, che con legge n. 349 del 8/07/1986 è stato istituito il

“Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare”. Attuale ministro

dell’ambiente è l’on.le Stefania Prestigiacomo.

Tale ministero ha, tra l’altro, il compito di assicurare la promozione, la conservazione

ed il recupero delle condizioni ambientali conformi agli interessi fondamentali della

collettività ed alla qualità della vita, nonché la conservazione e la valorizzazione del

patrimonio naturale nazionale e la difesa delle risorse naturali dall’inquinamento.

Il Ministero, sempre tra le sue funzioni, compie e promuove studi, nonché adotta, con

i mezzi dell’informazione, le iniziative idonee a sensibilizzare l’opinione pubblica alle

esigenze ed ai problemi dell’ambiente, anche attraverso la scuola.

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Scienze motorie

Muoversi nella natura

-Attività fisica nel verde

Uno dei modi più completi di vivere la natura nell’ambiente è sicuramente quello di

fare esercizio fisico in mezzo al verde.

Il contatto con la natura ci invita alla riflessione e migliora la conoscenza di noi stessi,

favorendo un generale benessere psicofisico. Le situazioni sempre nuove e diverse

in cui ci troviamo quando ci allontaniamo dai luoghi a noi familiari ci aiutano a

sviluppare l’equilibrio, l’attenzione, l’orientamento.

L’attività fisica nel verde ci permette di unire l’esigenza di fare movimento in un

ambito sano e pulito con quella di approfondire la conoscenza della natura e del

territorio: possiamo osservare direttamente la flora e la fauna, imparare a conoscere

diversi ecosistemi, affrontare le problematiche relative agli insediamenti umani e

dunque al rapporto dell’uomo con la natura.

Lo svolgimento di qualsiasi attività fisica nella natura deve essere accompagnato

dall’amore per l’ambiente, che si traduce innanzitutto nel rispetto per i luoghi nei quali

ci muoviamo.

La nostra attività deve essere in armonia con la natura e non ne deve turbare i

delicati ecosistemi. Pertanto faremo attenzione a non disturbare la fauna, a non

attraversare eventuali zone di ripopolamento o di riserva integrale, a non raccogliere

fiori e piante, a non dimenticare di pulire là dove abbiamo sporcato.

-Il trekking

Il trekking è un’attività sportiva non competitiva che consiste nel camminare lungo

56

sentieri, itinerari di varia lunghezza che si snodano in mezzo alla natura, facendo

tappa in rifugi, bivacchi o centri abitati. In Italia il territorio disponibile per le escursioni

è ampio e vario: va dall’alta montagna ai fondovalle, fino a comprendere gli immensi

bacini collinari.

L’escursionismo non persegue la “prestazione”, la sfida alla natura e alla montagna;

non è una gara per vedere chi arriva primo o un modo di stabilire un record. Trekking

è conoscenza del territorio attraverso l’osservazione dei luoghi, della flora e della

fauna, dei segni dell’uomo e delle culture presente; è piacere di camminare

nell’ambiente che suscita l’interesse verso un maggiore impegno nelle azioni di tutela

del territorio.

-I sentieri

Il percorso dell’escursionista si svolge spesso verso lunghi sentieri. Seguire i sentieri

significa non solo camminare con maggior sicurezza, ma anche contribuire a lasciare

tranquillo l’ambiente circostante, a rispettare animali e piante, a tutelare la natura.

Di solito i sentieri sono indicati con i segnavia bianco-rossi del C.A.I. (Club Alpino

Italiano). Non tutti i sentieri sono segnati e del resto non è opportuno segnarli tutti. Vi

sono dei casi in cui anche la segnaletica può arrecare danno all’ambiente.

-Escursionismo in bicicletta

Organizzare escursioni in bicicletta con gli amici è un modo divertente di stare

assieme, imparare qualcosa di nuovo e nello stesso tempo fare sport. Con escursioni

“tematiche”, centrate su argomenti di carattere naturalistico (per esempio dedicate

alla scoperta della flora di una certa zona) o storico-culturale (visita di antichi borghi,

conoscenza dei mestieri e delle antiche professioni locali), si riescono a combinare

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gita in bicicletta e studio e si acquisiscono esperienze motorie particolari, che ci

aiuteranno a comportarci in modo sicuro e cosciente ogni qualvolta usiamo le “due

ruote”.

Per escursioni che si svolgono in collina e montagna, e comunque in prevalenza su

sentieri, strade sterrate, viottoli, mulattiere, il mezzo ideale è senza dubbio la

mountain bike.

-Escursionismo a cavallo

Cavalcare in campagna attraverso bei paesaggi è una esperienza che chiunque può

fare. Ci si sposta adagio, su cavalli docili, facili da condurre, percorrendo itinerari alla

portata di tutti.

Chi invece è proprio intenzionato ad imparare ad andare a cavallo, deve frequentare

una scuola riconosciuta dalla Federazione italiana sport equestri.

La passeggiata a cavallo deve essere accuratamente pianificata. L’itinerario va

studiato in anticipo sulle carte topografiche del territorio; devono essere individuate le

difficoltà, anche in relazione alle capacità dei partecipanti.

Per noleggiare i cavalli, ci si può rivolgere ad un maneggio o ad un agriturismo che

organizzi passeggiate a cavallo e corsi di equitazione. A ciascuno verrà assegnato il

cavallo più adatto in base alla sua altezza, peso e capacità.

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English

The British Isles

The British Isles are formed by two large island and some groups of smaller island.

The largest island are Great Britain and Ireland.

The groups of smaller islands are: the Hebrides, the Orkneys and the Shetlands in

the north; the Isle of Man and Anglesey in the Irish sea; the Scilly islands and the Isle

of Wight in the Channel.

-The Seas

The Seas surrounding the British Isles are: the Atlantic Ocean in the west, the North

Sea in the east and the English Channel in the south.

The English Channel and the North Sea separate England from Continental Europe.

The Irish Sea and St. George’s Channel separate England from Ireland.

The United Kingdom

Tower Bridge London

Great Britain and Northern Ireland form

the United Kingdom of Great Britain and

Northern Ireland. England, Scotland,

Wales together are called Great Britain.

Ireland is divided into two parts: the

northern part is called Ulster and is

British; the southern part is called Eire and is an independent republic.

The capital of the United Kingdom is London. The Country of the United Kingdom are

England, Wales, Scotland and Northern Ireland.

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The Nike Grind

Nike Grind is part of Nike’s Reuse-A-Shoe program that was started in 1993. The

purpose of the program is to eliminate waste and close the loop on Nike’s product

lifecycle by collecting post-consumer, non-metal-containing athletic shoes of any

brand, including Nike shoes that are returned due to material or workmanship

defects.

Once collected, the sneakers are ground up and separated into three distinct types of

material: rubber from the outsole, foam from the midsole and fabric from the shoe’s

upper. Nike and its partners (Atlas Track & Tennis, Playtop, Training Ground,

Everlast and Rebound Ace) take the granulated rubber and create soccer, football,

baseball fields, weight room flooring and running tracks. The first synthetic turf soccer

field installed whit Nike Grind rubber was Douglas Park in Chicago. That surface was

the granulated by Nike and the U.S. Soccer Foundation. Nike uses the granulated

foam from the shoes for synthetic basketball courts, tennis courts and playground

surfacing tiles. The granulated fabric from the shoe upper becomes the padding

under hardwood basketball floors.

These programs are located in Australia, Canada, Japan, United Kingdom and

United States.

-Processing

There are two Nike Grind processing plants, one located in the United States and the

other in Belgium. The American facility uses a "slice and grind" technique, where

each shoe is cut into three slices that contain the main materials. These slices are

fed through grinders and purified to become the different types of material. The

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Belgian facility grinds the shoes whole, and passes the resulting material through a

series of separators for the same three groups of material.

* * * * *

-Synthesis

The British Isles are a group of islands off the northwest coast of continental Europe

that include the islands of Great Britain and Ireland, and over six thousand smaller

islands.

There are two sovereign states located on the islands: the United Kingdom and the

Republic of Ireland.

In England they’ve found a very original new way of recycling old Nike trainers. I liked

this idea because it is specially connected to the young.

Young people are among the major consumers of Nike Trainers; thousands of this

shoes are sold and worn out every year, so I think it is a great idea to recycle them.

From the recycling of these shoes and other materials they produce a sort of rubber

called “Nike Grind”. The most interesting thing is that this product is used to make

basketball pitches which seem to be even softer than the normal ones.

A lot of sportswear is made of the same material such as t-shirts and tracksuits. The

sportswear produced seems to be able to keep the body cooler than ordinary

materials used so far.

Great Britain is large country and it is separated by the rest of Europe by the English

Channel.

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Français

la tour Eiffel

Le territoire français

La France a la forme d'un

hexagone régulier.

Les Français l'appellent

familièrement “l'hexagone”.

Voilà les limites de la

France: au Nord, la Manche,

le Pas de Calais, la Mer du

Nord; au Nord-Est, la

Belgique, le Luxembourg et

drapeau français

l'Allemagne; à l'Est, l'Allemagne, la Suisse et l'Italie; au Sud, la Mer Méditerranée; au

Sud-Ouest, l'Espagne; à l'Ouest, l'Océan Atlantique.

La frontière avec l'Allemagne longe le Rhin, grand fleuve européen. Entre la France

et la Suisse, il y a les montagnes du Jura et les Alpes. La frontière avec l'Italie est

marquée par les Alpes. Entre la France et l' Espagne, il y a une autre chaîne

montagneuse: les Pyrénées.

La France est le seul pays européen qui appartient soit à l'Europe du Nord, soit à

l'Europe du Sud.

La presènce de fleuves navigables, de grandes plaines, la longueur des côtes, sont

les facteurs qui ont favorisé les communications à l'intérieur de la France et avec les

autres pays.

Le climat équilibré et l'abondance des ressources ont favorisé l'agriculture, l'élevage

et le développement des activités humaines.

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-Le relief

Les Alpes sont des montagnes jeunes. On distingue les Alpes du Nord et les Alpes

du Sud. Dans les Alpes du Nord il y a les sommets les plus élevés, comme le Mont

Blanc; on peut voir la neige même en été, et il y a aussi des glaciers. Les Alpes du

Sud sont plus basses et n'ont pas de glaciers.

Les Pyrénées sont des montagnes majestueuses, aussi jeunes que les Alpes. Le

sommet principal du versant français est la Vignemale.

Le Massif Central est formé de plusieurs massifs anciens. On y trouve des volcans

éteints et des sommets arrondis par l'érosion, appelés puys. Il est riche en eau;

plusieurs fleuves français naissent ici. Le sommet principal est le Puy de Sancy.

Le Jura est un massif jeune, mais ses sommets ne sont pas très élevés. Le Crêt de

la Neige atteint les 1723 mètres.

Les Vosges sont des montagnes anciennes. L'érosion a donné une forme arrondie à

leurs sommets, qui sont appelés ballons. Le ballon de Guebwiller est haut de 1426

mètres.

Les collines principales sont représentées par le Massif Armoricain, au Nord-Ouest,

et par les Ardennes, près de la Belgique.

La plus grand plaine est le Bassin Parisien. D'autres plaines très importantes sont le

Bassin Aquitain, le Bas Languedoc, la Plaine d'Alsace et le Sillon Rhodanien.

-Les côtes

La France a 3200 kilomètres de côtes. Leur aspect est très varié. La côte de la

Bretagne, au Nord-Ouest, la côte d'Azur, au Sud-Est, et les côtes de la Corse, sont

très découpées, avec des rochers mais aussi avec des plages de sable et de belles

rades. Dans la Manche, il y a de grandes baies et des côtes rectilignes avec des

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falaises. La région Aquitaine et le Languedoc ont des côtes sableuses. Les côtes de

l'Océan Atlantique et surtout celles de la Manche présentent des marées

remarquables.

-Les cours d'eau

Les Français appellent fleuves les cours d'eau qui se jettent dans la mer et rivières

ceux qui se jettent dans un fleuve.

La France possède beaucoup de fleuves et de rivières; il y a aussi des canaux

navigables, qui sont reliés aux fleuves et aux rivières, en formant ainsi un réseau

navigable considérable.

La Loire est le plus long des fleuves français. Elle naît dans le Massif Central et se

jette dans l'Océan Atlantique par un grand estuaire. Le long de ses rivages il y a des

châteaux magnifiques.

Le Rhône naît en Suisse. Il traverse Lyon et Avignon, puis il se jette dans la

Méditerranée. Le delta du Rhône comprend entre ses deux bras principaux une

région marécageuse, la Camargue.

La Seine naît dans le plateau de Langres, en Bourgogne. C'est le fleuve de Paris.

Elle a un cours régulier et favorable à la navigation. Elle se jette dans la Manche, par

un vaste estuaire.

La Garonne naît en Espagne. Elle traverse Toulouse et près de Bordeaux elle se

réunit avec la Dordogne. Elle se jette ensuite dans l'Océan Atlantique par un vaste

estuaire, qui prend le nom de Gironde.

Le Rhin est long de 1298 kilomètres, mais il baigne la France sur seulement 184

kilomètres de son tracé. C'est un grand fleuve navigable; il traverse Strasbourg,

siège du Parlement de l'Union Européenne.

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Synthèse

La France a la forme d’un hexagone régulier et les Français l’appellent

« l’hexagone ».

L’Etat confine avec l’Italie, l’Allemagne, l’Espagne, la Belgique, la Suisse et le

Luxembourg.

Le relief principal sont les Alpes qui la séparent de l’Italie; la montagne la plus élevée

est le Mont Blanc, et les Pyrénées qui la séparent de l’Espagne. Enfin il y a le Massif

Central formé de plusieurs montagnes anciennes et des volcans éteints.

Les côtes sont baignées par la Mer Méditerranée au Sud et de la Manche au Nord-

ouest qui la sépare de la Bretagne.

Les fleuves qui se trouvent en France sont navigables.

Nous pouvons rappeler le Rhône qui naît en Suisse.

La Seine qui naît dans le plateau de Langres, en Bourgogne et traverse Paris.

La Garonne qui naît en Espagne et se jette dans l’Océan Atlantique; et enfin le Rhin

qui est très long, mais il baigne la France seulement pour peu de kilomètres.

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Religione

Il creato

Elemento fondamentale della fede cristiana è che il mondo e tutti gli esseri animati

e inanimati sono stati creati da Dio.

Il racconto della creazione è riportato nei capitoli 1 e 2 della Genesi, il primo tra i libri

che compongono la Bibbia.

Secondo tale racconto il mondo fu creato in sette giorni; Dio "crea dal nulla" tutte le

cose e la sua opera creatrice consiste anche nel far passare il mondo dal caos

all'armonia, dal disordine alla bellezza. Il racconto suppone uno stato iniziale senza

forma, in cui predominavano le tenebre e l'acqua (1,1-2).

Nel corso della creazione Dio opera tre separazioni (notte e giorno, cielo e terra, terra

e mare) e tre abbellimenti (gli astri, gli animali, l'uomo), nella seguente maniera:

• Nel primo giorno viene separata la luce dalle tenebre (1,3-5).

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• Nel secondo giorno vengono separate le acque superiori (che si pensava

stessero sopra la volta stellare) dalle acque inferiori (1,6-8). La concezione del

tempo credeva che attraverso la volta celeste le acque superiori potessero

filtrare, dando origine alla pioggia

• Nel terzo giorno dalle acque inferiori viene separata la terra (1,9-10).

• Viene quindi generato il regno vegetale (1,11-13).

• Nel quarto giorno vengono poste nel firmamento le due luci maggiori, il sole e

la luna (1,14-19: separazione del giorno dalla notte), chiamati "luminare

maggiore" e "luminare minore": l'autore biblico teme che si possano

confondere con gli astri divinizzati dai popoli circostanti, e per questo non li

chiama con il loro nome.

• Nel quinto giorno vengono creati gli esseri marini e gli uccelli, e vengono

benedetti perché possano moltiplicarsi (1,20-23).

• Nel sesto giorno vengono creati gli animali (1,24-25).

• Viene poi creato l'uomo (1,26-31), con le seguenti caratteristiche:

• deve dominare su tutto il resto della creazione;

• è creato uomo e donna;

• è creato a immagine e somiglianza di Dio;

• è benedetto perché sia fecondo;

• riceve in alimento i vegetali: semi e frutti degli alberi.

Il settimo giorno Dio cessa dal lavoro e benedice e consacra il settimo giorno (2,1-

3a). Ciò diventerà, nell'ebraismo, il precetto del riposo del sabato.

Tutta la creazione, dalla luce delle stelle del cielo ai pesci del mare, alla

compenetrazione tra polvere e soffio divino che ha dato vita all'umanità, furono creati

da Dio per godere della meravigliosa natura e dell'ambiente della terra e l'uomo e la

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donna furono creati per riflettere la potenza di Dio, per amare e ben amministrare le

risorse del mondo e per offrire preghiere a Dio.

Inoltre l'umanità (uomini e donne) è la “imago Dei”, l'immagine di Dio tra le cose

animate e inanimate del creato e, in quanto portatori della sua immagine, gli esseri

umani hanno il mandato di camminare in comunità con Dio e di prendersi cura l'uno

dell'altro e della natura.