PROFESSIONE Roberta Garofalo: la fotografa dei bambini · piccolo paradiso per bambini dove rice-...

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32 TUTTI FOTOGRAFI Per fotografare i bambini, appena nati ma non solo, occorre una grande sensibilità. La tecnica è indispensabile, ma passa in secondo piano rispetto alla capacità di capire il soggetto e di cogliere le sue emozioni. Luce naturale. Interni. Obiettivo Nikkor AF-S VR Micro 105mm f/2.8 G. ›› Dati di scatto: 1/250s f/8.0 ISO 200. PROFESSIONE www.robertagarofalo.com Roberta Garofalo è donna, moglie, mam- ma e di professione fotografa. Più preci- samente è “la fotografa dei bambini”. Dopo una prima esperienza in ambito aziendale ha capito che la sua strada era un’altra e così si è dedicata a 360° alla fotografia, studiando moltissimo ac- canto a fotografi come Eddie Soloway, Arthur Mayerson, Amy Arbus, Amedeo Turello, Andreas H. Bitesnich. Poi, sen- tendo che era giunto il momento di av- viare una propria attività, ha aperto un curatissimo studio fotografico nel quar- tiere di San Lorenzo a Roma “dove ac- canto alla sala posa, spogliatoio e sala make up, accoglie i suoi ospiti e clienti in un piccolo salotto.” Questo studio è la sua seconda casa e Roberta Garofalo l’ha trasformato in un piccolo paradiso per bambini dove rice- ve, conosce e fotografa principalmente genitori e bambini di tutte le età, in un percorso in cui sentimenti e fotografia vanno di pari passo. Roberta Garofalo: la fotografa dei bambini

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Per fotografare i bambini, appena nati ma non

solo, occorre una grande sensibilità. La tecnica è

indispensabile, ma passa in secondo piano rispetto

alla capacità di capire il soggetto e di cogliere le

sue emozioni.

Luce naturale. Interni. Obiettivo Nikkor AF-S VR

Micro 105mm f/2.8 G.›› Dati di scatto:

1/250s f/8.0 ISO 200.

PROFESSIONEwww.robertagarofalo.com

Roberta Garofalo è donna, moglie, mam-ma e di professione fotografa. Più preci-samente è “la fotografa dei bambini”. Dopo una prima esperienza in ambito aziendale ha capito che la sua strada era un’altra e così si è dedicata a 360° alla fotografia, studiando moltissimo ac-canto a fotografi come Eddie Soloway, Arthur Mayerson, Amy Arbus, Amedeo Turello, Andreas H. Bitesnich. Poi, sen-tendo che era giunto il momento di av-viare una propria attività, ha aperto un curatissimo studio fotografico nel quar-tiere di San Lorenzo a Roma “dove ac-canto alla sala posa, spogliatoio e sala make up, accoglie i suoi ospiti e clienti in un piccolo salotto.”Questo studio è la sua seconda casa e Roberta Garofalo l’ha trasformato in un piccolo paradiso per bambini dove rice-ve, conosce e fotografa principalmente genitori e bambini di tutte le età, in un percorso in cui sentimenti e fotografia vanno di pari passo.

Roberta Garofalo:la fotografa dei bambini

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Luce continua. Studio. Obiettivo Nikkor AF 105mm f/2 DC.›› Dati di scatto: 1/15s f/7.1 ISO 640.

Luce continua. Studio. Obiettivo Nikkor AF 105mm f/2 DC.›› Dati di scatto: 1/15s f/6.3 ISO 400.

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Luce naturale. Interni. Obiettivo Nikkor AF-S VR Micro 105mm f/2.8 G.›› Dati di scatto: 1/15s f/5,6 ISO 200.

Hai una grande preparazione tecnica, ti sei costruita uno stile personale, rie-sci a cogliere l’attimo: in quanti anni sei riuscita ad arrivare ad un tale livel-lo di professionalità?Non saprei dirlo, ci sono arrivata per gradi. Ho studiato moltissimo e prima di capire quale fosse il mio settore ho conosciuto diversi fotografi ed esplorato temi diversi, dalla fotografia di paesag-gio all’architettura; ho provato anche il reportage, ma per la mia eccessiva sen-sibilità non riuscivo a ritrarre situazioni drammatiche. Percepivo una maggiore sintonia con il ritratto, sfidando me stessa nel riuscire a cogliere l’anima del soggetto al mo-

mento dello scatto.Sentivo però che mi mancava qualcosa e così ho studiato il nudo con Andreas Bitesnich, trovando la chiave giusta: ho messo da parte tutte le conoscenze tecniche che avevo appreso fino a quel giorno per porre attenzione a ciò che nessuna tecnica ti può insegnare: vede-re il volto come una semplice tela bianca su cui dipingere quello che colgo nell’in-terpretazione del soggetto, l’espressione del suo volto.

Lavori da sola o hai degli assistenti?Nei nudi in gravidanza lavoro da sola perché sono sessioni molto delicate ed è essenziale un gioco a due: tra me

e la futura mamma si crea una grande complicità, una sorta di transfert: se si spezza devo ricominciare tutto da capo. Chiunque potrebbe interromperci rovinando il lavoro finale, così spesso chiedo ai mariti o compagni la cortesia di arrivare dopo la prima ora; in questo modo ho il tempo di concentrarmi me-glio sull’aspetto materno e femminile, prima di dedicarmi alla “coppia”. Quando invece ritraggo bambini e fami-glie lavoro sempre con la mia assistente; gestirli da sola è abbastanza faticoso!

Come ti rapporti con i clienti?Un buon portfolio si ottiene creando un’intesa con il cliente ed è importante

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Per questa immagine ho scelto il corpo nudo del neonato e le mani di sua madre, senza che i volti fossero riconoscibili, per evocare fotograficamente l’essenzialità dell’amore materno. Il set:Sfondo nero posizionato ad una distanza di circa 2 metri dal soggetto. La madre indossa maglietta e pantaloni neri per ren-dere “visibili” solo le mani, essenziali per la comunicazione.Flash:Monotorcia Bowens con softbox a soffitto e perpendicolare al neonato.

Post-produzione:Conversione in bianconero con curve e maschere per contrasta-re le zone di alte e basse luci.

›› Dati di scatto 1/250s f/11 ISO 200.Flash Monotorcia Bowens. Già scritto nel “Il set”.Fotocamera Nikon D700.Obiettivo Nikkor AF 105mm f/2 DC.

anche capire le sue esigenze; trovo uti-le mostrare ai genitori delle immagini del mio archivio per focalizzare insieme l’obiettivo da raggiungere. Inoltre è indispensabile un buon lavoro di editing: dopo aver scattato, preparo dei provini facendo una selezione sen-za pietà, solitamente riduco le riprese al 30%. Un tempo mostravo al cliente tut-te le immagini, compresi gli scarti, ma

impiegavamo ore e ore prima di arrivare alla selezione finale.

Come si svolge l’organizzazione e la realizzazione di uno scatto ad un “newborn”, un bambino appena nato?Sembrerà assurdo, ma quasi tutte le clienti mi inviano un sms dalla sala tra-vaglio e la prima foto il giorno dopo il parto!

È un’emozione fortissima, sono momen-ti indimenticabili nel mio lavoro. Appena vedo il neonato sul telefonino, la mia creatività si mette in moto: comincio a studiare i tratti somatici e ad immagi-narmi un set appropriato. Quel feeling che si crea con i genitori prima del parto non si spezza quando escono dal mio studio, ma è un per-corso che continua anche quando il

GUIDA ALL’IMMAGINE

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Luce naturale. Interni. Obiettivo Nikkor AF-S VR Micro 105mm f/2.8 G.›› Dati di scatto: 1/500s f/4.5 ISO 640.

bambino nasce; loro sanno che dal momento in cui il loro figlio viene al mondo abbiamo 15 giorni di tempo per fotografarlo come neonato e così mi avvertono quando inizia il conto alla rovescia.

Come scegli la posizione del neonato sul set?Non la scelgo mai, è lui che la sceglie e io mi adeguo. Aspetto che si rilassi, che inizi a sognare, poi gli giro intorno con l’obiettivo adatto e quando sento che è l’attimo giusto, scatto! Gli americani sono maestri del “baby posing”, comprano berretti, cerchietti, farfalline e fiorellini, poi aspettano che

il bambino dorma per costruire la foto. Sebbene questi scatti risultino tecni-camente belli, anche meravigliosi, mi intristiscono… io faccio esattamente il contrario, lasciando i bambini liberi di esprimersi. Considero questa una forma di rispetto verso il neonato e poi… da grandi potrebbero lamentarsi con me. Molti di loro li vedo crescere e sanno che sono la loro fotografa. Questi portfolio sono poveri di pose, ma hanno una grande varietà di espressioni e sono molto naturali.

Tecnicamente come lavori?Cerco di usare più luce possibile, natu-rale o flash non importa: la prima cosa

che cerco è la luce. Mi piace molto an-che giocare con le sfocature. Di solito ritraggo i neonati con un obiet-tivo 105mm macro, credo sia il migliore per questo tipo di fotografia, ed una re-flex Full Frame.

Quali sono le accortezze necessarie per fotografare un neonato? Innanzitutto rispettare il più possibile i bambini ed i genitori, e concordare con loro le riprese spiegando come si svol-gerà la sessione, cosa farò io e cosa do-vranno fare loro. E’ importante evitare posizioni o set arditi che possano mettere in pericolo il bam-bino per la mania di realizzare lo scatto

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Luce continua. Interni. Obiettivo Nikkor AF-S VR Micro 105mm f/2.8 G.›› Dati di scatto: 1/125s f/4.0 ISO 640

Luce naturale. Interni. Obiettivo Nikkor AF-S VR Micro 105mm f/2.8 G.›› Dati di scatto: 1/125s f/4.0 ISO 640.

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Luce Flash. Interni. Obiettivo Nikkor AF-S 85mm f/1.8 G.›› Dati di scatto: 1/250s f/11 ISO 200.

particolare. Non è una gara, è un ritratto, e come tale deve essere il più naturale, semplice e realistico possibile. Suggerisco anche di non toccare il bambino se ai genitori non fa piacere, e di non forzare le inquadrature se sono stanchi. Segreti non ce ne sono, occorre solo buon senso e delicatezza.

I neonati non sono infastiditi dalle luci?Tra poppata, cambio pannolino, nanna e shooting, occorrono circa quattro ore per realizzare un servizio, ma i neomo-delli non stanno mai sotto le luci tutto il tempo. Li ritraggo spesso nudi, quindi aspetto che l’ambiente si scaldi a temperatura tropicale… io faccio la sauna, ma devo evitare che prendano freddo e si amma-lino! Mentre preparo il set, provo le luci e la messa a fuoco su un orsacchiotto di pe-luche dove andrà il piccolo, che intanto aspetta tra le braccia della sua mamma, nudo ma sotto strati di coperte.

E’ difficile creare del feeling con loro?Sono mamma anch’io e la prima cosa che faccio, se i genitori me lo permetto-no, è di annusarlo sulla testolina: adoro il profumo di borotalco dei neonati.Se posso ci parlo e ci gioco, mi è anche capitato di cambiarli mentre le mamme si riposavano un poco. Se riesci a diventargli simpatico il gioco è fatto.

Ti è mai capitato di non riuscire a fo-tografare un bambino, o che i genitori non fossero soddisfatti? Come ci si comporta professionalmente in questi casi?Mi sono capitati neonati innervositi che non si addormentavano mai e bambini grandicelli molto vivaci che correvano per lo studio, senza ubbidire né ai miei richiami, né a quelli dei genitori; è così che nel mio portfolio ci sono neona-ti con gli occhi sbarrati e bambini con sguardi furbi. Con i neonati mi arrendo e scatto co-munque, mentre con i più grandicelli cerco di attirare la loro attenzione facen-do io la pazza: spesso restano talmente colpiti ed incuriositi che si placano al-l’istante, ed io posso scattare.Fortunatamente la brutta esperienza di non riuscire a soddisfare fotografica-

mente un genitore non l’ho ancora vis-suta, ma potrebbe capitare, nessuno è infallibile. A quel punto forse ripeterei una parte della sessione.

Che differenze ci sono nel fotografare un neonato rispetto a un adulto?Il tempo che si risparmia in post-produ-zione! Spesso i genitori ti chiedono di togliere “i difetti portati dal tempo”. Un neonato…. è semplicemente perfetto.

Come ti promuovi? Hai mai esposto i tuoi lavori in mostra o pubblicato libri?E’ il passa-parola dei miei clienti la mi-

glior pubblicità. D’altra parte non ho molto tempo per promuovermi e non sono particolarmente esibizionista; uti-lizzo il mio sito internet e il blog che aggiorno abbastanza regolarmente e i social network. Ogni anno, a febbraio, pubblico un libro, una sola copia intitolata “My Kids”: rac-coglie i miei migliori scatti dell’anno e resta nel mio studio. I clienti lo sfoglia-no nell’attesa.

Che consiglio puoi dare ai giovani fo-tografi che desiderano seguire le tue orme?Non abbiate fretta, perché ci vuole mol-

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Luce continua. Studio. Obiettivo Nikkor AF-S VR Micro 105mm f/2.8 G.›› Dati di scatto: 1/15s f/5.6 ISO 200.

ta pazienza e molta tecnica per ritrarre i bambini. Seguite il lavoro dei fotogra-fi preferiti e cercate di imparare il più possibile da loro. Esplorate tutti i ge-neri fotografici, visitate le mostre e non smettete mai di guardare, di sentire e di imparare. E fate il grande passo solo quando vi sentite pronti “dentro”, in quel momento fatelo senza timore.

Cos’ è per te lo “stile”? Una brutta bestia: ti impegni tutta la vita per raggiungerlo, farlo tuo, mantenerlo ed evolverlo allo stesso tempo. Ogni tanto ti deprimi perché pensi di non averlo, eppure qualcuno te lo copia. E sei talmente preso in questa ricerca che se qualcuno lo individua (perché gli

altri lo vedono prima di te) e te ne parla, tu lo guardi come un marziano e gli chie-di: “perché qual è il mio stile?” E se poi te lo spiega, magari lo contesti. In realtà credo che sia inutile cercarlo perché è dentro di te: prima o poi parlerà per te, nel bene e nel male. E’ il frutto della tua cultura, della pas-sione e della formazione ed anche del-le contaminazioni, degli scambi, degli incontri che segnano la tua vita. Il mio stile oggi viene dal mio passato e quello di domani si sta formando adesso.

C’è un motivo per cui scegli determi-nati colori e oggetti, o segui il tuo gu-sto personale?La mia creatività è un work in progress,

senza fine. Posso avere un’idea anche scegliendo un detersivo al supermerca-to, se qualcosa mi colpisce. Generalmente i colori me li suggerisce proprio la prima immagine che mi invia la neomamma col telefonino. Poi seguo le sensazioni del momento. Se un oggetto mi colpisce lo compro e poi aspetto il bambino “giusto”. Adoro le righe, i colori accesi e decisi, il fondale bianco con pochi elementi che fanno colore. Guardo un bambino e penso a come lo fotograferei, e questo mi succede anche quando porto al parco mio figlio, pur-troppo!

Sara Namias