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professionale dimensione del servizio sociale Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% Sud 2 Palermo ANNO XVIII - N. 1 - GIUGNO 2018 Rivista dell’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Sicilia

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professionaledimensione

d e l s e r v i z i o s o c i a l ePoste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% Sud 2 Palermo ANNO XVIII - N. 1 - GIUGNO 2018

Rivista dell’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Sicilia

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Ufficio di PresidenzaGIUSEPPE GRACEFFA - PRESIDENTE MARIELLA SPOTO - VICE PRESIDENTE FILIPPO SANTORO - TESORIERE VALENTINA ALOTTA - SEGRETARIO

I Commissione - Iscrizione e CancellazioneGIACOMO SANSICA - PRESIDENTE

FRANCESCO BRUNO - VICE PRESIDENTEVALENTINA ALOTTA - SEGRETARIOGIUSEPPE GRACEFFA - COMPONENTEFILIPPO SANTORO - COMPONENTE

II Commissione - Etica e DeontologiaPINELLA MIANO - PRESIDENTE

MARIOLINA DI SALVO - VICE PRESIDENTEGIUSEPPE GRACEFFA - COMPONENTEMARIELLA SPOTO - COMPONENTE

III Commissione - Programmazione e BilancioCORRADO PARISI - PRESIDENTE

LOREDANA PERGOLIZZI - VICE PRESIDENTEGRAZIA GIANNETTO - SEGRETARIOGIUSEPPE GRACEFFA - COMPONENTEFILIPPO SANTORO - COMPONENTE

IV Commissione - Politiche Sociali e rapporti con le I stituzioniLOREDANA PERGOLIZZI - PRESIDENTEMATILDE SESSA - VICE PRESIDENTEGIACOMO SANSICA - SEGRETARIOVALENTINA ALOTTA - COMPONENTE RITA AFFATIGATO - COMPONENTE

V Commissione - Consultiva per l’autorizzazione alla formazione continuaMATILDE SESSA - PRESIDENTE

MARIA BARONELLO - VICE PRESIDENTEJESSICA MACALUSO - SEGRETARIOMARIA SPOTO - COMPONENTE

FRANCESCO BRUNO - COMPONENTE

VI Commissione - Formazione e RicercaANGELA DI SALVO - PRESIDENTEPINELLA MIANO - VICE PRESIDENTERITA AFFATIGATO - SEGRETARIOMARIA SPOTO - COMPONENTE

MARIA BARONELLO - COMPONENTE

Ufficio istituzionale per la comunicazioneCORRADO PARISI - PRESIDENTE

JESSICA MACALUSO - COMPONENTEGRAZIA GIANNETTO - COMPONENTE

ANNO XVIII - NUMERO 1GIUGNO 2018

Reg. Trib. di Palermo,elenco periodici

n° 21 del 26/09/2000

Direzione, redazione,amministrazione

Ordine Prof. Assistenti SocialiRegione Sicilia

Via Torino, 27/d90133 PALERMO

Direttore responsabileCorrado Parisi

Comitato di RedazioneCorrado Parisi

Jessica MacalusoGrazia Giannetto

Chiuso in redazionenel mese di Giugno 2018

Progetto grafico e stampa

Via Unità d’Italia, 30 (S. Giusippuzzu)Tel. 0922 602104 - AgrigentoUff.: Via P.pe di Villafranca, 33

Tel. e Fax 091 6113173 - Palermowww.tipografiatsarcuto.com

[email protected]

Composizioneconsiglio

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1dimensione professionale

Sommario 02 Saluto del Presidente

03 Presentazione della rivista

04 Il Consiglio Territoriale di Disciplina

05 Start up dei gruppi territoriali:

I progetti avviati

07 Donare futuro

12 L’Ordine accoglie i nuovi colleghi.

Giurare fedeltà alla professione

14 Comportamenti disciplinarmente rilevanti

15 Fondare come pietre:

azioni di servizio sociale.

17 Speciale World Social Work day 2018

33 Immigrazione femminile e violenza normalizzata

36 Il femminicidio: una piaga sociale.

Femminicidio è “La forma estrema di violenza

di genere contro le donne”

38 La comunicazione in ambito lavorativo

41 Decidere nel servizio sociale. Ripartire

dalle esperienze professionali

44 “Calde politiche sociali” per contrastare

l'incalzante e gelido vento razzista

48 Il Progetto P.U.E.R.I.

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2 dimensione professionale giugno 2018

Care colleghe e cari colleghi, è trascorso unanno dalle ultime elezioni con cui è stato rin-novato il Consiglio dell’Ordine. Grazie all’en-tusiasmo dei nuovi eletti e all’apporto dei con-siglieri con uno o più mandati alle spalle è

stato possibile realizzare tanto e porre le basi per azioni fu-ture nell’interesse della comunità professionale siciliana.Segno distintivo di questo primo anno di consiliatura chemi ha visto nuovamente assumere la carica di presidente,per volere del consiglio, è l’intenso rapporto con le varie re-altà territoriali, in particolar modo quelle istituzionali. Percitarne alcuni, l’incontro con l’Assessore regionale della fa-miglia, delle politiche sociali e del lavoro, l’On. Maria Ippo-lito, avvenuto in occasione dell’inaugurazione delle sededella Fondazione Assistenti Sociali Sicilia; l’incontro conl’Assessore regionale dell’istruzione e della formazione pro-fessionale, l’On. Roberto Lagalla, avvenuto in occasionedella World social work day di Palermo; inoltre, ho avutol’onore e l’onere di ricevere la nomina dall’Assessore regio-nale alla sanità, l’On. Ruggero Razza, per far parte del ta-volo tecnico regionale per i percorsi dell’area materno in-fantile. Sono stati cuciti dei rapporti importanti affinché talirappresentanti istituzionali possano tenere presenti leistanze e le esigenze degli Assistenti Sociali. Proseguono irapporti tra il Consiglio dell’Ordine Nazionale e quello re-gionale, ho invitato il direttivo a partecipare ad una sedutadel Consiglio a Palermo e il Presidente, Dott. GianmarioGazzi, la Segretario, Dott. Maria Concetta Storaci, la Teso-riere Dott.ssa Giovanna Parravicini, insieme al Direttore delCnoas, Dott. Giovanni Morano, sono stati graditi ospiti eabbiamo rafforzato ancor di più i rapporti nell’ottica delloslogan, coniato proprio dal Cnoas, #vedounsoloordine.In questo ultimo anno il Consiglio regionale non ha natu-ralmente tralasciato l’attività ordinaria e le tante iniziativeche coinvolgono gli iscritti. Oltre alle innumerevoli pratichedi iscrizione, cancellazione, trasferimenti e passaggi di se-zione, il Consiglio ha rinnovato il momento dell’accoglienza

dei nuovi iscritti. Il Consiglio ha anche espletato le proce-dure per consentire al Presidente del Tribunale di Palermodi effettuare le nomine dei componenti del Consiglio Ter-ritoriale di Disciplina. Meritorio il lavoro svolto dal Consiglionell’approvazione dei documenti contabili, dei bilanci e inmerito alla trasparenza amministrativa, atti e documentivengono regolarmente pubblicati e l’attività dell’Ordine econsultabile sul web. Migliaia gli eventi valutati, le istanzedi attribuzione crediti e le richieste di esonero, lavoro che ilConsiglio ha esitato per l’accreditamento della formazionecontinua. Ancora una volta le attività formative dell’Ordinesono riuscite a raggiungere tutte le province dell’isola gra-zie agli eventi legati al World Social Work day, a cui sonostati conferiti i crediti in materia deontologica. Il Consigliosi è inoltre impegnato in un’attività di vicinanza ai territoriosu temi che riguardano la professione tramite la realizza-zione di gruppi territoriali formati da colleghi. Dall’inizio diquesto mandato il Consiglio si è dotato di un ufficio per lacomunicazione istituzionale che effettua un lavoro quoti-diano di aggiornamento della comunità professionale suquanto viene realizzato dall’Ordine.Siamo consapevoli che è intenso il lavoro da fare perché iproblemi, non ci nascondiamo dietro un dito, ci sono e per-mangono. I livelli occupazionali dei professionisti, le condi-zioni di lavoro, le frequenti aggressioni ai danni di colleghee colleghi, le opportunità che mancano in un territorio de-privato, insieme a tante altre circostanze sono aspetti chemeritano la massima attenzione e su cui non smetteremomai di porre l’attenzione e lavorare.Il solco è stato tracciato, proseguiremo per la strada intra-presa aggiungendo sempre nuovi obiettivi e nuovi idee adarricchire il percorso. Ringrazio per l’attenzione e auguro atutti un sereno periodo estivo.

Saluto del Presidente

GIUSEPPE GRACEFFA

Presidente

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3dimensione professionaleEditoriale

Nuova uscita semestrale della ri-

vista “Dimensione Professio-

nale del Servizio Sociale”, dal

2013 il Consiglio dell’Ordine

ha garantito la pubblicazione

dell’importante strumento di comunicazione.

Uno strumento dal sapore antico quello di una

rivista cartacea ma dei contenuti innovativi.

La rivista scientifica si compone infatti di notizie

riguardanti il Consiglio dell’Ordine professio-

nale degli Assistenti Sociali della Regione Sicilia

e dei contributi inviati dai colleghi da ogni

parte della Sicilia.Numerose le iniziative e le attività dell’Ordinecontenute nella rivista con lo scopo di infor-mare dettagliatamente la comunità professio-nale. Nelle pagine seguenti c’è la presentazionedel nuovo Consiglio Territoriale di Disciplina,l’organismo dell’Ordine a cui è deputata la fun-zione disciplinare. Uno spazio è dedicato a tre attività organizzatedal Consiglio dell’Ordine e che hanno coin-volto la comunità professionale. Si tratta deigruppi di lavoro territoriali, i workshop legatialla campagna di sensibilizzazione “Donare Fu-turo” e le giornate dell’accoglienza dei nuoviiscritti. Una pagina è dedicata ai comporta-menti disciplinarmente rilevanti, ovvero il man-cato rispetto di alcune regole da parte degliiscritti può portare all’applicazione disciplinari

da parte del Consiglio Territoriale di Disciplina. Il Dott. Giuseppe Ciulla, in qualità di Presi-dente, ha scritto un articolo di approfondi-mento riguardante la Fondazione AssistentiSociali Sicilia. All’interno della rivista è conte-nuto uno speciale dedicato al World SocialWork Day 2018. Ben 8 eventi in quasi tutte le province sicilianee chi si è impegnato nell’organizzazione e hacurato la realizzazione ha scritto una testimo-nianza di quanto avvenuto. Nella parte dedicata ai contributi inviati dagliiscritti due articoli sono dedicati alla violenzadi genere. Altri articoli sono dedicati al lavoro dell’Assi-stente Sociale con riguardo alla comunicazionee all’agire professionale. L’ultima parte è dedicata al tema dell’immigra-zione con gli scritti sulle politiche sociali per ilcontrasto al razzismo e il progetto P.U.E.R.I.realizzato prevalentemente in Sicilia dalla Fon-dazione Nazionale Assistenti Sociali. Si ricordache la rivista è uno strumento a disposizionedella comunità professionale, che è un pro-dotto editoriale regolarmente registrato al tri-bunale di Palermo. La redazione formata da me e dalle Dott.sseGrazia Giannetto e Jessica Macaluso invita tuttigli interessati a inviare articoli, riflessioni, saggie spunti di dibattito. Buona lettura

Presentazione della rivista

CORRADO PARISI

Direttore della rivista

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4 dimensione professionale giugno 2018

Il Consiglio Territoriale di Disciplina

Attività dell’Ordine

I l 26 marzo si è insediato il nuovo Consigliodi Disciplina dell’Ordine degli Assistenti So-ciali della Regione Sicilia. Dopo la nominaeffettuata dal Presidente del Tribunale di Pa-

lermo, Dott. Salvatore Di Vitale, è avvenuta laprima adunanza del nuovo Consiglio di Disci-plina. Ad anticipare la seduta di insediamento cisono stati gli interventi del Presidente dell’Ordine,Giuseppe Graceffa, della Presidente della Com-missione Formazione e Ricerca, nonché compo-nente della Commissione Etica e Deontologia Ma-riolina Di Salvo, Corrado Parisi Presidente dellaCommissione Programmazione e Bilancio, Fran-cesco Bruno, Vicepresidente della CommissioneIscrizione e Cancellazione e Rita Affatigato dellaCommissione Formazione e Ricerca. Ha partecipato all’inizio dei lavori per il passag-

gio delle consegne, la Presidente uscente del Con-siglio di Disciplina, Nunzia Ioppolo. A guidarel’organismo dell’Ordine è il Presidente del nuovoConsiglio di Disciplina Roberto La Ferla. Nellaprima seduta il Consiglio di Disciplina ha prov-veduto all’attribuzione delle cariche e alla costi-tuzione dei Collegi di Disciplina.Fanno parte del nuovo Consiglio di Disciplina perla sezione A Roberto La Ferla, Presidente, AnnaGrande, Segretario, Angela Carrubba, Maria Pa-lella, Antonia Pinizzotto, Giovanna Di Falco, RosaZito, Viviana Giacalone e Antonino Blandizzi, perla sezione B Alfonsina Cannella, Francesca Tin-dara Marino, Chiara Burgio, Fortunata Farinella,Giuliana Agnello e Giovanni Davide Nicolosi

Corrado Parisi

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5dimensione professionale

Con il worhshop “Professione e terri-torio: contributi e buone pratiche”del 10 marzo tenutosi a Cataniapresso la Facoltà di Sceinze Politiche

dell’Università di Catania, si è dato avvio alprogetto di costituzione dei gruppi di lavoroprovinciali ed interprovinciali che vedono im-pegnati i colleghi nell’approfondimento di temidi interesse generale per la tutta la comunitàprofessionale.La prima giornata ha visto la partecipazione deicolleghi delle province di Caltanissetta,Catania,Enna, Messina, Ragusa e Siracusa. Si sono for-mati dieci gruppi con altrettanti progetti di stu-dio, finalizzati tutti alla promozione della pro-

fessione in termini di sviluppo e contributo perun sistema di servizi operante nell’ambito dellepolitiche sociali sempre più rispondente ai biso-gni del cittadino. Per la provincia di Caltanissetta le collegheDiega Falzone, Emanuela Ferrigno e RosalbaTurrigrossa produrranno un documento sultema della violenza con proposta di integra-zione delle linee-guida regionali. Il gruppo diCatania e Messina composto da GiovannaAmato, Lucio Barone, Cristina Cannistrà, Gra-zia Capuano, Sara Carambia, Loredana Cristina,Rosaria Cucinotta, Luisa Daikin, Valeria La-gona, Rosaria Lombardo, Rosanna Magro, Mi-chela Melfa, Maria Grazia Scellato, Eleonora

START UP DEI GRUPPI TERRITORIALI: I PROGETTI AVVIATI

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6 dimensione professionale giugno 2018

Zanti e Sarah Zuccarello punta alla definizionedel ruolo e delle competenze del servizio socialenei rapporti con la magistratura. Per Enna le col-leghe Di Fazio Angela e Messina Lidia defini-ranno un progetto di punto unico d’accesso peril distretto socio-sanitario. In provincia di Ra-gusa abbiamo tre progetti: Cassarino Dina eGurrieri Valentina lavoreranno su un progettodi inclusione sociale; Scognamiglio Maddalenaad un “dopo di noi” per soggetti svantaggiati edinfine Sarta Rafaela, Cerruto Tiziana, LoreficeGrazia, Ballato Elena e Di Falco Giovanna co-struiranno un progetto di inclusione socio-lavo-rativa per l’istituto di messa alla prova per mi-nori e adulti. Anche su Siracusa abbiamo treproposte progettuali: Bramante Giuseppa,Coppa Marcella, Di Martino Maurizio, GrassoRita, Intaglia Sebastiana, Monte Anna, ValentiMaria Agela e Zisa Maria hanno scelto il temadelle buone-prassi in ambito socio-sanitario;mentre Favaccio Maria Rita, Ferreri Anna e Flo-rio Concetta delineeranno la figura del “facilita-tore sociale” e, infine Melilli Valentina ha pro-posto un progetto su nuovi assetti abitativi peri padri separati.Il 7 aprile scorso il workshop “Professione e ter-ritorio: contributi e buone pratiche” tenutosi aPalermo presso i locali della Fondazione degliassistenti sociali della Sicilia Il gruppo di Agri-gento intende procedere ad una proposta nor-mativa per l’istituzione di un servizio socio-psico-pedagogico nelle scuola primaria e secon-daria, il gruppo è composto da: Pontei Madda-lena, Curto Giovanna Maria, Burgio Carolina,Bevacqua Daniela, Erra Daniela, Carolei Simonae Cavaleri Melanie. Trapani con il gruppo Ci-polla Giuseppa, Barraco Sonia, Chinnici Dona-tella, Gancitano Costanza, Li Voti Luana, PiazzaLeonarda, Natoli Rosamaria e Russo Anna cer-cheranno di individuare gli ambiti lavorativi sucui costruire percorsi libero-professionali. Infine

Palermo: Adragna Paola, Fiumanò Marcella, Ar-chetti Rossella, Romeo Rosamaria, Cascio Ales-sandra, Callea Antonio, Lo Cascio Sonia e Pater-nostro Giovanni hanno presentato la propostadi un osservatorio per la raccolta e l’analisi diproposte lavorative lesive della dignità profes-sionale.In questi mesi i gruppi hanno continuato ad in-contrarsi ed alcuni gruppi hanno già prodottodei documenti o avviato azioni all’interno dellacommissione. Il gruppo di Trapani ha presen-tato uno studio sulla figura dell’operatore so-ciale all’interno delle commissioni per l’accer-tamento dell’invalidità civile. Tale definizionedovrebbe finalmente limitare, nei bandi di con-corso, la selezione alla figura dell’assistente so-ciale e avviare una procedura per una “certifi-cazione sociale” della disabilità per la richiestadei benefici della L. 104/92. Con il gruppo territoriale di Palermo abbiamoavviato l’istituzione di un sistema di segnala-zione informatizzato di bandi di concorso e si-tuazioni lavorative inadeguate che coniugal’esigenza di documentare il fenomeno e la ri-servatezza della segnalazione stessa. Gli obiet-tivi dell’osservatorio e le modalità di segnala-zione sono state definiti in un incontro con-giunto “ gruppo di lavoro/commissione poli-tiche sociali” e tale incontro ha rappresentatoil fulcro dell’azione politica della commis-sione. Lavorare insieme su temi concreti, convisioni integrate e portare avanti proposte do-cumentate negli incontri con le istituzioni diriferimento. E’ un percorso ricco di idee cheman mano andremo a documentare attraversoreport sul sito e seminari dedicati. E’ un per-corso di condivisione e di corresponsabilità icui risultati saranno certamente positivi intutte le province.

Loredana Pergolizzi

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Questa riflessione è il frutto dellacollaborazione avviata fra le realtàche hanno promosso la CampagnaDonare Futuro in Sicilia e l’Ordine

degli Assistenti sociali della Regione Sicilia,nella consapevolezza che siamo insieme incampo con IL DOVERE DI GARANTIRE AIBAMBINI LA CRESCITA IN UN AM-BIENTE FAMILIAREDa più di trent’anni la legislazione italianasancisce il diritto dei bambini e dei ragazzi adavere una famiglia. Diritto corrispondente in-nanzitutto al dovere del servizio pubblico disostenere le famiglie in crisi, evitando il sor-gere o l’incancrenirsi di situazioni di grave di-sagio per i figli. Quando poi, nonostante gliaiuti, il contesto familiare risultasse grave-mente inadeguato, il servizio pubblico ha ildovere di intervenire per assicurare a bam-bini e ragazzi la possibilità di crescere in unaltro contesto familiare. Le alternative in que-sto caso sono tre: • due di carattere temporaneo, a cui ricorrerequando la difficoltà familiare può esseresuperata o si presenta non del tutto com-promessa: l’affidamento ad una famiglia e,ove questo non fosse possibile, l’inseri-mento in una comunità di tipo familiare.La scelta del tipo di intervento andrà fattanel rispetto del criterio di appropriatezza,cioè assicurando la congruenza fra l’iden-tificazione, l’analisi e la valutazione dei bi-sogni del bambino e della sua famiglia con

la progettazione e il conseguente inter-vento messo in atto. Nel rispetto di tale cri-terio, e salvo motivate diverse esigenze, sisceglierà le tipologie di accoglienza chemaggiormente assicurano la dimensionefamiliare.

• la terza opzione, di natura definitiva, mi-rante a dare a bambini e ragazzi una nuovafamiglia: l’adozione.

La buona riuscita dei percorsi di tutela del di-ritto dei minorenni a crescere in famigliapassa attraverso il coinvolgimento di diversiattori: i bambini e i ragazzi per i quali si at-tuano tali percorsi; le loro famiglie in diffi-coltà; le famiglie affidatarie o adottive che simettono in gioco con la loro disponibilità adaccogliere e le associazioni familiari che nepromuovono l’impegno e supportano il buonesito dei percorsi; il terzo settore che in modocompetente può sostenere processi complessisul piano educativo, psicologico e sociale; iservizi pubblici, titolari della potestà istitu-zionale e degli interventi di protezione epresa in carico; i tribunali per i minorenni,per le scelte che sono chiamati a prenderesulla base della normativa vigente. Oltre aquesti attori principali, il percorso di tutelacoinvolge anche il mondo della scuola, luogodove i ragazzi passano diverso del lorotempo; quello della salute (come ad esempioi pediatri o i medici di base), etc.

7dimensione professionaleAttività dell’Ordine

DONAREFUTURO

Richieste urgenti alle Regioni del Centro-Sud Italia

per la tutela del Dirittodei Bambini

ad avere una Famiglia

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Le Regioni e gli Enti Locali dovrebbero assu-mere come priorità questi percorsi attraversopolitiche, servizi e misure efficaci, assicu-rando livelli adeguati di promozione del-l’agio e di prevenzione e contrasto del disagiominorile e familiare. Ciò premesso, occorre rilevare che il sistemadi tutela del diritto a crescere in famiglia, spe-cie al Centro-Sud Italia, mostra numerose, ea volte gravi, falle: interventi spesso discon-tinui e frammentati, evidenti difficoltà nel so-stegno e nella valutazione dei nuclei familiaria rischio, diffusa presenza di interventi emer-genziali e coatti, tempi di attivazione e duratadelle accoglienze non sempre coincidenti coni bisogni di bambini e famiglie, diffuso sotto-dimensionamento degli organici dei servizi,difficoltà di raccordo tra i vari soggetti istitu-zionali e di terzo settore coinvolti, frequentemancanza di supporti specifici per famiglieaffidatarie ed adottive… Difficoltà e carenzeevidenziate sia dai dati statistici nazionali,che dalle esperienze sul campo di tanti ope-ratori e associazioni che quotidianamente ac-compagnano situazioni familiari in crisi, incui i bambini e i ragazzi crescono sperimen-tando carenze, solitudine e disorientamento.

CINQUE PROPOSTE“IMMEDIATAMENTE CANTIERABILI”PER LE REGIONI DEL CENTRO-SUDAl fine di stimolare l’attenzione e l’impegnodelle Amministrazioni Regionali, nel corsodel 2015 una cordata di associazioni e reti na-zionali ha formulato cinque proposte urgentie “immediatamente cantierabili”, cioè rite-nute attivabili in tempi brevi e con sforzi isti-tuzionali, organizzativi ed economici sosteni-bili. L’intento è quello di proporre alcuniprimi passi concreti che, pur non esaurendola platea delle azioni necessarie, intendonostimolare un rinnovamento del sistema di so-stegno delle famiglie e di protezione dell’in-fanzia. Un sistema che, valorizzando e inte-

grando il ruolo del servizio pubblico, del vo-lontariato e del privato sociale, ribadisca lacentralità del diritto dei bambini e dei ragazzia crescere in famiglia e assicuri la presenza diadeguati servizi, interventi e progetti. Le cin-que proposte sono:

1) SOSTEGNI ALLE ADOZIONI DIFFICILI.

Previsione dell’obbligo per i comuni di ero-gazione e facilitazione ai minorenni e allefamiglie che li adottano di percorsi sociali,pedagogici, psicologici, psicoterapeutici esostegni economici, con particolare atten-zione – in attuazione all’art. 6, comma 8,della legge 184/83 – alle adozioni di mino-renni con disabilità o di età superiore ai 12anni.La storia dei bambini e dei ragazzi che giungonoall’adozione, spesso o quasi sempre segnata dagravi maltrattamenti, abusi o da disabilità, deter-mina una complessità che, spesso, i genitori adot-tivi non possono sostenere da soli. Come ormai lar-gamente noto i bambini gravemente trascuratitendono a riprodurre comportamenti disturbati edisorganizzati anche nei confronti dei genitoriadottivi (agiti aggressivi e provocatori, condottesessualizzate, massicce difficoltà relazionali…). Inaltri casi la condizione di grave disabilità richiedetutta una serie di interventi e supporti socio-sani-tari di difficile fruizione. Parimenti l’adozione in-ternazionale di minorenni stranieri pone soventele famiglie di fronte a problematiche di difficile ge-stione. Il rischio è che le famiglie adottive, se nonadeguatamente supportate, siano esposte ad un ca-rico emotivo, relazionale, organizzativo, econo-mico, troppo complesso, che scoraggia una partedelle potenziali famiglie disponibili ed idonee e che,nei casi più gravi, può provocare l’allontanamentodefinitivo o temporaneo del minorenne adottato.Pertanto, si chiede che le Amministrazioni Regio-nali si adoperino per rendere certa l’offerta daparte degli enti preposti di tutti i supporti del caso(ad esempio la facilitazione nell’accesso a percorsi

8 dimensione professionale giugno 2018

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9dimensione professionaleAttività dell’Ordine

sociali, pedagogici, psicologici, psicoterapeutici, dilogopedia, l’offerta di sostegno economico…), spe-cie per le adozioni di ragazzi con disabilità e/ograndi, come previsto dalla normativa. Tale sup-porto post-adottivo, necessario in generale e so-prattutto per le adozioni difficili, dovrebbe esserestrutturato in percorsi chiari e garantiti a richiestadelle famiglie, con particolare attenzione nelle fasipiù critiche (come i passaggi di scuola, l’adole-scenza).

2) ACCOMPAGNAMENTO ALL’AUTONOMIA DEI NEOMAGGIORENNI IN USCITA DA PERCORSI DI TUTELA.

Istituzione di fondi nazionali e regionali sta-bili nel tempo per il sostegno sociale, econo-mico, psicologico e relazionale ai processi diavvio all’autonomia dei neomaggiorenni inuscita da percorsi di accoglienza impegnatinella frequentazione di percorsi di forma-zione professionale o nella attuazione di unprogetto di start-up di una nuova attività e/odi vita autonoma, fino al compimento del25esimo anno di età.Quando un ragazzo raggiunge la maggiore età inaffidamento familiare o in comunità, pur non es-sendo – come la gran parte dei suoi coetanei – pie-namente autonomo sul piano abitativo, lavorativoe relazionale si trova spesso completamente privodi quelle tutele che il sistema di welfare gli avevaassicurato fin tanto che era minorenne. Né è pen-sabile che tali ragazzi possano automaticamentericevere sostegni adeguati dalle loro famiglie diprovenienza, segnate da carenze e difficoltà tali daaver determinato l’allontanamento dei figli. Si chiede alle Amministrazioni Regionali di atti-vare azioni e interventi – approvando delibere spe-cifiche – per garantire la prosecuzione fino ai 21anni dell’affidamento familiare o dell’inserimentoin comunità e l’offerta, fino al 25esimo anno esulla base di specifici progetti, di un adeguato ac-compagnamento all’autonomia, consistente in: pa-gamento delle spese di iscrizione e frequenza a per-

corsi di istruzione e formazione (corsi universitari,corsi professionali, ecc.), abitazioni con canoned’affitto agevolato; opportunità di lavoro attra-verso reti di imprese; un sostegno all’inserimentoe/o alla creazione di attività lavorativa/impresa(attraverso la costituzione di un fondo specifico);promozione di relazioni sociali e di prossimità utiliper un affiancamento rassicurante capace di ga-rantire ascolto, affetto, presenza emotiva; promo-zione dell’empowerment personale.

3) TAVOLI REGIONALI SULL’AFFIDO FAMILIARE.

Istituzione da parte delle singole Regioni diun Tavolo regionale sull’affido, con il coin-volgimento anche dei servizi affidi territo-riali, delle autorità giudiziarie minorili,delle associazioni di affidatari, finalizzatoall’applicazione sul territorio delle Linee diindirizzo nazionali per l’affidamento fami-liare. Attivazione di spazi di confronto pe-

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10 dimensione professionale giugno 2018

riodico tra le realtà attive nel campo della tu-tela del diritto alla famiglia, ivi compresi glienti gestori dei servizi residenziali per l’ac-coglienza, al fine di favorire lo sviluppo dipolitiche regionali e territoriali organiche.Il 25 ottobre 2012 la Conferenza unificata Stato –Regioni – Autonomie locali ha approvato le Lineedi indirizzo nazionali sull’affidamento familiare.Frutto di un importante lavoro di confronto gui-dato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche So-ciali, le Linee di indirizzo offrono un’articolataplatea di raccomandazioni rivolte agli ammini-stratori regionali e locali e agli operatori dei ser-vizi. In particolare esse propongono un approcciointegrato il cui recepimento nei singoli contesti re-gionali richiede la previa attivazione di apposititavoli di lavoro che vedano coinvolti i vari soggetticompetenti in materia (servizi, autorità giudizia-rie, associazionismo...). Si chiede agli Ammini-stratori Regionali di adoperarsi nell’attivazione ditali Tavoli e nella più ampia conduzione di percorsidi confronto e sintonizzazione tra tutti i soggettiistituzionali e non impegnati nel campo della tu-tela del diritto dei minorenni a crescere in famiglia,ciascuno con funzioni diverse ed in una logica direte.

4) SVILUPPO DELLA PRATICA DEGLI“AFFIDAMENTI PONTE” DEI BAMBINI PICCOLISSIMI.

Inserimento del tema dello sviluppo dell’af-fidamento dei bambini piccolissimi tra le fi-nalità del Tavolo Regionale di cui al punto3 al fine di definirne le finalità e le modalitàdi attuazione, approfondendone i presup-posti teorici e le specificità pratiche e favo-rendone la diffusa e corretta attuazione neiterritori.Nonostante la legge 184/83 e ss.mm.ii. indichi conchiarezza la preminenza – ove possibile – degli in-terventi di affidamento familiare su altre tipologiedi accoglienza e il diffuso consenso della comunitàscientifica e degli operatori del settore circa la par-ticolare cogenza che queste indicazioni hanno

nell’accoglienza di bambini piccoli (ai quali oc-corre assolutamente assicurare relazioni familiari)oggi una parte importante dei minorenni di etàcompresa tra 0 e 3 anni viene inserita nelle comu-nità residenziali, molte delle quali caratterizzatedalla turnazione del personale educativo, e quindiinidonee ad offrire a tali bambini una sufficientestabilità affettivo-relazionale. Spesso è l’incertezzaprogettuale – dovuta alla presenza di problemati-che che richiedono approfondimenti – a spingereservizi e organi giudiziali ad optare per l’inseri-mento in comunità, ritenendo che l’accoglienza infamiglia debba previamente basarsi su un’ade-guata chiarezza, che permetta di orientare i per-corsi verso l’adozione o verso l’affidamento fami-liare. L’esperienza dei cd. “affidamenti ponte”,realizzata virtuosamente in alcuni territori (To-rino, Genova…) e rilanciata dalle Linee di indi-rizzo nazionali sull’affido, indica come, con unadeguato raccordo tra magistratura minorile, ser-vizi sociali territoriali e associazionismo familiare,sia possibile assicurare l’accoglienza di breve du-rata di questi bambini presso famiglie apposita-mente preparate e sostenute. Si chiede alle Ammi-nistrazioni Regionali di favorire la diffusione ditale pratica, promuovendo un confronto tra i varisoggetti competenti che permetta di definirne fi-nalità e modalità di attuazione.

5) CERTEZZA DEI SOSTEGNI ECONOMICI E DELLE COPERTUREASSICURATIVE AGLI AFFIDATARI.

Obbligo o meccanismi di stimolo per glienti gestori degli interventi assistenziali (co-muni, consorzi di comuni, ecc.) affinché as-sicurino un sostegno economico agli affida-tari, svincolato dal loro reddito; il relativoimporto deve essere stabilito in relazionealle condizioni dell’affidato e comunquenon deve essere inferiore all’80% della pen-sione minima INPS. È altresì obbligatoria lastipula di idonea polizza assicurativa. Isti-tuzione di un fondo regionale che rimborsii Comuni per il costo dei contributi per l’af-

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11dimensione professionaleAttività dell’Ordine

fidamento familiare dei bambini di età in-feriore o pari a tre anni.Anche se dal 1983 la normativa nazionale in ma-teria di affidamento familiare prevede che gli affi-datari ricevano adeguati contributi spese e coper-ture assicurative (per gli infortuni subiti dal mi-norenne o per i danni recati a terzi), sono ancoramolti i territori nei quali tali sostegni sono com-pletamente o parzialmente carenti. È così che nu-merose famiglie affidatarie devono fronteggiare dasole gli oneri economici, ordinari e straordinari,connessi all’accoglienza, nonché i rischi per infor-tuni subiti dai minorenni o per danni causati daquesti a terze persone. Si chiede alle Amministra-zioni Regionali di vincolare o stimolare gli enti lo-cali a provvedere in tal senso. In Regione Sicilia: vi è una LEGGE REGIO-NALE (31 luglio 2003, n. 10) recante Normeper la tutela e la valorizzazione della fami-glia, con cui la Regione riconosce e valorizza,in attuazione dei principi sanciti dagli articoli2, 3, 29, 31 e 37 della Costituzione, nonchédalla Convenzione ONU sui diritti del fan-ciullo resa esecutiva ai sensi della legge 27maggio 1991, n. 176, il ruolo della famigliafondata sul matrimonio o, comunque, su vin-coli di parentela, filiazione, adozione, affinitào di affido quale soggetto sociale di primarioriferimento per le politiche di promozionedella famiglia ed, in particolare, per la pro-grammazione e l’attuazione degli interventisocioassistenziali, socio-sanitari, socio-cultu-rali ed educativi operati in ambito regionale.Nello stesso anno viene istituito con la Leggeregionale 28 aprile 2003, n. 6 l’Assessorato re-gionale della famiglia, delle politiche socialie delle autonomie locali. Con il DECRETOAssessoriale n. 2759 del 23 ottobre 2003 siprovvede all’Istituzione del registro regionaledelle associazioni di solidarietà familiare, te-nuto presso l’Assessorato della Famiglia.Con il DECRETO Assessoriale n. 2096 del 10ottobre 2014 viene composto l’Osservatoriopermanente sulle famiglie di cui all’art. 18

della legge regionale n. 10 del 31 luglio 2003.Con il DECRETO Assessoriale n. 2175 del 10ottobre 2014 viene istituita la Commissioneper l’adozione e l’affidamento familiare, cheriunisce le competenze del NOR per le ado-zioni internazionali e del CRAF per l’affida-mento familiare.Con il DECRETO Assessoriale del 24 aprile1987 (modificato con i decreti Assessoriali n°481/2005 e n° 2562/2015 viene approvato epoi modificato il regolamento-tipo del servi-zio di affidamento familiare.Con il DPRS n. 127 del 28 maggio 2015 vieneadottato il progetto di “Sostegno alle famiglieaffidatarie” a valere sul Fondo nazionale perle politiche familiari. Con il DPRs 26 maggio2006 sono stati approvati gli Standard strut-turali ed organizzativi della tipologia di ser-vizio denominata “Casa famiglia” relativaalla sezione minori dell’albo di cui all’art. 26della legge regionale 9 maggio 1986, n. 22.Tutto ciò, però, non fa della Sicilia una Re-gione “amica della famiglia” ed “efficiente”nella tutela dei minori rispetto al loro dirittoad avere una Famiglia. Dobbiamo ancora la-vorare tanto per raggiungere questo obiettivo.

Edoardo Barbarossa

Le Associazioni promotrici in Sicilia: • Ass. Comunità Papa Giovanni XXIII • AFAP Associazione Famiglie AffidatariePalermo Onlus

• Ass. Una famiglia per amico • ASA Onlus • CISMAI Sicilia • Ass. Famiglie per l’Accoglienza, • Ass. Metacometa • Ass. Genitori in cammino • Forum delle associazioni familiari Sicilia • Ass. Genitori si diventa • Ass. Famiglie in cammino• Segreteria Regione Sicilia [email protected]

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12 dimensione professionale giugno 2018

Ormai da qualche anno il Consigliodell’Ordine Professionale degli Assi-stenti Sociali celebra la giornata del-l’accoglienza dei colleghi che si iscri-

vono all’albo professionale, donando loro, oltre iltesserino identificativo, anche copia del codice de-ontologico ed il timbro personale. Il Consiglio Re-gionale subentrato il 29 Luglio 2017, nello speci-fico la I Commissione Iscrizione e Cancellazioneha già celebrato per l’anno 2017 e per l’anno 2018le giornate dell’accoglienza dei nuovi iscritti. La Commissione Iscrizione e Cancellazione ècomposta da Giacomo Sansica Presidente, Fran-cesco Bruno Vice Presidente, Valentina Alotta Se-gretario, i dai componenti Giuseppe Graceffa e Fi-lippo Santoro. La Commissione Iscrizione e Can-cellazione, oltre ad organizzare l’evento di acco-glienza dei nuovi iscritti e la cerimonia di salutoai colleghi che vanno in pensione, attua gli inter-venti disciplinati dal DM 615/94, dal DPR 169/05

relativi ad iscrizioni, cancellazioni e trasferimentie provvede al censimento degli iscritti; provvedeal rilascio e rinnovo dei tesserini di riconosci-mento; effettua ed elabora annualmente rileva-zioni statistiche su iscrizioni, cancellazioni e tra-sferimenti.In occasione delle giornate di accoglienza delmese di Dicembre dell’anno 2017 nelle sedi diMessina, Catania e Palermo sono stati accolti circa210 colleghi con le loro rispettive famiglie. Mentrele ultime giornate dell’accoglienza sono state or-ganizzate il 29 e 30 Giugno 2018 presso la sededell’Università di Catania in Via Vittorio Ema-nuele e il 6 e 7 Luglio 2018 presso la sede dellaFondazione degli Assistenti Sociali della RegioneSicilia in via Torino, alle quali sono stati chiamatia giurare circa 200 colleghi. Gli incontri sono stati organizzati come occasionedi benvenuto ad ogni iscritto augurando un se-reno e prosperoso avvio alla professione di Assi-

L’Ordine accoglie i nuovi colleghi.Giurare fedeltà alla professione

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13dimensione professionaleAttività dell’Ordine

stente Sociale. L’incontro è fondamentale soprat-tutto per rendere i nuovi colleghi partecipi dell’at-tività dell’Ordine e a conoscere in prima linea iloro rappresentanti. Come ribadito dal PresidenteRegionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali“Ogni iscritto deve sentirsi all’interno di una fa-miglia, sentirsi parte integrante e agire secondo ilquanto previsto dal codice deontologico per unobiettivo comune”.Ogni consigliere, membro della commissione, haspiegato i compiti e le funzioni dell’ordine e dellesingole Commissioni, sviluppando in manieradettagliata il regolamento dell’Ordine e del Co-dice deontologico, visto come risorsa e come vin-colo nell’attività e nella responsabilità professio-nale. Il Presidente della Commissione, GiacomoSansica, a termine del momento di riflessione, dicondivisione e di spiegazione, invita i colleghi adavvicinarsi al tavolo presidenziale e iniziare la ce-rimonia del giuramento. I nuovi iscritti rispon-dono “Giuro” ad ogni affermazione letta dal pre-

sidente Giacomo Sansica e contenuta nel giura-mento e concludendo con la consegna del tesse-rino, del codice deontologico e del timbro, augu-rando loro un buon cammino professionale e fe-deltà alla professione.

Giacomo Sansica

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14 dimensione professionale giugno 2018

I l Regolamento per il funzionamento del Procedimento Disciplinare Locale, approvato condelibera n. 108 del 17 giugno 2017 (con decorrenza dal 01.01.2018) dal CNOAS e in vigoredal 01/06/2018, all’art. 26 recita le “Violazioni degli obblighi di legge, degli adempimentiregolamentari e delle disposizioni dell’Ordine professionale” e definisce comportamenti

disciplinarmente rilevanti:a) il mancato versamento del contributo associativo all’Albo previsto dalla legge, anche ai sensi

del Titolo VII del Codice Deontologico; b) il mancato adempimento dell’obbligo formativo e la mancata o infedele certificazione del

percorso formativo, ai sensi dell’art. 7 del D.P.R. 137/2012 e dell’art. 54 del Codice Deonto-logico;

c) la mancata attivazione del proprio account personale sul database nazionale per la gestionedella formazione continua (Area Riservata Cnoas);

d) il mancato adempimento dell’obbligo assicurativo costituisce illecito disciplinare ai sensidell’art.5 del D.P.R. 137/2012 (Per gli Assistenti sociali che esercitano l’attivita� libero profes-sionale/Titolari di P.IVA. A tal proposito, i colleghi possono rivolgersi alla Reale Mutua As-sicurazioni con cui il CNOAS ha stipulato apposito accordo polizza responsabilita� civileprofessionale e tutela legale al costo di € 70,00 annue);

e) il mancato adempimento dell’obbligo di dotarsi di una casella di Posta Elettronica Certificata(P.E.C.), ai sensi dell’art. 16, comma 7 della Legge 2/2009 e di darne comunicazione al Con-siglio Regionale dell’Ordine di appartenenza per gli adempimenti di legge (Il CROAS Sicilia,anche per il 2018, ha stipulato una convenzione con Aruba PEC S.p.a., al fine di garantire atutti gli iscritti le caselle PEC a titolo gratuito. http://www.assistentisocialisicilia.it/p-e-c-posta-elettronica-certificata.html);

f) la mancata richiesta di trasferimento ad altro Ordine Regionale qualora la residenza anagraficae il domicilio professionale siano entrambe trasferiti in altra Regione.

Ai sensi dell’art. 26, comma 2, del succitato regolamento, qualora l’iscritto non adempia agli ob-blighi di cui alle lettere a,c,d ed e del comma precedente, il Presidente del Consiglio regionaledell’Ordine provvede a trasmettere diffida ad adempiere; decorsi 30 giorni dal ricevimento delladiffida senza che l’iscritto abbia fornito adeguate giustificazioni, trasmette gli atti al Consigliodi Disciplina per gli atti di competenza. Il pagamento tardivo del contributo associativo non comporta automaticamente l’archiviazionedel procedimento disciplinare o la revoca della sanzione disciplinare eventualmente gia� com-minata, ma e� valutato dal Collegio, secondo le previsioni dell’art. 13 comma 2.Pertanto, il CROAS invita la comunita� professionale al rispetto di tali comportamenti discipli-narmente rilevanti in modo da assolvere agli obblighi per l’esercizio della professione.

14 dimensione professionale giugno 2017

Comportamenti disciplinarmente rilevanti

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15dimensione professionale

Da quasi un anno l’Or-dine degli Assi-stenti Sociali dellaRegione Sicilia si

è dotato di una propria Fon-dazione, seguendo le orme delConsiglio Nazionale, e degli Ordinidella Regione Puglia e della Regione To-scana. Questa novità, come spesso accade all’in-terno della nostra comunità professionale, ha ge-nerato diverse emozioni polarizzando entusiasmicosì come perplessità e diffidenze. Una domandache mi sono più volte fatto è questa: “ma cos’è unaFondazione e a che serve?” Una prima risposta po-trebbe essere: la Fondazione è uno strumento giuri-dico che una persona, un gruppo di persone oanche un’impresa o un ente pubblico possono uti-lizzare per perseguire uno scopo socialmente utile.A questa ne sono seguite subito altre.Il nostro Ordine ha degli scopi “socialmente utili”da perseguire? Certo che sì, basta sfogliare il Co-dice Deontologico e ci accorgiamo che le aree so-cialmente utili dove poter ‘impegnare’ anche laFondazione, in quanto organo annesso e connessocon l’Ordine, sono tantissime. C’era bisogno di una Fondazione? C’è chi rispon-derebbe: “Probabilmente sì”, in quanto l’Ordine ha

sempre raccolto l’istanza deicolleghi di dare alla professioneuna maggiore rilevanza pubblicae sociale. C’è anche chi risponde-rebbe: “Probabilmente no”, se do-vesse pensare che la Fondazione nonè un luogo ‘mentale’ di impegno epartecipazione collettiva.Con la Fondazione si “possono”

(termine citato non a caso) “fondarecome pietre” azioni di servizio so-

ciale, ovvero gettare le fondamenta per la costru-zione di un progetto professionale che veda pro-tagonisti, tra gli altri, anche gli assistenti sociali.Per fondare azioni occorre sperimentare l’eserciziodi pensare sempre meno all’Io ed esercitare la pra-tica del Noi. Noi pregni dei valori del servizio so-ciale e del codice deontologico che disciplina ognipensiero anche di tipo intellettivo per la promo-zione e per lo sviluppo della cultura del serviziosociale, a partire dalla “Centralità della persona”. Ogni persona, che sia il professionista impegnatocome servizio per il benessere sociale o la personache beneficia di tale intervento, deve poter sentiredi avere un posto ed uno ‘spazio’ dentro il per-corso che sta realizzando la Fondazione, come pro-cesso partecipato di “Cultura Sociale” e di “Ri-

Fondare come pietre:azioni di servizio sociale.

Attività dell’Ordine

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16 dimensione professionale giugno 2018

cerca” nella specificità professionale. Occorre guar-darsi in faccia, avviare una ricognizione di chivuole esserci, ovvero fare una “Short List” di assi-stenti sociali e non, disponibili a dare il loro con-tributo nei vari settori di interesse nei quali poteraffiancare la Fondazione, in modo da creare siner-gie sempre più forti con gli assistenti sociali impe-gnati sul territorio regionale, dando voce e svi-luppo scientifico alle prassi operative di serviziosociale agite all’interno dei vari ambiti tematici. Eper celebrare la scientificità dell’impegno profes-sionale è necessario anche scrivere e descriverecosa si fa e come si fa, lasciare traccia del passatoma anche del presente professionale; questo siaper gli studenti, per i quali la scrittura è un “attodovuto”, che per gli assistenti sociali, per i qualioccorre promuovere “atti voluti” di riflessivitàscritta.Un “atto voluto” del Consiglio dell’Ordine è statoquindi quello di costituire la Fondazione e desti-narle un fondo economico non spendibile come‘capitale’ per avere i requisiti di legge ed una sedein comodato gratuito che è anche luogo dove potersvolgere formazione, riunioni, assemblee. Al Con-siglio dell’Ordine spetta sempre la funzione di vi-gilare sul buon funzionamento della Fondazione,mentre all’interno della Fondazione sono presentidue organismi: il Consiglio Superiore ed il Consi-glio di Amministrazione o CDA.L’Ordine in realtà agisce, indirizza e controlla laFondazione attraverso il Consiglio Superiore cheè presieduto da Mariolina Di Salvo ed è formatoda sette componenti, tra cui quattro appartenentiall’Ufficio di Presidenza dell’Ordine GiuseppeGraceffa, Mariella Spoto, Filippo Santoro e Valen-tina Alotta e tre Consiglieri dell’Ordine MatildeSessa, Corrado Parisi e appunto Mariolina DiSalvo. Al Consiglio Superiore spetta il compito dinominare i componenti del Consiglio di Ammini-strazione o CDA, le cui cariche sono di seguitoelencate: Giuseppe Ciulla presidente, PinellaMiano vice presidente, Angelo Palermo tesoriere,Maurizio Alleri segretario, Bianca Lo Bianco re-sponsabile progettazione. Ogni carica o funzioneè a titolo gratuito.Parallelamente al lavoro di queste componenti, c’ètutta la ‘matassa’ burocratica ed adempimenti variche ‘congelano ma non spengono’ gli entusiasmidei vari soggetti impegnati, e che ha visto la Fon-dazione compiere i primi passi in connessione e asupporto dell’Ordine, coadiuvandolo nel Dicem-bre del 2017 in 3 seminari deontologici (Catania,

Messina, Palermo) e a Marzo 2018 in 3 convegnidel WSWD (Noto, Agrigento, Palermo) ed un se-minario ad Avola organizzato dall’Assoc. SocialVita con la presenza del garante regionale all’in-fanzia. A fianco dell’Ordine a Dicembre 2017 la Fonda-zione è stata, inoltre, protagonista e patrocinatricedi un convegno internazionale organizzato dal-l’Università di Palermo ad Agrigento. Un momento di grandi emozioni in termini di con-senso e partecipazione è stata anche la giornatainaugurale della sede della Fondazione a Palermoche si è tenuta ad Aprile 2018, alla presenza di col-leghi, autorità religiose, politiche ed istituzionalifacenti capo anche all’Università di Palermo e allaLumsa; durante tale cerimonia sono stati anche ef-fettuati collegamenti telematici vari con i Presi-denti nazionali dell’Ordine e delle altre Fonda-zioni. Altro momento importante e di positivi riscontriper la nostra giovane Fondazione è stata la primaMasterclass tenutasi a Palermo a Maggio con lapartecipazione del prof. Nelson; poi è stata la voltaa Giugno del seminario Scripta Manent a S. Vitolo Capo insieme all’Assoc. Prof.Ass.Soc.Oltre a queste attività esterne, la sede della Fonda-zione ha iniziato ad essere ‘spazio aperto’ per farincontrare i colleghi di “Donare il Futuro”, la “Retedelle cure palliative”, per accogliere i nuovi iscritticon le “Giornate dell’Accoglienza”, ed è stato spa-zio di incontro riflessivo a Luglio per i protagonistidel Progetto Pueri, raccogliendo consensi positivianche da parte della Fondazione Nazionale per isoggetti partner e le istituzioni presenti.La Fondazione ha inoltre iniziato a muovere iprimi passi nella costruzione della rete con le altretre Fondazioni presenti sul territorio nazionale; atale scopo a Luglio si è svolto a Roma l’incontro trale quattro Fondazioni, trovando importanti puntidi intesa in termini di procedure, sinergie in campoformativo e di FAD oltre che per la progettazionecon i fondi pubblici. Progettazione che già in questimesi trascorsi ci ha visto coinvolti come partner indue bandi nazionali, per i quali si è fiduciosi dipoter ottenere in futuro positivi riscontri. Anche con il caldo dell’estate il gruppo si muove,grazie al contributo dei ‘giovani’ consiglieri del-l’Ordine, in vista degli impegni da mettere incampo da Settembre in poi, perché in fondo se lepietre invece di lanciarle in aria o scagliarle contro si po-tessero mettere una sopra l’altra si arriverebbe in alto.

Giuseppe Ciulla

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17dimensione professionale

I l WSWD è la Giornata internazionale delServizio Sociale. Il terzo martedì del mese dimarzo di ogni anno è stato dichiarato “Inter-national Social Work Day”.

In tale occasione e a partire dal 2008 nel mondosono state organizzate iniziative per sollecitare lapiù riflessione comune sull’importanza e sul ruolodel Servizio Sociale nella promozione del benes-sere sociale. L’Associazione Internazio-nale delle Scuole di Servizio Sociale(IASSW), il Consiglio Internazionaledel Social Welfare (ICSW) e la Federa-zione internazionale degli AssistentiSociali (IFSW) hanno avviato un dibat-tito per sviluppare un’agenda globaleper il Servizio Sociale e lo sviluppo so-ciale. Ogni anno gli elementi di taleagenda forniscono i temi di discussionedell’”International Social Work Day”. Il tema di quest’anno è “Promuovere lacomunità e la sostenibilità ambientale”che il Consiglio dell’Ordine della Siciliaha voluto declinare in “Promuovere lavivibilità e il benessere dei centri ur-bani”. Una giornata importante per ri-flettere negli ambiti delle politiche so-ciali e dei servizi, ambiti che sono sem-pre più delicati e complessi. I professio-nisti e le professioniste lavorano conpassione e dedizione, dovendo affron-tare quotidianamente sfide nuove enon facili. La Giornata internazionale del ServizioSociale non è solo una celebrazione maun alto momento formativo e di appro-fondimento anche a carattere deonto-logico. Il Consiglio dell’Ordine della Si-cilia ha voluto che il tutto il territoriodell’isola fosse coinvolto in questo im-portante momento per la professione.Sono stati otto gli appuntamenti, inotto province diverse con approfondi-

menti e spunti di riflessioni interessanti, dove itemi i temi della professione si sono incrociati conargomenti presentati da esperti in altre materie econ esibizioni artistiche. Il prossimo anno verràrinnovata questa significativa tradizione e già daoggi tutta la comunità professionale siciliana è in-vitata a partecipare.

Pinella Miano

Speciale World Social Work day 2018

Attività dell’Ordine

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I l Consiglio Regionale degli Assistenti Socialidella Sicilia ha promosso l’organizzazionedelle giornate dedicate alle celebrazioni del“Social work day” in tutte le province

dell‘isola, tra le varie tappe previste il 20 marzoscorso presso l’Hotel San Paolo è stata la volta diPalermo.Nel più ampio quadro nazionale del Social WorkDay dedicato alla promozione della comunità edello sviluppo sostenibile, il tema scelto dal Con-siglio riguarda la promozione della vivibilità e delbenessere dei centri urbani. I lavori svolti alla pre-senza del Presidente Giuseppe Graceffa e del Se-gretario Valentina Alotta, sono stati condotti daMariolina Di Salvo e da Rita Affatigato, rispetti-vamente Presidente e Segretario della Commis-sione Formazione e Ricerca.La giornata è stata articolata in diversi interventie momenti di riflessione provenienti dal mondo

politico-istituzionale, universitario e dalle realtàassociative del territorio di Palermo che, a diversotitolo, operano per la promozione e la vivibilitàdelle comunità.Alla giornata hanno partecipato rappresentantidelle istituzioni:Il dott. Giuseppe Ciulla, Presidente della Fonda-zione degli assistenti sociali della Sicilia, il qualeha presentato alla comunità professionale gliobiettivi strategici di sviluppo e promozione dellaFondazione;• Il professor Gaetano Gucciardo - Vice Coordi-natore CdL39 Università degli studi di Palermo– con un intervento dal titolo“Sostenibilità Am-bientale e Sostenibilità Sociale: la Green So-ciety”, ha proposto una riflessione rispetto ainostri territori sempre più chiamati ad affron-tare, con grande senso di responsabilità, temirelativi all’equità e alla tutela dell’ambiente in-

18 dimensione professionale giugno 2018

Riflessioni dal mondo politico istituzionale, universitario e delle realtà associative

PALERMO

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tesi come capacità di garantire condizioni di be-nessere umano quali sicurezza, salute, istru-zione, democrazia, partecipazione, giustizia.

• La professoressa Roberta Di Rosa –Docentepresso l’Università degli studi di Palermo- conun intervento dal titolo “Sostenibilità dell’acco-glienza dei migranti:una sfida per il benesseredelle comunità”. Il suo contributo si è svilup-pato a partire dall’esperienza di un quartiere diAgrigento, protagonista suo malgrado, diun’importante esperienza di incontro/scontrotra autoctoni e migranti. La sostenibilità dell’ac-coglienza considera l’importanza di prevedereall’interno dei territori strategie di promozionedel dialogo nonchè protocolli di accoglienzacapaci di rispondere al generale benessere dellecomunità. Comunità dunque che nel com-plesso, possano essere da un lato espressione diun sistema di accoglienza avulso da stereotipi,pregiudizi i quali costituiscono terreno fertileper sentimenti di paura e chiusura; dall’altrocapaci di generare nuovi legami sociali interge-nerazionali e interculturali.

• Assessore Regionale istruzione e formazioneprofessionale Onorevole Roberto Lagalla

• Assessore Regionale territorio e ambiente Ono-revole Salvatore Cordaro

Entrambi gli assessori hanno portato i saluti all’in-tera comunità professionale, cogliendo l’occasionedi sottolineare il ruolo e la rilevanza sociale dellanostra professione per progettare e svilupparecentri urbani caratterizzati da vivibilità e benes-sere. A conclusione del loro intervento l’AssessoreLagalla ha introdotto uno dei progetti su cui in-tende investire l’Assessorato all’istruzione e For-mazione Porfessionale, ovvero investire le scuoledel ruolo di presidi territoriali orientati alla pre-venzione e al sostegno socio-educatico di minorie famiglie, un complessivo progetto ove anche ilservizio sociale sarà chiamato a dare il propriocontributo.• Dott.ssa Giulia Casamento - Legambiente Sici-lia – con un intervento “Sostenibilità ambien-tale e Benessere Sociale: Alcune esperienze” hacentrato l’attenzione sul tema della sostenibilitànelle sue diverse accezioni: economica, socalee ambientale. Si tratta di tre dimensioni checongiuntamnete concorrono alla definizione,misurazione del livello di progresso e benesseredi un territorio nonchè di una comunità. Dopoaver riportato i contenuti tecnici in materia disostenibilità e ambiente,le esperienze proget-

tuali in ambito socio-educativo con le nuove ge-nerazioni, su cui Legambiente investe, ha con-diviso con la comunità professionale degli as-sistenti sociali, un pensiero assolutamente per-tinente alla giornata del SWD: “Non ereditiamola terra dai nostri antenati, la prendiamo inprestito dai nostri figli”, pensiero su cui si è ar-ticolato l’intero intervento della dott.ssa Casa-mento.

• Lucia Lauro – Coordinatrice Progetto “Cotti inFragranza” – “Riparare per costruire. Impresesociali in strutture detentive” ha condotto unintervento sull’esperienza di impresa socialesostenibile realizzata dalla Cooperativa Rige-nerazioni onlus. La suddetta impresa ha av-viato da giugno 2016 percorsi professionaliz-zanti efficaci e sostenibili nell’ottica dell’im-presa sociale a governance partecipata; nellospecifico Cotti in Fragranza è un laboratorioper la preparazione di prodotti da forno di altaqualita� , commercializzati nel territorio localee nazionale. Si tratta di una realta� Palermitanainnovativa nel territorio del sud Italia, nonchèprima realta� imprenditoriale all’interno di unIstituto Penale per i Minorenni del sud (terzain tutta Italia), che si pone come obiettivo am-bizioso quello di promuovere una stabile in-clusione dei giovani dell’Istituto Penale mI-norile Malaspina che, previa formazione, po-tranno diventare lavoratori specializzati e au-tonomi, anche al di fuori del percorso deten-tivo. La partecipazione come etica della respon-sabilità rappresenta il cuore dell’intero progettoimprenditoriale, un’esperienza capace di co-niugare impresa e sostenibilità ambientale, so-ciale ed economica e attivare importanti e du-raturi processi di inclusione sociale per i gio-vani che transitano all’interno del cicuito pe-nale.

• Francesco Di Giovanni – Presidente Associa-zione Inventare Insieme – “L’esperienza delCentro Tau e della Comunità educante evolutaZisa-Danisinni” ha presentato un interventosull’esperienza del lavoro sociale di comunitàcondotto dal Centro Tau nell’ambito della piùampia cornice della comunità educante evolutaZisa-Danisinni, sostenuta e promossa dalle im-portanti realtà associative che operano al Cen-tro Tau: Associazione Inventare Insieme onlus,Cooperativa Al Azis, Save The Children, Fon-dazione Peppino Vismara. Diversi attori socialiche sostengono un comune obiettivo comuni-

19dimensione professionaleAttività dell’Ordine

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tario, quello di migliorare la vita dei ragazzigrazie ad attività di accoglienza e di sostegno,cittadinanza attiva e promozione umana, per lefamiglie del territorio Cipressi, Ingastone e Da-nisinni, quartieri della periferia urbana di Pa-lermo con significativi tassi di povertà educa-tiva e svantaggio socio-ambientale. Un pro-cesso di sviluppo di attività comunitarie inte-grate: dall’animazione all’impegno sociale peril cambiamento, dalla formazione alla stimola-zione delle Istituzioni per iI potenziamento deiservizi, dalla prevenzione alla ricerca di nuoveopportunità di lavoro. Il Centro Taucostituisceuna delle buone prassi della città di Palermodove poter vivere un luogo di aggregazione,convivialità, socialità e interculturalità, unospazio dunque dove si sperimentano e ricostru-sicono legami di comunità per sostenere la vi-vibilità ambientale.

• Adriana Argento – Resp. Centro Antiviolenza“Lia Pipitone” dell’Ass. Millecolori Onlus- hapresentato l’intervento “Promuovere l’uguagli-anza di genere sul territorio per l’empower-ment delle donne”, in considerazione degliobiettivi strategici dell’Agenda 2020, che con-sidera l’empowerment delle donne quale ele-mento strategico per lo sviluppo e il benesseredei territori. Il Centro Antiviolenza Lia Pipi-tone è gestito dall’Associazione Millecolorionlus; fornisce sostegno e consulenza sociale,psicologica e legale alle vittime di violenza, av-viando percorsi di elaborazione del trauma e diuscita dalla violenza, individuale e di gruppo,e percorsi di empowerment. Il Centro costi-tuisce un punto di riferimento sul territorio diPalermo, per donne, minori e famiglie favor-endo il benessere e la vivibilità della comunità,grazie soprattutto ai servizi prossimali e inte-grati che offre alla cittadinanza e al lavoro dipromozione dell’empowerment delle donne.

• Laura Di Fatta –Vice-presidente Cooperativasociale Al Reves - Sartoria Sociale: “Start Ret-hink Your Life,rethik yourself: pratiche di la-voro sociale sostenibile” presenta un interventoin cui si condivide con la comunità professio-nale degli assitenti sociali l’esperienza di AlRevès società cooperativa operante a Palermodal 2012. Al Reves e’ un progetto di impresa so-ciale multidimensionale che riunisce stilisti,sarti e amanti del cucito di varie etnie, un labo-ratorio in cui lavorano insieme persone giovanie meno giovani italiani e stranieri, in difficoltà

umane, relazionali, occupazionali o esistenziali,impegnati nel recycling e upcycling di abbiglia-mento usato.

Tra i diversi progetti di Al Reves nell’ambito dellasostenibilità, troviamo la partecipazione al Pro-getto Sigillo, avviato dal Dipartimento dell’Am-ministrazione Penitenziaria per la promozione esostegno delle donne detenute all’interno di 14 Is-tituti Penitenziari Italiani mettendo in rete altret-tante Cooperativa Sociali impegnate nel campo.Sigillo è la prima agenzia nazionale di coordina-mento dell’imprenditorialità delle donne detenute,e nuovo modello di economia sostenibile. Sigillo èil marchio del DAP (Dipartimento dell’Amminis-trazione Penitenziaria) con cui si certificano la qua-lità e l’eticità dei prodotti realizzati all’interno dellesezioni femminili di alcuni dei più affollati peni-tenziari italiani, tra questi troviamo la Casa Circon-dariale di Pagliarelli Palermo, dove oltre quindicidetenute sono state formate e avviate alla produ-zione grazie anche all’inseriemnto in progetti diintegrazione socio-lavorativa nell’ambito delle mi-sure alternative alla detenzione.Nell’ottica della giornata di celebrazione del ser-vizio sociale, il pomeriggio si è concluso con unmomento conviviale; il Gruppo Musicale RobertoSuperchi e Y Cantor è stato presentato dall’assis-tente sociale Alessandra Consolo, in serviziopresso il Comune di Palermo. La collega in qualitàdi membro del gruppo canoro ha presentato allacomunità professionale le esperienze condotte dalgruppo; Y Cantor sono infatti conosciuti a Pa-lermo per la capacità di coniugare la bellezza dellamusica e il valore della solidarietà, il gruppo è so-lito esibirsi in spettacoli musicali al fine di pro-muovere eventi di aggregazione e raccolta fondiper raggiungere in maniera diretta persone porta-trici di bisogni, a cui molto spesso i servizi nonriescono a dare risposte sociali immediate.

Rita Affatigato

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I l presente articolo riporta le narrazioni e glisnodi tematici del progetto “Osservatoriosulla Sofferenza Urbana” narrato durante ilWorld Social Work Day svoltosi anche a Ca-

tania presso la facoltà di Scienza Politiche il 20Marzo 2018. Quest’anno il tema della giornatamondiale, che celebra il Sevizio Sociale, è stato de-dicato alle correlazioni fra la professione di assi-stente sociale, l’ambiente e la comunità. L’inter-vento ha posto in rilievo le peculiarità sociali e lepossibili linee di intervento all’interno della so-cietà contemporanea.«La Sofferenza Urbana è una categoria interpreta-tiva dell’incontro fra la sofferenza dei soggetti e lafabbrica sociale che essi abitano. La descrizione,la comprensione e la trasformazione delle dinami-che psicologiche e sociali che si instaurano a par-tire dall’incontro fra le storie dei singoli e le isti-tuzioni, ossia fra soggetti e contesti, troppo spesso

occulta uno dei due elementi della diade soffe-renza/città. La categoria della Sofferenza Urbanaci consente di ricercare, di conoscere e di trasfor-mare l’intersezione fra soggetti e contesti conl’ambizione morale e politica di costruire cittadi-nanza ossia comunità di cittadini (Saraceno B. inQuaderni sulla sofferenza urbana)». L’ipotesi èche all’interno delle dinamiche urbane si succe-dano accadimenti che richiedono l’utilizzo di ca-tegorie interpretative specifiche. Ci riferiamo aquei disagi che il mondo dei servizi sociali, deiconsultori, della psichiatria, intercetta trovandosituttavia nella condizione di non potere prevedereservizi di accompagnamento, di assistenza e dieventuale presa in carico poiché tali disagi nonsono ancora collocabili all’interno di protocolli diazione del sistema sanitario e sociale. L’ipotesi èche la città spesso produce sofferenze e disagi col-lettivi che colpiscono gruppi vulnerabili di indi-

Vivere il tempo in una società di fretta. Ansie, disturbi, rimedidella società contemporanea

CATANIA

21dimensione professionaleAttività dell’Ordine

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vidui che si sentono soli e che sono “resi soli”dalla perdita di spazi e tempi del vivere. Assi-stiamo costantemente ad una perdita di relazionisignificative: le relazioni sono relazioni a tempo el’altro “persona” è considerato e considera séstesso “oggetto da possedere a tempo”, ciò accadenelle relazioni di lavoro precario (sia tra datore dilavoro e impiegato, sia tra colleghi), nelle relazionitra compagni e compagne di vita, nelle relazionigenitori-figli. Un’ulteriore riflessione è rivolta allerelazioni che intercorrono tra le dinamiche indivi-duali e collettive all’interno di un territorio. In talecaso l’osservazione riguarda il tipo di interrela-zione esistente tra mutamento della società e del-l’individuo e adeguamento dei servizi e delle ri-sposte che un’istituzione può fornire. L’ipotesi èsupportata dal fatto che nell’ultimo decennio na-scono, in Italia, centri ascolto che riconoscono tragli intenti dei propri studi e del proprio agire, ilparadigma della sofferenza urbana come prodottodi interazioni complesse all’interno delle città inseguito a fenomeni sociali (disoccupazione, po-vertà, crisi delle identità correlate con mutamentodell’architettura di valori). Oggetto di studio e diricerca è l’analisi dell’insorgenza di disagi pro-dotti dalle contraddizioni dei territori, dalle crisidei sistemi relazionali, socio-politici ed economici.Obiettivo è quello di osservare ed intercettare, inun’ottica di analisi-prevenzione, l’emergere di di-sagi in stretta relazione al contesto urbano in ac-celerazione: il paradosso consiste nel fatto che i di-sagi (psicologici e sociali) del “tempo di fretta” sirealizzano in una società così veloce da non po-tersi occupare dei disagi creati al proprio interno.Dato ciò, tali sofferenze individuali e collettive

non riescono a trovare canali comunicativi e rela-zionali tramite i quali esprimersi, fatta eccezioneper atti estremi ed inattesi come rabbie, aggres-sioni e atti di autolesionismo di breve ed imme-diata escalation. Questa imprevedibilità e la diffi-coltà nel rintracciare una storia ed una sequenzain questo tipo di atti sta rendendo complesso ipo-tizzare modelli di intervento innovativi atti al-l’adeguamento del sistema di servizi alla personacontemporanea. Durante gli anni di ricerca legatial progetto, incrociando gli studi relativi alla psi-coterapia corporea (Ferri 2012), è emerso che ‘an-dare di fretta produce una mancanza della con-nessione tra il sentire ed il pensare il propriocorpo, lasciando un’assenza pari agli effetti di unatto fraudolento come il furto di un oggetto. Il nonavere tempo si connota come il risultato di un“furto del tempo” che si è man mano presentatocome una condizione, e spesso un disagio, cosìtanto diffuso da potere essere inserito in un di-sturbo sociale, presente, in modo trasversale, al-l’interno di età, fasce sociali e generi differenti.L’ipotesi è che la percezione quotidiana del nonavere tempo riguardi molti di noi e scaturiscadalla necessità di stare al passo con lo sviluppoipertrofico e battente della società contemporanea. Una domanda ci ha colpito durante i colloqui:“ma se sono infelice a quale servizio sanitarioposso accedere?”. In questi anni, come gruppo distudio sofferenza urbana, ci siamo soffermatesull’individuare una fascia di persone che mani-festano disagi causati dallo stile di vita contempo-raneo: che cosa rispondere ai genitori che riten-gono di non essere amati dai figli poiché non pos-sono acquistare per costoro l’ultimo modello di te-

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lefonino? Che cosa dire a chi ritiene di essere po-vero e depresso poiché non possiede automobilidi lusso? Che cosa dire ancora, a chi sviluppa re-lazioni solo sui social senza incontrare l’altro fisi-camente? Di domande ed osservazioni ne ab-biamo raccolte molte e spesso queste sono atti-nenti alla gestione del quotidiano: è difficile cata-logare queste come disagi psicologici o come di-sagi sociali, tuttavia risuonano lasciando per-plesse le operatrici: “mentre abbraccio il miocompagno o mio figlio penso a tutt’altro, non rie-sco a stare davvero con loro”, oppure “per nonsentirmi solo/a chiedo al mio amico/a di lasciareper ore il suo telefono in connessione con il mio”,oppure “la mia tristezza deriva dai pochi “mipiace” su facebook”, oppure “per i miei figli/e iosono un bancomat, ecc. Questi interrogativi raccontano spaesamenti del-l’essere umano e confondono sia operatori cheutenti. L’esigenza nell’epoca contemporanea èquella di ricercare un dispositivo di lettura che in-tercetti l’ipotesi di un modello, di cura e di preven-zione, che tenga conto dell’effetto di un campo diforze dinamiche storico-sociali, in continua trasfor-mazione. Propedeutiche, a tal proposito, diven-tano la ricerca di nuovi paradigmi di ascolto e lanecessità di nuovi modelli di cooperazione tra ledifferenti realtà di cura nel sociale; in maniera spe-cifica è stata percepita la necessità di attivare unarete di azione all’interno della quale segmenti qua-lificati del settore pubblico e privato, possano darevita ad un modello di servizi flessibili e complessi,in grado di cooperare tra loro leggendo le do-mande attuali di cura e salute intese come equili-brio sociale, corporeo e psichico. L’impostazione

della ricerca prevede osservazioni centrate sulla ri-cerca di intelligenze evolutive di questo tempo edelle sue peculiarità: app e social, nella loro invi-sibile carnalità, ci consentono di raggiungere inpochi minuti persone in parti svariate del mondo.Siamo entrati nell’era della “trasparenza dellacarne”, in una nuova forma di comunità virtualeincorporea, istantanea e onnipresente; i nostrismartphone rendono noi nodi eterei di un iperte-sto globale, l’essere costantemente connessi riduceil sentimento della solitudine, tutti diventiamosempre e ovunque raggiungibili. Ascoltando chiparla di virtuale, abbiamo avuto la sensazione chele connessioni diventano fili, legami (in)carnali dacui dipendere e in cui essere incastonati. La so-spensione di facili demonizzazioni e le ricerche disenso, fuori da linguaggi e categorie, sta accompa-gnando la ricerca ancora aperta e che si articola incolloqui, formazione permanente e supervisioni.

Loredana Sucato - Antonella Messina

Bibliografia Chul Han, B. (2016), Psicopolitica. Edizioni Not-tetempo.Ferri, G. (2005), Chi mi ha rubato le lancette? in Li-berazione, 6 Marzo.Gallese, V., Guerra, M. (2015), Lo schermo empa-tico. Milano: Raffaello Cortina Editore.Jankélévitch, V., Berlowitz, B. (2012), Da qualcheparte nell’incompiuto. Torino: Piccola BibliotecaEinaudi.Jankélévitch, V. (2011), Il non so che e il quasiniente. Torino: Piccola Biblioteca Einaudi.Pessoa, F.(1982), Il Libro dell’inquietudine. Mi-lano: Mondadori, 1992.

23dimensione professionaleAttività dell’Ordine

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Si è svolta il 20 marzo la Giornata interna-zionale del servizio sociale nella Scuolaper Assistenti Sociali “F. Stagno D’Alcon-tres” di Modica. L’incontro introdotto e

moderato dal Consigliere dell’Ordine Corrado Pa-risi si è aperto con i saluti istituzionali dell’Asses-sore ai servizi sociali del Comune di Modica,Dott.ssa Rita Floridia, e quelli in videoconferenzadella Dott.ssa AnnaMaria Campanini, Presidentedell’International Association of School of SocialWork. Una giornata ricca di spunti di riflessioneche nella parte finale sono stati riassunti e rilanciatidal Direttore della Scuola, il Dott. Gian Piero Sala-dino, che nel suo intervento ha citato Giorgio LaPira e Papa Francesco. Nella prima parte dellagiornata sono intervenuti la Presidente della Com-missione Accreditamento per la formazione conti-nua Matilde Sessa, il Segretario Generale delSunas, Dott. Salvatore Poidomani e il sociologo efilosofo, Prof. Luciano Nicastro. Quest’ultimo,nell’apertura del suo intervento, ha assunto comescelta ermeneutica e maieutica la svolta filosoficadi Alfred Schutz in ordine alle realtà multiple e ladiversità tra il mondo della vita quotidiana e

quello della scienza: <<Il futuro della Città è affi-dato ad un articolato “processo” di impianto co-stituente sia di nuova società locale di cittadini in-digeni ed immigrati (accogliente e multiculturale,espressione fedele e aperta, viva e vera, stabile eanalogica di gruppi ed etnie immigrate, regolar-mente registrate nell’ente locale di arrivo) che diun nuovo Municipio di tipo relazionale ricostituitodemocraticamente con la trasformazione del co-mune e dei suoi tradizionali quartieri in una nuovarealtà politica e amministrativa riaggregativa nellasua finalità di welfare municipale generale. Questafase di “statu nascenti” di un nuovo centro politico“pilota” porterà in tempi e momenti programmatialla nascita e alla rinascita, mediante i borghi di co-munità, di una nuova città con la riscrittura di unnuovo centro e di un nuovo assetto urbanistico.Determinazione degli spazi e dei luoghi di serviziodi comunità, localizzazione delle infrastrutturedella vita e dei servizi di pubblica utilità e deglispazi affidati alla espansione della libera iniziativaprivata, individuazione e destinazione delle strut-ture di pubblica utilità al servizio dei beni comuniconcreti delle diverse realtà sociali e dei bisogni ge-

Il futuro delle città impianto costituente di una nuova società edi un municipio di tipo relazionale

MODICA

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nerazionali relativi all’esercizio dei diritti e dei do-veri individuali, personali e dei gruppi sociali inordine alla qualità della vita, del progresso socialee dello sviluppo del capitale morale, spirituale edialogico culturale della intera vivibilità umana“cittadina”>>. Il Prof. Luciano Nicastro ha com-mentato dicendo che questa progettualità è infondo una mappatura di sviluppo e accrescimentodella buona qualità della vita cittadina comune inprogress verso una condizione generalizzata dellafelicità accessibile a tutti.I lavori sono proseguiti con la proiezione dellaprima puntata della prima web-serie dedicata agliAssistenti Sociali dal titolo “Aiutanti di mestiere”.Nella seconda parte della giornata sono interve-nuti il Presidente di Legambiente di Modica, l’Ar-chitetto Giorgio Cavallo, il pluripremiato urbani-sta, Arch. Gaetano Manganello e il responsabiledel Cantiere educativo “Crisci Ranni” di Modica,il Dott. Fabio Sammito. L’Ordine regionale degliAssistenti Sociali ha ringraziato per la preziosa econsolidata collaborazione la Scuola per Assi-

stenti Sociali “F. Stagno D’Alcontres” di Modicanelle persone del suo Rappresentante Legale il P.Ferdinando Di Stefano s.j., il Direttore Dott. GianPiero Saladino ed il personale di segreteria e do-cente tutor, la Dott.ssa Lucia J. Randrianoela e ilDott. Giuseppe Puccia.

Corrado Parisi

Un sistema sociale vigile, che fa del lavoro direte e di progettazione, l’arma vincente percreare un Welfare sempre più vicino al cittadino

MESSINA

25dimensione professionaleAttività dell’Ordine

I l 24 Marzo 2018 presso il Salone delle ban-diere di Palazzo Zanca, sede del Comune diMessina, si è tenuta la Giornata Mondialedel Servizio Sociale (World Social Work Day

2018). L’evento ha impegnato le province sicilianenell’organizzazione di una giornata formativa sulseguente tema: “Promuovere Vivibilità e Benes-sere nei Centri Urbani.”Al convegno erano presenti: la dott.ssa Nina San-tisi assessore alle Politiche Sociali, il dott. DanieleIalacqua assessore all’Ambiente, il dott. LeonardoSantoro Ingegnere Capo Genio Civile, la dott.ssaCinzia Rodi membro esponente associazione“ADDIO PIZZO”, Padre Sergio Siracusano Diret-tore Ufficio Diocesano per i Problemi Sociali ed ilLavoro, Filippo Santoro consigliere e Tesoriere del

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CROAS, Baronello Maria consigliera CROAS e Vi-cepresidente della Commissione Consultiva perl’Autorizzazione della Formazione Continua, Pi-nella Miano consigliera CROAS e presidente delleCommissioni Etica e Deontologia e Formazione eRicerca, Grazia Giannetto consigliera CROAS ecomponente Ufficio Istituzionale per la Comuni-cazione. La giornata è iniziata con i saluti e i vari interventidei relatori che hanno toccato vari temi tra i quali:la vivibilità, il benessere sociale, il territorio mes-sinese e la domanda del cittadino, la realtà deiquartieri periferici, la cultura della legalità.Come in tutti gli altri appuntamenti siciliani sullagiornata Mondiale del Servizio Sociale 2018,anche quella organizzata a Messina, ha visto ilcoinvolgimento delle rappresentanze locali, pub-bliche e private, che operando all’interno di campidi azione differenti, hanno fornito diverse letturesul tema della giornata. Un arricchimento cultualeper la comunità professionale e un’ottima occa-sione di confronto tra i relatori, che hanno ampia-mente delineato il concetto di benessere sociale,spiegando gli interventi che le istituzioni e il terzosettore promuovono, affinchè questo possa con-cretamente realizzarsi. Si è discusso sulla necessitàdi garantire interventi di Welfare Comunitario perdar voce alla periferia e consentire alla comunitàdi accrescere le proprie potenzialità in seno a ser-

vizi già esistenti, quali: l’oratorio, il centro di ag-gregazione giovanile, le associazioni culturali,ecc.. Un sistema sociale vigile, che fa del lavoro direte e di progettazione, l’arma vincente per creareun Welfare sempre più vicino al cittadino, il qualeè non più solo consumatore di beni e servizi ma“prosumer”, ovvero, produttore di interventi so-ciali. La riflessione sul cittadino sempre più impegnatoper la vita sociale e politica della propria comu-nità, ha consentito alla dott.ssa Cinzia Rodi, espo-nente del Comitato Addio Pizzo di Messina, disottolineare quella che è da molti anni la missionecostante ed instancabile dei suoi volontari, nellaeliminazione di tutte le opere facenti capo alla cri-minalità organizzata, tra cui la cultura e la men-talità mafiosa. Per tanto si definisce cruciale l’in-tervento educativo delle scuole, degli oratori, deicentri giovanili e di tutte le istituzioni, nella elimi-nazione del fenomeno mafioso, cancro sociale emaggiore sostenitore del regresso culturale. La giornata ha lasciato spazio anche ad un CoffeeBreak preparato dall’Associazione 7000 di Volon-tariato e a fine lavori, ad un momento ricreativo,affidando la chiusura del sipario ad una band lo-cale che ha trattato temi sociali, attraverso l’inter-pretazione di alcune cover italiane.

Grazia Giannetto

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ATrapani per il secondo anno consecu-tivo, il 26 marzo, si è celebrata la“Giornata mondiale del Servizio sociale”.La provincia di Trapani sta iniziando

a “sgranchire i suoi muscoli”: ciò è stato possibileverificare dalla grande affluenza dei colleghi par-tecipanti e soprattutto dai loro feedback positiviespressi al termine dei lavori. Quest’anno il temamacro del “Social Day” è stato: “Promuovere la co-munità e la sostenibilità ambientale”. Ad organizzaree promuovere l’evento, rispettivamente l’associa-zione PROF.AS.S. (Professione Assistente Sociale),con presidente Giacomo Sansica e l’Ordine degliAssistenti Sociali della Sicilia; hanno inoltre patro-cinato l’evento: AICS (ass. italiana cultura e sport)

di Trapani rappresentata dalla presidente dr.ssaMarisa Cottone e l’associane AZIONE X con pre-sidente la prof.ssa Rita Bonfiglio. A condurre i la-vori, nel ruolo di moderatore degli interventi pre-visti, la vicepresidente dell’ass. PROF.AS.S., ladr.ssa Luana Li Voti. Per quanto concerne il tema, gli interventi verte-vano tutti verso una logica di sviluppo progres-sivo, partendo da un tempo più lontano a noi, finoa giungere al nostro “oggi”, circa le modalità incui si è e si continua a promuovere la comunità lo-cale; le strategie per fronteggiare la povertà ed an-cora la riflessione sul peso che l’età ha nella societàattuale, mettendo in evidenza la distanza traquella anagrafica e l’età percepita individual-

Concentrazione su una rete di servizi che vede in prima lineail benessere del cittadino

TRAPANI

27dimensione professionaleAttività dell’Ordine

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mente, come elementi proponenti un’alleanza in-tergenerazionale per un welfare partecipato subase locale.Altro taglio hanno apportato le associazioni ospitial convegno, condividendo la visione di alcunivideo testimonial del lavoro svolto sul campo. Miriferisco innanzi tutto alla dr.ssa Francesca Billeci,assistente sociale volontaria per l’ass. “Libera:contro tutte le mafie”, la quale ha parlato di inte-grazione sociale dei soggetti inseriti all’interno delcircuito penale attraverso il progetto “AMUNì”(che in gergo dialettale sta per “andiamo! muovia-moci!”). Ancora, la dr.ssa Valeria Arancio, respon-sabile della comunità LA FORZA (comunità perutenti tossicodipendenti), ha portato uno spaccatodi realtà riguardante lo step successivo alla terapiae alla riabilitazione, ossia il reinserimento socialenel tessuto territoriale di appartenenza del-l’utente. L’ass. AZIONE X ha invece condiviso il lavoro

svolto mediante progetti attivati nel territorio tra-panese, per l’inclusione sociale delle categorie piùfragili, si parla dunque di persone che ad es. vi-vono nei quartieri a “rischio”.Infine, è stata presentata al convegno, una propo-sta innovativa dal manager Roberto Cacace, ilquale ha introdotto all’intera sala, una soluzionea contrasto della povertà circa l’aspetto sanitariodella vita della persona: la BANCA DELLE VI-SITE. Grazie ad essa vengono raccolte donazionidi privati e aziende in favore di altri cittadini bi-sognosi e associazioni di volontariato. Un aiutoper chi è in difficoltà e non può permettersi unavisita medica a pagamento, ma anche per chi habisogno di cure immediate e non può attendere itempi del servizio sanitario pubblico.La figura dell’Assistente Sociale si concentra inuna rete di servizi che vede in prima linea il be-nessere psico-fisico del cittadino.

Luana Li Voti

28 dimensione professionale giugno 2018

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Si è tenuta il 28 marzo la Giornata mon-diale del servizio sociale a Noto. La co-munità professionale del siracusano si èraccolta nella Scuola Superiore di Servi-

zio Sociale “Santa Caterina da Siena” del Cena-colo Domenicano. Ad aprire l’incontro è stata laVicepresidente dell’Ordine Mariella Spoto che,dopo i saluti a tutti i colleghi presenti, ha intro-dotto e presentato i lavori. A portare i saluti isti-tuzionali è stato il Dirigente del Settore Welfaredel Comune di Noto, il Dott. Claudio Corte, e laDirettrice della Scuola, Suor Carla Bertolini. Inrappresentanza dell’Ordine sono intervenuti iConsiglieri Pinella Miano, Presidente della Com-missione Etica e Deontologia, Jessica Macalusoche ha riportato il messaggio del Presidente dellaRepubblica Sergio Mattarella, e Corrado Parisi,Presidente della Commissione Programmazionee Bilancio. A parlare di deontologia e di servizio

sociale, in maniera creativa e fuori dal comune èstato Giuseppe Ciulla, Presidente della Fonda-zione Assistenti Sociali Sicilia. La giornata è pro-seguita con la commistione con altre professioni esi sono susseguiti gli interventi dell’architettoDott.ssa Martina Calafiore, di Stephanie Branci-forti di Green Peace e dell’archeologa Dott.ssaLaura Falesi. La conclusione è stata affidata allachitarra del musicista Alfonso La Pira che ha coin-volto la platea con canti della tradizione popolare.La Giornata mondiale del servizio sociale a Notosi è potuta svolgere grazie all’importante contri-buto della Scuola Superiore di Servizio Sociale“Santa Caterina da Siena” del Cenacolo Domeni-cano e alla collaborazione della Direttrice, SuorCarla Bertolini, la collega Docente-Tutor Dott.Francesca Ucciardo e la signora Vera Alizzi.

Corrado Parisi

Commistione con altre professioni per promuovere la vivibilità dei centri urbani

NOTO

29dimensione professionaleAttività dell’Ordine

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I l WORLD SOCIAL WORK DAY 2018 adAgrigento è stato celebrato presso l’Audito-rium del Consorzio Universitario, la mattinadell’11 aprile 2018, grazie alla stretta collabo-

razione tra Ordine Professionale degli assistenti so-ciali della regione Sicilia, Università degli Studi diPalermo e Consorzio Universitario di Agrigento.Consiglieri dell’Ordine, docenti universitari, stu-denti e circa 400 assistenti sociali del territorio pro-vinciale e non, appartenenti a diverse realtà lavo-rative si sono ritrovati insieme a relatori prove-nienti da altre branche specialistiche per disqui-sire sulla promozione della Vivibilità e del Benes-sere nei Centri Urbani, nell’ambito della giornatadedicata alla promozione della comunità e dellasostenibilità ambientale, significativa anche per lacomunione di intenti di personalità rappresen-tanti di organismi diversi con l’obiettivo di con-tribuire allo sviluppo sostenibile.Durante la giornata, il tema della sviluppo soste-nibile è stato affrontato da diversi punti di vista:si sono avvicendati infatti, tra gli altri, il nostroPresidente Giuseppe Graceffa, ed il Presidentedella Fondazione Assistenti Sociali GiuseppeCiulla.

Gli obiettivi dell’Agenda ONU 2030 sono stati svi-scerati da Legambiente Sicilia, con l’interventosulla qualità della vita da parte dell’Arch. MimmoFontana che ha parlato della qualità della vitanegli ambienti urbani e dalle docenti dell’Univer-sità degli studi di Palermo Ignazia Bartholini, Ro-berta di Rosa, Ester Cannella e Simona Carolei,ognuna con un particolare aspetto : povertà edemporwerment della persona, housing sociale, ac-coglienza dei migranti, lavoro di comunità.Presente anche l’azienda sanitaria provinciale conFrancesca Battaglia che ha parlato dell’esigibilitàdel diritto alla salute. L’architetto Toni Cellura, Segretario Regionale delGreen Building Council, Gbc Chapter Sicilia, haintrattenuto il numeroso uditorio con un inter-vento sull’aspetto energetico dello sviluppo soste-nibile, mentre Giuseppe Castellana, Esperto inEnti di Terzo Settore, si è soffermato sul rapportotra solidarietà e sostenibilità ambientale.Ardua l’impresa di moderare i numerosi inter-venti, e di far rientrare il tutto nei tempi previsti,da parte della consigliera e docente Mariolina DiSalvo che ha coinvolto, a conclusione della gior-nata, la collega Piera Lo Leggio dell’UEPE di Agri-

Sostenibilità sociale, ambientale ed economica

AGRIGENTO

30 dimensione professionale giugno 2018

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gento con quella che la stessa ha definito una “re-lazione musicale”. Soddisfazione è stata espressa

31dimensione professionaleAttività dell’Ordine

I l World Social Work Day organizzatodall’Ordine Professionale Assistenti SocialiRegione Sicilia per l’anno 2018, presenta unprogramma molto ampio, includendo di-

verse iniziative nelle diverse province, al fine di

rimarcare l’importanza della professione dell’As-sistente Sociale nel contesto regionale in continuoe rapido cambiamento.“Promuovere la vivibilità e il benessere dei centriurbani” è il tema scelto quest’anno, un tema com-

Importanza crescente dell’Assistente Sociale nel panorama sociale del nostro Paese

ENNA

da tutti i presenti per l’integrazione dellevarie professionalità e competenze, integra-zione che ci ha ricordato che la sostenibilitàruota attorno a tre componenti fondamentali:la sostenibilità economica, intesa come capa-cità di generare reddito e lavoro per il sosten-tamento della popolazione; la sostenibilità so-ciale, intesa come capacità di garantire condi-zioni di benessere umano (sicurezza, salute,istruzione, democrazia, partecipazione, giu-stizia) equamente distribuite per classi e ge-nere ed, infine , la sostenibilità ambientale, in-tesa come capacità di mantenere qualità e ri-producibilità delle risorse naturali.

Mariolina Di Salvo

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plesso ed allo stesso tempo attuale, che evidenziaancora una volta l’universo dei diritti umani e gliambiti professionali che interessano la nostra pro-fessione.Nella giornata del 17 aprile, presso l’Universitàdegli Studi di Enna KORE, i diversi attori coin-volti hanno relazionato su una molteplicità di te-matiche: ambiente, professioni in rete, responsa-bilità professionale, disabilità, welfare generativoe sostenibilità ambientale.La giornata si è aperta con l’intervento del Consi-gliere dell’Ordine Professionale e vice-presidentedella Commissione iscrizione e cancellazione,Francesco Bruno, il quale ha esposto una rifles-sione sull’importanza del World Social Work Day,intesa come giornata non solo formativa ma anchecelebrativa, che tende ad evidenziare la bellezzadell’essere Assistente Sociale e l’orgoglio nel farparte di questa categoria professionale.In continuum, il Presidente del Corso di Laurea inServizio Sociale dell’Università degli Studi diEnna KORE, Prof. Sergio Severino, ha espresso ilproprio entusiasmo nel vedere tanti professionisticonfrontarsi su tematiche importanti e ha contri-buito attivamente arricchendo la giornata conl’esposizione di una ricerca scientifica sui processimigratori, in particolar modo sulle evidenze em-piriche della rappresentazione sociale nell’espe-rienza migratoria, in stretta correlazione alla vivi-bilità e al benessere dei centri urbani.Tale relazione è stata ulteriormente valorizzatadall’intervento del Prof. Nicola Malizia, docentedi Sociologia della devianza presso l’Universitàdegli Studi di Enna Kore il quale ha focalizzatol’attenzione sulla paura dell’immigrato, tra stereo-

tipi e stigma.Il Consigliere dell’Ordine e Presidente della Com-missione Iscrizione e Cancellazione, GiacomoSansica, ha affrontato un tema altrettanto impor-tante, ovvero l’identità e le caratteristiche salientidell’assistente sociale.Il Consigliere dell’Ordine e presidente della Com-missione Consultiva per l’accreditamento alla for-mazione continua, Matilde Sessa, ha relazionatosui vincoli deontologici nei riguardi della societàe del territorio, prendendo in esame l’agendaeuropea 2020, inerente la ricerca , lo sviluppo, lapovertà e l’esclusione sociale presente nei nostriterritori.L’Assistente Sociale coordinatore dell’Ufficio diServizio Sociale Distrettuale di Nicosia, Dott.ssaLidia Messina, ha esposto la propria relazione sulbenessere nel nuovo welfare generativo in rela-zione alle politiche sociali attive adottate dagliEnti Locali, in linea con il tema della giornata.Un tema considerevole di cotenuti, ossia il ruolodell’Assistente Sociale nel recupero dell’handicapè stato esposto dal Dott. Fabio Capodieci, Diret-tore Sanitario – Centro di medicina fisica e riabi-litazione Padre Pio di Catania. Il medesimo haposto delle riflessioni in merito alla figura dell’as-sistente sociale ma sopratutto sulle competenze ri-chieste nel mondo della disabilità, anche in rela-zione alla vivibilità e al benessere nei centri ur-bani.A chiusura della giornata di confronto il Dott. Lo-renzo Colaleo, Presidente Anpas Regione Sicilia,e la Dott.ssa Simona Ius, Psicologa e ResponsabileNazionae di Anpas dei Psicologi dell’emergenza,hanno focalizzato l’attenzione sulla valorizza-zione della figura professionale dell’Assistente So-ciale nel grande tema della sostenibilità ambien-tale e nel lavoro in rete e in sinergia con gli psico-logi nell’attivazione delle emergenze, evidenzi-ando nuovi contesti sociali in cui è richiesta sulcampo la nostra figura professionale, ritenuta fon-damentale.In conclusione, la realizzazione del ventaglio dieventi organizzati nella Regione Sicilia, carichi direlatori e contenuti, come affermato dal Consiglionazionale dell’Ordine degli Assistenti Sociali sono“Una prova ulteriore - importante, autorevole,pubblica – della forza e della validità della profes-sione dell’Assistente sociale e dell’importanzacrescente che questa figura riveste nel contesto enel panorama sociale del nostro Paese”.

Francesco Bruno

32 dimensione professionale giugno 2018

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Nonostante la migrazione siavecchia quanto l’umanità,l’epoca moderna è testimone diuna crescita dei flussi migratori

storicamente senza precedenti, che contri-buisce a trasformare il tessuto sociale nei ter-ritori di arrivo, sollevando nuove preoccu-pazioni socio-culturali, economiche e geopo-litiche.Nel nostro paese non si tratta di un’espe-rienza nuova. Ciò che però fa la differenzarispetto al passato oltre alla quantità del nu-mero delle donne migranti dirette verso lenostre coste, è la violenza di cui le stessesono vittime, proprio durante il viaggio suibarconi lungo il Mediterraneo, che le con-durrà in Italia. Nell’immaginario comune si

tende, spesso, a pensare agli immigrati comead una popolazione prevalentemente ma-schile. Dall’analisi dei dati riportati dal-l’Istat, dall’Oim, dall’Eurostat, in realtà, inItalia, sono sensibilmente più numerose le

33dimensione professionaleViolenza di genere

Immigrazione femminile e violenza normalizzata

Una survey fra le richie-denti asilo che hanno at-traversato il Mediterraneo

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34 dimensione professionale giugno 2018

donne straniere, pari al 65-70% del totale,colpite da una doppia vulnerabilità o discri-minazione, in quanto, non solo sono donne,ma anche immigrate vittime di violenza. Ignazia Bartholini e Veronica Intravia hannorecentemente condotto uno studio che, in at-tesa di pubblicazione, concerne “Immigra-zione femminile e violenza normalizzata.” Essarappresenta la prima survey fra le richie-denti asilo che hanno attraversato il Medi-terraneo” nel contesto della Sicilia occiden-tale. È il frutto non solo di una ricerca empi-rica, ma di un ragionamento articolato dalpunto di vista teorico su un tema di scot-tante attualità riguardante appunto la vio-lenza subita dalle donne di origine straniera.La necessità di esplorare tale fenomeno, hacondottole studiose ad esplorare il grado dipercezione, le rappresentazioni ed i signifi-cati attribuiti dalle donne straniere richie-denti asilo alla violenza subita. La survey èstata condotta a tal fine nei centri di prima eseconda accoglienza del palermitano e neltrapanese e ha consentito, per contrappuntodi delimitare alcune differenze fra il feno-meno della violenza di genere subito e per-cepito dalle donne subsahariane rispetto aquello delle donne euro-mediterranee.Se da un lato, per le donne occidentali sitratta di una violenza ancora iscritta nel pa-radigma “Onore-Vergogna”, che ha esplo-rato negli anni Cinquanta e Settanta del se-colo scorso, dall’altro lato, tale paradigma, èstato applicato alle esperienze narrate dallerifugiate//richiedenti asilo dell’Africa sub-sahariana. Ancora oggi, essere “femmina”,in molti paesi di matrice tradizionalista,comporta il dovere di mantenere l’onore fa-miliare e, quindi, mette in gioco molti valoritra il personale, il familiare e l’aspetto cultu-rale. In realtà, la questione della subordina-zione femminile fa parte della storia cultu-rale del paese di provenienza, riconducibileprevalentemente al processo di socializza-zione, che inculca atteggiamenti di sottomis-sione alla donna e di dominio all’uomo. Se si assimilano determinati comportamenti,a partire dalla prima infanzia, è difficile po-tersi allontanare da questi, in quantoognuno incorpora un determinato tipo di ha-bitus da cui è impossibile distaccarsi. Infatti,la prospettiva interpretativa che è stata uti-

lizzata, per analizzare i vissuti delle donnevittime di violenza, in particolare nei rap-porti di genere, è stata quella della violenzasimbolica di Bourdieu, in quanto, tale ap-proccio contribuisce a spiegare come le di-suguaglianze tra i due sessi siano costruite,praticate, attuate, riprodotte in maniera in-conscia. Nonostante gli sforzi fatti per fareun’attenta analisi sulla percezione della vio-lenza da parte delle donne straniere, la let-teratura sull’argomento è risultata assoluta-mente freschissima e talvolta inesistente e,purtroppo, ha dato delle indicazioni limitatesull’argomento. Proprio per tale motivo, laricerca sul campo ha rappresentato unosnodo cruciale nell’economia complessivadel lavoro di tesi ed ha avuto come interlo-cutrici privilegiate proprio le donne stra-niere vittime di violenza, perché solo loropotevano dare testimonianza diretta di talefenomeno. L studiose hanno elaborato una traccia d’in-tervista non direttiva al fine di facilitare ilflusso comunicativo delle intervistate. Ov-viamente, individuare donne disposte a par-lare della violenza subite non è stato facile,dal momento che sono donne che non par-lano in italiano. La presenza di mediatoriculturali è risultata indispensabile al fine dicogliere la cornice culturale, relazionale, fa-miliare di riferimento delle stesse, la memo-ria rispetto alle esperienze violente vissute ei traumi subiti, oltre che il loro grado di con-sapevolezza riguardo l’esperienza della vio-lenza. Sono state raccolte 26 interviste semi-strutturate, svolte presso i Centri di secondaaccoglienza del territorio palermitano e ditrapanese. Le dimensioni della ricerca empirica hannoriguardato in primis la violenza contro ledonne, il modo con cui viene riconosciutadalle intervistate e le tensioni di riconosci-mento legate ai contesti di vita, di lavoro, fa-miliari e di coppia, collegate sia alla migra-zione che all’organizzazione della vita quo-tidiana delle stesse sia nel paese d’origineche in Italia. La traccia d’intervista è stata ar-ticolata in 5 aree tematiche. La prima riguardante l’aspetto anagrafico,personale, familiare, sentimentale delladonna; la seconda riferita alla violenza subitadi tipo fisico, che solitamente è la prima

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forma di violenza riconosciuta; la terza ri-guardante la violenza simbolica, che prevedel’imposizione di un pensiero culturale nel-l’azione educativa e la replicazione del domi-nio maschile sulle donne, tramite la “natura-lizzazione” della differenziazione tra i generi;la quarta area riferita al percorso di riconosci-mento (o meno) della violenza subita. È proprio attraverso quest’ultima area tema-tica, che la formulazione di alcune domandespecifiche ha permesso di far comprenderegli elementi che favoriscono il riconosci-mento e l’affrancamento da una condizionedi sottomissione e sofferenza normalizzata.Si è voluto indagare, in particolare, se la vio-lenza rappresentasse un continuum tra ilPaese d’origine e quello di accoglienza, no-nostante quest’ultimo (in questo caso l’Ita-lia), sia regolamentato da norme, leggi, tra-dizioni diverse, che dovrebbero interrom-pere quelle azioni violente, considerate inac-cettabili e intollerabili. L’ultima sezione diquesta ricerca, infine, ha fatto riferimento alcambiamento di vita vissuto dalle donne in-tervistate in Italia. Attraverso la formulazione di domande spe-cifiche, si è voluto scoprire se vittime di vio-lenza avessero avuto la possibilità di riela-borare, attraverso il cambiamento vissutotramite il viaggio migratorio, la loro storiasegnata dalla violenza. In particolare, le do-mande che hanno permesso di ottenere i ri-sultati desiderati, riguardanti la differentepercezione della violenza, che le donne stra-niere hanno rispetto alle donne occidentali,sono state quelle relative alla sezione dell’in-tervista, intitolata “Riconoscimento dellaviolenza”. Si è constatato che, per la maggiorparte delle intervistate, la violenza è ritenuta“normale”. Il dominio dell’uomo, da partedi molte intervistate, è ritenuto indispensa-bile, perché senza l’esercizio di quest’ultimonon ci sarebbe la possibilità di mantenerel’ordine all’interno della propria famiglia. Èstato interessante osservare come, nelle sto-rie raccontate dalle intervistate, il dominiomaschile faccia parte delle regole e delle abi-tudini tipiche delle loro famiglie. Sono regole che si stabiliscono informal-mente all’interno della coppia, diventandoindispensabili per un quieto vivere. Solo laviolenza subita durante il viaggio verso le

nostre coste è ritenuta anormale ma neces-saria alla sopravvivenza. In tali casi l’anor-malità non sta nell’agito ma nell’identità del-l’agente….che è l’estraneo e non il contiguofamiliare. Alcune delle hanno raccontato diessere state costrette a lasciare il propriopaese con l’inganno, per essere immesse nelcircolo della prostituzione forzata. Altre, chela violenza subita ha rappresentato una con-dizione di necessità fortunatamente non re-plicabile in Italia.Le intervistate hanno dichiarato che, nono-stante in Italia speravano di avere una vitamigliore, in realtà, non sono poche le diffi-coltà che incontrano quotidianamente, per-ché dagli autoctoni vengono considerateprima di tutto immigrate, poi donne e, in-fine, persone. Nonostante ciò, confermano che la loro vitasia migliore, perché costantemente vengonoaiutate da personale specializzato in un per-corso di superamento delle loro difficoltà, alfine di poter riscrivere la propria biografiain un paese del tutto diverso rispetto aquello di origine fatto di usi, costumi e modidi vivere differenti. Finalmente sono donne che vivono in unpaese, in cui vengono ascoltate e capite, no-nostante la loro identità sia stata calpestatadalla potenza del carnefice. Si legge nei loroocchi la voglia di superare le loro difficoltàe di intraprendere un cammino che le possaaiutare a ritrovare sé stesse. Infatti, vanno ascuola, studiano, seguono corsi professio-nali, con l’obiettivo principale di integrarsi,per essere libere, per essere riconosciutecome donne portatrici di diritti da rispettare.Solo dopo aver raggiunto questo primoobiettivo, sperano di riuscire a lavorare, alfine di raggiungere quel grado di autonomiaed autodeterminazione che non hanno maiconosciuto nella loro vita. Nonostante nonsia stato assolutamente facile parlare di vio-lenza sessuale agita da un estraneo, il con-tributo amaro fornito da questa ricerca è chela diade “amico-nemico” si trasforma inprossimo “autorizzato a”, in quanto marito,fratello, padre e “non autorizzato a”, inquanto estraneo, …autorizzato o non auto-rizzato a violare il corpo e l’identità psicolo-gica di una donna.

Ignazia Bartolini

35dimensione professionaleViolenza di genere

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36 dimensione professionale giugno 2018

Prodotta dalla violazione dei loro dirittiumani in ambito pubblico e privato, at-traverso varie condotte misogini (mal-trattamenti, violenza fisica, psicologica,

sessuale, educativa, lavorativa, economica, patri-moniale, familiare, comunitaria) che comportanol'impunità delle stesse da parte sociale e istituzio-nale, che spesso culminano con l'uccisione o il ten-tativo di uccisione della donna.Tale neologismo è asceso alla ribalta delle crona-che internazionali, grazie al film Bordertown, incui si raccontano fatti accaduti a Ciudad Juarez,città al confine tra Messico e Stati Uniti, dove dal1992 più di 4.500 giovani donne sono scomparsee più di 650 stuprate, torturate, uccise e abbando-nate ai margini del deserto, il tutto nel disinteressedelle Istituzioni, con complicità tra politica e forzecorrotte dell'ordine e criminalità organizzata, oltrealla possibilità d'insabbiamento delle indagini. Il primo documento internazionale, volto a com-battere questa piaga sociale, porta il nome di "Laconvezione sull'eliminazione di ogni forma didiscriminazione nei confronti della donna, ap-provata il 18 dicembre 1979 dall'ONU, tale "carta"costituisce la principale garanzia che il diritto in-ternazionale offre al rispetto dei diritti femminili.Nel rispetto delle statistiche, concernenti il dram-matico fenomeno della violenza di genere, aventeeffetti devastanti sulle donne sia a livello fisicoche psichico (conseguenze sia di tipo acuto/tem-poraneo sia di tipo cronico/permanente), le vit-time in Italia dal 2000 ad oggi sono più di 3000.Dai risultati, prodotti dal rapporto dell'Eures,pubblicato a novembre 2017, si evince che, nel50% dei casi, l'aggressore è il partner della vittimao l'ex fidanzato (nel 77% dei casi di femminicidioad uccidere è stato un familiare; nel 92% dei casidi femminicidio ad uccidere è stato un uomo).

Gli ultimi tre anni• 71 i casi di femminicidio nel 2015 in Italia• 72 i casi di femminicidio nel 2016 in Italia• 68 i casi di femminicidio nel 2017 in ItaliaDopo i primi tre mesi del 2018, si nota come i casidi femminicidio nel nostro paese sono già 18.

I MECCANISMI DELLA VIOLENZA DI GENEREDunque la violenza di genere, come già sopraespletato, è caratterizzata da un insieme di com-portamenti e atteggiamenti che includono varietipologie di violenza: fisica (schiaffi, calci, pugni),psicologica (minacciare, isolare, denigrare, svalo-rizzare, spiare, pediatre, controllare), sessuale,(costringere a subire rapporti sessuali con la mi-naccia, costringere ad avere rapporti sessuali conterzi).E' certezza che la violenza all'interno di una cop-pia non è immediata: prima della violenza verae propria sono presenti dei segnali d'allarme,degli indicatori che possono presagire violenzemolto gravi; si tratta di modalità psicologiche

Il femminicidio: una piaga socialeFemminicidio è “La formaestrema di violenza di generecontro le donne”

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volte a intimidire la vittima e renderla più debole,più vulnerabile e subdola.Uno dei modelli maggiormente utilizzati per spie-gare il determinarsi di questi comportamenti èquello da Pence e Paymar (1993), identificatocome la ruota del potere e del controllo. Vengonoidentificati tre fasi che descrivono il maltratta-mento come strategia di controllo all'interno delciclo della violenza.Nella prima fase c'è un clima di tensione conostili comportamenti verbali, finalizzati al con-trollo ossessivo e possessivo della vittima che, inquesta fase, si sente in colpa. La donna, intenta acontrollare la rabbia del partner, è investita da unamissione salvifica dell'uomo, ritenuto bisognosodi aiuto. La rete che mtrappola la vittima è sup-portata dall'idea di cambiare il compagno vio-lento, per questo motivo i primi episodi violentisono minimizzati.La seconda fase è quella dell'esplosione: la du-rata è breve ed è caratterizzata dal massimo peri-colo per la donna e per i figli. In questo periodola donna cerca le strategie di difesa, scappando echiedendo aiuto; cerca di sopravvivere, special-mente quando la convivenza è forzata. La ricercad'aiuto e il desiderio di parlare della violenza scat-tano solo quando la vittima inizia a temere di nonpoter uscire dalla drammatica situazione e di nonpoter cambiare il partner.Nella terza fase, il maltrattante vede gli effetti ne-gativi della violenza, dato che teme di perdere ladonna, considerata di sua proprietà; quindi cam-bia comportamento, mostrandosi rassicurante,pur di ottenere il perdono, mentre attribuisce auna forza incontrollabile gli episodi di violenza,a un disagio, a una malattia. In questa fase ladonna si sente bisognosa di aiuto, ma dato che èstata isolata, l'unica fonte di protezione rimane ilpartner violento.In questa fase, ha inizio il periodo della riappaci-ficazione, decisa dall'uomo violento: "la falsaluna di miele", la cui durata può essere di ungiorno o un mese. E' desiderio di molte donnemaltrattate pensare che la violenza sia solo unaparentesi parentale e non un meccanismo conti-nuo e che l'uomo che esse hanno sposato o con cuiconvivono, spesso padre dei loro figli, non siaquell'uomo violento che si è dimostrato. La donnamaltrattata non è più certa di sé, è indotta a pen-sare che l'abusante sia il solo detentore della ve-rità, per cui non pensa di avere delle doti e dellecapacità concrete. Le donne abusante perdono

anche il contatto con i propri desideri, sentimenti,scambiando quelli del partner come propri.La violenza domestica è caratterizzata da una spi-rale, in cui la donna, essendo invischiata, non hapercezione di essere vittima, per questo le donneabusante ci mettono anni per rendersi conto chequello che stanno subendo è una violenza checomporta gravi conseguenze, non solo per sé maanche per i figli che vi assistono.Quando la donna comincia a ribellarsi e cerca diuscire dalla violenza, l'abusante l'aggredisce fisi-camente, per ristabilire lo status quo, impedirle direagire, ricattandola sui figli (la minaccia di to-gliere i figli se dovesse lasciarlo). Il partner fa af-fidamento sull'ignoranza della moglie, che nonconosce i propri diritti e sulla mancanza di con-fronto con altre persone, che potrebbero rassicu-rarla sui figli e sull'affidamento.L'obiettivo della spirale di controllo-violenza è laconservazione del potere, oltre all'esercizio delcontrollo sulla donna.L'Italia sta utilizzando una politica di estrema at-tenzione al fenomeno sociale, anche se ancora conlentezza e poco coraggio. Bisognerebbe attivareuna vera prevenzione, in modo da estirpare laviolenza sin dal suo nascere, sì d'agire sui giovani,sui bambini, insegnando loro il rispetto, la capa-cità di riconoscere le emozioni, anche quelle ne-gative, e imparare a gestirle.La famiglia e la scuola hanno un ruolo fondamen-tale nella trasmissione di valori positivi, come nel-l'educazione del rispetto delle donne. Spesso sitende a vedere e interpretare il problema dellaviolenza come qualcosa di distante da ognuno dinoi, come un problema che riguarda solo alcuniceti sociali, solo certe donne e solo certi uomini,affetti da problemi di tipo psichiatrico oppure didisagio socio-economico. La violenza contro ledonne è diffusa ed è presente in tutte le realtà eculture.

Anna Grande

BibliografiaAnna Costanza Baldry "DAI MALTRATTA-MENTI ALL'OMICIDIO" La valutazione del ri-schio di recidiva e dell'uxoricidio.Quarta edizione aggiornata Franco Angeli (2011)https://www.panorama.it/news/cronaca/fem-minicidi-italia-dati-dal-2000-ad-oggi/http://lineediattivita.dipartimento-famigliasici-lia.it/index.php?option=com content&view=arti-cle&id=407&Itemid=218

37dimensione professionaleViolenza di genere

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organizzativo nelle sue molteplici componenti esfaccettature, rappresenta un aspetto determi-nante per lo sviluppo e l’efficacia organizzativa.La comunicazione ha di fatto un ruolo struttu-rante e strutturale ed e’ una variabile trasversaleche dà continuamente forma e senso all’organiz-zazione stessa, rappresentando uno dei fattori disuccesso dell’organizzazione. La comunicazione, nelle sue molteplici forme, in-fatti, contribuisce fattivamente alla determina-zione del grado di “salute” delle organizzazioni.Nonostante l’assistente sociale sia un professioni-sta che conosce ed utilizza le tecniche della comu-nicazione, talvolta nel proprio posto di lavoro nonriesce a gestire positivamente e governare i pro-cessi comunicativi con i colleghi o con i superiori,

“D ifferenze culturali, linguaggio tecnico di-verso, formazione professionale, rigidadivisione dei ruoli, …” sono alcuni

degli ostacoli nella comunicazione in ambito lavo-rativo, individuati da un gruppo di assistenti socialipartecipanti ai seminari sulla comunicazione, rea-lizzati nei mesi scorsi ad Agrigento, Caltanissetta edEnna; fattori ostativi che il più delle volte finisconocon l’influenzare, oltre che il grado motivazionaledei singoli, anche le dinamiche relazionali. Nel contesto lavorativo, gli aspetti relazionalihanno un’importanza fondamentale per il suc-cesso dell’organizzazione e il buon funziona-mento dei suoi elementi strutturali, sia in base aduna prospettiva sociale, sia individuale. La capa-cità di perseguire il miglioramento del benessere

La comunicazione in ambito lavorativo

Social Work

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manifestando sentimenti di “mal-essere”.Alcuni modelli per misurare il livello di “benes-sere/malessere” di un’organizzazione, prendonoin considerazione alcune dimensioni, quali:l’ascolto, necessario per favorire la partecipazionealle scelte e alle politiche dell’amministrazione; lacomunicazione interna, che incide sulla capacitàdi diffondere valori e culture organizzative con-divise; la comunicazione organizzativa, che agiscesulla qualità delle comunicazioni orizzontali everticali; la comunicazione interpersonale, che in-cide sulla capacità di instaurare relazioni interper-sonali, collaborative e soddisfacenti; la gestionedei conflitti, che riguarda la capacità di preveniree gestire le eventuali situazioni relazionali criti-che.

Esistono numerose forme di discomunicazione edi comunicazione patologica, caratterizzate daambiguità, equivoci, paradossi che possono so-vente inibire l’altro e la sua libertà di decisione,bloccando la comunicazione e inducendo l’inter-locutore alla “fuga”. All’interno di un atto comunicativo, sia sempliceche complesso, possono entrare elementi verbalie non verbali che interferiscono con la comunica-zione, dando luogo ai cosiddetti blocchi comuni-cativi. Spesso nell’ambiente di lavoro assistiamoad atteggiamenti comunicativi, quali comandare,minacciare, fare la morale, drammatizzare, con-vincere, predicare, esortare, sostituirsi agli altri,delegare totalmente, voler influenzare ad ognicosto, manipolare, triangolare, giudicare, biasi-mare, valutare negativamente, valorizzare senzamotivo, dare soprannomi, prendere in giro scre-ditare, sminuire la persona o i risultati, che risul-tano inadatti e o inefficaci.Tali atteggiamenti a lungo termine, producononelle persone potenziali o conseguenti rischi,come la dipendenza, il senso di persecuzione, gliatteggiamenti difensivi, la riduzione delle energie,la perdita di fiducia, la fragilità, la pauperizza-zione delle risorse, l’irrigidimento delle posizioni,gli atteggiamenti dubbiosi, gli atteggiamenti op-positivi, l’opposizione latente, la riduzione del-l’impegno, l’emarginazione e la distanza, la fuga,l’ambivalenza, il risentimento, l’aggressività di-retta e indiretta, la chiusura relazionale, l’ evita-mento, la demotivazione.Tra i possibili rischi in ambiente di lavoro, sonoricompresi i rischi trasversali relativi ai “fattoripsicologici” (compiti ripetitivi, solitudine lavora-tiva, complessità ed eccesso di responsabilità, con-flittualità). Lo stress, situazione di tensioneintensa e prolungata nel tempo, anche se non puòessere considerato una vera e propria patologia,finisce con l’influire negativamente sullo stato disalute e comportare di conseguenza la riduzionedell’efficienza. Secondo uno studio della European Agency forSafety and healt at Work , i problemi di stress sulluogo di lavoro, riguardano circa il 22% dei lavo-ratori dell’Unione Europea, causa che si pone alsecondo posto dopo i disturbi muscolo -schele-trici, che determina circa il 50% delle assenze dallavoro, con un conseguente costo economicoannuo di 20 miliardi di euro.In Italia circa 1 lavoratore/trice su 4, dichiara disoffrire di stress da lavoro; ma nonostante ciò,

39dimensione professionale

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soltanto il 40% delle imprese italiane mostra uncerto interesse, mentre il 20% dichiara di affron-tare il problema attraverso l’offerta di formazione(45%), o procedendo ad una diversa organizza-zione del lavoro (28%).I principali ostacoli delle aziende nell’affrontare ilproblema riguardano: la delicatezza della que-stione (58%) e la mancanza di consapevolezza(46%). Riuscire a risanare le relazioni, innalzandoi livelli motivazionali è necessario, altrimenti l’or-ganizzazione rischia di perdere la coesione at-torno ai valori guida.La formazione e la comunicazione efficace, sonoalcuni degli strumenti che consentono di ridurrele incomprensioni e gli attriti ed ottenere, quindi,relazioni interpersonali funzionali.La comunicazione efficace si pone l’obiettivo delsuccesso del trasferimento dei contenuti del mes-saggio, è una comunicazione nella quale i tre li-velli: verbale, paraverbale e non verbale sonocoinvolti e sono coerenti tra loro. Nello specifico il canale verbale riguarda il lin-guaggio, le parole, il contenuto e rappresenta soloil 7% della comunicazione; il canale paraverbaleriguarda il tono della voce, il timbro, il ritmo, l’inflessione, il volume, le pause, la velocità e rap-presenta il 38% della comunicazione; il canale nonverbale, chiamato anche linguaggio del corpo,comprende i movimenti del corpo, del volto, degliocchi, l’atteggiamento, la prossemica, l’aspetto, lapostura e riguarda il 55% della comunicazione.Quando si crea una distonia tra questi elementi,l’interlocutore comprende che c’è qualcosa chenon va, risulta confuso e comunque da più pesoai messaggi che vengono dal subconscio, quelloche legge nella comunicazione paraverbale e nonverbale. La comunicazione efficace negli ambienti di la-voro, può essere considerato come strumento diprevenzione dei conflitti o dei vissuti di malesseree deve essere improntata:sull’empatia,sul feedback, sulla sintonia tra i livelli della comunicazione,sull’ascolto attivo,sull’assertività.La comunicazione assertiva si pone l’obiettivo diridurre le componenti aggressive e passive; lapersona che ha uno stile comunicativo aggressivoimpone i suoi diritti, violando quelli altrui e su-scita così sentimenti di offesa e umiliazione nel-l’altro; colui che invece ha uno stile comunicativo

passivo, tende a non esprimere i propri sentimentie desideri, a subire tacitamente prevaricazioni erichieste irragionevoli.L’assertività si pone, quindi, come quella compe-tenza relazionale che permette di riconoscere leproprie emozioni, i propri bisogni e le proprieopinioni e di comunicarli agli altri, nel rispetto re-ciproco e di impegnarsi a risolvere positivamentele situazioni e i problemi. Tale modo di comunicare nasce dall’armonia traabilità sociali, emozioni e razionalità: chi è asser-tivo sa esprimere in modo chiaro e efficace emo-zioni, sentimenti, esigenze e convinzioni, saesprimere e difendere il proprio punto di vista,con calma e pacatezza, riducendo ansia e aggres-sività, sempre recependo l’espressione delle posi-zioni altrui.La comunicazione ha un impatto fortissimo sullamotivazione dei lavoratori e delle lavoratrici e diconseguenza sulla qualità delle prestazioni ero-gate, anche per questo le aziende dovrebbero ga-rantire le necessarie condizioni per migliorare lacomunicazione nel posto di lavoro , poichè i lavo-ratori e le lavoratrici che comprendono appienole politiche aziendali saranno più portati a condi-viderle e comunque a rispettarle; e per conclu-dere, desidero condividere una proposta perottimizzare la comunicazione nei servizi territo-riali, avanzata da una collega, in occasione di unseminario sulla comunicazione, tenutosi a Calta-nissetta, “seguire una volta al mese, percorsi di benes-sere di gruppo, con tecniche olistiche per attivare leenergie ed eliminare lo stress, fonte principale della co-municazione disfunzionale”.

Franca Rita Battaglia

Note bibliograficheMayello Carlo - “L’arte di comunicare”, Ed.Franco Angeli , 2003Delfo Bonenti, Anna Meneghelli “Assertività etraining assertivo. Guida per l’apprendimento inambito professionale” Ed. Franco Angeli, 2018European Foundation for the Improvement of li-ving & Working Conditions 2007European Agencyfor Safety and Healt At. Work,2010Atti Seminari “La comunicazione in ambito lavo-rativo. Strumento di prevenzione del conflitto”Agrigento 26.10.2017, Caltanissetta 30.11.2017,Enna 24.01.2018.

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Nell’attuale contesto di incertezzae precarietà aumentano le ri-chieste inedite e complesse a cuigli operatori sono chiamati a ri-

spondere. Vecchie e nuove vulnerabilitàrendono sempre più difficile orientare lepersone in condizione di criticità a trovarerisposte efficaci. Anche dove si può contaresu una forte tradizione dei servizi sociali ènecessario un costante rinnovamento perriuscire a stare nei cambiamenti con cuoreintelligente.In questa situazione gli Assistenti Socialiimpegnati quotidianamente nel lavoro dicura sono oggi detentori di un sapere - nonsempre riconosciuto - continuamente veri-ficato dall’esperienza. Gli Assistenti so-ciali,sono i veri “esperti”, a patto che questaloro sapienza riesca a diventare patrimoniocondiviso.Nell’ultimo ventennio, abbiamo rafforzatole competenze professionali, attraverso ilconfronto di esperienze. Ripartire dal-l’esperienza affrontando temi non facili,quali la vita emotiva, la motivazione, ilgruppo di lavoro, i limiti e le fragilità, lagiusta distanza ha consentito di coltivareuno sguardo riflessivo sul vissuto. Ne sonoscaturite direzioni di senso per il lavoro,strategie per il benessere individuale e digruppo, criteri per l’efficienza dell’organiz-zazione.Ognuno di noi, nel proprio ambito lavora-tivo, di settore sia pubblico che privato,agisce attraverso procedure e strumentipropri e perché di fronte ad un problema oad una situazione complessa non essendocontemporaneamente avvocato, economi-sta, psicologo, ha come specificità il sapercoordinare le reti di opportunità, ossia es-

sere un relazionatore di relazioni.Non indossiamo divise, camici, grembiuliche rimarcano il confine tra il fare empaticoe il fare scientifico sostenuto dalle merecompetenze tecniche (il curare senza avercura). Quando si accosta alla situazione diaiuto porta in primo luogo e soprattutto sestesso. L’unico strumento in suo possessoper lavorare con gli altri è composto da:

• l’interesse per gli altri• le conoscenze di base, sia teoriche che diesperienza

• i valori, quelli della professione e quellipersonali

• la propensione al cambiamento • le abilità relazionali e cognitive.

Il mandato dunque non può ridursi adaspetti meccanicamente erogatori, a scapitosia delle potenzialità professionali, chedella capacità di accogliere la complessitàe la globalità dei problemi dell’utente, siache questi presenti un problema che lo ri-guardi direttamente o che riguardi un suo

41dimensione professionaleSocial Work

DECIDERE NEL SERVIZIO SOCIALE. RIPARTIRE DALLEESPERIENZE PROFESSIONALI

“....Se vuoi comprendere ilbisogno, devi allargare latua capacità visiva e men-tale del contesto in cuioperi”

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familiare. Il più delle volte all’interno dellarichiesta di aiuto si determina una plura-lità di interessi e non sempre l’assistentesociale lavora intorno ai bisogni espressidal solo utente per arrivare a migliorare lasituazione o attenuare il disagio, come sot-tolineato per quanto concerne gli atteggia-menti professionali. Altro problema che attiene alla dimensioneetica del lavoro sociale, quindi delle espe-rienze concrete, è quello che riguarda i co-stanti mutamenti della società che intro-ducono modifiche radicali degli assetti isti-tuzionali, economici e nelle rappresenta-zioni dei rapporti tra culture, tra individuie gruppi sociali. Ciò che accade nei serviziha sempre collegamenti e implicazioni conle trasformazioni economiche e socio-cul-turali generali che, non sempre gli assi-

stenti sociali riescono a vedere e compren-dere, afferrandone solo pezzi e segmenti. Se alle trasformazioni vanno ricollegate lenuove e diverse aree del disagio sociale(immigrazione) o le diverse forme di cro-nicità che gravano pesantemente sui ser-vizi (invecchiamento della popolazione), oancora i processi di globalizzazione chesconvolgono il tessuto economico di interecomunità (delocalizzazione delle aziende,disoccupazione e lavoro precario), è daesse che vanno tratti i nuovi orientamentiper le politiche locali ed è ad esse chevanno ricondotte le esigenze di cambia-mento organizzativo e dei contenuti del la-voro.Diventa perciò cruciale per l’assistente so-ciale aprirsi a un contesto più ampio, indi-viduare nuove ipotesi e sperimentazioni

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invece che ripiegare in adattamenti passivie sterili. Oggi sempre più si deve connettere cono-scenza e azione. Una conoscenza non rife-rita soltanto all’attuazione dei saperi ap-presi durante l’iter formativo, alle sistema-tizzazioni tecnico-professionali, ma che simisuri con l’esplorazione.Sono le scelte operative delle/gli assistentisociali quelle che contribuiscono a costruirel’immagine di una città più o meno amicadei cittadini, di servizi che “servono” o diservizi rigidi e burocratici, servizi da soste-nere e difendere o servizi da abbandonare. La durezza di Ceronetti, nel definire leazioni di intervento del Servizio Sociale,“..da un lato,la conseguente drammaticitàdi un bisogno non del tutto esplorato, dal-l’altro estremizza la sua personale perce-zione delle risposte in atto nella sua città.”.Però quando la qualità percepita è negativae le risposte dei servizi deludenti, soprat-tutto se riguardano le urgenze poste dalletrasformazioni in atto, occorre distinguerefra quanto è mission professionale e mis-sion aziendale, rinviandone parti consi-stenti al mittente, ossia alle istituzioni re-sponsabili delle “politiche sociali” e dei re-lativi programmi di intervento. Occorre comunque sempre rendere espli-citi all’utente gli aspetti della complessitàin modo che la comprensione possa trasfor-marsi in consapevolezza e responsabilitàcivile in nome di quella funzione educativache il servizio sociale comporta.Si tratta di uno strumento speculare che ri-flette azioni e nozioni, attraverso una con-sapevolezza frutto della presenza e delleesperienze delle e degli assistenti socialiche, a partire dalle tappe significative dellaprofessione -il convegno di Tremezzo(1946), l’inserimento negli enti assistenziali,l’attuale sistema di servizi-, continuano ainterrogarsi su ruolo, funzioni e obiettiviper connettere l’intervento con la preven-zione e l’educazione, la pratica con la ri-cerca, la documentazione con la produ-zione culturale della professione. Oggi, il ruolo dell’Assistente Sociale deveessere un apicale, che non basta più unasolida formazione di base: non solo unalaurea magistrale, ma specialmente un per-

corso che strutturi le competenze di mana-gement. A ciò si aggiunge la necessità distrutturare tutta una serie di abilità che ri-chiedono sovente percorsi dedicati, fatti diesperienza, o meglio “parabole vissute daldì dentro” Essere un buon leader richiede la disponi-bilità a lavorare su sé stessi. Se si vuolecambiare il “mondo”è necessario partireprima da sé, conoscersi sui funzionamentie sulle anomalie. Se nelle organizzazioni sieffettuano cambiamenti e si risolvono pro-blemi, ciò deriva solo da una personalità,quella del leader, abituata al migliora-mento, prima di tutto con se stesso. In as-senza di ciò l’assistente sociale apicalevivrà di sicuro esperienze di inefficienza edi inadeguatezza, esperienze sue che egliinvece proietterà sugli altri come colpe: unvero disastro!Il leader è invece un innovatore. Sia nelmondo che nell’organizzazione nulla èeterno. Vedere le crisi (come l’attuale calodi risorse, per fare un esempio che riguardai servizi alla persona) come un’occasione dicambiamento è necessario per governareun sistema. Un buon leader rivede i metodidi lavoro, li semplifica, ed in tutto ciò coin-volge attivamente i sottoposti. In ciò noi as-sistenti sociali, abituati alla relazione comestrumento di lavoro, dovremmo essere imigliori!Il leader non è un capo, proprio perchè ilsuo ruolo spinge l’organizzazione a rinno-varsi e a non dormire su se stessa. L’inno-vazione, o anche semplicemente la gestioneinnovativa, richiede il metodo del lavoroper obiettivi. Quindi occorre prima di tuttoconoscerli questi obiettivi e quindi fare ri-cerca sui database a disposizione. La pro-grammazione che ne consegue non fa altroche tradurre gli obiettivi in azione. Gliobiettivi sono entità astratte, ma ben pre-senti nella testa del leader.

Rossella Archetti

“cfr. Ugo Albano: “l’Assistente Sociale de-stra o sinistra?”“cfr. Ceronetti-Filosofo -Sociologo”: “Oltreil Chiasso”

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L e dispute di politica interna così comequelle a livello internazionale non do-vrebbero mai avvenire sulla pelle dellepersone: lo spettacolo cui si sta assi-

stendo in queste ore è, a dire poco, desolante e preoccupante”. Queste le parole del presidentedel Consiglio nazionale degli Assistenti sociali,Gianmario Gazzi, nel comunicato stampa delloscorso 11 giugno, relativamente alla vicenda dellanave Aquarius. Parole che sento di condividere inpieno.Un gelido vento razzista soffia forte al principiodi questa nuova stagione estiva, ma ancora troppopochi sembrano essere gli animi capaci di accen-dersi di un sano e caloroso spirito di indigna-zione. L’Italia che chiude i porti è stata definita"un paese che finalmente alza la testa", a me parepiuttosto un paese che si inchina a logiche di mer-cato che contano più della vita delle persone, unpaese in ginocchio di fronte a uomini che procla-mano il vangelo della paura e della diffidenza algrido "prima noi" (che è uguale a dire "prima io"),un paese piegato dal forte vento razzista che dalnord del mondo urla inaccoglienza, innalza murie addirittura "gabbie" per separare i bambini dailoro genitori, che hanno come unica colpa quelladi essere migranti.Leggo con apprensione titoli di giornale, post suisocial network, colgo stralci di conversazione albar, al supermercato, in fila negli uffici. Gli italianisembrano aver rimosso parte della storia del se-colo scorso del nostro paese e dell'Europa tutta: lapromulgazione di leggi razziali e il trasferimentoforzato in campi di concentramento sono statipreceduti da insinuazioni razziste, da proclamidistintivi tra "noi e loro», da censimenti etnici, dal-l'individuazione di capri espiatori cui addossare

povertà e insicurezza sociale. La storia sembra ri-petersi, con l'aggravante che oggi nessuno puòdire "io non sapevo".Quest'Europa che ha vissuto 70 anni di pace, nonsolo non è stata capace di comunicarla ad altripaesi, ma progressivamente si è chiusa a riccio, in-gessata nell'indifferenza e nell'individualismo,preoccupata di essere contaminata, come se si po-tesse realizzare l'utopia del singolo continente fe-lice in un mondo alla deriva.Non voglio, in questo contesto, analizzare le mol-teplici responsabilità occidentali riguardo allecondizioni odierne in cui vertono altri continenti,dalle conquiste coloniali, ai processi di decoloniz-zazione, all'imposizione di regole per un'econo-mia globale; ricca è la bibliografia.Vorrei però proclamare che c'è un'altra Italia.Un'Italia che accoglie e integra, fatta di associa-zioni, di organizzazioni, di insegnanti che scel-gono di lavorare nei corsi di alfabetizzazione, dimedici che si dedicano agli "ambulatori per mi-granti», di operatori dei centri di accoglienza,educatori, mediatori culturali (e la lista conti-nua...). E poi ci siamo noi, assistenti sociali, impe-gnati nel pubblico o nel privato, che lavoriamonegli uffici di Servizio Sociale territoriale, nelleASP o negli stessi centri di accoglienza. Ed è a noiche mi rivolgo in particolare.Io credo che l'essenza stessa della nostra profes-sione ci chiami ad una responsabilità. Sono con-vinta che sia nostro dovere, in questo clima, essereuna roccaforte di protezione sociale, ove il ventodel razzismo e della diffidenza non possa insi-nuarsi.Il Titolo IV del nostro Codice Deontologico, tito-lato "Responsabilità dell'assistente sociale nei con-fronti della società" recita:

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“CALDE POLITICHE SOCIALI”PER CONTRASTAREL'INCALZANTE E GELIDOVENTO RAZZISTA

Immmigrazione

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33. L'assistente sociale deve contribuire a promuo-vere una cultura della solidarietà e della sussidia-rietà, favorendo o promuovendo iniziative dipartecipazione volte a costruire un tessuto socialeaccogliente e rispettoso dei diritti di tutti: [...]35. Nelle diverse forme dell'esercizio della profes-sione l'assistente sociale non può prescindere dauna precisa conoscenza della realtà socio-territo-riale in cui opera e da una adeguata considera-zione del contesto culturale e di valori.Identificando le diversità e lo molteplicità comeuna ricchezza da salvaguardare e da difendere.contrastando ogni tipo di discriminazione.36. L'assistente sociale deve contribuire alla pro-

mozione, allo sviluppo e al sostegno di politichesociali integrate favorevoli alla maturazione.emancipazione e responsabilizzazione sociale ecivica di comunità e gruppi marginali e di pro-grammi finalizzati al miglioramento della loroqualità di vita favorendo. ove necessario, pratichedi mediazione e di integrazione.37. L'assistente sociale ha il dovere di porre all'at-tenzione delle istituzioni che ne hanno la respon-sabilità e della stessa opinione pubblica situazionidi deprivazione e gravi stati di disagio non suffi-cientemente tutelati, o di iniquità e ineguaglianza.Vorrei fermarmi su queste parole, che sento moltoattuali.

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La norma è chiara: L'assistente sociale deve con-tribuire alla promozione, allo sviluppo e al soste-gno di politiche sociali integrate. C'è un ruolopolitico che siamo chiamati a svolgere. Si poli-tico. Non partitico, non fazioso, ma politico. Mipiace pensare all'origine della parola: politica de-riva dall'aggettivo greco politik’j, a sua voltaderivato da p’lij, città. Era il termine in uso perdesignare ciò che appartiene alla dimensionedella vita comune, dunque allo Statp (p’lij) e alcittadino (polàthj). Centro e insieme oggettodella politica è la p’lij la vita nella città e dellacittà. (Dizionario di Filosofia 2009 Treccani). Èdunque un invito all'impegno concreto, a essereun margine verso una mentalità escludente e checrea distinguo, con interventi diretti certo, manon solo.Troppo spesso, io credo, il nostro ruolo ci forzaa lavorare in condizioni di criticità, troppe emer-genze sociali da risolvere poche risorse (soprat-tutto istituzionali), tante procedure burocraticheche rallentano e complicano un intervento. Ma ilrischio è rimanere legati all'estemporaneità edunque relegati ad un ruolo marginale. Eppurela norma dice che "abbiamo il dovere" di porreall'attenzione delle istituzioni [...] e della stessaopinione pubblica [...] ecco allora che serve dipiù coinvolgere la società civile: queste comu-nità, di cui siamo membri, ma di cui dobbiamodiventare più protagonisti. Creare momenti diconfronto e di incontro, perché il razzismo sivince uomo per uomo, donna per donna, bam-bino per bambino: perché donne e uomini a cuisono quotidianamente predicati indifferenza eindividualismo hanno sete di parole e di gestiumani.Uno slogan degli ultimi giorni, apparso su moltisocial è proprio "restiamo umani" Abbiamo biso-gno di restare umani e serve più impegno per co-struire quel tessuto sociale accogliente e rispettosodei diritti di tutti. Un grande maestro di umanità,quale è stato don Lorenzo Milani aveva fatto pro-prio il motto I CARE, mi interessa. Tutto ci inte-ressa, tutto ci riguarda, tale deve essere oggi piùche mai il nostro motto. Un uomo diffidente, unuomo indifferente, un uomo che odia, non è certoun uomo felice, bisogna ricostruire spazi di uma-nità, dove l'incontro con l'altro sia possibile e dovela diversità sia considerata come una risorsa.Non posso e non voglio, in questo contesto, dilun-garmi snocciolandolo cifre e statistiche, non vo-glio dire che gli immigrati sono utili in un paese

in cui quasi il 20% della popolazione totale ha su-perato i 60 anni, non voglio fermarmi a ragionaresui 5 miliardi spesi per l'accoglienza, paragonan-doli ai 540 miliardi di euro di PIL sommerso. Nonvoglio e non posso. Lascio i numeri agli economi-sti e ai politologi.Noi crediamo nel principio di autoderminazionedelle persone. Il valore di uomo non può esseremisurato in termini di "utilità», l’uomo è portatoredi diritti (e ovviamente di doveri), solo in quantouomo.Dunque vorrei concludere questa mia riflessioneconsegnandovi una storia, mostrandovi un volto.K. è un ragazzo maliano di 16 anni, giunto in Ita-lia nel gennaio 2018 ed accolto presso il centro diprima accoglienza "Casa Airone” in cui lavoro, aCatania. È un ragazzo brillante e profondo, pienodi talento ed in pochi mesi ha imparato la linguaitaliana e si e ben integrato nel contesto del terri-torio.La nostra equipe, credendo profondamente nelprincipio dell'integrazione, sin dal primo ingressodei minori in struttura si impegna a coinvolgere iragazzi in tante attività extrascolastiche, perché laprima alfabetizzazione non può avvenire solo trai banchi di scuola. Così, anche grazie alla collabo-razione di varie associazioni, alle lezioni di ita-liano si affiancano corsi di musica, allenamentisportivi, laboratori creativi, corsi teatrali e, in par-ticolare, un laboratorio solidale. Quest'ultimo,realizzato grazie alla preziosa collaborazione deivolontari della Comunità di Sant'Egidio vuole es-sere l'occasione per sostenere i giovani migrantiin un percorso di integrazione nella società che liaccoglie, partendo anche dalla conoscenza dellefasce più fragili della popolazione, coinvolgendolinel servizio agli altri e creando spazi di riflessionee confronto con i loro coetanei italiani sui temidella pace e dell'integrazione. In particolare, i minori partecipano settimanal-mente ad un pranzo che i volontari di Sant'Egidiooffrono agli anziani dei quartieri storici, all'in-terno del loro centro diurno W Gli Anziani. I mi-nori stranieri aiutano a servire i pasti, pranzanocon gli anziani, li sostengono e organizzano mo-menti di festa per loro e con loro.K. accoglie sin da subito la proposta di parteciparea questi pranzi. Dopo solo pochi incontri, scriveuna lettera agli anziani in cui riflette sulla condi-zione di solitudine di cui molti di loro gli hannoparlato e vuole manifestare il suo dispiacere, re-citando un proverbio africano "quando un an-

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ziano muore è come se un'intera biblioteca bru-ciasse». K prende molto sul serio l'amicizia con glianziani, si lascia coccolare da loro, e accompagnale signore a casa, al termine del pranzo, per aiu-tarle con le buste della spesa. Anche durante tuttoil mese di Ramadan, nonostante il digiuno, conti-nua a partecipare al pranzo: non può gustare i cibisucculenti, ma vuole continuare ad andare a ser-vire, e, nonostante gli operatori e i volontari glidicessero di non preoccuparsi, puntualmentetutte le settimane si ripresentava alla porta dellasede, pieno di entusiasmo e buona volontà.Un giorno, al termine di una lezione di italiano daltema "cosa vuoi fare da grande?» K. si presenta nelmio ufficio con questo disegno (allegato A).Allora il suo sogno è diventato il mio: un giovaneassistente sociale maliano che lavori al nostrofianco per ricucire quel tessuto sociale e umanoche la paura e la diffidenza stanno lacerando.Buon lavoro a noi.

Maria Laura A. Sciuto

BIBLIOGRAFIAComunicato stampa - 11 giugno 2018: Migranti,Nave Acquarius, Gazzi (Assistenti sociali) "l'Italianon giochi con le vite delle persone".Codice Deontologico dell'Assistente Sociale Testoapprovato dal Consiglio Nazionale nella sedutadel 17 luglio 2009.Rapporto Eurispes 2016: Italia superare la sin-drome del Palio, passare dal contro al per e tra-sformare la nostra potenza in energia.ISTAT Italia in Cifre 2015Rai news 11 giugno 2018 Salvini: chiusi i porti allanave Aquarius. Muscat: l'Italia viola le leggi inter-nazionali"Rep.it 18 giugno 2018 Salvini sbock: "Censimentosui rom, quelli italiani purtroppo ce li dobbiamotenere". Scontro nel governo, Di Maio: "Incostitu-zionale"Corriere della Sera 19 giugno 2018 IL REPOR-TAGE Alla frontiera tra Messico e Texas. Nellimbo delle famiglie in fuga.

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venzione dello sfruttamento e tratta di minori.Quattro, i “punti caldi” della Sicilia e della Puglia,dove hanno operato i team professionali PUERI:gli hotspot di Trapani, Pozzallo, Lampedusa e Ta-ranto. L’efficacia e l’efficienza messa in atto dallevarie équipes è stata possibile grazie alla naturamultiprofessionale delle stesse, in quanto compo-ste da tre figure complementari quali: assistentesociale, psicologo e mediatore interculturale. L’in-trecciarsi delle competenze specifiche di ognunohanno fatto si che si potesse stabilire un contattoempatico, profondo e mirato, in grado di ridurreai minimi termini, le possibili incomprensioni conl’interlocutore.Io, come assistente sociale, sono stata onorata difar parte del team Pueri; la Fondazione NazionaleAssistenti Sociali, mi ha permesso non solo di spe-rimentarmi sul campo, ma soprattutto mi ha datol’opportunità di crescere personalmente e profes-sionalmente; Fondazione ha donato a noi tuttioperatori attivi del progetto, la possibilità di co-noscere attraverso i ragazzi ascoltati, le storie diun popolo. #ESSEREUMANISIPUO’ #FONDA-ZIONENAZIONALEASSISTENTISOCIALI#GRAZIE!

Luana Li Voti

P.U.E.R.I nasce come un progetto dedicatoall’accoglienza di MSNA (minori stra-nieri non accompagnati), tuttavia nel suoevolversi prende forma un’intensa cari-

smatica esperienza di vita; si è venuti a cono-scenza di contenuti, di elementi fondamentali chehanno trasformato numeri in persone, volti, sto-rie.Il progetto PUERI tramite il suo condottiero, laFondazione nazionale degli Assistenti Sociali, haconquistato la fiducia di molti: la Comunità Eu-ropea, il Ministero dell’Interno; ed ha inoltre col-laborato con due enti essenziali per la riuscita deilavori, ossia: il CIES (Centro Informazione edEducazione allo Sviluppo) e l’Ordine degli Psico-logi della Sicilia.Il macro obietto di PUERI prevedeva la presa incarico e il sostegno al minore, sin dall’arrivo inhotspot, per validare un sistema di pronta acco-glienza e soprattutto “agganciare” il minore attra-verso un colloquio mirato a sostenere il concettodi sistema legale di accoglienza. Questa, la primaopportunità che i team professionisti avevanonella pragmaticità del momento emergenziale,per contenere il fenomeno di allontanamento dei minori, dai centri di acco-glienza. Tale riuscita risulta propedeutica alla pre-

Il Progetto P.U.E.R.I.

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Visita il nuovo sito dell’Ordine Professionale degli Assistenti Sociali della Regione Sicilia all’indirizzo

www.assistentisocialisicilia.it .

L’Ordine è presente anche su Facebook con una pagina dedicata.

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­­www.assistentisocialisicilia.it

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