Prof. Paolo Citti Ing. Gianni Campatelli Università degli Studi di Firenze Dr.sa Paola Micheletti...
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Prof. Paolo CittiIng. Gianni Campatelli
Università degli Studi di Firenze
Dr.sa Paola MichelettiConsulente IRRE Toscana
La misura della Qualità nei sistemi educativi e formativi
Firenze, 28 Ottobre 2004Seminario Internazionale sulla Qualità nei sistemi educativi
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La Qualità nella Formazione
Non sempre l’approccio verso la Qualità utilizzato negli altri contesti porta a dei risultati tangibili nell’educazione
“Il bisogno di valutare le attività ed i progetti
formativi è crescente in tutti i campi, nel privato e nel pubblico. Gli interventi valutativi si moltiplicano,
ma non sempre colgono la sostanza, l’effettiva qualità, delle attività
svolte”M. Lichtner
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Perché fare Qualità?
La situazione formativa attuale, sia scolastica che rivolta ad adulti, sta sperimentando una forte evoluzione, legata al cambiamento del contesto sociale e degli obiettivi formativi che la porta a mettere continuamente in discussione i propri processi
I processi formativi devono quindi adattarsi molto rapidamente a questi cambiamenti
Un cambiamento rapido ed effettivo può verificarsi solo se è disponibile un sistema di
controllo continuo del processo finalizzato all’individuazione dei fattori influenti sul
processo e le sue carenze
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Il percorso della Qualità
Lo sviluppo di azioni di miglioramento presuppone sempre una fase preliminare:
La misura oggettiva del processo
La misura è necessaria per intraprendere azioni capaci di migliorare realmente il processo
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La misura della Qualità
La misura avviene tramite indicatori
Quantificabili (produzione, ore/uomo,
etc.)
Universalmente accettati
(fatturato, market share, etc.)
Difficilmente quantificabili
(preparazione studenti, soddisfazione famiglie, etc.)
Non “universali” (rapporto obiettivi – risultati, costruzione significati, etc.)
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La Misura della Qualità
Si incontrano due principali problematiche:
E’ necessario definire cosa si intende per qualità di una organizzazione educativa
Si devono sviluppare degli approcci adatti per misurare degli indicatori spesso qualitativi
Due scuole di pensiero: obiettivi-risultati e costruzione di significati
Sviluppo di approcci per l’utilizzo i dati qualitativi per il miglioramento dei processi,caratterizzati da una forte
contestualizzazione delle informazioni
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Il modello obiettivi-risultati
Postulato inizialmente da Tyler, può essere denominato goal-orientedLe prestazioni dei processi formativi sono legate alla valutazione di quanto si siano ottenuti dei risultati previsti in una fase iniziale di pianificazione dell’attività formativa
Caratteristica:
Gli obiettivi specifici di ogni attività devono essere sempre
definiti in modo preliminareTrascura alcune delle finalità secondarie o
emerse posteriormente alla
pianificazione a causa dell’evolversi della
situazione
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Il modello obiettivi-risultati
Caratteristica:
Necessario un controllo totale sul processo formativo, basato sul concetto della prevedibilità
dei risultati di una azione formativa in funzione dei
parametri attivati
Tale controllo non è sempre realizzabile in
ambito formativo, dove è spesso necessaria una ridefinizione in
itinere degli obiettivi
Caratteristica:
Verifica in modo oggettivo e “tangibile” se gli obiettivi di qualità sono stati raggiunti
Possibile una oggettiva quantificazione della qualità dei processi
formativi
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Obiettivi vs. Direzione
E’ necessario tenere conto della osservazione di Einsen che mette in risalto la differenza fondamentale fra formulare degli obiettivi e stabilire una direzione: una pratica didattica valida è spesso conseguenza della capacità di stabilire direzioni, più che della capacità di formulare obiettivi specificiLa definizione degli obiettivi risulta quindi la fase critica di questo approccio
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Costruzione di significati
Il secondo modello lega la qualità al concetto di appropriatezza
E’ infatti necessario valutare sul singolo caso l’appropriatezza dell’azione formativa adottata
In questo caso la misura dell’efficienza del processo non viene fatta studiando i risultati, ma le caratteristiche dell’intervento stesso e la capacità di adattamento dimostrata nel venire incontro alle esigenze dei singoli
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Il modello “ideale”
Non esiste un modello “ideale” per valutare la qualità in ogni organizzazione, ma è necessario valutare il singolo caso
Un modello molto funzionale è costituito da un approccio misto
Obiettivi - risultati
Aspetti gestionali dell’organizzazione
educativa
Costruzione significati
Valutazione curricolare del
discente
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La Qualità nella scuola italiana
Fino dagli anni ’80 le istituzioni scolastiche sono ricorse all’autoanalisi, che verte sul funzionamento complessivo dell’istituzione con l’obiettivo del miglioramento per una maggiore efficacia, modificando le condizioni organizzative in cui l’insegnamento si svolge
E’ emerso lo “scollamento” fra qualità organizzativa e qualità educativa Una scuola efficace ed efficiente può non essere una scuola che educa alla consapevolezza critica o alla democrazia
L’approccio si è rivelato non completamente in grado di cogliere gli aspetti specificatamente educativi
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La Qualità nella scuola italiana
Il processo di Autoanalisi è stata la base di partenza per l’adozione nelle scuole dei metodi TQM
Basandosi sulla qualità percepita, il modello TQM mette in evidenza molti aspetti importanti per un’organizzazione quali il clima, gli aspetti comunicativi, il rispetto dei tempi ecc. ma rischia di trascurare che l’essenziale è l’apprendimento e la costruzione di competenze e consapevolezza
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Qualitativo vs quantitativo
L’ approccio quantitativo cerca di sviluppare un sistema di misura tale da quantificare numericamente le grandezze che si desidera monitorare
L’approccio qualitativo preferisce basarsi sull’esperienza del personale di audit che svolge una funzione di “intervista mirata” sulla agenzia da valutare
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Qualitativo vs quantitativo
L’ approccio quantitativo cerca di sviluppare un sistema di misura tale da quantificare numericamente le grandezze che si desidera monitorare
L’approccio qualitativo preferisce basarsi sull’esperienza del personale di audit che svolge una funzione di “intervista mirata” sulla agenzia da valutare
L’analisi quantitativa fornisce una visione spesso solo parziale e non esaustiva del
fenomeno in atto, con un grado di completezza che dipende dal contesto dell’indicatore, risulta comunque una
misura “più facile” da eseguire in quanto non risente della soggettività del contesto
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Qualitativo vs quantitativo
L’ approccio quantitativo cerca di sviluppare un sistema di misura tale da quantificare numericamente le grandezze che si desidera monitorare
L’approccio qualitativo preferisce basarsi sull’esperienza del personale di audit che svolge una funzione di “intervista mirata” sulla agenzia da valutare
L’approccio qualitativo richiede una maggiore formazione specifica del
personale, che deve essere in grado di contestualizzare le informazioni sul
percorso didattico attuato e di “misurare” la sua adeguatezza alle condizioni al contorno, permette comunque una
migliore analisi dei processi formativi
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Quando si utilizzano
Approccio Quantitativo
funzioni generali (di direzione, di gestione
amministrativo-finanziaria, di acquisizione e
manutenzione, di informazione, di
valutazione)
Approccio Qualitativo
funzioni collegate all’attività formativa
(di formazione, di programmazione, di
produzione, di documentazione, di perfezionamento, di
promozione)
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I precursori del processo
Valutare un progetto mettendo al centro dell’attenzione le caratteristiche organizzative può indurre in errore
Anche se il processo si dimostra quanto più efficiente può mancare la qualità del processo in senso formativo, viceversa un progetto con disfunzioni sul piano organizzativo può portare, grazie a terzi fattori in atto, ad un dialogo ricco e coinvolgente con un risultato formativo apprezzabile
L’organizzazione del progetto deve quindi essere tenuta presente in quanto precursore del risultato positivo, a questa deve comunque sempre essere associata una valutazione del percorso formativo offerto e della sua contestualizzazione
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I 5 punti per una analisi qualitativa
I cinque punti descritti da Bodgan e Biklen per una analisi qualitativa sono:
1. i dati devono essere raccolti nella situazione reale (il natural setting), e lo strumento chiave è la capacità di intuizione del ricercatore;
2. la ricerca deve essere descrittiva ed estensiva, tutto ha la potenzialità di costituire un indizio che potrebbe dischiudere una più approfondita comprensione di ciò che è in studio;
3. L’analisi deve focalizzarsi su come un certo risultato è stato ottenuto e non sul risultato stesso raggiunto;
4. l’analisi dei dati deve essere di tipo induttivo. Non si deve cercare di dimostrare una teoria ma la teoria deve emergere dallo studio dei dati;
5. l’analisi deve infine tenere conto delle diverse prospettive singole delle persone.
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L’importanza della contestualizzazione
La contestualizzazione ha un ruolo fondamentale nell’analisi qualitativa in quanto permette di porre attenzione ai particolari relativi a singoli casiIn campo formativo il processo di “media” porta a consistenti errori, non bisogna guardare il gruppo nella sua globalità ma le esigenze del singolo
contestualizzazione
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Analisi quantitativa
Uno degli strumenti per eseguire una analisi mista quantitativa/qualitativa del processo è il modello EFQMIl modello permette di oggettivare anche le misure qualitativeLe fasi del modello:ResultsApproachDeploymentAssessReview
Al modello EFQM deve comunque essere associato uno strumento specifico per lo
sviluppo del miglioramento
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Sei Sigma: partner ideale
Il Sei Sigma si pone come approccio ideale per lo sviluppo di azioni di miglioramento
Tale approccio è basato sullo studio dei dati raccolti per portare ad una soluzione realmente efficacePochi dati, raccolti bene ed affidabili sono meglio di un più esteso set di informazioni di dubbia affidabilità
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Le fasi del Sei Sigma
Il Sei Sigma (Sviluppo strutturato di Progetti per il miglioramento integrato)si articola in 5 fasi, dalla definizione della criticità fino allo studio ed allo sviluppo di una azione di miglioramento mirata
MeasureDefine
Analyze
Improve
Control
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EFQM & Sei Sigma
L’integrazione che si vuole raggiungere pone il Sei Sigma come “cassetta degli attrezzi” per il miglioramento di quelle criticità indicate dal modello EFQMSi unisce alla possibilità di fare una fotografia generale allo stato del processo (check-up periodico) la possibilità di una azione mirata (intervento chirurgico)
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Lavorare per progetti
IDOV Identify – identificazione dello scopo
del progetto Design – analisi delle opportunità e
delle opzioni del percorso formativo Optimize – ottimizzazione delle variabili
critiche e sensibili nella formazione dei singoli individui
Validate – verifica e validazione dei risultati ottenuti
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Progettazione processi
Il Sei Sigma permette di “costruire la Qualità dentro il processo”, fornisce cioè gli strumenti adatti per la costruzione di processi “buoni” già nelle fasi di progettazione degli stessi
A tale scopo si utilizzano anche i database di Best
Practices
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La valutazione
Il concetto di valutazione è ultimamente cambiato, da analisi della realtà organizzativa alla valutazione più complessa che considera il rapporto fra organizzazione e formazione
L’obiettivo della valutazione non è attualmente il controllo delle procedure, ma il loro cambiamento, l’anticipazione dei problemi, la spinta all’immaginazione di soluzioni possibili