Pro.di.gio. n.V ottobre 2011

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U na Grande Fe- sta di fine estate ha avuto luogo venerdì 16 settembre, presso lo spazio adia- cente al Circolo La Ca- sota di via Gramsci 36. Una manifestazione at- tesa con vivo interesse da tutti coloro che nel mese di agosto hanno partecipato all’iniziativa “Do ciacere en compa- gnia” patrocinata dalle Cooperative FAI, SAD, Delfino ed Associazione Prodigio, che ha dato la possibilità a chiunque lo desiderasse di trovarsi ogni mattina un paio d’ore per stare in compagnia. Un progetto meritevole, promosso allo scopo di intratte- nere le persone sole, anziane e non, del Rione della Clarina, con attività quali la lettura del giornale, i simpatici giochi di società, l’immancabile tombola o più semplicemente, per fare due piacevoli chiacchiere in compagnia; per sfuggire ai ritmi serrati della vita quotidiana, ma soprat- tutto per ritrovare un collegamento umano, un contatto, verso le tante persone che via via nel tempo si isolano nella propria solitaria dimora. Un progetto di sensibilizzazione e di valore, è dunque quel- lo che è stato portato avanti questa estate, e degna conclusione altra non poteva essere che una bella festa per ricordare i piacevoli mo- menti passati assieme, salutandosi con l’augurio di rivedersi al più presto. Hanno partecipato all’incontro la Direttrice della Coopera- tiva Sociale FAI, Barbara Minelli e il presidente dell’Associa- zione Prodigio, Giuseppe Melchionna, che hanno dato inizio alla giornata portando i loro ringraziamenti alla Fondazione Crosina-Sartori Cloch e Il Circolo La Casota, per la gentile con- Assessore Rossi, siamo a metà legislatura, come sta andando l’attuazione della LP 13 del 2007 in materia di politiche sociali anche alla luce delle nuove Comunità di Valle? Abbiamo individuato e definito i livelli essenziali in modo da garantire una risposta efficente ai bisogni dei cittadini; in questo senso si è cerca- to di porre l’attenzione sia ad una certa omogeneità degli interventi sul terri- torio provinciale, al fine di garantire equità di trattamento alle persone, sia alla possibilità di personalizzare gli interventi per garantire rispo- ste adatte ai bisogni individuali e complessi. Le Comunità di Valle stanno costruendo il loro piano so- ciale, per rispondere al meglio ai bisogni esistenti ed emergenti sul proprio territorio... Sì, abbiamo dato alle Comunità delle linee guida per la co- struzione dei piani so- ciali di comunità, che naturalmente devo- no essere elaborati in coerenza con il Piano sociale provinciale, in una dinamica di interazione e aggior- namento reciproco, anche grazie al continuo lavoro dei tavoli ter- ritoriali che hanno il compito di individuare ed elaborare le esigenze del proprio territorio. Naturalmente le Comunità dovranno trovare anche nuove forme di comunicazione ai cittadini per favorire la conoscenza dei servizi e degli interventi a loro disposizione. La persona che ha i requisiti assistenziali, avrà in concreto la facoltà di scegliere i soggetti accreditati ad erogare il servizio e quali sono le garanzie di tutela per l’utente? La facoltà per il beneficiario di scegliere il sogget- to erogatore del servizio è uno dei principi ispira- tori delle politiche sociali provinciali e delle linee metodologiche adot- tate dalla LP 13/07 che all’art. 2, comma 2, lettera e) sottolinea che ciò avviene “compatibil- mente con i contenuti della pro- grammazione e con l’efficiente organizzazione dei servizi”. Alla persona in possesso dei re- quisiti assistenziali è riconosciuto il diritto alla valutazione unitaria dello stato di bisogno unitamente al diritto ad una risposta unitaria. Ciascuna situazione viene seguita col metodo della progettualità tec- nico-professionale sia nell’analisi dei bisogni che nella predisposi- zione e realizzazione degli interventi socio- assistenziali. Il proget- to individualizzato va infatti condiviso, oltre che con le diverse professionalità interessate, anche con l’assistito e la sua famiglia di riferimento e riporta la valutazione del bisogno, i risultati attesi, gli interventi necessari al soddisfacimen- to dei bisogni assistenziali; le risorse messe a disposizione dal settore sociale e quelle messe a disposizione dalla famiglia e da eventuali altri soggetti coinvolti. Spesso, proprio per sot- tolineare la forte condivisione tra le parti, esse sottoscrivono gli impegni presi per addivenire alla realizzazione del progetto stesso. Il progetto individualizzato definisce quindi il percorso più idoneo a rimuovere lo stato di bisogno ed assicura l’accesso informato e la fruizione appropriata e condivisa degli interventi da realizzare in modo integrato e coordinato con gli interventi di altri comparti al fine di assicurare una risposta unitaria e globale ai bisogni della persona. Nel mansionario dell’assistenza domiciliare, come previsto dalla convenzione tra P.A.T. ed Enti Gestori, non è contemplata la possibilità di fornire determinate prestazioni para- sanitarie come ad esempio somministrazione farmaci, misurazioni della glicemia e della pressione arteriosa ecc...; in che termini si è pensato di ovviare a questa carenza? È vero che l’assistente domiciliare non fornisce prestazioni afferenti alla sfera sanitaria come ad esempio somministrazione farmaci, misurazioni della glicemia e della pressione arteriosa ecc., supportando invece il complesso delle prestazio- ni di natura socio-assistenziale che rispondono all’esigenza primaria di consentire alle persone che necessitano di sostegno per conservare la propria autonomia di vita di permanere nel rispettivo ambiente di riferimento in maniera sufficientemente tutelata. Le prestazioni sanitarie, curative e riabilitative vengono peraltro assicurate dai competenti servizi e realizzate in forma integrata. In questa prospettiva sarebbe possibile usu- fruire di figure professionali come gli Operatori Socio-Sanitari (O.S.S.), che per altro, già svol- gono tali mansioni in strutture specializzate (Ospedale, Residenze Socio Assistenziale) ? Gli Operatori Socio-Sanitari (O.S.S.) svolgo- no analoghe mansioni in strutture sanitarie e socio-sanitarie, ma sempre con la garanzia di un coordinamento medico/infermieristico. Nel SAD il coordinamento tecnico è garantito da una figura professionale non afferente all’area sanitaria (l’assistente sociale) e quindi priva di competenze specifiche in tal senso. Sappiamo che state lavorando anche su altri argomenti molto importanti. Ci può spiegare? È in corso di definizione il piano sociale provin- ciale, volto ad individuare il fabbisogno territo- riale, gli obiettivi, le priorità e le strategie più op- portune; attualmente è stato definito l’indice del piano e sono in fase di elaborazione gli obiettivi generali e specifici della Provincia. Si sta inoltre effettuando un’analisi delle caratteristiche ge- ografiche, demografiche e socio-economiche del territorio e si sta, nel contempo, definendo una fotografia dei servizi e delle prestazioni erogate sul territorio, distinguendo tra servizi di livello provinciale e servizi di livello locale di competenza delle Comunità. È inoltre in fase di adozione l’atto di nomina del Nucleo di valutazione provinciale che avrà il compito di provvedere alla valutazione del sistema delle politiche sociali ai fini della pre- disposizione del piano sociale provinciale, sia per quanto riguarda i servizi erogati ed i loro costi, sia per la definizione delle strategie degli interventi da inserire nel piano futuro. Infine stiamo lavorando al regolamento che disciplina il rilascio dell’autorizzazione al funzionamento ai servizi socio-assistenziali; le modalità di accreditamento provinciale per l’affidamento dei servizi socio-assistenziali; la vigilanza dei servizi autorizzati e dei soggetti accreditati; le modalità di affidamento dei servizi. Ringraziamo l’assessore Rossi della sua di- sponibilità; prossimamente ci aggiornerà con ulteriori dettagli sull’evolversi di questi nuovi scenari. Giuseppe Melchionna Aut. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 - Poste Italiane spa - Spedizione in abbonamento postale - 70%- DCB Trento progetto di giornale BIMESTRALE DI INFORMAZIONE DELL’ASSOCIAZIONE PRODIGIO ONLUS SUL MONDO DEL DISAGIO E DELL’HANDICAP Numero V - ottobre 2011 - aNNo XII - lXVIII Numero pubblIcato telefoNo e faX 0461 925161 WWW.proDIGIo.It Welcome to Belgium In viaggio con l’orchestra per ricordare l’emigrazione trentina nelle miniere di Marcinelle pagina 2 Passeggeri disabili in aereo Servizio alla formazione del personale addetto all’assistenza di persone con disabilità pagina 8 Jose’ Bencosme de Leon Promessa olimpica a Londra 2012 pagina 9 Metti un clown in corsia I benefici della clown terapia nelle corsie dei nostri ospedali pagina 10 continua a pagina 3 Intervista a Ugo Rossi, assessore alla salute e welfare della Provincia Autonoma di Trento Discutiamo sul tema, sempre attuale, dell’assistenza alla persona Ciao Andrea, ti ringraziamo per i momenti di allegria e spensieratezza che hai condiviso con noi. Ti ricordiamo così... La Redazione Un appuntamento di Prodigio assieme alle Cooperative Fai, Sad e Delfino Festa di fine estate con “Do ciacere en compagnia”

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Pro.di.gio. è un bimestrale indipendente che da voce al disagio sociale e alla disabilità in tutte le sue forme, promuovendo la partecipazione attiva di tutti.

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Una Grande Fe-sta di fine estate ha avuto luogo

venerdì 16 settembre, presso lo spazio adia-cente al Circolo La Ca-sota di via Gramsci 36. Una manifestazione at-tesa con vivo interesse da tutti coloro che nel mese di agosto hanno partecipato all’iniziativa “Do ciacere en compa-gnia” patrocinata dalle Cooperative FAI, SAD, Delfino ed Associazione Prodigio, che ha dato la possibilità a chiunque lo desiderasse di trovarsi ogni mattina un paio d’ore per stare in compagnia.

Un progetto meritevole, promosso allo scopo di intratte-nere le persone sole, anziane e non, del Rione della Clarina, con attività quali la lettura del giornale, i simpatici giochi di società, l’immancabile tombola o più semplicemente, per fare due piacevoli chiacchiere in compagnia; per sfuggire

ai ritmi serrati della vita quotidiana, ma soprat-tutto per ritrovare un collegamento umano, un contatto, verso le tante persone che via via nel tempo si isolano nella propria solitaria dimora. Un progetto di sensibilizzazione e di valore, è dunque quel-lo che è stato portato avanti questa estate, e degna conclusione altra non poteva essere che una bella festa per ricordare i piacevoli mo-menti passati assieme,

salutandosi con l’augurio di rivedersi al più presto.Hanno partecipato all’incontro la Direttrice della Coopera-

tiva Sociale FAI, Barbara Minelli e il presidente dell’Associa-zione Prodigio, Giuseppe Melchionna, che hanno dato inizio alla giornata portando i loro ringraziamenti alla Fondazione Crosina-Sartori Cloch e Il Circolo La Casota, per la gentile con-

Assessore Rossi, siamo a metà legislatura, come sta andando l’attuazione della LP 13 del 2007 in materia di politiche sociali anche alla luce delle nuove Comunità di Valle?Abbiamo individuato e definito i livelli essenziali in modo da garantire una risposta efficente ai bisogni dei cittadini; in questo senso si è cerca-to di porre l’attenzione sia ad una certa omogeneità degli interventi sul terri-torio provinciale, al fine di garantire equità di trattamento alle persone, sia alla possibilità di personalizzare gli interventi per garantire rispo-ste adatte ai bisogni individuali e complessi.Le Comunità di Valle stanno costruendo il loro piano so-ciale, per rispondere al meglio ai bisogni esistenti ed emergenti sul proprio territorio...Sì, abbiamo dato alle Comunità delle linee guida per la co-struzione dei piani so-ciali di comunità, che naturalmente devo-no essere elaborati in coerenza con il Piano sociale provinciale, in una dinamica di interazione e aggior-namento reciproco, anche grazie al continuo lavoro dei tavoli ter-ritoriali che hanno il compito di individuare ed elaborare le esigenze del proprio territorio.

Naturalmente le Comunità dovranno trovare anche nuove forme di comunicazione ai cittadini per favorire la conoscenza dei servizi e degli interventi a loro disposizione.La persona che ha i requisiti assistenziali, avrà in concreto la facoltà di scegliere i soggetti accreditati ad erogare il servizio e quali sono le garanzie di tutela per l’utente?La facoltà per il beneficiario di scegliere il sogget-to erogatore del servizio è uno dei principi ispira-

tori delle politiche sociali provinciali e delle linee metodologiche adot-

tate dalla LP 13/07 che all’art. 2, comma 2, lettera e) sottolinea che ciò avviene “compatibil-

mente con i contenuti della pro-grammazione e con l’efficiente organizzazione dei servizi”.

Alla persona in possesso dei re-quisiti assistenziali è riconosciuto

il diritto alla valutazione unitaria dello stato di bisogno unitamente al

diritto ad una risposta unitaria. Ciascuna situazione viene

seguita col metodo della progettualità tec-nico-professionale sia nell’analisi dei bisogni che nella predisposi-zione e realizzazione degli interventi socio-assistenziali. Il proget-

to individualizzato va infatti condiviso, oltre che con le diverse professionalità interessate, anche con l’assistito e la sua famiglia di riferimento e riporta la valutazione del bisogno, i risultati attesi, gli interventi necessari al soddisfacimen-to dei bisogni assistenziali; le risorse messe a disposizione dal settore sociale e quelle messe a disposizione dalla famiglia e da eventuali altri soggetti coinvolti. Spesso, proprio per sot-tolineare la forte condivisione tra le parti, esse sottoscrivono gli impegni presi per addivenire alla realizzazione del progetto stesso. Il progetto individualizzato definisce quindi

il percorso più idoneo a rimuovere lo stato di bisogno ed assicura l’accesso informato e la fruizione appropriata e condivisa degli interventi da realizzare in modo integrato e coordinato con gli interventi di altri comparti al fine di assicurare una risposta unitaria e globale ai bisogni della persona.Nel mansionario dell’assistenza domiciliare, come previsto dalla convenzione tra P.A.T. ed Enti Gestori, non è contemplata la possibilità di fornire determinate prestazioni para-sanitarie come ad esempio somministrazione farmaci, misurazioni della glicemia e della pressione arteriosa ecc...; in che termini si è pensato di ovviare a questa carenza?È vero che l’assistente domiciliare non fornisce prestazioni afferenti alla sfera sanitaria come ad esempio somministrazione farmaci, misurazioni della glicemia e della pressione arteriosa ecc., supportando invece il complesso delle prestazio-ni di natura socio-assistenziale che rispondono all’esigenza primaria di consentire alle persone che necessitano di sostegno per conservare la propria autonomia di vita di permanere nel rispettivo ambiente di riferimento in maniera sufficientemente tutelata.

Le prestazioni sanitarie, curative e riabilitative vengono peraltro assicurate dai competenti servizi e realizzate in forma integrata.

In questa prospettiva sarebbe possibile usu-fruire di figure professionali come gli Operatori Socio-Sanitari (O.S.S.), che per altro, già svol-gono tali mansioni in strutture specializzate (Ospedale, Residenze Socio Assistenziale) ?

Gli Operatori Socio-Sanitari (O.S.S.) svolgo-

no analoghe mansioni in strutture sanitarie e socio-sanitarie, ma sempre con la garanzia di un coordinamento medico/infermieristico. Nel SAD il coordinamento tecnico è garantito da una figura professionale non afferente all’area sanitaria (l’assistente sociale) e quindi priva di competenze specifiche in tal senso.Sappiamo che state lavorando anche su altri argomenti molto importanti. Ci può spiegare?È in corso di definizione il piano sociale provin-ciale, volto ad individuare il fabbisogno territo-riale, gli obiettivi, le priorità e le strategie più op-portune; attualmente è stato definito l’indice del piano e sono in fase di elaborazione gli obiettivi generali e specifici della Provincia. Si sta inoltre effettuando un’analisi delle caratteristiche ge-ografiche, demografiche e socio-economiche del territorio e si sta, nel contempo, definendo una fotografia dei servizi e delle prestazioni erogate sul territorio, distinguendo tra servizi di livello provinciale e servizi di livello locale di competenza delle Comunità.

È inoltre in fase di adozione l’atto di nomina del Nucleo di valutazione provinciale che avrà il compito di provvedere alla valutazione del sistema delle politiche sociali ai fini della pre-disposizione del piano sociale provinciale, sia per quanto riguarda i servizi erogati ed i loro costi, sia per la definizione delle strategie degli interventi da inserire nel piano futuro.

Infine stiamo lavorando al regolamento che disciplina il rilascio dell’autorizzazione al funzionamento ai servizi socio-assistenziali; le modalità di accreditamento provinciale per l’affidamento dei servizi socio-assistenziali; la vigilanza dei servizi autorizzati e dei soggetti accreditati; le modalità di affidamento dei servizi.

Ringraziamo l’assessore Rossi della sua di-sponibilità; prossimamente ci aggiornerà con ulteriori dettagli sull’evolversi di questi nuovi scenari.

Giuseppe Melchionna

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progetto di giornale

Bimestrale di informazione dell’associazione prodigio onlus sul mondo del disagio e dell’handicap

pro.di.gio.Numero V - ottobre 2011 - aNNo XII - lXVIII Numero pubblIcato telefoNo e faX 0461 925161 WWW.proDIGIo.It

Welcome to BelgiumIn viaggio con l’orchestra per ricordare l’emigrazione trentina nelle miniere di Marcinelle

pagina 2

Passeggeri disabili in aereoServizio alla formazione del personale addetto all’assistenza di persone con disabilità

pagina 8

Jose’ Bencosme de LeonPromessa olimpica a Londra 2012

pagina 9

Metti un clown in corsiaI benefici della clown terapia nelle corsie dei nostri ospedali

pagina 10

➽ continua a pagina 3

Intervista a Ugo Rossi, assessore alla salute e welfare della Provincia Autonoma di Trento

Discutiamo sul tema, sempre attuale, dell’assistenza alla persona

Ciao Andrea,ti ringraziamo per i momenti di allegria e spensieratezza che

hai condiviso con noi. Ti ricordiamo così...

La Redazione

Un appuntamento di Prodigio assieme alle Cooperative Fai, Sad e Delfino

Festa di fine estate con “Do ciacere en compagnia”

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incontri

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viaggi della memoria

Proprietà: Associazione Prodigio OnlusIndirizzo: via A. Gramsci 46/A, 38121 TrentoTelefono e Fax: 0461.925161Sito Internet: www.prodigio.itE-mail: [email protected]. del Trib. di Trento n. 1054 del 5/6/2000 Spedizione in abbonamento postale Gruppo 70% p

ro.d

i.gio

. Abbonamento annuale (6 numeri)Privati €15,00; enti, associazioni e sostenitori €25,00 con bonifico bancario sul conto corrente con coordinate IBAN IT 25 O 08013 01803 0000 6036 2000 intestato a “Asso-ciazione Prodigio Onlus” presso la Cassa Rurale di Aldeno e Cadine indicando la causale “Abbonamento a pro.di.gio.”.Pagamento con carta di credito su www.prodigio.it.

Direttore responsabile: Francesco Genitoni.Redazione: Bosetti Ugo, Giuseppe Melchionna, Carlo Nichelatti, Andrea Truant, Viviana Garbari e Lorenzo Pupi.Hanno collaborato: Dorotea Maria Guida, Matteo Tabarelli, Richard Unterrichter, Roberto Rosso, Francesca Raffini, Marco Grof, Enrico Tozzi, Patrizia Maltratti.In stampa: mercoledì 28 settembre 2011Stampa: Publistampa (Pergine Valsugana)

15 ore di autobus, viole, violini, contrabbassi, trombe, flauti traversi,

clarinetti, tanti altri stru-menti e 45 giovani musici-sti per valorizzare il tema dell’emigrazione e perché non si dimentichi il grande sacrificio, nelle miniere del Belgio, dei tanti italiani e trentini che qui costruirono una nuova vita.

Questo è stato il risultato di un’iniziativa voluta e cu-rata dal direttore dell’orche-stra giovanile di Martignano, Massimiliano Rizzoli, e dal presidente Fausto Dauriz.

Ore 4.30 di giovedì 25 agosto, la piazza centrale del piccolo borgo di Martignano è gremita di giovani musicisti carichi di valige, strumenti e tante aspettative da un viaggio che regalerà loro forti emozioni.

”Sì sono le “forti emozioni”che questa orchestra riesce a regalare e che fondano il suo punto di forza” - queste le parole che il Direttore M. Rizzoli si concede dopo mesi di preparativi, giunti finalmente a conclusione.

L’emigrazione dei tanti lavora-tori che nel secondo dopoguer-ra dalle montagne del Trentino cominciarono a scendere nelle viscere della terra a chilometri di distanza da casa, è stata ripercor-sa e reinterpretata dall’orchestra “Fuoritempo” secondo il linguag-gio della musica.

”Non esiste niente più della mu-sica riesca ad unire e far incontrare culture diverse” - questo il pensiero che il presidente Fausto Dauriz esprime con soddisfazione dopo due ore di prove congiunte tra l’or-chestra “Fuoritempo” e l’orchestra locale Amadeus, presso la scuola musicale di Marcinelle.

Marcinelle ricordiamo è stata teatro nell’ago-sto del 1957 di un gravissimo incidente mine-rario che causò la morte di ben 262 lavoratori di cui 139 italiani. Proprio per non dimenticare

quanto accaduto e per ricordare le gesta dei tanti minatori che, per un modesto salario si calavano fino a 1500 metri sotto il suolo con una temperatura di 40 gradi, l’orchestra ha voluto essere presente al 55° anniversario.

Per l’occasione, infatti, ha suonato all’interno di quella che un tempo fu miniera mangiatrice

di uomini e che oggi è monumento alla memoria degli stessi. Luogo, questo, che mai prima aveva accolto un concerto mu-sicale di questo tipo e che dal 26 agosto scorso grazie alla tenacia e alla bravura dei tanti giovani artisti e degli organizza-tori, ha fatto rivivere quegli spazi vuoti e ha donato loro il giusto rispetto.

Il viaggio ha costituito sicuramente l’occasione di percepire nel profondo cosa significhi allontanarsi da casa per contribuire insieme a qualcosa di gran-dioso. Grandioso come la volontà di que-sti piccoli musicisti di mettersi in gioco, di condividere un medesimo obbiettivo e di riflettere sul senso di un’ esperienza

migratoria dalle mille sfaccettature, come mille erano le anime che l’hanno tinta.

Ci ricorda Giuseppe Filippi, ex presidente del circolo locale di Charleroi “Trentini nel mondo”, nonché attualmente Consultore per la Pro-vincia di Trento: ”i minatori potevano percepire

vivamente di essere tutti uguali durante la doccia comune, momento questo, dove l’altro diventava tuo fratello e ti aiutava a lavarti la schiena (unico punto arduo da pulire dalla polvere di carbone) e lo stesso facevi tu.”

Questo estratto di vita in miniera, ci fa capire che ci sono dei momenti, durante i quali, le di-versità di ognuno sbiadiscono e questo è stato il meraviglioso effetto messo in scena dalle due orchestre. L’armonia musicale è un esempio calzante di unione culturale e di condivisione di medesime sensazioni. È proprio questa la sfida ambita e vinta da tutti coloro che hanno creduto fino in fondo in questo viaggio, supe-rando pregiudizi e difficoltà, e regalando alla fine intense emozioni.

Lorenzo Pupi

In viaggio con l’orchestra giovanile “fuori tempo” per ricordare l’emigrazione trentina nelle miniere di carbone di Marcinelle

Welcome to Belgium

Grazie a...Di questo viaggio sono stato l’oc-

chio e la voce narrante anche grazie all’indispensabile aiuto dei

miei due compagni cameraman: Nicolò e Anna dell’istituto Depero di Rovereto, che hanno eseguito delle ottime riprese video di questa esperienza. Presto po-trete vedrete il frutto del nostro lavoro, tra interviste ai protagonisti e video dei momenti più intensi, in un servizio su Telepace. A quel punto apprezzerete an-cora meglio il valore di questa trasferta all’insegna della musica, della memoria e sicuramente dell’amicizia.

Colgo giusto appunto l’occasione per ringraziare dell’opportunità Maurizio Mellarini, capo redattore di Telepace -Trento che da quest’anno sta seguendo noi volontari del servizio civile di Pro-digio nell’apprendimento del mestiere di giornalista. Con lui si è instaurato un ottimo rapporto di collaborazione e seguiranno sicuramente tante altre belle iniziative. Ovviamente non posso non ringraziare l’orchestra “Fuoritempo” per avermi dato la possibilità di vivere le emozioni che un concerto come quello svoltosi a Marcinelle possono regalare. La loro organizzazione è stata impec-cabile e il supporto al nostro lavoro di reporter è stato preziosissimo.

Lorenzo Pupi

La missione di riciclaggio dell’Associazione ANFFAS di Trento

Da uno scarto, un pesciolino per dire: “Grazie di cuore”

Riciclaggio, riutilizzo, recupero. Queste sono le tre parole preferite di Maurizio Menestrina, operatore

all’Associazione ANFFAS Trentino Onlus al Centro Socio Educativo di via Gramsci, che da semplici pezzi di scarto è riuscito a creare uno strumento per dire a tutti “noi ci siamo”!

Maurizio infatti, da un pezzo di legno inanimato, che sarebbe dovuto finire nella spazzatura, è riuscito a creare un grazioso portachiavi a forma di pescio-lino arancione che sembra quasi parlare a tutti e dire: “grazie di cuore”. Questa figura è nata, grazie al lavoro condiviso dell’equipe di via Gramsci e al coinvolgi-mento degli ospiti del Centro. Si tratta di un simbolo per creare un collegamento, un legame con le altre realtà del territorio, un oggetto tangibile da tenere sempre con sé nella vita quotidiana per ricordarci delle tante persone che vivono realtà diverse dalla nostra, ma che lo fanno con grande grinta.

L’idea è nata da un vecchio acquario inutiliz-zato, che gli operatori del Centro hanno accolto

nei loro spazi e riportato in vita inserendovi due graziosi pescio-lini, grazie ai quali “i nostri ragazzi hanno trovato una nuova attività, qualcosa di cui prendersi cura” spiega Maurizio.

Dopo il successo dell’acquario, il passo suc-cessivo è stato breve. L’idea di tenere come

tema il pesciolino rosso ed utilizzarlo come firma per le persone del Centro Socio Educativo di via Gramsci, è venuta spontanea. È nato così il “Pesce Grazie”: un simpatico portachiavi di legno a forma di pesciolino che riporta la scrit-

ta “Grazie di cuore”. Esso vuole essere un mezzo ed una via, per ringraziare tutte le persone vicine a questa realtà, e per raggiungere e toccare simbolicamente tutte quelle più lontane.

La realizzazione del portachiavi, ricavato da pezzi di legno, è stata interamente a cura degli ospiti del Centro Socio Educativo, i quali per ovvie ragioni, non dispongono sempre della medesima manuali-tà. Troviamo così che c’è chi trova maggior difficoltà ad eseguire determinate operazioni, il livello di concentrazione a volte è basso, ma la passione non manca ed alla fine il risultato è assicurato.

Il Pesce Grazie è già finito nelle tasche di molte persone influenti e forse in futuro arriverà anche

nelle tue!! Di sicuro colpirà molti altri perso-naggi, più o meno noti, senza mai stancarsi di portare avanti il suo proclamo di amicizia.

Viviana Garbari

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incontri

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cessione degli spazi, ed al polo sociale 4, Oltrefersina Mattarel-lo per la cortese partecipazione all’evento.

Ospiti, gli anziani dei Centri diurni Delfino e Girasole e il Centro Socio Educativo ANFFAS di via Gramsci, che approfittan-do della presenza del sole sono rimasti a giocare assieme ai più giovani, passando una bella giornata all’aperto nel parco antistante gli orti del Circolo La Casota, decorato apposta per l’occasione con palloncini, festoni ed allegre foto scattate negli incontri precedenti. Nu-merosi i nipoti ed i ragazzi di tutte le età, che hanno partecipato al labora-torio di aquiloni organizzato da una volontaria del progetto “AnimaDan-te”. Un musicista ha allietato l’evento con le più classiche canzoni popolari, e tra un ballo e un canto, il tempo è volato. Tutti i partecipanti hanno poi fatto una piccola pausa con il rinfresco offerto dalla cooperativa Fai.

A far funzionare tutto infatti han-no pensato le operatrici della coo-perativa FAI, Francesca ed Elena, e naturalmente gli amici che hanno partecipato attivamente durante tutta l’estate all’iniziativa.

A seguito della buona partecipazione al progetto, ci auguriamo di riuscire a riproporlo

al più presto, perché la strada imboccata è quella giusta. La comunità non deve lasciare indietro i più timidi, ogni volto è prezioso per un tessuto sociale ricco e più umano.

Viviana Garbari

I ringraziamenti non sono mai troppi

Queste righe vogliono essere parole di ringraziamento a tutte le persone e le organizzazioni che hanno partecipato

alla “Festa di fine estate”, creata per l’appunto

a conclusione del progetto “Do ciacere en compagnia”, e che a nostro avviso ha avuto un grande successo, perché è stata un chiaro esempio di come iniziative di anima-zione del quartiere siano un esigenza reale di questa zona della città.

Ringraziamo del colorato pomeriggio, animato dalla musica della fisarmonica di Alessandro, un volontario che gentilmente ha speso il suo tempo per noi, e dall’aiuto di Eleonora, una ragazza che

partecipa al Servizio Civile di Trento, che ha organiz-zato un piccolo laboratorio per bambini dove l’intento era quello di creare aquiloni colorati.

La giornata è stata molto intensa e carica di emozioni soprattutto per noi anima-trici che abbiamo rincontra-to gli assidui partecipanti alle varie attività proposte nel corso dell’estate; inoltre ringraziamo per il grossis-simo aiuto nell’organizza-zione dell’evento da parte del circolo “La Casota”, che ci ha supportato sia in partecipazione che in orga-

nizzazione durante il corso di tutta l’estate.Gli ultimi ringraziamenti vanno ai centri

diurni, quello di Ravina e quello della coo-perativa Delfino “Il Girasole”, e ai ragazzi del centro Anffas di Via Gramsci. Ultimi ma non meno importanti i bambini e gli operatori del centro “La Bussola” che hanno portato una sferzata di allegria e colore animando il pomeriggio con i loro splendidi aquiloni.

Francesca Raffini, Cooperativa F.A.I.

viaggi della memoria

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La fibrosi cistica è una delle malattie ge-netiche più diffuse in Italia e, nonostan-te questo, una delle meno conosciute.

Per chi non lo sapesse, si tratta di un’altera-zione dello scambio intercellulare tra sodio e cloro che produce un addensamento delle secrezioni esogene, soprattutto muco, bile e sperma, comportando diversi problemi a livello polmonare, digestivo e di fertilità dei pazienti affetti. La patologia si presenta fin dalla più tenera età ed è spesso di esito infausto, portando alla morte entro pochi decenni di vita. Per catalizzare l’attenzione

sul problema e per sentire costantemente di non essere sole, le famiglie da un lato e la Fondazione Italiana Fibrosi Cistica dall’altro organizzano ogni anno l’iniziativa “un cicla-mino per la ricerca”, acquistabile in oltre 500 piazze italiane dal 17 al 23 ottobre. Mai come in questo caso è necessaria un’attenta opera di sensibilizzazione per garantire un ade-guato supporto clinico nella diagnosi pre-coce e nel trattamento dei pazienti, agendo sul miglioramento dell’organizzazione delle risorse e su di una maggiore uniformità dei protocolli di cura con terapie in grado di alleviare e contrastare la malattia. L’obietti-vo oggi è duplice: da un lato incrementare le aspettative di vita, dall’altro diminuire l’impatto delle terapie sul quotidiano di pa-zienti spesso in tenera età. Da questo punto di vista molto è stato fatto: l’aspettativa di vita è significativamente passata dai 20 anni scarsi dei primi anni ‘80 ai quasi 40 di oggi, mentre i nuovi approcci e tecnologie aerosoliche hanno continuano a ridurre il tempo delle terapie che resta comunque rilevante. Accanto questo si tratta inoltre di

garantire un efficace supporto psicologico alle famiglie ed ai bambini onde abituarli a convivere con una malattia dall’impatto così pesante nella vita quotidiana e dalle prospettive infauste. È facile intuire la dif-ficoltà ad affrontare una simile tematica per le famiglie, che stentano ad accettare il problema, e per gli stessi bambini che si trovano a dover crescere in un fosco panora-ma fatto di difficoltà respiratorie e digestive sempre più pesanti, e con il continuo spettro della morte con cui imparare a convivere. Anche da questo punto di vista molto si è fatto negli ultimi anni: l’indagine capillare ha permesso di conoscere meglio la realtà territoriale della malattia e di studiare mo-dalità di intervento ed aiuto le più efficaci possibili. Al giorno d’oggi inoltre, grazie all’auspicato aumento della vita media dei pazienti, vi è anche la necessità di farsi carico di nuovi problemi di adolescenti e adulti una volta purtroppo sconosciuti, come l’offerta di un contesto sociale adeguato con la possibilità di viaggiare e integrarsi, riducendo al minimo i problemi. Infatti si tratta di una patologia pressoché invisibile all’esterno, che si manifesta con eccessi di tosse, causando la ritrosia dei presenti nel timore infondato di un contagio. È proprio su questi temi che la campagna annuale può fare molto e insegnare che non sempre si combatte contro mali visibili, che la tosse non deve spaventare e frenare le proposte di aiuto, ed in generale che si debba tutelare i pazienti durante i quotidiani problemi legati all’inserimento scolastico e lavorativo, non che confrontarli e consigliarli nel legittimo desiderio di avere dei figli. Infine c’è la componente della ricerca vera e propria, volta a testare e sperimentare farmaci e protocolli di cura sempre più efficaci. Molti dei successi dipendono dunque da questa intensa attività e, visti i progressi degli ultimi anni e la bontà dei progetti allo studio in questo periodo, si può guardare al futuro con un velato ottimismo. Ma tutto ciò non sarebbe possibile senza l’instancabile lavo-ro di sensibilizzazione e di raccolta fondi, spesso promosso dalle stesse famiglie e dai pazienti adulti, di cui raccogliamo l’appello, invitando chi voglia contribuire a inviare nella settimana indicata anche solo un sms al 45502.

Roberto Rosso

La fibrosi cistica

Un ciclamino per la ricerca

➽ segue dalla prima

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Pagina a cura del Comune di Trento

Sito Internet delComune di Trento:

www.comune.trento.it

Numero Verde800 017 615

sicurezza stradale

Passeggiare in Maranza

Alla scoperta del percorso naturalistico e della nuova gestione del rifugio

Ideato nel 1988 e realizzato tra gli anni 1995 e 1996, il percorso naturalistico-forestale della Maranza è stato da poco rinnovato, con l’appo-

sizione di una nuova segnaletica informativa sulla flora, la fauna e la storia della zona. È una facile e gradevole passeggiata, per lo più pianeggiante, che si snoda per circa cinque chilometri tra boschi misti di abete bianco e faggio, in una località carat-terizzata da una interessante variabilità di ambienti forestali, difficilmente riscontrabile in altre zone.

Il tracciato è dominato dal monte Marzola, il cui nome è andato diffondendosi verso la metà dell’Ottocento, associato da qualcuno all’idea di un monte sacro a Marte; il nome originario, che appare dalle fonti medievali, è Gaza (che deriva da gaggio, bosco in bando) o Predaguda (pietra acuta), quindi Cova (sommità) di Gazza.

Si parte presso il rifugio Maranza (1076 m), per dirigersi al Doss de le Spazadore; da qui il sentiero sale al Forte Maranza per proseguire in direzione Malga Nova attraverso le Valesele, passando poco a monte dei Pra’ dei Albi. Da Malga Nova si aggira un piccolo rilievo transitando per la Calcara dei Frati e per la Busa dei Pèzi, rientrando a monte dei Crozi de l’Altar per ridiscendere poi al punto di partenza.

Dopo i lavori di ristrutturazione che lo hanno interessato negli anni scorsi, dalla scorsa prima-vera il rifugio escursionistico Maranza è gestito da Paolo Betti.

La cucina propone piatti tipici trentini, utiliz-zando prodotti locali stagionali e possibilmente biologici e molte pietanze fatte in “casa”; fino al 30 settembre è aperta non stop sette giorni su sette, dall’ora di pranzo fino alla cena, per accontentare anche chi, impegnato in passeggiate di qualche ora, non ha voglia di guardare l’orologio per sedersi a tavola negli orari canonici. Da ottobre a maggio, poi, il locale resterà aperto solo nei fine settimana, con la possibilità di pranzare o cenare in qualsiasi altro giorno se in gruppo e su prenotazione.

Il rifugio Maranza (n. tel. 0461/1862998) ha in programma serate a tema e degustazioni ad hoc, ospita corsi, concerti e manifestazioni lungo tutto l’anno, ed è dotato di quattro camere da letto, per tutti coloro che desiderano trascorrere qualche giorno del proprio tempo libero a stretto contatto con la natura.

L’intero territorio della Maranza è denso di messaggi che parlano della presenza dell’uomo e di come è cambiata nel tempo: l’intenso sfrutta-mento boschivo, la presenza di pascoli e malghe per l’alpeggio, i grandi lavori di fortificazione della montagna eseguiti alla fine del secolo scorso.

A due passi dalla città, il percorso naturalistico-forestale offre così la possibilità di immergersi nella natura e di scoprire nella stesso tempo la storia della nostra terra.

Nuovo bus per la Rsa San Bartolomeo

La linea “D” parte da Largo Porta nuova fino alla casa di riposo

Da metà luglio è stato attivato un nuovo collegamento del trasporto pubblico per raggiungere la Rsa di San Bartolomeo. Il

servizio, gestito da Trentino Trasporti Esercizio, è effettuato con la linea “D”.

Il bus parte da Largo Porta Nuova, passando per via Barbacovi, Bolghera - ospedale Santa Chiara, viale Verona, Rsa e ritorno. Attualmente sono previste sette corse al giorno dal lunedì al sabato, funzionalmente alla esigenze dei famigliari.

Il trasporto è realizzato con lo stesso minibus che serve la Rsa Angeli Custodi in via della Colli-na (linea “C”). Per tale ragione è stato modificato l’orario della linea “C”: il nuovo servizio, infatti, connette tra loro le due strutture e ha un orario integrato.

15° Censimento della popolazione e delle abitazioni

Che cos’è il censimento?È il conteggio di tutta la popolazione e la rilevazio-ne delle sue caratteristiche strutturali; permette l’aggiornamento e la revisione delle anagrafi comunali, la determinazione della popolazione

legale, la raccolta di informazioni sulla consistenza numerica e sulle caratteristiche strutturali delle abitazioni e degli edifici.

Si svolge in tutta Italia ogni 10 anni; è coordinato dall’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT) e a livello territoriale dal Comune.

È una rilevazione obbligatoria per legge; la mancata risposta comporta la cancellazione dai registri anagrafici.

Tutte le risposte fornite sono protette dalla legge sulla tutela della riservatezza.Quando?La data di riferimento è il 9 ottobre 2011 e il que-stionario deve essere compilato e restituito entro la fine di novembre. La rilevazione si protrarrà fino alla raccolta completa di tutti i questionari.Cosa devo fare?Entro il mese di ottobre verranno consegnati tramite posta i questionari direttamente presso le abitazioni dei residenti (o consegnati da un rilevatore incaricato).

È possibile: � compilare il questionario in internet all’indirizzo http://censimentopopolazione.istat.it: la vera, grande novità del censimento 2011 è la possibilità di inviare comodamente da casa (o presso i punti abilitati) le risposte, accedendo con la password presente sul frontespizio del questionario; tale modalità, che prevede una compilazione “gui-data”, facilita chi compila e consente di evitare di essere ricontattati in caso di questionari incom-pleti. In questo modo è inoltre possibile aiutare nella compilazione del questionario le persone (amici, parenti, ecc.) che non hanno particolare confidenza con il computer; � compilare il modello cartaceo e restituirlo ai centri di raccolta comunali competenti o presso i centri di ritiro (uffici postali), i periodi e gli orari di apertura saranno comunicati in seguito.Eccezionalmente, è previsto l’intervento a do-

micilio di un rilevatore. Per gli anziani, grazie alla collaborazione con la Coop. Sociale Kaleidoscopio, è prevista la compilazione assistita presso il Cen-tro Servizi Anziani di via Belenzani, 49 (lunedì e mercoledì 8-12, martedì 14-18).Chi partecipa al censimento?Al censimento partecipano tutte le persone residenti e quelle temporaneamente presenti (ovvero persone che dimorano abitualmente in altro alloggio) sul territorio comunale alla data di riferimento, anche quelle che risiedono nelle convivenze (case di riposo, conventi, caserme, alberghi, ecc.).

Parallelamente al censimento della popolazione viene effettuato quello degli edifici.Cosa viene rilevato?Il questionario richiede informazioni sulle carat-teristiche delle abitazioni, su tutti i componenti delle famiglie che vi risiedono e sulle persone che vi alloggiano temporaneamente (informazioni demografiche, riguardanti l’istruzione, la profes-sione, gli spostamenti per lavoro o studio) e alcuni dati riguardanti l’abitazione (proprietà, struttura, impianti presenti, ecc.)

Nella tabella sotto l’elenco dei punti di raccolta e compilazione.Per informazioni:Progetto Attività censuarie 2011-2012:via Bronzetti, 1 - tel. 0461/889975 - email [email protected] Relazioni con il pubblico:

tel. 0461/884453, numero verde 800017615, www.comune.trento.itIstituto Nazionale di Statistica (ISTAT):numero verde 800069701.

La Biblioteca a casa Vostra

Intervista alla redazione del sito www.bibcom.trento.itPerché una Biblioteca pubblica un suo sito web?

È un modo per portare la Biblioteca a casa e, oggi che si usano tanto i telefoni cellulari collegati con internet, anche in tasca alla gente.Con che vantaggi?V i s i t a n d o l a n o s t r a p a g i n a i n i z i a l e www.bibcom.trento.it sei al corrente di ciò che accade, conosci i servizi attivi, le iniziative, i libri che vengono presentati, gli incontri con gli autori, gli appuntamenti. Puoi anche verificare in pochi secondi se c’è il libro che ti interessa. Entrando in Librivision sai se l’opera è presente a Trento o in qualsiasi altra Biblioteca del Trentino, e pure se la copia è in prestito o meno.Quindi ogni attività è raccontata nel sito?In pratica sì. La prima schermata presenta un quadro di servizi e di informazioni. Da lì puoi scegliere ed entrare, approfondire, conoscere a fondo ciò che succede e anche accedere a siti collegati che si occupano di parti specifiche del patrimonio della biblioteca e che contengono dati a disposizione di tutti.E per i giovani?C’è l’accesso a La Biblioteca dei ragazzi, una parte speciale anche dal punto di vista grafico, con pagi-ne dedicate alla Sezione e che forniscono notizie e informazioni dedicate ai lettori più giovani.E poi c’è la Newsletter, che è collegata diretta-mente con il Sito.Sì, la newsletter è un messaggio di posta elet-tronica mensile che raggiunge chiunque voglia riceverlo. In questo momento gli iscritti sono quasi seimila. Il messaggio principale contiene tutte le iniziative del mese trattate brevemente, poi con grande facilità gli interessati possono cliccare sullea notizia che più interessa e approfondire.Cosa si deve fare per ricevere questa preziosa e-mail?Si deve solo fornire il proprio indirizzo di posta elettronica al momento dell’iscrizione alla Biblio-teca, o semplicemente entrare nel Sito e scriverlo nel box apposito, in home page. Iscriversi o cancellarsi è operazione che dura mezzo minuto.A Trento, tra studenti e lavoratori, sono sempre più gli stranieri. Il Sito è accessibile a chi non parla italiano?Si può scegliere l’opzione “Inglese” (cliccando la bandierina in alto a destra nella Home page) e navigare usando quella lingua. La versione inglese del sito è ridotta, rispetto a quella italiana, ma contiene tutte le informazioni utili per quanti ne vogliano sapere di più e non conoscano l’italianoE le persone con difficoltà di vista?Il sito risponde alle norme di accessibilità, la cui Guida è consultabile già dall’Home page.. È, come si dice, un sito “senza barriere”, la cui lettura do-vrebbe risultare sempre facile con tutti i più diffusi programmi per la navigazione; viene offerta anche la possibilità di aumentare la grandezza del carat-tere tipografico e ottenere delle pagine ad alto contrasto, più leggibili per le persone ipovedenti.

UFFICIO INDIRIZZO SERVIZIO

Ufficio comuna-le di Censimento

Via Bronzetti, 1consegna questionari cartacei assistenza alla compilazione. compilazione internet libera

Servizio sviluppo econo-mico, studi e statistica

Via Alfieri, 6 - III pianoconsegna questionari cartacei assistenza alla compilazione. compilazione internet libera

Circoscrizione Gardolo Piazzale Lionello Groff. 2

consegna questionari cartacei assistenza alla compilazione

Circoscrizione Meano Via delle Sugarine, 26

Circoscrizione Bondone Via D. Rivolta, 4 (Sopramonte)

Circoscrizione Sardagna Via Gerolamo Bucelleni, 1

Circoscrizione Ravi-na-Romagnano

Via Val Gola, 2

Circoscrizione ArgentarioPiazza dell’Argenta-

rio, 2 (Cognola)Circoscrizione Povo Via Don T. Dallafior, 3

Circoscrizione Mattarello Via Poli, 4

Circoscrizione Villazzano Via della Villa, 6

Circoscrizione Oltrefersina Via Clarina, 1/2

Biblioteca Comunale Via Roma, 55 compilazione internet libera

Uffici postali sedi dislocate sul territorio consegna questionari cartacei

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sicurezza stradale

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provincia autonoma di trento - pagina a cura dell’ufficio stampa - piazza dante, 15 - 38122 trento

...VERSO UN NUOVO WELFARE PER IL TRENTINO...PIÙ EQUITÀ E PIÙ PARTECIPAZIONE DELLA RIFORMA SULLE POLITICHE SOCIALI

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Dibattito a tutto campo nel Palazzo della Provincia sul tema “La sfida del cambiamento climatico: quale futuro

per l’Italia e l’Europa?”, tenutosi recentemente nell’ambito dell’evento “Climatica...mente cam-biando - Trentino clima 2011”. Si è parlato della percezione del problema da parte del grande pubblico, dell’efficacia della comunicazione, del ruolo della politica, ancora molto condizionata dallo sfasamen-to temporale fra l’assunzione delle decisioni necessarie a contrastare il surriscaldamen-to globale e la visibilità della loro efficacia, che si misura in decenni. Per il vicepresidente della Provincia Alberto Pacher “il problema posto dai cam-biamenti climatici è lo stesso posto dalla attuale crisi econo-mica: manca una governance efficace, ed è molto forte il condizionamento esercitato dai potentati economico-finanziari transnazionali”. Nel riconoscere che “certa-mente abbiamo assistito in questi anni ad una rimozione del problema, anche di natura psi-cologica”, Pacher ha aggiunto però che esiste ormai, ad ogni livello, una sensibilità sedimen-tata e diffusa, segno che la consapevolezza del problema si sta facendo strada nelle coscienze.

L’incontro è stato introdotto da Michele Lan-zinger, direttore del Museo tridentino di scienze naturali, che ha ricordato come l’aumento di temperatura registrato dai ricercatori trentini oscilla fra uno 0,5° (a Trento) e 1,5° (sul ghiac-ciaio del Caserer) e ha brevemente illustrato le principali strategie individuate dall’Unione europea sia sul fronte della mitigazione degli effetti negativi del fenomeno che su quello dell’adattamento. “Sappiamo qual è la dire-zione da prendere - ha detto Lanzinger - ma sappiamo anche che non bastano le decisioni prese dall’alto, è necessario il coinvolgimento diretto delle comunità. La sfida della sosteni-bilità nasce dalla partecipazione.”

È toccato poi a Stefano Caserini, docente al Politecnico di Milano e noto divulgatore scien-tifico, spiegare come le emissioni di gas serra stiano costantemente aumentando mentre al contrario la deforestazione negli ultimi anni ha conosciuto una battuta d’arresto. “Siamo comunque vicini agli scenari peggiori ipotizzati dalla Ipcc. Le emissioni di gas serra nell’atmo-sfera di origine antropica non sono mai state così alte come nel 2010. Esse sono determinate dalla quasi totalità delle attività umane, pochis-sime ne sono esenti (23 tonnellate di emissioni pro capite negli Usa, circa 5 in Cina, l’Europa si colloca ad un livello intermedio). L’aumento delle temperature globali previsto in questo secolo non ha paragoni con quanto avvenuto negli ultimi 2000 anni.”

Antonio Cianciullo, giornalista de “La Repub-

blica”, ha affrontato il problema nell’ottica dell’efficacia della comunicazione. “Un sondaggio dimostra che negli ultimi 4 anni si è registrata una diminu-zione se non un crollo dell’interesse sul tema. In Europa sostanzialmente ad un cittadino su tre non importa nulla. Perché? Ci sono varie spiegazioni. Una è di carattere antropologico: stiamo andando verso il caldo, e noi come specie siamo più propensi a temere il freddo che il caldo. Inoltre si pensa erroneamente che il cambiamento sia poco influente; al contrario, un cambiamento di un grado può cambiare moltissimo la vita delle persone. Ed ancora: spesso le opinioni della maggior parte della comunità scientifica mondiale, ovvero della Ipcc, la commissione intergovernativa sul clima voluta dall’Onu, vengono equiparate a quelle di qualche negazionista A ciò si somma il falli-mento di Copenaghen e delle politiche dello stesso Obama, che possono avere ingenerato sfiducia nel pubblico. “

Antonio Navarra, del Centro europeo medi-terraneo per i cambiamenti climatici, ha sotto-lineato il valore simbolico del cambiamento cli-matico, determinato dal fatto che per la prima volta ci rendiamo conto che le attività umane possono cambiare radicalmente il pianeta. “Di-venta cruciale la governance del fenomeno e di conseguenza la posizione dell’opinione pubbli-ca. Si dice che è difficile comunicare questioni legate al rischio e alla probabilità, eppure tutte le persone hanno almeno una assicurazione. La comunicazione da parte della comunità scien-tifica in realtà è stata mediamente buona. Non dobbiamo avere un atteggiamento spocchioso, né ‘predicatorio’. Nelle democrazie i processi decisionali sono più lenti e difficili che non, ad esempio, in Cina, dove la classe dirigente può assumere delle decisioni di lungo periodo e mantenerle. Ma personalmente preferisco la nostra ‘via’. Dobbiamo avere fiducia.”

È stata quindi la volta di Alberto Pacher, vicepresidente della Provincia e assessore all’ambiente, che ha affrontato il tema della relazione fra la “crisi climatica” e la crisi econo-mica internazionale. “La situazione che stiamo vivendo a livello generale sul piano economico, fra le tante cause, ne ha una in particolare: l’assoluta debolezza della politica. Per molto tempo si è pensato che l’economia non avesse bisogno di regole o di briglie, che fosse in grado di autoregolarsi generando in questo modo benessere per tutti. Oggi al timone abbiamo delle grandi società sovranazionali, che hanno molto più potere di qualsiasi governo nazio-nale. Guardiamo al tema della mobilità: l’Italia ha visto un arretramento fortissimo delle linee ferroviarie fra la prima e la seconda metà del XX secolo. È successo nello stesso Trentino: si inseguiva la mobilità individuale, non quella collettiva. Questa debolezza della politica nel governare i fenomeni economici la ritroviamo anche sul versante ambientale. Tuttavia io ho anche l’impressione che, nonostante i sondag-gi, la gente non si sia stancata di sapere.”

Mauro Zenobi, imprenditore nel campo della green economy, ha parlato di questo settore specifico dell’economia come di una grande opportunità. “Siamo un paese particolarmente osservato a livello mondiale, perché abbiamo molto sole, abbiamo la tecnologia abbiamo chiuso col nucleare, pertanto la crescita del solare sembra scontata. I capitali se ne sono già accorti. Ci sono prospettive enormi anche nel paesi in via di sviluppo, in Asia, In Africa. Il modello non potrà essere quello delle reti energetiche, ma quello dello sfruttamento delle rinnovabili. L’energia solare che impatta sul 3% del Sahara equivale al totale dell’ener-gia richiesta a livello mondiale. Questo è un fatto incontrovertibile. Significa che la fonte di energia c’è. Poi semmai rimane da discutere sul

costo del suo sfruttamento. Il problema è che siamo condizionati dall’economia finanziaria, che spinge verso ritorni a breve termine degli investimenti. Ma quando si sono costruite le centrali idroelettriche in Italia si accettava il fatto che l’ammortamento dell’investimento

avrebbe necessitato almeno di 30 anni. Eppure l’investimento è stato fatto.”

Baptiste Chatrè, del segretariato della Convenzione delle Alpi, ha infine spiegato che trovare un accordo a livello sovrana-zionale è difficilissimo. Sulle Alpi gli effetti dei cambiamenti climatici sono più forti che altrove, e ciò spiega perché le regioni alpine siano tenute sotto osservazione con particolare attenzione. Le Alpi rappre-sentano un case-study importante anche perché le strategie di adattamento sono molto sviluppate, probabilmente per una secolare abitudine dell’uomo a rapportarsi all’ambiente. I problemi principali riguar-dano invece la disponibilità di acqua, la conservazione della biodiversità, il turismo. Ma in generale, ha concluso Chatrè, “non ci si deve attendere molto dall’Europa, perché

le sue decisioni riflettono gli atteggiamenti degli Stati. Sono dunque gli Stati che devono muoversi.”

Ancora qualche suggestione emersa dal dibattito.

Perché è così difficile governare il fenome-no dell’aumento delle temperature? Perché ragionando in tempi “elettorali” le decisioni da prendere impattano su un tempo pari a un paio di elezioni, gli effetti positivi che possono produrre si vedranno entro un tempo pari a 20 o 30 elezioni. Il ritorno, quindi, in termini politici, è molto scarso.

Qual è la differenza sostanziale fra Copena-ghen e Kyoto? Che a Kyoto, nel 1992, si era stabi-lito il principio per il quale certe azioni “nocive” per l’umanità meritavano di essere sanzionate (come si fa per chi viola una qualunque legge), mentre a Copenaghen è prevalso il principio della volontarietà dell’azione degli Stati.

Infine, sull’atteggiamento della società nei confronti di questo problema: secondo Pacher per molti anni è stata operata una rimozione, e come si sa ciò che è rimosso prima o poi viene fuori in altro modo. Così si possono spiegare anche gli allarmi di estinzione che si sono susseguite negli ultimi anni (Sars e altri allarmi ingiustificati). La rimozione è dovuta anche alla diacronicità: si chiede alla gente di compiere azioni virtuose adesso per produrre effetti positivi in un futuro abbastanza distante. È un principio che la maggior parte delle persone fatica ad accettare. “Però, nonostante tutto - ha concluso Pacher - a me pare che una certa sensibilità si vada lentamente sedimentando. Basti guardare alla pubblicità delle auto e degli immobili: sempre di più il mercato punta su cose come il risparmio energetico, la classe A, il che significa che esiste oggi una più forte consapevolezza del problema.”

Cambiamento climatico: quali sfide per l’Italia e l’Europa

Costituito dalla Giunta provinciale, su pro-posta dell’assessore alla salute e politiche sociali Ugo Rossi, l’Osservatorio per la

Salute, previsto dalla legge 16/2010 “Tutela della salute in provincia di Trento”. Si tratta di un organo di supporto tecnico-scientifico della Giunta provinciale, con compiti di rile-vamento e verifica della qualità ed efficienza del Servizio sanitario provinciale. “Questo strumento deve consentire trasparenza sull’andamento del Sistema sanitario, a vantaggio dei cittadini che devono poter controllare come vengono investite le ri-sorse e verificare lo stato di attuazione dei programmi - è il commento dell’assessore Rossi -. I decisori poi, attraverso l’Osserva-torio, possono valutare quali sono le azioni da intraprendere per i professionisti del sistema. È, in sostanza, uno strumento di

osservazione per tenere monitorato lo stato di salute dei cit-tadini”.

“Con la legge di ri-forma sono state po-tenziate le funzioni

di indirizzo e di controllo del Servizio sanitario provinciale in capo alla Giunta provinciale - ha proseguito Ugo Rossi -. La legge ha previsto l’istituzione di questo nuovo organo di sup-porto all’esecutivo, senza aumenti di spesa, perché i tecnici che verranno impiegati nell’Os-

servatorio sono il risultato di una riorganizzazione delle risorse già presenti in Azienda sanitaria o nella stessa Provincia”.

La legge provinciale n. 16, ap-provata dal Consiglio provinciale nel 2010, tutela la salute dei citta-dini in senso ampio di benessere e di approccio complessivo alle problematiche legate alla salute. Al centro si trova il cittadino, al quale vanno assicurati da un lato risposte adeguate e dall’altro strumenti per indicare il proprio gradimento; di contro vengono individuate chiare e precise re-

sponsabilità di soggetti, istituzioni e organismi per far raggiungere al Servizio sanitario trenti-no le migliori performance. La legge ha quindi previsto per la Giunta provinciale un rafforza-mento delle funzioni di indirizzo, vigilanza, controllo e valutazione del Servizio sanitario.

È in questa architettura che si inserisce l’Os-servatorio per la salute, organo di supporto dell’esecutivo provinciale con compiti di ve-rifica della qualità e dell’efficienza dei servizi erogati, nonché dei risultati conseguiti. L’Osser-vatorio svolge anche funzioni di supporto del Consiglio per la salute - istituito all’interno di ogni Comunità di Valle - per l’analisi delle con-dizioni di salute della popolazione e dell’offerta sanitaria locale.

Diverse quindi le attività svolte dall’Osserva-torio, che si occupa di:

monitorare lo stato di salute della popola-zione;

valutare i risultati di salute conseguiti, i servizi e le prestazioni erogate dal Servizio sanitario provinciale;

valutare le prestazione e i risultati gestionali dell’Azienda provinciale per i Servizi sanitari, nonché la loro rispondenza agli obiettivi fissati dalla Giunta provinciale;

analizzare e valutare il fabbisogno del Ser-vizio sanitario provinciale negli ambiti della formazione, ricerca e informazione;

proporre e valutare gli investimenti tecnolo-gici di impatto rilevante.

Costituito l’osservatorio per la salute

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SUDO

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Per Aeradia S.p.A. e Manpower Formazione S.p.A. di Bologna, grazie al lavoro svolto in questi ultimi 5 anni dalla Presidenza

nazionale ANGLAT Sig. Roberto Romeo, sia nel tavolo tecnico dell’Enac per l’applicazione del Regolamento (CE) 1107/2006, sia in termini di sensibilizzazione, mediazione e collaborazione con diversi gestori aero-portuali e vettori aerei sul tema della formazione del personale addetto all’assistenza dei passeg-geri con disabilità,

il Vice presidente na-zionale Sig. Groff Marco ha tenuto due corsi speci-fici, rivolti al personale di terra addetto all’assisten-za delle persone a ridotta mobilità (meglio definiti PRM) presso l’Aeroporto Internazionale Federico Fellini di Rimini il 18 aprile ed il 20 luglio 2011.

Il Sig. Groff Marco ha iniziato l’intervento de-scrivendo e commentan-do le normative nazionali, internazionali ed europee, attualmente in vigore che regolano il servizio e l’assistenza nel trasporto aereo per le persone con ridotta mobilità, esse sono:

�Regolamento (CE) n. 1107/2006 del Parla-mento Europeo e del Consiglio del 5 luglio 2006 relativo ai diritti delle persone con disabilità e delle persone a mobilità ridotta nel trasporto aereo; �Circolare E.N.A.C. (Ente Nazionale per l’Avia-zione Civile) Gen-02/08; �Convenzione sui diritti delle persone con disabilità approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 13 dicembre 2006; �Decreto Legislativo 24/2009; Legge n. 67/2006; D.P.R. n. 503/1996 Norme per l’elimi-nazione delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e Legge n. 104/92 Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate.I corsi sia di formazione che di aggiornamen-

to del personale addetto all’assistenza dei PRM sono previsti e disciplinati dal Regolamento CE 1107/2006 e dall’E.N.A.C. attraverso la già citata

Circolare GEN 02/2008.Analizzando a grandi linee i dettami legislati-

vi, si può affermare che gli operatori aerei, i loro agenti e i tour operators, non possono rifiutare di accettare una prenotazione da parte di un passeggero (in possesso di regolare biglietto o prenotazione), o di imbarcarlo a causa della sua disabilità o della sua ridotta mobilità. Questo principio viene applicato ai voli sia in arrivo che in partenza da un qualsiasi aeroporto della Co-munità Europea, a condizione che, la persona interessata sia in possesso di un biglietto valido e una prenotazione fatta almeno 24 ore prima dell’orario di partenza.

Inoltre la normativa consente sempre all’ope-

ratore aereo, il suo agente o un operatore turistico di rifiutare di accettare una prenotazione o di imbarcare un passeggero con disabilità o di un passeggero con mobilità ridotta per ragioni di sicurezza, in particolare:

� per soddisfare i requisiti di sicurezza stabiliti dalle norme internazionali, dalle leggi Comuni-tarie o nazionali, o dall’autorità di aviazione civile che ha certificato l’operatore aereo;

� se le dimensioni delle porte dell’aeromobile rendono impossibile l’imbar-co del passeggero.Nel caso di rifiuto di prenotazione o di

imbarco per una delle ragioni suddette, il vet-tore aereo, il suo agente o l’operatore turistico devono proporre un’alternativa o il diritto al rimborso sia alla persona con disabilità o alla persona con mobilità ridotta che al suo even-tuale accompagnatore.

Inoltre, il vettore aereo può esigere che la persona con disabilità o la persona con mobilità ridotta sia accompagnata da una persona in grado di fornirle l’assistenza necessaria. Questo può essere richiesto quando è chiaro che la persona non è autonoma nello svolgimento delle seguenti funzioni: respirare, alimentarsi, sollevarsi, comunicare, fruire dei servizi igienici, in quest’ultimo caso, il passeggero dovrebbe essere in grado di utilizzare i servizi igienici con l’ausilio del personale di cabina, può assistere il passeggero per spostarsi nella cabina mediante la sedia a ruote di bordo, infine deve essere in grado di gestire le proprie medicine o le proprie medicazioni.

Continuando l’esposizione durante il corso, ha presentato le varie tipologie di disabilità ed i relativi comportamenti da adottare, sia in termini di approccio verbale (comunicazione) che di accortezze da intraprendere all’interno delle strutture aeroportuali e dei mezzi di tra-sporto (aerovelivoli). Le varie disabilità sono state suddivise in disabilità fisiche, sensoriali, psichiche o mentali e altre disabilità (esempio: obesità, diabete, allergie, intolleranze, ecc.).

Altro punto toccato di estrema importanza e con molto senso pragmatico è stato quello del

valore umano verso ogni persona e del diritto della stessa di fruire della piena mobilità inteso quale sinonimo di autonomia e di libertà.

Importante per l’Associazione A.N.G.L.A.T., ed invita tutti coloro che intendono viaggiare con l’aereo, al momento della prenotazione del biglietto aereo presso le agenzie viaggio

o loro agenti o tour ope-rators, comunicare le pro-prie esigenze secondo la personale disabilità, senza vergogna di mettere in piazza le proprie magagne, affinché i servizi aeropor-tuali, possano garantire, al meglio il servizio di as-sistenza “personalizzata”, sulla base della seguente codifica:MEDA passeggeri a mobi-lità danneggiata per cause cliniche con patologia me-dica in decorrenza e che

necessitano di autorizzazione medica.STCR passeggeri che possono essere tra-

sportati solo in barella.WCHR passeggeri che possono salire e scen-

dere gradini e muoversi all’interno delle cabine aeree ma che richiedono una sedia a ruote per lo spostamento dall’aereo al terminal, all’interno del terminal, e tra la città e il terminal.

WHCS passeggeri che non possono salire e scendere le scale, ma che possono muo-versi nella cabina dell’aereo e richiedono la sedia a ruote per i movimenti tra l’aereo e il terminal, all’interno del terminal e tra la città e il terminal.

WCHP passeggeri con disabilità agli arti infe-riori che sono autosufficienti, ma richiedo-no assistenza per le operazioni di imbarco e sbarco e che possono muoversi nella cabina dell’aereo solamente con l’aiuto di una sedia a ruote a bordo.

BLIND passeggeri ciechi.DEAF passeggeri sordi o sordomuti.DEAF/BLIND passeggeri ciechi e sordi che

possono muoversi solamente con l’aiuto di un accompagnatore.

MAAS tutti gli altri passeggeri che necessi-tano di speciale assistenza.

È da evidenziare che ogni corso effettuato dall’A.N.G.L.A.T. ha sempre riscosso l’alto gra-dimento delle società di gestione (aeroportuali e vettori aerei) e del loro personale formato, in quanto tali corsi sono stati organizzati da componenti il Consiglio Direttivo nazionale dell’A.N.G.L.A.T., persone altamente qualificate e preparate.

Con questi principi e valori l’A.N.G.L.A.T. si è sempre caratterizzata ed i suoi scopi fonda-mentali sono rivolti a migliorare, relativamente ai trasporti, le normative in vigore in materia di mobilità in senso lato a favore delle persone con disabilità in generale.

Marco GroffPresidente A.N.G.L.A.T. onlus di Trento

e-mail: [email protected] Vice presidente nazionale dell’ A.N.G.L.A.T.

e-mail: [email protected] - www.anglat.itAssociazione Nazionale Guida

Legislazione Andicappati Trasporti

sport e ruBrichetrasporti

La crescita continua

SAD

La SAD è una Società Cooperativa Sociale nata nel 1990 grazie all’impulso di un piccolo gruppo di volontari, ad oggi conta più di 110 dipendenti e offre servizi socio-assistenziali diversificati, quali: assistenza domiciliare giornaliera e serale, consegna pasti a domicilio

e gestione di strutture presenti sul territorio (Centro diurno e Centro servizi).Lo sviluppo di questa organizzazione è stimolato da una politica per il miglioramento

continuo, attraverso la certificazione di qualità ISO 9001:2008 e da un programma di forma-zione continua; in questo modo la cooperativa dota i suoi servizi di un’alta professionalità. Il lavoro e l’impegno del gruppo, in continua crescita, hanno portato grandi soddisfazioni e nuove sfide come la realizzazione dei nuovi uffici in via Gramsci 21 a Trento. L’aumento dei servizi e la conseguente necessità di adeguare la struttura organizzativa per un’idonea gestione degli stessi, hanno determinato la scelta di puntare su una sede tecnologicamente attrezzata, con ampi spazi per sale riunioni, luoghi dedicati anche agli operatori domiciliari e un’architettura moderna. Un traguardo importante intrapre-so ormai vent’anni or sono, otte-nuto grazie alla determinazione di un gruppo sempre più ampio di soci che, con le nuove leve, in-tendono proseguire verso nuovi e ancor più ambiziosi obiettivi.

Per approfondimenti sul-le attività di questa coope-rativa potete visitare il sito www.cooperativasad.it.

Servizio alla formazione del personale addetto all’assistenza di persone con disabilità

Passeggeri disabili nel trasporto aereo

Da sinistra: Rimini, Aeroporto internazionale Federico Fellini, segnaletica verticale presente nei pressi del parcheggio riservato ai titolari del contrassegno disabili.Oltre alla segnaletica consueta prevista dal Codice della Strada,

c’è in aggiunta un altro pannello stradale che evidenzia il divieto di sosta e fermata per i non titolari del contrassegno disabili anche in lingua inglese. (foto Marco Groff).Rimini, Aeroporto internazionale Federico Fellini. (foto Marco Groff).Il Vice presidente nazionale A.N.G.L.A.T. Groff Marco durante la lezione tenutasi a Rimini il 20 luglio 2011.

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9pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | [email protected] | ottobre 2011 - n. 5

Sicuramente perché correvo più veloce di tutti gli altri. Poi mi suggerì di venire a vedere delle com-

petizioni qui, al Campo Scuola Walter Merlo. Così un giorno, per caso, sono venuto a vedere degli atleti proprio come li stiamo vedendo impegnati oggi. Da quel giorno ho cominciato ad allenarmi con il Direttore Tecnico dell’Asd Atletica Cuneo Gigi Catalfamo.Da quest’anno invece?Quest’anno sono in forza al Gruppo Sportivo Militare delle Fiamme Gialle, con il quale mi sto preparando alle Olimpiadi di Londra del 2012.

Il mio “Tutor” se così possiamo dire, è il Campione del Mondo dei 400hs Fabrizio Mori che nel 1999 a Siviglia ha ottenuto il tempo di 47”72 e Primatista Italiano con 47”54 ottenuto nel 2001 in Canada che gli è valso la Medaglia d’Argento.

I tuoi tempi invece?I miei tempi variano da un 49”80, sempre sulla specia-lità dei 400hs, a un 49”60, mentre il mio personale è di 49”50. Spero di far bene oggi.

L’intenzione di Benco-sme, in questa occasione, è quella di correre una gara ad altissimo livello, cercando di ottenere il mi-nimo B per partecipare alle Olimpiadi di Londra 2012: il tempo richiesto è di 49”80 non è troppo distante dal personale del giovane José Bencosme De Leon. In ogni caso, qualunque sia il re-sponso cronometrico, sarà anche una grande festa del

pubblico cuneese a Bencosme De Leon che, anche quest’anno, ha saputo conquistare una medaglia di incredibile valore e ben due titoli di campione italiano.

La gara è in preparazione, correranno in questo Trofeo anche l’azzurro Lorenzo Veroli (Atletica Maxicar Civitanova), Luca Giangravè (Cus Pisa Atletica Cascina) Marco Gadaleta di Alba.

Josè Bencosme adesso ci saluta. Dice che preferirebbe fare le foto a fine gara e noi lo attenderemo al traguardo. Si allontana, dice che andrà a schiacciare un sonnellino più in là, sul prato e di voler essere svegliato qualche tempo prima della gara. Tutti lo assecondano.

Siamo pronti ad immortalarlo al traguardo dei 400hs che taglia con il tempo di 50”87. Saliranno sul podio, insieme a Bencosme De Leon, anche Veroli e Giangravè. Hanno fatto una gara formidabile!

Dorotea Maria Guida

sport e ruBrichetrasporti

L’occasione è stata quella del meeting atletico Trofeo Walter Merlo orga-nizzato dall’ADS ATLETICA CUNEO,

nella quale abbiamo avuto la possibilità di scambiare qualche battuta con la medaglia di bronzo 400hs ai Campionati Europei Juniores - Bencosme De Leon.

Arriva al Campo Scuola trafilato, schivo, già consapevole della sua inevitabile noto-rietà e pronto a dribblare le persone che a vario titolo potrebbero essere interessati a lui. Ma il presidente della scuola di atletica cuneese - Valerio Romana - lo chiama a se.

- So stanco - ci dice quasi scherzando, ma poi si ferma volentieri a scambiare quattro chiacchiere con noi.Da quanto tempo sei qui in Piemonte?Sono arrivato con i miei genitori a Borgo San Dalmazzo esattamente sette anni fa. Qui al Campo Scuola Merlo ho cominciato ad alle-narmi solo da quattro anni.Com’è nata questa tua pas-sione per l’atletica e lo sport in generale?Sono stato notato da un mio professore dell’ITIS.

MILANO - Il Comune di Milano annuncia controlli fiscali per chi parcheggia abusivamente negli spazi riservati

ai portatori di handicap. Fa bene, fa male? Be’, è semplice. Farebbe male se, tra i diritti dell’uomo, ci fosse quello di rubare i posteggi ai disabili. Poiché non è così, fa bene: avanti coi controlli fiscali per i furbastri. E magari qualche pomeriggio ad accompagnare anziani su e giù dal metrò, quando l’Atm si dimentica di aggiustare le scale mobili. Sottrarre il posteg-gio ai disabili è uno dei comportamenti più odiosi. Accettarlo e rassegnarsi sarebbe il marchio di una società fallita. Stato orwelliano? Macché: Stato vigliacco, invece, quello che lascia correre certe cose. La nostra liber-tà finisce dove inizia quella degli altri, ci insegnavano da bambini. E la libertà di chi è debole è parti-colarmente importante. A Milano accade spesso, a Londra non succede più da tempo: perché la polizia ti fa passare la voglia. La segnalazione al fisco (e non solo), lassù la praticano da anni. E ha fornito risultati interessanti. Chi viene pescato a parcheggiare abusivamente nei posti per disabili si rivela, spesso, un farabutto. È come se si autodenunciasse: eccomi, sono capace di fare questo e molto peggio!

Smettiamola di illuderci che basti la peda-gogia. Solo dopo le prime multe abbiamo imparato a mettere casco in moto e cintura di sicurezza in auto: e ora ci sembra di non poterne fare a meno. Solo grazie ai controlli e a una norma che impone ai neopatentati di astenersi dall’alcol i ragazzi (non stupidi) han-no imparato a non guidare quando bevono. Il milanese che ruba il posto al concittadino disabile dovrebbe far bollire il sangue degli

onesti. Allo stesso modo, sia chiaro, è nause-ante chi circola con un permesso abusivo: e succede, eccome se succede. Agli assessori alla Mobilità e alla Polizia locale, Pierfrancesco Maran e Marco Granelli, diciamo: avanti così. Se per un posteggio in doppia fila basta un avvertimento (la prima volta) e una multa (che per quest’infrazione non arriva quasi mai), per l’abuso dei posti per disabili occorre essere più convincenti. Chi fa certe cose, infatti, ha la testa di basalto.

Ricordo, nei pressi del giornale, uno di questi galantuomini

all’opera. Quando ho fotografato col

cellulare il mac-chinone sopra il simbolo giallo dei disabili s’è messo a grida-

re: «Lei non ha il diritto! La mia

privacy!». Gli ho risposto: «Quello è il Corriere della Sera, e questo è diritto di

cronaca. Se si toglie di lì entro trenta secondi, cancello la foto. Altrimenti diventerà la più cliccata su Corriere.it». Non ci crederete: se n’è andato (imprecando, ovviamente). A Milano i posti riservati ai disabili sono oltre 4.000, di cui 2.700 generici e oltre 1.300 assegnati (sotto casa o l’ufficio). Nel 2010 sono state 10.802 le multe per sosta vietata sugli spazi generici, e 5.474 nei primi sei mesi del 2011. Sugli spazi assegnati, nello stesso periodo, le infrazioni sono state 1.763. «Siamo pronti a scommette-re che nel giro di pochi mesi il numero delle multe non sarà più così alto» dichiarano i due assessori. Scommessa già vinta: a patto che non si tratti del solito annuncio, non seguito da controlli e sanzioni. Perché, non ci crederete, gentili Maran & Granelli: ma a Milano e in Italia accade anche questo.

Beppe Severgnini07 settembre 2011 www.corriere.it/italians

Il Comune di Milano annuncia nuove misure contro i «furbi» del parcheggio, come a Londra si fa da anni

Scatta il controllo fiscale a chi ruba i posti dei disabili

Oggi in studio ho incontrato un uomo di mezza età che ha voluto raccontarmi di molte sue insoddisfazioni e paure.

Poi nel salutarmi mi ha chiesto: “Dottore, Lei è felice?”.

Domanda certo impegnativa, ma credo le-gittima nel suo significato implicito: “tu sei in grado di vivere la vita in modo soddisfacente?”

Molte persone che vedo come professioni-sta mi dicono: “Dottore, come vorrei sentirmi più leggera/o, affrontare la vita in modo meno pesante. Per questo sono venuta/o da Lei”

Per questo l’argomento che vi propongo oggi è: come poter tendere ad una vita più serena.

Credo a tutti noi sia capitato di sperimentare momenti belli e brutti nella vita. Cosa ci succe-de e soprattutto perché delle volte ci capita di vedere il mondo rosa ed altre volte tutto nero?

I motivi possono certo essere molti, tra cui, direbbe il mio caro amico Alessandro “l’esser sfigati o fortunati”. Certo, ma tutti noi sappia-mo che la fortuna aiuta gli audaci e che chi dorme non piglia pesci, lo stesso credo possa valere per la serenità. Come dire, essere più sereni è una condizione che possiamo tro-vare anche grazie al nostro impegno. Spesso aleggia l’idea di una psicologia concentrata a riconoscere e svelare malfunzionamenti e problemi nelle persone; oggi però l’esigen-za sembra essere quella di riuscire a creare energie positive e potenziare le nostre risorse personali. Vogliamo quindi tendere ad una condizione di positività più che di ripiega-mento su noi stessi. Ecco allora che cercare degli strumenti che ci permettano di vedere la vita in modo più positivo è un obiettivo auspicabile, ma chi ci può offrire questi strumenti? Credo questo possa essere uno degli obiettivi della psicologia contemporanea: offrire nuovi strumenti e strategie per essere più sereni, più felici. La psicologia a cui mi riferisco è quella che volge il capo al potenziamento delle persone rivolgendosi alle esperienze positive ossia la creatività, la gratitudine, il perdono, la speranza insieme all’ottimismo e all’empatia.

Molte ricerche (alcune con-dotte anche dal famoso psi-cologo americano Martin Seligman) dimostrano che noi siamo gli artefici della nostra felicità e che attivare i punti di forza del nostro carattere pro-duce benessere personale.

Il pensare in modo positivo

è un mezzo che ci permette non solo di rag-giungere la nostra realizzazione personale: sul lavoro, nella vita affettiva, ma favorisce anche il cambiamento sociale.

Prima di tutto sarà allora necessario “im-pegnarci” nel volerci migliorare. La buona notizia è che la famosa mentalità positiva è un processo anche di apprendimento attraverso la sperimentazione di relazioni significative che ci “insegnano” a vedere il mondo e le cose che ci accadono in un’ottica che ci permette di adattarci meglio al mondo in cui viviamo. Per ottenerlo è importante anche sapere valutare le situazioni nelle loro potenzialità reali e metterci nella condizione di poter tro-vare nuove soluzioni vantaggiose per noi. Per questo confrontarsi con qualcuno di esperto che sappia indicarci nuove strade di pensiero potrà essere per noi un patrimonio per la vita.

Come possiamo fare quindi? Prima di tutto possiamo iniziare a domandarci:

Di cosa ho bisogno io? Questi bisogni riesco a soddisfarli? In che misura? Le persone impor-tanti per me, che aspettative hanno nei miei confronti? Che bisogni si aspettano io possa soddisfare loro e in che misura?

È un esercizio che sembra banale, ma non è raro che possa essere difficoltoso. Perché? Forse perché il nostro modo di pensare è molto strutturato negli anni e la lente di oc-chiali con cui guardiamo il mondo ci sembra possa essere l’unica possibile. In questo caso

potremmo pensare di provare a farci aiutare ad indossare

un nuovo paio di occhiali? Magari potremmo trovare nuove soluzioni alle no-stre necessità e nuove soddisfazioni.

Per quanto mi riguar-da Sì, sono un uomo

felice.Dott. Richard Unterrichter

Lo psicologo risponde

Essere più felici oggi

Promessa olimpica a Londra 2012

Jose’ Bencosme de Leon

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associazioni scacciapensieri

BREV

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BaRI Stangata in arrivo per gli ubriachi

04/08/2011 ladige.itPer le persone che alzano un po’ troppo il gomito, che abusano di sostanze alcoliche e poi usufruiscono, per essere rimesse in piedi, dei servizi del sistema sanitario provinciale, si profilano tempi duri. La disposizione dell’articolo 5 della legge 19 dell’agosto 2010 sulla tutela dei minori dalle conseguenze legate al consumo di bevande alcoliche sarà presto applicata. La norma prevedeva che «con delibera la giunta provinciale definisce i casi e i criteri di partecipazione alla spesa sanitaria per interventi effettuati a favore di persone in evidente stato di ebbrezza, ovvero con un tasso superiore a 1,5 milligrammi per litro». «In effetti è nostra intenzione intro-durre un ticket maggiorato per chi abusa di sostanze alcoliche e deve per questo usufruire di prestazioni sanitarie» - spiega l’assessore Ugo Rossi che però ancora non vuole entrare nel dettaglio della questione e parlare di cifre.I medici studiano per battere il gioco29/08/2011 ladige.itSiete malati di gioco d’azzardo? Oppure avete l’impressione che un vostro amico o un vostro familiare sia in difficoltà? Presto, per avere un aiuto concreto, un consiglio

o magari anche solo una corretta diagnosi, sarà possibile rivolgersi al proprio medico curante. Partiranno il prossimo autunno i corsi che l’azienda sanitaria, con la colla-borazione dei soggetti che operano sul territorio (Auto mutuo aiuto, Sert e distretti sanitari), proporrà ai medici di famiglia. Le prime due edizioni saranno a Trento (fine ottobre) e a Cles (metà novembre). A spiegare i dettagli è la dottoressa Ame-lia Marzano, responsabile del Servizio formazione. «L’assessore provinciale Ugo Rossi e la direzione sanitaria ci hanno dato specifica indicazione per organizzare un corso di questo tipo. L’emergenza è sen-tita in maniera diffusa ed è in crescita. Per questo, concluse le prime due edizioni, pianificheremo lezioni su tutto il territoro provinciale».Pizza d’asporto “made in carcere”09/09/2011 AdigeUna telefonata alla casa circondariale di Spini a Gardolo, ed ecco la pizza da asporto “made in carcere”. È l’ultimo progetto in via di definizione che punta a formare e recuperare i detenuti attraverso il lavoro nella struttura, inaugurata solo un paio di mesi fa. L’idea è della direttrice Antonella Forgiane e dell’omologo, della comunità di San Patrignano a Pergine, Luigi Bertacco.

La gestione della grande cucina che ogni giorno sforna i pasti per ospiti ed agenti di custioda (180 uomini divisi in tre turni), sarà affidata ad una cooperativa sociale che -tramite un operatore di riferimento- orga-nizzerà il lavoro dietro i fornelli.

Numerose le iniziative organizzate per riempire il più possibile le giornate dei dete-nuti (circa 200 uomini e 15 donne) affinchè si dedichino il meno possibile all’ozio con corsi di ceramica, laboratori di pittura, lavori come l’imbottigliamento di detersivi e lavanderia (dove a breve si farà il bucato anche per conto delle case di riposo).Si ferma ad aiutare, la travolge una moto12/09/2011 ladige.itALTO GARDA - Una domenica che è sembra-ta di piena estate quella di ieri in «Busa». Per il caldo, per le spiagge, ma anche per il traffico, sostenuto fin dalle prime ore del mattino e congestionato dalle 11 in poi. A completare i molti incidenti. Il più grave è avvenuto ai confini del territorio di competenza, giusto un paio di curve prima del Ballino, quindi oltre il lago di Tenno. E ha una dinamica piuttosto inconsueta. Tutto è iniziato con la caduta autonoma di un motociclista impegnato ad affrontare le solite curve in località “Resìna”.

Per il centauro conseguenze lievi, ma

a soccorrerlo si è fermata una ciclista che stava transitando proprio in quel punto. Pochi istanti dopo il patatrac: un’altra moto è sopraggiunta sbandando nello stesso punto e finendo così per investire la ciclista fermatasi ad aiutare. In tutto quattro feriti di cui tre lievi (compresa per fortuna la ciclista) e la passeggera di una delle moto finita in elicottero all’ospedale per una frattura agli arti inferiori. Sul posto i carabinieri di Riva, i vigili del fuoco di Tenno e la polizia locale per la viabilità.Scontro moto-auto in piazza Venenzia12/09/2011 AdigeMancavano pochi minuti all’una, quando una motocicletta ed una macchina sono entrate in collisione nell’affrontare la nuova rotatoria di piazza Venezia.

Sulla dinamica dello scontro sono in corso accertamenti da parte dei carabinieri del radiomobile di Trento, intervenuti sul posto. A tradire il conducente del veicolo, tuttavia, potrebbe essere stato qualche bicchiere di troppo, visto che è risultato positivo all’al-coltest: nel sangue aveva un valore di alcol di 0,80 milligrammi per litro.

Lievi le ferite riportate dai protagonisti: la peggio però è toccata al motociclista, por-tato all’ospedale Santa Chiara in ambulanza per accertamenti.

Sta andando alla grande il servizio “A TU PER TU” partito il 18 aprile a Rovereto. L’iniziativa è accessibile a tutti i cittadini (anche ai non residenti nel Comune di Rovereto)

che vogliono superare le difficoltà quotidiane confrontandosi con dei professionisti della relazione. L’obiettivo è “recupe-rare il sorriso allo specchio” sperimentando liberamente una relazione con qualcuno che sia in grado di offrire dei consigli, anche pratici, su come superare le difficoltà giorna-liere dell’autostima, nei problemi d’amore e di coppia, per la solitudine, per avere un alleato nella comprensione dei nostri figli e/o genitori, per stare bene con gli altri, insomma per auto-valorizzarsi ed essere felici.

Da un’analisi intermedia si evidenzia che l’età di chi ha usufruito del servizio va dai 21 ai 71 anni; le donne sono la maggioranza ma non di molto rispetto agli uomini. Al servizio le tematiche più discusse sono indicate nel grafico. La crisi esistenziale (bilancio di vita, decisioni difficili...) è al primo posto seguita dalle difficoltà relazionali (amici, colleghi...).

Gli orari di accesso sono: martedì dalle 10:30 alle 12:30, mer-coledì dalle 18:00 alle 20:00 e giovedì dalle 16:00 alle 18:00.

È necessario fissare un appuntamento: tel: 346/2491134 oppure e-mail [email protected]

Ricordiamo che il servizio è gratuito perché finanziato dal Comune di Rovereto. È un luogo dove sfogarsi senza essere giudicati. Quindi chi desidera cogliere questa occasione consigliamo di prenotarsi velocemente: i posti sono limitati.

L’iniziativa dell’Associazione A.P.B.P.S. Psicologi di base di Rovereto

A tu per tu

Arrivano in corsia generalmente il sabato pomeriggio. Hanno i ca-mici, colorati e variopinti, zazzere

spettinate, calzettoni spaiati e multicolo-ri. Gli strumenti del loro mestiere sono i palloncini, il naso rosso, siringhe giganti da due litri e finti stetoscopi. Il loro me-stiere è particolare: loro fanno ridere! Sono i clown volontari dell’Associazione MondoVIP con sede a Mondovì.

È una gioia pensare che questi “professio-nisti della risata” sia-no arrivati anche negli ospedali delle nostre città. Di strada se n’è fat ta quando negli anni 70 il medico ame-ricano dottor. Hunter Patch Adams decise di mettere in pratica una nuova terapia di cura, ossia quella del sorriso, chiamata anche Clown terapia. Infatti una ca-ratteristica del sorriso è la sua contagiosità che può creare un’atmosfe-ra di salute.

A Torino Aureola e Spillo (Maria Luisa Mira-bella e Sergio Pinarello) nel 1997 fondarono L’associazione Vivia-mo In Positivo con il coinvolgimento del primo nucleo di volontari clown formati. L’esperienza di questo primo germoglio di volontari, in pochi anni, si è diffusa in tutta la Penisola e nel 2003 è nata la Federazione VIP (Viviamo In Positivo) Italia Onlus che oggi raggruppa 44 as-sociazioni locali in 35 città Italiane in cui 3000 volontari svolgono servizio come clown in corsia in 90 ospedali, oltre a centri diurni, case di riposo, comunità per disabili e bambini a rischio.

Abbiamo incontrato il portavoce dei clown di MondoVIP, l’associazione Mon-regalese che fa parte della federazione VIP Italia fin dal 2005 e che opera presso l’ospedale di Mondovì.

Il volontario ci spiega subito una cosa simpatica: ogni operatore della risata ha il proprio nome clown; il suo è DDRUM.DDRUM ci racconti qualcosa della vo-stra Associazione?Siamo in 42, uomini e donne, di età com-presa tra i 18 e i 65 anni. Abbiamo preso l’impegno morale di prestare almeno un servizio al mese e giriamo tutti i reparti

dell’ospedale ogni sabato pomeriggio.Come vi preparate? Avete tutti il senso dell’humor oppure è una caratteristica che acquisisci con il volontariato?Partecipiamo a degli allenamenti periodici - lo guardo perplessa - Negli allenamenti affiniamo le tecniche da adottare quan-do siamo davanti a un paziente: chi si esibisce in giochi di prestigio, chi esplode con cariche di energie positive e c’è chi

di noi riesce ad entrare in empatia con il paziente soltanto con una chiacchierata. Ma l’allenamento ci serve soprattutto per formare i nostri gruppi, per essere coesi e quindi divertire di più!Come mai si sceglie questa particolare forma di volontariato, anziché quello per così dire, classico? Insomma andar-sene in giro con parrucche arancioni, nasi rossi e scarpe multicolore non è da tutti...La straordinaria forza dei clown in corsia è appunto la capacità di mettersi in gioco, di svestirci degli abiti dell’abitudine ed entrare in quelli della magia, del sorriso, del buonumore.

Eppure siamo ben lontani dall’estremi-smo di Pacth Adams, al quale ovviamente ci ispiriamo, in quanto il nostro precursore sosteneva che dovevano essere medici e infermieri a vestire i nostri panni e non solo i volontari.Oltre all’ospedale di Mondovì dove operate?Sin dal 2008 la nostra associazione ha iniziato a prestare opera di volontariato anche presso ospedale di Cuneo nei reparti

di Chirurgia Vascolare e Pediatria. Grazie a questa esperienza un gruppo di nostri volontari ha dato origine all’associazione ConiVIP, per essere più presenti nella zona di Cuneo e dintorni. Ed inoltre collaboria-mo con alcune case di riposo (a Villanova Mondovì, Piozzo, Rocca de’ Baldi, Niella Tanaro, San Lorenzo di Peveragno)Collaborate con altre associazioni di volontariato?

Si, abbiamo collabo-rato e collaboreremo con associazioni che si occupano di bam-bini disabili e con pro-blemi neuropsichia-trici. Abbiamo anche fatto degli spettacoli per i bambini prove-nienti da Chernobyl ospiti in Italia a Dro-nero e Peveragno. Ed abbiamo organizzato una serie di incontri con bambini autisti-ci in collaborazione con il Centro Autismo dell’ospedale di Mon-dovì.Però vi abbiamo vi-sto anche in giro per la città...

Si! Infatti! Al di là dei nostri servizi ordinari, spesso organizziamo uscite in strada per sensibilizzare la popolazione e diffondere questa straordinaria forma di volontaria-to. Oltre alla GNR, la Giornata del Naso Rosso organizzata ogni anno in piena sintonia da tutte le associazioni federate VIP Italia, noi di MondoVIP siamo presenti già da alcuni anni alla Fiera di Primavera di Mondovì ed alla fiera di San Giovanni di Pianfei. Ma ci trovate anche sul sito: www.mondovip.it

Poi tira fuori un cartoncino e proclama:Siete tutti invitati alle serate di presen-

tazione del 15 e 22 Settembre nella sede di CSV [n.d.r Centro Servizi per il volon-tariato] in viale Vittorio Veneto e per i più coraggiosi ci sono i corsi il 7-8-9 Ottobre...Ciao devo andare...

Aspetta dove corri? L’intervista non è finita!

E già! Oggi è sabato e il Clown DDRUM è di servizio in corsia; ha già il suo camice multicolore, i capelli variopinti, palloncini e grandi margherite: attenti tutti, qui il sorriso è assicurato e contagioso!

Dorotea Maria Guida

I benefici della clown terapia nelle corsie dei nostri ospedali. A Mondovì la risata sicura è affidata ai volontari di MondoVIP.

Metti un clown in corsia

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11pro.di.gio. progetto di giornale | www.prodigio.it | [email protected] | ottobre 2011 - n. 5

associazioni scacciapensieri

Sostieni Prodigio con il 5 x 1000Nella tua prossima

dichiarazione dei redditi potrai devolvere il 5‰

dell’Irpef a Prodigio firmando nello spazio

riservato agli enti di volontariato ed

indicando il codice fiscale 96053810220.

Per noi è un grosso aiuto e a te non costerà nulla!

L’Haiku, antica forma di poesia giapponese, è oggi una delle opere più note arrivate fino a

noi dallo stato nipponico e diffusa ormai in tutti i paesi occidentali. Questa produzione letteraria, che risale al 1600, non solo è soprav-vissuta allo scorrere dei secoli ed all’imporsi della tecnologia ma viene apprezzata e prodotta quoti-dianamente da milioni di persone, anche nella nostra società ultramo-derna, semplicemente per pura e interiore soddisfazione.

Scrivere Haiku è infatti per molti uno stacco dalla routine quotidia-na, da una realtà spesso caotica e difficile. Sensibilità e delicatezza d’animo si esprimono davanti allo spettacolo di cose semplici ma preziose che non sempre la nostra vita complicata e stressante riesce a farci cogliere ed apprezzare.

Cos’è l’HAIKUÈ una poesia dai toni semplici

che elimina i fronzoli lessicali e le congiunzioni e trae la sua forza dalle suggestioni della natura e le sue stagioni.

L’Haiku fu creato in Giappone nel XVII secolo e deriva dal tanka, com-ponimento che risale al IV secolo.

L’Haiku è formato da 3 versi di 5-7-5 sillabe. Per l’estrema brevità richiede una grande sintesi di pen-siero e d’immagine.

Soggetto dell’Haiku sono scene rapide ed intense che rappresenta-no, in genere, la natura e le emozio-ni che colpiscono l’animo del poeta.

La mancanza di nessi evidenti tra i versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni, quasi come una traccia che sta al lettore completare.

Hanno composto Kaiku anche: Jorge Luis Borges, Paul Claudel, Al-len Ginsberg, Edoardo Sanguineti, Jack Kerouac e tanti altri. Franco Battiato ha dedicato all’Haiku una canzone.

Viviana Garbari

“Nikita Mikhalkov dirige ed interpreta un lungo dramma psicologico nel quale la vita di un ragazzo si trova nelle mani di 12 giurati”

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Siamo a Mosca. Un giovane orfano ceceno viene proces-sato per l’omicidio del padre

adottivo, un ex ufficiale dell’eser-cito sovietico che lo ha preso con sé dopo la guerra. Il caso sembra chiuso e le prove della sua colpe-volezza appaiono, ad una prima analisi, inconfutabili. Dodici giurati vengono quindi condotti e “chiusi” in una palestra con il compito di arrivare in maniera unanime ad un verdetto. Tutto fa presagire un

rapido epilogo della seduta ma, alla prima votazione, il dubbio si insinua in uno di essi. Da qui seguirà una lunga diatriba tra i dodici che li porterà a scovare la verità nel profondo delle proprie coscienze.

Una giuria, composta da al-trettante personalità differenti di diversa estrazione sociale, ognuna con il proprio bagaglio di esperien-ze, pregiudizi, paure, sentimenti e segreti, è responsabile del destino di questo giovane.

Dapprima quasi senza renderse-ne conto ma poi, una volta insinua-to dentro di loro, il dubbio si farà strada lentamente e li contagerà tutti, facendo vacillare le certezze che fino a pochi istanti prima con-sideravano inossidabili. La pellicola di Mikhalkov è pervasa da un buon numero di “questioni” perenne-mente aperte che caratterizzano la nostra società ma che, ancor più, rappresentano l’essenza dell’essere umano: la sua superficialità, il suo egoismo, inteso come la ricerca del proprio benessere a scapito di quello degli altri, la riluttanza ad assumersi le proprie responsabilità, la precaria coerenza delle decisioni prese, la corruttibilità e l’influenza esercitata dagli altri che finisce per condizionare il comportamento del singolo individuo...

Da notare la differenza rispetto ad altre produzioni cinematogra-fiche che puntano maggiormente sulla “spettacolarità” dei processi giudiziari, mirando al colpo di scena attraverso ingegnose intuizioni e mirabolanti arringhe da parte di uomini di legge e che eleggono a protagonisti del caso gli avvocati stessi, senza dimenticare imputati o testimoni dotati di particolare carisma. Per una volta, invece, l’at-tenzione è focalizzata sui giurati e su ciò che accade “dietro le quinte”, con una particolare analisi psico-logica nel campo della cosiddetta “influenza sociale” per quel che

concerne i processi decisionali nei piccoli gruppi. Il gruppo, in questo caso, è la giuria e le interazioni tra dodici personalità diverse, chiuse in una stanza ed isolate da condizio-namenti esterni, produce inevitabil-mente delle discussioni. Si possono prendere in prestito alcune nozioni proprie della psicologia sociale per analizzare alcune delle situazioni presenti nel film.

Il cosiddetto “groupthink”, un esempio estremo di polarizzazione

di gruppo, può verificarsi in un insieme composto da individui dalla mentalità simile nella situazione in cui la ricerca del consenso risul-ta talmente pressante da alterare la percezione della realtà. Tale processo può essere rischioso, in quanto il pensiero di gruppo può por-tare ad un consenso illusorio nel momento in cui gli indi-vidui sono più preoccupati di raggiungere una scelta unanime rispetto alla bontà riguardo quest’ultima. In poche parole, raggiunge-re il consenso si rivela più importante del modo in cui esso viene ottenuto. Come si può evitare tutto questo? Attraverso il pensiero cri-tico, l’apertura al dissenso, la condotta del cosiddetto “avvocato del diavolo”.

Il regista ne dà una dimostrazio-ne, introducendo il ruolo determi-nante di una minoranza.

Quest’ultima è in grado di eser-citare la sua influenza solo se colui che ne è portavoce dimostra di possedere una posizione ben defi-nita sull’argomento, fermezza sulla propria posizione e resistenza alle pressioni della maggio-ranza.

Mikhalkov of fre la sua personale visione di come questo possa accadere e, nel finale, riesce a rimescolare ul-teriormente le carte e mettere in discussione le nuove certezze acquisite nel corso della seduta. Da sottolineare la buo-na prova collettiva dei dodici protagonisti, che si destreggiano egregia-mente per circa due ore e mezzo farcite di profon-de riflessioni attinenti al processo e capaci, altresì, di mettere a nudo le loro debolezze come uomini, il tutto con l’aggiunta di situazioni meno serie e più distensive in grado di strappare qualche sorriso.

Questa produzione russa è poco fumo e molta sostanza, non si perde in virtuosismi e ci propone un punto di vista diverso in un filone cinematografico che solitamente pone sotto i riflettori le aule di tribunale piuttosto che il modo in cui viene raggiunta una senten-za e si è guadagnata, nel 2008, la nomination all’Oscar come miglior film straniero.

Matteo Tabarelli

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HAIKU: sensibilità ed emozioni nell’immediatezza di tre semplici versi

Sbocciano sangueI rossi papaveri:strade mortali

Giovanna Corradi

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aIncontroLucenti e radiosi,i tuoi occhi bellicalamitano il mio sguardo;vedono dentro il mio cuoree leggono i miei pensieri...La reciproca attrazioneÈ misteriosa,ma la sento fluidaquando ti sono vicino...Io ti desideroE tu mi chiamiNel gioco dell’amore...Se vorrà il destinoSarò un uomo diversoAccanto a te: il migliore,e tu mi amerai dolcemente

Luciano Trentini

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