Process recensione

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Un convoglio metropolitano impazzito corre verso il deragliamento. Un sistema di controllo centrale destabilizzato da tentativi di accesso non identificabili. Due moduli gemelli che si contendono la priorità nella procedura di emergenza entrano in conflitto. Luci incerte, suoni, voci, ombre inquietanti, restrizioni della visuale e impossibilità occasionale di interagire. Consapevolezza allarmante del passare del tempo scandita dal countdown implacabile del pannello di controllo. Percezione crescente dell’inevitabile. Tutto questo e molto altro di insolito e conturbante, che sarà il giocatore stesso a determinare attraverso il gameplay individuale, si produrrà dopo l’ingresso nel vagone passeggeri allestito dai TrainYard, un piccolo gruppo di sviluppatori indipendenti russi tra cui alcuni membri del team di Outcry. Questa è la traduzione del comunicato comparso più di un anno fa nel loro blog: “Process è un progetto realizzato in forma di gioco di avventura che ha luogo in alcune vetture di una metropolitana. Entro 20 minuti si verificherà un disastro: il treno deraglierà a tutta velocità.

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Un convoglio metropolitano impazzito corre verso il deragliamento. Un sistema di controllo centrale destabilizzato da tentativi di accesso non identificabili. Due moduli gemelli che si contendono la priorità nella procedura di emergenza entrano in conflitto. Luci incerte, suoni, voci, ombre inquietanti, restrizioni della visuale e impossibilità occasionale di interagire. Consapevolezza allarmante del passare del tempo scandita dal countdown implacabile del pannello di controllo.

Percezione crescente dell’inevitabile.

Tutto questo e molto altro di insolito e conturbante, che sarà il giocatore stesso a determinare attraverso il gameplay individuale, si produrrà dopo l’ingresso nel vagone passeggeri allestito dai TrainYard, un piccolo gruppo di sviluppatori indipendenti russi tra cui alcuni membri del team di Outcry. Questa è la traduzione del comunicato comparso più di un anno fa nel loro blog:

“Process è un progetto realizzato in forma di gioco di avventura che ha luogo in alcune vetture di una metropolitana. Entro 20 minuti si verificherà un disastro: il treno deraglierà a tutta velocità.La durata del gioco corrisponde esattamente al tempo previsto prima dell’incidente. Durante questo periodo, all’interno di un ambiente scarsamente illuminato in stile industriale-cyberpunk, il giocatore dovrà prendere atto della situazione, effettuare tutti i possibili tentativi di evitare l’incidente e, alla fine, considerarne i risultati attraverso diverse angolazioni.Il gioco è imperniato sulla predeterminazione degli eventi e sulla percezione del circostante.

Process, sviluppato nei ritagli di tempo dal nostro team, deve essere considerato un episodio interattivo o una breve graphic novel più che un gioco completo, ma tecnicamente parlando è una classica avventura punta e clicca con panoramiche a 360° e movimenti nodali intermedi.”

(n.d.r.: Process è stato rilasciato come gioco free nel dicembre 2011)

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PROCESS, inteso come procedura, sequenza di azioni, è un’esperienza allucinatoria e profondamente inquietante, dalla durata prestabilita ma dalle svariate possibilità di interazione. Poco più di venti minuti di tempo, dall’inizio del gioco, per fermare la corsa del treno senza possibilità di effettuare salvataggi. Il gioco dovrà essere rieseguito molte volte prima di rendersi veramente conto di ciò che si sta facendo e perché, e di come guadagnare tempo per concedersi un’osservazione più accurata.E’ conflittuale illustrare la mia esperienza personale sul treno senza infrangere la regola del riserbo sugli elementi a sorpresa, censurando le circostanze che mi hanno comunicato le sensazioni più intense, ma ci proverò ugualmente.

Dopo l’avvio del gioco si assiste, impossibilitati ad agire, ad una panoramica del luogo in cui ci si trova: una carrozza passeggeri di un treno metropolitano. Solo due altri luoghi sono accessibili in questa fase del gioco, la cabina di controllo e la cabina del generatore, in cui si troveranno informazioni ed oggetti necessari all’innesco della procedura di emergenza.Da subito si percepisce l’anomalia; il treno è una galassia a sé stante, fuori dal tempo e dallo spazio conosciuti. Appare deserto, ma lo sarà veramente? L’enfasi posta sull’ imponente rete di tubature lascia supporre che il controllo informatizzato del convoglio sia affiancato da un sistema di trasmissione pneumatica, ma cosa –o chi – passa attraverso quei tubi? E sarà possibile, attraverso l’adempimento di una corretta procedura, fermare la motrice ed evitare l’impatto? Cercare una risposta a queste domande implica una paziente ed attenta riesecuzione del gioco a più riprese, che comunque non garantisce il successo.

A prima vista Process contiene pochi rompicapo piuttosto semplici, compreso l’uso di alcuni oggetti; almeno questo è quanto avrei scritto fino a qualche giorno fa, prima di aver potuto

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osservare meglio il comportamento di alcuni elementi - apparentemente scenici - grazie al tempo risparmiato eseguendo la procedura, ormai familiare, con maggiore rapidità.Quello a cui mi riferisco è il vero rompicapo del gioco, enigmatico persino nel manifestarsi come tale. Lo sto ancora studiando… ho capito come risolverlo ma non in base a cosa. Incredibile ma vero. Appena l’avrò scoperto scriverò una soluzione, rimanendo con un ultimo martellante interrogativo: sarà l’unica possibile?Per la risposta confido nella collaborazione di chi vorrà salire su quel treno.

Process ha riscosso un grande favore di critica e di pubblico; gli sono state attribuite votazioni altissime ed è stato accolto come una breve ma indubbia opera d’arte, un piccolo capolavoro.Ho letto una sola recensione sfavorevole; voglio riportarne un brano, una riflessione che non condivido ma trovo interessante e intelligente.La recensione è di Adam Harshberger (http://www.indiegamemag.com/process-review-medium-betrayal/) che, tra le altre cose, scrive:

“(…) Penserete che non dovrei essere così duro nei confronti di questo gioco, ma dobbiamo esserlo, se vogliamo giochi importanti che meritino di essere annoverati tra i capolavori. Non possiamo essere clementi verso i tentativi di trasformare in gioco un sofisma. Se l’obiettivo è la creazione di un’opera d’arte videoludica questo gioco fallisce perché antepone lo stile alla sostanza. Il personaggio più importante, il giocatore, viene relegato ad un ruolo minimalistico, e di questo bisogna tenere conto. Le mutazioni come Process costituiscono potenziali fallimenti, e non possiamo permetterci di ignorarlo, ammettendo comunque che possano costituire piccoli passi verso il traguardo che noi tutti vorremmo che i nostri amati videogiochi raggiungessero. In fondo si tratta di un Processo.”

Se riuscissi a condividere l’opinione sul gioco sarei pienamente d’accordo con il punto di vista del recensore, e devo ammettere che nelle mie considerazioni sugli enigmi di Outcry, gioco fatto e finito ma sulla lunghezza d’onda di Process, ho anch’io pensato ad una penalizzazione della sostanza a favore dello stile, ma non per quanto riguardava i contenuti. Ho vissuto l’esperienza di entrambi i giochi con emozione quasi esagerata e non mi vergogno di asserire che, tanto banalmente, sono anch’io convinta che Process sia un autentico, sottile, capolavoro.