PRIMO PIANO Il dialogo interreligioso: una grazia o un ... · Napoli contro la pena di morte 12 ......

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N. 44 7 dicembre 2008 0,90 Anno LXII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli Un sms per la “Culla della vita” 8e9 SPECIALE Un fiocco bianco contro la violenza sulle donne 11 CITTÀ Dialogo con la Città in Cattedrale 7 VITA ECCLESIALE Presentato il Dossier sulle povertà in Campania 5 PRIMO PIANO Andrea Acampa Francesco Asti Teresa Beltrano Michele Borriello Rosanna Borzillo Cristina Celli Giorgio Cozzolino Eloisa Crocco Doriano Vincenzo De Luca Felice D’Onofrio Salvatore Esposito Salvatore Fratellanza Serena Giorgio Marrano Gianluca Manca Mario Rega Francesco Rivieccio Elena Scarici Mariarosaria Soldi Angelo Vaccarella Rossano Zas Friz. Gli interventi Ac: in festa per l’adesione 4 Operatori di pastorale familiare a convegno 4 Le grandi sfide del turismo sociale 6 Evoluzione e creazione 7 Il Museo è sempre più sul web 11 Napoli contro la pena di morte 12 San Giorgio dalla parte dei bambini 14 Il festival di musica sacra “Venite pastores” 15 Il dialogo interreligioso: una grazia o un rischio? Jean-Louis Card. Tauran Viviamo in società pluri-culturali e pluri-religiose: è un’evidenza. La tesi di Huntington, lo scontro delle civiltà, si è rivelata falsa: proclamare che il mondo è diviso fra sei o sette civiltà differenti, destinate ad affrontarsi, non regge. Non esiste una civiltà chimicamente pura. La Cina, per esempio, è a volte pluri-millenaria e profondamente occidentalizzata. Esistono soltanto civiltà composite, che evolvono e che si trasformano con un processo permanente di interazione. In Italia, per esempio, un bambino sin dall’asilo pratica il dialogo inter-religioso: si trova in mezzo a compagni musulmani, a volte buddisti, ecc.. Come ha dimostrato Paul Tillich, la storia non conosce una cultura che non sia religiosa. Tuttavia a partire dal diciottesimo secolo, in Europa è apparsa una convinzione: la fede è incompatibile con la ragione umana. Descartes, anche se credente, applicherà alle realtà della fede il suo dubbio metodico. Tale corrente di pensiero produrrà la Filosofia dei Lumi, ossia la ragione può da sola accedere alla verità. La morale naturale, la tolleranza, il deismo, anche per alcuni l’ateismo, fanno pensare che l’uomo sia auto- sufficiente. Inoltre, dopo i considerevoli progressi delle scienze (Newton muore nel 1727), lo sviluppo dei viaggi (e delle missioni), le crisi sociali non risolte, facevano pensare a molti che il cristianesimo, con i suoi dogmi e la sua morale, non contribuiva al progresso. segue a pag. 2

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N. 44 • 7 dicembre 2008 • € 0,90

Anno LXII • Poste Italiane s.p.a. • Sped. a.p. • D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, DCB • Napoli • Direzione e Redazione Largo Donnaregina, 22 • 80138 Napoli

Un smsper la

“Culla della vita”

8 e 9

SPECIALE

Un fiocco biancocontro la violenza

sulle donne

11

CITTÀ

Dialogocon la Cittàin Cattedrale

7

VITA ECCLESIALE

Presentato il Dossiersulle povertàin Campania

5

PRIMO PIANO

Andrea Acampa • Francesco Asti • Teresa Beltrano •

Michele Borriello • Rosanna Borzillo • Cristina Celli •

Giorgio Cozzolino • Eloisa Crocco • Doriano Vincenzo De

Luca • Felice D’Onofrio • Salvatore Esposito • Salvatore

Fratellanza • Serena Giorgio Marrano • Gianluca Manca

• Mario Rega • Francesco Rivieccio • Elena Scarici •

Mariarosaria Soldi • Angelo Vaccarella • Rossano Zas Friz.

Gli interventiAc: in festa per l’adesione 4

Operatori di pastorale familiare a convegno 4

Le grandi sfide del turismo sociale 6

Evoluzione e creazione 7

Il Museo è sempre più sul web 11

Napoli contro la pena di morte 12

San Giorgio dalla parte dei bambini 14

Il festival di musica sacra “Venite pastores” 15

Il dialogo interreligioso: una grazia o un rischio?

Jean-Louis Card. Tauran

Viviamo in società pluri-culturali e pluri-religiose: èun’evidenza. La tesi di Huntington, lo scontro delleciviltà, si è rivelata falsa: proclamare che il mondoè diviso fra sei o sette civiltà differenti, destinate adaffrontarsi, non regge. Non esiste una civiltàchimicamente pura. La Cina, per esempio, è a voltepluri-millenaria e profondamente occidentalizzata.Esistono soltanto civiltà composite, che evolvono eche si trasformano con un processo permanente diinterazione. In Italia, per esempio, un bambino sindall’asilo pratica il dialogo inter-religioso: si trovain mezzo a compagni musulmani, a volte buddisti,ecc.. Come ha dimostrato Paul Tillich, la storia nonconosce una cultura che non sia religiosa. Tuttavia a partire dal diciottesimo secolo, inEuropa è apparsa una convinzione: la fede èincompatibile con la ragione umana. Descartes,anche se credente, applicherà alle realtà della fede ilsuo dubbio metodico. Tale corrente di pensieroprodurrà la Filosofia dei Lumi, ossia la ragionepuò da sola accedere alla verità. La moralenaturale, la tolleranza, il deismo, anche per alcunil’ateismo, fanno pensare che l’uomo sia auto-sufficiente. Inoltre, dopo i considerevoli progressidelle scienze (Newton muore nel 1727), lo sviluppodei viaggi (e delle missioni), le crisi sociali nonrisolte, facevano pensare a molti che ilcristianesimo, con i suoi dogmi e la sua morale,non contribuiva al progresso.

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Vita ecclesiale Nuova Stagione2 • 7 DICEMBRE 2008

La Facoltà, luogo di confronto e ascoltodi Rossano Zas Friz *

La solenne apertura dell’anno accademicodella Pontificia Facoltà Teologicadell’Italia Meridionale è iniziata nell’aula

magna della Sezione San Luigi con la recita deivespri. Erano presenti, oltre alle autorità acca-demiche e l’invitato d’onore per la prolusione,S.E. Rev.ma il cardinale Jean-Louis Tauran, S.Eminenza, Rev.ma il Cardinale Sepe arcivesco-vo della città di Napoli; S. E. Rev.ma il cardina-le Michele Giordano, arcivescovo emerito dellanostra città e i Vescovi Mons. Antonio di Donna,ausiliare di Napoli; Mons. Pietro Farina, vesco-vo di Alife-Caiazzo e Mons. Salvatore GiovanniRinaldi, vescovo di Acerra.

Il Cardinale Sepe ha commentato la letturabreve della prima lettera di Pietro sulla frater-nità che nasce dalla carità, rivolgendo al con-tempo un appello ai docenti, ai discenti e al per-sonale amministrativo.

In seguito il Preside della Facoltà, Prof. CarloGreco S.I., ha salutato i presenti ringraziandosua Eminenza, il corpo docenti e laCongregazione per l’Educazione Cattolica perla fiducia accordatagli, specialmente nelle at-tuali circostanze in cui si richiede grande colla-borazione tra tutti i componenti delle Facoltà econ i diversi istituti. Ha concluso il suo salutointroducendo le parole di don Adolfo Russo,Preside uscente della Facoltà.

Don Adolfo, con il suo caratteristico stile cor-diale, ha tralasciato i dati statistici, facilmente

reperibili nell’Annuario Generale della Facoltàper enucleare diversi problemi che la Facoltà èchiamata a risolvere. Dopo aver lodato il modocon cui si sta procedendo nell’informatizzazio-ne dei servizi accademici della Facoltà ha svi-luppato l’idea centrale della sua relazione: il fu-turo della Facoltà e il trattato di unificazione delsistema universitario europeo, conosciutoinformalmente come il ‘Processo di Bologna’.Per don Adolfo tale processo implica una gran-de sfida qualitativa per la nostra Facoltà, a cuisi può rispondere su tre fronti. In primo luogo,essendo consapevoli dei propri limiti, cioè rima-nendo umili, nella nostra verità, nella consape-volezza che non siamo la Verità. In secondo luo-go, è importante mantenere un atteggiamentodi ascolto della nostra realtà, percependo il ‘re-spiro’ della nostra gente e del suo territorio. Edinfine, ma non meno importante, promuoveresempre il dialogo come espressione di unaFacoltà che è capace di dialogare a 360 gradi.

Il nuovo Preside, P. Greco, ha dato la paro-la a S.E. il Cardinale Tauran, Presidente delPontificio Consiglio per il dialogo interreligio-so, che ha sviluppato il tema: “Il dialogo interre-

Il dialogo interre ligioso: una grazia o un rischio?

L’inaugurazione dell’anno accademico alla Pftim nell’aula magna della sezione San Luigi alla presenza del Cardinale Sepe e con la prolusione del Cardinale Tauran

SEGUE DALLA PRIMA PAGINA

Basta credere che tutti gli uomini appartengono alla medesima uma-nità, che sono dotati di ragione e possono facilmente scoprire una religio-ne naturale senza dogmi, senza fanatismi. Non occorre pertanto rivolger-si alla religione rivelata per chiedere spiegazioni sull’origine del cosmo edell’uomo, ne bisogna aspettare la vita al di là della terra: l’uomo è auto-sufficiente. È posto al centro dell’universo. Il soprannaturale è eliminato.Sul piano delle idee, tale visione condurrà allo Scientismo (tutto ciò chela ragione umana non giustifica non esiste) e, sul piano delle realizzazio-ni concrete, alla Rivoluzione Francese (organizzare la società senza Dio)per giungere, nel ventesimo secolo, ai due totalitarismi (marxismo lenini-smo e ideologia nazista).

Ovviamente la Chiesa ha rifiutato tali ideologie e sostenuto che esclu-dere la religione dalla ragione è amputare l’uomo, creato ad immagine diDio. Nella Fides et Ratio Giovanni Paolo II dice bene: «In Dio risiede l’o-rigine di ogni cosa, in lui si trova la pienezza del mistero e questo costitui-sce la sua gloria; all’uomo appartiene il dovere di ricercare la verità per mez-zo della sua ragione e in ciò consiste la sua nobiltà» (n. 17).

Ma ecco che questo Dio, che ieri era stato congedato, oggi riappare neldibattito pubblico. L’altro giorno in un’edicola dell’aeroporto ho visto tan-ti libri e le riviste che trattavano argomenti religiosi, esoterici o comun-que riferiti a nuove religioni. Non si è mai parlato tanto di religioni comeoggi (Gilles Kepel, La Revanche de Dieu).

Il Presidente francese Sarkozy, ricevendo il Corpo diplomatico all’ini-zio di quest’anno, ha affermato che, secondo lui, due argomenti determi-neranno la fisionomia delle società del 21° secolo: le questioni ambienta-li e quelle religiose.

Come ha fatto Dio a ritornare nelle nostre società? Questo, secondome, è il grande paradosso. Grazie ai musulmani! Sono i musulmani che,in Europa, diventati una minoranza significativa, hanno chiesto spazioper Dio nella società. Inoltre, una seconda causa, è che le religioni sonopercepite come un pericolo: il fanatismo, il fondamentalismo e il terrori-smo sono stati o sono ancora associati ad una forma pervertita dell’islam.Non si tratta ovviamente del vero islam, praticato dalla maggioranza deiseguaci di questa religione, ma è un fatto che, ancora oggi, si viene ucci-si per motivi religiosi. Basti menzionare l’assassinio dell’Arcivescovo cat-tolico di Mossul. Leggevo che, nel 2007, 123 Cristiani hanno trovato lamorte perché cristiani: in Irak, in India ed in Nigeria. Le religioni sono ca-paci del meglio come del peggio. Possono mettersi al servizio di un pro-getto di santità o di alienazione. Possono predicare la pace o la guerra. Maqui si deve precisare che non sono le religioni che fanno la guerra, ma iloro seguaci. Di qui la necessità di coniugare fede e ragione, dato che agi-re contro la ragione, in realtà, è agire contro Dio, come Benedetto XVI haricordato nella sua Lectio all’Università di Ratisbona il 12 settembre 2006.«In principio era il Verbo – Logos in greco – e Logos designa a volte la ragio-ne e la parola. La ragione, che è creatrice, è capace di trasmettersi, ma ap-punto, come ragione. È una ragione che si comunica. Una ragione che ri-mane sorda al divino e respinge la religione nel campo delle sotto-culture èinadatta al dialogo delle culture».

Siamo quindi in un mondo dove, a causa della precarietà materiale edumana, basti pensare alla crisi finanziaria di questi giorni, a motivo deipericoli generati dalle guerre grandi e piccole, dall’inquinamento, trovan-dosi di fronte al fallimento dei grandi sistemi del secolo scorso, gli uomi-ni e le donne di questa generazione si pongono di nuovo le questioni es-senziali riguardo al senso della vita e della morte. Sono perplessi di fron-te alle derive che potrebbero generare ammirevoli conquiste scientifiche.Forse ci eravamo scordati che la persona umana è l’unica creatura che in-terroga e che si interroga. È interessante ricordare che il Dichiarazione“Nostra Aetate” del Concilio Vaticano II sul Dialogo inter-religioso, già sot-tolineava questa dimensione dell’uomo nel suo Preambolo: «Gli uominiattendono dalla varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizio-ne umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell’uomo: lanatura dell’uomo, il senso e il fine della nostra vita, il bene e il peccato, l’o-rigine e lo scopo del dolore... la vera felicità, la morte».

Da questo quadro risulta che siamo “condannati” tutti al dialogo. Macosa è il dialogo? È la ricerca di comprensione fra due soggetti, con l’aiu-to della ragione, in vista di un’interpretazione comune del loro accordo odel loro disaccordo. Suppone un linguaggio comune, onestà nella presen-tazione del proprio punto di vista, e volontà di fare tutto il possibile percapire gli argomenti dell’altro.

Applicati al dialogo interreligioso, questi presupposti aiutano a capi-re che, quando si parla di dialogo interreligioso, non si tratta di essere gen-tili con l’altro, per risultargli gradevoli. Non si tratta nemmeno di un ne-goziato, praticato dai diplomatici: trovo la soluzione al problema e la que-stione è chiusa. Nel dialogo interreligioso prendo un rischio. Accetto, ov-viamente, non di rinunciare alla mia fede, ma di lasciarmi interpellare dal-le convinzioni altrui. Accetto di prendere in considerazione argomenti di-versi dai miei o da quelli della mia comunità. Lo scopo è di conoscersi, diconsiderare la religione dell’altro con benevolenza e di lasciarsi arricchi-re dagli aspetti positivi celati nella sua religione. Ogni religione ha la suaidentità, ma accetto di considerare che Dio è anche all’opera in tutti, nel-l’anima di chi lo cerca con sincerità. Direi che tre sono gli elementi chevanno insieme: identità, alterità e dialogo. Non si tratta, ovviamente, di ri-cercare una specie di religione universale, o di ricercare il più piccolo de-nominatore comune. La prima condizione perché il dialogo interreligio-so sia proficuo è la chiarezza: ogni credente deve essere consapevole del-la propria identità spirituale. I Capi religiosi devono stare attenti a che ilgenio proprio di ogni religione sia sempre ben compreso. Il Dalai Lamadiceva recentemente ad un Cattolico che voleva farsi Buddista: «Ritornaprima ad approfondire la tua fede. È il miglior modo per iniziare ad avvici-narti a noi».

Si pone allora il problema di saper come conciliare la nostra fede inCristo come l’unico Mediatore e l’appezzamento dei valori positivi che tro-viamo nelle altre religioni. La mia fede mi fa proclamare che Gesù è la lu-ce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo (Gv 1, 9). Ciò vuoidire che in ogni essere umano c’è la luce di Cristo. Di conseguenza tuttoil positivo che esiste nelle religioni non è tenebre. Tutto il positivo parte-cipa della grande Luce che risplende su tutte le luci. E qui dobbiamo ri-leggere “Nostra Aetate”. «La Chiesa Cattolica nulla rigetta di quanto è veroe santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi diagire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti pun-ti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramen-te riflettono un raggio di quella verità che illumina tutti gli uomini» (n. 2).

Quindi, chi dialoga con noi deve sapere che, per noi, Gesù Cristo è Via,Verità e Vita (Gv. 14, 6) e l’unico Mediatore fra Dio e gli uomini. Detto ciò,crediamo che lo Spirito Santo è all’opera in tutto il creato e in tutte le crea-ture. E, come dice “Gaudium et Spes” 22, dà a tutti la possibilità di esse-re associati al mistero pasquale. Sicché, se si considera il significato uni-versale di Cristo e l’azione dello Spirito Santo, si può parlare dei “seminaVerbi”. Al riguardo basterebbe ricordare la dottrina di San Giustino, chediceva che da sempre esistono uomini che sono vissuti in accordo con ilLogos e in questo senso erano cristiani benché abbiano avuto solamenteuna conoscenza parziale di questo Logos.

Vorrei qui ricordare un brano del documento della Commissione teo-logica Internazionale del 1996, dal titolo: “Il Cristianesimo e le religioni”:«Posto che Gesù è l’unico mediatore che porta al suo compimento il disegnosalvifico del Padre, il Dio unico, la salvezza per tutti gli uomini, è unica e lastessa: consiste nella piena configurazione con Gesù e nella piena comunio-ne con Lui, nella partecipazione alla Sua filiazione divina. Di conseguenza,si deve escludere l’esistenza di economie differenti per quelli che credono inGesù e per quelli che non credono in Lui. Non possono esistere strade perraggiungere Dio che non convergano nell’unica via, che è Cristo» (n. 50).

Allora possiamo dire, con la “Redemptoris Missio” di Giovanni PaoloII (7 dicembre 1990) che il dialogo interreligioso non nasce da tattica o da

Gli uomini

attendono

dalla varie

religioni

la risposta

ai reconditi enigmi

della condizione

umana,

che ieri come oggi

turbano

profondamente

il cuore dell’uomo:

la natura

dell’uomo, il senso

e il fine

della nostra vita,

il bene e il peccato,

l’origine e lo scopo

del dolore...

la vera felicità,

la morte

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Vita ecclesialeNuova Stagione 7 DICEMBRE 2008 • 3

di confronto e ascoltoo Zas Friz *

Ricognizione di aspetti e problemi di un dibatti-to in continua evoluzione). I premiati per il lorolavoro di licenza sono stati: CelestinHakizimana, della Sezione San Tommaso (LeChrist roi dans l’enseignement de Pie XI); TizianaCaputo, della Sezione San Luigi (Dalla ricercafilosofica della verità all’esperienza mistica: l’iti-nerario teologico-fondamentale di Edith Stein);Soccorsa Maria La Terza, dell’Istituto TeologicoCalabro (Famiglia e società in Calabria. Letturadel magistero dei Vescovi Calabresi negli ultimivent’anni). Infine, a livello magistrale due pre-miati: Michela Mirabile, dell’ISSR di Salerno (Ilservizio e la lavanda dei piedi nel Vangelo diGiovanni) e Caterina Orrei, dell’ISSR diBenevento (Il dialogo con Trifone Ebreo e la na-scita dell’antigiudaismo nel II secolo).

Al termine della premiazione il prof. Grecoha pronunciato a nome di tutti i docenti dellaFacoltà, la Professio fidei, la dichiarazione me-diante la quale i docenti di teologia esprimonola loro volontà di essere fedele al Magistero del-la Chiesa.

Ha concluso l’incontro S.E. il Cardinale Sepedichiarando ufficialmente l’apertura dell’annoaccademico con l’invito per i presenti ad un fe-stoso incontro celebrativo svolto nei locali del-la Sezione.

*Direttore del biennio

di specializzazione di spiritualità

ligoso: una grazia o un rischio?”. Il rischio evi-dente di un tale dialogo è quello del sincretismo,dove la propria identità spirituale si potrebbesbiadire. Ma il dialogo si può convertire in unagrazia se, a partire dalla consapevolezza dellapropria fede, si trasforma in uno stimolo per unvissuto esistenziale sempre più autentico, cheporterà a una testimonianza della fede più tra-sparente. «Per un cattolico - ha detto suaEminenza - dialogare con gli altri credenti è, pri-ma di tutto, un’esperienza spirituale e, poi unagrazia. È un’attività prettamente religiosa, anima-ta non solamente dalla conoscenza intellettuale odall’amicizia, ma anche dalla preghiera. Mi por-ta ad approfondire la mia fede e a testimoniarla:non devo mai nascondere la mia specificità».

Conclusa la prolusione sono stati premiati imigliori lavori di ricerca effettuati nella Facoltàdurante il periodo 2005-2008. Per il dottorato ipremiati sono stati Andrea Vicini, della SezioneSan Luigi (Problematiche morali dell’informazio-ne genetica umana. Un approccio a partire dallapromozione critica del bene comune); CarmineMatarazzo, della Sezione San Tommaso(Liturgia e crisi del sacro in età contemporanea.

e ligioso: una grazia o un rischio?

e San Luigi alla presenza del Cardinale Sepe e con la prolusione del Cardinale Tauran

interesse, ma «è richiesto dal profondo rispetto per tutto ciò che nell’uomoha operato lo Spirito, che soffia dove vuole». Così grazie al dialogo, la Chiesaintende «scoprire i germi del Verbo, raggi della verità che illumina tutti gliuomini, germi e raggi che si trovano nelle persone e nelle tradizioni religio-se dell’umanità». Ne risulta che «le altre religioni costituiscono una sfidapositiva per la Chiesa». La spingono «sia a scoprire e a riconoscere i segnidella presenza del Cristo e dell’azione dello Spirito, sia ad approfondire la pro-pria identità, nonché a testimoniare l’integrità della Rivelazione, di cui è de-positaria per il bene di tutti» (n. 56 passim).

Si può dire che, dalla fine del Concilio Vaticano II fino ad oggi, i cat-tolici sono passati dalla tolleranza all’incontro per arrivare al dialogo, chenon è tanto dialogo fra le religioni quanto fra credenti. E questo dialogosi svolge secondo quattro modalità: dialogo della vita: relazioni di buonvicinato con i non cristiani che favoriscono la condivisione delle gioie edelle prove, incontri in occasione delle feste religiose degli uni e degli al-tri; dialogo delle opere: collaborazione in vista del benessere degli uni edegli altri, specialmente delle persone che vivono in solitudine, malattiao povertà, collaborazione nelle diverse strutture della vita associativa edin occasione della grandi catastrofi naturali; dialogo teologico, quando èpossibile, che permette agli esperti di ambedue le parti di capire in profon-dità le rispettive eredità religiose; dialogo delle spiritualità, che mette a di-sposizione degli uni e degli altri la ricchezza della loro vita di preghiera.

Il dialogo interreligioso mobilita quindi tutti quanti sono in camminoverso Dio o verso l’Assoluto. Noi crediamo – San Paolo lo aveva già dettoall’Areopago che la ricerca a tastoni di Dio risponde ai disegni dellaProvvidenza. Ma, per evitare ogni sospetto di relativismo e di sincretismo,direi che non diciamo che tutte le religioni insegnano più o meno le stes-sa cosa. Diciamo che tutti i credenti e i ricercatori di Dio hanno la stessadignità.

Per un Cattolico, dialogare con gli altri credenti è, prima di tutto, un’e-sperienza spirituale e, in questo, una grazia. È un’attività prettamente re-ligiosa, animata non solamente dalla conoscenza intellettuale o dall’ami-cizia, ma anche dalla preghiera. Mi porta ad approfondire la mia fede e atestimoniarla: non debbo mai nascondere la mia specificità. Quando par-lo con un Musulmano, per esempio, non posso mettere fra parentesi i ca-pisaldi del mio credo, quali la SS.ma Trinità e l’Incarnazione. Anche sem-plici gesti, come portare una croce al collo, o avere un rosario in mano,sono gesti che mostrano l’attaccamento alla propria fede. Il dialogo inter-religioso suppone da parte mia la sincerità e anche l’umiltà, che porta ariconoscere gli errori del passato e del presente. Non si tratta di soppri-mere le differenze, ma di guardarle come mezzi per creare una compren-sione ed un arricchimento vicendevoli.

E arrivo all’ultimo punto di questa mia riflessione: quale servizio ildialogo interreligioso può rendere alla società? È un fatto che i cittadi-ni membri di una religione sono la maggioranza nelle società occiden-tali. Per il loro numero, la durata delle loro tradizioni, la visibilità delleloro istituzioni e dei loro riti, i credenti sono credenti e visibili. Li si puòapprezzare o combattere, ma non lasciano mai indifferenti. Del resto, iresponsabili delle società, pur mantenendo il principio della separazio-ne delle Chiese dallo Stato (io preferisco parlare di distinzione) sono co-stretti ad intendersi con le comunità dei credenti, senza confondersi, ea frequentarsi senza opporsi. Le Autorità civili devono solo prendere at-to del fatto religioso, garantire il rispetto effettivo della libertà di coscien-za e di religione, e intervenire solo nel caso in cui l’esercizio di tale li-bertà nuoccia alla libertà dei non credenti o perturbi l’ordine o la sanitàpubblica.

Ma, più positivamente, direi che è nell’interesse dei responsabili dellesocietà di favorire il dialogo interreligioso e di attingere, nel patrimoniospirituale e morale delle religioni, tanti valori suscettibili di contribuireall’armonia degli spiriti, all’incontro delle culture ed al consolidamento

del bene comune. Di fatto, tutte le religioni, attraverso mezzi variegati,spronano i propri fedeli a collaborare dove vivono, con tutti quelli che sisforzano di assicurare il rispetto della dignità della persona umana e deisuoi diritti fondamentali; di sviluppare il senso della fraternità e della so-lidarietà; di farsi ispirare dal savoir faire delle comunità dei credenti che,almeno una volta alla settimana, radunano milioni di persone, le più di-verse, in un’autentica comunione spirituale; di aiutare gli uomini e le don-ne di questo tempo a non essere schiavi delle mode, del consumismo e delprofitto.

I credenti sono quindi chiamati a contribuire concretamente al benecomune, a un’autentica solidarietà, al superamento delle crisi, al dialogointerculturale: devono partecipare al dialogo pubblico nelle società di cuisono membri.

E concludo: dovevo rispondere ad una domanda. Il dialogo interreli-gioso è una grazia o un rischio? La mia risposta non è molto originale.Rispondo: le due cose. Un rischio c’è. Quello del sincretismo. Ma direi chepotrebbe essere relativo se, come dicevo prima, ogni credente che dialo-ga esercitasse la sua ragione e, alla luce di essa, fosse spinto ad approfon-dire la propria fede per renderne conto. Detto questo, c’è un altro rischio,di un’altra natura: quando chiedo ad un Buddista o a un Musulmano: dim-mi quale è la tua fede e come la vivi, mi espongo al rischio che, un doma-ni, egli rivolga a me la stessa domanda. Allora il dialogo interreligioso, co-me dicevo prima, in un certo senso è una grazia, perché mi mette in uncontinuo stato di vigilanza spirituale; mi spinge ad essere coerente e testi-mone. Nella parola “dialogo” il prefisso “dia”, che significa “attraverso”,indica bene che dialogare è consentire a che un’altra parola attraversi lamia parola, e così gli uni gli altri possiamo scoprire non solamente le no-stre ricchezze spirituali, ma anche eventuali radici comuni.

In fondo, in un mondo frivolo come il nostro, credenti in dialogo pos-sono rammentare e indicare la necessità della vita interiore, possono aiu-tare i loro compagni in umanità a liberarsi dalla vita senza senso, di cuiSan Pietro parla in una delle sue catechesi: «Devono sempre però esserepronti a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza che è in lo-ro, con dolcezza e rispetto». Avete riconosciuto la Prima Lettera di SanPietro, capitolo 3, versetto 15.

Sì, in questo mondo dell’effimero, che ci siamo costruito, possano tut-ti i ricercatori di Dio e dell’Assoluto aiutare i loro fratelli e sorelle in uma-nità ad entrare nell’indicibile mistero di Dio «dove l’uomo è afferrato inve-ce di afferrare, dove adora invece di ragionare, dove è conquistato invece diconquistare» (Karl Rabner, “Une foi qui aime le monde”, Ed. Salvador, pag181).

Jean-Louis Card. Tauran Presidente del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso

Le altre

religioni

costituiscono

una sfida positiva

per la Chiesa.

La spingono

sia a scoprire

e a riconoscere

i segni della

presenza del Cristo

e dell’azione

dello Spirito, sia ad

approfondire la

propria identità,

nonché

a testimoniare

l’integrità della

Rivelazione,

di cui è depositaria

per il bene

di tutti

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Vita ecclesiale Nuova Stagione4 • 7 DICEMBRE 2008

Centro Shekinà

Una lucenella notteNel Piano Pastorale Diocesano,il cardinale Sepe sollecita igiovani della diocesi apromuovere costantementel’evangelizzazione di strada allenuove generazioni della nostraterra. Lo Shekinà da anniorganizza l’esperienzamissionaria della “Luce nellanotte”, tempo forte per laChiesa del Vomero e momentoarricchente per i giovani tutti.E’ il tempo di “uscire” percondividere la nostraesperienza di fede ai giovaniche il sabato sera vivono lestrade e le piazze del nostroterritorio.Il prossimo appuntamento di“Una luce nella notte” è sabato13 dicembre.I “giovani missionari”s’incontreranno allo Shekinàalle ore 15.30 con il seguenteprogramma:Ore 16 - adorazioneEucaristicaOre 17 coffee breakOre 17.15 catechesimissionariaOre 18 istruzione metodologicaOre 18.45 trasferimento pressola Chiesa di San Gennaro alVomeroOre 19 CelebrazioneEucaristica con mandatomissionarioOre 20 pausa e preparazioneOre 21 inizio missione.Il Centro Pastorale GiovanileShekinà si trova invia San Gennaro ad Antignano82, 80129 Napolitel: 0815560572,fax: 0815787486www.shekina.it

Aderire è dire sidi Mariarosaria Soldi

Per i soci dell’Azione Cattolica l’ottodicembre è un giorno importante e si-gnificativo, giorno della Festadell’Adesione, in cui, attraverso una ce-lebrazione, si rinnova l’ adesione all’Ac.Ma qual è il vero significato della festadell’Adesione?

«Aderire all’Azione Cattolica è dire sì adun progetto di vita è accogliere la chiama-ta del Signore ad essere nel mondo e nellaChiesa uomini e donne, ragazzi e giovaniche cercano di vivere secondo uno stileevangelico nella propria quotidianità.Aderire all’AC è dire sì anche ad una espe-rienza ecclesiale, è sentire la Chiesa comela propria famiglia e per essa spendersi sen-tendosi corresponsabili della sua missio-ne».

Ma per fare questo qualcuno potreb-be dire che l’AC non è necessaria….

«Infatti l’Azione Cattolica non è la vitacristiana, ma uno strumento che aiuta a vi-vere la propria fede. Nei 140 anni della suastoria è stata per tanti uomini e donne un’e-sperienza di incontro con il Signore e di fra-ternità con tante persone. Tanti uomini edonne sono cresciuti in AC e con l’AC han-no fatto crescere la Chiesa, il paese, ma so-prattutto è stata una esperienza che ha da-to a tanti ragazzi, giovani, adulti un’im-pronta importante alla loro vita. L’AC ticambia la vita, era quello che ricordava an-che Carlo Carretto “dopo alcuni anni mitrovai cambiato con il cuore pieno di valo-ri nuovi e con una grande voglia di fare”.Mettersi insieme come laici aiuta a viverela fede con più faciltà perché è più sempli-ce camminare insieme che da soli. Aderirenon è un obbligo ma un’opportunità».

Perché l’adesione si ripete tutti glianni e non si fa una volta per tutte?

«Perché ogni anno vogliamo rimetter-ci in gioco, rinnovare la nostra adesionea questo progetto di vita e ridire sì alSignore. Come tutte le vocazioni vannocurate e alimentate così anche la vocazio-ne laicale, che ha le sue radici nel battesi-

mo, va rinnovata». Perché proprio l’otto dicembre?«Perché è proprio Maria, che ha saputo

accogliere il Signore nella sua vita e dire sisenza riserve, il modello da seguire e da imi-tare. Inoltre il mistero dell’Incarnazione ècentrale per un laico di AC, diventa stile dipresenza nel mondo, di essere nelle pieghedella storia da credenti credibili».

Tutti possono aderire all’AzioneCattolica?

«Tutti quelli che vogliono, perchél’Azione Cattolica fa della Popolarità unadelle sue note caratteristiche e ciò signifi-ca che è per tutti: ragazzi, giovani adulti,

professionisti, pensionati, operai casalin-ghe ma ha anche per ciascuno un’attenzio-ne particolare, con una proposta formativaadeguata alla propria età. E’ popolare pro-prio come è popolare la Chiesa».

Durante la festa dell’adesione,nell’Eucarestia domenicale celebrata inparrocchia, viene consegnata una tes-sera ai soci che aderiscono, qual è il suosignificato?

«La tessera è il segno esterno dell’impe-gno personale di ciascuno, impegno assun-to pubblicamente dinnanzi alla propria co-munità, inoltre è il segno del proprio con-tributo economico a sostegno di un’asso-ciazione, di cui si è scelto di far parte e dicui si condividono gli ideali, il progetto. Ilpiccolo personale contributo che messo in-sieme a quello degli altri dà all’associazio-ne gli strumenti materiali per sostenere leproprie proposte e i propri progetti».

Lei come vive questa Festadell’Adesione?

«Sempre con molta gioia e con grandericonoscenza, ma anche con quel senso diprofonda responsabilità di chi sa di dovercondividere un dono così grande».

Quarto incontro per la formazione degli operatori di pastorale familiare

La fede fa superare le crisidi Serena Giorgio Marrano

Sabato 29 novembre presso l’Auditorium arcivescovile in largoDonnaregina si è tenuto il quarto incontro per la formazione deglioperatori di pastorale familiare: in particolare come precisa MariaPia Condurro, responsabile dell’ufficio Famiglia di Napoli, «in que-sta serata verranno fornite delle direttive e dei metodi possibili per laformazione prematrimoniale, dicui questi operatori si occupano».

Come i precedenti, l’incontromirava alla preparazione deglioperatori su come guidare coppiein difficoltà, a tenere corsi di for-mazione prebattesimale e per i igruppi famiglia. «I tempi sonocambiati, se si vuole davvero aiu-tare e formare famiglie è indispen-sabile l’aggiornamento, soprattut-to perché questi corsi, ed in parti-colare quelli prematrimoniali sonoun’eccezionale occasione di evan-gelizzazione”continua laCondurro.

A tal proposito GianfrancoVenturi, sacerdote salesiano, hapresentato il suo libro “Celebrarele Nozze Cristiane” che può esse-re uno degli strumenti da poterutilizzare proprio per la forma-zione di coppie che intendonosposarsi. Sono tempi in cui si ten-de sempre più alla sola conviven-za che al matrimonio, dove i di-vorzi sono all’ordine del giorno e dove spesso si torna in Chiesa perla prima volta dalla Prima Comunione in occasione delle proprie noz-ze: di qui l’importanza dei corsi prematrimoniali tornano estrema-

mente preziosi, poiché si prefiggono di poter offrire gli strumenti giu-sti per la costruzione di una famiglia sana e armoniosa e che possafungere da modello per le generazioni future.

Come osserva Venturi si è perso il senso della parola “Amore”: «siè portati dunque a guardare con sospetto alcune coppie dimenticando

di imparare a interpretare corret-tamente i“gesti d’amore»Monsignore Salvatore Esposito,vicario episcopale per la Liturgia,ha spiegato come cambierà il ri-to del matrimonio, nel quale siproverà a combinare liturgia etradizione: già proposto nel 2004,questo rito, che non sarà modifi-cato nelle sue funzioni principa-li, verrà ulteriormente arricchito.

Enrica D’Aniello e GiuseppeGianmundo sono due coniugioperatori di pastorale familiareche da due anni formano in unpercorso di fede le coppie che in-tendono convolare a nozze: «unpercorso di fede su cui possa co-struirsi la coppia e la famiglia fu-tura», precisa Giuseppe. I corsiaffrontano degli argomenti preci-si, intorno ai quali vengono svi-luppati e incentivati dibattiti, mo-menti di confronto e arricchi-mento. «Cerchiamo di dare e offri-re la nostra esperienza - conclude

Enrica - in modo da poter dare l’avvio a un cammino di coppia cristia-na, che si spera, una volta sposati, possano contribuire alla formazio-ne di altre coppie i procinto di formare una nuova famiglia».

Intervistaal presidente diocesano

dell’Azione Cattolicain vista

della festadell’Adesione

“”

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Primo pianoNuova Stagione 7 DICEMBRE 2008 • 5

ritiene, ancor più raramente è colui che chie-de l’elemosina agli angoli delle strade, ai se-mafori o fuori le chiese. Ma avere una dimo-ra abituale per gli utenti dei Centri di AscoltoCaritas della Campania, significa semplice-mente non vivere per strada. Nella maggio-ranza dei casi siamo in presenza di case fa-tiscenti, sovraffollate e spesso prive dei ser-vizi basilari.

Lascia molto riflettere anche l’incremen-to di coloro che, pur in possesso di un lavo-ro stabile, sono sempre più in difficoltà nelriuscire a vivere con lo stipendio a disposi-zione. Si tratta soprattutto di famiglie mo-noreddito. L’aumento del costo della vita neè certamente una spiegazione, ma l’assenzadello Stato nei riguardi della famiglia, cui giàaccennavamo precedentemente, ne è con-causa fondamentale. Dai dati Caritas risultaanche l’incremento del numero delle casa-linghe. Questo è un sintomo preoccupante,

perché è significa-tivo di una resa or-mai quasi totaleverso la ricerca dilavoro inCampania da partedelle donne.

Relativamenteai redditi, i dati cimostrano che ilreddito netto fami-liare campano è de-cisamente inferio-re alla media nazio-nale, mentre se va-lutiamo la crescitadell’indebitamentoci accorgiamo cheai primi posti vi so-no le province cam-pane. In particola-re Napoli è la cittàdove l’indebita-mento delle fami-glie è cresciutomaggiormente ne-gli ultimi anni.

In questo qua-

dro risultano in difficoltà soprattutto le don-ne. Sono infatti loro che, sia per i livelli d’i-struzione, sia per quanto concerne il merca-to del lavoro, vedono permanere nei loroconfronti forti pregiudizi e discriminazioni.La distribuzione degli utenti per genere al-l’interno dei Centri d’Ascolto campani, vedela netta prevalenza delle femmine (66,1%)sui maschi (33,9%).

La fatica dellasperanzaCosì il delegatoregionaledon CarmineGiudiciA cosa serve un dossier sullepovertà? Parte da questadomanda il delegato regionaleCaritas della Campania donCarmine Giudici nel presentarele pagine della ricerca sullanostra regione e sottolinea:«Non certo ai poveri che non sinutriranno con le pagineindigeste di un libro. Né aglioperatori – dice Giudici - espertidi umanità più che di statistica.Né tanto meno ai soggettiistituzionali ed amministrativi,dal momento che la storiapolitica recente del nostro Paeseinduce ad avere seri dubbi inproposito». Secondo il delegato regionaledella Caritas il dossier costituisce«il fondamento delle nostrecomunità ecclesiali perchétengano alta l’attenzione sulladeriva dei deboli e su quel frontefragile e vulnerabile costituitodagli ultimi della fila.Un’attenzione che nella trama deinumeri, delle statistiche e delleclassificazioni prova adindividuare e a riconoscere volti,storie, drammi, speranze cherischiano di contare poco oniente agli occhi del mondo e –rischiosamente agli occhi dellenostre comunità». E, allora, donCarmine Giudice invita aritrovare nelle pagine del Dossiernoi stessi. «Quelli che siamochiamati ad essere – dice – diquesta necessità, tuttaevangelica, di farcela con ilpovero Cristo. Siamo certi chenon sarà certo la cifra relativa enon esauriente di un dossier aspingere le nostre vite in questadirezione. Sappiamo – continuadon Carmine – che non èdiventato semplice in questastagione ed in questo momentostorico consentire alle spintedella carità di impastare le nostrevite con quelle dei poveri; troppesono le resistenze e i tradimentiche ci inducono a riflettere moltoseriamente su una povertà chenon ci fornisce dimensioniquantitative, se non in unatrama di notizie di cronaca cheimpietosamente sferzano chivorrà occuparsi dei dati deldossier: la povertà dei cuori»«Preoccupa – dice il delegatoregionale Caritas – accorgersidella brutalità di giudizi epregiudizi contro i poverisoprattutto se la loro povertà èaggravata da una condizione diestraneità che non dovrebbeessere sconosciuta a noi“pellegrini su questa terra”. Epreoccupa il rifiutoindifferenziato di questotradimento del vangelo dellacarità in questo sudabbandonato e devastato chevuole raddrizzare la schiena eriscattare la sua gente e la suastoria. Ma noi – conclude ildelegato regionale – non cilasciamo rubare la speranza econsegniamo all’intelligenza delcuore chi vuole accompagnarciin questa piacevole e fecondafatica della speranza».

Il Dossier regionale 2008 sulle povertà inCampania nasce sia dai dati raccolti daiCentri di Ascolto (CdA) della Campania,

sia da quelli ufficiali provenienti da diversefonti: Istat, Inps, Svimez. L’incrocio di que-sti dati mette in evidenza che la povertà è increscita nella nostra regione, innestandosiin una situazione socio-economica partico-larmente difficile.

Il primo aspetto da mettere in evidenzaè relativo all’aumento del numero di perso-ne che si sono rivolti ai Centri di Ascoltocampani nel 2007, rispetto all’anno prece-dente. Siamo passati infatti dai 3.166 uten-ti su 29 CdA del 2006, ai 4.712 utenti su 28CdA analizzati nel 2007. Pertanto c’è un au-mento del 50% delle presenze.

L’altro dato rilevante è che il volto dellapovertà assume sempre più l’aspetto fami-liare. Vivono infatti in famiglia il 63,1% de-gli utenti, questo valore diventa addirittural’83,2% se consideriamo solo gli italiani.Inoltre sono coniugate oltre la metà dellepersone, mentre è celibe/nubile solo un uten-te su cinque.

Hanno un domicilio il 91,6% di coloroche si sono rivoltialla Caritas, per-centuale che arrivaal 98,7% per gli ita-liani. Di contro so-no senza fissa di-mora solo il 7,9%,quindi meno di unutente su dieci. Purnon volendo sotto-valutare questa ti-pologia di povertà,perchè le proble-matiche di coloroche vivono per stra-da sono indubbia-mente enormi,possiamo senzadubbio affermareche si tratta co-munque di unacondizione semprepiù marginale. Ilpovero ormai rara-mente vive perstrada e, al di là diquello che l’imma-ginario collettivo

Uno sguardo ai dati

Sono in aumento coloro che si rivolgo-no ai 28 centri di ascolto della Caritas perchiedere lavoro, servizi sanitari, ma spes-so anche soltanto abiti o una bolletta dapagare. 4.712 gli utenti del 2007, rispettoai 3166 del 2006. Non c’è più il binomioindigente/senza fissa dimora, ma si deli-nea la figura del povero che ha casa e fa-miglia da mantenere: su 4.712 utenti, 3209ha domicilio, 3248 vivono in famiglia.

«C’è una povertà che colpisce soprattut-to le famiglie, anche quelle che fino ad oggiavevano un certo reddito con cui riusciva-no a vivere. La constatazione della presen-za di numerose famiglie che non riesconoad arrivare neanche alla seconda settima-na, sottolinea che il problema è grave edrammatico e va oltre la pura assistenza»,dice il cardinale Sepe alla presentazionedel Dossier sulle povertà in Campania, ela-borato dalla delegazione regionale dellaCaritas. al quale sono intervenuti, tra glialtri, l’assessore regionale alle politiche sociali, Alfonsina De Felice,il delegato regionale don Carmine Giudici e il coordinatore delDossier Povertà Caritas Campania, Ciro Grassini. «Le misure adot-tate dai Governi contro la povertà non sono adeguate e non curano ilmale alle radici –ha aggiunto il cardinale Sepe, alla lettura dei dati -ci vorrebbe maggiore condivisione sulle scelte che ricadono sui territo-ri e che riguardano l’uomo che non viene tutelato nella sua dignità».

Da qui l’appello del presidente della Conferenza campana: «Certola Chiesa di fronte a questa emergenza deve scuotere le coscienze. Ma– dice Sepe - il problema vero è quello della politica di sostegno alla fa-miglia, che riguarda il sostegno per lo studio e la formazione, l’infan-zia e gli anziani e, in particolare, l’inserimento dei giovani nel mondo

del lavoro. Non sono delle pretese, sono par-te integrante dei diritti della persona uma-na ».

Rilancia l’assessore regionale allePolitiche sociali Alfonsina De Felice, com-mentando gli aiuti alle famiglie messi incampo dal Consiglio dei Ministri. «La so-cial card di 40 euro al mese è insufficiente,grava molto sull’Erario ed ha un piccolo be-neficio per gli utenti. In Campania va inte-grata: ed è allo studio». Secondo la DeFelice: «il Governo applica in maniera mec-canicistica misure che funzionano inEuropa perché inquadrate in un sistema diwelfare ben strutturato». Entro l’estate,promette, asili-nidi e assistenza domicilia-re integrata i cui bandi partiranno avva-lendosi dei fondi comunitari 2007- 2013.«Per il prossimo quinquennio – aggiungela De Felice – le politiche comunitarie pon-gono al centro le politiche sociali e sosten-gono un modello di welfare europeo basa-

to sull’inclusione sociale e sull’integrazione; per quanto riguarda laCampania non possiamo più fare assistenzialismo senza programma-zione e se, come ci dicono i dati della Caritas, la povertà aumenta per-ché non c’è lavoro, il nostro modello deve essere quello di rilanciarel’occupazione, riavviando la filiera produttiva di qualità che ci carat-terizza che va dai prodotti di pregio, al turismo ai beni culturali».

«Il Sud può risorgere – concorda e conclude il sociologo CiroGrassini, tra gli estensori del Dossier – puntando sul “made inCampania”, partendo dai prodotti tipici e dal turismo: una soluzioneper uscire da una crisi economica che, se sembra ormai rappresenta-re una problematica a livello mondiale, è già da anni una realtà inCampania».

Presentato il Dossier sulle povertà in Campania elaborato dalla Delegazione Regionale della Caritas

Famiglie sempre più povereservizio a cura di Rosanna Borzillo

Suore Pie Discepoledel Divin Maestro

VIA DUOMO, 15380138 NAPOLI

TEL. 081.29.84.59FAX 081.29.83.81

Ecco l’identikit- 14 Diocesi coinvolte nel Dossier- 4.712 utenti si sono rivolti ai 28Centri di ascolto della Caritas

- l’83,2% vive in famiglia - 1 utente su 5 è celibe o nubile- 98,7% ha un domicilio - 64,8% sono disoccupati - 60% immigrati- 44% degli utenti chiede lavoro- 4,6% ascolto

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Vita ecclesiale Nuova Stagione6 • 7 DICEMBRE 2008

APPUNTAMENTI

Apostolato della PreghieraMartedì 9 dicembre, nella

Sala Catecumeni della Curia, inlargo Donnaregina 22, dalle ore10.30 alle 12.30, incontro mensi-le formativo per gruppi animato-ri e animatrici.

Martedì 16 dicembre, Ritirodi Avvento, dalle ore 9.30 alle16.30, presso l’Istituto delleSuore Brigidine ai Camaldoli.

Piccole Ancelle di Cristo ReSabato 13 dicembre, alle ore

17, presso la Casa del VoltoSanto, in via Ponti Rossi 66,chiusura dell’InchiestaDiocesana per la Beatificazionee la Canonizzazione del Servo diDio Padre Sosio De Prete ofm,Fondatore delle Piccole Ancelledi Cristo Re. La celebrazionesarà presieduta dal Card.Crescenzio Sepe, ArcivescovoMetropolita di Napoli.

Ancelle del Sacro CuoreCaterina Volpicelli

Nell’ambito delle iniziativeper celebrare il 125° anniversa-rio della Consacrazione delSantuario Diocesano del SacroCuore, lunedì 15 dicembre, alleore 19, nel Santuario, in largoCaterina Volpicelli, LectioDivina a temi liturgicisull’Avvento guidata da donEnzo Papa, parroco di SantaMaria della Provvidenza

Azione CattolicaMartedì 16 dicembre, alle ore

18.30, presso il CentroDiocesano in via Tribunali, in-contro sui temi del volontariatoe della pastorale carceraria: “Erocarcerato e mi avete visitato”.

Interverranno don ElvioDamoli, già direttore dellaCaritas Italiana e don FrancoEsposito, responsabile dellaPastorale carceraria diocesana.

\ \ \

Giornidi chiusuradella CuriaArcivescoviledi Napolinell’anno2009Venerdì 2 gennaioLunedì 5 gennaioMercoledì 25 febbraioGiovedì 9 aprileVenerdì 10 aprileMartedì 14 aprileLunedì 1 giugnoChiusura della Curia nel mese diagosto da lunedì 10 a venerdì 21.Lunedì 14 settembreLunedì 2 novembre

Le grandi sfide del turismo socialedi Salvatore Fratellanza*

Da quasi un anno è operativo nella Diocesidi Napoli un Ufficio per la Pastorale del TempoLibero, del Turismo e dei Pellegrinaggi. (…)Studiamo e conosciamo le contraddizioni dicui purtroppo il turismo é protagonista e lasorte “singolare” che gli è toccata nella recen-te modifica costituzionale del riparto di com-petenza tra Stato e Regioni (è a voi tutti notoche solo la generica “valorizzazione dei beniculturali e ambientali e la promozione ed or-ganizzazione di attività culturali” rientra trale materie di legislazione concorrente, e il tu-rismo è lasciato alle competenze residuali del-le Regioni); ci sono noti i problemi, le diffi-coltà, gli ostacoli che ciascuna Regione affron-ta nella propria opera quotidiana spesso silen-ziosa, tenace.

(…) La Chiesa, ed in modo particolare laChiesa di Napoli, in tutti gli ambiti, sta dimo-strando di essere vicina alle istituzioni, alle as-sociazioni, agli operatori; d’altronde, non dob-biamo dimenticare che Essa ha una solida tra-dizione educativa ma anche un’esperienzamillenaria in materia di viaggi, di accoglien-za e di servizio pur non essendo, per sua stes-sa natura, un’organizzazione promotrice delturismo. La tradizione giudeo - cristiana (chespesso si tenta di azzerare o di neutralizzarema che noi abbiamo il dovere – anche solo cul-turale – di far conoscere e valorizzare) testi-monia che l’ospitalità è sempre stata conside-rata un dovere fondamentale e una delleespressioni più autentiche della carità; essa èritenuta un’importante virtù umana e cristia-na, una manifestazione della vita comunita-ria, un diritto inviolabile dello straniero, unastrada per giungere a Dio, un dono, una pos-sibilità di fare il bene.

(…) Il tema del Forum Universale delleCulture del 2013 è, come a voi noto,: “LaMemoria del Futuro: conoscere le proprie ra-dici per progettare il futuro comune”.

Quest’ossimoro – la memoria di un futu-ro che nessuno conosce! - nasce solo da un’ap-parente contraddizione: Napoli e il Forum do-vranno rappresentare una cerniera tempora-le tra passato, presente e futuro perché è solodalla memoria di un passato comune, di radi-

ci e tradizioni comuni che può scaturire un’au-tentica riflessione sui significati attuali dellamemoria e dell’identità e su quelli che assu-meremo in futuro.

Una città dal grande passato, dove ognipietra racconta la storia, e che ha in sé alcunitra i luoghi più significativi del patrimonio ar-cheologico e culturale mondiale, può e deveessere lo specchio del vero patrimonio socia-le, politico e culturale che tutta l’Italia, attra-verso di essa, deve presentare sulla scena in-ternazionale.

Il cuore dell’evento deve essere quello dioffrire accoglienza, tolleranza e dialogo e discambiare cultura, sviluppo, democrazia e pa-ce (non dimentichiamo che i tre assi tematicidi base del Forum sono proprio DiversitàCulturale, Pace e Sviluppo Sostenibile).

Il turismo deve diventare un’attività pie-namente integrata nel tessuto sociale e deveavere ricadute concrete sulla società median-te quello che gli economisti chiamano “effet-to redistributivo”; l’offerta cioè, deve privile-giare le condizioni sociali piuttosto che quel-le economiche, per contribuire allo sviluppodelle destinazioni turistiche in base a criteridi sostenibilità sociale, economica e ambien-tale. Dobbiamo puntare allo sviluppo integra-le della persona, a porre l’uomo al centro, pun-tare sulle disuguaglianze, sulle diversità e nonmortificarle bensì utilizzarle per migliorarel’intero settore: miglioramento significa in-nanzi tutto migliore distribuzione: miglioredistribuzione “sociale” ai destinatari, con la

proposta di offerte sostenibili per tutti, acces-sibili a tutti; migliore distribuzione “sociale”in termini di tempo: Napoli deve accogliereun turismo “per tutte le stagioni”, consenten-do un impiego stabile delle risorse, il supera-mento della stagionalità dei posti di lavoro edei flussi turistici; infine, “migliore distribu-zione sociale in termini di qualità”: qualità del-la formazione e qualità dell’accoglienza, del-le strutture ricettive e dei servizi, valorizzazio-ne dell’ambiente, delle tradizioni, della cultu-ra locale.

Il Fondo potrebbe farsi carico del finan-ziamento parziale o totale del viaggio, ed es-sere alimentato da un contributo minimo de-stinato dall’organizzatore e calcolato sullaquota di partecipazione di ogni iscritto, oppu-re da una raccolta in tutte le parrocchie dellaDiocesi, in occasione della Giornata Mondialedel Turismo, eventualmente da programma-re per l’ultima domenica del mese di settem-bre di ogni anno; infine, dalla disponibilità diquote gratuite riservate ai meno favoriti e chei diversi enti potranno predisporre per ogniviaggio programmato e far confluire nelFondo di solidarietà.

Dobbiamo inoltre valorizzare in modoadeguato la Giornata Mondiale del Turismo –ancora non sufficientemente nota anche amolti operatori del settore - con iniziative spe-cifiche ed interventi mirati, facendone laGiornata Mondiale dell’accoglienza, del servi-zio, dell’ospitalità, dell’integrazione sociale.

(…) La sfida che dobbiamo vincere deveessere innanzi tutto quella di creare una cul-tura nuova, una mentalità consapevole, e diriuscire a proporre una strada affinché ogniturista, ogni operatore, ciascuno di noi, nelsuo viaggio più lungo e più importante, quel-lo in fondo a se stesso, possa dare un valore alsuo tempo ed al suo cammino attraverso l’in-contro, il confronto ed il dialogo, per riaffer-mare e realizzare in tutto il mondo condizio-ni di uguaglianza, di giustizia, di benessere edi pace.

*Direttore ufficio per la pastorale del tem-po libero, del turismo e dei pellegrinaggi

12 dicembre: Santa Vergine di Guadalupe

Regina delle Americhedi Michele Borriello

Nell’agosto del 1519 i Conquistadores, con alla testa HernànCortès, sbarcarono sulle coste dello Yucatan. Due anni dopo,nello stesso mese, l’antica città del Messico, assediata dagli spa-

gnoli per 80 giorni, fu rasa al suolo. Il regno Azteco, splendente comeil sole, richissimo disparve e i pochi sopravvissuti al massacro si ritro-varono dispersi fisicamente e culturalmente.

Dieci anni dopo, avvenne però un evento straordinario che segnòper gli Aztechi l’inizio della rinascita. Il 9 dicembre 1531 a Juan Diego,un Indio da poco convertito al Cristianesimo, apparve una fanciulla.Rivelatasi, in perfetto Nàhuatl (lungua azteca), come la “perfetta sem-pre Vergine Santa Maria, la Madre del verissimo Dio”. Essa chiese al-l’indio di recarsi al vescovado e manifestare a Juan de Zumàrraga, unfrancescano da poco nominato primo vescovo della città, il suo desi-derio di far erigere un tempio dal quale potesse aiutare e proteggere ilpopolo Indio.

Juan Diego, oggi Santo, rispose prontamente al comando dellaVergine e non si scoraggiò quando il Vescovo si dimostrò incredulo echiese un “segno” che confermasse la veridicità del suo racconto. LaVergine, allora, dopo aver rassicurato l’indio sulla guarigione di JuanBernardino, un suo zio morente, gli chiese di ritornare sulle colline diTepeyal per raccogliere, in quel gelido inverno, delle rose.

Con questi fiori miracolosi, gelosamente raccolti e custoditi nellasua Tilma (mantello), Juan Diego si presentò nuovamente al Vescovo:e quando volle mostrargli il “segno” miracoloso, sulla sua Tilma si im-presse miracolosamente la bellissima immagine della Vergine. Era il12 dicembre 1531.

Secondo la tradizione popolare, la Vergine Morena (detta Morenita)di Guadalupe è il ritratto della Madre di Dio. Riconosciuta come taledal Vescovo, attorno ad Essa il popolo e la cultura degli Aztechi ritro-varono l’unità e l’identità tragicamente smarrite.

Due documenti coevi, in lingua azteca, attestano inequivocabilmen-te il prodigioso evento. Il primo ha per titolo “Questa è la gran mera-viglia”. Venne redatto tra il 1541 e il 1545. Il contenuto riguarda il rac-conto delle apparizioni. In esso Maria esprime il «desiderio ardente chele venga innalzato un tempio… ivi sarò (per gli Indios) loro Avvocata».

Il secondo documento fu redatto dall’indio Antonio Valeriano(1531-1605). Tale documento fu ripreso nel 1649 da Luis Lasso de laVega e tradotta in Azteco. In esso appare il nome di Guadalupe che,verosimilmente, la Vergine disse a Juan Bernardino, zio del veggente.

In Azteco, secondo un’accezione moderna, Guadalupe significhe-rebbe “Colei che viene volando dalla Regione della Luce”. Significativele parole della Vergine: «Sappi, mio povero figlio amatissimo, che io so-no la perfetta sempre vergine Santa Maria, la Madre del verissimo Dio…».

San Juan Diego si rivolgeva alla Madonna, in questi termini tene-

rissimi: «Mia Signora e Regina, mia povera figlia amatissima». Quandoil veggente aprì la sua Tilma dinanzi al Vescovo «I fiori si sparsero perterra e subito sul mantello si disegnò e si manifestò alla vista di tutti l’a-mata immagine della Perfetta Vergine Maria. Per cui non è stata dipintada nessun uomo sulla terra».

L’immagine è una sintesi di teologia mariana, tenendo conto dellacultura e degli usi e costumi del grande popolo Azteco. Sulla Tilma èimpressa la figura di una donna bellissima, di carnagione scura (mo-renita), alta un metro e mezzo. Ha una cintura di color violetto scuroche indica, senza equivoci, che la Vergine è incinta. La sua tunica è dicolore rosato ed è ricamata in diversi punti con fiori e guarnizioni do-rate. Ha al collo una spilla rotonda, d’oro, con nel mezzo una croce.Si intravede una veste bianca e morbida, che fascia bene i polsi. Il suomanto è azzurro-celeste. Per gli Aztechi l’azzurro-celeste era il coloredel cielo, sede di Dio. Il suo bordo è tutto dorato e largo, con stellesparse un po’ dovunque, di numero 46. Ai suoi piedi sta la luna, tra lecui punte si erge la Vergine e i raggi del sole la circondano da tutte leparti. Essa è sostenuta da un Angelo, le cui mani stringono gli orli in-feriori del manto.

Un documento dell’Episcopato messicano afferma: «La Vergine diGuadalupe apparve per essere la Prima Evangelizzatrice di questa im-mensa terra americana». In esso viene messo in luce il messaggio del-la Madonna: la Verginità, la Santità, la maternità divina e spirituale diMaria, da cui deriva la fraternità umana e la sua Pietà misericordio-sa. Ma ne evidenzia anche la Pedagogia evangelizzatrice: Maria adat-ta il suo modo di comunicare alla cultura azteca, sceglie l’umile e neriscuote la fiducia, da’ coraggio ai suoi sforzi, li promuove.

Dalle apparizioni la Pietà popolare crebbe a dismisura: si costruìuna Chiesa a Nostra Signora di Guadalupe, nel 1709. Non bastantequesta ad accogliere 10-12 milioni di pellegrini, ogni anno, è stata co-struita da quattro architetti messicani e consacrata il 12 ottobre 1976la nuova.

Per l’Immagine, scrive padre Mateo de la Cruz, che l’angelo che sor-regge la Vergine indica la sua Concezione non solo in grazia, ma inGloria.

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Vita ecclesialeNuova Stagione 7 DICEMBRE 2008 • 7

Il Presepedi San Nicolaalla CaritàIl maestoso presepe storico-poliscenico della chiesa di SanNicola alla Carità , via Toledo377 che nel 2006 feceparlare di sé tutti i mass-medianazionali e internazionali per ilfurto, subito da ignoti ladri,fatto maggiormente ai bambiniche ogni anno affollano pervederlo, si mostra sempre nelsuo splendore rinnovato e daquest’anno arricchito, conpastori di una collezioneprivata della stessa fattura,nell’ex ipogeo. È frutto di unaconsolidata tradizioneartigianale napoletana dell’artepresepiale. Esso è costituito dauna imponente raccolta dipastori semoventi, con opere diplastificatori napoletani delXVIII e XIX sec., nonché da unanutrita varietà di suppellettili,finimenti, animali, ortaggi efrutta, terraglia e vasellame. Èun presepe,maestoso con le sue6 scene e i suoi circaquattrocento pastori. E’ unpresepe catechistico conformeallo spirito della congregazionedei Pii Operai Catechisti Ruraliche operano nella parrocchia,perché racconta tutta la vitadel Cristo: 1’annunciazione, lavisita a Santa Elisabetta, - lanascita, l’arrivo dei Re Magi, lafuga in Egitto, - la strage degliinnocenti, il Battesimo di Gesù,- l’ultima Cena, Gesù nelGetsemani, la condanna, laMorte - la Resurrezione di Gesù.(4 scene). È un presepe che favedere come i Napoletanivivevano il Natale nel ‘700(due scene) con pastorisemoventi mirabilmenteabbigliati con costumi edornamenti tipici dell’epoca.Gioia e delizia dei bambini. Èun presepe che fa conoscere levarie leggende sul Natale e ivari simboli biblici che ci sono.È un presepe in cui lamaggior parte dei pastori sonofine Ottocento. È un presepe cheporge alla portata di tutti illavoro di antichi artigianipresepiale napoletani. È unpresepe dove si vede la gioia ditanti bambini esplodere ingrida di ammirazione. È unpresepe dove i genitori, direi,sono costretti a parlare ai lorobambini dei vari momenti dellavita del Cristo, perché i bambinichiedono. È un presepe che alledecine di migliaia di turisti, cheogni anno lo visitano, offrel’opportunità di apprezzare lequalità dei napoletani e diportare con sé un bel ricordo diNapoli. È un presepe dove sivede il lavoro e l’impegno deicollaboratori laici dellaparrocchia. È un presepe davedere per tutto l’Avvento finoalla domenica dopo l’Epifania.Orario 10.30 - 13/16. - 20.Festivi e prefestivi 10.30 - 22.

Mario Rega

Un dialogo con la città «per ricostruire sulla speranza il tessutoprofondo della città di Napoli, per far sì che chi ancora cammina nelletenebre veda la luce». È questo l’obiettivo di quattro appuntamenti nel-l’ambito dei quali l’Arcivescovo di Napoli, il Cardinale CrescenzioSepe, incontrerà nei mercoledì di Avvento, il drammaturgo e compo-sitore Roberto De Simone, i docenti Giuliana Martirani, Biagio DeGiovanni, Boris Ulianich.

Il primo appuntamnto si è tenuto il 26 novembre, davanti a cen-tinaia di fedeli che hanno affollato la Cattedrale. Tema dell’incontroil “risveglio dal sonno”, così come viene ricordato nella lettera aiRomani (13,10-14) dall’apostolo Paolo che «per primo – ha sottolinea-to mons. Gennaro Matino, vicario episcopale delle comunicazioni so-ciali, introducendo e concludendo il dialogo -, ha reso universale lasfida del Vangelo lanciata da Cristo». E sono proprio i testi di Paolo diTarso, in quest’anno giubilare a lui dedicato, a fare da sfondo alle ri-flessioni di questo avvento, in una Cattedrale trasformata dalCardinale Sepe in agorà: «È urgente puntare su un profondo rinnova-mento culturale e generazionale se vogliamo costruire un futuro nuo-

vo», ha scritto l’Arcivescovo nell’introduzione al volu-me, pubblicato dalla casa editrice Dante & Descartes,“Dialoghi con la città”, che raccoglie i temi dello scor-so anno. «Napoli – si legge ancora nel testo - ha biso-gno di una prospettiva ampia, per essere capace di al-lontanarsi dalle emergenze e dalle precarietà del quoti-diano e andare oltre gli interessi personali o di catego-ria. C’è bisogno che la città, tutta intera, ritrovi un cuo-re che sappia battere all’unisono, per volare alto, peraprirsi al mondo».

E per questi incontri arriva anche la diretta strea-ming sul sito della Diocesi www.chiesadinapoli.it, neltentaivo di raggiungere il maggio rnuymero possibiledi persome. «L’attesa del Natale, del Verbo che si fa car-ne e viene ad abitare in noi - ha spiegato l’Arcivescovo-, c’induce a spianare la via al Signore che viene e nonc’é altra strada per raddrizzare i sentieri che quella deldialogo, unico mezzo per costruire la giustizia e la pa-ce nella nostra terra. Il Vangelo non è e non può rima-nere un’astrazione, un Libro chiuso, ma deve incarnar-si nella vita reale di un popolo, per suscitare una do-manda di senso nel tempo del non senso, alimentare ilconfronto su valori autentici nel tempo del disvalore im-perante e favorire la ricerca di Dio».

A queste parole Roberto De Simone, quasi disin-cantato, risponde con malinconica ironia: «Non ci so-

no mai stato in sonno e ho scelto di vivere e restare a Napoli tra speran-ze, illusioni, disillusioni ed entusiasmi». Ma prevale in lui un certo ras-segnato pessimismo affermando di aver ricevuto maggiore sostegnoal di fuori della propria terra, che non mella sua patria. Una denun-cia verso «le prevaricazioni, le ingiustizie, i soprusi, l’arroganza dellamalapolitica e di un potere camorristico che non è cambiato, da Lauroad oggi, in un sistema di consenso arduo da smantellare, che mortificale belle potenzialità dei giovani ed emargina chi osa criticare, dicendola verità».

A scuotere l’assemblea è il Cardinale Sepe che rilancia la sfida del-l’ottimismo per vincere le tenebre che offuscono la città. Ed invita tut-ti a risvegliarsi dal sonno, a vincere la pigrizia, a scrivere per il benedi tutti, nuovi atti di speranza:

«è l’amore intriso di speranza – conclude l’Arcivescovo - che ci faporre come sentinelle della luce di fronte alla nostra città, con le sue fa-miglie, i giovani, i bambini, gli anziani, i malati, nella quale sperare nondovrebbe essere più un lusso, o, peggio, un rischio, bensì lo stimolo perprogettare e realizzare il bene comune».

A margine del convegno “Approcci scientifici sull’evoluzione dell’universoe della vita”, tenutosi presso la Pontificia Accademia delle Scienze

La potenza creatrice di Diodi Felice D’Onofrio

Nell’evoluzione si riscontra l’immensa po-tenza creatrice di Dio poiché, proprio per lagrande variabilità del processo evolutivo, lega-to ai meccanismi di adattamento alle più di-verse condizioni nelle quali si svolge la vita,emerge il disegno intelligente che solo unaSapienza Infinita ed Eterna poteva creare. Mail disegno intelligente non si ferma all’adatta-mento poiché a questo succede la mutazionenaturale o spontanea. In altri termini, all’azio-ne combinata dei geni (genotipo) e delle con-dizioni ambientali, se l’adattamento persiste,al fine di mantenere la vita in rapporto alle di-verse condizioni esterne che si sono attuate,sopraviene la mutazione che è la manifestazio-ne della nuova condizione genica che si è for-mata. Tale mutazione diviene parte integrantedel patrimonio genetico di quell’individuo e sitrasmetterà alla discendenza, divenendo cosìuna caratteristica trasmissibile di quel ceppofamiliare sia esso umano che degli animali.

Sembra quanto mai vera l’affermazioneche «nulla in biologia può aver senso se nonalla luce della evoluzione» (L. Dell’Aglio –Avvenire 4 novembre 2008, pag. 31).

In questo stupendo processo di adattamen-to e mutazione dei geni, che ha consentito losviluppo del disegno che caratterizzava le va-rie specie animali, il momento «della compar-sa della scintilla della coscienza» (YvesCoppens – Avvenire 4 novembre 2008, pag. 31),che caratterizza l’uomo, è qualcosa che va aldi là dei confini della scienza.

Soprattutto c’è stato un «Progresso nel pro-getto che l’uomo è capace di vivere di fronte asé» (C. Dignola – Avvenire 15 gennaio 2008,

pag. 24). Nel processo evolutivo si inseriva lacreatività! Il momento della comparsa dellascintilla della coscienza va al di là di ogni pos-sibile risposta della scienza. La necessità di undisegno del Creatore, si oppone nettamente al“casualismo neodarwiniano ed ancor più al“puro caso” di J. Monod (G. Sermonti –Avvenire 2 febbraio 2006, pag. 28).

A parte gli aspetti comuni a tutto il regnoanimale, nell’uomo l’intelligenza è l’espressio-ne più importante e significativa di un disegnoche, se non lo si vuol definire divino, è certa-mente la manifestazione di un’intelligenza in-finita che ha voluto insignire la razza umana,in un momento della storia della creazione, diuna capacità che, unitamente alla volontà, fadell’uomo l’aspetto più importante della crea-zione perché è l’unico che si può domandare«chi sono, da dove vengo, dove vado» ed oltrequesto, può operare con la sua intelligenza nei

più svariati campi dello scibile umano in mo-do imprevedibile, con realizzazioni sempre piùgrandi. Tutto ciò è l’espressione più grande chesolo uno specifico disegno creativo poteva do-tare la razza umana di potenzialità fisico–in-tellettive tali da poter dominare la creazione«Tutto hai posto sotto i suoi piedi» (Salmo 8,7).

Credo che non si possa negare che la stes-sa creazione sia espressione di una relazionedi dipendenza tra l’essere creato e la causacreatrice. Scienza ed evoluzione ci possonospiegare come comincia la vita, ma non po-tranno mai spiegare quale è la causa creatricedi tutte le cose (L. Dell’Aglio – Avvenire 4 no-vembre 2008, pag. 31). Purtroppo l’uomo, conil libero arbitrio, ha il potere di rifiutare o ad-dirittura negare «quel Dio che ci ha creato» eche, comunque, resterà sempre il centro ed ilfine dell’Eternità.

Roberto De Simone protagonista col Cardinale Crescenzio Sepe del primo dialogo con la città

Svegliarsi dal sonnodi Doriano Vincenzo De Luca

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Speciale Nuova Stagione8 • 7 DICEMBRE 2008

Presentata dal Cardinale Sepe l’asta di beneficenza 2008, terza edizione del progetto “In nome della vita” che prevede quest’anno la realizzazione de “La culla della vita”, un asilo multietnico all’interno della Casa di Tonia

Quando chiama la solidarietàdi Elena Scarici

«Napoli non morirà»: è lascritta che campeggiasul manifesto che pre-

senta l’Asta di beneficenza 2008, ter-za edizione del progetto “In nome del-la vita” voluto dal cardinale Sepe eche ha permesso di raccogliere l’an-no scorso oltre un milione di euro perla realizzazione della “Casa di Tonia”,comunità di accoglienza per gestan-ti, madri e bambini e per donne mal-trattate, dedicata alla memoria diTonia Accardo, morta a febbraio do-po aver rifiutato le cure contro il can-cro per dare alla luce Sofia. Oggi laCasa di Tonia è una realta, un belPalazzo d’epoca di quattro piani più1300 mq di giardino, in via SantaMaria degli Angeli alle Croci, 12, adue passi dalla Facoltà di Veterinaria,acquistato dal Pio Monte dellaMisericordia e concesso in comoda-to d’uso alla Curia. E che Napoli nondebba morire lo ha ribadito proprioil cardinale alla cerimonia di inaugu-razione avvenuta il 1 dicembre:«Napoli non deve morire, anche se c’èqualcuno che vuole ucciderla, noi la

risusciteremo». È l’ennesima attestazionedi speranza lanciata dall’arcivescovo, chesin dall’inizio ha impostato la sua azionepastorale sul riscatto della città.

Ambizioso il progetto di quest’anno: èla “Culla della vita” (costo complessivo 1milione e 800.000 euro) che prevede: unasilo nido multietnico per 40 bambini, unhelp center alla Stazione Centrale, da cuipartiranno le segnalazioni per essere ac-colti nella casa, un punto di distribuzio-ne di latte per neonati, un parco giochi diquartiere. Le stanze potranno accoglierestabilmente, per motivi giuridici, 12mamme con bambini, ma in totale, in si-stemazione transitoria, fino a 30 perso-ne, «cui non chiederemo – ha sottolinea-to Sepe – nè il passaporto, né l’appartenen-za religiosa». Alle mamme in difficoltà,sarà data la possibilità di imparare unmestiere, anche attraverso una lavande-

Presiperil naso2009È l’altra ideain più di quest’anno:un calendariorealizzatonel laboratorio di graficadella Masseria Rauccida sieropositivi,a sostegnodell’iniziativa diocesana

“Grazie al tuo sostegnoil pensiero e il lavorodi molti, che qui hannodeciso di investirese stessi e le proprierisorse più preziose, sarà reso visibile. Confidiamo che questo sforzo comune risulteràlegittimato dalla constatazione chequando è il cuore a seminare, le braccianon sono sufficientia contenerne l’abbondanza del raccolto”

Grafica solidale Fondazione Aniello Raucci onlus

Le cifre dell’anno scorso– 33.457,00 euro sono stati incassati dalle vendite del mercatino nel Museo

diocesano; – 64,100,00 alla serata finale; – 10.082,00 l’ammontare delle offerte versate sul conto corrente postale; – 206.063,47 quelle pervenute sul conto corrente bancario;– 652.788,31 le donazioni consegnate in Caritas.

Al totale di 966.490,78 vanno aggiunti 50.000 euro: 10.000 ricavati dalla ven-dita dagli ex voto d’argento donati dalle parrocchie e 40.000 ricavati da quelli d’oro.

La croce pettorale donata da Giovanni Paolo II al Cardinale Sepeche sarà offerta durante la vendita di beneficenza presso il Museo diocesano

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Speciale Nuova Stagione 7 DICEMBRE 2008 • 9

prevede quest’anno la realizzazione de “La culla della vita”, un asilo multietnico all’interno della Casa di Tonia

ma la solidarietàna Scarici

La novità di quest’anno per con-tribuire con un’offerta al proget-to ‘In nome della Vita’ promos-

so dal cardinale di Napoli, CrescenzioSepe, è un numero telefonico: 48588.Da domani fino al 24 dicembre e’ atti-vo per donare un euro mandando unmessaggio attraverso i gestori Tim,Vodafone e Wind e due euro dai telefo-ni da rete fissa Telecom.

Al numero e ai suoi obiettivi di so-lidarieta’ saranno dedicati, da giovedìa domenica prossimi una serie di spa-zi all’interno di alcuni programmi del-la Rai. I fondi raccolti serviranno perattivare all’interno della ‘Casa diTonia’ ‘La culla della Vita’; ma non e’l’unico modo per contribuire. Tornainfatti la tradizionale Asta di Nataleche si terra’ all’Auditorium della Raidi Napoli il prossimo 16 dicembre al-le ore 19.00. All’incanto anche que-st’anno, fra gli altri, i doni diBenedetto XVI e del Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano.

Il mercatino nel Museo diocesanoDonnaregina apre domani e restera’aperto fino al 31 gennaio e sono gia’ atti-vi un conto corrente postale ed un contocorrente bancario i cui riferimenti pos-sono essere consultati sui siti www.cari-tas.na.it; www.chiesadinapoli.it.

Comecontribuire

L’Ascom promuove invece la rac-colta fondi nei suoi negozi dove saran-no esposti dei salvadai per le offerte.

Tanti gli esempi raccontati dal car-dinale Crescenzio Sepe, promotoredel progetto, di persone che in mododiverso stanno contribuendo alla rea-lizzazione della Casa di Tonia; traquesti e’ stato insignito di una spilla –La colomba simbolo di In nome del-la Vita – l’assessore regionale alTurismo, Claudio Velardi, che ognimese dona il suo stipendio; un euroal mese per un anno sara’ regalato in-vece da ognuno dei 2500 lavoratoridell’Azienda Napoletana Mobilita’.

Durante la presentazione sonostate rese note le cifre relative alla rac-colta realizzata dal dicembre 2007 adoggi: 33.457,00 euro sono stati incas-sati dalle vendite del mercatino nelMuseo diocesano; 64,100,00 all’astadi Natale; 10.082,00 l’ammontare del-le offerte versate sul conto correntepostale; 206.063,47 quelle pervenutesul conto corrente bancario;652.788,31 le donazioni consegnatein Caritas. Al totale di 966.490,78 van-no aggiunti 50.000 euro: 10.000 rica-vati dalla vendita dagli ex voto d’ar-gento donati dalle parrocchie e40.000 ricavati da quelli d’oro.

ria, che farà parte del progetto e che saràaperta al pubblico.

Per contribuire quest’anno c’è una no-vità: un numero telefonico: 48588. Da do-mani fino al 24 dicembre è possibile do-nare un euro mandando un messaggio at-traverso i gestori Tim, Vodafone e Winde due euro dai telefoni di rete fissaTelecom.

La serata finale si terrà all’Auditoriumdella Rai di Napoli il prossimo 16 dicem-bre alle ore 19.00. Anche quest’anno, fragli altri, i doni di Benedetto XVI e delPresidente Giorgio Napolitano.

In mostra come l’anno scorso, dall’8dicembre fino al 31 gennaio presso ilMuseo diocesano Donnaregina, 200 og-getti che sarà possibile acquistare a par-tire da un’offerta minima. Tra questi lasplendida croce pettorale donata daGiovanni Paolo II al cardinale, che sim-

bolicamente ha riposto nelle manidi un povero durante la via Crucisdi quest’anno. L’Ascom promuoveinvece la raccolta fondi nei suoi ne-gozi dove saranno esposti dei salva-danai per le offerte ed un calenda-rio, realizzato dalla FondazioneRaucci nel laboratorio grafico diuna casa-famiglia per ammalati ter-minali di Aids.

Tante le persone che hanno da-to il loro contributo, tra questi, l’as-sessore regionale al Turismo,Claudio Velardi, che ogni mese do-na il suo stipendio; un euro al me-se per un anno sarà regalato inveceda ognuno dei 2500 lavoratoridell’Azienda Napoletana Mobilità.

Alla presentazione, cui hannopreso parte il presidente del PioMonte, Francesco Brancia, i vicariepiscopali, Gennaro Matino eGaetano Romano, in prima fila c’e-ra il marito di Tonia Accardo: «Sonomolto commosso – ha detto Nicolatenendo in braccio la figlia - sperodi veder realizzato presto questo bel-lissimo progetto». Come Napoli an-che Tonia non morirà.

Laculladella vita

• Centro Studi

e Formazione

• Nido per

40 bambini

• Diritto di poppata

• Parco di quartiere

1300 mq

La casadi Tonia• Help center

Stazione Centrale• Stanze con servizi

privati• Capacità di

accoglienza30 persone

• Reinserimentosocio-lavorativoper 15 persone

• Accompagnamentoall’autonomia

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Pastorale e Domenica Nuova Stagione10 • 7 DICEMBRE 2008

Viaggio attraversogli Istituti ReligiosiFemminilidella Diocesi

Varietà diCarismiin un soloSpiritoPiccole Ancelledi Cristo Re

L’Istituto delle Piccole Ancelle diCristo Re è stato fondato da padreSossio Del Prete, di Frattamaggioree da suor Antonietta Giuglianonata a New York e vissuta adAfragola. Padre Sossio Del Prete fuun francescano che si sforzò divivere continuamente e in unritmo sempre più intenso la vita diGesù. Volle infatti essere simile aLui nell’amore totale verso ipoveri, gli anziani, i fanciulli e igiovani. Mentre era di famiglia nelConvento di Sant’Antonio inAfragola fu colpito intensamentedalla condizione di miseria in cuiversavano molti poveri del paese,per cui, dopo un periodo diprofonda riflessione trascorso sulMonte della Verna, decise diiniziare un’azione caritativa dinatura più stabile e consistente. La provvidenza mise sui suoi passila giovane Antonietta Giuglianoche nel 1932 gli rivelò il propositodi volere lasciare il mondo perabbracciare lo stato religioso edonarsi completamente al Signore.Padre Sossio, santamente ispirato,le disse: «Figliuola benedetta, voivolete uscire fuori dal vostro paeseper fare il bene. Cominciate,invece, dai vostri poverelli, daquelli che sono nel Lazzaretto diAfragola».Antonietta scorse subito in questoinvito la presenza misteriosa dellavolontà di Dio. Seguì le scelte dipadre Sossio, offrì se stessa e tuttoil suo patrimonio, lavorò conspirito dinamico e fattivo,abbracciando l’idea di servizio aipoveri, per amore di Cristo. Pergarantire agli ultimi un tetto e unservizio sicuri, vollero fondareinsieme, pur tra innumerevolidifficoltà ed avversità, un IstitutoReligioso. Un gruppo di giovani, attratte dalmedesimo ideale evangelico, unitea Suor Antonietta il 20 ottobre del1935, prese l’abito religioso per lemani del Card. Alessio Ascalesi.Sorse così l’Istituto delle PiccoleAncelle di Cristo Re che si proponedi onorare Gesù Uomo-Dio ericonosce Cristo Re centro di ognisua attività. Esso, realizzando ilservizio verso i poveri, anziani,fanciulli e giovani, vuoletestimoniare, con Cristo, cheservire è regnare. Il 7 marzo del 1993, in risposta ainumerosi appelli della Chiesa eall’ispirazione dei suoi Fondatoriche già al tempo delle originieducavano la prime suoreall’audacia missionaria, ha apertola sua prima missione nell’EstEuropeo, in Romania, per portarelì solidarietà e un nuovo annunciodi fede.La presenza e i servizi dell’Istitutosi concretizzano attraverso unascuola materna; un centro diaccoglienza per giovani; unamensa per i poveri; unambulatorio infermieristico.

7 dicembre: II Domenica di Avvento

Il messaggero di lieti annuncidi Francesco Asti

Nel corso della storia della salvezza Dioha inviato vari messaggeri ad annunciareche avrebbe rispettato il patto di comunio-ne con la sua creatura. Isaia cantò tale even-to di salvezza sospirando per quel giornoglorioso e fausto. Incitava a preparare stra-de praticabili per chi volesse incontrare ilMessia atteso. Il profeta non poteva arresta-re l’impeto di amore per Gerusalemme chesi accingeva ad accogliere il Dio con noi.

Con gli occhi di una sentinella scrutaval’orizzonte, osservava da lontano il corteo fe-stoso del Servo obbediente che si avvicinaalla Città santa. Come si possono prepararegli abitanti della città di Giuda? La gioia ègrande, perché la salvezza è ormai giunta.Non si può trattenere la gioia; bisogna espri-merla con canti e danze, perché il Pastoregrande ha cura delle pecore smarrite e por-ta sulle sue spalle i piccoli agnelli che a sten-to camminano.

Gli occhi degli anziani a tal notizia si

stringono di commozione, ricordando che ilDio di Israele mantiene le promesse fatte,che il suo braccio non si è raccorciato, anziricompenserà il quadruplo tutti coloro chenella fedeltà lo hanno atteso.

Giovanni Battista alla vista di Gesù nonha la forza di sciogliergli i legacci dei sanda-li, perché si sente un piccolo dinanzi allagrandezza di Dio. Il tanto Atteso è ormai al-le porte; è alle porte dei nostri cuori dovevuole regnare ponendo il suo scettro a ser-vizio degli umili e dei poveri.

Come prepararsi? La vigilanza non è se-gno di mesta attesa, ma di gioiosa speranza.Il primo atteggiamento di chi attende unabuona notizia è il godere già in anticipo dicolui che si attende. Quasi viene prefigura-to nella propria mente e nel segreto del pro-prio cuore già abbiamo messo giù parolenon di circostanza, ma quelle che escono dalprofondo della nostra intimità.

L’Atteso fa sentire la sua presenza in ma-

niera nascosta al nostro cuore spingendoci adesideralo ancora di più, fremendo nel voler-lo abbracciare. Già immaginiamo come saràl’incontro, come dobbiamo vestire o cosadobbiamo portargli in dono. La presenza delSignore agisce in maniera travolgente duran-te questi giorni d’avvento, perché il solo pen-siero che venga riempie di consolazione le no-stre persone forse stanche per il peso degli an-ni, dei problemi e delle circostanze di vitaspesso non favorevoli ad un discorso di fede.

Eppure verrà; già è vicino, rinvigoriamole ginocchia deboli; alleniamo il nostro pas-so a correre quando sentiremo la sua voce checi chiama. E ci accorgeremo che lo stare di-nanzi a Lui nella grotta di Betlemme ci faràdimenticare ogni nostra preoccupazione,perché si addosserà sulle sue spalle i nostripeccati rendendoci agevole il cammino versoil Padre. In questo incontro non ci mancheràdi sentire la presenza materna della VergineMaria nostra sorella nelle strade della vita.

San Paoloin “pillole”di Teresa Beltrano

Il Tempo

La lingua greca ci offre molti vocaboli per indicare i diversi aspettidel tempo. Il più usato è aiôn, che indica soprattutto un lungo spaziodi tempo. In teologia, l’eternità del tempo si riferisce a Dio creatore,mentre la provvisorietà appartiene all’uomo, in quanto creatura.Chronos, si riferisce in particolare allo scorrere in termini quantitatividel tempo. Al contrario Kairós è il tempo limitato dal punto di vista delcontenuto, l’occasione propizia.

Nel Nuovo Testamento il sostantivo aiôn si trova più di 100 volte.Paolo, per la sua escatologia usa termini e concetti della apocalitticagiudaica. Adopera il termine aiôn per descrivere il corso della storia,segnata dal peccato e senza Cristo, «Ha dato se stesso per i nostri pec-cati, per strapparci da questo mondo perverso, secondo la volontà di Dioe Padre nostro» (Gal 1, 4).

Sempre in Galati, Paolo afferma che la pienezza dei tempi, «Maquando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato dadonna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge,perché ricevessimo l’adozione a figli» (Gal 4, 4-5), e la nuova creazionesono già iniziate, «Se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vec-chie sono passate, ecco ne sono nate di nuove» (2 Cor 5, 17). È per mez-zo di Gesù Cristo che si realizza la salvezza e non dello scorrere dellastoria. Kairós viene usato 85 volte in tutto il Nuovo Testamento in Paolosi trova 30 volte.

Con l’Incarnazione di Gesù ha avuto inizio un Kairós speciale, chedà senso a tutto il resto del tempo. Il tempo della Grazia promesso daiprofeti è diventato realtà in Gesù Cristo, «A me, che sono l’infimo fratutti i Santi, è stata concessa questa grazia di annunziare ai Gentili le im-perscrutabili ricchezze di Cristo, e di far risplendere agli occhi di tutti qualè l’adempimento del mistero nascosto da secoli nella mente di Dio, crea-tore dell’universo, perché sia manifestata ora nel cielo, per mezzo dellaChiesa, ai Principati e alle Potestà la multiforme sapienza di Dio, secon-do il disegno eterno che ha attuato in Cristo Gesù nostro Signore» (Ef 3,8-11). Con la morte e la risurrezione di Gesù ha avuto inizio una nuo-va epoca ossia “la pienezza dei tempi”.

ANNO PAOLINO

L’attesa di un incontroLe antifone maggiori dell’Avvento, in uso la settimana precedente

al Natale, sono dette anche antifone “O”, in quanto iniziano tutte conil vocativo “O” davanti a un titolo messianico di Gesù (sapienza, radi-ce di Jesse, re delle genti, ecc...).

La novena dell’autrice fa riferimento ad esse, enunciando dappri-ma il testo dell’antifona, cui accosta un testo biblico tematicamente af-fine, seguito da una breve riflessione. La meditazione prosegue poi conuna preghiera litanica e un’orazione conclusiva a sfondo biblico.

Arioli Maria Geltrude L’attesa di un incontroNovena di Natale sulle Antifone “O”Edizioni Dehoniane, 200856 pagine, euro 2.50

RECENSIONI

La preghiera eucaristicadi Salvatore Esposito

La benedizione nell’Antico Testamento

Altra osservazione preliminare è la duplice dimensione dellabenedizione: discendente e ascendente: da Dio all’uomo e dall’uo-mo a Dio. Anzitutto da Dio all’uomo in quanto Creatore, fontedella vita e di ogni bene (Gen 1, 28). L’iniziativa dunque è di Dio.L’uomo consapevole della sua povertà e dei suoi limiti rispondebenedicendo, adorando e ringraziando. La benedizione è fonda-mentale nella spiritualità di Israele. Tale importanza è significa-ta dal fatto che la benedizione, come l’elezione e l’Alleanza sonomomenti della historia salutis, finalizzata a Cristo Redentore.

Si direbbe, che la vita di Israele è ritmata dalla recita delle be-nedizioni, che ne impregnano la vita cultuale e sociale. Difatti, labenedizione viene impartita alla nascita (Rt 4, 13ss; Le 2, 34), almatrimonio (Gen 24, 60) alla morte (Gen 48, Iss; 49, 28ss) all’e-rede primogenito (Gen 27, 1 ss; 48, 1 ss).

Con la benedizione Dio si fa “presente”, “entra” da protagoni-sta nella vita del suo popolo, ne “condivide” le ansie, le gioie, i lut-ti e le speranze è un atto di culto che traspare e informa la pre-ghiera dell’Israelita. I salmi sono una testimonianza.

La benedizione nel Nuovo Testamento

Nel Nuovo Testamento invece, la benedizione non ha i carat-teri dominanti dell’Antico Testamento. È presente Cristo, la mas-sima benedizione del Padre. Tuttavia ha una importanza grandis-sima perché trova proprio in Cristo il suo compimento enell’Eucaristia, benedizione della Chiesa, il memoriale perpetuodella sua Pasqua, evento centrale della sua vita, della sua operadella sua missione e di tutta la storia.

Nel Figlio si manifesta in pienezza la benedizione di Dio (Mt8, 18; 21, 9; Mc 11, 9ss; 14, 16; Lc 2, 40; 19, 38; Gv 12, 13) venu-to a darci «in eredità la benedizione» (1 Pt 3, 9; cfr. At 3, 25-26)cioè lo Spirito del Padre e Suo. Il Padre è benedetto dal Figlio per-ché rivela ai semplici e ai piccoli l’evangelo (Mt 11, 25; Lc 10, 21)e perché attraverso la passione e la morte Lo glorifica (Gv 12, 27-28).

La benedizione, dono di salvezza, raggiunge il suo vertice nel-la istituzione dell’Eucaristia ove «è resa presente la salvezza ope-rata nel mistero pasquale, è la lode davvero corrispondente alla di-gnità di Dio; è l’utilizzazione massima della collaborazione umana;è la sublimazione del mondo materiale (pane e vino), è la presenzareale e sostanziale dell’Uomo-Dio».

La Cena pasquale ebraica e la Cena del Signore

Per comprendere la ricchezza della Preghiera eucaristica è ne-cessario ripercorrere quanto Gesù ha fatto nell’ultima Cena, cheè poi la prima e vera Cena, memoriale della sua Pasqua che laChiesa celebrerà sino alla sua venuta, annunziando senza maistancarsi la sua morte, proclamando con gioia indicibile e sem-pre nuova la sua risurrezione. Per capire questo non possiamonon descrivere brevemente la struttura del rito pasquale ebraico.

(55. continua)

UFFICIO CULTO DIVINO

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CittàNuova Stagione 7 DICEMBRE 2008 • 11

L’Ufficio Diocesano MigrantesL’Ufficio Diocesano Migrantes

realizza, in collaborazione conParrocchie e altri Enti che lodesiderano e ne fanno richiesta,momenti di incontromulticulturale con le etniepresenti sul territorio diocesano.Eventuali donazioni in denaro(o altro), frutto di detti eventi,saranno consegnatedirettamente ai cappellani etnicied andranno a finanziare leattività tese a garantire ilricongiungimento familiare perle famiglie di immigrati chedesiderano fortemente poteravere accanto a se tutti i proprifamiliari. Sono sempre piùnumerosi i casi di madri o padriche, per lavoro, sono costretti astare lontani dai propri figli perlunghi periodi di tempo e diconiugi costretti a separarsi pertrovare opportunità di lavoro alfine di sostenere le propriefamiglie che, nei Paesi diorigine, non riescono ad avere imezzi suffiienti, a volte,nemmeno per la sopravvivenza.Per informazioni rivolgersi a:Ufficio Diocesano Migrantes,Largo Donnaregina n° 22 – tel.347 7697274 – Email:[email protected]

Ufficio DiocesanoMigrantes NapoliLargo Donnaregina, 22 -

80138 NapoliTelef. 081 290990 int. 280

Cell. 347 7697274Email: [email protected]

Childrenfor Children

Sabato 20 dicembre alle ore10.30 si terrà presso lapalestra Body and Soul inVia P. Mascagni, 92, unsaggio di danza che avràcome protagoniste bambinedai 5 ai 9 anni. Le offerteraccolte durante lamanifestazione andranno inbeneficenza a bambiniimmigrati nigeriani efilippiniDai anche tu unpiccolo contributo.

La Provincia di Napoli promuove una campagna per difendere chi subisce maltrattamenti

Un fiocco bianco contro la violenza sulle donneIl 25 novembre si è celebrata la “Giornata in-

ternazionale per l’eliminazione della violenzacontro le donne”, e la Provincia di Napoli ha de-ciso di aderire a questa giornata particolare conla “Campagna del fiocco bianco”.

L’iniziativa, deliberata dalla giunta provinciale lo scorso 21 novem-bre, è stata presentata proprio martedì 25, presso la sala “MariellaCirillo” della sede della Provincia in piazza Matteotti. I presenti porta-vano un piccolo fiocco di colore bianco sulle giacche, a testimoniaresimbolicamente la volontà di impegnarsi, come ha dichiarato l’asses-sore alle pari opportunità Angela Cortese, «a non commettere e non tol-lerare mai alcun gesto di violenza contro le donne».

La campagna è partita proprio il giorno 25 con assemblee in diver-se scuole, e continuerà su questa linea, perché «bisogna lavorare – co-sì ha spiegato l’assessore Cortese – sul cambiamento culturale dei gio-vani, partendo quindi dalla scuola. Per combattere la violenza sulle don-ne – ha proseguito – non servono nuove leggi, ma appunto un lavoro sulcambiamento di mentalità».

Il lavoro di sensibilizzazione nelle scuole contro la piaga ancoratroppo diffusa della violenza sulle donne – che nella maggior parte deicasi, come si evince dalle statistiche disponibili, si consuma nel silen-zio tra le mura domestiche – andrà avanti fino a febbraio, quando conuna serie di eventi si accoglierà l’arrivo a Napoli della staffetta controla violenza. Questa è partita appunto il 25 novembre da Niscemi, inSicilia, e vedrà alternarsi nel cammino, regione per regione, due don-ne: due perché, come ha spiegato Angela Cortese, «contro la violenzabisogna combattere insieme». Le due donne di turno trasporterannoun’anfora, che per la sua forma rimanda al corpo femminile, quel cor-

po che ancora troppi uomini, in una società co-me la nostra che pure si definisce civile, conside-rano un oggetto di cui poter disporre a piacimen-to, da poter maltrattare e svilire.

A introdurre la presentazione della“Campagna del fiocco bianco” è stato il presidente della Provincia DinoDi Palma, che ha messo in evidenza l’importanza di una riflessione sul-l’argomento «in grado di mettere insieme maggioranza e opposizione, poi-ché si tratta di un tema di grande attualità sul quale non è possibile ta-cere». Secondo il presidente è importante dibattere e confrontarsi sul-l’argomento, perché «più analizziamo le situazioni, più conosciamo esappiamo, e possiamo intervenire». Di Palma in particolare ha invitatoa riflettere sui casi numerosissimi di violenza in famiglia – che tradi-zionalmente dovrebbe essere il luogo in cui viene riconosciuta la sacra-lità della donna – e sul lavoro.

Un elemento interessante emerso dall’intervento dell’assessoreCortese nel corso della conferenza stampa riguarda la scarsa consape-volezza da parte di molte donne – in molti casi dovuta all’ignoranza –della gravità dei soprusi di cui sono oggetto. Quando la violenza si con-suma in famiglia, magari ad opera di un marito o di un fidanzato, mol-te di loro non credono di essere state vittime di un reato, ma semplice-mente si limitano a prendere atto con rassegnazione di quello che perloro è un accadimento contro il quale non si può far nulla – e non si ri-tiene neppure giusto, in molti casi, fare qualcosa. Una campagna con-tro la violenza sulle donne dunque non deve solo sensibilizzare gli uo-mini, ma aiutare le donne a difendersi, soprattutto a capire di doverlofare e a trovare il coraggio necessario per farlo. Una campagna che de-ve essere attiva 365 giorni all’anno.

di Eloisa Crocco

La tecnologia a tutela dei bambinidi Angelo Vaccarella

Dal progetto I-Care all’Agenzia Socio-Educativa. Martedì 25 novembre scorso, pres-so la Sala Multimediale del ConsiglioComunale di Napoli in Via Verdi, è stato pre-sentato un programma di rete, per l’inclusio-ne sociale dell’infanzia e dell’adolescenza e dicontrasto alla dispersione scolastica.L’iniziativa sperimentale, promossadall’Assessorato alle Politiche Sociali delComune di Napoli, di concerto conl’Assessorato all’Educazione, l’UfficioScolastico Regionale per la Campania el’Associazione Volontariato Guanelliano(A.Vo.G.), sarà attivata attraverso un sistemainformatico centralizzato situato nell’AgenziaSocio-Educativa e collegato con 12 Istituti diScuole secondarie di primo grado, presenti in10 Municipalità cittadine. «Grazie all’utilizzodi tecnologie interattive, ha spiegato DiegoFroncillo, Coordinatore dell’A.Vo.G., sarà pos-sibile conoscere in tempo reale la condizione delbambino per quanto concerne le assenze ed ilpercorso formativo. Inoltre i genitori, special-mente quelli si trovano lontano, potranno rice-vere un servizio particolarmente utile trovandouna finestra a loro dedicata che permetterà diaccedere a tutte le informazioni riguardanti ipropri figli».

La conoscenza tempestiva sull’andamentoformativo del bambino in tempo reale consen-

tirà anche di allargare la rete di protezione delminore, tutelandolo non solo dai rischi di ab-bandono e di dispersione scolastica, ma ancheda quelli di pedofilia e sfruttamento del mino-re. Oltre la famiglia e la scuola, infatti verran-no coinvolti attivamente anche i ServiziSociali territoriali.

Il sito web www.agenziaeducativa.it, nuo-vo strumento di monitoraggio multimediale,sarà presto attivo in internet e rappresenteràil “faro” di informazioni realizzabile attraver-so particolari sistemi informatici che permet-

teranno di filtrare e settorizzare, perMunicipalità, le molteplici attività presentisul territorio. Insomma un vero e propriosoftware di controllo interamente su internete completamente interattivo, che collega lascuola direttamente all’agenzia, strumento diinformazione e divulgazione di servizi terri-toriali. L’Agenzia Socio-Educativa nata nel2006, è stata istituita dall’AmministrazioneComunale con il preciso obiettivo di preveni-re il disagio socio-educativo e relazionale nel-l’infanzia e nell’adolescenza. Essa vuole pro-muovere e sostenere percorsi di crescita e po-tenziamento delle competenze e delle capa-cità genitoriali ed offrire servizi di formazio-ne, tutoraggio, orientamento, informazionee documentazione.

Da quando internet è diventata fenomenodi massa, dobbiamo relazionarci con tale me-dia, e ciò significa che anche la scuola deve ini-ziare ad affrontare l’argomento. Chi accederàa questo servizio, dovrà avere la consapevolez-za che utilizzare strumenti di collaborazionee ambienti virtuali di apprendimento collabo-rativi, richiede anche competenze specifiche.Una scuola “senza pareti”, dunque, che formabuoni cittadini, capaci di accedere ai media di-sponibili e che implementa nuove iniziativeprogettuali, in sintonia con le finalità delibe-rate dall’Amministrazione Comunale, per lavalorizzazione della partecipazione attiva deibambini e dei loro genitori.

Il sito www.agenziaeducativa.it,nuovo strumento di monitoraggiomultimediale, sarà presto attivo

in internet e rappresenterà il “faro” di informazioni

realizzabile attraverso particolarisistemi informatici che

permetteranno di filtrare e settorizzare, per Municipalità,

le molteplici attività presenti sul territorio

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Nuova Stagione12 • 7 DICEMBRE 2008 Città

Il Museoè semprepiù sul webdi Cristina Celli

Il territorio come un museo dapercorrere. Grazie ad una mappainterattiva dei beni culturali enaturalistici della Provincia diNapoli, oggi è possibile accederevia web ad un archivio vasto edarticolato di oltre 1400 siti.Si tratta del progetto MuseoDiffuso, presentato a Napoli lamattina del 28 novembre, nellasala Cirillo di Palazzo Matteotti,dal presidente della Provincia diNapoli, Dino Di Palma edall’assessore all’Urbanistica e alsistema Informativo territoriale,Domenico Moccia.«Questo progetto nasce con

l’esplicita volontà di allargare laconoscenza del nostropatrimonio artistico earcheologico a chiunque vogliausufruire delle bellezze delterritorio napoletano», hadichiarato il presidente Di Palmanel corso della conferenza stampadi presentazione, aggiungendo poi«parliamo di un insieme di fontidi ricchezza uniche, da beninaturalistici a insediamentistorico monumentali, in grado diconsentire al turismo un afflussosempre più ampio econtemporaneamente unacrescita economica».Il progetto Museo Diffusoconsente la consultazione diinformazioni, immagini edescrizione relative a beniarchitettonici, archeologici enaturali della provinciapartenopea. La scelta precisa disegnalare non soltanto i sitiuniversalmente riconosciuticome Pompei o Ercolano, non ècasuale ma volta a valorizzareluoghi considerati “minori” espesso penalizzati dai grandiitinerari. Molti di questi nonsono oggetto di una giusta operad’informazione e promozione neiconfronti del pubblico, per questaragione si è deciso di puntaresullo sviluppo di un turismo piùsensibile a scenari che fannoparte ugualmente del patrimonioculturale. «Il sito che abbiamorealizzato poggia su informazionitecnico-scientifiche edinformative, entrambe sonoaccessibili per il grande pubblico– spiega l’assessore Moccia -Otto sono gli itinerari tematiciproposti al navigatore; i benisono classificati secondocategorie. Il turista che vuol farvisita a Napoli può dunqueprogrammarsi il suo itinerario: inquesto risiede il valore del nostrolavoro. Si invita inoltre il turistaa muoversi da un sito piùimportante ad uno minore.Un’iniziativa realizzata non soloper i turisti ma anche per iresidenti, in quanto deve crearsiuna coscienza, da parte deicittadini, del valore dei nostribeni». Fra i vari itinerari presentinella mappa virtuale, il visitatorepuò accedere ai “Castelli efortezze”, “ Laghi e le riservenaturali dei Campi Flegrei”;quello intitolato “Baiae” apparecomposto da una decina di siti,alcuni dei quali poco noti, checaratterizzano una porzione delterritorio ricca di attrattive esegnata da profonde radicistoriche.

La Deputazione della Cappella delTesoro di San Gennaro, in occasione delquarto centenario della posa della primapietra del magnifico tempio, eretto inonore di San Gennaro, mercoledì 26 no-vembre scorso, ha presentato la ristampadel libro, “San Gennaro defensor civitatise il voto del 1527” di monsignor FrancoStrazzullo.

Con questo libro, che è stato il primodei numerosi testiscritti sullaCappella e su SanGennaro, da F.Strazzullo, oltre arendere omaggioalla memoria del-l’autore, che è an-che stato per tantianni Abate Prelatodella Cappella, si èvoluto commemo-rare uno dei monu-menti più preziosidella nostra città,del barocco napole-tano seicentesco, ricco di marmi, affre-schi, dipinti e altre opere d’arte dei mi-gliori artisti dell’epoca.

«Cappella che i napoletani, colpiti “a fa-me, bello peste” (da fame, guerra e peste)come riportato sulla lastra di marmo po-sta sul frontone dell’ingresso della RealCappella, ha spiegato nel suo interventoAntonio Strazzullo fratello del compian-to monsignor Franco, avevano fatto voto

di erigere a San Gennaro per gratitudine il13 gennaio 1527, anniversario della trasla-zione delle ossa da Montevergine a Napoli».In effetti nel 1608 si volle costruire unaCappella più grande e più bella di quelladi allora esistente. Il Vice presidente del-la Deputazione Fabio Albertini ha ricor-dato nel suo intervento iniziale, il signifi-cato, il senso e il valore della esistenza plu-risecolare della Deputazione di San

Gennaro, espressione diretta della città diNapoli e del legame tradizionale tra il po-polo e il Santo martire. La Deputazionedella Real Cappella del Tesoro costituiscetutt’oggi una delle più antiche e singolariistituzioni ancora rimaste in Italia.

Ha concluso poi l’incontro monsignorVincenzo De Gregorio, abate tesorieredella Cappella del Tesoro di San Gennaro,che con un linguaggio chiaro ed erudito

e a tratti aulico, ha ripercorso con i pre-senti le tappe storiche della vita di SanGennaro presenti nei dipinti e dellaNapoli del ‘600, leggendo anche qualchestralcio del libro.

La prefazione al testo è stata scritta dalCardinale Crescenzio Sepe, che ha volu-to ricordare con gioia la memoria dell’au-tore: «La memoria di Franco Strazzullo ri-mane in benedizione nella Chiesa di Napoli

per il lungo e fecon-do ministero eserci-tato nella scuola,nella direzione spiri-tuale e nel confessio-nale, ma segna an-che un profondo sol-co negli ambienti ac-cademici e scientifi-ci per i contributi in-cisivi da lui pubbli-cati sulla storia diNapoli e del Sud eper la conoscenzadegli eventi artistici,da lui fatti assurgere

a nuova vita con il diuturno ed appassio-nato lavoro negli archivi e nelle bibliote-che». Nella Real Cappella, dove tutto il po-polo si rivolge ancora oggi a San Gennaro,soprattutto nel particolare momento delmiracolo della liquefazione del sangue,s’incarnano meravigliosamente Arte eFede al servizio del culto, quali vive testi-monianze della lode e della gloria di Diodi cui oggi il mondo ha bisogno.

Alla Real Cappella del Tesoro la presentazione del libro di mons. Franco Strazzullo

San Gennaro,difensore della città

di Angelo Vaccarella

Palazzo San Giacomo, sede del Comunee tra i simboli della città di Napoli è stato il-luminato lo scorso 30 novembre nell’ambitodella manifestazione “città per la vita, cittàcontro la pena di morte” organizzata dallaComunità di Sant’Egidio.

Tanti i monumenti interessati, anche inquesta settima edizione, tutti i “simboli” dellecittà che hanno aderito sono stati illuminati– dal Colosseo a Roma alla Plaza de Santa Anadi Madrid, dall’Obelisco centrale di BuenosAires al Palazzo della Moneda a Santiago,dall’Atomium di Bruxelles alla Piazza dellacattedrale di Barcellona - formando un ampioschieramento morale mondiale per chiederedi fermare tutte le esecuzioni capitali.

A poco meno di un anno dall’approvazio-ne della risoluzione per una MoratoriaUniversale delle esecuzioni capitali, in tuttoil mondo si è celebrata la GiornataInternazionale “Città per la Vita- Città con-tro la Pena di Morte” che ricorda l’anniver-sario della prima abolizione della pena dimorte, dall’ordinamento di uno stato euro-peo, da parte del Granducato di Toscana nel1786. Si tratta di un’importante iniziativache ha messo in rete amministrazioni localie società civili, per offrire e promuovere, uni-versalmente, questa battaglia tanto decisivaper l’umanità intera e che nel 2007 ha regi-strato l’adesione di 760 città, di cui oltre 35capitali, rappresentando così la più grandemobilitazione internazionale finora realizzata per fermare nel mondotutte le esecuzioni capitali.

L’iniziativa, promossa dalla Comunità di Sant’Egidio nel 2002, è

oggi sostenuta dalle principali associazioniinternazionali per i diritti umani, raccolte al-l’interno della World Coalition Against theDeath Penalty, tra cui AmnestyInternational, Ensemble contre la Peine deMort, International Penal Reform.

A Napoli, tra coloro che hanno portato lapropria testimonianza contraria alla pena dimorte, in favore della vita e del perdono, unturista speciale George White, cittadinodell’Alabama, ingiustamente accusato del-l’omicidio di sua moglie che aveva visto mo-rire sotto i propri occhi.

Da allora combatte per l’abolizione dellapena capitale. È tra i fondatori dell’associa-zione “Citizens united for alternatives tothe death penalty” e dell’Associazione di pa-renti delle vittime di omicidi.

È tra i principali organizzatori dei cosid-detti “Journey of hope”, i “viaggi della spe-ranza” caratterizzati da una serie di incon-tri di sensibilizzazione per testimoniarequanto sia inutile la pena di morte.

«Prima che iniziasse quell’orribile sequen-za di interrogatori e accuse – ha dichiaratoamareggiato White - la pena di morte non eraun argomento di cui mi interessavo. Ora tuttoè cambiato. Non posso far finta di nulla. Nondimenticherò mai ciò che i miei figli hanno do-vuto subire, non solo la perdita della loro ma-dre, il bombardamento di notizie secondo cuiil loro papà aveva ucciso la loro mamma.

Nonostante tutto non hanno mai smesso di amarmi. Credo che la vendet-ta non paghi, infatti, è stato proprio l’amore dei miei figli a spingermi adandare avanti e capire che solo la fede e l’amore sono il motore di tutto».

Celebrata la settima edizione della Giornata mondiale dell’alimentazione

Palazzo San Giacomo si illumina contro la pena di morte

di Andrea Acampa

A Napoli,tra coloro che hanno portato

la propria testimonianzain favore della vita

e del perdono, George White,cittadino dell’Alabama,ingiustamente accusato

dell’omicidio di sua moglie

“”

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Nuova Stagione 7 DICEMBRE 2008 • 13

Ogni giorno 38 mila sacerdoti diocesani annunciano il Vangelo nelle parrocchie tra la gente, offrendo a tutti carità,conforto e speranza. Per continuare la loro missione, hanno bisogno anche del tuo aiuto concreto: di un’offerta per ilsostentamento dei sacerdoti. Queste offerte arrivano all’Istituto Centrale Sostentamento Clero e vengono distribuite tra tuttii sacerdoti, specialmente a quelli delle comunità più bisognose, che possono contare così sulla generosità di tutti.

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Provincia Nuova Stagione14 • 7 DICEMBRE 2008

Unlibrosu FeliceRomanoÈ in fase di lavorazione distampa, presso la casaeditrice “EdizioniScientifiche e Artistiche” ilvolume sulla figura e l’operadi mons. Felice Romano,nativo di Torre del Greco,preposito della parrocchia diS. Croce nella sua cittànativa e poi Vescovo d’Ischia(1793 - 1877), nipote delBeato Vincenzo Romano(1751 - 1831). Invito enti epersone che voglianosostenere finanziaramente lastampa e anche chi vogliaprenotare l’acquisto delvolume che costerà 25 euro,a rivolgersi al sottoscritto aisuddetti recapiti. Ringrazioanticipatamente chi vorràsostenere questa operaeditoriale che porterà i lettoria una maggiore conoscenzasu una figura di riferimentodella città di Torre del Greco,e della chiesa cattolica.

Francesco Rivieccio

“Prepariamoci al Natale camminando con San Paolo, itine-rari dell’Avvento” è la felice tematica proposta in una serie diimpegnativi incontri tenuti da don Gaetano Di Palma, docentedi Sacra Scrittura presso la Sezione San Tommaso d’Aquinodella Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale diNapoli, nell’auditorium della Parrocchia Sant’Antonio aBrancaccio di Torre del Greco. «È proprio con San Paolo - di-ce don Carmine, parroco della chiesa dalle guglie rare – che lanostra Comunità camminerà in questo Avvento. Ripercorrendola sua vicenda biografica e meditando alcuni suoi scritti, ci pre-pareremo a celebrare, con fede e gioia, la solennità del Natale,festa dell’Amore, della famiglia e della Pace».

L’appuntamento è per mercoledì 3 dicembre alle ore 18, con“Nato donna (Galati 4, 4-6). La Madonna e San Paolo”. Seguiràmercoledì 10 dicembre con “Indossiamo le armi della luce(Romani 13, 9-14). L’amore per il prossimo” e ancora merco-ledì 17 dicembre “Apparso in forma umana (Filippesi 2, 6-11).Gesù si fa uomo e ci porta la salvezza”. Seguiranno altre cele-brazioni che vanno dal 21 dicembre con la benedizione delleimmagini di Gesù bambino al 24 dicembre con la suggestiva ve-glia natalizia, dal 28 con la festa della Sacra Famiglia per con-cludere con un solenne Te Deum di ringraziamento con il coroJubilate Deo diretto dal maestro Giuseppe Polese.

Itineraridi Avvento

Importante momento dipreghiera, lo scorso 20 novem-bre, nella Basilica di SantaMaria a Pugliano in Ercolano.L’iniziativa è stata promossadall’Unione Apostolica delClero di Napoli, in occasionedella prossima ordinazione dia-conale di tre candidati.

La celebrazione dell’Ado-razione Eucaristica, presiedutadal diacono Camillo Garzia, èstata organizzata in collabora-zione con le Figlie di NostraSignora dell’Eucaristia e deiMinistranti di Ercolano.

Nella preghiera è stato ri-cordato anche il 25° anniversa-rio di ordinazione dei diaconiUgo Gherardelli e RaffaeleGiacobelli. I partecipanti allacelebrazione hanno gustatoquanto la Parola di Dio ci ha do-nato: benedetti dall’Eucaristia econ un grande desiderio di vi-vere ancora eventi del genere.

L’ordinazione di SalvatoreCozzolino, Antonio Formisanoe Domenico Parisi hanno mag-giormente convinto i presentiche la preghiera per le vocazio-ni deve essere accompagnatadalla fraternità tra i ministri or-dinati. Infine, sono state ricor-date le famose parole di PapaPaolo VI quando ebbe ad affer-mare che la storia di oggi nontanto necessita di maestri ma ditestimoni.

La preghieraper i diaconi

di Giorgio Cozzolino

L’Assessorato alle PoliticheSociali del comune di SanGiorgio a Cremano, in collabo-

razione con l’Ambito Napoli 17, ha av-viato un servizio che prevede attivitàludico– formative per otto bambini instato di disagio sociale o familiare. Ilservizio, partito negli scorsi giorni,avrà la durata di 20 mesi.«Il progetto -dice l’assessore Luciana Cautela - va indue direzioni: favorire l’aggregazione el’esercizio del diritto al gioco da partedei bambini e quella di offrire loro unsostegno scolastico. Le attività sono ri-volte ai minori individuati dai servizisociali.

L’Amministrazione comunale vuoleessere sempre di più un punto di riferi-mento per i più piccoli, ponendoli sem-pre al centro delle proprie attenzioni. Perquesto è d’obbligo esprimere gratitudi-

ne al personale del Settore ServiziSociali che, anche silenziosamente, conil proprio lavoro è vicino alle fasce de-boli della città».

Il sindaco Mimmo Giorgiano si di-ce convinto che «attraverso questi pro-getti di grande valenza socialel’Amministrazione sia più vicina alle ri-chieste di bisogno che giungono dallefamiglie meno fortunate del nostro ter-ritorio».

Il progetto si chiama “Carichi fami-liari Blu Biz” ed è gestito dalle coope-rative “Terra e Libertà” ed “Eva”, ade-renti al Consorzio Gesco.

Oltre ai minori sangiorgesi ne bene-ficiano anche bambini provenienti daPortici e San Sebastiano al Vesuvio.

Le cooperative hanno, inoltre, atti-vato uno sportello per la consulenza la-vorativa rivolto alle donne.

Iniziativa del Comune di San Giorgio a Cremano

Dalla partedei bambini

Postulazione“Card. Sisto Riario Sforza”

Presso la sede dellaPostulazione sita inCuria al secondo piano(Ufficio Unione Apo-stolica del Clero) si pos-sono ritirare, immagi-nette, cartoncini, im-magini grandi, biogra-fie del Card. SistoRiario Sforza, da distri-buire nelle parrocchie,istituti religiosi, ospe-dali, per diffondere laconoscenza del Servo diDio Card. RiarioSforza.

La Postulazione è aperta ogni venerdì dalle 9 alleore 11.30. Per ulteriori informazioni è possibile rivol-gersi al segretario della postulazione don FrancescoRivieccio (tell. 081.881.75.44 – 081.881.73.01 –33.55.77.77.26).

Per visite alla tomba del Servo di Dio sita nella par-rocchia dei Santi Apostoli in Napoli si può contattarela postulazione o direttamente don Ciro Riccardi, vi-cepostulatore e parroco della suddetta parrocchia (tel.081.299.375).

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CulturaNuova Stagione 7 DICEMBRE 2008 • 15

Nuova StagioneSETTIMANALE DIOCESANO DI NAPOLI

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Tradizionee qualitàPresentata la terza edizionedel Premio Efesto

La tradizione in una città comeNapoli, è sempre stata diprimaria importanza, soprattuttonel campo dell’imprenditoria acarattere familiare. In questocontesto si è tenuta, mercoledì26 novembre presso il CircoloSavoia, la terza edizione delpremio Efesto.La manifestazione è stataorganizzata dall’associazioneAziende Storiche FamiliariCampane “I centenari”, che siimpegna per valorizzare e darevisibilità alle aziende e allepersonalità che abbiano investitonegli anni in ricerca storica erecupero della tradizione, ininnovazione e sviluppo delmercato internazionale, dandoprestigio alla nostra regione: «Ilpremio è un’occasione permettere in risalto il lavoro delleaziende che si impegnano in eper la Campania – dice ilpresidente de “I Centenari”Antonia Autori - in un periodo dicrisi come questo, le aziendeantiche rappresentano il modogiusto di fare investimenti».Ad esempio la M. Cilento & F.llo(storica azienda di confezioni,dove si è tenuta la presentazionedella manifestazione), prosperadal 1780 senza mai essersispostata dal territorio campano,grazie ad un’oculata scelta degliinvestimenti.La spinta per le nuove aziende,deve quindi necessariamentepartire da quelle centenarie; inCampania infatti ci sononumerosi esempi di come siapossibile far prosperare per anniun’industria a conduzionefamiliare: «Nonostante qualcheanno fa molti pensavano che leaziende a conduzione familiaredovessero fallire inesorabilmente,noi abbiamo continuato per lanostra strada, dimostrando unaforza economica che continua adesistere», interviene PinaAmarelli, presidente onorariodell’associazione, «Il nostro non vuole essere unpremio puramente celebrativo,ma rappresenta un messaggio dicomunicazione all’esterno pervalorizzare il lavoro delle aziendecentenarie». L’attenzionedell’associazione è rivoltasoprattutto ad un rilancioeconomico del Meridione, ancheda un punto di vista culturale:«Ritengo che “I Centenari”,possa rappresentare una fortespinta economica e culturale peril Sud Italia - continua laAmarelli - le aziende centenarieoltre ad aver conservato le basiche le caratterizzano, sonoriuscite ad evolversi negli anni,raggiungendo standardqualitativi altissimi, senzadimenticare l’importanza dellasicurezza sul lavoro. Negli ultimianni abbiamo preso coscienzadel fatto che l’imprenditoria deveassumere un ruolo trainantenello sviluppo economico eculturale del paese».

Gianluca Manca

Inaugurato il 25 novembre, presso la chiesadel Pio Monte della Misericordia, l’VIII edizione di

“Venite pastores”, il Festival teatino in collaborazionecon la storica istituzione napoletana

e con l’Ambasciata d’Austria

Musica e spiritualitàdi Eloisa Crocco

Inaugurata il 25 novembre, presso la chiesa del Pio Monte dellaMisericordia in via Tribunali, l’VIII edizione di “Venite pastores”,rassegna di musica e spiritualità organizzata dai Chierici RegolariTeatini in collaborazione con la storica istituzione napoletana e conl’Ambasciata d’Austria. Come spiega Valentín Arteaga y Sánchez-Guijaldo, preposito generale teatino, nell’introduzione del volumepubblicato per l’occasione – che comprende eventi non solo a Napoli,ma anche a Roma, Bologna e Lecce - «Il nostro canto è chiamata,annuncio, invito: “mettiamoci in movimento!”». Ecco dunque il can-to e la musica in preparazione alla festività del Natale, che è festadella nascita e della rinascita, e a cui durante l’Avvento bisogna pre-pararsi proprio rispondendo all’annuncio della Buona Novella. I pa-stori vengono chiamati ad adorare Gesù che è nato, il Dio bambi-no, e tutti i fedeli vengono chiamati, con il “Venite pastores”, a farelo stesso, pregando attraverso la musica, e aprendo i cuori con l’a-scolto.

Al Pio Monte di Misericordia il concerto inaugurale è stato ese-guito dai membri della Cappella Musicale Theatina, diretta dal mae-stro Flavio Colusso. In quest’occasione è stato presentato – alla pre-senza dell’ambasciatore d’Austria in Italia Christian Berlakovits – il“Progetto Draghi”, che vede insieme Italia e Austria in un percorsodi riscoperta e riproposizione dell’opera di Antonio Draghi, musici-sta italiano nato a Rimini nel 1634, ma per lungo tempo attivo allacorte di Vienna, prima come Maestro di Cappella dell’imperatriceEleonora e poi come “Intendente” della musica della Corte imperia-le di Leopoldo I. Appunto di Antonio Draghi le composizioni musi-cali eseguite in quel piccolo capolavoro che è la chiesa del Pio Monte.

Primo concerto l’Oratorio di Sant’Agata, descrizione cantata delsofferto processo alla santa martire, delle torture da lei subite, del-la guarigione miracolosa – la ricrescita dei seni che le erano statibrutalmente tagliati per volontà del prefetto di Catania, che volevala giovane vergine in sposa e così aveva deciso di vendicarsi per ilsuo rifiuto. E poi il racconto della sua morte sul rogo, con l’accusadi stregoneria, fino al coro finale «[…] t’insegni il fuoco / che la vitaè un fumo». L’Oratorio è del 1675, scritto da padre Luigi Ficieni emusicato da Antonio Draghi, fu rappresentato a Vienna nel 1678 maè stato rinnovato in tempi recenti per il Festival Internazionale delVal di Noto “Magie Barocche”, ed è oggi in forma di autentico “eser-cizio spirituale”.

Seconda esecuzione quella de Il Crocifisso per gratia, overo SanGaetano, rappresentato per la prima volta a Vienna nel 1691 congrande coinvolgimento, a quanto sembra, dell’imperatore Leopoldo,e dedicato al santo fondatore dei Teatini. A lui i Napoletani aveva-no attribuito, nel 1657, la fine della terribile epidemia di peste cheaveva falcidiato la città, sempre molto legata a questo santo, che aNapoli visse per diversi anni da infaticabile “riformatore silenzio-so”, come è stato definito. Nel concerto musicato da Antonio DraghiSan Gaetano da Thiene dialoga con gli ammalati, richiamando di-nanzi alle loro sofferenze quelle ancor più atroci patite da Cristo incroce. Molto dolce il duetto tra il Santo e la Vergine Maria, che met-te tra le sue braccia Gesù Bambino: viene ricordato così il prodigio-so episodio della notte di Natale del 1517, quando nella cappella delPresepe di Santa Maria Maggiore a Roma san Gaetano in adorazio-ne della culla del Santo Bambino se lo ritrovò tra le braccia. Da al-lora il Santo è considerato uno di coloro che maggiormente hannocontribuito a diffondere a Napoli il culto del Presepio, che resistenei secoli.

Un buon successo, anche di pubblico, per il concerto “ariescelte” del Teatro di San Carlo all’Auditorium Rai di Napoli

Il Paese del melodrammadi Doriano Vincenzo De Luca

Al termine del concerto nella mente si sono affolati vari pensieri. Traquesti il ricordo di un libro di Bruno Barili: Il paese del melodramma. Barilli,quando lo mette insieme, ha un’idea molto precisa: quella di disegnare unaspecie di mappa fantastica del melodramma italiano nell’Ottocento. Verdisarà il perno intorno a cui dovranno disporsi tutte le altre regioni, anchequelle disegnate oltre i confini italiani; e Verdi ruoterà a sua volta intornoa quella che, per Barilli, è la sua opera più esemplare e rappresentativa,più bruciante, più moderna, tanto da apparirgli in una nota (con il Wozzeck)una possibile pietra di paragone per il programma surrealista di AndréBreton: Il Trovatore. Chi legge la prima parte de Il Paese del melodrammaha nettissimo il senso di trovarsi davanti agli esiti e alle circonlocuzioni diun simile, geniale smarrimento: ci si muove tra ombre, immagini leggen-darie, si procede senza meta, all’interno di un “labirinto”, che è «nello spa-zio ciò che nel tempo è il ricordo».

Un viaggio, dunque, nella storia del melodramma italianodell’Ottocento, che si è ripetuto, con scelte appropriate e non comuni, nelconcerto “arie scelte” all’Auditorium Rai di Napoli. Un’operazione che hamesso insieme Manon Lescaut di Giacomo Puccini con Il Trovatore diGiuseppe Verdi, Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea con Salvator Rosadi Antônio Carlos Gomes, passando anche per le note musicali di Bellini,Leoncavallo e Mascagni. Protagonisti del concerto, nell’ambito della sta-gione sinfonica d’autunno del Teatro di San Carlo, i bassi Hao Jiang Tiane Roberto Scandiuzzi, il baritono Franco Vassallo, il tenore SalvatoreLicitra e il mezzosoprano Marianne Cornetti; a dirigere l’Orchestra il mae-stro Antonio Pirolli.

Il cinese Hao Jiang Tian ci colpisce non tanto per la sua voce, in un cer-to qual modo buona, quanto per la sua pessima dizione. RobertoScandiuzzi è stato convincente: l’imperiosa sontuosità della sua voce daltimbro forte ha evidenziato la protervia, la durezza, la passione e la forzadei personaggi da lui interpretati e ci è parso particolarmente avvincentenell’aria “Mentre gonfiarsi l’anima” dall’Attila di Giuseppe Verdi.

Franco Vassallo è stato decisamente il più bravo. Voce morbida ed este-sa la sua, che s’impone per sfumature e bellezza di intonazione, dando pro-va di adattamento nelle varie esecuzioni, ricevendo gli applausi più con-vinti alla fine di ogni aria. Il suo timbro ci è sembrato sempre appropria-to e morbido, omogeneo e valorizzato da un fraseggio convinto.

Salvatore Licitra non è apparso al meglio della forma, con una voce ec-cessivamente lagnosa e sforzata nei toni alti. Non ci è apparso particolar-mente maturo il suo dominio del fiato e l’appoggio, perchè, talvolta, l’in-tonazione ne ha sofferto. Nel registro centrale ha manca to di agilità, men-tre gli acuti sono stati spesso periclitanti, anche se mai del tutto fuori con-trollo.

Marianne Cornetti spicca per la sua incisività vocale: ha una voce buo-na e potente, ma punta più su questo che sulla melodia e sul fraseggio, percui, per una sorta di fuga in avanti decisa a priori, le consente sì di con-cludere le varie interpretazioni senza lasciare note selvagge sul campo, mala obbliga anche, talvolta, ad astrarsi completamente degli elementi dram-matici indispensabili alle varie partiture affrontate.

L’Orchestra del Teatro di San Carlo è stata diretta senza grandi aliti dipoesia ma pur sempre con apprezzabile esperienza da Antonio Pirolli, unabacchetta particolarmente legata al repertorio dellOttocento italiano.

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