Prime Pagine Giornali

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Domenica 3 febbraio 2013 – Anno 5 – n° 33 1,20 – Arretrati: 2,00 Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46) tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009 Al lupo al lupo di Marco Travaglio F orse il capo della Protezione civile Franco Gabrielli, ex prefetto de L’Aquila, quello che denunciò per “manifestazione elettorale non autorizzata” i cittadini aquilani che por- tavano via sulle carriole le macerie dal centro storico visto che in due anni nessun’autorità aveva provveduto, ha le idee un po’ confuse. L’altroieri, dopo aver rilanciato l’allarme del- l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) su un possibile terremoto “nelle pros- sime ore” in Garfagnana, che ha innescato la psicosi delle autorità locali, fino all’ordine del sindaco di Castelnuovo a 30 mila persone di uscire di casa e di restare all’addiaccio per tutta la notte, ha dichiarato: “È il frutto avvelenato della sentenza de L’Aquila”: quella che ha con- dannato in primo grado per omicidio colposo plurimo i sette scienziati della commissione Grandi Rischi per il famigerato “vertice” del 1 marzo 2009. Ora i casi sono due: o Gabrielli non ha letto le 946 pagine della sentenza; op- pure le ha lette e non le ha capite. Il primo caso sarebbe già grave, ma il secondo sarebbe gra- vissimo perché significherebbe che siamo sem- pre in mano a dilettanti allo sbaraglio. La sen- tenza spiega chiaramente che nessuno è stato processato per non aver previsto il terremoto del 2009: al contrario, i sei presunti “scienziati” sono stati condannati per due motivi del tutto opposti alla vulgata corrente. 1) Avere previsto che il terremoto non ci sarebbe stato, con di- chiarazioni di scampato pericolo scientifica- mente infondate che rassicurarono la popo- lazione, inducendola a rientrare nelle proprie case dopo aver trascorso molte notti in strada, in auto o lontano dalla città presso hotel, amici e parenti nei quattro mesi di sciame si- smico. 2) Non avere effettuato la valutazione e la previsione del “rischio sismico”, cioè l’at- tività prescritta dalla legge alla commissione Grandi Rischi: che consiste non nel prevedere se ci sarà il terremoto, ma nel- l’immaginare quali danni po- trebbe causare un eventuale sisma e nell’av- vertire dei relativi rischi gli abitanti di edifici pericolanti o insicuri o fuori norma. Questo prevede la legge istitutiva della Grandi Rischi, questo la Grandi Rischi non fece nel 2009, anzi fece esattamente l’opposto, per questo i mem- bri della Grandi Rischi sono stati condannati: per aver agito da politici e non da scienziati, rassicurando le popolazioni con affermazioni prive di fondamento tecnico, assecondando le esigenze del governo Berlusconi con quella che Bertolaso intercettato definì “operazione me- diatica”, spacciata però per riunione scientifica. Quali “frutti avvelenati” potrà mai produrre una sentenza che punisce chi non rispetta la legge e dunque invita la Grandi Rischi a ri- spettarla in futuro? Mistero. Così com’è un mi- stero dove mai i giudici de L’Aquila abbiano scritto che d’ora in poi la Protezione civile deb- ba lanciare messaggi allarmistici al minimo tre- mito della terra per evitare future condanne. Se Gabrielli e i tecnici dell’Ingv avevano elementi scientifici per prevedere un grave terremoto in Garfagnana, hanno fatto benissimo ad allertare le autorità locali e queste a far evacuare le case della zona: nel qual caso però bisognerebbe smetterla di ripetere che i terremoti sono im- prevedibili. Se invece non avevano alcun ele- mento, ma si son messi a gridare “al lupo al lupo” pur sapendo che il lupo non c’era, al solo scopo di non finire sotto processo, hanno inu- tilmente terrorizzato decine di migliaia di per- sone, visto che nessuno si sarebbe mai sognato di processarli per non aver previsto un evento imprevedibile. Insomma, lorsignori si mettano d’accordo con se stessi, si assumano le proprie responsabilità e lascino in pace i giudici de L’A- quila. Che non hanno fatto altro che il loro dovere. Loro. di Antonio Padellaro M i impegno a ridurre le tasse”, dichiara Mario Monti ed è come se al posto del Professore parlasse il Cavaliere. Colpa delle promesse elettorali che alla fine, in nome del dio voto, livellano i bocconiani ai berlusco- niani ai bersaniani e al resto della truppa par- titica. Sembra passato un secolo da quando giornaloni e giornalini si dedicarono all’incen- samento del sobrio premier tecnico esaltan- done il portamento sobrio ed elegante, il sobrio ed essenziale eloquio, le battute sobriamente spiritose. Marco Travaglio immaginò che il ca- ne di cotanto prodigio alla vista di un osso evitasse sobriamente di addentarlo. Al di là dei soffietti in quell’Italia di fine 2011 reduce dalle follie del sultano di Arcore c’era il desiderio profondo di una guida competente e autore- vole che ci restituisse un po’ di rispetto e di credibilità internazionale. Una normalità che è costata i sacrifici che sappiamo anche se nes- suno poteva immaginare che la quaresima se- guita al carnevale ci avrebbe al tal punto dis- sanguati. Dissero alcuni studiosi che Monti in- carnava quella figura paterna, severa ma giusta, che per troppo tempo era mancata al Paese (dai tempi di De Gasperi sostenne qualcuno). Un padre, perché di padreterni ce ne sono stati anche troppi: dagli indottrinatori sessantottini passando per le stanze del vecchio Pci fino a Bettino Craxi, l’omone degli incubi psicana- litici della sinistra, per arrivare al Berlusconi non ancora ridicolizzato dal bunga bunga. Co- me padreterno Monti è durato fino a quando, per imperscrutabili motivi, ha deciso di scen- dere dall’olimpo dei senatori a vita per me- scolarsi ai venditori urlanti di promesse un tan- to al chilo. Ma ora che anche lui parla come gli altri chi ci dirà la verità? Perché è la verità che sommamente manca in questa campagna elet- torale. La dimensione della crisi e il tempo che ci vorrà per tor- nare alla normalità. Un tempo che non prevede impossibili abolizioni dell’imu, ma un lungo e fa- ticoso percorso di ri- generazione. Il tempo della disciplina, dei sa- crifici, della perseve- ranza non tradisce ma gratifica e salva. Sapete chi ha espresso questo concetto? Il presidente Obama, pochi giorni fa all’atto dell’insedia- mento del suo secon- do mandato. Così parla un vero un uo- mo di Stato con una visione nel futuro. Mentre qui da noi si spaccia il fumo delle illusioni. dc CHI DICE LA VERITÀ AGLI ITALIANI? “Nelle liste del Pdl ci sono al- meno dieci mignotte” ha detto Feltri notando un ammanco sulla provinciale » www.spinoza.it LA CATTIVERIA U di Furio Colombo DESTRA E SINISTRA ESISTONO ANCORA A ffronto un problema nello stesso tempo drammatico e banale: Destra e Sinistra ci so- no ancora? Una premessa. Quando dico “sinistra” non in- tendo marxismo, ma qualcosa che tenterò di definire di volta in volta, in prossimità della di- fesa del lavoro. » pag. 18 Maroni contro Napolitano: “Chiede il silenzio sull’inchiesta per proteggere il Pd”. A Siena almeno dieci indagati, da domani gli interrogatori. A Roma il Tar sblocca i Monti Bond Barbacetto e Feltri » pag. 2 - 3 Il comico a Sanremo potrebbe far sorridere Bersani e far infuriare B. Adriano invece tirerebbe la volata a Grillo e Ambrosoli Pagani » pag. 5 »ELEZIONI» Per i due grandi artisti possibile ritorno in tv alla vigilia del voto Benigni e Celentano Ciclone nell’urna Da sinistra, Giuseppe Mussari, Giuliano Amato e Franco Ceccuzzi nell’agosto del 2009 alla finestra della Fondazione Mps Carlo Nicotra » MISTERO IRRISOLTO Le Brigate Rosse e la mitraglietta di Jimmy Fontana » pag. 13 L’ex padre-padrone di Unipol racconta la sua verità sulla fallita scalata di Bnl e sulla guerra tra i compagni di Bologna e Siena. “Mussari e gli altri di Mps hanno detto no a noi, poi si sono svenati con Antonveneta, derivati e contratti segreti” CONSORTE: “DICO TUTTO SULLA FINANZA ROSSA” In Francia il Parlamento vota il primo sì alle nozze gay . Anche a Londra il premier Cameron presenta una legge. In Italia guai a parlarne, comanda il Va t i c a n o CAMPAGNA D’ITALIA Il pugno di Tosi accende la rivolta Nel Nord-Est la Lega si sbriciola Caporale » pag. 6 CALCIO Zeman in fumo: la Roma cede alla contestazione e licenzia il Boemo » pag. 16 Giovanni Consorte Dlm Benigni e Celentano durante la seconda puntata di “Rockpolitik” Ansa y(7HC0D7*KSTKKQ( +%!z!?!"!%

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3 febbraio 2013

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Domenica 3 febbraio 2 01 3 – Anno 5 – n° 33 € 1,20 – Arretrati: € 2 ,0 0Redazione: via Valadier n° 42 – 00193 Roma Spedizione abb. postale D.L. 353/03 (conv.in L. 27/02/2004 n. 46)

tel. +39 06 32818.1 – fax +39 06 32818.230 Art. 1 comma 1 Roma Aut. 114/2009

Al lupo al lupo

di Marco Travaglio

Forse il capo della Protezione civile FrancoGabrielli, ex prefetto de L’Aquila, quello

che denunciò per “manifestazione elettoralenon autorizzata” i cittadini aquilani che por-tavano via sulle carriole le macerie dal centrostorico visto che in due anni nessun’autoritàaveva provveduto, ha le idee un po’ confuse.L’altroieri, dopo aver rilanciato l’allarme del-l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia(Ingv) su un possibile terremoto “nelle pros-sime ore” in Garfagnana, che ha innescato lapsicosi delle autorità locali, fino all’ordine delsindaco di Castelnuovo a 30 mila persone diuscire di casa e di restare all’addiaccio per tuttala notte, ha dichiarato: “È il frutto avvelenatodella sentenza de L’Aquila”: quella che ha con-dannato in primo grado per omicidio colposoplurimo i sette scienziati della commissioneGrandi Rischi per il famigerato “vertice” del 1marzo 2009. Ora i casi sono due: o Gabriellinon ha letto le 946 pagine della sentenza; op-pure le ha lette e non le ha capite. Il primo casosarebbe già grave, ma il secondo sarebbe gra-vissimo perché significherebbe che siamo sem-pre in mano a dilettanti allo sbaraglio. La sen-tenza spiega chiaramente che nessuno è statoprocessato per non aver previsto il terremotodel 2009: al contrario, i sei presunti “scienziati”sono stati condannati per due motivi del tuttoopposti alla vulgata corrente. 1) Avere previstoche il terremoto non ci sarebbe stato, con di-chiarazioni di scampato pericolo scientifica-mente infondate che rassicurarono la popo-lazione, inducendola a rientrare nelle propriecase dopo aver trascorso molte notti in strada,

in auto o lontano dalla cittàpresso hotel, amici e parentinei quattro mesi di sciame si-smico. 2) Non avere effettuatola valutazione e la previsionedel “rischio sismico”, cioè l’at-tività prescritta dalla legge allacommissione Grandi Rischi:che consiste non nel prevederese ci sarà il terremoto, ma nel-l’immaginare quali danni po-

trebbe causare un eventuale sisma e nell’av-vertire dei relativi rischi gli abitanti di edificipericolanti o insicuri o fuori norma. Questoprevede la legge istitutiva della Grandi Rischi,questo la Grandi Rischi non fece nel 2009, anzifece esattamente l’opposto, per questo i mem-bri della Grandi Rischi sono stati condannati:per aver agito da politici e non da scienziati,rassicurando le popolazioni con affermazioniprive di fondamento tecnico, assecondando leesigenze del governo Berlusconi con quella cheBertolaso intercettato definì “operazione me-diatica”, spacciata però per riunione scientifica.Quali “frutti avvelenati” potrà mai produrreuna sentenza che punisce chi non rispetta lalegge e dunque invita la Grandi Rischi a ri-spettarla in futuro? Mistero. Così com’è un mi-stero dove mai i giudici de L’Aquila abbianoscritto che d’ora in poi la Protezione civile deb-ba lanciare messaggi allarmistici al minimo tre-mito della terra per evitare future condanne. SeGabrielli e i tecnici dell’Ingv avevano elementiscientifici per prevedere un grave terremoto inGarfagnana, hanno fatto benissimo ad allertarele autorità locali e queste a far evacuare le casedella zona: nel qual caso però bisognerebbesmetterla di ripetere che i terremoti sono im-prevedibili. Se invece non avevano alcun ele-mento, ma si son messi a gridare “al lupo allupo” pur sapendo che il lupo non c’era, al soloscopo di non finire sotto processo, hanno inu-tilmente terrorizzato decine di migliaia di per-sone, visto che nessuno si sarebbe mai sognatodi processarli per non aver previsto un eventoimprevedibile. Insomma, lorsignori si mettanod’accordo con se stessi, si assumano le proprieresponsabilità e lascino in pace i giudici de L’A-quila. Che non hanno fatto altro che il lorodovere. Loro.

di Antonio Padellaro

Mi impegno a ridurre le tasse”, dichiaraMario Monti ed è come se al posto del

Professore parlasse il Cavaliere. Colpa dellepromesse elettorali che alla fine, in nome deldio voto, livellano i bocconiani ai berlusco-niani ai bersaniani e al resto della truppa par-titica. Sembra passato un secolo da quandogiornaloni e giornalini si dedicarono all’incen-samento del sobrio premier tecnico esaltan-done il portamento sobrio ed elegante, il sobrioed essenziale eloquio, le battute sobriamentespiritose. Marco Travaglio immaginò che il ca-ne di cotanto prodigio alla vista di un ossoevitasse sobriamente di addentarlo. Al di là deisoffietti in quell’Italia di fine 2011 reduce dallefollie del sultano di Arcore c’era il desiderioprofondo di una guida competente e autore-vole che ci restituisse un po’ di rispetto e dicredibilità internazionale. Una normalità che ècostata i sacrifici che sappiamo anche se nes-suno poteva immaginare che la quaresima se-guita al carnevale ci avrebbe al tal punto dis-sanguati. Dissero alcuni studiosi che Monti in-carnava quella figura paterna, severa ma giusta,che per troppo tempo era mancata al Paese (daitempi di De Gasperi sostenne qualcuno). Unpadre, perché di padreterni ce ne sono statianche troppi: dagli indottrinatori sessantottinipassando per le stanze del vecchio Pci fino aBettino Craxi, l’omone degli incubi psicana-litici della sinistra, per arrivare al Berlusconinon ancora ridicolizzato dal bunga bunga. Co-me padreterno Monti è durato fino a quando,per imperscrutabili motivi, ha deciso di scen-dere dall’olimpo dei senatori a vita per me-scolarsi ai venditori urlanti di promesse un tan-to al chilo. Ma ora che anche lui parla come glialtri chi ci dirà la verità? Perché è la verità chesommamente manca in questa campagna elet-

torale. La dimensionedella crisi e il tempoche ci vorrà per tor-nare alla normalità.Un tempo che non

prevede impossibiliabolizioni dell’imu,ma un lungo e fa-

ticoso percorso di ri-generazione. Il tempo

della disciplina, dei sa-crifici, della perseve-

ranza non tradisce magratifica e salva. Sapetechi ha espresso questoconcetto? Il presidenteObama, pochi giornifa all’atto dell’insedia-mento del suo secon-do mandato. Cosìparla un vero un uo-mo di Stato con unavisione nel futuro.Mentre qui da noi sispaccia il fumo delle

illusioni.

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CHI DICE LA VERITÀAGLI ITALIANI?

“Nelle liste del Pdl ci sono al-meno dieci mignotte” ha dettoFeltri notando un ammancosulla provinciale

» w w w. s p i n oza . i t

LA CATTIVERIA

U di Furio Colombo

DE STRA

E SINISTRA

E SISTONO

A N C OR A

Affronto un problema nellostesso tempo drammatico

e banale: Destra e Sinistra ci so-no ancora? Una premessa.Quando dico “sinistra” non in-tendo marxismo, ma qualcosache tenterò di definire di voltain volta, in prossimità della di-fesa del lavoro. » pag. 18

Maroni contro Napolitano:“Chiede il silenziosull’inchiesta perproteggere il Pd”.A Siena almeno dieciindagati, da domani gliinterrogatori. A Romail Tar sblocca i Monti Bond

Barbacetto e Feltri » pag. 2 - 3

Il comico a Sanremopotrebbe far sorridere Bersanie far infuriare B. Adrianoinvece tirerebbe la volataa Grillo e Ambrosoli

Pagani » pag. 5

»ELEZIONI» Per i due grandi artisti possibile ritorno in tv alla vigilia del voto

Benigni e CelentanoCiclone nell’urna

Da sinistra, Giuseppe Mussari, Giuliano Amato e Franco Ceccuzzi

nell’agosto del 2009 alla finestra della Fondazione Mps Carlo Nicotra

» MISTERO IRRISOLTO

Le Brigate Rossee la mitragliettadi Jimmy Fontana

» pag. 13

L’ex padre-padrone di Unipol racconta la sua verità sulla fallita scalata di Bnl

e sulla guerra tra i compagni di Bologna e Siena. “Mussari e gli altri di Mps hanno

detto no a noi, poi si sono svenati con Antonveneta, derivati e contratti segreti”

CONSORTE: “DICO TUTTO

SULLA FINANZA ROSSA”

In Francia il Parlamento vota il primo sì alle nozze gay. Anche a Londra il premierCameron presenta una legge. In Italia guai a parlarne, comanda il Va t i c a n o

CAMPAGNA D’ITALIA

Il pugno di Tosi

accende la rivolta

Nel Nord-Est

la Lega si sbriciola

Caporale » pag. 6

C A LC I O

Zeman in fumo:

la Roma cede

alla contestazione

e licenzia il Boemo

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