PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad...

71
1 per una STRATEGIA DI SVILUPPO LOCALE PER L'APPENNINO REGGIANO. CONSIDERAZIONI PRELIMINARI, ANALISI SWOT, DIAGNOSI SOCIO ECONOMICA FOCUS GROUP DI APPROFONDIMENTO APPENNINO REGGIANO Ottobre 2015 Unione Montana Appennino Reggiano Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

Transcript of PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad...

Page 1: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

1

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

per una  

STRATEGIA DI SVILUPPO LOCALE PER L'APPENNINO REGGIANO. CONSIDERAZIONI PRELIMINARI,  ANALISI SWOT, DIAGNOSI SOCIO ECONOMICA FOCUS GROUP DI APPROFONDIMENTO  

APPENNINO REGGIANO  

Ottobre 2015 

Unione Montana Appennino Reggiano 

Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne 

Page 2: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Page 3: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

3

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PER UNA  STRATEGIA DI  SVILUPPO  LOCALE DELL’APPENNINO REGGIANO ENTRO  LA  STRATEGIA 

NAZIONALE PER LE AREE INTERNE 

 

A‐ CONSIDERAZIONI PRELIMINARI‐ SOMMARIO: 

1. I caratteri distintivi del sistema locale       pag.   5

2. le criticità e le minacce           pag.   9 

3. La strategia di sviluppo           pag.  12 

4. I servizi di cittadinanza           pag.  17 

 

Page 4: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

4

Page 5: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

5

LINEAMENTI DI UNA STRATEGIA DI SVILUPPO LOCALE PER L’APPENNINO REGGIANO    

                    

                    

1. I caratteri distintivi del sistema locale 

La  montagna  reggiana  che  l’espressione  istituzionale  dell’Unione  Montana  interpreta  e 

rappresenta  con  ampia  significatività, è un  sistema  territoriale  articolato e  complesso di  grande 

estensione territoriale e con una forte impronta di ruralità.  

Una  impronta rurale evidenziata  innanzitutto dalla contenuta densità  insediativa  (45,9 ab/kmq al 

2015) che trova la sua ragion d’essere  in una pervasiva estensione della antropizzazione che ha la 

sua matrice  storica nella conduzione agricola dei  suoli. Al primo censimento dell’Agricoltura, nel 

1961, erano infatti riconducibili alla conduzione da parte di aziende agricole – e agroforestali – ben 

885 Kmq dei 969 Kmq della complessiva estensione della superficie territoriale, il 91% del totale. 

Il  sistema  territoriale  della  montagna  reggiana  si  presenta  relativamente  autocentrato  ed 

autocontenuto, tanto più se lo si confronta con altri territori della montagna emiliana e romagnola.  

Si deve considerare al riguardo che ancora al 2011,  l’87% dei flussi pendolari per motivi di  lavoro 

generati dal sistema locale di Castelnovo né Monti, in larga misura sovrapposto e coincidente con il 

territorio dell’Unione, si dirigevano verso destinazioni interne al sistema locale. 

La storia del ‘900 ha stratificato nel territorio della montagna reggiana una struttura economica e 

sociale di una certa consistenza e spessore  (ancorché di grande  fragilità) e ha generato  limitate  ‐ 

ma  riconoscibili  ‐  opportunità  di  sviluppo  che  hanno  innalzato  il  livello  di  benessere  di  una 

popolazione pure oggi più ridotta rispetto alla propria massima consistenza.  Per la maggior parte 

dei comuni il momento di massimo popolamento storico è infatti rappresentato dal censimento del 

1931 quando  la popolazione del  comprensorio montano era di 68.611 unità  rispetto alle attuali 

44.479 

Una tenuta demografica ritrovata, nel volgere del nuovo secolo, ma che permane fragile (fragilità 

che  si è manifestata con  tutta evidenza più  recentemente, nel 2014 e nel 2015, quando  il  saldo 

dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e minacciata 

da processi di  invecchiamento di  grande  intensità,  tanto  che nell’ultimo decennio una dinamica 

demografica  generalmente  positiva  è  stata  sorretta  soltanto  da  correnti  immigratorie  di 

popolazione  straniera, che hanno  ridotto  il  rilievo dei  flussi migratori  in uscita e compensato un 

saldo naturale permanentemente in deficit.  

L’emigrazione ha peraltro caratterizzato endemicamente  l’economia montana, prima nelle  forme 

della migrazione stagionale di quote significative della popolazione attiva, nella lunga durata della 

storia moderna, e poi  invece  in quelle di un distacco definitivo,  con  il  trasferimento degli  interi 

nuclei  familiari  a  seguito  della  “grande  rottura”  dei  precari  equilibri  delle  economie  di  antico 

regime,  determinata  dall’accelerato  processo  di  modernizzazione  della  crescita  industriale 

dell’immediato secondo dopoguerra. 

Nella  sua  evoluzione  “moderna”  la  base  primaria  del  sistema  economico  locale  si  è  rafforzata, 

consolidando  una  economia  zootecnica  lattiero  casearia  centrata  sulla  presenza  di  imprese 

famigliari e costruita attorno al prodotto simbolo del parmigiano reggiano. Una economia basata 

Page 6: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

6

sulla  diffusa  infrastrutturazione  produttiva  (e  sociale)  rappresentata  dai  caseifici  di  prevalente 

matrice  cooperativa.  Su  questa  base  primaria  si  è  venuta  strutturando  anche  una  economia 

industriale di una qualche consistenza e rilievo.  

Un economia  industriale che ha conosciuto episodi di proto‐industrializzazione anche  importanti 

(l’insediamento  della  industria  elettrica  nell’Alta  valle  dell’Ozzola  a  inizio  novecento,  e  quello, 

ancora  precedente  della  fonderia  Capanni  a  Castelnovo  né Monti)  e  un  più  diffuso  sviluppo  di 

attività agro‐alimentari di chiara matrice rurale. 

Più  recentemente  il  processo  di  industrializzazione  ha  registrato,  con  una  certa  ampiezza,  la 

diffusione montana  di  un  tessuto manifatturiero  in  varia misura  integrato  e  connesso  ad  quel 

sistema  industriale  di  rilievo  internazionale  il  cui  emergere  e  consolidarsi  ha  contraddistinto  la 

pianura  centrale  emiliana  negli  ultimi  decenni  del  XX  secolo,  segnalando  anche  in  territorio 

montano la presenza di imprese di eccellenza anche in settori di media‐ alta tecnologia. 

L’investimento  privato  nelle  attività  produttive  (sostenuto  da  politiche  pubbliche  di  diversa 

efficacia) si è  integrato con una azione pubblica fortemente orientata a consolidare  il presidio dei 

servizi (di base ma anche di  livello  intermedio) che ha  i suoi riferimenti fondamentali nel presidio 

ospedaliero e nel polo scolastico di Castelnovo né Monti. 

Tenuta  della  base  agricola,  presenza manifatturiera  e  dotazione  di  servizi  hanno  consentito  di 

interrompere la brusca caduta demografica conosciuta nei primi decenni del secondo dopoguerra e 

si sono incontrate con le tendenze globali che al volgere del nuovo secolo hanno segnato la ripresa 

di  flussi migratori di  lungo raggio, dal sud e dall’est del mondo  interessando per  la prima volta  il 

nostro Paese come luogo di destinazione.  

Una ripresa che ha interessato anche le aree montane del centro nord e, con particolare intensità, 

la montagna  emiliana  dove  ha  offerto  con  la  sua  più  giovane  struttura  per  età  anche  qualche 

sostegno al sistema dei servizi di base, quelli scolastici in particolare. 

L’attuale equilibrio, per quanto difficile e precario,  tra presenza di un  tessuto economico di una 

qualche  consistenza  e  una  offerta  di  servizi  di  cittadinanza  non  penalizzante,  ha  consentito  di 

generare  buoni  livelli  di  residenzialità  del  sistema  territoriale,  quanto meno  nella  sua  fascia  di 

media montagna, mentre decisamente  in crisi è entrata  la fascia di crinale e singolari enclaves di 

grande  fragilità  sono  presenti  nella  fascia  collinare,  particolarmente  segnata  da  processi  di 

instabilità e dissesto idrogeologico. 

Una  tenuta  complessiva  che ha però modificato  l’impronta  insediativa, passata da una marcata 

diffusione  territoriale  (gli oltre 1000 borghi censiti ancora al 1951) ad un assetto più  fortemente 

centrato sul capoluogo montano. 

La  buona  residenzialità  si  traduce  in  ruoli  commerciali  e  funzioni  di  servizio  importanti  del 

capoluogo Castelnovese che risultano però ancora del tutto orientati al bacino dei consumi interni, 

senza  che  il  processo  di  terziarizzazione  che  ne  consegue  abbia  ancora  assunto  i  tratti  di  una 

moderna “economia della conoscenza” e un corrispondente profilo di internazionalizzazione.  

Un  processo  di  terziarizzazione  che  propone,  proprio  per  questa  sua  immaturità,  la minacciosa 

prospettiva  di  un  crescente  disallineamento  tra  le  aspettative  di  una  popolazione  giovanile 

fortemente scolarizzata ed  immersa nei circuiti di relazioni  immateriali (ma forse meno propensa 

Page 7: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

7

delle  generazioni  precedenti  ad  assumere  profili  di maggiore  rischio)  e  l’offerta  di  un  sistema 

produttivo locale ancorato alle tradizioni.  

L’elemento  di  maggiore  innovazione  in  questo  potenziale  profilo  di  innovazione  terziaria 

dell’economia  locale  è  rappresentato  dall’ingresso  in  scena,  abbastanza  recente,  del  Parco 

Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano.  

L’ingresso  del  Parco Nazionale  propone  “strutturalmente”  l’opportunità  di  collocare  l’offerta  di 

servizi ambientali della montagna  in un mercato di dimensioni mondiali; opportunità che si è già 

concretamente  tradotta  in  azioni  di  promozione  di  grande  interesse  culminate  nel  recentissimo 

successo  della  candidatura  al  programma Man  And  Biosphere  (MAB)  dell’UNESCO  di  un  vasto 

territorio montano e collinare che interessa l’intero territorio dell’Unione e che nel Parco ha il suo 

epicentro. 

L’opportunità  di  riconfigurare  il  target  dell’offerta  turistica  dell’appennino  reggiano  è  tanto  più 

rilevante  se  si  considera  che  le esperienze del  turismo  invernale non hanno qui mai  superato  la 

soglia dell’episodicità e che le singole stazioni che hanno ospitato questa offerta sono oggi strette 

tra  il cambiamento climatico  in corso e  i mutati orientamenti della domanda,  facendo  registrare 

evidenti segnali di maturità quando non di declino.   

La più diffusa tradizione di un climatismo montano nella stagione estiva, in larga misura legata alle 

vacanze di popolazione di origine montanara o comunque generata da provenienze di corto raggio 

ha,  come  quella  invernale,  l’esigenza  evidente  di  ricollocarsi  entro  una  nuova  strategia  che  ne 

possa apprezzare  il patrimonio ricettivo (da riqualificare) ed  imprenditoriale, riproponendone una 

diversa funzione e caratterizzazione, da ricercare assieme ad altri frammenti di economia turistica 

più moderni e più allineati ai nuovi orientamenti della domanda. 

 

Page 8: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

8

2. le criticità e le minacce 

La lunga recessione che il Paese ha conosciuto nel volgere del primo decennio del nuovo secolo e 

che solo ora sembra prospettare una inversione di tendenza, ha trasmesso al sistema economico e 

territoriale della montagna  reggiana sollecitazioni particolarmente critiche che  incidono sulla sua 

base produttiva primaria e su quella manifatturiera. 

Sollecitazioni che propongono seri rischi di decostruzione della economia  locale e che potrebbero 

incidere pesantemente sulla  tenuta della sua base demografica e su quella del sistema di servizi 

che  ad  questa  si  appoggia,  aprendo  così  una  spirale  involutiva  che,  nelle  sue  manifestazioni 

progressive, potrebbe rivelarsi  difficilmente contrastabile dalle politiche pubbliche. 

Se in termini occupazionali il peso maggiore della crisi sembrerebbe essere sostenuto dal comparto 

industriale,  il  fenomeno  forse  più  emblematico  è  quello  rappresentato  dalla  crisi  che  sta 

attraversando la filiera del parmigiano reggiano.  

La pesante fase ciclica congiunturale che deprime oggi  i prezzi del prodotto, non solo si presenta 

con maggiore  intensità per  territori come quello montano che  scontano  strutturalmente costi di 

produzione più elevati ma si associa all’emergere di criticità strutturali che sono intervenute nella 

funzione di produzione del comparto,  investendo tanto  le aziende zootecniche famigliari come  le 

strutture cooperative di trasformazione.  

In entrambi i segmenti della filiera, quello della produzione primaria e quello della trasformazione, 

si  è  venuta  determinando  una  maggiore  dipendenza  dall’esterno  (dalle  aree  di  pianura  e, 

soprattutto,  da  transazioni  di  mercato  invece  che  dall’approvvigionamento  interno  al  ciclo  di 

produzione) nella acquisizione di materie prime (fieno per le aziende agricole, latte per i caseifici), 

cosa che, assieme agli  investimenti  sostenuti per allargare  la  scala di produzione, ha  favorito un 

progressivo appesantimento della gestione finanziaria delle imprese famigliari e cooperative. 

Una maggiore  onerosità  finanziaria  che  non  solo  non  ha  consentito  di  superare  o  di  ridurre  il 

tradizionale  lag  temporale  dei  24 mesi  (almeno)  della  stagionatura  che  separa  i  produttori  dal 

mercato del consumo finale ma che, al contrario, ha visto addirittura anticipare della cessione del 

prodotto agli intermediari commerciali allo stesso momento del conferimento di latte in caseificio.  

La grave  situazione  che  segna oggi  il panorama di aziende della  filiera del parmigiano  reggiano, 

esposte  sul  fronte  degli  investimenti  e  indebolite  nei  rapporti  con  il  mercato,  pone  serie 

preoccupazioni  su  una  possibile  implosione  del  sistema  che,  a  giudizio  di  tutti  gli  osservatori, 

avrebbe un effetto  insostenibile  sulla  tenuta della economia  locale e anche  sulla  struttura della 

società  rurale  che  rischierebbe  di  veder  scomparire  quella  azienda  zootecnica  contadina  che 

rappresenta  oggi  uno  dei  più  forti  caratteri  distintivi  del  sistema  territoriale  della  montagna 

reggiana.  

E  insieme  correrebbe  il  rischio  di  far  venir meno  quel  fortissimo  riferimento  simbolico  che  il 

parmigiano reggiano rappresenta; un asset  immateriale fondamentale per “vendere”, assieme ad 

esso,  l’immagine di un  intero territorio e dei suoi servizi  (di ospitalità e accoglienza, ma anche  in 

termini ancora più generali e “sofisticati” di fruizione ambientale e culturale) nei più estesi bacini di 

domanda  turistica cui  si affida  la principale chanche di  integrare e  sostituire,  in prospettiva, una 

quota rilevante della produzione di reddito. 

Page 9: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

9

Analogamente, preoccupazioni di una certa consistenza emergono riguardo alla tenuta e al profilo 

di competitività delle diverse  filiere manifatturiere presenti nei territori montani. Filiere e settori 

strettamente condizionate nella propria evoluzione e nel proprio successo dal rapporto con  il più 

esteso complesso manifatturiero dell’Emilia centrale.   

Un sistema  industriale strutturato, che ha trovato  le ragioni del suo successo nella seconda metà 

del XX secolo, proprio nelle profonde relazioni di natura distrettuale che, provenendo dai più estesi 

insediamenti  produttivi  della  pianura, ma  trovando  anche  in montagna  riferimenti  ed  energie 

imprenditoriali di interesse, hanno investito in misura importante il territorio montano.  

Sono  proprio  le  relazioni  distrettuali  ad  essere  oggi  messe  in  discussione  dai  processi  di 

riorganizzazione del sistema produttivo per venire riconfigurate nella evoluzione di catene globali 

di  sub  fornitura  di  cui  le  imprese  emiliane  sono  a  volte  segmento  specializzato  e  talaltra  –  le 

multinazionali tascabili – veri e propri hub dei processi di internazionalizzazione. 

Processi  che,  inevitabilmente,  riducono  i  legami  (e  i  vantaggi  competitivi)  della  prossimità 

territoriale e pongono particolari preoccupazioni per  la  tenuta dell’apparato manifatturiero della 

montagna e per la sua occupazione.  

Sono preoccupazioni da affrontare con una visione non difensiva dello sviluppo, capace di mettere 

in  rilievo  i  fattori  specifici  che  il  territorio  di  montagna  può  far  valere  in  una  economia 

manifatturiera “leggera” che incorpora contenuti tecnologici e conoscenza incorporata nel capitale 

umano, quando è  in grado di esprimere una  convincente  capacità di  tenuta e di attrattività nei 

confronti dei propri (e altrui) giovani che quel capitale di conoscenza e di intrapresa posseggono. 

Page 10: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

10

3. La Strategia di Sviluppo Locale 

Nel disegnare una prospettiva di ampio respiro, anche temporale oltre che tematico, l’esigenza di 

aumentare il valore aggiunto della filiera zootecnico casearia del Parmigiano Reggiano, si propone 

come  obiettivo  cruciale  di  una  strategia  di  sviluppo  locale  della montagna  reggiana  che  sappia 

andare oltre i confini nazionali.   

Una strategia che è si di  internazionalizzazione ma che vuole  tenere ben salde nella  terra  le sue 

radici economiche e  sociali, per  realizzare quella  che   potrebbe  richiamare una  “terziarizzazione 

senza fratture”, usando il calco di una felice definizione del processo di industrializzazione diffusa, 

che le regioni del Nord‐Est‐Centro hanno conosciuto nell’ultimo quarto del XX secolo. 

Lo sviluppo di questa strategia richiede innanzitutto un forte sostegno alla innovazione delle forme 

di  commercializzazione  del  prodotto  che  abbia  la  finalità  di  incrementare  significativamente  la 

quota affidata a canali di vendita diretta che possono collegare la filiera locale ai consumatori finali. 

In  primo  piano  quelli  legati  ad  un  rafforzamento  della  offerta  nei  punti  vendita  aziendali  dei 

caseifici, da connettere ed  integrare entro un vero e proprio circuito di  fruizione  turistica anche 

attraverso un necessario restyling dei luoghi e delle strutture che ne aumenti la riconoscibilità e la 

gradevolezza.   

Caseifici  da  intendere  (e  da  attrezzare)  per  questo  come  “cantieri  evento”  della  produzione 

casearia, luoghi di comunicazione della tradizione di una “ruralità istruita” che sa trasmettere valori 

ed emozioni profonde alla società globalizzata del XXI secolo. 

Il circuito turistico della “Montagna del Latte” configura un prodotto (e una destinazione) turistica 

che  fa  della  cultura  rurale  (materiale  e  immateriale)  il  suo  tema  interpretativo  e  lo  propone 

“autorevolmente” alla attenzione di una estesa platea internazionale. E si propone così di cogliere 

con efficacia  l’opportunità  straordinaria  che  il  riconoscimento MAB UNESCO propone oggi per  il 

territorio. 

Si tratta per questo di costruire un pacchetto integrato di servizi offerti alla fruizione, identificando 

e  sviluppando con cura minuziosa  il complesso di conoscenze e di valori comunicabili attraverso 

l’esperienza di fruizione turistica di una meta rurale che può proporsi a pieno titolo con i caratteri 

dell’eccellenza.  

La sfida è anche quella di superare  la difficoltà che tradizionalmente hanno  impedito alle aziende 

zootecniche orientate al mercato e strette da una marcata pressione competitiva di sviluppare una 

offerta  integrata di ospitalità: ma  l’esperienza dei masi alto atesini è  lì a dimostrare che  la  sfida 

dell’ospitalità  rurale  in  un  contesto  di  buona  produttività  agricola  può  essere  affrontata  con 

successo. Tanto più  con  successo  se  si  sapranno  trovare  le  soluzioni organizzative più  idonee  (e 

forse  anche un po’  più  sofisticate) per  integrare  la  fruibilità  turistica di  stalle  e  caseifici  con un 

ospitalità  rurale  che  sta  (anche)  altrove,  che  sappia  coinvolgere  i  borghi  in  cui  le  strutture 

produttive  sono  collocate,  stimolando  il  moltiplicarsi  delle  esperienze  di  albergo  diffuso  e  di 

turismo di comunità. 

La realizzazione di un circuito di fruizione turistica  imperniato sulla rete dei caseifici e sulla filiera 

del Parmigiano Reggiano è una  linea di azione  che può assolvere anche per questo ad un  ruolo 

emblematico nella comunicazione della intera strategia di sviluppo locale.  Un territorio che cerca i 

Page 11: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

11

suoi elementi naturali e li propone in vario modo sapendo che la presenza dell'uomo e la sua storia 

rende  magico  ogni  itinerario,  ogni  scoperta:  dall'ultima  radura,  all'ultimo  borgo,  all'ultima 

sorgente, .... 

Per altro verso, entro una rinnovata strategia di commercializzazione non debbono essere posti in 

secondo  piano  i  canali  di  vendita  diretta  legati  alla  diffusione  dell’e‐commerce;  canali  da 

organizzare  e  strutturare  integrando, migliorando  e  (talvolta)  realizzando    ex  novo  piattaforme 

telematiche affidabili e accattivanti ma anche supporti logistici adeguati.  

Una  “rivoluzione”  della  commercializzazione  che  richiede  e  presuppone  azioni  sulla 

caratterizzazione  del  prodotto:  con  l’utilizzazione  del marchio  “di montagna” ma  valorizzando 

anche  la dimensione “di marca”, portando  in evidenza e  in valore  i caratteri distintivi di ciascun 

caseificio nel suo rapporto con il territorio, il modo di produzione: il biologico in primo luogo. 

Una  rivoluzione  che  richiede  nuovi  approcci  formativi  rivolti  agli  operatori  della  filiera  per 

sviluppare  competenze e  sensibilità  sin qui  rimaste  in ombra e  che propone  l’esigenza di azioni 

collettive per incidere sugli approcci e i comportamenti consolidati, nel pubblico come nel privato.  

In  questa  prospettiva,  il  prolungamento  della  filiera  zootecnico‐casearia  in  una  più  estesa  e 

sofisticata  rete  di  servizi  rurali  per  l’alimentazione,  l’ospitalità,  la  fruizione  culturale  si  propone 

come drive  trasversale di un più esteso processo di  innovazione della economia della montagna 

reggiana  che  incorpora  nella  produzione  di  beni  e  servizi  tradizionali  una  forte  domanda  di 

innovazione tecnologica. 

Una domanda da  rivolgere  innanzitutto  ad un  tessuto di  start up  innovative  che  abbiano  come 

protagoniste  la  popolazione  giovanile  della  montagna;  una  popolazione  giovanile  fortemente 

scolarizzata, che questa sfida potrebbe raccogliere con entusiasmo per sviluppare con successo  il 

tema di riabitare il territorio dei padri (magari con nuovi ospiti…). 

Portare  in primo piano  il  tema di una  “innovazione  radicata” è  il modo per  cogliere  appieno  la 

portata della sollecitazione che  la strategia europea “per uno sviluppo  intelligente, sostenibile ed 

inclusivo” disegnata dal Quadro Strategico Comune e ripresa dall’Accordo di Partenariato ha voluto 

sottolineare con grande decisione ponendo, non casualmente, l’Obiettivo Tematico “OT1 ‐ Ricerca 

e  innovazione”,  come  primo  degli  undici  obiettivi  tematici  cui  si  informa  la  programmazione 

europea di qui al 2020.  

Una  innovazione che,  in questo  territorio, potrà manifestare  la sua efficacia e  la sua consistenza 

non semplicemente per il numero di nuove imprese giovanili e femminili, di start up innovative, di 

spin off tecnologici, di App originali che queste sapranno sviluppare.   

Una innovazione che sarà tanto più efficace quanto maggiore sarà la capacità di trascinamento che 

le start up potranno avere nei confronti del  tessuto economico ed  imprenditoriale esistente, nel 

ridefinire il profilo delle competenze distintive presenti nelle filiere tradizionali e della loro capacità 

di affrontare le nuove sollecitazioni e le nuove sfide di un mercato più aperto e internazionalizzato 

e per questo più competitivo.  

Una  innovazione  da  intendere  tanto  nella  sua  dimensione  più  strettamente  tecnologica  che  in 

quella di innovazione sociale, espressione di nuove e migliori competenze e soluzioni organizzative 

ma anche di valori comunitari ritrovati e reinterpretati. 

Page 12: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

12

Valori capaci di rappresentare il veicolo di approcci inclusivi, tanto più necessari laddove i vincoli e 

le difficoltà ambientali sono più forti e più evidente è la necessità di mettere in gioco davvero tutte 

le risorse.  

L’esperienza delle “cooperative di comunità” di cui proprio questo nostro territorio della montagna 

reggiana  è  stato  fertile  luogo  di  incubazione,  segna  in  questa  direzione  una  esperienza  ed  una 

risorsa  di  sicuro  interesse  proponendo  percorsi  del  tutto  originali  nella  integrazione  tra  attività 

produttive e offerta di  servizi,  tra orientamento al mercato e  capacità di  intessere e  conservare 

relazioni “non economiche”. 

Page 13: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

13

Al  tempo  stesso,  “risalendo  la  filiera”,  una  azione  di  promozione  commerciale  del  Parmigiano 

Reggiano di montagna,  a partire dai  caratteri distintivi della  sua qualità  alimentare e dal  valore 

culturale  emblematico  della  sua  immagine,  propone  significative  implicazioni  in  termini  di 

valorizzazione del rapporto tra il prodotto e il territorio che lo genera.  

Una relazione, quella tra qualità del prodotto agro‐alimentare e qualità del territorio rurale che ne 

ospita  la  produzione,  già  ampiamente  sperimentata  dai  più  qualificati  luoghi  di  produzione 

vitivinicola: la vicenda che ha portato alcuni di questi territori (le Langhe innanzitutto) ad assumere 

il  riconoscimento  UNESCO,  iscrivendoli  nella  lista  del  “Patrimonio  dell’Umanità”,  dimostra  con 

ampiezza di argomenti la portata e il valore di questa prospettiva. 

Per la “Montagna del Latte”, il rapporto con il territorio si nutre del rapporto tra l’alimentazione del 

bestiame  e  il  foraggio  di montagna,  con  l’opportunità  di  recuperare  alle  utilizzazioni  foraggere 

lembi di territorio agricolo abbandonati e inutilizzati, contribuendo alla così tanto necessaria azione 

di manutenzione  territoriale ai  fini della  sicurezza e  rafforzando al  tempo  stesso  il  legame  tra  la 

produzione agro‐zootecnica, la cura del suo paesaggio e la domanda di fruizione rurale. 

Da ultimo va considerato in questa prospettiva anche il valore culturale e comunicativo, forse non 

trascurabile,  che  un  progetto  per  la  “Montagna  del  Latte”  potrebbe  ritrarre  riproponendo  e 

rilanciando  la visione e  il messaggio che, ormai un terzo di secolo fa,  il Progetto Appennino della 

Regione Emilia Romagna aveva provato a  lanciare al Paese, proponendo una strategia di sviluppo 

radicata nelle vocazioni del territorio e proiettata nell’orizzonte della sostenibilità.  

Una  azione  di  innovazione  che  le  politiche  pubbliche  devono  sostenere  in  modo  convinto  e 

determinato  nella  loro  diversa  articolazione  tematica  e  strumentale,  costruendo  per  questo  un 

sistema  di  governance  con  una  forte  impronta  partecipativa  che,  assieme  alle  istituzioni 

rappresentative, porti  in evidenza  (e chiami ad assumere ruoli di responsabilità) gli  innovatori e  i 

leader naturali del tessuto imprenditoriale e del sistema di servizi civili presenti nel sistema locale. 

Una azione di innovazione territoriale che ha un grande rilievo anche per le conseguenze che può 

avere  sul  livello  di manutenzione  territoriale  assicurata  da  un  presidio  umano  concretamente 

operante  che può e deve  riportare  la popolazione  rurale a gestire un  territorio  che deve essere 

conservato e curato per poter essere conosciuto e fruito in termini di sicurezza.  

Un territorio, quello della montagna reggiana, che è stato abbandonato nell’ultimo mezzo secolo 

per il ….% della sua estensione (la media regionale della montagna è del ….% e quella nazionale del 

….) può  trovare nella  ritrovata affermazione della  sua  immagine  rurale  le  condizioni migliori per 

partecipare al riconoscimento di quei servizi ecosistemici che, da tempo immemore, la sua cura ha 

esercitato nei confronti dei territori di pianura. 

 Dovrà  per  questo  affermarsi  una  nuova  sensibilità  sociale  e,  un  nuovo  contesto  istituzionale 

cosicché dei servizi ecosistemici (che attengono alla sicurezza, alla fruizione, al benessere sociale e 

spirituale) vengano riconosciuti effettivi pagamenti, alimentando un circuito di occasioni di  lavoro 

per la società rurale della montagna, espressione in della tradizione (le imprese agricole famigliari) 

e della innovazione (le cooperative di comunità, l’impresa sociale). 

 

 

Page 14: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

14

4. I servizi di Cittadinanza 

Nel  traguardare  la  prospettiva  di  una  strategia  di  sviluppo  robusta  e  convincente,  aperta  alla 

innovazione e solidamente fondata sulle capacità distintive che connotano la sua tradizione e che 

contraddistinguono il suo capitale umano, l’attenzione dell’Unione Montana e di tutta la comunità 

locale deve  restare  fortemente ancorata all’esigenza di garantire  la permanenza nella montagna 

reggiana del sistema dei servizi e a migliorare l’efficacia e la qualità delle prestazioni erogate. 

Un tessuto di servizi alla persona che è già oggi presente  in forma significativa, e che deve essere 

sostenuto e  innovato per rendere pienamente sostenibile  la scelta di una residenzialità montana 

da confermare per  la popolazione già oggi presente nel  territorio montano  (in particolare per  le 

nuove generazioni che ne dovranno  sostenere  il naturale  ricambio nel  tempo) e da promuovere 

per  rendere  attrattivo  questo  territorio  nei  confronti  di  nuovi  soggetti  che  lo  eleggano  come 

proprio  riferimento,  apprezzando  i  suoi  caratteri  di  vivibilità  quotidiana,  non meno  che  per  la 

capacità di offrire opportunità di lavoro e di reddito. 

Per trattenere in modo efficace la popolazione montanara (che si rinnova) si richiede innanzitutto 

di  intercettarne e  servirne  le esigenze nei momenti più delicati del  suo ciclo di vita: quello della 

nascita  entro  un  contesto  di  sicurezza  e  di  riconoscimento  identitario,  quello  dell’accesso  al 

percorso  scolare  dei  bambini  del  ciclo  primario  (critico  per  le  decisioni  localizzative  delle  loro 

famiglie)  e  quello  della  strutturazione  del  percorso  curricolare  dei  giovani  nel  ciclo  secondario 

superiore (critico per le loro attese di realizzazione personale e sociale). 

Tema  centrale  per  la  montagna  reggiana  è  in  particolare  quello  del  consolidamento  e  del 

rafforzamento del presidio ospedaliero di Castelnovo né Monti entro una logica di integrazione con 

il sistema sanitario della intera ASL che valorizzi le potenzialità (e le esperienze già oggi presenti per 

esempio sul versante della cardiologia) anche per esercitare una funzione attrattiva nei confronti di 

un territorio più esteso.  

Naturalmente operando entro una strategia che punti su domiciliarità e promozione della salute 

per  valorizzare  in modo  ancor  più  rilevante  le  risorse  ambientali  che  il  territorio montano  è  in 

grado di mettere in campo. 

All’ordine del giorno, sul fronte delle politiche sanitarie, c’è oggi per la montagna reggiana il tema 

del mantenimento del punto nascita; un presidio e un servizio da garantire in termini di efficacia e 

sicurezza  entro  il  quadro  della  razionalizzazione  della  spesa,  avendo  riguardo  in  particolare 

all’esigenza  di  dispiegare  soluzioni  organizzative  che  rendano  effettivamente  compatibili  la 

presenza di equipes professionali efficacemente  in trainig e  il presidio territoriale per una attività 

ad altissima valenza simbolica oltre che funzionale. 

L’occasione della Strategia Nazionale per le Aree Interne si presenta sotto questo profilo come una 

evidente opportunità per la sperimentazione di soluzioni efficaci e anche per la ricerca delle risorse 

che servano a sostenerle, quando si sia dimostrata la loro convenienza in termini di benefici sociali. 

Ma, come già si è detto, il fronte dei servizi di cittadinanza e della loro qualità è rilevante anche sul 

fronte della  formazione.  Innanzitutto   è  in gioco  la  capacità     di  fronteggiare positivamente una 

evoluzione rilevante e incessante degli skills professionali richiesta dalla evoluzione del mercato del 

lavoro con percorsi di sviluppo delle capacità cognitive e culturali dei giovani e dei lavoratori che ne 

consentano l’aggiornamento frequente senza esserne spiazzati. 

Page 15: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

15

La  Strategia  Nazionale  per  le  aree  interne mette  in  gioco  opportunità  importanti,  strumenti  e 

risorse per  intervenire  sulla qualità dell’offerta  formativa  con  il  rafforzamento delle dotazioni di 

risorse umane, con  la sperimentazione di soluzioni organizzative  innovative, con  la ricerca di una 

governance allargata del  sistema  formativo, mettendo  in gioco non  solo  le  risorse della  legge di 

stabilità  ma  anche  quelle  della  “Buona  scuola”  e  quelle  del  Programma  Operativo  Nazionale 

Istruzione.  

Terzo  fronte  dei  servizi  di  cittadinanza  è  quello  della  mobilità  che  deve  misurarsi  con  la 

penalizzazione strutturale  forse più rilevante per  le aree  interne che è quella rappresentata dalla 

diffusione degli insediamenti e dalla bassa densità per ricercare soluzioni appropriate e sostenibili; 

tema  che  si  intreccia  a  quelli  della  formazione,  per  il  rilievo  dominante  che  la  componente 

scolastica  ha  nel  trasporto  pubblico  locale  (in  generale  e  in  montagna  in  misura  ancora  più 

accentuata) e che può tuttavia già contare su qualche positiva esperienza di integrazione dei servizi 

(trasporti scolastici e non, consegna di farmaci ai destinatari, etc) proprio nella esperienza reggiana 

delle Cooperative di Comunità.  

Page 16: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

16

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Page 17: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

17

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PER UNA  STRATEGIA DI  SVILUPPO  LOCALE DELL’APPENNINO REGGIANO ENTRO  LA  STRATEGIA 

NAZIONALE PER LE AREE INTERNE 

 

B‐ ANALISI SWOT 

S – I punti di forza              pag. 19 

W – I punti di debolezza            pag. 20 

O – Le opportunità              pag. 21 

M – Le minacce               pag. 22 

 

 

Page 18: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

18

Page 19: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

19

S – I PUNTI DI FORZA 

! S.1.   Economia montana caratterizzata da un significativo grado di diversificazione settoriale e da 

un  livello  di  dipendenza  dall'esterno  relativamente  contenuto,  sia  entro  le  relazioni  del 

mercato del  lavoro  (pendolarismo), sia   nel  rapporto  tra  trasferimenti monetari  (pensioni – 

spesa pubblica) e valore aggiunto prodotto nel sistema locale. 

S.2.   Economia montana che mantiene una significativa  incidenza della tradizionale base agricola 

ed alimentare nella formazione del prodotto e nella organizzazione di filiere di qualità. 

S.3.  Tradizionale orientamento alla qualità delle produzioni agricole, con  il Parmigiano Reggiano 

come esempio più emblematico. 

S.4.   Diffusione delle pratiche biologiche e della multifunzionalità  delle imprese agricole. 

! S.5.  Centralità e diffusione dell’impresa  famigliare nella organizzazione dell’economia montana 

nei settori agricolo, artigianale, manifatturiero  e dei servizi  

S.7.   Significativa partecipazione della popolazione femminile al mercato del lavoro e nella società 

rurale. 

! S.8. Presenza di un tessuto di servizi di cittadinanza (di base e intermedi) fortemente consolidato 

con  particolare  riferimento  all’offerta  di  servizi  sanitari  e  socio‐assistenziali  e  di  servizi 

formativi;  significativa  integrazione  delle  esperienze  (presenza  del  primo  “centro  di 

coordinamento della qualificazione scolastica”). 

S.9.   Caratterizzazione  del  centro  urbano  di  Castelnovo  né  Monti  come  affermato  polo 

commerciale, di servizio per l’intero territorio montano. 

! S.10.  Presenza di un tessuto associativo diffuso e radicato (“molecolare”) sia nelle sue espressioni 

tradizionali  (latterie  sociali)  che  in  quelle  innovative  (cooperative  di  comunità),  con 

l’emergere di nuove esperienze e progetti pilota di collaborazione che coinvolgono  imprese 

ed  enti  anche  di  ambiti  territoriali  e  settori  economici  differenti;  diffusione  di  contratti  di 

rete, start up, spin off. 

S.10. Forte consistenza e tradizione radicata di forme di governance intercomunale nelle istituzioni 

del governo locale,  alla dimensione dell’Unione e anche nella esperienza in corso di fusione 

dei Comuni del Crinale. 

! S.11.  Ampiezza e valore delle dotazioni naturali e ambientali presenti nel territorio montano, con 

particolare  riferimento  alla  presenza  di  paesaggi  che  spiccano  per  la  loro  peculiarità  e 

singolarità  (Pietra di Bismantova, Gessi    Triassici del  Secchia) riconosciuto  come Riserva di 

Biosfera MaB UNESCO. Presenza del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco‐ Emiliano. 

 

Page 20: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

20

W – I PUNTI DI DEBOLEZZA 

W.1.  Crescente  dipendenza  da  forniture  esterne  nei  cicli  produttivi  primari  (foraggio  per  gli allevamenti, latte per i caseifici). 

W.2.  Rilevanti  barriere  all’ingresso  per  nuovi  operatori  nel  settore  di  specializzazione tradizionale della zootecnia da latte. 

W.3.  Incidenza  ancora modesta  della  economia  turistica  nella  formazione  del  prodotto,  con alcune aree che soffrono di carenze nella dotazione quantitativa di posti letto per sostenere adeguate azioni di promozione e organizzazione della offerta e un diffuso deficit qualitativo dell’offerta ricettiva 

W.4.   Eccessiva stagionalità dell’offerta turistica. 

! W.5.  Basso  livello di  internazionalizzazione della fruizione turistica ma anche nella collocazione 

sul  mercato  dei  prodotti  agroalimentari  maggiormente  legati  al  territorio  (Parmigiano Reggiano di montagna). 

W.6.   Presenza di estese aree a bassa accessibilità, in particolare nel Crinale. 

!  W.7.  Insufficiente  diffusione  delle  tecnologie  telematiche,  problema  che  accomuna  famiglie  e 

imprese e si pone come ostacolo verso processi di snellimento delle procedure. 

W.8.  Invecchiamento della popolazione,  in generale e nella conduzione delle aziende agricole, con  seri  problemi  di  garanzia  di  successione  nelle  imprese  famigliari,  prevalenti  in agricoltura, nell’artigianato e nei servizi. 

! W.9.  Insufficiente    livello  di  formazione  professionale  da  parte  degli  operatori  economici,  in 

particolare per le funzioni commerciali. 

W.10.  Mancanza  di  equità  di  genere  ai  livelli  elevati  e  scarsa  partecipazione  femminile  alle decisioni in ambito lavorativo. 

! W.11.  Difficoltà  nell’incontro  tra  domanda  e  offerta  nel mercato  del  lavoro  (mismatching)  in 

particolare per  le  figure a più elevato  livello  formativo,  sia per  la difficoltà delle  imprese  (legata  anche  alla  piccola  dimensione)  di  esprimere  una  domanda  di  laureati  che  per l’orientamento dell’offerta che risente della insufficiente considerazione sociale di mestieri che esprimano contenuti di lavoro manuale e di orientamento al rischio rispetto a mansioni “impiegatizie”. 

! W.12.  Fragilità  della  governance  “economica”  del  sistema  locale,  che  ha  generato  scarsa 

coordinazione  ed  efficacia  del  marketing  territoriale  e  non  ha  fatto  emergere  soggetti protagonisti di una efficace gestione della promo‐commercializzazione di prodotti turistici e agro‐alimentari. 

W.13.  Criticità  derivanti  dalla  prolungata  stagione  recessiva  dell'economia  nazionale,  per  la 

tenuta delle imprese e della occupazione. 

Page 21: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

21

 

O – LE OPPORTUNITA' 

O.1.   Presenza e rilievo del Parco Nazionale come elemento di attrazione e di organizzazione di 

nuovi flussi di fruizione e come fattore di attivazione di offerta di servizi rurali innovativi. 

! O.2.   Riconoscimento internazionale del valore naturalistico e paesaggistico del territorio, ricco di 

aree protette e istituito come Riserva di Biosfera MaB UNESCO per la sua intera estensione. 

O.3.   Crescente  rilievo della domanda di  fruizione  eco‐turistica  ed  escursionistica  in  ambiente 

rurale,  che  riconosce  e  valorizza  le  eccellenze  presenti  (Pietra)  e  va  ad  aumentare  la 

consapevolezza  che  l’inverno  può  essere  una  stagione  turistica  anche  senza  impianti  da 

discesa. 

O.4.   Crescente  orientamento  della  domanda  alimentare  locale    e  internazionale  a  valori  di 

qualità/genuinità  e  ad  un  rapporto  più  diretto  con  i  produttori  portando  in  evidenza  i 

caratteri distintivi della cultura alimentare della montagna nel contesto locale. 

! O.5.   Progressivo  aumento  di  nuove  iniziative  imprenditoriali  in  ambito  agricolo  grazie  alla 

diversificazione dell’offerta con l’avvio di iniziative su prodotti agro‐alimentari “minori” che 

consente il rafforzamento di una rete di commercializzazione più radicata sul territorio e la 

diffusione di nuovi canali per la vendita diretta dei prodotti tipici (minori e non). 

O.6.  Nuovi  sbocchi  a  mercati  internazionali  favoriti  dalla  promozione  dell'immagine  agro‐

alimentare italiana nell'occasione dell'EXPO. 

O.9.   Rapporti  consolidati  con  Istituzioni  di  Ricerca  come  vettore  della  innovazione  della 

economia agricola e dello sviluppo rurale, con qualche criticità nel confermare la presenza. 

O.10.   Possibile caratterizzazione del centro di Castelnovo né Monti come Città della Montagna di 

rilevo regionale (e più che regionale), come occasione (da rafforzare) per  inserire funzioni 

urbane più avanzate, in particolare sul fronte della ricerca e della formazione superiore. 

O.11.  Giovani e immigrati come possibile riserva di nuovi bacini di imprenditorialità. 

O.12.   Integrazione  interregionale  con  Toscana  e  Liguria  per  la  strutturazione  di  una  offerta 

unitaria dell’Appennino come grande sistema di offerta culturale (e ambientale). 

O.13.   Avvio della nuova stagione di programmazione europea dello Sviluppo Rurale e delle sue 

iniziative di Community Lead Local Developement (LEADER). 

! O.14.  Maggiore  integrazione  delle  politiche  pubbliche  attraverso  la  Strategia Nazionale  per  le 

Aree Interne. 

 

Page 22: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

22

T – LE MINACCE 

! T.1.   Crescita  dei  costi  di  produzione  e  degli  oneri  finanziari  per  le  aziende  agricole  a  

conduzione familiare e per le strutture associative che hanno sostenuto importanti processi 

di  investimento per allargare  la  scala di produzione della  filiera del Parmigiano Reggiano, 

con  indebitamento  e  riduzione  dei  tempi  di  attesa  del  ritorno  economico  che  possono 

ostacolare  e  ridurre  la  disponibilità  di  prodotto  per  canali  diretti  di  commercializzazione 

(spacci aziendali, farmer market, vendita on line, GAS). 

T.2.   Processi  di  abbandono  del  presidio  territoriale  e  delle  attività  di  cura  del  territorio 

esercitata  dalla  presenza  di  attività  e  di  aziende  agricole  e  dal  popolamento  rurale  con 

conseguenze di grande rilevanza e rischio sia sul fronte della sicurezza territoriale (anche a 

fonte  dei  fenomeni  di  cambiamento  climatico  in  corso)  che  alle  stesse  esigenze  di 

confortevolezza e sicurezza della fruizione turistico‐ambientale. 

! T.3.   Rischi  di  declino  demografico  che  riduce  la  soglia  di  funzionamento  dei  servizi:  l’area 

dell’Unione  è  al  limite  della  soglia;  rischi    da  contrastare  promovendo  opportunità  di 

ripopolamento, ricercando più efficaci modalità di offerta dei servizi e migliori condizioni di 

accessibilità. 

! T.4.   Ridimensionamento  nella  offerta  dei  servizi  di  cittadinanza  conseguenti  a  politiche 

standardizzate  di  razionalizzazione  della  spesa,  che  possono  determinare  ulteriori 

fenomeni  di  spopolamento  specie  per  le  fasce  di  età  giovani  con  domande  di  servizi 

(scolastici, sanitari, etc.) più sensibili. 

T.5.   Rischio  di  declino  del  modello  di  turismo  invernale  (che  ha  presenze  diversificate  e 

comunque  circoscritte)  ed  esigenze  conseguenti  di  riqualificazione/rianimazione  delle 

stazioni. 

! T.6.  Restrizioni  e  difficoltà  nella  erogazione  del  credito  a  sostegno  degli  investimenti 

determinate  dalla  regolamentazione  internazionale  che  possono mettere  a  serio  rischio 

anche  la  capacità del  sistema  locale di ospitare  con  successo  le  risorse offerte dai  fondi 

comunitari  impedendo  il  co‐finanziamento delle misure del PSR o di altri Fondi,  rischi da 

contrastare anche valorizzando  la presenza di  istituzioni  locali come  le Banche di Credito 

Cooperativo e i circuiti del prestito sociale cooperativo. 

T.7.   Vulnerabilità  dei  nuovi  poveri  e  diffuse  situazioni  di  disagio,  specie  giovanile  e  tra  gli 

stranieri residenti. 

T.8.   Graduale  ma  sistematica  riduzione  della  conoscenza  del  territorio  da  parte  della 

popolazione  che  lo  abita,  cosa  che  comporta  una  difficoltà  a  coglierne  il  valore  e  a 

tramutarlo in occasione di impresa. 

Page 23: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

23

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PER UNA  STRATEGIA DI  SVILUPPO  LOCALE DELL’APPENNINO REGGIANO ENTRO  LA  STRATEGIA 

NAZIONALE PER LE AREE INTERNE 

 

C‐ UNA DIAGNOSI SOCIO ECONOMICA DELL’AREA  

 

 

 

 

Page 24: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

24

Page 25: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

25

Sommario 

Elenco Comuni e popolazione dell’area interessata ................................................................................... 27 

Carta del territorio interessato dalla Strategia Aree Interne ...................................................................... 28 

Contesto socio‐demografico ....................................................................................................................... 29 

La popolazione residente ........................................................................................................................ 29 

Struttura per età ...................................................................................................................................... 30 

Istruzione ................................................................................................................................................. 33 

Dinamiche demografiche ........................................................................................................................ 35 

Gli stranieri .............................................................................................................................................. 36 

Contesto economico .................................................................................................................................... 39 

Il mercato del lavoro ................................................................................................................................ 39 

Struttura e Caratteristiche delle aziende agricole ................................................................................... 41 

Sistemi produttivi prevalenti – Le Unità Locali ........................................................................................ 43 

Sistemi produttivi prevalenti – Gli addetti nelle Unità Locali .................................................................. 46 

Offerta e Domanda turistica .................................................................................................................... 49 

Qualità della vita e accesso ai servizi ........................................................................................................... 53 

Servizi sanitari e scolastici ....................................................................................................................... 53 

Digital divide ............................................................................................................................................ 54 

Reddito della popolazione ....................................................................................................................... 55 

Contesto ambientale ................................................................................................................................... 58 

Uso del suolo ........................................................................................................................................... 58 

Biodiversità .............................................................................................................................................. 59 

Le energie rinnovabili .............................................................................................................................. 60 

Page 26: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

26

 

 

Page 27: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

27

 

Elenco Comuni e popolazione dell’area interessata  

Cod. ISTAT 

Comune  Provincia Zonizzazione da PSR (inserire 

codice A; B; C; D)

Pop. (abitanti tot. 

01/01/2014) 

Superf. Km2 

Densità Ab/Km2 

34012  Corniglio  PR  D  1.998  165,70  12,06 

34022  Monchio delle Corti  PR  D  975  69,04  14,12 

34024  Neviano degli Arduini  PR  D  3.699  105,96  34,91 

34026  Palanzano  PR  D  1.153  69,80  16,52 

34039  Tizzano val Parma  PR  D  2.121  78,39  27,06 

35007  Busana  RE  D  1.269  30,41  41,73 

35011  Carpineti  RE  D  4.124  89,57  46,04 

35013  Casina  RE  D  4.542  63,80  71,19 

35016  Castelnovo nè Monti  RE  D  10.603  96,68  109,67 

35019  Collagna  RE  D  958  69,82  13,72 

35025  Ligonchio  RE  D  851  61,65  13,8 

35031  Ramiseto  RE  D  1.270  96,31  13,19 

35041  Toano  RE  D  4.504  67,25  66,97 

35042  Vetto  RE  D  1.909  53,37  35,77 

35045  Villa Minozzo  RE  D  3.832  168,08  22,8 

36016  Frassinoro  MO  D  1.947  95,46  20,4 

36025  Montefiorino  MO  D  2.242  45,28  49,52 

36029  Palagano  MO  D  2.286  60,41  37,84 

36033  Prignano  MO  D  3.761  79,67  47,21 

Totali  19        54.044  1.566,65  34,50 

Page 28: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

28

Carta del territorio interessato dalla Strategia Aree Interne 

Page 29: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Contesto socio‐demografico 

LA POPOLAZIONE RESIDENTE 

L’analisi  del  contesto  socio  demografico  inizia  con  l’osservazione  della  popolazione 

residente nel territorio dell’Area pilota reggiana al primo gennaio 2015, grazie ai dati dal 

sito demo.istat.it. Per facilitare la comprensione dei fenomeni i valori dell’area sono stati 

messi a confronto con le province di Reggio e Modena e la regione Emilia Romagna. 

TERRITORIO POPOLAZIONE  SUPERFICIE DENSITA'

AREA SNAI REGGIO  54.044  1.566,65  34,5 

UNIONE APPENNINO REGGIANO  34.091  796,94  42,8 

PROV. RE  533.248  2.291,26  232,7 

PROV. MO  702.364  2.688,02  261,3 

REGIONE ER  4.450.508  22.452,78  198,2 

Tabella 1 Popolazione residente al 01/01/2015 nell’area candidata per la strategia aree interne e densità  

Al primo gennaio 2015 nel territorio candidato per la strategia Aree Interne, quindi nella 

sua versione allargata anche a comuni modenesi e parmensi, vi sono 54.044 abitanti su 

una  superficie  territoriale  pari  a  1.566,65  kmq,  con  un  densità  di  34,5  abitanti  per 

chilometro quadrato; l’area dell’Unione Montana dell’Appennino Reggiano (quindi solo i 

10  comuni  reggiani) vede  risiedere al proprio  interno 34.091 abitanti, per una densità 

pari a 42,8 abitanti per  chilometro quadrato.  La densità abitativa è pari ad un quarto 

della media  regionale,  ed  è  ancora  inferiore  rispetto  alle medie  provinciali  di  Reggio 

(232,7 ab/kmq) e Modena (261,3 ab/kmq). 

TERRITORIO  POPOLAZIONE   SUPERFICIE  DENSITA' Corniglio  1.998  165,70  12,06 

Monchio delle Corti  975  69,04  14,12 

Neviano degli Arduini  3.699  105,96  34,91 

Palanzano  1.153  69,80  16,52 

Tizzano val Parma  1.998  165,70  12,06 

Busana  1.268  30,41  41,7 

Carpineti  4.099  89,57  45,8 

Casina  4.501  63,8  70,5 

Castelnovo ne' Monti  10.566  96,68  109,3 

Collagna  939  69,82  13,4 

Ligonchio  842  61,65  13,7 

Page 30: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   30

Ramiseto  1.257  96,31  13,1 

Toano  4.458  67,25  66,3 

Vetto  1.876  53,37  35,2 

Villa Minozzo  4.285  168,08  25,5 

Frassinoro  1.947  95,46  20,4 

Montefiorino  2.242  45,28  49,52 

Palagano  2.286  60,41  37,84 

Prignano  3.761  79,67  47,21 

AREA SNAI REGGIO  54.044  1.566,65  34,50 

Tabella 2 Popolazione residente al 01/01/2015 e densità abitativa dei comuni dell’Appennino Reggiano 

 

Dei 54 mila abitanti nell’area della strategia, 10 mila risiedono nel comune di Castelnovo 

né Monti, centro demografico più rilevante dell’Unione. Dietro al capoluogo non ci sono 

comuni  che  superano  i 5 mila abitanti.  I  comuni più piccoli  sono Monchio delle Corti, 

Collagna e Ligonchio, che non raggiungono il migliaio di abitanti. In questa tabella (e nel 

resto del  testo) per maggiore  facilità di  reperimento di  indicatori e valori, non è  stato 

inserito  il  nuovo  comune  di  Ventasso,  risultato  della  fusione  dei  4  comuni  dell’Alto 

Crinale di Busana, Collagna, Ligonchio, e Ramiseto votato nel maggio 2015 a seguito di 

referendum. Il nuovo comune avrebbe 4.300 abitanti. 

STRUTTURA PER ETÀ 

Lo step successivo dell’analisi degli  indicatori correlati alla demografia dei territori della 

strategia  Aree  Interne  è  quello  che  prende  in  esame  la  struttura  per  età  della 

popolazione,  e  gli  effetti  che  l’invecchiamento,  le  immigrazioni  e  gli  altri  eventi  che 

coinvolgono la società hanno sulla composizione per età della popolazione. Le grandezze 

osservate sono la quota di giovani fino a 15 anni, la quota di anziani over 65 e l’indice di 

vecchiaia nella sua evoluzione dal 2004 al 2014. 

 

 

 

 

Page 31: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   31

Territorio  giovani 2014 % giovani  anziani 2014 % anziani  IndVec 2014 IndVec 2004

AREA SNAI REGGIO  5.989  11,1%  15.592  29,0%  260,3  266,6 

APPENNINO REGGIANO  3.864  11,5%  9.422  28,0%  243,8  236,6 

PROV. RE  80.894  15,1%  110.882  20,8%  137,1  144,6 

PROV. MO  100.884  14,3%  155.208  22,1%  153,8  155,2 

REGIONE ER  601.846  13,5%  1.043.665  23,4%  173,4  184,1 

Tabella 3 Valori assoluti di giovani sotto i 15 anni e anziani oltre i 64 ed evoluzione 2004‐2014 dell'indice di vecchiaia per l’area oggetto della Strategia e confronto con provincia e regione. Dati al 31/12/2014, fonte servizio statistica Regione Emilia Romagna 

 

Alla data del 31/12/2014 l’indice di vecchiaia complessivo nei 19 comuni selezionati per 

candidatura dell’area pilota è pari a 260,3, in lieve diminuzione rispetto al valore di dieci 

anni prima di 236,6. Questo  valore  evidenzia una popolazione  con un  età più  elevata 

rispetto al contesto regionale, dove l’indice di vecchiaia è pari a 173,4, e anche rispetto 

ai valori medi provinciali di Reggio e Modena, province più giovani  rispetto alla media 

regionale. La percentuale di giovani sotto  i 15 anni nell’area è pari all’11,1%, un valore 

inferiore al dato medio regionale di 13,5%, mentre è  la quota di popolazione oltre  i 64 

anni  che ha un’incidenza  rilevante nel  territorio della  strategia, pari al 29%.  Lo  stesso 

dato per le province di Modena è al 22,1% e a Reggio al 20,8%. 

L’analisi  della  struttura  per  età  della  popolazione  appena  descritta  evidenzia  una 

debolezza strutturale di carattere demografico nell’area  legata all’invecchiamento della 

popolazione, debolezza che si è  lievemente accentuata nel decennio 2004‐2014 stando 

alle  indicazioni  dell’indice  di  vecchiaia,  anche  se  la  problematica  dell’invecchiamento 

rimane, come evidenziato dall’elevata percentuale di anziani presenti sul  territorio. Gli 

indici  di  vecchiaia  continuano  a mantenersi  su  livelli  elevati,  e  dal  punto  di  vista  del 

capitale umano  l’invecchiamento della popolazione  rimane una delle maggiori  criticità 

dell’area. 

L’analisi della composizione della popolazione per  classe di età evidenzia anche quella 

che sarà una opportunità ed una risorsa per il territorio della SNAI Appennino Reggiano 

negli  anni  a  venire:  la  popolazione  giovane,  una  risorsa  importante  sia  in  termini  di 

ricambio generazionale, che di inclusione sociale. 

Page 32: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   32

Comune di residenza  Popolazione 0‐14 anni 2014 

% giovani  Popolazione oltre 64 anni 2014 

% anziani  IndVec 2014  IndVec 2004 

Corniglio  173  8,7%  715  36,0%  413,3  614,4 

Monchio delle Corti  48  5,1%  410  43,5%  854,2  755,7 

Neviano degli Arduini  432  11,6%  1.095  29,4%  253,5  332,6 

Palanzano  85  7,4%  450  39,2%  529,4  460,4 

Tizzano val Parma  231  10,9%  626  29,4%  271,0  343,1 

Buana  124  9,8%  421  33,2%  339,5  336,0 

Carpiteti  492  12,0%  1.066  26,0%  216,7  220,2 

Casina  564  12,5%  1.179  26,2%  209,0  188,8 

Castelnovo ne' Monti  1.362  12,9%  2.645  25,1%  194,2  186,5 

Collagna  97  10,3%  334  35,6%  344,3  548,5 

Ligonchio  72  8,6%  321  38,2%  445,8  678,6 

Ramiseto  98  7,8%  424  33,7%  432,7  463,9 

Toano  568  12,7%  1.108  24,8%  195,1  173,3 

Vetto  182  9,6%  637  33,6%  350,0  299,5 

Villa Minozzo  305  8,1%  1.287  34,0%  422,0  352,7 

Frassinoro  181  9,4%  648  33,6%  358,0  384,6 

Montefiorino  223  10,0%  737  33,1%  330,5  331,9 

Palagano  248  11,1%  675  30,1%  272,2  232,7 

Prignano  504  13,4%  814  21,6%  161,5  165,6 

AREA SNAI REGGIO  5.989  11,2%  15.592  29,0%  260,3  266,6 

Tabella 4 Struttura per età al 31/12/2014 della popolazione dei singoli comuni 

 

Come  era  lecito  attendersi,  i  comuni  dell’alto  crinale  sono  quelli  che  soffrono 

maggiormente  di  una  struttura  della  popolazione  sbilanciata  verso  le  fasce  di  età  più 

anziane,  con  Corniglio,  Monchio  delle  Corti,  Palanzano,  Ligonchio,  Ramiseto  e  Villa 

Minozzo che superano il rapporto di 1 a 4 tra giovani ed anziani. I comuni con i valori più 

ridotti  dell’indice  di  vecchiaia  sono  Castenovo  né  Monti  ,  Toano  e  Prignano  che  si 

aggirano su un rapporto di poco inferiore a due anziani oltre i 65 anni ogni giovane sotto 

i  15  anni.  La  dinamica  decennale  evidenzia  i  trend  positivi  che  riguardano  Collagna  e 

Ligonchio,  comuni  in  cui  l’indice  di  vecchiaia  si  è  ridotto  vistosamente,  in 

contrapposizione alle situazioni di Vetto, Villa Minozzo, e dei 5 comuni della Provincia di 

Parma appartenenti all’area, dove l’indice di vecchiaia è cresciuto notevolmente. 

Page 33: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   33

ISTRUZIONE 

L’analisi sul livello di istruzione della popolazione metterà a confronto in valore assoluto 

e relativo  il  livello di  istruzione elevata  (persone  in possesso di  laurea o diploma) negli 

ultimi due censimenti della Popolazione del 2001 e 2011. 

Il  livello di  istruzione della popolazione è  in crescita nell’ultimo decennio, ma è ancora 

inferiore  rispetto ai  livelli provinciali e  regionali, e questo è un punto di debolezza del 

contesto socio‐demografico dell’area, che tutt’ora non riesce a produrre capitale umano 

sufficiente per rispondere totalmente ai bisogni delle imprese e operatori economici con 

un elevato livello di formazione imprenditoriale.  

 

TERRITORIO 

Popolazione Laureata o 

Diplomata 2011 Quota % 

Popolazione Laureata o 

Diplomata 2001Quota % 

Variazione assoluta 

Variazione % 

AREA SNAI REGGIO  18.420  35,6%  14.166  26,9%  4.254  30,0% 

APPENNINO REGGIANO  12.006  37,2%  9.284  28,8%  2.722  29,3% 

PROV. RE  195.498  40,4%  141.364  33,0%  54.134  38,2% 

REGIONE ER  1.757.796  42,9%  1.323.233  34,8%  434.563  32,8% 

Tabella 5 Confronto dei tassi di istruzione elevata al 2001 e al 2011 tra il territorio dell’unione, la provincia e la regione 

 

 

Con il 35,6% degli abitanti in possesso di una diploma secondario o di una laurea, il livello 

di  istruzione   nei 19 comuni dell’area selezionata è  inferiore rispetto ai valori osservati 

nelle province di Reggio  (40,4%) e Modena  (41,7%).  Il  trend di crescita di questo dato 

rispetto al 2001 è positivo, e area appenninica sta riducendo  il divario di formazione se 

confrontato con provincia e regione.  

 

 

 

Page 34: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   34

TERRITORIO 

Popolazione Laureata o 

Diplomata 2011 Quota % 

Popolazione Laureata o 

Diplomata 2001 Quota % Variazione assoluta  Variazione % 

Corniglio  551 28,6% 432 19,0%  119 27,5%

Monchio delle Corti  256 26,6% 226 18,3%  30 13,3%

Neviano degli Arduini  1.130 32,2% 862 24,1%  268 31,1%

Palanzano  331 29,0% 298 22,6%  33 11,1%

Tizzano val Parma  623 30,8% 502 24,5%  121 24,1%

Buana  474 38,7% 391 30,1%  83 21,2%

Carpiteti  1.483 37,4% 1.128 28,7%  355 31,5%

Casina  1.652 38,5% 1.150 27,7%  502 43,7%

Castelnovo ne' Monti  4.267 43,0% 3.353 35,2%  914 27,3%

Collagna  329 35,5% 270 27,7%  59 21,9%

Ligonchio  278 33,5% 257 26,0%  21 8,2%

Ramiseto  395 31,6% 310 21,7%  85 27,4%

Toano  1.294 30,8% 981 24,2%  313 31,9%

Vetto  628 33,4% 508 26,8%  120 23,6%

Villa Minozzo  1.206 32,0% 936 23,3%  270 28,8%

Frassinoro  680 35,3% 563 26,9%  119 21,1%

Montefiorino  789 36,6% 593 26,7%  204 34,4%

Palagano  764 33,7% 607 25,7%  162 26,7%

Prignano  1.269 35,6% 799 23,8%  476 59,6%

AREA SNAI REGGIO  18.420 35,6% 14.166 26,9%  4.254 30,0%

Tabella 6 Tassi di scolarità elevata e variazione 2001‐2011 nei comuni dell’Unione 

 

La variabilità all’interno dei 19 comuni è piuttosto elevata: Castelnovo Monti è il comune 

con il valore più elevato, pari al 43%, mentre Monchio delle Corti è il comune col valore 

più basso, pari al 26,6%. Nel complesso  i 5 comuni parmensi dell’area  sono quelli con 

maggiori problematiche sotto questo punto di vista, dato che Neviano è il comune con la 

quota maggiore di istruzione elevata, ed è al 32%. Il dato analogo riferito ai soli comuni 

reggiani è pari al 37%. Nel periodo intercensuario considerato la popolazione in possesso 

di diploma o  laurea è passata da 14.166 persone nel 2001 a 18.420 nel 2011,  con un 

incremento del 30%:  l’aspetto molto positivo di questa variazione è che  la crescita si è 

verificata in tutti i comuni osservati, magari con incrementi percentuali differenti, ma in 

modo  sostanzialmente  omogeneo  se  si  escludono  Prignano  e  Casina  con  valori 

nettamente superiori alla media. 

Page 35: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   35

DINAMICHE DEMOGRAFICHE 

L’analisi delle variabili utili per  l’analisi di  contesto dell’area per  la Strategia Nazionale 

delle Aree Interne prosegue con i dati relativi alle dinamiche demografiche. Nelle prime 

due colonne viene  rappresentata  la popolazione dei comuni al 2009 ed al 2013, poi  si 

rappresentano  i  saldi  demografici  relativi  al  periodo  2009‐2013:  saldo  naturale 

(differenza  tra nascite e decessi),  saldo migratorio  (differenza  tra  ingressi ed uscite) e 

saldo totale, raffigurati come valori ogni 1.000 residenti.  

TERRITORIO 

Popolazione Residente 2009

Popolazione residente 2013

Saldo migratorio2009‐2013 per 

1.000 

Saldo naturale 2009‐2013 per 

1.000 

Saldo totale 2009‐2013 per 

1.000 

AREA SNAI REGGIO  55.302  54.048  4,43  ‐8,40  ‐3,97 

APPENNINO REGGIANO  34.508  33.862  4,13  ‐6,77  ‐2,64 

PROV. RE  525.267  534.258  4,98  0,64  5,63 

PROV. MO  694.579  700.918  3,78  ‐0,16  3,62 

REGIONE ER  4.377.435  4.428.514  5,86  ‐1,73  4,13 

Tabella 7 Confronto delle dinamiche demografiche 2009‐2013 tra l’area SNAI Reggio Emilia, le province limitrofe e la Regione Emilia Romagna 

 

Nel  periodo  2009‐2013  la  popolazione  complessiva  è  diminuita,  poiché  l’impatto  dei 

saldi naturali negativi ha superato quello delle migrazioni, che operano come fattore di 

riequilibrio della dinamica demografica.  Il  saldo  totale nel  complesso dei 19  comuni è 

stato di –3,97 abitanti ogni 1.000 residenti, e questo saldo pone  il territorio oggetto di 

analisi in profonda contrapposizione rispetto alle province di Modena e Reggio, province 

nelle  quali  i  saldi migratori  sono  positivi  con  valori  elevati,  avendo  come  effetto  una 

crescita demografica che si ritrova anche nei dati della Regione Emilia Romagna. 

Il problema dello  spopolamento  si avverte  soprattutto nei  centri  frazionali dei  comuni 

del crinale, che risentono di un’offerta di servizi meno diffusa e capillare rispetto ad altri 

contesti.  Il  ridimensionamento  dell’offerta  di  servizi  dovuto  in  gran  parte  al  difficile 

momento  economico  incide  sulla  progressiva  tendenza  allo  spopolamento  dei  centri 

minori.  

 

Page 36: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   36

TERRITORIO 

Popolazione Residente 2009

Popolazione residente 2013

Saldo migratorio 

2009‐2013 per 1.000 

Saldo naturale 2009‐2013 per 

1.000 

Saldo totale 2009‐2013 per 

1.000 

Corniglio  2.069 1.998 10,10 ‐18,02  ‐7,92

Monchio delle Corti  1.039 975 3,61 ‐19,65  ‐16,04

Neviano degli Arduini  3.742 3.700 9,77 ‐11,71  ‐1,94

Palanzano  1.241 1.153 ‐1,69 ‐16,30  ‐18,00

Tizzano val Parma  2.151 2.121 9,77 ‐11,56  ‐1,78

Busana  1.321 1.269 6,34 ‐10,21  ‐3,87

Carpineti  4.177 4.124 1,97 ‐6,48  ‐4,52

Casina  4.541 4.542 6,40 ‐3,75  2,65

Castelnovo ne' Monti  10.698 10.603 3,81 ‐3,32  0,49

Collagna  979 958 5,96 ‐9,66  ‐3,70

Ligonchio  906 851 3,92 ‐18,45  ‐14,53

Ramiseto  1.330 1.270 5,56 ‐16,84  ‐11,28

Toano  4.532 4.504 5,34 ‐3,34  2,00

Vetto  1.991 1.909 ‐0,71 ‐9,88  ‐10,6

Villa Minozzo  4.033 3.832 4,08 ‐14,54  ‐10,46

Frassinoro  2.052 1.947 4,20 ‐15,52  ‐11,32

Montefiorino  2.262 2.241 8,71 ‐13,06  ‐4,35

Palagano  2.442 2.286 ‐7,54 ‐6,94  ‐14,49

Prignano  3.796 3.753 3,01 ‐1,90  1,11

AREA SNAI REGGIO  55.302 54.048 4,43 ‐8,40  ‐3,97

Tabella 8 Variabili demografiche del periodo 2009‐2013 relative ai comuni dell’Unione 

 

Nel  periodo  2009‐2013  la  popolazione  dei  comuni  dell’Unione  è  diminuita  del  2,2%, 

passando da 55.302 abitanti a 54.048. Il trend negativo è comune a tutti i  comuni inclusi 

nel gruppo del Crinale con  la sola eccezione di Casina, ed è generato dai saldi naturali 

negativi  su  un  valore medio  di  ‐8,4  individui  ogni  1.000  residenti,  con  valori  anche 

superiori soprattutto nei comuni del crinale. Con le sole eccezioni di Palanzano, Vetto e 

Palagano i saldi migratori sono positivi in tutti i comuni considerati, ma non raggiungono 

valori  numerici  tali  da  bilanciare  l’invecchiamento  della  popolazione.  I  comuni  con  le 

diminuzioni maggiori di popolazione sono Palanzano, Ligonchio, Frassinoro e Palagano. 

GLI STRANIERI 

L’analisi dei caratteri demografici prosegue con la popolazione straniera: per i comuni e per le diverse aree si esamineranno i valori assoluti e le variazioni nel 

Page 37: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   37

periodo 2004‐2014, utilizzando i dati della Regione al 31 dicembre dei due anni osservati. 

NOME  Popolazione straniera 2014 

% Stranieri 2014 Popolazione straniera 2004

% Stranieri 2004  Variazione assoluta 

Variazione % 

AREA SNAI REGGIO  4.721 8,8% 3.120 5,6% 1.601 51,3%

PROVINCIA RE  70.191 13,1% 38.075 7,8% 32.116 84,3%

PROVINCIA MO  93.224 13,3% 49.921 7,6% 43.303 86,7%

REGIONE ER  538.236 12,1% 257.233 6,2% 281.003 109,2%

Tabella 9 Popolazione straniera residente al 2004 e al 2014. Confronto GAL, province di Reggio e Modena, regione 

 

Nel  decennio  2004‐2014  il  numero  di  stranieri  residenti  nell’area  candidata  per  la 

Strategia Aree Interne è cresciuto di 1.600 unità, passando da 3.120 a 4.721. L’incidenza 

dei  residenti  stranieri  sul  totale  della  popolazione  è  cresciuta,  passando  dal  5,6%  del 

2004 all’8,8% del 2014.  La  crescita  riscontrata nell’area montana ha avuto dimensioni 

nettamente  inferiori  rispetto  a  quanto  è  accaduto  nelle  due  province  di Modena  e 

Reggio e  in Regione, col risultato di allargare  la  forbice esistente.  Il dato dell’incidenza 

straniera regionale è arrivato al 12%, e  i valori nelle due province di Reggio e Modena 

superano il 13%. 

NOME  Popolazione straniera 2014 

% Stranieri 2014 Popolazione straniera 2004 

% Stranieri 2004  Variazione assoluta 

Variazione % 

Corniglio  94  4,7% 75 3,4%  19 25,3%

Monchio delle Corti  39  4,1% 16 1,4%  23 143,8%

Neviano degli Arduini  403  10,8% 258 6,9%  145 56,2%

Palanzano  109  9,5% 62 4,7%  47 75,8%

Tizzano val Parma  282  13,3% 149 7,0%  133 89,3%

Buana  118  9,3% 35 2,6%  83 237,1%

Carpiteti  363  8,8% 255 6,0%  108 42,4%

Casina  333  7,4% 242 5,5%  91 37,6%

Castelnovo ne' Monti  1.138  10,8% 732 7,0%  406 55,5%

Collagna  58  6,2% 19 1,9%  39 205,3%

Ligonchio  54  6,4% 29 3,0%  25 86,2%

Ramiseto  82  6,5% 26 1,9%  56 215,4%

Toano  520  11,6% 333 7,5%  187 56,2%

Vetto  142  7,5% 96 4,7%  46 47,9%

Villa Minozzo  294  7,8% 204 5,0%  90 44,1%

Frassinoro  116  6,0% 79 3,7%  37 46,8%

Page 38: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   38

Montefiorino  128  5,8% 64 2,7%  64 100,0%

Palagano  216  9,6% 247 10,1%  ‐31 ‐12,6%

Prignano  232  6,1% 199 5,6%  33 16,6%

AREA SNAI REGGIO  4.721  8,8% 3.120 5,6%  1.601 51,3%

Tabella 10 Popolazione straniera residente al 2004 e al 2014 nei comuni dell’ambito del crinale 

 

Nel  2014  ci  sono  4  comuni  nell’area  considerata  che  superano  la  soglia  dei  10%  in 

termini di  incidenza della popolazione  straniera  sul  totale della  popolazione: Neviano 

degli Arduini, Tizzano val Parma (il più elevato col 13,3%), Castelnovo né Monti, e Toano. 

Sempre nel parmense  si  trovano  i due comuni con  i valori più bassi di  incidenza della 

popolazione straniera: Corniglio e Monchio delle Corti. I comuni reggiani sono quelli che 

nel decennio osservato hanno  fatto  riscontrare  gli  incrementi percentuali maggiori di 

popolazione, mentre Palagano è l’unico comune nel quale il numero di stranieri residenti 

è diminuito dal 2004 al 2014. 

Riportando  questi  dati  nel  quadro  generale  dell’analisi  di  contesto,  questo  ingente 

afflusso  di  stranieri  sul  territorio  rappresenta  allo  stesso  tempo  una  opportunità 

nell’ottica del  ricambio generazionale e dell’afflusso di nuove esperienze e  culture  sul 

territorio, ma anche una minaccia di  creare  sempre più  situazioni di disagio nei nuovi 

entrati, oltre a generare un sovraccarico sui servizi erogati alla popolazione. Questi rischi 

si possono fronteggiare e mitigare incrementando la conoscenza del territorio nei nuovi 

arrivati, tramandando valori e tradizioni e facendo sentire anche i nuovi parte integrante 

della comunità. 

 

Page 39: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   39

Contesto economico 

IL MERCATO DEL LAVORO 

L’analisi  della  situazione  economica  prosegue  con  l’osservazione  dei  tassi  di 

attività, occupazione e disoccupazione del Censimento della Popolazione 2011, e 

il loro confronto con i dati del 2001. 

Territorio  Tasso attività 2011 

Tasso Occupazione 

2011 

Tasso Disoccupazione 

2011 

Tasso attività 2001 

Tasso Occupazione 

2001 

Tasso Disoccupazione 

2001 

AREA SNAI REGGIO  50,2% 47,5% 5,3% 47,3% 45,7% 3,3%

PROV RE  57,5% 53,2% 7,5% 52,9% 52,9% 3,4%

PROV MO  56,4% 52,6% 6,7% 54,2% 53,7% 3,9%

REGIONE ER  55,3% 51,6% 6,7% 51,5% 50,5% 4,2%

Tabella 11 Tassi di attività, occupazione e disoccupazione al 2001 ed al 2011 nel territorio SNAI Reggio e nelle province e regioni confinanti 

 

Le  variabili  relative  alla  performance  del mercato  del  lavoro  nei  comuni  della 

Strategia Nazionale Aree Interne evidenziano una crescita del tasso di attività, che 

è passato dal 47% al 50%, e una crescita anche del tasso di disoccupazione, che è 

passato dal 3,3% del 2001 al 5,3% del 2011. Il tasso di disoccupazione è inferiore 

rispetto a quelli provinciali e regionali, ma in queste considerazioni bisogna anche 

tenere conto del fatto che i tassi di attività nelle province di Reggio e Modena e a 

livello regionale sono di 2‐3 punti percentuali superiori.  

 

Comune Tasso attività 

2011 

Tasso Occupazione 

2011 

Tasso Disoccupazione 

2011 

Tasso attività 2001 

Tasso Occupazione 

2001 

Tasso Disoccupazione 

2001 

Corniglio  46,2%  43,3% 6,1% 38,9% 38,2%  2,0%

Monchio delle Corti  40,0%  38,9% 2,7% 37,4% 35,8%  4,3%

Neviano degli Arduini  50,7%  48,3% 4,8% 44,7% 43,1%  3,6%

Palanzano  42,5%  40,6% 4,6% 39,9% 39,0%  2,2%

Tizzano val Parma  50,6%  48,1% 5,0% 43,7% 42,4%  3,1%

Busana  48,5%  45,8% 5,7% 44,1% 42,0%  4,8%

Carpineti  53,4%  51,0% 4,5% 50,7% 48,8%  3,7%

Casina  53,0%  49,7% 6,3% 48,8% 47,1%  3,4%

Castelnovo ne' Monti  53,3%  50,0% 6,2% 50,3% 48,7%  3,3%

Page 40: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   40

Collagna  42,8%  41,9% 2,1% 36,8% 35,7%  2,9%

Ligonchio  40,7%  38,3% 5,9% 36,4% 35,1%  3,5%

Ramiseto  45,6%  43,8% 4,1% 38,6% 37,3%  3,5%

Toano  52,9%  50,1% 5,3% 52,0% 50,5%  2,9%

Vetto  47,6%  45,3% 4,9% 46,8% 45,8%  2,2%

Villa Minozzo  43,7%  41,4% 5,2% 40,1% 38,5%  4,1%

Frassinoro  45,3%  43,5% 3,9% 40,6% 39,1%  3,6%

Montefiorino  48,6%  46,9% 3,6% 43,7% 42,7%  2,4%

Palagano  51,5%  48,9% 5,1% 46,8% 45,5%  2,7%

Prignano  56,0%  52,1% 6,8% 54,6% 52,9%  3,2%

AREA SNAI REGGIO  50,2%  47,5% 5,3% 47,3% 45,7%  3,3%

Tabella 12 Tassi di attività, occupazione e disoccupazione al 2001 ed al 2011 nei comuni della strategia 

Al  censimento  2011  nei  comuni  dell’area  la  forza  lavoro  ammonta  a  24.144 

persone, delle quali circa 4.300 risiedono nei 5 comuni della provincia di Parma, 

4.600 nei comuni modenesi, ed  il rimanente nei 10 comuni reggiani.  I non attivi 

non quasi 24 mila in totale, e i disoccupati ammontano a circa 1.200 persone.  

Prignano è il comune con il tasso di attività maggiore, pari al 56%, che si accoppia 

con il tasso di disoccupazione più elevato di tutti i comuni dell’area, pari al 6,8%. 

Ligonchio è  il comune con  il tasso di attività più ridotto, pari al 40%, ma  livelli di 

attività  basi  si  osservano  anche  a  Palanzano,  Collagna  e  Villa  Minozzo.  Con 

l’eccezione già menzionata di Prignano, è nel reggiano dove si trovano gran parte 

dei comuni con elevati livelli di attività: Carpineti, Casina, Castelnovo né Monti e 

Toano si aggirano tutti quanti attorno al 53%. 

I tassi di disoccupazione mostrano molta eterogeneità: si va dal 6,8% di Prignano 

al  2,1% di Collagna. Questi  tassi  vanno  letti  assieme  ai  rispetti  tassi di  attività, 

dato  che  in  zone  con problemi di  invecchiamento della popolazione  si possono 

avere  tassi  ridotti  di  disoccupazione  dovuti  anche  a  quote  ridotte  della 

popolazione attiva. 

 

Page 41: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   41

STRUTTURA E CARATTERISTICHE DELLE AZIENDE AGRICOLE 

L’analisi del comparto agricolo, inizia con le grandezze strutturali, ovvero numero di aziende, Superficie Aziendale Totale e Superficie Agricola Utilizzata.  

TERRITORIO  N° aziende  SAU  SAT  SAU Media 

AREA SNAI REGGIO  2.228  33.132,6  20.657,6  14,9 

PROV RE  7.772  101.848,8  129.286,9  13,1 

PROV MO  10.543  127.495,8  158.499,1  12,1 

REGIONE ER  73.466  1.064.213,8  1.361.153,3  14,5 

Tabella 13 Numero aziende, SAU, SAT nell’ambito prescelto e confronto con valori provinciali e regionali 

Al Censimento 2010 nel territorio dei 19 comuni   ci sono 2.228 aziende agricole, 

con una SAU pari a 33 mila ettari e SAT di 20.657. La Superficie Agricola Utilizzata 

per azienda è pari a 14,9 ettari, dato superiore alla media regionale di 14,5 e al 

valore medio  rilevato  in Provincia di Reggio Emilia. Rispetto ai dati provinciali e 

regionali,  è  da  evidenziare  il  fatto  che  nei  grandi  aggregati  il  rapporto  tra 

superficie utilizzata e superficie totale sia attorno al 78%, mentre nell’aggregato 

di 19 comuni è al 62%. Gli ettari coperti da boschi (che non rientrano nella SAT) 

sono quasi 18 mila, mentre prati e pascoli sono attorno ai 12 mila ettari, e 20 mila 

sono gli ettari destinati a seminativi. 

 

Le  aziende  agricole  dei  comuni  che  rientrano  nel  territorio  della  Strategia 

Nazionale Aree  Interne evidenziano una quota di aziende agricole di dimensioni 

economiche ridotte superiore rispetto a quanto rilevato nelle Province di Reggio 

e Modena e nel livello regionale. Le aziende con dimensione economica inferiore 

a 8 mila euro sono il 35% nelle due province, e raggiungono il 38% nel GAL. Altra 

differenza  sostanziale nella  composizione  si nota nella  classe  compresa  tra  i 25 

mila ed i 100 mila euro: nell’ambito appenninco queste aziende rappresentano il 

18%  del  totale,  contro  una  media  regionale  del  25%.  La  quota  di  imprese 

comprese tra 100 mila e 500 mila euro è  invece superiore nelle aree selezionate 

rispetto alle medie provinciali di Reggio e Modena, e rispetto al dato regionale. 

 

 

 

Page 42: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   42

TERRITORIO  <8  8‐25  25‐100  100‐500  >500 

AREA SNAI REGGIO  38,6%  27,2%  18,0%  15,2%  1,0% 

PROV RE  35,6%  24,3%  22,3%  14,8%  2,8% 

PROV MO  35,1%  25,2%  24,8%  13,1%  1,7% 

REGIONE ER  32,7%  25,4%  25,7%  13,7%  2,5% 

Tabella 14 Classi di dimensione economica delle aziende nei comuni della Strategia Aree Interne 

 

Allevamento 

L’analisi di contesto  in ambito agricolo prosegue con una panoramica sullo stato 

dell’allevamento  nel  territorio  della  Strategia  Nazionale  Aree  Interne 

dell’Appennino Reggiano. 

TERRITORIO  N° aziende  n° capi bovini  n° capi suini  n° capi ovini  Totale UBA 

AREA SNAI REGGIO  1.019  39.242  26.291  4.855  42.354,2 

PROV RE  2.099  140.163  332.168  6.054  230.971,3 

PROV MO  2.151  94.857  338.238  4.231  184.796,5 

REGIONE ER  12.618  557.231  1.247.460  63.281  1.206.516,2 

Tabella 15 Aziende che praticano allevamento , numero capi e Unità Bestiame Adulto al Censimento 2010 

Nel  territorio  della  strategia  al  Censimento  del  2010  1.019    aziende  praticano 

l’allevamento, pari al 45,7% del totale delle aziende agricole.  Il numero totale di 

aziende  che  allevano  nei  comuni  montani  individuati  per  la  Strategia  è 

paragonabile ai valori provinciali delle province di Reggio e Modena, ad  indicare 

l’allevamento  come  pratica  molto  più  diffusa  nei  territori  montani,  come 

dimostra  anche  la  quota  di  aziende  che  praticano  l’allevamento  sul  totale, 

percentuale che è al 17% nella Regione Emilia Romagna, al 20,4%  in Provincia di 

Modena, e al 27% in Provincia di Reggio Emilia. Il rapporto tra Unita di Bestiame 

Adulto  e  quantità  delle  aziende  che  praticano  allevamento  mostra  come 

l’allevamento montano non raggiunga  i  livelli di produttività dei grandi aggregati 

e delle pianure: nei comuni della strategia questo quoziente è pari a 42 UBA per 

azienda, mentre il dato regionale è pari a 95. 

biologico 

La rassegna di  indicatori variabili relativi alla struttura e alle caratteristiche delle 

aziende agricole si conclude con l’osservazione delle produzioni biologiche. 

Page 43: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   43

TERRITORIO  n° aziende a biologico % sul totale aziende  ha biologico  % sul totale della SAU

AREA SNAI REGGIO  171 7,7% 1.985,6 6,0%

PROV RE  212 2,7% 2.608,1 2,6%

PROV MO  407 3,9% 3.477,3 2,7%

REGIONE ER  2.541 3,5% 35.235,1 3,3%

Tabella 16 Aziende agricole che attuano agricoltura biologica e superfici 

Nel  territorio  selezionato  per  la  strategia  le  aziende  che  attuano  agricoltura 

biologica sono 171, pari al 7,7% del totale, dato quasi doppio rispetto alla media 

regionale, e nettamente superiore anche rispetto ai valori osservati nelle province 

di Reggio e Modena. Spostando l’osservazione sulla SAU destinata al biologico, il 

dato conferma  le proporzioni già osservate con  il numero di aziende con  il 6,0% 

della  superficie  agricola  utilizzata,  che  rimane  superiore  alle medie  regionali  e 

provinciali, e non di poco. 

 

SISTEMI PRODUTTIVI PREVALENTI – LE UNITÀ LOCALI 

Dopo  avere  analizzato  lo  stato  dell’agricoltura  l’analisi  porrà  il  focus  sui  dati 

economici  dei  19  comuni  inclusi  nell’area  per  la  Strategia.  La  disamina  dei 

comparti  economici  inizia  con  le  unità  locali  presenti  nei  comuni  al  2014,  e  la 

variazione  delle  stesse  nel  periodo  2008‐2014  utilizzando  l’archivio  SMAIL 

presente nel sito Unioncamere Emilia Romagna. 

TERRITORIO  UL ogni 100 residenti variazione % 08‐14  % U.L. agricoltura  % U.L. manifatturiero

AREA SNAI REGGIO  12,7  ‐5,6%  27,0%  12,0% 

PROV RE  10,3  ‐4,4%  11,8%  15,9% 

PROV MO  10,4  ‐2,8%  11,4%  17,2% 

REGIONE ER  10,4  ‐2,9%  13,4%  12,8% 

Tabella 17 Unità locali per 100 residenti al 2014, variazione 2008‐2014 e incidenza dei comparti agricolo e manifatturiero sul totale 

 

I dati relativi al mese di giugno 2014 evidenziano l’elevata densità imprenditoriale 

dell’area  osservata,  con  12,7  Unità  Locali  esistenti  sul  territorio  ogni  100 

Page 44: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   44

residenti,  un  dato  superiore  ai  valori  provinciali  e  regionali  che  si  attestano 

attorno  alle  10  unità  locali  per  100  residenti.  Le  dinamiche  più  recenti  sono 

piuttosto negative nel territorio montano considerato, con una riduzione del 5,6% 

delle unità  locali dal 2008 al 2014. L’incidenza del comparto agricolo è rilevante, 

dato che oltre un quarto delle unità locali sono agricole, valore doppio rispetto ai 

dati provinciali di Modena  e Reggio.  Il  comparto manifatturiero è  al  12,0% del 

totale  delle  unità  locali  presenti  nel  territorio  della  Strategia  Nazionale  ,  dato 

inferiore  ai  valori  provinciali  modenese  e  reggiano,  ma  in  linea  con  la 

composizione media regionale. 

U.L. 2014  agricoltura  Industria  costruzioni  commercio  terziario  TOTALE 

Corniglio  113  40  39  35  62  289 

Monchio  45  10  22  21  36  134 

Neviano  223  90  62  58  74  507 

Palanzano  58  19  39  28  37  181 

Tizzano  114  58  54  46  61  333 

Busana  13  19  41  31  53  157 

Carpineti  152  70  96  64  111  493 

Casina  138  59  142  104  101  544 

Castelnovo ne' Monti  227  117  259  346  332  1.281 

Collagna  18  12  20  20  61  131 

Ligonchio  15  14  22  20  27  98 

Ramiseto  70  13  32  27  49  191 

Toano  138  57  103  103  113  514 

Vetto  73  18  53  53  64  261 

Villa Minozzo  120  37  103  83  122  465 

Frassinoro  48  33  54  50  72  257 

Montefiorino  53  40  45  60  76  274 

Palagano  73  44  62  57  72  308 

Prignano sulla Secchia  164  74  60  77  80  455 

AREA SNAI REGGIO  1.855  824  1.308  1.283  1.603  6.873 

Tabella 18 Unità locali al 2014 dei comuni dell’area suddivisi per comparto 

 

I 19 comuni dell’area  racchiudono al 2014 6.873 unità  locali, e di queste  il 27% 

rientrano nel comparto agricolo che con 1.855 unità locali è il più diffuso, seguito 

dal terziario con 1.603 unità locali. La ripartizione su base provinciale vede 1.444 

unità locali nei 5 comuni della provincia di Parma, 1.294 nei 4 comuni modenesi, e 

4.135  nei  10  comuni  reggiani.  L’agricoltura  è  la  specializzazione  prevalente  nei 

comuni parmensi dell’area  selezionata,  soprattutto nei comuni di Neviano degli 

Page 45: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   45

Arduini  e  Tizzano  val  Parma.  Il  livello  di  specializzazione  nel  comparto 

manifatturiero è più elevato nel parmense (15%) e nel modenese (14%), rispetto 

al  10% delle unità  locali dei  comuni  reggiani.  I  comuni  appartenenti  all’Unione 

montana  dell’Appennino  Reggiano  sono  maggiormente  specializzati  nelle 

costruzioni  e  nel  commercio,  soprattutto  nei  comuni  di  Casina,  Castelnovo  né 

Monti, e Toano. 

 

Variazione U.L. 2008‐2014  agricoltura  Industria  costruzioni  commercio  terziario  TOTALE 

Corniglio  ‐13,7%  ‐2,4%  ‐13,3%  ‐14,6%  10,7%  ‐8,0% 

Monchio  ‐13,5%  ‐16,7%  22,2%  ‐4,5%  ‐14,3%  ‐8,2% 

Neviano  ‐15,5%  ‐10,0%  3,3%  ‐9,4%  12,1%  ‐8,5% 

Palanzano  ‐9,4%  ‐24,0%  ‐11,4%  ‐15,2%  ‐2,6%  ‐11,3% 

Tizzano  ‐12,3%  ‐9,4%  0,0%  7,0%  ‐1,6%  ‐5,7% 

Busana  0,0%  ‐17,4%  32,3%  ‐18,4%  3,9%  0,6% 

Carpineti  ‐9,0%  ‐2,8%  5,5%  ‐16,9%  ‐9,8%  ‐7,0% 

Casina  ‐9,2%  0,0%  ‐15,5%  4,0%  ‐4,7%  ‐7,0% 

Castelnovo ne' Monti  ‐8,8%  ‐6,4%  ‐8,5%  ‐3,4%  5,1%  ‐3,8% 

Collagna  12,5%  50,0%  5,3%  ‐16,7%  32,6%  15,9% 

Ligonchio  15,4%  ‐22,2%  0,0%  ‐9,1%  0,0%  ‐3,9% 

Ramiseto  ‐6,7%  ‐13,3%  ‐8,6%  3,8%  0,0%  ‐4,5% 

Toano  ‐11,0%  ‐12,3%  ‐9,6%  ‐10,4%  1,8%  ‐8,2% 

Vetto  ‐18,0%  ‐21,7%  ‐11,7%  ‐7,0%  1,6%  ‐10,6% 

Villa Minozzo  ‐10,4%  ‐11,9%  ‐1,0%  ‐6,7%  3,4%  ‐4,5% 

Frassinoro  ‐9,4%  3,1%  8,0%  ‐9,1%  1,4%  ‐1,5% 

Montefiorino  ‐11,7%  ‐13,0%  7,1%  ‐10,4%  5,6%  ‐4,5% 

Palagano  ‐19,8%  ‐4,3%  6,9%  ‐3,4%  1,4%  ‐5,2% 

Prignano sulla Secchia  ‐14,1%  ‐3,9%  13,2%  ‐7,2%  2,6%  ‐5,6% 

AREA SNAI REGGIO  ‐11,6%  ‐7,7%  ‐3,2%  ‐6,6%  2,4%  ‐5,6% 

Tabella 19 Variazione 2008‐2014 delle Unità locali dei comuni dell’area suddivisi per comparto 

 

Nel  periodo  2008‐2014  le  unità  locali  complessive  dell’area  sono  diminuite  del 

5,6%.  Il  settore  primario  è  quello  che  ha  sofferto maggiormente  con  un  calo 

dell’11,6%.  Analogamente  il  comparto  secondario  non  ha  attraversato  un 

momento  facile,  con  diminuzioni  del  7,7%  del  manifatturiero  e  del  3,2% 

nell’edilizia.  Il  terziario  si  dimostra  come  l’unico  comparto  in  crescita,  con  un 

incremento  del  2,4%  in  netta  controtendenza  con  gli  altri  comparti  osservati, 

mentre il commercio fa registrare una diminuzione del 6,6%. 

Page 46: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   46

Tutti i 19 comuni dell’area nei 6 anni dell’intervallo osservato hanno dovuto fare 

fronte  ad  una  riduzione  delle  unità  locali,  con  le  sole  eccezioni  di  Busana  e 

Collagna. Nel comparto agricolo è degno di nota l’incremento delle unità locali nei 

comune del crinale reggiano di Collagna e Ligonchio, mentre nel comparto edile 

in buona parte dei  comuni  c’è  stato un  aumento delle  sedi di  impresa.  Il dato 

complessivo del comparto è negativo dato che  i comuni con variazioni negative 

sono anche quelli di dimensioni maggiori, come Castelnovo né Monti, Palanzano, 

Casina e Vetto. 

Nel commercio la riduzione delle unità locali è generalizzata a tutti i comuni, con 

le  sole  eccezioni  di  Tizzano  val  parma,  Casina  e  Ramiseto;  nel  terziario  è 

l’incremento  ad  essere  un  trend  diffuso,  con  alcune  eccezioni  soprattutto  nei 

comuni parmensi. 

SISTEMI PRODUTTIVI PREVALENTI – GLI ADDETTI NELLE UNITÀ LOCALI 

L’analisi  dell’evoluzione  economica  nei  comuni  della  area  selezionata  per  la 

Strategia  Nazionale  delle  Aree  Interne  prosegue  con  l’osservazione  dei  dati 

relativi  agli  addetti  nelle  unità  locali,  anche  in  questo  caso  prima  con  lo  stato 

dell’arte al 2014, e poi  la variazione degli addetti nell’intervallo temporale 2008‐

2014. 

TERRITORIO addetti ogni 100 

residenti  variazione % 08‐14 % add. agricoltura% add. 

manifatturiero  % add. terziario

AREA SNAI REGGIO  26,9  ‐1,8%  18,8%  26,3%  26,2% 

PROVINCIA RE  35,5  ‐5,0%  5,7%  39,5%  28,5% 

PROVINCIA MO  37,3  ‐5,1%  5,3%  38,6%  30,8% 

REGIONE ER  35,8  ‐3,9%  6,8%  30,1%  36,5% 

Tabella 20 Addetti per 100 residenti al 2014, variazione 2008‐2014 e incidenza dei comparti agricolo, manifatturiero e terziario sul totale 

I dati relativi al mese di giugno 2014 mostrano per  il  territorio selezionato   una 

presenza  di  addetti  alle  unità  locali meno  capillare  rispetto  a  quanto  accade  a 

livello provinciale e  regionale,  con 26,9  addetti esistenti  sul  territorio ogni 100 

residenti, un dato inferiore ai valori provinciali e regionali che si attestano attorno 

ai  35‐37  addetti  per  100  residenti.  Le  dinamiche  più  recenti  sono  di  segno 

negativo nel territorio anche se al contempo danno  importanti segnali di tenuta 

del sistema, con una riduzione dell’1,8% degli addetti dal 2008 al 2014, riduzione 

Page 47: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   47

nettamente migliore rispetto al –5% osservato nelle province di Reggio e Modena 

e al ‐3,9% osservato a livello regionale. 

L’incidenza  del  comparto  agricolo  è  rilevante,  dato  che  il  18,8%  degli  addetti 

opera nel settore primario, valore triplo rispetto ai dati provinciali di Modena e 

Reggio.  Il comparto manifatturiero è al 26% del totale degli addetti presenti nel 

territorio  montano  emiliano,  dato  inferiore  ai  valori  dei  grandi  aggregati 

confrontati,  soprattutto  rispetto  ai  dati  provinciali  di  Reggio  e  Modena. 

L’incidenza degli addetti nel settore  terziario  (escluso  il commercio, per  il quale 

esistono dati appositi) è pari al 26%,  inferiore al 28,5% di Reggio e al 30,8% di 

Modena, e molto lontano dal 36% della Regione Emilia Romagna. 

 

Tabella 21 Addetti al 2014 dei comuni dell’area SNAI suddivisi per comparto 

Nel 2014 nei comuni dell’area operano 14.532 addetti. Il comparto che include il 

maggior numero di addetti è quello del manifatturiero, con 3.822 addetti totali, 

seguito dal terziario con 3.802 addetti, pari al 26%.  

Addetti 2014  agricoltura  industria  costruzioni  commercio  terziario  TOTALE 

Corniglio  146  115 73 46  122  502

Monchio  73  17 35 34  74  233

Neviano  315  300 92 70  149  926

Palanzano  91  64 53 30  102  340

Tizzano  150  352 88 56  139  785

Busana  14  67 62 32  116  291

Carpineti  261  297 179 97  230  1.064

Casina  205  208 178 159  248  998

Castelnovo ne' Monti  339  598 415 757  1.097  3.206

Collagna  30  16 41 22  109  218

Ligonchio  24  41 44 27  54  190

Ramiseto  112  76 56 45  139  428

Toano  242  492 202 145  292  1373

Vetto  89  70 64 66  105  394

Villa Minozzo  182  95 161 128  240  806

Frassinoro  69  331 99 67  119  685

Montefiorino  66  181 57 79  198  581

Palagano  107  190 169 72  118  656

Prignano sulla Secchia  222  312 71 100  151  856

AREA SNAI REGGIO  2.737  3.822 2.139 2.032  3.802  14.532

Page 48: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   48

I  comuni  con  le  quote  maggiori  di  addetti  in  agricoltura  sono  Neviano  degli 

Arduini,  Corniglio,  Ramiseto  e  Prignano  sulla  Secchia.  I  centri  dell’area  con  la 

maggiore concentrazione di addetti nel comparto manifatturiero sono Tizzano val 

Parma, Carpineti, Toano, Frassinoro, Palagano e Prignano. Gli addetti nell’edilizia 

e  del  commercio  sono  ancora  più  concentrati  in  pochi  centri,  e  gran  parte  di 

questi si trovano nella Provincia di Reggio Emilia (Casina, Toano, Villa Minozzo e 

Castelnovo né Monti). Gli addetti nel  terziario sono distribuiti  in modo equo  su 

tutti i comuni, con la sola eccezione di Catselnovo né Monti. 

Tabella 22 Variazione 2008‐2014 degli addetti dei comuni dell’area SNAI suddivisi per comparto 

La diminuzione di  addetti  registrata nel  complesso dell’area è pari  al  ‐1,8%.  Le 

costruzioni  sono  il  comparto  che  ha  sofferto  la  contrazione  più  elevata  del 

numero di addetti, con una riduzione del  ‐11%, seguita dal manifatturiero con  il 

7,5%. Il terziario è il comparto cui si deve la ridotta diminuzione degli addetti nel 

complesso:  gli  addetti  nel  terziario  sono  cresciuti  del  10,5%  nel  periodo  2008‐

2014, gli addetti nel commercio sono cresciuti del 3,9%. 

Addetti 2014  agricoltura  industria  costruzioni  commercio  terziario  TOTALE 

Corniglio  ‐10,4% ‐0,9% ‐17,0% ‐8,0%  16,2%  ‐3,8%

Monchio  0,0% ‐10,5% ‐5,4% 41,7%  ‐6,3%  0,4%

Neviano  ‐6,3% ‐6,5% ‐13,2% ‐15,7%  16,4%  ‐4,9%

Palanzano  ‐4,2% ‐23,8% ‐15,9% ‐23,1%  8,5%  ‐9,3%

Tizzano  ‐14,8% 22,6% 14,3% 9,8%  33,7%  12,9%

Busana  7,7% ‐17,3% ‐1,6% ‐17,9%  12,6%  ‐2,7%

Carpineti  ‐2,6% ‐26,7% ‐2,7% ‐1,0%  ‐3,4%  ‐10,8%

Casina  ‐6,8% ‐1,9% ‐18,3% 12,8%  ‐3,9%  ‐4,9%

Castelnovo ne' Monti  ‐3,1% 1,9% ‐23,4% 12,6%  17,7%  4,0%

Collagna  11,1% 60,0% ‐8,9% ‐15,4%  22,5%  10,7%

Ligonchio  41,2% ‐16,3% 100,0% 3,8%  17,4%  18,8%

Ramiseto  ‐6,7% 13,4% ‐3,4% 25,0%  29,9%  10,3%

Toano  0,8% ‐0,6% ‐12,9% ‐4,0%  30,4%  2,3%

Vetto  ‐11,9% ‐63,4% ‐13,5% ‐1,5%  ‐29,1%  ‐32,2%

Villa Minozzo  1,1% ‐15,9% ‐9,0% 3,2%  9,1%  ‐1,0%

Frassinoro  6,2% 3,4% ‐10,0% ‐1,5%  2,6%  0,9%

Montefiorino  ‐9,6% ‐22,0% 3,6% ‐8,1%  8,8%  ‐7,5%

Palagano  ‐9,3% ‐13,2% ‐8,2% 1,4%  ‐3,3%  ‐8,1%

Prignano sulla Secchia  ‐4,7% ‐3,1% 4,4% ‐2,9%  4,1%  ‐1,7%

AREA SNAI REGGIO  ‐4,6% ‐7,5% ‐11,0% 3,9%  10,5%  ‐1,8%

Page 49: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   49

Gli  addetti  nel  settore  primario  attraversano  tendenze  diverse:  in  provincia  di 

Parma  e  in  quella  di  Modena  sono  in  netto  calo,  nel  reggiano  crescono, 

soprattutto nei comuni del crinale (Busana, Ligonchio, Collagna). I due settori del 

comparto  secondario,  vale  a  dire  manifatturiero  e  costruzioni,  sono  in 

diminuzione nella maggior parte dei comuni  inclusi nella  strategia,  salvo alcune 

eccezioni. Il commercio vede gli addetti diminuire nei comuni più piccoli, ma allo 

stesso  tempo  li vede crescere nei comuni di dimensioni demografiche maggiori, 

col  risultato  che  la  crescita  dell’aggregato  è  stata  del  +3,5%.  Gli  addetti  nel 

comparto  terziario crescono  in  tutti  i comuni, salvo alcune eccezionio  (Monchio 

delle Corti, Vetto, Casina e Palagano). 

 

OFFERTA E DOMANDA TURISTICA 

L’analisi  della  ricettività  prende  in  esame  dai  dati  relativi  al  2013  il  totale  di 

strutture  ricettive  e  posti  letto  presenti  nei  comuni,  le  presenze  turistiche 

comunali rilevate al 2013 e  la  loro variazione rispetto al 2010,  la percentuale di 

presenze  turistiche  straniere  sul  totale.  I  dati  che  seguono  sono  indicativi  per 

fornire  un  buon  quadro  d’insieme  dello  stato  dell’offerta  e  della  domanda 

turistica nei comuni, con  l’avvertenza che  sia dal  lato offerta, che dal  lato della 

domanda, mancano  i dati  relativi alle  seconde case, che  sono una componente 

rilevante del turismo appenninico.  

Nel  2013  nel  territorio  della  Strategia Nazionale Aree  Interne  si  trovano  7.689 

posti  letto  totali,  suddivisi  in  1.959  alberghieri  e  5.730  extra‐alberghieri.  Le 

considerazioni che emergono dall’osservazione della  suddivisone delle  strutture 

riguardano  il problema della qualità delle stesse: L’offerta ricettiva del territorio 

dovrà necessariamente confrontarsi con la necessità di attrezzarsi per fare fronte 

alle richieste di target economicamente più elevati rispetto agli standard attuali. 

Investimenti  operati  nel  settore  negli  ultimi  anni  hanno  condotto  ad  una 

maggiore diversificazione dell’offerta, grazie anche alla presenza di alcuni poli a 

doppia stagionalità. Altro punto di forza del comparto è il crescente interesse per 

l’escursionismo  e  l’ecoturismo,  che  possono  sfruttare  la  presenza  dei  Parchi 

Nazionale e Regionali come elemento di attrazione di nuovi flussi turistici, ma ci 

Page 50: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   50

sono anche punti di debolezza come l’eccessiva stagionalità e frammentazione, e 

alcune aree che sono carenti di posti letto e di offerta, oltre ad un basso livello di 

internazionalizzazione dei flussi che caratterizza tutto il territorio. Il momento del 

settore non è sicuramente semplice, con variazioni negative importanti rispetto ai 

valori del 2010, e una ridotta capacità di attirare turismo estero. 

  n° esercizi alberghieri 

posti letto alberghieri 

n° esercizi extraalberghie

ri 

posti letto extraalberghie

ri 

Posti letto totali 

posti letto per 100 residenti 

Corniglio  4 81 10 232  313 15,7

Monchio  4 85 6 204  289 29,6

Neviano  2 41 20 113  154 4,2

Palanzano  1 14 4 20  34 2,9

Tizzano  1 15 9 410  425 20,0

Busana  6 268 5 1.049  1.317 103,8

Carpineti  4 154 13 102  256 6,2

Casina  2 47 14 126  173 3,8

Castelnovo ne' Monti  7 180 7 79  259 2,4

Collagna  9 318 6 700  1.018 106,3

Ligonchio  5 109 11 386  495 58,2

Ramiseto  4 55 11 660  715 56,3

Toano  2 58 7 352  410 9,1

Vetto  1 21 5 33  54 2,8

Villa Minozzo  7 246 19 501  747 19,5

Frassinoro  6 137 12 703  840 43,1

Montefiorino  2 31 7 24  55 2,5

Palagano  3 83 2 30  113 4,9

Prignano sulla Secchia  1 16 1 6  22 0,6

AREA SNAI REGGIO  71 1.959 169 5.730  7.689 14,2

Tabella 23 Offerta turistica nei comuni dell’area 

L’offerta  di  posti  letto  alberghieri  è  concentrata  in  pochi  comuni:  Busana, 

Collagna,  Carpineti,  Castelnovo  né Monti, Villa Minozzo  e  Frassinoro.  I  comuni 

parmensi  sono  assolutamente  deficitari  sotto  questo  aspetto,  e  anche  quelli 

modenesi  non  sono  molto  attrezzati  in  termini  di  alberghi,  se  si  esclude 

Frassinoro.  L’offerta  di  posti  letto  extra‐alberghieri  è  concentrata  negli  stessi 

comuni, cui si aggiungono Ramiseto con 660 posti  letto e Tizzano val Parma con 

410  posti  letto.  Il  risultato  di  queste  due  variabili  combinate  è  un’elevata 

concentrazione  di  posti  letto  in  5  comuni:  Busana,  Collagna,  Ramiseto,  Villa 

Minozzo e Frassinoro assieme racchiudono 4.637 posti  letto su 7.689 totali, pari 

Page 51: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   51

al  60%. Questi  stessi  5  comuni  sono  anche  quelli  che  evidenziano  i  valori  più 

elevati nel rapporto tra posti letto e residenti, a conferma della concentrazione di 

posti letto. Frassinoro è l’unico comune non reggiano di questi 5: la ricettività nei 

comuni delle province di Modena e Parma appartenenti all’area della Strategia 

deve ancora fare grossi passi in avanti. 

 

   presenze  % presenze straniere Variazione % rispetto al 

2010 

Corniglio  8.724 3,4% 32,2%

Monchio  3.574 1,0% ‐29,0%

Neviano  2.714 33,1% ‐17,5%

Palanzano  0 0,0% 0,0%

Tizzano  1.425 5,7% 227,6%

Busana  6.362 20,1% ‐86,7%

Carpineti  4.838 6,2% ‐32,0%

Casina  1.120 17,0% ‐87,3%

Castelnovo ne' Monti  9.973 6,9% ‐38,1%

Collagna  14.466 1,4% ‐35,6%

Ligonchio  2.131 4,9% ‐79,7%

Ramiseto  4.649 1,3% ‐64,6%

Toano  2.247 7,7% ‐44,2%

Vetto  152 17,1% ‐94,2%

Villa Minozzo  3.647 6,8% ‐76,5%

Frassinoro  4.854 8,1% ‐71,1%

Montefiorino  77 20,8% ‐94,8%

Palagano  1.373 13,6% ‐77,3%

Prignano sulla Secchia  498 59,2% 643,3%

AREA SNAI REGGIO  72.824 7,5% ‐61,2%

Tabella 24 Domanda turistica nei comuni dell’area nel 2013 

Il  problema  già  evidenziato  della  concentrazione  turistica  in  pochi  comuni  riemerge 

anche quando si analizza il dato delle presenze. Puntualizzando che nel caso dei comuni 

parmensi  sono  stati  esaminati  i  dati  riferiti  al  2012  e  non  al  2013,  nei  comuni  di 

Corniglio,  Busana,  Castelnovo  né  Monti  e  Collagna  si  trovano  oltre  la  metà  delle 

presenze turistiche totali dell’area. 

Page 52: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   52

La bassa presenza degli  stranieri  è un problema: nell’area  solo  il 7,5% delle presenze 

sono  state  estere,  con  alcune  eccezioni  nei  comuni  di  Neviano  degli  Arduini  (33%), 

Busana (20%), Montefiorino (20%) e Palagano (59%). 

La  variazione  percentuale  rispetto  al  2010  ribadisce  il  momento  di  crisi  del 

settore,  con  una  riduzione  del  61%. Questa  riduzione  non  è  stata  analoga  nei 

comuni parmensi, mentre ha avuto proporzioni numeriche maggiori in gran parte 

dei  comuni  reggiani  e modenesi.  Solamente  a  Tizzano  e  Palagano  le  presenze 

turistiche del 2013 sono state superiori rispetto al 2010, probabilmente perché le 

presenze nel 2010 erano ridotte ai minimi termini. 

Page 53: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   53

Qualità della vita e accesso ai servizi 

SERVIZI SANITARI E SCOLASTICI 

L’accessibilità  ai  servizi  sanitari e  scolastici nei  territori dell’area della  Strategia 

Nazionale  Aree  Interne  viene  definita  utilizzando  l’indicatore  dell’accessibilità, 

che esprime  la quantità di reparti ospedalieri, classi di  istituti superiori o servizi 

equivalenti  (che  includono oltre  a  reparti ospedalieri e  classi  scolastiche  anche 

servizi bancari e culturali) raggiungibili da un determinato luogo in 30 minuti. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

L’analisi di contesto del PSR regionale evidenzia una sostanziale diversità tra la parte nord‐est della regione a partire dalla Via Emilia che è ben servita, e la parte appenninica molto meno integrata, e i dati specifici relativi all’area dell’Unione Appennino Reggiano allargata confermano questa ipotesi. 

 

 

 

 

 

Figura 1 Accessibilità ai servizi equivalenti in 30 minuti

Page 54: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   54

 TERRITORIO  servizi sanitari  servizi scolastici  servizi equivalenti 

AREA SNAI REGGIO  5,9  43,2  6,4 

PROV RE  130,0  763,3  107,8 

PROV MO  127,6  769,4  108,1 

REGIONE ER  106,9  602,4  101,3 

Tabella 25 Accessibilità ai servizi sanitari, scolastici ed equivalenti nel GAL Frignano, nelle Provincia di MO e RE ed in regione 

La media  ponderata  per  i  comuni  dell’Area  dell’Appennino  Reggiano  SNAI  nei 

valori  di  accessibilità  è  rispettivamente  di  5,9  reparti  ospedalieri,  43,2  classi  di 

istituti di istruzione secondaria, e 6,4 servizi equivalenti raggiungibili in 30’, valori 

molto  distanti  dalle medie  delle  province  di  Reggio  e Modena  e  della  Regione 

Emilia Romagna per  tutte e  tre  le categorie osservate. Come già  indicato anche 

nell’analisi di contesto del PSR, l’accessibilità tende a crescere man mano che ci si 

avvicina alla via Emilia e si scende di altitudine, anche su valori molto lontani dalle 

medie provinciali e regionali anche per l’ambito di collina. 

DIGITAL DIVIDE 

Come  indicatore  relativo  alla  copertura  e  ai  servizi  ICT  utilizziamo  il  livello  di 

copertura  della  banda  larga  per  comune.  La  fonte  è  il  MSE  ‐  dipartimento 

comunicazione del 2012. 

TERRITORIO % popolazione priva di accesso alla banda 

larga da rete fissa % popolazione priva di accesso alla banda 

larga da rete fissa e mobile 

AREA SNAI REGGIO  40,9%  29,0% 

PROV RE  6,8%  3,4% 

PROV MO  9,4%  3,8% 

REGIONE ER  9,1%  3,7% 

Tabella 26 Percentuale di popolazione sprovvista di accesso alla banda larga da rete fissa e mobile. Confronto con province e regione 

Premettendo  che  i  dati  rappresentano  medie  ponderate  dei  singoli  valori 

comunali, nel territorio del dell’area montana reggiana il 40,9% della popolazione 

non ha accesso alla banda larga da rete fissa (per banda larga si intende oltre i 2 

Mbyte/secondo), quota che scende al 29% se si  include  la rete mobile.  I comuni 

Page 55: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   55

del crinale  in tutte  le province sono quelli con  le difficoltà maggiori, soprattutto 

Corniglio, Monchio delle Corti, Ligonchio, Ramiseto, Frassinoro e Palagano 

Come era  lecito attendersi, nel confronto con  le province di Reggio e Modena e 

con  la  regione  Emilia  Romagna  esiste  una  diversa  condizione  nell’accesso  alla 

banda larga: il dato regionale vede il 9% della popolazione che non ha accesso da 

rete fissa, ed  il 4% scarso se si  include  la rete mobile, valori pressoché  identici a 

quelli  della  provincia  di  Modena,  quella  di  Reggio  si  differenzia  per  il  7%  di 

popolazione che non ha accesso da rete fissa. 

REDDITO DELLA POPOLAZIONE 

Una quantificazione attendibile su base comunale del livello di povertà e degrado 

della popolazione applicabile ai 19 comuni  inclusi all’interno dell’area candidata 

per la strategia è di difficile stima e definizione, quindi come approssimazione del 

livello  di  benessere  economico  presente  nei  territori  si  andrà  a  quantificare  il 

livello di reddito per dichiarante su base comunale nel periodo 2005‐2010. 

Prima  di  andare  nel  dettaglio  dei  dati,  è  doveroso  puntualizzare  che  la  serie 

storica  diffusa  nel  sito  del  ministero  delle  finanze  e  su  Unioncamere  Emilia 

Romagna relativa al reddito dichiarato per dichiarante desunta dalle dichiarazioni 

dei redditi, è un valido indicatore del livello medio del reddito, ma non dà alcuna 

indicazione sulla sua allocazione e distribuzione. 

 

Page 56: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   56

  

Figura 2 Dinamica del reddito imponibile pro capite anni 2005‐2010 

Il reddito imponibile dichiarato nell’area montana si mantiene inferiore rispetto ai valori medi provinciali e regionali per tutta la serie storica osservata, con una progressione crescente che porta il reddito pro capite medio nell’aggregato dei 19 comuni dal valore dai 18.042 € del 2005 a 20.568 € nel 2010. Nei 6 anni osservati l’area oggetto del focus raggiunge il livello medio di reddito su cui era situata la regione al 2005, ma ovviamente nello stesso periodo i livelli medi regionali e provinciali sono cresciuti, e la distanza con gli aggregati geografici maggiori si è sempre mantenuta piuttosto costante nel tempo. In termini di creazione della ricchezza e del reddito, c’è ancora un gap importante da colmare tra i territori delle aree interne ed il resto della provincia/regione. 

  Reddito imponibile 

2005 Reddito imponibile 

2010 Variazione % rispetto al 

2005 

Corniglio  17.812,6  20.520,6  15,2% 

Monchio  17.283,6  19.774,4  14,4% 

Neviano  17.768,8  21.117,0  18,8% 

Palanzano  17.670,2  20.035,2  13,4% 

Tizzano  17.974,6  20.594,6  14,6% 

Busana  16.819,5  18.820,6  11,9% 

Carpineti  18.030,3  21.159,2  17,4% 

Casina  18.016,5  19.606,8  8,8% 

Castelnovo ne' Monti  19.081,5  21.538,6  12,9% 

Collagna  16.107,4  18.584,9  15,4% 

Ligonchio  16.795,2  20.469,0  21,9% 

Ramiseto  16.278,6  21.018,6  29,1% 

Toano  18.338,1  21.778,6  18,8% 

Vetto  17.958,2  18.780,5  4,6% 

Villa Minozzo  16.784,5  18.288,8  9,0% 

Frassinoro  16.545,4  18.581,1  12,3% 

Montefiorino  18.929,6  20.338,6  7,4% 

Palagano  17.697,4  20.284,2  14,6% 

Prignano sulla Secchia  19.442,6  19.593,6  0,8% 

AREA SNAI REGGIO  18.042,1  20.568,0  14,0% 

Tabella 27 Reddito imponibile per dichiarante al 2005 e al 2010 nei comuni dell’area 

 

Page 57: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   57

I dati comunali esprimono il reddito imponibile medio per numero di dichiaranti. 

Nel 2005  i comuni col reddito  imponibile maggiore erano Prignano e Castelnovo 

né Monti, gli unici a superare  i 19 mila euro per dichiarante.  I comuni parmensi 

spiccano per uniformità: tutti e 5 si collocavano nel 2005 su valori compresi tra i 

17  ed  i  18  mila  euro,  mentre  nelle  province  di  Reggio  e  Modena  si  notano 

maggiormente le differenze, dovute in buona parte all’altitudine. 

Nel periodo 2005‐2010 il reddito imponibile medio dell’area è salito da 18.042 € a 

20.568 €, pari ad un  incremento del 14%.  I comuni con  le dinamiche di crescita 

più  accentuate  sono  stati  Neviano  degli  Arduini,  Ligonchio  e  Toano;  Prignano, 

Vetto, Montefiorino e Casina si trovano dalla parte opposta, dal momento che  il 

reddito  imponibile  per  dichiarante  è  cresciuto  con  percentuali  sensibilmente 

inferiori al dato aggregato dell’area. 

Page 58: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   58

Contesto ambientale 

USO DEL SUOLO 

L’analisi del contesto ambientale inizia con l’uso del suolo, utilizzando i dati della banca dati “Stria” per aggregazioni territoriali messi a disposizione dalla Regione Emilia Romagna, che fanno riferimento all’anno 2008. 

Nelle tabelle che seguono verrà esaminata la composizione percentuale delle diverse categorie di utilizzazione del suolo. 

 

superficie agricola

Superficie forestale 

Aree artificiali  Altre aree aree boscate 

ambienti con vegetazione arbustiva e/o 

erbacea 

ambienti con vegetazione rada 

o assente 

Regione ER  58,4%  23,9%  3,8%  1,0%  9,2%  3,6% 

Prov RE  56,4%  24,4%  3,8%  1,3%  11,8%  2,3% 

Prov MO  58,8%  22,4%  3,8%  1,1%  11,6%  2,3% 

AREA SNAI REGGIO  31,1%  56,8%  5,9%  1,3%  3,6%  1,3% 

Tabella 28 Copertura del suolo secondo la Carta Regionale del 2008. Confronto area SNAI Reggio Emilia, province di Reggio e Modena, e Regione Emilia Romagna 

La copertura del suolo a livello regionale e nelle due province di Modena e Reggio mostra delle tendenze comuni ed uniformi: la superficie agricola è sul valori compresi tra il 56% ed il 58% della superficie totale, le aree artificiali sono più estese nelle due province con l’11% rispetto al 9% del livello regionale, e nel complesso la superficie forestale è su valori compresi tra il 27% della regione Emilia Romagna ed il 29% della Provincia di Modena.  

Questa composizione cambia radicalmente quando si passa ad osservare il complesso del 19 comuni appartenenti all’area SNAI Reggio Emilia: le aree artificiali sono molto ridotte, con una incidenza sul totale della superficie pari al 3,6%, e lo stesso ragionamento è applicabile anche alla superficie agricola, che copre il 31,1% del territorio. Il 64% della superficie territoriale del GAL è superficie forestale, e le aree boscate ricoprono il 57% del territorio, oltre il doppio dei valori regionali e provinciali. 

Il tema del presidio territoriale e del contrasto dei processi di abbandono del territorio riveste una importanza rilevante, sul fronte agricolo per i rischi che l’abbandono dell’attività agricola comporta in termini di dissesto, e sul fronte del patrimonio immobiliare residenziale e pubblico, che sta attraversando una svalutazione ormai da diverso tempo. La manutenzione del paesaggio e la riqualificazione delle aree artificiali rappresentano una opportunità da cogliere su 

Page 59: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   59

molteplici versanti: con la manutenzione non solo si provvede a migliorare l’immagine del territorio e a metterlo in sicurezza, ma si generano occasioni di impiego e inclusione sociale, oltre a porre un freno alla caduta dei valori immobiliari di tutte quelle opere che non vengono più utilizzate. 

 

BIODIVERSITÀ  

Un punto di forza del contesto ambientale del territorio dell’Unione Montana dell’Appennino Reggiano e dei comuni delle province limitrofe è sicuramente l’ampiezza delle dotazioni naturali  ed ambientali, con la presenza di paesaggi che spiccano per la loro singolarità ed in buona parte riconosciuto come Riserva di Biosfera MaB UNESCO, riconoscimento ottenuto nel 2015 che costituisce una grande opportunità di promozione e diversificazione degli afflussi turistici. 

Il territorio dell’area selezionata custodisce un patrimonio di biodiversità ricco e variegato: al suo interno si trovano un parco nazionale, due parchi regionali e numerosi siti SIC e ZPS. 

Il parco nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano è parte dei comuni dell’alto crinale reggiano di Busana, Collagna, Ligonchio, Ramiseto, Villa Minozzo e Castelnovo né Monti. 

I due parchi regionali che insistono sul territorio selezionato come area per la Strategia Nazionale delle Aree Interne sono il Parco dei Cento Laghi, che interessa i territori di Corniglio, Monchio delle Corti e Tizzano Val Parma per 1.485 ha, e il Parco Regionale dell’Alto Appennino Modenese, che si estende per 8.834 ha nei comuni di Fanano, Fiumalbo, Frassinoro, Montecreto, Pievepelago, Riolunato e Sestola. 

 

TERRITORIO  HA PARCHI  HA ZPS  % PARCHI  % ZPS 

AREA SNAI REGGIO  18.050,3  30.952,4  11,5%  19,7% 

PROV RE  12.664,5  31.211,1  5,5%  11,6% 

PROV MO  10.376,8  24.324,2  4,5%  9,1% 

REGIONE ER  88.356,2  265.551,8  3,9%  11,8% 

Tabella 29 Superfici destinate a parchi e siti Natura 2000 in valore assoluto e in percentuale sul totale 

L’elevata biodiversità presente nell’area candidata è confermata anche dai dati sulle superfici presenti destinate a parco o sito di Rete Natura 2000: l’11,5%% della superficie territoriale complessiva dei 19 comuni è destinata a parco, ed il 

Page 60: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   60

19% a SIC/ZPS, un valore sensibilmente superiore ai dati medi provinciali di Reggio e Modena, e anche alla media regionale emiliano romagnola. 

LE ENERGIE RINNOVABILI 

L’analisi del contesto ambientale prosegue con la disamina della filiera delle energie rinnovabili: quest’ambito è ben presidiato sul territorio, con la presenza di alcune centrali termiche alimentate a cippato ed un mercato della legna da ardere ben strutturato. Il passo successivo da compiere è quello di fare della produzione di energie rinnovabili un fattore di sviluppo delle filiere forestali e un diffusore di servizi di manutenzione del territorio. 

Gli indicatori che andremo ad utilizzare per quantificare numericamente la diffusione delle fonti rinnovabili sono i seguenti: 

la dotazione di biomasse forestale dei comuni, espressa come tonnellate di legna da biomassa forestale ed agricola per abitante (elaborazioni CAIRE su dati uso del suolo CORINE 2008) 

i kw installati per la produzione di fotovoltaico per 1.000 abitanti, fonte elaborazioni CAIRE su dati ATLASOLE 

l’indice di producibilità eolica in MWh/MW, fonte elaborazioni CAIRE su dati dell’Atlante Eolico Italiano 

Territorio  dotazione biomassa forestale producibilità eolica  fotovoltaico 

AREA SNAI REGGIO  2,05  3,73  269,3 

Provincia MO  0,22  2,41  299,4 

Provincia RE  0,25  2,27  250,8 

Regione ER  0,31  2,17  399,4 

Tabella 30 Indicatori relativi alle energie rinnovabili. Confronto GAL, province di Reggio e Modena, e Regione Emilia Romagna 

Le prime due colonne esprimono dei valori potenziali per lo sfruttamento delle energie rinnovabili, mentre la colonna relativa al fotovoltaico esprime un indicatore che misura i kw installati, quindi già esistenti.  L’area individuata per la Strategia Aree Interne possiede una dotazione di biomasse forestali molto elevata, stimata in 2,05 tonnellate di legna per abitante; questo valore non è paragonabile con i dati dei grandi aggregati geografici, che variano dalle 0,22 ton per abitante della Provincia di Modena al valore regionale di 0,31. 

L’indice di producibilità eolica è pari a 3,73, ed anche in questo caso il confronto con le province e il dato regionale è nettamente a favore dell’aggregato di 19 comuni, dato che il valore medio regionale è pari a 2,17. Esistono ancora margini di sviluppo per il fotovoltaico: il dato relativo ai kw installati per 1.000 residenti 

Page 61: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   61

pone l’area a quota 269,3, inferiore al valore regionale di 399 kw installati e alla Provincia di Modena (299), ma superiore alla quantità installata in quella di Reggio (250). 

 

 

 

 

 

 

Page 62: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   62

 

Page 63: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   63

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

PER UNA STRATEGIA DI SVILUPPO LOCALE DELL’APPENNINO REGGIANO ENTRO 

LA STRATEGIA NAZIONALE PER LE AREE INTERNE 

 

D‐ FOCUS GRUOP DI APPROFONDIMENTO 

Page 64: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   64

 

Page 65: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   65

PROPOSTE PER      I FOCUS GROUP NEI QUALI AFFRONTARE CON GLI STAKE‐HOLDER  I NODI CRITICI E FARE EMERGERE LE AZIONI PROGETTUALI CARDINE DELLA STRATEGIA 

Abbiamo estratto dalla SWOT (e dal percorso di intervista ai testimoni privilegiati 

della  realtà  appenninica  che  ha  alimentato  la  stessa  analisi  SWOT,  unitamente 

agli  approcci  di  analisi  quantitativa  condotti  e  alla  consapevolezza  di  una 

applicazione professionale “di lunga durata” sulla montagna reggiana) alcuni nodi 

critici attorno ai quali organizzare gruppi di approfondimento (focus group) con gli 

attori  locali  per  coinvolgerli  nella  messa  a  punto  della  candidatura  e  nella 

delineazione della strategia. Non sono coinvolti  i temi del turismo, che sono già 

ampiamente considerati dagli approcci GAL e MAB. Sono  comunque  indicazioni 

da puntualizzare nella focalizzazione dei temi e nella individuazione degli attori da 

coinvolgere.  

 

A) SUI TEMI DEI SERVIZI DI CITTADINANZA: 

1. Il Mismatching formativo 

Nella  SWOT  affermiamo    che esistono  (! W.11.)  “Difficoltà nell’incontro  tra 

domanda e offerta nel mercato del lavoro (mismatching) in particolare per le 

figure a più elevato livello formativo, sia per la difficoltà delle imprese  (legata 

anche alla piccola dimensione) di esprimere una domanda di  laureati che per 

l’orientamento  dell’offerta  che  risente  della  insufficiente  considerazione 

sociale  di  mestieri  che  esprimano  contenuti  di  lavoro  manuale  e  di 

orientamento al rischio rispetto a mansioni “impiegatizie”.” 

Obiettivi  del  focus:  individuare  azioni  formative  rivolte  a  migliorare 

l’orientamento dei giovani ai “mestieri della montagna”e ad assumere profili 

di  rischio  imprenditoriali  affiancati  da  percorsi  comunicativi  e  di  sostegno 

rivolti alle imprese perché assorbano figure a più alta qualificazione.  

Attori da coinvolgere nel focus group: agenzie formative, dirigenti scolastici, 

Osservatorio della Montagna (CCIAA), espressioni del mondo imprenditoriale, 

imprese leader, start up promettenti. 

Possibile  moderatore  Paolo  Rizzi  Osservatorio  della  Montagna  CCIAA; 

partecipanti  Paola  Bacci,  Dirigente  scolastico  Einaudi,  Roberto  Prampolini, 

Dinamica,  altri  dirigenti  scolastici  ed  agenzie  formative,  associazioni 

imprenditoriali,. 

 

Page 66: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   66

2. La “Città della Montagna”  

Nella SWOT riconosciamo che è un punto di eccellenza: (! S.5.) la “Presenza di 

un  tessuto  di  servizi  di  cittadinanza  (di  base  e  intermedi)  fortemente 

consolidato  con  particolare  riferimento  all’offerta  di  servizi  sanitari  e  socio‐

assistenziali  e  di  servizi  formativi;  significativa  integrazione  delle  esperienze 

(presenza del primo “centro di coordinamento della qualificazione scolastica”) 

e,  contemporaneamente,  affermiamo  che  è  una  opportunità  (O.10.)  la 

“Possibile caratterizzazione del centro di Castelnovo né Monti come Città della 

Montagna  di  rilevo  regionale  (e  più  che  regionale),  come  occasione  (da 

rafforzare) per inserire funzioni urbane più avanzate, in particolare sul fronte 

della  ricerca  e  della  formazione  superiore.” Ma  anche  che  esistono  (!  T.4.) rischi  di  “Ridimensionamento  nella  offerta  dei  servizi  di  cittadinanza 

conseguenti  a  politiche  standardizzate  di  razionalizzazione  della  spesa,  che 

possono determinare ulteriori fenomeni di spopolamento specie per le fasce di 

età giovani con domande di servizi (scolastici, sanitari, etc.) più sensibili.” 

Obiettivi  del  focus:  valutare  la  consistenza/fattibilità  di  una  prospettiva  di 

rafforzamento dei ruoli urbani di Castelnovo né Monti con  la  introduzione di 

funzioni  specialistiche  di  alta  formazione  e  di  ricerca  e  con  il 

mantenimento/qualificazione  di  funzioni  sanitarie  essenziali  e  con  profili  di 

elevata specializzazione secondo modelli organizzativi originali e adeguati allo 

specifico contesto ambientale. 

Attori da coinvolgere nel focus group: Istituzioni locali, istituzioni del servizio 

sanitario  nazionale,  Istituzioni  formative  e  di  ricerca  operanti  localmente 

(CRPA,  Cattolica  di  Piacenza),  presenti  nel  contesto  regionale  (Unimore, 

Università  di  Bologna)  o  che  rappresentano  esperienze  innovative  in  altri 

contesti  regionali  (Università  della  Montagna  di  Edolo,  rappresentanze 

professionali,  istituzioni pubbliche, espressioni associative della utenza   e del 

volontariato). 

Possibile moderatore  Enrico  Bini    Sindaco  Castelnuovo Monti;  partecipanti 

Fausto Giovannelli, Presidente Parco Nazionale, Sen. Leana Pignedoli, dirigenti 

Servizio Sanitario Nazionale, Anna Unimont Edolo, Roberto Fanfani Università 

di  Bologna,  xxx  Università  Modena  e  Reggio,  Enrico  Cocchi,  direzione 

programmazione regione Emilia Romagna. 

 

Page 67: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   67

B) SUI TEMI DEI PROGETTI DI SVILUPPO LOCALE 

3. il “corto circuito” del credito 

Nella SWOT affermiamo    che esistono    (! T.6.) “Restrizioni e difficoltà nella erogazione  del  credito  a  sostegno  degli  investimenti  determinate  dalla 

regolamentazione internazionale che possono mettere a serio rischio anche la 

capacità del sistema locale di ospitare con successo le risorse offerte dai fondi 

comunitari impedendo il co‐finanziamento delle misure del PSR o di altri Fondi, 

rischi da contrastare anche valorizzando  la presenza di  istituzioni  locali come 

le Banche di Credito Cooperativo e i circuiti del prestito sociale cooperativo”.  

Obiettivi  del  focus:  valutare  la  possibilità  di  realizzare  circuiti  di  micro  –

credito  “garantiti”  da  reti  informali  locali  per  accompagnare  i  progetti  di 

sviluppo cofinanziabili dai fondi europei. 

Attori  da  coinvolgere  nel  focus  group:  Istituzioni  del  credito  cooperativo, 

Consorzi Fidi, GAL, espressioni del mondo imprenditoriale agricolo, artigianale 

e commerciale‐turistico. 

Possibile  moderatore  Luciano  Correggi,  Presidente  GAL  Frignano; 

partecipanti: xx Banco Emiliano, xx Cooperfidi; xxx confidi artigiano, Morena 

Scacchi, Direttore Attività Produttive Regione Emilia Romagna (?) 

 

4. il Parmigiano Reggiano, tra crisi e internazionalizzazione  

Nella SWOT riconosciamo che è un punto di eccellenza   (S.2.)  la presenza di 

una  “Economia  montana  con  una  significativa  incidenza  della  tradizionale 

base  agricola  ed  alimentare  nella  formazione  del  prodotto  e  nella 

organizzazione di filiere.”  Come pure  (S.3.) il “Tradizionale orientamento alla 

qualità delle produzioni agricole,  con  il Parmigiano Reggiano  come esempio 

più  emblematico”,  riconoscendo  però  come  elementi  di  debolezza  del 

modello (W.1.)  la  “Crescente  dipendenza  da  forniture  esterne  nei  cicli 

produttivi  primari  (foraggio  per  gli  allevamenti,  latte  per  i  caseifici)”    la 

presenza  (W.2.)  di    “Rilevanti  barriere  all’ingresso  per  nuovi  operatori  nel 

settore di specializzazione tradizionale della zootecnia da  latte” e di (! W.5.) 

un  “Basso  livello  di  internazionalizzazione  ……….  nella  collocazione  sul 

mercato  dei  prodotti  agro‐alimentari  maggiormente  legati  al  territorio 

(Parmigiano  Reggiano  di montagna)”. Una minaccia  significativa  (!  T.1.)    è 

Page 68: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   68

inoltre  rappresentata  dalla  “Crescita  dei  costi  di  produzione  e  degli  oneri 

finanziari  per  le  aziende  agricole  a    conduzione  familiare  e  per  le  strutture 

associative  che  hanno  sostenuto  importanti  processi  di  investimento  per 

allargare  la  scala  di  produzione  della  filiera  del  Parmigiano  Reggiano,  con 

indebitamento  e  riduzione  dei  tempi  di  attesa  del  ritorno  economico  che 

possono ostacolare e  ridurre  la disponibilità di prodotto per  canali diretti di 

commercializzazione (spacci aziendali, farmer market, vendita on line, Gruppi 

di Acquisto Solidale)” nonostante  la presenza di opportunità significative che 

possono  sorgere  (O.4.  )  dal  “Crescente  orientamento  della  domanda 

alimentare  locale    e  internazionale  a  valori  di  qualità/genuinità  e  ad  un 

rapporto più diretto con i produttori portando in evidenza i caratteri distintivi 

della  cultura  alimentare  della montagna  nel  contesto  locale”  e  da    (O.6.) 

“Nuovi  sbocchi  a  mercati  internazionali  favoriti  dalla  promozione 

dell'immagine agro‐alimentare italiana nell'occasione dell'EXPO.” 

Obiettivi  del  focus:  individuare  gli  strumenti  e  i  canali  più  opportuni  per 

sorreggere un percorso di potenziamento e  sviluppo dei  canali  commerciali 

della  produzione  che  ne  sottolineino  i  caratteri  distintivi  e  consentano  di 

spuntare, anche attraverso la differenziazione di marca, migliori condizioni di 

prezzo; progettare la logistica materiale e immateriale di supporto. 

Attori  da  coinvolgere  nel  focus  group:  Consorzio  del  Parmigiano  Reggiano, 

Caseifici  sociali,  rappresentanze  imprenditoriali  del  mondo  agricolo  e 

cooperativo, Associazioni del mondo rurale, Istituzioni di ricerca, policy maker 

regionali e nazionali. 

Possibile moderatore Adelfo Magnavacchi, Direttore CRPA;  partecipanti:  xx 

presidente  latteria sociale  Il Fornacione, Martino Dolci, Presidente Caseificio 

del  Parco  Ramiseto,  xx  Presidente  Caseificio  Casale  di  Bismantova,  xx 

Parmareggio;  Fattoria  Fiori,  Vetto;  Giuseppe  Alai,  Consorzio  di  Tutela 

Parmigiano  reggiano;  Assuero  Zampini,  direttore  Col  diretti;  xx  Direzione 

Agricoltura Regione Emilia Romagna 

 

Page 69: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   69

5. La  comunità  e  la  tradizione  cooperativa,  un  carattere  distintivo  da 

innovare 

Nella SWOT riconosciamo che è un punto di eccellenza  (! S.8.) la “Presenza di un  tessuto  associativo  diffuso  e  radicato  (“molecolare”)  sia  nelle  sue 

espressioni tradizionali (latterie sociali) che in quelle innovative (cooperative di 

comunità),  con  l’emergere  di  nuove  esperienze  e  progetti  pilota  di 

collaborazione che coinvolgono  imprese ed enti anche di ambiti  territoriali e 

settori economici differenti; diffusione di contratti di  rete, start up, spin off” ma contemporaneamente  rileviamo come elemento di debolezza    (! W.12.)  

la  “Fragilità  della  governance  “economica”  del  sistema  locale,  che  ha 

generato scarsa coordinazione ed efficacia del marketing territoriale e non ha 

fatto  emergere  soggetti  preposti  alla  gestione  della  commercializzazione  di 

prodotti turistici e agro‐alimentari.” 

Obiettivi del  focus:  riconoscere  l’esistenza e  il  rilievo  (anche culturale) della 

dimensione associativa cooperativistica come fattore distintivo della tenuta di 

lungo periodo della economia e del tessuto sociale della montagna reggiana; 

favorire  il  confronto e  lo  scambio di esperienze  con altre  realtà  segnate da 

(diversi) modelli cooperativistici. 

Attori  da  coinvolgere  nel  focus  group:  Istituzioni  di  rappresentanza  del 

movimento cooperativo, cooperative di comunità, cooperative sociali, latterie 

sociali,  istituzioni  finanziarie del movimento cooperativo, espressioni di altre 

realtà territoriali a forte radicamento cooperativo (Trentino Alto Adige). 

Possibile  moderatore  Giovanni  Teneggi,  Direttore  Confcooperative; 

partecipanti:  Maurizio  Daolio  (legacoop  ‐turismo)  xx  Famiglia  Cooperativa 

Trentina ; xx briganti Cerreto; Dario Torri Valle dei Cavalieri; Rosanna Bacci, il 

Ginepro coop sociale; Silvio Bertucci, Ovile coop sociale; Maria Luisa Bargossi, 

Direzione sviluppo rurale, regione Emilia Romagna 

 

   

Page 70: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo
Page 71: PRIMA BOZZA DELLA STRATEGIA ALL F · dell’evoluzione demografica di tutti i comuni è tornato ad assumere il segno negativo) e ... L’elemento di maggiore innovazione in questo

Unione Montana Appennino Reggiano – Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne

CAIRE –Urbanistica                                                             versione 1.0 del 10 settembre 2015   70

 

APPENNINO REGGIANO 

Contributi per la Strategia Nazionale per le Aree Interne