Presepi - ULSS7

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PresepiGiani Sartor

Azienda ULSS7Hospice “Casa Antica Fonte”via Palmanova, 2131029 Vittorio Veneto (TV)tel. 0438.665715 - fax 0438 [email protected]

Intuendo.3“Presepi”Mostra personale di Giani Sartoropere 1982 - 2014a cura di Vittorino Pianca13 dicembre 2014 - 8 marzo 2015

immagine del catalogo: Roberto Da Re Giustiniani

www.kellermanneditore.it

foto di: Giuseppe Dall’Arche

stampa: Litotipografia Alcione (TN)

in copertina e in quarta di copertina: “Presepi”, 2014

(cm 48x66, olio su tavola)

in seconda e terza di copertina: “Tutti i titoli”, 2014

(cm 48x66, olio su tavola)

nel frontespizio: “Vicino, lontano”, 2012

(60 cm, olio su tela)

“Quando penso all’hospice non posso non pensare al fatto che tutto ciò che impariamo passa non solo dalle gioie mattutine ma, anche e soprattutto, attraverso un trauma, attraverso qualcosa di radicale che ci costringe a rivedere e ripensare le nostre vite”. Questo è

ciò che mi ha confidato recentemente Giani Sartor, l’artista cui è dedicato il terzo appuntamento del progetto “Arte in hospice”. “Presepi” è il titolo della mostra con cui Sartor sarà ospite della struttura fino a marzo: un gradito “ritorno” il suo, considerato che alcune opere dell’artista coneglianese regalano “colori ed emozioni” alle pareti di Casa Antica Fonte fin dal giorno dell’inaugurazione. Un ritorno doppiamente denso di significato, considerato che è giunto in un momento particolare della sua vita, un momento in cui stava sperimentando il tema della malattia. “Quando mi hai chiesto di allestire la mostra per Casa Antica Fonte - mi ha raccontato alcuni giorni fa - mi stavo preparando ad affrontare un intervento chirurgico. Non avevo tempo per pensare a lungo, così ho deciso di buttarmi, di accettare di fare questa mostra. Poi, durante il ricovero e la convalescenza, ho continuato a pensare al tema della sofferenza e del dolore, momenti fondamentali nella vita di ciascuno di noi”. “Presepi” è il titolo che l’amico Giani ha scelto per questa mostra, laddove il presepe rappresenta il compimento, inteso come il momento più atteso nella Storia. Ma rappresenta, anche, i tanti compimenti che popolano le nostre quotidianità. I presepi di Sartor sono un intersecarsi di colori e parole che danzano sulla tela, si sovrappongono, si compongono e scompongono, come “tanti Natali che si sciolgono in tutti gli altri mesi”. Con questo terzo appuntamento del progetto “Arte in hospice” si consolida il ruolo di Casa Antica Fonte intesa come luogo aperto alla città, spazio di vita sia per gli ospiti che per l’intera comunità. Paul Klee ci ha insegnato che “l’arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è”. La sofferenza dei nostri malati, soprattutto quella interiore, non sempre è visibile agli occhi e allora l’arte assume anche un valore etico e consolatorio; la bellezza, legata al tema della cura, anche lì dove non possiamo più guarire, ci aiuta a curare, testimoniando ai nostri malati la nostra attenzione, premura e affetto.

dr. Gian Antonio Dei TosDirettore Generale Ulss 7

“Forse”, 2014 olio su tela, cm 45x171

Le fredde e trasparenti atmosfere di dicembre, così legate a ricordi di attese gioiose, a colori e suoni custoditi nei recessi della memoria, sono forse le più adatte a far vivere nuovamente l’iniziativa “Arte in Hospice”, che propone la produzione artistica del coneglianese Giani

Sartor.Un pittore che fin dall’inaugurazione dell’Hospice “Casa Antica Fonte”, con squisita generosità e gentilezza, ha lasciato alcune opere ad illuminare con una gamma cromatica dai colori teneri come gli azzurri, profondi come i violetti e i grigi o festosi come i verdi, l’accogliente soggiorno della struttura.Un pittore singolare Giani Sartor, che unisce colori, lemmi e parole in un connubio misterioso e stimolante ad un tempo, capace sempre di sollecitare chi si avvicina alla sua opera a ritrovare dentro di se memoria di giorni, stagioni, luoghi, emozioni ed eventi, riconciliando con la vita anche chi è immerso nell’esperienza dolorosa della malattia.L’inaugurazione della mostra sarà accompagnata dalle musiche del gruppo “Il Convito Musicale”, che propone brani vocali e strumentali del periodo medievale e rinascimentale scelti dal repertorio europeo, utilizzando strumenti le cui custodie sono state dipinte da Giani Sartor.La particolare espressione artistica offerta dal pittore e l’altrettanto singolare evento musicale, richiameranno l’attenzione di quanti amano l’arte nelle sue molteplici forme e sono attenti alla produzione artistica del territorio, dimostrando ancora una volta che l’arte sa suscitare legami profondi e gratificanti che si nutrono della gratuità del dono artistico.Nel contempo l’intera comunità potrà testimoniare, con la propria partecipe presenza, una solidale vicinanza a ospiti, familiari, operatori e volontari della struttura, rompendo l’isolamento indotto spesso dalla malattia.Nell’esprimere la propria gratitudine ai protagonisti di questo evento, il Comitato promotore si augura che altri artisti raccolgano il testimone, dando continuità a questa preziosa iniziativa.

Francesca SteccanellaPresidente del Comitato “Casa Antica Fonte”

nella pagina precedente:“Scrigno d’ingiallite memorie”1996, acquaforte - acquatinta, cm 50x65

Sopra:“Ciminiera e cipressi”, 1961 olio su tela, cm 60X80

Nella pagina a fianco:“Tutti i respiri”, 1990-2014 tempera su carta, cm 28x23

Vittorino Piancal’attesa e il compimento...

Da sempre l’arte trascende l’immagine, è significante e significato: nelle grotte di Lascaux l’uomo primitivo non rappresentava uomini ed animali, ma piuttosto l’esaltazione della caccia e la vittoria sulla natura feroce e sulle proprie paure. L’uomo del Rinascimento italiano rappresentava il proprio desiderio di immortalità, l’anelito a vincere la morte attraverso immagini/opere la cui durata, solo oggi si auspica con sufficiente vigore, possa gareggiare con l’eternità... Ma oggi le immagini sono predominanti, abitano da padrone dentro e fuori i nostri occhi ed i messaggi di massa si impongono con la potenza della serialità e della tecnologia...

Ecco uno dei motivi per cui molti artisti attualmente si spostano a vivere nella marginalità, alla ricerca di una creatività propria e non asservita, alla ricerca di temi esistenziali e di correnti comunicative che abitano il silenzio, alla ricerca di valore nell’ottundente clamore dell’oggi fracassone e invasivo, alla ricerca delle piccole differenze da cui è sostanziata la vita, alla ricerca di se stessi e dell’altro...

E perché altro dovremmo chiamare arte musicale certi strappi sonori, letteratura alcune monche frasi apodittiche, pittura ‘spegazzature’ soggettive di colore se non sono opere/strumenti che puntano direttamente all’interiorità, se non tentano di attingere alle origini della vita attraverso gli archetipi estetici, sepolti o in fase di riorganizzazione?

“Tutti i profili”, 2014 olio su tela, cm 41x185

E perché condividere l’attenzione con questi colori di Giani Sartor che non si aggrappano ad alcuna forma descrittiva, che hanno perso attinenza con il reale, che palesano la debolezza dell’arte figurativa e dell’espressione letteraria insieme tanto da far dubitare se il pittore crede eccessivamente nella loro forza mentre ne svela di continuo la fragilità espressiva e gnoseologica?

La tavolozza di Giani Sartor appare e dispare fra interno ed esterno. Distende davanti ai nostri occhi non una riproduzione mediata, pur sempre verosimile, ma soltanto segni, bande che sorgono da un dove pre-logico, vivono l’attimo d’uno sguardo sulla tela e di nuovo s’inforestano nell’indistinto. Metonimie poetico/pittoriche che nascono

soltanto nell’attimo fuggente in cui diventano agli occhi del nostro piccolo io colori significanti, poi subito si perdono nell’infinita immaterialità del possibile; non hanno significato ma sono significanti...

Non rappresentano delimitazioni tradizionali di superficie visiva, i quadri esposti. Vediamo piuttosto tipi di inquadratura dello sguardo differenti fra loro, inconsueti, che palesano un lungo percorso post sessantotto vaticinante: quadri tondi quadrati triangolari…, pseudo arazzi, tende, tempere che escono dai margini della tela, balconi ridipinti che sembrano visualizzare l’espressione popolare che attribuisce patenti di eccentricità: “fòra come un balcón”...

“Tutte le parole”, 1995-2014 tempera su carta, cm 49x34“Come una golosa pastura il mondo gremito di cose future” (A. Zanzotto), 2000-2012 tempera su carta, cm 34x24

“Le pensiline”, 2004 tempera su carta, cm 30x42 “Borgo Luca”, 1980 olio su tela, cm 50 x 60

Che siamo andati a vedere allora in questi giorni di attesa del Natale?

A Giani Sartor piace dire che le espressioni dell’arte, e della sua arte, sono ognuna un compimento. E proprio come tali in questa mostra le vediamo apparentarsi all’immagine del massimo dei compimenti, inondano la nostra percezione di attinenze, subliminali e perseguite, con l’antico messaggio del presepio; catturano l’anima con le luci appena accennate di un’attesa di trascendenza lontana che s’approssima velata.

Nella pagina a fianco:“E il verde”, 2000-2014 tempera su carta, cm 32,5x25

Liberi di pensare ai monti che compaiono sulla tela come immagini della catena Visentin-Pianezze, del dialogo geologico fra Visentin e Pizzòch, della rupe di Santa Augusta con il suo mito o suggestione di sconosciuti monti lontani in controluce con il tramonto ed il tempo…

È pur vero che ogni manifestazione, ogni epifania è preceduta da un’annunciazione ed ogni annuncio da un’altra profezia fino all’archetipico “fiat lux”. Ecco materializzarsi dunque, quale una necessità metafisica nella pittura di Sartor, la parola. Come nell’antico presepe nacque la Parola, “verbum caro factum est”, così qui compaiono le parole dentro i colori a compiere il progetto, a completare l’umanità in attesa, a complemento del pensiero, ad avvicinare un diverso compimento. Come resistere alla tentazione di assimilare ad una stessa radice le parole καλός “bello” e καλήο “chiamo, parola”?

“A Maria”, 2000 tempera su carta, cm 35x25“Tutti i mari”, 2009 tempera su carta, cm 49x37

“El presente”, 1990 tempera su carta, cm 51x35 “Presepe con tavola”, 1992-2014 tempera su cartone, cm 68x48

“Rovesciamento”, 2012 olio su tela, cm 101x150

“Paesaggio”, 2014 olio su tela, cm 51x62 “Iniziale”, 2013 olio su tela, cm 129x73

“Concerto veneto”, 1993, acquaforte - acquatinta, cm 60x40

Nella pagina a fianco:“Polvere” (part.), 2012 olio su tela, cm 187x227

Ma come nella vita di ogni uomo è costante la ricerca di senso così anche nei dipinti di Giani nessuna parola appare scontata, né in forma evidente, ma va cercata. Ogni parola si snoda verticale, orizzontale, spezzata, satura di colori o dispersa sulla tela e sulle carte, con gruppi di lettere ed assonanze verbali spesso ostiche da ricostruire, quasi sempre nascondendosi, rifuggendo dalle immediate esternazioni, perché proprio il senso nella vita ci sfugge pervicace ed il tracciato del progetto va cercato e messo in crisi continuamente …

La cifra stilistica di Giani è paradigmatica, parola e colori: tutto è dedicato a parlare a tutti, senza squilli di trombe, ma nel silenzio della percezione personale dove l’io costruisce la propria identità fatalmente in costante e scostante divenire …

“Pogerola amalfitana”, 2002, acquaforte - acquatinta, cm 50x65

L’arte di Giani Sartor realizza gli opposti suggerendo le affinità dei contrari.

E’ un’arte comunicante con discrezione. I colori sono come accennati, quasi l’artista faccia deflagrare una tonalità e poi chieda scusa del clamore sollevato.

Nella pagina a fianco:“Polvere” (part.), 2012 olio su tela, cm 187x227

Giani è l’arte della sfumatura cortese. Ogni colore finisce per fondersi con il vicino e quando cambia tonalità non è con l’urlo e la ribellione che muta registro, ma quasi chiedendo scusa della trasformazione, dell’attuarsi di una piccola rivoluzione nel dipanarsi delle emozioni. Eppure non sono ectoplasmi i quadri di Sartor, ma piuttosto filigrane dell’esistenza, realtà che non urlano la loro presenza ma nel silenzio sostengono la metafisica di ogni nostro giorno, l’architettura timida del grumo emotivo che viaggia insicuro nel tempo dei nostri giorni fra sguardo e parola… verso un compimento inatteso in attesa, verso un nuovo inizio... l’universo del reale ci supera, fiat lux…

Anzano, 20 novembre 2014

Vi.P.

Nella pagina a fianco:“Polvere”, 2012 olio su tela, cm 187x227

Nella pagina a fianco:“Visione”, 1982 tempera su carta, cm 49x34

“Il colore si fa portatore di una felicità dell’anima e si propone di riscattare la precarietà e l’incertezza del vivere con un’ostinata affermazione di positività. La pittura di Giani Sartor contiene una profezia di compimento...”

Dalla presentazione di Corrado Castellani a Emergenze del sentire, Villa Brandolini 2012

“Aurora”, 2014 olio su tela, cm 81x69

“In fondo partecipare della pittura è comunicare con la speranza; godere dei tuoi stellati è ancora credere nel ritmo primordiale, in ciò che diviene musica e poesia”.

Luciano Caniato, da Colline e pianure, S. Vendemiano 1996

“Ai salici di quelle acque”, 1992, acquaforte - acquatinta, cm 65x50 “Presepio”, 2012 olio su tela, cm 108x188

...e capanna e stellastanno nel blu da vicini di casa,come se la strada fosse già percorsa.

Paul Celan

Nella pagina a fianco:“Angelo”, 2000 tempera su carta, cm 32x25

“Stalla”, tempera su cartone, 1984-2014 cm 75x61“I confini”, 1982 tempera su carta, cm 50x35

“Nella notte”, 1995-2014 tempera su carta, cm 26x18,5

“La nascita”, 2014 tempera su carta, cm 29x21,5

“Lettera”, 2001-2014 tempera su carta, cm 33x21“Il ritorno”, 2004 tempera su carta, cm 32x22

“Porta”, 2014 tecnica mista su cartone, cm 31x18,5 “Continuazione”, 2014 collage, cm 29x21

Come una golosa pasturail mondo gremito di cose future*

Andrea Zanzotto

*Versi donati per la mostra “Teatri” a Feltre nel 2004