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LA FLORA ESOTICA NEL PLIS PRESENZA E DISTRIBUZIONE A cura di Andrea Viganò con la collaborazione di Franco Zavagno Marnate, novembre 2009 Andrea Viganò dott. Nat. Via De Gasperi, 276 21050 MARNATE – VA – [email protected]

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LA FLORA ESOTICA

NEL PLIS

PRESENZA E DISTRIBUZIONE

A cura di Andrea Viganò

con la collaborazione di Franco Zavagno

Marnate, novembre 2009

Andrea Viganò dott. Nat. Via De Gasperi, 276 21050 MARNATE – VA – [email protected]

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INDICE

INTRODUZIONE ………………………………………………………………………………………...…………2

INQUADRAMENTO GEOGRAFICO DELL'AREA DI STUDIO ……………….………………….…………...3

FINALITA' ………………………………………………………..……………….………………...……………….4

DESCRIZIONE DELL'AREA DI STUDIO ………………………..………………...……………….……………4

METODOLOGIA …………………………………………………………..……………………………...…...…...6

ELENCO FLORISTICO …………………………………...………………………………………………………11

SCHEDE DELLE SPECIE ………………………………………………………………………………………..12

ALBERI ………………………………………………………………………………………………………….....15

ARBUSTI e rampicanti …………………………………………………………………………………………..50

ERBE ……………………………………………………………………………………………………………….64

ALTRE SPECIE …………………………………………………………………………………………………..108

BIBLIOGRAFIA essenziale e di riferimento …..……………………………………………………………….109

INDICE SCIENTIFICO DELLE SPECIE ……………………………………………………………………….110

INDICE VOLGARE DELLE SPECIE …………………………………………………………………………...111

Nota:

Le foto a corredo della presente relazione sono state scattate nell'area di studio da Andrea Viganò nelle

stagioni vegetative 2008 e 2009

La macrofotografia di Erigeron annus , pag. 91 è di Franco Zavagno.

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2 INTRODUZIONE

La presenza di specie esotiche naturalizzate, ovvero originatesi in altri luoghi e in tempi più o meno lunghi

inseritesi stabilmente in un nuovo contesto geografico e ambientale, è un fenomeno che attualmente ha

conosciuto un forte incremento. La facilità odierna insita negli spostamenti degli uomini e delle merci consente

infatti di raggiungere una buona parte del nostro pianeta: in tal modo animali e piante possono essere

trasportati, volutamente, ad esempio per motivi commerciali, o inconsapevolmente da un continente all’altro.

L’inserimento improvviso di una nuova specie in un ambiente a cui è estranea può avere degli effetti

significativi e talora negativi. Alcune specie esotiche, prive di competitori o dovendosi confrontare con

competitori “non attrezzati” dall’evoluzione nei confronti del nuovo venuto, hanno buon gioco moltiplicandosi e

diffondendosi su vasti territori. Questo fenomeno, in alcuni casi più o meno consapevolmente facilitato

dall’uomo, può innescare significativi impatti e trasformazioni difficilmente reversibili anche su vasti ecosistemi.

Questi accadimenti si sono verificati da quando l’uomo ha cominciato a spostarsi e a commerciare, e ne sono

dimostrazione le archeofite (ad es i papaveri), infestanti dei cereali originarie delle steppe orientali che si sono

diffuse sino a noi da quando l’uomo ha iniziato a coltivare. Tuttavia negli ultimi decenni il tasso di presenza e

la distribuzione di specie esotiche sono aumentati. La problematicità è dovuta al fatto che la diffusione di tali

entità sottrae spazio e nicchie ecologiche alle specie originarie che possono venire a trovarsi in difficoltà,

spesso in ambienti già degradati, e quindi regredire. Va detto tuttavia che non tutte le specie esotiche sono

fortemente impattanti e come non tutte abbiano un effetto negativo. Oltre a ciò si potrebbe anche obiettare

che, semplicemente, l’uomo è divenuto sempre più un significativo fattore nel favorire la distribuzione di specie

in nuove aree, fatto che può rientrare nel novero dei fenomeni naturali (le piante, ad esempio, per disperdere

su ampie superfici i propri semi sfruttano il vento, l’acqua, gli animali ed ora, più o meno passivamente,

l’uomo). Sia animali che piante sono protagonisti di queste “invasioni” ed alcune ci sono ben note.

Nell’ambito degli animali recenti e, ahimè, note vicende sono quelle della zanzara tigre e del tarlo asiatico; in

entrambi i casi si è trattato di un’importazione non voluta, dovuta a scarsa conoscenza di tali fenomeni e

assenza di periodi di quarantena. Altra vicenda è quella della testuggine d’acqua dalle orecchie rosse,

originaria dell’America e importata per motivi commerciali; piccola e carina diviene poi grossa e difficile da

tenere in acquario: quindi immessa negli ambienti acquatici più disparati (possiamo vederla anche sull’Olona).

O ancora quella dello scoiattolo grigio, che in Gran Bretagna sta mettendo seriamente in crisi l’autoctono

scoiattolo rosso…

Anche nell’ambito delle specie vegetali esotiche vi sono alcune “maglie nere”: su tutte possiamo qui citare

l’ambrosia che procura serie difficoltà a chi è sensibile al suo polline.

E’ impossibile fare un elenco delle nuove specie presenti in modo più o meno consistente nel territorio italiano:

molte ci sono del tutto sconosciute o passano inosservate (si pensi allo sterminato mondo degli invertebrati).

Di certo è che la biodiversità (qui intesa semplicemente come numero di specie presenti) è aumentata !

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3INQUADRAMENTO GEOGRAFICO AREA DI STUDIO

Il Parco del Medio Olona varesino si trova nella porzione sud-orientale della provincia di Varese, in un'area

molto antropizzata e tradizionalmente vocata all'impresa, che comprende il tratto della Valle Olona tra

Fagnano Olona e Marnate. Oltre alla valle Olona il Parco assomma anche il tratto fagnanese del Tenore e i

boschi ad est di Gorla Maggiore dove scorre il Fontanile di Tradate. I comuni facenti parte del Parco sono

Fagnano Olona, Gorla Maggiore, Solbiate Olona, Gorla Minore, Olgiate Olona e Marnate.

Figura 1 – Inquadramento del “Parco del Medio Olona” nella rete di aree protette provinciali

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4 FINALITA’

Con il presente studio, senza la presunzione di esaurire una tematica in continua evoluzione, si è voluto

fornire un quadro essenziale e attuale della flora esotica presente nel territorio del “Parco del Medio Olona”,

grazie ad un censimento delle specie presenti, a mappe di distribuzione, a informazioni quali-quantitative e a

cenni relativi alla possibile gestione delle specie problematiche. Il tutto corredato da immagini scattate in loco.

DESCRIZIONE AREA DI STUDIO

I sei comuni ricadenti nel parco assommano oltre 50.000 abitanti. Una tale pressione antropica ha

inevitabilmente avuto delle conseguenze sull'ambiente naturale, riducendo gli spazi disponibili e interferendo

con la qualità di quelli residui. Ciononostante, anche grazie ad una maggiore sensibilità nei confronti

dell'ambiente, che è la casa in cui dobbiamo vivere, è oggi possibile trovare nel parco vari tipi di habitat,

ciascuno caratterizzato da una propria flora e fauna. In un ipotetico avvicinamento all'alveo del fiume Olona,

partendo dal pianalto dove si trovano i paesi, possiamo incontrare i boschi di quercia (Quercus robur), con le

radure a Molinia arundinacea, altissima graminacea, e la robinia (Robinia pseudoacacia), che diviene

dominante sulla scarpata, accompagnata dal sambuco (Sambucus nigra). Sul fondovalle, oltre ai prati stabili

da sfalcio, troveremo tracce di prati igrofili, rimboschimenti ed alberi maggiormente legati a suoli umidi, come il

salice bianco (Salix alba) e il pioppo nero (Popolus nigra), sino ad incontrare l'albero più legato all'acqua:

l'ontano nero (Alnus glutinosa).

Perno di tutta l'area è il fiume Olona che grazie alle sue acque ha saputo essere il grande traino dello sviluppo

industriale dell'area. Molteplici infatti sono stati gli usi che l'uomo ha fatto da sempre delle acque del fiume. La

Valle Olona è stata ed è "teatro di tutte le attività umane". Forse la più antica di tutte fu la pesca, seguita dai

mulini, dagli insediamenti di tipo preindustriale e dalle industrie che hanno tratto la loro energia dalle acque del

fiume. Il grande sviluppo economico, accompagnato da un forte incremento demografico, degli anni '50 e '70

del secolo scorso, ebbe come risvolto negativo l'inquinamento, che rese le acque dell'Olona fra le più

inquinate d'Italia. In anni più recenti con i depuratori e la chiusura di numerose industrie, complice la crisi degli

anni '80, la qualità dell'Olona è migliorata notevolmente e la natura ha riconquistato un ruolo primario. Nel

2006 viene istituito il PLIS (Parco Locale di Interesse Sovracomunale) del "Parco del Medio Olona", che ha

come simbolo la civetta, e comprende, come detto, i comuni di Fagnano Olona, Gorla Maggiore, Solbiate

Olona, Gorla Minore, Olgiate Olona e Marnate.

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Figura 2 – Carta d’insieme del PLIS “Parco del Medio Olona”

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6 METODOLOGIA

Cartografia

La base cartografica utilizzata è stata la Carta Tecnica Regionale (CTR) scala 1 : 10.000.

Sul reticolato chilometrico di tale cartografia è stata sovrimposta una griglia di rilevamento avente come maglia

unitaria il chilometro quadrato.

Il territorio del parco risulta così suddiviso in 41 quadranti principali, di cui 6 afferenti alla sponda fagnanese

del Tenore (Figure 3 a,b,c).

Rilevamento di campo

I rilievi hanno interessato tutte le 41 maglie chilometriche. Utilizzando prevalentemente l’ampia rete di sentieri

esistente è stato visitato più volte ogni quadrato chilometrico, onde verificare la presenza di specie vegetali

esotiche.

Sono state escluse dallo studio tutte le proprietà private chiuse all’interno del parco, mentre sono state incluse

le aree industriali dismesse, quando accessibili, e le relative pertinenze.

Non è stato incluso il parco comunale Gonzaga di Olgiate Olona.

Ogni quadrato è stato visitato più volte.

La necessità di ripetere la visita in momenti diversi dell’anno, in particolare nel periodo vegetativo, è dovuta al

fatto che le diverse specie, con particolare riferimento a quelle erbacee, hanno una differente fenologia,

ovvero un diverso momento di manifestazione, essendo alcune precoci ed altre invece tardo estive. Per tale

ragione la stagione tardo autunnale e l’inverno sono stati dedicati alle specie arboree, riconoscibili anche in

assenza di foglie e fiori, sulla base del disegno della corteccia; la primavera e l’estate sono state invece

dedicate prevalentemente alla ricerca delle specie erbacee.

Oltre che accertarne la presenza, è stata anche valutata in modo semiquantitativo la diffusione di ogni specie

all’interno del quadrato chilometrico: per ogni stazione di presenza della specie è stato definito (fra cinque

classi di abbondanza decrescenti) il “grado” di presenza: specie dominante, abbondante, discreta, scarsa,

sporadica (meno di 3 individui).

La diffusione della specie all’interno di ogni quadrato chilometrico è stata poi valutata sulla base del numero di

stazioni rilevate e delle relative classi di abbondanza.

I dati di campo sono stati raccolti su una scheda appositamente predisposta (Figura 4) e arricchiti da immagini

fotografiche.

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Figura 3/a reticolato chilometrico relativo alla valle Olona e ai boschi di Gorla maggiore

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Figura 3/b reticolato chilometrico relativo alla

porzione del parco afferente al Tenore, sponda fagnanese

Segue, in Figura 3/c il reticolato complessivo in cui arbitrariamente il tratto di parco prossimo al Tenore, per

motivi di rappresentazione nella pagina formato A4, viene rappresentato a “sud-est” del corpo principale del

parco, trovandosi nella realtà ad ovest (vedi Figura 2)

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Figura 3/c

Reticolato complessivo

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SCHEDA RILEVAMENTO PLIS PARCO MEDIO OLONA

FLORA ESOTICA QUADRANTE …………………. Data ………………… Specie D A DI S Sp Note

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

Repertorio fotografico (note): 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Legenda: D=Dominante; A=Abbondante; DI= Discreta; S=Scarsa; Sp=Sporadica (riportare n. individui);

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11ELENCO FLORISTICO

Vengono elencate in ordine alfabetico le famiglie con le rispettive specie esotiche

FAMIGLIA

Specie

ACERACEAE

Acer negundo L.

AMARANTHACEAE

Amaranthus retroflexus L.

ARECACEAE

Trachycarpus fortunei (Hook.) H. Wendl. (syn.: Chamaerops fortunei Hook.)

ASTERACEAE

Ambrosia artemisiifolia L.

Artemisia verlotorum Lamotte

Bidens frondosa L.

Conyza canadensis (L.) Cronq.

Erigeron annuus (L.) Pers.

Helianthus rigidus (Cass.) Desf.

Solidago gigantea Aiton

BALSAMINACEAE

Impatiens balfourii Hooker Fil

Impatiens glandulifera Royle

BUDDLEJACEAE

Buddleja davidii Franchet

CANNABACEAE

Humulus scandens (Lour.) Merrill

CAPRIFOLIACEAE

Lonicera japonica Thunb.

COMMELINACEAE

Tradescantia virginiana L

CUCURBITACEAE

Sicyos angulatus L.

FABACEAE

Gleditsia triacanthos L.

Robinia pseudoacacia L.

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12 FAGACEAE

Quercus rubra L.

JUGLANDACEAE

Juglans nigra L.

MORACEAE

Morus alba L.

Morus nigra L.

OXALIDACEAE

Oxalis fontana Bunge

PAPAVERACEAE

Papaver rhoeas L.

PHYTOLACCACEAE

Phytolacca americana L

PINACEAE

Pinus strobus L.

PLATANACEAE

Platanus hybrida Brot. *

POACEAE

Phyllostachys sp.

POLYGONACEAE

Fallopia japonica (Houtt.) Ronse Decr. (1988): (syn. Polygonum cuspidatum, Reynoutria japonica)

ROSACEAE

Prunus serotina Ehrh.

Spiraea japonica L.

Duchesnea indica (Andrews) Focke

SCROPHULARIACEAE

Paulownia tomentosa Thunberg

Veronica persica Poiret

SIMAROUBACEAE

Ailanthus altissima (Miller) Swingle

VITACEAE

Parthenocissus quinquefolia (L.) Planch.

* In realtà, almeno secondo l'ipotesi più accreditata, si tratterebbe di un ibrido originatosi spontaneamente in

Europa per incrocio tra P. orientalis (indigeno) e P. occidentalis (nordamericano). Quindi, non esotico s.s.

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13SCHEDE SPECIE

Le specie censite e osservate in entrambe le stagioni vegetative (2008 e 2009) sono suddivise in tre sezioni:

ALBERI ARBUSTI e rampicanti ERBE

Ogni specie esotica è descritta attraverso una scheda nella quale è fornito nome scientifico e volgare, areale

originario, note storiche, una rassegna di immagini scattate all’interno del Parco del Medio Olona, utili al

riconoscimento a ad evidenziarne particolari aspetti, informazioni sulla fenologia (in particolare periodo di

fioritura), problematicità e esigenze ecologiche; infine grazie alla griglia chilometrica è fornita una istantanea

quali-quantitativa della distribuzione della specie sul territorio del parco, relativa al periodo 2008-2009.

Viene poi fornito un elenco delle specie esotiche osservate solo in una stagione vegetativa (2008 o 2009).

In particolare la presenza della specie all’interno di un quadrante è segnalata tramite il simbolo:

La dimensione del simbolo rispecchia l’abbondanza della specie nel quadrante, secondo le 5 classi sotto

richiamate:

simbolo significato

Specie dominante

Specie abbondante

Specie discretamente rappresentata

Specie scarsa

Specie sporadica

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Con riferimento alle “Linee guida per la gestione della flora e della vegetazione delle aree protette nella

Regione Lombardia “ (CFA, 2009) viene segnalata con apposita simbologia se la specie è considerata in tale

lavoro:

o con alto impatto ambientale abbinato ad una medio-alta capacità di invadere l’ambiente

LISTA NERA

o con impatto ambientale alto, ma con bassa capacità di invadere l’ambiente, oppure medio,

indipendentemente dalla capacità di invadere l’ambiente

LISTA GRIGIA

o piante non incluse nelle liste precedenti, in quanto mostrano un basso impatto ambientale

da valutare localmente

La simbologia adottata nel testo è quella di seguito richiamata

Specie inserita nella Lista nera regionale

Specie inserita nella Lista grigia regionale

Specie da valutare

Viene inoltre segnalata la percentuale di quadranti rispetto al totale (N= 41) interessata dalla presenza della

specie.

Specie presente (esempio) nel 35% dei quadranti

35%

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15ALBERI

Pinus strobus ……………..……………………………16

(Pino strobo)

Quercus rubra …………………...……………………….19

(Quercia rossa, quercia americana)

Juglans nigra ……………………………….…………22

(Noce nero)

Morus alba, Morus nigra ……………………………...25

(Gelso bianco, gelso nero)

Platanus hybrida ………………………………………27

(Platano ibrido)

Prunus serotina ………………………………………..30

(Ciliegio tardivo, ciliegio americano)

Gleditsia triacanthos …………………………………..33

(Spino di Giuda)

Robinia pseudoacacia …………………………………35

(Robinia, acacia)

Ailanthus altissima ………………………….…………38

(Ailanto)

Acer negando ………………………………………..…42

(Acero americano)

Trachycarpus fortunei ……………………………..….45

(Palma)

Paulownia tomentosa ……………………………….…47

(Paulownia)

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Pinus strobus

(Pino strobo)

Area di origine Nord America orientale

Note storiche

Importato in Europa a partire dal 1700 come specie

ornamentale e forestale. Coltivato in piantagioni.

Naturalizzato principalmente nel centro-est Europa.

Usi Il suo legno leggero e indeformabile viene usato per

infissi, pavimenti, fiammiferi e nell'industria cartaria.

Criticità -

Periodo di fioritura -

Esigenze ecologiche E’ una specie frugale, che si accontenta anche di

terreni poveri. Può soffrire di infezioni fungine.

Commento alla distribuzione La presenza nel Parco è dovuta esclusivamente a

piantagioni, più o meno estese e inselvatichite.

15%

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Pinus strobus

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19

Quercus rubra

(Quercia rossa, quercia americana)

Area di origine Nord America nord-orientale

Note storiche

Importata in Europa dalla fine del 1600 quale pianta

ornamentale, per la chioma importante e la magnifica

colorazione autunnale. Nell’area di studio alcune

piantagioni risalgono alla fine degli anni ’40.

Usi

Pianta a rapido sviluppo, fornisce un legno di qualità

media, più tenero e degradabile rispetto alle querce

indigene. Viene coltivata a fustaia.

Criticità Produce una grande quantità di novellame che

rallenta/impedisce il rinnovamento di Quercus robur

Periodo di fioritura Le ghiande raggiungono la maturazione a estate

inoltrata

Esigenze ecologiche Predilige suoli leggermente acidi

Commento alla distribuzione

La presenza della specie è frutto di piantagioni, che

costituiscono la gran parte del popolamento. Il

rinnovamento e la dispersione spontanei sono

significativi.

39%

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20

Quercus rubra

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Juglans nigra

(Noce nero, noce americano)

Area di origine Nord America

Note storiche Importato in Europa a partire dal 1700 per essere

coltivato

Usi

Il legno forte e resistente si presta a molteplici usi. In

Italia, il legname di questo albero, meno pregiato di J.

regia, è utilizzato per mobili e impiallacciature (noce

canaletto).

Criticità -

Note

Inizia a produrre noci all’ottavo anno di vita; la

produzione è irregolare e raggiunge il massimo a

trent’anni e può continuare per altri 100.

Esigenze ecologiche Predilige suoli neutri e ben drenati

Commento alla distribuzione

Vi sono alcune piantagioni in prossimità del Tenore.

Pochissime le piante, e sempre nei pressi, nate

spontaneamente.

2%

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Juglans nigra

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25

Morus nigra (Gelso nero)

Morus alba (Gelso bianco)

Area di origine M. nigra Asia minore, M. alba Cina centro orientale

Note storiche

La storia di queste due moracee è legata alla

sericoltura che fa la sua comparsa in Europa attorno

al 550.

Usi

Entrambe le specie, ma soprattutto M. alba dalle foglie

più morbide, sono state utilizzate nella bachicoltura.

M. nigra produce frutti eduli molto saporiti

Criticità Necessità di preservare gli esemplari rimasti

Note

Le due specie possono essere distinte sulla base del

frutto (quasi nero in M. nigra e bianco-rosato in M.

alba) e per le foglie (pelosette sulla pagina inferiore in

M. nigra e sempre glabre in M. alba che talora ha

foglie trilobate)

Commento alla distribuzione

Sparuti filari o alberi isolati sono testimonianza di una

grande vicenda del passato, che tanto ha segnato il

paesaggio agrario dei nostri territori

24%

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Morus sp.

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Platanus hybrida

(Platano comune)

Area di origine Vd sotto

Note storiche Ibrido fertile di P. orientalis e P.occidentalis

(quest’ultimo nordamericano), considerato anche da

alcuni autori un semplice cultivar di P. orientalis,

specie introdotta dall’Asia minore in epoca romana e

quindi naturalizzata

Usi Albero ornamentale, con usi in falegnameria

Criticità La lettiera è mineralizzata con difficoltà

Periodo di fioritura -

Esigenze ecologiche Suoli freschi

Commento alla distribuzione La presenza attuale deriva da passate piantumazioni

a parco e consta di qualche albero isolato

15%

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Platanus hybrida

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Prunus serotina

(Ciliegio tardivo, prugnolo tardivo)

Area di origine Nord America

Note storiche

La sua importazione in Europa fu dovuta alla bellezza

della fioritura. La specie è stata introdotta in Italia, a

scopi forestali, nel gallaratese, attorno al 1920.

Note I frutti sono appetiti da molti animali (uccelli e

mammiferi) che concorrono a disperderne i semi.

Criticità Può dare luogo a boschi monospecifici, fitti e ombrosi

con un assortimento di specie erbacee molto scarso.

Periodo di fioritura

Maturazione frutti

Maggio-giugno

Agosto - settembre

Esigenze ecologiche Pianta colonizzatrice, si sviluppa su suoli asciutti,

anche in condizioni di scarsa illuminazione

Commento alla distribuzione Ampiamente distribuita, con piante madri di notevoli

dimensioni. E’ perlopiù associata alla Robinia.

76%

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Prunus serotina

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Gleditsia triacanthos

(Spino di Giuda, Triacanto,

Spinacristi)

Area di origine Nord America

Note storiche Introdotta in Europea nel 1700

Usi Pianta ornamentale, veniva in passato impiegata nella

formazione di siepi “impenetrabili” (per la presenza di

robuste spine sul tronco e sui rami maggiori).

Criticità -

Note Il frutto è un legume che a maturazione (settembre -

ottobre) può raggiungere anche i 40 cm di lunghezza

Esigenze ecologiche Terreni ben drenati e buona esposizione

Commento alla distribuzione Un unico esemplare di discrete dimensioni

2%

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Gleditsia triacanthos

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Robinia pseudacacia

(Robinia, acacia)

Area di origine Nord America

Note storiche

Introdotta in Francia da Jean Robin nel 1601, quale

ornamentale, è ora diffusa in gran parte d’Europa. In

Italia soprattutto in Lombardia e Piemonte.

Usi

Ha un legno duraturo e tenace, che trova ampio

impiego, soprattutto come paleria. Dai suoi fiori le api

ottengono il pregiato “miele d’acacia”.

Criticità

Specie pioniera si è diffusa per il rapido sviluppo e la

notevole capacità riproduttiva, tramite semi e stoloni,

sostituendosi alle specie arboree autoctone.

Note Poco longeva raggiunge i 60-70 anni; ha una grande

capacità pollonifera, sollecitata dal taglio.

Periodo di fioritura Aprile – giugno

Esigenze ecologiche Eliofila, si adatta a vari suoli purché ben drenati.

Commento alla distribuzione

Ha una presenza ampia e consistente nel parco. La

flora nemorale associata è varia. I tagli autorizzati di

parcelle andrebbero accompagnati da operazioni

selvicolturali a favore della quercia nostrana.

93%

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Robinia pseudacacia

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Ailanthus altissima

(Ailanto, albero del cielo,

albero del paradiso)

Area di origine Asia orientale

Note storiche

Introdotto in Europa nel 1700 a scopo ornamentale,

giunge in Italia quale pianta alimentare del lepidottero

Philosamia cynthia, utilizzato per la seta

Usi

Pianta ornamentale e selvicolturale (utilizzata per

consolidare i terreni e per produzione di legno data la

grande velocità di crescita)

Criticità Specie invasiva assai aggressiva, si diffonde tramite

semi e stoloni

Periodo di fioritura Maggio

Esigenze ecologiche Poco esigente e adattabile in fatto di terreno; ama la

luce

Commento alla distribuzione E’ ancora localizzato, con alcuni nuclei di presenza.

Prevalgono gli esemplari giovani. Possibili interventi.

24%

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Ailanthus altissima

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Acer negundo

(Acero americano)

Area di origine Nord America orientale

Note storiche

Venne introdotto in Europa alla fine del 1600, per

essere impiegato nei giardini e nei viali, in virtù della

rapida crescita

Usi Pianta ornamentale. Alcune varietà presentano

margine fogliare bianco-crema

Criticità Specie mediamente invasiva, si insedia di preferenza

in prossimità di fiumi e corsi d’acqua.

Esigenze ecologiche

Predilige le aree aperte o la mezz’ombra, suoli

relativamente umidi, ma permeabili. Tollera stress

idrico.

Commento alla distribuzione La presenza è ancora localizzata e spesso ridotta a

pochi esemplari. Possibili interventi.

15%

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Acer negundo

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Trachycarpus fortunei

(Palma di Fortune)

Area di origine Cina centrale e orientale, Birmania

Note storiche

Venne introdotta in Europa nel 1844 da Robert

Fortune, esploratore e botanico inglese, cui venne

dedicata

Usi Pianta ornamentale. Nei paesi di origine dalle fibre

sono ottenute corde molto robuste

Criticità Si è rivelata in grado di diffondersi nelle aree

perilacustri del distretto insubrico

Esigenze ecologiche Specie di montagna nelle aree di origine, tollera le

basse temperature, mentre soffre il caldo e il secco

Commento alla distribuzione Attualmente è presente con un solo individuo, piantato

2%

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Trachycarpus fortunei

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Paulownia tomentosa

(Paulownia, paulonia)

Area di origine Cina

Note storiche Introdotto alla fine dell’ottocento in Europa quale

pianta ornamentale nei giardini.

Usi Pianta ornamentale

Criticità -

Periodo di fioritura Tardo primaverile

Esigenze ecologiche Terreni fertili e buona insolazione

Commento alla distribuzione

Presenza sporadica, residuale e derivata

verosimilmente da poche piante inserite in passato in

giardini privati

7%

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Paulownia tomentosa

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ARBUSTI e rampicanti Buddleja davidii ................................................………..51

(Buddleja)

Lonicera japonica ………………………………..……54

(Caprifoglio del Giappone)

Parthenocissus quinquefolia ………………………….56

(Vite del Canada)

Spiraea japonica …………………………………….....58

(Spirea del Giappone)

Sicyos angulatus ……………………………………….61

(Sicios angoloso, zucca americana)

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51

Buddleja davidii

(Buddleja di David,

albero delle farfalle)

Area di origine Asia orientale

Note storiche Introdotta in Europa alla fine del 1800, come pianta da

giardino a motivo della copiosa e colorata fioritura

Usi Pianta ornamentale

Criticità Pianta pioniera, tende a formare densi popolamenti

Periodo di fioritura Aprile - agosto

Note I suoi fiori forniscono nutrimento a numerose specie di

farfalle

Esigenze ecologiche Predilige una buona illuminazione, anche se tollera la

mezz’ombra. Terreno ben drenato

Commento alla distribuzione

E’ presente lungo l’Olona e presso le scarpate più

ripide, perlopiù con individui isolati, senza formare

addensamenti significativi

34%

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52

Buddleja davidii

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Lonicera japonica

(Caprifoglio del Giappone)

Area di origine Asia orientale

Note storiche Introdotta quale pianta ornamentale

Usi Pianta ornamentale

Criticità Può risultare assai invasiva, soprattutto al limitare di

zone umide

Periodo di fioritura -

Esigenze ecologiche Terreni umidi; predilige una buona esposizione come

pure la mezz’ombra.

Commento alla distribuzione

Estremamente localizzata. In prossimità dell’area

umida alla base della “cava Pigni” vi è il popolamento

più significativo. Da non confondere con l’autoctona

Lonicera caprifolium

5%

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Lonicera japonica

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Parthenocissus quinquefolia

(Vite del Canada)

Area di origine Nord America centro-orientale

Note storiche

Usi Pianta ornamentale, a motivo della colorazione

autunnale delle foglie

Criticità -

Periodo di fioritura Giugno – luglio; bacche a settembre

Esigenze ecologiche Terreno leggermente acido; luce o leggera ombra

Commento alla distribuzione Presente in vari punti del Parco, apparentemente in

aumento

20%

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Parthenocissus quinquefolia

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Spiraea japonica

(Spirea del Giappone)

Area di origine Asia orientale

Note storiche Introdotta nei giardini, ora presente con vari cultivar, a

motivo dell’ornamentalità della fioritura

Usi Pianta ornamentale

Criticità Popolamenti densi; propagazione tramite semi

Periodo di fioritura Giugno - luglio

Esigenze ecologiche Terreno ricco e drenato; luce diretta o mezz’ombra;

chiarie nel bosco

Commento alla distribuzione Localizzata, con una sola stazione di presenza in

corrispondenza del torrente Fontanile

2%

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Spiraea japonica

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Sicyos angulatus

(Sicios angoloso, zucca americana,

zucca spinosa)

Area di origine Nord America

Note storiche

Importata a scopo ornamentale nel diciannovesimo

secolo. La naturalizzazione in Italia si è manifestata a

partire dal Po

Usi -

Criticità

Ammantando la vegetazione non consente il

passaggio della luce, limitando o impedendo lo

sviluppo della vegetazione sottostante

Periodo di fioritura Giungo - agosto

Esigenze ecologiche

Si sviluppa in prossimità di siti umidi, in piena luce o

mezz’ombra, ricoprendo la vegetazione presente su

cui si sviluppa

Commento alla distribuzione La presenza è ancora relativamente contenuta, ma

deve essere considerata in espansione rapida.

Urgenti interventi di contenimento

20%

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Sicyos angulatus