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FASCISMO

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FASCISMO

Dopo la 1^ guerra mondiale in Italia

vi furono gravi crisi politiche e sociali.

Nel cosiddetto “biennio rosso” i

braccianti agricoli e gli operai delle

industrie scesero in sciopero per il

rinnovo dei contratti. Di fronte a

questi eventi l’alta borghesia, che

accusava il governo Giolitti di

debolezza, appoggiò il nascente

movimento fascista.

Forte del consenso e dei

finanziamenti del padronato, il

fascismo scatenò le sue squadre

d’azione, bande armate che avevano il

compito di terrorizzare con la

violenza i dirigenti dei sindacati, gli

operai e i contadini.

Lo “squadrismo”, sebbene illegale,

dilagò grazie alla complicità delle

autorità civili e militari.

Nel 1921 Mussolini partecipò alle

elezioni su invito di Giolitti e formò

un forte gruppo di destra. Poco dopo

il governi Giolitti rassegnò le

dimissioni. Fondato il Partito

Nazionale Fascista (PNF) nell’ottobre

del 1922 Mussolini organizzò la

“marcia su Roma”. Il re non si

oppose, anzi, Mussolini ebbe

l’incarico di formare il nuovo

governo.

Diventato presidente del consiglio,

Mussolini istituì il Gran Consiglio del

Fascismo (nuovo governo), la Milizia

Volontaria per la Sicurezza Nazionale

(MVSN, ovvero le “camicie nere”) e si

fece chiamare Duce. Nacque così un

regime totalitario privo di opposizione, al

capo del governo furono conferiti poteri

straordinari, inferiori solo a quelli del Re.

In Italia rimase un unico partito, il P.N.F.

(Partito Nazionale Fascista).

Giacomo Matteotti nel 1922 fu eletto

segretario del Partito Socialista. Avversario

intransigente del fascismo, dopo le elezioni

del 1924, denunciò appassionatamente alla

Camera il clima di violenza e d'intimidazione

in cui esse si erano svolte. Il discorso gli

attirò l'odio dei fascisti, tanto che il 10 luglio

a Roma, sul lungotevere Arnaldo da Brescia,

da un gruppo di squadristi fu aggredito,

rapito e pugnalato. Il fatto suscitò clamore,

tanto più che le responsabilità del governo e

della polizia vennero presto alla luce: il paese

sembrò sul punto di liberarsi dal fascismo,

ma l'indecisione dell'opposizione permise a

Mussolini di superare la crisi. Il suo cadavere

fu ritrovato solo il 16 agosto 1924.

Con le “Leggi Fascistissime” del 1926

furono soppresse le libertà di stampa e le

libertà politiche: furono sciolti tutti i partiti e

le associazioni, fu abolito il diritto di

sciopero e furono sciolti i sindacati. furono

istituiti inoltre il Tribunale Speciale per la

Difesa dello Stato, il confino di polizia, la

pena di morte per i reati politici e l’Opera

Volontari repressione Antifascista (OVRA),

cioè la polizia politica. Il tempo libero per i

lavoratori fu organizzato dalle Case del

Fascio e l’educazione scolastica venne

fascistizzata (opera Nazionale Balilla).

Riguardo ai rapporti tra Stato e Chiesa, il

Duce firmò i Patti Lateranensi che sancirono

la conciliazione tra Stato e Chiesa. Si sanciva

la conclusione della questione romana, si

riconosceva la religione cattolica come "la

sola religione dello Stato" e la piena sovranità

e indipendenza della Città del Vaticano. Il

Concordato obbligava i vescovi al

giuramento di fedeltà allo Stato, garantiva alla

Santa sede il riconoscimento delle

organizzazioni di azione cattolica,

l'estensione alle scuole dell'insegnamento

della religione, la presenza del crocifisso nei

luoghi pubblici e il riconoscimento giuridico

del matrimonio religioso..

Riguardo al colonialismo, tra il 1935 e

il 1936 Mussolini conquistò l’Etiopia

e proclamò la nascita dell’Impero

Coloniale. L’aggressione però isolò

l’Italia dalle democrazie e la Società

delle Nazioni le impose sanzioni

economiche

Mussolini seguì una politica economica

protezionista: ridusse le importazioni,

incrementò l’agricoltura attraverso la

bonifica della paludi, intervenne in

favore di industrie e banche. Dopo

l’attacco all’Abissinia (oggi Etiopia),

membro della Società delle Nazioni,

l’Italia venne colpita da sanzioni

economiche (embargo). Il Fascismo

attua allora la politica dell’autarchia e

introduce la tessera annonaria che

prevede il razionamento del cibo per le

famiglie

L’autarchia spinge verso il consumo di prodotti

nazionali, come il grano e il riso, e a sostituire il the

(in mano agli inglesi) con il carcadé annoverato fra i

prodotti provenienti dalla colonia italiana

dell’Eritrea. Alimenti come lo zucchero e il caffè

vengono banditi dalla tavola degli italiani. La lignite

rimpiazza il carbone, la cicoria il caffè e il coniglio

diventa pelliccia. Ferragamo inventa scarpe di pelle

di rospo. Non esportando formaggi, dal latte in

esubero e quindi dalla caseina si ricavò il lanital (un

tipo di lana). Dalla ginestra e dai fiocchi di canapa si

ottenne un omonimo del cotone, il cafioc. Dalla

canapa si otteneva già fibra per sacchi e lenzuola.

Non esportando vino questo fu trasformato in

alcool (anche con altri zuccherini) e i motori

funzionavano discretamente con questo

combustibile.

Il fascismo tenta di imporre l'uso del "voi" al posto del "lei",

considerato "residuo del servilismo italiano verso gli invasori

stranieri. Anche sui nomi e sulle parole il fascismo impone la

sua ideologia nazionalistica. Gli italiani sono invitati a far uso

di termini nuovi in sostituzione di quelli di origine straniera.

Tutto ciò che è straniero è infatti visto come estraneo, non

patriottico. I bar si trasformano in "mescite" (o "quisibeve") e

i sandwich in "tramezzini«, il club del tennis diventa la

"consociazione della pallacorda", il tessuto di cashmere

"casimiro" e il film "filmo", l'alcool diviene l'"alcole" e il

football "calcio". Anche le squadre di calcio avente nome

straniero furono costrette e cambiare: il Milan diventò il

Milano e l'Inter veniva chiamata "Ambrosiana".

L'italianizzazione coinvolge anche molti cognomi terminanti

con una consonante e quindi apparentemente "stranieri"; a

questi viene aggiunta una vocale finale per renderli

foneticamente "più italiani".

Viene anche modificata la datazione: pur

conservando il calendario gregoriano, vengono

indicati in maniera diversa gli anni tramite una

doppia numerazione, in cifre arabe l'anno

secondo l'Era cristiana e in cifre romane quello

secondo l'Era fascista, conteggiato a partire dal

giorno successivo alla Marcia su Roma, il 1922.

Ad esempio anno XXII E.F. = 1944.

Il fascismo tentò inoltre di abolire l'uso della

stretta di mano, considerata anti-igienica, da

sostituire col saluto romano obbligatorio nelle

circostanze ufficiali e nelle parate dove le truppe

devono marciare al passo romano.

Prima della conquista d'Etiopia i rapporti tra

Mussolini e Hitler non sono buonissimi, ma a

partire dal '36 con la conseguente frattura con le

potenze occidentali e con la Società delle

Nazioni, il fascismo si lega in modo sempre più

stretto alla Germania. Ecco le tappe dell'alleanza

tra fascismo e nazismo.

25 novembre 1936 Formazione dell'asse Roma-

Berlino-Tokyo. In questo modo le tre potenze si

legano in un rapporto di alleanza privilegiata.

Nello stesso anno vengono mandate truppe

italo-tedesche in appoggio alle truppe del

generale Francisco Franco contro il governo

repubblicano nella guerra civile spagnola.

All’alleanza dell’Italia con la Germania nazista

seguì una massiccia campagna antisemita, che

portò il regime fascista a promulgare, tra il

settembre e il novembre del 1938, le “leggi

razziali”, cioè delle leggi in cui si diceva che gli

italiani erano “ariani” e che gli ebrei non erano

mai stati italiani.

A partire da quel momento, gli ebrei italiani

non potevano più lavorare nelle

amministrazioni pubbliche, insegnare o

studiare nelle scuole e università italiane, far

parte dell’esercito, gestire alcune attività

economiche e commerciali che il fascismo

giudicava “strategiche” per la nazione. Di

anno in anno le misure contro gli ebrei

diventarono sempre più dure,

L’inizio della fine del Fascismo fu l’ingresso, voluto fortemente da Mussolini, nella Seconda Guerra Mondiale a fianco

della Germania nazista. L’andamento sfavorevole della guerra causò il 25 luglio 1943 la caduta del governo Mussolini e

la fine ufficiale del «ventennio fascista», trascinando l’Italia nella guerra civile e nella tragedia dell’occupazione tedesca,

con Hitler che ormai controllava Mussolini e la neonata Repubblica Sociale Italiana