Presentazione standard di PowerPoint - Legambiente · È il nome della direttiva 2008/56/ce sulla...

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L’indagine BEACH LITTER è stata realizzatada Legambiente nell’ambito della campagnaSpiagge e Fondali puliti – Clean-up the Med2015. Da aprile a maggio 2015 sono statemonitorate 29 spiagge italiane e 25 spiaggenel resto del Mediterraneo, con l’obiettivodi indagare quantità e tipologia di rifiutipresenti sui litorali.Stimando il genere più frequente di rifiuti, laloro possibile provenienza e gli altriparametri presi in considerazione, questaindagine denuncia un fenomeno assai gravedal punto di vista ambientale, economico eturistico e l’urgenza di mettere in attoprogrammi concreti per la progressivariduzione dei rifiuti in mare e nella fasciacostiera, cosi come previsto dalla DirettivaEuropea Marine Strategy.

È il nome della direttiva 2008/56/ce sullastrategia per l’ambiente marino.L’obiettivo della direttiva è ilraggiungimento del buono stato ecologico,sulla base di 11 descrittori qualitativi, per leacque marine di ogni stato membro, entro il2020. Uno dei descrittori è proprio relativoai rifiuti che finiscono nel nostro mare esulle nostre spiagge: «Descrittore 10. Leproprietà e le quantità di rifiuti marini nonprovocano danni all'ambiente costiero emarino.» (obiettivo al 2020)Per raggiungere il buono stato ambientale,quindi, diventa fondamentale attuarepolitiche e interventi che portino allariduzione dei rifiuti marini e costieri perridurne la quantità e di conseguenza anchel’impatto che ancora oggi hannosull’ecosistema.

• Eventuale grafica fonti marine litter

FAUNATartarughe marine, uccelli e mammiferi marini possono restare intrappolati nelle reti da pesca enegli attrezzi di cattura professionale oppure morire per soffocamento dovuto all’ingestioneaccidentale di rifiuti scambiati per cibo. Secondo alcuni studi, nel Mediterraneo occidentale,l’ingestione di rifiuti causa la morte nel 79,6% delle tartarughe marine. Inoltre, le microplasticheingerite dagli organismi acquatici, sono la causa principale dell’introduzione di plastiche nel biotae, quindi, del disequilibrio della catena alimentare e dell’intero ecosistema marino.

TURISMOEvidente l’impatto sul turismo,provocato anche dal decrementodel valore estetico e dell’usopubblico dell’ambiente che i rifiutimarini e spiaggiati comportano.

ECONOMIAL’impatto economico considera, ad esempio, i dannimeccanici alle imbarcazioni e alle attrezzature da pesca, allostock ittico in termini sia quantitativi sia qualitativi, i costinecessari per la pulizia delle aree “discarica” ma anche leconseguenze sull’appeal turistico.

I campionamenti delle 29 spiagge checompongono l’indagine sono stati eseguitidai volontari di Legambiente, su tutto ilterritorio costiero italiano, nei mesi di aprilee maggio 2015, in vista della campagnaSpiagge e Fondali Puliti.L’indagine è stata portata avanti anche in 25spiagge del Mediterraneo, grazie alleorganizzazioni che hanno partecipato allacampagna di Clean up the Med.Ogni singolo campionamento ha tenutoconto del protocollo di monitoraggioufficiale messo a punto dal Ministerodell’Ambiente e dall’ISPRA.Le aree di indagine sono state scelte inmodo da effettuare il campionamento suspiagge libere.

I principali indicatori presi in considerazionesono composizione del rifiuto, quantità egrandezza dello stesso (maggiore o minoredi 25 cm). Nella individuazione dellatipologia di rifiuto, Legambiente ha fattoriferimento alle categorie OSPAR.

Il campionamento è avvenuto percorrendola spiaggia in modo sistematico,ortogonalmente alla linea di costa, lungotransetti distanziati di circa 2 metri (lineegialle nella foto esempio) ed annotandosulla scheda tutti gli oggetti rinvenuti sullasuperficie del sedimento (non scavando).

L’indagine è stata eseguita su 29 spiaggeitaliane e ha monitorato complessivamenteun’area di 136.330 mq, pari a quasi 20campi da calcio. Sono stati rinvenuti 22.114rifiuti spiaggiati, di cui il 77% di unadimensione inferiore ai 25 cm. Sul totaledell’area indagata sono stati trovati 17 rifiutiogni 100 mq, 5 rifiuti in più ogni 100 mqrispetto all’indagine 2014. Il materiale piùtrovato sulle spiagge campionate èindubbiamente la plastica, a quota 80%contro il 65% dell’indagine del 2014.Parliamo prevalentemente di bottiglie,shopper, tappi, polistirolo, stoviglie usa egetta: un totale di 17.560 oggetti costituitiinteramente o in parte da plastica.

Se escludiamo i frammenti e resti di plasticae di polistirolo fino ai 50 cm (i rifiuti piùtrovati con il 23,5%), al primo posto dellaclassifica di rifiuti “integri” troviamo lebottiglie di plastica per bevande (10,3%),seguite da tappi e coperchi (sia di plasticache di metallo) al 6,9%. Nasse, reti,strumenti da pesca e cassette per il pescesono al terzo posto della classifica con 6,5%con un totale di quasi 1500 oggetti.Immancabili i mozziconi di sigaretta alquarto posto con il 5,4%, residuo di circa 60pacchetti di sigarette. A seguire i rifiuti damancata depurazione che giungono sullespiagge attraverso i corsi d’acqua. Stoviglieusa e getta, materiali da costruzione,bottiglie di detergenti e cosmetici, quelle divetro e sacchetti di patatine e stecchi dileccalecca e gelati chiudono la classifica.

Bottiglie di plastica 10,3%

Tappi e coperchi

(plast./met.)6,9%

Rifiuti da pesca 6,5%

Mozziconi di sigarette 5,4%

Rifiuti da mancata

depurazione4,9%

Stoviglie di plastica 4,8%

Materiali da costruzione 4,0%

Flaconi di detergenti

(plast.)3,8%

Bottiglie di vetro 3,3%

Sacchetti patatine,

stecchetti1,9%

I rifiuti da mancata depurazione si collocanoal quarto posto (4,9%) della classifica delrifiuto più frequente in spiaggia.

Sono stati contati oltre 1000 oggetti tracotton fioc (in primis), assorbenti,preservativi, blister, cateteri vescicali e,addirittura, diversi deodoranti da wc.

L’83% di questi rifiuti è stato registrato nellespiagge che a meno di 1 km dalla foce di uncorso d’acqua o molto prossime a scarichi ofossi. Il dato è cresciuto del 4% rispetto alloscorso anno (79% nel 2014).

I rifiuti che vengono rinvenuti in spiaggiasono il risultato diretto di attività umane eproduttive che hanno luogo in sitiimmediatamente vicini al litorale. Nonparliamo solo di spiagge usate comediscarica ma anche di casi in cui, attraverso ifiumi o dal mare, arrivano resti di produzionispecifiche.In particolare sono tre gli esempi chearrivano dalle spiagge campionate daLegambiente. Nel transetto preso inconsiderazione della spiaggia di Eboli pressol’Area protetta dunale di Legambiente, il25% dei rifiuti è costituito da resti di rifiutiplastici (di dimensioni inferiori ai 50 cm)derivanti da seminiere in polistiroloespanso, provenienti probabilmente dalleproduzioni agricole della zona.

Altro caso è rappresentato dalle reti permitili (cozze) che costituiscono il 44% deirifiuti monitorati a Trieste, in un transettodella spiaggia di Canovella de’ Zoppoli: 500reti da cozze che potrebbero derivare dallapresenza di filari di allevamenti delle stesseposte proprio di fronte la spiaggia. Didiscarica abusiva parliamo, invece, per ilrinvenimento di 500 pezzi di spugnesintetiche (materiale isolante dacostruzione) in un transetto della spiaggia diPalombina (Ancona), dove questi scarti dimateriale da costruzione costituiscono il63% dei rifiuti totali.

Partendo dalla Liguria le spiaggecampionate ricadono nei comuni di Genova(spiaggia di Voltri), Marina di Pisa (foce delSerchio), Orbetello - Gr (Feniglia), Roma (aFiumicino - spiaggia Coccia di Morto), Anzio– Lt (spiaggia di Tor Caldara e spiaggiaMarechiaro), Pozzuoli – Na (Duna dellaforesta regionale di Cuma), Pontecagnano –Sa (spiaggia nord del fiume Tusciano), Eboli– Sa (Area protetta dunale). In Siciliatroviamo la spiaggia San Cataldo a Trappeto(Pa), la spiaggia Scoglitti a Vittoria e laspiaggia alla foce dell’Irminio nel ragusano,in provincia Siracusa la spiaggia antistantel’Isola delle Correnti a Portopalo di CapoPassero, la Morghella e la Vulpiglia aPachino e la Spinazza di Marzamemi a Noto.

In provincia di Matera il lido di Policoro e illido San Teodoro a Pisticci, in provincia diTaranto la spiaggetta di Ginosa. Sono stateindagate anche Brindisi (Saline di Puntadella Contessa) e Polignano a Mare – Ba(spiaggia tra Cala Sala e Cala Incina e laspiaggia di San Vito). A Ortona (Ch) è statamonitorato il lido Riccio, ad Ancona LaPalombina, la spiaggia Faleriense a PortoSant’Elpidio, il lido San Tommaso a Fermo ela spiaggia davanti alla Sentina di SanBenedetto del Tronto. In alto Adriatico sonostate monitorate la spiaggia del mort diEraclea (Ve) e la Canovella de’ Zoppoli aDuino Aurisina (Ts).

Rispetto al dato italiano, il quadro dellespiagge monitorate lungo il Mediterraneofanno registrare una percentuale totale diplastica minore: il 52,1% contro l’80%dell’Italia. Ma nei primi cinque posti inclassifica dei rifiuti più frequenti si trovanogli stessi oggetti: bottiglie di plastica, tappi ecoperchi, mozziconi di sigarette e rifiuti dapesca.L’unica eccezione è costituita dalla presenza,al terzo posto, con il 7,3%, degli shopper inplastica. Un fenomeno quest’ultimo, pocoosservato in Italia, forse per via della messaal bando dei tradizionali sacchetti diplastica, un divieto che non vige negli altriPaesi.

Bottiglie di plastica 12,5%

Tappi e coperchi

(plast./met.)8,6%

Shopper di plastica 7,3%

Mozziconi di sigaretta 5,5%

Rifiuti da pesca 3,8%

Bottiglie di vetro 3%

Lattine di alluminio 2,4%

Piccole buste di plastica per

alimenti2,0%

Contenitori di plastica 1,9%

Siringhe 1,6%

Le spiagge monitorate nel Mediterraneo,grazie alle associazioni che partecipano aClean Up the Med, si trovano in Algeria(1 spiaggia), Croazia (6), Grecia (10), Spagna(2), Turchia (3), Portogallo (2), Tunisia (1).

Nonostante il numero dei campionamentisia diverso da Paese a Paese, la più altadensità di rifiuti è quella della Turchia con33 rifiuti ogni 100 mq (quasi il doppiorispetto all’Italia), molto vicina l’Algeria, con28 rifiuti e la Croazia con 21 rifiuti ogni 100mq. Decisamente meglio le spiagge dellaTunisia (8 rifiuti ogni 100 mq), della Grecia(4), Portogallo (3) e della Spagna con 2rifiuti ogni 100 mq.

MAPPA NAVIGABILE, RISULTATI E INFOGRAFICHE SPIAGGIA PER SPIAGGIA

Densità media di rifiuti

(n/100mq)

% PLASTICA % Rifiuti più abbondanti

Algeria 28 70% 40%

Bottiglie*

12%

Buste*

7%

Lattine

Croazia 21 41% 16%

Tappi**

5 %

Pesca

3 %

Bottiglie*

Grecia 4 57% 16 %

Bottiglie*

6 %

Mozziconi di

sigaretta

6%

Tappi**

Italia 16 80% 10%

Bottiglie*

7%

Tappi**

7%

Pesca

Portogallo 3 25% 39%

Frammenti di vetro

12 %

Mozziconi di

sigaretta

4%

Cartoni in

tetrapak

Spagna 2 63% 33 %

Buste*

14%

Tappi**

5%

Cotton fioc

Turchia 33 63% 12 %

Mozziconi di

sigaretta

9%

Buste*

9 %

Tappi**

Tunisia 8 44% (1) (1) (1)

*In plastica // ** Sia plastica che metallo // (1) Per la Tunisia è disponibile la percentuale dei materiali: il 44% dei rifiuti è composto da plastica, il 15% da carta o cartone e l’11 % è costituito da metallo.

L’immagine di copertina è di Nunzio D’Apolito

L’INDAGINE BEACH LITTER DI LEGAMBIENTE E’ STATA REALIZZATA CON IL CONTRIBUTO DI