PRESENTAZIONE PAESE EMIRATI ARABI UNITI · EAU rappresentano una fra le maggiori e dinamiche...
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PRESENTAZIONE PAESE EMIRATI ARABI UNITI
A cura di Cesare Maraglio
Responsabile Ufficio PROMEC Modena
Abu
Dhabi
1. COLLOCAZIONE GEOGRAFICA E DATI GENERALI
•
Superficie:
83.600 kmq
•
Popolazione:
8,264 milioni di cui 11,5% locali (circa 950.000 unità); 50% asiatici; 38,5% arabi‐europei
•
Densità:
99 ab/kmq
•
Lingua:
Arabo
•
Religione:
Musulmani Sunniti
(80%), Cristiani (3,8%), Musulmani Sciiti (16%), Altre religioni (0,2%)
•
Capitale:
Abu
Dhabi
•
Confini:
Arabia Saudita a ovest e a sud, Oman a est
• Membro di:
CCG, Lega Araba, ONU, WTO e OPEC
• Unità
Monetaria: Dirham
(AED)
• Sede di governo: Abu
Dhabi
• Presidente:
Sceicco Khalifa
bin
Zayed
al‐Nahyan
(sceicco di Abu
Dhabi)
• Primo ministro: Sceicco Mohammed
Bin
Rashid
Al Maktoum (sceicco di Dubai)
• Forma istituzionale: Federazione di sette Emirati
• Forma di governo: monarchia elettiva assoluta federale
2. I SETTE EMIRATI
La Federazione degli Emirati Arabi Uniti è composta da sette Emirati: Abu
Dhabi, Dubai, Sharjah, Ajman, Ras al
Khaimah, Fujairah, Umm al Quwain.
La Federazione è
stata istituita il 2 dicembre 1971
(dopo aver ottenuto l’indipendenza dalla Gran Bretagna) ed ha
raggiunto la composizione attuale nel 1972.
Ciascuno dei sette emirati, oltre a formare coi propri rappresentanti il governo federale (le cui elezioni sono
prossime) possiede il proprio governo locale.
3. ANDAMENTO CONGIUNTURALE
EAU rappresentano una fra le maggiori e dinamiche realtà
della regione. E’
il quinto produttore al mondo di petrolio e gas naturale e occupa il terzo posto per
riserve di petrolio (9,4% del totale mondiale).
Economia stabile, con incoraggianti segnali di ripresa dopo la flessione degli anni 2008/2009: i principali indicatori economici sono positivi grazie anche alla politica di diversificazione di ciascun emirato che ha intrapreso percorsi
alternativi in svariati settori.
Prospettiva economica futura
resa incoraggiante, inoltre, da:
consistente sviluppo di infrastrutture, costruzioni e turismo;
rafforzamento di investimenti esteri grazie a riforme del quadro
giuridico‐ economico;
stabile impostazione della disciplina normativa in materia di imprese;
costo contenuto della manodopera, condizioni fiscali e normative
vantaggiose.
3.1 I PRINCIPALI EMIRATI A CONFRONTO
Punti di Forza Punti di debolezza
Abu
Dhabi • maggiore Emirato produttore di petrolio
•
I proventi petroliferi
continuano ad
essere il fulcro delle entrate
governative
•
è
in testa
al processo di coinvolgimento
del settore privato
nello sviluppo delle
infrastrutture e dei servizi chiave, specie
acqua ed energia
•
Emirato più
lento
nel perseguire gli
obiettivi di diversificazione
economica
•
Emirato più
resistente
all’apertura
agli investimenti
esteri
Dubai •
centro per il commercio
e servizi
nell’area
del Golfo
•
posizione di preminenza
nell’Asia
meridionale
nel suo complesso
•
ha concentrato i suoi sforzi sulla
diversificazione dell'economia
in settori
industriali non petroliferi (ex. servizi)
•
obiettivo di diventare uno snodo
commerciale regionale ed internazionale
•
Ha dimostrato poco entusiasmo
per la privatizzazione
delle
imprese
4. INDICATORI MACRO
PIL
2009 US $: 248,925 miliardi1
PIL pro capite 2010 US $: 27.3482
PIL pro capite stimato per 2011 US $:
27.747
Crescita PIL 2011: 3,5%3
Cambio US $/AED (fisso): 3,67
Esportazioni 2010 mld
US $: 198,3894
Importazioni 2010 mld
US $: 159,0345
saldo negativo
Inflazione 2010: 0,8% (su base annua)
Inflazione 2011: 4,5%61 dati dell’EIU (Economic Intelligence Unit)‐ gennaio 20112,4,5 stime dell’EIU3 previsioni dell’EIU6 previsioni IMF (International Monetary Fund)
5. INTERSCAMBIO ITALIA ‐EAU
L’interscambio complessivo tra i due Paesi (in milioni €):•
2009: 3,404 •
2010: 3,235
L’export italiano (in milioni €):•
2009: 3,756•
2010: 3,685
•
Gli EAU si confermano il principale mercato di sbocco delle esportazioni italiane in Medio Oriente e
Nord
Africa, nonostante si registri una diminuzione.
•
Secondo gli ultimi dati disponibili riguardo al 2010* i principali Paesi fornitori degli EAU
risultano
essere stati: India (15%), Cina (13,5%), USA (8,9%), Regno Unito
(6,5%), Germania (6,1%) e Giappone
(4,7%).
•
Italia figura all’ottavo posto in assoluto (4,0%)
e al terzo posto tra i Paesi dell’Unione Europea
dopo
la Germania (6.1%) e prima del Benelux
(2,3%) e della Francia (2,3%).
*
Statistical
Bulletin, UAE Central
Bank
5.1 INTERSCAMBIO ITALIA – EAU: EXPORT, PRINCIPALI MERCI/SETTORI
valori
in migliaia
di € 2007 2008 2009 2010
321 ‐
gioielleria, bigiotteria e articoli connessi; pietre
preziose lavorate 605.787 792.779 542.323 721.271
281 ‐
macchine
di impiego
generale 525.638 512.185 400.558 291.919
192 ‐
prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 155.313 356.304 252.081 271.005
282 ‐
altre macchine di impiego generale 298.331 295.756 249.29 201.997
289‐
altre macchine per impieghi speciali 461.891 529.883 281.908 174.589
242 ‐
tubi, condotti, profilati, cavi e relativi accessori in
acciaio 170.449 167.846 87.582 137.639
303‐
aeromobili, veicoli spaziali e relativi dispositivi 152.415 129.640 122.679 114.368
141 ‐
articoli di abbigliamento escluse pellicce 134.236 164.292 130.292 113.755
310 ‐
mobili 131.483 195.491 128.425 112.064
271 ‐
motori, generatori e trasformatori elettrici 127.115 137.552 94.504 94.166
5.2 INTERSCAMBIO ITALIA – EAU:IMPORT, PRINCIPALI MERCI/SETTORI
valori in migliaia di € 2007 2008 2009 2010
104 ‐
oli e grassi vegetali e animali 14.432 31.218 40.068 103.422
244 ‐
metalli di base preziosi e altri metalli non ferrosi;
combustibili nucleari 81.340 92.258 57.022 99.607
192 ‐
prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio 17.029 75.181 36.336 69.889
222 ‐
articoli in materie plastiche 13.675 20.753 20.426 53.698
201 ‐
prodotti chimici di base, fertilizzanti e composti azotati,
materie plastiche e gomma 22.851 101.674 90.149 30.072
259 ‐
altri prodotti in metallo 26.843 28.196 22.033 18.405
381 ‐
rifiuti 16.293 10.761 3.129 8.756
321 ‐
gioielleria, bigiotteria e articoli connessi; pietre
preziose lavorate 14.305 9.239 9.516 8.466
231 ‐
vetro e prodotti in vetro 5.606 10.277 6.378 5.935
132 ‐
tessuti 8.059 6.004 2.879 4.757
6. CONSEGUENZE DELLA CRISI FINANZIARIA GLOBALE
L’Emirato di Abu Dhabi
è
stato solo relativamente frenato
nei suoi piani di sviluppo
dal contesto economico internazionale.
L’Emirato di Dubai, la cui economia è legata solo in misura minore alle rendite petrolifere ed è
prevalentemente incentrata sul settore dei servizi, ha subito un
rallentamento della propria crescita.
La bolla speculativa in campo edilizio, esplosa già
alla fine del 2008, è la causa
principale dell’indebitamento dell’Emirato di Dubai.
Per quanto riguarda Dubai, la situazione di difficoltà
delle finanze pubbliche,
riconducibile all’elevato indebitamento della holding pubblica Dubai World,
sembrerebbe per il momento sotto controllo grazie
al doppio intervento di copertura
messo in atto dal governo federale
nel dicembre 2009 e dal governo di Dubai
nel marzo
2010.
Nel complesso, a parere di molti analisti economici, il rallentamento della crescita degli
EAU è meno drammatico rispetto a quanto riportato negli ultimi mesi, in maniera
talvolta poco precisa, da una parte della stampa internazionale.
7. FARE AFFARI NEGLI EAU: PERCHE’?
Elevata propensione ad un regime di libero scambio:
in linea generale è
liberamente consentito vendere direttamente agli
utilizzatori finali tramite un rivenditore;
è
possibile costituire joint ventures;
è
possibile vendere i propri prodotti in franchising, autorizzando una società
locale.
Per attirare ulteriori investimenti esteri, il Governo sta apportando modifiche e riforme al quadro giuridico del paese, tra cui:
Rinnovamento della disciplina immobiliare
(Abu Dhabi e Dubai): dal 2007 sono stati ampliati i diritti alla proprietà
degli stranieri che prima
potevano godere del solo diritto di superficie con durata 99 anni;
Liberalizzazione delle telecomunicazioni;
Innovazione in materia di impresa: dal 2006 si sta lavorando per modificare la partecipazione di un soggetto emiratino al 51% per
l’apertura di nuove attività.
Presenza di free zones (zone di libero scambio a statuto speciale), nelle quali gli investitori possono godere di alcuni vantaggi tra cui:
insediamento di società
con il 100% di capitale straniero; rimpatrio totale del capitale e degli utili; nessuna imposta sui redditi societari; nessuna tassazione per le persone giuridiche per almeno 15 anni; assistenza per reclutare la manodopera.
Esistono attualmente piu’
di 30 zone franche in tutti gli EAU: alcune consentono lo svolgimento di qualsiasi attività
economica o commerciale, altre
invece sono specifiche perché
permettono lo svolgimento solo di determinate attività
economiche (Dubai Healthcare City, Dubai Logistics City, Dubiotech
ecc...)
8.
PRINCIPALI SETTORI ECONOMICI:INFRASTRUTTURE E TRASPORTI
I principali progetti di sviluppo del Paese riguardano i seguenti ambiti:
Aeroporti: imponenti investimenti per l’espansione delle strutture
aeroportuali fra cui:
l’ingrandimento dell’aeroporto di Abu Dhabi; Il nuovo aeroporto di Jebel Ali, Dubai World Central; Il nuovo concourse 3 e 4 dell’aeroporto di Dubai e l’ampliamento del terminal
2 che aumenterà
di 675.000mq la superficie già
esistente.
Piani di sviluppo dei trasporti urbani a Dubai: tra i progetti gestiti dall’Autorità
dei Trasporti di Dubai, Roads & Transport Authority, si segnalano :
la costruzione del metrò leggero driverless
entro il 2012: linea rossa
inaugurata il 9 settembre 2009 e linea verde il 9 settembre 2011. Per il 2020 è
previsto uno sviluppo della rete pari a 320 km; la realizzazione di un sistema di trasporto marittimo urbano; la riorganizzazione dell’assetto urbano di Dubai
entro il 2015 (Dubai Urban
Development Framework);
la riorganizzazione dell’assetto urbano di Abu Dhabi
entro il 2030 (The
Abu
Dhabi Economic Vision 2030): si tratta di un progetto immenso, che consta di
diversi master plans
ispirati al concetto di Estidama
(sostenibilità
in arabo)
ovvero ad un’architettura di tipo sostenibile ma che esprima al tempo stesso
anche le tradizioni regionali;
Progetto di rete ferroviaria nazionale, in collaborazione con gli altri paesi
GCC;
Il primo sistema di trasporto pubblico verde
al mondo: inaugurato nell’oasi
naturale di Sir Bani Yas, che si trova a 250 km a sud di Abu Dhabi, prevede un
sistema di autobus elettrici caratterizzati da bassi livelli di rumore, vibrazioni
e manutenzione e da “zero emissioni”
di carbonio.
9.
REAL ESTATE
Il settore del Real Estate
ha subito una forte battuta d’arresto:
•
il 10% dei progetti attualmente
in esecuzione nel paese, il cui valore stimato
è
approssimativamente di ben 249,7 miliardi di dollari USA, è
stato sospeso;
•
dal 2009 sono stati completati 129 progetti e solo 237 su 450 potranno
essere completati a tempo debito;•
217 progetti immobiliari sono stati cancellati
a partire da maggio 2011;
•
flessione del 19,8%
registrata nel 2009.
La bolla speculativa
in campo edilizio, esplosa già
alla fine del 2008, è la causa
principale dell’indebitamento
dell’Emirato di Dubai.
I lavori di Palm Deira
e Palm Jebel Ali
sono stati sospesi, così
come il progetto The World
che è rimasto solo nella fase iniziale; non si sa se verranno mai completati.
Nel giorno del quarto anniversario dell’ascesa al trono dello sceicco Mohammad Al
Maktoum, nel gennaio 2010, è
stata inaugurato l’edificio più
alta del mondo, la cui
costruzione e’
iniziata nel 2004. Con grande sorpresa la Torre
(in arabo “burj”), che
misura 828 metri
e che durante la costruzione veniva chiamata “Burj Dubai”, è
stata
ribattezzata Burj Khalifa, dal nome del capo della federazione degli Emirati, Khalifa bin
Zayed Al‐Nahyan, sceicco di Abu Dhabi;
I cantieri vanno avanti, soprattutto ad Abu Dhabi, con il distretto culturale di Saadiyat
Island e i musei del Louvre e del Guggenheim, con Yas Island
e il parco di divertimento
tematico Ferrari, inaugurato nell’autunno 2010 e con molti altri progetti che seguono alla
realizzazione dell’area del circuito di Formula 1.
10.
TURISMO
Con la diversificazione economica
intrapresa negli ultimi anni, il turismo è
diventato
uno dei principali fattori a contribuire al PIL del paese:•
nel 2010 ha rappresentato il 16,6% pari a 42,56 mld $;
•
+ 8,1% annuo previsto nel periodo 2011‐2020.
In seguito alle conseguenze della recessione economica globale, è
stato registrato:
•
un forte calo di presenze negli alberghi, con oltre il 60% in meno nel gennaio
2009
rispetto all’incredibile aumento dell’85% registrato nello stesso periodo del
2008;•
una parallela diminuzione della spesa media per turista negli hotels;
•
inevitabile abbassamento delle tariffe alberghiere: fino al 15%
nelle strutture di
Abu Dhabi
e addirittura fino al 60%
in quelle di Dubai.
Il 2010, però, ha testimoniato un aumento delle presenze, tanto
da registrare nel primo
trimestre 2011 un +10% ad Abu Dhabi
e +14% a Dubai.*
Dubai è la città
con più
alberghi in costruzione al mondo (97), seguita da Abu Dhabi
(66). Precedono città
come Berlino (49), New York (43) e Las Vegas (17).
* dati ADTA, Abu Dhabi Tourism Authority
I lavoratori del settore sono 429 mila e rappresentano il 13,8%
della forza lavoro totale
del paese. E’
previsto un aumento dell’occupazione del 5,7% annuo fino al 2020.
Nel “Travel & Tourism Competitiveness Report 2011”
gli EAU occupano il 300 posto su
139 paesi e il 10
in Medio Oriente.
La crescita economica e sociale dei due Emirati più
importanti, oltre ad incrementare
sempre più
la propensione delle famiglie emiratine a viaggiare, porta con sé
l’apertura di
nuovi collegamenti aerei
verso sempre più
destinazioni.
•
Emirates
vola su 3 aeroporti italiani: Milano, Roma e Venezia. Il nuovo Airbus 380
collegherà
Dubai con Roma dal 1 dicembre 2011. Grazie all’accordo con Alitalia,
dallo scorso anno si possono prenotare voli in codesharing
su Pisa.
•
La
compagnia aerea Etihad Airways,ha annunciato l’aumento della frequenza
dei voli settimanali per Milano e ha firmato con Alitalia un accordo di
codesharing che consentirà a Roma Fiumicino di collegarsi a molteplici
destinazioni del network
mondiale della compagnia emiratina.
10.1
TURISMO VERSO L’ITALIA
I risultati ottenuti dall’Italia
sono in netto miglioramento, ma non sono all’altezza delle
elevate potenzialità
della clientela locale e dell’ottimo livello dei rapporti bilaterali, in
particolare nel settore economico‐commerciale.
•
Se vi è
stato un aumento di passeggeri emiratini
verso il nostro paese, si
tratta comunque e principalmente di un turismo di affari.
•
Le principali destinazioni
nel nostro paese continuano ad essere quelle più
industrializzate
ed economicamente sviluppate, dove risiede il business
oltre
allo shopping
di lusso, meta prediletta dai locali
•
Il turismo culturale
e paesaggistico/naturalistico
presentano un potenziale
ancora inespresso.
11. ALIMENTARE
Gli Emirati Arabi dipendono dalle importazioni per circa il 90% del consumo interno di
prodotti alimentari,
sono autosufficienti solo per alcuni prodotti, quali datteri e pesce.
Coltivare localmente
a scopo alimentare costa in media fino a 3‐4 volte in più
rispetto
all’importazione
degli stessi prodotti:
•
in questo modo il paese rimane sensibilmente esposto alla fluttuazione
globale dei prezzi negli stati esportatori;
•
proprio per questo il governo ha fatto investimenti nel settore
fin dal 1994 ed
ora si contano in tutti gli Emirati fino a 150 impianti di trasformazione
alimentare.
Nonostante una leggera flessione nelle importazioni 2009, i prezzi hanno continuato a
salire
negli ultimi due anni ed in questo settore, a differenza di altri, l’inflazione continua a
crescere. Sotto la spinta della speculazione, il costo di prodotti come il riso e lo zucchero
si
è
triplicato negli ultimi 5 anni, a dispetto di un calo interno della domanda alimentare,
legato agli effetti della crisi generale dei mercati.
Il mercato degli alimentari
negli Emirati è
controllato
in gran parte da aziende
d’importazione e distribuzione con sede a Dubai.
•
Si stima, infatti, che circa l’80% delle importazioni
di alimentari entri
nel Paese
attraverso il porto di Dubai.
•
Il 30% delle importazioni totali
è poi riesportato ad altri mercati, soprattutto
Russia, India e Pakistan.
Per quanto riguarda i prodotti agro‐industriali:
•
le importazioni di prodotti meno costosi
provengono da India, Pakistan,
Libano, Siria, Giordania, Egitto e Sud Africa;
•
i prodotti della fascia più
alta
del mercato provengono da Olanda, Australia,
Nuova Zelanda, Estremo Oriente e USA.
11.1 ALIMENTARE: DAZI IN ENTRATA
Sui generi alimentari, così
come per ogni altro bene importato negli Emirati e negli
altri paesi GCC, viene applicata un’aliquota fissa del 5%.
Vi fa eccezione solo il vino, sottoposto a un dazio del 50%
(fatto salvo un eventuale
altro 30% di tassa municipale
di cui la bottiglia può essere gravata nella vendita al
dettaglio).
•
I canali di distribuzione
per il vino sono decisamente concentrati e sono solo 5
le
società
autorizzate
ad importarlo.
•
Nel rispetto della religione islamica, infatti, il vino è sottoposto ad alcuni vincoli per
cui l’acquisto
può aver luogo solo presso punti vendita autorizzati, dotati di una
licenza specifica.
•
Il consumo
può aver luogo in ristoranti ed alberghi, mentre in talune aree del paese
(come ad esempio l’Emirato di Sharjah) ne è
completamente vietato l’acquisto, il
trasporto e il consumo.
11.2 ALIMENTARE: SETTORE RISTORAZIONE
Negli Emirati, il settore della Ristorazione (HORECA) è
relativamente più
ampio di
quello al Dettaglio, data l’importanza del business legato al turismo e ai viaggi d’affari.
•
Non esistendo stime precise delle percentuali relative, approssimativamente si
può dire che il Dettaglio rappresenta circa il 40% del mercato totale, mentre la
Ristorazione il 60%.
In generale, i prezzi sono diventati un fattore fondamentale nella scelta di distribuire
un prodotto importato
e, in questo senso, i produttori locali che offrono prodotti esenti
da dazi e costi di trasporto si trovano in una posizione privilegiata.
11.3 ALIMENTARE: PRINCIPALI TENDENZE
Tra le principali tendenze del mercato
si segnalano:
•
l’aumento della popolazione maschile
rispetto a quella femminile, dovuta al
ritorno al proprio paese d’origine di molte famiglie che lasciano solo il
“capo
famiglia”;
•
la tendenza generale al risparmio e alla ricerca di soluzioni più
economiche;
•
interesse crescente per prodotti biologici
e
naturali
in generale.
Per il settore alimentare questo significa:
•
forte crescita dei fast food;
•
interesse dei supermercati ad aumentare la loro linea di prodotti pre‐cotti
e
congelati;•
creazione di reparti dedicati
a cibi già
pronti
e gourmet take away
nei
supermercati come alternativa al ristorante; •
accresciuta importanza di prodotti biologici
tra gli scaffali dei supermercati e
creazione di catene
di coffee‐shops
e piccoli supermercati
di prodotti
esclusivamente biologici.
12. MOBILE ‐
ARREDO
Gli Emirati Arabi sono diventati il maggiore centro commerciale
della regione del
Golfo grazie alla loro posizione strategica.
•
Dall’anno 2005, il mercato interno è
cresciuto con importazioni che sono
aumentate del 130% in 4 anni. •
Le importazioni dalla Cina
sono aumentate più
che le importazioni totali,
passando dal 31% al 35% del totale.•
Le importazioni italiane
sono cresciute di pari passo a quelle totali,
continuando a rappresentarne circa il 13%.
Nonostante la crescita, quello degli Emirati rimane un mercato relativamente
piccolo.
Le esportazioni italiane
di questi prodotti negli Emirati nel 2010
corrispondono al
21% delle esportazioni italiane
degli stessi prodotti in Gran Bretagna.
•
Il mercato immobiliare degli Emirati, tanto per quanto riguarda
il settore residenziale
che commerciale, alberghiero
e degli uffici, è sempre stato presentato e venduto come
un mercato di lusso ma:
•
queste aspettative di qualità
sono spesso smentite dalla realtà, poiché
di
fatto solo un numero limitato di progetti utilizza materiali e rifiniture degni
di essere definiti “di lusso”.
•
Nella mentalità
araba, lussuoso
è
tutto ciò che sia firmato, dorato, sfarzoso,
apparentemente caro, ma non necessariamente di alta qualità
e non
necessariamente costoso.
12.1 MOBILE: OPPORTUNITA’
SETTORE ITALIANO
Nonostante la crisi e la concorrenza asiatica, il mercato dell’interior design, fit‐
out
e
arredamento
degli EAU presenta ancora molte opportunità
per aziende italiane
che
vogliano offrire i propri servizi.
La qualità, però, non rappresenta
sempre la variabile di maggior peso nelle
decisioni d’acquisto e di assegnazione di lavori di interni.
•
Per questa ragione la concorrenza locale, che lavora con un livello di qualità
decisamente inferiore alla media italiana, ha comunque un vantaggio notevole
in termini di prezzo, sia per la presenza sul mercato, sia per il basso costo della
manodopera utilizzata.
•
In questo senso, imprese italiane
che offrono servizi chiavi in mano
possono
ottenere progetti interessanti
solo se sono in grado di operare sul mercato
direttamente
o attraverso un partner locale.
13. ABBIGLIAMENTO
A Dubai sono presenti con branch offices
o boutiques monomarca i più
importanti
marchi internazionali:•
i negozi si trovano all’interno di centri commerciali e per aprirli è
necessario
uno sponsor locale.
Mercato interessante che si sostenta attraverso il flusso turistico, ma rimane un
mercato relativamente piccolo.
Grazie alla presenza delle griffe italiane più
conosciute (che presentano collezioni
ad hoc),
il prodotto made in Italy
esercita un richiamo soprattutto se si tratta di griffe o
marchi riconoscibili. Per i prodotti di fascia medio‐bassa, tuttavia, la concorrenza è
molto forte e i tessuti indiani e cinesi rappresentano un elemento evidente di
concorrenza.
Per questo motivo il prezzo, più
ancora della qualità, resta il fattore determinante.
14. MEDICALE
Il mercato biomedicale emiratino è un mercato ricco e promettente.
La domanda interna è molto alta
e solitamente non è
soddisfatta internamente, bensì
tramite l’uso di materiali e attrezzature di importazione.
Secondo alcuni rapporti internazionali recentemente pubblicati, il solo mercato mediorientale
vale oggi circa 74 miliardi di dollari, con un tasso di crescita
annua vicino al 16%.
La spesa sanitaria dei paesi GCC è
destinata a raggiungere i 60 miliardi di dollari entro il
2025
e le vendite di prodotti farmaceutici, 1.3 trilioni di dollari entro il 2020.
La questione salute è
particolarmente sentita dal governo emiratino:
lo stesso Ministero della Salute
si è reso direttamente protagonista di alcune iniziative e
campagne di sensibilizzazione
mirate a diffondere maggiore consapevolezza presso la
popolazione locale e a incoraggiare l’attività
fisica
e un’alimentazione più
sana a fronte di una
certa sedentarietà
e di abitudini alimentari letteralmente stravolte nel giro di pochi anni con
l’apertura del paese all’esterno.
Un vero problema, in particolare, è
rappresentato dal diabete, tanto che nella classifica
dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), gli EAU
compaiono al secondo posto, dietro
solo alle isole Tonga, con un tasso di incidenza altissimo sulla
popolazione, di poco inferiore al
30%.
15. ENERGIE RINNOVABILI
Abu Dhabi ricopre un ruolo importante nello sviluppo del futuro energetico della
regione. Ospita, infatti, la sede di IRENA, l’Agenzia Internazionale per le Energie
Rinnovabili
(da gennaio 2011 con sede permanente).
In gennaio, per il quarto anno consecutivo, si è
tenuta l’Abu Dhabi Future Energy
Week, la settimana sull’energia per il futuro, una serie unica di eventi incentrati sul
progresso dell’energia rinnovabile e sullo sviluppo di soluzioni pratiche per mitigare il
cambiamento climatico.
Il World Future Energy Summit
(WFES), questo il nome dell’evento, è
un’iniziativa
di MASDAR, la compagnia pubblica diretta emanazione del governo di Abu Dhabi:
The MASDAR INITIATIVE
prevede entro il 2016
la realizzazione della prima
città
al mondo ad emissioni zero di CO2.
Altri “progetti verdi”
sono:
rete di autobus di Sir Bani Yas; le scuole eco‐sostenibili; la raccolta sotterranea dei rifiuti; divieto ai sacchetti di plastica
dal 2013;
la costruzione di una rete per la cattura
ed il deposito di emissioni di carbonio
per quattro gruppi di strutture industriali: Emirates Steel, Emirates Aluminium, un
impianto per produzione di idrogeno e centrali elettriche che producono il 70% delle
emissioni totali.
Vi è certo un trend di nuovi investimenti
nei sistemi di riscaldamento solare e di
risparmio di energia in generale, ma si è ancora nella fase iniziale
dello sviluppo del
settore, che sarà
completamente maturo solo tra qualche anno.
Per via del basso costo dell’energia, infatti, i consumatori non sonoancora sufficientemente sensibilizzati alla necessità
di risparmiare energia.
16. OIL & GAS e PETROLCHIMICO
Gli Emirati Arabi Uniti hanno ottenuto un discreto successo nella politica di
diversificazione
dell’economia: dalla produzione di petrolio ai prodotti petrolchimici,
fertilizzanti, cemento e alluminio, produzione manifatturiera e al turismo.
Tuttavia rimangono il quinto produttore al mondo di petrolio e gas, con una
produzione media giornaliera stimata di circa 2,32 milioni di barili di petrolio nel 2010:•
Abu Dhabi
detiene il 94% delle riserve petrolifere del Paese; mentre si stima
che le risorse petrolifere di Dubai termineranno tra 15 anni.
Nonostante la crisi abbia ritardato e ridimensionato alcuni progetti di espansione del
settore petrolchimico
nel 2009, lo stesso sta vivendo uno dei periodi più
interessanti
dalla fine degli anni ‘70,
non solo negli Emirati, ma nei Paesi Arabi in generale:
•
Abu Dhabi e l’Arabia Saudita
sono i principali investitori
nell’espansione della
capacità
produttiva del settore.
•
Abu Dhabi, in particolare, sta investendo 10 miliardi di dollari
nell’espansione
della raffineria Takreer, a Ruwais
e 3 miliardi di dollari nell’Abu Dhabi Polymers
Company. I nuovi investimenti, tuttavia, hanno origini soprattutto pubbliche.
17. RISCHIO PAESE
SACE colloca gli EAU nella categoria OCSE 3 su 71. Non ci sono restrizioni per le
Condizioni di Assicurabilità, con apertura a tutti i tipi di operazione. Il rischio è
classificato
come M1 (ovvero di grado medio‐basso).
Rischio politico: la situazione politica è
stabile, grazie anche al totale controllo detenuto
dalle famiglie regnanti e al benessere economico diffuso nella popolazione.
Rischio economico: recessione globale e crisi finanziaria hanno avuto un impatto
significativo sull’economia. Tuttavia, gli EAU
hanno sviluppato un ambiente economico
stabile e creato opportunità
di investimento
da renderli il nono mercato più
attraente
e
competitivo nel mondo.
Rischio finanziario ed operativo: settore bancario e sistema finanziario restano
vulnerabili, essendo quest’ultimo molto esposto al settore delle costruzioni e del real
estate (circa il 25% dei mutui). Ciò nonostante, gli investimenti esteri sono incoraggiati
attraverso numerosi incentivi, soprattutto nelle free
trade
zones. Inoltre, il governo
continua ad investire in massicci progetti di sviluppo.
1
dove 0 rappresenta il rischio minore e 7 il rischio massimo.
18. CENNI DI ASPETTI LEGALI: VARIE TIPOLOGIE DI SOCIETA’
Esistono varie tipologie di società
commerciali che si differenziano in primo luogo in
base alla giurisdizione, poi per capitale sociale versato e numero di soci.
Per la giurisdizione,
si deve distinguere tra:
•
società
costituite in territorio mainland, costituite cioè
in tutto il territorio GCC ad
eccezione delle zone franche;•
società
costituite nelle free
zone.
MAINLAND‐
esistono varie tipologie di entità
giuridiche:
•
la Limited
Liability
Company
(LLC) generalmente, la più
utilizzata dagli investitori
stranieri perché
permette attività
di trading;
•
“branch” e “representative
office” di società
estera, possono svolgere svariate
attività
ad eccezione di quelle di trading.
FREE ZONE‐
aree speciali delimitate fisicamente, all’interno delle quali sono accordate
particolari esenzioni alle entità
giuridiche. Queste società
possono condurre attività
di
trading all’interno della stessa free
zone
e fuori dagli EAU
(la legge vieta di operare
direttamente con soggetti in territorio mainland).
18.1 LLC, LIMITED LIABILITY COMPANY
Può essere costituita da un minimo di 2 ad un massimo di 50 azionisti e presenta
caratteristiche comuni alla società
a responsabilità
limitata del diritto italiano.
Per legge, il 51% della proprietà
deve essere di nazionalità
emiratina. Generalmente i
partner locali possono essere più
o meno attivi nella gestione della società.
La licenza per l’attività
di trading
o general
trading
viene rilasciata dal Dipartimento
dello Sviluppo Economico emiratino, dopo la presentazione della domanda e di una serie
di documenti dell’azionista straniero.
18.2 FREE ZONE
Come già
anticipato, le società
free
zone
godono di determinati incentivi, fra cui:
•
insediamento di società
con il 100% di capitale straniero;
•
esenzione dai dazi doganali per importazioni temporanee;
•
rimpatrio totale del capitale e degli utili;
•
nessuna imposta sui redditi;
•
nessuna tassazione per le persone giuridiche per almeno 15 anni.
Possono svolgere le proprie attività
solo all’interno della free
zone
stessa o al di fuori
degli Emirati.
Società
costituite possono essere:
•
branch
office, priva di autonomia giuridica rispetto alla casa madre straniera;
•
free
zone establishment, soggetto giuridico autonomo con capitale interamente
posseduto da unico azionista. Capitale sociale da versare è in base alla free
zone;
•
free
zone company, soggetto giuridico autonomo con capitale posseduto da più
soggetti (da minimo 2 a massimo 5 azionisti). Capitale sociale da versare è in base
alla free
zone.
18.3 CONTRATTO DI AGENZIA
Dato che la società
free
zone
non può condurre attività
di trading su territorio mainland,
nel caso volesse vendere i propri prodotti a società
su territorio emiratino, necessita di un
agente commerciale o distributore.
Con questo, la società
stipula un contratto di agenzia, che può essere di due tipi:
registrato: stipulato tra le due parti, di durata determinata o indeterminata, legalizzato
da un Pubblico Notaio e tradotto in arabo.
L’agente deve essere cittadino emiratino
o società
interamente posseduta da
cittadini EAU e deve essere registrato presso il Ministero dell’Economia.
Il contratto conferisce all’agente la totale concessione sulla commercializzazione
di prodotti nel territorio indicato e garantisce all’agente una provvigione,
indipendentemente da chi abbia concluso la trattativa.
La risoluzione del contratto indeterminato è
complicata perché
si deve dimostrare
la giusta causa.
non registrato: l’agente può essere di qualsiasi nazionalità
purché
dotato di licenza per
operare all’interno degli EAU. Le caratteristiche del contratto sono determinate in totale
autonomia dalle parti.
19. TUTELA DELLA PROPRIETA’
INTELLETTUALE
Il governo emiratino, a fronte di un elevato incremento di violazioni, si è
attivato in
materia di tutela della Proprietà
Intellettuale e Anticontraffazione.
Secondo le stime del DED (Department
of Economic
Development), nel 2010 sono stati:
1.357 i casi di contraffazione con 453.000 prodotti sequestrati
e distrutti (rispetto
ai 250.000 del 2009);
80 i casi con aziende italiane coinvolte*
(brand maggiormente copiati o
contraffatti sono stati Gucci, Police
e Bulgari).
Negli ultimi anni si è registrato un costante incremento di medicinali contraffatti.
* Nel corso del 2011 sono stati registrati già
21 casi di prodotti italiani contraffatti. Dati Dubai
Customs.
20. CENNI DI ASPETTI FISCALI:NORMATIVA GENERALE
Il Consiglio Federale Nazionale non ha mai promulgato una legge
fiscale federale ma
ciascun Emirato dispone della propria normativa.
Nell’emirato di Dubai, si applica la seguente normativa fiscale (per ciò che riguarda
le
imposte dirette):
per le persone fisiche
nessuna imposta sul reddito; nessuna imposta sulle plusvalenze; nessuna imposta sul capitale; nessun contributo sociale per gli stranieri1;
per le persone giuridiche
Nessuna imposta sul reddito2; nessuna imposta sulle plusvalenze; nessuna imposta sul capitale; nessun contributo sociale per gli stranieri3; nessuna imposta sui dividendi; nessuna ritenuta sul trasferimento del reddito della filiale alla casa madre.
1
E’
il 5% dello stipendio per i cittadini emiratini.2
Sono soggette a tassazione soltanto le società
operanti in: estrazione, raffinazione, trading di petrolio, gas e derivati e filiali di banche straniere. 3
E’
il 12,5% dello stipendio di cittadini emiratini
che lavorano nel settore privato e il 15% per quelli che lavorano nel settore pubblico.
20.1 TRATTATI CONTRO LA DOPPIA IMPOSIZIONE
1
tra cui: Algeria, Armenia, Austria, Bielorussia, Belgio, Bosnia, Bulgaria, Canada, Cina, Repubblica Ceca,Egitto, Finlandia, Francia,
Germania, India, Indonesia, Italia, Giappone, Giordania, Libano,
Malesia, Malta, Mauritius, Marocco, Paesi Bassi, Nuova Zelanda,
Pakistan, Polonia, Romania, Singapore, Corea del Sud, Spagna, Sri
Lanka, Sudan, Svizzera, Siria, Thailandia, Tunisia, Turchia,
Ucraina, U.S.A, Yemen.
Gli Emirati Arabi Uniti hanno stipulato ben 471
trattati bilaterali contro la doppia
imposizione internazionale, al fine di evitare che un soggetto sia tassato in due paesi per
la stessa fonte di reddito avvenuto nello stesso periodo.
L’Italia
ha stipulato il Trattato contro la Doppia Imposizione
nel 1995 ed è entrato in
vigore nel 1997.
Le Parti contraenti hanno accettato di scambiarsi le informazioni necessarie per
prevenire e reprimere fenomeni di elusione
ed evasione fiscale e, in generale, favorire il
ruolo di accertamento delle imposte da parte delle autorità
competenti.
Ufficio PROMEC Modena Abu
DhabiBin
Arar Tower, Najda
Street
PO Box: 112358 ‐
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Dhabi, UAE
Tel: +971 2 4952783 Fax: +971 2 6740066
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