Presentazione evento green 2013 - Dott. Arch. Mariangela Martellotta

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EDILIZIA RURALE: C‘E’ MA NON VA SOTTOVALUTA ...

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Il territorio pugliese è caratterizzato dalla presenza di estesi sistemi di edifici rurali i quali

però non fanno parte di un circuito che ne tuteli in maniera chiara e omogenea i

caratteri e ne promuova il recupero ai fini di preservarne anche i valori intrinsechi.

Manca una legislazione specifica che assicuri sovvenzioni pubbliche e/o incentivi e ciò ha

sostanzialmente legittimato il comportamento della maggiorparte dei proprietari,

privati e pubblici, nei confronti degli immobili rurali in loro possesso.

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Il recupero ed il restauro degli immobili rurali comporta sostanziali contraddizioni la dove

per un verso esse sono ritenute dai loro proprietari edifici di scarso interesse e, per

altro verso, il loro recupero comporta l’applicazione di tecniche e metodiche proprie

del «restauro monumentale»: ciò determina l’impossibilità di giustificare in termini

meramente economici il loro recupero che rimane finalizzato a destinazioni

prevalentemente residenziali, non risultando quasi mai ancorabile al reinserimento

dell’edificio in cicli produttivi. Tale destinazione però spesso condanna la masseria, il

pagliaio, il trullo, il frantoio ecc… alla funzione di deposito o annesso (a volte abusivo).

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CONTESTUALIZZAZIONE IN DECLINO: OCCORRE

INFORMAZIONE E CAPACITÀ TECNICA

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oltre 600 masserie di cui 45 sono divenute «masserie didattiche»

DEBELLARE ISISTEMATICI FENOMENI DIOBSOLESCENZA

Tranne in pochi casi, gli edifici del patrimonio rurale sono stati sistematicamente espulsi dai

processi produttivi contemporanei. Oggi essi sono interessati da due opposti fenomeni,

che sollevano entrambi questioni relative alla sostenibilità. In Puglia abbiamo un

patrimonio inestimabile :

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*In particolare per i pagliai esiste un censimento-pilota da parte del CNR avviato in Valle

d’Itria [fonte – Seminario SIGEA – Maggio 2013 – Taranto ]

oltre 300 attività agrituristiche nate in ex complessi rurali

una quantità non ancora stimabile di manufatti minori dell’Architettura rurale e rupestre

fra trulli, chiese rurali, torri, neviere, paretoni, stalle, palmenti, edicole votive, fogge,

pozzi, aie, porte poderali, specchie monumentali, pagliai *

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ABOLIRESPRECO E TENDENZA ALLA PERDITA DI

CARATTERI TIPICI

... le peggiori piaghe per il patrimonio edilizio rurale sono ...

1) Da un lato il disuso, la mancanza di manutenzione, l’abbandono causano una perdita dicarattere economico (un volume resta inutilizzato, va perduto il lavoro fatto per costruirli, siperdono i materiali stessi da costruzione impiegati) e culturale (si perde una testimonianzadelle tradizioni costruttive e dei modi di vivere del passato). Questo processo di abbandonosi configura dunque come una forma di spreco.

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2) Dall’altro è in crescita la domanda di riuso degli edifici rustici, anche e soprattutto a finiabitativi stabili o temporanei. Questa domanda innesca processi controversi. Viene infattivalorizzato sì il valore economico di questo patrimonio, ma spesso a scapito dellaconservazione del suo valore culturale, quando le modalità di intervento stravolgono icaratteri dell’edificio e dell’intorno e sono all’origine di una perdita dei materiali e del lavoroincorporato negli edifici storici.

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NON PERDERE LE CONOSCENZE LEGATE ALLE TECNICHE

COSTRUTTIVE TRADIZIONALI

Insieme al patrimonio edilizio rurale si rischia di perdere anche le conoscenze ad esso connesse,tanto quelle legate all’attività edilizia, quanto quelle inerenti alla cura del paesaggio.Inoltre questo processo coinvolge per lo più attori esterni alla comunità locale provocandofrizioni con essa, quando non si arriva addirittura a veri e propri casi di speculazione.

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Immagini tratte dalle opere del pittore grottagliese Gaspare Mastro – «I mestieri»

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INNALZARE IBILANCI QUALITATIVI DEGLI INTERVENTINonostante queste forti criticità questo processo presenta però rilevanti aspetti socioeconomici e

non va sottovalutato come possibile fattore di sviluppo per il territorio: in particolare siaprono scenari interessanti per il settore delle costruzioni sul versante del recupero edilizio.

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Un innalzamento della qualità degli interventi deve essere garantito – e dunque richiedere –l’innovazione nel know-how (modelli culturali, tecnologie, organizzazione industriale) delleforze produttive e dei processi di produzione. L’innovazione va perseguita da un lato con ilrecupero dei saperi tradizionali, dall’altro con l’introduzione di materiali, tecnologie, processicostruttivi e strategie di progettazione innovativi.

La sperimentazione ha dimostrato come il recupero degli immobili rurali – importante

patrimonio e testimonianza di un modo spontaneo ma assai erudito di costruire – può

essere controllabile sotto il profilo economico e comporti valorizzazione e rivitalizzazione

di spazi, ambienti, territori e tradizioni rurali che spesso edilizia moderna e urbanità

negano e fanno estinguere.

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LEGAME INNOVATIVO TRA TECNOLOGIA EAMBIENTE

Nel recupero delle preesistenze l’esperienza dimostra come un’attenzione particolare vaposta sulla QUALITA’ DEL PROGETTO e su un tipo di approccio finalizzato ad unrecupero intelligente degli edifici rurali.

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L’obiettivo dell’operazione èpertanto definire un METODODI INTEGRAZIONE fra strumentidi tipo progettuale capaci direstituire il sistema difunzionamento tecnologico edambientale delle preesistenzerurali, per individuarne leopportune strategie diintervento.

InnovazioneInnovazioneInnovazioneInnovazione didididi prodottoprodottoprodottoprodotto: si apportano modifiche allecaratteristiche del prodotto che ne variano il profiloprestazionale e le condizioni di uso nel ciclo di vita;

InnovazioneInnovazioneInnovazioneInnovazione didididi procedimentoprocedimentoprocedimentoprocedimento: si apportano modifichesulle materie prime, sui procedimenti fisico - chimici ditrasformazione, senza modifiche sostanziali del«prodotto»

InnovazioneInnovazioneInnovazioneInnovazione didididi processoprocessoprocessoprocesso: si apportano modificheorganizzative ed operative nelle diverse fasi, finoall’uso e alla dismissione, senza apportare modificheal «prodotto».

Occorre innovare il processo

senza apportare modifiche

alla natura dei manufatti.

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QUESTA È ECOSOSTENIBILITA’ !

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EDILIZIA RURALE: C‘È MA NON VA SOTTOVALUTA ...

LEGAME INNOVATIVO TRA TECNOLOGIA EAMBIENTE

INNALZARE I BILANCI QUALITATIVI DEGLI INTERVENTI

NON PERDERE LE CONOSCENZE LEGATE ALLE TECNICHE COSTRUTTIVE TRADIZIONALI

CONTESTUALIZZAZIONE IN DECLINO: OCCORRE INFORMAZIONE E CAPACITÀ TECNICA

DEBELLARE I SISTEMATICI FENOMENI DIOBSOLESCENZA

ABOLIRE SPRECO E TENDENZA ALLA PERDITA DI CARATTERI

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CONCLUSIONI

Il concetto di Sviluppo Sostenibile e il valore testimoniale dellapreesistenza dovrebbero configurarsi come il “filtro di valutazione”dell’intero processo edilizio e come elemento di verifica delle scelteda parte dell’istituzione che ha il compito di valutare le strategie divalorizzazione da attuare e come offerta.

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È auspicabile quindi indagare accuratamente sulle tecniche costruttive esui dispositivi che consentano di migliorare le prestazioni eaffrontare il progetto di recupero secondo i principi dellaBioarchitettura ®.

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Sito – Sistema Tecnologico – Efficienza Energetica – Qualità dell’ambiente

interno – Tutela dei caratteri culturali della tradizione – Sensibilità per il

riuso in chiave attualizzata degli spazi – Progettazione partecipata fra

gli stakeholder legati al recupero – Valorizzazione delle peculiarità

architettoniche tipiche – Impegno nella promozione degli interventi –

Attenzione verso l’utilizzo di materiali ecologici – Impiego di manodopera

a Km 0 ...

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…e tanto altro ancora che noi dell’INBAR in particolare avremo occasione di diffondere come principi cardine per il recupero del patrimonio edilizio rurale del territorio del GAL Colline Joniche con chi si

interfaccerà con noi.

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