Presentazione costellazioni

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Storia delle Costellazioni L'Orsa Maggiore è la più famosa delle costellazioni, essendo citata già da Omero nell'Iliade

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Storia delle Costellazioni

L'Orsa Maggiore è la più famosa delle costellazioni, essendo citata già da Omero nell'Iliade

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Cos'è una costellazioneFigure immaginarie con stelle casuali

Una costellazione è un insieme assolutamente arbitrario di più stelle, poste a distanze diverse l'una dall'altra. Chiunque, secondo la propria cultura, credo, fantasia, può raggruppare un dato gruppo di stelle e creare una costellazione.

Il concetto che sta dietro è quello della pareidolia, il processo psicologico che ci porta a vedere animali e figure fantastiche nelle nuvole. Alla stessa maniera un dato gruppo di stelle può ricordare questo o quell'animale, il dato personaggio di una storia che abbiamo imparato da bambini ed a cui siamo legati. Ma chi creò, per primo, le costellazioni?

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L' ”Emu nel Cielo” la costellazione più

antica del mondo

Gli aborigeni australiani possono vantare storie e miti che si estendono indietro nel tempo, almeno fino a quarantamila anni fa; le loro tradizioni astronomiche sono molto antiche se non, forse, le più antiche sul pianeta.

La figura più caratteristica dell'intera astronomia aborigena (Molto variegata a causa della grande estensione del territorio australiano) è l' Emù Celeste, una figura costituita da nubi oscure di polvere che costellano la Via Lattea. Nel Kuringai National Park, a nord di Sidney, si rinviene un'incisione, sul pavimento roccioso, che rappresenta tale figura. Nelle sere autunnali l'Emù si erge proprio sopra l'incisione, giusto all'epoca della raccolta delle uova di Emù.

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Costellazioni mesopotamicheDai sigilli alle pietre di confine babilonesi

AcquarioSagittario/Centauro

Capricorno Scorpione

Già nel 3200 A.C., in sigilli di terracotta, compaiono i primi segni di un culto del cielo. A Babilonia, dal 1350 A.C. gli astri, soprattutto i pianeti, vengono adorati come divinità. I sacerdoti, dall'alto dei loro templi piramidali (Ziggurrat) creano le prime costellazioni perché li aiutino, con il loro sorgere, a scandire, nel tempo, gli eventi della natura. Le prime costellazioni compaiono nei campi arati ed, in particolare, nelle pietre di confine.

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Il primo atlante celeste della storia

Tavolette babilonesi (Etichettate, dalla prima costellazione elencata, “Mulapin”), risalenti al 1100 A.C., elencano varie costellazioni. Alcune di queste sono sopravvissute fino ad oggi. Sotto è riportato un piccolo estratto delle tavolette. Cerchiate in rosso sono le costellazioni che sono giunte fino a noi. Queste costellazioni passeranno ai Greci ed agli Arabi.

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L'Almagesto

Nel secondo secolo l'alessandrino Claudio Tolomeo (90 – 168) mette nero su bianco le conoscenze astronomiche della civiltà classica.

A parte le cosmologie, vengono elencate 48 costellazioni che sono lo zoccolo più antico delle costellazioni attuali. Sono le 12 zodiacali più 36, tra le quali elenchiamo le Orse, Orione, il Cane Maggiore ed altre. Sono costellazioni esportate ai greci tramite i fenici, migrazioni o semplicemente passate tramite scambi culturali di civiltà attigue. Le costellazioni classiche sono tutte legate a miti tra i più vari. Alcune hanno, persino, più varianti dello stesso mito od anche miti totalmente diversi.

Tutto questo viene elencato nel trattato di Tolomeo; lo scritto, noto dapprima con il nome di Mathematikè Syntaxis, sarà noto più tardi come Megalè Syntaxis e quindi come Meghistè. Il trattato viene ereditato dalla cultura araba che lo traslittererà con il nome di al-Majisti; da tale nome deriva quello attuale di Almagesto.

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Le “Stelle Fisse” di al-SufiIl persiano al-Sufi (Ray, 903 – Shiraz 986), raccoglie, alla stregua di Tolomeo, le conoscenze astronomiche del mondo arabo. Nel suo testo, le “Stelle Fisse”, confluiscono sia le costellazioni dei beduini della penisola arabica, che le conoscenze degli scolari arabi di Baghdad. Egli pubblica delle cartine dove ogni stella è accompagnata dal nome e da una lettera dell'alfabeto arabo. Alcuni nomi stellari sono relativi alla cultura araba, altri ricalcano il nome greco della stella.

L'orsa minore come vista da al-Sufi. La Polare è chiamata “al-Jadi”, il “capretto”, forse in riferimento alle due stelle sulle spalle dell'Orsa, chiamate al-Farqadain, ovvero “I due vitelli”.

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L'Orsa Maggiore degli Arabifunerale tra le stelle del polo

I beduini della penisola araba immaginavano le sette stelle del Grande Carro come una processione funerea. Tre prefiche, donne pagate per piangere, erano le tre stelle della coda; il corpo, portato in spalla da quattro portatori, erano le quattro stelle restanti. La figura era nota in arabo come Banatu Na'sh, “le Figlie della Bara”.

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Bayer e la sua nomenclatura stellare

Alfa, beta, gamma...

Con l'apertura delle rotte verso nuovi mondi, si aprono anche i cieli del sud, mai visti da occhio occidentale. Cieli vergini, dove le stelle attendono solo di essere raggruppate in forme mitiche e fantastiche.

Nel 1603 il tedesco Bayer pubblica l' “Uranografia”, il primo atlante delle costellazioni. Egli lista le quarantotto costellazioni di Tolomeo; le stelle prendono nomi importati dal mondo arabo, nomi che, come già detto, o hanno le loro radici nelle terre orientali, o sono traduzione di nomi greci più antichi.

Bayer introduce un nuovo sistema per denominare le stelle, in uso ancora oggi. Ogni stella è indicata con una lettera dell'alfabeto greco seguito a ruota dal nome latino della costellazione al caso genitivo. Per cui Alfa Ursae Minoris è la Polare, Alfa Scorpii è Antares e così via. Finito l'alfabeto greco, si passa a quello latino, per cui R Lyrae, T Tauri e così via; terminate le lettere dell'alfabeto latino si passa ad indicare le stelle con una doppia lettera: AA, AB, AC... Un esempio di quest'ultima è VV Cephei, la stella più grande della Galassia.

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Caos nei cieliCostellazioni, costellazioni a non finire

I cieli vergini del sud sono un richiamo troppo ghiotto per Bayer. Non si limita ad introdurre i nomi e la sua nomenclatura nell'Uranografia, ma ad aggiungere nuove costellazioni.

La mossa del tedesco è solo l'inizio di una pratica comune nei secoli a venire. Dal 1600 in poi ogni autore di atlante celeste aggiungerà nuove costellazioni, chi per diletto, chi per glorificare il regnante di turno. Non solo, al grido di “Mors tua, vita mea”, elimina le costellazioni di autori precedenti.

Il risultato è un vero e proprio caos di costellazioni che esistono solo nell'atlante di un determinato autore, per poi sparire negli atlanti successivi.

Nel 1750 La Caille osa, addirittura, smembrare una delle 48 costellazioni tolemaiche. La Nave Argo viene divisa in Carena, Poppa, Vele ed Albero. Così finisce la gloriosa storia di una costellazione che, almeno in prima analisi, esisteva dal 2000 A.C..

Lo scempio celeste di creazione e distruzione di costellazioni continua in modo indecoroso. Vengono create costellazioni come Fornello Chimico, Pompa Pneumatica, Orologio, Studio dello Scultore, del Pittore ed altre costellazioni che elogiano il progresso della tecnica.

La bellezza dei miti delle costellazioni tolemaiche fa letteralmente a pugni con la fredda razionalità dell'epoca industriale.

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L'Atlante di Flamsteed. Sono presenti, a parte Orione, Toro, Eridano e Gemelli, anche l'Arpa di Giorgio, la Mosca ed il Piccolo telescopio di Herschel, costellazioni scomparse negli atlanti successivi.

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Il cielo cristiano di SchillerApostoli e santi

Nella folle gara per la sopravvivenza delle nuove costellazioni, Julius Schiller ha la bella idea di fare di meglio.

In una vera e propria catastrofe stravolge totalmente le costellazioni, tolemaiche e nuove, per ricreare da zero un cielo cristiano, fatto di apostoli, santi ed arche di Noè (La Nave Argo) e fiumi sacri. E' così che il Toro (A destra) diventa S. Andrea.

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Stelle cinesiPozzi, Fantasmi e Salici

Le costellazioni sono totalmente diverse a seconda della cultura. Se il cielo occidentale è figlio della Mesopotamia in prima istanza (Sebbene sia stato elaborato in Grecia ed in Medio Oriente), in Cina la solfa cambia.

Le costellazioni perdono ogni connotato mitico per rivestire un ruolo più “pratico”. Rappresentano non creature fantastiche, quanto personaggi della vita quotidiana, se non luoghi ed oggetti di tutti i giorni. Fanno eccezione solo alcune stelle, la Polare in primis: questa è denominata “Imperatore di Giada”, dal nome del mitologico sovrano dell'aldilà cinese. Ma per il resto sono assolutamente stelle prive di ogni aura mitica e fantastica.Ogni stella è individuata con un numero, tecnica usata anche da Flamsteed, a Londra. Solo poche stelle hanno nomi propri, ma sono più rarità che la norma. Si tratta di stelle luminosissime che rivestono un ruolo di portafortuna.

Alcuni esempi di costellazioni cinesi sono il Pozzo, il Salice (destra in basso), il Fantasma od, ancora la Muraglia del Mercato Celeste e l'Accampamento (A destra in alto).

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Stelle hawai'ianeLe rotte marine sono tracciate

nel cielo

Nel Pacifico, ben lontano dalle terre europee ed arabe, ben lontano dalla Cina, persi nelle acque e nelle correnti, i popoli polinesiani hanno saputo fare del cielo uno strumento preziosissimo. Le stelle sono divenute amiche da saper sfruttare per tracciare rotte sicure per isole lontanissime. La cultura del “wayfinding”, per citare un termine locale, è stata portata alla ribalta da Nainoa Thompson, che ha organizzato il cielo stellato in “linee” atte, con le loro stelle, a segnare e tracciare la via. In tutto questo i nomi delle stelle sono rimasti comunque evocativi, tanto quanto le costellazioni che costituiscono le “linee” di Thomson.

Per citare un esempio, le tre stelle più luminose dell'Estate, Deneb, Vega ed Altair, sono raggruppate in un triangolo, il “Triangolo del Navigatore”. Le tre stelle, che avevano nomi propri, oggi sono chiamati con i nomi di Hawaiki, Rapanui e Aotearoa, i nomi polinesiani delle Hawai'i, Isola di Pasqua e Nuova Zelanda. Lo Scorpione è chiamato “Amo di Maui”. Orione è la “Culla del Gatto”, così come Sirio è A'a ovvero “L'ardente”.

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1928: dal Caos

all'OrdineNel 1928 l'organizzazione internazionale d'astronomia (IAU), mise fine una volta e per tutte al sovraffollamento del cielo. Ad un cielo dove costellazioni si sovrapponevano costellazioni in modo indiscriminato, si passò all'ordine dei confini. Ogni costellazione è delimitata da confini ben precisi, ogni stella ha il suo nome secondo la nomenclatura di Bayer; alcune stelle hanno anche un nome proprio. Le costellazioni sono in numero di 88. Nelle slide seguenti ne vengono riportate alcune.

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