presentazione biblioteca

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comune di Montevarchi ginestra fabbrica della conoscenza biblioteca comunale Centro culturale Ginestra fabbrica della conoscenza: la nuova biblioteca, i laboratori, gli spazi di aggregazione studio di fattibilità / 26 febbraio 2011 Prof. Maurizio Vivarelli / Università degli studi di Torino Arch. Raffaella Magnano / area_progetti di Torino

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presentazione del progetto della biblioteca per Ginestra Fabbrica della Conoscenza, Montevarchi

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comune di Montevarchiginestra fabbrica della conoscenza

biblioteca comunale

Centro culturale Ginestra fabbrica della conoscenza: la nuova biblioteca, i laboratori, gli spazi di aggregazione

studio di fattibilità / 26 febbraio 2011

Prof. Maurizio Vivarelli / Università degli studi di Torino

Arch. Raffaella Magnano / area_progetti di Torino

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / studio di fattibilità

Connessione alla rete

Attività formative

Spazi seminari /convegni

Caffetteria

Servizi bambinie ragazzi

Sala lettura

Magazzini

DipartimentiScienza e Teconologia

DipartimentiScienze umane

DipartimentiScienze sociali

DipartimentiArte

DipartimentiLingue e Letterature

Mediateca

Sezione fumetti

Spazio esterno

Ingresso

Area accoglienza

ConsultazioneOpac Internet

Appendice A

Servizi di Reference

Spazio Narrativa(servizi di lettura)

EmerotecaPrima Informazione

Servizi Interculturali

Sezione Locale

Uffici(back office)

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / documento di lavoro giugno 2010 / studio di fattibilità

In questo documento di progettazione sono sommariamente indicate le linee generali delle attività di cui è necessario tener conto per il trasferimento della Biblioteca comunale di Montevarchi nella nuova sede del complesso “La Ginestra”, oggetto di un più ampio intervento di restauro e di rifunzionalizzazione.In questa prima fase, tenendo conto della ristrettezza dei tempi connessi alla produzione del progetto preliminare e poi del definitivo, si ritiene dunque utile:

a) definire i criteri, i metodi, le competenze, relativi alla attuazione del progetto;b) indicare le linee generali degli ambiti di attività che riguardano la definizione della identità della nuova biblioteca, per quanto riguarda gli aspetti culturali, bibliografici e biblioteconomici;b) effettuare una prima mappatura concettuale relativa allo schema distributivo dei servizi;c) indicare le linee generali del cronoprogramma, sia di questa prima fase, correlata come si è detto alla redazione del progetto preliminare, sia della seconda fase, che riguarderà le attività connesse alla acquisizione degli arredi, alla definizione dei principi e delle tecniche di presentazione dell’offerta documentaria, al modello gestionale, alla comunicazione d al marketing del progetto.

Definizione delle linee generali della identità della bibliotecaSi tratta in questo ambito di raccogliere, organizzare, valutare, gli elementi di analisi relativi alle funzioni, agli spazi ed ai servizi attuali. Di seguito vengono fornite alcune rapide considerazioni generali, che permettano di correlare il percorso di costruzione dell’identità della Biblioteca di Montevarchi a temi che stanno connotando il dibattito biblioteconomico a livello internazionale e nazionale.

Considerazioni generali sul modello organizzativo propostoLe linee generali della filosofia organizzativa cui si ritiene opportuno fare riferimento si inseriscono in ambiti di discussione che, nel corso degli ultimi anni, hanno profondamente innovato e modificato la percezione e concettualizzazione di ruolo, identità, funzioni delle biblioteche, e dunque anche di identità disciplinare della biblioteconomia.In Italia le biblioteche si sono andate formando, com’è noto, attraverso complessi percorsi storico-bibliografici, con cui si sono andati definendo e stratificando patrimoni storici di grande rilievo, espressione delle identità documentarie degli stati pre-unitari. A questo modello bibliografico, ed alla sua fisionomia documentaria, si correla un orientamento prevalentemente orientato alla conservazione/valorizzazione del patrimonio.A partire dagli anni Settanta del secolo scorso, in relazione al trasferimento di competenze riguardanti la gestione delle biblioteche di ente ed interesse locale dallo Stato alle Regione, si è andato gradualmente strutturando anche in Italia un problematico sistema di biblioteche pubbliche dipendenti funzionalmente dagli Enti locali, e caratterizzate da tratti identitari correlati al modello della public library anglo-americana, modello talora interpretato, acriticamente, nella sua pur rilevante dimensione tecnico-procedurale. A questo ambito si correla un orientamento più decisamente orientato al servizio. Le biblioteche, da questo punto di vista che costituisce anche la prospettiva metodologica a partire dalla quale si articola l’identità

di questa proposta, sono dunque interpretate essenzialmente come servizi offerti ad una comunità territoriale. Si tratta di servizi complessi, la cui tipologia generale è oramai efficacemente sintetizzata nei più significativi documenti di programmazione elaborati a livello internazionale, quali il Manifesto UNESCO per le biblioteche pubbliche, elaborato dall’IFLA (International Federation of Library Association) nel 1994, in cui si statuisce ad esempio che “La libertà, il benessere e lo sviluppo della società e degli individui sono valori umani fondamentali. Essi potranno essere raggiunti solo attraverso la capacità di cittadini ben informati di esercitare i loro diritti democratici e di giocare un ruolo attivo nella società. La partecipazione costruttiva e lo sviluppo della democrazia dipendono da un’istruzione soddisfacente, così come da un accesso libero e senza limitazioni alla conoscenza al pensiero, alla cultura e all’informazione”, e nel volume Il servizio bibliotecario pubblico. Linee guida IFLA/UNESCO per lo sviluppo pubblicato, ancora a cura e sotto gli auspici dell’IFLA, in prima edizione inglese nel 2001.In relazione anche al maturare della riflessione elaborata a livello internazionale su questi temi si è andata sviluppando e gradualmente definendo una interpretazione delle teorie e prassi biblioteconomiche fortemente orientate alla gestione (la cosiddetta biblioteconomia gestionale, appunto), i cui caratteri costitutivi, in questa sede, possono essere ricondotti alla esigenza centrare la modellizzazione e proceduralizzazione dei servizi delle biblioteche intorno ad alcuni concetti chiave. In primo luogo le relazioni tra la biblioteca, intesa come un sistema aperto, intrattiene con l’ambiente, cui si rivolge e di cui è espressione. Secondo questa prospettiva la biblioteca deve sapersi qualificare come glocale, aperta cioè alla totalità tendenziale dell’universo documentario e, nello stesso tempo, saldamente radicata nelle peculiarità sociali, culturali, documentarie del territorio in cui insiste.In secondo luogo la biblioteca deve saper essere per tutti, deve cioè saper organizzare e gestire servizi bibliografici, documentari, culturali che sappiano dialogare non solo con coloro (purtroppo pochi) che utilizzano i servizi della biblioteca (in Italia, mediamente, circa il 10/15%), ma soprattutto sviluppare adeguate strategie che, appunto, facciano dialogare la biblioteca anche con il restante 85% della popolazione.In terzo luogo, ed in stretta relazione con il primo dei punti qui elencati, la biblioteca deve, utilizzando in modo critico e consapevole le tecnologie digitali, affermare anche negli scenari della società dell’informazione il proprio ruolo di mediazione. Deve, come è stato efficacemente sostenuto tra gli altri da Giovanni Solimine, sapersi qualificare come un luogo in cui si sappia “cuocere”, e trasformare in conoscenza socialmente condivisa, l’informazione che in quantità ormai smisurata circola nella Rete. Questo ruolo, correlabile dunque al fenomeno dell’ information overload, è uno dei più delicati e strategici per la biblioteca pubblica di oggi, che ha l’obbligo di posizionarsi anche rispetto alle tendenze ultime delle culture della Rete, che, in relazione al diffondersi del modello del Web 2.0, stanno profondamente modificando ruolo, identità, funzioni della biblioteca, alla luce di quelle istanze di partecipazione, di co-produzione di senso da parte dell’utente che caratterizzano, in estrema sintesi, il modello della Library 2.0 nelle sua interesse e complesso dimensione tecnologico-partecipativa.In quarto luogo la biblioteca deve sapere profondamente ripensare la fisionomia organizzativa dei propri spazi, che devono inscrivere in sé nuove modalità di utilizzo da parte delle persone, secondo criteri generali che, alla luce di una fondamentale

esigenza di inclusione sociale, sappiano essere permeabili, trasparenti, flessibili, secondo criteri che ormai informano le più significative realizzazione architettoniche degli ultimi anni, sia in Italia (Sala Borsa di Bologna, San Giovanni di Pesaro, San Giorgio di Pistoia), sia internazionali (Idea Store di Londra, biblioteche di Seattle e Vancouver negli Stati Uniti ed in Canada). Una particolare attenzione, in questa prospettiva, si ritiene essenziale garantirle alle forme innovative di ordinamento e presentazione dell’offerta documentaria (declassificazione, raggruppamenti per centri di interesse), che si vanno fortemente qualificando come importanti modalità di accesso ai contenuti informativo-documentari delle biblioteche, insieme agli strumenti di mediazione catalografica classica.In quinto luogo, e sostanzialmente come sintesi di quanto in precedenza dichiarato, la biblioteca deve saper dialogare con la città di cui è espressione, e sapersi qualificare in modo forte ed autorevole come uno spazio non sostituibile per l’esercizio di fondamentali diritti di cittadinanza quali l’accesso democratico e pluralista alle informazione ed alla conoscenza lungo tutto l’arco della vita. In questa prospettiva, dunque, è ragionevole pensare ad una sensibilissima crescita dei principali indicatori di performance; indicatori che, utilizzati nella loro dimensione dinamica, possono lungo tale asse rivelarsi ottimi strumenti a supporto della gestione delle attività.La biblioteconomia gestionale, come in precedenza si è accennato, costituisce la cornice teorica, metodologica, gestionale, che permette di confrontarsi consapevolmente con gli scenari culturali e documentari qui brevemente dichiarati, alla luce, dunque, di una cultura professionale centrata sul servizio e, dunque, sull’utente, attorno al quale i servizi vanno modellati e pensati; una cultura del servizio che, alla luce dei concetti di efficienza, efficacia, qualità sappia declinare ed interpretare in modo creativo i valori fondanti della biblioteca messi in evidenza in un giustamente celebre contributo di Luigi Crocetti di qualche anno fa, ed il cui essere “pubblica” consiste dunque nella sua generalità, gratuità, contemporaneità.Una biblioteca che si situi all’interno di questo orizzonte disciplinare si pone l’obiettivo di rivolgersi in modo non demagogico a tutti, inclusi gli utenti potenziali, e, soprattutto, elabora l’idea di “amichevolezza” aggiornandola agli esiti ultimi della riflessione sulla biblioteca “partecipativa” cui in precedenza si è brevemente accennato, e la cui effettiva realizzazione va ben al di là dell’utilizzo delle tecnologie 2.0, ed è invece da correlare ad una corretta ed adeguata identità attribuita alla minuta organizzazione degli spazi e dei servizi. Concetti, questi, che sono efficacemente espressi anche in una recente indagine promossa e curata da OCLC, dal titolo Sharing, privacy and trust in our networked world. A report to the OCLC membership, e consultabile all’indirizzo Internet http://www.oclc.org/reports/pdfs/sharing.pdf:

“Aprite le porte delle biblioteche, invitate la partecipazione di massa degli utenti ed attenuate le regole della privacy. Ciò sarà disordinato. Le regole del nuovo web sociale sono disordinate. Le regole della nuova biblioteca sociale sono disordinate. Ma la partecipazione di massa ed un piccolo caos creano i più eccitanti luoghi per la collaborazione, la creatività, la costruzione condivisa della comunità – ed il cambiamento. (...) Il nuovo web è una cosa molto diversa. Anche le biblioteche devono essere molto diverse”.

L’identità della nuova bibliotecaDalle considerazione sintetiche in precedenza svolte si possono evincere alcuni specifici tratti identitari della nuova biblioteca.In sintesi, dunque, il progetto della nuova biblioteca di Montevarchi si fonda su un’idea di servizio articolata, variegata, dinamica, flessibile, in grado di interpretare i mutamenti socio-culturali e di orientarli alla soddisfazione dei bisogni informativi e di conoscenza della comunità locale, cercando di aumentare il livello di penetrazione dei servizi bibliotecari nella comunità e cercando anche, sviluppando adeguate strategie, di favorire l’uso dei contenuti documentari ed informativi del patrimonio bibliografico. Dunque tale identità si qualifica per il suo favorire la costruzione di spazi non prescrittivi, entro i quali possono articolarsi le esigenze informative delle persone ma anche le loro esigenze di esperienze gradevoli e qualificanti. Ciò implica dunque che il nuovo ambiente organizzativo tenga conto delle concrete modalità secondo cui le persone fanno esperienza, cioè percepiscono, interpretano ed utilizzano gli spazi ed i servizi locali e remoti delle biblioteche e che, per quanto riguarda in particolare l’uso delle tecnologie, sappia muoversi in modo equilibrato tra l’ordine dei libri ed il disordine del web 2.0.In questo modo, cercando di utilizzare al meglio l’opportunità di utilizzare spazi architettonici di grande prestigio come quelli del Castello, diviene possibile, pur tenendo conto dei vincoli che il riuso della struttura presenta, definire modelli e di spazi che non facciano riferimento non ad un astratto modello, derivante troppo spesso da un recepimento acritico della tradizione, bensì ad un modello costruito dal basso, radicato sulle esigenze e sui bisogni di una comunità locale che voglia contestualmente aprirsi agli aspetti più significativi che caratterizzano le culture della contemporaneità. Questa preventiva identificazione e precisazione della identità della biblioteca, delle sue specifiche funzioni e finalità sta dunque prima, ovviamente, della sua trascrizione in elementi di progettazione architettonica. Secondo questa linea si è cercato di muoversi, elaborando e sviluppando, per quanto può essere condotto a termine in questa fase, una idea di biblioteca per tutti, trasparente, flessibile, comunicativa, capace di ospitare esperienze emotive positive e di contribuire dunque in maniera significativa alla crescita della qualità della vita delle persone che ad essa ed ai suoi servizi vorranno fare riferimento.

Individuazione delle diverse tipologie di serviziNei diversi ambienti, secondo lo schema distributivo di seguito elencato, devono trovare spazio i seguenti servizi, di natura più propriamente bibliografica e documentaria:

Servizi di emeroteca e prima informazione bibliografica Servizi di reference (sala di consultazione) Accesso ai cataloghi in linea (OPAC) Servizio di accesso ad Internet Servizi per la lettura in sede Servizi di documentazione locale Servizi interculturali Servizi multimediali e di lettura Spazi e servizi per bambini e ragazzi

Servizi connessi alla gestione delle attività formative e culturali Area per incontri, conferenze, piccoli convegni Aree per laboratori ed attività formative

Servizi tecnici

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Aree da destinare ad uffici per le attività tecnico-bibliografiche (catalogazione, gestione fisica dell’iter del libro, interventi di manutenzione e piccolo restauro etc.);Aree da destinare ad uffici per le attività amministrative;Aree da destinare a magazzino, che deve essere progettato e realizzato tenendo conto della crescita del patrimonio documentario stimata in 20/30 anni.

Una particolare attenzione progettuale, tenendo conto anche delle osservazioni generali incluse in questo documento, si ritiene che debba essere orientata ad uno innovativo, per quanto consapevole e critico, delle tecnologie digitali, sia per quanto riguarda eventuali modifiche da introdurre nella interfaccia del catalogo in linea, sia per quanto attiene alle caratteristiche del sito web della Biblioteca. In questo ambito è indispensabile tenere conto dalle opportunità, documentarie e comunicative, offerte dalle tecnologie dell’informazione, soprattutto se la progettazione del loro uso viene inserita nel più generale ambito di progettazione della fisionomia documentaria della Biblioteca nella sua interezza, tenendo conto della complessiva architettura delle informazioni che viene resa disponibile dallo spazio architettonico, dallo spazio bibliografico, dallo spazio digitale.Si raccomanda infine una particolare attenzione alla individuazione e fornitura di servizi per portatori di disabilità motorie e visive.In tal senso, sulla base dei contatti fin qui intercorsi, è stata effettuata una prima mappatura concettuale dei servizi che si intende rendere disponibile, rispetto alla quale prenderà gradualmente corpo lo schema distributivo dei servizi stessi che verrà fornito ai soggetti incaricati della progettazione preliminare. Tale mappa concettuale è fornita nell’Allegato A.

Fase 1. Definizione delle linee generali della identità della biblioteca

Primi elementi di analisi relativi alle funzioni, agli spazi ed ai servizi attuali, in particolare per quanto riguarda:

Distribuzione nello spazio delle raccolte bibliografiche

Orario di apertura

Individuazione delle funzioni:

Spazio-cerniera (relazioni tra dinamiche della città, informazioni di comunità, accesso ai servizi bibliografici)

Area di accoglienza

Emeroteca e prima informazione

Servizi di reference (sala di consultazione)

Spazi e servizi di lettura (collocazione e gestione delle opere di narrativa)

Organizzazione e gestione delle raccolte generali (adulti)

Spazi e servizi per la lettura in sede

Servizi di documentazione locale

Servizi interculturaliSpazi e servizi per bambini e ragazzi

Dimensionamento e gestione dei magazzini

Caffetteria

Analisi della relazioni tra le funzioni e definizione dello schema concettuale dei servizi

Analisi delle planimetrie e messa a punto dello schema distributivo dei servizi

Verifica dello schema distributivo (con decisori politici, progettisti, stakeholders etc.)

Riesame delle planimetrie ed avvio delle fasi ulteriori della progettazione

Periodo:

Fase 2. Programmazione bibliografica e biblioteconomica

Acquisizione elementi disponibili sul profilo della comunità

Acquisizione elementi di conoscenza sulla struttura e sulla mappatura delle raccolte bibliografiche

Individuazione dei criteri generali per la gestione e lo sviluppo delle raccolte bibliografiche

Definizione dei principi e dei criteri di presentazione dell’offerta documentaria

Mappatura della dislocazione delle raccolte bibliografiche nella nuova sede

Programmazione delle fasi generali del trasloco dei materiali documentari

In tale ambito, sulla base dei contatti e degli incontri intercorsi, l’Amministrazione comunale di Montevarchi ha ritenuto di accogliere i principi e le tecniche di presentazione dell’offerta documentaria fondati sulla dipartimentalizzazione e sui raggruppamenti per centri di interesse. In tal senso è stato attivato un contatto con il Prof. Giovanni Di Domenico (Università di Urbino), che nel quadro delle attività regolate dalla Convenzione vigente tra Dipartimento ed Amministrazione comunale di Montevarchi curerà la predisposizione del modello bibliografico e notazionale da utilizzare per la biblioteca di Montevarchi.

Periodo:

Fase 2.1. Programmazione dei servizi per portatori di disabilità

Acquisizione di elementi informativi

Definizione servizi

Individuazioni esigenze documentarie e tecnologiche per i diversi tipi di disabilità

Periodo:

Fase 2.2. Programmazione dei servizi interculturaliAcquisizione di elementi informativi Definizione servizi

Individuazioni esigenze documentarie e tecnologiche

Periodo:

Fase 2.3 Programmazione della infrastruttura informatica

Dimensionamento delle dotazioni informatiche (numero e dislocazione fisica dei computer)

Precisazione criteri di erogazione dei servizi Internet

Precisazione dei criteri di implementazioni delle dotazioni software

Periodo:

Fase 3. Gestione risorse umane

Valutazione integrata delle relazioni tra distribuzione dei servizi negli spazi, erogazione dei servizi, esigenze per una gestione efficiente ed efficace dei servizi

Mappatura analitica degli spazi, delle funzioni, definizione micro-organizzativa delle procedure di erogazione dei servizi

Definizione dell’organigramma

Periodo:

Fase 4. Gestione finanziaria

Predisposizione di un bilancio analitico di previsione delle diverse tipologie di spese, conforme ai principi ed ai criteri di programmazione economico-finanziaria dell’Ente.

Periodo:

Fase 5. Comunicazione e marketing del progetto

Definizione del logo e dei sistemi di identità visiva della biblioteca e delle diverse attività culturali dislocate nel complesso

Individuazione dei concetti e delle parole chiave da utilizzare per la comunicazione e promozione della identità della biblioteca e della complessiva dimensione del progetto

Programmazione dei criteri e delle procedure delle attività di comunicazione interna ed esterna del progetto

Programmazione delle attività e degli eventi connessi alla attuazione del progetto

Incontri e seminari di presentazione della identità in divenire della biblioteca, in relazione a:

dimensione sociale e partecipata della biblioteca (Antonella Agnoli, Anna Galluzzi)

dimensione metaforica e “seduttiva” della biblioteca (Alberto Manguel)

elementi di innovazione bibliografica, biblioteconomica, tecnologica

incontri con autori o comunque personalità intellettuali che si qualifichino come testimonial della qualità del progetto (Esempi: Erri de Luca, Stefano Bollani, Luis Sepulveda, Alessandro Bergonzoni, Stefano Bartezzaghi, Marino Sinibaldi…). Queste scelte sono molto delicate, in quanto l’efficacia simbolica e comunicativa delle personalità coinvolte diviene fortemente espressiva della idea di cultura e di biblioteca che si vuole promuovere.

Periodo:

Fase 6. Ideazione, programmazione e gestione degli eventi connessi alla inaugurazione

Individuazione eventi

Cronoprogramma analitico degli eventi

Definizione delle forme di partecipazione dei diversi soggetti istituzionali, associativi etc.

Bozza della struttura generale del cronoprogramma

Mese Attività N. incontri/seminari

Fase 0. Attività preliminari 2 incontri

Fase 1. Definizione delle linee generali della identità della biblioteca

Fase 2. Programmazione bibliografica e biblioteconomica

1 seminario2 incontri

Fase 2.1. Programmazione dei servizi per portatori di disabilità

Fase 2.2. Programmazione dei servizi interculturali

Fase 2.3 Programmazione della infrastruttura informatica

Fase 3. Gestione risorse umane

1 seminario2 incontri

Fase 4. Gestione finanziaria

Fase 5. Comunicazione e marketing del progetto

1 seminario1 incontro

Fase 6. Ideazione, programmazione e gestione degli eventi connessi alla inaugurazione

Totale incontri 7

Totale seminari 3

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lo spazio della lettura diventa lo spazio delle letture

modulato in base agli stili d’uso che connotano le diverse pratiche del leggere

il piaceredi leggere, di scrivere,di vedere, di ascoltare

interazione tra lettura, gioco e tecnologia

area bambinispazi flessibili in cui organizzare attività, letture di gruppo anche notturne, come nelle librerie “dussmann” di berlino e negli “idea store” di londra

la biblioteca:un organismo complesso ma sicuro,in grado di garantire cura e attenzione al soddisfacimentodelle esigenze informative, formative e culturali delle persone

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percorsi multimedialitutte le superfici comunicano interattivamente con il lettore,trasmettono informazioni sulla biblioteca e le sue attività

area informazioni di comunitàla zona di ingresso come spazio di mediazione-interazionetra informazioni di comunità e servizi bibliograficila città che entra in biblioteca, la biblioteca che entra in città

biblioteca comeluogo di inclusione e armonizzazione

sociale, culturale e tecnologica

tra accoglienza e multimediapresidi bibliografici, spazio di ibridazionecreativa dei temi

caffetteriatra informazione e socializzazione

un spazio all’aperto luogodell’integrazione, dello scambio e dellacrescita condivisa, dell’attenzione solidale

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la lettura individuale rarefatta, intensiva,nei carrels, versione moderna dello studiolo di S.Girolamo

la bibliotecatestimone della cultura localepromuove la consapevolezza dell’eredità culturale

tecnologia e creativitàlo spazio fisico della biblioteca come luogo a partiredal quale dialogare con le culture della rete

la biblioteca fornisce servizi di informazioneadeguati alle associazioni e ai gruppi

di interesse locale

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multimedialità diffusatutte le superfici comunicano interattivamente con il lettore: prospetti esterni, connettivo, bancone, shelf 2.0

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Stato di avanzamento della progettazione biblioteconomica

In questo ultimo periodo, in seguito ad ulteriori incontri con i rappresentanti, tecnici e politici, della Amministrazione comunale, si è proceduto ad un adeguamento della mappa concettuale del modello biblioteconomico, già introdotto e discusso in occasioni precedenti, alla dislocazione nello spazio architettonico delle diverse tipologie di servizi. Inoltre sono state acquisite le verifiche effettuate da parte della Amministrazione comunale sulla tenuta dei solai di alcuni locali del complesso edilizio, il che ha permesso di disporre di elementi di conoscenza fondamentali per poter avviare il percorso della progettazione architettonica in senso stretto, tenendo conto, dunque, sia delle caratteristiche del modello biblioteconomico, da ritenere ormai saldamente condiviso, sia degli spazi da adibire alle funziono laboratoriali curati dalla associazione Artway of thinking.Il layout architettonico che viene trasmesso con questo documento, dunque, riflette ormai uno stato di avanzamento della progettazione rispetto al quale possono proficuamente innestarsi le fasi successive della progettazione stessa, sia di natura architettonica che di natura biblioteconomica.Per quanto riguarda quest’ultimo ambito la novità più significativa è costituita dalla opzione per uno specifico modello di organizzazione e presentazione dell’offerta documentaria, per la cui realizzazione è stata acquisita la disponibilità a collaborare del prof. Giovanni Di Domenico dell’Università di Urbino; le caratteristiche di fondo del modello dipartimentalizzato realizzato nella Biblioteca San Giorgio di Pistoia sono descritte in un breve articolo di presentazione, a cura dello stesso Di Domenico, che di seguito viene proposto. Il modello culturale, bibliografico e biblioteconomico che si intende attuare si riferisce in modo evidente alla struttura concettuale della biblioteca tripartita, o a tre livelli.Una particolare cura, dunque, è stata destinata alla infrastrutturazione bibliografica dell’area di accoglienza ed alle funzioni di connessione tra lo spazio bibliografico in senso stretto e le dinamiche sociali, culturali, informative di cui quello spazio è, contestualmente, rappresentazione ed espressione. Nell’area di accoglienza si raccolgono dunque una pluralità di funzioni, che lo qualificano come un vero e proprio spazio-cerniera tra i servizi biblioteconomici e le dinamiche del contesto urbano.In quest’area una sottolineatura di interesse verrà attribuita alla lettura di intrattenimento, organizzando le risorse documentarie

secondo le modalità scaffale, vetrina, rassegna, con una conseguente spiccata attenzione al raggruppamento degli oggetti documentari categorizzati in base al linguaggio naturale anziché rispetto agli schemi classici di organizzazione bibliografica. Si opterà dunque per il metodo del raggruppamento per centri di interesse. In tal modo la biblioteca disporrà della possibilità di una interessante articolazione dello spazio dedicata a questa tipologia di lettura, e di conseguenza alle tipologie testuali ed ai generi ad essa correlati. In quest’area notevole rilievo caratterizzerà l’uso delle tecnologie digitali, sia per arricchire le funzioni comunicative dello spazio bibliografico, sia per rendere disponibili gli oggetti ed i supporti attraverso cui si effettua la lettura in ambiente digitale.Le raccolte bibliografiche generali verranno organizzate secondo il modello dipartimentalizzato, prevedendo in linea generale, la realizzazione di 5 aree dipartimentali: Scienze umane, Scienze sociali, Lingue e letteratura, Scienza e tecnologia, Arte. Nei dipartimenti, secondo le opportune tecniche di declassificazione, verranno fatte convergere le diverse tipologie formali di risorse documentarie (periodici, monografie, opere di consultazione, risorse elettroniche) riconducibili alle diverse aree tematiche.

Spazi e servizi

Il trasferimento della biblioteca di Montevarchi nei cantieri La ginestra, oggetto di non recentissimo intervento di recupero, è caratterizzato da una distribuzione degli spazi fortemente correlata con le tipologie di servizi individuate e condivise nei numerosi e proficui incontri con l’Amministrazione.In attesa di definire le strategie legate agli aspetti urbanistici e ai trasporti, che sicuramente renderanno più semplice la fruizione da parte dei cittadini, si è verificato che l’edificio sia completamente accessibile ai disabili, e si è ipotizzata l’installazione di un nuovo ascensore, situato nell’ala est, in corrispondenza di un corpo scala.Questo intervento consente di rendere omogenei i percorsi e di superare le discontinuità di livello create dalla presenza di residenze all’interno del complesso.L’accesso alla struttura avviene dal piazzale alto: in prossimità dell’ingresso, a sinistra, un locale vetrato su due livelli, rappresenta lo spazio-cerniera, in cui si intessono relazioni tra le dinamiche della città, vengono erogate le informazioni di comunità, si può avere un primo accesso ai servizi bibliografici.

Lo spazio è caratterizzato da sedute comode e da installazioni multimediali, interattive, declinate con diverse modalità (totem, pellicole interattive, proiezioni su schermi o sulle superfici vetrate), e rappresenta il primo approccio alla struttura, sicuramente informale.A destra dell’ingresso, l’area di accoglienza, con ampio bancone front office e retrostante back office, con postazioni per due operatori, che potranno diventare tre nei momenti di massimo affollamento.In questo ampio locale saranno presenti le diverse funzioni informative, oltre a postazioni di autoprestito e servizi di riproduzione self service.Segue lo spazio dedicato a emeroteca e prima informazione, con gli oggetti raggruppati per centri d’interesse e non secondo gli schemi classici di organizzazione bibliografica: ne consegue un ambiente di stile contemporaneo ma al tempo stesso accogliente, caratterizzato da sedute informali e da scaffali su disegno che espongono non solo le tipologie testuali, ma anche il digitale, qui rappresentato da monitor interattivi, ebook e ipad; le riviste, cartacee e on line, il materiale audio, fruibili nello stesso oggetto che li espone, oppure comodamente seduti in poltrona; saranno inoltre presenti un totem dedicato all’interculturalità ed una postazione habilio per portatori di handicap.Attraverso una scala - affiancata dall’ascensore in progetto - localizzata al fondo del locale di prima accoglienza, si sale al primo piano, che ospita gli spazi più performativi legati ai laboratori artway of thinking, ed agli uffici di gestione di tali attività.Al piano piano superiore, il secondo,sempre in quest’ala dell’edificio sono localizzati i laboratori di produzione e fruizione multimediale, in salette insonorizzate e autonome dal punto di vista funzionale. Di seguito si accede alle aree dipartimentali, che prevedono la sistemazione del patrimonio librario suddiviso per aree di interesse: arti, scienze sociali, lingue letterarie, scienze umane, scienze tecnologiche.La conformazione degli spazi, con ampie vetrate affacciate sul paesaggio toscano, ed i materiali utilizzati nel precedente intervento di ristrutturazione, suggeriscono sistemi di arredi integrati tavolo/scaffale, realizzati con materiali naturali, che comprendano le reti tecnologiche, le alimentazioni elettriche e i terminali degli impianti di ventilazione, ingombranti e poco gradevoli alla vista.La manica principale dell’edificio, sempre su questo livello, raggiungibile con corpo scala ed ascensore anche dall’ingresso

principale, caratterizzata da capriate lignee ed ampie superfici vetrate schermate da scuri, sempre in legno, ospiterà le collezioni di storia locale, che saranno valorizzate da arredi su disegno, e comprenderanno, oltre alle opere di consultazione e ai fondi speciali, anche alcuni fondi archivistici, mappe e fotografie, con idonei sistemi per la consultazione e la conservazione.Nel soppalco che garantisce un suggestivo punto di vista su questo spazio, trovano posto i carrels per lo studio individuale. Scendendo di un livello, nella sala sottostante, viene localizzata l’area ragazzi, che, per la sua posizione all’interno dell’edificio, può essere organizzata anche con orari diversi rispetto alle altre sezioni della biblioteca. E’ suddivisa in area 10 – 13 anni, area 5 – 10 anni e angolo per i più piccoli.Ciascuno di questi ambiti è caratterizzato da arredi che più si avvicinano al gusto ed alle esigenze dei fruitori; questi saranno principalmente su disegno e verrà prestata particolare attenzione ai materiali quanto ai cromatismi.Un ampio ufficio, delimitato da superfici vetrate, consentirà al personale di esercitare il controllo all’interno della sala, oltre a svolgere le operazioni di informazione e di prestito.Il soppalco sovrastante, infine, sarà interamente dedicato a postazioni di videogiochi, di visione e di ascolto.Proseguendo il percorso in discesa fino al piano terra, e raggiungendo lo spazio esterno, si incontreranno gli spazi laboratoriali e la caffetteria, che sua volta ospiterà, nella cucina temporanea, attività estemporanee.Per aumentare a qualità degli spazi della caffetteria, si propone il collegamento interno con i suggestivi locali voltati del piano seminterrato, utilizzabili di volta in volta per piccole esposizioni e per eventi attrattivi anche per un pubblico non diretto alla biblioteca.Per quanto riguarda gli spazi esterni, dovranno sicuramente essere oggetto di riflessione, in quanto strategici per l’organizzazione di attività di intrattenimento estivo, oltre che potenziali luoghi di lettura all’aperto; così come dovrà essere ulteriormente approfondita la quantificazione e la dislocazione dei locali di deposito, anche alla luce del trasferimento degli archivi preunitari.I molti spazi di connettivo, inoltre, verrano valorizzati con piccole esposizioni di performance del centro, oppure come zone di sosta attrezzate con sedute comode, ed espositori per guide turistiche, riviste di intrattenimento, fumetti; spazi ibridi che verranno vissuti dagli utenti con modalità differenti a secondda delle esigenze.

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta piano seminterrato / scala 1_200 / studio di fattibilità

depositi non accessibili al pubblicoarchivio preunitario in compactusspazi caffetteriaarea eventi

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta piano terra / scala 1_200 / studio di fattibilità

accoglienza

spazio cernieracollegamento con la cittàcaffetteria cucina temporanealaboratorispazi performativiarea esterna da attrezzare a verde per le letture

emeroteca / prima informazionenarrativa

Page 12: presentazione biblioteca

centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta primo piano / scala 1_200 / studio di fattibilità

laboratorispazi performativi teatrali

ufficiopunto di servizio

biblioteca ragazzi 10-13 bambini 5-10 e 0-5area videogiochimultimedia

spazio espositivosedute informali

deposito

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta secondo piano / scala 1_200 / studio di fattibilità

biblioteca / laboratori macsaletta insonorizzata

deposito

consultazione / storia localearchivio storicocarrelsstudio individualespazio espositivosedute informali

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta piano seminterrato / scala 1_200 / studio di fattibilità

Page 15: presentazione biblioteca

centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta piano terra / scala 1_200 / studio di fattibilità

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta primo piano / scala 1_200 / studio di fattibilità

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta secondo piano / scala 1_200 / studio di fattibilità

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / studio di fattibilità

Quando è sorta la necessità di definire i criteri che meglio potessero presentare e valorizzare l’offerta documentaria della Biblioteca San Giorgio, si è partiti da un duplice intento: a) rendere visibile e apprezzabile, anche attraverso l’organizzazione dei documenti negli spazi, una missione di servizio capace di declinare il principio della biblioteca per tutti in forme originali, avanzate, generose di opportunità per gli utenti e per la città di Pistoia; b) adottare soluzioni modulari, flessibili, rispondenti a molteplici modalità di approccio e uso sociale e individuale della biblioteca e delle sue risorse, senza con ciò venire meno alla coerenza complessiva dell’impianto e al rigore scientifico del progetto biblioteconomico. Sul primo versante si è molto lavorato intorno agli effetti di comunicazione dell’identità e dell’accoglienza, che ogni strategia di presentazione dell’offerta documentaria implicitamente veicola, orientando le scelte verso la facilità di accesso, l’autonomia e la libertà di movimento dei frequentatori, l’agevolazione delle pratiche di browsing, il suggerimento discreto di itinerari di lettura (e di visione, e di ascolto), l’interdisciplinarità e l’ipermedialità, la coerenza delle relazioni spaziali fra le diverse zone della biblioteca e dei sistemi di segni che le rappresentano. Sul secondo versante si è sviluppata una riflessione che non poteva ignorare i principali modelli novecenteschi di biblioteca aperta (organizzazione per centri d’interesse, declassificazione, biblioteca tripartita, dipartimentalizzazione ecc.), accomunati tutti dal tentativo di superare l’impaccio via via palesato dalle applicazioni rigide degli schemi di classificazione tradizionali ai processi di ordinamento fisico delle raccolte. Non è difficile far risalire quell’impaccio soprattutto alle manifestazioni complesse, plurali e “disordinate” dei bisogni e della domanda di cultura, informazione e conoscenza nella contemporaneità. E tuttavia, non sono stati trascurati neanche i limiti di risposte a loro volta parziali, insufficienti, talvolta appiattite sulle effimere graduatorie del gusto e dell’intrattenimento, che i consumi culturali di massa hanno determinato e, in qualche misura, imposto. In un libro francese di alcuni anni fa (Eliséo Véron, Espaces du livre: perception et usages de la classification et du classement en bibliothèque, Paris, Bibliothèque publique d’information Centre Georges Pompidou, 1989), non abbastanza considerato, a parere di chi scrive, nel dibattito biblioteconomico italiano si individuavano sei modalità (e relativi comportamenti) di lettura (p. 45 sg.): tematica, problematica, eclettica, romanzesca per autore, romanzesca per genere, delle novità. In breve: – la lettura tematica caratterizza un interesse duraturo per un determinato argomento; – la lettura problematica ha carattere trasversale: insegue un

problema all’interno di molteplici dominii disciplinari; – la lettura eclettica si configura come lettura di curiosità e di piacere, ondivaga, indifferente alle gerarchie imposte dagli schemi di classificazione e alle limitazioni di genere; – la lettura romanzesca per autore è figlia di una buona, consapevole cultura letteraria, che guarda al romanzo, alla scrittura, all’opera narrativa di un autore come a progetti di “compréhension de l’homme” (p. 60) e non come a pretesti di svago; – la lettura romanzesca per genere ha, di contro, finalità esclusive di godimento; – la lettura prevalentemente orientata sulle novità corrisponde, infine, a interessi di aggiornamento e ha evidente natura relazionale, allorché fornisce argomenti di conversazione. È impossibile, sosteneva l’autore, per qualsiasi modello “unico” di strutturazione dello spazio e di presentazione dell’offerta (classificato, labirintico, per centri d’interesse che sia), tener conto di una simile complessità e segmentazione di approcci sociali, professionali e culturali alla fruizione di una biblioteca pubblica; meglio affidarsi a una strategia di allestimento che, accompagnata dall’analisi dei bisogni e della domanda, arrivi a produrre, accanto a una sistemazione globale primaria dello spazio, soluzioni circoscritte e mirate di presentazione e ordinamento dell’offerta. Preoccupazioni simili non sono estranee alle scelte effettuate per la Biblioteca San Giorgio, la quale aspira, peraltro, a coniugare attività tradizionali e nuovi orizzonti della public library (e-government, esercizio consapevole dei diritti di cittadinanza, alfabetizzazione informativa, multiculturalità ecc.), servizi di base a carattere generale e servizi rivolti a particolari categorie di utenti, offerta documentaria per la vita quotidiana e il tempo creativo e offerta per gli studi e la formazione permanente, buoni standard e capacità di personalizzazione, radicamento nel territorio e apertura alle altre culture, il tutto nell’ottica della migliore integrazione possibile di risorse documentarie di varia natura e di media e linguaggi diversi. L’offerta documentaria della San Giorgio (deposito a parte) è organizzata per zone, ognuna delle quali risponde a specifiche finalità di proposta e uso. Una prima zona (Sala letture diverse), situata al piano terra, alla fine della lunga Galleria centrale, impegna tre spazi aperti di informazione, consultazione, lettura e servizio, basati su altrettante metafore della comunicazione: Eventi della vita (informazioni e documentazione per la vita familiare e il tempo creativo, la comunità, i professionisti e le imprese, con articolazioni interne per argomenti); Saperi nomadi, saperi nel tempo (saggistica corrente, con materiali divulgativi, di informazione generale, aggiornati e raggruppati secondo grandi

aree tematiche o d’interesse, disposte, queste, in sequenza alfabetica); Passeggiate narrative (narrativa corrente, con una selezione delle opere di scrittori contemporanei, italiani o tradotti in italiano, ordinata sostanzialmente per generi e autori). Questo terzo spazio, che si estende anche alla “passerella nord” del primo piano e alla sala che dà sulla terrazza, è chiamato a promuovere e a incrociare curiosità di lettura e interessi non corrispondenti a finalità di studio, ma neppure obbligatoriamente destinati a esaurirsi in scelte contingenti. Nel caso delle “letture diverse”, accanto a modalità più stabili di presentazione dell’offerta a scaffale (da aggiornare frequentemente), vengono liberamente impiegati criteri di aggregazione ed esposizione temporanea dei documenti (per i quotidiani e le riviste d’informazione, le nuove accessioni, le “personali” d’autore e le mostre, gli argomenti di attualità, le rassegne, le promozioni ecc.), alla ricerca di soluzioni anche libere da vincoli tassonomici, in qualche modo ipertestuali e trasversali rispetto alla natura (letteraria, scientifica ecc.) dei documenti stessi, con l’ambizione di accogliere, e insieme stimolare, attese e suggestioni di scoperta, serendipità e così via. Contemplando esigenze di lettura più specifiche, il progetto prefigura anche altre, possibili, evoluzioni del modello verso l’accorpamento e la presentazione interdisciplinare di opere che rispecchino il confronto fra idee e posizioni diverse e che siano riconducibili ad alcuni filoni culturali, dal riconoscibile e durevole carattere problematico, come la pace e la guerra, l’ambiente, la bioetica, le questioni della fede e della laicità. Una seconda zona del piano terra è interamente dedicata agli utenti più giovani ed è suddivisa in tre spazi attigui: Sala bambini (età prescolare), Sala ragazzi (6-10 anni) e Zona Holden (11-15 anni). Qui prevalgono modalità progressive di esposizione e ordinamento dei materiali che inizialmente sono ispirate all’uso di semplici metafore per i piccolissimi (crescere, gli altri, la natura, le cose e le storie del mondo, la fantasia) e i piccoli (vivere insieme: in famiglia, con gli altri ecc.) e che più avanti presentano ripartizioni maggiormente strutturate (come Holden narrativa e Holden ricerche). Una parte consistente dell’offerta per gli adulti, quella destinata a soddisfare esigenze sistematiche di ricerca, studio e approfondimento (e a farlo sempre nella prospettiva dell’interdisciplinarità e della creazione di contesti interpretativi in grado di misurarsi con la complessità e le trasformazioni dei linguaggi, dei saperi e dello scambio di conoscenza), è collocata, ancora a scaffale aperto, al primo piano, ed è distribuita in cinque aree dipartimentali: scienze e tecnologie, scienze umane, scienze sociali, arte (che in parte confluisce nella Mediateca), lingue e letterature. Nei dipartimenti le raccolte sono ordinate per sezioni, le quali corrispondono a singole materie o a

materie affini; all’interno delle sezioni si utilizzano accorpamenti e notazioni della Classificazione decimale Dewey. Nella prima sezione di ciascun dipartimento si trovano i relativi materiali di reference. A completare un’offerta assai articolata, sempre al primo piano troviamo la Sala Ippolito Desideri (che ospita una selezione di materiali per la documentazione locale, ripartita per aree d’interesse, e materiali di consultazione generale, ordinati, a loro volta, per sezioni), la Sala Piero ed Elena Bigongiari (con i materiali donati dalla vedova del poeta, Elena Aiazzi Mancini), mentre al secondo piano si trovano la Biblioteca del Centro di documentazione di Pistoia e la Mediateca (comunicazioni e telecomunicazioni, musica e cinema, con cd e dvd collocati, rispettivamente, in base al genere musicale e al cognome del regista). Nella Mediateca in primo luogo, ma di fatto in tutta la struttura, i documenti sono tendenzialmente raggruppati per affinità di contenuto, quindi non per supporti, né per tipologie documentarie (i periodici, per esempio, non sono collocati in un’unica, apposita sala ma, sia pure in sequenze separate dalle monografie, sono distribuiti nelle diverse zone e aree dipartimentali, secondo caratteristiche disciplinari e di taglio – divulgativo, specialistico – e secondo necessità di fruizione). Ciò che manca ancora, e che permetterà di assicurare maggiore visibilità al rapporto fra “generale” e “particolare” (con il tutto che, simbolicamente, può superare la somma delle parti), nonché di sfruttare al meglio le potenzialità di una simile strategia di presentazione dell’offerta, è una segnaletica completa e funzionale all’orientamento degli utenti, al tracciamento dei percorsi e alla graduale scoperta dei macro-raggruppamenti, poi dei settori, degli ambiti semantici più ristretti e così via, fino all’individuazione di singoli documenti. Sin da ora, tuttavia, a soli cinque mesi dall’apertura, l’organizzazione spaziale e funzionale delle raccolte nella San Giorgio ambisce a caratterizzare una vocazione e un profilo di servizio dai tratti complessivamente inediti e all’altezza delle migliori realizzazioni bibliotecarie italiane ed europee di nuova generazione, dalle quali ha naturalmente mutuato, rielaborandoli e contestualizzandoli, diversi spunti. Sarà interessante, nel breve, medio periodo, monitorare la risposta degli utenti e della città: i primi riscontri appaiono senz’altro confortanti.

Giovanni Di DomenicoUniversità degli studi di Urbino

[email protected]

bibilioteche oggi / ottobre 2007

La presentazione delle raccolte

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / skiphol library / multimedialità diffusa / studio di fattibilità

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / multimedialità diffusa / studio di fattibilità

PARCS

minneapolis public library minneapolis public library

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / micro-ambiti di lettura / studio di fattibilità

30

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / micro-ambiti di lettura / studio di fattibilità

PARCS motiviert zu Bewegung, fördert Initia-tive, bremst Inaktivität und träges Verharren. Bewegung ist auch Kennzeichen urbaner Strukturen. PARCS steht für Abwechslungs-reichtum, Öffentlichkeit versus Privatheit, vielfältige Zonen und ihr Dazwischen. Der »Antipol« in einer Stadt. Der Park – Raum für unterschiedlichste Tätigkeiten an unterschied-lichen Orten.

PARCS fordert nicht nur durch Settings zu Bewegung auf, sondern bietet mit CausewaySeries – einer Reihe gepolsterter, unterschied-lich hoher Module wie Benches oder Fences – verschiedene Arbeitspostitionen. Jeder nimmt die Position ein, die für ihn am bequemsten ist: mal sitzen, mal hocken, sich anlehnen oder stehen.

PARCS encourages movement, promotes initiative, and prevents inactivity and lethargic hanging out. Movement is also a characteristic of urban structures. PARCS stands for a wealth of variety, public versus private life, a diversity of zones and all things in between. The »antipole« in a city. The park—a space for the most diverse activities at a wide variety of sites.

PARCS doesn’t just invite movement through its various settings; with Causeways—a range of upholstered, variable height, orthogonal modules such as benches or fences—it offers different working postures. Everyone assumes the posture that is most comfortable for them: sometimes seated, sometimes crouching, sometimes leaning or standing.

17 IN BEWEGUNG BLEIBENKEEP MOVING

16

Sitzen, anlehnen, stehen – Bewegung als ERGONOMISCHERBEITRAG im Büro. Sitting, leaning, standing—Movement as AN ERGONOMIC CONTRIBUTION in the office.

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / studio di fattibilità

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta piano seminterrato / scala 1_200 / studio di fattibilità

via della Ginestr

a

NORD

LEGENDA

AREA NON INTERESSATA DALL'INTERVENTO

deposito biblioteca119 mq

caffetteria121 mq

deposito caffetteria20 mq

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta piano terra / scala 1_200 / studio di fattibilità

Marciapiede

NORD

LEGENDA

AREA NON INTERESSATA DALL'INTERVENTO

emerotecaprima informazione

narrativa110 mq

accoglienza80 mq

spazio cerniera37 mq

caffetteria72 mq

laboratori82 mq

ingresso principale

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / piano terra / studio di fattibilità

/ accoglienza

/ front office/ back office

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / piano terra / studio di fattibilità

/ emeroteca/ prima informazione/ narrativa

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta primo piano / scala 1_200 / studio di fattibilità

PIANO PRIMO AMMEZZATO

NORD

LEGENDA

AREA NON INTERESSATA DALL'INTERVENTO

spazio interpianola lettura di viaggio

15 mq

laboratorispazi performativi

teatrali110 mq

uffici21 mq

area ragazzi10-13 / 5-10 / 0-5 anni

187 mq

bambini / multimediaarea videogiochi

35 mq

Page 29: presentazione biblioteca

centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / primo piano / studio di fattibilità

/ accoglienza/ front office/ back office

/ area bambini 0-5 anni/ area ragazzi 5-10 e 10-13 anni

Page 30: presentazione biblioteca

centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / primo piano / studio di fattibilità

/ area ragazzi 10-13 anni

/ laboratori performativi

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centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / pianta secondo piano / scala 1_200 / studio di fattibilità

PIANO SECONDO AMMEZZATO

NORD

LEGENDA

AREA NON INTERESSATA DALL'INTERVENTO

laboratori di produzione efruizione multimediale

30 mq

saletta insonorizzatacon home theatre

25 mqbiblioteca267 mq

spazio espositivostoria locale

e sedute informali45 mq

carrelslettura individuale

26 mq

consultazione e letturastoria locale

archivio storico 177 mq

Page 32: presentazione biblioteca

centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / secondo piano / studio di fattibilità

/ consultazione e lettura/ storia locale/ archivio storico

/ aree dipartimentali

Page 33: presentazione biblioteca

centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / secondo piano / studio di fattibilità

/ saletta home theatre

/ laboratori di produzione e fruizione multimediale

Page 34: presentazione biblioteca

centro culturale ginestra fabbrica della conoscenza / destinazioni d’uso / studio di fattibilità

/ piano seminterrato

/ piano terra

/ primo piano

/ secondo piano

bar caffetteria

depositi biblioteca

accoglienza e cerniera con la città

biblioteca

laboratori

ragazzi e bambini

storia locale