Presentazione a Elena Trombini Il cibo...

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Archivio Dina Vallino Pubblicazioni Presentazione a Elena Trombini Il cibo rifiutato Dina Vallino ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Per citare questo scritto: VALLINO D., Presentazione a Elena Trombini, Il cibo rifiutato: I disturbi alimentari precoci e la Giocoterapia Focale con bambini e genitori , 9-14. Bologna: Edizioni Pendragon 2011. h"p://associazionedinavallino.it/wp-content/uploads/2017/06/pres-tromb.pdf ––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––– Archivio | Associazione Scien,fico Culturale Dina Vallino [email protected] Via Antonio Kramer, 18 | 20129, Milano (MI) | Italia Tel. +39 02.76003736 | C.F. 97736670155 [email protected] | www.associazionedinavallino.it

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Presentazione a Elena Trombini Il cibo rifiutatoDina Vallino

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Per citare questo scritto:

VALLINO D., Presentazione a Elena Trombini, Il cibo rifiutato: I disturbi alimentari precoci e la Giocoterapia Focale con bambini e genitori, 9-14. Bologna: Edizioni Pendragon 2011.

h"p://associazionedinavallino.it/wp-content/uploads/2017/06/pres-tromb.pdf

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Presentazionedi Dina Vallino Macciò

Sono lieta di presentare questo libro di Elena Trombini per la sua evidente utilità: si tratta di un vero e proprio “manuale” per un intervento preventivo rivolto a bambini che, con esordio precoce, soffrono di disturbi alimentari. E basterebbe questa sola caratteri stica a renderlo prezioso, dato che nulla tocca così emotivamente a fondo i genitori quanto i problemi che i loro bambini manifesta no in rapporto alla sfera dell’alimentazione e dell’evacuazione. L’interesse teorico della ricerca di Trombini, nel suo complesso, è quello di pervenire, dopo cent’anni di psicoanalisi, alla rinuncia ad un atteggiamento monologico che assolutizza un modello visto come regale nel confronto di altri. Oggi pur non essendo disposti a rinunciare ai nostri modelli tendiamo a confrontarci e a lasciarci ^contaminare” dal punto di vista di altri. Anche Elena Trombini, che si avvale di concetti di diversa origine, provenienti da aree os- servative contigue come Infant Research, Psicologia dello svilup po, Lichtenberg, psicoanalisi ecc.

Elena Trombini ha messo a punto un modello specifico di cura psicologica dei disturbi della condotta alimentare ed evacuativa nei bambini in età prescolare. La Giocoterapia Focale, ideata dal padre dell’Autrice, Giancarlo Trombini, alla fine degli anni Sessanta, al l’interno di un’atmosfera culturale particolarmente vicina alla teo ria della Gestalt e alla psicoanalisi, è stata ripresa e modificata da Elena alla fine degli anni Novanta, con un orientamento ora rivol to non solo al piccolo paziente, ma anche al suo contesto familiare.

Il volume si apre con una rassegna ragionata degli studi sui disturbi alimentari di straordinario interesse per la sua ricchez za e completezza. Otteniamo un quadro complessivo delle mol teplici variabili presenti nella fenomenologia dei disturbi ali mentari e dei differenti tipi di terapie. Con una chiarezza e una

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sicurezza espositiva acquisite dall’Autrice in molti anni di studi e di ricerche.

Prima di presentare la sua proposta terapeutica, Elena Trombi- ni sente l’esigenza di chiarire le proprie idee in merito alle vie del normale sviluppo della personalità del bambino. Anche qui Elena Trombini raggiunge una propria sintesi personale. L’Autrice viene collocando il suo lavoro entro la vasta cornice costituita dagli studi sull’infanzia propri della teoria dell’attaccamento e della Infant Re search (esclude però dai suoi interessi le ricerche sul bambino svol te secondo la metodologia della Infant Observation). Rispetto al l’insegnamento della scuola interattivo-cognitivista, mi trovo parti colarmente d’accordo con il suo taglio interpretativo, evidente già dalla citazione di Ammaniti, secondo cui la novità del modello in terazionista sta nel sostenere che lo sviluppo del bambino dipende direttamente dalla qualità più o meno elevata dei processi inter personali e dalla capacità dei genitori di sintonizzazione e di con divisione degli affetti del bambino. Opportunamente questa inter pretazione lascia cadere ciò che vi è di rigido e di dogmatico in molta parte della Infant Research, tra cui l’assunto secondo il qua le la crescita mentale non si basa sulle varie relazioni vitali tra due soggetti che rimangono “differenziati”, ma sulla loro capacità di sviluppare un tale livello di sintonia e regolazione reciproca da ar rivare a costituire una diade, un sistema vivente unico, in cui essi sono parti di un tutto in interdipendenza biunivoca, come in una danza. Con la sua moderata interpretazione di termini come “sin tonia” e “regolazione reciproca”, Trombini ritrova ciò che acco muna le ricerche infantili, anche psicoanalitiche, a partire dalla se conda metà del secolo scorso. Parimenti importanti sono i due mo menti: che il bambino chieda e la madre condivida e che allo stes so tempo sia responsiva, abbia réverie; ma anche che la madre chie da e il bambino provi gratitudine e acconsenta. Senza dimenticare la presenza dei limiti ferrei del mondo, che rendono la vita infanti le comunque difficile e dolorosa.

Trombini è ben consapevole che le ricerche infantili promosse dal vertice interazionista non sono sufficienti per la pratica psico- terapeutica e va quindi alla ricerca di una teoria dei sistemi moti-

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vazionali del bambino. Sono d’accordo con il giudizio espresso da Stern quando afferma in La costellazione materna che

la motivazione finalizzata è cruciale per la comprensione del com portamento umano clinicamente rilevante (o meno), specialmente nei suoi aspetti soggettivi. La finalità è al centro dei concetti freudiani di pulsione e fantasia inconscia. Sotto questo aspetto è interessante rileva re che Darwin nei suoi taccuini rifletteva sul fatto che gli impulsi sono l’unità di base dell’universo, nel senso che sono le unità funzionali del l’evoluzione [1995],

Sappiamo che dopo Freud si afferma una concezione della mol teplicità dei sistemi motivazionali. Trombini aderisce alla teoria dei cinque sistemi motivazionali di Lichtenberg, poiché in questa teo ria sono indicati come fondamentali il bisogno esplorativo-asserti- c vo e il bisogno di reagire avversivamente attraverso l’antagonismo

il ritiro. Infatti Trombini trova particolarmente utile per la com prensione dei disturbi alimentari riconoscere nel bambino, a parti li- dal secondo anno di vita, la presenza del fondamentale bisogno i di fare da solo, che se non rispettato dalla madre (ad esempio a li- < vello della alimentazione) si tramuta in comportamento avveravo (da cui ad esempio vari disturbi alimentari). A me pare che la teo ria di Lichtenberg risenta, pur coi suoi meriti, della non frequenta zione del contributo conoscitivo apportato dalla Infant Observa- tion, che si indirizza verso una concezione anche sentimentale del .bambino. E questa una preoccupazione che ritrovo in Trombini, i he pure si colloca al di fuori dell’ambito dell’Infant Observation, la ove suggerisce un ampliamento del punto di vista di Lichten b e rg , indicando come nel bambino non siano presenti nel secondo anno soltanto bisogni assertivi e avversivi, ma anche un bisogno di partecipare attivamente alla vita familiare, dapprima nella forma di una aspettativa “che gli altri membri della famiglia adempiscano regolarmente e coscienziosamente a t loro doveri [...] verso di lui” e pm lardi nella pretesa che “le regole siano rispettate” e le cose fat ti s e c o n d o le consuetudini dalle persone abituali” (p. 6 3 ) . Mi imina questo un suggerimento prezioso di Trombini, che rimane

naturalmente in attesa d i convalide osservativi- ripetute.

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Veniamo all’introduzione, che si basa e si gioca sul filo di una metafora tratta da un quadro di Magritte, La camera d'ascolto del 1958. Magritte intendeva alludere alla musica che si espande in una stanza. Nel dipinto (riprodotto in copertina) è raffigurata una mela che si espande minacciosamente e che invade tutto lo spazio, se non fosse per una piccola finestra che si apre sul mare e su un cie lo luminoso. E la metafora-immagine^dell’apertura quella che Ele- na Trombini offre ai suoi piccoli pazienti e ai loro genitori, ponen dosi in ascolto di piccolini con mamma e babbo nella camera di consultazione. Un’apertura di Elena Trombini che permette un ascolto illuminato e giochi fantasiosi per risolvere problemi con cretamente “viscerali”, non solo in senso emotivo.

Che cosa fa Elena Trombini in questa camera? Si prende cura dei bambini e dei genitori con un atteggiamento idoneo ai vissuti di solitudine, di rabbia e di paura collegati all’alimentazione. Infat ti secondo l’Autrice il disturbo della condotta alimentare esprime soprattutto una protesta psicosomatica da parte del bambino, che è reattiva alla frustrazione che i suoi genitori - l’adulto, la figura di riferimento - gli hanno imposto quando gli hanno impedito l’e splorazione e il piacere a fare da solo.

Tn polemica con Trend, il quale sostiene che è la civilizzazione ad imporre al bambino la regolazione della sua pulsionalità orale e anale, Elena Trombini fa riferimento a indagini cliniche che evi denziano che la motivazione autonoma al controllo compare nel terzo anno per quanto riguarda defecazione e minzione, mentre £>en prima, nel secondo anno, compare quella a mangiare da solo.' Un altro punto di vista - secondo il quale, grazie a proposte gentili ma continuative della madre o della figura di accudimen- to, il bambino è sostenuto nell’imparare le funzioni di regolazio ne - non è considerato. Nella mia esperienza, invece, può diven tare un “dispiacere” per il bambino affrontare il conflitto con la madre ed è in base a tale premessa che egli accondiscende alle ri chieste di pulizia, mentre ho constatato che contare sull’autore- aolazione di un bambino di du(Tanni lo può rendere estrema- mente oppositivo e deprivato di quel contenimento dell’abbrac cio materno che non lo lascia solo. Mi sento straordinariamente

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in sintonia con il modo di lavorare di Elena Trombini nella stan za di consultazione.

Nel corso dell’intervento di Giocoterapia Focale, Elena Trombi ni propone al bambino un pupazzo di pongo, Gigetto, che, per ana logia con le funzioni fisiologiche proprie del bambino, prima man gia apprezzando i sapori del cibo e poi evacua con sollievo. La tera- peuta-Trombini dà voce al pupazzo e mette in scena con un gioco )‘ di personificazioni ciò che il bambino potrebbe sentire, obiettare, ' rifiutare, accogliere. In questa fase del trattamento, attraverso la gra- 'K duale scomparsa del comportamento psicosomatico di protesta, si L realizzeranno la messa in atto dell’autonomia del bambino e del suo desiderio di fare da solo. In questa fase è bene evidente e condivisi- bile che l’intervento delicato, fantasioso e perspicuo della terapeu- ta-Trombini entra in una dimensione narrativa in cui il bambino tro va il linguaggio e il coraggio di credere in ciò che sente. “In tal modo Gigetto si caratterizza come colui che, attraverso il suo comporta mento, mette in risalto le caratteristiche dell’autonomia nel rappor- lo con il cibo e con le funzioni evacuative. Ma consente anche di rappresentare il terapeuta in quanto ‘compagno un po’ speciale’ in grado di accompagnare il bambino in quel Luogo Immaginario, in cui tutto è possibile e in cui le idee più orribili possono incarnarsi in mostri spaventosi, che però possono essere sconfitti, schermo in cui vengono proiettati aspetti dell’animo altrimenti non percepibili I... 1. Perciò il terapeuta, attraverso Gigetto, può esplicitare la sua funzione di osservatore, consolatore, accompagnatore, Narratore .lenirò là narrazione (p. 83).

( Conosco Elena Trombini dal 2001 per la sua assidua presenza ai gruppi clinici e di studio che con lei e con altri colleghi ho orga nizzato a Milano, nel mio studio, sulla Consultazione partecipata. Elena Trombini ha diverse volte discusso con noi il suo materiale i Imito e come lei stessa scrive (p. 84) ha personalmente messo a punto il progetto di svolgere la Giocoterapia Focale con bambini m età prescolare con disturbi dell’alimentazione e/o dell’evacua- / ione includendo i genitori, che, sul modello della Consultazione partecipata, vengono rivalutati nelle loro competenze educative e gemloriali.

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Il bambino esprime nel gioco desideri, paure, rabbie, e il di sturbo alimentare torna a riacquisire per i genitori, presenti nella stanza di consultazione, un significato psicologico non più soltanto legato al problema del non-nutrirsi e della sopravvivenza. I genito ri partecipando al gioco possono recuperare il proprio sé infantile giocoso e creativo, accanto agli aspetti osservativi del sé adulto.

Il valore particolare di questo libro sta nell’essere una proposta terapeutica, che racchiude e presenta in forma fruibile e completa il risultato dei vent’anni di lavoro di Elena con i bambini, propo nendo un setting rigoroso, centrato sul problema elettivo del bam bino, le difficoltà nel campo deU’alimentazione e/o evacuazione, in modo da favorire, senza assumere atteggiamenti intrusivi e diretti- vi, il rispetto del modo di giocare del bambino e della sua possibi lità di immaginare se stesso.

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