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“Prendimi in Affetto” Famiglie per l’Affido Istituto delle Suore delle Poverelle Istituto Palazzolo Sede Legale: Via San Bernardino 56, 24122 Bergamo P.I. 00533470167 Sede Operativa: Via Calepio 1, 25031 Capriolo (BS)

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“Prendimi in Affetto” Famiglie per l’Affido

Istituto delle Suore delle Poverelle – Istituto Palazzolo Sede Legale: Via San Bernardino 56, 24122 Bergamo P.I. 00533470167

Sede Operativa: Via Calepio 1, 25031 Capriolo (BS)

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INDICE

1. IL SERVIZIO “PRENDIMI IN AFFETTO” 1.1 Mission 1.2 Descrizione del servizio 1.3 Finalità del Servizio 1.4 Obiettivi del servizio 1.5 Destinatari 1.6 Organizzazione del servizio 1.7 Attivazione del servizio

2. REALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO

2.1 Il percorso di sensibilizzazione delle famiglie 2.2 Il percorso di valutazione 2.3 Il percorso di formazione 2.4 La rete delle famiglie 2.5 Il percorso di avvicinamento 2.6 Accompagnamento e chiusura

3. SERVIZI OFFERTI

4. CONTATTI In allegato: 5. COSTI DEL SERVIZIO

5.1 Costi 5.2 Protocolli d’intesa

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1. IL PROGETTO “PRENDIMI IN AFFETTO”

1.1 Mission

Dall’intuizione spirituale di Don Luigi Palazzolo, attraverso la contemplazione del Cristo cro-crocefisso ignudo sulla croce, a servire i poveri da povero, è nata un’esperienza che continua ancora oggi e ha come missione essere segno della misericordia di Dio in particolare verso i minori, giovani e donne con figli maggiormente svantaggiati attraverso percorsi di promo-zione, prevenzione e cura.

1.2 Descrizione del servizio

Il progetto “Prendimi in affetto” diffonde e cura la pratica dell’affido attraverso la sensibiliz-zazione e l’accompagnamento di quelle famiglie o single che si rendono disponibili ad intra-prendere l’esperienza dell’affido. Dall’esperienza maturata in questi anni, si è strutturata un’équipe che sostiene e accompagna la famiglia e il minore nell’esperienza dell’affido, dalla delicata fase della valutazione, all’’abbinamento , fino all’accompagnamento per tutta la durata del progetto.

1.3 Finalità del servizio La pratica quotidiana riguardante l’esperienza dell’affido etero familiare evidenzia che molte situazioni di minori con decreto di allontanamento dalla propria famiglia, necessitano di un’altra famiglia che li possa accogliere. Il preciso intento di questo progetto, nell’interesse dei minori, è riassumibile nel tentativo di ridurre i tempi di permanenza degli stessi nelle comunità, al fine di offrire loro l’opportunità di godere di un’esperienza familiare e di rispondere al diritto fondamentale di avere una fa-miglia.

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1.4 Obiettivi del servizio

Nella realizzazione del Progetto “Prendimi in affetto” abbiamo individuato i seguenti obiettivi:

■ Tutelare il diritto delle persone più svantaggiate.

“Ogni minore ha diritto ad una famiglia” (Legge 149/2001).

■ Costruire un modello innovativo dell’affido etero familiare

■ Creare una rete di famiglie solidali e aperte all’accoglienza e all’affido etero familiare.

■ Promuovere la cultura dell’affido.

1.5 Destinatari

I MINORI Il destinatario principale del progetto “Prendimi in affetto” è senza dubbio il minore. In parti-colare l’attenzione è rivolta a quei minori che difficilmente trovano collocamento in luoghi diversi dalle comunità residenziali; in particolare si rivolge a: ■ bambini che hanno disturbi del comportamento e atteggiamenti complessi da affrontare,

che una famiglia fatica a gestire da sola se non adeguatamente supportata, ■ bambini con gravi patologie fisiche e dello sviluppo che necessitano di particolare accudi-

mento e accoglienza da parte di una famiglia affidataria, ■ preadolescenti e adolescenti: ragazzi in un’età caratterizzata da complessità nelle dinami-

che relazionali e comportamentali, ■ minori inseriti nel circuito penale con un delicata situazione giuridica, ■ bambini con famiglie d’origine multiproblematiche: sono i casi in cui il rapporto tra fami-

glia d’origine e famiglia affidataria può essere conflittuale e problematico se non suffi-cientemente tutelato e sostenuto,

■ mamme con bambini: situazioni di madri in attesa e/o con bambini che necessitano di essere accolte ma anche accompagnate nel ruolo di madre,

■ bambini che hanno alle spalle esperienze di affidi e adozioni falliti.

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LA FAMIGLIA E LE PERSONE SINGOLE

“Prendimi in affetto” si rivolge a coppie con o senza figli, oppure persone singole che aspira-no ad intraprendere una esperienza di affido etero familiare. A tal fine queste persone si ren-dono disponibili ad una specifica preparazione per partecipare alla progettualità sull’affido, attraverso una formazione utile a gestire le problematiche che si potrebbero presentare nel corso dell’esperienza. Nel Progetto “Prendimi in affetto” la famiglia affidataria partecipa al progetto del minore con piena titolarità, sottoscrivendo un contratto che la rende portatrice di professionalità, di diritti e di doveri come gli altri protagonisti del progetto. La spinta etica, la scelta di compromettersi a favore dei più svantaggiati, la capacità di intra-prendere un cammino per molti tratti incerto, il lasciarsi modificare e mettere in discussione dall’incontro con queste persone, lo slancio relazionale e la consapevolezza di poter donare qualcosa agli altri, sono caratteristiche irrinunciabili per chi intende aderire a questo proget-to.

L’ENTE LOCALE Il terzo ed ultimo interlocutore a cui si rivolge il progetto “Prendimi in Affetto” è l’ente locale che, nel nuovo sistema di gestione previsto dalla L. 328/00, è rappresentato dall’equipe del servizio sociale. Il servizio sociale ha un ruolo centrale nella programmazione e attuazione delle iniziative a favore del minore. Il servizio sociale è responsabile del progetto di affido del minore e della selezione delle futu-re famiglie affidatarie. “Prendimi in affetto” invia all’équipe del servizio sociale le potenziali famiglie affidatarie per realizzarne la valutazione. In caso di esito positivo, in stretta collabo-razione, si avvia l’affido. Il servizio sociale mantiene una costante regia e svolge verifiche pe-riodiche sull’andamento del progetto sottoscritto da tutti i soggetti coinvolti.

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1.6 Organizzazione del servizio

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Il progetto “Prendimi in affetto” è composto da una équipe multidisciplinare formata da per-sonale esperto nelle tematiche della genitorialità, della coppia, dell’età evolutiva. Ne fanno parte la coordinatrice del progetto, una psicologa, una psicologa-psicoterapeuta con funzioni di supervisione, due consulenti familiari. L’équipe, al bisogno, si avvale della collaborazione di consulenti esterni in materia legale e formativa e del Servizio “Spazio Inontro”. RESPONSABILE DEL PROGETTO La responsabilità del progetto è affidata ad una religiosa dell’Istituto Suore Poverelle con esperienza in ambito di comunità per minori e di famiglie affidatarie, in collaborazione con il coordinatore del settore minori dello stesso Istituto. COORDINATRICE DEL PROGETTO La coordinatrice del progetto “Prendimi in affetto” è una figura di riferimento per tutti gli attori coinvolti in un percorso di affido. In particolare:

■ raccoglie le richieste di attivazione del servizio da parte dei soggetti invianti,

■ raccoglie la disponibilità delle famiglie interessate all’esperienza di affido,

■ seleziona e valuta con la psicologa la potenziale famiglia affidataria,

■ coordina l’équipe degli operatori e definisce il piano di intervento,

■ ha funzioni di referente per il servizio inviante,

■ definisce e partecipa alle verifiche periodiche con il servizio sociale,

■ conduce il gruppo mensile delle famiglie affidatarie,

■ redige relazione annuale sull’andamento dell’affido.

CONSULENTI FAMILIARI

La figura del consulente familiare, supportato dall’intera équipe, è un professionista capace di porsi in ascolto attento, profondo, non giudicante, comprensivo e rassicurante nei con-fronti delle famiglie. Inoltre:

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■ segue tutto lo svolgimento del progetto di affido, ■ è particolarmente vicino alla vita della famiglia, ■ incontra la coppia affidataria mensilmente, in caso di bisogno anche più volte, sia presso

la loro abitazione, sia presso la sede del progetto, ■ programma momenti di verifica con la famiglia e con il servizio sociale, ■ offre alla famiglia una continua reperibilità, in modo particolare nei momenti critici.

PSICOLOGA La psicologa del progetto “Prendimi in affetto” opera all’interno dell’équipe e si offre come interlocutore per le famiglie che si apprestano all’esperienza dell’affido. Tra le sue funzioni: ■ predispone e cura il percorso di valutazione delle famiglie affidatarie in sinergia con la co-

ordinatrice del progetto, ■ offre sostegno psicologico ai diversi soggetti coinvolti, dalla famiglia affidataria al minore, ■ conduce il gruppo delle famiglie affidatarie nel percorso annuale.

SUPERVISORE Una psicologa psicoterapeuta con funzioni di supervisione lavora a stretto contatto con l’équipe del progetto e segue da vicino le dinamiche del gruppo. Nello specifico:

■ affronta le emozioni e i vissuti degli operatori,

■ aiuta a osservare le dinamiche relazionali tra minore e famiglia,

■ aiuta a individuare strategie per affrontare eventuali difficoltà,

■ supporta nella elaborazione di significati in merito alle azioni che si intraprendono,

■ favorisce lo sviluppo di una metodologia d’intervento comune.

ALTRE COLLABORAZIONI

In caso di bisogno il supervisore psicoterapeuta può incontrare la famiglia affidataria e offrire sostegno e precise proposte d’intervento e, dove ne viene ravvisata la necessità, è prevista la possibilità di una consulenza legale o di un supporto educativo.

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1.7 Attivazione del sevizio

Il servizio sociale di può accedere al Progetto “Prendimi in affetto” contattando la coordina-trice che provvederà ad inviare una scheda di presentazione da compilare a carico dell’équipe inviante. La scheda, debitamente redatta, dovrà essere riconsegnata per la valu-tazione della specifica richiesta. In caso favorevole viene fissato un incontro di presentazione al fine di approfondire le tematiche e le problematiche connesse.

In seguito alla richiesta di un Servizio Sociale di avvio di un progetto di affido, i referenti del progetto presentano la potenziale famiglia affidataria allo stesso per realizzarne la valutazio-ne e l’abbinamento.

Completa l’iter un incontro in cui le parti in causa (ente locale cui il minore è affidato con provvedimento dell’Autorità Giudiziaria, operatore referente del progetto, responsabile dell’Istituto, famiglia affidataria, famiglia d’origine), stipulano un contratto per l’avvio dell’affido.

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3 REALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO

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1. PERCORSO DI SENSIBILIZZAZIONE DELLE FAMIGLIE

Ogni anno si organizzano alcune serate sul territorio per diffondere e promuovere la cultura dell’affido familiare ; con la presenza dell’equipe e di qualche famiglia del progetto “ prendi-mi in affetto” che presentano la loro esperienza di accoglienza.

Una parte della sensibilizzazione viene dedicata agli “affidi difficili” insieme agli operatori sono presenti alcune famiglie che hanno affidi che si possono definire “difficili” dal punto di vista dell’impegno e della gestione: ad es. una famiglia con l’ affido di un bambino disabile, una famiglia che accoglie una giovane mamma con la propria figlia ed una famiglia con affido in corso di un adolescente straniero.

2. PERCORSO DI VALUTAZIONE

Per le coppie o i single che si rendono disponibili è prevista la valutazione della loro idoneità all’affido da parte di un’équipe (psicologo e consulente familiare) che predispone un’indagine psicosociale attraverso una serie di colloqui di conoscenza e di approfondimento delle dina-miche relazionali della coppia e della famiglia e una o più visite domiciliari.

3. PERCORSO DI FORMAZIONE

Il percorso di formazione delle famiglie affidatarie prevede alcune serate e una giornata di condivisione con le famiglie aderenti al progetto. Questo percorso mira allo sviluppo degli strumenti e delle competenze funzionali ad affrontare un percorso di affido. In secondo luo-go mira alla formazione di una rete di famiglie attraverso la condivisione.

I temi affrontati durante la formazione riguardano:

■ approfondimenti legali in merito alla legge sull’affido;

■ i diritti e i doveri delle famiglie affidatarie;

■ ruolo e funzioni del servizio sociale e del Tribunale per i Minorenni;

■ gli aspetti psicologici delle vicende dei minori e delle loro famiglie di origine.

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4. LA RETE DELLE FAMIGLIE

Al termine del percorso, in caso di idoneità all’affido, verrà compilata una scheda della fami-glia che entrerà così a far parte della banca dati delle potenziali famiglie affidatarie.

Nell’esperienza di questi anni si è evidenziata la necessità di rispondere a situazioni di emer-genza come ad esempio neonati abbandonati, situazioni di improvvisa malattia del genitore, situazioni di improvviso e grave maltrattamento. Per far questo si è costituito un piccolo gruppo di famiglie affidatarie, con comprovata esperienza di affido, disponibili all’accoglienza immediata.

5. PERCORSO DI AVVICINAMENTO

Il percorso di abbinamento fonda i propri criteri valutativi sulle specificità del minore con le caratteristiche della coppia o single affidatari.

L’abbinamento è realizzato dal servizio sociale territorialmente competente ed avviene dopo che l’équipe propone al servizio la famiglia che ritiene più idonea.

Definito l’abbinamento si prevede l’avvio di un percorso individualizzato di avvicinamento del minore alla famiglia affidataria perché ogni bambino ha la sua storia, le sue caratteristi-che, i suoi bisogni e i suoi tempi che devono essere necessariamente pensati e rispettati.

Il progetto di affido viene riassunto in una lettera di intesa tra il prendimi in affetto e l’ente locale di riferimento. Inoltre segue per esteso il progetto di affido familiare nel quale tutte le parti sono coinvolte a seconda delle competenze di ciascuna.

Partecipano alla stesura del progetto di affido l’equipe “Prendimi in Affetto”, gli operatori sociali, la famiglia affidataria, se possibile la famiglia di origine e, a seconda dell’età, il minore stesso.

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6. ACCOMPAGNAMENTO E CHIUSURA

L’accompagnamento della famiglia in tutte le fasi del progetto di affido vede coinvolti tutti i servizi ; con l’obiettivo di rendere il percorso dell’accoglienza per quella famiglia e per quel minore una esperienza positiva supportandoli con tutti gli strumenti necessari.

Particolare cura e attenzione viene inoltre posta alla fase di chiusura del progetto di affido, in collaborazione con il servizio sociale territorialmente competente vengono garantiti tutti gli interventi affinché il momento del rientro garantisca a tutti i soggetti coinvolti il cambiamen-to atteso. Sono previsti momenti istituzionali tra famiglia affidataria, servizio sociale, equipe del Prendimi in Affetto, famiglia naturale e dove possibile il minore.

Per garantire forme di accompagnamento, finalizzate a superare le difficoltà che hanno de-terminato l’allontanamento temporaneo del minore dal suo nucleo familiare è attivo il servi-zio “Spazio Incontro” per l’esercizio del diritto di visita e di relazione. Il servizio Spazio Incon-tro è uno spazio in cui si mantiene il legame tra bambini e adulti in situazione di disagio che non riescono, al momento dell’affido, a svolgere appieno le funzioni genitoriali. In questo spazio il minore può incontrare la sua famiglia d’origine durante la permanenza nella fami-glia affidataria.

1L’ingresso di un minore nella famiglia affidataria , determina significativi cambiamenti e difficoltà soprattutto in relazione ai figli naturali; a tal riguardo è prevista la possibilità di ri-cevere sostegni concreti attraverso la supervisione mensile di gruppo alla presenza di una psicoterapeuta e la possibilità per la famiglia di rivolgersi alla psicologa del “Prendimi in Af-fetto” nei momenti di particolare difficoltà.

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3. STRUMENTI E SERVIZI OFFERTI

Per la realizzazione del progetto abbiamo individuato i seguenti strumenti che consentono di regolare i rapporti tra i diversi soggetti:

■ Il regolamento del progetto;

■ La lettera d’Intesa tra l’Istituto e l'Ente locale;

■ Il progetto di affido eterofamiliare dell'Ente locale riferito a ciascun minore.

I servizi base offerti dal progetto sono i seguenti:

■ sensibilizzazione e pubblicizzazione;

■ raccolta adesioni e prima valutazione delle famiglie;

■ formazione iniziale delle famiglie;

■ accompagnamento e consulenza della famiglia lungo tutto il periodo dell’affido;

■ sostegno fraterno, condivisione dei valori, approfondimento delle motivazioni;

■ formazione in itinere delle famiglie;

■ messa in rete delle famiglie.

I servizi base possono essere integrati, in base alle necessità del singolo minore, con i servizi aggiuntivi di seguito elencati:

■ assistenza legale;

■ psicoterapia per il minore;

■ sostegno educativo domiciliare;

■ alta protezione per incontri con la famiglia naturale;

■ messa a disposizione in luogo di incontro e/o di un educatore per trasporto e vigilanza;

■ interventi medico specialistici;

■ supervisione alla coppia affidataria da parte di uno psicoterapeuta esperto in affidi.

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