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Premessa Nel reale si rischia di soffocare, nell’irreale di perdersi.
(Mario Andrea Rigoni, Variazioni sull’impossibile).
Nel 2001 due alti ufficiali dell’esercito cinese hanno pubblicato un interessante saggio dal titolo La
guerra senza limiti. L’arte della guerra asimmetrica fra terrorismo e globalizzazione1.Il libro
evidenzia che l’epoca attuale è caratterizzata da una grande conflittualità che tuttavia non si esprime
attraverso forme belliche tipiche, ma, facendo propria la filosofia della globalizzazione, utilizza
strumenti di varia natura, come turbative finanziarie, attacchi informatici, diffusione di virus
telematici, manipolazione dei media. Questa congettura si potrebbe riassumere dicendo che non
tutte le iniziative militari sono operazioni di guerra in senso tradizionale, e che non tutte le
operazioni belliche sono militari. In un tale contesto il terrorismo rappresenta la forma tipica di
guerra globale, e Osama Bin Laden ne sarebbe l’eroe anche se in termini negativi.I gruppi di
persone che sono parti delle più varie conflittualità spesso non si aggregano intorno a idee di
evidente definizione, ma traggono la loro identità dal concetto di alterità Viviamo in un periodo di
disordine nel quale i valori tradizionali sembrano subire una difficile demarcazione. Come
conseguenza l’identità di un individuo o di un gruppo sociale, piuttosto che essere caratterizzata dai
valori di cui dovrebbe essere espressione, sembra delinearsi attraverso la contrapposizione a
qualcosa o a qualcuno. In questi casi una personalità si specifica attraverso il negativo fotografico
dei tratti del nemico, ovvero si esalta la pars destruens a danno di quella construens. In questo
senso si intende l’alterità come criterio di precisazione di un’identità. Tornando alle conflittualità
che segnano i nostri tempi, il pregiudizio è sicuramente un grande strumento di propaganda, che
opera come mezzo di discredito e delegittimazione dell’avversario. È paradossale che, in una
contingenza storica nella quale va sempre più diffondendosi l’indifferenza religiosa che spesso è il
presupposto di una visione spirituale agnostica, la fede o un culto possano costituire l’elemento
qualificativo di una civiltà chesi oppone a un’altra. Un esempio è lo scontro culturale e politico fra
il mondo islamico e l’occidente cristiano. Il pregiudizio religioso come incisivo strumento di
propaganda è l’oggetto principale di questo saggio. Perché nel Web? Il Pregiudizio risulta
particolarmente amplificato quando si sviluppa nella Rete, che è un ambiente sempre più
sottilmente invasivo della nostra condizione quotidiana. La Rete è una realtà virtuale che si
contrappone a quella fisica, dalla quale è divisa da una precisa linea di confine. Tuttavia la realtà
virtuale è sempre più presente, tanto da interferire con le nostre occupazioni abituali. In Second Life
Viewer5, che è un gioco online, gli utenti, rappresentati da un avatar6, possono costruire una propria
ipotetica personalità nel cyberspazio, interagire fra di loro, socializzando, incontrandosi, gestendo
attività di gruppo o individuali; qui è possibile sposarsi, realizzare progetti, comprare terreni,
costruire, lavorare. In Second Life Viewer, si possono anche acquisire guadagni da spendere nella
vita reale: questo è un chiaro esempio di come Cyberspazio e realtà fisica possano interagire8. Gli
aspetti negativi e alienanti della virtualità non devono tuttavia far dimenticare i meriti di Internet,
che ha realizzato una grande rivoluzione democratica consentendo a ognuno di sottoporre alla
comunità la propria opinione con mezzi facili e a basso costo. Come riflesso però l’inflazione delle
opinioni che ne è conseguita ha prodotto in molti contesti un’omologazione del pensiero, ovvero un
appiattimento delle peculiarità culturali che orientano la mente e alimentano la tensione per la
conoscenza, mentre la spiritualità è spinta verso modelli relativistici nei quali l’equivalenza delle
variabili annulla il valore qualificante delle differenze.